Orselina 2016 · I ricordi di Padre Angelico Forni, 27-29 ex guardiano del Santuario Erinnerungen...

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2016 Orselina Orselina www.pro-orselina.ch [email protected] PROGRAMMA MANIFESTAZIONI 2016 alle pagine 18-19 XXI Edizione Numero unico in omaggio Einzelne Ausgabe, Kostenlos

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ORSELINA 2016 / 1

Sommario/Inhalt

Manifestazioni alParco di OrselinaVeranstaltungenim Park von OrselinaProgramma 2016Programm 2016Editore: Pro OrselinaComitato Pro Orselina: Marco Garbani Nerini (presidente), René Schürpf (vice presidente), Claudio Lanini (cassiere), Françoise Pohl, Giovanni Bonetti, Silvio CantielloComitato di redazione: Carlo Branca, Gianni Caminada, Diego Erba, Marco Garbani Nerini, Luca BieriPubblicità: Christa Kremmel, Marco Sasselli, René SchürpfTraduzioni: Antje Bargmann Foto: Garbani, Locarno Impaginazione: Rezzonico Editore, LocarnoEditing: Enrica GazzaroliStampa: RPrint SA, Locarno

Un piano per valorizzare 3-5i boschi della collina Waldplanung in Orselina

Terminato il restauro della 6-9“Capèla dal Salt”Restaurierung der „Capèla dal Salt”

Alla Madonna del Sasso 11-13apre il Museo Casa del PadreDas Museum Casa del Padre

Da Mergoscia a Orselina 14-15per la cresta del MadoneWanderung über den Grat des Madone

ci6@midnight spazio d’incontro 16Ein Treffpunkt

Ricordando lo stand di tiro 21-23e la Società Tiratori Orselinesi Erinnerungen an den Schiessstand und Schützenverein in Orselina

Caraibi, Oceano indiano: spiaggie, 24-25palme, mari caldi, ma anche...Karibik, Indischer Ozean: Strände, Palmen, warmes Meer, aber auch...

I ricordi di Padre Angelico Forni, 27-29ex guardiano del SantuarioErinnerungen des ehemaligen Guardiander Wallfahrtskirche

La Clinica Santa Croce 30-31festeggia 20 anniDie Klinik Santa Croce feiert Geburtstag

Il tesoro monetale di Orselina 33un anno dopo il ritrovamentoDer Geldschatz von Orselina, ein Jahrnach der sensationellen Entdeckung

Da 51 anni si celebra il Carnevale 3551 Jahren Karneval

[email protected] Orselina CH-6644 Orselina

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Gli obiettivi del Piano digestione comunale deiboschi sono la valorizza-

zione e la gestione del boscopubblico e privato di Orselina,con particolare riferimento allefunzioni forestali d’interessepubblico. Il Piano propone de-gli interventi concreti per iprossimi 10 anni, riprendendoe precisando le indicazioni dicarattere generale del Pianoforestale cantonale. Con i suoi132 ettari di bosco, che rico-prono il 68% del territorio, Or-selina ha un tasso di boscositàampiamente superiore alla me-dia cantonale (TI 48%). Il 58%circa del bosco è di proprietàpubblica (Cantone, Comune diOrselina, Patriziati di Orselina edi Muralto), mentre il 42% è diproprietà privata. Tutti i boschidi Orselina sono inseriti nel ca-tasto federale dei boschi diprotezione "Silvaprotect", pro-teggono direttamente abitati evie di comunicazione da colatedi fango e caduta sassi, e sonodi grande importanza per la re-golazione del regime idrico deitorrenti. La ridotta densità deipopolamenti e gli scarsi accre-scimenti prima degli anni '40del secolo scorso erano proba-

bilmente una diretta conse-guenza dei numerosi incendi,del vago pascolo e della som-maria esecuzione dei tagli. Nelperiodo post-bellico i muta-menti socioeconomici hannopoi dato respiro al manto fore-stale: la forte diminuzione deitagli e l’abbandono almenoparziale del vago pascolo han-no consentito albosco di raffor-zarsi. Dagli anni’80 la Sezione fo-restale ha pro-mosso numerosemisure di gestio-ne del bosco, co-me per esempio ilprogetto generale di risana-mento pedemontano, e i recentiinterventi selvicolturali lungo iriali Gutta, Rabissale e Ramo-gna. La fascia altitudinale colli-nare dei boschi di Orselina èdominata dai cedui di castagnosui pendii (distribuzione del60%) e da boschi di latifogliemiste attorno all'abitato (17%),mentre la fascia submontana ècaratterizzata da boschi pionie-ri di betulla (17%) e dalla pianta-gione di Trigumo. La tipologiaforestale dominante, il ceduocastanile, è una forma di gover-

no del bosco che prevede il ta-glio periodico dei suoi pollonicon turni molto brevi per laproduzione di piccola paleria elegna da ardere. Nell’ambitodel progetto di risanamentopedemontano si sono eseguitidegli interventi di ceduazionelungo la strada forestale dellacollina, mentre per il resto si

tratta di ceduigeneralmentepoco gestiti.Nel ceduo ca-stanile situatosotto la funiviadi Cardada, èinoltre presen-te in maniera

importante il fungo denominatomal d'inchiostro, mentre a latodi alcuni cedui situati a quote in-feriori agli 800 m s.m. circa sonopresenti numerose specie neofi-te invasive (per esempio ailantoe poligono del giappone). Gli obiettivi e le misure operati-ve principali previste dal Pianodi gestione sono i seguenti:• favorire una gestione attivadel bosco in zona collinare, in-centivando l’utilizzo di legna-me locale, tenendo però contodegli aspetti critici legati ai pe-ricoli naturali e alle neofite in-

vasive, tramite interventi selvi-colturali mirati e ceduazioniproduttive a tappe;• migliorare le condizioni di ge-stione del bosco nella zonamontana con l'estensione dellastrada forestale Varenna fino aTrigumo e la realizzazione di an-coraggi fissi per l'esbosco dellegname lungo la strada fore-stale della collina;• valorizzare le peculiaritàpaesaggistiche e ricreative delterritorio con la realizzazione diun programma di gestione delpaesaggio nella zona montanae di un itinerario didattico fore-stale nella zona collinare;• valorizzare l’amministrazionecomunale e i patriziati nel ruolodi coordinatori locali della ge-stione e manutenzione del terri-torio boschivo con l'istituzionedi una commissione comunaleforestale.Il Piano di gestione dei boschiassumerà validità dopo la fasedi consultazione (uffici canto-nali e popolazione) e con l’ap-provazione da parte del Canto-ne (Consiglio di Stato). Il Pianocostituirà infine la base per lagestione dei boschi per un pe-riodo di 10 anni dalla sua ap-provazione.

di RAFFAELE SARTORI

Un piano per valorizzare i boschi della collina

ORSELINA 2016 / 3

Boschi pioneri di betulla

Pionierbirkenwäldern

IL NUOVO DOCUMENTO PROPONE INTERVENTI CONCRETI PER I PROSSIMI 10 ANNI

Boschi pioneri di betulla

Pionierbirkenwäldern

A Orselina 132 ettari di bosco ricoprono il 68% del territorio: un tasso ampiamentesuperiore alla mediacantonale (48%).

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Poligonodel Giappone

JapanischeStaudenknöterich

ORSELINA 2016 / 5

Waldplanung in OrselinaDie kommunale Waldpla-

nung in Orselina hat dieAufwertung und Bewirt-

schaftung öffentlicher und pri-vater Wälder zum Ziel. DerSchwerpunkt liegt dabei aufden Waldfunktionen im öffentli-chen Interesse. Der kommunaleWaldplan ist auf die nächstenzehn Jahre ausgerichtet undmacht Vorschläge für konkreteforstwirtschaftliche Massnah-men. Er setzt dabei die allge-mein gehaltenen Vorgaben deskantonalen Waldentwicklungs-plans um.Mit 132 Hektar Wald, die rund 68Prozent des Gemeindegebietsbedecken, kann Orselina im kan-tonalen Vergleich einen über-durchschnittlich hohen Waldan-teil aufweisen (TI: 48%). Etwa 58Prozent des Waldes ist Gemein-gut und befindet sich im Besitzvon Kanton, Gemeinde oder denPatriziaten von Orselina und Mu-ralto. 42 Prozent dagegen sindPrivateigentum. Alle Waldgebie-te von Orselina sind beim Bundals Schutzwald im Sinne desProjekts „Silvaprotect“ verzeich-net: sie dienen dem Schutz vonWohngebieten und Strassen vorMurgänge und Steinschlag undspielen eine wichtige Rolle beider Regulierung des Wasser-haushalts der Bäche.Die beschränkte Dichte derWaldbestände und das nur ge-

ringe Waldwachstum vor 1940waren vermutlich eine Folge derhäufigen Waldbrände, desTrattrechtes und der radikalenAbholzung des Baumbestan-des. Die sozialökonomischenVeränderungen in der Nach-kriegszeit gaben dem Walddann die Möglichkeit zumDurchatmen: Weil weniger Holzgeschlagen und das damals gül-tige Trattrecht teilweise aufge-hoben wurde, konnte sich derWaldmantel erholen.Seit den 1980er Jahren hat dasForstamt zahlreiche Forstsanie-rungsprojekte vorangetrieben,wie zum Bei-spiel die kürz-lich vorgenom-menen wald-baulichen Ein-griffe entlangder Bäche Gut-ta, Rabissaleund Ramogna.Im Gemeinde-gebiet von Or-selina wächst in der kollinenStufe vor allem Kastanie (Anteil60 Prozent) entlang der Hängesowie Laubmischwald rund umdas Wohngebiet (17 Prozent).Die submontane Stufe ist dage-gen geprägt von Pionierbirken-wäldern (17 Prozent) und demAufforstungsgebiet Trigumo.Der häufigste Waldtyp ist derKastanienniederwald (ceduo

castanile), der eine bestimmteForm der forstwirtschaftlichenNutzung darstellt: das nochjunge Holz wird in kurzen Ab-ständen geschlagen und zurProduktion von kurzen Pfählenund Brennholz verwendet. ImRahmen des Forstsanierungs-projekts wurden entsprechen-de Niederwaldschläge entlangder Forststrasse "della collina"durchgeführt, die Niederwälderim restlichen Gebiet sind dage-gen nur wenig bewirtschaftet.Die Niederwälder unterhalb derSeilbahn von Cardada sind starkvon der so genannten Tinten-

krankheit, ei-nem Pilz, be-troffen. Zudemwachsen anden Ränderneiniger Nieder-wälder unter-halb von 800Höhenmeternzahlreiche inva-sive Neophyten

(gebietsfremde Pflanzen), wiebeispielsweise der Götterbaumund der Japanische Stauden-knöterich.Die wichtigsten Ziele undMassnahmen des kommuna-len Waldplans sind folgende:• Förderung einer aktiven Be-wirtschaftung des Waldes inder kollinen Stufe durch Ankur-belung der Nutzung von loka-

lem Holz. Den kritischen Aspek-ten im Hinblick auf Naturgefah-ren und invasiver Neo-phytenwird mit gezielten waldbauli-chen Massnahmen und etap-penweisen produktiven Nieder-waldschlägen begegnet.• Verbesserung der Bedingun-gen für die Waldbewirtschaf-tung in der montanen Stufe miteiner Erweiterung der Fort-strasse Varenna bis Trigumound der Schaffung von festenVerankerungen entlang derForststrasse für die Holzernte.• Aufwertung landschaftlicherBesonderheiten und Freizeit-möglichkeiten durch die Schaf-fung eines Programms zurLandschaftsplanung in dermontanen Stufe und eines di-daktischen Waldweges in derHügelzone.• Stärkung der Gemeindever-waltung und der Patriziate in ih-rer Rolle als lokale Koordinato-ren für die Planung und Bewirt-schaftung des Waldgebietesdurch Einrichtung einer kom-munalen Forstkommission.Gültig wird der kommunaleWaldplan nach Abschluss derVernehmlassung (Kantonsäm-ter und Bevölkerung) und derZustimmung durch den Kanton(Staatsrat). Der Plan schafft dieBasis für ein „Waldmanage-ment“ über einen Zeitraum vonzehn Jahren.

von RAFFAELE SARTORI

Piantagionedi Trigumo

AufforstungsgebietTrigumo

Poligonodel Giappone

JapanischeStaudenknöterich

DAS NEUE DOKUMENT SCHLÄGT MASSNAHMEN FÜR DIE NÄCHSTEN 10 JAHRE VOR

Piantagionedi Trigumo

AufforstungsgebietTrigumo

Mit 132 Hektar Wald - rund 68% desGemeindegebiets - kann Orselina imkantonalen Vergleicheinen überdurchschnittlichhohen Waldanteilaufweisen (TI 48%).

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La "Capèla dal Salt", diproprietà del Comune diOrselina e situata in pros-

simità della mulattiera San Ber-nardo, versava in pessime con-dizioni, motivo per il quale nel2012 il Municipio ha deciso difar eseguire dei lavori di con-servazione e restauro che sisono conclusi nel 2014 e cui siè aggiunto un piccolo interven-to nel 2015.La cappella, che deve il suo no-me alla prossimità con la casci-na "al Salto", è stata edificatanel 1865, prima della costruzio-ne della mulattiera San Bernar-do (1898).All'interno, primadell'intervento di restauro, eraancora ben visibile la dicitura "Adamina Gio. Battista fece fare1865".Sullo sfondo interno del-la costruzione un affresco mol-to danneggiato rappresentavail Cristo morto; non si tratta di

una Deposizione in senso stret-to perché non appaiono le altrefigure tradizionalmente presen-ti. Sulla volta della costruzioneera presente una colomba,simbolo dello Spirito Santo.I dipinti della cappella eranogià stati restaurati nel 1927 daJanci (Giovanni Antonio) Ada-mina, artista attivo nella regio-ne di cui si può leggere unabreve biografia nella rivista"Orselina" del 2008.Come mi ha riferito GabrieleGrimbühler, restauratore re-sponsabile per i recenti inter-venti sulla cappella, il Cristomorto è probabilmente operaoriginale di Janci Adamina;dell'affresco originale del 1865ha ritrovato unicamente alcu-ne tracce completamentecompromesse. I lavori di re-stauro e conservazione hannointeressato da una parte le

strutture murarie e il tetto e,d'altra parte, gli intonaci, i tin-teggi e gli affreschi.Per quanto riguarda la struttu-ra della cappella si è trattatoinizialmente di liberare le mu-rature perimetrali parzialmen-te ricoperte dall’humus accu-mulatosi negli anni, causa digrave degrado degli intonaci edelle strutture murarie. Unavolta liberato completamenteil perimetro sono stati costruitidei muri a secco di conteni-mento a una distanza tale chepermettesse la libera circola-zione d'aria attorno alla cap-pella. Si sono anche verificateinfiltrazioni dal tetto che han-no rovinato anche gli intonacie affreschi sulle parti interne.In questa fase degli interventisi è pure proceduto alla ripara-zione del tetto di piode, in par-te smontato e ricostruito, so-

stituendo parte delle piode dicopertura.In epoca precedente eranostati fatti dei piccoli interventidi riparazione non datati e conmateriali inadatti (intonaci dicemento) che sono stati ri-mossi. Dopo questa prima fa-se d’interventi, in accordo conil restauratore, vi è stata un'in-terruzione dei lavori di svariatimesi per permettere alle mu-rature di asciugare e smaltire

Terminato il restauro della "Capèla dal Salt"di BENIAMINO SARTORIO

SITUATA IN PROSSIMITÀ DELLA MULATTIERA SAN BERNARDO

L’intervento curatoda Gabriele Grimbühler si è protratto per 3 anni. La preziosa cappella risale al 1865. Era stata edificata prima della costruzione della mulattiera.

6 / ORSELINA 2016

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AOrselina viveva un con-tadino. La storia ha di-menticato il suo nome,

ma ricorda bene il suo deboleper il “dolce nettare del dioBacco”. Il guaio era che quan-do i fiumi dell’alcool annebbia-vano e oscuravano la suamente, allora – apriti cielo! –dalla sua bocca uscivano leparole più oscene contro Dio,la Madonna, i Santi e i buonidella terra. La vecchia mammane soffriva e pregava ogni gior-no per il suo figliolo, non catti-vo, no, ma cosi debole…Berlicche1 , il signore dell’infer-no l’osservava invece compia-ciuto: “Se andiamo avanti diquesto passo, sarà mio!” si di-ceva soddisfatto fregandosi lemani. Un giorno, spinto dal de-siderio di impossessarseneprima del tempo stabilito, glisaltò il ticchio di fargli una visi-tina ed eccolo comparire sullafaccia della terra sotto le sem-bianze di un mansueto e timi-do asinello. Si fermò a poca di-stanza dalla bettola sul margi-ne della strada. A mezzanottel’uscio dell’osteria si schiuse ealla debole luce d’una lampa-da appesa al soffitto s’intravi-de un essere barcollante, con ilcappello sulle ventitré, cheavanzava carponi rasentandoil muricciolo. Era veramenteubriaco fradicio e bestemmia-va come un forsennato. L’asi-nello, zitto zitto, fece un passo,due passi, fino a farsi scorgeredal disgraziato.“Tò, bestiaccia!” e gli sferrò uncalcio, ma l’asino non si mos-se. Allora gli balenò per lamente un’idea: “E se gli bal-zassi in groppa?”. Si aggrappòcon ambedue le mani al collodella bestia e su, con uno sfor-zo disperato per non perderel’equilibrio, gli fu sopra.“Via bestiaccia…”. L’asino nonse lo fece ripetere due volte.Lasciate le ultime catapec-chie, s’inoltrò nel fitto del bo-sco ascendendo verso la mon-tagna. Dalle narici fumanti sisprigionavano lunghe fiamme,e gli occhi, come due pezzi dibrace, brillavano di perfida lu-ce nella notte scura.L’uomo sul suo dorso si eraaddormentato d’un sonnoprofondo. All’albeggiare l’asi-no giunse stanco e affranto dalpeso sul ciglio della rupe, làdove oggi si erge la cappella.Al suo raglio rispondeva sol-tanto lo scrosciare dell’ondasui ciottoli nel fondovalle e ilgrido lugubre degli uccelli not-turni accovacciati in antri ecrepacci. L’asino era quasigiunto sull’orlo dell’abisso,

quando improvvisamente unafolata d’aria gelida e frizzanteinvestì in pieno il viso dell’uo-mo. Sobbalzò sulla groppadell’asino, si fregò gli occhi,ma rabbrividì nel vedere aisuoi piedi la rupe, l’abisso, iltorrente…“Gesù, Maria… salvatemi!”gridò e si fece un gran segnodella croce. Questa proprionon ci voleva per Berlicche, asoli due passi dalla vittoria egià trionfante del nuovo acqui-sto La terra tremò. Si sentì untonfo, poi l’asino sprofondò escomparve, attraverso la vora-gine aperta ai suoi piedi, negliabissi del suo regno infernale.Riavutosi dalla caduta, l’uomosi ritrasse tremante dal cigliodella rupe. Capì che un solopasso lo separava dal fondodel precipizio… Un brivido dispavento e di orrore lo scossedalla tesa ai piedi. Si trascinògiù per la china diretto versoOrselina e ai conoscenti cheincontrava per via narrò l’acca-duto senza aggiungere nulla,intercalandolo soltanto conqualche segno di croce ognivolta che i lineamenti dell’asi-no (Berlicche1, brrr!) si profila-vano dinanzi ai suoi occhi.La vecchia madre pianse digioia nel rivedere il suo figliolocosì trasformato, ma rabbrividìal racconto di Berlicche in-ghiottito da quella voragine, acosì breve distanza da casapropria. “Gesù Maria…”.Da quel giorno l’ex ubriaconenon mise più piede nella betto-la, non lanciò più nessuna in-vettiva né contro i santi del cie-lo, né contro i buoni della terra;visse i giorni che ancora gli ri-manevano piangendo amara-mente i grossi peccati della vi-ta passata.Poi, in segno di riconoscenzaverso il Signore, fece erigere asue spese la cappellina dettaancora oggi “Al Salto”, e la vol-le proprio su quella rupe dove ilSignore aveva fatto il miraco-lo.Volle incidere sulla pietra, ingrande, un ammonimento:“Pregate e mai mormorate”.Sono passate molte genera-zioni da allora. Le erbe e i rovihanno invaso la cappella, lapioggia ha quasi fatto dirocca-re il tetto, ma l’ammonimentoinciso sulla pietra, sbiadito, il-leggibile, è rimasto.

1Nome popolare e scherzoso del Diavolo; far berlicche e berlocche significa mancare di parola

Questa leggenda è tratta da “Il Meraviglioso”, vol. 1, pubblicatoda Armando Dadò editore, 1990, chesi ringrazia per la concessione data.

Una leggenda di Luigi Merlini

ORSELINA 2016 / 7

la forte umidità presente.Nella seconda fase d’interven-to sono stati ripristinati gli into-naci degradati, le lesioni e lezone prive d'intonaco sonostate colmate con malta di cal-ce e i vuoti e distacchi stabiliz-zati con iniezioni locali. A que-sti lavori è di nuovo subentrataun'interruzione in attesa che gliintonaci e le riparazioni asciu-gassero prima degli interventisulle pitture.Il concetto di restauro ha favo-rito la tutela dei dipinti muraliancora visibili, rinunciando allaricostruzione delle parti di af-fresco completamente man-canti. In effetti, parte dell'affre-sco principale era irrimediabil-mente rovinata, così come l'in-tonaco di sottofondo. Le deco-razioni e le scritte sulla faccia-ta, dilavate dalla pioggia, sonostate rifatte ex-novo. Gli ultimi

interventi, non ancora realizza-ti, prevedono il prossimo apri-le, in collaborazione con laProtezione civile, la sistema-zione del sentiero d'accesso amonte e a valle della cappellacon il collegamento alla mulat-tiera San Bernardo e la posa dicartelli che ne indichino la pre-senza e il percorso per rag-giungerla.Com’era stato rilevato nelmessaggio municipale che ri-chiedeva i fondi per il risana-mento e restauro della "Capè-la dal Salt", questa rappresen-ta una testimonianza localedella devozione popolare ed èparte integrante del patrimo-nio culturale di Orselina; la suaintegrazione a un percorso tu-ristico frequentato quale lamulattiera San Bernardo favo-risce sicuramente la sua mes-sa in valore.

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NUOVI MOMENTI

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Über lange Jahre war dieKapelle „Capèla dal Salt“in der Nähe des Saum-

pfads („mulattiera“) San Ber-nardo dem Verfall ausgesetzt.Im Jahr 2012 entschloss sichdie zuständige Gemeinde Orse-lina jedoch zu einem umfassen-den Sanierungs- und Restau-rierungsprojekt. Die Hauptar-beiten konnten im Jahr 2014abgeschlossen werden, im Jahr2015 gab es noch kleine zu-sätzliche Baumassnahmen.Ihren Namen verdankt die Ka-pelle der Nähe zur Berghütte „alSalto“. Das Gebäude stammtaus dem Jahr 1865 und ent-stand demnach schon vor derFertigstellung des SaumpfadsSan Bernardo (1898). Im Innen-raum gab es dazu bis zur Res-taurierung den gut lesbarenSchriftzug: „Adamina Gio. Bat-tista fece fare 1865“. Ein Fres-ko an der Wand im Hinter-grund des Gebäudes, das den„toten Christus“ zeigt, erwiessich als stark beschädigt; beidem Motiv auf dem Bild han-delt es sich nicht um die Kreuz-abnahme im klassischen Sin-ne, denn dazu fehlen die weite-ren Figuren, die normalerweiseein solches Gemälde bestim-men. Das Bild einer Taube amDeckengewölbe symbolisierteden Heiligen Geist.

Die Gemälde in der Kapelle wur-den schon einmal im Jahr 1927restauriert, und zwar von Janci(Giovanni Antonio) Adamina, ei-nem Künstler aus der Region,über den es eine kleine Biogra-phie in der „Orselina“-Ausgabevon 2008 gibt. Nach Einschät-zung von Gabriele Grimbühler,dem verantwortlichen Restau-rator für die aktuellen Arbeitenan der Kapelle, ist der „ToteChristus“ wahrscheinlich ein Ei-genwerk von Janci Adamina;von dem Original-Fresko wur-den nur noch einige schlecht er-haltene Überreste gefunden.Die Restaurierungs- und Erhal-tungsarbeiten betrafen zum ei-nen das Mauerwerk und dasDach, zum anderen den Ver-putz, die Wandfarben und dieFresken. Im Hinblick auf diebauliche Struktur der Kapellewar es zu Anfang wichtig, dieUmgebungsmauern freizule-gen. Diese waren teilweise mitErde bedeckt, was den teilweisesehr schlechten Zustand desMauerwerks und des Verputzeserklärt. Nachdem das betreffen-de Terrain komplett freigelegtwar, entstanden neue Befesti-gungs-Trockenmauern. Dabeiwurde darauf geachtet, um dieKapelle herum ausreichendRaum für die Luftzirkulation zulassen. Festgestellt wurde aus-

serdem, dass vom Dach herWasser in die Innenräumedurchsickerte, was ebenfallsSchäden an Verputz und Fres-ken verursachte. Im Verlauf die-ser Arbeitsphase wurde auchdas Steindach repariert. Esmusste teilweise abgedecktund erneuert werden, ein Teilder Steine wurde ersetzt. Wiesich zeigte, hat es schon zu ei-nem früheren, unbekanntenZeitpunkt Reparaturen an derKapelle gegeben. Damals wur-de allerdings ungeeignetes Ma-terial verwendet (Zementputz),das nun ersetzt werden konnte.Nach diesem Arbeitsschrittwurde in Absprache mit demRestaurator eine Sanierungs-pause über mehrere Monateeingelegt, damit das Mauer-werk trocknen und die Feuch-tigkeit entweichen konnte.In der zweiten Arbeitsphasewurde der zerstörte Verputzwiederhergestellt. Beschädi-gungen und Löcher im Mauer-werk wurden mit Kalkmörtelaufgefüllt, Leerräume und Ab-brüche mit punktuellen Injektio-nen befestigt. Bevor anschlies-send mit den Malerarbeiten be-gonnen werden konnte, war er-neut eine mehrmonatige Ar-beitspause notwendig, um diereparierten Mauerstellen trock-nen zu lassen.

Das Restaurierungskonzept hat-te unter anderem den Erhalt derWandgemälde zum Ziel, dieheute immer noch zu sehensind. Es wurde darauf verzichtet,stark beschädigte Fresken voll-ständig wiederherzustellen. Dasgilt auch für das Hauptgemälde,das an einigen Stellen unwider-ruflich zerstört war, ebenso wieder Putz darunter. Die Verzierun-gen und Schriften an der Fassa-de, die der Regen ausgewa-schen hatte, wurden dagegenersetzt. Als zukünftige Bau-massnahme ist vorgesehen, imApril gemeinsam mit dem Zivil-schutz den Wanderweg ober-halb und unterhalb der Kapelleauszubessern und an denSaumpfad San Bernardo anzu-schliessen. Geplant ist, Schilderaufzustellen, die Wanderer aufdie Kultstätte hinweisen und ih-nen die Richtung zeigen.In der Botschaft der Gemein-deexekutive, mit der die Res-taurierungsgelder beantragtworden waren, wurde betont,dass die „Capèla dal Salt“ einwichtiges historisches Zeugnisder Volksfrömmigkeit darstelltund zu den Kulturgütern der Ge-meinde Orselina gehört. DieEinbeziehung der Kapelle in ei-nen Rundweg für Touristen trägtmit Sicherheit zur Aufwertungdes Kulturdenkmals bei.

Restaurierung der „Capèla dal Salt“

von BENIAMINO SARTORIO

SIE BEFINDET SICH IN DER NÄHE DES SAUMPFADS SAN BERNARDO

ORSELINA 2016 / 9

Die Restaurierung unter der Leitung von Gabriele Grimbühler dauerte 3 Jahre. Das Gebäude stammtaus dem Jahr 1865 und entstand schon vor der Fertigstellungdes Saumpfads.

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ORSELINA 2016 / 11

Alla Madonna del Sassoapre il Museo Casa del Padre

Nel 2015 sono stati ultimatigli ampi lavori di restaurodel complesso del Sacro

Monte di Orselina (di proprietàdello Stato dal 1848), avviati nel2006 sotto la soprintendenzadell’Ufficio cantonale dei beniculturali (UBC) del Dipartimentodel territorio e a cura dello studiodi architettura Buletti, Fumagallie Associati di Lugano. A conclu-sione delle campagne di restau-ro, l’UBC mi ha affidato l’incaricodi concepire il nuovo allestimen-to del Museo Casa del Padre incollaborazione con il Serviziomonumenti dello stesso Ufficio econ il sostegno della Provinciadei Cappuccini svizzeri e dell’As-sociazione Pro Restauro SacroMonte Madonna del Sasso. Ilprogetto delle strutture espositi-ve è stato elaborato dallo studioBuletti, Fumagalli e Associati,mentre la grafica dallo studioJannuzzi e Smith di Lugano.Gli spazi museali sono situatinell’edificio sorto nel tardoQuattrocento per iniziativa di fra’Bartolomeo Piatti da Ivrea, il fra-te al quale le fonti riconducono lafondazione del Santuario nel1480, a seguito dell’apparizionedella Vergine sullo sperone diroccia nel luogo detto “al Sassodella Rocca”.L’allestimento è stato concepitocon l’obiettivo di conservare,mostrare e valorizzare la colle-zione dei frati Cappuccini, custo-di del complesso dal 1848. Pen-

sato come punto di riferimento edi approfondimento per i pelle-grini e i visitatori del Santuario, ilpiccolo museo propone un per-corso che si snoda lungo ottosale disposte su due piani. At-traverso gli oggetti esposti, i vi-sitatori sono invitati a scoprire itesori collezionati dai frati, acomprenderne il significato e adacquisire conoscenze sulla sto-ria e la cultura del luogo.La prima sala introduce alla sto-ria del complessodella Madonnadel Sasso lettanel contesto deiSacri Monti preal-pini attraverso al-cune opere d’ar-te, tra cui spiccaun bel dipinto,eseguito dal pit-tore paesaggistainglese GeorgeEdwards Hering nel 1865 cheraffigura il Santuario visto dalbasso e il monte percorso dallaVia Crucis.Nella sala attigua è esposto il“Tesoro” della Madonna del Sas-so, che contempla arredi d’altare– croci, candelabri, vasi sacri –databili dal XVII al XX sec., comepure diversi reliquiari (tra cui pre-ziosi reliquiari seicenteschi a bu-sto) e vesti sacre. Non mancanomanufatti che si riferiscono aspecifiche funzioni liturgiche,tutti finemente lavorati, oggettiportatili e processionali, come

pure oggetti devozionali. Si se-gnalano alcuni pezzi di particola-re pregio, eseguiti da argentierifiorentini nel XVII sec., tra cui una"Croce d’altare" finemente lavo-rata e un ostensorio raggiato.La sala successiva consente diavvicinarsi alla vita conventualedei frati Cappuccini attraversoutensili d’uso quotidiano: dalcesto per la questua, alle codi-dette “bàttole”, a strumenti uti-lizzati per la confezione dei co-

pricapi chiamati“zucchetti”. Com-pletano l’allesti-mento la statua diun paggio baroc-co e alcune tele,tra cui un dipintodel pittore localeJanci Adaminadel 1932 che ri-trae "Padre Leo-ne da Lavertez-

zo", il frate che iniziò a racco-gliere gli oggetti con l’idea di al-lestire un museo.La visita prosegue al piano supe-riore, dove si può ammirare l’in-teressante collezione di ex votodipinti risalenti perlopiù al XIX eXX sec. – la più consistente delTicino – tra cui spiccano quellieseguiti dal pittore valmaggeseGiovanni Antonio Vanoni (1810-1886). Insieme alle tavolette ap-pese alle pareti del Santuario co-stituiscono una preziosa testi-monianza di pietà popolare. Lamaggior parte dei dipinti raffigu-

ra l’atto della preghiera e ciò cheè chiesto alla Madonna del Sas-so in conseguenza di una malat-tia o di una disgrazia. Oltre a ta-volette dipinte, queste raccolteannoverano diversi ex voto ana-tomici (che riproducono la partedel corpo guarita in virtù del voto)o simbolici (per esempio il cuorecome sede dell’affetto da cuiscaturisce la resa di grazia), ese-guiti in metallo.Le due sale successive sono de-dicate al pittore ticinese AntonioCiseri (1821-1891), uno dei mag-giori esponenti della cultura ac-cademica in Italia e in Europa. Leopere esposte sono legate al-l’esecuzione della celebre tela "IlTrasporto di Cristo al sepolcro"(1864-1870), capolavoro dellapittura ottocentesca ticinese,eseguita a Firenze nel 1864-70 esituata nell’omonima cappellaall’interno del Santuario. Sonoinoltre esposte alcune repliche,come la notevole tela della"Maddalena", commissionate aCiseri grazie all’enorme popola-rità conosciuta dall’opera.Il percorso prosegue nella salet-ta con volta a crociera e affre-scata dedicata a piccole mostretemporanee allestite annual-mente e si conclude nel locale incui si presentano documentarid’archivio sulla storia del SacroMonte, arredato con le sedieappartenenti ai borghesi, untempo utilizzate come banchidel Santuario.

IL PICCOLO MUSEO SUL SACRO MONTE VERRÀ INAUGURATO A FINE ESTATE

di SIMONA MARTINOLI

Attraverso gli oggettiesposti nelle 8 saledel piccolo museo si ammirano tesoricollezionati dai fratiscoprendo anche la storia e la cultura del luogo di culto.

Croce d’altareAltarkreuz

Sala CiseriSaal Ciseri

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ORSELINA 2016 / 13

Im Jahr 2015 ist am Komplexdes Sacro Monte (HeiligerBerg) von Orselina ein um-

fangreiches Restaurierungspro-jekt abgeschlossen worden. DieSanierungsarbeiten an der Wall-fahrtskirche, die sich seit 1848im Besitz des Kantons befindet,begannen im Jahr 2006 undstanden unter Aufsicht des kan-tonalen Amtes für Kulturgüter(UBC) (Raumplanungsdeparte-ment) sowie des Architekturbü-ros Buletti, Fumagalli e Associa-ti aus Lugano. Gegen Ende derRestaurierungsphase wurde mirseitens des UBC die Aufgabeübertragen, in Zusammenarbeitmit dem Denkmalschutzdienstdes UBC, der Schweizer Kapu-ziner-Provinz und dem VereinPro Restauro Sacro Monte Ma-donna del Sasso ein neues Kon-zept für die Einrichtung des Mu-seums Casa del Padre zu erar-beiten. Das Projekt für die Aus-stellungsstrukturen wurde vomStudio Buletti, Fu-magalli e Associa-ti entwickelt, dieGrafik übernahmdas Büro Jannuzziund Smith aus Lu-gano. Das Klos-tergebäude, indem auch dasMuseum untergebracht ist, hatseine Wurzeln im späten 15.Jahrhundert. Es entstand da-mals auf Initiative des Franzis-kaners Fra Bartolomeo Piattiaus Ivrea, der als Gründer desKlosters im Jahr 1480 gilt. Esheisst, ihm sei zuvor auf einemFelsen mit dem Namen „al Sas-so della Rocca“ die heiligeJungfrau erschienen.Die Aus-stellung ist mit dem Ziel konzi-piert, die Sammlung der Kapu-zinermönche –„Wächter“ desWallfahrtsortes seit 1848 – zukonservieren, zu zeigen undaufzuwerten. Das kleine Muse-um, das als Sehenswürdigkeitund fachlichen Vertiefungs-punkt für Pilger und Besucherfungieren soll, bietet einenRundgang, der sich durch achtSäle auf zwei Stockwerkenzieht. Dank der Ausstellungsob-jekte ist es den Besuchern mög-lich, die Schätze der Sammlungzu entdecken, ihre Bedeutungzu verstehen und neue Kennt-nisse über die Geschichte undKultur des Ortes zu erwerben.Der erste Saal führt in die Ge-

schichte des Komplexes Ma-donna del Sasso ein. Der Ortwird im Kontext weiterer präal-piner „Heiliger Berge“ unter He-ranziehung einiger Kunstwerkebetrachtet. Ein Blickfang ist da-bei das sehr schöne Gemäldedes englischen Landschafts-malers George Edwards Heringaus dem Jahr 1865, das die Kir-che aus dem Blickwinkel vonunten und den Berg entlang derVia Crucis abbildet.Im angrenzenden Saal ist der„Schatz“ der Madonna del Sas-so ausgestellt: Altarschmuckaus dem 17. bis 20. Jahrhun-dert, sprich Kreuze, Kerzen-leuchter und heilige Vasen, so-wie verschiedene Reliquiare(darunter kostbare Reliquien-büsten des 17. Jahrhunderts)und heilige Gewänder. Zu sehensind auch fein ausgearbeiteteManufakte, die speziellen litur-gischen Funktionen zugeschrie-ben werden, tragbare und für

Prozessionen be-stimmte Objektesowie Devotiona-lien. Einige Stü-cke, die von flo-rentinischen Sil-berschmieden im17. Jahrhunderthergestellt wur-

den, sind von hohem Wert, da-runter ein sehr fein ausgearbei-tetes Altarkreuz und eine strah-lenförmige Monstranz.Der nachfolgende Raum infor-miert über das Leben der Kapu-zinermönche im Konvent undzeigt dazu alltägliche Ge-brauchsutensilien: vom Almo-senkorb über diverse Typenvon Ratschen bis zu Gerätenfür die Anfertigung von Kopfbe-deckungen, genannt „zucchet-ti“. Vervollständigt wird die Aus-stellung durch die Statue einesbarocken Knaben und einigeGemälde, darunter ein Bild deslokalen Malers Janci Adaminaaus dem Jahr 1932, das den„Padre Leone da Lavertezzo“zeigt, den Ordensbruder, dereinst begann die Sammlung an-zulegen, mit dem Ziel, ein Mu-seum einzurichten.Der Rundgang setzt sich imObergeschoss fort. Dort könnendie Besucher eine interessanteKollektion von Votivbildern be-wundern, bei der es sich um diegrösste im Tessin handelt. DieBilder stammen vorwiegend aus

Das Museum Casa del Padre in derWallfahrtskirche Madonna del Sasso

DIE ERÖFFNUNG IST FÜR DEN SPÄTSOMMER GEPLANT

von SIMONA MARTINOLI

dem 19. und 20. Jahrhundert.Besonders hervor stechen dieWerke von Giovanni Antonio Va-noni (1810-1886), einem Maleraus dem Maggiatal. Zusammenmit den Wandtafeln in derHauptkirche stellen sie ein kost-bares Zeugnis der Volksfröm-migkeit dar. Die Mehrheit der Bil-der zeigt den Akt eines Gebetesund die an die Madonna delSasso gerichteten Wünsche inFolge von Krankheit oder Un-glück. Die Sammlung enthält ne-ben den Malereien auch diverseanatomische Votivbilder (dieden Körperteil zeigen, dem dankdes Gelübdes eine Heilung wie-derfuhr) sowie symbolische Bil-der in Metall (beispielsweise dasHerz als Ort der Liebe, aus demdie Gnadenflut heraussprudelt).Die zwei nachfolgenden Sälesind dem Tessiner Maler AntonioCiseri (1821-1891) gewidmet,einem der wichtigsten Vertreterder akademischen Kultur in Ita-lien und Europa. Die ausgestell-ten Kunstwerke stehen in Ver-bindung mit der Ausführung desberühmten Gemäldes „Il Tra-

sporto di Cristo al sepolcro“ (DieGrablegung Christi) (1864-1870), Meisterwerk der TessinerMalerei des 19. Jahrhunderts,das in Florenz in den Jahren1864-70 entstand und seinenPlatz in der gleichnamigen Ka-pelle im Inneren der Hauptkircheder Madonna del Sasso hat. Zusehen sind auch einige Replikendes Werks, darunter das be-kannte Gemälde „Maddalena“,eine Arbeit, die bei Ciseri in Auf-trag gegeben worden war, nach-dem er sich durch das Original-werk grosse Popularität ver-schafft hatte.Der Rundgang setzt sich in ei-nem kleinen Saal mit Kreuzge-wölbe und Fresken fort. Diesersteht temporären Ausstellungenzur Verfügung, die alljährlichneu eingerichtet werden. DieBesichtigungstour findet ih-ren Abschluss in einem Raummit Dokumentarfilme zur Ge-schichte des Heiligen Berges.Ausgestattet ist dieses Zimmermit Stühlen der bürgerlichenSchicht, die früher als Bänke inder Kirche standen.

Die Besucher deskleines Museumswerden in dieGeschichte undKultur der Kultstätteeingeführt.

La Guida storico�artistica «Il Sacro Monte della Madonna del Sassoa Orselina», edita dalla Società di storia dell’arte Svizzera SSAS èdisponibile in quattro lingue (italiano, tedesco, francese e inglese)

Der kunsthistorische Führer „Sacro Monte del Sasso in Orselina“,herausgegeben von der Gesellschaft für Schweizerische Kunstgeschichte, ist in 4 Sprachen erhältlich (I/DE/FR/ENG)

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avviamo poi per la scalinata chedalla piccola piazza sale al nu-cleo di Benitt e da qui prendia-mo il comodo sentiero per Por-chesio. Attraversiamo un belbosco ceduo di castagni chesplende nei colori autunnali earriviamo ai Monti di Cortoi, do-ve ci sorprende un cartello: ma-celleria! E sì, a Cortoi è possibileacquistare della carne, ovvia-mente rigorosamente bio. Ab-bandoniamo il sentiero per Bie-tri e ci inerpichiamo verso ilMonte di Porchesio. Angelo eSandro, che nel frattempo cihanno superato, si fermano aosservare l’enigmatico massocuppellare, con scolpite crocigreche e latine di origine antica,forse celtica, e una data più re-cente, 1616, aggiunta da manoignota. Dopo un’ora e mezza dicammino raggiungiamo Por-chesio, un nucleo di cascine

posto su un terrazzo che domi-na la Verzasca e da dove la vistaspazia dal Lago Maggiore finoalla cima del Pizzo Vogorno,splendido nella calda luce delmattino. Sulle sue pendici è benvisibile l’ampio terrazzo con lecascine dell’alpe di Bardughè. Lasciamo Porchesio dopo unabreve pausa e raggiungiamo ra-pidamente la cresta che ci con-durrà al Madone. Il sentiero èben demarcato e pur non pre-sentando particolari difficoltà ri-chiede comunque un piede fer-mo. Man mano che si sale la vi-sta si apre sempre più, ci affa-scinano i riflessi del sole sui me-andri del Lago Maggiore e i ripi-di pendii della sponda oppostadella valle di Corippo, con i gio-chi di luci e ombre sulle rocce.Ancora più su ci appaiono le ci-me imbiancate dei gruppi delMonte Rosa e del Mischabel

Il 30 ottobre è una giornata au-tunnale splendida, telefonoall’amico Eraldo e un’ora do-po ci incontriamo sul bus perMergoscia, con meta il pizzoMadone per la sua cresta est ein seguito fino a Cardada. Un iti-nerario poco frequentato, nondifficile ma che richiede unbuon allenamento e un passosicuro, ma anche un percorsopieno di sorprese. La prima giàall’arrivo a Mergoscia , l’incon-tro con Angelo Valsecchi e il fo-tografo Sandro Oldrati chestanno preparando una pubbli-cazione sul tema dell’acqua eproprio oggi hanno previsto disalire per lo stesso itinerario alMadone: segno che questo per-corso è davvero interessante.Mentre Sandro scatta le primefoto, Angelo ci illustra il loroprogetto, l’acqua in tutte le sueapparizioni ed espressioni. Ci

14 / ORSELINA 2016

sopra Saas Fee. Raggiungiamola cima del Madone, l’aria è cosìchiara che possiamo intravve-dere la cima del Monte Viso,ben oltre Torino, le alpi vallesa-ne e bernesi e la valle Maggiacon il Basodino. Dall’altra partela val Verzasca e più in là la cimadell’Adula, il punto culminantedel Ticino. Verso sud, la Cimet-ta, il pizzo Trosa e in basso ilPiano di Magadino e il LagoMaggiore con Cannobio e finoltre Stresa: un grandioso spet-tacolo a 360 gradi!Scendiamo dal Madone per il ri-pido sentiero in direzione del-l’alpe di Bietri per poi risalire allacima della Trosa, da dove rag-giungiamo rapidamente Carda-da. Dopo circa 6 ore di cammi-no diamo riposo alle ginocchiascendendo in seggiovia e poi infunivia, arrivando ad Orselinamentre il sole sta tramontando.

Da Mergoscia a Orselina per la cresta del Madone

di/von LUCA POHL

UN ITINERARIO NON DIFFICILE MA CHE RICHIEDE UN BUON ALLENAMENTO

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di/von LUCA POHL

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von Rustici auf einer Terrassehoch über dem Verzascatal, miteinem Blick vom Lago Maggio-re bis hin zum im warmen Mor-genlicht glänzenden Gipfel desPizzo Vorgorno. An dessenHängen ist sehr gut die breiteTerrasse mit den Rustici der Al-pe Bardughè zu erkennen.Nach einer kurzen Pause las-sen wir Porchesio hinter unsund erreichen sehr schnell denGrat, der uns zum Madoneführt. Der Wanderpfad ist sehrgut gekennzeichnet. Er weistkeine besonderen Schwierig-keiten auf, verlangt aber docheine gute Trittsicherheit.Desto höher wir steigen, destomehr öffnet sich das Panorama.Fasziniert betrachten wir dieSonnenreflexe auf dem sich da-hin schlängelnden Lago Mag-giore und staunen über dieLicht- und Schatten-Spiele aufdem Fels der gegenüber liegen-den, steilen Hänge des Corip-potals. In der Ferne erblickenwir die schneebedeckten Berg-gruppen des Monte Rosa unddes Mischabel über Saas Fee. Dann erreichen wir den Mado-ne. Die Luft ist so klar, dass wirden Gipfel des Monte Viso hin-ter Turin erkennen können,ebenso die Walliser und BernerAlpen und das Maggiatal mitdem Basodino. Auf der anderenSeite ist das Verzascatal unddahinter der Gipfel des Adula,der höchste Punkt des Tessins,zu sehen. In Richtung Süden er-heben sich vor unseren AugenCimetta und der Trosa, weit un-ten liegen die Magadinoebeneund das Becken des Lago Mag-giore von Cannobio bis Stresa:ein grossartiger Rundblick. VomMadone steigen wir über densteilen Wanderweg in Richtungder Alpe Bietri ab, anschlies-send geht es wieder hoch aufden Gipfel des Trosa, von woaus wir Cardada erreichen.Nach dieser rund sechsstündi-gen Wanderung gönnen wir un-seren Knien eine Pause undwählen für den Abstieg denSessellift sowie die Seilbahn.Als wir Orselina erreichen, gehtlangsam die Sonne unter.

Der 30. Oktober ist ein herr-licher Herbsttag. Ich rufemeinen Freund Eraldo an,

und nur eine Stunde später tref-fen wir uns im Bus nach Mer-goscia. Unser Ziel ist es, denGipfel Madone über den Ost-grat zu erreichen, anschlies-send geht es weiter bis Carda-da. Die Wanderstrecke ist wenigfrequentiert. Der Weg ist zwarnicht besonders schwierig, er-fordert aber eine gute Ausdauerund einen sicheren Schritt. Da-für hält er zahlreiche Überra-schungen bereit. Die erste er-wartet uns schon bei der An-kunft in Mergoscia. Dort treffenwir Angelo Valsecchi und denFotografen Sandro Oldrati, diean einer Veröffentlichung zumThema Wasser arbeiten. Zufälligwollen sie heute auch über denselben Weg zum Madone wan-dern: ein sicheres Zeichen da-für, dass die Strecke wirklich in-teressant ist. Während Sandrodie ersten Fotos schiesst, prä-sentiert uns Angelo das Projekt,das sich um Wasser in allen Far-ben und Formen dreht. Wir ma-chen uns auf den Weg und neh-men die kleine Treppe, die vonder Piazza zum Ortskern Benittführt. Von da aus laufen wir überden gut ausgebauten Wander-weg nach Porchesio. Wir durch-queren einen schönen Kasta-niennutzwald, der in herrlichenHerbstfarben leuchtet, und er-reichen anschliessend die Montidi Cortoi, wo uns ein Schildüberrascht: Metzgerei. Und tat-sächlich, in Cortoi ist es möglichFleisch zu kaufen, natürlichkomplett BIO.Wir verlassen den Wanderwegnach Bietri und klettern in Rich-tung des Monte di Porchesio.Angelo und Sandro, die uns zwi-schenzeitlich überholt haben,halten an, um den rätselhaftenSchalenstein zu betrachten, miteingeritzten griechischen undlateinischen Kreuzen aus anti-ker, vielleicht keltischer Zeit, so-wie ein Datum jüngerer Zeit,1616, hinzugefügt von unbe-kannter Hand. Nach eineinhalbStunden Laufzeit erreichen wirPorchesio, eine Ansammlung

Wanderung über den Grat des Madone

ORSELINA 2016 / 15

Caratteristiche del percorso / Merkmale der Wandertour Partenza/Start: Mergoscia, piazza della ChiesaArrivo/Ziel: Cimetta, stazione della seggioviaDislivello in salita/Höhenunterschied bergauf: 1560 mDislivello in discesa/Höhenunterschied bergab: 650 m Tempo di percorrenza/Laufzeit: ca. 6hDifficoltà: sentiero ben demarcato, per buoni escursionisti / Schwie-rigkeitsgrad: Wege gut gekennzeichnet, für erfahrene Wanderer

1. Il Madone visto dalla cima della Trosa2. Il panorama in vetta al Madone con in primo piano la valle Onsernone e sullo sfondo le alpi vallesane

3. Cascine sul Monte di Porchesio4. Vista sul Pizzo Vogorno (Valle Verzasca) con l’alpe Bardughè alla sua sinistra

1. Der Madone vom Gipfel des Trosa aus betrachtet2. Das Panorama vom Gipfel des Madone: Im Vordergrund das Onsernonetal, im Hintergrund die Walliser Alpen

3. Rustici auf dem Monte di Porchesio4. Blick auf den Pizzo Vogorno (Verzascatal) mit der Alpe Bardughè auf der linken Seite

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16 / ORSELINA 2016

rungen, die ihnen die Möglich-keit geben, sich Raum zu schaf-fen, eigene Stärken kennenzu-lernen und Verantwortung zuübernehmen.„Ich mache bei ci6@midnightmit, um Spass zu haben undmeine Freunde am Wochenendezu treffen. Dieses Jahr bin ichzum ersten Mal dabei, es gefälltmir sehr. Am Mid mache ichSprünge, spiele Tischtennis, un-terhalte mich – das war’s. Än-dern will ich nichts, es gefällt mirso, wie es ist. Ich treffe auch vieleKlassenkameraden. Normaler-weise bringen mich meine Elternher und nutzen die Gelegenheit,um Essen zu gehen. Das Teamorganisiert jede Menge guter Sa-chen, es ist nett und freundlich.Die Coaches bringen mich zumLachen. (Leana, Teilnehmerin, 12Jahre, aus Orselina).„Ich bin seit zwei Jahren beici6@midnight dabei. Ich habeMid durch meine Freunde ken-nengelernt, die schon hingin-gen, als ich noch im ersten Jahrder Scuola Media war und nichtdurfte. Ich mache mit, um nichtauf der Strasse abzuhängenund falsche Freunde zu treffen.Ich will auch nicht den ganzenTag zu Hause sein und nichtsmachen. Seit diesem Jahr binich Coach und finde es span-nend, wie die Arbeiten vor undnach den Veranstaltungen ab-laufen und wie das Mid organi-siert ist. Ich finde also gut, dassich nicht nur hingehe, michamüsiere und dann wieder ver-schwinde. Meiner Meinungnach wäre es gut, wenn nochmehr Teilnehmer kämen. (Timo-thy, Junior Coach, 13 Jahre,aus Orselina).

Energie, Motivation, Kreativi-tät, Unterstützung, Freund-schaft, Bewegung, Spiel,

Kind sein, sich erwachsen zei-gen: dies sind nur einige Begrif-fe, die einen typischen Mid-nightSports-Abend beschrei-ben. Die Jugendlichen treffensich und können sich in einemfamiliären Umfeld sportlichbetätigen.Das Projekt ci6@midnight gibtes seit dem 1. Oktober 2011.Seitdem wurden für die Ju-gendlichen aus dem Schulbe-zirk der Mittelschule Minusioinsgesamt 121 spannende undabwechslungsreiche Abendeauf die Beine gestellt, betreutvon einem erfahrenen Team.Mit 6'066 Eintritten in die Sport-halle (95 davon aus Orselina)und 773 teilnehmenden Ju-gendlichen (23 aus Orselina)hat sich ci6@midnight zu einemProjekt von regionaler Bedeu-tung für junge Leute und ihreFamilien entwickelt. Organisiertwird die Veranstaltung von ei-nem engagierten Team ausmehreren Jugendlichen der Re-gion im Alter zwischen 14 und17 Jahren (Junior Coaches) undzwei Erwachsenen (SeniorCoach und Abendverantwortli-cher), die auch in der Sporthallepräsent sind. Wer die Teenageran so einem Abend beobach-tet, sieht, wie sie Spass habenund lachen, dass sie begeistertsind … und natürlich schwitzen.Die jungen Leute verbringen ei-nen Abend voller Action ge-meinsam mit ihren Freunden.Sie amüsieren sich, fordern sichgegenseitig heraus, spielen undwerden manchmal wieder zuKindern. Es sind positive Erfah-

Energia, motivazione, crea-tività, sostegno, amicizia,movimento, gioco, tornare

bambini, mostrarsi adulti; que-ste sono solo alcune delle paro-le che descrivono una tipica se-rata di MidnightSports. I giovanis’incontrano e hanno la possi-bilità di muoversi in uno spaziofamigliare.Il progetto ci6@midnight è par-tito il 1° ottobre 2011 e ha pro-posto ai giovani del compren-sorio della Scuola media di Mi-nusio 121 serate interessanti evariate, gestite da un team af-fiatato. Con 6’066 entrate in pa-lestra (95 di Orselina) e 773 gio-vani registrati (23 di Orselina),ci6@midnight si è dimostratoun progetto di valenza regionaleper i giovani e le loro famiglie. Ilprogetto è animato da un teamcoeso e attivo composto dagiovani della regione tra i 14-17anni (junior coach) e da dueadulti (senior coach e respon-sabile di serata) presenti in pa-lestra. Durante le serate si ve-dono ragazzi sorridenti, entu-siasti e ovviamente... sudati! Uncontinuo movimento di giovaniche passano la serata in com-pagnia dei propri amici. I ragaz-zi si divertono, si sfidano, gio-cano e a volte tornano bambini.Vivono in questo modo delleesperienze positive che per-metteranno loro di trovare spa-zio, prendere responsabilità escoprire il loro potenziale.“Vengo a ci6@midnight per di-vertirmi e per incontrare i miei

amici nel week-end. È il primoanno che vengo e mi piacemolto. Quando sono al Midfaccio salti, gioco a ping pong,parlo e basta. Non vorrei cam-biare nulla mi piace così com’è,infatti incontro anche molticompagni di classe. Di solito miportano i miei genitori così lorone approfittano per uscire a ce-na. Il team organizza delle bellecose, è simpatico e bravo e i co-ach mi hanno già fatto ridere!”(Leana, partecipante, 12 anni diOrselina).“Vengo a ci6@midnight da dueanni. Ho conosciuto il Mid attra-verso degli amici che ci andava-no quando io ero ancora in pri-ma media e non potevo venirci.Vengo per non stare in strada,per non fare brutte amicizie eper non stare tutto il tempo acasa a fare niente.Da quest’anno lavoro come co-ach e trovo molto bello vedere ilavori che si svolgono prima edopo oppure come si organizzail Mid. Insomma, non solo en-trarci, divertirsi e poi uscire. Se-condo me i partecipanti devonoaumentare di numero.”(Timothy, junior coach, 13 annidi Orselina).

Spazio d’incontro

INFOFondazione IdéeSportViale Stazione 116500 BellinzonaTel. 091 826 40 [email protected]

Ein Treffpunktci6@midnight

di/von BARBARA GFELLER

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18 / ORSELINA 2016

Saluto agli ospiti e apertura della nuova stagioneturistica, con presentazione delle attività 2016.Inaugurazione esposizione “Arte per Arte” emostra pannelli fotografici “50 anni carnevale”.

Begrüssung der Gäste und Beginn der touristischenSaison mit Präsentation der Aktivitäten 2016.Eröffnung der Ausstellung „ArteperArte“ sowie derFotoausstellung „50 Jahre Karneval“.

Aperitivo di inizio stagione

1. maggio / Mai

ore 21.00

Tradizionale concerto ricco di generi musicali,eseguiti con grande maestria dai quarantacomponenti della rinomata banda musicale diLocarno.

Ein Konzert, das reich ist an verschiedenenMusikfornen, meisterhaft dargeboten von denvierzig Mitgliedern der namhaften Stadtmusikvon Locarno.

Musica cittadina Locarno

6 luglio / Juli

Manifestazioni 2016

PARCO DI ORSELINA

Entrata libera

Eintritt frei

ALTRE MANIFESTAZIONIDELLA COLLINA LOCARNESE

WEITERE VERANSTALTUNGEN

PRO MONTI17.4 Risottata primaverile3-4.9 Festa dei monti (ex-festa dell’uva)

PRO CARDADA28.3 Pasqua: caccia all’uovo10.7 Festa Pro Cardada (in caso di pioggia: 17.7)16.7 Teatro a Cardada1.8 Santa Messa alla Croce di Cardada15.8 Santa Messa alla cima della Trosa

PRO BRÈ1.8 Festa del 1. agosto

PRO LEGO31.8 Festa ai Monti di Lego

PRO BRIONE9.5 Assemblea2.10 Castagnata4.12 Pranzo pensionati8.12 San Nicolao

SOCIETÀ PODISTICA LOC.19.6 Corsa in salita Orselina-Cimetta

ore 21.00

Musica live con l’ambasciatore svizzero delboogie woogie, già pianista di leggende Rock’nRoll come Chuck Berry, B.B. King, CarlosSantana e Ray Charles, solo per citarne alcuni.

Livemusik mit dem Schweizer Botschafter desBoogie-Woogie, ehemaliger Pianist von Legendendes Rock’n Roll wie Chuck Berry, Carlos Santana,B.B. King, Ray Charles, um nur einige zu nennen.

Silvan Zingg Trio - Boogie Woogie & Blues

20 luglio / Juli

OrselinaAgenda

ore 19.00

Una grigliata in compagnia, seguita dalconcerto della VascoJam Vasco Rossi TributeBand per divertirci fino a notte fonda. Grill ebar aperti dalle ore 19.30

Ein gemeinsamer Grillplausch gefolgt vomKonzert der VascoJam Vasco Rossi TributeBand. Das Fest dauert bis tief in die Nachthinein. Grill und Bar sind ab 19.30 Uhr geöffnet.

Festa d’estate e concerto VascoJam

16 luglio / Juli

ore 21.00

La meravigliosa atmosfera creata dalla musica distrada si sposta dalla Piazza di Ascona al Parcodi Orselina. Concerto organizzato in collaborazionecon il Municipio di Orselina e JazzAscona.

Die wundervolle Atmosphäre der Strassenmusikkommt von der Piazza von Ascona in den Park von Orselina. Eine Zusammenarbeit mit derGemeinde Orselina und JazzAscona.

Jazz Brass Band

29 giugno / Juni

ORARI DELLA FUNICOLARENovembre – Marzo: dalle 8.00 alle 19.30 Aprile e ottobe:dalle 8.00 alle 21.00 Maggio, giugno e settembre:dalle 8.00 alle 22.00 Luglio e agosto:dalle 8.00 alle 24.00

ore 21.00 / SALA MULTIUSO

ore 16.00

Emanuele Santoro fa rivivere con grande abilitàtutti i personaggi dell'opera, caratterizzandoli con il solo strumento voce, accompagnato dallemusiche dal vivo di Claudia Klinzing.

Emanuele Santoro lässt alle Figuren des Werksgekonnt wieder aufleben. Die Charakteren werdenallein über die Stimmen geschaffen, musikalisch livebegleitet von Claudia Klinzing.

Recital da Friedrich Dürrenmatt - La panne

6 aprile / April

HOTEL STELLA ORSELINAFam. René Schürpf - Tel. 091/743 66 81 - Fax 091/743 66 83

Eine Oase der Ruhe

Unser Panoramarestaurant mit Aussichtsterrasse, in aussergewöhnlicher Lage mit subtropischer Umgebung,

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ORSELINA 2016 / 19

ALTRE MANIFESTAZIONIDELLA COLLINA LOCARNESE

WEITERE VERANSTALTUNGEN

ore 9.00

Passeggiata nei boschi della collina locarnesee pranzo nel Parco con musica e il Gruppo Cornodelle Alpi: è questa la nostra manifestazione chetradizionalmente chiude la stagione estiva.

Volkswanderung durch die Wälder unseresHausberges, gemeinsam Mittagessen mit Musik undder Gruppe Alphorn. Eine Veranstaltung, die jedesJahr die Sommersaison beendet.

Festa in collina

9 ottobre / Oktober

ore 17.00

Fiaccolata con i bambini, suono delle pive,albero di Natale, vin brûlé, minestrone epanettone. La suggestiva atmosfera natalizia fada contorno all’ultima manifestazione dell’anno.

Fackelzug mit den Kindern, Dudelsackklänge,Christbaum, Glühwein, Minestrone undPanettone. Die Weihnachtsstimmung bildet denRahmen der letzten Veranstaltung des Jahres.

Aperitivo di Natale

18 dicembre / Dezember

“ARTEPERARTE” SCULTURE NEL PARCO Parco di Orselina 1 maggio – 31 ottobreInaugurazione: 1. maggio, alleore 16, nel Parco di Orselina. Segue aperitivo.

Skulpturen im Park 1. Mai – 31. OktoberEinweihung: 1. Mai, 16.00 Uhr, im Park von Orselina.Anschliessend Aperitif.

CARNEVALE IN IMMAGINEVia Al Parco / Via Santuario 1. maggio 2016 - prim. 2017Inaugurazione: 1. maggio, alleore 16, nel Parco di Orselina. Segue aperitivo.

Karneval in Bildern1. Mai 2016 – Frühling 2017Einweihung: 1. Mai, 16.00 Uhr, im Park von Orselina.Anschliessend Aperitif.

CASA AL PLATANOBrionemaggio-giugno / Mai-JuniMostra legata ai legumi (2016anno internazionale dei legumi)

Ausstellung über Hülsenfrüchte(2016: Internationales Jahr derHülsenfrüchte)

1.12.2016 - 6.1.2017Esposizione dei presepi diAngelo Ferrari (Ludiano)

Krippenausstellung von AngeloFerrari (Ludiano)

ore 21.00

Un festival che si trasferisce da Locarno a Orselina,per celebrare le tradizioni musicali del Sud Italia. Inprogramma: la Notte della Taranta, con alcuni fra imigliori gruppi folk; workshop di pizzica e tamburo.

Das LocarnoFolk Festival zieht nach Orselina.Anlässlich einer Nacht der Taranta werden dieMusiktraditionen Süditaliens zelebriert, mit einigender besten italienischen Volksmusik-Gruppen.

Locarno Folk Festival

18-19-20 agosto / August

Tradizionale invito rivolto agli anziani di Orselinaper gustare un buon pranzo in compagnia, allietatidalla musica e dai canti in coro, con giochi e tantaallegria. Organizzazione: “Società amici del Parco”

Einladung an die Senioren von Orselina, umgemeinsame ein gutes Mittagessen zu geniessen,begleitet von Musik und Chorgesang, mit Spielenund viel Fröhlichkeit.

Pranzo degli anziani di Orselina

Settembre / September

Manifestazioni 2016

PARCO DI ORSELINA

Entrata libera

Eintritt frei

OrselinaAgenda

Cinema al Parco

ore 21.00

Una nuova proposta di fine estate, con treserate dedicate al cinema. Nell’anfitetatro delParco vengono proiettate pellicole adatte pertutta la famiglia.

Ein neues Angebot zum Sommerende mitdrei Kinoabenden. Im Amphitheater desParks von Orselina werden Filme für dieganze Familie gezeigt.

24-25-26 agosto / August

ore 21.00

Spettacolo a tema presentato dagli allievi delsecondo anno della Scuola Teatro Dimitri:giochi di prestigio, clownerie e numeri digrande effetto e abilità artistica.

Ein thematisches Schauspiel, präsentiert vonden Schülern des zweiten Jahres der ‘ScuolaTeatro Dimitri’, in dem sie Zaubertricks,Clownerien und Kunststücke vorführen.

Scuola Teatro Dimitri

27 luglio / Juli

FAHRPLAN DER FUNICOLARENovember – März: von 8.00 bis 19.30 UhrApril und Oktober:von 8.00 bis 21.00 UhrMai, Juni und September:von 8.00 bis 22.00 UhrJuli und August:von 8.00 bis 24.00 Uhr

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Die Philophie unserer Küche ist immer marktfrische Produktezu verwenden, hauptsächlich aus der Region. Unsere Gerichtesind immer hausgemacht. Gerne kommen wir unseren Gästeentgegen, welche unter Allergien, Unverträglichkeiten Leiden,oder Diäten halten. Familien mit Kindern sind bei uns gerngesehen. Den Kindern servieren wir gerne kleinere undangepasste Gerichte aus der bestehenden Karte. Sascha Christen und sein Team erwarten Sie um unvergesslicheMomente zu erleben.

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Non è stato facile risalirealle persone che fondaro-no la Società Tiratori Or-

selinesi. Si presume sia statafondata nel 1933 e poi rifondatail 29 maggio 1942. Alcuni citta-dini di Orselina si riunirono inassemblea al Ristorante Mira-sole (oggi scomparso) per rico-stituire la Società. Un periodopoco felice, nel mezzo dell’ulti-mo conflitto mondiale. Presenti13 appassionati. Fu nominato ilComitato presieduto da Ilde-brando Nonni che restò in cari-ca fino al 1945. La quota socialefu di 2 franchi. In quell’occasio-ne i soci chiesero di: “meglio si-stemare la piazza di tiro e di me-glio proteggerla dai raggi delsole come pure di provvederealle pratiche presso le compe-tenti Autorità affinché i tiratoridomiciliati a Locarno Monti ot-tengano il permesso di spararepresso il nostro stand conside-rata la lontananza del poligonodi tiro a Ponte Brolla”. L’attivitàsociale prosegue con un buonnumero di partecipanti.Il tiro obbligatorio non era l’uni-ca attività, anzi le più graditeerano il Campionato sociale an-nuale e il “Tiro delle castagne”.Emergono regolarmente nomidi bravi tiratori come RenatoGiovannoni (eletto anche presi-dente dal 1965 al 1971). Alvise

Franceschini (pres. dal 1976-1979), Hans Ritter (pres. dal1979 fino al 2003) e StefanoBettè (membro di comitato dal1991 al 2003). Ambita era laChallenge messa in palio dallaSocietà e sponsorizzata dalMunicipio di Orselina. Per ra-gioni di sicurezza, di rumore ed’imposizione dell’Autorità mili-tare cantonale si dovette chiu-dere nel 1985 lo stand di tiro aOrselina. Ci sirivolse alloraalla Società Ti-ratori la Fracciaa Minusio che,valutando l’usodello stand pergli allenamenti,i tiri obbligatorie di Società, ai nostri 7-8 tiratorifu richiesto un contributo annuodi fr. 600, in seguito annullato.Al rinnovo dello stand di tiro LaFraccia il Comune di Orselinacontribuì con un importo di30'000 franchi e per l’adesioneal Consorzio versò per i lavori dimiglioria 15'000 franchi.Nel 1993 i soci e i simpatizzantierano 33 e i partecipanti alCampionato sociale e al “Tirodelle castagne” furono in mediauna quindicina. Gli Statuti del1963 indicavano che la Societàaveva sede a Orselina senza ci-tarne la dimora. Dai verbali risa-

lenti al 1942 sino al 1962 si sco-pre che le assemblee avveniva-no a rotazione nei diversi localipubblici del Paese. La scelta ri-cadeva spesso sul RistoranteGrottino perché il proprietarioCarlo Ottiger era un fervido so-stenitore. Stefano Bettè e AlviseFranceschini si occuparono diricuperare tutti i trofei e le meda-glie vinte negli anni. È doverosoricordare l’assemblea generale

st raord inar iadel 18 dicembre2002 che de-cretò la fine del-la Società orse-linese. In quel-l’occasione fupure accettatal’adesione al-

l’Unione Tiratori di Minusio. Legià associate (Tenero/Contra,Brione e Mergoscia) avevano illoro stemma sul vessillo socia-le, conseguentemente fu richie-sto che figurasse anche quellodi Orselina. Gli accordi entraro-no in vigore il 1° marzo 2003 e lachiusura della Società fu sotto-lineata con un’assemblea e unacerimonia. Anche se l’adesionefu accolta all’unanimità, nontutto filò liscio come si sperava.Hans Ritter ricorda che il nume-ro ridotto dei nostri tiratori nonaveva gran voce in capitolo. Il20 marzo 2003 si tenne al Risto-

rante Grottino l’ultima assem-blea presieduta da Renato Gio-vannoni. Nel corso dei lavori fu-rono riassunti i fatti che portaro-no alla cessazione dell’attività eil verbale di quella seduta termi-na con la seguente frase: “Conciò l’attività della Società Tira-tori Orselinesi è ufficialmentechiusa.” Una decisione non fa-cile, anche perché gli incontri, leattività e i momenti conviviali la-sciarono in molti un profondo eindelebile ricordo.Termino quindi questo contribu-to con due testimonianze. Gian-netto Nicora racconta: “ero unragazzino di 12-13 anni. La miacuriosità mi spinse a voler vede-re mio padre e altri adulti sparare(300m.) In cima a via Vignole sul-la superficie di un bel prato, lostand di tiro non esisteva anco-ra, solo i bersagli e la demarca-zione dei tiri era manuale”. Era-no gli anni 1952-53 e di quel-l’epoca purtroppo non abbiamofotografie. Hans Ritter annota:“in ogni attività di gruppo vi sonoelementi la cui fantasia è piùspinta e astuta di altri. Ricordoche l’amico Guido trovò il gustoe il piacere di sparare i colpi diprova non sui bersagli ma versola Cappella denominata “la Cap-pella del Diavolo”. C’era chi si di-vertiva di questa “balordata” echi invece la deplorava”.

di GIANNI CAMINADA

Ricordando lo stand di tiro e la Società Tiratori Orselinesi

ORSELINA 2016 / 21

Il tiro obbligatorio non era l’unica attività,anzi le più gradite eranoil Campionato socialeannuale e il tradizionale“Tiro delle castagne”.

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ORSELINA 2016 / 23

Es ist nicht einfach heraus-zufinden, wer die Gründerdes Schützenvereins Or-

selina waren. Man geht davonaus, dass der Verein im Jahr1933 entstand – und sich nocheinmal neu am 29. Mai 1942 bil-dete. Einige Bürger von Orseli-na fanden sich damals im Res-taurant Mirasole (das es heutenicht mehr gibt) zu einer Ver-sammlung für die Neugründungein. Es herrschten keine glückli-chen Zeiten, die Welt befandsich mitten im Krieg. In Anwe-senheit von 13 Hobbyschützenwurde das Vereinskomitee er-nannt. Den Vorsitz hatte Ilde-brando Nonni, der bis zum Jahr1945 im Amt blieb. Der Mitglie-derbeitrag betrug 2 Franken.Folgende Wünsche äussertendie Schützen: „Der Schiess-platz muss in einen besserenZustand gebracht und zudembesser vor Sonnenlicht ge-schützt werden; bei der zustän-digen Behörde gilt es zudem zubeantragen, dass die in Locar-no Monti wohnhaften Schützenauch die Erlaubnis bekommen,auf unserem Stand zu schies-sen, in Anbetracht der Entfer-nung zum Schiessplatz PonteBrolla.“ Das nachfolgende Ver-einsleben wies eine ordentlicheZahl von Mitgliedern auf. DasPflichtschiessen war nicht die

einzige Aktivität. Am beliebtes-ten waren die jährlichen Ver-einsmeisterschaften und das„Kastanienschiessen“. Immerwieder tauchen Namen vonsehr guten Schützen auf, wieRenato Giovannoni (Präsidentvon 1965 bis 1971), Alvise Fran-ceschini (Präsident von 1976bis 1979), Hans Ritter (Präsi-dent von 1979 bis 2003) undStefano Bettè (Vorstandsmit-gliedvon 1991 bis 2003). Der Pokal, der vom Verein aus-gesetzt und vom „Municipio“(Gemeindeexekutive) gespon-sert wurde, warsehr begehrt.1985 musste derSchiessstand je-doch aus Grün-den der Sicher-heit, des Lärm-schutzes und aufAnweisung derkantonalen Mili-tärbehörde ge-schlossen werden. Die Orseli-neser mussten sich von da anan den Schützenverein la Frac-cia in Minusio wenden. Nach-dem dieser die Nutzungskostendes Stands für Schiessübun-gen, Pflichtschiessen und dasVereinsschiessen kalkuliert hat-te, verlangte er von den siebenbis acht Schützen aus Orselinaeine Jahresgebühr von 600

Franken. Diese wurde aber spä-ter wieder gestrichen.An der Erneuerung des Schiess-standes La Fraccia beteiligtesich die Gemeinde Orselina miteinem Beitrag von 30'000 Fran-ken. Für den Anschluss an dasKonsortium zahlte sie 15'000Franken für Sanierungsmass-nahmen. Im Jahr 1993 zählteder Verein insgesamt 33 Ver-einsmitglieder und Freunde,durchschnittlich 15 Personennahmen an den Vereinsmeister-schaften und am „Kastanien-schiessen“ teil. Gemäss den

Statuten desJahres 1963 be-fand sich derSitz des Vereinsin Orselina, eingenauer Stand-ort ist allerdingsnicht angege-ben. Aus denGesprächspro-tokollen der Jah-

re 1942 bis 1962 geht hervor,dass die Versammlungen nachdem Rotationsprinzip in ver-schiedenen Lokalen des Ortesabgehalten wurden. Oft fiel dieWahl auf das Ristorante Grotti-no, dessen Besitzer Carlo Otti-ger ein leidenschaftlicher An-hänger war. Stefano Bettè undAlvise Franceschini kümmertensich darum, alle über die Jahregewonnenen Trophäen undMedaillen aufzuspüren und zu-rückzuholen. In Erinnerung ge-blieben ist natürlich auch dieausserordentliche Generalver-sammlung vom 18. Dezember2002, die das Ende des Orseli-ner Vereins besiegelte. Bei die-ser Gelegenheit wurde auch derAnschluss an den Schützenver-ein Minusio beschlossen.Auf dessen Vereinsbannerprangten bereits die Wappender anderen angeschlossenenGemeinden (Tenero/Contra,Brione und Mergoscia), ent-sprechend wurde auch die Ein-fügung des Wappens von Or-selina verlangt. Die Vereinba-rungen traten am 1. März 2003in Kraft. Mit einer Versamm-lung und einer Zeremonie wur-

de der Abschied vom Schüt-zenverein Orselina gefeiert.Obwohl der Anschluss an denVerein in Minusio einstimmigbeschlossen worden war, ver-lief der Prozess nicht so rei-bungslos wie gehofft. HansRitter erinnert daran, dass dieSchützen aus Orselina auf-grund ihrer geringen Anzahlkeine grosse Stimme im Ple-num hatten. Am 20. März 2003fand im Ristorante Grottino dieletzte Versammlung unter derLeitung von Renato Giovanno-ni statt. Im Verlauf dieser Sit-zung wurden noch einmal alleAspekte benannt, die zur Auf-lösung des Orseliner Vereinsgeführt hatten. Das Ge-sprächsprotokoll endet mitdem Satz: „Damit ist die Akti-vität des Schützenvereins Or-selina offiziell beendet.“ Leicht fiel diese Entscheidungnicht. Jeder schätzte die re-gelmässigen Treffen, Aktivitä-ten und gemeinschaftlichenMomente und behielt sie un-auslöschlich in Erinnerung.Mit den Erzählungen zweierZeitzeugen soll dieser Text en-den. Giannetto Nicora berich-tet: „Ich war ein Bub von etwa12 bis 13 Jahren. Aus Neugier-de schaute ich meinem Vaterund den anderen Erwachsenenbeim Schiessen zu (300 m).Auf der grossen Wiese am En-de der via Vignole existiertedamals noch kein Schiess-stand. Es gab nur Zielschei-ben und handgemachte Mar-kierungen für die Schussli-nie.“ Man schrieb das Jahr1952/53. Leider gibt es keineFotos aus der Zeit.Auch Hans Ritter kann eineAnekdote beisteuern: „In jederGruppe gibt es Personen, dieübermütig aus der Reihe tan-zen. Ich erinnere mich an mei-nen Freund Guido, der Gefallendaran fand, die Probeschüssenicht auf die Zielscheiben, son-dern auf die Kapelle mit demNamen „La Cappella del Diavo-lo“ abzufeuern. Einige Leutelachten drüber, andere missbil-ligten es.“

Erinnerungen an denSchiessstand undSchützenverein von GIANNI CAMINADA

Das Pflichtschiessenwar jedoch nicht die einzige Aktivität. Am beliebtesten waren die jährlichenVereinsmeisterschaftenund das traditionelle„Kastanienschiessen“.

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24 / ORSELINA 2016

Da una quindicina di anniuna cittadina di Orselinasi occupa intensamente

di promuovere le lingue e le cul-ture creole. La Rivista di Orseli-na le ha chiesto di descriverequesta sua attività.Da anni sognavo di vedere le fel-ci arboree in natura. Finalmentenel 1997 andai a cercarle all’iso-la della Réunion, sei mesi piùtardi in Martinica. Difficile nonaccorgersi che gli isolani, oltre alfrancese, parlano anche creolo;ciò mi intrigò per cui cominciai acercare di capire quale ruoloavesse questa lingua nel loroquotidiano e da dove venisse.Réunion e Martinica, come pureGuadalupa, Guyana francese eMayotte, sono dipartimenti d’ol-tre mare (DOM) francesi.Rientrata a Orselina approfittaidi Internet per continuare le ri-cerche, “incontrai” così un in-fermiere della Martinica, Koun-ta, che seguiva una formazioneuniversitaria in lingue e cultureregionali. Kounta mi indicò l’in-dirizzo di un sito web appenacreato di cui era webmaster. Ta-le sito, allora chiamato Kapes-kréyol, contribuì a sostenere lalotta per ottenere dalle autoritàfrancesi l’istituzione del CAPES(Certificat d'Aptitude au Profes-sorat de l'Enseignement du Se-cond degré) di creolo, il CAPESè un certificato dell’educazionenazionale francese che permet-te d’insegnare nei licei.Dopo l’istituzione ufficiale delCAPES di creolo, avvenuta nel2001, il sito offrì e offre tuttorainformazione e aiuto a chi siiscrive a tale concorso, ma an-che spazio alla cultura creola dipaesi in cui il CAPES non esiste.Kapeskréyol, che era stato pre-parato di fretta senza preoccu-parsi troppo della forma, mi ap-parve subito di difficile lettura.Segnalai questo problema aKounta e gli spiegai come fareper migliorare l’impaginazionedegli articoli; lui rispose che nonaveva tempo e mi diede acces-so al server, invitandomi a cor-reggere ciò che mi interessava.Da quel giorno non ho piùsmesso di gestirlo, praticamen-te da sola. Inizialmente non fufacile capire chi erano i respon-sabili dei contenuti. In un primo

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momento scoprii che il sito erastrettamente legato a un grup-po di studiosi universitari dellaMartinica, che da anni spinge-vano al riconoscimento delcreolo quale lingua e cultura,poi piano piano studiosi di tuttoil mondo chiesero di poter pub-blicare sul sito.Nel 2004, non volendo essere“complice” di dispute assai vio-lente fra specialisti del creolo,dissi ai responsabili di Kapes-kréyol che avrei smesso di oc-cuparmene a meno che non miavessero concesso completa li-bertà nella scelta dei documentida pubblicare; essi accettaronoforse perché in quegli anni erapiù difficile gestire pagine Inter-net. Dal 2006 il sito si chiamaPotomitan, temine più adatto asimboleggiare il suo ruolo. Nellacultura creola caraibica, Poto-mitan è il pilastro centrale deitempli voodoo e simboleggia ilruolo della donna nella famigliacreola, spesso costretta a oc-cuparsi dei numerosi figli senzaalcun contributo dei loro diversipadri. Ma, cosa significa creo-lo? Creolo deriva dal latino«creare» e apparve in spagnolo

e portoghese come «criollo», ri-spettivamente «criolho», datoche spagnoli e portoghesi furo-no i primi colonizzatori delleAmeriche. Dapprima esso desi-gnò i figli dei colonizzatori natiin America in opposizione ai co-loni nati in Europa, alle popola-zioni autoctone e ai neri nati inAfrica, in seguito esso indicòl’adattamento al nuovo mondodi uomini, animali, piante o coseche non ne erano originari: ma-iale creolo, cucina creola, casacreola, musica creola, …Potomitan è un sito di riferi-

mento per la cultura creolafrancese, nata nella secondametà del 1600, dal brutale in-contro fra i colonizzatori fran-cesi, gli abitanti originari delleterre colonizzate e gli schiaviafricani avvenuto in Haiti, Mar-tinica, Guadalupa, Santa Lu-cia, Dominica, Trinidad, laRéunion, Maurizio, Seychel-les, Louisiana… Più di 16 mi-lioni di persone parlano questocreolo e la maggioranza risie-de ad Haiti. Esso, assieme alfrancese, è la lingua ufficiale diHaiti e, con l’inglese, delleSeychelles.Potomitan comprende più di20'000 documenti tra testi eimmagini, conta oltre mille na-vigatori al giorno che lo visita-no e sempre più autori lo scel-gono per pubblicarvi un dos-sier completo delle loro attivi-tà. Da una quindicina di annidedico almeno tre ore giorna-liere alla sua gestione.In poche righe è impossibile da-re un’idea della vastità di conte-nuti di Potomitan, perciò vi invi-to a percorrerlo su Internet:www.potomitan.info

(F. Palli)

Caraibi, Oceano Indiano: spiagge,palme, mari caldi, ma anche…

DA OLTRE QUINDICI ANNI UNA CITTADINA DI ORSELINA PROMUOVE LA CULTURA CREOLA

“M ap remèsyePotomitan.info akFrancesca Palli, pou piblikasyon dènyeatik mwen an sou sit yo an. Potomitan se pi gwo sit referans m konnen sou zafè lang kreyòl, nan nivoentènasyonal. Se yon sit ki ede manpil pou fòmasyon m nan koze sila a”.

Felci arboreeBaumfarneFelci arboreeBaumfarne

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ORSELINA 2016 / 25

Karibik, Indischer Ozean: Strände,Palmen, warmes Meer, aber auch…

EINE EINWOHNERIN VON ORSELINA FÖRDERT SEIT 15 JAHREN DIE KREOLISCHE KULTUR

mich allerdings, mich an denteils heftigen verbalen Ausei-nandersetzungen zwischen denKreol-Experten zu beteiligen.Daher drohte ich im Jahr 2004den Verantwortlichen von Ka-peskréyol, die Verwaltung derHomepage aufzugeben, wennsie mir nicht freie Hand bei derAuswahl der zu veröffentlichen-den Texte lassen würden. Dasssie damals auf meine Bedin-gung eingingen lag wohl daran,dass es zu diesem Zeitpunktnoch nicht so einfach wie heutewar, eine solche Internetseite zubewirtschaften. Seit dem Jahr2006 nennt sich die Seite „Poto-mitan“, ein Begriff, der symbo-lisch besser passt. In der kreoli-schen Kultur der Karibik ist Po-tomitan die zentrale Säule derVoodoo-Tempel und symboli-siert die Rolle der Frau in derkreolischen Familie. Diese isthäufig gezwungen, sich umzahlreiche Kinder zu kümmern,ohne dafür von den verschiede-nen Vätern irgendwelche Unter-stützung zu erhalten. Aber wasbedeutet Kreol? Kreol stammt abvom lateinischen Wort „creare“(erzeugen) und ist im Spanischenund Portugiesischen als „criollo“beziehungsweise „criolho“ zufinden, was damit zusammen-hängt, dass Spanier und Portu-giesen die ersten Siedlern inAmerika waren. Anfangs be-zeichnete der Begriff „Kreolen“die Nachkommen der europäi-schen Einwanderer, die in Ame-rika geboren waren, um sie vonden in Europa geborenen Kolo-nisten, der Urbevölkerung undden Schwarzafrikanern, die inAfrika geboren waren, zu unter-

des nationalen französischenBildungssystems und Voraus-setzung, um an den Mittelschu-len zu unterrichten. Die offizielleEinführung des CAPES de créo-le erfolgte im Jahr 2001. Seit-dem bietet die Internetseite In-formationen und Unterstützungfür alle diejenigen, die sich umdas Zertifikat bewerben, und bil-det in Ländern, in denen dasCAPES nicht existiert, einePlattform für kreolische Kultur.Der Homepage „Kapeskréyol“war anfangs anzumerken, dasssie eilig und ohne Konzept insLeben gerufen worden und da-her schwer verständlich war. Ich sprach mit Kounta darüberund gab ihm Tipps, wie man dasLayout der Artikel verbessernkönnte. Allerdings erklärte ermir, dass er dazu keine Zeit ha-be, woraufhin er mir Zugangzum Server gab und mich ein-lud, alle Verbesserungen, die mirvorschwebten, selbst vorzuneh-men. Seit diesem Tag habe ichnicht mehr aufgehört, michpraktisch alleine um die Verwal-tung der Internetseite zu küm-mern. Anfangs war es für michnicht einfach zu verstehen, wereigentlich für die Inhalte der Sei-te verantwortlich war. Ich fandheraus, dass die Homepage inihrer Anfangszeit eng mit eineruniversitären Forschungsgrup-pe aus Martinique verbundenwar, die sich schon seit Jahrenfür die Anerkennung des Kreoli-schen als Sprache und Kultureinsetzte. Mit der Zeit wurdenes immer mehr akademischeFachleute aus der ganzen Welt,die auf dieser Internetseite pu-blizieren wollten. Ich weigerte

Eine Einwohnerin von Orse-lina hat es sich vor 15 Jah-ren zur Aufgabe gemacht,

die kreolische Sprache und Kul-tur zu fördern. Die Rivi-sta di Or-selina hat sie gebeten, uns ei-nen Einblick in ihre Tätigkeit zugewähren.Über viele Jahre träumte ich da-von, Baumfarne in der Natur an-zuschauen. Im Jahr 1997 war esendlich soweit: ich reiste auf dieInsel La Réunion, sechs Monatespäter ging es nach Martinique.Natürlich fiel mir auf, dass dieInsulaner ausser Französischauch Kreolisch sprachen. Ichbegann mich mit dem Thema zubefassen und versuchte he-rauszufinden, welche Rolle die-se Sprache im Alltagsleben hatund woher sie kommt. La Réu-nion und Martinique, ebensowie Guadeloupe, Französisch-Guayana und Mayotte, sindfranzösische Überseedeparte-mente (DOM). Als ich nach Or-selina zurückkam, habe ich mei-ne Recherchen im Internet fort-gesetzt. Auf diese Weise traf ichKounta, einen Krankenpflegeraus Martinique, der ein Univer-sitätsstudium in regionalenSprachen und Kulturen absol-vierte. Kounta wies mich auf ei-ne ganz neu erstellte Internet-seite hin, von der er selbst derWebmaster war. Diese Home-page mit dem Namen Kapes-kréyol unterstützte die Bemü-hungen um von der französi-schen Regierung die Einfüh-rung des „CAPES“ (Certificatd'Aptitude au Professorat del'Enseignement du Second de-gré ) für Kreolisch zu erhalten.Das CAPES ist ein Zertifikat

scheiden. Später wurde damitallgemein die Anpassung vonMenschen, Tieren, Pflanzenund sonstigen Dingen andererHerkunft an die neue Welt be-zeichnet: kreolische Schweine,kreolische Küche, kreolischeHäuser, kreolische Musik, etc.Die französisch-kreolische Kul-tur entstand in der zweiten Hälf-te des 17. Jahrhunderts, als esin Haiti, Martinique, Guade-loupe, St. Lucia, Dominica, Tri-nidad, La Réunion, Mauritius,Seychellen, Louisiana zum blu-tigen Aufeinandertreffen derfranzösischen Kolonisten mitden Ureinwohnern der unter-worfenen Gebiete und den afri-kanischen Sklaven kam. Über16 Millionen Menschen spre-chen heute Kreolisch, diemeisten von ihnen leben aufHaiti. Dort ist Kreol nebenFranzösisch die Amtssprache,ebenso wie, neben Englisch,auf den Seychellen. Die Seite„Potomitan“ umfasst mehr als20'000 Dokumente in Formvon Texten und Bildern undwird täglich von über tausendInternetnutzern besucht. Im-mer mehr Autoren nutzen diePlattform, um Dossiers überihrer Tätigkeit zu veröffentli-chen. Seit 15 Jahren widmeich mich täglich mindestensdrei Stunden der Verwaltungdieser Seite.Es ist unmöglich, in wenigen Zei-len einen Eindruck von der Kom-plexität und Informationsfülleder Homepage „Potomitan“ zuvermitteln. Daher lade ich dazuein, die Seite mal anzuschauen:www.potomitan.info

(F. Palli)

Lo scrittore dellaMartinica PatrickChamoiseau, che nel 1992 vinse ilPremio Goncourtper il suo romanzo“Texaco”

Der Schriftstelleraus Martinique P. Chamoiseau, der 1992 den Prix Goncourt für denRoman „Texaco“gewann.

Petroglifi precolombiani

Präkolumbianische Felszeichnungen(Guadaloupe)

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I ricordi di Padre Angelico Forni ex guardiano del Santuario

LO ABBIAMO INCONTRATO L’ESTATE SCORSA NELLA SUA VALLE BEDRETTO

ORSELINA 2016 / 27

Nella penombra del risto-rante gestito dalle duesorelle a Villa Bedretto

quasi quasi non lo si riconosce,immerso nella lettura di un quo-tidiano. Ha trascorso oltre vent’anni nel Santuario della Madon-na del Sasso Padre AngelicoForni, alcuni anni come PadreGuardiano e ha conosciuto larealtà e i cambiamenti interve-nuti in questi anni attorno al Sa-cro Monte locarnese.Mentre camminiamo tra i pratisecchi per la grande siccità diluglio, la valle Bedretto apparenella sua immensa tranquillità;in alto si scorge il Pizzo Roton-do, senza un filo di neve. I pen-sieri di Padre Angelico espri-mono convinzioni religiose ma-turate con gli anni, specialmen-te nei confronti della liturgia e diinsegnamenti catechistici tra-dizionali. E’ convincente e sti-molante ascoltarlo: “con il si-lenzio si percepisce la presen-za di Dio, che è nell’anima diognuno di noi”, oppure “i pec-cati sono da esprimere davantia Dio e non davanti a un preteche alla fine della confessione tidà una penitenza."“Il solo desiderio della confes-sione significa ricercare la mi-

sericordia di Dio e non di unprete che ti giudica e che ti as-solve. Così la Messa: non devediventare un’imposizione o unobbligo; se invece della Messasi va in montagna, si esprimeanche così un pensiero, un rin-graziamento e una lode a Dio”.Ma torniamo a Orselina: "ancheil nostro celebre santuario, cheraccoglieva la devozione di tuttii ticinesi, ha perso molti fedeliche, anche con le loro offertepermettevano una migliore ma-nutenzione di tutto il comples-so conventuale; una parte deglioboli raccolti veniva perfino di-stribuita ai conventi più poverinel Cantone. Ora i grandi re-stauri - un po’ discutibili dalpunto di vista liturgico - hannocreato le premesse per trasfor-mare il Santuario in una metaturistica denominata SacroMonte, mirando a farlo rientrarenel patrimonio mondiale del-l’Unesco. Si modifica in questomodo l’essenza stessa delSantuario; da luogo sacro dipreghiera e di meditazione stadiventando un’attrazione turi-stica e i frati vengono interpel-lati come ciceroni.“Ma quali erano le relazioni conla gente del luogo? ”Un tempo

erano più frequenti, per esem-pio con i postini e l’ufficio po-stale, dove venivano ancheconsegnate le offerte settima-nali raccolte con i numerosi pel-legrinaggi che, fin verso la metàdel secolo scorso provenivanocon il battello dall’Italia. C’era-no pure contatti con i piccolicommerci e con società localicome quella del carnevale.“Anche Padre Angelico avevacollaborato con qualche poesiascherzosa o un disegno satiricoal giornale stampato per l’occa-sione. Una volta, mascheratocon il confratello Fra Martino,aveva partecipato alla distribu-zione del risotto (risotto che ilpresidente Sandro Bettè offrivaogni anno a tutto il convento).“Negli anni settanta del secoloscorso i contatti con la parroc-chia di Orselina, la scuola, leautorità comunali, non eranomolto costanti; lo erano invececon la clinica Santa Croce, ge-stita dalle suore di Menzingen.Un tempo i frati visitavano rego-larmente i malati nei ricoveri enegli ospedali ed erano sempreben accolti, ma poi, per deci-sione della Diocesi sono statisostituiti dai sacerdoti delle ri-spettive parrocchie."

Con un albergatore, quando eraPadre Guardiano, cioè PadreSuperiore o Rettore, ha avutoqualche problema per il suonodelle campane; disturbavano iclienti dell’albergo alle sette delmattino, ma tutto si è poi risoltoin buona armonia. Ora il SacroMonte è sempre più circondatoda condomini vetrati e la densi-tà edilizia, la stazione e il famo-so pilone della filovia, tolgonolentamente il respiro a questostraordinario complesso, rico-nosciuto come il simbolo delLocarnese.Ma alla fine la conversazione ri-torna dal profano al sacro: “ilsolo fatto di vivere è una mani-festazione della presenza diDio, da scoprire nella semplicitàe nel silenzio. Quanto più rifletticon te stesso, tanto più sei conDio. Dio è bontà, è accoglienza,dobbiamo riflettere sulla gran-dezza della misericordia.”E intanto siamo arrivati nellacasa paterna, dove sono cre-sciuti, isolati dal mondo neimesi invernali, otto figli. Pocolontano, l’acqua del fiume sci-vola tra i massi e le auto dei tu-risti che scendono dalla Nove-na corrono verso i paradisi del-le vacanze.

di CARLO BRANCA

I suoi pensieriesprimono convinzionireligiose maturatenel corso degli anni,specialmente sulla liturgia e sugli insegnamenticatechistici tradizionali,ma parla volentierianche dell’esperienza alla Madonna del Sasso.

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ORSELINA 2016 / 29

WIR TRAFEN PADRE ANGELICO IM VERGANGENENSOMMER IN SEINEM BEDRETTOTAL

Wie er so dasitzt, in dieLektüre einer Tages-zeitung vertieft, im

Halbschatten des Restaurantszweier Schwestern im Bedret-total, erkennt man ihn fastnicht: Padre Angelico Forni hatüber zwanzig Jahre in der Wall-fahrtskirche Madonna del Sassogelebt, einige Jahre davon als„Guardian“. Entsprechend gutkennt er sich aus mit dem Lebenim Kloster und den Veränderun-gen der vergangenen Jahre am„Heiligen Berg“.Wir laufen in derJulihitze über dietrockenen Wie-sen, umhüllt vonder tiefen Stilledes Bedrettotals.Im Hintergrunderhebt sich derkomplett schnee-freie Gipfel PizzoRotondo. In denGedanken vonPadre Angelicom a n i f e s t i e r tsich seine über Jahre gereifte,christliche Überzeugung, vorallem im Hinblick auf die Litur-gie und die traditionelle kate-chetische Lehre. Es ist über-zeugend und bereichernd, ihmzuzuhören: „In der Stille spürtman die Anwesenheit Gottes,der in unser aller Seele lebt“.Oder: „Die Sünder müssensich vor Gott rechtfertigen undnicht vor einem Pfarrer, der ih-nen am Ende der Beichte eineBusse auferlegt“. „Der einzigeWunsch der Beichte ist es, dieBarmherzigkeit Gottes zu er-fahren, und nicht die einesPfarrers, der über dich richtetund dir die Absolution erteilt.Ebenso die Messe: Sie darfkeine Auflage oder Verpflich-tung sein; wer statt in die Mes-se ins Gebirge fährt, kann auchauf diese Weise Gott geden-ken, danken und loben.“Doch zurück zu Orselina:„Auch unsere geliebte Wall-fahrtskirche, verehrt von denTessinern, hat viele Glaubens-anhänger verloren, die, auchdurch ihre Offerten, die In-

standhaltung des gesamtenKlosterkomplexes ermöglichthatten. Ein Teil der gesammel-ten Spenden wurde sogar andie ärmeren Klostergemein-schaften im Kanton verteilt. Dieumfassenden Restaurierungs-arbeiten – über die sich aus li-turgischer Sicht durchaus strei-ten liesse – haben die Voraus-setzungen geschaffen, denWallfahrtsort als „Heiligen Berg“zu einem Touristenziel zu ma-chen. Das Kloster soll sogar

UNESCO-Welt-erbe werden.Doch dasWesendes Sanktuari-ums hat sich da-durch verändert:die Wallfahrtskir-che ist nichtmehr heiliger Ortdes Gebets undder Meditation,sondern Touris-tenattraktion –mit den Mön-chen als Frem-

denführern.“Wie sah früher derKontakt zu den Menschen ausder Nachbarschaft aus? „Esgab eine Zeit, da war der Kon-takt enger als heute, beispiels-weise mit dem Briefträger unddem Postamt. Dort wurdenwöchentlich die Spenden fürden Konvent eingezahlt, diedie zahlreichen Pilger hinter-liessen, die bis zur Mitte desvergangenen Jahrhundertsper Boot aus Italien kamen. Esgab ausserdem Kontakt zuden kleinen Geschäften undden lokalen Vereinen, darunterdem Karnevalsverein.“An der Zeitschrift, die anläss-lich des Karnevals gedrucktwird, hat auch Padre Angelicomit etwas scherzhafter Poesieoder satirischen Zeichnungenmitgewirkt. Einmal half er ver-kleidet und gemeinsam mit sei-nem Mitbruder Martino bei derAusgabe des Risottos. Das Ri-sotto wurde jedes Jahr vomPräsidenten Sandro Bettè demKonvent offeriert. „In den1970er Jahren gab es mit derPfarrei von Orselina, der Schu-

le und der Gemeindeverwal-tung keinen regelmässigenKontakt. Enger war der Bezugdagegen zur Klinik Santa Cro-ce, die von der Schwesternge-meinschaft Menzingen geführtwurde. Damals besuchten dieMönche regelmässig dieKranken in den Heimen undKliniken und waren dort gerngesehene Gäste. Doch dannwurden sie auf Entscheidungdes Bistums hin von denPriestern der zuständigenPfarreien abgelöst. Als er nochGuardian war, also Klostervor-steher, habe er einmal Proble-me mit einem Hotelbesitzerwegen des Glockengeläutsgehabt, wie er erzählt. DasLäuten morgens um 7 Uhrstörte die Hotelgäste. Dochdas Problem konnte zur Zu-friedenheit aller gelöst wer-den. Inzwischen sind rund umden Heiligen Berg immer mehrmoderne Wohnblöcke ent-standen. Die Bebauung, ins-besondere auch mit der Tal-station und dem massiven Py-lon der Seilbahn, ist so dicht

geworden, dass sie diesemeinzigartigen Ort, dem Sym-bol des Locarnese, langsamdie Luft abschnürt. Am Ende des Gesprächswechselt der Ordensbruderwieder von den weltlichenThemen zu den sakralen:„Allein die Tatsache, dass wirleben, ist ein Beweis derExistenz Gottes. Das lässtsich in der Einfachheit undStille entdecken. Um somehr man sich mit sichselbst auseinandersetzt, umso näher ist man Gott. Gottist Güte und Geborgenheit,wir müssen uns der Grossar-tigkeit seiner Barmherzigkeitbewusst werden.“Inzwischen haben wir sein El-ternhaus erreicht. Dort war erals eines von acht Kindern auf-gewachsen, im Winter abge-schnitten vom Rest der Welt.Nicht weit entfernt rauscht derFluss durch die Felsen. Die Au-tos der Touristen, vom Nufe-nenpass kommend, fahrenrasch durch in Richtung derUrlaubsparadiese.

Erinnerungen desehemaligen Guardian der Wallfahrtskirchevon CARLO BRANCA

In seinen Gedankenmanifestiert sich die überdie Jahre gereifte,religiöse Überzeugung,besonders in Bezug auf die Liturgie und die katechetische Lehre. Er spricht aber auchgerne über seineErfahrungen im KlosterMadonna del Sasso.

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del dottor Dario Spinedi, chesceglie il contesto paesaggisti-co della collina per aprire un re-parto di omeopatia classicacon possibilità di ricovero; sitratta del primo reparto euro-peo nel suo genere e può con-tare su 15 posti letto ricono-sciuti dal Cantone. Negli anni aseguire, fino a oggi, questo re-parto tratterà principalmentemalati oncologici, ma anchepazienti con malattie croni-che, della pelle, reumatiche,nonché pazienti colpiti da epi-lessia, sclerosi multipla, diabe-te, morbo di Crohn, colite ulce-rosa eccetera. Nel 1998 la Dire-zione della Santa Croce racco-glie la sfida in campo psichiatri-co “rispondendo” all’effettivacarenza di letti psichiatrici inTicino. viene allora aperto unnuovo reparto con 30 letti, ri-conosciuto dalle casse malati.L’anno seguente il numero deiletti raggiunge i 50 e nel 2008 –storia recente – arriva a quota80, con l’aggiunta di un repartoprotetto per i ricoveri coatti, di8 posti letto. Oggi la ClinicaSanta Croce è l’unica realtà nelcampo della psichiatria per ilSopraceneri, regione della qua-le copre infatti l’intero fabbiso-gno, arrivando anche a dover...risolvere situazioni “ereditate”

dal Sottoceneri. Ciò determinaun’occupazione media, negliultimi anni, pari al 108%, il cheva quindi ben oltre la capacità diletti autorizzata dal Cantone. Suquesta base sono difficilmentecomprensibili i motivi per cui èfinora stata rifiutata ogni richie-sta di letti aggiuntivi. A marginedi questa evoluzione vi sonoquella occupazionale – oggi laclinica dà lavoro a un totale dicirca 130 impiegati fra alber-ghiero, amministrativo, medicoe paramedico – e quella infra-strutturale. Una crescita co-stante, quest’ultima, determi-nata da una generosa politicadegli investimenti da parte del-

la proprietà. Nel corso deglianni sono infatti stati investiticirca 15 milioni di franchi, inpratica equamente distribuitifra acquisto della struttura dal-la congregazione delle Suoredi Menzingen (l’operazione im-mobiliare ammontò a 7 milionidi franchi) e interventi di mi-glioria. Questi, in particolare,vengono oggi quantificati dal-lo stesso Rahim Houshmandin 8-9 milioni di franchi. «Almomento dell’acquisto lastruttura non rispondeva cer-tamente a tutti i crismi neces-sari per insediarvi una clinica –dice l’imprenditore alla nostrarivista –, a partire dai severidettami della polizia del fuoco.Ecco perché abbiamo proce-duto all’adeguamento di que-sto aspetto fondamentale, perandare poi man mano ben ol-tre, con l’allargamento di tuttele camere (che abbiamo dotatodi bagni e docce), il rifacimentodi tutti i pavimenti, la rielabora-zione completa degli impiantielettrico, dell’acqua e di riscal-damento e l’allestimento di unmoderno sistema di allarme».Oggi, rileva il proprietario, «sia-mo molto soddisfatti di poteroffrire ai pazienti una clinica al100% in linea con le normativefissate a livello cantonale».

Un cammino lungo ven-t’anni, costruito su unabuona base di idealismo

e perseguito con pazienza at-traverso il lavoro e gli investi-menti. Il “caso” della ClinicaSanta Croce di Orselina po-trebbe far scuola per come si èsviluppato. La data fatidica è il1995, con la definizione delpassaggio di proprietà dallacongregazione delle Suore diMenzingen a una società ano-nima facente capo inizialmenteall’ingegner Rahim Hou-shmand e al dottor Nicola Ale-xander-David (che in seguitolascerà). Quel 1° agosto di 21anni fa si muovono infatti le pri-me pedine di una partita daicontorni ancora da stabilire eche oggi si può definire vincen-te, almeno dal punto di vistadegli obiettivi individuati e manmano raggiunti. I primi tempidella “nuova” Santa Croce so-no difficili: sulle prime la nuovaproprietà valuta in quale speci-fico campo profilarsi e nel pri-mo triennio, non potendo farcapo ad alcuna convenzionecon le casse malati, si limita so-stanzialmente a portare avantiil lavoro svolto dalle suore nelcontesto della medio e dellalungodegenza. Nel 1997 v’è lafondamentale entrata in scena

di/von DAVIDE MARTINONI

30 / ORSELINA 2016

La clinica festeggia 20 anniSanta

Ceduta nel 1995 dalle suore di Menzingenall’ingegner RahimHoushmand, nel 1997 la clinica orselinese ha aperto il primoreparto europeo di omeopatia classicacon il dottor Spinedi.Nel 1998 è inveceiniziata la sfida in campo psichiatrico.

SantaU

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ORSELINA 2016 / 31

CroceDie Klinik feiert Geburtstag

ersten drei Jahren dabei, dieArbeit der Menzinger Ordens-schwestern im Bereich der mit-tel- und langfristigen Spitalauf-enthalte fortzuführen. Mit demEintritt des Arztes Dario Spine-di im Jahr 1997 änderte sichdas Blatt. Spinedi wählte dasInstitut wegen seiner schönenLage als Standort für die euro-paweit erste Abteilung für klas-sische Homöopathie aus, mitder Möglichkeit für stationäreAufenthalte. Der Bereich um-fasst heute 15 vom Kanton an-erkannte Spitalbetten. Es sindvor allem Krebspatienten, diesich dort behandeln lassen,aber auch Personen, die unteranderem von chronischenHaut- und Rheumabeschwer-den, Epilepsie, Multipler Skle-rose, Diabetes, Morbus Crohnund Colitis ulcerosa betroffensind.Im Jahr 1998 stellte sich die Di-rektion einer neuen Herausfor-derung und wagte den Schrittin den Fachbereich Psychia-trie, einem Segment, in demder Kanton Bedarf an zusätzli-chen Spitalplätzen hatte. DieKlinik richtete anfangs 30 vonden Krankenkassen anerkann-te Betten ein, im darauffolgen-den Jahr erhöhte sie auf 50Betten. Im Jahr 2008 lag die

Zahl bei 80 Betten plus achtPlätze in einer geschützten Ex-traabteilung für Zwangsein-weisungen.Heute ist die Klinik Santa Cro-ce das einzige Spital im „So-praceneri“ mit einer psychiatri-schen Abteilung. Entsprechenddeckt die Einrichtung den Be-darf der gesamten Region abund muss hin und wieder auchFälle aus dem „Sottoceneri“übernehmen. Die durch-schnittliche Belegung in denvergangenen Jahren betrug108 Prozent und lag damitdeutlich oberhalb der vomKanton genehmigten Betten-zahl. Vor diesem Hintergrundist es nicht nachvollziehbar,warum der Klinik eine weitereAufstockung der Kapazitätenbisher nicht genehmigt wurde.Von Interesse sind auch dieBeschäftigungszahlen: Heuteverfügt das Institut über etwa130 Angestellte in den Berei-chen Hotellerie, Verwaltung,ärztliche Versorgung, Pflegeund Infrastruktur. Die Zahl stiegim Verlauf der Jahre immerweiter an, was auf die Investiti-onsfreudigkeit der Besitzer zu-rückzuführen ist. Insgesamtrund 15 Millionen Frankensteckten diese in die Klinik: Dieeine Hälfte der Summe wurde

für die Übernahme des Insti-tuts aus den Händen der Men-zinger Schwestern (7 MillionenFranken) aufgewendet, die an-dere Hälfte für Ausbau- undVerbesserungsmassnahmen.Letzteren Betrag schätzt Ra-him Houshmand auf etwa 8 bis9 Millionen Franken. „Als wirdas Institut kauften, erfüllte diebauliche Struktur natürlichnicht alle Voraussetzungenzum Betreiben einer Klinik“, er-läutert der Unternehmer imGespräch mit dem Magazin„Orselina“. „Das ging schonbei den strengen Brandschutz-vorrichtungen los. Also habenwir zu Anfang erst einmal diesePunkte in Ordnung gebracht,um dann später, Schritt fürSchritt, den Ausbau der Struk-tur vorzunehmen, sprich dieErweiterung der Zimmer durchden Einbau von Bad und Du-sche, die Sanierung der Fuss-böden, die vollständige Mo-dernisierung von elektrischenAnlagen, Wasserleitungen undHeizungssystemen sowie dieEinrichtung eines modernenAlarmsystems.“ Houshmandfügt hinzu: „Heute sind wir sehrglücklich, dass wir unseren Pa-tienten eine dem kantonalenStandard entsprechende Klinikbieten können.“

Die Klinik Santa Croce inOrselina blickt auf einezwanzigjährige Geschich-

te zurück. Der Anfang basierteauf einer gesunden PortionIdealismus, die Weiterentwick-lung gelang vor allem durchGeduld, Arbeit und Investitio-nen. Die Klinik in Orselinakönnte in dieser Hinsicht Schu-le machen.Alles begann im Jahr 1995. Da-mals wechselte die Klinik denBesitzer und ging von den Men-zinger Schwestern an eine vonIngenieur Rahim Houshmandund dem Arzt Nicola Alexan-der-David gegründete Aktien-gesellschaft über. Alexander-David stieg aus dem Unterneh-men später wieder aus. Vorknapp 21 Jahren , am 1. August2015, fiel der Startschuss füreine Unternehmung, die ausheutiger Sicht angesichts dererreichten Ziele als erfolgreichbezeichnet werden kann. DieUmstände dabei sollen nochgenauer betrachtet werden.Die Anfangszeiten der „neuen“Klinik waren nicht einfach: Dieneuen Besitzer mussten sicherst einmal über die Speziali-sierung ihres Instituts klarwer-den. Und weil keine Vereinba-rung mit den Krankenkassenvorlag, beliessen sie es in den

1995 übernahm der Ingenieur Rahim Houshmand die Klinik von derSchwesterngemeinschaftMenzingen. 1997 eröffnetedas Institut in Orselina die europaweit ersteAbteilung für klassischeHomöopathie mit Dr. Spinedi. 1998 entstandder psychiatrische Bereich.

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ORSELINA 2016 / 33

Auf einem Privatgrundstück naheder Kirche von San Bernardohat der archäologische Dienst

des Kantons Tessin im Dezember2014 einen wertvollen Geldschatz ausrömischer Zeit gehoben, der sich inBezug auf Münzmenge, Münzartenund Seltenheitswert einzelner Prägun-gen als europaweit von einzigartigerBedeutung erwies.Die Münzen, insgesamt 4869 Sester-zen, waren sehr gut erhalten und da-her teilweise noch entzifferbar. Fach-leute des „Inventar der Fundmünzender Schweiz“ (IFS) haben das Geld in-zwischen genauer untersucht und dieHerkunft auf die Epoche zwischendem 1. und 3. Jahrhundert nach Chris-tus zurückgeführt. Anhand der römi-schen Kaiserporträts liess sich he-rausfinden, dass es sich bei der Mün-ze jüngsten Datums um eine Prägungdes Kaisers Gallienus aus dem Jahr253 nach Christus handelt.Über die Umstände der Entdeckungund Ausgrabung des Schatzes liegennur wenige Informationen vor. Be-kannt ist, dass die Münzen in einerAmphore lagen, die ohne Schutz oderandere Vorkehrungen in der Erde ver-graben war. Der Geldschatz befandsich demnach in einem Versteck aus-serhalb der Wohnsiedlungen, es gabauch keinen Bezug zu einem Friedhof

oder einer anderen Kultstätte. DasVerbergen von Wertgegenständen indieser Form war ein üblicher Brauch inder Antike; welche Umstände in die-sem Fall dazu geführt haben könnten,ist aber nicht überliefert.Ein Teil des Geldschatzes wurde imFrühjahr 2015 in der Kantonsbiblio-thek in Bellinzona und im Gemeinde-haus (Municipio) von Orselina ausge-stellt. Der sensationelle Fund wurdezudem am vergangenen 30. Oktoberin Paestum mit dem „International Ar-chaeological Discovery Award“ aus-gezeichnet, ein prestigeträchtigerPreis, der anlässlich des 30-jährigenBestehens des italienischen Fachma-gazins „Archaeo“ ausgeschriebenworden war.Die Besitzer des Grundstücks in Orse-lina, die den wertvollen Fund damalssofort den zuständigen Kantonsbe-hörden gemeldet hatten, haben An-spruch auf eine angemessen Beloh-nung im Sinne von Artikel 39 desDenkmalschutzgesetzes.Im Verlauf des Jahres 2016 wird dasIFS die Katalogisierung der Münzenfortsetzen. Der Denkmalschutz ist fürdie richtige Konservierung des Fun-des zuständig. Dies soll in Zukunftweitere, umfassende Untersuchun-gen des römischen Geldes möglichmachen.

Nel dicembre 2014 a Orselina in un terrenoprivato poco distante dalla chiesa di SanBernardo, il Servizio archeologico del Can-

tone Ticino riportava alla luce un tesoro monetaledi epoca romana di straordinaria importanza a li-vello europeo per numero di monete, tipologiepresenti e per la rarità di alcuni conii.Il complesso monetale di 4869 sesterzi era inbuono stato di conservazione e pertanto parzial-mente leggibile. Le monete – nel frattempo inparte esaminate dagli esperti dell’Inventario deiritrovamenti monetali in Svizzera (IRMS) - sonoda riferire al periodo compreso fra la fine del I e ilIII secolo d.C.; identificabili grazie alla ritrattisticaimperiale, la moneta più recente è un conio del-l’imperatore Gallieno del 253 d.C.Pur dalle poche informazioni emerse dallo sca-vo, si può dedurre che esse erano contenute inun’anfora depositata direttamente nella terrasenza particolari protezioni o costruzioni: un te-soro quindi, nascosto fuori dall’abitato e non inrelazione a un’area sepolcrale o di culto. Unaconsuetudine nota in epoca antica per mettere alsicuro oggetti di valore in circostanze a noi sco-nosciute.Una scelta del complesso monetale è stataesposta nella primavera 2015 presso la Bibliote-ca cantonale di Bellinzona e nel Municipio di Or-selina. Il 30 ottobre scorso la sensazionale sco-perta è stata insignita a Paestum dell’Internatio-nal Archaeological Discovery Award, prestigiosopremio devoluto in occasione del trentesimo an-niversario della rivista italiana Archeo. Ai proprie-tari del terreno, ai quali si deve la tempestiva se-gnalazione del ritrovamento al competente Ser-vizio cantonale, il Consiglio di Stato corrisponde-rà un congruo compenso ai sensi dell’art. 39 del-la Legge sulla protezione dei beni culturali.Nel corso del 2016 l’IRMS completerà il catalogobase di tutte le monete e l’Ufficio beni culturaliavvierà i lavori per garantirne la perfetta conser-vazione, in vista di un futuro studio completo.

(Ufficio cantonale dei beni culturali)

Der Geldschatz von Orselina.Ein Jahr nach der sensationellen Entdeckung

Il tesoro monetale di Orselina. Un anno dopo il ritrovamento

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Il tesoro monetale di Orselina. Un anno dopo il ritrovamento

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ORSELINA 2016 / 35

Quanto vi stiamo propo-nendo fotograficamentee con commenti è quan-

to gran parte di noi, e sicura-mente anche di voi, ha vissutonegli ultimi 10 lustri, partecipan-do ai carnevali di Orselina. Ri-cordi in parte forse dimenticati,altri invece rimasti indelebili nel-la mente perché sono state “ec-cezionali” giornate e serate indi-menticabili.Il gruppo di lavoro, o meglio det-to i collaboratori del Carnevaledi Orselina, partecipa da qual-che tempo a questa tradizionedi Paese e ogni anno, senzaproblemi di sorta, si riunisce,anzi potrei dire che ogni annoaumenta il numero dei volonta-ri… Il buon nome del Carnevaleorselinese è ed è sempre statocaratterizzato dall’ottima quali-tà del risotto proposto dalle cu-cine di sua Maestà Re Tapior. Uncosiddetto risotto 5 stelle Gour-met. Lo dimostra la presenza disudditi provenienti da ogni do-ve, forse anche dall’estero!! Pernon citare la luganiga di qualitàeccezionale e di produzione ri-gorosamente indigena.Il Parco comunale di Orselinanel Regno dei Tapior è luogo incui adulti e soprattutto bambinipossono liberamente muoversi,divertirsi e giocare senza peri-coli. Insomma chi non fosse maistato in questo luogo meravi-glioso ha sempre la possibilitàdi rimediare partecipandovi. Gli amici ideatori di questoevento si sono impegnati a sce-

gliere nell’archivio Garbani, fototra le migliaia archiviate quelleritenute più belle e significative,un po’ “serie” da poterle pubbli-care ed essere riconosciute.Senza preferenze si sono pro-poste quelle ritenute più inte-ressanti.Un fascino particolare va attri-buito ai bambini che un tempo,nell’ambito scolastico, si esibi-vano con mascherine e costumifatti dalle loro mamme. Oggi,spesso a malapena, si ricono-scono perché diventate adulte ea loro volta mamme! Baldi gio-vincelli ora sono arzilli vecchiet-ti… Per non rievocare l’ubica-zione delle cucine. Negli anni 65/70 nelle vicinanzedel Ristorante Funicolare, poisul piazzale davanti alla casa alGabi (o di fronte alla PanetteriaCecchettin), per poi insediarsidefinitivamente al Parco di Or-selina. Un anno l’inverno ci gio-cò un brutto scherzo e nevicòtutta la notte; il mattino seguen-te, senza ripensamenti, fummocostretti a trasferirci con la cuci-na sul piazzale della Chiesa e ilrisotto fu preparato e distribuitoal pubblico nei diversi ristorantidel paese. Senza esitazioni tro-vammo dunque la soluzione pernon annullare la distribuzionedel risotto.

Le foto scelte vengono espostedal 1. maggio nelle 14 vetrinettelungo Via al Parco e Via Santuario. Un libro fotografico sarà pubblica-to nel corso dell’anno.

Mit einer Reihe von Foto-grafien und Kommenta-ren wollen wir zeigen,

wie wir – und vielleicht auch Sie– in den vergangenen 50 Jahrenden Karneval von Orselina erlebthaben. Viele dieser Erinnerun-gen sind bereits in Vergessen-heit geraten, andere wiederumbleiben unauslöschlich im Ge-dächtnis, einfach deswegen,weil es aussergewöhnliche Tageund unvergessliche Abende wa-ren. Seit vielen Jahren beteiligensich zahlreiche Mitarbeiter desKarnevals von Orselina an die-ser schönen Tradition. Nach-wuchsprobleme gibt es nicht, je-des Jahr versammelt sich zuden Anlässen eine wachsendeZahl von freiwilligen Helfern. Dergute Ruf des Karnevals basierteschon immer in erster Linie aufder grossartigen Qualität des Ri-sottos aus der Küche seiner Ma-jestät Re Tapior. Man kann sozu-sagen von einem 5-Sterne-Gourmet-Risotto sprechen. Dasbeweist auch das Erscheinenzahlreicher „Untertanen“ ausdem Umland, wahrscheinlichsogar aus dem Ausland!! Nichtzu vergessen ist dabei auch dieköstliche „luganiga“ (tessinerWurst-Spezialität), von besterQualität und natürlich aus re-gionaler Produktion. Der Parkvon Orselina ist das idealeReich des Karnevalskönigs Ta-pior, denn gemeinsam mit denErwachsenen können dort dieKinder ohne Risiko herumren-nen und spielen. Wer diesewunderbare Festivität nichtkennt, sollte das Versäumnisnachholen und beim nächstenMal unbedingt teilnehmen. DieFreunde und Gründer des An-lasses haben sich die Mühe ge-macht, im Archiv von GarbaniFoto aus tausenden Bildern dieschönsten herauszusuchen, um

der Öffentlichkeit eine spannen-de Fotoreihe präsentieren zukönnen. Gewählt wurden die in-teressantesten und fotografischgelungensten Aufnahmen. Einbesonderes Augenmerk legtensie dabei auf die Kinder, die frü-her mit der Schule zum Karnevalkamen und dabei Masken undKostümen trugen, die ihre Müt-ter geschneidert hatten. Heutesind die „Kleinen“ kaum wieder-zuerkennen: sie sind erwachsengeworden, nun selber Eltern.Und aus den kecken Jünglingenvon früher wurden rüstige Rent-ner… In Erinnerung zu rufen istauch noch die Frage des Stand-orts der Küche. In den Jahren1965/70 wurde in der Nähe desRistorante Funicolare gekochtund gefeiert, danach auf demkleinen Platz vor dem Haus „alGabi“ oder gegenüber der Pa-netteria Cecchettin. Erst späterwurde der endgültige Standortim Park gefunden. Ein Jahr aller-ding spielte der Winter den Kar-nevalisten einen bösen Streich:Es schneite die ganze Nacht.Am folgenden Tag waren wir ge-zwungen, die Küche auf denkleinen Platz vor der Kirche zuverlegen. Das Risotto wurdenach der Zubereitung in den ver-schiedenen Restaurants von Or-selina serviert. Es wurde alsounverzüglich eine Lösung ge-funden, um das Risotto-Essennicht ausfallen lassen zu müs-sen. Liebe Leserinnen und Le-ser: Schauen Sie sich aufmerk-sam die Bilderreihe an und öff-nen Sie gemeinsam mit uns dasErinnerungsalbum des Karne-vals von Orselina.

Die ausgewählten Fotos werdenab dem 1. Mai in 14 Schaukästenentlang der Via al Parco und derVia Santuario ausgestellt. EinFotoband soll im Verlauf desJahres erscheinen.

Da 51 anni si celebrail Carnevale

51 Jahre Karnevaldi/von GIANNI CAMINADA

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11-13.3• L’immagine e la parola

Locarno/Ascona

16-20.3• Locarno Camelie

14-17.4• Eventi Letterari

Ascona

17.4• Slow-Up Ticino

Locarno-Bellinzona

1.5-19.6 • Sapori Ticino

6-8.5• Brocante

Locarno

13-16.5• Festival

Artisti di StradaAscona

14/21/28.5• Festival Ruggero Leoncavallo

Brissago

28.5• Notte Bianca

Locarno

23.6-2.7• JazzAscona

5-19.7• Festival Organistico

Magadino

7-17.7• Moon and Stars

Locarno

8.7-4.8• Vallemaggia

Magic Blues

15-17.7• Polo Cup Ascona

21-24.7• CSI Ascona

22-24.7• Luci e Ombre

Locarno/Muralto

3-13.8• Festival del film Locarno

6.8• Verzasca

Country FestivalSonogno

26-28.8• Rombo Days

Locarno

3-4.9• Triathlon Locarno

5.9-14.10• Settimane Musicali

di AsconaAscona/Locarno

13.9-23.10• Autunno Gastronomico

Lago Maggiore e Valli

25.9• Walking Day

& Ladies Run TicinoLocarno

1.10/8.10• Festa delle Castagne

e Sagra d’AutunnoAscona

16.10• Ascona-Locarno

Marathon

24.11.2016-6.1.2017• Locarno on Ice

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