ORPO CHE ORTO · 1 I mesi primaverili sono stati densi di impegni ed attività che han-no coinvolto...

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MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA CASCINA“IL CAMBONINO VECCHIO” viale Cambonino, 22 - Cremona tel. / fax 0372 560025 ORPO CHE OR ORPO CHE OR ORPO CHE OR ORPO CHE OR ORPO CHE ORT T TO O O Acquerello di Euro Paulinich

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MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINACASCINA “IL CAMBONINO VECCHIO”

viale Cambonino, 22 - Cremonatel. / fax 0372 560025

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Acquerello di Euro Paulinich

n. 27 anno 2015

L’occuparsi della terra e delle piante puòconferire all’anima una liberazione, unaquiete simili a quelle della meditazione.

Herman Hesse

Dispensa ad uso divulgativo distribuita gratuitamente.

A cura di Marisa Ghilardi, Anna Mosconi, Franca Ongini, EuroPaulinich.

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I mesi primaverili sono stati densi di impegni ed attività che han-no coinvolto il Museo ma anche tanti soggetti che intorno ad essogravitano.

Numerosi sono stati gli eventi che il Museo ha organizzato edospitato e di ognuno viene data una breve descrizione nelle pagi-ne che seguono. Dalla rassegna di “Mandolini in concerto”, sinoall’inaugurazione della mostra sull’alimentazione realizzata perrichiamare EXPO 2015, la cascina Museo ha visto varcare il gran-de portone d’ingresso centinaia di ospiti che insieme al nutritonumero di alunni e scolaresche hanno ogni volta animato la cortee le stanze del museo dalle atmosfere un po’ antiche.

Ora si riprende fiato. Il Museo chiude per i due mesi estivi diluglio e agosto garantendo però l’apertura nelle 4 serate di spetta-colo della rassegna “Burattini d’estate”: 30 luglio, 6, 13, e 20 ago-sto.

Buona estate e buona lettura!

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EVENTI IN MUSEO

Venerdì 10 aprile 2015 ore 18.00

Sempre nell’Oratorio della Beata Ver-gine di Caravaggio presso il MuseoCambonino, Concerto per liuto: DallaVergine gentile alla Barchetta in mare.Canzoni, balli e ricercari; laudi e tra-vestimenti. Eroici poemi nel primo cin-quecento. Liuto: Roberto Cascio.

RASSEGNA MANDOLINI IN CONCERTO

Martedì 7 aprile 2015 ore 18.00

Santa Messa nell’Oratorio della BeataVergine di Caravaggio presso il Mu-seo Cambonino, celebrata da Don Al-berto Martinelli in ricordo della nasci-ta di Padre Silvio Pasquali.

PADRE SILVIO PASQUALICELEBRAZIONI VERSO LA BEATIFICAZIONE

Nell’ambito del Programma Cultu-ra 2015 del Comune di Cremona, ilMuseo Cambonino in collaborazionecon Ernesto Piazzi srl. ha organizzatouna rassegna di concerti volti a valo-rizzare il mandolino ed il suo reperto-rio con anche assaggi di musiche po-polari e folkloristiche..Domenica 3 maggio 2015 ore 17.00

Quartetto Bellomo di Crema.In programma brani di repertoriomandolinistico tra fine 800 e inizi 900(Maciocchi, Sterzati, Sartori, Munier,ecc). Il primo appuntamento della ras-segna mandolini in concerto si è svol-to in concomitanza con la giornata de-dicata alle “Invasioni digitali”.

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Domenica 10 maggio 2015 ore 18.00

I Mandolinisti di Parma e Bologna.L’orchestra, diretta da Maria CleofeMiotti, riunisce gruppi mandolinisticidelle due città, a cui da alcuni anni sisono uniti alcuni elementi del Gruppomandolinistico del Museo Cambonino.In programma brani di repertoriomandolinistico e trascirzioni di piùcelebri pagine d’opera.

Domenica 17 maggio 2015 ore 17.00

Gruppo Padano di Piadena eTrio Mandolinistico del MuseoCambonino.Il concertino dell’amore - canti e se-renate mandolinistiche della tradizio-ne popolare da una idea di Sergio Lodi.Tema del programma: l’Amore concanti della tradizione orale contadinae musiche eseguite un tempo dai grup-pi mandolinistici che erano diffusissi-mi su tutto il territorio italiano. La for-mazione a trio (due mandolini e unachitarra), riprende quella tipica di am-bito famigliare presso cui veniva dif-fusa la cultura mandolinistica attraver-so riviste specializzate quindicinali

CORSO DI DISEGNO E ACQUERELLO

Sabato 9, 16, 23 e 30 maggio 2015

Per 4 sabati consecutivi dalle 9.00 alle13.00 presso il Museo Cambonino siè svolto un corso di disegno ed acque-rello, organizzato dal Museo in colla-borazione con il Circolo ACLI “PadreSilvio Pasquali”.Docente: Aldo Barlassina.

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Sabato 23 maggio 2015 ore 16.00 - Casa StradivariDomenica 24 maggio 2015 ore 18.00 - Museo del Lino di Pescarolo

La Camborchestra, Orchestra Popolare del Museo Cambonino, sotto la guida di Mau-rizio Padovan, si è esibita in un concerto dedicato alle suonate di Giuseppe Bodini,maestro e violinista originario di Pescarolo, autore di un trattato didattico musicale ecercatore di tesori nascosti. L’orchestra si è esibita in forma di prova aperta pressoCasa Stradivari e, grazie all’ospitalità di Stefana Mariotti e Fabrizio Merisi, in for-ma di lezione concerto presso il Museo del Lino di Pescarlo.

LE SUONATE DI GIUSEPPE BODINI 1872Il violino popolare cremonese tra leggenda e stregoneria

I DINTORNI DELLA NOTTEAnticipazione della mostra sull’alimentazione

Expo 2015 - Padiglione Cambonino - “Omaggio a Camboldo”

Sabato 16 maggio ore 15.00

Nell’ambito delle iniziative collateralialla Notte dei Musei al Cambonino,in collaborazione con gli Amici delCambo, sono state presentate una mo-stra, che sarà inaugurata il 6 giungop.v., ed un corso di cucina per bambi-ni che partirà a settembre. I bambinihanno potuto preparare gustosi biscottimanipolando farina, uova e burro,nonche partecipato alla caccia al teso-ro esplorando gli ambienti della casci-na Museo nonché disegnare unCamboldo, mascotte del Cambonino.

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Per ragioni di maltempo lo spettacolo “C’era una volta un corpo… quel corpo senti-va di vivere” anzichè presso il Museo Cambonino si è svolto presso l’auditoriumENAIP di Cremona. Ideato da Laura Denti in memoria di Don Luisito Bianchi, lospettacolo ricade all’interno del "Obsculta Fili" presentato per il "Programma Cultu-ra 2015" del Comune di Cremona. Hanno partecipato:Federico Fattinger, LeonardoCremaschi, PosainOpera Ballet, Studenti Einaudi, Indirizzo tecnico grafico e tecni-co turistico, Studenti ENAIP ,indirizzo estetista, panificazione e parrucchiera, Stu-denti I.I.S. “A. STRADIVARI”, Studenti Liceo Musicale “A. STRADIVARI”.

SAGGIO FINALE DI MUSICAMBOGiovedì 28 maggio 2015 ore 16.00

Si è svolto presso il Museo il saggiofinale di Musicambo, progetto musi-cale che coinvolge la scuola materna"Lacchini" e la scuola primaria"Miglioli".Attraverso lo studio di stru-menti musicali, Musicambo promuo-ve valori di incontro e socializzazioneorientati a riconoscere, accettare e va-lorizzare vissuti personali, progetti,culture e competenze diverse.

MESE DI MAGGIOMartedì 27 maggio 2015 ore 21.00 e Domenica 31 maggio 2015 ore 20.30

Come da tradizione, durante il mese mariano, anche la Cascina Cambonino con il suopiccolo Oratorio, dedicato alla Beata Vergine di Caravaggio, è stata luogo di pre-ghiera: martedì 27 per una messa sull’aia celebrata da Don Alberto e domenica 31per un rosario. L’arrivo in Cascina è stato preceduto da una lunga processione origina-tasi alla chiesa parrocchiale dei SS. Nazario e Celso.

OBSCULTA FILIMartedì 30 giugno 2015 ore 21.00

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INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA SULL’ALIMENTAZIONEExpo 2015 - Padiglione Cambonino - “Omaggio a Camboldo”

sabato 6 giugno 2015 ore 17.00

SAGGIO FINALE DI MUSIC ON STAGEMartedì 30 giugno 2015 ore 21.00

Alla presenza di Marisa Ghilardi,Franca Ongini, Euro Pulinich e DanioMilanesi, nel caldo pomeriggio di sa-bato 6 giugno, è stata inaugurata lamostra didattica pensata in linea con itemi di Expo 2015. La mostra, che saràvisitabile fino al 31 ottobre p.v, pro-pone argomenti legati all’alimentazio-ne nel mondo contadino con partico-lari riferimenti a gallina, maiale, muc-ca, mais e frumento.

FESTA AUSER UNIPOPSabato 30 maggio 2015 ore 16.00

In occasione della chiusura dell’annoaccademico 2014/15, l’Auser InsiemeUniversità Popolare delle Liberetà, haorganizzato presso il Museo la festafinale con docenti e corsisiti che han-no frequentato le lezioni. L’aia si è ani-mata con stand, musica, buffet. I par-tecipanti sono stati guidati nella visitaal Museo e hanno potuto assistere allapresentazione dei nuovi corsi.

Con un concerto serale presso la Ca-scina Cambonino, si è concluso l’an-no accademico della scuola Music onStage diretta da Monica Azuaga. Sulpalco si sono alternati gli allievi dellascuola che hanno cantato, conl’ausilio di basi musicali registrate,cover di autori italiani e stranieri tra ipiù noti e popolari. Un numeroso pub-blico ha seguito con partecipazione losvolgersi della serata.

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DEDICATO A ROSSELLAPremiazione del concorso di poesia dedicato

alla memoria di Rossella Ferraris.

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di Marisa Ghilardi

29 maggio 2015. Nell’aia si fa silenzio. Sul palco il microfono è già acceso e tuttoè pronto per la premiazione della tre classi delle Scuole Elementari vincenti lasettima edizione del Concorso dedicato a Rossella. Un po’ di emozione per tutti:per Franca e Angela, promotrici dell’iniziativa, per Annalisa che deve leggerenumerose poesie, per i ragazzi che si sono cimentati nelle composizioni sul tema“ Erbe ed erbacce nella natura...e nel cuore”. Un argomento forse non semplice,ma che, proprio per questo ha stuzzicato fantasia, sensibilità, analisi puntualedi un’ affettività spontanea che si rivolge alla natura.I ragazzini, a volte, sembrano svagati, forse indifferenti alla bellezza della natu-ra, ma quando sono guidati da una mano esperta che sa far galleggiare le con-sapevolezze del mondo che li circonda, sanno essere profondi e sanno dare ilmeglio della loro interiorità. Lo dimostrano le loro poesie.Così “Sulle soglie infelici di un campo” dove non crescono che ortiche e rovispinosi, Emanuele Negri scopre che “sulle soglie dell’uomo solitario” ci sonosolo solitudine e tristezza. Per Sofia Delindati, la contrapposizione tra la grami-gna e il prezioso grappolo d’uva è un commosso invito a trasformare tutto ciò ingioia e amicizia. La classe 4 B della Scuola Trento Trieste, invece, ha colto pie-namente il significato metaforico “dell’erba grama” che è di, volta in volta,litigio, tristezza, rabbia, paura e dolore.Nell’infinito regno vegetale i poeti in erba hanno trovato anche campi di pratolineche fanno pensare all’amore, girasoli superbi che osano guardare il sole e qua-drifogli da conservare con cura. Si potrebbe camminare a lungo in questo pae-saggio verde e colorato dove tra erbe profumate i piccoli poeti hanno scopertola possibilità di “coltivare le speranze” di tempi migliori. Le tre classi vincitricisi sono meritate un premio in denaro e, da non sottovalutare, numerosi libri :saggi per gli insegnanti e narrativa per ragazzi sul tema “ erbe ed erbacce”. Adapplaudire c’erano alcune autorità del Comune, il vicesindaco Maura Ruggerie la Dirigente del Sistema Museale dott.ssa Maurizia Quaglia.29 maggio: una mattina speciale, una cerimonia semplice e toccante, allietataanche da uno sfizioso spuntino sotto i portici del Museo. Solo un velo di tristez-za e la pressante nostalgia per la perdita di Rossella, una ragazza tragicamentesottratta alla vita e all’affetto dei suoi familiari. A lei che amava la poesia, cheera lei stessa creatrice di versi spesso dedicati alla natura e suoi affetti più inti-mi, va l’omaggio delle liriche oggi premiate.

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PRESENTAZIONE DELLA MOSTRAExpo 2015 - Padiglione Cambonino -

“Omaggio a Camboldo”

Protagonisti di questa mostra sono il grano, il mais, la mucca, il maiale e lagallina.

Questa scelta trova la sua principale motivazione nel fatto che questi due cere-ali e questi tre animali hanno avuto un ruolo essenziale nel lavoro e nell’alimen-tazione dei contadini delle nostre cascine per lungo tempo, fino ai primi decennidel secolo scorso, quando migliorarono anche le condizioni socio-economichedelle popolazioni rurali.Mais e frumento, frutto di un estenuante lavoro di uomini e donne e distribuitoin rapporto uno a cinque dai proprietari costituivano il piatto principale, senon unico dei pasti in cascina. Per questo ad essi sono stati dedicati pannelli chene illustrano le caratteristiche biologiche ed i prodotti che ne sono derivati.Le preziose informazioni delle foto realizzate dal Gruppo A.V.I.S. “Teatro deiRicordi” di Castelverde sono corredate da didascalie in italiano, dialetto edinglese, che rimandano alla maggiore immediatezza del linguaggio fotografico,testimoni della fatica e della povertà dei cibi.Con lo stesso criterio e gli stessi strumenti sono stati rappresentati la gallina, ilmaiale e la mucca, che venivano allevati in compartecipazione e i cui prodottiderivati costituivano una garanzia di una migliore sussistenza, nonostante lasproporzionata divisione tra proprietari e contadini.Sono presenti anche pannelli che propongono curiosità letterarie sulla gallina eche si rivolgono in particolare ai più piccoli e fotografie di opere di famosi pitto-ri che dai nostri quattro protagonisti hanno creato capolavori.Che mais, frumento mucca, maiale e polli, da tempi immemorabili, siano statipresenti nella vita di moltissime civiltà lo dimostrano anche i pannelli che ripor-tano le foto di monete in cui l’effige li rappresenta.E....per chi volesse cimentarsi, ricette contadine e moderne sottolineano come,pur riveduti e corretti, molti dei nostri piatti si basino su antichi cereali e carni.Su tutta la mostra campeggiano i “Camboldi” (scherzosa fusione fraArcimboldoe Cambonino) e i quadri di vita contadina di Euro Paulinich.

Testi di: MARISA GHILARDI, ANNA MOSCONI, FRANCA ONGINI, EURO PAULINICHTraduzioni in dialetto cremonese di: FRANCA PIAZZI ZELIOLITraduzini in inglese di: GIOVANNI SEGHELINIFotografie di : DANIO MILANESI , SERGIO DONETTI, FRANCO RIZZI

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NUOVI ... VECCHI MELONIdi Ettore Amadio

Ma potrebbe essere della partita anche il melone Banana (foto), probabil-mente appartenente alla sottospecie flexuosus, e non considerato simile aimeloni invernali del Sud Italia (gialletti e tipi della sottospecie inodorus ),malgrado le dimensioni analoghe. Appare di forma ovale, spesso superiorea 4 kg, bianco internamente e verde liscio all’esterno, molto dolce e relati-vamente conservabile. Ritenuto originario delle regioni meridionali italia-ne, è stato poi trasferito negli USA dai nostri emigranti ma è stato coltiva-to, anche se in modo frammentario, nelle zone emiliane a noi vicine. Maritengo che tale tipo possa essere considerato autoctono: infatti è dipintoall’interno del Palazzo del Giardino di Sabbioneta (MN), risalente allafine del 1500: sono rappresentati 2 meloni: uno tondo, grosso e un altroovale che potrebbe essere considerato il melone Banana.

Nella biodiversità cremonese mantovana dei meloni sono da considerareanche le varietà coltivate dall’esperto produttore Dino Longhi di Ostiglia(MN) e dove sta per essere allestito il Museo del Melone: il melone BananaPasta Arancio, il melone Pasta Bianca, originario della vicina provincia diRovigo, e il melone Zatta Longhi (più piccolo del nostro).

Ho a disposizione i semi di tutte queste vecchie varietà; si possono avereanche alle prossime manifestazioni a cui parteciperò, a nome dell’Associa-zione Civiltà Contadina Gruppo Locale Cremona - Mantova: 18 - 19 apri-le a Castiglione delle Stiviere (MN) alla Festa della Terra, al SeMi Scambiil 25 aprile a Castelponzone di Scandolara Ravara, il 7 giugno alla Fiera diVescovato in piazza centrale e il 14 giugno alla Cascina Concessione diIsola Dovarese, sededell’Ecomuseo locale, inoccasione della manifesta-zione La Via Lattea. Inol-tre il prossimo 21 giugnosarà presentata una esau-riente pubblicazione sullabiodiversità cremonese emantovana da parte delConsorzio AgrituristicoMantovano, nella propriasede di Borgo Chiesanuovadi Mantova.

RICORDI D’INFANZIANEGLI ORTI DEI MIEI NONNI MATERNI

di Franca Ongini

IL PESCO

Era vecchio e contorto. Eppure, a primavera, palpitava di infiniti fiori rosa.Li contemplavo … e stabilivo una correlazione ingenua tra essi e le carto-line auguranti Buona Pasqua, che si spedivano allora: cartoline fiorite dipeschi, appunto, con sentieri segnati nel verde nuovo, uno dei quali porta-va senz’altro a una piccola chiesa, mentre nuvolette bianche lasciavanospazi liberi alle rondini in volo, e le campane squillavano facendo saltellareagnellini candidi.

È ovvio che l’orto dei nonni materni in campagna non avesse nul-la di edulcorato o stucchevole come invece profondevano i paesaggi imma-ginari delle cartoline pasquali. E infatti, accanto al vecchio pesco fiorito,io, bambina molto sensibile e timorosa, intuivo quello che Piero Camporesiscrive magnificamente nelle seguenti poche righe: … “… la terra vive im-mersa in una densa atmosfera di relazioni sensitive, in un intrecciarsi diimponderabili consensi e di inimmaginabili dissensi, percorsa dal brividodell’amore e dal richiamo della morte” …1

A quei tempi, essere ammaliata dai fiori di pesco rosa e il riuscirea riprodurre in disegni altrettanto colorati le cartoline festanti della Pa-squa … blandivano il senso del mistero che mi inquietava.

1Piero Camporesi, Le officine dei sensi, Garzanti, 1985, pag. 31

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LE PESCHE

Anzi, “i perseghin” (così la parola dialettale mi risuona nel ricordo) …perché quel vecchio albero contorto, nell’orto dei nonni materni in campa-gna, meravigliosamente fiorito di rosa in primavera, nella tarda estate of-friva solo pesche piccolissime. Però numerose e molto buone. Per nulla ap-pariscenti, con la buccia verdognola, erano ambite dalle zie nubili, che,ridenti e vigorose, afferravano le vecchie scale a pioli di legno, per raggiun-gere anche i rami più alti del pesco, avventurosamente. L’animazione micoinvolgeva: richiami, incoraggiamenti, inviti alla prudenza, esclamazionidi meraviglia … e lo spaccare a metà con le mani le piccole pesche piùmature per mangiarle subito. Ne finivano più in pancia che nelle ceste. Macosì doveva essere. Infatti in casa non se ne sarebbe fatto un granché. Tan-to valeva appagarsene subito, scegliendo, di volta in volta le più cedevoli altatto.Io non potevo inerpicarmi tra i rami dell’albero favoloso, ma, ai suoi piedi,fremevo in attesa di ricevere le piccole pesche già spaccate a metà, perchémi risultasse più facile cibarmene. Quei frutti sollecitavano un’esperienzadi piaceri per tutti i sensi. Allora non sapevo che mai avrei dimenticato ilvelluto della buccia, il colore bianco delle polpa, le venature rosate nell’in-cavo del nocciolo, la consistenza compatta ma pronta a sciogliersi in boccadell’intera pesca, dolce, arrendevole, ma, in fondo in fondo un po’ selvaticacome il suo profumo. Allora non sapevo che sempre, poi, avrei paragonatoogni pesca estiva a quelle della mia infanzia nell’orto dei nonni in campa-gna e sempre avrei considerato perdenti le pesche acquistate nei negozi.Tali miei vissuti s’alleano a brevi ma intense parole di Piero Camporesi …“La vita vegetale, la verde esistenza linfatica, rappresenta per noi un re-moto modello non umano, la diversità pressoché assoluta, l’alterità con-turbante e inaccessibile” …1

1Piero Camporesi, Le officine dei sensi, Garzanti, 1985, pag. 9

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LAPIDARIOLAPIDARIOLAPIDARIOLAPIDARIOLAPIDARIOIL CARBONEdi Euro Paulinich

In passato era utilizzato per alimentare alcuni mezzi di trasporto ? quali loco-motive e le navi a vapore ? e per riscaldamento degli edifici.L’uso del carbone per la produzione di energia è globalmente uno dei fattoriprincipali dell’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre, princi-pale causa dell’effetto serra e del riscaldamento globale.Non va dimenticato che la combustione del carbone (come d’altra parte anchequella del metano, gas a sua volta combustibile fossile) tende a continuare an-che in carenza di ossigeno; tale combustione avviene a spese dell’anidridecarbonica già prodotta generando il temibilissimo gas ossido di carbonio, inco-lore e inodore, di estrema velenosità, responsabile, nei mesi freddi, di moltesciagure. Quindi ci si ricordi di areare sempre e bene i locali in cui si vive e neiquali vi sono combustioni di qualunque tipo in atto.

UTILIZZIIl carbone è una delle principali fonti di energia dell’umanità. Nel 2010 circa il40% dell’energia elettrica mondiale è stata prodotta bruciando carbone, e le

Il carbone (o carbon fossile) è uncombustibile fossile estratto daminiere sotterranee o a cielo aper-to. La formazione del carbone ri-sale a 300 e più milioni di anni fa,quando un clima caldo e umido edun’elevata concentrazione di CO2(anidride carbonica) favorirono lacrescita di alberi giganti: la loromorte (favorita da periodiche edimmani inondazioni) e la successi-va degradazione, assistita da fun-ghi e batteri in condizioni pesante-mente anaerobiche, hanno portatoa quelli che conosciamo come car-boni fossili.Dall’inizio del suo massiccio sfrut-tamento, associato alla Rivoluzio-ne Industriale del ‘700, rimane tut-tora un combustibile di fondamen-tale importanza, e un quarto del-l’elettricità di tutto il mondo vieneprodotta usando il carbone.

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TIPI DI CARBONE

TorbaTorbaTorbaTorbaTorbaLa torba non è un vero e proprio carbone fossile, in quanto deriva da pianteerbacee che hanno subito una trasformazione parziale. Ha un aspetto spugnosoo addirittura filamentoso e un colore scuro. Si trova in giacimenti superficialidetti tortbiere, da cui viene estratta con una draga (macchina da scavo). Con-tiene molta acqua e ha un alto contenuto di ceneri. Viene usata soprattutto inagricoltura, per arricchire il suolo con sostanze ricche di humus.È leggera, spugnosa, con colorazione dal bruno chiaro al nerastro.Si è formata dalla decomposizione di vegetali in zone paludose con clima umi-do temperato o freddo, ma non caldo (la velocità di evaporazione dell’acqua ela decomposizione veloce e totale non consentono la formazione di torba ad altetemperature; alcune di queste zone sono la Terra del Fuoco, l’Irlanda, leFalkland, l’Islanda, la Germania, i Paesi Bassi, l’Austria).

LigniteLigniteLigniteLigniteLigniteLa sua formazione risale a circa 80 milioni di anni fa. Questo carbone presentaancora la struttura del legno da cui ha avuto origine. I giacimenti si trovanoprevalentemente in superficie e pertanto viene estratto in miniere a cielo aper-to. Non è un buon combustibile e quindi economicamente poco conveniente;viene di solito utilizzata per alimentare centrali elettriche o per produrre gas,ammoniaca, petrolio sintetico.La lignite è un carbone fossile di formazione relativamente recente, originatosida foreste del secondario e del terziario. È un sedimento fossile, organico e com-bustibile; si presenta con colore da bruno a nero e pertanto viene chiamatoanche carbone marrone. Questo combustibile è stato ampiamente utilizzato intutta Italia fino agli anni cinquanta e sessanta, soprattutto per la produzionedell’energia elettrica necessaria alla nascente industria italiana.È difficile da immagazzinare e trasportare perché presenta un forte rischio dicombustione, e all’aria aperta tende a polverizzarsi.

LitantraceLitantraceLitantraceLitantraceLitantraceIl litantrace è il carbone fossile inteso nel senso vero e proprio del termine.Ha un contenuto di carbonio tra il 75% e il 90%; la sua formazione risale acirca 250 milioni di anni fa e si trova in strati compressi tra rocce di composizio-

riserve accertate ammontavano ad almeno 300 anni di estrazione.Dal carbone è possibile ottenere altri tipi di combustibile, più facilmentetrasportabili e con un maggior rendimento, ma comunque inquinanti; i processinormalmente utilizzati per raffinarlo sono la gassificazione e la liquefazione.

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ne diversa. È il carbone più diffuso in natura e il più utilizzato a livello indu-striale e per la produzione di energia elettrica. Da esso si ottiene anche il coke,un carbone artificiale compatto e resistente impiegato negli altiforni.Duro e compatto, presenta in genere bassa umidità e un tenore di ceneri abba-stanza contenuto, che di solito è sul 3-7% e solo raramente raggiunge valori piùelevati.Aumentando il tempo di fossilizzazione, diminuisce la quantità di acqua: que-sto è un aspetto molto importante perché la presenza di acqua fa aumentare icosti di trasporto e diminuire il potere calorico del carbone.

AntraciteAntraciteAntraciteAntraciteAntraciteÈ il carbone proveniente da resti vegetali preistorici più antico; contiene unapercentuale di carbonio pari al 90% ed ha un potere calorifico molto elevato.Questo tipo di carbone risale a circa 400 milioni di anni fa. Ha colore nero elucentezza metallica, è un carbone duro e fragile e più pesante degli altri, dàuna fiamma con poco fumo, sviluppa moltissimo calore, essendo il carbonepiùantico è il più ricco di carbonio, ma viene utilizzato molto poco perché assaicostoso, essendo difficilmente reperibile.È il carbone di qualità superiore, usato principalmente per il riscaldamentodomestico. È duro, fragile e nero, lucido e contiene un’alta percentuale dicarbonio fissato e una bassa percentuale di materia volatile. L’umidità conte-nuta nell’antracite appena estratta è in genere inferiore al 15%. .A partire dal 1980, gli scarti e i detriti di antracite vengono usati per la genera-zione di energia elettrica.

CARBONI NON FOSSILI - COKEIl coke è un residuo solido carbonioso di litantrace bituminoso con bassi livellidi cenere dal quale le componenti volatili siano state estratte attraverso la cot-tura in forno alla temperatura di 1000 °C e in assenza di ossigeno. Questo pro-cedimento permette di fondere il carbonio fisso con le ceneri.È grigio, duro e poroso, e ha potere calorifico elevato. I sottoprodotti della con-versione del carbone in coke sono catrame opece, ammoniaca, oli leggeri e “car-bone gassificato”, o “gas di cokeria”.Il coke è ottenuto da dei processi di raffinazione del petrolio e del litantrace inimpianti chiamati cokerie, che solitamente fan parte del complesso di un im-pianto siderurgico. La cokeria è composta da forni costituiti da una serie dicelle rivestite internamente di mattoni refrattari.Il carbone fossile viene chiuso ermeticamente nelle celle che vengono riscaldatedall’esterno con le fiamme di un gas che brucia nell’intercapedine tra una cellae l’altra. Il carbone rimane nelle celle alla temperatura di 1200/1300 °C per untempo di 14/15 ore, durante il quale si libera di buona parte dello zolfo e dellematerie volatili e acquista quelle caratteristiche di porosità e resistenza mecca-nica necessarie per il suo utilizzo nell’altoforno.

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Mediamente per ogni 1000 kg di carbone fossile vengono gas, 700 kg di coke, 55kg di idrocarburi pesanti e aromatici (naftalina, benzolo, catrame, ammoniaca,coloranti, materie prime per l’industria farmaceutica, fertilizzanti, ecc.). Il gasè un ottimo combustibile e dopo un’adeguata depurazione viene utilizzato nellostesso stabilimento siderurgico come combustibile per la cokeria.Il carbone fossile come tale non può essere direttamente utilizzato in applica-zioni metallurgiche, perché è compatto, friabile, ricco di zolfo e di materie vola-tili che danneggerebbero irrimediabilmente le colate.In virtù del suo alto potere calorifico, il coke è utilizzato come combustibile ecome agente riducente nei forni fusori dei minerali metalliferi (altoforni).

BREVI CONSIDERAZIONI FINALI

Le cose da richiamare su un tema così ampio sarebbero un’infinità; da questabreve e necessariamente sintetica esposizione si può arguire come l’uso del car-bone nelle campagne fosse assai limitato soprattutto da motivi economici dicosti insostenibili da parte di chi già incontrava difficoltà a mettere il pranzocon la cena. D’altra parte si disponeva di legna in relativa abbondanza purconsiderando che il suo potere calorifico non era in alcun modo paragonabile aquello del carbone.Il suo utilizzo era dunque confinato all’attività industriale (produzione di vapo-re e lavorazione metalli), alla mobilità dei mezzi di trasporto (treni, navi, ecc.) ealla vita domestica di chi poteva permetterselo.A proposito di legname e di fuochi domestici, non va dimenticato che l’approv-vigionamento di questa materia prima, così indispensabile alla quotidianità dellepopolazioni rurali, non era così libera: anche questa era regolamentata da fer-ree regole di raccolta e distribuzione. Così come, ad esempio, la spigolatura delfrumento era subordinata al benestare della proprietà, anche la raccolta dellegname rispondeva alle stesse regole.Sic transit…

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BESTIARIOBESTIARIOBESTIARIOBESTIARIOBESTIARIOIL MAIALEdi Euro Paulinich

L’immagine del maiale o porco, è legata nel pensiero collettivo all’idea di spor-cizia, di ingordigia, di soddisfazione bestiale e questo è ciò che emerge anche neisogni.

Il maiale ha una forma tozza e pesante, un’andatura goffa un aspetto che ri-chiama i bisogni del corpo e la materialità. Per il suo nutrirsi di ogni cosa cherisulti commestibile viene considerato presso alcune culture e religioni un “ani-male impuro” e le sue carni non possono essere consumate se non commettendoun grave peccato.

Al contrario, l’abbondanza di queste, il gusto saporito, la possibilità di utiliz-zarle per intero, lo hanno reso nel mondo occidentale un simbolo importante,centrale per il mondo contadino, in cui l’uccisione del maiale seguiva ritualilegati all’abbondanza ed era occasione di festa e di aggregazione.

Immagini di questo tipo o sotto forma di scrofa che allatta i suoi piccoli, indica-no nei sogni un simbolo di abbondanza e di fecondità. In tutti gli altri casi ilmaiale rappresenta l’istintualità più cieca ed ignorante, la sessualità turpe elasciva, la soddisfazione più bieca ed egoista.

Si pensi alle espressioni comuni dispregiative e giudicanti in cui il maiale è coin-volto: E’ un vero maiale! E’ un porco! Un vecchio porco! Mangia come un ma-iale! Si comporta come un porco. E’ una vera troia! ecc...

Così nei sogni il maiale o porco ripropone con la sua presenza proprio questiaspetti di soddisfazione personale, sessuale, gastronomica o pecuniaria. Per latradizione popolare il maiale onirico è strettamente legato al denaro (forse peril riferimento simbolico all’abbondanza) e la sua immagine può annunciareguadagni materiali e affari che vanno a buon fine.

Molto più facilmente può indicare la necessità di equilibrare, con aspetti legatial corpo e alla materia, una tendenza esagerata alla spiritualità. Individui cheaspirano alla “purezza” alla bontà e che seguono un rigido codice morale, pos-sono incontrare nei loro sogni il maiale proprio per riflettere sulle loro tendenzee sul bisogno di equilibrarle, restituendo al corpo ed ai suoi impulsi il giustovalore.

Naturalmente l’aspetto del maiale ed il modo in cui si muove nei sogni sarannoindispensabili elementi per comprendere il messaggio. Un porco che si mostra

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aggressivo e pericoloso e che minaccia di attaccare il sognatore può collegarsiad aspetti istintuali molto rinnegati e relativi al sesso.

Un maiale roseo e carino che compare nei sogni dei pre-adolescenti può esseresimbolo di una nascente sessualità, mentre nei sogni di un adulto o di una donnapuò rappresentare la paura di una sessualità “adulta” ed il non sentirsi a pro-prio agio con le pulsioni istintive.

Vedere maiali che razzolano in gruppo o che si attaccano a vicenda può riferirsia qualche situazione reale che il sognatore sta vivendo, a problemi di rivalità edi invidia, di avidità, di sopraffazione, di disonestà.

L’uomo può essL’uomo può essL’uomo può essL’uomo può essL’uomo può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei porci, più tigrescoer più bestiale delle bestie, più porcino dei porci, più tigrescoer più bestiale delle bestie, più porcino dei porci, più tigrescoer più bestiale delle bestie, più porcino dei porci, più tigrescoer più bestiale delle bestie, più porcino dei porci, più tigresco

delle tigri, più velenoso dei sdelle tigri, più velenoso dei sdelle tigri, più velenoso dei sdelle tigri, più velenoso dei sdelle tigri, più velenoso dei serperperperperpenti, più flaccido dei vermi, più apenti, più flaccido dei vermi, più apenti, più flaccido dei vermi, più apenti, più flaccido dei vermi, più apenti, più flaccido dei vermi, più appppppestante diestante diestante diestante diestante di

una carogna, ma è pur capuna carogna, ma è pur capuna carogna, ma è pur capuna carogna, ma è pur capuna carogna, ma è pur capace di space di space di space di space di spaziare con la mente fino agli ultimiaziare con la mente fino agli ultimiaziare con la mente fino agli ultimiaziare con la mente fino agli ultimiaziare con la mente fino agli ultimi

confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi checonfini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi checonfini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi checonfini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi checonfini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che

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la Capla Capla Capla Capla Cappppppella Sella Sella Sella Sella Sistina e la Quinta Sistina e la Quinta Sistina e la Quinta Sistina e la Quinta Sistina e la Quinta Sinfonia, l’ Oinfonia, l’ Oinfonia, l’ Oinfonia, l’ Oinfonia, l’ Odissdissdissdissdissea e la Divina Commedia,ea e la Divina Commedia,ea e la Divina Commedia,ea e la Divina Commedia,ea e la Divina Commedia,

l’ Amleto e il Fl’ Amleto e il Fl’ Amleto e il Fl’ Amleto e il Fl’ Amleto e il Faust.aust.aust.aust.aust.(Giovanni P(Giovanni P(Giovanni P(Giovanni P(Giovanni Papini)apini)apini)apini)apini)

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TEO L’ALCHIMISTAdi Marisa Ghilardi

Da bambino l’aveva entusiasmato un gioco in scatola con la pretenziosascritta “Il piccolo alchimista”. Lo preferiva a qualsiasi altro e passava orea provare, a sperimentare mescolando sostanze diverse. Quasi snobbava lacompagnia dei suoi coetanei. Crescendo aveva scoperto un’altra forma dichimica che però aveva qualcosa in comune con la precedente: l’arte culi-naria. Assemblare elementi diversi, trasformare le materie prime, partireda elementi naturali per ottenerne altri: questo era ciò che lo affascinava.Non è forse una specie di alchimia mescolare, impastare sostanze comple-tamente diverse ed ottenere qualcosa che nella forma, nel colore, nel sapo-re e persino nell’aroma è insospettabilmente lontana dall’origine? Teo, in-vece di smanettare al PC come i suoi amici, impastava a tutto spiano. Aragion veduta, lo soprannominavano l’alchimista-cuoco e Teo ne andavafiero. Fu così che una sera preparò per tutti i tortelli ai carciofi.

Ingredienti:

Per la pasta3 hg di farina bianca

3 uova2 cucchiate di spinaci lessati e finemente tritati

Per il ripieno4 hg di ricotta

6-7 cuori di carciofo, anche surgelatiun paio di cucchiai di grana

sale, pepe qbburro qb

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Esecuzione:

Impasta 2 hg di farina con due uova e stendi l’impasto in una sfoglia sotti-le, quindi ricavane dei dischetti del diametro di circa 9-10 centimetri.Taglia a fette sottilissime i cuori di carciofo, falli rosolare in un tegame conun po’ di burro, quindi aggiungi sale e pepe e lasciali cuocere per circadieci minuti aggiungendo, se necessario, un po’ d’acqua. Mentre si raf-freddano, prepara un’altra sfoglia con 1 hg di farina, un uovo e gli spinacitritati. Stendi anche questa pasta in una sfoglia sottile e ricavane dei dischettidel diametro dei precedenti. Prepara il ripieno mescolando carciofi, ricot-ta, grana, sale e pepe. Sui dischetti di pasta gialla disponi un cucchiaino delripieno e ricopri con la pasta verde chiudendo bene i bordi. Fai cuocere afuoco moderato, scola e servi i tortelli con burro e salvia.

Sua mamma era nata in Africa. Lui sapeva che un giorno ol’altro ci sarebbe dovuto andare. Erano felici, qui.Arrivò il giorno fatidico. Che agitazione!“Non puoi portare nulla. Solo ricordi … pensieri”.“Perché non vieni, zia?” “Ho viaggiato tanto, io. Va’ tu! Ciritroveremo, vedrai”.Fu davvero un lungo viaggio. Si stancò ma mai dubitò. Eranoin tanti, diversi. Parlavano lingue strane ma comprensibili.Lei era bellissima: stavano vicini e si incoraggiavano.Arrivarono, trovarono un posto accogliente. Fu colto da infi-nita tenerezza quando vide il suo uovo bianco e nero.Si avvicinò e sussurrò: Piccolo mio, ti voglio fare una promes-sa: appena potrai torneremo in Italia.

MICROFIABAMICROFIABAMICROFIABAMICROFIABAMICROFIABAMIGRANTI

di Morena Pietra Denti

EVENTI IN MUSEO ........................................................... 2DEDICATO A ROSSELLA ..................................................... 7PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA ......................................... 8NUOVI ... VECCHI MELONI ................................................. 9RICORDI DI INFANZIA NEGLI ORTI DEI MIEI NONNI MATERNI ........ 10IL CARBONE .................................................................. 12IL MAIALE ..................................................................... 16TEO L’ALCHIMISTA .......................................................... 18MICROFIABA .................................................................. 19

INDICE

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SI INVITANOTUTTI I LETTORI

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