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E

L’selPèdcisumSdmdlIs‘scc N

INTRODUZION

’espansione dei contratti a tempo determinato, risultava significativa già sul finire degli anni 90, ma recentemente ha assunto una dimensione davvero notevole, caratterizzando in modo empre più rilevante il mercato del lavoro sia a livello locale sia a livello nazionale. Si tratta videntemente di una delle forme di ‘flessibilità’ del mercato, un’opportunità offerta dalla

egislazione e a cui le aziende ricorrono sempre più frequentemente. arallelamente a questa diffusione , si è anche sviluppato un dibattito che, schematicamente, sintetizzabile in due opposte valutazioni: da un lato coloro che vedono nella crescente iffusione di questa flessibilizzazione del mercato un aumento delle condizioni di precarietà a arico dei lavoratori con tutte le conseguenze sul piano personale e sociale; dall’altro lato

nvece ci sono coloro che vedono nella crescita dei contratti a tempo determinato un aumento ostanziale delle opportunità lavorative, un aumento complessivo dell’occupazione e quindi n ampliamento dei lavoratori coinvolti. In sostanza il ricorso ai contratti a TD, sarebbe un odo per ampliare e forse anche per meglio utilizzare, le risorse umane. ono valutazioni che si sviluppano evidentemente sulla base dei dati disponibili e ell’evoluzione che assume questo fenomeno nell’ambito delle più ampie dinamiche del ercato del lavoro; può quindi risultare utile presentare una sintesi del processo di diffusione egli avviamenti al lavoro tramite i contratti a tempo determinato, nell’ambito del mercato del

avoro bresciano e sulla base della banca dati dei Centri per l’Impiego. l punto centrale del dibattito e quindi anche della nostra esposizione di dati, riguarda il fatto e l’ampio e crescente ricorso al tempo determinato rappresenti una forma di

flessibilizzazione’ nella fase di accesso all’occupazione, caratterizzata poi da maggiore tabilità occupazionale, ovvero se, al contrario, sia una forma occupazionale fine a se stessa he delimita un’area di mercato sostanzialmente chiusa e senza significativi sbocchi nella arriera lavorativa.

ella presentazione dei nostri dati cercheremo di rispondere ad alcuni interrogativi di base.

1. Il trend evolutivo dei contratti a TD è specifico in alcuni settori economici o è un fenomeno trasversale all’intero mercato del lavoro ? c’è stata un’immediata generalizzazione o inizialmente si è radicato in alcuni settori economici?

2. Qual’è la durata media dei contratti a TD ? si notano differenze significative con i

contratti a tempo indeterminato?

3. Che relazione esiste tra la diffusione dei contratti a TD e le carriere occupazionali ? la

flessibilità del TD circoscrive un segmento chiuso del mercato del lavoro, ovvero consente spazi di mobilità e di carriera ?

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1. CRESCITA IMPETUOSA

Prendiamo come punto di avvio della nostra analisi l’anno 2000, in cui ancora, come si vede dalla Tab.1, erano prevalenti i contratti a tempo indeterminato e altre forme di flessibilità contrattuale, (apprendistato e CFL), risultavano ancora significative (oltre il 15% degli avviamenti). In cinque anni si è prodotto un cambiamento radicale e nel 2004 ben oltre la metà degli avviamenti1 è avvenuta con un contratto a tempo determinato.

Tab. 1 – Avviamenti in base al contratto e all’anno

2000 2001 2002 2003 2004

Apprendista

12,2% 11,0% 9,6% 8,1% 8,1%

formazione lavoro 3,8% 3,0% 2,0% 1,4% ,1%

tempo determinato

39,5% 42,7% 48,5% 53,6% 55,2%

tempo indeterminato

44,5% 43,3% 39,9% 36,8% 36,6%

Tot. %

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

(n.avviamenti) 126403130198137475136442154817

32,037,6

43,8 44,4 45,1

Interinale

In questo incremento ha giocato un ruolo significativo la diffusione del lavoro interinale che però ha avuto l’effetto di sostituirsi2 ai tradizionali contratti a tempo determinato (Graf. 1).

68,062,4

56,2 55,6 54,9

0,010,020,030,040,050,060,070,0

2000 2001 2002 2003 2004

Graf. 1 - Avviamenti in base alla tipologia dei contratti, rispetto al totale degli avviamenti a tempo determinato, per anno.

contratti TD

1 In questo rapporto esaminiamo solo gli avviamenti, con l’esclusione delle proroghe, avvenuti nel territorio della provincia di Brescia.

2 Descritto in un report specifico: Provincia di Brescia-Settore Lavoro, Il lavoro interinale (2000-2004), giugno 2005.

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L’agricoltura è il settore economico in cui si registra la più ampia diffusione di contratti a tempo determinato (Tab.2). Tuttavia l’aspetto più interessante riguarda l’incremento registrato nell’ambito dell’industria, inclusa quella metalmeccanica, dove abbiamo una crescita di circa il 20%. Aumenti inferiori si sono registrati nel commercio-ristorazione, nel terziario e nell’industria delle costruzioni. Quest’ultima da sempre rivela la percentuale più contenuta di avviamenti a tempo determinato. Scendendo ad un livello maggiore di disaggregazione possiamo individuare alcuni sotto-settori che in questi cinque anni hanno fatto un grande utilizzo dei contratti a TD. Notiamo in particolare l’industria chimica e della gomma che nel 2000 segnava un 51.1% di avviamenti a TD, saliti nel 2004 a oltre il 75%. Le attività di ristorazione (alberghi e ristoranti) che già nel 2000 facevano ampio ricorso al TD (56.8%), nel 2004 hanno ampiamente superato la media di settore raggiungendo il 68.3%. Notevoli anche le variazioni nel terziario; nella Pubblica Amministrazione, dal 77.4% degli avviamenti nel 2000 si è giunti all’88.3% nel 2004; l’istruzione dal 73.9% del 2000 all’86.8% del 2004, i servizi sanitari dal 42.1% al 55.5% nel 2004. Tutti questi incrementi hanno seguito un trend costante.

Tab.2 – Tipologia contratti per anno di avviamento e settore economico Settore economico

ANNO

Contratto AgricolturaIndustria Industria MetalmeccanicaCostruzioni Commercio

ristorazione Terziario

apprendista 4,0% 16,0% 12,4% 13,7% 14,4% 7,9% formazione lavoro ,7% 4,4% 5,1% 1,9% 4,2% 2,8% tempo determinato 72,3% 40,0% 42,6% 7,4% 45,4% 40,6%

tempo indeterminato 22,9% 39,5% 39,9% 76,9% 36,1% 48,8%

2000

Tot.% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%apprendista 3,5% 13,7% 10,6% 12,4% 13,1% 8,1%

formazione lavoro ,3% 3,5% 3,6% 1,5% 3,5% 2,6% tempo determinato 76,1% 43,3% 48,2% 8,6% 50,5% 41,5%

tempo indeterminato 20,1% 39,5% 37,7% 77,6% 32,9% 47,8%

2001

Tot.% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%apprendista 3,0% 10,7% 9,3% 11,2% 11,7% 7,3%

formazione lavoro ,3% 2,3% 2,5% 1,1% 2,3% 1,7% tempo determinato 73,3% 49,9% 55,5% 10,1% 56,1% 48,2%

tempo indeterminato 23,4% 37,0% 32,8% 77,6% 29,8% 42,8%

2002

Tot.% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%apprendista 2,0% 9,7% 8,3% 10,7% 10,4% 5,0%

formazione lavoro ,3% 1,7% 1,9% ,7% 1,7% 1,1% tempo determinato 80,2% 52,6% 56,7% 14,0% 60,8% 58,2%

tempo indeterminato 17,5% 36,0% 33,1% 74,5% 27,1% 35,7%

2003

Tot.% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%apprendista 2,2% 8,6% 7,6% 11,2% 10,9% 5,2%

formazione lavoro ,1% ,2% ,0% ,2% ,1% tempo determinato 82,2% 60,6% 61,9% 17,8% 59,3% 54,2%

tempo indeterminato 15,6% 30,8% 30,3% 71,0% 29,6% 40,4%

2004

Tot.% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Complessivamente circa il 55.% degli avviamenti totali del 2004 con un contratto a TD, è avvenuto in tre settori economici: l’industria metal-meccanica (29.5%), alberghi e ristoranti (12.9%) e nel commercio (12.4%). Una situazione sostanzialmente simile a quella registrata nel 2000.

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Notiamo inoltre che il 90% di questi avviamenti a TD, si concentra in dieci settori economici (Tab.3), evidentemente anche in relazione alla forte presenza di aziende in questi settori. Valutando complessivamente il trend di questi cinque anni possiamo dire che il fenomeno del ricorso ai contratti a TD, assume un carattere ambivalente: da un lato notiamo il permanere di una significativa concentrazione in tre principali classi di attività economica (metal-meccanico, commercio e ristorazione) con il 54.8% degli avviamenti, dall’altro lato una crescente diffusione in quasi tutti gli altri settori. Per la precisione si potrebbe operare una triplice classificazione che vede al primo livello il settore metal-meccanico, seguito dal commercio e ristorazione e poi tutti gli altri settori. In tutti gli ambiti c’è un incremento notevole in termini di valore assoluto, ma il peso percentuale delle singole classi economiche resta sostanzialmente simile tra il 2000 e il 2004 (Tab.3). Il ricorso quindi ai contratti a tempo determinato, è evidentemente connesso alla struttura produttiva della provincia di Brescia, ricca di imprese metal-meccaniche, ma la sua diffusione nel tempo, è comunque un dato generalizzato e trasversale al mercato del lavoro.

Tab.3 – Distribuzione totale degli avviamenti a tempo determinato per settore economico – anno 2004

Frequenza Percentuale

valida Percentuale

cumulata Variazione % sul 2000

Industria metal-meccanica 24377 29,5 29,5 -0,9alberghi ristoranti 10679 12,9 42,4 -1,1commercio 10257 12,4 54,8 1,9Servizi sociali 4963 6 60,8 -1,2agricoltura 4697 5,7 66,5 -0,8chimica-gomma 4549 5,5 72 0,2Tessile cuoio 3687 4,5 76,5 -0,2Istruzione 2981 3,6 80,1 -0,2Servizi sanitari 2916 3,5 83,6 0,1PA 2722 3,3 86,9 1costruzioni 2618 3,2 90,1 1,1informatica studi professionali 2330 2,8 92,9 0,8ind alimentare 1466 1,8 94,7 -0,1legno-carta 1178 1,4 96,1 0trasporti comunicazioni 1090 1,3 97,4 -0,3finanza 708 0,9 98,3 0,1Servizi domestici 702 0,8 99,1 0,2apparecchi elettrici-elettronici di precisione 279 0,3 99,5 -0,5energia 160 0,2 99,7 -0,1altre manifatture 97 0,1 99,8 0Estrazione minerali 82 0,1 99,9 0altri 95 0,1 100 -0,1

Totale 82633 100

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1.2 - Composizione sociale

La forza lavoro femminile, tradizionalmente ha il principale canale di accesso all’occupazione tramite i contratti a TD. Pertanto non sorprende la percentuale elevata di avviamenti femminili, riscontrata tra il 2000 e il 2004, con contratti a TD così come il trend crescente appare una logica conseguenza di una tendenza generalizzata. Nel 2000 sul totale degli avviamenti femminili, quelli a TD erano il 45.8%, e sono cresciuti al 62.5%. Parallelamente sono scesi i contratti a tempo indeterminato: dal 36.4% al 28.8%. Più interessante è rilevare il fatto che la diffusione del TD ha coinvolto anche la forza lavoro maschile, perché è aumentato il peso percentuale (dal 36.0% al 50.4%), ma soprattutto perché a partire dal 2003 questa è diventata la modalità principale di avviamento al lavoro anche per gli uomini; nel graf.2, vediamo l’andamento degli avviamenti in base alla tipologia contrattuale per la componente maschile del mercato del lavoro.

Graf. 2- Avviamenti maschili per tipologia contrattuale e anno

49,1 47,841,9 41,7

11 10 8,8 7,6 7,83,9 3 2,1 1,5 0,1

44,6

0

10

20

30

40

50

60

2000 2001 2002 2003 2004

Tempodeterminato

Tempoindeterminatoapprendista

CFL

36 39,248,9 50,444,6

Molto significativa è anche l’analisi in base alle classi d’età dei lavoratori avviati. In estrema sintesi possiamo dire che nei cinque anni in esame cresce l’età media degli avviamenti a TD (da circa 30 anni del 2000 ai 32 del 2004), ed esaminando l’andamento di questi contratti in base alla classe d’età possiamo notare come sia una tendenza estesa a tutto l’arco della vita lavorativa (Graf. 3, Graf.4 e Graf.5) e non circoscritta alla fascia giovanile. Fra i più giovani (15-18 anni) è molto diffuso l’apprendistato (oltre il 60%) e i contratti a tempo indeterminato e determinato sono residuali; per quest’ultimo si nota comunque un aumento costante: dal 19,8% del 2000 al 29,1% del 2004. Nella classe d’età superiore dai 19 ai 29 anni, la forbice che separa i due contratti principali diventa davvero molto ampia (Graf. 4).

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Graf. 3- Avviamenti a TD e indeterminato, nella classe d'età 19-29 anni, in base all'anno

43,5

48,9

54,3

38,3 37,134,7

31,5 30,8

40,2

56,4

30

35

40

45

50

55

60

2000 2001 2002 2003 2004

19-29 anni-TD

19-29 anni-Tempoindeterminato

Graf. 4- Avviamenti a TD e indeterminato, nelle classe d'età 30-49 anni, in base all' anno

42,4

45,3

55,956,9

54

43,7 42,9

51,1

56,9

48,4

4042444648505254565860

2000 2001 2002 2003 2004

30-49 anni-TD

30-49 anniTempoIndeterminato

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Graf. 5- Avviamenti a TD e indeterminato, nella classe d'età 50 anni e oltre, in base all' anno

42,3

52,3 51,9

60

57,6

47,6 48,1

50,1

39,9

49,8

40

42

44

46

48

50

52

54

56

58

60

2000 2001 2002 2003 2004

50 anni e oltreTD

50 anni e oltreTempoIndeterminato

Notiamo infine che anche fra i lavoratori anziani (Graf. 4 e 5), i contratti a tempo determinato sono ormai diventati la principale modalità di avviamento al lavoro; significativo è anche il fatto che è identificabile l’anno (2002) in cui si è verificato il sorpasso con i contratti a tempo indeterminato.

2. DURATA DEI CONTRATTI A TD

La durata media dei contratti è riportata nella Tab.4, si notano differenze consistenti, ma non come ci si poteva aspettare. I periodi lavorativi più lunghi si registrano a favore dei contratti a tempo indeterminato e per l’apprendistato, ma con una tendenza ad una progressiva riduzione, molto evidente per gli apprendisti. Il periodo medio lavorato passa da 15 mesi, per quelli iniziati nel 2000, ai 7 mesi del 2003. Di particolare interesse è invece l’andamento della durata media per i contratti a tempo indeterminato che tra il 2000 e il 2003 passa da 15 mesi di media a 6 mesi. Era logico attendersi una durata maggiore, ma questo fatto si verifica solo nei primi anni del periodo in esame e con una progressiva e drastica riduzione tanto che nel 2003 la durata media dei contratti a tempo indeterminato è quasi confrontabile a quella dei contratti a tempo determinato. Da notare che in questa riduzione non si può dire ci sia l’influenza determinante di una arco temporale che dal 2000 al 2003 si riduce progressivamente3 rispetto alla data limite di osservazione dei dati posta a giugno 2005: possiamo, infatti, notare che la percentuale di contratti a TI ancora aperti non varia in modo particolarmente consistente nel cinque anni in esame: quelli avviati nel 2000 e ancora aperti sono il 38.3%, quelli dell’anno successivo sono il 38.6%, del 2002 sono 32.5% e quelli avviati

3 Esaminiamo il periodo dal 2000 fino a circa la metà del 2005 e si potrebbe pensare che i contratti a TI avviati nel 2003 e chiusi a metà 2005 siano percentualmente pochi e quindi questo sia il motivo per cui la loro durata media è inferiore.

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nel 2003 e ancora aperti, a giugno 2005, sono 42.1%. C’è quindi un incremento, ma che non crediamo possa invalidare la durata media rilevata e soprattutto il trend discendente4.

Tab.4 - Durata media dei contratti

contratti Anno di

avviamentoMedia in

giorni media in

mesi 2000 439 15 2001 391 13 2002 306 10

Apprendista

2003 195 7 2000 486 16 2001 470 16 2002 446 15

formazione lavoro

2003 338 11 2000 32 1 2001 34 1 2002 29 1

INTERINALE

2003 28 1 2000 156 5 2001 152 5 2002 134 4

tempo determinato

normale

2003 128 4 2000 440 15 2001 363 12 2002 300 10

tempo indeterminato

2003 192 6 Approfondendo l’esame circa la diffusione dei soli contratti a TD (‘normali’) nei settori economici, si nota una situazione abbastanza diversificata. La durata media più lunga si registra nell’ambito delle attività industriali e con tendenza abbastanza stabile: 7 mesi nel 2000 e 6 mesi nel 2003. In agricoltura si va dai 5 mesi del 2000 ai 3 mesi del 2003. Inferiore la durata nel settore del commercio 3-4 mesi. Leggermente più alto il terziario che mediamente offre contratti di durata di circa 5 mesi5.

4 Anche in valore assoluto, in numero di contratti a TI è abbastanza simile negli anni: 34653 nel 2000, 34430 nel 2001, 36885 nel 2002 e 28963 nel 2003.

5 Normalmente la durata dei contratti a TD viene valutata nel modo seguente: per quelli fino a 3 mesi si ha un utilizzo conseguente a picchi produttivi, quelli compresi fra 4 e 12 mesi vengono fatti per sostituzioni varie di personale (maternità, ecc.); periodi superiori che posso anche raggiungere e superare i 24 mesi, vengono interpretati come forme di selezione e prova del personale.

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3. LE CARRIERE OCCUPAZIONALI

Le carriere occupazionali sono state esaminate selezionando tutti coloro che tra l’anno 2000 e il 2001 hanno avuto almeno un avviamento al lavoro e poi abbiamo seguito il loro percorso di lavoro, sommando tutti i contratti avuti fino al 2004. L’intento è quello di capire se esistono percorsi di lavoro significativi e tali da caratterizzare la struttura del mercato del lavoro; naturalmente particolare attenzione è stata dedicata alla diffusione dei contratti a tempo determinato6. Il primo punto di riflessione riguarda la tipologia dei contratti e cioè il modo con il quale questi si combinano nelle carriere di lavoro (Tab.5).

Graf. 6 - Sequenze contrattuali (2000-2004)

solo Tempo Indeterminato

46,5%

Tempo Indeterminato e

altri34,0%

solo Tempo Determinato

12,5%

Tempo Determinato e

altri2,0%

altri5,0%

ALTRI: questa tipologia contrattuale si riferisce ai CONTRATTI DI APPRENDISTATO e di FORMAZIONE LAVORO. Complessivamente notiamo un’area prevalente di soggetti che hanno avuto esclusivamente contratti a tempo indeterminato (46,5%), seguita da un altro gruppo consistente (34%) in cui i contratti a TI si combinano con le altre modalità (tempo Determinato, CFL, apprendistato). Ben più ristretto è il gruppo di coloro che hanno ottenuto esclusivamente contratti a TD (12.5%). Dobbiamo ricordare che questa analisi inizia dal 2000, anno in cui non era ancora manifestata la diffusione massiccia dei contratti a TD. Questa è la sintesi delle ‘combinazioni’ contrattuali, ma è indispensabile anche capire qual è stata la sequenza evolutiva e cioè seguire nell’arco temporale come i vari tipi di contratti si sono succeduti. Abbiamo sintetizzato tale processo realizzando un confronto fra il primo e l’ultimo contratto avuto dai soggetti in esame, in modo tale da cogliere il senso e la direzione delle loro carriere lavorative (2000-2004). Le denominazione attribuite (graf.7) identificano le diverse carriere e sono aggregabili in tre gruppi principali.

6 I dati esposti in questa sezione riguardano i lavoratori avviati al lavoro, non gli avviamenti.

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Graf. 7 - Tipologia delle carriere (2000-2004)Carriere in discesa

4,8%

Garantiti (TI)52,5%

Precari (TD)14,5%

Carriere crescenti (da

TD a TI)13,0%

In ingresso 8,7%

Marginali6,5%

La maggior parte dei lavoratori che hanno trovato un’occupazione tra il 2000 e il 2001 (52.5%), ha usufruito esclusivamente di contratti a tempo indeterminato: abbiamo denominato questo primo gruppo, i ‘garantiti’ anche se, come abbiamo visto, spesso la durata dei contratti a TI è abbastanza variabile. In un secondo gruppo (25.8%) ci sono i ‘precari e marginali’. Si possono riunificate coloro che a vario titolo hanno avuto esperienze lavorative con minori garanzie contrattuali. Fanno parte quanti hanno avuto solo contratti a TD (‘precari’); quelli che da contratti a TD, o CFL o apprendistato, sono rimasti o trasformati in CFL o apprendistato (6.5%) e li abbiamo denominati lavoratori ‘marginali’; infine, ci sono coloro che invece hanno avuto carriere ‘discendenti’ (4,8%): costoro hanno avuto inizialmente un contratto a TI diventato alla fine un contratto a TD o cfl o apprendistato. Nel terzo e ultimo gruppo (21.7%), troviamo quanti hanno avuto carriere crescenti, passando da un contratto a TD, ad uno successivo a TI (13.0%) e coloro, in ingresso al lavoro che da un contratto di apprendistato o CFL, hanno poi avuto un contratto a TD o TI . Naturalmente per una valutazione complessiva bisogna sempre ricordare che questa analisi è stata fatta selezionando i lavoratori che hanno avuto un primo avviamento tra il 2000 e il 2001, quando cioè la diffusione dei contratti a TD era ancora abbastanza contenuta (vedi Tab.1); su questa base quindi possiamo notare che le modalità contrattuali di avviamento sono ancora abbastanza centrate sul Tempo Indeterminato e non si nota una forte frammentazione contrattuale. Considerando le condizioni più favorevoli (garantiti e carriere in ascesa), vediamo che riguardano oltre il 65% dei lavoratori. Nella Tab. 5, abbiamo la distribuzione della tipologia delle carriere in base alla classe d’età.

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Tab.5 - Tipologia delle carriere in base alla classe d’età CLASSI D’ ETA

Carriere 15-18 anni

19-29 anni

30-49 anni

50 anni e oltre

Garantiti 16,0 41,6 63,6 67,9 Precari/marginali 67,2 29,1 20,4 21,6 Carriere ascendenti 16,8 29,3 16,0 10,6

Tot.% 100,0 100,0 100,0 100,0 L’area del precariato/marginalità è ampiamente diffusa tra i giovanissimi, resta comunque rilevante anche nelle classi d’età relativamente più anziane. Significativo è l’andamento del peso percentuale dei ‘garantiti’ che, come si vede, cresce all’aumentare della classe d’età. Il gruppo, infine, di coloro che sono in un percorso di ‘carriere in ascesa’ vede un picco tra i 19 e 29 anni. Con i dati che avremo a disposizione nei mesi successivi, potremo verificare in che misura permane o si è modificato questo grado, per ora limitato, di frammentazione contrattuale del mercato del lavoro. Nella tabella seguente riportiamo la distribuzione dei contratti, per settore economico, rispetto alle aree sub-provinciali che corrispondono ai bacini di utenza dei CPI.

Tab. 5 – Distribuzione dei contratti, per settore economico, nei territori dei CPI. Anno 2004

apprendista Formazionelavoro

Tempo determinato

Tempo indeterminato

Agricoltura 0,8 5,1 0,4Industria 11,1 12,5 9,6 7,9Metalmeccanica 23,2 75,0 21,7 39,5Costruzioni 19,6 12,3 26,4Commercio ristorazione 34,6 27,0 13,8Terziario 10,7 12,5 24,3 12,0

Breno

tot.% 100,0 100,0 100,0 100,0Agricoltura 1,3 1,5 0,9Industria 12,6 2,2 11,7 9,6Metalmeccanica 21,2 12,1 26,6 18,5Costruzioni 9,8 2,7 12,9Commercio ristorazione 31,8 56,0 26,6 21,2Terziario 23,4 29,7 31,0 36,9

Brescia

tot.% 100,0 100,0 100,0 100,0

4. IL TERRITORIO

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Segue Tab.5 apprendista Formazionelavoro

Tempo determinato

Tempo indeterminato

Agricoltura 0,9 6,4 3,7Industria 13,5 50,0 11,5 12,7Metalmeccanica 20,9 8,3 20,7 21,8Costruzioni 12,7 8,3 3,3 16,5Commercio ristorazione 40,4 25,0 42,5 25,1Terziario 11,7 8,3 15,6 20,1

Desenzano

tot.% 100,0 100,0 100,0 100,0Agricoltura 1,5 22,6 1,7Industria 17,0 27,3 21,7 11,4Metalmeccanica 27,9 18,2 23,4 17,7Costruzioni 14,2 2,6 35,2Commercio ristorazione 26,2 36,4 15,7 16,8Terziario 13,2 18,2 14,0 17,2

Iseo

tot.% 100,0 100,0 100,0 100,0Agricoltura 1,4 8,1 4,6Industria 23,5 18,2 21,9 19,7Metalmeccanica 35,2 81,8 44,6 20,9Costruzioni 13,7 2,3 16,9Commercio ristorazione 16,1 8,3 17,5Terziario 10,1 14,8 20,5

Leno

tot.% 100,0 100,0 100,0 100,0Agricoltura 1,5 6,1 2,5Industria 18,3 15,4 31,5 17,1Metalmeccanica 22,2 76,9 29,5 15,4Costruzioni 24,0 4,0 36,7Commercio ristorazione 19,8 7,7 12,0 13,9Terziario 14,2 16,8 14,4

Orzinuovi

tot.% 100,0 100,0 100,0 100,0Agricoltura 0,6 2,1 2,3Industria 7,8 9,4 8,1Metalmeccanica 20,3 40,0 25,0 27,3Costruzioni 8,3 10,0 2,3 16,5Commercio ristorazione 53,0 10,0 43,8 25,2Terziario 10,0 40,0 17,3 20,4

Salò

tot.% 100,0 100,0 100,0 100,0Agricoltura 0,1 1,0 0,4Industria 8,9 4,7 5,2Metalmeccanica 46,3 43,2 68,5 41,9Costruzioni 14,2 1,8 13,6Commercio ristorazione 19,0 52,3 6,9 18,1Terziario 11,6 4,5 17,1 20,8

Sarezzo

tot.% 100,0 100,0 100,0 100,0