OTTOBRE INIZIO ANNO SCOUT - AGESCI - Zona … di...Scozia - Edimburgo e Zuilichem Finlandia - Vaasa...

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Gruppo Scout Livorno 10° LA FIAMMATA Numero 11 Ottobre 2014 2014 OTTOBRE INIZIO ANNO SCOUT O Santo Francesco buono, ascolta la preghiera dei tuoi Lupetti. Tu, la cui parola d’amore ascoltavano gli uccelli, i pesci e il lupo feroce, fà che scenda nel nostro cuore la soave bontà del Signore. Fà che possiamo sempre amare e servire gli amici ed i nemici come tu ci hai mostrato. Fà che la nostra anima sia sempre candida, perché i nostri canti e le nostre gioie giungano fino a te,e tu possa così offrire i nostri cuori a Gesù. Amen. 5 OTTOBRE Stanno arrivando...Buongiorno....noi siamo i Cuccioli del Branco Waingunga!!!!! 4 OTTOBRE Branco Dhak eccoci tutti insieme alla super pizzata a festeggiare il compleanno di Emanuele..... e via Buona Caccia tutto il Branco !!!! Gruppo Scout Livorno 10 – Piazza Due Giugno n17 e Largo Don Nesi ,3 57100 Livorno

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Gruppo Scout Livorno 10° LA FIAMMATA

Numero 11 Ottobre 2014

2014

OTTOBRE INIZIO ANNO SCOUT

O Santo Francesco buono,

ascolta la preghiera dei tuoi Lupetti.

Tu, la cui parola d’amore ascoltavano

gli uccelli, i pesci e il lupo feroce,

fà che scenda nel nostro cuore

la soave bontà del Signore.

Fà che possiamo sempre

amare e servire gli amici

ed i nemici come tu ci hai mostrato.

Fà che la nostra anima sia sempre candida,

perché i nostri canti e le nostre gioie

giungano fino a te,e tu possa così

offrire i nostri cuori a Gesù.

Amen.

5 OTTOBRE

Stanno arrivando...Buongiorno....noi siamo i

Cuccioli del Branco Waingunga!!!!!

4 OTTOBRE

Branco Dhak eccoci tutti insieme alla super

pizzata a festeggiare il compleanno di

Emanuele..... e via Buona Caccia tutto il

Branco !!!!

Gruppo Scout Livorno 10 – Piazza Due Giugno n17 e Largo Don Nesi ,3 57100 Livorno

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INGRESSO CUCCIOLI OTTOBRE :

Cuccioli del Branco DHAK e del Branco

Waingunga ................. futuri

lupetti .................razza

ruspante.............futuro dello

scoutismo............e del Livorno

10°....................piccoli ...............che

diventeranno grandi e

forti....................come il vento di

"Libeccio" !!!!! .......Buona Caccia Fratellini e

Sorelline , benvenuti nel nostro Gruppo !!!!

4-5 OTTOBRE :

PARTENZA DEI ROVER

Nel fine settimana che ha preceduto l’uscita

dei passaggi, il Clan del Livorno 10° ha

vissuto quella che noi scout chiamiamo

“Partenza” che ha visto protagonisti 2 rover

del nostro Gruppo, precisamente Paolo Sarti

e Lorenzo Sorelli. La Partenza rappresenta la

fine del percorso educativo scout, ed avviene

nel 20 anno di età ; è il momento in cui il

Rover dichiara alla comunità di Clan di essere

persona responsabile, di essere dotato di

spirito critico, di saper fare scelte autonome ,

di avere a cuore il bene comune .

Con la Partenza il Rover dichiara che rimarrà

sempre fedele alla Promessa e alla Legge

degli Scout e si impegnerà sempre nella sua

vita ad essere testimone del suo essere

Scout , Cristiano e Buon Cittadino.

Dopo aver preso la Partenza, molti chiedono

di giocarsi in AGESCI come capi , cioè di

diventare educatori scout, di testimoniare le

loro scelte nel campo educativo, con i

ragazzi, ritenendo lo scoutismo una

occasione da offrire alla gioventù. Questa

scelta richiederà un forte impegno formativo

perché educatori si diventa con l’esperienza e

con l’acquisizione di capacità che non sono

innate.

A Paolo e Lorenzo i nostri auguri per questa

Partenza, che per noi Capi del Gruppo

rappresenta una grande soddisfazione mista

ad orgoglio e commozione.

Che il Signore vi accompagni per quelle piste,

per quei sentieri, per quelle strade che la vita

vi farà percorrere,

Buona Caccia, Buon Sentiero, Buona Strada

12 OTTOBRE 2014 –

USCITA DEI PASSAGGI-

Capi in servizio

La giornata dei PASSAGGI è un momento

importante nella vita di ogni lupetto, scout e

guida , rover e scolta e anche per i Capi. Si

svolge all’inizio dell’anno scout e le modalità

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con cui si svolge appartengono alla tradizione

di ogni gruppo. Innanzitutto è presente il

gruppo al completo delle unità, per

sottolineare che il cammino scout è lungo e

attraversa le stagioni dela vita fino alla

maturità. I protagonisti della giornata dei

Passaggi sono coloro che si trovano all'ultimo

anno di Branco e di Reparto perché passano

nell’unità che segue perché l’età raggiunta

richiede il vivere nuove avventure tra ragazzi

più grandi. In questo giorno sono accolti in

branco i Cuccioli ed i Piedi Teneri nel Reparto

provenienti dall’esterno. E’ il giorno in cui le

Sestiglie e le Squadriglie si rinnovano, dove

possono cambiare i Capi ed i Vice e dove

nascono nuove squadriglie e nuove sestiglie.

Anche i Capi possono cambiare , alcuni

cessano il loro servizio,altri lo riprendono ed

altri, nuovi, si affiancano ai già presenti.E’ una

giornata di festa che rinnova la presenza del

Gruppo Livorno 10° “LIBECCIO” a svolgere il

suo ruolo educativo Scout. Anche questo

anno, abbiamo svolto la nostra giornata dei

Passaggi, graziati da Giove Pluvio, presso La

Casa Scout di Villa Cristina sulle colline

livornesi a rivivere , in 120 presenti, giocando,

le gesta di Ulisse che ci ha permesso di

introdurre lo scopo della giornata.

Buon Anno Scout a Tutti.

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18 E 19 OTTOBRE

JOTA JAMBOREE

Ogni

anno,

quasi un

milione

di scout

e guide

di tutto

il mondo

si

incontrano (senza spostarsi da casa), in due

eventi chiamati

JOTA Jamboree-On-The-Air

JOTI Jamboree-On-The-Internet

Questa mattina il Branco Dhak ha partecipato

al JOTI, da due postazioni internet e tramite

la chat Scoutlink i nostri lupi hanno parlato

con lupetti e scout di tutto il mondo.

Ecco l'elenco di tutti gli scout con cui ci siamo

scambiati un ciao o un buona caccia:

L'Aquila

Catania

Trieste

Crotone

Desenzano del Garda

Indonesia - Semarang

Venezuela

Irlanda - Mackay

Australia

Scozia - Edimburgo e Zuilichem

Finlandia - Vaasa

Polonia - Olsztyn

Romania

Norvegia

Inghilterra - Covery e Manchester

....le domande che ci hanno fatto erano il

colore del nostro fazzolettone, il nostro cibo

preferito, il nome del nostro branco,quanti

eravamo etc....

Buona Caccia

PROMESSA DI MICHELE

Il

Pronunciare la Promessa rappresenta per chi

lo fa il momento più solenne ed importante

per la vita di uno scout; liberamente e

coscientemente senza costrizioni , attraverso

una cerimonia sobria ma significativa si

accetta di fare proprio l’ideale di vita di tutti

gli Scout del mondo facendo della Legge

Scout il proprio codice di vita ; lo si fa davanti

a tutti ,Capi, famiglia, ragazzi della propria

unità, e soprattutto davanti a se stessi. Si

promette di “fare del mio meglio per compiere

il mio dovere verso Dio ed il mio paese per

aiutare gli altri in ogni circostanza”. Una

Promessa fatta sul proprio “Onore” invocando

l’aiuto di DIO.

La Legge

Scout è una legge guidata da indicazioni

positive, è la guida per il comportamento che

dobbiamo attenderci da un Scout; Lo spirito

della Promessa e della Legge Scout, sono

intimamente tra loro connessi dal sentimento

di fraternità ed AMORE che diverranno la

bussola che svilupperà le capacità e le

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attitudini dello Scout al “servizio” verso il bene

comune e si darà sostanza all ”onore” inteso

come saper essere responsabile delle proprie

azioni e delle proprie scelte.

Pronunciata la Promessa per tutta la vita vale

il detto “SEMEL SCOUT SEMPER SCOUT”

(una volta scout sempre scout);

Auguri Michele per la Tua Promessa Scout,

che il Signore ti accompagni nel tuo Servizio

di Capo e lungo le strade che vorrà farti

percorrere

UN PIZZICO DI STORIA :

PARROCCHIA SAN GIUSEPPE

Ernesto Vignali, nacque a Roma il 1 Febbraio

1923. All’età di 7 anni restò orfano di padre e

per tale motivo la famiglia si trasferì ad

Ancona. In questa città frequento le scuole

elementari e Medie.

La Sorella Francesca ricorda come fosse

assiduo nel frequentare la Parrocchia e come

amasse essere chierichetto. Nel 1937 si

trasferi a Livorno dove viveva suo nonno

paterno Amadio Vignali, illustre professore

dell’Istituto Magistrale. Frequento il Liceo

Nautico, ma lo scoppio della 2^ Guerra

Mondiale vide la sua famiglia trasferirsi

sfollata a Lucca; in questa città cambio studi e

conseguì il diploma di Geometra il 16 Luglio

1942. Nello stesso anno intraprese la carriera

militare per diventare Ufficiale di Stato

Maggiore della Marina Militare presso

l’Accademia Navale di Livorno;

L’8 Settembre del 1943 mentre era in crociera

sulla nave scuola Amerigo Vespucci , fu

firmato l’armistizio e portato a Brindisi sotto

l’occupazione americana.

Lasciò la Marina Militare , trovò un impiego

civile, che ben presto lasciò per seguire

l’avanzata delle truppe americane che

risalivano l’Italia liberandola dall’occupante

tedesco, per ricongiungersi alla sua famiglia,

cosa che avvenne dopo due anni di intense

vicissitudini.

Nel dopoguerra trovo impiego a Rapallo come

segretario del Grande Albergo Europa , in

zona turistica, mondana e spensierata.

E’ in questo periodo che in Ernesto matura la

sua vocazione sacerdotale, e torna a Livorno

per poter entrare in Seminario; ma dovette

prima imparare il Latino e la Filosofia, con

insegnante don Renato Roberti , Parroco di

San Matteo; allo stesso tempo lavorò come

impiegato presso il Genio Militare Americano;

La seconda sorella di Ernesto sposo un soldato

americano e attualmente vive a Boston in

America, ha 4 figli e numerosi nipoti e

pronipoti.

Solo nel 1952 all’età di 29 anni fu ammesso in

seminario e il 18 Dicembre 1955 fu ordinato

sacerdote dal Vescovo Monsignor Piccioni. Per

3 anni svolse l’incarico di Cappellano presso la

Parrocchia di San Giuseppe, seguito da altri 3

anni presso la Parrocchia dei SS. Pietro e

Paolo;Nel 1961 fu nominato Parroco in

Guasticce presso la Parrocchia di S.Ranieri e

vi resto per 8 anni. Fu in questa frazione del

Comune di Collesalvetti che Don Ernesto

mostrò a tutti la sua stoffa sacerdotale; si

fece “PROSSIMO a Tutti” . La sua fu una

presenza discreta ed intensa, era capace di

ascoltare il prossimo, riusciva ad avere

relazioni feconde, era di sostegno, amicizia e

conforto; aveva un occhio di riguardo per i

giovani, che amava e dai quali era ripagato;

amava la montagna e in questa vedeva lo

strumento per avvicinarli a Dio e creare la

comunità, e per questo organizzava campeggi

parrocchiali molto partecipati.

Nel 1969 fu trasferito a Livorno come Parroco

in San Giuseppe dove vi resto per 25 anni fino

alla sua morte.

La Parrocchia doveva essere reimpostata,

avendo il suo territorio subito una radicale

trasformazione, arricchendosi di nuove

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abitazioni nella via del Riposo, nella via della

Bastia, nella via Villa Glori e nella Via

Passaponti , con l’arrivo di centinaia di giovani

famiglie , con tanti bambini e ragazzi.

Erano tempi in cui il Concilio Vaticano

cominciava a rompere steccati e barriere e

Don Ernesto sembrava essere l’uomo adatto

ad accogliere chiunque volesse percorrere

nuove strade.

La prima sua preoccupazione fu quella di dare

spazi ai giovani creando una valida alternativa

alla frequentazione della piazza , luogo di

spaccio, ozio e vizio. Nacquero il gruppo

giovanile ed il Gruppo Scout , si organizzò la

catechesi con un nutrito gruppo di catechisti,

ed i locali parrocchiali erano adibiti alla

frequenza anche libera dei ragazzi del

quartiere.

Erano anni dove nel mese di Maggio non

meno di 100 ragazzi facevano la Prima

Comunione.

Furono gli anni in cui la Parrocchia si apri alle

istituzioni , divenendo valido interlocutore

presso la Circoscrizione San Marco-Pontino;

proverbiale la sua grande amicizia con l’allora

Presidente Simoncini, ambedue uniti dalla

passione per la falegnameria.

Dal 1959 fino al 1983 Don Ernesto insegnò

religione nelle scuole superiori di Livorno quali

il Ginnasio, ITI e Geometri ; Rivestì importanti

incarichi a Livello Diocesano guidando per

oltre un ventennio lo IERAMG-Istituto per la

Educazione Religiosa E Morale della Gioventù,

un organismo diocesano che operava per i

giovani della diocesi. Da ricordare la sua

grande intuizione di allestire la Casa di Pian di

Cerreto in Garfagnana , da adibire a campeggi

per i gruppi giovanili della diocesi.

Attualmente tale casa non è più della diocesi;

Piace ricordare però come questa casa dopo la

sua morte sia stata chiamata “Casa Don

Ernesto Vignali” e continua ad esserlo.

Se capita di parlare con qualcuno che ha

conosciuto Don Ernesto si riportamo spesso

valide testimonianze che si esprimono con le

seguenti frasi:

- Ascoltava le persone e le capiva…..

- Era di poche parole, ma aveva la parola

giusta nel momento del bisogno, riuscendo a dare quel

conforto che poche persone sanno dare…

- Generoso con tutti di tempo, di ascolto e di

denaro se bisognoso

- Gran parte del suo successo dipendeva dal

suo immedesimarsi negli obbiettivi che si

proponeva di raggiungere

- Ci ha edificati con il suo coraggio, la

saggezza di uomo maturo, di sacerdote

convinto in profondità e operante

conseguentemente

- Era riuscito a coinvolgere delle persone sino

ad allora indifferenti verso la Chiesa

Don Ernesto ha affrontato negli ultimi 5 anni

della sua vita una terribile malattia, che lo ha

progressivamente deabilitato e costretto a

continue trasfusioni. Ha vissuto con il sangue

dei donatori, degli altri, che dall’altare

ringraziava e pregava per loro e le loro

famiglie , trasfusioni che gli hanno permesso

di dedicarsi alla Parrocchia sino all’ultimo.

Ha seguito nella sofferenza le orme del

Signore , affrontò con pace e forza d’animo la

sua inesorabile malattia. Chi lo incontrava

trovava un uomo sereno , cristianamente

pronto alla sua dipartita, da non sembrare

ammalato, sempre appropriato e mai triste,

da creare in chi lo ascoltava una sorta di

turbamento se non addirittura un motivo per

interrogarsi e riflettere sulla forza che questo

uomo nonostante tutto sapeva infondere. Don

Ernesto è tornato alla Casa del padre il 13

Luglio 1994.

Grazie di tutto Don Ernesto sarai sempre nei

nostri cuori

ZUCCA DOMENICO

MONDO SCOUT

UNA GUIDA SCRIVE:

...in molti ultimamente mi criticano perché a

14 anni faccio ancora Scout e altri mi

chiedono cosa è per me lo scoutismo, perché

continuo e " perdo" le domeniche o a volte

addirittura il weekend per attività e uscite.

beh a chi mi prende in giro io non rispondo

perché chi non lo è non può capire la magia

dello scoutismo. a tutti gli altri rispondo cosi.

Per me essere scout vuol dire essere sempre

pronti a servire facendo del nostro meglio e

conoscere, capire e aiutare. Vuol dire avere

un’altra famiglia sempre pronta ad aiutarti.

Vuol dire tendere la mano a chi ha bisogno di

rialzarsi, vuol dire ricordarsi sempre della

promessa che abbiamo fatto una promessa

(che sia quella dei Lupetti o del Reparto o

qualunque altra non importa),vuol dire

rispettare la legge scout non solo quando si è

in divisa ma sempre a scuola, al

supermercato, al ristorante… perché non si è

scout solo a scout ma sempre. Vuol dire voler

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imparare, creare spesso sporcarsi. Per me

vuol dire anche non vergognarsi e non sentirsi

ridicoli con i pantaloncini corti, una camicia

piena di distintivi e il fazzolettone al collo.

Vuol dire scaldarsi, cantare e ballare davanti a

un fuoco sotto un celo stellato.

Lo scautismo mi ha insegnato a apprezzare i

colori di un fiore, il “rumore” e il silenzio della

natura. Mi ha insegnato a non aggirare un

ostacolo, ma a superarlo con il sorriso e la

voglia di fare e imparare anche chiedendo

aiuto perché a volte non bastano le proprie

forze. Mi ha insegnato a mettermi in gioco.

Per me lo scautismo è anche cercare di

lasciare il mondo almeno un po’ meglio di

come lo abbiamo trovato perché se non siamo

noi a cercare di cambiare (per quanto

possiamo fare noi da soli) il mondo dando il

buon esempio chi lo fa? Per me scautismo

vuol dire anche coraggio, il coraggio di

mettersi in gioco, di affrontare nuove sfide e

di andare a vanti.

Riassunto in una frase secondo me lo

scautismo è uno stile di vita e gli scout sono

una seconda famiglia e tutta la mia vita.

Tutti i campi, i ricordi, le esperienze

meravigliose, i momenti difficili che abbiamo

sempre superato, il dormire in tenda con la

propria Squadriglia nel sacco a pelo che ti

tiene caldo, lo svegliarsi alla mattina con il

mal di schiena perché c’era un sasso sotto di

noi, le riunioni più di scherzo e che di lavoro,

ma anche quelle serie dove la battuta scappa

comunque, la fatica dei primi giorni di campo

che poi viene completamente ripagata nel

vedere l’angolo meraviglioso costruito con le

nostre mani e capacità e la tenda stare su

anche con il vento forte, guardare le stelle e

farsi venire nostalgia di casa, l’odore del fuoco

al bivacco. Ecco questo è tutto ciò che mi

spinge a continuare il mio cammino.

ora vorrei chiedere a tutti quelli che criticano

gli scout di contare fino a diecimila prima di

aprire la bocca, perché finché non proverete e

non sentirete quello che sentiamo noi non

potrete mai capire. Ora vorrei concludere

dicendo che SONO FIERA DI ESSERE SCOUT E

FINCHÈ POTRÒ PORTERÒ IL FAZZOLETTONE

AL COLLO, MA RESTA IL FATTO CHE UNA

VOLTA SCOUT, SCOUT PER SEMPRE!

Voi cosa rispondete a queste domande?

ROVER IN SERVIZIO 25 OTTOBRE

Rikki Tikki Tavi, Mang e Ferao hanno iniziato a cacciare con il Branco Waingunga

Ferao ha iniziato a cacciare con il Branco Dhak

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LO STILE SCOUT

Una definizione di stile scout, che è sempre difficile e può diventare riduttiva, è necessaria per aiutare a distinguere la forma, che è un mezzo educativo, dal formalismo, (cioè dal vuoto attaccamento ad essa), che è invece diseducativo. Lo stile scout è la conseguenza diretta della scelta di vivere lo spirito e i valori della Legge e della Promessa scout nella vita di tutti i giorni. In concreto, esso si manifesta in una serie di comportamenti esteriori, coerenti con questa scelta e derivanti da essa, che lo Scout assume sia durante le attività scout che al di fuori di esse. Nelle attività scout lo stile è anche un reciproco richiamo a vivere coerentemente le scelte fatte. Naturalmente, certi comportamenti saranno diversi a seconda dell’età e del grado di formazione acquisita o in corso di acquisizione, ma il loro valore di fondo rimane costante, dal Lupetto/Coccinella al Capo Scout. Alcuni di questi comportamenti – anche tra i più importanti – non sono codificabili. Dal valore della lealtà (articolo 2 della Legge) deriva, ad esempio, il comportarsi lealmente, che fa certamente parte dello stile scout ed è di continua applicazione nella vita scout e non scout. Altri conviene ricordarli perché si applicano in modo particolare nelle attività scout. Spesso l’espressione stile scout è riferita solo a questi ultimi. Esiste uno stile degli Scouts nel fare le cose, nello stare con gli altri, nel vivere in certi luoghi, nello stare insieme in associazione. É segno di stile: aver cura di sé, della propria persona, della propria uniforme (come segno di rispetto per gli altri, per il Movimento scout, per se stessi); avere costante attenzione agli altri e disponibilità ad ascoltarli e ad aiutarli; diffondere serenità e gioia. Stile è anche: un certo modo di presentarsi, di accogliere, di muoversi; la capacità di scegliere, tra due soluzioni, quella più rispettosa degli altri o dell’ambiente, anche se costa di più; il saper pagare di persona le proprie scelte, anche e soprattutto nelle piccole cose (lo stile è, appunto, fatto di piccole cose). Baden (Andrea Ghetti)

INDABA

La parola INDABA la troviamo nella lingua ZULU e significa l’ incontro dei Capi Tribù del popolo Zulu del Sud Africa. BP ha preso in prestito questo vocabolo per indicare nella scoutismo un grande raduno per capi scout dove avviene la condivisione delle esperienze , la conoscenza di altri capi e dove si ha l’opportunità di migliorare il proprio scouting (scienza dei boschi); Nella nostra associazione, in Toscana , l’Indaba rappresenta un incontro di Formazione Permanente dei Capi, di confronto sulla proposta educativa scout , per meglio rispondere alle necessità dei nostri lupetti, Esploratori-Guide, Rover e Scolte per meglio attuare il Progetto Regionale . A Prato l’8-9 Novembre 2014 si sono dati appuntamento 350 capi e 50 Rover Scolte per analizzare e scoprire più da vicino la “Carta del Coraggio” un documento redatto nell’ultima Route Nazionale svoltasi a San Rossore , che esprime l’impegno di 30.000 Rover e Scolte a farsi protagonisti di un serio impegno al cambiamento nel proprio territorio verso tematiche come territorio e ambiente, cittadinanza e politica, legalità, lavoro ed educazione, chiesa e fede per proiettare lo scoutismo verso il futuro. L'Indaba ha visto la partecipazione della presidente nazionale dell'AGESCI Marilina Laforgia, che rivolgendosi ai capi ha spiegato come sia forte per i nostri Rover e Scolte il desiderio consapevole ad essere protagonisti autentici di cambiamento e come ai capi sia richiesto di accompagnarli per mantenere accesa questa fiamma. I capi hanno partecipato ad un gioco cittadino e a tavole rotonde preparate dai Rover e dalle Scolte che hanno permesso di mettere in evidenza e la comprensione della Carta di Coraggio. Del Livorno 10° hanno partecipato un nutrito gruppo di Capi ed un delegato del Clan.