A.S. 2018/2019 - cadutidicefaloniamazzini.edu.it · 2020. 1. 22. · 1 ISTITUTO COMPRENSIVO Caduti...

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1 ISTITUTO COMPRENSIVO Caduti Cefalonia - Mazzini Via Baltimora, 110 - 10137 TORINO 011396447 - 0114099960 [email protected] - [email protected] PROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI A.S. 2018/2019

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    ISTITUTO COMPRENSIVO Caduti Cefalonia - Mazzini Via Baltimora, 110 - 10137 TORINO

    011396447 - 0114099960

    [email protected] - [email protected]

    PROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE DEGLI

    ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI

    SPECIALI

    A.S. 2018/2019

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    Indice

    1.INTRODUZIONE……………………………………………………………pag.3

    2. FINALITA’………………………………………………………………….pag.4

    3.QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO……………………………..pag.5

    4.CLASSIFICAZIONE DEI BES………………………………………………pag.7

    5.ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ

    ………………………………………………………………………………….pag.10

    6.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON D.S.A./

    E.E.S……………………………………………………………………………pag.13

    7.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONI DI

    SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE...pag.23

    8.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI SENZA

    ALFABETIZZAZIONE ITALIANA………………………………………... pag.26

    9.TABELLA RIASSUNTIVA……………………………………………….pag.30

    10.INVALSI………………………………………………………………… pag.32

    11.CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE AL TERMINE DEL PRIMO

    CICLO DI STUDI ……………………………………………………………pag.34

    12.GLI- GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIVITA’…………………..pag.35

    13.PIANO ANNUALE INCLUSIVITA’ PAI………………………………..pag.36

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    1.INTRODUZIONE

    PREMESSA

    Il protocollo contiene le linee guida di informazione, criteri, principi educativi e

    pratiche comuni in tema di accoglienza e d’intervento per gli alunni con Bisogni

    Educativi Speciali, consentendo di attuare, in modo operativo, le indicazioni

    normative e ministeriali.

    Secondo l’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health,

    ovvero Classificazione del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, che fa

    parte della Famiglia delle Classificazioni Internazionali dell’Organizzazione

    Mondiale della Sanità) il Bisogno Educativo Speciale rappresenta qualsiasi difficoltà

    evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o apprenditivo, indipendentemente

    dall’eziologia, che necessita di una educazione speciale individualizzata. La Direttiva

    ministeriale del 27 Dicembre 2012 ricorda che: “Ogni alunno, con continuità o per

    determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici,

    biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, familiari, sociali, ambientali

    rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata

    risposta.” La stessa direttiva delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola

    italiana, al fine di realizzare pienamente il diritto all’apprendimento per tutti gli

    alunni e gli studenti in situazione di difficoltà.

    Il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della

    disabilità, viene ridefinito e completato estendendo il campo di intervento e di

    responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi

    Speciali (BES), comprendente:

    alunni disabili (tutelati dalla Legge 104/1992);

    alunni con disturbi evolutivi specifici: tra cui - disturbi specifici di

    apprendimento (DSA certificati) (tutelati dalla legge 170/2010) - alunni con

    deficit nell’area del linguaggio - alunni con deficit nelle abilità non verbali -

    altre problematiche severe - alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e

    dell’iperattivita’ (ADHD) - alunni con funzionamento cognitivo limite

    alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico e/o culturale

    alunni stranieri non alfabetizzati

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    Il protocollo costituisce uno strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisto

    periodicamente, sulla base delle esperienze.

    2. FINALITA’

    Il protocollo è parte integrante del PTOF d’Istituto e si propone di:

    Facilitare l’ingresso di bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali nel

    sistema scolastico e sociale;

    Favorire un clima di accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e

    rimuova eventuali ostacoli alla piena integrazione/inclusione.

    Finalizzare gli interventi ad un “progetto di vita” in grado di promuovere

    l’autonomia personale, aperta e rivolta alla dimensione della cittadinanza

    attiva;

    Definire pratiche condivise all’interno dell’Istituto in tema di inclusione;

    Promuovere la diagnosi precoce dei disturbi dell’apprendimento attraverso

    una stretta collaborazione tra strutture sanitarie pubbliche e private accreditate,

    istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, famiglie e associazionismo.

    Delineare prassi condivise all’interno dell’Istituto di carattere:

    amministrativo e burocratico (documentazione necessaria)

    comunicativo e relazionale (prima conoscenza);

    educativo e didattico (assegnazione alla classe, accoglienza

    coinvolgimento del Consiglio di Classe/interclasse);

    Tutti i soggetti che, all’interno dell’Istituto Comprensivo, operano per l’inclusione

    degli alunni con bisogni educativi speciali, perseguono obiettivi comuni e condivisi:

    Porre al centro dell’attenzione e degli interventi la “persona” nella globalità dei

    suoi bisogni, delle sue caratteristiche e delle sue potenzialità;

    Costruire un rapporto di collaborazione con la famiglia, il primo e il più

    importante agente educativo – abilitativo – riabilitativo;

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    3.Quadro Normativo di riferimento

    - Legge n. 104 5/02/1992, Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate: detta i principi dell'ordinamento in materia di diritti,integrazione sociale e

    assistenza della persona handicappata.

    - Legge n. 53 28/03/2003, Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione

    e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale: intende

    garantire a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino

    al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età.

    - Legge n. 170 08/10/2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in

    ambito scolastico: riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi

    specifici di apprendimento (DSA).

    - Nota MIUR n. 3573 26/05/2011, Diagnosi alunni con DSA precedente all’entrata in vigore della

    Legge 8 ottobre 2010 n.170: precisa che gli alunni con diagnosi di DSA redatta anteriormente

    all’entrata in vigore della Legge 170/10 potranno regolarmente usufruire degli strumenti

    compensativi e delle misure dispensative previsti, sia nella normale attività didattica sia nell’ambito

    dei prossimi Esami di Stato.

    - DM MIUR n. 5669 12/07/2011, Disposizioni attuative della Legge n. 170 08/10/2010 Nuove

    norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico: Allegate al Decreto,

    "Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di

    apprendimento".

    - Accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012, Indicazioni per la diagnosi e la certificazione

    diagnostica dei disturbi specifici di apprendimento

    - Direttiva MIUR 27/12/2012, Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e

    organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica: modalità di intervento da parte dei docenti

    delle scuole in ogni e grado per promuovere l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità. La

    direttiva affronta e amplia l'intervento dei docenti,compresi i curricolari, su tutte le forme di

    svantaggio scolastico. Inoltre fornisce importanti indicazioni in merito all’organizzazione

    territoriale per l’inclusione ed in particolare dei CTS (Centri Territoriali di Supporto).

    - CM MIUR n. 8 06/03/2013, Alunni con bisogni educativi speciali (Bes): modalità operative per

    l'attuazione della Direttiva del 27 dicembre 2012 inerente gli strumenti d’intervento per alunni con

    bisogni educativi speciali e l'organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.

    - Nota MIUR n. 1551 27/06/2013, Piano Annuale per l’Inclusività

    – Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8/2013:definisce tempi e modi per la restituzione dei

    Piano Annuale per l’Inclusività da parte delle Istituzioni scolastiche.

    - Nota MIUR n. 2563 22/11/2013, Strumenti di intervento alunni BES A.S. 2013-2014 -

    Chiarimenti: fornisce chiarimenti in merito agli interventi previsti per gli alunni con BES (Bisogni

    Educativi Speciali).

    - Deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte, n. 16-7072, 4/02/2014: predispone una

    scheda di collaborazione scuola – famiglia per favorire i processi di apprendimento e di

    partecipazione per gli alunni con difficoltà scolastiche e per rendere maggiormente funzionale la

    comunicazione tra la scuola e la famiglia.

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    - Deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte n. 20-7246, 17/03/2014, Modalità di

    individuazione degli studenti con Esigenze Educative Speciali (EES) Con la DGR 20/2014 viene

    sostituita la classificazione delle DGR 13/2009 e DGR 18/2009 codificata secondo classificazione

    ICD 10 dell’OMS

    -Nota USR Piemonte n. 8935 04/11/2014 Diritto allo studio DSA BES pronunce giurisprudenziali:

    riporta le più recenti pronunce giurisprudenziali in merito ai DSA e ai BES

    DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 66 Norme per la promozione dell'inclusione

    scolastica degli studenti con disabilita', a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107. Decreto legislativo n. 62 del 13/4/2017. Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esame di stato, a norma dell’art. 1 cc. 180 e 181, lettera i) della legge n. 107 del 13/7/2015 Art. 11 Valutazione delle alunne/i con disabilità e DSA 1° ciclo

    ALUNNI STRANIERI L’articolo 45 del DPR n. 394/1999, regolamento sull’immigrazione, fornisce criteri relativi all’obbligo di istruzione e all’iscrizione scolastica dei minori con cittadinanza non italiana, nonché alla loro assegnazione alle classi. Direttiva MIUR n. 45/4.4.05 Art.3 – Prevede interventi formativi per i docenti riguardanti l’integrazione degli alunni di cittadinanza non italiana Ministero della Pubblica Istruzione – C. M. 110/14.12.2007 La circolare ministeriale definisce le modalità organizzative relative alle iscrizioni degli alunni alle scuole dell’infanzia e ai diversi ordini e gradi di istruzione delle scuole statali e paritarie.

    Nota MIUR n. 4233 del 19 febbraio 2014 "Linee guida per l'integrazione degli alunni stranieri"

    -.

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    4.CLASSIFICAZIONE DEI BES

    Alunni disabili (Legge 104/1992) La legge quadro n. 104/1992 definisce persona con disabilità, colui che presenta una

    minorazione fisica, psichica o sensoriale stabilizzata o progressiva, che è causa di

    difficoltà di apprendimento, relazione o di integrazione e tale da determinare un

    processo di svantaggio sociale o di emarginazione. La Conferenza Mondiale sui

    diritti umani dell’ONU del 2009, precisa che “la disabilità è il risultato

    dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed

    ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su

    base di uguaglianza con gli altri”. L'art 24, infine, riconosce “il diritto all’istruzione

    delle persone con disabilità (...) senza discriminazioni e su base di pari opportunità”

    garantendo “un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento

    continuo lungo tutto l’arco della vita, finalizzati:

    a) al pieno sviluppo del potenziale umano, del senso di dignità e dell’autostima ed al

    rafforzamento del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della

    diversità umana;

    b) allo sviluppo, da parte delle persone con disabilità, della propria personalità, dei

    talenti e della creatività, come pure delle proprie abilità fisiche e mentali, sino alle

    loro massime potenzialità;

    c) a porre le persone con disabilità in condizione di partecipare effettivamente a una

    società libera”.

    La certificazione di disabilità viene redatta da una commissione medica presieduta

    dal medicolegale in cui sono presenti la famiglia, la Neuropschiatria Infantile e i

    Servizi Sociali.

    Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) I disturbi specifici dell’apprendimento si caratterizzano, secondo la definizione

    approvata dall’International Dyslexia Association, come una disabilità

    dell’apprendimento di origine neurobiologica e coinvolgono uno specifico dominio di

    abilità, lasciando infatti intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi interessano

    le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici Ai sensi della Legge 170/10

    e DM 5669 12/7/2012; come precisa l’Art. 3, comma 1, “Elementi di Certificazione

    Diagnostica” della Conferenza Stato-Regioni per Diagnosi DSA: “E’ necessario il

    riferimento ai codici nosografici (attualmente tutti quelli compresi nella categoria

    F81: Disturbi evolutivi Specifici delle Abilità Scolastiche) e alla dicitura esplicita del

    DSA in oggetto, nello specifico:

    F81 - Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche

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    Disordini in cui le normali modalità di acquisizione delle competenze sono disturbate

    fin dai primi stadi di sviluppo. Ciò non in diretta conseguenza di una mancata

    opportunità di apprendimento, non come risultato di un ritardo mentale e non in

    conseguenza di alcuna forma di trauma cerebrale o di deficit

    F81.0 – Disturbo specifico della lettura

    F81.1 – Disturbo specifico della compitazione

    F81.2 – Disturbo specifico delle abilità aritmetiche

    F81.3 – Disturbi misti delle abilità scolastiche

    F81.8 – Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche

    F81.9 – Disordine evolutivo di abilità scolastiche non meglio specificato

    Altri Disturbi Evolutivi Specifici Gli alunni con Disturbi Specifici che non rientrano nella categorie stabilite dalla

    Legge 104/92 possono usufruire di un piano di studi personalizzato e delle misure

    previste dalla Legge 170/2010.

    Rientrano in questa categoria ad esempio gli alunni con:

    - deficit del linguaggio;

    - deficit delle abilità non verbali;

    - deficit nella coordinazione motoria;

    - deficit dell’attenzione e iperattività (in forma grave tale da compromettere il

    percorso

    scolastico);

    - funzionamento cognitivo limite;

    - disturbo dello spettro autistico lieve (qualora non previsto dalla legge 104).

    Con la DGR 20/2014 viene sostituita la classificazione delle DGR 13/2009 e DGR

    18/2009 codificata secondo classificazione ICD 10 dell’OMS:

    F 80 Disturbo evolutivo specifico dell’eloquio e del linguaggio

    F 82 Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria

    Sindromi ipercinetiche (comprende ADHD)

    F 90.0 Disturbo dell’attività e dell’attenzione

    F 90.1 Disturbo ipercinetico della condotta

    F 90.8 Sindrome ipercinetiche di altro tipo

    F 90.9 Sindrome ipercinetica non specificata

    R41.8 Livello Intellettivo Limite ( ossia QI tra 70 e 84)

    In presenza di tali diagnosi, il Consiglio di classe prende in esame la documentazione

    clinica e/o la certificazione presentata dalla famiglia, quindi decide in maniera

    autonoma,“se” utilizzare, o meno, lo strumento del PDP; in caso non lo utilizzi, il

    Coordinatore redigerà una relazione scritta che precisi le motivazioni di tale scelta. È

    assolutamente opportuno redigere un PDP in caso di disturbo clinicamente fondato e

    di difficoltà persistenti dell’allievo: è evidente, infatti, che il PDP è uno strumento di

    aiuto per gli alunni ma anche per i docenti al fine di raggiungere risultati positivi.

    Anche al fine di evitare contenzioso, in caso di insuccesso scolastico, con le famiglie

    di allievi con altri Disturbi Evolutivi Specifici, si consiglia fortemente di adottare

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    tutte le procedure obbligatorie per i DSA anche per tali situazioni. In caso il CdC

    rilevi difficoltà di apprendimento che possono essere riconducibili a Disturbi

    Evolutivi Specifici non ancora diagnosticati, la scuola attuerà una procedura omologa

    a quella da seguire in caso di sospetto di DSA

    ALUNNI CON SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E/O CULTURALE, DISAGIO COMPORTAMENTALE E RELAZIONALE

    Lo svantaggio scolastico può essere classificato in tre grandi aree:

    • socio-economico: legato ad una particolare situazione sociale

    • culturale: legato a situazioni di difficoltà di inserimento in un contesto culturale

    diverso

    • linguistico: legato alla non conoscenza della lingua italiana

    Tali tipologie di BES dovranno essere individuate dal Consiglio di Classe, sulla base

    di elementi oggettivi come, ad esempio, la segnalazione degli operatori dei servizi

    sociali, del referente per gli stranieri, oppure di fondate considerazioni

    psicopedagogiche e didattiche.

    Gli interventi predisposti potranno essere di carattere transitorio e potranno essere

    formalizzati con la stesura del PDP. Ciò avverrà preferibilmente entro dicembre;

    tuttavia, poiché un Bisogno Educativo Speciale può manifestarsi in qualsiasi

    momento dell’anno scolastico, la data indicata non costituisce un vincolo.

    Analogamente, la scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi,

    informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza. (…) il Consiglio di Classe

    è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico

    Personalizzato con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative, avendo

    cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato

    Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363). Considerata la possibilità di un

    Bisogno Educativo Speciale transitorio, il Consiglio di Classe verificherà

    periodicamente se sospendere o prolungare l’operatività del PDP.

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    5.ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON

    DISABILITÀ

    PREMESSA E NORMATIVA DI RIFERIMENTO Il presente protocollo - contiene informazioni sulle pratiche per l’inclusione degli

    alunni disabili; - definisce i ruoli ed i compiti di ciascuno; - traccia le linee di tutte

    quelle attività volte a favorire un reale percorso di apprendimento e migliorare il

    processo di integrazione degli alunni con disabilità. Il protocollo si rifà alla Legge

    Quadro n. 104 del 1992, ai successivi decreti applicativi e alle “Linee guida per

    l'integrazione degli alunni con disabilità” emanate dal MIUR nell'agosto del 2009.

    Tale processo, come si legge nelle Linee Guida, è irreversibile e trova nell'educazione

    “il momento prioritario del proprio sviluppo e della propria maturazione”. Compito

    della scuola è quello di essere “una comunità educante, che accoglie ogni alunno

    nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche

    tali da consentirne il massimo sviluppo. Una scuola non solo per sapere dunque ma

    anche per crescere, attraverso l’acquisizione di conoscenze, competenze, abilità,

    autonomia, nei margini delle capacità individuali, mediante interventi specifici da

    attuare sullo sfondo costante e imprescindibile dell’istruzione e della

    socializzazione”.

    RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE

    Cosa fanno i genitori La famiglia deve essere coinvolta attivamente nel processo educativo dell’alunno,

    partecipando all’elaborazione del PEI. Nel caso che si tratti di una prima iscrizione il

    Referente per i BES convoca i genitori e presenta l’insegnante di sostegno e il

    coordinatore della classe in cui l’alunno è stato inserito.

    I Docenti Curricolari

    I docenti curricolari si adoperano al coordinamento delle attività didattiche, alla

    preparazione dei materiali e a quanto può consentire all'alunno/a con disabilità, sulla

    base dei suoi bisogni e delle sue necessità, la piena partecipazione allo svolgimento

    della vita scolastica nella sua classe. La programmazione delle attività è realizzata da

    tutti i docenti curricolari, i quali, insieme all’insegnante di sostegno, definiscono gli

    obiettivi di apprendimento per gli alunni con disabilità in correlazione con quelli

    previsti per l’intera classe. La documentazione relativa alla programmazione in parola

    deve essere resa disponibile alle famiglie, al fine di consentire loro la conoscenza del

    percorso educativo concordato e formativo pianificato.

    I Docenti di sostegno

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    “I docenti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui

    operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e

    verifica delle attività di competenza dei consigli di intersezione, di interclasse, di

    classe e dei collegi dei docenti.” (Testo Unico L. 297/94 “ ) Il docente è assegnato

    alla classe per le attività di sostegno, nel senso che oltre a intervenire sulla base di

    una preparazione specifica nelle ore in classe collabora con l'insegnante curricolare

    affinché l'iter formativo dell'alunno possa continuare anche in sua assenza. (Linee

    guida per l'integrazione scolastica).

    Il Personale ATA Il CCNL 1998/2001, Tabella A/1 Profilo del collaboratore scolastico, indica tra le

    mansioni: "l’ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nell’accesso alle aree

    esterne alle strutture scolastiche e nell’uscita da esse. Può, infine, svolgere: assistenza

    agli alunni portatori di handicap all’interno delle strutture scolastiche, nell’uso dei

    servizi igienici e nella cura dell’igiene personale".

    Il Personale educativo-assistenziale

    L’educatore opera in ambito educativo per il raggiungimento dell’autonomia e per il

    miglioramento della comunicazione dell’alunno disabile, attraverso interventi mirati,

    definiti nel PEI che rispondono a bisogni educativi specifici. L’assistente specialistico

    agisce sulla relazione interpersonale, sulle dinamiche di gruppo, sul sistema familiare,

    sul contesto ambientale e sull’organizzazione dei servizi in campo educativo, al fine

    di promuovere l’inserimento dell’alunno con disabilità nel contesto di riferimento.

    Conseguentemente, il Personale Educativo assistenziale lavora a stretto contatto con

    il Consiglio di Classe e l’insegnante di sostegno secondo i tempi e le modalità

    indicati e previste nel P.E.I. e collabora nella redazione di tutta la documentazione

    prevista per l’alunno.

    Cosa fanno gli esperti ASL Partecipano agli incontri periodici, collaborano alle iniziative educative e di

    integrazione predisposte dalla scuola, verificano il livello e la qualità

    dell’integrazione nelle classi dell’istituto, danno consigli nella stesura degli obiettivi

    individualizzati del P.E.I..

    LE FASI DEL PROGETTO DI INTEGRAZIONE

    Orientamento in ingresso Nel periodo precedente l'iscrizione al nuovo anno scolastico le famiglie possono

    visitare l'Istituto, conoscerne l'offerta formativa e contattare il Dirigente e il personale

    docente. Al momento dell'iscrizione la famiglia dell'alunno fornisce alla segreteria

    dell'Istituto tutte le documentazioni aggiornate per gli adempimenti previsti. Raccolta

    ed analisi dei dati Consiste nella raccolta di informazioni sull’alunno/a diversamente

    abile dalla famiglia e dalla scuola di provenienza, alla quale si chiede un resoconto

    degli obiettivi prefissati raggiunti e non raggiunti, delle abilità cognitive, delle

    potenzialità sviluppate e delle modalità relazionali, mediante il passaggio del PEI, del

    PDF e le relazioni finali relative alla classe terza. All’inizio dell’anno scolastico viene

    fissato un incontro di raccordo tra i docenti di sostegno e gli assistenti scolastici della

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    scuola di provenienza, e il nuovo consiglio di classe a cui parteciperanno il

    coordinatore, i docenti di sostegno, e gli insegnati curricolari che desiderano

    partecipare. E’ importante accertarsi del fatto che la documentazione che accompagna

    l’allievo/a sia completa, aggiornata ed ordinata in ogni sua parte già dall’iniziale fase

    dell’accoglienza e che sia celere il passaggio della stessa alla nuova scuola.

    Formazione delle classi

    Il Dirigente Scolastico provvede, tenendo conto della Certificazione per

    l’Integrazione Scolastica, della Diagnosi Funzionale e di ogni altra informazione

    utile, all'inserimento dell'alunno/a in una classe ritenuta la più idonea all'integrazione

    dello stesso/a

    Accoglienza

    Durante il primo periodo di scuola, in relazione alla classe frequentata, è previsto un

    periodo di osservazione e rilevazione della situazione di partenza dell’alunno/a, da

    parte di tutti i componenti del Consiglio di Classe e con l’ausilio dell’insegnante di

    sostegno.

    Elaborazione del PEI Generalmente tra ottobre e novembre, sarà programmato un consiglio di classe a cui

    parteciperanno tutti i docenti del consiglio di classe, gli specialisti della

    Neuropsichiatria Infantile, gli assistenti sociali e la famiglia in cui si discuterà una

    proposta di elaborazione del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo

    Individualizzato. Questi documenti saranno approvati entro il 30 novembre di ogni

    anno scolastico. Tutta la documentazione sarà consultabile dai docenti e depositata in

    Segreteria nei fascicoli personali dell’alunno/a

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    6.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON D.S.A./ E.E.S. PREMESSA E NORMATIVA DI RIFERIMENTO

    Il presente protocollo - contiene informazioni sulle pratiche per l’inclusione degli

    alunni con D.S.A./ E.E.S. - definisce i ruoli ed i compiti di ciascuno; - traccia le linee

    di tutte quelle attività volte a favorire un reale percorso di apprendimento e migliorare

    il processo di integrazione degli alunni con D.S.A. La normativa di riferimento è

    costituita dalla Legge 170/2010 e dal DM n. 5669 del 2011 con allegate le Linee

    Guida, Deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte n. 20-7246, 17/03/2014,

    Modalità di individuazione degli studenti con Esigenze Educative Speciali (EES)

    OSSERVAZIONE SISTEMATICA E IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEI

    DISTURBI SPECIFICI DELL’ APPRENDIMENTO/ESIGENZE EDUCATIVE

    SPECIALI ( SCUOLA DELL’INFANZIA E SCUOLA PRIMARIA) Con il termine sistematica, si sottolinea che l’osservazione non deve essere

    occasionale, ma deve considerarsi un atto intenzionale che si pone come obiettivo

    quello di individuare oggettivamente le cause di “errori ricorrenti” e fragilità

    inspiegabili nell’alunno. A partire dalla Legge 170/2010, la locuzione

    “Identificazione precoce” è entrata a far parte del vocabolario condiviso di chi lavora

    con gli studenti. Viene definita l’importanza dell’osservazione per l’identificazione

    precoce delle difficoltà, sia nella scuola dell’infanzia che in quella primaria. Infatti

    l’osservazione consente di evidenziare eventuali difficoltà ed aree critiche.

    Indicatori di rischio: periodo scuola dell'infanzia e 1^ biennio di scuola primaria o

    A 4/5 anni

    difficoltà di linguaggio, di pronuncia dei suoni o frasi incomplete

    Difficoltà a riconoscere le lettere del proprio nome

    Scarsa abilità nell’utilizzo delle parole nei giochi linguistici, nelle rime, nelle storielle inventate, nell’invenzione di nomi per i personaggi, nelle filastrocche

    Difficoltà nel comprendere frasi con costruzione non lineare

    Disinteresse per i giochi di parole

    Non adeguata padronanza fonologica

    Difficoltà nella copia da modello e disordine nel foglio o Lentezza nelle varie attività

    Manualità fine inadeguata

    Difficoltà sintattica

    Disturbo della memoria a breve termine

    Goffaggine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, riordinare Indicatori di rischio

    Giochi linguistici di tipo fonetico

  • 14

    3ª 4ª 5ª Scuola Primaria

    Difficoltà di copiatura dalla lavagna

    Distanza dal testo e postura particolare per leggere

    Perdita della riga e salto della parola in lettura

    Difficoltà ad utilizzare lo spazio del foglio

    Disgrafia seria

    Scrittura con caratteri troppo grandi e/o troppo piccoli

    Difficoltà con diversi caratteri tipografici

    Confusione e sostituzione di lettere in particolare con l’uso dello stampato minuscolo

    Lettere e numeri scritti a specchio

    Sostituzione di suoni simili

    Omissione nei suoni difficili da pronunciare

    Difficoltà nell’uso delle doppie

    Generale inadeguata padronanza fonologica

    Punteggiatura e/o maiuscole ignorate

    Difficoltà ad imparare l’ordine alfabetico e ad usarlo

    Difficoltà a memorizzare termini difficili e specifici delle discipline

    Difficoltà nell’apprendere la lingua straniera

    Difficoltà di attenzione e concentrazione

    Eccessiva lentezza nella lettura

    Organizzazione spazio-temporale : Difficoltà a sapere che ore sono all’interno della giornata; Difficoltà a leggere l’orologio; Difficoltà a memorizzare i

    giorni della settimana, i mesi, l’ordine alfabetico

    L’aumentata competenza dei docenti, ottenuta attraverso la formazione specifica,

    consente di rendere efficace la rilevazione degli indicatori dei fattori di rischio nelle

    fasi di acquisizione della letto-scrittura e, conseguentemente, di stimolare e

    implementare la progettazione di strategie di intervento didattico necessarie a

    stabilizzare l’acquisizione del principio alfabetico in tutti gli alunni. In questo modo

    si riconducono, il più possibile, le difficoltà nell’ambito della scuola, riducendo il

    numero di consulenze da parte del Servizi Sanitari sui “falsi positivi” (bambini che

    appaiono a rischio, ma che non hanno un disturbo specifico) e di “falsi negativi”

    (bambini che non appaiono a rischio, ma che svilupperanno un disturbo specifico). Se

    l’alunno con difficoltà risulta particolarmente resistente al cambiamento è necessario

    accompagnare la famiglia, ad acquisire consapevolezza delle difficoltà del figlio e

    invitarli a rivolgersi a specialisti, per una valutazione più approfondita e competente

    al fine di proseguire il percorso scolastico con successo.

    Generalmente sono previsti due incontri , intermedio e finale, con una logopedista,

    per fare il punto della situazione rispetto ai casi sospetti e per una verifica finale del

    lavoro svolto

    Nuova certificazione in corso d’anno scolastico

  • 15

    • la scuola ai sensi dell’Art. 2 del DM 5669/2011, ha il compito di segnalare alle

    famiglie le eventuali evidenze, persistenti nonostante l’applicazione di attività di

    recupero didattico mirato, di un possibile Disturbo Specifico di Apprendimento, al

    fine di avviare il percorso per la diagnosi al sensi della Legge 170/2010. La

    segnalazione alla famiglia spetta non al singolo docente, ma al consiglio di Classe,

    che verbalizzerà e motiverà la decisione presa e incaricherà il coordinatore di classe

    della comunicazione

    INDIVIDUAZIONE CASI SOSPETTI DSA

    INSEGNANTI

    Somministrano prove concordate per rilevare segni

    premonitori (Scuola primaria e infanzia: screening precoce)

    Svolgono le attività didattiche ordinarie e identificano gli

    alunni con possibili difficoltà di apprendimento anche

    riconducibili a problematiche di DSA, riconoscendo i segnali

    di rischio.

    Effettuano attività di recupero mirato.

    Comunicano eventuali sospetti alla famiglia in sede di

    colloquio. Elaborano una relazione delle difficoltà scolastiche

    rilevate.

    Prendono in esame la diagnosi e/o altro depositata in

    direzione ed elaborano il PDP.

    Concordano un incontro con la famiglia per la condivisione

    del PDP e la stesura delle parti comuni (interventi e

    responsabilità); tale condivisione viene esplicitata con le

    firme del documento, anche da parte dei genitori.

    Depositano il PDP in direzione e ne applicano i contenuti

    concordati.

    FAMIGLIA Partecipa al colloquio ed apprende gli eventuali sospetti

    riscontrati. Richiede un’impegnativa per visita ai sensi della

    legge 170/2010 al medico o al pediatra.

    Prenota una visita presso il servizio territoriale di

    appartenenza o presso enti privati accreditati.

    Ritira la diagnosi e/o altro e la consegna alla segreteria

    scolastica.

    Informa le insegnanti.

    Partecipa ad un incontro con le insegnanti per la condivisione

    del PDP e la firma dello stesso.

    EQUIPE MEDICA Prende in esame la richiesta di visita e l’eventuale relazione

    delle insegnanti, poi procede per le osservazioni e le indagini.

    Elabora una diagnosi e/o altro e la consegna alla famiglia.

    Attiva un eventuale percorso riabilitativo.

    SEGRETERIA Acquisisce la diagnosi e ne fa due copie protocollate.

  • 16

    /REFERENTE DSA-

    BES

    Tiene una copia nel fascicolo personale dell’alunno e dà

    l’altra copia alla famiglia.

    Sollecita la famiglia al rinnovo della diagnosi, al momento

    del passaggio da un ordine di scuola all’altro.

    ALUNNI CON DIAGNOSI AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE In presenza di diagnosi di DSA/EES, la scuola deve garantire il miglior percorso di

    educazione scolastica con la predisposizione da parte dei docenti di classe, con

    l'eventuale aiuto del Referente DSA di Istituto, degli interventi ritenuti idonei a

    garantire il successo formativo.

    LE FASI DEL PROGETTO DI INTEGRAZIONE E LE MODALITA’

    DELL’INTERVENTO DIDATTICO

    1.Iscrizione

    Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico e/o referente BES alunno, famiglia,

    segreteria studenti.

    Le pratiche d’iscrizione devono essere seguite da un assistente amministrativo che si

    occupi dell’iscrizione degli studenti con DSA e altri Disturbi Evolutivi Specifici

    diagnosticati.

    Cosa consegnare/chiedere

    - Modulo d’iscrizione con apposito rinvio alla documentazione allegata

    - Diagnosi di un medico possibilmente specialista (Neurologo, Neuropsichiatra

    infantile,Psichiatra)

    La scuola può accettare la diagnosi anche qualora emessa da strutture private

    La diagnosi va aggiornata in caso di passaggio dello studente da un grado di scuola

    ad un altro, ovvero quanto lo specialista o psicologo lo ritenga necessario, anche

    tenendo conto delle indicazioni del Consiglio di Classe o della famiglia. Qualora la

    diagnosi sia stata redatta nei due anni precedenti l’iscrizione presso il nostro Istituto,

    non è necessario un aggiornamento.

    L’assistente amministrativo che si occupa delle iscrizioni deve verificare la presenza

    di diagnosi medica all’interno dei moduli e comunicare al Dirigente Scolastico e al

    referente BES eventuali segnalazioni provenienti da ordini di scuola inferiori o di pari

    grado; in tal caso i Dirigenti Scolastici di competenza concorderanno interventi

    comuni per garantire una comunicazione efficiente ed una continuità didattica

    efficace.

    Il Dirigente Scolastico e/o il referente BES accertano che la diagnosi specialistica

    indichi la tipologia di disturbo/i, il livello di gravità, indicazioni dello specialista su

    ricadute che compromettono l’apprendimento e il rendimento scolastico dello

    studente; acquisisce altresì, se presenti, eventuali allegati con osservazioni didattico-

  • 17

    educative della scuola di provenienza; si preoccupa di richiedere alla famiglia tutto il

    materiale disponibile sul disturbo specifico dello studente.

    Successivamente stabiliscono la data per un colloquio con i genitori ed eventualmente

    con l’allievo, se richiesto dalla famiglia.

    2.Colloquio e prima accoglienza

    Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico e/o referente BES, famiglia

    Se la famiglia lo richiede, il Dirigente Scolastico ed il referente BES effettuano un

    colloquio con i genitori ed eventualmente con l’allievo subito dopo l’iscrizione.

    Obiettivi del colloquio con i genitori:

    - dare informazioni sulle figure di riferimento e le modalità didattiche per i BES

    presenti nella scuola;

    - raccogliere informazioni sulla storia personale e scolastica dell’alunno;

    - se possibile chiedere informazioni sui cicli scolastici precedenti e sulle figure di

    riferimento delle scuole di provenienza per poter creare un ponte tra i due cicli e non

    disperdere le informazioni.

    Obiettivi del colloquio con l’allievo:

    - verificare la consapevolezza del disturbo e il livello di autostima;

    - rilevare la disponibilità a rendere manifesto il disturbo;

    - verificare la disponibilità all’utilizzo degli strumenti compensativi.

    Durante il colloquio con i genitori sarà compito degli insegnanti rendere esplicito ciò

    che la scuola propone per gli studenti affetti da DSA e altri Disturbi Evolutivi

    Specifici, la relativa normativa attualmente in vigore e la compilazione del piano

    didattico personalizzato.

    “Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una

    struttura privata, si raccomanda - nelle more del rilascio della certificazione da parte

    di strutture sanitarie pubbliche o accreditate – di adottare preventivamente le misure

    previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti

    della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni

    psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo.

    Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad

    accertamenti diagnostici nei primi mesi di scuola) che, riuscendo soltanto verso la

    fine dell’anno scolastico ad ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui

    sostanzialmente avrebbero diritto. Si evidenzia pertanto la necessità di superare e

    risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni (in molti casi

    superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico individualizzato e

    personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate

    richiedono.”(Pag. 2 e 3 della CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).

    3. Determinazione della classe

    Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, commissione composizione classi,

    (eventualmente) referente BES.

    In caso di iscrizione di alunno affetto da DSA o altri Disturbi Evolutivi Specifici alla

    classe prima, la Commissione Formazione classi, avrà cura di:

    - inserirlo in una sezione con un numero di alunni contenuto;

  • 18

    - se possibile non iscrivere due studenti con DSA o altri Disturbi Evolutivi Specifici

    nella stessa classe.

    In caso di inserimento successivo (ad anno scolastico iniziato o in anni successivi al

    primo) la scelta della sezione in cui iscrivere l’alunno sarà di competenza del

    Dirigente Scolastico, sentito il parere dei Consigli di classe interessati e/o della

    Commissione Formazione classi. In ogni caso, il Dirigente Scolastico comunicherà il

    nuovo inserimento al coordinatore e agli insegnanti della classe coinvolta.

    E’ opportuno comunque che, prima del CdC di inizio anno (settembre/ottobre), o a

    certificazione acquisita in seguito ad esso, il coordinatore incontri

    la famiglia dello studente per conoscenza preliminare.

    4. Presentazione del caso al Consiglio di Classe e presa in carico

    Soggetti coinvolti: coordinatore di classe, referente BES, componenti CdC.

    Quando in una classe viene inserito uno studente con DSA o altro Disturbo Evolutivo

    Specifico, il referente BES e/o il coordinatore di classe incontrano il Consiglio di

    Classe per:

    - trasmettere informazioni sul disturbo specifico dello studente;

    - fornire ai docenti materiale didattico formativo, se disponibile;

    - presentare eventuali strategie didattiche alternative e/o compensative e relativi

    strumenti.

    Tutti i docenti del CdC, nelle prime settimane di scuola, sono tenuti all’attenta

    osservazione dei comportamenti e delle abilità dell’allievo. Si ricorda peraltro che,

    nel caso di sospetto DSA o altri Disturbi Evolutivi Specifici, con evidenti segni

    predittivi, ma ancora in fase di accertamento diagnostico, il CdC è tenuto ad operare

    come in presenza di una diagnosi: in questo caso, peraltro l’osservazione dei docenti

    assumerà ancora maggiore importanza, proprio perché in attesa di una

    formalizzazione del disturbo. Durante la prima riunione di settembre/ottobre il

    coordinatore raccoglie dunque tutte le osservazioni dei docenti al fine di stilare una

    bozza di Percorso Didattico Personalizzato.

    Nel caso che nella classe sia presente più di un allievo con DSA e/o BES, si

    individuerà, per ciascuno, oltre al coordinatore, un docente di riferimento, per la

    stesura del PDP e i colloqui con la famiglia, in modo da non caricare di eccessivo

    lavoro e responsabilità un singolo insegnante.

    5. Predisposizione, stesura e sottoscrizione del PDP

    Soggetti coinvolti: coordinatore di classe, componenti CdC

    In occasione della seconda riunione del CdC (Ottobre/Novembre) viene svolta

    l’analisi della situazione dello studente, del suo inserimento nella classe e dei primi

    risultati conseguiti. Una volta acquisite le informazioni necessarie il PDP viene

    redatto nella sua forma definitiva.

    In questa fase è necessario che la parte del PDP a cura dello studente ed

    eventualmente della famiglia venga consegnata agli interessati per la compilazione.

    Il PDP viene compilato utilizzando un modello standard, discusso e concordato a

    livello di istituto il quale deve contenere:

    - dati relativi all’alunno

    - descrizione del funzionamento delle abilità strumentali

  • 19

    - caratteristiche del processo di apprendimento

    - strategie per lo studio – strumenti utilizzati

    - individuazione di eventuali modifiche all’interno degli obiettivi disciplinari per il

    conseguimento delle competenze fondamentali

    - strategie metodologiche e didattiche adottate

    - strumenti compensativi e/o misure dispensative

    - criteri e modalità di verifica e valutazione

    - patto educativo con la famiglia

    Entro il mese di novembre il coordinatore di classe, o il docente referente,

    convocherà i genitori per la firma del PDP. È sufficiente la firma di uno dei genitori,

    ma è preferibile la firma di entrambi. Il coordinatore e/o dal Dirigente Scolastico,

    rendendolo così esecutivo.

    Una volta firmato, il documento confluisce nel fascicolo personale dello studente,

    come documento riservato. La famiglia può chiederne copia all’atto della firma o in

    qualsiasi altro momento dell’anno scolastico, così come tutti i docenti del Consiglio

    di Classe.

    5. Precisazioni

    La predisposizione, da parte dei docenti di classe, con l'eventuale aiuto del Referente

    DSA di Istituto, degli interventi ritenuti idonei a garantire il miglior percorso di

    educazione scolastica, secondo le indicazioni del DM 5669, è un compito che la

    scuola deve garantire in ogni caso.

    L'eventuale non condivisione preventiva e indipendente dal contenuto, da parte dei

    genitori e/o dell'alunno del contenuto del PDP non esime i docenti dalla sua stesura,

    che riveste anche la funzione di documentazione della progettazione docente.

    Nel caso in cui venga rifiutata la firma del PDP, è opportuno farsi motivare la ragione

    e conservarla agli atti.

    Nel primo Consiglio di classe utile si verbalizza la mancata accettazione da parte

    della famiglia del PDP .

    Viceversa, con l’apposizione della firma la famiglia deve essere consapevole che

    autorizza il Consiglio di Classe ad utilizzare tutti gli strumenti indicati per il

    raggiungimento del successo scolastico dell’alunno e che si impegna a procurarglieli

    e farglieli usare. A seconda della gravità del problema il trattamento differenziato

    sarà più o meno evidente, ma comunque non occultabile.

    Questo deve essere chiarito fin dall’inizio. Se la famiglia non vuole che siano rese

    palesi le difficoltà dello studente o insiste perché non si riveli alla classe la

    condizione del figlio, lo deve dichiarare ed essere consapevole delle conseguenze.

    RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE

    Cosa devono fare i genitori Iscrizione

  • 20

    • a gennaio, al momento dell'iscrizione online, i genitori devono segnalare

    nell'apposito spazio la presenza di disturbi dell'apprendimento.

    • tra giugno e settembre, i genitori devono portare in segreteria la certificazione di

    DSA/E.E.S. rilasciata dai referenti ASL, nel caso in cui la certificazione sia redatta da

    specialisti privati occorre che la famiglia richieda la conformità delle ASL mentre la

    scuola avvierà comunque le procedure per la stesura del PDP.

    • si ricorda ai genitori che la segnalazione da depositare in segreteria deve essere

    aggiornata e se non lo fosse la scuola ne richiederà un aggiornamento e deve essere

    rinnovata durante il passaggio ad un ordine scolastico successivo.

    • entro fine settembre/primi di ottobre, il coordinatore effettuerà un colloquio con

    la famiglia e, se lo ritiene necessario, con lo psicologo di riferimento, al fine di

    raccogliere le informazioni necessarie per documentare al Consiglio di classe la

    situazione e per predisporre il PDP.

    • dopo il Consiglio di Classe di Novembre il docente coordinatore contatterà la

    famiglia per la sottoscrizione del PDP

    • si ricorda ai genitori che il PDP avrà una durata non superiore all’anno.

    • Cosa fanno i docenti

    • entro fine settembre/primi di ottobre, il coordinatore effettuerà un colloquio con

    la famiglia e, se lo ritiene necessario, con lo psicologo di riferimento, al fine di

    raccogliere le informazioni necessarie per documentare al Consiglio di classe la

    situazione;

    • nel Consiglio di classe di ottobre: i docenti dopo un periodo di osservazione,

    prenderanno accordi per la predisposizione del PDP e li condivideranno con la

    famiglia;

    • entro il Consiglio di Classe di Novembre o se necessario in un consiglio di classe

    straordinario i docenti effettueranno la stesura finale e la sottoscrizione del PDP da

    parte di docenti, genitori e dirigente scolastico;

    La predisposizione, da parte dei docenti di classe, con l'eventuale aiuto del Referente

    DSA di Istituto, degli interventi ritenuti idonei a garantire il miglior percorso di

    educazione scolastica, secondo le indicazioni del DM 5669, è un compito che la

    scuola deve garantire in ogni caso.

    L'eventuale non condivisione preventiva e indipendente dal contenuto, da parte dei

    genitori e/o dell'alunno del contenuto del PDP non esime i docenti dalla sua stesura,

    che riveste anche la funzione di documentazione della progettazione docente.

    Nel caso in cui venga rifiutata la firma del PDP, è opportuno farsi motivare la ragione

    e conservarla agli atti.

    • entro il 30 novembre i PDP verranno depositati in segreteria nelle cartelline

    personali degli alunni;

    • durante tutto l’anno scolastico il consiglio di classe lavorerà con lo studente per

    comprendere il livello di conoscenza e accettazione delle proprie difficoltà e

    monitorerà il PDP mediante verifiche in itinere;

  • 21

    • a seguito dello scrutinio finale il Coordinatore avrà cura di verificare insieme al

    C.d.C. l’adeguatezza del PDP, valutando la necessità di eventuali modifiche

    migliorative rispetto a strumenti, misure e metodologie adottate.

    ALUNNI CON DIAGNOSI AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE

    INSEGNANTI

    Acquisiscono e condividono la certificazione nel primo

    consiglio di classe.

    Il coordinatore di classe incontra la famiglia per la raccolta

    di dati e informazioni e la condivisione dell'iter procedurale.

    Nel secondo consiglio di classe (ottobre/novembre) si

    raccolgono le osservazioni di tutti i docenti al fine di

    elaborare il PDP: si concordano le metodologie più adeguate

    le misure compensative e dispensative, l'organizzazione

    delle verifiche e le modalità di valutazione. Il coordinatore

    incontra la famiglia per la condivisione e sottoscrizione del

    documento: se la famiglia non accetta il PDP, è opportuno

    farsi motivare la ragione e conservarla agli atti.

    Il referente DSA deposita il PDP in direzione entro 30

    novembre e lo fa protocollare: riferisce alla famiglia che per

    averne copia deve fare richiesta alla segreteria.

    Il coordinatore si assicura che tutti gli insegnanti, compresi

    nuove nomine e supplenti, prendano visione della

    documentazione relativa all'alunno con DSA.

    Il Consiglio di Classe monitora l'andamento didattico

    dell'alunno e l'efficacia dei provvedimenti del PDP almeno

    due volte l’anno.

    FAMIGLIA Presenta la certificazione all'atto dell'iscrizione. Effettua un

    primo incontro con il coordinatore di classe per la raccolta di

    dati, informazioni e la condivisione dell'iter procedurale. Lo

    informa di eventuali percorsi riabilitativi in atto o in

    programma. In un secondo incontro prende visione del PDP

    in cui vengono concordati gli atteggiamenti comuni e le

    responsabilità di entrambe le parti. Firma per accettazione.

    Se lo desidera, richiede presso la segreteria una copia del

    PDP.

    Fa effettuare una valutazione del disturbo ad ogni passaggio

  • 22

    di ordine e di grado di scuola.

    Informa le insegnanti.

    EQUIPE MEDICA Procede con eventuali percorsi riabilitativi.

    SEGRETERIA/REFE

    RENTE DSA

    Acquisisce la diagnosi, la. tiene nel fascicolo personale

    dell’alunno.

    Sollecita la famiglia al rinnovo della diagnosi, al momento

    del passaggio da un ordine di scuola all’altro.

    7.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONI DI

    SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE. Il presente protocollo - contiene informazioni sulle pratiche per l’inclusione degli

    alunni in situazione di svantaggio socio-economico, linguistico e culturale; - definisce

    i ruoli ed i compiti di ciascuno; - traccia le linee di tutte quelle attività volte a favorire

    un reale percorso di apprendimento e migliorare il processo di integrazione degli

    alunni in situazione di svantaggio. Per quanto riguarda gli alunni in situazione di

    svantaggio, la normativa di riferimento è costituita dalla Direttiva Ministeriale del 27

    dicembre 2012 “Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali e

    organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica” e dalle successive circolari del

    MIUR n. 8 del 6/03/ 2013 e n. 2563 del 22/11/2013.

    LO SVANTAGGIO SCOLASTICO Lo svantaggio scolastico può essere classificato in tre grandi aree:

    • socio-economico: legato ad una particolare situazione sociale

    • culturale: legato a situazioni di difficoltà di inserimento in un contesto culturale

    diverso

    • linguistico: legato alla non conoscenza della lingua italiana, l’area dello svantaggio

    è in realtà più vasta: “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può

    manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o

    anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole

    offrano adeguata e personalizzata risposta” (Direttiva Ministeriale del 27 dicembre

    2012). “Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi

    oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di

    ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Per questi alunni (…) è

    parimenti possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che

    adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio la dispensa dalla

    lettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto

    dettatura, ecc.), con le stesse modalità sopra indicate. In tal caso si avrà cura di

    monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per il tempo

    strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo

    documentate da diagnosi, le misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno

    carattere transitorio e attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie

  • 23

    educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti

    compensativi e misure dispensative.

    La decisione del Consiglio di Classe

    Se non c’è certificazione H o DSA, decide il CdC, indipendentemente dalla richiesta

    dei genitori: “Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori

    accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di

    disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non

    formulare un Piano Didattico Personalizzato”. Per un alunno con difficolta’ non

    meglio specificate, occorre l’accordo del CdC per adottare il PdP: “In ultima analisi,

    (…), nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora nell’ambito del

    Consiglio di classe (…) si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici

    questo potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico

    Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative”. “Il

    Piano Didattico Personalizzato va quindi inteso come uno strumento in più per

    curvare la metodologia alle esigenze dell’alunno, o meglio alla sua persona,

    rimettendo alla esclusiva discrezionalità dei docenti la decisione in ordine alle scelte

    didattiche, ai percorsi da seguire ed alle modalità di valutazione”. Il Consiglio di

    Classe ha il compito di rilevare lo svantaggio sociale e culturale, di individuare i

    bisogni relativi all’apprendimento e di attivare le progettualità personalizzate,

    verbalizzandole. In caso di rilevazione di un BES e di adozione di un PDP da parte

    del CdC, il coordinatore (o docente referente incaricato di seguire il caso specifico)

    redigerà una sintetica relazione e la allegherà al fascicolo personale dello studente.

    Nella sezione del PDP il campo “Individuazione della situazione di bisogno

    educativo speciale da parte di” sarà compilato indicando l’opzione“Consiglio di

    classe”.

    Lo specialista (es. psicologo, psicopedagogista ecc.) può essere di supporto al CdC,

    sia nella fase di preparazione di strumenti di osservazione da utilizzare in classe, che

    nella fase di individuazione di metodologie didattiche che sostengano il percorso

    personalizzato. Il suo intervento può favorire la comprensione più approfondita e

    completa della situazione personale e socio/ambientale dello studente.

    La famiglia deve essere informata dei bisogni rilevati dagli insegnanti, guidata a

    comprendere il suo ruolo di corresponsabilità e sulla necessità di collaborazione.

    La comunicazione con la famiglia deve essere puntuale, in modo particolare riguardo

    ad una lettura condivisa delle difficoltà e della progettazione educativo/didattica per

    favorire il successo formativo. In accordo con la famiglia verranno individuate le

    modalità e le strategie specifiche, adeguate alle effettive capacità dello studente, per

    favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità nel rispetto degli obiettivi previsti dai

    Piani di studio.

    RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE

    La famiglia La famiglia, uno specialista, i servizi sanitari nazionali, etc…, possono chiedere la

    predisposizione di percorso personalizzato, ma la decisione finale di attivarlo spetta

    esclusivamente al CdC

  • 24

    Il consiglio di Classe La decisione di predisporre un PDP è solo del Consiglio di classe. Ove non sia

    presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di Classe motiverà

    opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni

    pedagogiche e didattiche e valuterà la possibilità di attivare un PDP previa richiesta

    scritta della famiglia. Il percorso personalizzato avrà una durata non superiore

    all’anno scolastico e la sua adozione ha lo scopo di favorire il successo scolastico

    dell'alunno ma non di garantirlo. Le scuole possono avvalersi per tutti gli alunni con

    bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative

    previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 8 e DM 5699/2011) meglio

    descritte nelle allegate Linee Guida. Quando il Consiglio di classe ha deciso di

    attivare una didattica personalizzata può farlo:

    a. indicando all’interno del verbale della riunione del Consiglio di classe la descrizione della situazione e le strategie individuate per supportare il

    percorso scolastico dell’alunno .

    b. predisponendo un PDP con le modalità e tempistiche sotto indicate: - entro fine settembre/primi di ottobre, il coordinatore effettuerà un colloquio con

    la famiglia al fine di raccogliere le informazioni necessarie per documentare al

    Consiglio di classe la situazione;

    - nel Consiglio di classe di ottobre: i docenti dopo un periodo di osservazione,

    prenderanno accordi per la predisposizione del PDP e li condivideranno con l'alunno

    e la famiglia coinvolti;

    - entro il Consiglio di Classe di Novembre o in un consiglio di classe straordinario

    i docenti effettueranno la stesura finale e la sottoscrizione del PDP da parte di

    docenti, genitori, studente e dirigente scolastico;

    - entro il 30 novembre i PDP verranno depositati in segreteria nelle cartelline

    personali degli alunni;

    - durante tutto l’anno scolastico il consiglio di classe lavorerà con lo studente per

    comprendere il livello di conoscenza e accettazione delle proprie difficoltà e terrà

    monitorato il PDP mediante verifiche in itinere;

    - a seguito dello scrutinio finale il Coordinatore avrà cura di verificare insieme al

    C.d.C l’adeguatezza del PDP, valutando la necessità di eventuali modifiche

    migliorative rispetto a strumenti, misure e metodologie adottate.

  • 25

    8.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

    SENZA ALFABETIZZAZIONE ITALIANA

    PREMESSA E NORMATIVA DI RIFERIMENTO Il presente protocollo - contiene informazioni sulle pratiche per l’inclusione degli

    alunni stranieri privi di adeguata conoscenza della lingua italiana;

    - definisce i ruoli ed i compiti di ciascuno;

    - traccia le linee di tutte quelle attività volte a favorire un reale percorso di

    apprendimento e migliorare il processo di integrazione degli alunni stranieri.

    Esso è adottato dal Collegio dei docenti al fine di rendere operative le indicazioni

    contenute nell’art. 45 del DPR n. 394 del 31 agosto 1999 e nelle “Linee guida per

    l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri 2014” trasmesse con la Nota

    MIUR n. 4233 del 19 febbraio 2014

    RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE Commissione alunni stranieri svolge i seguenti compiti:

    - cura il raccordo tra le diverse componenti professionali (interne ed esterne alla

    scuola) che intervengono per assicurare la buona accoglienza ed integrazione degli

    alunni stranieri;

    - formula proposte al Collegio dei docenti e al Consiglio d’Istituto (per le rispettive

    competenze) in merito a quanto previsto dall’art. 45, DPR 394/1999: comma 3

    (ripartizione degli alunni stranieri nelle classi); comma 5 (criteri e modalità per la

    comunicazione tra scuola e le famiglie degli alunni stranieri); comma 6 (intese con

    soggetti del territorio per l’educazione interculturale e la valorizzazione e lo studio

    delle più diffuse lingue e culture di origine); comma 7 (organizzazione di iniziative di

    educazione interculturale, di formazione del personale ecc.);

    - di sostegno alla progettualità dei consigli di classe, di proposta di azioni innovative

    docenti, di monitoraggio dell’attività di accoglienza/integrazione e dei risultati

    ottenuti.

    - Progetto di italiano L2 finanziato dal Comune di Torino e Università: è attivato

    all’interno della scuola con esperti esterni.

    Il Consiglio di Classe La decisione di predisporre un PDP è solo del Consiglio di classe. Il Consiglio di

    Classe motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di

    considerazioni pedagogiche e didattiche e valuterà la possibilità di attivare un PDP

    previa richiesta della famiglia. Il percorso personalizzato avrà una durata non

    superiore all’anno scolastico e la sua adozione ha lo scopo di favorire il successo

  • 26

    scolastico dell'alunno. Le scuole possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni

    educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste

    dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 8 e DM 5699/2011) meglio

    descritte nelle allegate Linee Guida.

    Quando il Consiglio di classe ha deciso di attivare una didattica personalizzata può

    farlo:

    a. indicando all’interno del verbale della riunione del Consiglio di classe la descrizione della situazione e le strategie individuate per supportare il

    percorso scolastico dell’alunno .

    b. predisponendo un PDP con le modalità e tempistiche sotto indicate: - entro fine settembre/primi di ottobre, il coordinatore effettuerà un colloquio con la

    famiglia al fine di raccogliere le informazioni necessarie per documentare al

    Consiglio di classe la situazione;

    - nel Consiglio di classe di ottobre: i docenti dopo un periodo di osservazione,

    prenderanno accordi per la predisposizione del PDP e li condivideranno con l'alunno

    e la famiglia coinvolti;

    - entro il Consiglio di Classe di Novembre o in un consiglio di classe straordinario i

    docenti effettueranno la stesura finale e la sottoscrizione del PDP da parte di docenti,

    genitori, studente e dirigente scolastico;

    - entro il 30 novembre i PDP verranno depositati in segreteria nelle cartelline

    personali degli alunni;

    - durante tutto l’anno scolastico il consiglio di classe lavorerà con lo studente per

    comprendere il livello di conoscenza e accettazione delle proprie difficoltà; - durante

    tutto l’anno scolastico il consiglio di classe terrà monitorato il PDP mediante

    verifiche in itinere;

    - a seguito dello scrutinio finale il Coordinatore avrà cura di verificare insieme al

    CdC l’adeguatezza del PDP, valutando la necessità di eventuali modifiche

    migliorative rispetto a strumenti, misure e metodologie adottate.

    LE FASI DEL PROGETTO DI INTEGRAZIONE E LE MODALITA’

    DELL’INTERVENTO DIDATTICO

    Iscrizione L’iscrizione rappresenta il primo momento di accoglienza dell’alunno straniero e

    della sua famiglia. Quando si presenta un neo-arrivato: - l’incaricato/a di segreteria

    riceve il neo-arrivato/a, consegna l’elenco dei documenti e delle informazioni da

    richiedere e prende contatto con il referente per gli alunni BES della scuola per

    fissare un nuovo appuntamento con alunno/a e famiglia;

    - il referente per i BES realizza il primo colloquio scuola-famiglia;

    - sulla base dei dati conoscitivi forniti, il Dirigente insieme al referente per i BES

    decidono la classe (ed eventualmente la sezione) alla quale iscrivere l’alunno e ne

    danno comunicazione al competente Consiglio di classe;

    - il referente per i BES o il coordinatore effettua un test per verificare le competenze

    in ingresso relativamente alla comprensione e produzione sia scritta che orale.

    Predisposizione del PDP

  • 27

    Il coordinatore del C.d.C. interessato e/o il referente per i BES si incontrano con il

    referente della commissione alunni stranieri ed eventualmente con il mediatore di

    territorio. Nel corso di tale incontro, gli operatori coinvolti individuano le proposte da

    sottoporre al C.d.C., affinché questo possa elaborare nel miglior modo possibile il

    piano didattico personalizzato con cui gestire l’accoglienza dell’alunno/a

    interessato/a.

    I punti sui quali formulare proposte sono:

    - l’inserimento dell’alunno neo-arrivato nel laboratorio di italiano L2 (quante ore, in

    quali giorni, per quale durata, come organizzare l’accompagnamento dell’allievo se è

    un laboratorio di rete esterno alla scuola ecc);

    - il raccordo tra aula e laboratorio linguistico (in quali giorni e ore sta in aula e in

    quali altri sta nel laboratorio; a quali attività d’aula è bene che partecipi ecc.);

    - un’ipotesi di durata del periodo di accoglienza, l’impiego del mediatore di etnia

    (quante ore, in quali momenti, per fare cosa….). Il coordinatore convoca il C.d.C. per

    elaborare il piano didattico personalizzato con il quale gestire il periodo di

    accoglienza. In particolare progetta le attività più idonee per:

    - completare la conoscenza dell’allievo (rilevazione dei livelli effettivi di

    apprendimento in ingresso nelle varie aree disciplinari);

    - facilitare l’accoglienza del nuovo alunno da parte dei compagni di classe;

    - far interagire nel miglior modo possibile le attività d’aula con il progetto di italiano

    L2;

    Il progetto approvato dal C.d.C. è presentato alla famiglia, che dovrà sottoscriverlo.

    Avvio del processo di apprendimento. La gestione di questa fase coinvolge il consiglio di classe, il laboratorio di italiano

    L2, la Commissione alunni stranieri, ed eventualmente il mediatore di territorio e

    mediatori di lingua madre. E’ la fase che dà attuazione al piano di studio

    personalizzato elaborato dal C.d.C. per gestire l’accoglienza dell’allievo/a. Esso ha la

    durata massima di un anno scolastico ed ha come obiettivi:

    a) condurre l’allievo ad apprendere l’italiano come lingua per comunicare (livello

    A2);

    b) realizzare una buona socializzazione tra alunno neo-arrivato ed il resto della

    classe;

    c) incrementare i livelli iniziali di apprendimento nel maggior numero possibile di

    materie. In questa fase la relazione docenti-allievi migranti e le loro famiglie è di

    particolare importanza per la realizzazione di un positivo processo di apprendimento

    e di inclusione. A tal fine sarà dedicata specifica attenzione dalla mediazione

    linguistica e culturale.

    Accompagnamento allo studio

    E’ la fase che ha come destinatari gli allievi stranieri dopo che hanno superato

    positivamente il momento dell’accoglienza. Essa ha una durata variabile. La gestione

    di questa fase coinvolge il C.d.C., il Laboratorio di italiano L2, il GLI, ed

    eventualmente il mediatore di territorio. In essa il processo di insegnamento-

    apprendimento rivolto agli alunni stranieri può dispiegarsi con compiutezza in tutte le

    sue fasi (partecipazione piena alle attività della classe, studio delle materie,

  • 28

    valutazione degli apprendimenti), sia pure con gli adattamenti del caso. A questo

    proposito il C.d.C aggiornerà il piano di studio personalizzato, fondandolo su un

    rinnovato raccordo con il laboratorio di italiano L2 (occorre condurre gli allievi al

    livello C), sulla semplificazione dei testi e sulla facilitazione alla loro comprensione.

    LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI In generale, l’alunno non italofono o non ancora sufficientemente italofono non è

    incompetente su tutto. Egli si trova, per qualche tempo, in una situazione nella quale

    non ha le parole per comunicare nella lingua italiana le sue competenze. Salvo i casi

    di coloro che non hanno frequentato la scuola nei paesi di origine o hanno avuto

    percorsi assai carenti e limitati, la maggior parte degli alunni stranieri neo arrivati ha

    una storia scolastica e possiede competenze, abilità e conoscenze, talvolta simili a

    quelle richieste agli alunni italiani di pari classe, tal altra diverse, in alcuni ambiti

    disciplinari possono essere addirittura migliori, in altri più carenti. Tutti presentano

    una incompetenza linguistica che, essendo provvisoria e temporanea va rimossa. La

    valutazione non può che tenere conto di ciò. Anche in attuazione delle più recenti

    innovazioni introdotte dalla normativa, le verifiche “intermedie e le valutazioni

    periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere coerenti con gli obiettivi

    di apprendimento previsti dal piano dell’offerta formativa” (Art. 1, c. 4, Regolamento

    sulla valutazione DPR 122/2009) e, nello specifico, dal piano di studio personalizzato

    elaborato dal CdC per gestire sia la fase di accoglienza, sia quella di

    accompagnamento allo studio. Durante la fase di avvio allo studio, la valutazione sarà

    prevalentemente di tipo formativo e riguarderà: - la progressiva conoscenza della

    lingua italiana, fino al raggiungimento di un livello A2/B1; tale raggiungimento

    completa la fase dell’accoglienza; - il livello di partenza dell’alunno, il processo di

    conoscenza, la motivazione, l’impegno e le sue potenzialità di apprendimento. In

    questa fase, per le valutazioni quadrimestrali il Consiglio di Classe, dopo aver preso

    in esame gli elementi sopra indicati, potrà esprimere, in ogni singola disciplina, una

    valutazione del tipo: “La valutazione non viene espressa in quanto l’alunno si trova

    nella fase di alfabetizzazione in lingua italiana” (per gli alunni stranieri privi di

    adeguata conoscenza della lingua italiana). Nella successiva fase di

    accompagnamento allo studio, la valutazione avverrà secondo quanto previsto dal

    comma 9, art. 1 del Regolamento sulla valutazione e tenuto conto del progetto di

    accompagnamento allo studio, basato sulla semplificazione e facilitazione compiuta

    dai docenti del CdC.

  • 29

    9.TABELLA RIASSUNTIVA

    Scuola e Famiglia: ruoli del personale e compiti degli attori

    PERSONALE COMPITI

    Dirigente Scolastico (DS) Consultivi/gestionali, organizzativi (Governance) - individua le risorse interne ed esterne per rispondere alle esigenze di inclusione; - approva i gruppi classe proposti dalla commissione; - assegna gli insegnanti di sostegno con il supporto del Gruppo H; - promuove attività di formazione/aggiornamento; - cura i rapporti con le amministrazioni locali (Comuni, Asl, Associazioni, ecc.); - figura di riferimento per tutti i soggetti coinvolti.

    Funzione Strumentale (FS)

    - raccorda le diverse realtà (enti territoriali, enti di formazione, cooperative, scuole, ASL, famiglie); - coordina il personale; -coordina le riunioni del GLI e organizza gli incontri del GLHO; - promuove l’attivazione e il monitoraggio di progetti specifici; - presenta in ingresso e controlla in uscita la documentazione necessaria all’inclusione (PEI, PDF, PDP); - divulga iniziative relative ai BES; - raccoglie, studia e fornisce informazioni circa la normativa vigente; - diffonde iniziative del CTI e CTS; - cura la diffusione di materiali utili all’attività didattica; - rendiconta al Collegio docenti.

    Docente di sostegno (presente solo per alunni con disabilità certificata in base alla L. 104/92)

    -concorda con ciascun docente curricolare i contenuti del PEI e con gli educatori le strategie metodologiche educative; - tiene rapporti con la famiglia, esperti ASL, operatori comunali; - verbalizza incontri, riunioni, compila le documentazioni previste nei tempi indicati; - fa parte del GLI con il quale coopera per promuovere azioni inclusive.

    Docente curricolare

    - favorisce la piena partecipazione degli alunni con BES al normale contesto di apprendimento definendo gli interventi didattico/educativi ed individuando le strategie e le metodologie più utili; - favorisce un clima positivo di collaborazione con famiglia e territorio; - collabora e partecipa alla formulazione del PEI e del PDP Per gli alunni (L. 170/10) con relazione clinica: - partecipa e verbalizza le riunioni; Il team docente provvede all'attuazione delle misure e degli interventi previsti nei PDP, approvati dal Consiglio di Classe

    Docente coordinatore di classe

    coordina con il team docenti la redazione e l'aggiornamento del PDP; - cura la comunicazione e il coinvolgimento della famiglia dell'alunno e i rapporti tra scuola, famiglia, operatori sanitari e socio-assistenziali che seguono l'alunno.

    Personale socio-educativo: assistente educatore assistenziale

    - collabora se richiesto alla formulazione del PEI; - collabora con gli insegnanti per la partecipazione dell’alunno a tutte le attività scolastiche e formative; - si attiva per il potenziamento dell’autonomia, della comunicazione e della relazione dell’alunno: autonomia (entrata e uscita da scuola, autonomia personale, assunzione di alimenti; supporto per utilizzo di strumenti didattici);

  • 30

    comunicazione e relazione come mediatore con i pari e gli adulti.

    FAMIGLIA -provvede ad avviare una valutazione psico-pedagogica del proprio figlio/a, in presenza di difficoltà di apprendimento, di propria iniziativa o su segnalazione del pediatra o della scuola, secondo le modalità previste dalla normativa; - consegna alla scuola la diagnosi; - condivide e firma la documentazione dei PEI o PDP; - partecipa agli incontri con gli specialisti e/o l'equipe didattica; - verifica che l’alunno porti a scuola i materiali richiesti; - verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati.

    Collaboratori scolastici - aiutano l’alunno negli spostamenti interni, in mensa, nei servizi, in base alle attività previste nel PEI, qualora se ne ravvisi la necessità.

    SEGRETERIA/REFERENTE DSA

    - acquisisce la documentazione necessaria; - verifica la completezza del fascicolo personale; - collabora con il Dirigente e la FS per tutti gli adempimenti burocratico-amministrativi; Sollecita la famiglia al rinnovo della diagnosi, al momento del passaggio da un ordine di scuola all’altro.

    GLI

    Opera come struttura di supporto, per l’analisi ed elaborazione di dati, l’analisi di situazioni e problemi, la formulazione di proposte in ordine all’integrazione scolastica degli alunni BES Propone iniziative per la promozione della cultura dell’inclusione - Richiede ai plessi proposte di acquisto del materiale didattico secondo i criteri stabiliti per l’erogazione dei finanziamenti dedicati e all’occorrenza ne stabilisce le priorità. Valuta e ri-modula i Progetti di Istituto destinati agli alunni BES Promuove la formazione dei docenti: strategie e metodologie educativo didattiche e di gestione della classe; didattica speciale e progetti educativo didattici a prevalente tematica inclusiva; didattica interculturale/italiano L2; psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva; progetti di formazione speciale su specifiche disabilità (autismo, disabilità intellettive e/o sensoriali, etc.)

    TEMPISTICA E SCADENZE

    Se al momento dell'iscrizione si è in possesso della certificazione, il PDP va depositato in segreteria entro il 30 novembre. Se si ricevono certificazioni in corso

    d’anno, il PDP va predisposto e depositato entro un mese.

    Le diagnosi possono essere presentate in qualsiasi momento dell’anno scolastico: la

    scuola è tenuta ad accogliere e registrarle agli atti, poiché soltanto per gli anni

    terminali dei cicli scolastici è previsto un limite temporale (31 marzo)

    È tuttavia evidente che, qualora la diagnosi sia presentata dopo quella data, la

    formulazione e l’applicazione di un PDP risulteranno problematici per l’anno

    scolastico in corso. È chiaro infatti che, anche in caso di diagnosi tardive,

    occorrerebbe un lasso di tempo di circa tre mesi per la redazione e l’applicazione del

    documento. Pertanto, in casi del genere, il CdC rinvierà al successivo anno scolastico

  • 31

    l’elaborazione del PDP, adottando nel frattempo eventuali personalizzazioni della

    didattica che tengano conto del disturbo individuato

    10.INVALSI L’art. 7 del D.Lgs 62/2017 prevede importanti novità per le prove INVALSI a

    conclusione del primo ciclo d’istruzione.

    Esse non fanno più parte dell’Esame di Stato, ma costituiscono un momento distinto

    del processo valutativo del primo ciclo di istruzione.

    Le novità riguardano l’introduzione della prova di inglese, la tipologia di

    somministrazione computer based (CBT) e il periodo di svolgimento che va dal 4

    aprile 2018 al 21 aprile 2018. Altra modifica riguarda la durata delle prove, 90 minuti

    ciascuna.

    L’art. 11, c.4 del D.lgs 62/2017 e la Nota MIUR 1865 del 10/10/2017 dicono che “le

    alunne e gli alunni con disabilità partecipano alle prove standardizzate di cui agli

    articoli 4 e 7. Il consiglio di classe o i docenti contitolari della classe possono

    prevedere adeguate misure compensative o dispensative per lo svolgimento delle

    prove e, ove non fossero sufficienti, predisporre specifici adattamenti della prova

    ovvero l’esonero della prova.”.

    In particolar modo per le prove di italiano e matematica possono essere adottate, se

    previsto dal PEI delle misure compensative:

    delle prove INVALSI);

    ura della prova in formato di file audio per l’ascolto individuale della prova;

    O delle misure dispensative:

    Per la prova di inglese possono essere adottate, se previsto dal PEI, delle misure

    compensative:

    la prova di listening).

    O delle misure dispensative:

    i (reading o listening).

    Facendo sempre riferimento all’articolo e alla nota Miur di cui sopra, anche gli allievi

    con DSA svolgono le prove INVALSI, inclusa quella d’Inglese.

  • 32

    Se previsto dal PDP, possono essere adottate delle misure compensative:

    aggiuntivo (fino a 15 min. per le prove di italiano e matematica e fino a

    15 min. per la prova di reading e un terzo ascolto per la prova di listening);

    delle prove INVALSI);

    O delle misure dispensative:

    – reading o

    listening).

    E’ importante sottolineare che per le alunne e gli alunni con DSA la partecipazione

    alle prove INVALSI è requisito d’ammissione all’Esame di Stato.

    In merito agli alunni con Bisogni Educativi Speciali di seguito la tabella pubblicata

    dall'Istituto con i riferimenti specifici su cosa fare in caso di alunni con disabilità

    certificata, con Disturbi Evolutivi Specifici (con certificazione o diagnosi) e con

    svantaggio socio-economico, culturale e linguistico.

  • 33

    11.CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE AL TERMINE DEL PRIMO

    CICLO DI STUDI L’articolo 9 del D.Lgs n. 62/2017 indica la finalità e i tempi di rilascio della

    certificazione delle competenze. Si ricorda che la certificazione delle competenze è

    redatta in sede di scrutinio finale ed è rilasciata alle alunne e agli alunni, al termine

    della scuola primaria e al termine della scuola secondaria di primo grado a coloro i

    quali, hanno superato l’Esame di Stato. I modelli sono adottati con provvedimento

    del MIUR e sono allegati al D.M. n. 742 del 3 ottobre 2017. Per le alunne e gli alunni

    con disabilità la certificazione redatta sul modello nazionale può essere

    accompagnata, se necessario, da una nota esplicativa che rapporti il significato degli

    enunciati di competenza agli obiettivi specifici del piano educativo individualizzato.

    È importante sottolineare però che “Nel diploma finale rilasciato al termine degli

    esami del primo ciclo e nelle tabelle affisse all’albo di istituto non viene fatta

    menzione delle modalità̀ di svolgimento e della differenziazione delle prove” (art. 11,

    c. 15, del D. Lgs. 62/2017). La certificazione delle competenze rilasciata al termine

    del primo ciclo è integrata da una sezione, predisposta da INVALSI (art. 4, c. 2 e c. 3

    del D.M. 742/2017), disponibile per le scuole entro la fine dell’anno scolastico e

    comunque prima dello scrutinio finale. Gli esiti delle prove INVALSI, infatti,

    confluiranno nella certificazione delle competenze e saranno distinti in livelli

    descrittivi: Italiano (6 livelli), Matematica (6 livelli), Inglese: lettura (4 livelli) e

    ascolto (4 livelli) (art. 9, c. 3, lettera f del D. Lgs. 62/2017 e art. 4 del D.M. 742 del

    3.10.2017).

    La nota INVALSI-MIUR 2016/2017 relativa alla somministrazione delle prove per

    allievi con svantaggio socio economico- linguistico e culturale, prevede che tali

    alunni abbiano diritto alla somministrazione standard delle prove senza alcuno

    strumento compensativo e/o misura dispensativa

    ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE

    SECONDARIA Le prove d’esame sono le stesse per tutti gli alunni, agli alunni BES possono essere

    somministrate secondo modalità diverse (circolare ministeriale n. 48 del 31 maggio

    2012 e Nota MIUR 3587 del 3 giugno 2014 – Esame di Stato Conclusivo del Primo

    Ciclo di Istruzione), deliberate secondo la griglia appositamente predisposta che

    viene consegnata al Presidente d’esame.

  • 34

    12.GLI- GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIVITA’

    Il Gruppo di Lavoro per l’inclusione (GLI) , in conformità alla C.M. n.8 del 6 marzo

    2013, è un’estensione del preesistente Gruppo di Lavoro per l’Handicap(GLH)

    previsto dalla L. n. 104/1992, art. 15, i cui compiti si estendono a tutte le

    problematiche relative ai BES.

    Il GLI si struttura su due livelli:

    1. il GLI di Istituto (trasversale), in cui confluisce il preesistente GLH, la

    commissione DSA e Stranieri

    2. Il GLI operativo, in cui confluisce il preesistente gruppo H. Il GLI di Istituto è

    costituito dal Dirigente scolastico e/o persona delegata dal medesimo, docenti

    referenti B.E.S. (alunni con disabilità, alunni con DSA, alunni di lingua nativa non

    italiana o con altri B.E.S.), docenti curricolari, di sostegno e dai rappresentanti dei

    genitori dei tre ordini di scuola, A.E.C., un collaboratore scolastico.

    Il GLI di Istituto svolge le seguenti funzioni, ad esso attribuite dalla C.M. n.8 del 6

    marzo 2013:

    • rilevazione dei BES presenti nella scuola;

    • rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;

    • elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività da sottoporre al

    Collegio Docenti e da inviare agli Uffici competenti, anche per l’assegnazione delle

    risorse di sostegno.

    I rappresentanti dei genitori degli alunni presenti nel GLI di Istituto esprimono

    proposte relativamente all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità e

    all’inclusività realizzata dalla scuola.

    Il GLI operativo espleta le seguenti competenze specificamente dedicate all’area

    della disabilità e già spettanti al GLH.

    Competenze di tipo organizzativo:

    1. definizione delle modalità di passaggio dei minori da una scuola all’altra e

    modalità di accoglienza; gestione e reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili

    tecnologici, biblioteche…);

    2. proposta di acquisto di attrezzature, sussidi e materiale didattico destinati ad

    alunni con disabilità o con altri BES;

    3. Gestione delle risorse di personale (criteri e proposte di assegnazione dei docenti

    alle attività di sostegno, richiesta e attribuzione ore di sostegno alle classi con alunni

    in situazione di disabilità, utilizzazione eventuali ore a disposizione).

    Competenze di tipo progettuale e valutativo:

    1. definire i criteri generali per la stesura di PDF e PEI;

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    2. dare indicazioni e supporto per la stesura PDF e PEI;

    3. approntare e mettere a disposizione dei colleghi la modulistica necessaria ai vari

    adempimenti;

    4. seguire l’attività dei docenti di sostegno, verificando che siano conosciute e

    applicate le procedure corrette e che sia sempre perseguito il massimo vantaggio per

    lo sviluppo formativo degli alunni, nel rispetto della normativa, tenendo conto di

    quanto indicato nelle Linee guida del 4 agosto 2009.