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Osservatorio su fumo, alcol e droga La ”crisi BSE” Verso nuovi paradigmi di formazione Le attività internazionali Ben…tornato BEN (Bollettino Epidemiologico Nazionale) ISSN 0394-9303 Volume 14 - Numero 1 Gennaio 2001 Spedizione in abbonamento postale articolo 2 comma 20/c legge 662/96 - Roma

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Osservatorio su fumo, alcol e droga

La ”crisi BSE”

Verso nuovi paradigmidi formazione

Le attività internazionali

Ben…tornato BEN(Bollettino Epidemiologico Nazionale)

ISSN 0394-9303Volume 14 - Numero 1

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Osservatorio su fumo, alcol e droga

La ”crisi BSE”

Verso nuovi paradigmidi formazione

Le attività internazionali

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ISSN 0394-9303Volume 14 - Numero 1

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Direttore responsabile e responsabile scientifico: Giuseppe BenagianoVice Direttore: Franco PiccinnoRedattore capo: Paola De Castro

Redazione: Carla Faralli, Lorenza Scotti, Alessandro SpurioProgetto grafico: Eugenio Morassi, Franco Timitilli

Grafica: Cosimo Marino CurianòComposizione e distribuzione: Giovanna Morini, Patrizia Mochi

Hanno collaborato: Federica Napolitani, Luigi Nicoletti, Antonio Sesta

Istituto Superiore di SanitàDirettore: Giuseppe Benagiano

Viale Regina Elena, 299 - 00161 RomaTel. 0649901 - Fax 0649387118

e-Mail: [email protected] - Sito Web: http://www.iss.itTelex 610071 ISTSAN I - Telegr. ISTISAN - 00161 Roma

Iscritto al n. 475/88 del 16 settembre 1988. Registro Stampa Tribunale di Roma© Istituto Superiore di Sanità 2001

Numero chiuso in redazione il 24 gennaio 2001

“Se si vuole che tutto rimanga com’è, bisognache tutto cambi”. Con questa frase emblematicaTomasi di Lampedusa, ne Il gattopardo, voleva evi-denziare come spesso i cambiamenti sono solo difacciata e non sostanziali.

Quando si decide di rinnovare un prodotto edi-toriale, si cambia la veste grafica e quindi l’aspettomeramente formale dell’opera, mentre i contenutirestano invariati. Questa “nuova edizione” del No-tiziario punta, invece, a un rinnovamento globaledel bollettino dell’ISS.Viene rinnovata la veste gra-fica che diventa sicuramente più accattivante dellaprecedente, anche per renderne più agevole la let-tura, ma il “nuovo” Notiziario mira soprattutto adun cambiamento dei contenuti. Tale rinnovamentoè motivato dal fatto che nei tredici anni che sonointercorsi dall’uscita del primo numero molte cosesono cambiate: il Servizio Sanitario Nazionale hasubito e sta tuttora subendo radicali trasformazio-ni, ASL e Regioni stanno assumendo sempre mag-giori poteri e responsabilità nell’ambito della ge-stione della sanità pubblica e, in questo contesto inevoluzione, il Notiziario si rinnova per fornire aglioperatori sanitari alcune chiavi di lettura dei pro-cessi in atto nel campo della tutela della salute pub-blica. Verranno così introdotte alcune rubriche diinteresse sanitario.

Per rispondere anche a esigenze emerse da unquestionario di gradimento, una sezione del Noti-ziario sarà dedicata alla presentazione di studi epi-demiologici relativi, non solo alle malattie infettive,ma anche di altra natura.

È stato, inoltre, ampliato il target a cui si è fi-nora rivolto il Notiziario per rispondere alle solle-citazioni dei ricercatori dell’Istituto, affinché possa-no essere diffuse in modo più adeguato le infor-mazioni inerenti all’attività dell’ISS anche a livelloperiferico e non specialistico. Quindi, oltre ad ASL,presidi ospedalieri, università, ecc., ci si rivolgeràad un pubblico più ampio di operatori sanitari. I de-stinatari passano così da quasi 2.000 a circa 5.000.

Le novità sono quindi molte e il nuovo Noti-ziario vuole rappresentare uno degli strumenti at-traverso cui l’Istituto potrà apportare il proprio con-

tributo ad una sanità che cambia. Confidiamoche questo nuovo “corso” possa suscitare l’in-teresse dei lettori e siamo pronti ad accoglie-

re suggerimenti ed osservazioni.

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Giuseppe Benagiano

Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . 2Osservatoriosu fumo, alcol e droga . . . . 3

Verso nuovi paradigmidi formazione . . . . . . . . . . 12

Il convegno del mese . . . . . 14

Visto… si stampi . . . . . . . . . 15

Bookmark . . . . . . . . . . . . . . 18

La “crisi BSE” . . . . . . . . . . . 19Le attività internazionali . 11

BEN - Editoriale . . . . . . . . . . i

Obesità e sovrappesotra i pre-adolescenti . . . . . . ii

Corsi e Congressi . . . . . . . . iii

Gli antibiotici in Italia:focus sul consumoregionale . . . . . . . . . . . . . . iv

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a crescente attenzione rivoltanell’ambito delle politiche sa-nitarie nazionali ed interna-zionali alla promozione della

salute rappresenta il se-gnale eloquente del-

l’inderogabile necessità da partedell’individuo di riconoscere e ge-stire i principali fattori di rischio edi malattia. Tale approccio appareulteriormente giustificato dalla ne-cessità di diminuire il carico di ma-lattie relative alle patologie croni-che ed il conseguente incrementodei costi sociali e sanitari che la ge-stione di tali malattie comporta.

Appare pertanto necessario in-crementare la speranza di salute ri-spetto alla speranza di vita, garan-tendo che l’aumento degli anni divita corrisponda effettivamente adanni vissuti in buona condizione disalute.

Per raggiungere questo obiettivoè necessario agire attraverso inter-venti concreti di informazione, for-

mazione, prevenzione primaria,monitoraggio e sorveglianza attivasui principali stili di vita “modifi-cabili”, come è stato riportato nelPiano Sanitario Nazionale (PSN)1998-2000.

Con l’obiettivo I il PSN si è pro-posto di promuovere l’adozione dicomportamenti e stili di vita in gra-do di favorire la salute e di sostene-re la diffusione di attività dicontrollo e di riduzione deifattori di rischioattraverso azioniconcernenti, fral’altro, il fumo el’alcol. Relativa-mente alle tossico-dipendenze, l’o-biettivo IV (“raf-forzare la tuteladei soggetti debo-li”), individua co-me obiettivi, oltrealla riduzione del-la mortalità, l’aumento dellapercentuale di consumatori incontatto con le strutture di assi-stenza e un più efficace inserimen-to sociale.

Inoltre, nel documento dell’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità(OMS) per la Regione Europea(Salute 21) sono stati identificati gliobiettivi per la salute per i prossimi15 anni, a partire dall’anno 2000. Ildocumento prevede che “entrol’anno 2015 gli effetti negativi perla salute derivanti dal consumo disostanze che producono dipenden-za come il tabacco, l’alcol e le dro-ghe psicoattive debbano subire unariduzione significativa in tutti gliStati membri”.

La costituzione presso l’IstitutoSuperiore di Sanità (ISS) di un Os-servatorio su fumo, alcol e drogamira pertanto a fornire le basiinformative, formative e di sorve-glianza utili per l’attuazione delle

strategie specifiche previste dalPSN e raccomandate dall’Organiz-zazione Mondiale della Sanità e

dall’Unione Europea. Le atti-vità relative alle tre aree di in-

tervento (fumo,alcol e droga) so-no strettamenteinterconnesse.

Sono di segui-to riportate neldettaglio le atti-vità delle singolearee operative; ètuttavia da rileva-re che nello svol-gimento dei ri-spettivi piani di

lavoro esistono spazi comunie complementarietà di intenti

che verranno gestiti unitariamentein itinere in accordo ai principi diefficienza, efficacia e sussidiarietàdegli interventi, evitando inutiliduplicazioni.

Sono azioni comuni il TelefonoVerde su fumo e alcol, l’attivazionedi un sito web e il monitoraggiodella pubblicità diretta (alcol) e in-diretta (fumo e alcol) e dell’atten-zione al fenomeno droga sui mezzidi comunicazione che per como-dità di esposizione, esecuzione e ge-stione sono state inserite nell’areadi intervento fumo.

Vi sono, invece, altre azioni spe-cifiche per le singole aree in relazio-ne alla peculiarità dell’intervento.

L’Osservatoriosu fumo, alcol e drogamira a fornire le basiper l’attuazione dellestrategie specifiche

previste dal PSNe raccomandate

dall’OMSe dall’Unione Europea

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OSSERVATORIOSU FUMO, ALCOL E DROGA

Piergiorgio Zuccaro

Piergiorgio ZuccaroDirigente di ricerca del

Laboratorio di Biochimica Clinicaè Responsabile dell’Osservatorio

su fumo, alcol e droga

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In Italia i fumatori sono circa 12milioni, con una prevalenza del32,4% e del 17,1% rispettivamen-te negli uomini e nelle donne(ISTAT 1999). Sono attribuibili alfumo di tabacco almeno 100 000morti all’anno, di cui il 25% inun’età compresa tra i 35 e i 65 an-ni. Il fumo attivo rimane la princi-pale causa prevenibile di morbositàe mortalità nel nostro Paese, comein tutto il mondo occidentale.

Una serie di misure per com-battere il tabagismo, come la restri-zione pubblicitaria, l’informazione,la promozione della salute e il sup-porto per la cessazione del fumo, sisono dimostrate efficaci nella ridu-zione dell’abitudine al fumo.

Il PSN ha previsto il persegui-mento della drastica diminuzionedei fumatori attraverso: a) la pro-mozione di interventi di educazio-ne sanitaria e di iniziative volte allalimitazione del consumo di tabac-co, specie tra i giovani; b) la pro-mozione di campagne per l’inter-ruzione del fumo in gravidanza; c)l’attuazione di programmi di pro-vata efficacia per favorire la disas-suefazione dal fumo.

Poiché nel nostro Paese il fumodi sigaretta è uno dei più impor-tanti fattori che aggrava le spere-quazioni sociali nei confronti dellasalute, ogni intervento per la cessa-zione del fumo, specialmente a fa-vore dei gruppi sociali meno av-vantaggiati, risponde all’obiettivodella riduzione delle diseguaglianzepreviste dal PSN.

Tenendo conto delle evidenze

disponibili, è indispensabile pro-grammare interventi di caratterenazionale che affrontino il tema delfumo in chiave strategica. In sinte-si, occorre un progetto nazionalesul fumo che integri le competenzeistituzionali, fornisca le linee di in-dirizzo tecnico, garantisca le risor-se, esegua un monitoraggio degliinterventi e valuti il raggiungimen-to dei risultati.

Le attività previste dall’Osserva-torio sono:A. Telefono Verde fumo e alcol e

sito web.B. Monitoraggio della comunica-

zione su fumo, alcol e droga.C. Produzione, aggiornamento e

disseminazione delle evidenzedisponibili sulla efficacia dellestrategie di prevenzione e degliinterventi volti alla cessazionedel fumo.

D. Coordinamento nazionale traMinistero della Sanità (Di-partimento della Program-mazione, Di-partimento del-la Prevenzione)e ISS per le ini-ziative da intra-prendere nel-l’ambito della lotta al taba-gismo, in collaborazionecon agenzie regionali, so-cietà scientifiche, enti governa-tivi e società Onlus.

A. TELEFONO VERDEFUMO E ALCOLE SITO WEB

Il Telefono Verde contro il fu-mo (TVF), è un servizio nazionaleattivato dall’Osservatorio su fumo,alcol e droga dell’ISS il 2 maggio2000. Il servizio è anonimo e gra-

tuito per l’utente ed è operativo dallunedì al venerdì dalle ore 10:00 al-le ore 16:00.

L’équipe del TVF si occupa so-stanzialmente di due aree: una re-lativa all’attività di consulenza te-lefonica (contatto con l’utenza),un’altra più strettamente di ricerca(elaborazione di materiale informa-tivo, creazione di una banca dati,ecc.).

Attivitàdi consulenza telefonica

Il TVF si rivolge all’intera po-polazione ed in particolare:• ai fumatori, per indirizzarli ver-

so ambulatori antifumo o persupportarli durante il percorsodi disassuefazione;

• ai familiari del fumatore per for-nire un sostegno;

• al non fumatore come confron-to sui metodi possibili di di-fesa dal fumo passivo;

• agli operatori sanitari perinformazioni sulmateriale divul-gativo, scientifi-co e legislativosul fumo;• alle scuole per

consulenze su progetti diprevenzione primaria e se-

condaria;• alle istituzioni in generale per

informazioni su interventi percontrastare la problematica fu-mo. Sostanzialmente l’utenzadel TVF fa riferimento a duegrandi categorie: utente-cittadi-no e utente-istituzione.Gli obiettivi del TVF sono i se-

guenti:• dare informazioni scientifiche

sugli effetti prodotti dal tabac-co, sulle terapie possibili e sugliaspetti legislativi;

• fare una prima analisi insiemeall’utente riguardo i problemipersonali;

• stimolare le risorse dell’utente ela possibilità di attivarne altreper affrontare il proprio proble-ma in modo nuovo;

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Osservatoriosul fumo

Settore Fumo: Roberta Pacifici* (responsabile) Simona Pichini*Settore Alcol: Emanuele Scafato** (responsabile)

Settore Droga: Piergiorgio Zuccaro* (responsabile) Teodora Macchia*Collaborano:

Gloriana Bartoli, Alessandra Di Pucchio,Laura Martucci, Gabriele Modigliani, Claudia Mortali,

Enrica Pizzi, Rosaria Russo*Laboratorio di Biochimica Clinica **Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica

Per informazioni: [email protected]

Telefono Verde Fumo

800 554088

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• scegliere con l’utente una strut-tura adeguata alle proprie esi-genze;

• promuovere e sostenere ini-ziative di sensibilizzazioneal problema ta-bagismo.Il counselling

telefonico è unametodologia chesi presta bene alprimo contattocon i soggetti chehanno diretta-mente o indirettamente unaproblematica legata al fumo.Tale metodologia si basa suuna relazione individuale consu-lente-utente e garantisce confiden-zialità e anonimato.

In questi primi mesi di espe-rienza è stato possibile evidenziareche, anche nella problematica lega-ta al fumo, come per altri servizi te-lefonici (tossicodipendenza, rischiodi infezioni da HIV), l’anonimatoè importante per favorire o facilita-re il primo contatto con l’utenza.

La nicotina, assunta con il fu-mo delle sigarette, provoca unacondizione caratterizzata da unascarsa capacità di controllo dell’as-sunzione, desiderio intenso di fu-mare per poter assumere la sostan-za (craving), sintomi di astinenzanel corso della sospensione dellasostanza.

Tale condizione vienespesso negata ominimizzata dalfumatore, ma vie-ne riportata inmodo forte quan-do l’utente puòparlarne ad un esperto attra-verso il contatto telefonicoanonimo. In questo senso il coun-selling si propone di accogliere an-sie ed imbarazzi degli utenti chetentano di esplicitare la loro situa-zione di dipendenza vissuta comese si trattasse di qualcosa di cui ver-gognarsi, di eccessivo, di incomu-nicabile.

Una parte dell’utenza è costi-

tuita inoltre da operatori socio-sa-nitari che cercano nel TVF un in-

terlocutore per esporre inizia-tive, problemi, avere del ma-

teriale, ma anche un supportoscientifico ed e-mozionale per leloro iniziative.

Per gli opera-tori socio-sanitariil TVF cominciaad essere un pun-to di riferimentoper le iniziative

locali e nazionali.

Attività di ricercaIl gruppo del Telefono Verde

contro il fumo ha intrapreso un la-voro di studio e di ricerca sulle te-matiche proprie del servizio.

Tra le attività di studio è in cor-so una ricerca-intervento sul con-trollo del fumo negli ospedali. Talericerca ha utilizzato un questiona-rio, realizzato in collaborazione conl’Associazione Italiana PneumologiOspedalieri (AIPO) nell’ambito delProgetto europeo “InternationalNetwork Towards Smoke-free Ho-spital”.

La ricerca si è svolta in due fasi.Nella prima sono stati inviati (apri-le 2000) 238 questionari alle strut-ture che avevano aderito al Proget-

to “Ospedali senza fumo”.Nella seconda fase la ricerca

è stata estesa a 815 strutture.L’elaborazione deidati provenientidai questionari hapermesso di evi-denziare lo statodi gestione del fu-

mo e di ottenere una primamappatura del territorio nazio-

nale.Si sono potute così avere infor-

mazioni su:• la politica di controllo del fumo

negli ospedali, le risorse internee la difficoltà di attivazione de-gli interventi;

• il tipo di assistenza offerta alpersonale sanitario e ai pazienti

per smettere di fumare;• i Centri attivati per assistere i

cittadini che vogliono smetteredi fumare.

Il Telefono Verde Alcol

Dal 2 gennaio 2001, l’Osserva-torio su fumo, alcol e droga ha atti-vato il Telefono Verde Alcol.

Il servizio è nazionale, anonimoe gratuito per l’utente ed è operati-vo dal lunedì al venerdì dalle ore10:00 alle ore 16:00.

Il Telefono si propone di:• fornire un’informazione ogget-

tiva, valida e corretta sul consu-mo e abuso di alcol;

• sensibilizzare sulla tematica re-lativa all’alcol come sostanza efattore di rischio nei suoi aspet-ti multidimensionali.Il servizio è rivolto alla popola-

zione in generale ed in particolare aquella giovanile.

Dal mese di gennaio 2001 è an-che attivo un sito web dedicato al-l’attività dell’Osservatorio.

B. MONITORAGGIODELLA COMUNICAZIONESU FUMO, ALCOL E DROGA

Sebbene la Legge n. 52 del22/2/1983 proibisca la pubblicitàdi qualsiasi prodotto da fumo, ilfatto che non venga fatta una di-stinzione tra pubblicità diretta e in-V

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Il fumo in Italia:12 milioni di fumatori

100 000 mortiall’anno attribuibilial fumo di tabacco

Telefono Verde Alcol

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Reproduced with permission fromEnviron. health perspect., vol. 108, n. 5 (cover)

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diretta e che le sanzioni ammini-strative siano di modesta entità, difatto non ha impedito che il mar-chio di alcune marche di sigarettesia associato ad eventi sportivi (For-mula 1), a prodotti di largo consu-mo (profumi per uomo), a viaggiin luoghi esotici.

Inoltre, non è stata posta alcunaattenzione da parte dei mezzi di co-

municazione per evitare, ad esem-pio, che nei programmi televisivi ilprotagonista di sceneggiati a gran-de indice di ascolto fumi. Anche igiornali e i rotocalchi riportano,spesso in prima pagina, fotografiedi politici o personaggi pubbliciche fumano.

Per quanto riguarda l’alcol, no-nostante siano state effettuate alcu-ne campagne di informazione esensibilizzazione da parte del Mini-stero della Sanità e del Diparti-mento Affari Sociali - Presidenzadel Consiglio, la costante promo-zione delle bevande attraverso imass media rende difficilmentecompetitivi i messaggi di promo-zione della salute rispetto agli altrimessaggi che giungono, in partico-lare ai giovani, non solo in coinci-denza di manifestazioni sportive,spettacoli e concerti, ma anche e so-prattutto nel corso di programmitelevisivi o radiofonici collegati al-la cultura giovanile.

Pubblicità dirette o indirette so-no orientate a proporre il consumodi bevande alcoliche come standardda perseguire nell’ambito di unostile di vita esplicitamente ispiratoal raggiungimento di un maggiorsuccesso sociale o personale.

In Italia, prima del 1991, nonvi era alcuna legge o regolamenta-zione riguardante la pubblicità dibevande alcoliche. Dal 1964 i pro-duttori di bevande alcoliche, leagenzie pubblicitarie, le televisionie i network privati aderiscono subase volontaria ad un codice di au-toregolamentazione.

Appare quindi opportuno mo-nitorare l’attività di promozione,diretta o indiretta, delle bevande al-coliche (trailer, spot o messaggipubblicitari), l’aderenza ai codici ealle leggi per giungere ad una valu-tazione dell’impatto che tali attivitàpossono esercitare su vasti strati dipopolazione e sui giovani in parti-colare.

Per quanto riguarda la droga, al-cuni temi di grande rilevanza socia-le e sanitaria, come la somministra-zione controllata di eroina, i pro-grammi di riduzione del danno, ladepenalizzazione delle droghe co-siddette leggere, sono spesso ogget-to di dibattiti da parte di esperti del-le diverse aree di competenza (giuri-sti, tossicologi, sociologi).

Le varie posizioni che pe-riodicamente vengono ripor-tate dai giornali,sia per la difficoltàdi usare una ter-minologia comu-ne, sia per la mul-tifattorialità dellecause e delle possi-bili soluzioni lega-te alla tossicodi-pendenza, creano spesso mo-vimenti di opinioni mediatidai canali di informazione e basatisu una distorta percezione del pro-blema.

Scopo della presente ricerca èquello di monitorare sui temi delfumo, alcol e droga, le 7 principalireti televisive a carattere nazionale,i 10 principali quotidiani a diffu-sione nazionale e i 6 periodici piùvenduti.

Per la televisione verrà calcolataper ogni giorno, nella fascia orariaprevista, il tempo dedicato al fumo,

alcol e droga e il tipo di messaggiotrasmesso.

L’elaborazione dei dati terràconto del tipo di audience e di tut-ti quei parametri propri della scien-za della comunicazione.

C. EFFICACIA DELLESTRATEGIE DI PREVENZIONEE DEGLI INTERVENTIDI CESSAZIONE DEL FUMO

Numerosi studi sono stati evengono tuttora pubblicati sull’ef-ficacia delle strategie di prevenzio-ne e sugli interventi di cessazionedel fumo.

Nell’ambito della collaborazio-ne Cochrane e in altri ambiti ven-gono condotte revisioni sistemati-che che riassumono i risultati deisingoli studi.

Sono disponibili documenti in-ternazionali di linee guida sugli in-terventi di prevenzione e cessazionedel fumo. Molti degli studi, dellerevisioni pubblicate e delle lineeguida sono in lingua inglese.

Esistono riviste o altre pubblica-zioni italiane dove trovano spa-zio studi sull’efficacia di que-

sti interventi che possono sfug-gire ai gruppi inter-nazionali che con-ducono le revisionisistematiche.

La diffusionedi queste informa-zioni in Paesi nonanglosassoni è as-solutamente ca-

rente; è quindi necessario ren-dere disponibili tali evidenze

nelle strutture che operano nel-l’ambito del SSN.

La ricerca si pone lo scopo diprodurre, aggiornare e diffonderestudi e revisioni sull’efficacia dellestrategie di prevenzione e sugli in-terventi di cessazione del fumo; ta-le ricerca verrà sviluppata dall’A-genzia di Sanità Pubblica della Re-gione Lazio in collaborazione conil Centro Cochrane Italiano e conl’Osservatorio su fumo, alcol e dro-ga dell’ISS, nell’ambito del Pro-

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Il PSN prevedeuna drastica riduzione

dei fumatoritramite campagne di

educazione alla salute

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gramma nazionale per le linee gui-da. Si costituirà, inoltre, un comi-tato editoriale costituito da espertidi epidemiologia, valutazione di ef-ficacia e comunicazione.

D. COORDINAMENTONAZIONALETRA MINISTERODELLA SANITÀ E ISS

La crescente attenzione postanegli ultimi anni nell’ambito dellepolitiche sanitarie nazionali e inter-nazionali al problema tabagismo hacomportato, da parte di più sogget-ti istituzionali o del volontariato so-ciale, un fiorire di iniziative che, an-che se a volte hanno avuto caratte-re episodico, hanno comunque rap-presentato una risorsa chepuò essere valorizzata.

L’OMS ha da diversi an-ni proclamato il 31 maggio“Giornata mondiale controil fumo”. Durante tale gior-nata, la Lega Italiana per laLotta contro i Tumori, l’As-sociazione Italiana Pneumo-logi Ospedalieri e la Federa-zione Italiana contro le Ma-lattie Polmonari Sociali e laTubercolosi presentano al-cune iniziative a caratterenazionale.

Inoltre, dal 1999 l’ISSha promosso una serie diazioni, come l’istituzione di un Te-lefono Verde contro il fumo, la di-stribuzione di volantini con mes-saggi sanitari ed interviste radiofo-niche e televisive. Tali iniziative sisviluppano nel corso dell’anno evengono riportate il 31 maggio diogni anno nell’ambito dei convegnia carattere nazionale che si svolgo-no in Istituto.

Si ritiene utile, al fine di unamigliore programmazione degli in-terventi e delle azioni da intrapren-dere, costituire presso l’ISS uncoordinamento tra il Ministero del-la Sanità, lo stesso Istituto e tutti isoggetti interessati a promuovereazioni ed interventi per la lotta altabagismo.

Nel corso degli ultimi anni granparte dei Piani Sanitari Nazionalidelle differenti nazioni appartenen-ti all’Unione Europea hanno so-stanzialmente privilegiato un ap-proccio di popolazione generalescaturito da un’attenta analisi dellerealtà epidemiologiche esaminate egeneralmente caratterizzato dall’in-dicazione di un coerente sviluppomultidimensionale di azioni e ini-ziative evidence based. Questo an-che in accordo con le indicazioniemergenti dal documento Health21 dell’OMS e dai numerosi docu-

menti (progetti, risoluzioni, racco-mandazioni, report) della Com-missione, del Consiglio e del Parla-mento Europeo. L’uso sempre piùfrequente del termine “determi-nante di salute” in luogo del termi-ne “fattore di rischio” appare, a ta-le riguardo, un indicatore coerenteed adeguato a misurare il processoevolutivo di un rinnovato modelloconcettuale che ha posto in posi-zione centrale la salute rispetto allamalattia, l’individuo rispetto al si-stema sanitario. Ciò si è reso parti-colarmente evidente per i determi-nanti collegati agli stili di vita ed inparticolare per l’alcol ed il bere.

Secondo le stime dell’OMS, iprodotti alcolici sono responsabili

del 9% del carico totale di malattiadell’individuo. Il danno provocatodall’alcol impone un carico econo-mico per l’individuo, le famiglie, lasocietà attraverso costi sanitari, per-dita di produttività, morbilità,mortalità precoce, complessiva-mente stimabili intorno al 2-5%del prodotto interno lordo.

È questo il motivo per il quale lariduzione dei danni causati dall’al-col è, attualmente, una delle piùimportanti azioni di salute pubbli-ca che gran parte degli Stati europeisi prepara a realizzare per migliora-re la qualità della vita dei propri cit-tadini.

La creazione di un osservatoriosull’alcol, in combinazione e siner-

gia con analoghe attività dedi-cate al fumo e alle droghe, èstata pertanto reputata indi-spensabile per l’attuazione diiniziative, attualmente carentia livello nazionale, che possa-no trovare un orientamentorazionale ed un opportunocoordinamento, finalizzate al-la massima valorizzazione edottimizzazione delle risorse,delle competenze e delle pro-fessionalità; tali iniziative so-no formulate nell’ottica diuna strategia attuativa comu-ne a valenza europea, basatasull’evidenza scientifica e ido-

nea ai livelli di efficacia ed equitàche qualunque intervento su popo-lazione richiede.

Tali interventi hanno lo scopodi fornire un riferimento nazionaleper un impegno comune atto a :• sostenere la protezione della sa-

lute e identificare le strategie dipolitiche sulla salute e le relati-ve azioni nei confronti dei pro-blemi alcol-correlati che dan-neggiano la salute;

• garantire la disponibilità e ladiffusione di un’informazionesulla salute attraverso i sistemidi monitoraggio e valutazionesull’alcol che possono rappre-sentare una fonte armonica ditrasferimento dei dati utili per

Osservatoriosull’alcol

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la cooperazione con i principa-li partner, come la Commissio-ne Europea e l’OMS;

• dare sostegno alle Regioni per losviluppo di efficaci politichesull’alcol, utilizzando i proprimezzi scientifici e di ricerca;

• fornire strumenti e linee guidabasati sull’evidenza scientificaper trasformare le politiche sul-l’alcol in vere e proprie azioni;

• mettere a disposizione un cen-tro di riferimento nazionale, unsupporto tecnico e un coordi-namento delle azioni attraversole reti collaborative presenti inItalia e in Europa.Le attività previste dall’Osserva-

torio sull’alcol sono:A. Costituzione di un network na-

zionale per la rilevazione delleattività regionali e locali dedica-te al monitoraggio e alla valuta-zione

B. Campagna di educazione/ infor-mazione/sensibilizzazione su po-polazione generale e su targetspecifici considerati “sensibili”(giovani al di sotto dei 15 annidi età, donne in gravidanza)

C. Monitoraggio della pubblicitàdelle bevande alcoliche attraver-so i mass media e aderenza aicodici di regolamentazioni vi-genti

D. Telefono Verde Alcol e sito webE. Corsi-workshop di formazione

degli operatori sanitari, sociali escolastici.

A. NETWORK NAZIONALEPER LA RILEVAZIONEDELLE ATTIVITÀREGIONALI E LOCALIPER IL MONITORAGGIOE LA VALUTAZIONE

Saranno considerati:• i consumi alcolici nella popola-

zione (utilizzando anche leinformazioni normalmente nonpubblicate dall’ISTAT, ad esem-pio consumo totale di alcol co-me risultato dei consumi com-plessivi di vino, birra e liquori);

• i consumi alcolici nella popola-zione al di sotto dei 14 anni dietà (normalmente non conside-rata dalle indagini multiscopoISTAT);

• il rischio di esposizione precocea livello scolare e familiare;

• le iniziative specifiche attuate alivello locale (regionale, comu-nale, ecc.);

• l’impatto delle attività di pro-mozione della salute nei diffe-renti target di popolazione.Tale attività si avvale della col-

laborazione di un core di Unità diriferimento organizzato per gran-di aree geografiche: Nord-Est,Nord-Ovest, Centro, Sud eIsole. Verranno effettuate:• la raccolta del-

le informazio-ni relative alleattività svolte alivello regiona-le finalizzate alraggiungimen-to degli obiet-tivi del PSN,in particolaredi quelli rivoltialle popolazio-ni giovanili ri-guardanti l’al-col e il fumo;

• l’identificazione di meto-dologie standard utilizzate perl’educazione-informazione sani-taria e utili al monitoraggio deiconsumi alcolici individuali, inparticolare nei target di popola-

zione sensibili ad interventi or-ganizzati di promozione dellasalute (giovani appartenenti al-le fasce scolastiche elementari,medie e superiori).L’Osservatorio sull’alcol si avva-

le della collaborazione della SocietàItaliana di Alcologia (SIA) e dell’I-stituto “Andrea Devoto” di Firenzesotto il coordinamento e supervi-sione centrale del Laboratorio diEpidemiologia e Biostatistica del-l’Istituto Superiore di Sanità. È diparticolare importanza la collabo-razione con la SIA, unica societàprofessionale multidisciplinare de-dicata allo studio delle interazioniuomo-alcol, dove risultano rappre-sentate competenze di rilevanza na-zionale e internazionale ed experti-se integralmente dedicati full timeallo studio multidisciplinare del-l’alcol. L’adesione di universitari,clinici, di responsabili dei SERT,dei Servizi Alcologici e la collabo-razione con la SIA appaiono deter-minanti per poter raggiungere ilduplice scopo di: • ottenere un livello qualitativa-

mente elevato di dettaglio infor-mativo (utile al successivo eser-

cizio valutativo di attuazionedegli interventi reputati prio-ritari a livello di popolazione);

• mantenere an-corati e adeguatitali interventi aquelle che sono leeffettive esigenzeregionali e locali.

Il valore ag-giunto di tale col-laborazione è for-nito dalla possibi-lità concreta dicoordinare e orien-tare il processo disviluppo delle at-

tività da svolgere a livello lo-cale attraverso la promozione di

standard preventivi comuni, con-divisi ma adeguati (ove opportunodifferenziati rispetto allo standardnazionale) alle reali condizioni re-gistrate localmente.

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Il danno che puòessere causato

dall’alcol provocaperdita di

produttività,morbilità e mortalitàprecoce e comportaun carico economicocomplessivamente

stimabile pari al 2-5%del PIL

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Il network sarà costituito da al-meno 14 Unità Operative afferen-ti al Servizio Sanitario Nazionale edall’Istituto “Andrea Devoto”.

B. CAMPAGNADI EDUCAZIONE,INFORMAZIONEE SENSIBILIZZAZIONESU POPOLAZIONE GENERALEE SU TARGET SPECIFICI

Analogamente a numeroseesperienze condotte periodicamen-te in altre nazioni europee e so-lo occasionalmente in Italia,il perseguimentodi obiettivi di salu-te prevede priori-tariamente la dif-fusione di un’in-formazione ogget-tiva, valida e cor-retta da contrap-porre a quella generalmentesuperficiale proposta daimass media.

Decisamente importante appa-re la sensibilizzazione dei giovani,in particolare gli adolescenti, chematurano di solito la prima espe-rienza alcolica all’interno del con-trollo formale della famiglia (“abi-litante” o non “abilitante” al con-sumo) e la riprendono successiva-mente con i coetanei in ambiti con-viviali o collettivi non controllati;in tali circostanze la relativa ine-sperienza e disinformazione può in-durre l’adolescente all’adozione dipattern o modalità di consumo diimitazione del mondo degli adulti(non ultimo quello proposto dallepubblicità dei superalcolici) che siallontanano dagli standard mode-rati e che troppo spesso si identifi-cano con episodi pericolosi e dan-nosi di ricerca del limite sino allatrasgressione ripetuta anche in ri-sposta a mal canalizzati problemi direlazione.

L’obiettivo è quello di raggiun-gere il maggior numero possibile diindividui anche attraverso la part-nership e il coinvolgimento dellerealtà regionali, comunali e locali.

La campagna sulla popolazionegenerale si avvarrà della distribu-zione di differenti opuscoli infor-mativi, educativi e di sensibilizza-zione basati sulle evidenze scientifi-che disponibili riguardo gli effettidel consumo inadeguato e dell’a-buso di alcol sulla salute e sulla so-cietà. Particolare attenzione verràdedicata all’uso dei messaggi da vei-colare all’individuo e che possanoconsentire l’adozione, in piena li-bertà di giudizio, di una scelta re-

sponsabile, possibilmenteorientata alla moderazione dei

consumi alcolicicome auspicatodal PSN.

Riguardo lapopolazione gio-vanile, la campa-gna rientra nel-l’ambito di una

campagna europea (51 Paesi)dell’OMS sulla prevenzione

dell’abuso alcolico tra i giovani. Un impegno dell’Italia in tale

campagna è in corso d’opera invirtù della stretta collaborazione tral’ISS e l’OMS sulle tematiche ri-guardanti l’alcol (OMS Collabora-ting Centre on Alcohol, Health andHealth Promotion).

C. MONITORAGGIODELLA PUBBLICITÀDELLE BEVANDE ALCOLICHE

L’attività verrà svolta congiun-tamente all’iniziativa riguardante ilfumo a cui si rimanda (Punto B.Osservatorio sul fumo).

D. TELEFONO VERDE ALCOLE SITO WEB

L’attività verrà svolta congiun-tamente all’iniziativa riguardante ilfumo a cui si rimanda (Punto A.Osservatorio sul fumo).

E. CORSI-WORKSHOPDI FORMAZIONE

Le attività di formazione sonorivolte a facilitare l’identificazioneprecoce dell’abuso alcolico nei gio-

vani e nella popolazione generalepropedeutico ad una iniziativa na-zionale in collaborazione con il Mi-nistero della Pubblica Istruzione(rete Health Promoting School, as-sociazioni docenti, ecc.).

I contenuti del workshop sonofinalizzati alla formazione di opera-tori che possano sviluppare pressole istituzioni di appartenenza pro-grammi finalizzati alla prevenzionee alla rilevazione dell’abuso alcoliconei giovani attraverso strumenti emetodologie standard da impiega-re a livello di popolazione generaleed esempi pratici finalizzati allaeducazione-informazione dei gio-vani sulle relazioni alcol-stato di sa-lute e benessere, alla rilevazione deiconsumi di bevande alcoliche (mo-dalità, frequenza, ecc.) e alla valu-tazione del grado di conoscenzapre- e post-educativi.

L’ISS, nel settore delle sostanzed’abuso e tossicodipendenze, è im-pegnato in progetti riguardanti in-terventi di prevenzione, sorveglian-za epidemiologica e tossicologica, eriabilitazione.

Alcuni di questi progetti sonogià stati finanziati o sono in corsodi finanziamento da parte del Fon-do nazionale per la lotta alla droga(DPR 309 del 9/10/1990 e succes-sive modifiche).

I progetti vertono sui seguentitemi:• problemi legati alla diffusione

delle nuove droghe;• problemi legati alla produzione

e allo spaccio delle nuove dro-ghe;

• problemi legati alla definizionedi standard per le prestazioni;

• collegamento con le iniziativedell’Unione Europea;

• supporto tecnico-scientifico econoscitivo alle Regioni.Per la realizzazione di singoli

progetti è prevista la collaborazionedei seguenti Laboratori dell’ISS:

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Il ruolodell’informazione:

sensibilizzareper prevenire

Osservatoriosulla droga

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Biochimica Clinica, Biologia Cel-lulare, Chimica del Farmaco, Epi-demiologia e Biostatistica, Farma-cologia, Fisiopatologia di Organo edi Sistema, Tossicologia Applicata,Tossicologia Comparata ed Ecotos-sicologia.

La numerosità dei progetti daimplementare, la vastità delle te-matiche da affrontare, come pure lavarietà degli interlocutori chiamatia collaborare alla gestione dei pro-getti, sia dal punto di vista tecnicoche amministrativo, rendono ne-cessaria un’efficace azione di coor-dinamento. Tale azione di coordi-

namento, attivata anche tra i Labo-ratori dell’ISS che si occupano de-gli aspetti istituzionali del proble-ma droga, ha, tra i propri compitifondamentali, quello di:• individuare le possibili aree di

sovrapposizione e/o di sinergiatra i vari progetti, onde evitaredispersioni di risorse o conflit-tualità di metodologie;

• monitorare costantemente l’at-tuazione dei vari progetti, con-siderando anche il consegui-mento degli obiettivi di caratte-re generale;

• svolgere attività di segreteria or-

ganizzativa e tecnica, sia per leattività di routine, sia per i mo-menti di confronto (workshop);

• effettuare un’adeguata attività diinformazione sia per i parteci-panti al Programma che, limi-tatamente alle realizzazioni viavia conseguite, per tutti i possi-bili interessati (istituzioni, ri-cercatori, operatori).Gli strumenti operativi del

coordinamento saranno i seguenti:• una segreteria tecnico-scientifi-

ca e amministrativa;• un Comitato scientifico allarga-

to, composto dai responsabilidelle singole linee di ricerca, chesi riunirà periodicamente perconsentire lo scambio di infor-mazioni ed esperienze tra i par-tecipanti per: a) evitare le so-vrapposizioni e le discordanzemetodologiche; b) sottoporread una prima valutazione criti-ca gli stati di avanzamento deiprogetti da parte degli altri re-sponsabili scientifici; c) formu-lare proposte sulle varie inizia-tive informative, amministrati-ve e/o istituzionali da intra-prendere, da parte del Ministe-ro e dell’ISS in merito agli esitidei progetti; d) promuovere ilcoordinamento con altri pro-getti o iniziative, realizzate confinanziamenti diversi.Sono state previste ulteriori rea-

lizzazioni nell’ambito del Coordi-namento, tra le più significative sipossono citare:• l’organizzazione di workshop

sulle singole tematiche del Pro-gramma, a cura della segreteriadal punto di vista organizzativoe facenti capo al Comitatoscientifico per quanto riguardail Programma, diretti, in primoluogo ai partecipanti “operativi”ai vari progetti ed estensibili,ove ritenuto opportuno, adoperatori, ricercatori, ecc. ester-ni al Programma;

• la diffusione dei risultati del Pro-gramma con diversi strumenti(newsletter, bollettini, sito web).

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In briefObservatory on Tobacco, Alcohol and Drugs

An observatory on tobacco, alcohol and drugs was recently establishedat the Istituto Superiore di Sanità to collect and supply information to bothresearch staff and the general public and to provide education and moni-toring strategies in accordance with the recommendations of the WorldHealth Organization and the European Union, Twelve million smokers and100,000 deaths ascribed to tobacco smoking are reported in Italy. The Ital-ian National Health Plan envisaged a dramatic cut in the number of tobaccosmokers through health education campaigns. Damage due to alcoholabuse involves not only the single drinkers but their families and the en-tire community with an estimated economic charge equal to 2-5% of theGross National Product. The major activities of the observatory are: thecreation of specific help lines for tobacco, alcohol and drugs; monitoring

of social communication; analysis of prevention strategies and interven-tions; co-ordination of the national initiatives.

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opo tredici anni di si-lenzio torna il Bollet-tino EpidemiologicoNazionale (BEN) del-l’Istituto Superiore

di Sanità (ISS): un ri-torno atteso da molti, a

stare alle mai sopite richieste di tan-ti colleghi del Servizio Sanitario Na-zionale, giunte perfino ad interroga-zioni parlamentari. Il BEN infatti ha vi-sto la luce nel 1980, immediatamen-te dopo il terremoto dell’Irpinia, e,con puntualità settimanale, ha ono-rato la sua funzione per sette anni.

Il BEN di oggi vuole riprenderequell’impegno: offrire uno strumen-to informativo ai Servizi Sanitari Re-gionali, che privilegi la voce deglioperatori ed anche consegni con re-golarità i risultati dei sistemi di sor-veglianza che vedono l’Istituto coor-dinatore.

Conoscere e propagare i risultatidel lavoro epidemiologico dell’azien-da sanitaria, del singolo distretto, inmodo semplice, ma tempestivo, è co-sa di grande utilità per una comunecrescita culturale, ma lo è ancor piùper sostenere l’entusiasmo che è co-stantemente motore motivazionaledell’operatore dedicato alla sanitàpubblica. Particolare attenzione saràdata alle indagini sulle epidemie, in-fettive e non: non per nostalgica re-miniscenza di esperienze personali,ma proprio perché le indagini di cam-po sono occasioni uniche di cono-scenza, occasioni non meno rilevan-ti di lunghi e costosi studi epidemio-logici, spesso non a portata dell’ope-ratore periferico.

Questa nuova proposta quindi

raccoglie un invito ai colleghi delleRegioni e delle Aziende, a condivide-re questo strumento facendolo pro-prio e quindi partecipandovi attiva-mente inviando proprie esperienze ecommenti. Non solo dati sulle malat-tie infettive, ma anche studi epide-miologici di natura diversa. È questala motivazione che ha portato all’in-clusione, in questo primo numero, didue brevi note su obesità e sovrap-peso tra i pre-adolescenti e sui com-portamenti prescrittivi di antibiotici inItalia. Il BEN, utilizzando il retroterrascientifico del Laboratorio di Epide-miologia e di studiosi italiani e inter-nazionali, coopererà con le struttureproponenti per realizzare rapportiche corrispondano ad elevati stan-dard di affidabilità, accuratezza escientificità. Inoltre, i rapporti di espe-rienze locali saranno accompagnatida una commento editoriale che con-sentirà di evidenziare limiti e inserirei risultati in un contesto più ampio.

Ormai in molte Regioni sono at-tivi Osservatori Epidemiologici (OER),in alcune le stesse funzioni sono sta-te assorbite dalle Agenzie Regionali;in molte Aziende Sanitarie vi sononuclei di Epidemiologia, sia nei Di-partimenti di Prevenzione, che nelleDirezioni Sanitarie, ma anche in altrisettori.

Una realtà ben più sviluppata diquella di vent’anni fa. Molti OER oAgenzie hanno anche utili riviste pe-riodiche e anche il Ministero della Sa-nità ha un Bollettino Epidemiologicodelle Malattie Infettive.

Questo inserto non è competitivocon alcuno di questi strumenti, haveste semplice e, speriamo, imme-

diata, all’interno del Notiziario: è le-gato ad un programma per un Os-servatorio Epidemiologico Nazionalevoluto dal Ministro della Sanità e de-liberato dal Comitato Amministrativodell’Istituto nel luglio 1999.

Il BEN è uno delle tre componen-ti principali del Programma Epicentroche include anche un portale dell’E-pidemiologia Italiana ed un Pro-gramma di Formazione Master inEpidemiologia, che in due anni di at-tività formativa produrrà epidemio-logi professionisti per le Regioni e leAziende Sanitarie (Profea).

Un impegno complessivo chevuole rinforzare la vocazione di ser-vizio dell’ISS e rendere comune il pa-trimonio di conoscenze disponibili.

Ci aspettiamo quindi che le colle-ghe ed i colleghi operativi sul campofacciano pervenire la loro voce, ripor-tando in formato sintetico-scientificoquegli elementi dell’epidemiologiache vivono nella loro esperienza.

Quindi, “ben tornato BEN”, au-spicando di percorrere un sentierocomune che possa durare a lungo.

Per commenti o suggerimenti:e-Mail: [email protected]

Donato GrecoDirettore

del Laboratoriodi Epidemiologia e Biostatistica

Donato Greco

Ben…tornato BENPerché rinasce

il Bollettino Epidemiologico Nazionale

In briefEditorial (Full English text is available at: www.iss.it/ben)

After 13 years of silence, the Bollettino Epidemiologico Nazionale (BEN, Na-tional Epidemiologic Bulletin), is returning. It is designed to disseminate, in a sim-ple and timely way, the results of surveillance systems coordinated by the Istitu-to Superiore di Sanità (ISS) as well as epidemiologic studies done by local healthunits and will cover not only infectious diseases, but also a broad range of pub-lic health issues of importance in Italy. In keeping with these objectives, the firstissue contains an article on national and regional antibiotic use based on datafrom a national monitoring system coordinated by the ISS as well as a report pro-vided by the local health agency in the Province of Benevento on obesity in pre-adolescent children. BEN is one of three components of a program (Epicentro)consisting also of a website for epidemiology in Italy and a two-year, Masters-level training program in applied epidemiology.

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Studi dal territorio

OBESITA’ E SOVRAPPESOTRA I PRE-DOLESCENTI

Uno studio dallaprovincia di Benevento

Negli anni ’60 alcuni studi lon-gitudinali avevano mostrato

gli effetti benefici per la salute del-la dieta tradizionale italiana, com-posta prevalentemente da cibi pre-parati con farina, olio d’oliva, ver-dure e legumi, frutta e con ridottocontenuto di carne, la cosiddettadieta mediterranea (1). Ma, daglianni ’60, lo stile di vita degli italianisi è modificato e sono cambiate an-che le abitudini alimentari.

Aumentano le possibilità che ilpasto tradizionale sia rimpiazzato dasandwich e snack che hanno un ele-vato potere calorico, ma minore va-lore nutrizionale. Inoltre, con l’au-mentare di giochi ed attività ricrea-tive sedentarie, l’attività fisica tra ibambini e gli adolescenti può dimi-nuire. Entrambi questi fattori po-trebbero, infine, concorrere all’au-mento dei livelli di obesità. Infatti,l’obesità tra gli alunni delle scuoleelementari è aumentata dallo 0,5%dei bambini nati negli anni ’50 al 20%dei bambini nati negli anni ’90 (2).

Per valutare la prevalenza del-l’obesità e le abitudini alimentarinella provincia di Benevento (Cam-pania), il locale Dipartimento di Pre-venzione ha eseguito un’indaginenel periodo marzo - maggio 2000.Un campione casuale, pari a un ter-zo dei ragazzi sottoposti alla vacci-nazione obbligatoria contro l’Epati-te B negli otto distretti della ASL diBenevento (in cui la copertura vac-cinale per l’Epatite B è pari al 94%),ha compilato un questionario sulleabitudini alimentari; inoltre, il per-sonale del centro vaccinale ha mi-surato, con una bilancia tarata pri-ma dell’inizio dello studio ed un al-timetro, il peso e l’altezza dei ra-gazzi. Con Epi-Info 6.04 b è statocalcolato il Body Mass Index (BMI) e

i ragazzi sono stati classificati in nor-mopeso, sovrappeso ed obesi, uti-lizzando una tavola di valori di rife-rimento specifici per età e sesso (3).

Dei 1055 ragazzi che compone-vano il campione, 1046 (99%) han-no compilato il questionario e sonostati misurati. Le età variavano da10 a 15 anni, con una mediana di11 anni; i maschi erano 555 (53%).Complessivamente il 27% dei ra-gazzi era sovrappeso (intervallo diconfidenza al 95% [CI] 24-30%), el’11% (95% [CI] 9-13%) era obeso.I livelli differivano in modo sostan-ziale tra gli 8 distretti sanitari, va-riando da un minimo del 14% a unmassimo del 34% per il sovrappe-so e dal 6% al 16% per l’obesità.Non c’erano importanti differenzetra i sessi, né per i sovrappeso (27%nei maschi e 27% nelle femmine)né per gli obesi (rispettivamente11% e 10%). Il sovrappeso e l’o-besità erano leggermente più ele-vati tra i ragazzi di 10-11 anni ri-spetto a quelli di 12 anni e più, ri-spettivamente 28% versus 25% e12% versus 10%. A 10-11 anni, il27% of dei ragazzi e il 29% delleragazze erano sovrappeso e il 12%erano obesi in entrambi i sessi. A 12anni ed oltre, il 27% dei ragazzi e il24% delle ragazze erano sovrap-peso; il 9% dei ragazzi e il 10% del-le ragazze erano obesi. Nessuna diqueste differenze era statistica-mente significativa.

Tra i ragazzi obesi, l’abitudine disaltare la prima colazione, era piùfrequente rispetto ai normopeso(20% versus 9%; odds ratio di pre-valenza [POR] = 2,9; 95% CI = 1,7-4,9, e p=0,001), come pure l’abitu-dine di non consumare la merendadi pomeriggio (24% versus 12%;POR = 2,3; 95% CI = 1,4-3,8, p =0,001). Gli obesi tendevano a sal-tare più frequentemente degli altrianche la merenda di metà mattina,anche se in questo caso, le diffe-renze erano meno sostanziali e nonerano statisticamente significative(31% versus 25%; POR = 1,3; 95%

CI = 0,8-2,0; p = 0,3). Invece, ilcomportamento dei ragazzi so-vrappeso, ma non obesi, era similea quello dei ragazzi di peso norma-le, tranne nel caso della prima co-lazione che i ragazzi sovrappeso sal-tavano più spesso dei normopeso(14% versus 9%; POR = 1,9; 95%CI = 1,2-2,9; p = 0,006).

La relazione tra sovrappeso-obesità e comportamento alimen-tare differiva tra i sessi: per esem-pio, le ragazze obese saltavano laprima colazione 2,4 volte più fre-quentemente di quelle normopeso(95%CI= 1,1-5,3; p=0.006); per iragazzi il POR corrispondente era3,4 (95%CI = 1,5-8,1; p=0,03). An-che le ragazze sovrappeso saltava-no più frequentemente la prima co-lazione rispetto a quelle normope-so (POR=2,3 95%CI=1,2-4,1;p=0,006), mentre per i ragazzi so-vrappeso il POR era 1,4 (95%CI =0,7-3,0; p=NS).

IL COMMENTODavid F. Egizi-Williamson, Ph.DCenters for Disease Controland Prevention, Atlanta, GA, USA

Negli ultimi cinque anni, indaginisvolte in alcuni Paesi industrializzatihanno documentato un’elevata pre-valenza di sovrappeso ed obesità nel-l’infanzia, dovuta a forti incrementiverificatisi nel tempo (4-6). Mentre inpassato non era possibile confronta-re i livelli di obesità e soprappeso traPaesi diversi, recentemente sono sta-te pubblicate definizioni internazio-nali standard che consentono con-fronti internazionali (3).

Le stesse definizioni sono stateadottate nello studio di Benevento ein studi effettuati in Inghilterra, Sco-zia e Stati Uniti su campioni di ragaz-zi di 9-11 anni. La prevalenza di obe-sità a Benevento era più elevata diquella riportata in Inghilterra e Scozia(4) e negli Stati Uniti (7). Infatti, inquesti tre Paesi, la stima della preva-lenza di sovrappeso nei ragazzi erapari rispettivamente a 13%, 13% e25%; nelle ragazze le prevalenze cor-rispondenti erano 17%, 20%, e 26%.A Benevento, dove non erano inclusiragazzi con meno di 10 anni, la pre-valenza di soprappeso, a 10 - 11 an-ni, era pari a 27% tra i maschi e 29%tra le femmine. Per l’obesità, le pre-valenze nei tre Paesi erano 1,7%,2,1%, e 6,5% per i ragazzi, e 2,6%,

A cura di: Paolo D’Argenio, Annarita Citarella (Servizio Epidemiologia ePrevenzione), Ersilia Libera Palombi (Servizio Igiene degli Alimenti e dellaNutrizione), Maria Pia Aversano, Rosa Bassi, Anna Di Fiore, MichelinaFerri, Nicolina Glielmo, Giovanni Iglio, Clementina Petroccia, Lea Sacco,Sara Sasso (Unità Operative Materno Infantili dei Distretti Sanitari) – ASLBenevento; David F. Egizi-Williamson, Ph.D., Centers for Disease Controland Prevention, Atlanta, GA, USA

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3,2% e 8,8% per le ragazze. A Be-nevento, la prevalenza dell’obesitàera pari al 12% in entrambi i sessi.

Sebbene gli standard usati per de-finire l’obesità siano differenti daquelli usati in precedenti studi effet-tuati in Italia, i dati sono simili a quel-li emersi da un recente studio, effet-tuato a Napoli (6), da cui è risultatoche i ragazzi napoletani erano più arischio di obesità rispetto a quellifrancesi, olandesi o statunitensi, edanche rispetto ai ragazzi milanesi (8).

I motivi di tali elevati livelli di obe-sità nell’infanzia e del suo aumento ri-mangono oscuri. Nel Regno Unito enegli Stati Uniti, l’aumento della pre-valenza si è verificato solo durante gliultimi 15 anni, a partire dalla metà de-gli anni ‘80, e forse lo stesso è avve-nuto in Italia. È possibile che il tempotrascorso dai bambini e dagli adole-scenti in giochi ed attività ricreativesedentarie aumenti e si riduca il tem-po dedicato all’attività fisica. E’ co-munque da sottolineare che lo studiodi Benevento ha messo in evidenzauna relazione tra l’abitudine di nonconsumare la prima colazione e l’o-

besità infantile. Una possibilità è che iragazzi obesi in Benevento non con-sumino la prima colazione perché nonhanno fame, avendo consumatotroppo cibo nella tarda serata.

Lo studio di Benevento ci mette inguardia sul fatto che l’obesità infanti-le è un problema in aumento in Italia,che sta raggiungendo livelli vicini aquelli degli Stati Uniti. Sarà importan-te documentare la prevalenza di so-vrappeso ed obesità in altre Regioniitaliane, e continuare a monitorare itrend nel tempo con la sorveglianzaepidemiologica di popolazione. Piùimportante, tuttavia, è il bisogno disviluppare e mettere in atto interven-ti efficaci diretti alla popolazione voltia prevenire l’obesità. Altrimenti, l’Ita-lia e altri Paesi industrializzati potran-no assistere all’aumento della fre-quenza di malattie croniche debilitan-ti e costose nelle loro popolazioniadulte ed anziane, la cui numerositàtende a crescere.Referenze bibliografiche1. Menotti A, Giampaoli S. Il ruolo della

dieta mediterranea nella prevenzionedella cardiopatia coronarica. In: Lauria

D, editor. Patologia Ambientale. Napo-li: Idelson; 1993. p. 179-203.

2. Giorgi PL, Catassi C. Il Bambino obeso:cause, percorso e trattamento dell’obe-sità in età evolutiva. Roma: Il PensieroScientifico Editore; 1993.

3. Cole TJ, Bellizzi MC, Flegal KM et al.BMJ 2000;320:1240-3.

4. Chinn S, Rona RJ. BMJ 2001;322:24-6.5. Troiano RP, Flegal KM, Kuczmarski RJ et

al. Arch Pediatr Adolesc Med 1995;149:1085-9.

6. Esposito-Del Puente A, Contaldo F, DeFilippo E et al. Int J Obesity 1996;20:283-6.

7. Flegal KM, Ogden CL, Wei R et al. AmJ Clin Nutr 2001 (in press).

8. Capozzi G, Vitiello N, Granato L et al.RivItal Pediatr 1989;15:429-36.

Tabella 1 - Sovrappeso e obesità tra i pre-adolescenti* in base a sessoed abitudini alimentari a Benevento (2000)

Totale Normopeso Sovrappeso ObesiPasti saltati n. (%) n. (%) n. (%) n. (%)(esclusi pranzo e cena)Prima colazione 116 (11) 53 (8) 40 (14) 23 (20)

Maschi 46 (8) 22 (6) 13 (9) 11 (19)Femmine 70 (14) 31 (10) 27 (20) 12 (21)

Merenda (metà mattina) 274 (26) 165 (25) 74 (26) 35 (31)Maschi 141 (25) 94 (27) 34 (23) 13 (22)Femmine 133 (27) 71 (23) 40 (30) 22 (39)

Merenda (pomeriggio) 134 (13) 77 (12) 30 (11) 27 (24)Maschi 74 (13) 41 (12) 16 (11) 17 (29)Femmine 60 (12) 36 (12) 14 (11) 10 (18)

* Indagine svolta su un campione di 1046 pre-adolescenti di cui 555 maschi e 491 femmine

In briefOverweight and Obesity in Pre-adolescents:A study from the Province of Benevento (Campania, Italy)

Levels of obesity in Italian children, as in many developed countries, are in-creasing. In early 2000, a representative, population-based study was conduct-ed in the Province of Benevento in southern Italy to assess levels of overweightand obesity based on international age- and sex-specific standards for bodymass index and using internationally recognized definitions. Of the 1046 chil-dren included in the study, the median age was 11 years (range 10-15 years).A total of 27% were overweight and 11% were obese. Levels were similar be-tween boys and girls but were slightly higher among children 10-11 years of agethan those � 12 years. Skipping breakfast was significantly associated with bothoverweight and obesity. Levels of obesity found in this study were higher thanthose reported for children of similar age in England, Scotland, and the UnitedStates and confirm previous reports of high levels of overweight and obesity insouthern Italian children. Reasons for these high levels are not clear but may in-volve disordered eating patterns in the face of a changing society as well as de-creased physical activity. Efforts are needed to develop effective population-based approaches to childhood obesity prevention in order to prevent future in-creases in debilitating and costly chronic diseases in the adult population.

PROFEA – REGIONIMASTER

IN EPIDEMIOLOGIA APPLICATARoma, Istituto Superiore di Sanità

in collaborazione conField Epidemiology Training ProgramCenters for Disease Control – USA

European Programme for InterventionEpidemiology Training e

Associazione Italiana di Epidemiologia

Il Master, della durata di due an-ni, mira a formare professionisti ingrado di occupare, come epidemio-logi, ruoli di primo piano nelle Re-gioni e nelle Aziende Sanitarie. È ar-ticolato in una parte teorica e un ti-rocinio pratico ed è aperto a 7 di-pendenti del Servizio Sanitario Na-zionale e delle Regioni.

Coloro che intendano iscriversidevono essere laureati, dipendentidel Servizio Sanitario Nazionale odelle Regioni, e devono avere espli-cito assenso alla partecipazione dalproprio ente di appartenenza.

EPIDEMIOLOGIA IN AZIONECaltanissetta, 7-19 maggio 2001

Corso residenzialedi 2 settimane

Il corso consentirà ai partecipan-ti di acquisire esperienze in: epide-miologia e biostatistica applicata, sor-veglianza, survey, investigazioni di fo-colai epidemici, uso di software epi-demiologici, comunicazione.

Si articola in lezioni teoriche,esercitazioni, lavori di gruppo e pre-vede una indagine epidemiologica.

Il corso, aperto a 30 partecipan-ti (inclusi i 7 accettati per il Master),sarà organizzato, in collaborazionecon la Regione Siciliana, presso la se-de del Centro per la Formazione Per-manente del personale del ServizioSanitario Nazionale (CEFPAS) a Cal-tanissetta.

Per informazioni: www.iss.ite-Mail: [email protected]

Tel. 0649902552

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GLI ANTIBIOTICI IN ITALIA:FOCUS

SUL CONSUMO REGIONALE

Il principale risultato dell’uso inap-propriato dei farmaci è quello di

sottoporre i cittadini a un rischio inu-tile: a fronte di un beneficio attesonullo vi è infatti una probabilità, piùo meno grande, di andare incontro auna reazione avversa. Nel caso del-l’uso degli antibiotici c’è una ragioneaggiuntiva di preoccupazione, inquanto l’uso di questi farmaci è undeterminante del fenomeno dell’an-tibioticoresistenza. Il recente “1° Rap-porto nazionale sull’uso dei farmaciin Italia” curato dall’Osservatorio na-zionale sull’impiego dei medicinali delMinistero della sanità (www.sanita.it/osmed) ha evidenziato, non solo chegli antibiotici rappresentano una del-le categorie maggiormente prescrittenella popolazione, ma anche impor-tanti differenze di prescrizione perarea geografica.

Nel 1999 il 16% circa della spesafarmaceutica complessiva era compo-sta da antibiotici, e in media sono sta-te prescritte 219 confezioni ogni 100abitanti. In termini di dosi standard(DDD – dosi definite die – che rappre-sentano per ciascuna sostanza la dosenecessaria a coprire una giornata di te-rapia nell’adulto), l’utilizzo è pari a 22DDD per 1000 abitanti die. Questa mi-sura può essere interpretata come nu-mero di abitanti che assume antibioti-ci in un giorno qualsiasi. All’uso di an-tibiotici che si verifica in medicina ge-nerale bisogna poi aggiungere la quo-ta consumata in ospedale, dove si sti-ma un consumo pari a circa 2 DDD per1000 abitanti die.

Dai dati di monitoraggio regiona-le è possibile ricavare informazioni an-

che sugli utilizzatori diantibiotici. Per esempio,in Umbria, Regione chepresenta un livello diconsumi simile allamedia nazionale, il44% della popola-zione generale(43% degli uo-mini e 46%delle donne)ha ricevutoalmeno unaprescrizio-ne di anti-biotici nel1999. I li-velli di uso più elevati si verificano neibambini fino a 5 anni di età (circa il70% ha ricevuto almeno una prescri-zione di antibiotici) e nei cittadini ul-trasessantacinquenni (con il 50% diutilizzatori).

Nel primo semestre del 2000, afronte di oltre 100 principi attivi uti-lizzati in complesso in Italia, su 6 (cla-ritromicina, cefonicid, amoxicillina +acido clavulanico, ceftriaxone, azitro-micina, ciprofloxacina) si concentra il50,5% della spesa per antibiotici.

In Italia, oltre a un elevato livellomedio di consumi di antibiotici nellapopolazione, si osserva una elevatavariabilità regionale e un consistentetrend geografico (Figura 1). Semprenel primo semestre del 2000, l’uso diantibiotici è pari a 13 DDD per 1000abitanti die in Friuli-Venezia Giulia e34 DDD per 1000 abitanti die inCampania. Le differenze regionali siaccrescono ulteriormente quando l’a-nalisi si concentra sugli antibiotici connota, cioè su sostanze a maggior ri-schio di uso improprio o allargato,per i quali si passa da 0,1 DDD per1000 abitanti die in Friuli-Venezia

Giulia e in Veneto, a 0,9 DDD per1000 abitanti die in Campania. Un li-vello simile di variabilità si osserva an-che per gli antibiotici che si sommini-strano per via iniettiva. Nonostante leindicazioni all’uso di questa via disomministrazione siano estremamen-te limitate, le forme iniettive sonoampiamente utilizzate in Italia e rap-presentano il 6% delle DDD e 34%della spesa degli antibiotici.

Differenze regionali quali quelleosservate in Italia non possono esse-re ragionevolmente attribuite a diffe-renze della morbosità sottostante. Laspiegazione più plausibile della varia-bilità è da ricercarsi piuttosto nelle di-verse abitudini prescrittive dei medicidelle diverse Regioni.

Un’altra fonte di variabilità è rap-presentata dal diverso grado di fun-zionamento dei sistemi di monito-raggio delle prescrizioni. Le Regionicon i livelli più contenuti di uso di an-tibiotici sono anche quelle dove dapiù tempo questi sistemi sono attivi.

Tenuto conto dei rischi connessiall’uso, innanzitutto l’induzione di re-sistenze batteriche e l’insorgenza diun ampio spettro di reazioni avverse,modifiche anche limitate dei com-portamenti prescrittivi possono con-durre a importanti risultati in terminidi salute (oltre che di riduzione dellaspesa farmaceutica).

Un contributo di rilievo può deri-vare dalla condivisione con i mediciprescrittori dei risultati di indagini co-noscitive sull’uso di antibiotici e dal-l’adozione di interventi mirati a ridur-re il livello di prescrizioni improprie.

In briefAntibiotics in Italy: Focus on regional consumption

According to the recently issued First National Report on the Use of Drugsin Italy, antibiotics represent one of the most frequently prescribed drug cate-gories and in 1999 accounted for 16% of total outpatient drug costs. Data fromUmbria, a region with a reported antibiotic consumption similar to the nation-al mean, demonstrated that 44% of the population received at least one courseof antibiotics in 1999, with 70% of children receiving at least one course. Na-tionally, six antibiotics (cefonicid, clarithromycin, amoxicillin + clavulinic acid,ceftriaxone, azithromycin, and ciprofloxacin) accounted for 50% of total an-tibiotic expenditures. A north-south gradient was observed in prescribing prac-tices, with the greatest use of antibiotics in southern Italy. Despite their limit-ed indications, injectable antibiotics accounted for 34% of total outpatient an-tibiotic expenses. The report underlines the importance of sharing these datawith prescribing physicians and developing interventions designed to reducethe levels of inappropriate prescribing practices.

Figura 1 - Scostamento percentuale delle DDD/1000 abitanti die dalla media nazionale nel Isemestre 2000 (popolazione regionale pesata in base alla distribuzione per età e sesso)

Giuseppe TraversaPrimo ricercatoredel Laboratorio

di Epidemiologia e Biostatistica

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el mondo di Inter-net e della globa-lizzazione non puòesistere un Istitutodi ricerca disatten-to rispetto alle te-

matiche della sanità internazionaleche, peraltro, rivestono un ruoloprioritario anche nell’ambito dellastrategia sanitaria del nostro Paese.Lo stesso Piano Sanitario Naziona-le, infatti, esplicita la necessità ditrovare connessioni e sinergie effi-caci a livello internazionale, priori-tariamente con i Paesi europei e del-l’area del Mediterraneo, soprattut-to in relazione all’intensità dei flus-si migratori ed alla regionalizzazio-ne delle problematiche sanitarie chene derivano, ma anche con Paesimeno sviluppati, sulla base di fortimotivazioni di solidarietà e di pro-mozione umana oltre che di rispo-sta tecnica specifica nei confrontidegli enti che gestiscono la politicaestera italiana.

L’impegno internazionale dell’I-stituto Superiore di Sanità (ISS),che si realizza nei Paesi evidenziatinella Figura, può essere ricondottoa tre ampie aree di intervento, di se-guito riportate, nelle quali si inseri-scono le diverse competenze del-l’ISS che svolge attività di ricerca,sperimentazione, controllo e for-mazione. Quest’ultima è particolar-mente importante sia per l’intrinse-co valore che riveste, che per l’es-senziale ruolo strategico attraversocui si sviluppa la competizione conaltri Paesi di più lunga tradizione.

1. Cooperazione scientifica etecnologica, che si esplica attraversoprotocolli bilaterali, progetti bi- emultilaterali e tramite la rete degliaddetti scientifici. Le attività dellacooperazione investono sia i Paesi in-

dustrializzati (Unione Europea, Sta-ti Uniti, Giappone, Australia), sia iPaesi in transizione (America latina,Est europeo, Cina ed economie asia-tiche), che, infine, i Paesi in via disviluppo (Egitto, India).

2. Supporto alla partecipa-zione italiana in commissioni tec-niche di ambito europeo e interna-zionale principalmente presso l’Or-ganizzazione Mondiale della Sanitàe le altre Agenzie delle NazioniUnite. In particolare, l’ISS è coin-volto in Commissioni DAC/OC-SE, Commissioni europee (omoge-

neizzazione della normativa, for-mulazione e applicazione delle di-rettive, V programma quadro),grandi programmi di cooperazionecome PHARE, Tacis, Lome’, co-mitati di sviluppo della BancaMondiale, Comitati tecnici delMinistero degli Affari Esteri.

3. Cooperazione allo sviluppoche si realizza tramite progetti bila-

terali, multi-bilaterali in collabora-zione con le Agenzie specializzatedelle Nazioni Unite, multilaterali(peace keeping, emergenze e cala-mità), partecipazione a Commissio-ni di valutazione e controllo e corsidi formazione post-laurea (princi-palmente nei temi della gestione dei

servizi sanitari, della sanità pubblicae della lotta alla povertà).

Molte attività settoriali di ri-cerca, di alta specializzazione, o co-munque, non di interesse istituzio-nale soggette ad accordi o a proce-dure normate, vengono definite aseguito di collaborazioni, ancheestemporanee, promosse da singoliricercatori.

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Le attivitàinternazionali

Ranieri Guerra

In briefInternational activities

ISS, the Italian National Institute of Health, is actively involved ininternational initiatives in the field of public health. Such activities areimplemented through three main strategies: the technical and scientif-ic collaborations with industrialised, transitional and developing coun-tries, the participation to technical Commissions at European and UNAgencies level, and the technical co-operation for development throughbilateral and multi-lateral agreements.

Ranieri GuerraDirettore della Segreteriaper le Attività Culturali

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Istituto Superioredi Sanità (ISS) con-

duce da parecchi an-ni un’attività didattica para-

gonabile alle scuole disanità pubblica presen-

ti nella maggior parte dei Paesi siadell’Unione Europea, che a livellointernazionale più ampio. Solo nel-l’anno 2000, l’ISS ha organizzatopiù di cento manifestazioni tra cor-si, convegni, workshop e seminari,con una partecipazione di oltre5000 professionisti, prevalente-mente operanti nelle strutture delServizio Sanitario Nazionale(SSN).

La recente riforma sanitaria(DLvo 229/99) conferma ed espan-de la funzione di formazione del-l’ISS; dalle Regioni e dalle AziendeSanitarie la domanda di aggiorna-mento e sviluppo delle risorse uma-ne con eventi formativi mirati e diqualità è in continua crescita; l’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità(OMS) e l’Unione Europea affida-no e chiedono all’ISS di realizzarespecifici programmi di formazioneanche a livello internazionale; la re-te di collaborazioni dell’ISS conistituti internazionali di formazionein sanità pubblica è diffusa e di ri-conosciuto prestigio, anche per me-rito dell’importante contributo for-nito sistematicamente dal Ministe-ro degli Affari Esteri e dalle rappre-sentanze italiane.

Lo sviluppo della funzione diformazione dell’ISS richiede al suointerno una nuova struttura orga-nizzativa ad essa dedicata e adegua-tamente sostenuta in termini di ri-sorse umane, strutturali e finanzia-rie. In attesa di tale importante enecessaria ristrutturazione, peraltro

da attuare contestualmente allariforma dell’ente, si intende, giàdall’anno 2001, presentare unaproposta di lavoro organica chepossa iniziare a rispondere in modostrutturato al fabbisogno di aggior-namento e formazione continua delpersonale della sanità pubblica ita-liana con una chiara proiezione in-ternazionale, per rafforzarne lacompetitività e la visibilità fin quiraggiunte.

MISSIONE E CONTENUTI

La missione formativa dell’ISSè chiaramente indicata dal recenteDLvo 300/99, che attribuisce al-l’ISS la nuova personalità giuridicadi ente autonomo e quattro fun-zioni principali: la ricerca, la speri-mentazione, il controllo e, appun-to, la formazione.

Le aree tecniche di formazionedi competenza dell’ISS sono illu-strate dal DPR 484/97 e dal DLvo229/99 e possono essere riassuntecome segue:• formazione manageriale nell’a-

rea di sanità pubblica, con pre-cipua attenzione rivolta ai pro-fili professionali in essa ricom-presi: direzioni sanitarie azien-dali, direzioni sanitarie di presi-dio e di distretto, direzioni di-partimentali di prevenzione,medicina del lavoro ed organiz-zazione dei servizi sanitari;

• formazione continua del perso-nale del SSN nelle aree di com-petenza del Ministero della Sa-nità e in quelle in cui si realizzal’attività scientifica, di control-lo e certificazione di cui il nuo-vo ente sarà titolare;

• aree di tradizionale impegnodell’ISS, quali: l’epidemiologia

e la biostatistica, la comunica-zione in sanità e l’educazione al-la salute, i metodi didattici in-novativi, le tematiche di saluterelative all’ambiente, il control-lo delle malattie infettive e pa-rassitologiche e la medicina ve-terinaria, per citarne alcune.

STRATEGIE E METODI

L’ISS intende ribadire l’impe-gno verso la ricerca, la promozionee la diffusione di metodi didatticirilevanti ed efficaci nell’ambito del-la "nuova sanità pubblica", comedefinita dall’OMS. L’attivazione delprogetto speciale che dovrà portarealla realizzazione della Scuola Na-zionale di Sanità Pubblica (SNSP)si propone, tra i vari obiettivi, didefinire il quadro strutturale e con-cettuale di riferimento per lo svi-luppo di una didattica attiva, cen-trata sul discente adulto e orienta-ta a fornire un’adeguata riposta for-mativa che sia in grado di riconci-liare le esigenze dei professionistidel SSN, del Piano Sanitario Na-zionale (PSN), del profilo epide-miologico e socio-sanitario dellapopolazione e i bisogni di salute ditutti i cittadini che da tale Serviziosono garantiti.

Le componenti strategiche sucui si baserà tale offerta saranno es-senzialmente le seguenti:• formazione residenziale, realiz-

zata con curricula formali per learee tecniche elencate nel pre-cedente paragrafo e basata suuna didattica attiva che com-prende principalmente l’utiliz-zo dell’apprendimento per pro-

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Verso nuovi paradigmidi formazione

Ranieri GuerraDirettore della Segreteria per le Attività Culturali

Giovanni De VirgilioPrimo tecnologo della stessa Segreteria

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blemi (Problem-based Lear-ning, PBL), metodo didatticopromosso a livello internazio-nale dall’OMS con un suo Cen-tro Collaborativo presso l’ISS,attivo dall’anno 1988;

• formazione a distanza, attraver-so reti telematiche e Internet, re-cependo i concetti di aula vir-tuale e teleformazione già speri-mentati con successo in altriPaesi e, in Italia, in settori diver-si dalla sanità. La tecnologia te-lematica e le tecniche che ne de-rivano preservano e applicanocomunque i presupposti meto-dologici della formazione attivaorientata al discente;

• collaborazione con centri regio-nali e di rilievo nazionale, attra-verso l’identificazione e lo svi-luppo di meccanismi di coordi-namento che permettano, da unlato, l’effettiva ottimizzazione efruizione delle numerose inizia-tive formative locali e, dall’altro,l’integrazione del sistema italia-no in una più ampia prospetti-va europea e internazionale, co-

me specificamente raccoman-dato dal PSN;

• sviluppo e perfezionamento del"Sistema di qualità" interno, giàutilizzato dall’anno 1997, conobiettivo prevalente di migliora-mento continuo e di requisitonecessario per l’accreditamentonel sistema di Educazione Con-tinua in Medicina (ECM) delMinistero della Sanità.

IL FUTURODELL’OFFERTA FORMATIVA

Da quanto sopra esposto, sievince come l’Istituto intenda ri-spondere con strategie moderne edifferenziate all’espandersi del fab-bisogno formativo degli operatoridella sanità pubblica. La sfida con-

siste sicuramente nel proporre me-todi di aggiornamento e formazio-ne che stimolino e sviluppino nelprofessionista quelle capacità indi-spensabili ad affrontare un mondotecnologico e organizzativo in con-tinuo sviluppo e cambiamento concui giornalmente è chiamato a con-frontarsi. Tali metodi da un lato so-no volti a sviluppare queste essen-ziali capacità e, dall’altro, devonorendere l’atto formativo immedia-tamente fruibile nel contesto pro-fessionale di applicazione. Questedue principali finalità, infatti, do-vrebbero caratterizzare una "for-mazione efficace" che, in sinergiacon altre azioni, contribuisca effi-cacemente alla promozione dellasalute di tutti i cittadini.

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II Workshop

MACROANGIOPATIEE DIABETE MELLITO DI TIPO 2

STUDIO DAIIstituto Superiore di Sanità

Roma, 9 febbraio 2001

Responsabile scientificoR. Raschetti

Segreteria scientificaComitato Scientifico Studio DAI

A. Avogaro, C. Giorda, M. Maggini, E. Mannucci, R. Raschetti,

S. Turco, M. Velussi

Tavola Rotonda

FARMACI INNOVATIVI VGLI ANTIPSICOTICI

Istituto Superiore di SanitàRoma, 16 febbraio 2001

Organizzato in collaborazione conSocietà Italiana di Scienze Farmaceutiche

Responsabili scientificiM. Massotti, G. Racagni

Segreteria scientificaA. Meneguz - Tel. 0649902880

e-Mail: [email protected]. Popoli - Tel. 0649902482e-Mail: [email protected]

In briefTowards new educational patterns

ISS, the Italian National Institute of Health, is providing, on annualbasis, a wide range of continuing education opportunities in the fieldof public health addressing the needs of the national health service per-sonnel. The programme for the year 2001 includes a list of short cours-es, including the major areas of public health, the development of a Na-tional School of Public Health and dedicated training programmes formanagers of Health Services and Hospice Directors.

Segreteria organizzativaSegreteria per le Attività Culturali

Istituto Superiore di SanitàViale Regina Elena, 299 – 00161 Roma

Tel. 0649902611 – 0649903431Fax 0649387073

e-Mail: [email protected]

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IX SEMINARIO NAZIONALELA VALUTAZIONE

DELL’USOE DELLA SICUREZZA

DEI FARMACI:ESPERIENZE IN ITALIA

Il 15 dicembre 2000 si è avutol’ormai usuale incontro di fine an-no tra ricercatori ed operatori dellestrutture pubbliche e private sul te-ma della valutazione dell’uso deifarmaci in Italia.

All’incontro hanno partecipatooltre 250 persone che hanno affol-lato l’aula Pocchiari dell’Istituto.

Nel corso del Seminario sonostate affrontate diverse tematicheche hanno consentito di discutere,sotto molteplici punti di vista, leproblematiche di questa area di ri-

cerca di sanità pubblica.L’incontro si è aperto con un te-

ma di carattere generale relativo al-l’approfondimento delle possibilicause di "diseguaglianza" nella sa-lute ed alle politiche di contrastoche un sistema sanitario può met-tere in opera per ridurre potenzialiaree di disequità.

Diversi interventi hanno ri-guardato le strategie di sorveglian-za "attiva" che possono consentiredi migliorare la conoscenza del pro-filo beneficio/rischio dei tratta-menti farmacologici nella popola-zione generale, nei bambini e nelcorso di programmi di vaccinazio-ne. Le modalità con le quali colle-gare le attività di carattere regola-torio con quelle della ricerca epide-miologica sono state discusse inuna specifica sessione del Semina-rio. Sono stati analizzati specificicasi relativi all'efficacia dell'infor-mazione pubblica rivolta ai mediciprescrittori e all’analisi dell’uso offlabel (fuori cioè delle indicazionidefinite nella scheda tecnica deiprodotti) nella popolazione pedia-trica. Nel corso della discussione èemersa anche l’utilità dell’adozio-ne, da parte degli organismi rego-latori centrali, di modelli di outco-

me research, finalizzati ad ap-profondire lo studio del profilo diun farmaco in una situazione diutilizzo, come quella che si deter-mina dopo l’immissione in com-mercio, più aderente alla realtà pre-scrittiva.

Gli oltre 40 contributi forniti alSeminario, sotto forma di poster,sono stati analizzati e discussi nelcorso di una "visita guidata" che haconsentito agli autori di avere unconfronto diretto con altri colleghisu diversi aspetti di metodo e dicontenuto.

La giornata ha rappresentato,infine, l’occasione per la presenta-zione ufficiale del 1° Rapporto Na-zionale sull’uso dei farmaci in Italiaredatto dall’Osservatorio Naziona-le sull’impiego dei Medicinali gra-zie alla collaborazione di ricercato-ri dell’Istituto, del CeVEAS di Mo-dena e dell’Università di Bologna.Questo Rapporto ha fornito per laprima volta in Italia un quadrocompleto della situazione dell’usodei farmaci in Italia sia sotto il pro-filo della spesa a carico del SSN siasotto il profilo della tipologia diconsumo. Nel corso del dibattitosono stati approfonditi soprattuttogli aspetti legati alle marcate diffe-renze regionali nella prescrizione difarmaci ed alle possibili ricadutedelle informazioni contenute nelRapporto per le attività di pro-grammazione sanitaria sia a livellonazionale sia a livello regionale.

In conclusione, la giornata è sta-ta, come già nei precedenti anni,una importante occasione di in-contro e di confronto tra i ricerca-tori e gli operatori che svolgono laloro attività nel settore della farma-coepidemiologia. V

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Il convegno del mesegni anno l’Istituto Superiore di Sanità ospita oltre 100

manifestazioni, tra convegni, seminari, workshop, acarattere nazionale e internazionale, organizzatianche in collaborazione con altri enti e organismiitaliani e non.

In questa rubrica troveranno spazio, ogni mese, iresoconti di quegli eventi che affrontano argomenti e tema-

tiche di interesse comune per gli operatori della sanità pubblica. Per informazioni sui convegni, consultare il sito Web dell’Istituto:

oppure scrivere a: [email protected]

In briefEvaluation of drug use and safety: Italian experiencesA workshop was held at the Istituto Superiore di Sanità (ItalianNational Istitute of Health) on December 15, 2000 to present and dis-cuss some of the main issues relevant to drug use and adverse drugreactions in Italy. Over 250 people attended the meeting whereadverse drug reaction surveillance programmes and drug use and reg-ulatory activities were discussed.

Roberto RaschettiResponsabile scientifico

del Seminario

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la rubrica in cui lepubblicazioni editeda questo Istituto,fresche di stampa,vengono proposte ailettori del Notiziario.

L’Istituto pubblica, oltre alNotiziario, una rivista ufficiale, acadenza trimestrale, Annali del-l’Istituto Superiore di Sanità, ealcune serie di rapporti: Rappor-ti ISTISAN, Serie Relazioni, ISTI-SAN Congressi, Strumenti di Ri-ferimento.

Gli Annali ospitano rassegne,monografie, articoli originali,brevi note tecniche nei diversicampi attinenti alla sanità pub-blica. La rivista, in vendita pres-so l’Istituto Poligrafico e Zecca

dello Stato, è indicizzata in Med-line, Chemabs, Embase/ Exerp-ta Medica, Pascal. La collabora-zione agli Annali è aperta a tut-ti i ricercatori, sia esterni che in-terni all’Istituto. (le istruzioni pergli autori sono disponibile in In-ternet sul sito ufficiale ISS).

I rapporti contengono infor-mazioni sulle attività in corsopresso i Laboratori e Servizi ISS:proposte di esperienze, atti dicorsi, seminari, congressi; normetecniche, disposizioni legislative;rassegne, bibliografie, e in ge-nerale tutto quel materiale che,per estensione e per dettaglio,non è pubblicato su riviste spe-cializzate. I rapporti sono stam-pati in proprio in numero limita-

to di copie, e sono distribuiti pre-valentemente agli organi del Ser-vizio Sanitario Nazionale.

Il Notiziario e alcuni rapporti,che rivestono un particolare in-teresse, sono disponibili online infull text. Per gli Annali e i rap-porti è comunque accessibile ilriassunto in italiano e in inglese.Tutte le pubblicazioni edite dal-l’ISS possono essere oggetto discambio con altre pubblicazionidi interesse per l’Istituto e/o pos-sono essere inviate in omaggio adeterminate categorie di utentioperanti nel settore della salutepubblica e della ricerca.

Maggiori informazioni sullepubblicazioni sono disponibili inInternet all’indirizzo:

http://www.iss.itPer richieste specifiche:[email protected]

Visto… si stampiA cura del Servizio per le Attività Editoriali

Sezione I - Effetti sulla salute dell’inquina-mento atmosferico urbano.A cura di Susanna Lagorio e Pietro Comba

Raccoglie una serie di contributi su inquina-mento urbano e salute, sui rischi e effetti avversiassociati a concentrazioni ambientali di inquinanti,spesso inferiori agli standard in vigore. Gli argo-menti trattati comprendono le sorgenti dell’inqui-namento atmosferico urbano, i livelli di inquina-mento nelle principali città italiane, la valutazionedell’esposizione di particolari sottogruppi “vulne-rabili” della popolazione urbana, gli effetti a brevee lungo termine del particolato aerodisperso e de-gli inquinanti gassosi, le strategie preventive e gli in-dirizzi normativi. Sezione II - Ricerche e metodologie, brevi no-te e rubriche. Diversi sono i contributi pubblicati inquesta sezione, vari e tutti di notevole interesse sa-nitario i temi trattati. L’elenco è disponibile su In-ternet e qui ne citiamo alcuni: Effects of cell bankingmanipulations on ex vivo amplification of umbilicalcord blood di L.Forte et al.; Riflessioni sull’esperien-za di assistenza domiciliare in un modello di pato-logia genetica, cronico-degenerativa: la Malattia diHuntington di A.G. Jacopini et al.; Utilità della ri-cerca bibliografica online nella ricerca biomedica,con applicazione allo studio epidemiologico delleosteopatie genetiche di N. Giordano et al.

Vol. 36, n. 3 (2000): 261-390Vol. 36, n. 3 (2000): 261-390 Vol. 36, n. 4 (2000): 391-528Vol. 36, n. 4 (2000): 391-528

Sezione I - La sorveglianza e il controllo del-le malattie sessualmente trasmesse.A cura di Massimo Giuliani e Barbara Suligoi

Le MST rappresentano oggi uno dei gruppi dimalattie infettive più diffuse nel mondo, la cuianalisi epidemiologica rappresenta un compitoparticolarmente complesso anche perché una lar-ga quota delle persone che contraggono un’infe-zione trasmessa per via sessuale non viene inclu-sa nelle classiche rilevazioni epidemiologiche. Nu-merosi fattori non consentono la raccolta di daticompleti e affidabili. Obiettivo di questa mono-grafia è quello di presentare un’analisi aggiornatae completa dei diversi aspetti relativi alle MST. È in-dirizzata a quanti vogliano approfondire questi ar-gomenti e a quanti operano sul territorio coordi-nando e programmando a livello locale o regiona-le iniziative scientifiche e di sanità pubblica .Sezione II - Ricerche e metodologie, brevi no-te, rubriche e indici. Tra i contributi pubblicati:Metabotropic glutamate receptors and brainischemia: differential effects on phospoinositideturnover in young and aged rats di P. Lorenzini etal.; Characterization and screening of a point mu-tation in LDL receptor gene found in Southern Italy(FH Avellino) di A. Cantafora et al.; Valutazione de-gli effetti dei corsi di preparazione alla nascita sul-la salute della madre e del neonato di G. Baglio etal.

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In Italia sono state orIn Italia sono state organizzateganizzate,, negli anninegli annipassati,passati, alcune ralcune reti di medici sentinella per

eti di medici sentinella perstimarstimare l’incidenza dell’influenza,e l’incidenza dell’influenza, limitatalimitata--

mente ad alcune armente ad alcune aree del Noree del Nord e del Centrd e del Centroo..Si è trSi è trattato di iniziative che

attato di iniziative che,, pur nella lorpur nella loroovalidità,validità, non hanno fornito un quadrnon hanno fornito un quadro geneo gene--

rrale della situazione epidemiologica su tutto

ale della situazione epidemiologica su tuttoil territorio nazionaleil territorio nazionale.. PPer questo motivo si è

er questo motivo si èritenuto essenziale e prioritario rritenuto essenziale e prioritario realizzarealizzaree,,nella stagione 1999-2000,nella stagione 1999-2000, un sistema di sor

un sistema di sor--veglianza sentinella dell’influenza esteso a

veglianza sentinella dell’influenza esteso atutto il territorio nazionale e basato su medi

tutto il territorio nazionale e basato su medi--ci di medicina generci di medicina generale e su pediatri di liber

ale e su pediatri di liberaascelta.scelta. La sorveglianza si è articolata in due

La sorveglianza si è articolata in duerreti,eti, coorcoordinate rispettivamente dall’ISS e dal

dinate rispettivamente dall’ISS e dalCentrCentro Interunivero Interuniversitario di Ricersitario di Ricerca sull’Inca sull’In --

fluenza (CIRI).fluenza (CIRI).

Rapporto ISTISAN 00/21FLU-ISS: Sistema di sorveglianza sentinelladell’influenza basata su medici di medicinagenerale e pediatri di libera scelta.Gruppo di lavoro FLU-ISS2000, viii, 75 p.

Rapporto ISTISAN 00/19Comportamenti preventivi

verso le malattie trasmesse da alimenti.

Leucio Orefice, Mirella Di Candia,

Gianni Ciccaglioni e Concetta Scalfaro2000, ii, 53 p.

PPer prer prevenirevenire le malattie tre le malattie trasmesse da aliasmesse da ali --

menti è stato prmenti è stato proposto e roposto e realizzato da parteealizzato da parte

dell’ISS un prdell’ISS un progetto pilota che ha progetto pilota che ha previsto laevisto la

diffusione di informazioni specifichediffusione di informazioni specifiche,, in partiin parti --

colarcolare a livello dei singoli e delle piccole coe a livello dei singoli e delle piccole co--

munità.munità. Si leggono informazioni su alcuni comSi leggono informazioni su alcuni com--

portamenti prportamenti preventivi da tenereventivi da tenersi in occasionesi in occasione

dell’acquistodell’acquisto,, della conservazione e della prdella conservazione e della pree--

parparazione degli alimenti.azione degli alimenti. Nell’appendice vi soNell’appendice vi so--

no alcune tabelle con informazioni tecnicheno alcune tabelle con informazioni tecniche

rrelative agli alimenti implicati in alcune maelative agli alimenti implicati in alcune ma--

lattie da questi trlattie da questi trasmesseasmesse,, che illustrche illustrano ancheano anche

il periodo d’incubazioneil periodo d’incubazione,, i principali sintomi ei principali sintomi e

gli agenti etiologici delle stessegli agenti etiologici delle stesse,, oltroltre agli ace agli ac--

corcorgimenti prgimenti preventivi specifici.eventivi specifici.

Nella prima parte del rNella prima parte del rapporto vengono ripor

apporto vengono ripor--tati e discussi i dati SEIEVtati e discussi i dati SEIEVA rA relativi al biennio

elativi al biennio1997-1998.1997-1998. LL’incidenza dell’epatite vir’incidenza dell’epatite virale acuale acu--

ta B e nonA,ta B e nonA, nonB si è mantenuta stabilenonB si è mantenuta stabile,, menmen--

trtre l’incidenza dell’epatite e l’incidenza dell’epatite A ha avuto un in

A ha avuto un in--crcremento in tutta Italia e sopr

emento in tutta Italia e soprattutto al Sud.attutto al Sud. II

più importanti fattori di rischio per l’epatite

più importanti fattori di rischio per l’epatite AAsono il consumo di frutti di marsono il consumo di frutti di mare e i viaggi ine e i viaggi inararee ad alta endemia.

ee ad alta endemia. I fattori di rischio iatrI fattori di rischio iatroo--

geni e i rgeni e i rapporti sessuali hanno il ruolo magapporti sessuali hanno il ruolo mag--

giorgiore nella tre nella trasmissione delle epatiti parasmissione delle epatiti parenteente--

rrali.ali. Un aumento dell’epatite CUn aumento dell’epatite C,, associata a trassociata a traa--

sfusionesfusione,, è stato rè stato registregistrato nel corato nel corso del 1998.so del 1998.Nella seconda parte del rNella seconda parte del rapporto sono riportati

apporto sono riportatigli atti della riunione SEIEVgli atti della riunione SEIEVA che si è tenuta a

A che si è tenuta aBagnoBagno VVignoni il 2-4 dicembrignoni il 2-4 dicembre 1998.e 1998.

Rapporto ISTISAN 00/20SEIEVA. Sistema epidemiologico integratodell’epatite virale acuta. Rapporto 1997-1998.Alfonso Mele, Elvira Bianco,Enea Spada, Massimo Ciccozzi,Antonella Marzolini e Maria Elena Tosti2000, viii, 51 p.

Le nuove conoscenze connesse con la chir

Le nuove conoscenze connesse con la chiraa--

lità,lità, la fitotossicità e le prla fitotossicità e le proprietà di stato so

oprietà di stato so--

lido di alcuni principi attivi possono miglio

lido di alcuni principi attivi possono miglio--

rrarare la sicure la sicurezza d’uso di alcune classi di farezza d’uso di alcune classi di far --

maci attualmente in commermaci attualmente in commerciocio.. In questa otIn questa ot--

tica,tica, il pril progetto di ricerogetto di ricerca ha affrca ha affrontato speontato spe--

cifici prcifici problemi nelle tematiche soproblemi nelle tematiche sopramenzioamenzio--

nate;nate; sono anche state individuate nuovesono anche state individuate nuove

araree di riceree di ricerca derivanti dalle esigenze delca derivanti dalle esigenze del

Piano Sanitario Nazionale e connesse con l’u

Piano Sanitario Nazionale e connesse con l’u--

so di rso di radiazioni ionizzanti nei pradiazioni ionizzanti nei processi processi proo--

duttivi di farmaci sterili e l’influenza delle

duttivi di farmaci sterili e l’influenza delle

carcaratteristiche di pazienti anziani su par

atteristiche di pazienti anziani su paraa--

metri farmacocinetici.metri farmacocinetici.

Rapporto ISTISAN 00/18

Secondo progetto di ricerca: Proprietà chimico-

fisiche dei medicamenti e loro sicurezza d’uso.

A cura di Elena Ciranni

2000, iii, 123 p.

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Serie Relazioni 00/3Gestione automatizzata degli appuntamentinella conduzione di studi epidemiologici longitudinali.Fabrizio Marzolini, Simonetta Crateri,Sally Williams, Luigina Ferrignoe Francesco Rosmini2000, 32 p.

Serie Relazioni 00/4

Convegno nazionale. Esclusione e marginalità.

Istituto Superiore di Sanità.

Roma, 2 dicembre 1999.

Atti a cura di Cecilia Bedetti, Salvatore Geraci

e Ranieri Guerra

2000, xiv, 113 p.

Nell’ambito delle attività di prNell’ambito delle attività di promozione della

omozione dellaqualità della ricerqualità della ricerca è stata rca è stata realizzata una pr

ealizzata una proo--cedurcedura automatizzata,

a automatizzata, denominatadenominata “MEMO-“MEMO-PC”,PC”, per la gestione degli appuntamenti du

per la gestione degli appuntamenti du--rrante le fasi di rante le fasi di reclutamento e follow-up di una

eclutamento e follow-up di unasperimentazione clinica.sperimentazione clinica. Il prIl progrogramma si artiamma si arti --cola in una serie di funzioni,cola in una serie di funzioni, quali:quali: inserimeninserimen--toto,, agenda,agenda, ricerricerca/aggiornamento

ca/aggiornamento,, lista genelista gene--rrale dei partecipanti,ale dei partecipanti, elaborelaborazioni,azioni, stampa tostampa to--

tale e backuptale e backup.. Esso rEsso registregistra ed elabora ed elabora infora infor--mazioni standarmazioni standardizzate necessarie alla segr

dizzate necessarie alla segree--teria dello studio per rimanerteria dello studio per rimanere in contatto con

e in contatto coni partecipanti e monitori partecipanti e monitorarare gli appuntamenti

e gli appuntamentinelle varie fasi dello studionelle varie fasi dello studio..

Le rLe relazioni trelazioni tra fattori socio-economici e saa fattori socio-economici e sa--

lutelute,, il concetto di equità,il concetto di equità, il diritto alla salu

il diritto alla salu--

te con le sue implicazioni per la politica sani

te con le sue implicazioni per la politica sani --

taria,taria, il ruolo del volontariato nell'assistenza

il ruolo del volontariato nell'assistenza

sanitaria ai soggetti deboli:sanitaria ai soggetti deboli: questi i principaquesti i principa--

li arli argomenti discussi nel secondo convegno

gomenti discussi nel secondo convegno

nazionale sull'esclusione sociale in Italia,

nazionale sull'esclusione sociale in Italia, oror--

ganizzato dall'Istituto Superiorganizzato dall'Istituto Superiore di Sanità ee di Sanità e

dal Ministerdal Ministero della Sanità con la collaboro della Sanità con la collaborazioazio--

ne della Caritas di Roma.ne della Caritas di Roma. Una sessione del con

Una sessione del con--

vegno è stata dedicata alle esperienze sul

vegno è stata dedicata alle esperienze sul

campocampo,, nell'ottica di fornirnell'ottica di fornire non solo dati sul

e non solo dati sul --

la rla realtà dell'esclusione sociale per gli aspet

ealtà dell'esclusione sociale per gli aspet--

ti connessi alla saluteti connessi alla salute,, ma anche informazioni

ma anche informazioni

sulle possibili risposte che orsulle possibili risposte che organizzazioni delganizzazioni del

volontariato e strutturvolontariato e strutture pubbliche vanno svi

e pubbliche vanno svi --

luppando localmenteluppando localmente..

Rapporto ISTISAN 00/22Dinamica di popolazione di fitoplancton tossico eflora batterica nel basso Adriatico.A cura di Carmela Caroppo, Loredana Stabili, RosaAnna Cavallo, Michele Pastore, Enrico Marchiori eMilena Bruno2000, 84 p.

ISTISAN CONGRESSI 67

La letteratura grigia: politica e pratica.

3° Convegno nazionale. Istituto Superiore di Sanità.

Roma, 25-26 novembre 1999.

Atti a cura di Vilma Alberani e Paola De Castro

2000, ii, 167 p.

ConsiderConsiderando che le zone del basso ando che le zone del basso AdriaticoAdriatico,,

in particolarin particolare quelle pugliesi,e quelle pugliesi, costituiscono un

costituiscono unbiotopo ancorbiotopo ancora ra relativamente inalter

elativamente inalteratoato,, esseessesono state oggetto di un'indagine sperimenta

sono state oggetto di un'indagine sperimenta--le condotta in 24 mesi di attività lungo le co

le condotta in 24 mesi di attività lungo le co--ste del Canale di Otrste del Canale di Otrantoanto.. L'indagine è stata

L'indagine è statasvolta da un gruppo congiunto del Labor

svolta da un gruppo congiunto del Laboratorioatoriodi Igiene di Igiene Ambientale dell'Istituto Superior

Ambientale dell'Istituto Superiore die diSanità e dell'Istituto Sperimentale Sanità e dell'Istituto Sperimentale TTalassogralassograa--fico "A.fico "A. Cerruti " del CNR di

Cerruti " del CNR di TTararantoanto,, al fine dial fine divalutarvalutare lo stato di salute di questo ambiente

e lo stato di salute di questo ambiente,,che fornisceche fornisce,, un termine di par

un termine di paragone ideale peragone ideale per

situazioni con livelli d'inquinamento più ele

situazioni con livelli d'inquinamento più ele--vati,vati, come quelli dell'alto

come quelli dell'alto AdriaticoAdriatico.. I risultatiI risultatiemeremersi hanno evidenziato dinamiche di popo

si hanno evidenziato dinamiche di popo--lazione di svariate specie algali potenzialmen

lazione di svariate specie algali potenzialmen--te tossichete tossiche..

I contributi prI contributi presentati al Convegnoesentati al Convegno,, articolatoarticolato

in trin tre sessioni e una tavola re sessioni e una tavola rotonda,otonda, hannohanno

avuto l’obiettivo di offriravuto l’obiettivo di offrire un quadre un quadro genero generaa--

le di riferimento per la letterle di riferimento per la letteraturatura grigia (LG).a grigia (LG).

In particolarIn particolaree,, sono state prsono state presentate consideesentate conside--

rrazioni sulle carazioni sulle caratteristicheatteristiche,, vecchie e nuovevecchie e nuove,,

di tale letterdi tale letteraturatura in ra in relazione al fenomeno Inelazione al fenomeno In--

ternet;ternet; si è tentato di offrirsi è tentato di offrire nuove definizioe nuove definizio--

ni per la LG;ni per la LG; sono state effettuate valutazionisono state effettuate valutazioni

qualitative e quantitative della LG attualmen

qualitative e quantitative della LG attualmen--

te accessibile in Internet;te accessibile in Internet; è stato delineato e

è stato delineato e

discusso il prdiscusso il profilo dei maggiori profilo dei maggiori produttori dioduttori di

LG a livello nazionale e internazionale e degli

LG a livello nazionale e internazionale e degli

utenti che utilizzano tale tipo di documenti;

utenti che utilizzano tale tipo di documenti;

sono state inoltrsono state inoltre evidenziate le pr

e evidenziate le problematioblemati --

che rche relative all’accesso della LG tentando di

elative all’accesso della LG tentando di

individuarindividuare possibili modelli ore possibili modelli organizzativi.ganizzativi.

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n questa sezione si suggerisce la consultazione di alcuni sitidi particolare interesse, inerenti gli argomenti trattati nel fa-scicolo o comunque utili per chi opera quotidianamente nel-l'ambito della sanità pubblica.

Lo spazio disponibile ha portato ad una selezione molto ri-stretta, tuttavia, tutti i siti contengono numerosi collegamenti

che consentono una navigazione ad ampio spettro.

Bookmark

Per ulteriori approfondimenti…

www.sanita.itwww.tuttosanita.itwww.lasalute.org

www.gruppoabele.itwww.tobacco-control.org

tobaccofreekids.org/www.cdc.gov/tobacco/who/whofirst.htm

www.bbc.co.uk/health/www.cpaaindia.org/

www.ash.org/www.crc.org.uk/cancer/cancer_intro.html

www.tobacco.org

È un sito governativo del “National Institute on Drug Abuse”, che sioccupa di prevenzione e ricerca nel campo della tossicodipendenza.

Notizie sul fumo per aspiranti non fumatori con consigli pratici,collegato a www.notobacco.org che si rivolge ad un pubblico giovane.

www.nida.nih.gov

www.tobaccofree.org

Lo scopo di questo sito è quello di preservare la salute dellacollettività, supportando tutte le iniziative contro l’uso del tabacco.

www.ash.org.uk

Curioso e accattivante, rivolto ad un pubblico di teenager, consenteanche di fare un quiz online per scoprire il profilo del giovanefumatore tipo.

www.iquitonline.com

L'Osservatorio sul tabacco è un centro di documentazione cheraccoglie tutte le informazioni - sia articoli scientifici che rassegnastampa - sull'argomento fumo.

www.istitutotumori.mi.it/osservatorio/tobacco.html

Oltre a riportare l'attività dell'Osservatorio permanente su giovani ealcol, tratta della legislazione italiana sull'alcol.

www.alcol.net

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a “crisi BSE” sta segnando unodei momenti di maggior sfi-ducia del consumatore neiconfronti degli alimenti di ori-

gine animale. Le ragio-ni sono molte e risiedo-

no nelle scarse certezze scientifichedisponibili, nelle conseguenti diffi-coltà di definire misure di garanziasanitaria, negli interessi talvolta con-flittuali tra industria e tutela dellasalute, nell'influenza non sempre li-neare esercitata dalla mediazionepolitica e nella diffidenza del con-sumatore nei confronti di unainformazione confusa e considerataspesso non trasparente.

Definire il rischio della BSE(Encefalopatia Spongiforme Bovi-na) per l’uomo è un esercizio in-dubbiamente complesso. Ifattori che entrano ingioco nel condi-zionare la tra-smissibilità diqueste malat-tie - note co-me encefalo-patie spon-giformi tra-smissibili (EST)- da una specie adun’altra sono nu-merosi e conosciuti so-lo in parte. Tra questi hannoimportanza il livello di infettività -e quindi di rischio - di un certo tes-suto, la dose e la via di sommini-strazione. A questi si aggiungono,e in parte si sovrappongono, altriimportanti fattori che intervengo-no nel determinare la cosiddetta“barriera di specie”.

Gli unici tessuti bovini nei qua-li è stata riscontrata infettività incorso di BSE sono: cervello, mi-dollo spinale, retina ed ileo distale.A questi, sulla base di risultati pre-

liminari di esperimenti tuttora incorso, sembra si debba aggiungereanche il midollo osseo. Nel musco-lo e nel latte non è stata riscontra-ta infettività a livelli misurabili;questo può significare che tali tes-suti non albergano infettività ovve-ro che questa è presente a livellitanto bassi da non essere rivelatadai sistemi disponibili.

Strettamente correlato al fattoretessuto, è il fattore dose. Esiste in-fatti una dose minima capace di in-durre la malattia negli animali dalaboratorio. Purtroppo nell’uomotale dose è totalmente sconosciuta,così come non è chiaro se dosi ri-petute abbiano effetto cumulativo.La mancanza di questo dato, unitaall'incertezza sulla durata media del

tempo di incubazione dellavariante della malattia

di Creutzfeldt-Ja-kob (vMCJ)- la

malattia umanalegata alla BSE- rappresenta illimite maggio-re nel formula-re scenari at-

tendibili sul nu-mero di casi uma-

ni che è ragionevoleaspettarsi nel futuro.

Un altro fattore estrema-mente importante nel condizionarela trasmissibilità interspecifica è da-to dalla cosiddetta “barriera di spe-cie” cioè nella “resistenza” che l’a-gente infettante incontra nel primopassaggio da una specie all’altra.Questo fenomeno, dimostrato dalladrastica riduzione dei tempi di in-cubazione nell'eventuale successivopassaggio intraspecifico nella speciericevente, dipende in larga parte dallivello di omologia nella sequenzaprimaria della proteina prionica tra

specie “donatrice” e specie “rice-vente”.

L'elaborazione di strategie sani-tarie nei confronti della BSE è sta-ta pesantemente condizionata dailimiti delle conoscenze scientifiche.La prima misura di sanità pubblicavarata nel 1989 dal governo ingle-se in seguito all’epidemia di BSE èstata il bando sul consumo umanodi alcuni tessuti bovini ad elevatainfettività, quali il cervello ed il mi-dollo spinale. Una misura analoga èentrata in vigore a partire dal 1° ot-tobre 2000 in tutti i Paesi dell’U-nione Europea. Tale misura, accan-to al bando totale delle farine dicarne per l'alimentazione degli ani-mali, in vigore dallo scorso dicem-bre e dall'applicazione dei test dia-gnostici su tutti i bovini oltre i 30mesi prima dell'avvio al consumo,rappresentano importanti garanziea tutela del consumatore. Purtrop-po alcune importanti misure ap-paiono tardive. Le prime restrizio-ni sull'impiego di farine animalinell'alimentazione dei ruminantisono state adottate a livello comu-nitario solo nel 1994 e l'obbligo didistruzione dei cosiddetti “materia-li a rischio specifico” (cervello, mi-dollo spinale, occhi, tonsille, inte-stino) è entrato in vigore in tutti iPaesi membri il 1° ottobre del 2000dopo anni di rinvii. Il ritardo con ilquale sono state adottate questedue misure ha fatto sì, da una par-te, che si perpetuasse l'esposizionedella popolazione bovina europeaalla BSE, dall'altra che le fonti dimaggior rischio per l'uomosiano continuate ad entrare

La “crisi BSE”

Umberto Agrimi

Umberto AgrimiPrimo ricercatore del Laboratorio di Medicina Veterinaria

Maurizio PocchiariPrimo ricercatore del Laboratorio di Virologia

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nella filiera di produzione degli ali-menti per l'uomo e gli animali. Oc-corre a questo proposito ricordarele implicazioni derivanti dai lunghitempi di incubazione di queste ma-lattie; ciò che emerge oggi è il ri-sultato di quanto è stato fatto (onon fatto) molti anni fa e solo tramolti anni avremo modo di verifi-care l'efficacia delle misure cheprenderemo oggi.

Fare delle previsioni attendibilisull'evoluzione futura dell'epidemiadi vMCJ in atto nel Regno Unito esul rischio della popolazione euro-pea è al momento impossibile. Cer-to è che il livello di esposizione del-la popolazione inglese alla BSE èstato vastissimo; si calcola che oltreun milione di capi bovini infettisiano giunti sulle tavole degli in-glesi. A fronte di questa esposizio-ne, sono stati sinora (24 gennaio2001) diagnosticati nel Regno Uni-to 92 casi di vMCJ, cui si aggiun-gono 3 casi in Francia ed 1 in Ir-landa.

La crisi BSE ha rappresentatoun utile banco di prova delle poli-tiche di tutela alimentare nell’am-bito del mercato globale ed ha con-

sentito di verificare il percorso del-l'analisi del rischio, nelle sue com-ponenti di “identificazione”, “valu-tazione”, “gestione” e “comunica-zione del rischio”. Il confrontarsicon malattie con caratteristiche co-sì particolari, per le quali i sistemidiagnostici sono poco efficienti,uniti ai tempi di incubazione lun-ghissimi ed alla inusuale resistenzaai trattamenti di disinfezione e de-contaminazione, ha rappresentatouna sfida per i servizi veterinari intutta Europa e ha richiesto approc-ci culturali e strategie sanitarie nuo-vi, di lungo o lunghissimo periodo,pressoché esclusivamente preventi-vi e, perciò, particolarmente sog-getti al principio di precauzione. Ilpersistere del problema in Europa,qualunque ne siano le dimensioni eincludendo in esse anche i deva-stanti risvolti “mediatici” del feno-

meno, dimostra purtroppo chequesto nuovo approccio culturaleha avuto difficoltà ad emergere.

Tel. 0649903374 Fax 0649902253 e-Mail: [email protected]

Sul numero di febbraio:

Tumori cerebrali e telefoni cellulari:uno studio epidemiologico internazionale

Salute riproduttiva femminile e ambiente

AIDS e popolazioni migranti

…e altro ancora

In briefThe “BSE crisis”

The assesment of the risk of BSE “Bovine Spongiform Encephalopa-thy“ is very complex since many factors are involved in this evaluation.Among others the use of specific risk materials (i.e. brain), the dose andso called “species barrier“. Health strategies for BSE were deeply af-fected by the limit of scientific knowledge. A brief review of Europeanregulations on the matter is reported.

La Redazione del Notiziario è lieta di accoglierecommenti e suggerimenti da parte dei lettori

per rendere questo strumento sempre più utilee rispondente alle reali esigenze degli operato-

ri sanitari. Non esitate a contattarci