os [è la Moda? - Style For Success

87

Transcript of os [è la Moda? - Style For Success

Cos’è la Moda?

In tale modo si puo’ analizzare e capire il fenomeno tendenza e i fenomeniprincipali relativi all’abbigliamento.

La moda e’ un fenomeno di tipo comunicativo.

Attraverso la moda gli individui e i gruppi sociali nei quali essi si aggreganopossono comunicare tra loro e definire, mantenere, la propria identità sociale.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La moda come sistema di segni

• La Moda e’ un linguaggio di segni, simboli e icone che permette di comunicare tra gruppi anche in modo non verbale;

• La Moda e’ la migliore forma di iconografia e permette di esprimere la propria individualità;

• La caratteristica principale è l’immediatezza perché permette di capire subito chi abbiamo davanti;

• Nei decenni, la moda, ha identificato anche il periodo in cui si viveva caratterizzando quindi i decenni e diventando un indicatore socio-economico e culturale;

• La Moda è un messaggio. Nella Moda nulla è lasciato al caso: si vuole comunicare un messaggio attraverso, ad esempio, i colori delle collezioni o le forme degli abiti (Moschino anni 90).

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La Storia della Moda

Quando nasce?

Si pensa che la moda nasca dalla necessità umana, correlata alla sopravvivenza, di coprirsi con tessuti, pelli o materiali lavorati per essere indossati. Tuttavia, uno sviluppo delle diverse fogge di abbigliamento si osserva solo dal 1200-1300 in Occidente.

Nei secoli ha assunto un valore non più prettamente utilitaristico ma ha causato categorizzazioni sociali e di classe.

I primi approcci al “costume” si hanno verso la fine del Medioevo quando uomini e donne iniziano a vestirsi in modo diverso per esaltare i rispettivi tratti distintivi.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli inizi

La moda ha origine con i sarti, gli unici che potevano tagliare i tessuti: le stoffe erano molto costose, quindi un buon taglio era quello che lasciava meno scarti.

Era una professione preclusa alle donne, che avevano compiti minori.

I sarti erano anche stilisti, poiché disegnavano loro stessi i modelli che poi avrebbero realizzato. Anche alcuni artisti, come Giotto, creavano modelli di abiti e tessuti.

Quello del sarto non era un mestiere indipendente, bensì era alla stregua di un servitore delle grandi signorie: egli viveva e lavorava presso la corte di un signore che poteva anche scegliere di "prestarlo" a parenti o amici.

Lo "stipendio" si aggirava intorno al 10% della spesa del tessuto.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Non esistevano le taglie, quindi ogni vestito era un pezzo unico, realizzato su misura del cliente.

Dalla fine dell’Ottocento agli inizi del Novecento si iniziano a distinguere i primi stilisti, quindi non più sarti ma persone che creavano nuovi tagli, nuove stoffe e nuovi canoni nel modo di abbigliarsi.

Spesso facevano schizzi su carta e creavano il vestito poi con l'aiuto di sarti che conoscevano meglio il modo di lavorare i tessuti.

Gli stilisti da questo momento erano solo per l'élite poiché i costi per l'ideazione e per la produzione erano molto alti.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La Storia della Moda

La moda come la intendiamo oggi nasce dalla metà dell’800 - inizi ‘900 grazie a Charles Worth, sarto di origine inglese che introdusse a Parigi i primi capi di Haute Couture diventando il primo a creare a proprio gusto i vestiti ed a non lavorare solo su commissione.

Introduce la figura del sarto – stilista che apporta il proprio gusto agli abiti: le nobili donne dell’aristocrazia francese lo consacrano. Charles Worth è il primo a presentare in anticipo i suoi modelli attraverso i suoi atelier parigini, utilizzando modelle e creando delle presentazioni.

E’ il primo a firmare i suoi abitidando inizio al “potere della firma” che diventa elemento di riconoscibilità dell’abito e forte elemento di rassicurazione sul mercato.Gli abiti erano pesanti, con molte stoffe, che permettevano pochi movimenti e con strutture sotto le gonne per reggerne il peso.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

In quei secoli coesistevano due canali moda: l’Haute Couture Francese (alta moda) e la Confezione Industriale.

Quindi solo due livelli della Moda “costoso e bello” e “economico e brutto”.

Nel 1957 inizia la vera rivoluzione: a Parigi viene celebrato il primo Salonedel Prêt-à-Porter che porta alla codifica di una nuova alternativa all’Haute Couture per le classi medie che esigevano maggiore qualità e quindi alla nascita di un secondo modello produttivo dell’abbigliamento.

A partire dagli anni ‘90 si è aggiunto il terzo livello della Moda chiamato Fast Fashion (Zara, H&M, Benetton) che tutti noi conosciamo perfettamente.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

UN VIAGGIO NELLA MODA

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La moda degli anni ’20 è quella degli anni ruggenti, quella del dopoguerra, della rinascita; è un momento storico in cui si cerca di ricostruire, si mette fine alle ristrettezze, è un periodo in cui anche le donne si impongono, è l’epoca delle flapper girls.

Gli Anni 10 e 20

Le ragazze non sono più quelle di un tempo, desiderano studiare, iniziano a fumare e bere cocktail.

Le forme si assottigliano, non sono più le burrose tutte curve ma diventano sempre più filiformi (il reggiseno prende piede in questo periodo, come metodo per “nascondere” e appiattire il seno), anche i capelli si accorciano, si utilizzano le cloche, cappelli dalla linea arrotondata, mentre, lo stile, diventa quello che si definisce alla garçonne.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Hair style Anni 20

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Nella prima parte del decennio, la moda mondiale è influenzata dai ritrovamenti avvenuti nella tomba di Tutankamen; gli abiti sono adornati da fantasie che richiamano le scoperte fatte in Egitto, arabeschi, colori vivaci e riferimenti alla simbologia e cultura egizia svettano un po’ ovunque prima di passare a un’eleganza universalmente riconosciuta, quella dei velluti e delle morbide sciarpe da portare al collo.

Nei locali da ballo gli abiti sono comodi, pratici, sono perfetti per ballare il Charlestone, in breve, diventano di uso anche in altri ambienti; sono leggeri, scollati e non segnano la vita mentre, le gambe, altrimenti scoperte per le lunghezze ormai accorciatesi notevolmente, sono nascoste da strategiche frange.

Gli Anni 10 e 20

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Tra le scarpe, quelle che conquistano un ruolo di primo piano sono le Mary Jane, con lo scollo arrotondato, il cinturino e il tacco medio, somigliano terribilmente a quelle spesso indossate dalle bambine.

Il loro successo è stato tale che non sono mai passate di moda ma si sono evolute modificando il tacco o la forma del cinturino, per adattarsi alle mode.

Tra gli accessori, oltre alla già citata cloche, non potevano mancare le stole, i fili di perle lunghissimi, i bocchini per le sigarette, le piume, i lustrini e le paillettes.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Sono gli anni di Coco Chanel la prima donna che “mette i pantaloni” alle donne francesi e che pensa ad una donna della classe media, libera dal peso dei vestiti.

La stilista liberò le donne da corsetti e impalcature per cappelli, donando loro abiti comodi, semplici nelle linee per intraprendere una vita quotidiana dinamica.

Chanel portò la lunghezza delle gonne sotto il ginocchio e abbassò il punto vita, promosse l'utilizzo del jersey e dello stile alla marinara.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Il completo tre pezzi (giacca, pantalone, gilet) sia formale che casual. Cuciti su misura, confezionati in lana o in tessuti a base di lana, leggeri e comodi.

Camicie con colletto bianco, rotondo, a punta o alla coreana. La camicia poteva essere tinta unita o a righe verticali, in gradazioni variabili dal blu al verde salvia, dal marrone chiaro al rosa e al giallo.

Immancabili i guanti, il fazzoletto da taschino, cappello di feltro (inverno) o di paglia (estate).

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 10 e 20

oggi

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 30

Nel 1929 iniziò il periodo della Grande Depressione. Era terminato il periodo del divertimento.

La donna ideale non era più una ragazzina spensierata, ma una donna più adulta, seria ed elegante. Il simbolo dell’epoca erano le gonne lunghe almeno a meta polpaccio e con la linea della vita al posto giusto. Le signore alla moda allungavano le gonne aggiungendo dei pezzi di stoffa nella parte inferiore.

Arrivò l’immagine di una donna forte, lavoratrice, che sopravviveva in un’epoca difficile, ma allo stesso tempo molto femminile.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

il look si basava non sull’abbinamento perfetto dei colori dei vestiti, ma degli accessori:cappellino, borsetta, guanti e scarpe.

Il ruolo degli accessori era enorme. Per la maggior parte delle donne una borsa o un cappello erano l’unico modo di ravvivare l’immagine.

Erano molto di moda diversi tipi di cappelli: piccoli, grandi, con bordi larghi, di pelliccia., ricamati e altri.

Si diffuse la bigiotteria economica.

L’immagine della donna ideale: capelli schiariti, ondulati, trucco non eccessivo e labbra rosse.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Il colletto torna ad essere parte integrante della camicia e quindi non più staccato o staccabile da essa. Diventa inoltre molto appuntito, in modo da consentire al fermacravatta di essere posto sotto il nodo della stessa.

La cravatta diventa più lunga e si sperimentano nuovi tipi di nodo. Uno di questi è ispirato dal principe di Galles, futuro Edoardo VIII. Il principe, la cui eleganza era indiscutibile, inventò il nodo Windsor.

La giacca e i pantaloni si allargano.Diventa di moda l'abito gessato. Poiché il gessato era un abito che all'epoca voleva "esibire" lo status sociale alto raggiunto da chi era nato in una condizione diversa, fu spesso indossato dai boss della mafia americana e dai gangsters, assieme al doppiopetto, sia nelle giacche che nei cappotti.

La pettinatura vede capelli corti pettinati all'indietro e impomatati o fissati con la brillantina.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

I nomi più noti di quel periodo sono Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli.

Gli abiti lunghi si indossavano non solo la sera ma anche per il cocktail.

Gli abiti erano molto scollati, spesso con la schiena scoperta.

Questi abiti sottili, che seguivano la forma del corpo richiedevano non solo un corpo ideale, ma anche un intimo perfetto.

Così un’azienda americana iniziò a produrre l’intimo elasticizzato.

Ma con l’arrivo degli anni ’40 lo stile cambia….

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 30 - oggi

2020 AB SRL - All Rights Reserved

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Sebbene sia presente nel guardaroba di ogni donna da quasi 100 anni, ci sono stati sviluppi chiave, che hanno plasmato ogni decennio di questo iconico abito.

Il little black dress o vestitino nero è presente nel mondo della moda come capo di abbigliamento fondamentale:duraturo, elegante e versatile; può essere indossato sia per il giorno che per la sera.

Durante il diciannovesimo secolo, vestirsi di nero era accettato come sinonimo di lutto e rispetto per i morti.

Fu grazie all’artista John Singer Sargent con il dipinto “Madame X” (ritratto di Virginie Amélie Avegno, una giovane americana) che il vestito nero venne considerato per la prima volta come abito “alla moda.”

Il Little Black Dress

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Nel 1926 Gabrielle “Coco” Chanel pubblicò la foto di un abito nero corto e semplice su VOGUE.Era lungo al polpaccio, dritto e decorato solo da alcune linee diagonali, il tubino nero: era semplice e accessibile per le donne di tutte le classi sociali.

Già allora la rivista annunciò che il little black dress sarebbe diventato “una sorta di uniforme per tutte le donne di gusto.

Il Little Black Dress inizia a ad avere una nuova connotazione: il nero non è più solo il simbolo di lutto o di occasioni formali, ma diventa un colore popolare adatto ad ogni contesto, anche a quello quotidiano. Coco ripensa un capo che farà la rivoluzione.

Infatti il tubino nero ebbe notevolieffetti socio-culturali nell’epoca della sua evoluzione concettuale, effetti che si riflettono nei nostri tempi.

Essendo presente nel guardaroba di numerosissime donne di diversa estrazione sociale, il Little Black Dress si rivelò un mezzo per accorciare le distanze sociali.

Ridefinì la società dell’epoca e si rivelò un potente mezzo in grado di trasmettere valori sociali. Un valore che diventò ancora più prezioso pochi anni dopo la pubblicazione di quegli schizzi su Vogue America, quando la Grande Depressione imperava a livello globale: grazie alla sua economicità il Little Black Dress era un simbolo di interclassismo.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

2020 AB SRL - All Rights Reserved

L’influenza di Hollywood sulla moda aiutò la popolarità del little black dress.

Negli anni ’50 si trasformò da pezzo conservatore in un abito sensuale: perfetto per il glamour cinematografico.Per ragioni di praticità i registi facevano affidamento sui vestiti neri perché gli altri colori sembravano distorti sullo schermo e complicavano il processo di colorazione.Grazie alla collezione “new look” di Dior (1947) che trasformò l’abito nero in una tendenza popolare.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Negli anni ’60 questo modello di abito era ormai così amato dal pubblico femminile che si sviluppò in più stili per adattarsi alle clienti di ogni età.

C’erano due stili distinti: mentre le donne preferivano uno stile più conservatore, le giovani favorivano le lunghezze più corte con lo spacco sulla gamba.

.

La stilista Mary Quant madre della gonna mini, fu fondamentale anche nella storia del little black dress; avendo rivoluzionato, indirettamente, anche la lunghezza degli abiti.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Non si può non pensare ad Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany” che con il suo abito da cocktail nero di Givenchy divenne una tra le figure iconiche nella storia del little black dress.

Negli anni 80 La popolarità di tessuti casual, in particolare della maglieria ha riportato in voga il vestitino nero.

Inoltre il dilagare della cultura grunge vide la combinazione del little black dress con sandali e anfibi, cosa che avvenne anche negli anni 90.

A cavallo del ventunesimo secolo, il tubino nero rimane un pilastro dell’industria dell’abbigliamento e un must nel guardaroba di ogni donna.

Il tubino nero è diventato una lente attraverso cui guardarel’evoluzione della moda e dell’abito.

Gli Anni 40

Austerità, semplicità e praticità!

Così la donna anni 40 affronta l’avvento del nuovo conflitto mondiale: niente più fronzoli, niente più velleità; si al riciclo e al riuso di capi d’abbigliamento modificati per essere comodi e funzionali.

Si predilige uno stile militaresco, molto simile alle divise maschili indossate in guerra: spalle larghe e vita stretta per le giacche, camicie e gonne a tubo fino al ginocchio

Gli anni '40 sono gli anni della guerra: il mondo vive un periodo molto duro che richiede sforzi ingenti. La moda ne risente e lo stile diventa molto austero.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

L’assenza di uomini in casa e nelle fabbriche (poiché costretti al fronte), impone alle donne un cambio di rotta e un adattamento a quei lavori, a quella fatica e a quegli orari che fino a qualche anno prima sarebbe stato impensabile.

S’impone prepotentemente il pantalone (già usato elegantemente negli anni 20): direttamente importato dalla divisa della fabbrica.

Il pantalone o la salopette entrano a far parte del guardaroba quotidiano delle donne anni 40.

I colori sono altresì militari: marroni, verdi, beige e nero.

Addio a lana e nylon impiegate per le divise dei soldati e quindi poco reperibili per le donne. Sempre più utilizzato invece il rayon insieme con i nuovi tessuti artificiali scoperti nel decennio precedente.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Sciarpe, cappelli e guanti diventano accessori indispensabili per contraddistinguere la propria personalità: che siano di lana riciclati da vecchi maglioni, o di fibre sintetiche, donano al look un tocco di freschezza, insieme all’accessorio novità di questi anni: il foulard, annodato al collo o arrotolato in testa.

Le scarpe si abbassano drasticamente, preferendo la stabilità di un tacco più modesto e robusto.

I capelli venivano raccolti per allungare il volto oppure lasciati lunghi alle spalle e sciolti, mossi e con riga laterale.

Il trucco non esisteva e si usava zafferano come blush o lucido da scarpe come mascara.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

L’abito aveva un aspetto sobrio, scuro tinta unita o gessato. La giacca era più corta e i pantaloni più stretti, senza pieghe o bordi. Il tessuto più comune era un misto lana, il completo non includeva un gilè o un paio di pantaloni extra.

Cravatte con disegni geometrici e righe, stampate e in colori vivaci.

Cappello Fedora di feltro resistente nero, grigio o marrone, indossato inclinato sopra un occhio.

Bretelle elastiche o di stoffa sostituirono le cinture di pelle

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Fine Anni 40

Nel 1947 il mondo inizia a rifiorire e l’immagine e il look cambiano in tutta Europa grazie al New Look di Christian Dior.Dior reinventa un look che apparteneva all’epoca vittoriana e crea la Linea Corolla.

Dior restituisce femminilità ed eleganze alle donne francesi con vestiti dalla vita stretta e gonne ampie (fino a 40mt di tessuto per realizzarla e 4kg di peso!).

Sono anche gli anni del rifiorire della vita culturale: nasce il Festival di Cannes.

E’ l’anno del Piano Marshall.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Fine Anni 40 Il periodo degli anni 40 è considerato ancora oggi il periodo più importante. Nei momenti peggiori nascono le cose migliori: come la Zeppa di Ferragamo.

FW 15-16

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 40 - oggi

2020 AB SRL - All Rights Reserved

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Può considerarsi un evergreen, la stampa animalier non passa mai di moda e nel corso del tempo ha spesso cambiato identità e significati, ma non ha mai perso la sua capacità di attrarre, di catalizzare l’attenzione, di non passare inosservato.

Oggigiorno l’animalier, soprattutto nella veste leopardata, ha un uso piuttosto smodato, nel senso che viene abbinato un po’ su tutto, anche per quanto riguarda l’arredamento.

Per questo in molti vedono questa stampa come “the new black”, cioè un nuovo dictat come lo è sempre stato il nero, che è perfetto su tutto. Con il nero non si sbaglia mai, si fa sempre bella figura.

L’animalier

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La data di nascita dell’animalier al 12 febbraio 1947, data in cui Christian Dior fa sfilare per la prima volta un completo “imprimé jungle” e “decorato bambù”.

Col produttore di seta Bianchini-Férier, lo stilista francese sviluppa in esclusiva un tessuto a stampa Jungle che applica a tre modelli della sua collezione.

La sfilata è un successo e l’animalier entra nel mondo dell’alta moda, aggiudicandosi il suo posto nell’empireo della haute couture quando Marlene Dietrich, poco tempo più tardi, decide di indossarlo.

Nei primi anni ’30, i costumi di scena di Tarzan l’uomo scimmia avevano contribuito a far sì che gli occhi si abituassero ad audaci tessuti maculati; nel 1940, la modella Betty Page aveva destato scalpore facendosi ritrarre in una tenuta semi-adamitica al fianco di belve feroci.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

I primi animalier erano sì audaci, sì “di rottura”… ma non necessariamente corredati da quei sottintesi da panterona sexy che ha assunto successivamente.

All’epoca di Dior, l’animalier aveva tutt’al più un nonsocché di seduzione esotica, toh. Ma niente di sfrontato.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

È solo a partire dagli anni ’60 che l’animalier diventa apertamente trasgressivo: Ken Scott (prima) e Valentino (poi) cominciano ad utilizzarlo su capi di taglio maschile, proposti a donne che, ormai, non solo lottavano per la parità dei sessi, ma si avviavano a rapidi passi verso la rivoluzione del ’68.

Più o meno nello stesso periodo, ai tessuti animalier succede una cosa: cominciano ad essere utilizzati dall’alta moda maschile, per suggerire concetti di fluidità di genere.

Nel decennio successivo ha assunto un tono che può essere definito “glam-rock”.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Questa svolta ha rappresentato un punto di rottura: le stampe maculate sono diventate più audaci, irriverenti ed a tratti provocanti e l’opinione si è divisa.

L’appeal dell’animalier è cambiato ed ancora oggi ci sono molte persone a cui non piace in quanto lo considera eccessivo, troppo appariscente.

Ma in fondo gli stilisti lo sanno e lo hanno sempre saputo: “De gustibus non est disputandum”, cioè “I gusti non si discutono”. Inoltre, non tutto può piacere a tutti, ma allo stesso tempo è bello portare avanti qualcosa che ha una storia grande e lunga, soprattutto in quest’epoca in cui tutto nasce e muore, tutto passa veloce senza lasciare una traccia. Ecco, l’animalier in questo senso è un’espressione forte e chiara, destinata a lasciare il segno.

Gli Anni 50

Durante gli anni '50 il clima austero viene abbandonato a favore di look bon ton e ispirati alle pin up: le donne osano di più, parte un periodo di rinascita!

Gli anni '50 sono il decennio del rock 'n' roll, dei blue jeans, delle t-shirt, delle pin up e dei pattern a pois; è il momento in cui cominciano a comparire i primi bikini e la giacca di pelle diventa un irrinunciabile musthave della moda uomo.

Sono gli anni del Boom Economico.

Ritorna la voglia di vivere.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 50

Ora sono la televisione e il cinema americani a dettare moda e a influenzare gli usi e costumi nel vecchio continente, tanto che cominciano a convivere tra loro molti stili e codici di abbigliamento diversi. C'è lo stile della perfetta casalinga americana e c'è quello più appariscente delle pin up.

La donna che ha come valori una stabilità economica ed affettiva, si dedica alla casa e alla famiglia. Tutto questo si ripercuote nella moda e nell’arredamento: nasce in America il libro per la “Perfetta casalinga” con le regole da seguire e i precisi cambi d’abito che una donna doveva effettuare durante la sua giornata(9 cambi). Tutto era coordinato con l’abbigliamento e con la casa: nasce il twin-set.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 50

Immancabili le gonne a ruota con il punto vita in evidenza grazie a cinture colorate, completano la mise una camicia bianca o a pois; un ulteriore tocco di colore veniva donato da un foulard elegantemente legato al collo. Ai piedi indossa delle semplici ballerine delle decolletes dal tacco basso.

Decisamente più appariscente, invece, è il look delle pin up definite le candy girl.

Shorts a vita alta con camice legate in vita e, ai piedi, le classiche ballerine di vernice.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 50

Per l’acconciatura non può assolutamente mancare la bandana.

Minimo comun denominatore di queste acconciature è senza

L’accessorio dell’epoca sono senza dubbio gli occhiali modello cat eye.

la frangetta che, o corta o lunga fino alle sopracciglia, è un vero e proprio elemento caratterizzante dell'epoca.

Il make up delle pin up impone eyeliner sugli occhi e labbra rosse.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 50

TEDDY BOY

Blazer scuri, magliette a dolce vita dal collo alto, gilet in broccato.Camicie da cowboy con colletto rigido sollevato, jeans a sigaretta usurati, spesso con gli orli.Calzini con colori vivaci, scarpe di cuoio.

Uso di cardigan e papillon.

Per completare il look la brillantina donava alle acconciature maschili nuovo risalto

Anche per l'uomo vi sono più di una tipologia:il Teddy boy e il Ribelle.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 50

RIBELLE

Look da giovani maledetti come James Dean.

blue jeans (o anche lavaggi di denim scuri o neri) svoltati con calzino bianco in vista, t-shirt basiche nere o bianche (spesso svoltate anche queste), scarpe nere in vernice ed ovviamente il capo simbolo: il Chiodo.

Brillantina, tanta brillantina.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 50 - oggi

Il look animalier esplode proprio in questi anni.

Gli anni 50 oggi

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 50 - oggi

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 60

Negli anni Sessanta irruppe sulla scena quello che era destinato a diventare il principale interlocutore della moda fino a tutto il decennio successivo e oltre : il mondo giovanile.

Intanto il progresso sociale, politico e tecnologico raggiungeva vette insperate : negli anni Sessanta infatti l’uomo approdava sulla Luna e il mondo, pur ancora dominato dagli equilibri della Guerra Fredda, si apriva a livello internazionale a una ventata innovatrice e progressista che trovava in John Fitzgerald Kennedy il suo punto di riferimento.

L’alta moda si rinnovava: nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze debuttavano Federico Forquet, il sarto-pittore Pino Lancetti, la creatrice milanese Mila Schon, famosa per i suoi raffinatissimi ricami geometrici e l’elegante linearità e un giovane Valentino, appena tornato da Parigi.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Sempre a Roma si imponeva nel Jet-set lo stile inconfondibile di Roberto Capucci, che ha esordito negli anni Cinquanta ed é tuttora celebre per i suoi abiti d’alta moda dai volumi scultorei, dai colori cangianti e dagli inediti giochi di plissettature in shantung di mikad.

.

Negli Stati Uniti continua l’ascesa di Emilio Pucci, inventore del restwear, la moda per il mare e per il tempo libero che gli valse l’Oscar della Moda nel 1954.

I suoi abiti pratici ed eleganti per il week-end tanto amati da Marilyn Monroe, ingualcibili perché realizzati in organzino di seta e caratterizzati da stampe psichedeliche, rivelando il suo ineguagliabile buon gusto nella combinazione dei colori, ne facevano anche un pioniere di quell’alta moda pronta o boutique, ribattezzata nel 1948 ready-to-wear e nel 1957 pret-à-porter.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

1957.Tradotto dal francese “Pronto da indossare” .

Una formula produttiva e distributiva più moderna e più adatta ad accogliere la grande richiesta.

…Nasce il Prêt – à – porter

Il prêt-à-porter rappresenta il passaggio dalla sartoria artigianale e dal vestito su misura alla industrializzazione del tessile con la standardizzazione delle taglie che permette la produzione in serie degli abiti.

Oggi la maggior parte delle case di moda si dedica alla sola produzione di modelli prêt-à-porter, l'alta moda rimane solo come vetrina delle capacità tecniche e creative della casa.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 60

La diffusione del benessere economico e della cultura in strati sempre più ampi della borghesia italiana, vera protagonista del Boom, alimentò una ribellione dei giovani, amanti dei blu jeans, degli abiti folk, delle droghe, delle chiome lunghe e folte, della musica provocatoria e rivoluzionaria dei Beatles e dei Rolling Stones.

Si ribellavano all’ipocrisia e al conformismo degli adulti ed erano avversari acerrimi dei miti dell’establishment da cui provenivano, come la carriera, il denaro, la famiglia, la proprietà, il matrimonio cui contrapponevano il motto “Peace and love”.

A Parigi, sarti come Paco Rabanne e Yves Saint Laurent proponevano una notevole semplificazione della silhouette, sottile come negli anni Venti ma soprattutto negatrice delle curve femminili e più adatta a donne filiformi come le modelle Veruschka e Twiggy (vere muse di quel periodo).

E anche la moda quindi si accingeva a sovvertire le regole dello stile codificate in passato decretandone la sua Democratizzazione.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

I nuovi canoni del gusto quindi non arrivavano dagli aristocratici couturiers bensì dalla strada e dalla cultura giovanile e l’alta moda si limitava a registrarli, senza lanciare più nuovi stili e apparendo ormai un vetusto e polveroso mausoleo.

Nasce la Swinging London a Carnaby Street dove, dal suo bazaar, Mary Quant lanciava la minigonna che mutò radicalmente le sorti della moda femminile dello scorso secolo.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Simboli degli anni ‘60 erano il sole e la margherita in pvc (richiamava il tondo del sole). Gli occhiali da sole tondi sono di questi anni. Gli abiti assumono una forma a “T” quindi trapezoidale. I tacchi erano bassi e squadrati, gli stivali erano sopra il ginocchio e venivano indossati i collant, anche con disegni particolari (tipo tondi).

Il corpo femminile è magro, tonico, con poche forme al contrario delle pin-up degli anni 50. Il make up puntava tutto sugli occhi, che dovevano essere grandi e tondi, con ciglia finte, trucco pesante e labbra invece naturali.I capelli erano corti ma cotonati.

Con i figli dei fiori nascono le comuni e i viaggi in India.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli anni 60 vedono nascere tantissimi stili. Oltre a quelli citati possiamo ricordare anche lo stile Lolita con le Ye-Ye Girls, adolescenti burrose che giocano maliziosamente a fare le bambine ispirandosi a Brigitte Bardot.

Nasce anche lo Space Age Look ispirato allo spazio con colori freddi come l’argento e il bianco optical e colori dall’effetto laminato.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 60

Foulard, giubbotti eskimi, camicie bottom-down e giacche a tre bottoni, pantaloni senza pences.

Diverso lo stile ye-ye, ispirato ai Beatles, con completi dai colori vivaci o stampe optical.

A questo periodo la diffusione delle polo come capo elegante ma casual.Come accessori: cravattini fini, scarpe eleganti e mocassini.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Uno dei primi a capire le profonde ragioni della cosiddetta “antimoda” fu Elio Fiorucci, che a Milano dava il via a una vera e propria svolta nell’approccio all’abbigliamento.

Partendo dall’osservazione attenta delle mode londinesi di King’s Road e di Carnaby Street, il giovane figlio d’arte, nato da una famiglia di commercianti milanesi di pantofole, diventò ben presto l’interprete italiano di quel clima di fronda giovanile internazionale che segnava la riscossa della vera creatività della strada, intuendo le enormi potenzialità di un business in vertiginosa ascesa, quello legato al casual e al jeans.

…In Italia

E così il suo negozio di Corso Vittorio Emanuele, situato all’angolo con la Galleria Passarella, che aprì i battenti nel 1967, divenne la fucina delle nuove tendenze giovanili, all’insegna della liberazione totale dai tabù borghesi e da qualsivoglia inibizione.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Vi si potevano trovare tutte le ultime novità in enormi quantità e a prezzi ridotti, esposte in uno spazio alternativo e coloratissimo dove la musica suonava a tutto volume.

Dopo il ‘69 Fiorucci divenne il vero guru della moda da strada affiancando alla merce importata una sua produzione, finanziata da gruppi industriali lungimiranti e di notevoli dimensioni, consistente in capi e accessori che rielaboravano con ironia le ultime tendenze, in un delirio di angioletti, jeans che fasciavano il fondoschiena, camicioni hawaiiani, merletti e variopinti oggetti pop.

Una giovane Milano compare così sulla scena della Moda Italiana. Una moda diversa da quella di Firenze e di Roma, una moda giovane e di “strada”.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

E mentre a Milano Elio Fiorucci propone una moda giovane, a Roma nasce il mito di Valentino Garavani.

Valentino nasce a Voghera nel 1932. Studia figurino a Milano e successivamente si trasferisce in Francia per imparare l’Haute Couture.

Negli anni 50 torna a Roma, dove apre la sua prima boutique in via Condotti ma durerà poco, per problemi finanziari. Conosce Giancarlo Giammetti, suo socio e partner nella vita, con il quale fonda il marchio Valentino nel 1960.

Adorato dalle star Hollywoodiane, porta l’haute couture italiana alla pari di quella francese proponendo una donna elegante, femminile, romantica, raffinata, mai sopra le righe.Celebre il suo Rosso Valentino.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 60 - oggi

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 70

Tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ‘70 i corpi sempre più efebici e asessuati di ragazzi e ragazze, irriducibili fan di John Lennon, di Janice Joplin e dei Doors oltre che dell’LSD, erano svelati da avvolgenti poncho peruviani, dagli eskimo e da pantaloni a “zampa d’elefante” assortiti a scarpe con il tacco a zeppa, camicette stampate in tessuti sintetici come il poliestere dagli ampi colletti spalancate sul petto, sciarponelunghissime e cappelli dalle tese larghe, in un tripudio di occhiali giganti, fiorellini di vari formati e dimensioni e stivali da portare sotto la mini e il maxicappotto e sui collant. Il tutto declinato in linee molto aderenti.

Gli anni ‘70 vengono chiamati la “Me-decade” perché è un decennio individualista, fondato sull’Io. Un periodo confuso, di cambiamenti, non si è più sicuri di cosa si vuole. I figli dei fiori diventano più violenti rispetto a prima.

Avvenimenti come la Guerra in Vietnam portano ad una crisi economica e lavorativa.

Una confusione che si trasmette anche nell’abbigliamento.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Da una parte lo stile Hippy Chic dall’altra lo stile “Febbre del sabato Sera” con pailettes e glitter che facevano brillare le notti americane.Una moda sobria di giorno con colori chiari, tipo color Carne, che diventava eccentrica di sera.

Il Denim impazza e diventerà il simbolo del look unisex. Uomo e donna diventano sempre più simili: capello lungo e jeans.

Nasce a Londra il punk estremo con VivenneWestwood.Compare anche nell’alta moda con Versace e YSL che usano spille da balia.

I pantaloni sono a zampa d’elefante, la tuta in maglia diventa un must have e come cinture venivano usati i foulard in pieno stile gipsy.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Nel contempo, Parigi va contro Londra e USA e impone stilisti giapponesi come Kenzo che coprono la donna sotto lunghe vesti da colori tenui perché per loro è il vestito l’opera d’arte da mostrare, non il corpo.

La donna ha un corpo tonico ma con forme, che gli stilisti amano svestire.

Torna il capello biondo con le meches larghe e i capelli a “onda naturale” che in realtà richiedevano ore e ore di preparazione (icone: Charlie’s Angels).

Nasce la voglia di prodotti naturali per il corpo e la pelle e che rispettino l’ambiente: il primo negozio è stato Bodyshop.

Il corpo deve essere tonico: si crea così un boom di programmi tv e vhs legate alla forma fisica (Jane Fonda).

La pelliccia non è più “ben vista” e infatti in questi anni nascono i movimenti animalisti ed ecologisti.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 70

Mini dress colorati o a fantasie etniche o floreali, pantaloni a zampa, tailleur coloratissimi, gillet di pelle o ricamati all'uncinetto; frange e pantaloni palazzo e oltre alla mini gonna ecco la Midi.

Zeppe (per la disco) occhiali a goccia o comunque tondissimi, foulard e fusciacche, ma anche borse grandi in macramè e naturalmente le suole in sughero. Cerchietti e fasce per capelli in cuoio intrecciato.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 70

Completi caratterizzati da pantaloni a zampa, camicie con colletto e polsini larghi e giacche un po' più lunghe del normale per il look da disco.

Camicioni floreali con colletto alla coreana, jeans anch'essi a zampa e dettagli in cuoio e pelle, gillet di frange o scamosciati per i pacifisti dell'epoca.

Cardigan a collo lungo abbinati a pantaloni di velluto, maglie optical e giubbotti corti in pelle e camoscio.

Zeppe maschili cinturini per i lunghi capelli, scarpe aperte e sandali ma anche occhiali da sole piccoli e colorati.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 70 - oggi

AB2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 80

Torna la voglia di uscire e di vestirsi, senza vergognarsi di indossare qualcosa di elegante. L’edonismo trionfa. I piaceri del privato riconquistarono anche chi in precedenza si era dato alla politica, se non alla rivoluzione. E’ il periodo della “Milano da Bere”. E la moda degli stilisti, che erano diventati ormai dei personaggi, dei divi, era pronta per questa nuova atmosfera e per il suo mercato. Qualcuno parlò del “nuovo Risorgimento Italiano”.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Continua l’espansione del Made in Italy che in questi anni raggiunge il massimo splendore. Il jet set internazionale è a Milano e le notti mondane della città meneghina vengono animate da stilisti come Armani, Versace, Dolce&Gabbana, Elio Fiorucci, Laura Biagiotti, Missoni, Krizia, Valentino per l’haute couture e le sorelle Fendi con le loro pellicce.

Gli Anni 80

Le spalline degli abiti e delle giacche sono imbottite, i capelli sono voluminosi e ricci.

Il corpo perfetto diventa una vera e propria ossessione: sono gli anni in cui esplode la chirurgia estetica.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli anni 80Nasce il Total Look.

I look vengono imposti dallo stilista.

Ogni stilista ha un suo stile definito che lo distingue dagli altri ma lo rende riconoscibile agli occhi di chi lo indossa.

L’abbigliamento rappresenta uno status symbol cioè il modo in cui vive una persona.

Una donna Armani non indosserà un capo Versace e viceversa. Tutto questo crea anche una stratificazione sociale.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli anni 80

Colori accesi e stampe bizzarre ed eccentriche. Fuseaux (oggi leggings) abbinati a minigonne in tulle o shorts spesso in denim, vestiti e giacche con spalline (spesso arricchite da borchie e catenine).

Tubini colorati molto aderenti in ecopelle anch'essi con spalline; jeans a vita alta e t-shirt basiche stampate.

Denim e pelle usati rispettivamente per camicie e giubotti; bomber corti e maxi maglie mixati insieme.

Accessori esagerati sia per i bijoux che per borse e copricapo; molti scalda muscolo e fasce per capelli; grandi cinture e sneakers come Converse AllStar e Superga.

Importante elemento per un look anni '80, i capelli cotonati.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli anni 80

Colori forti e fantasie bizzare. Jeans e t-shirt stampate molto grandi con felponeoversize si alternano a look punk più attillati che prediligono fuseaux in pelle maglie corte e aderenti e capi retinati in total black o quasi.

Completano il look, giacche lunghe e giubbotti in pelle o imbottiti tutto rigorosamente con spalline.

Accessori particolari come cravatte larghe a fantasia o collane e borchie in base allo stile.

Scarpe generalmente comode da ginnastica con suola spessa e tomaia alta; da ricordare inoltre in questo periodo la nascita della moda per lo scarponcino Timberland.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

A cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90 nasce il fenomeno delle Top Model, fenomeno la cui nascita è legata alla figura di Gianni Versace.

Gli anni 80

Con lui, che esaltava la femminilità come pochi, questo fenomeno raggiunge l’apice: non più semplici indossatrici ma personalità a se stanti, espressione di uno status sociale, richiestissime proprio per essere loro e non altre.

Campagne per profumi, cosmetici, moda ovviamente, ma non solo , anche beni di lusso distanti dal fashion system.

Donne come Linda Evangelista, Cindy Crowford, Naomi Campbell, Claudia Schiffer, Carla Bruni che diedero vita d un nuovo fenomeno divistico che, per un lungo periodo, sostituì quello cinematografico anche nell’immaginario popolare.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli anni 80 - oggi

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La bufera della crisi dei primi anni Novanta è preceduta e in un certo senso favorita dal famoso “lunedì nero” di Wall Street del 1987 con l’indice Dow Jones in caduta libera fino a perdere 508 punti.

L’ american dream di Reagan crolla miseramente e l’export della moda italiana cala vistosamente.

Gli Anni 90

Nell’ottobre del 1989 cade sotto i colpi di piccone della nuova ondata libertaria anche il Muro di Berlino, ultimo residuo della Guerra Fredda mentre il bipolarismo su cui si era fondato fino a quel momento l’ordine internazionale viene scalzato definitivamente e cede il testimone al nuovo villaggio globale.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

L’America di Bush Senior è il nuovo gendarme planetario e lo dimostra sferrando il suo attacco all’Iraq di Saddam Hussein nella Guerra del Golfo del 1991, una guerra mediatica che anticipa gli amletici dilemmi sollevati dal dibattito sulla “Tv spazzatura” e che sarà seguita da una serie di altri conflitti nei Balcani e in Somalia.

A Maastricht vengono tracciate le linee guida della nuova Unione Politica e Economica Europea mentre l’Onu celebra i suoi cinquant’anni di vita.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La cultura trash e lo stile pulp e grunge predominano. Trionfo la body Art di Orlan, artista francese, dei piercing e dei tatuaggi.

Il film del decennio è “Pulp Fiction” che decreta il successo immediato del regista Quentin Tarantino e il gruppo musicale del momento è quello dei Nirvana, animatore della scena culturale del Grunge.

Il Grunge si afferma anche tra le star internazionali come Coutney Love, madrina di questo stile.

Gli Anni 90

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La moda ritorna agli anni settanta anche con tentazioni fetish e incursioni nell’immaginario barocco indulgendo a contaminazioni che sperimentano volentieri nuove fibre tecniche.

Esplode il Minimalismo, reazione all’orgiastica esibizione degli status symbol propria degli Ottanta anticipata dal gusto Zen di Romeo Gigli.

È lui infatti il colto apripista di un filone che pervade l’estetica vestimentaria fino quasi alla fine del decennio e abbraccia il recupero di una silhouette lineare, disadorna e quasi claustrale, che bandisce le spalline e sfiora il corpo senza strizzarlo, sulla falsariga della grazia innocente delle creature preraffaellite.

Gli Anni 90

2020 AB SRL - All Rights Reserved

AB

Gli Anni 90

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 90 - oggi

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 2000

Agli inizi del XXI secolo assistiamo ad un’attenzione quasi ossessiva per il corpo: è il fisico al centro dell’interesse e non la persona. E’ una società che tende ad azzerare la bellezza della diversità e costringe le donne ad un continuo auto-monitoraggio del proprio fisico e ad assurde diete.

Questa ossessione per la magrezza sfocia molte volte nell’anoressia e, nel 2007,Isabelle Caro , la modella francese morta nel 2010 vittima di una malattia durata 15 anni che l’aveva ridotta a pesare 31 chili, ne diventa il simbolo.

Per quanto riguarda la moda, si trattava di un “mix&match” di influenze passate, soprattutto degli anni 90, e nuove tendenze.

Gli anni delle meches, delle canottiere a strati, dei top, del dorato, degli stivali Timberland, dei pullover e maglie a righe (tutto a righe!), dello stile cowgirl, quello militare, dei coprispalle, delle fasce, delle minigonne e dei pantaloni lucidi!

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Gli Anni 2000

Nel 2001 una notizia sconvolge non poco l'opinione pubblica italiana: nell'esercito italiano in missione in Afghanistan ci sono, per la prima volta, anche donne militari italiane.

La novità scuote profondamente la società, mentre diventa fonte di ispirazione per la moda.

Sulle passerelle arrivano abiti divisa, il motivo a camouflage diventa pattern dominante, mentre stellette e distintivi decorano borsette e abiti da sera.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

2012 – Color Block

Gli Anni 2000

2013 – Crochet

2011 – Sandali alla schiava

2014 – Crop Top e Jeans vita alta

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Oggi la moda è molto cambiata. Ha confini molto più ampi, ritmi più pressanti, un ciclo continuo di creazione, produzione e comunicazione. Oggi c’è più organizzazione nella moda, più tecnica e, inevitabilmente, meno sentimento.

Studi di Marketing confermano che il consumatore di oggi è cambiato: è attento e selettivo, ricerca la qualità e l’autenticità. Inoltre, l’importanza di essere un brand “famoso” è in diminuzione anche nei nuovi mercati, sebbene in Russia e in Cina rappresenti ancora un fattore importante per l’ingresso.

Si assiste ad una crescita sempre maggiore delle categorie più legate all’artigianalità, un concetto in cui il Made in Italy ha un ruolo chiave .

Il mondo del Fashion, il mondo Economico, il mondo Politico ormai tutti ne parlano: ancora una volta, il Made in Italy assume sempre di più il ruolo di chiave del successo del nostro Paese.

…Oggi

2020 AB SRL - All Rights Reserved

Lo scoppio dell’emergenza Coronavirus ci ha costretti in casa per due mesi, facendo diventare il pigiama la moda più frequente del momento. Nonostante l’appello di molte influencer a non trascurarsi, in molti hanno preferito adottare outfit confortevoli, orientandosi sul comparto del leisurewear.

Con leisurewear si intende una tipologia di abbigliamento comodo e informale: si spazia dal pantalone della tuta alla t-shirt larga monocolore, fino alla felpa informe e al cardigan ampio e caldo, tradizionalmente abbinato a dei leggins. Salvo che per le videochiamate di lavoro su Zoom, la quarantena ha spinto quasi tutti a vestirsi senza pensare troppo a mode o abbinamenti.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

2020 AB SRL - All Rights Reserved

In questa nuova epoca, si fa sempre più strada una NUOVA

IDEA DI UMANITA’, un cambio di valori e, quindi, di tendenze.

Tutti noi abbiamo riscoperto l’importanza dei legami di

prossimità e delle relazioni interpersonali perché, come

sempre, è quando perdi o non puoi più fare / vedere qualcosa

o qualcuno che ti accorgi della sua importanza.

Ma non solo, il rapporto con la natura e la qualità delle

città prenderanno una parte sempre maggiore nell’interesse

dei cittadini. Così come la scienza e l’istruzione saliranno

nella scala dei valori sociali.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La fashion week di Febbraio 2020 è entrata ufficialmente nella

storia della moda per diversi motivi: uno su tutti è che inaugura

un nuovo decennio e questo coincide quasi sempre con un

punto di svolta e di rottura rispetto al decennio precedente.

Pensate ai cambiamenti tra gli anni 60 e gli anni 70 o tra gli anni

80 e gli anni 90.

Oggi la parola chiave sembra una soltanto: ridurre. I tempi impongono sobrietà ed fanno emergere nuove “sfumature” del minimalismo. Abbiamo già assistito a diverse ondate di questa filosofia che punta a ridefinire il concetto di “necessario”: pensate al minimalismo degli anni 90, susseguito all’eccesso degli anni 80 ad esempio.

Nel 2020 gli stilisti hanno, finalmente vorrei aggiungere,

definitivamente abbandonato lo streetwear e la logomania mentre la

creatività sta educando a una nuova femminilità, forte e consapevole,

libera dagli stereotipi.

La maggior parte degli stilisti hanno infatti optato per un’estetica

pulita, sartoriale, di qualità. Si tratta di capi e accessori

d’investimento, pensati per durare nel tempo, che mostrano una

particolare sensibilità per il sostenibile: una presa di coscienza del

mondo, anche per combattere il cambiamento climatico tema sempre

più importante anche nel mondo della moda.

Il periodo passato ha restituito valore alle cose e alle idee: molti stilisti,

incluso Giorgio Armani, evocano un lusso necessario, cioè una scelta

ponderata e di qualità.

2020 AB SRL - All Rights Reserved

2020 AB SRL - All Rights Reserved

La moda volgerà a un nuovo minimalismo, ricco di contenuti e

caratterizzato da un’estrema ricerca per il raggiungimento della

perfezione sartoriale, quindi funzionale ed essenziale.

Una moda lontano dalla leggerezza estetica, sebbene di naturale e

sofisticato charme.

Si guarda al buon senso e al buon gusto, una semplificazione che non

implica la costrizione perché riscopre il piacere del vestire “bene ma

semplice”, ben lontano da virtuosismi e dettagli sguaiati.

Una moda consapevole

Con differenze di forme e significato, il minimalismo sta definitivamente

per tornare.