OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA: MODELLI STRUT-AND-TIE
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Alessandra Festuccia Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica
OTTIMIZZAZIONE
TOPOLOGICA EVOLUTIVA:
MODELLI STRUT-AND-TIE
OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA:
MODELLI STRUT-AND-TIE
Pagina 2
INDICE
• Ottimizzazione strutturale;
• Metodologie di ottimizzazione strutturale;
• Ottimizzazione topologica evolutiva;
• Modelli Strut-and-Tie.
Pagina 3
OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE
OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA:
MODELLI STRUT-AND-TIE
Per ottimizzazione
strutturale si intende il
problema numerico e
matematico che
permette di
individuare, a partire
da parametri strutturali
noti e condizioni al
contorno date (carichi,
vincoli) della struttura
in esame, la soluzione
progettuale che
fornisce le migliori
prestazioni, in
relazione ad un
determinato obiettivo
da raggiungere e a
vincoli di
progettazione
assegnati.
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OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE
CARATTERISTICHE
OTTIMALI DI UNA
STRUTTURA:
• Semplicità
• Simmetria
• Robustezza
• Durabilità
• Ridondanza
• Iperstaticità
• Resilienza
L’OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE DEVE POTER
GARANTIRE DEI MOLTEPLICI OBIETTIVI
OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA:
MODELLI STRUT-AND-TIE
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OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE
UNA STRUTTURA
COSA È?
INSIEME DI ELEMENTI
SPECIFICI CHE TRAMITE
RELAZIONI
STRUTTURALI
FORMANO UNA
CONFIGURAZIONE
PERSISTENTE NEL
TEMPO
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MODELLI STRUT-AND-TIE
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OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE
• Micro Livello: ottimizzazione a livello locale, cioè cambiamenti
dimensionali, di sezione, di spessore, di area, di inerzia (Detailed
Geometry)
• Meso Livello: ottimizzazione a livello morfologico, cioè sulla forma
complessiva degli elementi strutturali, sulla posizione dei nodi, sul profilo o
sulla curvatura (Global Geometry)
• Macro Livello: ottimizzazione a livello topologico, cambiando posto agli
elementi strutturali e le connessioni delle parti strutturale (Load Path)
.
LIVELLI DI OTTIMIZZAZIONE
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METODI DI OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE
Elevato numero di parametri e di variabili
Presenza di vincoli fisici e progettuali
Funzioni da ottimizzare complesse
Ottimizzazione multiobiettivo
Ottimizzazione a più livelli
Incertezza sulla efficienza ed accuratezza del
metodo
PROBLEMATICHE
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MODELLI STRUT-AND-TIE
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METODI DI OTTIMIZZAZIONE EVOLUTIVI
Si esamina il problema della ricerca di schemi strutturali ottimali
mediante l’impiego di procedure evolutive denominate ESO
(Evolutionary Structural Optimisation).
Queste procedure operano in accordo con un principio generale di
natura euristica in base al quale, eliminando gradualmente porzioni
di materiale inefficiente da un assegnata struttura
sovradimensionata, la forma e la topologia della struttura
risultante evolvono verso una configurazione ottimale.
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METODI DI OTTIMIZZAZIONE EVOLUTIVI
Le procedure evolutive ESO
(Evolutionary Structural
Optimisation) operano modificando
la topologia di una assegnata
struttura sovradimensionata
attraverso la graduale rimozione di
porzioni di materiale considerato
inefficiente (Xie & Steven 1993,
1994).
OTTIMIZZAZIONE
TOPOLOGICA
EVOLUTIVA
Il livello di ottimalità della soluzione così ottenuta dipende sia dal criterio di
efficienza, in genere riferito allo stato di sollecitazione del materiale, sia dalla
velocità del processo evolutivo.
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
• Si divide il dominio iniziale in elementi finiti;
• Si esegue un’analisi strutturale;
• Si considera un parametro rappresentativo della risposta strutturale ad esempio
la tensione di Von Mises sull’elemento;
• Si confrontano le tensioni di Von Mises di elemento con quelle di una regione di
riferimento RR ad ogni step;
• Si stabilisce un criterio di efficienza a seconda del comportamento del materiale;
• Se il criterio di efficienza non è soddisfatto, si considera il materiale inefficiente e
viene rimosso degradando le sue proprietà costitutive;
• Si ripete il processo iterativamente fino al raggiungimento di uno stato di
stazionarietà in cui il criterio di efficienza risulta soddisfatto in tutti gli elementi
attivi.
STEP PRINCIPALI
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
PARAMETRO DI CONTROLLO → TENSIONE DI VON MISES
Si confronta, all’interno di una regione associata ad uno o più elementi finiti
(unità minima di eliminazione), il valore della tensione di Von Mises media σVM ,
con un’aliquota RR (Rejection Ratio) di un suo valore di riferimento, per
esempio la tensione massima sulla struttura σVM max .
Se in qualche unità il materiale non soddisfa questo criterio di efficienza:
σVM max ≤ RR σVM max Criterio 1
la regione corrispondente viene eliminata dalla struttura degradando le proprietà
costitutive del materiale, tipicamente il modulo di Young. Il procedimento si
ripete fino al raggiungimento dello stato di stazionarietà (Steady State).
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
Per favorire la gradualità del processo evolutivo, il parametro RR che determina
la velocità del processo viene in genere fissato come segue:
RR (SS) = A0 + A1 ⋅ SS
dove:
A0 e A1 sono costanti numeriche;
SS è un contatore intero, inizialmente pari ad uno, che si incrementa di una
unità ogni volta che il processo raggiunge uno stato di stazionarietà.
Spesso il controllo della gradualità del processo richiede anche un limite sulla
percentuale RRM (Rate of Removed Material) di volume rimosso VREM rispetto
al volume corrente V:
RRM = VREM / V ≤ RRMmax
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
In natura le strutture tendono a conformarsi in modo da minimizzare il lavoro
compiuto dai carichi applicati.
Si definisce allora un parametro rappresentativo della qualità della soluzione:
Indice PSI (Performance Structural Index)
PSI = V0 W0 / V W
essendo W il lavoro per unità di volume V ed in cui il pedice 0 denota i valori
riferiti alla configurazione iniziale (Zhao et al. 1997).
Attraverso un monitoraggio dell’indice PSI, è così possibile individuare la
soluzione ottimale fra le diverse alternative che emergono dal processo
evolutivo.
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
Il criterio di efficienza introdotto (Criterio 1) è appropriato solo per materiali
aventi un comportamento simmetrico in trazione ed in compressione.
Molti materiali esibiscono comunque un comportamento asimmetrico, spesso
associato a bassi valori di resistenza a trazione e/o a compressione.
A questo scopo occorre quindi modificare il criterio di efficienza ed introdurre il
concetto di stato di sforzo prevalente (Guan et al. 1999).
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MODELLI STRUT-AND-TIE
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Un materiale si considera prevalentemente teso (compresso) quando la
tensione principale massima (minima) è di trazione (compressione).
Ad ogni passo evolutivo il dominio Ω definito dalla struttura corrente può così
essere suddiviso in due parti, ΩT e ΩC, costituite da materiale prevalentemente
teso e compresso, rispettivamente.
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MODELLI STRUT-AND-TIE
OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
Si controlla l’efficienza del materiale all’interno di queste partizioni adottando un
criterio differenziato a seconda dello stato di sforzo che si vuole privilegiare.
Per un materiale poco
resistente a trazione il
criterio diventa:
│σ22│≤ RR│σ22,max│, in ΩT
Criterio 2
mentre, in analogia, per un
materiale poco resistente a
compressione il criterio
risulta essere:
│σ11│≤ RR│σ11,max│, in ΩC
Criterio 3
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
Le tecniche di ottimizzazione evolutive sono in genere applicate a continui:
• omogenei,
• isotropi,
• con comportamento elastico lineare.
MODELLI STRUT-AND-TIE
Si estendono ora le procedure ESO al caso delle strutture non omogenee, in
modo che il processo evolutivo consenta di ottimizzare non solo la distribuzione,
ma anche il tipo di materiale da impiegare nelle diverse parti della struttura,
sfruttando così al meglio anche le caratteristiche dei materiali costituenti.
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
MODELLI STRUT-AND-TIE
Il campo applicativo di interesse in questo lavoro riguarda lo studio di MODELLI
STRUT-AND-TIE (S&T). Nello specifico si analizzano tali modelli per elementi di
cemento armato, pertanto l’estensione proposta fa riferimento al caso di
strutture composte da due materiali.
Nella scelta di uno schema S&T adeguato occorre tenere conto di alcune
condizioni di progetto: la consistenza del modello con il flusso tensionale
effettivo e la natura composita del materiale.
Ai fini della valutazione dei flussi di forza interni alla struttura possono
considerarsi costituiti da schemi a traliccio equilibrati (Schlaich et al. 1987,
Schlaich & Schäfer 1991). Infatti le strutture ottimali tendono in genere a
conformarsi proprio secondo schemi di tipo reticolare.
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MODELLI STRUT-AND-TIE
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
• Si assume che ciascuno dei due materiali, calcestruzzo e acciaio, sia
omogeneo, isotropo e a comportamento elastico lineare con moduli di
elasticità rispettivamente Ec ed Es;
• Si parte per semplicità con una struttura iniziale omogenea, ad esempio
caratterizzata da un modulo Ec, e ad ogni passo del processo evolutivo si
aggiorna la distribuzione dei materiali in Ω assegnando i moduli Es al
materiale prevalentemente teso e Ec al materiale prevalentemente
compresso;
• Si adotta quindi un criterio di efficienza differenziato nei due sottodomini ΩT
(Criterio 2) e ΩC (Criterio 3) così individuati, in grado di garantire di per sé
una ripartizione adeguata delle funzioni resistenti fra calcestruzzo ed acciaio.
MODELLI STRUT-AND-TIE → STEP PRINCIPALI
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MODELLI STRUT-AND-TIE
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
Prima della fase di aggiornamento si possono presentare delle zone di
calcestruzzo prevalentemente teso e di acciaio prevalentemente compresso.
Per garantire allora la gradualità del processo evolutivo, è preferibile verificare
l’efficienza del solo materiale stabilizzato, ovvero dell’acciaio teso e del
calcestruzzo compresso, mentre il materiale in fase di riconversione non viene
rimosso fino alla sua stabilizzazione.
In particolare, se si indica con ΩT1 e ΩC1 le porzioni dei sottodomini ΩT e ΩC
costituite da materiale stabile, il criterio di efficienza per il caso delle strutture
composte da calcestruzzo ed acciaio diventa il seguente:
│σ22│ ≤ RR │σ22,max│ , in ΩT1 Criterio 2′
│σ11│ ≤ RR │σ11,max│ , in ΩC1 Criterio 3′
MODELLI STRUT-AND-TIE
OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA:
MODELLI STRUT-AND-TIE
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
Si pongono a
confronto le soluzioni
ottimali ottenute nei
due casi esaminati
sia con il criterio per
strutture omogenee e
materiale simmetrico,
sia con il criterio per
strutture composite.
MODELLI STRUT-AND-TIE: ESEMPIO
OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA:
MODELLI STRUT-AND-TIE
Si mostra per esempio il risultato ottenuto per il nodo trave-colonna soggetto ad una
azione flettente M che tende in un caso le fibre interne (M>0) ed in un caso le fibre
esterne (M<0).
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
Si denota che per la
struttura omogenea le
soluzioni che si
ottengono nei due casi
con M>0 e M<0 sono
esattamente duali,
mentre per la struttura
composita gli schemi si
differenziano in modo
evidente, esaltando il
diverso ruolo dei
materiali calcestruzzo
ed acciaio.
MODELLI STRUT-AND-TIE: ESEMPIO
OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA:
MODELLI STRUT-AND-TIE
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA EVOLUTIVA
Tale studio ha mostrato in particolare come la procedura esposta
conduca all’individuazione di schemi S&T che appaiono maggiormente
consistenti con l’effettiva natura del problema rispetto a quelli ottenuti
con riferimento ai criteri introdotti per le strutture omogenee.
In generale questa metodologia di ottimizzazione strutturale permette
la riduzione dei materiali impiegati per la realizzazione di un prodotto
mantenendone intatte le capacità meccaniche.
CONCLUSIONI
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