ovvero come viaggiare informati e sentirsi bene ATTENTI ALLE … · articolo di Riccardo e anche...

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numero prio perchè siamo convinti che il turismo che proponiamo sia particolare e delica- to, crediamo importante cercare di con- frontarci su alcuni elementi che lo carat- terizzano. In questo senso va un primo articolo di Riccardo e anche una riflessio- ne di Anna che troverete subito all'inter- no, su cui vorremmo che si iniziasse ad aprire un dialogo con i viaggiatori e i semplici lettori di Pindorama. I punti da sviluppare riguardano il ruolo del grup- po, il ruolo dei referenti locali, le "prete- se" e le aspettative dei viaggiatori respon- sabili, la natura stessa del turismo consa- pevole. Per noi questi sono aspetti importanti e proprio perché da sempre pensiamo di non possedere la verità (non siamo i "filosofi del turismo"), ci sembra giusto confrontarci e avere sti- moli in queste direzioni. Fra le iniziative che troverete all’in- terno di questo numero del foglio, segnaliamo, in particolare, l'invito del nostro referente dell'Ecuador, Marcelo Jaramillo.Ho ancora ben presente il giorno in cui sono andato a ricevere Angel Chipana Torres, la nostra guida del Perù, all'aereoporto di Milano, nell'a- prile del 1997. Quello che più mi aveva sorpreso è che tutto era normale. Era normale che Angel fosse arrivato, che girasse per l'Italia ospitato dai viaggiatori Pindorama, era normale che si creasse- ro relazioni, che circolassero delle emo- zioni. Questo credo sia importante. Riu- scire a pensare che sia normale che queste persone, con i quali si instaurano dei fili e delle storie, possano essere qui in Italia come turisti privilegiati: anche questo, siamo convinti, è e deve restare Pindorama. Buona lettura a tutti. ovvero come viaggiare informati e sentirsi bene Ricominciamo a lavorare sulla reda- zione del nuovo foglio nel periodo delle feste di Natale e ci viene spontaneo fare qualche riflessione e previsione per il futuro. Per un po' di sano "narcisismo" vorremmo innanzitutto sottolineare come quest'anno Pindorama abbia dimostrato di essere ormai una realtà concreta nel panorama del turismo. Se è vero infatti che le grandi aziende turisti- che potrebbero snobbare i nostri "numeri", è altrettanto vero che per noi questo, in una scala di priorità, non è certo il primo valore. Siamo assoluta- mente convinti che un turismo di qualità, dolce, delicato, che si preoccupi di muo- vere sensibilità e di favorire incontri autenticamente umani, non possa punta- re ai grandi numeri. E se questi dunque, per noi, sono i valori di riferimento, pos- siamo dire che nel concreto Pindorama è una realtà che esiste, che è in movi- mento, e che potrà ancora far meglio per il futuro. Certo, l'orizzonte non è così limpido. Tutti i più grandi gruppi di turismo sono orientati alle fusioni e alle integrazioni, fioccano le riduzioni del personale e il motto che impera negli ambienti turistici è quello della ottimizza- zione dei costi e dei risultati. Credo che la nostra sfida sarà un poco questa: evol- vere, crescere, cercare sinergie con altri che sono sulla stessa nostra linea, con- servando ben saldi quelli che sono i prin- cipi che fin qui ci hanno mosso. I viaggi del 1997 non sono ancora finiti, ma l'input di ritorno avuto dai viaggi estivi, sia dai viaggiatori che dai nostri referenti nelle diverse parti del mondo, è stato positivo. E questo per noi è un ele- mento di soddisfazione. Peraltro, pro- di Massimo Busani BILANCI DI FINE ANNO E … ATTENTI ALLE NOVITA' • EDITORIALE pagina 1 Bilanci di fine anno e... attenti alle novitá di Massimo Busani Il “bagaglio nascosto” del viaggiatore responsabile pagina 2 di Riccardo Scalvinoni Gli “obiettivi” del turismo responsabile pagina 3 di Anna Valesano Viaggio di Marcelo Jaramillo in Italia pagina 4 Quello che il Messico ha dato a me” pagina 4 di Barbara Curcio Rubertini “Andiamo ad incontrare Bassolino” pagina 5 di Riccardo Scalvinoni I nuovi itinerari Pindorama per il 1998 pagina 5 Agenzia Pindorama Viaggi Consapevoli: i nostri servizi pagina 6 di Lucia Pippa Costarica: la foresta, la gente, lo sviluppo pagina 6 di Riccardo Scalvinoni El Salvador: appunti di viaggio pagina 9 di Luca Liguori Serate conviviali a Milano pagina 9 di Lucia Pippa Solidarietà con il Chiapas pagina 9 a cura del Comitato Culturale Pindorama Perchè Ecuador? pagina 10 di Elena Nicrosini Incontri primaverili a Milano pagina 11 La Sundance (danza del sole) fra gli Ute pagina 11 di Eddie Box Sr. “Red Ute” (1990) Il turismo è una forma di commercio (equo)? pagina 12 a cura della Cooperativa Equo Mercato Foglio di Informazione dell’Associazione Culturale Pindorama Via Grigna, 35 20155 Milano Tel. (02) 39218714 Fax (02) 33001936 e-mail: [email protected] pindorama

Transcript of ovvero come viaggiare informati e sentirsi bene ATTENTI ALLE … · articolo di Riccardo e anche...

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prio perchè siamo convinti che il turismoche proponiamo sia particolare e delica-to, crediamo importante cercare di con-frontarci su alcuni elementi che lo carat-terizzano. In questo senso va un primoarticolo di Riccardo e anche una riflessio-ne di Anna che troverete subito all'inter-no, su cui vorremmo che si iniziasse adaprire un dialogo con i viaggiatori e isemplici lettori di Pindorama. I punti dasviluppare riguardano il ruolo del grup-po, il ruolo dei referenti locali, le "prete-se" e le aspettative dei viaggiatori respon-sabili, la natura stessa del turismo consa-pevole. Per noi questi sono aspettiimportanti e proprio perché da semprepensiamo di non possedere la verità(non siamo i "filosofi del turismo"), cisembra giusto confrontarci e avere sti-moli in queste direzioni.

Fra le iniziative che troverete all’in-terno di questo numero del foglio,segnaliamo, in particolare, l'invito delnostro referente dell'Ecuador, MarceloJaramillo.Ho ancora ben presente ilgiorno in cui sono andato a ricevereAngel Chipana Torres, la nostra guidadel Perù, all'aereoporto di Milano, nell'a-prile del 1997. Quello che più mi avevasorpreso è che tutto era normale. Eranormale che Angel fosse arrivato, chegirasse per l'Italia ospitato dai viaggiatoriPindorama, era normale che si creasse-ro relazioni, che circolassero delle emo-zioni. Questo credo sia importante. Riu-scire a pensare che sia normale chequeste persone, con i quali si instauranodei fili e delle storie, possano essere quiin Italia come turisti privilegiati: anchequesto, siamo convinti, è e deve restarePindorama.

Buona lettura a tutti.

ovvero come viaggiare informati e sentirsi bene

Ricominciamo a lavorare sulla reda-zione del nuovo foglio nel periodo dellefeste di Natale e ci viene spontaneo farequalche riflessione e previsione per ilfuturo. Per un po' di sano "narcisismo"vorremmo innanzitutto sottolinearecome quest'anno Pindorama abbiadimostrato di essere ormai una realtàconcreta nel panorama del turismo. Se èvero infatti che le grandi aziende turisti-che potrebbero snobbare i nostri"numeri", è altrettanto vero che per noiquesto, in una scala di priorità, non ècerto il primo valore. Siamo assoluta-mente convinti che un turismo di qualità,dolce, delicato, che si preoccupi di muo-vere sensibilità e di favorire incontriautenticamente umani, non possa punta-re ai grandi numeri. E se questi dunque,per noi, sono i valori di riferimento, pos-siamo dire che nel concreto Pindoramaè una realtà che esiste, che è in movi-mento, e che potrà ancora far meglioper il futuro. Certo, l'orizzonte non ècosì limpido. Tutti i più grandi gruppi diturismo sono orientati alle fusioni e alleintegrazioni, fioccano le riduzioni delpersonale e il motto che impera negliambienti turistici è quello della ottimizza-zione dei costi e dei risultati. Credo chela nostra sfida sarà un poco questa: evol-vere, crescere, cercare sinergie con altriche sono sulla stessa nostra linea, con-servando ben saldi quelli che sono i prin-cipi che fin qui ci hanno mosso.

I viaggi del 1997 non sono ancorafiniti, ma l'input di ritorno avuto dai viaggiestivi, sia dai viaggiatori che dai nostrireferenti nelle diverse parti del mondo, èstato positivo. E questo per noi è un ele-mento di soddisfazione. Peraltro, pro-

di Massimo Busani

BILANCI DI FINE ANNO E …ATTENTI ALLE NOVITA'

• EDITORIALE pagina 1Bilanci di fine anno e... attenti allenovitádi Massimo Busani

• Il “bagaglio nascosto” del viaggiatoreresponsabile pagina 2di Riccardo Scalvinoni

• Gli “obiettivi” del turismo responsabilepagina 3di Anna Valesano

• Viaggio di Marcelo Jaramillo in Italiapagina 4

• “Quello che il Messico ha dato a me”pagina 4di Barbara Curcio Rubertini

• “Andiamo ad incontrare Bassolino”pagina 5di Riccardo Scalvinoni

• I nuovi itinerari Pindorama per il 1998pagina 5

• Agenzia Pindorama Viaggi Consapevoli: inostri servizi pagina 6di Lucia Pippa

• Costarica: la foresta, la gente, losviluppo pagina 6di Riccardo Scalvinoni

• El Salvador: appunti di viaggio pagina 9di Luca Liguori

• Serate conviviali a Milano pagina 9di Lucia Pippa

• Solidarietà con il Chiapas pagina 9a cura del Comitato Culturale Pindorama

• Perchè Ecuador? pagina 10di Elena Nicrosini

• Incontri primaverili a Milanopagina 11

• La Sundance (danza del sole) fra gli Utepagina 11di Eddie Box Sr. “Red Ute” (1990)

• Il turismo è una forma di commercio(equo)? pagina 12a cura della Cooperativa Equo Mercato

Foglio di Informazionedell’AssociazioneCulturale PindoramaVia Grigna, 3520155 MilanoTel. (02) 39218714Fax (02) 33001936e-mail: [email protected]

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"Pronto, ho sentito che fate dei viag-gi alternativi, …" "Sono molto interessa-to al vostro modo di viaggiare: era quel-lo che ho sempre cercato!" "Sono pie-namente d'accordo nel viaggiare così!".Frasi di questo tipo si sentono spessodall'altro capo del telefono dei nostri uffi-ci, oppure durante gli incontri di prepa-razione ai viaggi. Fra le varie motivazioniche sottendono alla scelta di fare unviaggio Pindorama, sicuramente la prin-cipale, e da quasi tutti espressa, è quelladella ricerca di una sincera e costruttivamodalità di incontro con popoli e cultu-re. Accanto a questa motivazione, "prin-

cipale" e ben espressa, a volte subentra-no ragioni diverse, talvolta frutto di "ste-reotipi nascosti", non sempre del tuttoevidenti, che spesso diventano nell'in-conscio di alcuni delle vere e propriemitizzazioni. Un esempio forse può ren-dere meglio quanto sto dicendo. Moltiviaggi in nord, centro e sud Americacontemplano la permanenza di uno opiù giorni in una comunità indigena.Molti viaggiatori quando consideranoqueste civiltà pensano a quanto di mag-giormente puro ed intaccabile esistasulla faccia della terra: una sorta diimmaginario collettivo tende a descrive-re queste popolazioni come realtà chevivono in perfetta armonia con la crea-zione e con gli altri esseri umani, immu-nizzate da certe "contaminazioni" dellasocietà occidentale quali invidie, gelosie,ricerca di successo personale, lotta per ilpotere, ecc. Tengo a precisare che nonè assolutamente mia intenzione metterein discussione le ricchezze e le unicità diquesti popoli, anzi è vero proprio il con-trario. Il punto però è un altro. Quandocon i gruppi si fa tappa in queste comu-nità è chiaro che alcune contraddizionirispetto all'immagine che uno s'era fattoemergono. In alcune persone l'impattocon una realtà di questo tipo crea confu-sione e disorientamento (cosa alquantonaturale) che si trasforma ben presto inuna negativizzazione generalizzata nonsolo di quella particolare comunità, madi tutti i popoli indigeni che fino ad allo-ra erano mitizzati. In pratica non soloc'è il rifiuto di accettare la realtà indigenacosì come si manifesta, ma sparisce lavoglia di conoscere in maniera realisticaquella particolare esperienza.

Proprio per questo credo che l'obiet-tivo di Pindorama non sia certo quello di"vendere fumo" alle persone circa la vitae la storia di culture lontane e neppurequello di far fare delle esperienze diincontro eccezionali, quanto piuttosto ilfar incontrare in maniera realistica esoprattutto rispettosa popoli altro da noi,pronti ad accogliere quanto di bello ( equotidiano) questi popoli ci possonooffrire, anche nelle loro contraddizioni.Questo significa anche accettare situazio-ni che fortemente indeboliscono la

nostra immagine di quel popolo, acco-gliendo i nuovi elementi di conoscenzacon positività. Alle persone che hannoviaggiato con me in queste due ultimeestati fra gli Apache e Southern Ute inNew Messico e Colorado (le quali, adonor del vero, si sono finora dimostrategeneralmente molto corrette e rispetto-se) ho spesso sottolineato le scarseconoscenze (e a maggior ragione, loscarso diritto) di cui disponiamo nel giu-dicare incoerente e poco legata allerispettive tradizioni la scelta di questedue tribù di dotarsi di un casinò per farfronte alle rispettive esigenze economi-che. Questo a prescindere sia dallenostre personali opinioni in merito e siadal fatto che questa scelta sta creandodelle forti fratture fra "tradizionalisti" e"innovatori" all'interno delle due tribùstesse; e poco importa se esistono altrestrade percorribili per provvedere allasoddisfazione del fabbisogno economicodi una tribù, come per esempio fanno iNavaho, che non hanno i casinò. Resta ilfatto che difficilmente la permanenza inuna comunità per pochi giorni ci può for-nire tutti gli elementi per comprendere ibackground storici, sociali e politici chehanno portato a tali decisioni. Credete-mi, per paradosso, è molto più facile soli-darizzare e "stare dalla parte degli Indiani"quando questi lottano contro il governofederale per una questione di terra elibertà che accettare le beghe interne diuna tribù che molte volte hanno dinami-che non troppo dissimili da quelle internealle nostre famiglie, cooperative o comu-nità. Eppure io rimango convinto che gliIndiani d'America hanno una bellezza euna ricchezza unica; così come sonoconvinto della forte valenza positiva delviaggiare "consapevolmente" in mezzo aquesta gente. Ogni volta che ritorno daun viaggio nel sud-ovest degli Stati Uniti,mi sento onorato di essere accolto con imiei compagni di viaggio fra SouthernUtes e Navahos: a tutti noi viene data lapossibilità di essere "della famiglia". Alritorno porto poi con me una caricaindescrivibile che aiuta la mia visione spi-rituale ed umana ad essere meglio con-seguita. Per questo il turismo consapevo-le in questi contesti culturali diventa sem-pre più una sfida ad incontrare il diversoda noi, in un rapporto di reciproco "starbene", avendo come obiettivo una cono-scenza vera e rispettosa dell'altro.

Vorrei accennare anche all'elemento"gruppo" che gioca un ruolo fondamen-

IL "BAGAGLIO NASCOSTO" DELVIAGGIATORE RESPONSABILE

tale nella riuscita di un viaggio, attorno alquale ruotano dinamiche non facili e nonsempre vissute con serenità da tutti.Dato per acquisito che l'organizzare ilviaggio attorno ad un gruppo è anche unscelta di contingenza (sarebbe impossibi-le economicamente sostenere dei viaggicon 3-4 persone per volta), rimangonoaperte le potenzialità di buon successo diun viaggio quando in un gruppo si instau-rano relazioni di reciproco rispetto, didisponibilità e perché no, di amicizia.Vorrei qui sfatare una sorta di mito: dallanostra esperienza non è di certo dettoche la vicinanza d'età, ideologica o ilnumero ridotto di persone siano unagaranzia di successo. Anzi. La mia ultimaesperienza ad agosto è alquanto indicati-va: eravamo un gruppo medio grande(16 persone), che andava dai 12 ai 44anni, con all'interno due nuclei familiari,tutte persone con storie e backgroundassai diversificati. Eppure io sono convin-to che se il viaggio è stato positivo (even-tuali dissensi sono ben accetti) non lo sideve sicuramente né alla guida e neppu-re alle persone incontrate in loco. Credoinvece che le persone, senza grosse pre-tese aprioristiche si siano accolte fra diloro ed abbiano in fondo semplicementeaccettato di essere in viaggio con altri.Un atteggiamento semplice, ma essen-ziale. Per questo il nostro viaggio Pindo-rama senza nessuna pretesa di aggregarepersone per farle diventare amiche, èstato vissuto con intensità, autenticità esemplicità in molti momenti; ma soprat-tutto si è potuto creare quella complicitàche in taluni momenti si manifestavaattraverso una condivisione maggior-mente approfondita con i Nativi, in altri sitrasformava in voglia di star bene insiemefra noi. Se poi è pur vero che in qualun-que nostro viaggio il ruolo dell'accompa-gnatore o facilitatore, sia esso italiano o

IIll ttuurriissmmoo rreessppoonnssaabbiillee hhaa qquuaallcchhee oobbiieettttii--vvoo?? AAnnnnaa ddaallllaa ssuuaa eessppeerriieennzzaa ddii vviiaaggggiiaa--ttrriiccee ee aaccccoommppaaggnnaattrriiccee cceerrccaa ddii ddeelliinneeaarr--nnee aallccuunnii..

Non penso che si possa parlare diun obiettivo del turismo responsabile,ma di diversi obiettivi che possono varia-re in base al paese e in base al vissutopersonale di ognuno dei viaggiatori.

In modo molto generale e genericoposso individuarne tre differenti:

11.. MMeetttteerrccii iinn ccoonnttaattttoo ccoonn uunnaa rreeaallttààddiivveerrssaa ddaa qquueellllaa cchhee vviivviiaammoo qquuoottii--ddiiaannaammeennttee

22.. SSoolllleevvaarree ddeeggllii iinntteerrrrooggaattiivvii33.. FFaarrccii rriifflleetttteerree ssuu nnooii sstteessssii

1) Il turismo responsabile non haassolutamente la pretesa di "far capire"una realtà. E' già difficilissimo "capire" unpopolo, una cultura dopo anni di convi-venza e partendo con strumenti ade-guati. Che cosa vuol dire capire? Perso-nalmente ho notevoli difficoltà quandodevo "spiegare" la mia cultura ad unapersona straniera. E' stato molto interes-sante constatare, durante il mio ultimoviaggio in Tailandia quest'estate, come ilmio gruppo non riuscisse a fornire unarisposta univoca alla guida locale quandoquesta chiedeva alcune informazioni sul-l'Italia, neppure quando ci interrogava sufenomeni relativamente oggettivi tipo"quando piove in Italia?"

Un viaggio di 2-3 settimane può al

massimo mettere in contatto con situa-zioni particolari di un paese, fornendocidelle sfaccettature di quel contesto.Mettere in contatto significa, innanzituttodare l'opportunità di vedere, oppureconoscere ed, in taluni casi, anche dicondividere. Se si riesce ad andare al dilà di alcuni stereotipi che ciascuna perso-na aveva prima di iniziare il viaggio edavere un contatto, per quanto limitato,vero con la gente, io credo che moltiobiettivi sono stati raggiunti.

2) Quando viaggiamo siamo general-mente troppo preoccupati di poter daredelle risposte esaustive sulla realtà chevediamo ed incontriamo. Io non so sequesta sia una reale esigenza o sia il frut-to della nostra "forma mentis". Poiché in2-3 settimane non si può comprendereuna realtà, ritengo che il porsi degliinterrogativi sia ancora più importanterispetto al fatto "di capire". Fanno megliole tribù indiane che si isolano per pre-servare la propria cultura o quelle che sisono attrezzate per ricavare il massimopossibile dal turismo? Fanno meglio igruppi artigianali che producono oggettiin stile tradizionale e poi non riescono acommercializzarli in occidente oppurequelli che rinunciano alla propria tradi-zione artistica per riuscire a vendere?

3) Il viaggio ci aiuta a riflettere su noistessi almeno da due punti di vista. Inprimo luogo ci misuriamo con noi stes-si, con le nostre capacità di adattamen-to, con i nostri bisogni, con la nostraincapacità a sfruttare le risorse naturaliecc. Inoltre l'incontro-scontro con unacultura diversa, con problemi diversi,con filosofie di vita diverse ci aiuta ariflettere sulla nostra cultura, sui nostrivalori di riferimento, ci aiuta, forse, avivere meglio le nostre relazioni,umane e non.

GLI “OBIETTIVI”DEL TURISMORESPONSABILE

locale, rimane essenziale, sta poi al grup-po e alle sue dinamiche interne caratte-rizzare le diverse ore spese in furgone, ilrendere memorabili i momenti d'incon-tro con la gente, il far si che tutti possanosentirsi se stessi durante una festa o unballo; e sta ancora al gruppo non creareun caso se una persona durante un viag-gio ha bisogno dei suoi spazi personali. E'importante poi che all'interno del gruppo( anche se qui incide, soprattutto all'ini-zio, il ruolo del facilitatore) si creino spazi

nei quali verbalizzare malumori e disgui-di logistici quando questi si verificano,invece di aspettare "l'occasione opportu-na per vuotare il sacco" oppure tenersitutto dentro".

Ho riletto più volte quanto scrittosopra e mi sembra di aver sottolineatodelle cose abbastanza scontate. Ritengotuttavia opportuno lasciarle così, comesono uscite, senza troppa elaborazione,soprattutto perché, lo ribadisco, questeconsiderazioni possano essere una basedi dibattito fra di noi, anche attraversoqueste pagine. Grazie..

paginatre

paginaquattro

In questi giorni stiamo lavorando nel definire i dettagli dellavisita in Italia di Marcelo Jaramillo, responsabile dell' MCCH per il turismo responsa-bile e referente dei viaggi Pindorama in Ecuador. Anche se non ancora definitivo,abbiamo predisposto un itinerario di massima per gli incontri che Marcelo terrà indiverse parti d'Italia. Molte persone ci hanno dimostrato il loro interesse e e la lorodisponibilità per rendere possibile questa iniziativa: un grazie anticipato a tutti. Atutt'oggi siamo a posto per quanto riguarda gli incontrinelle diverse località e l'ospitalità di Marcelo. Siamo inve-ce un po' a corto di contributi economici. Pertanto perchi volesse contribuire a finanziare il progetto lo può faretramite il c.c.p. n° 39015201 intestato ad ASSOCIAZIO-NE PINDORAMA Via Grigna 35 20155 Milano (causaleMarcelo)

Talora qualcuno volesse avere maggiori informazioniè pregato di rivolgersi ai nostri uffici.

1144 mmaaggggiioo AARRRRIIVVOO;; 1155 aapprriillee TTrreezzzzoo SS//AAddddaa;; 1166aapprriillee MMiillaannoo ((iinnccoonnttrroo PPiinnddoorraammaa sseeddee NNuueessttrraammeerriiccaa));;1177 aapprriillee MMiillaannoo ((CCoooopp.. CChhiiccoo MMeennddeess));; 1188--1199 aapprriilleeRRoommaa;; 2200--2211 aapprriillee NNaappoollii;; 2222--2233 aapprriillee FFooggggiiaa;; 2244--2255aapprriillee CCeennttoo ((FFEE));; 2266--2288 aapprriillee TToorriinnoo && ddiinnttoorrnnii;; 2299aapprriillee BBeerrggaammoo;; 3300 aapprriillee CCaannttùù;; 11--22 mmaaggggiioo VViicceennzzaa;; 33--

VIAGGIO DI MARCELO

44 mmaaggggiioo TTrriieessttee;; 55 mmaaggggiioo BBooaarriiooTTeerrmmee ((BBSS));; 66--88 mmaaggggiioo VVeenneettoo ((TTrreevvii--ssoo,, SScchhiioo,, VViicceennzzaa));; 99 mmaaggggiioo PPaaddoovvaa;; 1100mmaaggggiioo MMiillaannoo;; 1111 mmaaggggiioo PPAARRTTEENNZZAA

IINNVVIITTOO DDII AANNGGEELL CCHHIIPPAANNAA TTOORRRREESSAAPPRRIILLEE ''9977 -- UUNN PPOO'' DDII CCIIFFRREE

L' invito di Angel, la guida del Peru’,avvenuto lo scorso anno, ha visto il con-tributo, in termini economici e di ospita-lità, di numerose persone. Di seguitoforniamo sinteticamente un pò di cifre:

-- PPeerrssoonnee oo AAssssoocciiaazziioonnii ccooiinnvvoollttee nneell pprrooggeettttoo nn.. 2299CCoossttii

-- bbiigglliieettttoo aaeerreeoo pprreeppaaggaattoo LLiimmaa//IIttaalliiaa//LLiimmaa LL.. 22..118800..000000-- bbiigglliieettttii ddeell ttrreennoo LL.. 228800..000000-- ssppeessee ppeerr vviissttii,, mmaarrcchhee ddaa bboolllloo,, ffaaxx eecccc.... LL.. 115500..000000-- ffoonnddii ppeerr AAnnggeell LL.. 440000..000000-- ssppeessee oorrggaanniizzzzaattiivvee LL.. 220000..000000

------------------------------LL.. 33..221100..000000

FFoonnddii rraaccccoollttii LL.. 33..440000..000000------------------------------

RRiimmaanneennzzaa LL.. 119900..000000*** la rimanenza verrà utilizzata per l'invito di Marcelo di quest'anno

UUnn ppiiccccoolloo,, pprreezziioossoo ppeezzzzoo ddii uunnaappeerrssoonnaa cchhee hhaa vviiaaggggiiaattoo iinn MMeessssiiccoo ccoonnPPiinnddoorraammaa nneell mmeessee ddii AAggoossttoo;; ddiieettrroo aalllleeppoocchhee rriigghhee ttrraassppaarree uunnaa ffrreesscchheezzzzaauunniiccaa,, ffoorrttee ee aalllloo sstteessssoo tteemmppoo,, ddeelliiccaattaa..PPeerr qquueessttoo,, aassssiieemmee aallllaa nnaarrrraattrriiccee,, ddiicciiaa--mmoo aanncchhee nnooii:: ffaacccciiaammoo mmeemmoorriiaa!!

Quando gli amici mi chiedono "Cosahai portato dal Messico?", io rispondo:"La Memoria". E' la memoria delle radicie della cultura comunitaria, che eraanche quella della nostra terra, ma anchela mia, quella del sapore della vita vissutae non solo raccontata, quella che qui inEmilia abbiamo un po' perso, col gustodella discussione e del sentire proprie lecose di tutti, il gusto di occuparsi dellenostre istituzioni pubbliche e di rispon-dere della gestione dei nostri servizi allacomunità per la quale essi esistono.

Il gusto di scrivere lettere al giornaleper intervenire nelle discussioni e quellodi recuperare la rete degli amici veri,

quelli sui quali puoi contare, per lavorarealle cose importanti, quelle che cambie-

ranno in meglio il mondo per i nostrifigli.

E la cosa vera è il recuperodelle emozioni e della passione nel

costruire il nostro futuro; nonlasciarsi vivere semplicemente è pro-

prio quello che gli amici messicani e lepersone incontrate in questo viaggio siaspettavano molto naturalmente da noi.

Abbiamo incontrato, in una dellegiornate più luminose, nell'aria tersa diun mattino nei dintorni di San Cristobal,quindici mujeres insumisas, artigianedella cooperativa delle "Tessitrici Maya"in un'aia terrosa ed accogliente del lorovillaggio di S. Bautista Chico: una con-versazione fitta fitta, in tre lingue (tzotzil-spagnolo-italia-no) durante laquale le loromani non hannomai smesso dilavorare o diaccudire i lorobambini. Ma ledomande che laloro portavocePasquala racco-glieva sottovocedalle altre e ci

rivolgeva aspettavano risposte e impegniper migliorare il destino di tutti, qualco-sa che servisse a loro ma anche a noi,per contribuire ad andare in una direzio-ne comune.

"Cosa vi aspettavate venendo qui,perché avete intrapreso questo viaggio,cosa pensate di chiedere a noi?" Vi sem-brerà forse esagerato, ma quello cheabbiamo riportato dal cuore di questaregione del Messico che abbiamo incon-trato continua ad essere molto di più diquello che noi, viaggiatori "consapevoli",abbiamo offerto alle persone che abbia-mo incontrato.

E sono tutte cose che ci servirannomoltissimo, se le metteremo a frutto,per lavorare qui, da cittadini consapevo-li, e fare la nostra parte.

"QUELLO CHE ILMESSICO HADATO A ME"

paginacinque

PPrroopprriioo ccoossìì:: iill pprriimmoo ggrruuppppoo PPiinnddoorraammaa aaNNaappoollii hhaa iinnccoonnttrraattoo,, ddaallllee ppaarrttii ddii PPiiaazzzzaaddeell PPlleebbiisscciittoo ((ccoonn ttaannttoo ddii ffoottoo)),, iill ssuuooffaammoossoo pprriimmoo cciittttaaddiinnoo,, ggrraazziiee ssoopprraattttuutt--ttoo aallll''iinnttrraapprreennddeennzzaa ddii RReennaattoo,, iill nnoossttrroommiittiiccoo ffaacciilliittaattoorree ccuullttuurraallee.. MMaa qquueessttoonnoonn èè cchhee ll''iinniizziioo......

Con il viaggio del 6-7-8 dicembreabbiamo iniziato la serie di viaggi consa-pevoli in Italia. Il primo gruppo, formatoda 8 persone, ha fatto da "apripista" perquesta iniziativa che speriamo, nel brevetempo, di poter rafforzare e diversifica-re. Questo primo tentativo si è rivelatoveramente 'na bella cosa. Forse compli-ce il clima natalizio, la città sembrava lì,pronta ad accoglierci. Le stupende maio-liche di Santa Chiara erano state da pocorisistemate e restituite alla loro naturalelucentezza. I vicoli di Spaccanapoli sem-bravano un pullulare incessante di sguar-di, aromi e musiche irreali. Per non tra-lasciare la signorilità e al tempo stesso lasemplicità del servizio alberghiero.Siamo stati accompagnati fra i vicoli deiQuartieri Spagnoli e della Sanità per sco-prire gli angoli più remoti di una Napolitroppo spesso sconosciuta; qui abbiamopersino scovato la casa che dette i natali

al mitico Totò, oltre ad aver incontratoalcuni interessanti progetti di lavorosociale, attraverso associazioni che sonouna delle anime della rinascita di Napolicittà. Per non dire dell'affascinante visitaalla Napoli sotterranea, dove l'omonimaassociazione ci ha accompagnato perstrade e veri e propri anfiteatri reconditi:qui il gruppo Pindorama si è esibito in uninedito Gospel natalizio trascinando tuttii presenti al tour nel cuore undergrounddi Napoli. Non tutti i luoghi comuni suNapoli sono poi così lontani dal vero: èproprio vero che lì le pizze sono le piùbuone del mondo. Non ci credete? Pro-vate ad andare da Michele e Di Matteo?C'è sempre tanta fila? Ma non è vero:cioè, non è vero se avete con voi Rena-to, l'irripetibile facilitatore culturale di Pin-dorama. A proposito di cultura: la guidache ci ha accompagnato, assieme al faci-litatore culturale, è una che di cultura sene intende e ne ha da distribuire,…naturalmente solo a coloro che viaggia-no consapevolmente. Ce lo ha dettopersino il già citato Bassolino, Antonioper gli amici. Se qualcuno poi fosse unmaestro in direzione ed in orientamento(da un sondaggio all'interno del gruppo èrisultato che i toscani dalle parti di Mon-tevarchi lo sono particolarmente) aNapoli abbiamo in serbo per voi un sim-

"Andiamo ad incontrare BASSOLINO"patico scherzetto. Per gli amanti dell'arteda non perdere poi ci sono i marmi dellaCappella Sansevero: gli artisti che quihanno lavorato ci sapevano fare. Comenon rimanere affascinati dall'eleganza del"Cristo Velato" e della "Donna Pudica",oppure dall' "Uomo Imprigionato dallaRete"? Senza menzionare che all'internodella Cappella ci ha accompagnato unadiscendente diretta del conte Sansevero:proprio 'na bella criatura, anche lei arri-vata a noi, non è più il caso di dirlo, attra-verso il nostro facilitatore culturale.

Se ho stuzzicato 'nu poco il vostrodesiderio di visitare Napoli con noi, behallora non avete che da iscrivervi ad unodei prossimi week-end, il primo dei qualisarà il 2277--2288--2299 mmaarrzzoo; a seguire l’1111--1122--1133 aapprriillee, il 2244--2255--2266 aapprriillee e l’11--22--33mmaaggggiioo..

Il viaggio prenderà il via al venerdìmattina e si concluderà alla domenicapomeriggio. Ogni partecipante deveraggiungere autonomamente Napolidove è fissato il ritrovo.

Il costo di partecipazione al viaggio èdi LL.. 113300..000000 che comprende il costodelle guide, la quota progetto e l'assicu-razione. E' poi prevista una cassa comu-ne di LL.. 118800..000000 che comprende lespese per il pernottamento e primacolazione, il vitto l'entrata nei musei e ibiglietti dei tram.

Mai come questa volta auguro: BuonNapoli a tutti!!!!

Per l'anno in corso Pindorama ha messo a punto unaserie di nuove proposte di viaggio. Anzitutto due viaggi, ilKenya e il Costarica, già inseriti nel calendario di Pasqua.

Il KKeennyyaa è il nostro primo tentativo di viaggio in terra afri-cana, in un paese bellissimo ma difficile da visitare al di fuoridei circuiti convenzionali. E' un viaggio particolarmenteimpegnativo e, anche se ci spiace dirlo, non "aperto a tutti",per le caratteristiche di difficoltà che richiedono una fortecapacità di adattamento e autogestione nel partecipante.

Il viaggio in CCoossttaa RRiiccaa, un paese affascinante e di cui siparla solo per luoghi comuni, consentirà di conoscere nonsolo le stupende foreste pluviali e le spiagge meravigliose,ma soprattutto la realtà della gente.

Di questo paese troverete di seguito un articolo checercherà di darvi qualche elemento in più di conoscenza.

Sono inoltre previsti altri 4 nuovi viaggi, uno ancora infase di preparazione CCuubbaa, più l'AArrggeennttiinnaa, il VVeenneezzuueellaa e unitinerario NNeeww YYoorrkk--CChhiiccaaggoo.

A CCuubbaa ci stiamo avvicinando, in punta di piedi, consa-pevoli delle difficoltà che ancora ci sono in quel paese perun turismo diverso e non "ufficiale". Già per agosto ècomunque previsto un itinerario sperimentale che sarà l'ini-zio di possibili futuri viaggi.

Il viaggio in Venezuela, in collaborazione con una orga-nizzazione locale legata al commercio equo e solidale, ciconsentirà di avvicinarsi alle realtà sociali di un paese dallastraordinaria varietà di paesaggi naturalistici e culturali.

Il viaggio in AArrggeennttiinnaa è in collaborazione con una Onglegata all'Associazione delle Madri di Plaza de Mayo e ciconsentirà di conoscere la storia, remota e attuale, di que-sto affascinante paese. Il viaggio è nel Nord Ovest Andino,cuore di questo paese, dove ancora vivono numerosecomunità indigene quechua.

La nostra terza proposta prevista è l’itinerario NNeewwYYoorrkk--CChhiiccaaggoo, per conoscere le diverse “Americhe” pre-senti nelle grandi metropoli americane.

I NUOVI ITINERARI PINDORAMA PER IL 1998

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Con il primo numero di Pindora-ma News abbiamo spiegato le attivitàdi Pindorama, sottolineando comeaccanto all'Associazione Culturaleoperi, con apposita licenza, una agen-zia di viaggi.

Per chi non ci conosce personal-mente, la nostra non è la classicaagenzia "al pubblico", con tanto divetrine e di depliant affissi. La scelta,senza nulla togliere alle agenzie tradi-zionali, è stata quella di impostare ilnostro lavoro sulla qualità. Pensiamoinfatti che essere al pubblico comportiuna scelta di "quantità", entra conti-nuamente della gente, le richiestesono fra le più disparate. Crediamoinvece che il tempo da dedicare allepersone sia importante, così come èimportante non essere assillati dalcliente successivo, e riuscire a mante-nere la relazione su un piano piùumano. Abbiamo quindi deciso,tenendo anche conto che non vendia-mo i cataloghi tradizionali, di puntare afarci conoscere in base all'antico, masempre valido, concetto del passaparola, per cui da noi viene in sostan-za chi è interessato al nostro tipo diservizio.

AGENZIA PINDORAMA VIAGGICONSAPEVOLI: I NOSTRI SERVIZI

I servizi offerti dall'agenzia sono:BBiigglliieetttteerriiaa aaeerreeaa

Prenotazione e vendita di bigliette-ria aerea internazionale alle miglioritariffe con tutte le compagnie aeree.Per chi abita fuori Milano, i bigliettivengono spediti direttamente a casa anostre spese con posta celere, unmezzo rapido e sicuro che in 24, mas-simo 48 ore raggiunge tutta Italia;CCoonnssuulleennzzaa ssuullll’’iittiinneerraarriioo

Per chi, oltre al biglietto aereo,vuole avere informazioni sul comeviaggiare in modo intelligente nelpaese di destinazione, offriamo consu-lenza sull'itinerario, segnaliamo piccolialberghi o strutture familiari dove dor-mire, eventuali possibilità di contattilocali ecc....

A questo riguardo non è necessa-rio venire "fisicamente" a Milano. Giàlavoriamo a distanza in tutta Italia con isistemi del fax o della posta elettronica.OOrrggaanniizzzzaazziioonnee ddii vviiaaggggii ssuu mmiissuurraa

Per piccoli gruppi che voglionoviaggiare con i criteri del turismo con-sapevole al di fuori delle date previstenei nostri viaggi, possiamo organizzareviaggi su misura, così come già orga-nizziamo viaggi su misura per coppie osingoli che vogliono viaggiare in modopiù intelligente in altri periodi dell'anno.

A chi incontra il Costarica per laprima volta l’immagine che ne riceve èsicuramente quella di un paese abba-stanza tranquillo e con gente cordiale. Icostaricensi non disdegnano mai di ren-dersi disponibili quando richiesto, sia perdare un'informazione che per parlare divita e di storia. Arrivati a San José (lacapitale) si ha quasi l'impressione di esse-re in una città che si affaccia sul MarMediterraneo, non fosse altro per lecostruzioni di stile spagnolo, per il traffi-

COSTARICA: LA FORESTA, LA GENTE, LO SVILUPPO

popolazioni indigene, queste sono assaipiccole e concentrate in due o tre areedel Sud del paese, al confine con Pana-ma. La calma e la tranquillità, tuttavia,sono solo una parte della realtà. I conflit-ti sociali, anche se meno appariscentiche in altri paesi, esistono soprattuttouna volta che si lascia la capitale. E' infat-ti nelle aree rurali, soprattutto dellacostiera Pacifica, dove a cavallo fra la finedegli anni '60 e tutti gli anni'80 si sonocombattute lotte senza limitazioni dicolpi fra contadini che ricercavano dellaterra per poter provvedere al propriobisogno alimentare e alcune grandi mul-tinazionali della frutta d'esportazione(Banana Fruit Company e Del Monte inprimo luogo). Il tutto attraverso un'abileopera di filtro politico informativo cheraramente ci ha permesso di conoscerela vera realtà di questo paese. Infatti leuniche notizie che i più hanno delCostarica sono attraverso le immagini diun suo presidente, Arias, intento più atrovare soluzioni diplomatiche per ipaesi confinanti che a risolvere in manie-ra equa i conflitti interni. Ed è durante lalotta contro le grandi multinazionali chemolti contadini iniziano a sviluppare delleforme di organizzazioni popolari cheancor oggi sono una delle grandi risorseproduttive del Costarica: le cooperative.Oggi, pur rimanendo ancora delle fortitensioni con le grosse multinazionali, iproblemi per i contadini arrivano daitrafficanti di droga, che spesso utilizzanole spiagge e le coste del Costarica comeun porto di smistamento dal Sud Ameri-ca verso i mercati più ricchi di U.S.A. edEuropa. Un'altra caratteristica rilevantedel Costarica è il suo atteggiamento illu-minato nei confronti dell'ambiente. IlCostarica impressiona a prima vista perl'enorme quantità di verde presente sulsuo territorio. Fra aree protette e parchinazionali si arriva al 30% dell'interasuperficie nazionale. Molte aree si trova-no nella foresta tropicale. Molto fornita èanche la riserva faunistica. Oltre a varimammiferi, esiste una grandissimavarietà di uccelli che popolano l'interopaese.

Pindorama è arrivata in Costaricaattraverso il contatto con una ONGlocale chiamata COPRENA e con questaorganizzazione struttureremo i viaggi inquesto paese dell'America centrale. Piùche una ONG classica, COPRENA è unconsorzio nazionale nato da 4 anni cheraggruppa 6 cooperative (nate molto

co tutto sommato regolare per una cittàdi un milione di abitanti e soprattutto peri caratteri somatici dei suoi abitanti,molto mediterranei nell'aspetto. Infatti i"mestizos", che sono il più numerosogruppo somatico in quasi tutti i paesi del-l'area Centro-meridionale dell'America,qui sono una parte importante ma noncosì appariscente come altrove. Lapopolazione afro invece sembra bendistribuita su tutto il territorio, anche sele concentrazioni maggiori si possonotrovare nella zona caraibica, attorno allacittà di Limon. Per quanto riguarda le

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tempo prima, le prime a metà degli anni'60) presenti in diverse aree del paese.Le cooperative sono formate da famigliedi campesinos, generalmente originariedella località dove la cooperativa si trova.Le cooperative sono autonome, auto-sufficienti e indipendenti le une dallealtre. Sono dedite all'agricoltura (in alcu-ne maggiormente che in altre è sviluppa-ta l'agricoltura organica) e alla salvaguar-dia ambientale. Il consorzio Coprena ènato per garantire maggior visibilità alivello nazionale alle cooperative, allaloro lotta per la terra e per individuare

IIll ppeezzzzoo qquuii rriippoorrttaattoo,, ppiiùù cchhee uunn aarrttiiccoolloo,,èè uunn vveerroo ee pprroopprriioo ddiiaarriioo ddii vviiaaggggiioo ffrruuttttooddeellllee aannnnoottaazziioonnii ddii uunn vviiaaggggiiaattoorree nneellvviiaaggggiioo PPiinnddoorraammaa iinn EEll SSaallvvaaddoorr nneellll''eessttaa--ttee 11999977.. AAnncchhee ssee rriiddoottttoo ppeerr oovvvviiee rraaggiioo--nnii ddii ssppaazziioo,, iill ppeezzzzoo llaasscciiaa ttuuttttaavviiaa ttrraa--ssppaarriirree ddeeggllii ssqquuaarrccii aauutteennttiiccii ddii vviittaa,, ddiippeerrssoonnee,, ddii tteerrrriittoorriioo ddii uunn ppaaeessee vviivvoo eerreeaallee,, ttrrooppppoo pprreessttoo ddiimmeennttiiccaattoo ddaaii nnoossttrriimmeeddiiaa..

SSaann SSaallvvaaddoorr,, 44 AAggoossttoo 11999977Fa caldo in questo tardo pomeriggio

tropicale, con una umidità che ti toglie ilfiato. Stipati in dodici sulla macchina,sepolti tra i bagagli, assaporiamo subito ilsapore della formula "tutto escluso": ilpulmino che ci trasporterà nei prossimigiorni sarà disponibile solo domani, eper oggi bisogna accontentarsi del "noveposti" di padre Tilo. Tilo: di lui sappiamoancora ben poco, ma quel suo sguardoprofondo, quelle frasi essenziali di chi saascoltare prima di parlare, ci hanno giàcatturato. Mariella ci accoglie con il calo-re umano di cui mai una guida turisticasarebbe capace: lungo la strada, subito èansiosa di indicarci i luoghi, gli avveni-menti, i personaggi che hanno riempitola triste storia di questi anni del Salvador,lasciando emergere quegli ideali di pas-

El Salvador:appunti di viaggio

sione che le riempiono il cuore.SSaann SSaallvvaaddoorr,, 66 AAggoossttoo 11999977Muoversi in San Salvador, la capitale,

è come girare un intero mondo inminiatura: credi di averla capita vedendoil centro storico, con i palazzi antichi e lecase un po' trascurate; la giudichi riccaed eccessiva attraversando i grandi vialidei centri commerciali. Ma questa matti-na la riscopriamo del tutto crudele ediniqua, seguendo Mariella nella visita allaprima comunità periferica. Le favelas,forse, le abbiamo già viste tutti in televi-sione o sui giornali: ma non avevamomai ascoltato il silenzio che regna tra lebaracche di lamiera, spezzato solo dallevoci domestiche delle donne o dai pian-ti di un bambino, l'ultimo forse di dodicifratelli. Ci arrampichiamo tra i vicolettiscoscesi, cercando di non turbare quellaquiete apparente; le macchine fotografi-che crediamo che debbano restarechiuse nello zaino, rispettando la dignitàche resta a chi non ha più altre ricchez-ze. Poi ci troviamo a camminare lungo ibinari di una ferrovia che corre a pochipassi dalle casette di legno e fango. Ibambini ci osservano divertiti, curiosi: disicuro le poche dozzine di turisti chesinora sono passate da El Salvador, nonsi sono azzardate sino a questa periferia,quadro fedele della scia di morte che si

sta trascinando dietro la macchina eco-nomica mondiale. Ci allontaniamo dallacittà, correndo imprudentemente sullaPanamericana, dorsale d'asfalto cheattraversa tutto il Paese, frammento diquella grande via di comunicazione cheaccomuna la Patagonia con ilMessico.Una passeggiata nel parco delCerro Verde ed una panoramica al vul-cano Izalco ci fanno ricordare che que-sta è anche una zona in cui la naturaregala spettacoli eccezionali e ricchezzeabbondanti.

SSaann SSaallvvaaddoorr,, 88 aaggoossttoo 11999977Le giornate scorrono veloci, anche

se ci sembra di essere qui già da una vita.Oggi la prima visita ad una repoblacion,quella di Huisisilapa, verso il confineorientale con l'Honduras. Entriamo apiedi nella comunidad, tanto è il fangoche impantana il pulmino. Ci vieneincontro Salvador, presidente della giun-ta direttiva della comunità, che ci dà ilbenvenuto: a poco a poco, mentre par-liamo, i bambini prendono coraggio, siavvicinano, si moltiplicano, in pochiminuti siamo circondati da un cerchiofatto di occhi timidi ma profondissimi, divestitini per la festa un po' sporchi, piedinudi e mani nervose sulla bocca. Poi ilgruppo si divide: una parte segue Salva-dor tra le case della comunidad per ungiro poco turistico e molto umano,mentre altri si raccolgono con la gentesotto ad un'ampia ceiba secolare doveun sacerdote tarchiato con l'aria giovialecelebra una messa. Termina la funzionereligiosa, ma la gente non si disperde:vuole parlare con noi, tenerci uniti in uncollettivo comunitario a cui non siamopiù abituati. Prende la parola Maria, ladonna più anziana del villaggio: la guerra

delle valide alternative di sussistenza ediversificazione per le stesse. Una diqueste alternative è l'ecoturismo. Lecooperative sono generalmente orga-nizzate in comunità autogestite, con ilproprio consiglio e i vari incaricati di pro-duzione; hanno generalmente unresponsabile di cooperativa e un rappre-sentante nel consiglio direttivo di Copre-na. Sia i rappresentanti interni delle sin-gole cooperative che i rappresentanti nelconsiglio di Coprena vengono elettiperiodicamente dai membri delle stesse.Il periodo di durata di ciascuna respon-

sabilità varia da 1 a 3 anni. Logisticamen-te Coprena ha assunto una persona chea tempo pieno ne cura l'immagine, ilcoordinamento e la promozione sia alivello nazionale che all'estero. Ciascunacooperativa ha una sua storia ed una suaricchezza peculiare. I viaggiatori di Pin-dorama potranno, attraverso le personeche vivono e lavorano in ciascuna diesse, conoscere interessanti progetti disviluppo rurale ed ambientale, percorre-re sentieri di foresta tropicale, visitarealcuni dei più belli parchi nazionali espiagge della costa pacifica, conoscerespaccati unici di storia costaricense.

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civile e la repressione del Governo lehanno portato via il marito, due figli edue fratelli. Allora per spiegarci le ragio-ni di tanta sofferenza, intona il suo "cor-rido", le poesie popolari nate nei campiprofughi, di cui la donna è una genialecompositrice. L'armonia e la rima sonocosì soavi che qui ci sembra di capiremeglio una lingua che ancora non parlia-mo. Il canto racconta di campesinos chevolevano lavorare la loro terra, mangia-re e guadagnare la loro paga: ma ilpadrone li sfruttava, mandandoli a casapesti e malconci; allora i campesinos, glioperai e gli studenti si unirono per chie-dere di avere i propri diritti; ma i ricchi liassalirono, ed i soldati li uccisero; vennela guerra, e molti furono i martiri cheraggiunsero nel cielo monsignor Rome-ro per la libertà del Salvador.

SSaann SSaallvvaaddoorr,, 1100 AAggoossttoo 11999977Calendario alla mano, oggi dovrebbe

essere Domenica, giorno di riposo inquesti giorni di vacanza; seguiamo allorail copione e concediamoci una giornatadi relax al mare, baia di San Diego. SuaMaestà l'Oceano Pacifico ha sempre unaforza di suggestione, sia per chi lo incon-tra per la prima volta, sia per i veteranidell'America Centrale. Con riverenza eprudenza ci caliamo nelle sue tiepide

onde, lasciandoci trascinare da una cor-rente che vuole subito dimostrare tuttala sua potenza. Il sole è rovente, e pos-siamo resistergli solo con una lungacamminata sul bagnasciuga, gustando lapace di una larga spiaggia grigio scuro,turbata solo a tratti da cavalieri al galop-po con sombreri messicani o dagli schia-mazzi dei bambini, in qualche quadrettodi famiglia domenicale sparso su un'im-mensità di sabbia deserta.

CCooppaann,, HHoonndduurraass,, 1133 AAggoossttoo 11999977Sinora con le nostre scelte ed un po'

di impegno siamo riusciti a conoscere unpo' più in dettaglio la cultura ed i proble-mi della gente di questi luoghi; quanto cipiacerebbe avere gli stessi strumenti persapere un po' di più sulla storia degli anti-chi abitanti di questa terra, quei Mayamisteriosi anche sui libri scolastici. Giro-vaghiamo tra le suggestive scalinate dellepiramidi che si stagliano da un pratoverde vivo, e ci sentiamo come analfa-beti in una biblioteca: si percepisce chequelle steli ricche di simboli, che ladisposizione dei templi non casuale,sono lì a comunicare una infinità di mes-saggi, ma a noi mancano completamen-te le basi per intuirne anche solo la mini-ma parte. Tombe? Altari? Osservatoriastronomici? Ogni risposta potrebbeessere valida, ma puramente casuale.Restiamo attoniti davanti alla scala deigeroglifici, la testimonianza più originaleche ci sia giunta da questo popolo: cen-tinaia di gradoni portano alla sommitàdel cielo, ed ognuno è un patrimonioricchissimo di decine di simboli geroglifi-ci, raffinati nelle forme e scolpiti in untempo incalcolabile.

PPllaayyaa ddeell SSooll,, 1177 AAggoossttoo 11999977Le condizioni erano chiare sin dall'ini-

zio, Pindorama ce le aveva spiegate:turismo consapevole significa averevoglia di dedicare del tempo di vacanzaper conoscere le vere situazioni in cuivivono gli abitanti di un Paese, adattan-dosi anche a sistemazioni non di prima

classe; ma questa è comunque unavacanza, con degli spazi per le curiositàculturali, per le bellezze naturali e per ilriposo; non è un campo di lavoro, ilprogramma non lo prevede. In effettisentivamo il bisogno di questi tre giornidi pace: i continui trasferimenti in pulmi-no, gli incontri in una lingua che non è lanostra, le giornate fitte di programma-zione, sono tutti elementi molto qualifi-canti di questa esperienza, ma rischianodi farti tornare a casa più stanco di quan-

do sei partito.SSaann SSaallvvaaddoorr,, 1199 AAggoossttoo 11999977E' l'ultima sera, e con piacere la vivia-

mo insieme con una cena d'addio nel-l'ufficio di SerCoBa. La bravissima cuci-nera ci fa trovare raccolte insieme tuttele bontà che abbiamo assaggiato in que-sti giorni: pupusse con formaggio o sala-me, involtini di mais avvolti in una fogliadi palma, banane fritte o impanate dalgusto pregiatissimo. Tilo, da buon pretedi montagna, tira fuori la sua chicca, unagrappa di maiz distillata dai contadini,altro che il rum del supermercato! E' l'e-pilogo di un viaggio di questa natura:non possiamo lasciarci con belle paroled'addio; dopo quello che abbiamo vistoe conosciuto, nasce inevitabile la vogliadi continuare, di dare sostegno dall'Italiaall'attività di SerCoBA, per fare di questesettimane non un passaggio veloce inSalvador, ma un punto di partenza dellegame che ci vuole ora uniti con ilpopolo salvadoregno. Arrivederci agliamici, a Mariella, Tilo, e a tutti coloroche stanno lottando per ricostruire El

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di Lucia Pippa

Nel mese di novembre abbiamoorganizzato a Milano serate convivialicon le persone che hanno viaggiato conPindorama nell'estate 1997. Le seratesono state tre, tenute in sabati diversi, ehanno visto la partecipazione di unaquarantina di persone a serata. Sincera-mente non ce lo aspettavamo. Tantonon ce lo aspettavamo che il locale "affit-tato" per le serate non era ben attrezza-to per contenere tanta gente. E questoalla fine ha un pò inciso negativamentesul dover dire di no a qualcuno. In parti-colare il gruppo del Salvador, che ci hachiamato soltanto due giorni prima dellacena, non ha partecipato e questo ci è

SERATE CONVIVIALI A MILANOdispiaciuto molto. Il problema è che nonci stava proprio più nessuno...Vorrà direche per il futuro dovremo pensare aqualche locale diverso, anche se a Mila-no non è così facile trovare locali attrez-zati per fare da mangiare e da affittare aprezzi "umani".

La serata era impostata per favorire,molto semplicemente, un "reincontro"fra le persone del gruppo e contempo-raneamente la conoscenza di persone dialtri gruppi. Credo siano state serate pia-cevoli e interessanti. Si respirava unclima positivo, con voglia di rivedersi e diripensare ai momenti passati insieme.Dopo la cena, tipicamente peruviana,sono state proiettate le diapositive diogni viaggio commentate e spiegate dai

vari gruppi partecipanti. E'stato interes-sante vedere come gruppi, che hannoviaggiato nello stesso paese e con lestesse guide in varie date, hanno avutouna percezione a volte molto diversa diaspetti relativi al paese. E' stato altresìinteressante osservare come, general-mente, la valutazione del viaggio era "digruppo", a testimonianza di un buonamalgarsi dei gruppi stessi. Per noi orga-nizzatori questo è un aspetto moltoimportante.

Un ringraziamento particolare al"Comitato Ricreativo" di Pindorama, aRaffaella, Paola, Donatella, Riccardo, chesi sono prodigati affinchè tutto funzio-nasse per il meglio. E un ringraziamentospeciale a Carmen, la nostra amicaperuviana, che con la sua presenza equella della sua stupenda figlia Jasmine,ha dato un tono "etnico" speciale alleserate.

La notizia della strage di Acteal, neldistretto di Chenalò, un paesino a 70Km da S. Cristobal de Las Casas, ci per-viene alla vigilia di Natale. Sono statemassacrate, in modo truce ed efferato,mentre assistevano ad una messa più di40 persone, fra cui donne e bambini.Neppure negli anni più bui delle guerri-glie salvadoregne o guatemalteche ci siera spinti tanto oltre. Massimo è stato inChiapas nel mese di ottobre del 1997dopo tre anni dalla prima volta. La situa-zione in Chiapas era apparentementepiù tranquilla rispetto agli anni preceden-ti, non si vedeva quasi esercito, a S. Cri-stobal era tutto calmo. Ma era calmaapparente. Uscendo dal "circuito con-venzionale", insieme a Renato e Caty, ledue guide del Messico, ci si era trovatiquasi casualmente di fronte al drammache le comunità del Chiapas stavanovivendo. In fondo ad un piccolo villaggio,ai bordi della strada, erano comparse,come dal nulla, una cinquantina di per-sone, in gran parte bambini, appartenen-ti a 5 famiglie di "desplazados", personecacciate con la violenza dal loro piccolopueblo, a circa 50 Km di distanza daPalenque, da rappresentanti del PartitoIstituzionale che dopo 3 anni dalla solle-vazione indigena stavano "regolando i

SOLIDARIETA'CON IL CHIAPAS

Comitato Culturale Pindorama

conti" con chi aveva osato alzare la testaed aveva appoggiato la lotta zapatista. Lasituazione a cui avevamo assistito erauna conseguenza di una precisa strate-gia, appoggiata dal governo messicano, egià vista in altri paesi del Centro Ameri-ca, che mira a stroncare le basi di appog-gio agli zapatisti cercando di dividere lecomunità, fornendo armi e altri appoggia persone legate al partito di governo,restando però, a livello istituzionale emilitare, formalmente fuori dalla contesa.Conflitti interni alle etnie, dicono. Servi-rebbe più spazio per raccontare di altriepisodi che ci sono stati raccontati o acui abbiamo assistito, ma che comunquesi inquadrano in una logica di "ordinariarepressione", il più delle volte subdola elatente, che ha avuto la sua esplosioneviolenta ed efferata ad Acteal.

Che fare? Pindorama, come sapete,non è, nè vuole essere, una associazio-ne di solidarietà. Ma in quest'occasioneci è sembrato giusto, nel nostro piccolo,rilanciare una campagna a favore di unarealtà del Chiapas, l'Ospedale di Altami-rano, che in qualche misura già appog-giamo con la quota progetto dei nostriviaggi in Messico. Nel Pindorama Newsprecedente avevamo dedicato un arti-colo a questo progetto, facente partedella Campagna Libera l'Indio, che si èconclusa a fine 1997. Crediamo checontinuare ad appoggiare Altamirano siaimportante, sia a livello economico siaper far si che la gente parli del Chiapas e

si sensibilizzi su questo argomento. Eccoperchè lanciamo un appello ai lettori diPindorama News, ai partecipanti deinostri viaggi, in particolare a quelli delMessico, di fare conoscere questo pro-getto, di parlare della situazione delChiapas, di tenere alta l'attenzione suquesto paese. Per chi vuole contribuireeconomicamente a favore di Altamiranoi soldi dovranno essere inviati a:

AAssss.. CCuullttuurraallee PPiinnddoorraammaaVViiaa GGrriiggnnaa,, 3355 -- MMiillaannooCC//CC ppoossttaallee 3399001155220011 specificando la causale Ospedale di

Altamirano. I soldi ricevuti saranno fattipervenire all'Ospedale di Altamiranoattraverso i viaggi che organizzeremo inMessico.UUNN GGRRAAZZIIEE DDAA MMAAZZUUNNTTEE

Chi è già stato in Messico con i viaggiestivi Pindorama ha conosciuto Mazunte,un piccolo paesino sulla Costa Pacificadove si passava qualche giorno di mare.

Purtroppo Mazunte è stato pratica-mente distrutto dall'uragano "Pauline" nelmese di ottobre. Tornato dal Messico, suindicazione di Renato, la nostra guidamessicana, Massimo ha fatto qualchetelefonata ad alcuni viaggiatori Pindora-ma che avevano conosciuto Mazuntechiedendo di inviare un contributo chepotesse consentire una prima ricostru-zione di qualche capanna. Sono stati rac-colti 1200 dollari inviati nel mese didicembre. Un grazie da parte di Mazun-te a tutti coloro che hanno contribuito.

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FFrraa ii ppaaeessii llaattiinnoo--aammeerriiccaannii ddii ccuuii ssii ccoonnoo--ssccee mmoollttoo ppeerr iinnfflluueennzzaa ddeeii mmaassss--mmeeddiiaa ooppeerr ggllii iinnnnuummeerreevvoollii ccoonnfflliittttii ssoocciiaallii ee gguueerr--rree cciivviillii,, nnoonn ffiigguurraa ll''EEccuuaaddoorr.. EEppppuurree,, ffrraa iivviiaaggggii cchhee PPiinnddoorraammaa pprrooppoonnee iinn aaggoossttooqquueessttoo èè sseemmpprree uunnoo ddeeii pprriimmii aa rriieemmppiirr--ssii.. PPrroovviiaammoo aa ddaarree uunnaa ppiiccccoollaa cchhiiaavvee ddiilleettttuurraa aattttrraavveerrssoo uunn bbrreevvee ssttrraallcciioo rraacc--ccoonnttaattoo ddaa uunnaa vviiaaggggiiaattrriiccee cchhee 11999966 hhaavviissiittaattoo ll''EEccuuaaddoorr ccoonn PPiinnddoorraammaa..

LLEE CCOOMMUUNNIITTAA'' IINNDDIIGGEENNEELa visita alle comunità è probabil-

mente l'aspetto maggiormente interes-sante del viaggio Pindorama in Ecuador.L'incontro con la gente che vive in que-ste comunità è senza dubbio un arricchi-mento personale, ma anche una sfidache io ho sentita diretta al mio mondo eal mio stile di vita. Queste comunitàsono talmente fuori dai consueti itinera-ri turistici che molte delle personeincontrate non avevano mai visto deglistranieri; in taluni casi non parlano nep-pure lo spagnolo, per cui c'è bisogno diun interprete per la traduzione. La

di Elena Nicrosini

PERCHE'ECUADOR?

nostra difficoltà maggiore si è rivelata neldover rispondere a quelle semplicidomande che la gente, in uno spagnoloun poco arrabattato, ti poneva. Doman-de del tipo: "Che lavoro svolgi" oppure"Quanto ti è costato il biglietto aereo perarrivare fino qui".

La carenza di risorse è di lavoro èmolto sentita. Molti uomini sono dovutiemigrare verso la costa, le città o addi-rittura all'estero per cercare lavoro. Ledonne fanno del loro meglio confezio-nando degli oggetti in paglia da vendereal mercato locale. Due di loro si avvici-nano al nostro gruppo e senza neppurecrederci molto (proprio perchè hannoraramente a che fare con degli stranieri)provano a chiederci di comperare unascatoletta con alcuni personaggi del pre-sepe, confezionati con maestria inpaglia. Ci chiedono l'equivalente di 150lire delle nostre; lo fanno a voce bassa,quasi paurose di intromettersi e, timo-rose di aver chiesto troppo, si scusano.Appena accetti la loro mercanzia tilasciano un sorriso semplice e sentito.

"Quanto ti è costato il bigliettoaereo"... è la stessa domanda che rie-cheggia dentro di me più volte durantequei momenti. Il rispondere semplice-mente con una cifra ti farebbe sembrare

ai loro occhi un miliarda-rio. Come spiegare chetu, nella realtà del tuopaese, non vivi nell'agio,ma che come loro (sep-pur in un contesto e condelle condizioni diverse)ogni giorno devi lavora-re per mantenerti?

Adesso che sono inItalia, ripensando allecomunità incontrate mivengono in mentesoprattutto due immagi-ni: i bambini e le feste. Ibambini: tantissimi equasi tutti molto belli.Prima di partire per l'E-cuador davi quasi perscontato che i bambini,in ogni parte del mondo,giocavano allo stessomodo. Qui inveceabbiamo trovato bimbidi 2-3 anni che giocava-no con dei coltellacci,maneggiandoli con

estrema destrezza e senza procurarsineppure un graffio. Sono così carini cheti viene subito voglia di giocare con loro;pensi che lanciandogli la "pallina anti-stress" che uno di noi aveva portato inaereo per distrarsi, poteva servire perrompere il ghiaccio. Dopo averla rimos-sa dallo zaino, provo a lanciarla diversevolte ai bambini; eppure nonostante ce

la mettano tutta, non riescono a coordi-narsi con le mani per prendere la pallina:quanti assunti culturali ci portiamo den-tro! Intanto riprovo, tentando di spiega-re come si fa. I bimbi ti sorridono, forsesi divertono comunque e... ti abbraccia-no. E ti abbracciano di nuovo la seraquando vedono che trasformi la ceradelle candele man mano che si intiepidi-sce in semplicissimi bruchi con cui gioca-re.

L'abbraccio dei bambini non è l'unicomomento di incontro con la gente dellacomunità. Per una comunità avere degliospiti significa non solo parlare per sco-prire le reciproche vite quotidiane e irispettivi valori, ma anche fare festa. Lafesta è sempre accompagnata dallamusica, dal ballo collettivo e dall'assaggiodel piatto delle grandi occasioni, doveviene preparato il porcellino d'India con-tornato di patate e fave. Con la gente c'èsempre un momento in cui si balla e unmomento in cui ci si stringe la mano.Così quando ci stiamo accomiatandoalcune donne a alcuni uomini ci si avvici-nano e ci stringono la mano. Altri chie-dono un passaggio sul furgone: aperte leporte molti occupano gli spazi disponibi-li con se e le proprie cose. Lo fanno conuna tale naturalezza che non puoi nonpensare che quello è il loro modo natu-rale di stare con la gente: non posso nonsorridere ed essere contenta ripensan-do a questo.

tanto vero che esiste un lato che defini-remo "sociale" della Danza del Sole. Ildanzatore non vi partecipa solamentecome un individuo. Non si può prescin-dere dal fatto che, oltre ad essere unindividuo, lui è contemporaneamenteparte di una famiglia. Durante la cerimo-nia, alla famiglia viene assegnato unapposito spazio attorno al cerchio dellacerimonia, dove viene impiantato un"tipì" o una capanna di frasche. Il danza-tore partecipa come rappresentantedella famiglia a cui appartiene. Questa gliè da supporto (fisico e spirituale) attra-verso i canti, il ritmo dei tamburi o sem-plicemente con la presenza. La presen-

danzatore, partecipare alla Danza signifi-ca astenersi per quattro giorni interi dalconsumare cibi e liquidi, essere parte dialcuni rituali specifici prima, durante edopo la Danza e partecipare a questa, alritmo dei tamburi, con lo sguardo sem-pre rivolto verso il centro del Cerchiodove c'è l'albero sacro. Ma tutto questonon è altro che ciò che appare agli occhidi tutti, è l'imbragatura all'interno dellaquale il danzatore coltiva e sviluppa deicontenuti spirituali. Per il danzatorevivere spiritualmente durante la Danzadel Sole significa porsi alla ricerca dipotere interiore, significa purificazione esignifica soprattutto ricercare l'incontrocon il Grande Spirito. Questa ricerca,che noi chiamiamo " potenza dellamedicina", è un'azione strettamenteindividuale del danzatore, sulla quale illeader della cerimonia può ben pocoincidere. Il danzatore deve misurarsi dasolo con il mondo spirituale e devecontare solo su sé stesso e le sue piùremote risorse (fisiche e spirituali) sevuole essere in grado di superare i dolo-ri e le esigenze che ogni Danza del Solerichiede. Egli non viene né valutato, négiudicato da alcuno; il "successo" dellasua impresa è strettamente un affare fralui e il Grande Spirito. E la "potenza dellamedicina" che eventualmente riceveràsarà compito suo amministrarla secondociò che ritiene opportuno.

L'aspetto personale tuttavia, non èche una faccia della medaglia. E' altret-

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di Eddie Box Sr. "Red Ute" (1990)

Anche quest'anno, come negli ultimidue anni, l'associazione culturale Pindo-rama propone una mini serie di incontriculturali sui paesi del mondo oggetti deinostri viaggi. La formula, a grandi linee,ripercorre quella degli scorsi anni, vale adire un momento di accoglienza conl'assaggio di un piatto tipico del paese inquestione, più la relazione di un espertoanche attraverso strumenti audiovisivi.Le particolarità degli incontri di quest'an-no. Innanzitutto i relatori: al primoincontro (16 aprile, ECUADOR) saràpresente Marcelo Jaramillo, responsabi-le del settore turismo dell'MCCH (orga-nizzazione esportatrice in Italia dei pro-dotti del commercio equo e solidale),

INCONTRI PRIMAVERILI A MILANOnonché guida di alcuni viaggi Pindoramain Ecuador. All'incontro del 14 maggiosarà presente Mildred Box, una donnadella nazione indiana dei Southern Utein stanza in Colorado che da due anni èun importante supporto al gruppo Pin-dorama nel viaggio delle riserve Indige-ne. Segnaliamo infine una serata ad hoc(21 aprile) sull'esperienza di turismoresponsabile in Italia che Pindorama haattivato da dicembre, attraverso un viag-gio a Napoli.

LLee sseerraattee ssii ssvvoollggeerraannnnoo pprreessssoo llaasseeddee ddii NNuueessttrraammeerriiccaa,, iinn VViiaa MMoorrbbeellllii 88((aannggoolloo VViiaa PPrreevviiaattii)),, aallllee oorree 2211,,0000 delledate sotto indicate e sono aperte a tutti.Per poter partecipare all'assaggio del

piatto tipico che precede ciascun incon-tro è necessario prenotare almeno ungiorno prima presso gli uffici di Pindora-ma. L'assaggio è fissato per le ore 20,00.

Ma ecco il programma dettagliatodelle serate:

ggiioovveeddìì 1166 aapprriillee:: ""IILL TTUURRIISSMMOO RREESSPPOONNSSAABBIILLEE DDEELLLL''MMCC--CCHH IINN EECCUUAADDOORR""ggiioovveeddìì 0077 mmaaggggiioo::""GGLLII IINNDDIIGGEENNII SSOOUUTTHHEERRNN UUTTEE FFRRAAPPAASSSSAATTOO EE PPRREESSEENNTTEE""ggiioovveeddìì 1144 mmaaggggiioo::""LLAA VVEERRAA BBEELLLLEEZZZZAA DDEELLLLAA TTHHAAIILLAANN--DDIIAA OOGGGGII""ggiioovveeddìì 2211 mmaaggggiioo::""UUNN''EESSPPEERRIIEENNZZAA DDII TTUURRIISSMMOORREESSPPOONNSSAABBIILLEE IINN IITTAALLIIAA""ggiioovveeddìì 2288 mmaaggggiioo::""MMEESSSSIICCOO,, DDUUEE PPAAEESSII IINN UUNNOO""

II ggrruuppppii PPiinnddoorraammaa cchhee nneellllee dduuee uullttiimmeeeessttaattii hhaannnnoo ppaarrtteecciippaattoo aall vviiaaggggiioo nneelllleerriisseerrvvee iinnddiiaannee ddeell ssuudd--oovveesstt NNoorrdd AAmmeerrii--ccaannoo,, hhaannnnoo aavvuuttoo llaa ppoossssiibbiilliittàà ddii ppaarrttee--cciippaarree aallllaa SSuunnddaannccee ggrraazziiee aanncchhee aallll''oossppii--ttaalliittàà ddii uunnaa ffaammiigglliiaa iinnddiiggeennaa llooccaallee.. EEccccooqquuii ddii sseegguuiittoo uunn ppeezzzzoo iilllluussttrraattiivvoo ddeellllaaSSuunnddaannccee rreeddaattttoo ddaallllaa ppeerrssoonnaa cchhee ppeerrqquuaarraanntt''aannnnii ll''hhaa gguuiiddaattaa ee ssaallvvaagguuaarrddaattaaddaa ccoonnttaammiinnaazziioonnii..

La cerimonia della Danza del Sole,celebrata una volta all'anno nel mezzodell'estate, è l'evento spirituale piùimportante della tradizione Ute. Nono-stante abbia subito una serie di cambia-menti negli ultimi decenni, la Danza delSole ha conservato il suo caratterepeculiare, cioè il "taga wuni" (letteral-mente "rimanere in piedi assettati").Questo elemento fonde in sé dueaspetti distinti e al tempo stesso comple-mentari fra loro: l'aspetto personale el'aspetto comunitario.

Ad un livello personale, il danzatore(tradizionalmente un uomo) riceve unasorta di chiamata: questa gli si rivela, perlo più, attraverso un sogno che gli "urge"di partecipare alla cerimonia. Per un

LA SUNDANCE(DANZA DEL SOLE)FRA GLI UTE

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za della famiglia è assolutamente crucia-le nel dare al danzatore forza e incorag-giamento durante la sua ricerca spiritua-le. La famiglia svolge un ruolo fonda-mentale. Sebbene il potere che riceveràdalla danza sarà suo discernimentocome amministrarlo, la famiglia devericordargli che quel bene non è una suaproprietà privata, ma un dono del Gran-de Spirito: deve perciò essere canalizza-to all'interno della sua famiglia e dellacomunità a cui appartiene. La famiglia ela comunità partecipando con dedizionealle fasi rituali durante la Danza del Sole,rivestono un ruolo essenziale nel buon

NNoonn ttuuttttii ii vviiaaggggiiaattoorrii ddii PPiinnddoorraammaaccoonnoosscceevvaannoo iill mmoonnddoo ddeell ccoommmmeerrcciiooeeqquuoo ee ssoolliiddaallee pprriimmaa ddii ffaarree uunn vviiaaggggiioo..CCii èè qquuiinnddii sseemmbbrraattoo uuttiillee qquueessttoo ppiiccccoo--lloo ee ssiinntteettiiccoo vvaaddeemmeeccuunn iinnvviiaattooccii ddaallllaaCCooooppeerraattiivvaa EEqquuoo MMeerrccaattoo ddii CCaannttùù((CCoommoo)) ssuu qquueessttoo mmooddaalliittàà eettiiccaa ddiiccoommmmeerrcciioo aannccoorraa nnoonn ddeell ttuuttttoo ccoonnoo--sscciiuuttaa..

CCoommmmeerrcciioo eeqquuoo ee ssoolliiddaallee: unanorma di commercio, di scambio diprodotti con soldi, con l'aggiunta di unvalore etico.

VVaalloorree eettiiccoo aaggggiiuunnttoo: quello dellasolidarietà e dell'equità tra il venditoree l'acquirente.

VVeennddiittoorree: gruppi, cooperative,associazioni di produttori dei paesi delsud del mondo.

PPaaeessee ddeell ssuudd ddeell mmoonnddoo: si defini-sce tale la nazione considerata "in via disviluppo", in pratica con i parametri disviluppo (vita media degli abitanti, lorogrado di alfabetizzazione, strutturesanitarie e loro accessibilità, guadagnomedio, ecc..) al di sotto del livello dipovertà. Sono i cosiddetti paesi econo-micamente poveri. Molto spesso sonopaesi molto ricchi dal punto di vista cul-turale ed umano, oltre che delle bel-lezze artistiche. Alcune di queste

IL TURISMO E'UNA FORMA DICOMMERCIO(EQUO)?

Cooperativa Equo Mercato

nazioni si visitano durante i viaggi consa-pevoli organizzati da Pindorama.

PPrroodduuttttoorree: la persona, uomo odonna, che artigianalmente produceoggetti caratteristici o d'uso comune,destinati alla vendita sul mercato locale,ai turisti, all'estero.

GGrruuppppoo,, ccooooppeerraattiivvaa,, aassssoocciiaazziioonneeddii pprroodduuttttoorrii: danno garanzie di traspa-renza, democraticità, equa distribuzionedei guadagni, partecipazione attiva alledecisioni.

AAccqquuiirreennttee: persona che acquistal'oggetto. Può averne reale necessità oavere un bisogno indotto dalla pubbli-cità.

AAccqquuiirreennttee,, cclliieennttee ddeell ccoommmmeerrcciiooeeqquuoo ee ssoolliiddaallee: è un'acquirente specia-le, una persona che s'interessa allo squi-librio economico esistente tra i paesi ric-chi e quelli in via di sviluppo; è consape-vole, o vuole diventarlo, dei meccanismieconomici mondiali che perpetuano opeggiorano la situazione di povertà deipaesi del sud, è disponibile, o lo diventa,ad acquistare i prodotti delle cooperati-ve del sud, importati e rivenduti con ilvalore aggiunto etico, garanzia dell'eticitàdello scambio.

EEttiicciittàà ddeelllloo ssccaammbbiioo: il prezzo d'ac-quisto del prodotto si decide con il pro-duttore. Il prezzo di vendita è presenta-to all'acquirente con trasparenza, l'acqui-rente può conoscere tutti i margini e lespese che hanno condotto alla formula-zione di tale prezzo, il costo dei traspor-ti e delle tasse d'importazione, il prezzopagato al produttore, il margine dellacooperativa d'importazione e del nego-zio che distribuisce tali prodotti.

Questo è il commercio equo e soli-

dale, brevemente. E' difficile per noi, laCooperativa Equo Mercato, che lavoracome importatore e distributore deiprodotti e degli ideali del commercioequo, schematizzare la ricchezza che ciè offerta tramite i contatti con i produt-tori, con gente d'altre culture e d'altripopoli. Le difficoltà non mancano, leincomprensioni, la fatica di relazionarsicon la diversità,.... e con i problemiburocratici e commerciali che rischianotalvolta di travolgerci.

Noi di Equo Mercato tentiamo, tut-tavia, di mantenere rapporti equi con inostri partners del sud e del nord. Inquesto cantiere di rapporti veri si inse-risce il programma di turismo consape-vole di Pindorama. Durante un viaggiodi lavoro in Chiapas (Messico) abbiamoraccolto la richiesta di un gruppo di per-sone che cercavano possibilità di lavo-rare con i turisti. Gente di tutto ilmondo visita le rovine chiapanechedelle antiche civiltà, e spesso non ha lapossibilità di conoscere anche l'odiernaciviltà della regione. L'incontro con Pin-dorama ci ha permesso di dare unarisposta concreta alla richiesta dei nostriamici; l'esperienza e la professionalità diun'agenzia di viaggi che condivide inostri ideali, ha facilitato l'attuarsi di iti-nerari di turismo consapevole in Messi-co e in Chiapas. Ringraziamo Pindora-ma per il lavoro che stiamo svolgendoinsieme, per la possibilità di sviluppoeconomico offerto alle fasce povere deipaesi del sud e quella di crescita perso-nale offerta a tutti i partecipanti i viaggi,i viaggiatori del nord e i "riceventi" delsud. Auguriamo a tutti di poter approfit-tare di queste opportunità d'incontro.

esito della cerimonia stessa. Nonostanteil danzatore possa decidere verso chi edove indirizzare il potere ricevuto, lapresenza dei familiari può esercitare sudi lui un influsso maggiore affinché siorienti a seguire un cammino spiritualemaggiormente maturo e maggiormenteorientato verso il bene della comunità.

Con la famiglia che svolge un'operadi mediazione, la Danza del Sole diven-ta uno strumento attraverso cui tutta lacomunità degli Ute può uscire rafforzataed unita per meglio servire i proprimembri. La Danza del Sole garantisce ilfortificarsi del vincolo che lega fra loro le

persone alla tribù e, al tempo stesso,attraverso le visioni e la potenza che idanzatori ricevono, fa si che la sopravvi-venza della gente nella comunità vengasalvaguardata.