OTTOBRE | 2015 E GuidE · 2018-02-01 · anni, la consumerizzazione dell’IT è diventata un...
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La consumerizzazione dell’IT pone nuove sfide alla gover-nance: dipendenti, collabora-tori, clienti e cittadini hanno bisogni diversi e sempre più puntuali. Triangolare inno-vazione, collaborazione e comunicazione oggi significa riuscire a coordinare al meglio il mondo analogico e il mondo digitale in cui vivono gli utenti, riuscendo a garantire sicurez-za, velocità, continuità operati-va mantenendo la supervisione e il controllo di tutti i servizi correlati. In questa eGuide di Digital4 i numeri, i trend e i consigli su come impostare l’evoluzione del business.
business continuity e produttività individuale nell’era dellosmart working • Laconsumerizzazionesulpostodilavoro
• BYOD,CYODoCOPE:strategiediverseeamisuradi impresa
• Comegestirelamulticanalitàsenzaperderela governance
• HumanCentricICT:l’Italserviziodell’utente
• Digitalizzazione,comunicazione,collaborazione:le nuovesfide
OTTOBRE | 2015
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la consumerizzazione dell’it sul posto di lavoro
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BUSINESS CONTINUITY E PRODUTTIVITÀ INDIVIDUALE NELL’ERA DELLO SMART WORKING
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Lo smart working è una nuova dimensione che, sfruttando la Mobility, la Unified Com-
munication & Collaboration e il social compu-ting, da un lato favorisce la produttività indi-viduale e la continuità operativa dell’utente (e quindi del business), dall’altro, permettendo al contempo una significativa flessibilità rispetto al posto di lavoro. Il driver principale è il forte cambiamento culturale degli utenti (dipenden-ti, collaboratori, clienti, consumatori e cittadi-ni): la sua lenta ma indubbia affermazione nelle smart city, infatti, è il risultato di quell’onda lun-ga portata dalla consumerizzazione dell’ICT.
LA PRODUTTIVITÀ DEI MOBILE WORKERIl fenomeno è legato alla progressiva digitaliz-zazione del mondo del lavoro, che ha convertito all’uso delle tecnologie informatiche dipendenti, collaboratori e clienti. L’abitudine a utilizzare pc, stampanti, scanner e altre periferiche ha portato le persone a investire nelle tecnologie ICT anche, e sempre più frequentemente, nel privato. Gli utenti hanno iniziato a diventare non soltanto sempre più esperti di soluzioni digitali (e, anche per questo motivo, più esigenti), ma anche sem-pre più produttivi, potendo lavorare anche al di fuori del perimetro delle fabbriche e degli uffici.
Le tecnologie digitali oggi disponibilipermettono di lavorare in modo diverso, consentendo una significativa flessibilità rispetto al luogo di lavoro. Applicazioni a supporto della collaborazione, accessibili anche all’esterno della postazione di lavoro e nuovi dispositivi rendono possibili nuove modalità di relazione e di interazione, riducendo sia la sensazione di isolamento delle persone, sia i tempi e i costi delle trasferte per finalità lavorative. Lo smart working integra prevalentemente 4 leve progettuali: tecnologie digitali, policy organizzative, lay out fisico, comportamenti e stili di leadership. (Fonte: Osservatorio Smart Working, Politecnico di Milano - 2014)
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La svolta c’è stata con l’avvento delle tecnologie mobile. Al motto dell’everytime, everywhere sono arrivati i laptop, i notebook e i PDA e una parte della forza lavoro si è trasformata in mobile wor-ker. La conversione è iniziata dalla forza vendi-ta, seguita dalle batterie di operatori sul campo: addetti al supporto, all’assistenza e alla manu-tenzione, addetti al monitoraggio e al control-lo, addetti alla logistica ma anche trasportatori. Nell’ambito della raccolta dati, Sales Force Auto-mation e Field Force Automation erano i mantra delle aziende che avevano capito quanto fosse necessario investire nella tecnologia per garan-tire il time to market del business. I PDA (Perso-nal Digital Assistant) erano dispositivi palmari intelligenti che, in prospettiva, rappresentavano le prime cellule della smart mobility e dell’Ubi-quitous Technology. L’unico problema era la ma-turità tecnologica: le memorie ridotte dell’epoca, infatti, consentivano un’economia estrema della programmazione e, di conseguenza, funzionali-tà gestionali circoscritte rispetto alla potenza ela-borativa che caratterizzava i personal computer fissi e mobili.
DALLO SMARTPHONE ALLO SMART WORKINGTutto è cambiato con l’arrivo degli smartphone prima e dei tablet poi. Se è vero che l’esplosio-ne della telefonia mobile ha moltiplicato l’abi-tudine delle persone a essere sempre connesse e reperibili, mettere un computer dentro a un telefonino è stata una rivoluzione. L’esplosione della mobility ha generato un mer-cato molto interessante: le Telco hanno cominciato a potenziare i si-stemi trasmissivi mobili, il mondo della programmazione ha iniziato
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SE L’ICT DIVENTA UNA COMMODITYUtilizzareuncomputerpersvolgerecalcoli,perscrive-reoperdisegnareèstatoilprimocapitolodiquellastoriadigitalechehasegnato
ilpassaggioallaquartarivoluzioneindustriale.L’informatizzazionenonèstatafacileenem-menoindolore.Veroèche,sessant’annifa,icomputereranodeimastodontiche,pertipo-logiaedimensioni,venivanocostruitidiretta-mentenellesalemacchine(elìrimanevanopersempre),usavanolinguaggiincodicenotisoloaiprogrammatoriesirompevanospesso.Lecosehannoiniziatoacambiareall’iniziodeglianni‘80,conl’arrivodeipersonalcomputer.Aldilàdeiproblemilegatiallaprimaalfabe-tizzazionedigitaledellastoria,lavorarealpcerapiùintuitivo,praticoefunzionale.Semprepiùpersonehannoiniziatoadacquistareunpcancheperunusodomesticoeprivato.Ladiffusionedelletecnologieinformaticheridimensionavaprezzievolumidicomputereperiferiche,favorendoun’evangelizzazionespontaneaall’usodellesoluzioniICT.Ilmer-catoSOHO(SmallofficeHomeOffice)fioriva:lagenteacquistavapc,stampantiescannerperusopersonaleaunritmocheleazien-de,perseguendodiverseeconomiediscala,difficilmenteriuscivanoaseguire.Inpochianni,laconsumerizzazionedell’ITèdiventataunfenomenomondiale.Ancoraoggileper-sonesemprepiùspessoconosconoeusanosoluzionipiùmoderneedevolutediquellechehannosullavoro.L’avventodeisocialmediahacompletatolaconversione:oggil’ICTèdiventataatuttiglieffettiunacommodity.
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a diversificare le soluzione dedicate al mondo mobile (app ed enterprise app) e i produttori a cercare dei punti di convergenza tra i sistemi operativi tradizionali e quelli mobili. La consumerizzazione dell’IT ha fatto il resto: dipendenti, collaboratori e clienti hanno spo-sato la causa delle tecnologie mobile e questo indipendentemente dal loro costo: al punto che spesso ancora oggi i dispositivi di fascia più alta sono personali mentre le soluzioni di fascia intermedia o bassa sono quelle tipica-mente aziendali.
EVOLUZIONE DELLA MOBILITY IN AZIENDADa una gestione dell’informazione analogica a una gestione dell’informazione digitale c’è stata un’accelerazione dello sviluppo tecnologico che ha favorito la trasformazione del mondo del la-voro e delle abitudini delle persone a rimanere permanentemente connesse e comunicanti, con una sempre maggiore propensione a interagire con i nuovi strumenti di supporto alla produt-tività individuale. Word processor, soluzioni di posta elettronica, firma grafometrica, sistemi di videoconference e di chat, soluzioni di File
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DIGITALIZZAZIONE DELL’INFORMAZIONE ED EVOLUZIONE DEL MONDO DEL LAVORO
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Syncronization & Sharing, corroborati da un cloud pubblico e privato sempre più affidabile, sono stati affiancati da una quantità di soluzioni software davvero a portata di mano. La moltipli-cazione delle app, infatti, ha portato anche il sof-tware nell’era della personalizzazione di massa, attraverso formule on demand e pay per use che hanno avuto un ulteriore impatto della consu-merizzazione dell’IT in azienda.
GLI EFFETTI DELLA CONSUMERIZZAZIONE DELL’IT SULLA GOVERNANCE AZIENDALEIl risultato? Un progressivo e profondo cambia-mento degli ambienti di lavoro nell’uso e nelle dimensioni. Questo ha portato da un lato a un
aumento delle richieste rispetto alla quantità e alla qualità dei servizi ICT e, dall’altro, a ren-dere non necessaria la metratura quadrata degli uffici e la presenza di postazioni fisse inaline-abili. La consumerizzazione dell’IT, infatti ha sovvertito gli equilibri della gestione non solo dell’hardware e del software, ma anche dei ser-vizi di networking e di sicurezza associati. La mobility, infatti, ha fatto diventare sempre più sfumati e liquidi i confini tra produttività indi-viduale e business continuity. Gli utenti oggi chiedono servizi e applicazioni in grado di garantire loro un’unica soluzione di continuità tra i dispositivi aziendali e quel-li privati. Vogliono accesso alla rete, ai dati e
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IL CIRCOLO VIRTUOSO DELLA PRODUTTIVITÀ INDIVIDUALE
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alle applicazioni ovunque si trovino, ogni volta che ne hanno bisogno, potendo possibilmente scegliere il dispositivo mobile a loro più conge-niale. Come è stato per l’automobile, strumento di lavoro e status symbol funzionale, anche lo smartphone o il tablet sono scuole di pensiero emozionali oltre che funzionali, in un equili-brio dinamico che mixa desideri, aspirazioni, abitudini e capacità. In questo contesto, lo smart working costitui-sce un’opportunità per le organizzazioni e una sfida per la governance che deve bilanciare investimenti e scelte per supportare un peri-metro aziendale sempre più liquido, ma anche sempre meno analogico. In linea generale, lo smart working è una stra-tegia portata avanti da imprese e organizzazio-ni per capitalizzare le risorse a supporto della produttività individuale e rafforzare e suppor-tare al meglio la continuità operativa a suppor-to del business. Secondo i dati degli Osservatori Digital Innova-
tion del Politecnico di Milano, in Italia le inizia-tive di Unified Communication&Collaboration sono le più diffuse: il 70% delle aziende inter-vistate dagli analisti ha già realizzato iniziative e un altro 10% ha pianificato di introdurle da qui al prossimo anno (2015/2016). I progetti di introduzione di Mobile Business App sono diffusi nel 51% del campione, ma entro il 2016 raggiungeranno il 63%. Le iniziative di Social Computing sono quelle meno diffuse, presenti solo nel 25% del panel, ma l’interesse è comun-que alto: il 20% degli intervistati ha pianificato progetti in merito entro il 2016 mentre il 33% è in fase di valutazione. Cosa significa tutto cio?
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Oggi nel nostro Paese ci sono18 milioni di utenti unici che si connettono ogni giorno attraverso tablet o smartphone, contro i 13 milioni che accedono ad Internet da pc. I mobile worker in Italia sono 13 milioni, pari al 56% della forza lavoro. (FONTE: Osservatori Digital Innovation - Politecnico di Milano 2015)
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come gestire la multicanalità senza perdere la governance
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L’orizzonte della governance deve necessa-riamente cambiare perché sono cambiate le
tecnologie di riferimento ma anche, e soprattut-to, gli utenti, sempre più mobili e sempre più multicanale. Secondo gli analisti del Politecni-co di Milano (Osservatorio Mobile Economy - Maggio 2015) alla fine del 2014 in Italia c’erano 35 milioni di smartphone e 9,5 milioni di tablet. Le proiezioni per il 2015 parlano di 40 milioni di smartphone e di 10 milioni di tablet, con un aumento delle vendite del 3% l’anno scorso, un quinto del mercato mobile. Mentre la rete fissa ad alta velocità in Italia è in forte ritardo, la rete mobile raggiunge l’80% della popolazione. Solo a marzo 2015 sono stati 28,5 milioni gli utenti mobili che si sono collegati almeno una volta al Web. La smart mobility è un fortissimo propul-sore dell’innovazione e del business. A fronte
di un’evoluzione mobile degli utenti, le aziende devono riprogettare la governance ragionan-do di tattica e di strategia. Perché farlo? Perché oggi nel nostro Paese ci sono18 milioni di utenti unici che si connettono ogni giorno attraverso tablet o smartphone, contro i 13 milioni che accedono ad internet da pc. Solo l’anno scorso, infatti, si sono connessi a Internet almeno una volta al mese 25,6 milioni di italiani (quest’anno saranno 30,1 milioni). Le analisi sul fenomeno della multicanalità ita-liana raccontano come anche per l’italiano me-dio stia sparendo la distanza tra fisico e digitale. La total digital audience, ovvero l’audience to-tale di Internet, nel giorno medio è stata di 21,5 milioni di utenti, online per circa 2 ore in media per persona. L’accesso a Internet da Mobile è au-mentato del 20% in un anno, passando da 14,5 a 17,4 milioni di utenti unici nel giorno medio. Significativo il dato comparato rispetto alla na-vigazione da pc: nel 2014 l’audience giornaliera era di 13,3 milioni, calata a 12,5 nel 2015. Con-siderando il tempo di utilizzo del telefonino nel giorno medio, risulta che il 65% del tempo degli smartphone addicted è dedicato ad attività in vario modo connesse alla Rete. I ricercatori cal-colano che l’economia collegata al mobile l’anno scorso ha movimentato 25,7 miliardi di euro (pari a1,65 punti del PIL) e le proiezioni pre-vedono un incremento per i prossimi tre anni
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LA MOBILITY MONDIALENel2014iltrafficomondialemobileècresciutodel
69%.Dainotebookaglismartphone,daglismartpho-
neaitablet,lamobilitàaziendalehasviluppatonuovi
paradigmidigestionechehannoavutoripercussioni
nonindifferentisullagovernance.Loscorsoannoi
datichesonotransitatidaidispositivimobilesono
stati30voltedipiùdiquantinonnesianotransitati
all’iniziodelmillennio:stiamoparlandodi1exabyte
didatidel2000controi30exabytedel2014(Fonte:
CiscoVisualNetworkingIndex2014-2019).
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del 14% l’anno. Il futuro è roseo: le stime dico-no che nel 2017 l’economia mobile varrà più di 37 miliardi, 2,3 punti di Pil. Detto questo c’è un dato che dovrebbe interessare moltissimo chi si occupa di strategia di impresa e di governance: il 56% della forza lavoro italiana è costituita da mobile worker. Secondo gli analisti, stiamo par-lando di 13 milioni di lavoratori multicanale.
CONSUMERIZZAZIONE, ANZI BYODOggi la questione della consumerizzazione dell’ICT ha cambiato pelle e si chiama BYOD. Il Bring Your Own Device, ovvero il consentire a dipendenti, collaboratori, clienti l’utilizzo in azienda dei propri dispositivi mobili è un tema molto controverso per qualsiasi tipo di impresa.Non è banale autorizzare l’accesso non soltanto
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Lapossibilitàdiusareinaziendadispositiviutenteprometteunaseriedivantaggicheriguardano,fraglial-tri,lariduzionedeicostiel’incrementodellaproduttività.Ilproblemaèlagovernance:iresponsabiliICTpergestirel’enterprisemobilitymanagementdevonodefinirenuovilivellidisicurezzaedicontrollodegliaccessi,maancheprogettarelaprioritizzazionedeltrafficoelaprogrammazionedellecondivisioni,delleapplicazioniedegliaggiornamenti.Iltuttodovendorispondere,interminidiservizio,allacrescentedomandadilibertàeflessibilitàdegliutentie,contemporaneamente,alleesigenzedisicurezzasudatieapplicazioniaziendali.Diventacosìnecessariovalutareconattenzioneproecontrodeimodellidigestioneperconoscernelepre-rogative.Inquestosenso,lasceltavaragionatainbasealtipodibusinessmaanchealtipodicollaboratoriedipendenti,pernonbloccarelaloroproduttività.
BYODBringYourOwnDevicenelsensopiùliberoeanarchicodeltermine:siriferisceallapraticadipermettereaimpiegatiecollaboratoridiusareperscopidilavoroinaziendaealtroveipropridispositivimobili(notebook,tabletesmartphone)senzaalcunlimitediaccessoallanavigazioneoalloscaricamentodiapp.
COBOCorporateOwnedBusinessOnly,ossiaunapprocciodigestioneincuiildispositivoèdiproprietàdell’aziendacheassicurafunzionamento,manutenzioneeapplicatividautilizzareGliutentinonpossonousareildispositi-voperscopipersonalienemmenoaggiungereAppchepossonorisultareancheutiliperillavoro.
COPECorporateOwned,PersonallyEnabled,èunlivellodigestioneintermedioincuivengonoaccoltealcuneistanzetipichedella“consumerizzazione”edelBYOD,eliminandoperòlaconfusioneprovocatadallapresenzadidispo-sitivieapplicazionitroppodiversificati. Ildispositivoèsceltoegestitodall’aziendacomenelmodelloCOBO,masonoprevistealcuneimportanticoncessionicheriguardanol’abilitazioneall’usopersonale,cheportaaunmaggiorgradodilibertàpergliutenti.L’aziendamantienecosìilcontrollodientrambiiperimetri(aziendaleepersonale)egliutilizzatoripossonousareidispositiviperfargirareAppnonsolodilavoroointeragiresuisocial.
BYOD, COPE, COBO: QUALE STRATEGIA GARANTISCE MEGLIO LA GOVERNANCE?
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alla banda, ma anche ai dati e alle applicazioni aziendali, stabilendo prioritizzazione, gerarchie e confini tra quello che è il patrimonio azienda-le e ciò che è invece quello personale dell’utente per garantire qualità del servizio, sicurezza ma anche la dovuta flessibilità necessaria a suppor-tare la produttività individuale degli utenti. Gli utenti, infatti, tendono a scaricarsi in autonomia molte applicazioni che, essendo consumer, spes-so non hanno regimi di protezione adeguati.
LA VELOCITÀ NON È TUTTO: CI VUOLE ANCHE IL CONTROLLOAl di là della praticità di una connessione ubi-
qua e pervasiva a supporto della produttività indivi-duale c’è un’altra rivoluzio-
ne apportata da notebook, smartphone e tablet. I dispositivi mobili, infatti, sono stati i driver di un forte cambiamento del concetto di lavoro, sempre meno associato a un luogo e a uno spa-zio e sempre più legato a un concetto di tempo. Lo smartphone è diventato una naturale este-sione delle persone, ma il BYOD in futuro ri-guarderà smart glasses, smartwatch e qualsiasi altro dispositivo connesso, fisso e mobile. Ogni dispositivo connesso e comunicante, infat-ti, è un touch point della rete e del business. La Unified Communication & Collaboration deve
essere progettata a partire da nuove logiche che integrano e fanno convergere in un’ottica multi-canale document management, application ma-nagement, service management. Il tutto nella massima sicurezza di dati, applicazioni, sistemi, che siano pubblici o che siano privati.Considerato come il differenziale del business oggi sia l’efficienza ma anche (e forse soprat-tutto) la velocità, le aziende devono evolvere a un ulteriore grado di maturità per accogliere quell’innovazione capace di assicurare processi rapidi, efficienti e funzionali. L’obiettivo? Garantire quell’interoperabilità necessaria a dare business continuity a dipendenti e collabo-ratori che, proprio in virtù della consumerizza-zione dell’ICT sempre più spesso chiedono alle aziende un’unica soluzione di continuità. Il tut-to con una capacità di controllo più smart.Nella Internet of Things, infatti, non sono le cose ad essere intelligenti, ma le persone.
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La smart mobility è solo il primo passo di una produttività individuale sempre più smart. La governance deve imparare a ragionare in una logicamulticanale ma anchee soprattutto multidevice. La Internet of Thing, infatti, è oggi una realtà
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human centric ict: l’it al servizio dell’utente
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Quando si parla di governance non esiste una formula universalmente valida.
Ogni organizzazione ha esigenze diverse, siste-mi diversi, priorità diverse e proprio per que-sto motivo è necessaria un’analisi estremamen-te articolata e precisa di tutto ciò che significa azienda oggi. La consumerizzazione del posto di lavoro e la muticanalità, infatti, hanno reso la fabbrica e l’ufficio uno dei tanti luoghi dove l’utente gestisce le proprie mansioni, relazioni private e di business. La digital transformation impone nuove capaci-tà di visione decisamente più omnicomprensi-ve, ovvero olistiche.
COME GESTIRE MULTIDEVICE, APP E CLOUD Per progettare il controllo del business è ne-cessario includere tutte le nuove declinazioni digitali di un’organizzazione, fatte di cloud, di virtualizzazione, di mobility e di app, di Unified Communication &Collaboration, di social. Lo smart working aiuta le aziende a rendere più efficienti i processi e, al contempo, a ridur-re i costi. Tutto dipende da quanto e da come la governance riesce a progettare architetture e servizi a supporto dei digital worker, garanten-do la produttività individuale e, al contempo, la sicurezza dei dati e dei sistemi a supporto del business. Ogni settore, infatti, deve sottostare non soltanto a una serie di processi e diretti-
ve tipiche delle attività e dei servizi correlati al proprio mercato di riferimento, ma anche a una regolamentazione sempre più precisa nell’uso e nella gestione delle informazioni, che si tratti di Privacy, conservazione sostitutiva, identifica-zione e gestione degli accessi.È sempre più complesso risolvere la compliance rispetto a un quadro normativo in costante evo-luzione (dalla conservazione dei dati sensibili alla biometria, dalla tracciabilità dei pagamenti alla sorveglianza). Esistono delle best practice, ma solo chi lavo-ra in un’azienda e conosce tutti i processi e le dinamiche di relazione può capire come inne-scare sistemi capaci di proteggere il patrimo-nio aziendale, le persone, i dati, i dispositivi e i sistemi, coinvolgendo le risorse necessarie ad attuare un piano di risk management, data loss prevention e disaster recovery adeguati. Per ridurre i rischi e razionalizzare la gover-nance la soluzione più coerente è l’adozione di
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Mettere il cliente al centro di tutto è stata la strada per sviluppare il business che serve quando serve davvero. Ma l’ICT ha trasformato in clienti anche i dipendenti e i collaboratori aziendali: come fruitori di servizi diversificati, infatti, siamo diventati tutti utenti, ognuno con dei bisogni precisi. Il piano della governance si è notevolmente allargato su più orizzonti di sviluppo e di ascolto
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un efficace ambiente di gestione con capacità multiservizio, in modo da permettere al ma-nagement di supervisionare e coordinare stru-menti, segnalazioni e attività di monitoraggio da cruscotti progettati per semplificare la com-prensione dei processi e degli eventi, acceleran-do l’attuazione di interventi massimamente più tempestivi. Le terminazioni dell’infrastruttura di rete, concettualmente parlando, non sono più solo e soltanto i dispositivi fisici e i sistemi che trasformano questi hardware in soluzioni sempre più smart, polifunzionali e sempre più spesso integrate. La produttività individuale e i processi azien-dali, infatti, corrono su una molteplicità di canali diversi che progressivamente tendono
a diventare convergenti per vari motivi legati all’efficienza, alla comodità, alla velocità. Alla governance è richiesta flessibilità, disponibilità, proattività e sicurezza.L’iperconvergenza della governance sta profi-landosi come un tassello di un nuovo livello di centralizzazione che, su più ordini di servizio e su più livelli di attenzione e di intervento, con-sente di armonizzare l’operatività degli utenti, la gestione del business e la riduzione dei costi legati alla maggiore produttività ed efficienza, potenziando l’efficacia dei controlli.La business continuity, infatti, è diventata sino-nimo di produttività individuale: i nuovi orien-tamenti dello sviluppo ICT sono massimizzare la produttività degli end user, incrementare l’a-
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Nell’era della customer centricity e della personalizzazione di massa anche l’ICT deve riprogrammare obiettivi e funzioni, costruendo attorno agli utenti una serie di servizi di riferimento e di supporto a qualsiasi deriva tecnologica: che si tratti di dispositivi fissi o mobili, di
sistemi fisici o virtuali, di soluzioni proprietarie, in outsourcing o in cloud
L’IT AL SERVIZIO DELL’UTENTE: I 6 PUNTI CHIAVE DELLA GOVERNANCE
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gilità del business, semplificare la gestione, ab-battere i costi e la complessità, garantire i risul-tati del business.
PROGETTARE IL BUSINESS IN UN MONDO INTERCONNESSO MA ANCHE SICURO La consumerizzazione dell’IT pone nuove sfide alla governance: gli utenti dei servizi IT hanno bisogni diversi e sempre più puntuali. Se non trovano supporto da parte dell’azienda, tendo-no a gestirsi in autonomia, scaricandosi app e provvedendo a dotarsi di dispositivi e sistemi di connessione e di condivisione che escono dal presidio aziendale e dal controllo, generan-do eterogeneità, falle ai sistemi di sicurezza, discontinuità nella governance e difficoltà, nel medio termine, degli tenti che si trovano sco-perti rispetto alle loro necessità di supporto e
di assistenza. La realtà oggi è che gli utenti sono multicanale: sempre più connessi e comunicanti in un mondo sempre più interconnesso e comu-nicante. Lo confermano i numeri degli analisti. Ne rendono evidenza gli esempi concreti che, dalla logistica alla sanità, dal manufacturing alla Pubblica Amministrazione, dagli ambienti finanziari alle Utilities raccontano una conver-genza delle informazioni che ha come denomi-natore comune uno smart working incentrato su dispositivi mobili, cloud, virtualizzazione e sistemi di comunicazione e di condivisione che abbracciano document management, videocol-laboration e social media.L’enterprise mobility management, infatti, oggi è solo un aspetto di un’evoluzione dello smart working nell’era delle smart city.La dematerializzazione ha digitalizzato l’infor-
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Oggi la governance deve mettere a fattor comune automazione, standardizzazione, consolidamento, virtualizzazione e cloud con un unico obiettivo: realizzare un’architettura di supporto al business estremamente agile, affidabile, performante e sicura, in tempi più che rapidi. Solo così si potranno supportare gli utenti , abilitando un percorso di UCC che cortocircuita qualsiasi tipo di dispositivo fisso e mobile
EVOLUZIONE DELLO SMART WORKING E CONSUMERIZZAZIONE DELL’IT: 6 SFIDE + 6
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mazione e i processi: dalla firma grafometrica all’Uified Communication&Collaboration, il mondo delle relazioni è profondamente mutato.Oggi alla governance serve approccio basato su una piattaforma di gestione dei servizi cen-tralizzata, capace di orchestrare e armonizzare virtualizzazione, desktop tradizionali, Mobile Device Management e Unified Communication & Collaboration in tutte le varie diramazioni tecnologiche.
CONCLUSIONITriangolare Innovazione, Collaborazione e Co-municazione oggi significa riuscire a contem-plare il mondo analogico e il mondo digitale in cui vivono gli utenti, riuscendo a garantire sicurezza, velocità, continuità operativa man-tenendo la supervisione e il controllo di tutti i servizi correlati. La consumerizzazione dell’IT ha accelerato l’informatizzazione di dipenden-ti, collaboratori, clienti e cittadini, ma è stato l’arrivo delle soluzioni mobile ha cambiare ra-dicalmente le prospettive di sviluppo, incre-mentando la produttività individuale in termini spaziali e temporali. Lo sviluppo applicativo si è riconfigurato in una chiave portatile, includen-do nuovi orizzonti gestionali come la raccolta dati sul campo, i pagamenti digitali, la firma grafometrica. Il BYOD è stato solo il primo pas-so verso una smartizzazione delle cose. L’intel-ligenza applicativa e gestionale associata alla Internet of Things ha un forte impatto sulla vita aziendale, portando nelle organizzazioni nuo-ve tecnologie ubique e pervasive in un mondo sempre più connesso e comunicante. Virtua-lizzazione, cloud, Unified Communication & Collaboration, social media consentono alle
aziende di avviare uno smart working virtuoso, all’insegna della razionalizzazione degli spazi e delle risorse. Gli utenti oggi chiedono sempre più spesso un’unica soluzione di continuità tra pc, notebook, palmari, smartphone, tablet. Va garantita non soltanto la potenza elaborativa e la disponibilità di banda, ma anche la sicurezza di dispositivi, applicazioni, dati e sistemi tra-smissivi, che siano privati e pubblici.Servono nuovi partner e nuove piattaforme di gestione capaci di assicurare alla governance la massima supervisione sull’hardware fisso e mobile, sul software proprietario e on demand, sugli ambienti fisici e virtuali, sul networking. Il tutto con una tracciabilità e una rintracciabilità delle informazioni corroborata da una reporti-stica avanzata e da SLA che assicurano alla pro-duttività individuale massima connessione ed elevata flessibilità.
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Dispositivi fissi o mobili, virtuali o fisici, motorizzati da sistemi proprietari oppure on demand devono supportare dipendenti e collaboratori in maniera flessibile ma anche ben presidiata per
garantire la qualità dei servizi e una produttività individuale a prova di business
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