orlic_educazione gestuale

21
Maria Luisa Orlic EDUCAZIONE GESTUALE Nuova Prefazione all’edizione italiana e guida al metodo di Maria Rosa Madera Disegni di Zoran Orlic ARMANDO EDITORE

description

orlic_educazione gestuale

Transcript of orlic_educazione gestuale

Page 1: orlic_educazione gestuale

Maria Luisa Orlic

EDUCAZIONE GESTUALE

Nuova Prefazione all’edizione italiana e guida al metododi Maria Rosa Madera

Disegni di Zoran Orlic

ARMANDOEDITORE

Page 2: orlic_educazione gestuale

Sommario

Nuova Prefazione all’edizione italiana e guida al metododi MARIA ROSA MADERA 9

L’educazione gestuale 9Struttura e sviluppo del metodo 10Come valutare l’esito dell’educazione gestuale 15

Introduzione: Nascita di un metododi MARIA LUISA ORLIC 27

Ringraziamento 34

PARTE PRIMA 37

La presa di coscienza di sé 39La respirazione: punto di partenza per la ricercadell’unità del corpo 39Importanza della personalità del rieducatore, con il qualeil malato si identifica 41La prima seduta, che stabilisce un contatto con il metodoe con il materiale, deve riuscire perfettamente 42Descrizione di una seduta-tipo 44

Imparare a distendersi e a riposarsi; L’apprendimento dellarespirazione totale; Lo stiramento di tutto il corpo al terminedel primo momento di silenzio; Gli esercizi dei gesti: comestare in piedi; Il primo esercizio del metodo: gesto delle spalle;Secondo momento di silenzio: respirazione intensificata

Page 3: orlic_educazione gestuale

Esercizi di movimento 53Serie di 31 esercizi esposti

PARTE SECONDA 75

Strutturazione, integrazione di sé 77L’educazione del gesto: addestramento a comunicare con gli altri 77Il controllo del ritmo respiratorio: un modo essenzialedi controllare il comportamento 79I movimenti generali 80I movimenti combinati e dissociati 81I movimenti asimmetrici 82Ciascun individuo realizza un “accordo” che l’educazionedei gesti ha lo scopo di liberare e di coltivare 83

Esercizi di movimento 85Serie di 40 esercizi

PARTE TERZA 109

Espressione di sé – Integrazione sociale 111

Esercizi di movimento 117Serie di 12 esercizi

Conclusione 125

Bibliografi a 127

Page 4: orlic_educazione gestuale

9

Nuova Prefazione all’edizione italiana e guida al metodoMARIA ROSA MADERA

L’educazione gestuale

L’educazione gestuale nasce dalla passione di Maria Luisa Orlic per l’espressione teatrale e per l’improvvisazione drammatica. Ela-borata e perfezionata dalla stessa Orlic, diventerà negli anni un me-todo di rieducazione psicomotoria adottato, soprattutto in Francia, in comunità per malati psichiatrici e in centri di riabilitazione. Il pro-tagonista è il corpo. Si tratta di un “corpo-luogo”, dove le funzioni psichiche, talora spezzettate dalla malattia, possono ritrovare, tramite il gesto e il movimento, il loro equilibrio. È un corpo che agisce come nucleo di riaccentramento del disorientamento prodotto dai disturbi della personalità, sia nei casi di nevrosi, sia in quelli di psicosi.

Le funzioni rieducative e terapeutiche della psicomotricità vengono così riconosciute e il dualismo mente-corpo è defi nitivamente supera-to. Con precisione, dopo qualche seduta di educazione gestuale, Maria Luisa Orlic annota: «il sonno diventava regolare, migliorava la con-centrazione, si poteva giungere a modifi care la struttura mentale».

L’effi cacia del movimento nel disagio mentale, da tempo nota in letteratura e ampiamente dimostrata, viene ancora oggi autorevolmen-te riaffermata: «Quando il corpo si muove, si attiva anche la mente: è questa la base concettuale della psicomotricità. Non esiste movimento che non implichi l’attivazione di strutture neurali e mentali» (Cesa-Bianchi e Cristini 2011).

Page 5: orlic_educazione gestuale

10

Il primo gesto del processo di riaccentramento e di armonizzazio-ne psicomotoria indicato dalla Orlic è la respirazione, chiamata “pri-mo gesto” perché principale segno di vita. La respirazione, nei due momenti contrari ma inscindibili di inspirazione e di espirazione, di fl usso e di rifl usso, costituisce la base sulla quale si articola la rico-struzione dell’unità della persona.

Dell’importanza della respirazione molti terapeuti si erano già resi conto. «I movimenti respiratori si potrebbero considerare come delle onde, una buona respirazione è essenziale ai fi ni di una salute vibran-te, lasciate che la respirazione si sviluppi spontaneamente…» (A. e L. Lowen 1971), ma la Orlic va oltre il valore distensivo ed energetico dell’atto: «la respirazione assicura il legame tra noi e l’universo di cui, per necessità dobbiamo sentirci parte integrante… inspirazione, espirazione; fl usso e rifl usso, giorno e notte, estate e inverno… Quale donna non lo avverte cullando il suo bambino per calmarlo?».

Queste parole richiamano il valore del legame affettivo che nel metodo trova la sua vitalità nel contesto del gruppo (gli esercizi sono spesso eseguiti in piccoli gruppi) e nella relazione con l’operatore, che stabilisce con il paziente un’alleanza terapeutica empatica e fi na-lizzata al conseguimento di un maggior benessere psicofi sico.

Struttura e sviluppo del metodo

La struttura e lo sviluppo del metodo si articolano in tre fasi di crescita paragonabili alle diverse età del percorso vitale.

Prima fase: presa di coscienza di sé

Come nell’infanzia il bambino acquisisce la consapevolezza del-le svariate possibilità motorie ed espressive del proprio corpo, così, in questa fase, gli esercizi impegnano i diversi segmenti corporei. Il

Page 6: orlic_educazione gestuale

11

paziente sperimenta il movimento dinamico e il suo contrario, cioè l’immobilità, impara ad agire in tensione e in distensione. Il ritmo respiratorio accompagna la sequenza delle azioni.

La fatica è bandita. Contrazione e decontrazione agiscono sul tono muscolare, conducono alla percezione globale del sé corporeo, predi-spongono al rilassamento e alla calma. Ogni seduta si apre e si chiude con un momento di silenzio e prevede lo stiramento prima di riavviare l’azione.

La sospensione della parola consente una maggior concentrazione sul proprio agito e sulla respirazione. Unico ausilio è una sedia a sdra-io regolabile, sostituibile con una sedia normale.

In questa prima fase l’operatore insegna l’esercizio di “come stare in piedi”. Il riferimento al processo di acquisizione dell’autonomia, alla capacità di stare in piedi con le proprie forze, di rialzarsi e di procedere nella vita, nonostante la disabilità e la malattia, è evidente. “Alzati, respira e cammina” è il dolce e autorevole imperativo di que-sta prima fase.

Gli esercizi nel corso della rieducazione non prevedono l’uso dello specchio poiché lo sguardo può attenuare la percezione tonica e spa-ziale e affi evolire la presa di coscienza di sé.

Il terapeuta o il rieducatore, sempre presente, resta punto di ri-ferimento stabile e sicuro, osserva la postura assunta dai pazienti e l’atteggiamento in posizione statica. Nota l’ampiezza dello spazio tra i talloni, detto spazio vitale, l’abbandono del capo chino, segno di introversione, la tensione delle spalle di chi si ritrae in una dolorosa chiusura al mondo.

Ad ogni atteggiamento corporeo corrisponde un atteggiamento interiore, ogni movimento produce un cambiamento fi sico ed emo-zionale. Il tempo di esecuzione degli esercizi è regolato da ognuno secondo il proprio desiderio e secondo la propria capacità; l’operatore talvolta fa da specchio, ma sa aspettare. Questo stile, autorevole ma non direttivo, viene sostenuto nella pratica psicomotoria anche da A.

Page 7: orlic_educazione gestuale

12

Lapierre e B. Aucouturier che nel 1976 notano che l’educatore deve saper scoprire, utilizzare, orientare le situazioni strutturanti che si ma-nifestano spontaneamente nel gruppo; egli si astiene da ogni inter-vento, ma è presente, è lui il padre simbolico che fa vivere sul piano dell’azione la relazione con l’autorità.

Seconda fase: strutturazione e integrazione di sé

Il fi lo conduttore della seconda fase è ancora la respirazione: «L’educazione dei gesti insegna che la respirazione salvaguarda la permanenza del corpo, creando il legame tra il gesto espresso e il ri-torno a noi della parte del corpo che l’ha eseguito». I movimenti della progressione si connotano in movimenti generali, movimenti combi-nati e associati, movimenti asimmetrici.

M.L. Orlic promuove qui il perfezionamento e la fl uidità del gesto come addestramento a socializzare e a comunicare con gli altri com-ponenti del gruppo.

I movimenti generali impegnano il corpo in alternanza tra contra-zione e rilasciamento muscolare, tra ricerca e perdita dell’equilibrio con estensione verso l’alto e abbandono verso il basso.

Ancora il ritmo respiratorio accompagna il movimento; si inspi-ra nell’estensione, si espira nel rilasciamento. Si procede così nella costruzione dello schema corporeo defi nito da J. Le Boulch (1971) «Lo schema corporeo, o immagine del corpo operatorio, può essere considerato come l’intuizione di un insieme, una conoscenza imme-diata che noi abbiamo del nostro corpo, sia nello stato fi sico statico, sia in quello dinamico; questa conoscenza si basa sul rapporto tra le differenti parti, o tra i segmenti e soprattutto sulle relazioni delle parti come insieme e lo spazio che le contiene».

La seconda fase di strutturazione e integrazione di sé è assimila-bile alla crescita corporea durante l’adolescenza quando il ragazzo

Page 8: orlic_educazione gestuale

13

comincia a mettersi alla prova, a sperimentare le proprie capacità, ma anche le proprie fragilità e insicurezze. In questo periodo il corpo si trasforma profondamente, compaiono i segni dello sviluppo sessuale, l’immagine di sé è spesso condizionata dalle dinamiche e dalle rela-zioni di gruppo. Così i movimenti combinati e associati, i movimenti simmetrici e asimmetrici proposti nella seconda fase si integrano in una armonia che la Orlic defi nisce “accordo” unitario e globale tra il sentire e l’agire. Ogni volta che si verifi ca l’accordo migliorano le prestazioni dinamiche e i comportamenti sociali a favore della rela-zione tra i componenti del gruppo. A questo proposito B. Aucouturier sottolinea che quando il movimento avviene sotto lo sguardo degli altri diventa espressione per l’altro ed assume il senso di un rapporto tra signifi cante e signifi cato. Siamo ormai lontani dall’applicazione di esercizi che tendono a ricostruire e a formare; si tratta di creare le con-dizioni favorevoli ad una forma di apprendimento gestuale che concili il carattere espressivo del movimento con l’aspetto transitivo.

Terza fase: espressione di sé/integrazione sociale

La descrizione della terza fase del metodo è arricchita da immagini tratte da sculture, bassorilievi, dipinti di epoche differenti. Le fi gure rappresentate in queste opere riproducono sei movimenti fondamen-tali (potremmo defi nirli archetipi), il cui signifi cato è condiviso da diverse culture. L’esecuzione dei sei movimenti fondamentali viene proposta quando il gesto, persi rigidità e impaccio, si libera sponta-neamente. Si avvia così la tensione del corpo verso l’alto, si procede verso il ripiegamento, si sperimenta la gioia e l’apertura e si approda infi ne nel rassicurante porto dell’incontro con l’altro. La terza fase prepara l’ultima parte del metodo, detta “dialogo dei gesti”, dove si lascia spazio all’imitazione e all’improvvisazione e dove ognuno co-munica liberamente le proprie emozioni.

Page 9: orlic_educazione gestuale

14

Il primo dei sei movimenti fondamentali è la proiezione verso l’al-to.

Raffi gura il Faraone davanti a Ra. È una richiesta indirizzata al cielo, forse una preghiera, ma anche un anelito ad innalzarsi per mi-gliorare. Richiede la padronanza dell’equilibrio statico e la disponibi-lità all’impegno.

Il secondo movimento fondamentale si lega ai vissuti di indeci-sione, di paura e li combatte esorcizzandoli. Non aver paura di aver paura, di indietreggiare, di arretrare, come fanno le Triadi di Micerino davanti alla divinità giudicante e severa.

Il terzo movimento orienta lo sguardo dentro di sé. «Lasciamo che ciò che è inutile si depositi al fondo, liberiamo i canali espressivi dal rumore delle parole, restiamo nel silenzio per consentire ai tumulti di placarsi e all’essenziale di trovare lo spazio per emergere» (Madera 2005). Il disegno del XVIII secolo della Donna addormentata racco-glie il sonno di un tacere meditativo e calmo. Già nella prima parte del metodo M.L. Orlic suggerisce di osservare il silenzio che qui è simbolo della regressione onirica, una sorta di rifl essione profonda e feconda.

Il quarto movimento invita alla gioia e all’espansione di sé al mon-do. L’armonia del disegno di L. da Vinci, il Canone delle proporzioni, viene accostata all’immagine del Cristo sulla croce nell’atto estremo di donare la vita per amore. L’apertura delle braccia al mondo pare signifi care un messaggio di vita qual è la liberazione dalla sofferenza fi siopsichica.

Il quinto movimento annuncia che la trasformazione di sé è in cor-so; l’energia che scaturisce dalla fi gura Caccia ai tori corrisponde all’aggressività domata e indirizzata al sacrifi cio dell’impulsività più dannosa.

Page 10: orlic_educazione gestuale

15

Il sesto movimento conclude il tracciato e accompagna il pazien-te al contatto con l’ambiente fi sico e sociale. Dopo aver raggiunto l’equilibrio statico e dinamico, acquisita la capacità di muoversi con armonia e trovata la motivazione a stare in piedi e a camminare la persona può comunicare con il mondo.

Come valutare l’esito dell’educazione gestuale

Maria Luisa Orlic annota i miglioramenti dei pazienti trattati con l’educazione gestuale (confermati dai suoi collaboratori, impegnati in comunità per malati psichiatrici e in centri di riabilitazione sparsi un po’ in tutta la Francia), ma non indica precisi strumenti di misu-razione. È consigliabile dunque integrare la valutazione del paziente con l’esame psicomotorio (adattato) di Huguette Bucher (1974) e con la Scala dei 5 di M.R. Madera (2009) modifi cata appositamente per l’educazione gestuale.

Con l’esame psicomotorio di H. Bucher vengono rilevati:– presenza o assenza di manifestazioni d’ansia e d’inibizione;– espressione verbale: timbro di voce, fl usso, abbondanza o no di

parola, reazioni alle richieste;– atteggiamento generale: modo di tenere il corpo, quantità e qua-

lità dei gesti e della mimica;– emotività e reazioni alle richieste di prestazione; – atteggiamento di fronte agli esercizi: lentezza o precipitazione,

mantenimento dell’interesse, faticabilità; – attribuzione di valore alle prove e signifi cato del fallimento o

della riuscita;– ricerca del contatto o fuga da esso; – evoluzione generale: modifi cazioni dell’atteggiamento iniziale,

miglioramento dell’adattamento psicoaffettivo e del comporta-mento sociale.

Page 11: orlic_educazione gestuale

16

SCALA DEI 5 © di Maria Rosa Madera. SCHEDA DI OSSERVAZIONE E DI VALUTAZIONE PSICOMOTORIA (adattata al metodo “L’educa-zione gestuale” di M.L. Orlic).

Marchio registrato al n. VA/2008/C/182 CCIAA di Varese

Cognome e Nome ____________________ Anni _______

Data di compilazione _______ Nome dell’operatore ________

Modalità d’uso per la valutazione psicomotoria dell’educazione ge-stuale

La Scala prende il nome dal gesto che viene compiuto dagli spor-tivi quando in segno di accordo battono il palmo della mano su quella del compagno. Allo stesso modo lo psicomotricista cerca di far aderi-re le sue indicazioni alle capacità e ai bisogni espressivi del paziente ricavandone una risposta informativa che stimola il prosieguo del la-voro. È utile per misurare i progressi o le regressioni dell’educazione gestuale avendo cura di seguire le tre fasi degli esercizi specifi cate da Maria Luisa Orlic.

Vengono osservati cinque “percorsi” all’interno di cinque funzioni fi sio-psichiche fondamentali (emotiva-relazionale, affettiva-sessuale, motoria, espressione di sé, autodeterminazione). Ogni percorso a sua volta comprende cinque items da spuntare in seguito alle osservazioni effettuate durante gli esercizi.

La successione delle cinque funzioni non è vincolante e lo psi-comotricista può scegliere da dove iniziare; si consiglia di partire dall’osservazione della funzione emotiva-relazionale per comprende-re, fi n dall’inizio, come il paziente si rende disponibile all’interazione e quale senso attribuisce alla presenza dell’altro e dell’operatore.

Page 12: orlic_educazione gestuale

17

La “Scala dei 5” è completata da una tabella di valutazione e da un grafi co che consentono l’immediatezza della lettura dello stato psico-motorio.

La somministrazione della scala ha cadenza periodica e va ripetuta quando si nota un cambiamento signifi cativo sul piano organico e/o delle funzioni.

1° FUNZIONE: EMOTIVA-RELAZIONALE

1. Percorso del CONTATTO: Occupa uno spazio sociale Ricambia il saluto con la mano È disponibile all’abbraccio Ricambia lo sguardo Mantiene il contatto con l’operatore

2. Percorso della PERCEZIONE: Si defi nisce con il proprio nome Sente la sua respirazione Sente di sapersi riposare È consapevole del suo stato di salute Manifesta il suo desiderio

3. Percorso dell’AUTOVALUTAZIONE: Sa esprimere le proprie emozioni È interessato agli incontri Sa attribuirsi capacità e diffi coltà Riconosce capacità e diffi coltà degli altri Si fi da dell’operatore

Page 13: orlic_educazione gestuale

18

4. Percorso della SENSIBILITÀ: Sa prestare aiuto Sa ringraziare Sa sperare Sa aspettare Sa chiedere scusa

5. Percorso della RELAZIONE: Stabilisce contatti amicali Partecipa alle attività di gruppo Si relaziona con l’educatore Si relaziona con i familiari Tollera le persone estranee

2° FUNZIONE: AFFETTIVA-SESSUALE

1. Percorso del DESIDERIO: Sa esprimere ciò che desidera Cerca l’attenzione dell’altro Dialoga Apprezza le qualità altrui È spontaneo nel gesto

2. Percorso del PUDORE: Riconosce gli spazi intimi Sa esprimere vergogna in situazioni adeguate Adotta strategie seduttive Sa essere discreto Usa un linguaggio non sconveniente

Page 14: orlic_educazione gestuale

19

3. Percorso dell’INTIMITÀ: Stabilisce legami Accetta e ricambia gesti affettuosi Fa e riceve confi denze Mantiene un segreto Sa esprimere tenerezza

4. Percorso del PIACERE: Sa esprimere soddisfazione Predilige una persona Sa sorprendersi Sa entusiasmarsi Sa gioire

5. Percorso del GIOCO-POESIA: Sa divertirsi Fa e riceve complimenti Sa usare un linguaggio descrittivo Sa donare e sa ricevere Sa inventare nuovi giochi

3° FUNZIONE: MOTORIA

1. Percorso della COORDINAZIONE DINAMICA GENERALE E MOTRICITÀ: Esegue gli esercizi di movimento degli arti inferiori Esegue gli esercizi di movimento degli arti superiori Esegue gli esercizi di movimento delle spalle e della testa Esegue gli esercizi della colonna vertebrale Abbina correttamente la respirazione agli esercizi

Page 15: orlic_educazione gestuale

20

2. Percorso del CONTROLLO POSTURALE: Mantiene l’equilibrio in situazione statica Mantiene l’equilibrio in situazione dinamica Mantiene l’equilibrio nel cambio posturale Utilizza in modo adeguato gli schemi motori di base Sa cambiare direzione

3. Percorso del TONO: Sa riposarsi Sa distendersi Sa rilasciare la muscolatura È sciolto nel movimento Possiede adeguata forza muscolare

4. Percorso della COORDINAZIONE: Esegue i movimenti generali Esegue i movimenti combinati e dissociati Esegue i movimenti asimmetrici Realizza l’armonia del movimento Trova l’accordo tra i movimenti

5. Percorso dell’ORIENTAMENTO SPAZIO-TEMPORALE: Si sposta nello spazio a disposizione Valuta la distanza Cambia velocità nell’andatura Riconosce la posizione sé-altri Sa stare in piedi

Page 16: orlic_educazione gestuale

21

4° FUNZIONE: ESPRESSIONE DI SÉ

1. Percorso della SENSO-PERCEZIONE: Possiede la percezione segmentaria e globale del corpo Possiede l’integrità dei cinque sensi Avverte il cambio di postura Avverte il tono muscolare Avverte il variare della temperatura corporea

2. Percorso dell’ATTENZIONE: Presta attenzione focalizzata Presta attenzione globale Sa dare spiegazioni Segue il fi lo del discorso Sa dare informazioni su di sé

3. Percorso del LINGUAGGIO: Oltre al gesto usa la parola Si esprime con frasi compiute È esente da patologie del linguaggio Ha un eloquio fl uido ed adeguato all’età Sa narrare un fatto, un evento

4. Percorso dell’IMMAGINAZIONE: Utilizza la mimica Descrive un’emozione Immagina un personaggio Riproduce azioni familiari (aprire una porta…

fare la valigia…) Cerca soluzioni alternative

Page 17: orlic_educazione gestuale

22

5. Percorso della COMPRENSIONE: Ascolta Tollera la frustrazione Comprende le consegne Comprende le informazioni Risponde in maniera adeguata

5° FUNZIONE: AUTODETERMINAZIONE

1. Percorso dell’AUTOCONTROLLO: Sa dissentire/acconsentire Rispetta il proprio turno Sa spiegarsi Sa cooperare nel gioco Sa giocare da solo

2. Percorso dell’INIZIATIVA: Sa iniziare un racconto Propone attività Effettua scelte Se in diffi coltà sa chiedere aiuto Sa attribuire valore ai propri oggetti

3. Percorso della SOCIALIZZAZIONE: Cura i propri oggetti Apprezza gli esercizi di gruppo Rispetta l’ambiente Ha interesse per gli eventi quotidiani Si organizza

Page 18: orlic_educazione gestuale

23

4. Percorso della RESPONSABILITÀ: Rispetta le regole della convivenza Accetta gli incarichi Condivide l’obiettivo del gruppo Rispetta la diversità Riconosce le gerarchie

5. Percorso della COMUNICAZIONE: Possiede una mimica adeguata Sa esprimere il proprio pensiero Ha piacere di comunicare Comprende il linguaggio delle immagini Comprende le battute

Valutazione: Attribuire valore 1 ad ogni voce spuntata all’interno del singolo “percorso” e riportare il totale nella tabella di valutazione delle funzioni alla voce “punti per percorsi”.

Per valutare ogni singola funzione fare la somma dei “punti per percorsi” e riportarla alla voce “punti per funzione”.

È ora possibile leggere sul piano psicomotorio ognuna delle fun-zioni:

• da 20 a 25 = funzione adeguata;• da 15 a 19 = funzione con defi cit minimo;• da 10 a 14 = funzione con defi cit moderato;• da 05 a 09 = funzione con defi cit intenso;• da 00 a 04 = funzione con defi cit grave.

Per valutare le condizioni globali del paziente e individuare il suo stato psicomotorio, fare la somma dei “punti per funzione” e riportar-la alla voce “totale”:

– punteggio totale da 100 a 125, stato psicomotorio soddisfacen-te/adeguato

Page 19: orlic_educazione gestuale

24

– punteggio totale da 75 a 99, stato psicomotorio con defi cit mi-nimo

– punteggio totale da 50 a 74, stato psicomotorio con defi cit mo-derato

– punteggio totale da 25 a 49, stato psicomotorio con defi cit in-tenso

– punteggio totale da 00 a 24, stato psicomotorio con defi cit grave.

Punti per percorsi

Punti per funzioni

FUNZIONE EMOTIVA-RELAZIONALE

ContattoPercezioneAutovalutazioneSensibilitàRelazione con gli altri

AFFETTIVA-SESSUALE

DesiderioPudoreIntimitàPiacereGioco-poesia

FUNZIONE MOTORIA

Coordinazione dinamica generale e motricitàControllo posturaleTonoCoordinazione Orientamento spazio-temporale

FUNZIONE ESPRESSIONE DI SÉ

Senso-percezioneAttenzioneLinguaggioImmaginazioneComprensione

AUTODETERMINAZIONE

AutocontrolloIniziativaSocializzazioneResponsabilità Comunicazione

TOTALE

Page 20: orlic_educazione gestuale

25

Grafi coIl grafi co consente di misurare periodicamente le modifi cazioni del

paziente sul piano psicomotorio e quindi di strutturare un piano di lavoro adeguato. È necessario riportare con un segno i punti ottenuti in ogni funzione al fi ne di rappresentare grafi camente sia il grado di defi cit funzionale sia il profi lo psicomotorio del paziente.

Punti per “funzione”25 Adeguato

24

23

22

21

20

19 Defi citminimo

18

17

16

15

14 Defi citmoderato

13

12

11

10

9 Defi citintenso

8

7

6

5

4 Defi cit grave

3

2

1

0

Emotiva rela-zionale

Affettiva ses-suale

Motoria Espressione di sé

Autodetermi-nazione

Page 21: orlic_educazione gestuale

26

L’utilizzo dei due strumenti di valutazione consente di coglie-re l’esito dell’educazione gestuale, metodo che nell’odierna pratica psicomotoria rende possibile l’integrazione del pensiero della psico-motricità degli anni ’70 con i moderni indirizzi a sostegno dell’unità psicofi sica in ogni stato di disagio.