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PROGETTO per il Centro Diurno “ il Convento ” Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Ferrara Area S. Bartolo OSSERVIAMO OPERE D’ARTE E SCOPRIAMO AZIONI E ATTEGGIAMENTI DEI PERSONAGGI Percorsi per pazienti afferenti al Centro Diurno di San Bartolo (attività grafico-pittorica e utilizzo di strumenti informatici nell’espressione scritta) Anno 2015 Relatore del progetto: Fabrizio Osserviamo opere d’arte e scopriamo azioni e atteggiamenti dei personaggi Questo progetto si chiama così perché ci impegna sia col disegno sia col computer a fare delle riflessioni sui personaggi riprodotti nelle opere d’arte conservate nella Pinacoteca di Ferrara, correlati con quelli dei nostri giorni. La prima lezione tratta l’eleganza delle dame di un tempo, arrivando al confronto coi tempi di oggi. Nella prima lezione abbiamo trattato l’argomento dell’opera: “La vera croce” del Garofalo”:i compagni di corso a me sembrano interessati tutti, più o meno, specialmente nel disegno. Impariamo il disegno da due professori e anche al computer sono sempre in due. Ho visto anche della gente nuova e sono sicuro che ne trarranno profitto. Il numero dei corsisti al corso di disegno sono 18 e quelli di computer sono 19.

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PROGETTO per il Centro Diurno “ il Convento ” Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Ferrara

Area S. Bartolo

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Percorsi per pazienti afferenti al Centro Diurno di San Bartolo

(attività grafico-pittorica e utilizzo di strumenti informatici nell’espressione scritta)

Anno 2015

Relatore del progetto: Fabrizio Osserviamo opere d’arte e scopriamo azioni e atteggiamenti dei personaggi Questo progetto si chiama così perché ci impegna sia col disegno sia col computer a fare delle riflessioni sui personaggi riprodotti nelle opere d’arte conservate nella Pinacoteca di Ferrara, correlati con quelli dei nostri giorni. La prima lezione tratta l’eleganza delle dame di un tempo, arrivando al confronto coi tempi di oggi. Nella prima lezione abbiamo trattato l’argomento dell’opera: “La vera croce” del Garofalo”:i compagni di corso a me sembrano interessati tutti, più o meno, specialmente nel disegno. Impariamo il disegno da due professori e anche al computer sono sempre in due. Ho visto anche della gente nuova e sono sicuro che ne trarranno profitto. Il numero dei corsisti al corso di disegno sono 18 e quelli di computer sono 19.

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ELEGANZA Beato Tisi da Garofalo: “Identificazione della vera croce” L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare; è una frase che pronunciò un famosissimo stilista italiano Giorgio Armani mentre l’altrettanto celebre Coco Chanel disse che l’eleganza non consiste nell'indossare un vestito nuovo. Rinaldo: L’eleganza è un dono innato, per esempio quando ero giovane avevo le possibilità per vestirmi in maniera elegante, ma ciò che conta non erano solo i vestiti, ma il modo con cui ci si veste e si indossa. C’era un signore che si faceva definire “Barone”, che aveva anche lui le possibilità per essere elegante, ma gli stessi vestiti non gli bastavano per definirsi elegante, gli mancava lo charme. L’elegante per antonomasia un tempo era definito Gianni Agnelli, “l’avvocato”. Per chi ha il “phisique du role” basta poco per essere elegante, basta pensare alla moda di un jeans e una maglietta. L’eleganza è anche nel portamento, il porsi verso il prossimo, l’essere di maniere ad hoc, e allo stile di vita. Massimo: Considero l’eleganza un tema amico. Ho iniziato l’ultimo anno di scuola a vestirmi bene; con giacca e cravatta. Con l’eleganza risplendeva la mia interiorità, ero ribelle, innamorato, rabbioso. Dopo la scuola facevo fatica con gli amici comunisti, che consideravano espressione borghese la ricercatezza nel vestire. Ho letto Baudelaire e me ne sono innamorato. Il dandismo per Baudelaire è una religione, è la religione dell’uomo superiore, l’ultimo bagliore d’eroismo nei periodi della decadenza. La necessità di abbellirsi, di rendersi gradevoli non appartiene solo alle donne di ieri e di oggi. Anche molti uomini amano essere ordinati e eleganti. Disegnate una persona che si prende molta cura di sè, potreste individuarla anche fra i vostri colleghi di corso.

Ida Maria Elisa Andrea

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LOTTARE: Beato Tisi da Garofalo: “Strage degli innocenti” Nella vita si è sempre lottato per combattere, difendersi, per dominare o non lasciarsi sopraffare, per superare ostacoli, difficoltà, resistenze, contro la miseria, contro lo sfruttamento, contro l’ignoranza, contro il male, contro la morte, si può inoltre lottare con se stessi quando si scontrano in noi opposti sentimenti o si cerca di dominare un impulso con la ragione Anonimo: (Ricordate la più importante lotta della vostra vita). Avevo circa 21 anni e tanta voglia di avere un uomo e questo si è incarnato in un tipo affascinante, con il particolare di essere di colore; lui aveva ventidue anni più di me ma sembrava molto più giovane. Dopo un corteggiamento spietato mi ha convinto di presentarlo ai nonni e questo andò bene, a quanto ne so, perché lavorava sodo prima come muratore ma studiava come ingegnere edile e con il mio aiuto si è laureato, ma nonostante questo i miei non lo accettarono probabilmente per razzismo e io dovetti uscire di casa dopo una scenata famigliare e presi le difese del mio fidanzato e ho lottato per lui. Enrico: Nella Lotta mi ricordo i 300 spartani contro Serse per difendere la Grecia dagli attacchi persiani, i veri spartani combattenti che hanno sfidato un intero battaglione di persiani cavandosela in ogni battaglia e in ogni guerra, uccidendo tanti nemici; e ci hanno fatti passare per un stretto passaggio delle Termopili dove hanno fatto strage. 300 spartani contro più di sette mila persiani e per poco non vincevano i 300. Loro hanno lottato per degli ideali. Rosalia: (Ricordate la più importante lotta della vostra vita). La mia grande lotta nella mia vita è farmi la mia comitiva che io amavo da sempre, ma purtroppo è durata pochi mesi; ero molto orgogliosa dei miei amici ma è anche vero che avevo conosciuto un ragazzo che si chiama Vanni. Mi ero messa insieme a lui. Era una storia molto bella ma dopo, nel 2006, l’ho dovuto lasciare e dire “ti lascio” è stato come uno choc per me, perché lui mi faceva da ragazzo ma anche da amico. Io ho dovuto lasciarlo perché stavo molto male ma all’inizio non capivo cosa stesse succedendo a me stessa. Ma dopo ho capito piangendo forte che avevo una malattia inguaribile, perché mi era venuta la depressione, ma quando mi era venuta non potevo accettarmi con questa brutta malattia, perché io ho cambiato il mio modo di fare e di essere. Ma col tempo sono stata meglio grazie a San Bartolo e ai mie ricoveri sennò a quest’ora chissà che fine avrei fatto. Diciamo che da quando mi sono ammalata non mi sono mai accettata ma io penso che nella vita bisogna lottare tanto, per star meglio con te stessa e anche in mezzo agli altri e anche aiutare chi sta più male di me. Elaborazione grafica sull’atteggiamento della lotta intesa in senso lato Fabrizio Diego Rosalia

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Fabrizio: Nel dipinto del Garofalo, “La strage degli innocenti”, si narra che in un lontano secolo, c’era un re di nome Erode Antipa, il quale credeva sicuramente negli idoli. Ma quando sentì della nascita del Bambino Gesù, nato come tutti sanno a Betlemme, ne ebbe paura perché era detto da tutti , pastori e Angeli, che sarebbe diventato il “Re dei Re”. Erode allora fece uccidere i bambini sotto i due anni di età, questa fu una strage tremenda perché i bambini venivano strappati alle mamme. Questo è l’argomento della lezione di ieri di Giorgio, Isabella e Carla ed era presente anche Marina come operatore. La lezione è stata meravigliosa perché a me piace molto disegnare e anche i miei compagni hanno realizzato dei disegni meravigliosi. Spero che questi corsi possano continuare nel tempo, perché sono molto utili e aiutano la mente e l’estro di ogni alunno. Io ho disegnato dei mostri con varie tecniche, sia a tempera che con altri tipi di colori, come pastelli e matite.

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LEGGERE: Caletti Giuseppe detto il Cremonese: “San Marco” “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! perché la lettura è una immortalità all’indietro” ( Umberto Eco) Susanna: Premetto che da tempo non compro libri o riviste, perché non ne ho voglia, così ricordo ciò che ho letto in passato e mi è piaciuto. Il mensile Internazionale, La Cucina Italiana, le riviste d’arredamento di vario tipo. La lettura dei quotidiani mi appassiona per lunghi periodi poi la sospendo per altri momenti. I libri mi piacciono di vario genere, dalla letteratura storica ai libri odierni, romanzi in genere. I fumetti non mi piacciono tanto, non so perché. Anche le riviste di enigmistica mi sono gradite, purché con le soluzioni finali, giacché non sono molto esperta a risolverli. Preferisco queste letture ad altre perché mi sono più congeniali di letture d’altro genere. Mi piacciono anche i libri di poesia straniera più che italiana, generalmente con la traduzione a lato. Andrea: Io delle letture ne ho lette tante, infatti quando ero in seconda media la professoressa ci ha fatto leggere un racconto sulla antologia che si chiamava “L’accattone”. Un giorno l’accattone non aveva né da mangiare e

né da bere allora andò a rubare un pollo in un pollaio e qualcuno chiamò i gendarmi che lo punirono mettendolo in isolamento al San Vittore a Milano, poi lo misero a dormire al freddo. Il povero accattone morì. Commentando dico che non c’è giustizia perché i poveri vanno aiutati, non che fanno i menefreghisti le famiglie nobili. Io, Andrea, se avessi la possibilità di aiutare un barbone gli darei 100 € e gli pagherei un vestito nuovo e anche una casa. Tante volte ci penso e mi commuovo.

Beatrice

Massimo: Leggere arricchisce. Un’occhiata a tutto: libri, giornali quotidiani, riviste, fumetti. Preferenza per i libri e la letteratura; il giornalismo insegna ben poco, meno delle riviste penso; i fumetti si leggono da ragazzini. Mi concentro sui libri e sulla letteratura. A me piace leggere e scrivere, ma la fase della introiezione è finita, ora, da tanti anni, è iniziata una fase di produzione. Scrivere per me è fermare i ricordi, conoscersi, donarsi, amore per la gloria. Scrivere è anche una vocazione: ci vuole un impulso a scrivere, senza di questo o di uno negativo, non si scrive. Siamo destinati a lasciare o a non lasciare qualcosa.

Situazioni da associare alla lettura

Milena Denis

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GIUDICARE : Cosmè Tura: “Giudizio di San Maurelio” Giudicare significa formulare dentro di sé, o esprimere, un giudizio di valore, di merito, di approvazione o di biasimo su persone o cose. Milena: Un giudizio che ti ha dato fastidio. Questa mattina la badante mi ha sgridato perché ho risposto al citofono. Era Roberto del pulmino, con un altro ragazzo che non conoscevo, allora la badante mi ha fatto un verso, un urlo: lo dico alle tue sorelle, che tu Milena non mi hai dato retta. Maleducata, allora io mi sono messa a piangere, ho chiesto scusa a Roberto. Ero anche preoccupata, perché è andato all’ospedale qualcuno del palazzo e non sapevo chi era, e volevo saperlo, ma nessuno me l’ha detto. Allora mia sorella Luisa mi ha sgridato. Luisa giovedì mi viene a prendere al

Maccacaro, che è un centro diurno dentro ad una ex scuola a San Giorgio. Valter: Nella mia vita trascorsa sono stato giudicato e spregiudicato. Io ero nella mia giovinezza un semplice manovale preso in giro da coloro che non lavoravano, ero un bersaglio per tutti. Un giorno uno di costoro mi disse: “Noi ti abbiamo stressato quindi tu sopporti ingiurie” al punto che persi la salute. In seguito intrapresi la carriera Teocratica, i testimoni di Geova mi accolsero benissimo e tutt’ora ne ricevo le benedizioni. Io attualmente posso, a chi è interessato, insegnare cosa dice la Bibbia. Rinaldo: Il giudizio nelle parole di Papa Francesco 1° ha sconfessato la chiesa in merito all’omosessualità, un tempo infatti perseguitata dal clero. Successivamente il Pontefice ha sconfessato i suoi predecessori dichiarando: “Chi sono io per “giudicare” i gay ?” Il giudizio è anche fonte di lucro, basta guardare i critici, che vivono sul giudizio, riversando la loro cultura in merito all’opera presa in considerazione. Dal mio punto di vista i critici sono una specie di parassiti perché vivono sul talento dei “geni”. E’ comunque famoso il VERBO: non giudicare e non sarai giudicato. Eseguite personaggi che sono secondo voi giudicati Anna Maria Andrea Fabrizio

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OZIARE: Serafini Serafino: “Trionfo di Sant’Agostino” …al contrario, presso gli antichi Romani, l’otium era il tempo libero dai negotia (le occupazioni della vita politica e gli affari pubblici), dedicato alle cure domestiche e della proprietà, oppure agli studi; da qui la parola passò a indicare l’attività letteraria (otium litteratum). Rosalia: Carla, la mia amica che sta a letto dalla mattina alla sera, ha un problema molto serio perché lei è molto depressa, che non riesce ad uscire di casa, dalla sua tana e dal letto. Ma io capisco che la depressione è brutta ma so anche che ci sono i dottori, ma anche le medicine che ti fanno molto bene, ma devi trovare la forza e la buona volontà di mettercela tutta. Io capisco che non sia facile però con un po’ di buona volontà dico che tu, mia amica Carla, ce la puoi fare perché se ce l’ho fatta io ce la puoi fare anche tu. Io quando posso esco con la mia cara amica, ci incontriamo sul tram, però una volta che siamo in centro lei si lamenta che sta male allora io le dico: “ sforzati a stare in centro”, però a volte con la mia forza non riesco e la porto a casa . L’unico consiglio che le posso dare è questo: combatti come faccio io; questo vale per la mia cara amica ma anche per chi soffre più di me. Io se posso aiutare le persone che stanno più male di me lo faccio volentieri, io sono molto disponibile a tutto. Susanna: Alzi una mano chi concorda con il motto “L’ozio è il padre dei vizi”. Le mie mani sono abbassate in quanto dissento da tale affermazione. L’ozio è uno stato bello e utile, si può praticare in piedi, seduti e ovviamente sdraiati. Una attività che ritempra il fisico, lo spirito e la mente. Permette di ideare, pensare creare in uno stato di relax ideale. Se non turbato o interrotto bruscamente permette di realizzare nuove cose con energia e di occuparsi delle routine riposati. Insomma viva l’ozio creativo. Cosa lo determina è principalmente il bisogno di staccare dalle solite occupazioni, dalla fatica e dalla stanchezza. L’animale che secondo me ha atteggiamenti particolarmente oziosi è il felino che riposa sornione, ma è capace di scatti prodigiosi quando vuole o ne ha la necessità. Denis: Per me l'ozio consiste nell’avere sempre bisogno di dormire e non fare niente tutto il giorno. L'ozio è una brutta malattia soprattutto anche per il fisico, perché noi dobbiamo sempre mantenerci in forma smagliante per poter affrontare la giornata e poter fare le cose quotidiane.

Esprimere graficamente animali o persone notoriamente oziosi

Ombretta Andrea Rosalia

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SAPERE: Giovanni Luteri detto Dosso Dossi “Sapiente con libro”

Una persona è considerata ricca di sapienza se ha molte e profonde cognizioni, acquisite non soltanto con lo studio, ma anche attraverso l’esperienza, la meditazione e la riflessione. Romina: Giovanni di Niccolò Luteri (Dosso Dossi) Il soprannome deriva da un podere di proprietà della famiglia a Dosso Scaffa, vicino Mantova, città in cui è documentato nel 1512. Si pensa che la sua formazione sia avvenuta nella bottega del bolognese Lorenzo Costa, trasferitosi presso la corte dei Gonzaga come pittore di corte. Le prime opere mostrano, più che l’influenza del presunto maestro, un’impronta veneta che lascia supporre un viaggio nella città lagunare durante i primi anni di attività. Dal 1516 è Documentato a Ferrara al servizio di Alfonso d’Este: qui rimase fino alla morte sebbene gran parte delle opere realizzate per ville e residenze ducali sia andato perduto.

Diego: (prima esperienza di scrittura al PC) Oggi, una bella giornata di sole, sono venuto al Corso di Computer del Centro Diurno, sto per scrivere per la prima volta al computer. Sono contento Susanna: Secondo me la sapienza è il risultato di una formula alchemica fatta di studio, cognizioni, saggezza, facoltà intuitive, ponderazione, conoscenza. Il sapere si avvale di strumenti sempre più evoluti come computer ed anche telefonini con i quali è facile accedere alle informazioni desiderate in qualsiasi luogo e tempo con dati aggiornati su svariati argomenti. Tutt’altra cosa che il recarsi in biblioteca per avere informazioni su un dato argomento o l’aprire un dizionario o vocabolario per trovare il significato di un vocabolo, o l’atlante per sapere dove si trova una determinata città nel mondo e quali sono le sue peculiarità. Tornando alla sapienza, non mi viene in mente alcun personaggio veramente sapiente sia reale che letterario, pertanto non potrei descriverlo in questo momento. Luca: Una persona che secondo me è sapiente è LEONARDO DA VINCI pittore, scultore, inventore, analista del corpo umano che riesumava i cadaveri da sotto terra e ne studiava il corpo ; ha fatto notevoli invenzioni la bicicletta, l’aereo, le carte da gioco queste ultime le ha inventate di nascosto dalla chiesa perché teneva lontano i praticanti cattolici e induceva ad arrabbiarsi e litigare bestemmiando tra di loro. Un quadro bello e molto importante è la “gioconda” soprannominata MONNALISA; il particolare di questo dipinto è il busto con un sorriso enigmatico che non si sa se sia seria o sorrida, attualmente è esposta agli Uffizi di Firenze protetta da numerosi allarmi. Al tempo della seconda guerra mondiale i nazisti l’hanno portata in Germania restituita alla fine di quest' ultima. Un altro dipinto molto importante e l'ultima cena che raffigura l’ultimo incontro tra i discepoli Gesù e Maria Maddalena e Giuda; un altro dipinto sono le tre Marie che raffigurano Maria Maddalena ecc. Valter

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Fabrizio: SAPERE La lezione di oggi verte sull’atteggiamento sapiente assunta da una figura di un giovane dipinto dal Dosso Dossi. Le opere erano a Londra, ma la Cassa di Risparmio di Ferrara le acquistò e le donò alla Pinacoteca. Il mio disegno rappresenta un maxi computer e due santi che incutono la forza e la sapienza ai mezzi inventati dall’uomo che divulga il “sapere”. Andrea Rosalia

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AMMICCARE-SORRIDERE:

Maestro dagli occhi ammiccanti: “Madonna col bambino” Il sorriso manifesta serenità, benessere e apertura nei confronti di un'altra persona. L'espressione viene usata sia per manifestare uno stato emotivo, sia come strumento di comunicazione nel rapportarsi con gli altri. Il sorriso rappresenta comunque, nella cultura comune, l'espressione della felicità. Luca: Il sorriso ammiccante delle volte potrebbe sembrare provocatorio però se viene fatto da una donna mi piacerebbe molto. Spesso si sorride anche per sdrammatizzare, questo esempio mi ricorda una canzone di RAF che si innamora di una bellissima ragazza mentre canta in una serata in una balera; descrive tutto di questa ragazza e dice che se una strega ce l’ha con lei “non odio sul suo viso ma un sorriso perché sei la più bella del mondo”. E’ meglio avere a che fare con una persona che sorride, perché ti trasmette positività ed energia; dicono che ridere fa molto bene perché muove diversi muscoli del corpo e manda via la depressione. Di solito io rido se parlo con persone simpatiche che si scambiano parole scherzose in più quando vedo

alla televisione attori che recitano e fanno divertire il pubblico. La televisione e la radio sono diventate oggetti di compagnia e sono divertenti. Di solito mio padre diceva prima il dovere poi il piacere. Denis: Per me il sorriso rappresenta un modo per accettare le altre persone, per esempio quando vedo Giorgio venire al bar a prendere il caffè e dirmi che alle 11.30 devo venire al corso del computer. Un'altra persona che mi piace, che mi accoglie molto bene prima della lezione, è quando mi saluta Carla. Anche quando viene a trovarmi mio padre o mia madre e vedo che vengono sorridenti a trovarmi. Io con i miei genitori cerco di trovarmi sorridente sempre, anche se delle volte non ne ho molta voglia; per me il sorriso si vede anche quando si guarda la televisione, dove i presentatori sorridono mentre conducono i programmi televisivi. A me per esempio una grande cantante che mentre cantava sapeva anche sorridere era la famosa cantante Mina Mazzini, sapeva regalarci con le sue canzoni emozioni e brividi nel nostro animo. Adesso ho imparato che Mina ha compiuto 75 anni, ma anche se si è ritirata continua a cantare con suo figlio Massimiliano nella loro casa discografica. Elisa: Quando un’amica mi viene a trovare ho un sorriso affettuoso; a volte con una delle mie amiche sono andata a cena al ristorante conversando allegramente, altre volte ho fatto una passeggiata con una amica e il suo cane; per me il sorriso è allegria. A volte sfoglio una rivista come Anna o Gioia dove si trovano dei consigli di moda ad altri consigli femminili ed è una piacevole lettura. Osservate lo sguardo ridente, il rossore soffuso sulle guance, il gioco di mani e….innamoratevi dell’opera e…… ispiratevi per inventare un personaggio “ammiccante”…….. Susanna Anna Maria R. Milena

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PENSARE: Dosso Dossi e Garofalo “Madonna in Trono e Santi”

I nostri pensieri viaggiano alla velocità della luce e ogni giorno nella nostra vita sfrecciano migliaia di pensieri, la maggior parte dei quali non vengono neppure notati, ma lasciano tracce evidenti sotto forma di emozioni e sensazioni, sia positive sia negative. Susanna: Un pensiero ricorrente Il pensare è una gran bella attività, che comporta un notevole dispendio di energie. Si pensa bene e si pensa male, si pensa logorandosi o distendendosi. Si può pensare anche mentre si sviluppa un’altra azione e in stato di riposo. Un pensiero ricorrente in questo periodo, per me, è quello del ripristino della mia casa che ha subito alcuni stati di degrado. I pensieri raccolti in un progetto scritto

per gli interventi che si abbiano a fare, nell’ordine più conveniente, per rendere di nuovo abitativa la casa. Sono pensieri a volte frustranti, a volte bellissimi e sempre molto coinvolgenti in quanto amo molto la mia casa ed il vivere in essa. Massimo: A me piace moltissimo pensare. Mi batto in terra per la terra col pensiero fisso del cielo, quale oasi di riposo in pace per l’anima. Elisa: La donna raffigurata sta pensando, pare, alla sua famiglia, come affetti, come lavori domestici, come mobili, anche in cucina, forse anche alla sua vecchiaia. La tristezza nello guardo manifesta una probabile depressione tipica delle casalinghe, teniamo presente che le donne anche nei secoli passati, hanno avuto un ruolo importante, non solo cucinando o stirando ma anche decidendo i matrimoni dei propri figli e sono importanti anche nel lavoro del proprio marito. Giovanni Andrea T. Anna Maria B.

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IL RITRATTO NELLA STORIA di: Carla Bolognini

Il ritratto è una rappresentazione di una persona secondo le sue reali fattezze e sembianze. Il ritratto che un artista fa di sé stesso si chiama autoritratto .

Il ritratto non è mai una riproduzione meccanica delle fattezze (come una maschera di cera modellata su un volto), ma il prodotto della sensibilità dell'artista, che interpreta le fattezze secondo il suo gusto e secondo le caratteristiche dell'arte del tempo in cui opera.

L'impulso al ritratto, che fissi una determinata persona, è un fatto spontaneo , vedi i disegni dei bambini. Si può parlare in questo caso di ritratto "intenzionale" l'unico fattore di riconoscimento è la scritta con il nome della persona a cui il bimbo si riferisce.

Un secondo stadio del ritratto è quello "tipologico" dove una serie di particolari identificano il personaggio (es. attributi particolari, descrizione del vestiario, di oggetti pertinenti al soggetto o alla sua classe sociale, ecc.) .

Il vero e proprio ritratto è l’imitazione delle fattezze individuali del personaggio. Si tratta del ritratto "fisiognomico", che si compone a sua volta di due parti: la raffigurazione dei tratti somatici e la ricerca dell'espressione psicologica dell'individuo.

Esiste un ritratto "di ricostruzione", dove l'artista non ha visto il soggetto e tenta, sulla base delle informazioni in suo possesso di ricrearlo, secondo il concetto che si è formato circa quella persona. È il caso tipico dei ritratti dei grandi personaggi del passato dei quali non si sia tramandata l'immagine (es. Omero, Gesù o gli Apostoli).

EGITTO: Il ritratto “tipologico” fu molto in voga. Si rappresentavano Sovrani come tori e leoni (es. la sfinge, testa del Faraone Khefren sul corpo di un leone). Il realismo era visto come qualcosa di basso rivolto alle classi inferiori).

GRECIA: Si arrivò al ritratto “fisiognomico” passando per l’intenzionale e il tipologico. L’uomo nel suo esaltante splendore (canone/modello delle proporzioni di Policleto).

ITALICI e ETRUSCHI: Mentre in Grecia si rappresentava sempre la figura intera, gli Italici sostenevano che tutta la personalità della figura si concentrava nella testa. Ne è ad esempio “il sarcofago degli sposi”: l’atteggiamento dell’uomo, ritratto in atteggiamento affettuoso accanto alla sua sposa, sottolinea la considerazione ed il rispetto che godeva la donna nella società etrusca. Ella era tenuta in grande considerazione e aveva un ruolo di tutto rilievo nella vita quotidiana e sociale. Perciò fu lungo il passaggio dal ritratto “tipologico” a quello “fisiognomico”.

I ROMANI: Lungo periodo quello artistico romano che vide il susseguirsi di molti stili, tutti di ispirazione realistica quelli della fine dell’impero (Ritratto virile al museo Torlonia, che rappresenta il periodo imperiale di Roma).

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MEDIOEVO Durante il Medioevo, il cambio negli interessi delle rappresentazioni fece scomparire l'arte del ritratto. La mentalità fortemente permeata di religione cristiana, negava l'importanza dell'individualità delle persone, preferendo l'astrazione e il simbolo, si ritornò al ritratto "tipologico” fino all’alto medioevo (ritratto tipologico: i particolari descrivono il personaggio), ne è esempio “Umiliazione di Canossa” che vede Enrico 4° da Gregorio 7°. RINASCIMENTO Il Rinascimento segnò un punto di svolta nell'arte del ritratto per il rinnovato interesse verso il mondo naturale. I ritratti su medaglia divennero popolari. In questo periodo circolarono spesso piccoli ritratti miniati che diffondevano le effigi tra una corte e l'altra per rapporti matrimoniali.

Il ritratto rinascimentale comportava sempre un elemento simbolico e idealizzato, non era mai una mera riproduzione delle fattezze. Oltre agli oggetti che rappresentavano la ricchezza e il prestigio del soggetto (gioielli, pellicce, broccati, per le donne acconciature elaborate e incarnato chiarissimo), fu tipico raffigurare oggetti e animali simbolici, derivati dalla simbologia della pittura sacra, come il cagnolino (fedeltà), il libro (erudizione), l'ermellino (incorruttibilità di spirito), ecc. anche i difetti fisici acquistavano la propria dignità all'interno di una raffigurazione. Dal Rinascimento in poi i ritratti presentano anche minuziose riproduzioni della moda e del gusto nel

vestire dell'epoca, che permettono spesso di ricostruirne l'evoluzione di decennio in decennio. Esempi sono: Piero della Francesca con Doppio ritratto dei Duchi di Urbino (1470) e Leonardo da Vinci con La dama con l’ermellino (1490). BAROCCO ROCOCO’ (17° e 19° secolo) L'arte del ritratto ebbe un'enfasi ancora maggiore, come immagine dell'opulenza carica dei simboli del potere e della ricchezza. I fiamminghi furono tra gli artisti più richiesti per questo genere di opere. In questo periodo si diffuse lo studio per le espressioni facciali, che enfatizzassero particolari emozioni e stati d'animo (Anthony van Dyck, Triplo ritratto di Carlo I , 1635). In particolare si esplorarono i vari effetti e espressioni che caratterizzano un volto umano e i diversi effetti dell'età. A partire da questo interesse si arrivò alla creazione della prima caricatura, nata nell'ambito dell'accademia dei Carracci a Bologna. (Caricature di Annibale Carracci – 1595 – Londra). Il gusto rococò prevedeva una decorazione ricca e intricata, con attenzione ai dettagli e alla resa materica dei tessuti. I ritratti in questo periodo, grazie a questi accorgimenti tecnici, si caratterizzarono per una resa ancora maggiore della ricchezza e prestigio dei soggetti (Il bacio rubato di Fragonard – 1786 e il Ritratto di Maria Farnese di Nicolas Regnier - 1638). In questo periodo anche alcune pittrici raggiunsero notevole popolarità, specializzandosi spesso proprio nei ritratti, in una dimensione privata e civettuola tipicamente femminile.

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NEOCLASSICISMO E XIX SECOLO Alla fine del 18° secolo si diffuse la nuova sensibilità neoclassica, che ebbe una preferenza per le tonalità chiare, le luci cristalline, la semplificazione delle linee e dei tratti somatici. Nell'epoca romantica, preludio dell’arte moderna, gli artisti usarono nei ritratti pennellate forti e drammatiche (Eugène Delacroix La Libertà che guida il popolo, 1830), che portarono a un'accentuazione espressiva dei soggetti. Ebbe ampia diffusione anche il ritratto di soggetti comuni. Gli artisti del Realismo della seconda metà del secolo crearono numerosi ritratti di gente,di solito familiari o amici dei pittori stessi. La corrente francese a metà del 1800, vede il maggiore rappresentante in Gustav Corbet (gli spaccatori di pietre) . La loro superficie brillante e la vividezza dei colori rende questi ritratti attraenti, spesso capaci di cogliere l'intimità domestica dei soggetti. Fondamentali per la nascita dell'Impressionismo furono le esperienze che avevano rotto con la tradizione, introducendo importanti novità: la negazione dell'importanza del soggetto, che portava sullo stesso piano le vicende storiche, religiose e profane; la riscoperta del paesaggio; il mito dell'artista ribelle alle convenzioni; l'interesse rivolto al colore piuttosto che al disegno; creando un alternarsi di superfici uniformi e irregolari, che divenne il punto di partenza per le ricerche successive degli impressionisti (autoritratto di Renoir). I maestri del post-impressionismo, come Paul Gauguin e Vincent van Gogh (autoritratto), dipinsero numerosi ritratti ma sono soprattutto famosi i loro autoritratti. ARTE CONTEMPORANEA

All'inizio del 20° secolo le avanguardie interessarono anche il ritratto, che divenne gradualmente sempre più anti-naturalistico. Gustav Klimt (Le tre età della donna) circondò le sue figure di astratte decorazioni geometriche. Picasso sperimentò per la prima volta suggestioni cubiste (autoritratto). Ormai i caratteri "interiori" dell'individuo avevano preso più importanza dell'aspetto esteriore, liberando la creatività dell'artista nel connotare fantasticamente i ritratti. Grande attenzione alla psicologia, anche in senso

"patologico", emerge dalle opere degli espressionisti. Celebre è la dimensione onirica (di sogno) di alcuni ritratti del surrealista Salvador Dalí (Il Cristo androgino de L'ultima cena il cui viso è simile a quello di Gala). Dalla metà del 20° secolo in Europa e America il declino dell'interesse verso le rappresentazioni figurative a favore dell'astrattismo (Ritratto di Gaia di Klee), portò al ridimensionamento della produzione di ritratti, affidati sempre più spesso alla fotografia.

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I RITRATTI DEI CORSISTI

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