Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle ... · gianale: carta semplice, ... buona...

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IL CRALLINO IL CRALLINO www.cralsantamariadellegrazie.it Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle Grazie - Anno XXI - N. 1 - Febbraio 2016 Distribuzione in omaggio ai Soci Esce quando può All’interno: Lettera aperta del dott. Mario Sbordone Allegria in Pediatria! Benarrivata stabilizzazione! “Dedalo” Comunità laboratorio I vincitori delle Borse di Studio Le feste sociali Funivia e Formula 1 Napoli e l’illuminazione stradale notturna a gas Le nuove pensioni In ricordo delle 40 vittime del bus Numero speciale tutto a colori

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IL CRALLINOIL CRALLINOwww.cralsantamariadellegrazie.it

Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle Grazie - Anno XXI - N. 1 - Febbraio 2016Distribuzione in omaggio ai Soci Esce quando può

All’interno:Lettera aperta del dott. Mario SbordoneAllegria in Pediatria!Benarrivata stabilizzazione!“Dedalo” Comunità laboratorioI vincitori delle Borse di StudioLe feste socialiFunivia e Formula 1Napoli e l’illuminazione stradale notturna a gasLe nuove pensioniIn ricordo delle 40 vittime del bus Num

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IL CRALLINOOrgano di informazione pubblicatodal CRAL S. Maria delle Grazie. Viene distribuito in omaggio ai Soci.

Registrato il 20.01.96 presso ilTribunale di Napoli con il n. 4716.

Esce quando può

Presidente del CRALSanta Maria delle GrazieNello Nardi

Direttore ResponsabileAlfredo Falcone

Comitato di RedazioneTeofilo Arco, Vincenzo Buono,Giuseppe Calabrese, GennaroDella Monica, Pietro Minopoli,Nello Nardi, Amedeo Russo,Adriano Scoppetta, LuigiStefanelli.

Hanno collaborato a questo numero:Antonio Balzano, GioacchinoGrossi, Giacomo Innocente,Mario Sbordone, FerruccioSorrentino.

Segretario di Redazione:Adriano Scoppetta

ComposizioneNello Nardi

Redazione: CRAL Santa Mariadelle Grazie La Schiana 80078Pozzuoli (NA) tel. 081.8552215

Le opinioni espresse in articoli fir-mati o siglati impegnano esclusiva-mente i rispettivi Autori mentre laDirezione non ne risponde.

La collaborazione a“IL CRALLINO”s’intende gratuita.

Impaginazione, grafica e stampa:Graphic & Print s.n.c.Torre del Greco

In copertina: La premiazione delcollocamento in pensione del socioRosa Ibisco (al centro), da partedei Responsabili del CRAL, duran-te la festa sociale presso IlComplesso Agave di Pozzuoli: (dasin.) Amedeo Russo, AdrianoScoppetta, Giuseppe Varriale,Nello Nardi, Giuseppe Calabrese,Pietro Monopoli, Luigi Stefanelli,(accosciato) Vincenzo Buono (fotoFederica De Caro).

Cari amici lettori,il 2016 è un anno particolare per tutti noi: il CRAL Santa Maria delle Graziefesteggia il suo 30° genetliaco: fu infatti nell’ormai lontanissimo 1986 che,per iniziativa di un gruppetto di dipendenti dell’allora USL Napoli22, fu fon-dato un organismo che coordinasse e sostenesse, in favore degli iscritti varieattività dopolavoristiche. Da allora il CRAL ne ha fatta di strada, impegnan-dosi in un ventaglio di servizi molto apprezzati dai Soci quali le convenzionistipulate con varie ditte per l’acquisto di prodotti vari a prezzi scontati e l’or-ganizzazione di vacanze in villaggi turistici,in Italia ed anche all’estero, acosti molto contenuti e con ottimo trattamento per i partecipanti, nonché l’or-ganizzazione di feste sociali. Ma non solo.Il CRAL è infatti impegnato anche in attività culturali come, ad esempio, lapartecipazione al “Calliope”, concorso letterario regionale di poesia in lin-gua italiana ed in vernacolo, concorso, che ha visto, le affermazioni dei SociProcolo Sauzullo e Vincenza Di Fraia nelle ultime edizioni,e come le attivitàsportive, settore nel quale in passato si sono ottenuti buoni risultati ma che è,attualmente, alquanto in ribasso: ciò in quanto gli anni passano per tutti ed èvenuto a mancare il ricambio generazionale in quanto l’Azienda, purtroppo,da tempo ormai immemorabile, non ha più proceduto a nuove assunzioni. IlCRAL, però, non si limita a tanto: esso cura, infatti, anche attività a sfondosociale come quella della assegnazione di borse di studio ai figli, meritevoli,dei dipendenti e, soprattutto, come quella dell’ “Adozione a distanza” di bam-bini sfortunati del “terzo mondo,promossa dal dott. Pasquale D’Avascio. Il tutto grazie ad una gestione, scrupolosamente corretta, sempre curata dalConsiglio Direttivo.Il CRAL compie, dunque, trent’anni di vita e la ricorrenza è stata festeggiatacon la stampa a colori di tutte le pagine del suo organo di informazione. Il“CRALLINO”, autentico “fiore all’occhiello” del sodalizio, ha compiuto, asua volta, 20 anni di pubblicazione, essendo stata la sua testata registratapresso il Tribunale di Napoli nel gennaio del 1996.Venti anni, dunque, ma sembra ieri quando ci riunimmo, con entusiasmo maanche con un pizzico di timore sulla sua riuscita,e decidemmo di compierequello che ci sembrava un passo difficile e senza futuro e invece…Scegliemmo, per la nostra pubblicazione, una testata non altisonante mamodesta, “Il Crallino”; i primi tre numeri videro la luce in una tipografia arti-gianale: carta semplice, sei pagine con il foglio centrale inserito a mano e, inpunta di piedi, una presentazione, ad opera dello scrivente, nella quale siannunciava una pubblicazione, apolitica, da distribuire in omaggio, senzaaltra pretesa che quella di offrire, ai colleghi, magari nella pausa del lavoroin cui consumare la colazione un momento di distensione con la lettura diqualche articolo a firma di pochi volenterosi collaboratori. Oggi “Il Crallino”, migliorato nella veste grafica, è una realtà del nostroCircolo Ricreativo Aziendale Lavoratori, grazie alla dedizione del CdA delCRAL ma, in particolare misura, grazie alla collaborazione di quanti, senzacompenso alcuno, sacrificando parte del proprio tempo libero, mantengono invita con i loro “pezzi” la presente pubblicazione che, ricordiamo ancora unavolta, “esce quando può”, quando cioè ci sono i soldi per stamparlo ma,soprattutto, “quando ci sono gli articoli per riempirlo”, il che sottintende l’in-vito ai nostri lettori a non farci mancare la collaborazione. Ed ora, a tutti,buona lettura!

IL CRALLINO febbraio 2016

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a cura di Adriano Scoppetta

CONSuLTA IL NOSTRO SITOwww.cralsantamariadellegrazie.itQueste le nove sezioni in cui esso èsuddiviso:

NeWSQui troverete le ulti-me novità quali, giteorganizzate dal

CRAL, vendita biglietti cinema, cir-chi e week end per le isole, bandi diconcorso per borse di studio, torneisportivi e feste sociali e la possibitàdi collegarsi direttamente con i touroperator convenzionati per qualsiasitipo di vacanza o viaggio a prezziscontati.

ORGANI SOCIALIIn questo spaziosono pubblicati i

nomi e le foto dei Componenti ilConsiglio di Amministrazione, deiSindaci Revisori e dei Probi Viri,con le rispettive cariche.

CONVeNZIONIE’ possibile consul-tare l’elencoaggiornato di tuttele nostre conven-

zioni prima di fare i vostri acquisti.STATuTO Sono resi noti tuttigli articoli dellostatuto approvato

nel 1986 e le sue modifiche.FONDO DI SOLI-DARIeTA’A cosa serve, comeparteciparvi e come

e quando richiederlo.

ADOZIONI ADISTANZA Le foto dei bambiniadottati dal CRAL:

come aderire a questa nobile iniziativa.MAILPer poter avere ulte-riori informazionitramite e-mail.IL CRALLINOPer poter consultare

on line tutti i numeri del nostro giorna-le dal 2002 ai giorni nostri.

VIDeOSono pubblicatialcuni filmati dellefeste sociali e gite.

E ora non ci resta che augurare...buonaconsultazione a tutti!

22/25 APRILE 2016 4 giorni 3 notti in Bus

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La quota comprende:BUS per tutta la durarata del soggiorno,

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Segreteria CRAL il martedì e giovedì ore 9/12 tel. 081 855 22 15 oppure al Consigliere referente

Gennaro Della Monica 329 64 83 447Possibilità di rateizzazione su busta paga.

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Supplemento Camera singola in hotel (se dispo-nibile) € 30,00Supplemento cabina doppia con oblò A/R €30,00 x cabina.Ai non soci del Cral si applica una piccolaquota di € 10,00I bambini da età 0 a 4 anni non compiuti paga-no € 35,00 (tasse d’imbarco).I bambini da 4 a 11 anni non comp. pagano il50% della quota.

Per Informazioni più dettagliate e prenotazionientro il 15/3, fino ad esaurimento posti e con anticipo di euro 100, rivolgersi

in segreteria Cral: 081/8552215. Possibilità, per i soci dipendenti, di reatizzazione su busta paga.

IL CRALLINO

IL CRALLINOfebbraio 2016

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LeTTeRe ALLA ReDAZIONeRedazione

de “IL CRALLINO”

Lettera aperta del Dott. Mario Sbordone

Amici, colleghi, operatori tuttigennaio 2016 segna nella mia carriera un momento fondamentale, una tappa storica: l'apertura del Reparto dedicatoall'Unità Operativa di Oculistica, collocato splendidamente al V° piano dell'Ospedale di Pozzuoli, protetto dalla mise-ricordiosa benevolenza di Santa Maria delle Grazie.L'evento mi riempie di particolare orgoglio perché la storia dell'Oculistica a Pozzuoli è un pò speciale, e cercherò diraccontarvela nel modo più breve possibile.Alla fine del 1999, nel secolo scorso (?!) insieme al Dott. Piero Cerato (all'epoca Direttore Sanitario aziendale), a cuiva un pensiero speciale, immaginammo di far nascere nel nostro Ospedale un servizio di diagnostica e patologia ocu-lare, mai esistito prima; nei piani dell'immediato futuro c'era la volontà di collocare in questa struttura, apparecchia-ture per diagnostica e terapia oculare (fluorangiografia, perimetria, laser) di livello ospedaliero, che si potesse raccor-dare con le esigenze degli ambulatori territoriali tanto da evitare il ricorso, per questo tipo di prestazioni, a strutturedi altre ASL o altre regioni. Fui trasferito dalla mia sede di provenienza che era l'ospedale Santobono, e grazie all'im-mediata e fattiva disponibilità dei dottori Carlo Fago e Eugenio Amato, amici e professionisti di eccezionale qualità,responsabili rispettivamente Sanitario ed Amministrativo dell'Ospedale, il progetto partì, in una piccola stanzetta diambulatorio al piano terra (ambiente che oggi fatico a ritrovare perché inglobato mi pare dalla Cardiologia), con iprimi apparecchi acquistati in un battibaleno.Da allora l'attività incominciò frenetica e immediatamente i numeri crebbero a ritmo vertiginoso, segno che la necessitàdi quella operazione era notevole come le aspettative dell'utenza, e dopo solo qualche mese dovemmo subito predispor-re l'attività chirurgica poiché le richieste erano pressanti. Nello stesso tempo fu data la possibilità a tutti gli specialistiambulatoriali del territorio, di collaborare con noi secondo le regole della continuità assistenziale, e furono concordatiopportuni percorsi terapeutici di accesso al nostro centro e ritorno alla periferia dopo le cure, per tutti i pazienti chene necessitavano: da allora alcuni specialisti ambulatoriali, affascinati dalla attività squisitamente ospedaliera, deci-sero di trasferire gran parte della propria attività presso di noi, e sono coloro che ancora collaborano strettamente conme facendo ormai stabilmente parte attiva dell'organico dell'UO Oculistica.Il treno oramai era partito a gran velocità, e vi montarono su infermiere professionali, ortottisti, e dirigenti medici,anche soltanto a titolo di volontariato, visto che il lavoro era davvero tanto come pure le opportunità di apprendimentoe formazione.Siamo arrivati recentemente a numeri molto elevati e lusinghieri di interventi chirurgici di ogni tipo e di prestazioniterapeutiche di avanguardia (laser fotostimolazione, iniezioni intravitreali, rieducazione ortottica). Mancavano solospazi adeguati ai numeri, che garantissero un decoroso accesso alle terapie, e su questo argomento molti Direttori eCommissari aziendali succedutisi nel tempo, tentarono magari di deliberare ma senza successo. Solo la tenacia e lacaparbietà dell'ultimo DG in ordine di tempo, il Dott. Giuseppe Ferraro (a cui va un altro pensiero particolare), cheebbe molto a cuore la realizzazione dell'ultimo e più significativo capitolo di questo progetto, finalmente diedero dueanni fa il via definitivo alla sistemazione dei locali al V° piano dell'Ospedale, liberatisi dopo il trasferimento dell'UOdi Formazione, e così, in tempi impensabili per l'attuale burocrazia furono assegnati i lavori di ristrutturazione e fuallestito tutto l'arredamento del reparto.Da gennaio dunque i nostri pazienti dispongono finalmente di locali confortevoli e accoglienti per completare il propriopercorso di chirurgia ambulatoriale oculistica e, se necessario, per pernottare dopo una anestesia generale o nel casodi residenti fuori regione.Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la generosità di tutti i miei talentuosi collaboratori, che ringrazio nonsenza commozione, riconoscendo loro una dedizione immensa al lavoro, una straordinaria voglia di aggiornarsi perdare sempre il meglio, una enorme capacità di sopportare le spigolosità del mio carattere e di aggirarle alla ricercadelle migliori soluzioni; e non sarebbe neanche stato possibile senza la grandissima fiducia che voi tutti, cari amici ecolleghi, avete riposto nelle nostre capacità e professionalità rapportandosi sempre con noi con serenità, garbo e com-prensione, facendo infine da enorme cassa di risonanza su tutto il vastissimo territorio della nostra ASL.Ancora un grazie ai pazienti, ai familiari, a tutti coloro che in ogni ruolo e posizione ci hanno incitato a seguitare tratante difficoltà, e ci hanno dato sostegno ed aiuto, e in un modo o nell'altro hanno partecipato a questa che io reputouna storia bellissima, di buona sanità e umanità.E nel dolcissimo ricordo di mio padre, che all'alba del nuovo millennio potè vedere soltanto nascere questa meraviglio-sa avventura, partecipo tutti voi della sensazione che in questo istante mi pervade, quella di aver avuto dalla vita vera-mente una grandissima fortuna.Dott. Mario Sbordone Responsabile U.O. S.D. Oculistica P.O. S. Maria delle Grazie.

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IL CRALLINO

Solitamente, quando pensiamo adun ospedale, non ci vengono in

mente parole come: “Allegria”,“Divertimento” e “Gioia”. In que-sto caso, invece, quelle tre parolesono entrate prepotenti nell’ospedale“Santa Maria delle Grazie” diPozzuoli.Questo pomeriggio, infatti, sonoarrivati nel reparto di Pediatria, nonsolo gli Operatori dell’AssociazioneCulturale “Stranimazione”, maaddirittura Babbo Natale in persona,con tanto di Elfi al seguito.Nello stupore generale e nell’incre-dulità dei bambini, gli Operatorihanno regalato palloncini e caramel-le ai piccoli ospiti dell’Ospedale,mentre gli Elfi hanno aiutato i bam-bini a scrivere le letterine che sonostate consegnate poi a Babbo Natalein persona.“Sono esperienze che ti regalanotante emozioni, contrastanti traloro, ma che senza dubbio fannobene ai nostri Cuori.” Dichiara ilPresidente dell’AssociazioneCulturale Stranimazione, JoannisChantzis. Non sono mancati imomenti delle foto con tutti i perso-naggi e, quando si pensava che lesorprese fossero finite ecco arrivareanche Topolino!Questo pomeriggio, battezzato“Allegria in pediatria”, è stato reso

possibile grazie al volontariato degliOperatori di Stranimazione; “gliStranimatori sono dei ragazziStraordinari” - aggiunge DianaOrtiz, vice presidentedell’Associazione - “pieni di talentoe di buona volontà, davanti a questeesperienze non si tirano mai indie-tro.”Stranimazione è un’associazioneculturale nata 15 anni fa a CastelVolturno, dall’idea di un gruppo diamici che avevano in comune unagrande passione: REGALARE SOR-RISI.

Nel 2012 nasce la “Foresta IncantataPinetamare” e nel 2015 “La ForestaIncantata Vomero”, due Ludotechecon una tematizzazione più unicache rara. La fantasia e la caparbietàdel team ha fatto sì che questo sognodiventasse realtà, così,Stranimazione, ha messo a disposi-zione la propria esperienza offrendodei Corsi di formazione gratuitiper Animatori miniclub, sviluppan-do così il settore delle feste per bam-bini su livelli entusiasmanti.info credits:www.stranimazione.com

ALLEGRIA IN PEDIATRIA!di Enzo Buono

RINGRAZIAMeNTIMartedì 5 gennaio u.s. ho subito un grave lutto familiare: ho perso mia madre Antonia Mozzillo, dopo breve malattia.Durante questi miei ventisette anni di appartenenza al Direttivo del Cral S. Maria delle Grazie, Lei ha partecipato,fino a quando ha potuto, a tantissime gite e feste sociali conquistandosi l’affetto e la stima di tutti coloro che l’ hannoconosciuta.In quest’ultimo periodo ho dovuto ricoverarla due volte nel nostro Ospedale, nel Reparto di Medicina prima eChirurgia dopo e nonostante il sovraffollamento e la carenza di personale, tantissimi colleghi sono stati vicini a me ealla mia mamma con tanta solidarietà e professionalità aiutandoci a fare trascorrere in modo meno cruento questo purnecessario periodo per la diagnosi e la cura. Nonostante l’impegno di tutti non ce l’abbiamo fatta e mamma si è spentaserenamente nel letto di casa sua come lei desiderava.Voglio ringraziare in particolare i dottori Annunziata, Tornatore, De Stefano, Lamanda, Ansalone, D’Avascio per laloro disponibilità e tutto il personale che ci ha assistito moralmente e materialmente ed in modo speciale quello delReparto di Pediatria e Nido con cui ho il piacere e l’onore di lavorare. Infine a quelle pochissime persone che hanno dimostrato scarsa sensibilità, auguro tantissima serenità sperando cosìche in futuro possano prestare più attenzione verso tutti coloro che sono in difficoltà. Un grazie di cuore a tutti!

Adriano Scoppetta

IL CRALLINOfebbraio 2016

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Era aprile 2007…e quattro giova-ni dottoresse iniziarono il loro

percorso nell’ospedale S.Maria delleGrazie di Pozzuoli. Avevano risposto ad un avviso pub-blico per nove Pediatri in tutta l’ASL NA 2 (allora non era ancoranord) a cui sarebbe seguito il concor-so per titoli ed esame riservato allostesso numero di Pediatri. Da allora, giorno dopo giorno, trareparto, consulenze in pronto soc-corso (soprattutto) e nido, comincia-rono a farsi conoscere …tra milledifficoltà e diffidenze dei primi gior-ni. Con il passare dei mesi avevanocompreso quanto duro fosse il lavoroin Ospedale, ma anche quanto grati-ficante e prestigioso fosse lavorarein un contesto sì difficile, ma riccodi stimoli e soddisfazioni. Dopo otto mesi ci fu il primo rinno-vo del contratto a tempo determina-to…un tempo determinato che è poidiventato infinito…frutto delle esi-genze di servizio e soprattutto dellamancanza di personale nuovo cheassicurasse la giusta turnazione. E sono passati i mesi e gli anni e lequattro giovani dottoresse sonodiventate… “grandi”, hanno affron-tato se pur nella precarietà, matrimo-ni, figli, costruito famiglie, e conti-nuato a lavorare “bene” o “male” per

il loro Reparto, per quest’Ospedale,per quest’Azienda. Più volte si era paventata l’opportu-nità di trasformare il loro contrattoprecario in uno a tempo “indetermi-nato”, ma passava il tempo e i variDirettori e Commissari avevano ideecontrastanti. Chissà, fortuna volle, che in RegioneCampania si deliberasse la “famosa”stabilizzazione del precariato inSanità, che riguardasse i medici e ilcomparto già in servizio presso leAsl della Regione, sulle cui spalledel resto si era retto tutto il ServizioSanitario regionale negli ultimi otto

anni e più. E poco a poco tutti i precari sonostati regolarizzati…per ultimi ipoveri medici e infermieridell’ASLNapoli2...che e poi è diven-tata NORD.

Finalmente è arrivato il giorno…entusiasmo e gioia hanno caratteriz-zato il fine d’anno. La stabilizzazio-ne era stata deliberata… Un rigo che spuntava nell’AlboPretorio del portale dell’ASL, signi-ficava la fine di un lungo periodo diincertezze e apriva a nuove prospet-tive e possibilità. Condividendo la soddisfazione congli altri colleghi dell’Ospedale final-mente assunti dopo molti più anni disevizio a tempo determinato, hannovoluto festeggiare con tutto il perso-nale medico e infermieristico delReparto di Pediatria. Si sono riunitinel noto ristorante del Vomero“Meatin’ Cuoco e Carbone” doveallegramente hanno trascorso unapiacevole serata gustando i prelibatipiatti dello Chef e brindato all’“eccezionale” avvenimento. Con l’augurio che gli altri colleghipossano vedere al più presto realiz-zato il loro desiderio di porre termi-ne a questa assurda situazione diprecariato, facciamo …un grosso “Inbocca al Lupo” a tutti!

BENARRIVATA STABILIZZAZIONE!di Adriano Scoppetta

FINE DEL PRECARIATO PER QUATTRO PEDIATRE

Le quattro Pediatre “stabilizzate”: (da sin.) Marica Siciliani, Gabriella Boccia, Barbara Nappie Maria Rosaria Di Domenico (foto Angela Sebastiano).

Festeggiamenti al ristorante “Meatin’ Cuoco e Carbone” con una parte del personale delReparto Pediatria (foto Aniello D'Alterio).

IL CRALLINO febbraio 2016

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La comunità Dedalo della ASLNA2 Nord, Uosm di Pozzuoli, si

trova in località Fusaro alla ViaSpiaggia Romana 41 – Bacoli.E’ una struttura terapeutica-riabilita-tiva di tipo psichiatrico con funzionedi accoglienza delle persone che sof-frono di gravi disturbi mentali, per lopiù cronici, e di gravi disagi sociali.Ospita dieci utenti in regime di resi-denzialità e trentacinque utenti cheaccedono alla struttura per program-mi semiresidenziali.E’ detta anche struttura intermediaperché ha la funzione di mediazionetra il prendersi cura delle personecon grave disagio e il contesto socia-le favorendo la capacità di accedereal patrimonio sociale e culturale diappartenenza del soggetto svantag-giato. Quindi, oltre alla finalità di cura eriabilitazione, attraverso progetti eattività personalizzate, svolte all’in-terno e all’esterno della Comunità,ha la finalità sociale di inclusione edi riduzione delle barriere (stigma epregiudizio) per facilitare l’esercizioal diritto di cittadinanza delle stessepersone svantaggiate. All’interno della comunità si svolgo-no attività di laboratorio di tipoespressivo, pratico manuale, di socia-lizzazione, gruppi di autoaiuto e atti-vità di addestramento e formazione.Quest’ultima, particolarmente impor-tante, si svolge con l’attuazione diborse-lavoro effettuate dall’utente.La Comunità è sede inoltredell’Associazione ONLUS denomi-nata Luna Rossa, associazione fon-data nel 2000, nell’ambito delleprime attività riabilitative del CentroDiurno di Pozzuoli, costituita dautenti, familiari, operatori, cittadini evolontari, allo scopo di integrare illavoro riabilitativo con il lavoro direte territoriale favorendo la parteci-pazione diretta alle politiche socialidel territorio e promuovendo lacapacità di accedere al patrimoniosociale e culturale di appartenenzadel soggetto svantaggiato.Il laboratorio di teatro dellaComunità Dedalo e l’Associazione

Luna Rossa hanno organizzato, a par-tire dal 2010, una manifestazione diteatro nazionale col nome di “Teatrisenza Etichetta” e che quest’anno èarrivata alla VI edizione, trasforman-do per alcuni giorni la ComunitàDedalo in un laboratorio di cittadi-nanza attiva e in una risorsa sociale eculturale per il territorio. Con ilvalido contributo dell’AssociazioneLuna Rossa il laboratorio “TeatroPossibile” della Comunità Dedalo,negli ultimi 3 anni ha finito per collo-carsi, anche sul territorio nazionale,tra le compagnie di teatro sociale piùrappresentative, ha potuto esibirsi invarie città (Pistoia, Trani, Perugia,Messina e Napoli).Nel 2012, il lavoro di rete promos-so della Comunità e svolto in questianni in collaborazione conl’Associazione è stato “premiato”perché ha vinto, insieme ad altreassociazioni del territorio, un bandodi concorso della Presidenza delConsiglio-Dipartimento per laGioventù che disciplina l’affido e lagestione di aree pubbliche di interes-se storico o ambientale a enti no-profit. L’area in questione è quelladel “Parco Cerillo”, una Villa otto-centesca del Comune di Bacoli conampio parco verde in condizioni diabbandono.

L’obbiettivo dell’intervento è lariqualificazione, il recupero dell’areaverde e la restituzione della fruibilitàdel parco ai cittadini. L’altro impor-tantissimo obiettivo, previsto dal pro-getto, è la costituzione di una coope-rativa sociale di tipo che, a scadenzadel bando, sia in grado di reggere ilcompito di gestione del parco, manu-tenzione del verde e gestione di uncaffè letterario, in sintesi restituire alterritorio uno spazio sociale, ambien-tale e culturale importante. Nel frattempo, l’Associazione, glioperatori e gli utenti della ComunitàDedalo, hanno realizzato, dentro alparco, un polo fieristico ove poteresporre e promuovere le eccellenzedel territorio, sia nel campo dell’arti-gianato che in quello alimentare, enel mese di Dicembre si è realizzatauna fiera natalizia. Da gennaio 2016si prevede la realizzazione di altrieventi espositivi, magari a tema,sempre nello spirito della sostenibili-tà ambientale, della valorizzazionedelle eccellenze e soprattutto nell’ot-tica della sperimentazione da partedegli utenti di quello che presumibil-mente potrà essere una occupazionepreminente.

* Giacomo Innocente è C.P.S.I.presso l’U.O.S.M. Di Pozzuoli.

DEDALO: “COMUNITA’ LABORATORIO”di Giacomo Innocente*

La Compagnia “ Teatro Possibile” della comunità Dedalo riceve il riconoscimento del pub-blico del teatro “Quarticciolo” di Roma.

IL CRALLINOfebbraio 2016

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La premiazione dei vincitori delleBorse di Studio, anno scolastico

2014/15, si è svolta nella meravigliosacornice del Complesso Agave diPozzuoli: due splendide cene organiz-zate dal CRAL per la Festa Sociale difine anno, il 18 ed il 22 dicembre 2015,a cui i Soci hanno risposto alla grandefacendo registrare il pienone in tutte edue le serate. Autentica novità, questadella cena, ideata dal TesoriereGiuseppe Calabrese, che ha trovatosubito il consenso di tutti gli altriConsiglieri, accompagnata da una gra-ziosa e coinvolgente “Posteggia” cheha allietato la festa riuscendo nell’in-tento di fare divertire i Soci in unambiente non lavorativo. Il momentopiù toccante della premiazione si è rag-giunto quando i ragazzi, emozionati,ritiravano l’assegno e la pergamena, perpoi posare per le foto ricordo: a quelpunto si intravedevano gli occhi lucididei propri genitori fieri dei risultati rag-giunti dai loro figlioli. Questo è propriouno dei motivi per cui è nato il Fondo diSolidarietà nel lontano 1996 su propo-sta del dottor Giuseppe Varriale, l’altromotivo è quello di dare un contributoeconomico a quei Soci o loro familiariche si dovessero trovare nella spiacevo-le eventualità di recarsi fuori dallaregione Campania per visite o interven-ti specialistici. Si ricorda ancora unavolta che per partecipare a tale ini-ziativa bisogna iscriversi al suddettoFondo facendosi aggiungere allaquota sociale di euro 5 un ulteriorecontributo anche di soli 50 centesimi.Noi che portiamo avanti le attività delCRAL siamo fieri di questo “fioreall’occhiello” ed anche per questo,ancora una volta, la Commissione, vistala disponibilità del Fondo, ha deciso didare il contributo a tutti i partecipanti alconcorso. Come si evidenzia dal riepi-logo del bando pubblicato a lato, si puònotare che per la Laurea Triennale inve-ce delle cinque borse messe a concorsone sono state assegnate dodici, mentreper la Maturità invece di dieci ne sono

state assegnate dodici. Insomma, abbia-mo cercato di non lasciare nessuno abocca asciutta… Bisogna incentivare iragazzi che meritano e quindi, sicurissi-mo di aver fatto cosa gradita ai Soci e ailoro figli, Vi porgo i migliori auguri di

buon Anno Auovo da parte mia e ditutti i Consiglieri del CRAL.

*Nello Nardi è il Presidente del“Fondo di Solidarietà” e del CRAL“S. Maria delle Grazie” di Pozzuoli.

LE PREMIAZIONI DELLE BORSE DI STUDIO DAL FONDO DI SOLIDARIETÀ

di Nello Nardi*

ALLE FESTE SOCIALI DI FINE ANNO

C.R.A.L. S. MARIA DeLLe GRAZIeBORSe DI STuDIO DAL FONDO DI SOLIDARIeTA'

ANNO SCOLASTICO 2014-2015

VINCITORI

5 BORSe DI STuDIO PeR DIPLOMA DI LAuReA 200,00 € Socio Concorrente Data di Nascita Diploma Punteggio1 Fortuna Francesco Pasquale 23.12.1988 Laurea 107/1102 Buono Vincenzo Raffaella 03.01.1986 Laurea 95/110

5 BORSe DI STuDIO PeR DIPLOMA DI LAuReA (TRIeNNALe) 175,00 € Socio Concorrente Data di Nascita Diploma Punteggio1 Vitolo Agostino Alessia 16.06.1991 Dip. Laurea 110/110 L2 Mello Francesco Manuel 16.11.1993 Dip. Laurea 108/1103 Molero Umberto Enrico 27.02.1992 Dip. Laurea 107/1104 Salomè Maria Goffredi Martina 14.04.1990 Dip. Laurea 107/1105 Perillo Eduardo Leonardo 02.06.1992 Dip. Laurea 105/1106 Del Gaiso Giovanni Danila 07.04.1987 Dip. Laurea 103/1107 Astarita Sofia Sol Luca 27.10.1991 Dip. Laurea 100/1108 Russo Vincenzo Nicola 18.09.1991 Dip. Laurea 100/1109 Tonna Francesca Caruso Andrea 19.07.1990 Dip. Laurea 99/11010 Langella Luigi Ilenja 13.12.1990 Dip. Laurea 91/11011 Arco Antonio Francesco Maria 30.01.1991 Dip. Laurea 90/11012 Mele Raffaele Daniele 04.07.1991 Dip. Laurea 87/110

10 BORSe DI STuDIO PeR DIPLOMA DI MATuRITA' 120,00 € Socio Concorrente Data di Nascita Diploma Punteggio1 Carandente Maria Rosaria Cardillo Gaia M. 11.02.1997 Maturità 100/1002 Stornaiuolo Vincenzo Alessia 09.08.1996 Maturità 100/1003 Pelliccia Gaetano Gisella 30.07.1996 Maturità 100/1004 Cavallaro Antonio Fabiola 15.07.1996 Maturità 100/1005 Tafuto Umberto Roberto 29.01.1996 Maturità 98/1006 Guardascione Maria Di Costanzo Francesca 16.05.1996 Maturità 95/1007 Colella Luigi Alessandra 18.07.1996 Maturità 85/1008 Cutolo Michelina Costagliola Umberto 10.05.1997 Maturità 84/1009 Bucciero Marco Mariangela 27.12.1996 Maturità 82/10010 Innocente Giacomo Gaia 10.05.1996 Maturità 80/10011 Sepe Gerarda Abenante Claudia 02.03.1995 Maturità 75/10012 Petrarca Ciro Renato 22.10.1996 Maturità 72/100

10 BORSe DI STuDIO PeR DIPLOMA DI SCuOLA MeDIA INFeRIORe 75,00 € Socio Concorrente Data di Nascita Diploma Punteggio1 Pidota Giuseppe Maria 28.02.2002 Sc.Media 10/102 Artiaco Lucia Bocchetto Benedetta 06.11.2001 Sc.Media 10/103 Lipariti Fabio Roberta 13.06.2001 Sc.Media 9/104 Carnevale Patrizia Miglietta Anna 06.06.2001 Sc.Media 9/105 Guarino Teresa Di Costanzo Samuele 19.02.2002 Sc.Media 8/106 Vigilante Francesco Marco 21.12.2001 Sc.Media 8/107 Bucciero Marco Vittoria 29.11.2001 Sc.Media 8/108 D'Oriano Procolo Simone 08.06.2001 Sc.Media 8/10

Il Presidente Onorario del Fondo Il Segretario del Fondo Il Presidente del Cral Giuseppe Varriale Vincenzo Buono Nello Nardi

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LE FESTE SOCIAL LE FESTE SOCIAL

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LI DI FINE ANNO LI DI FINE ANNO

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Avevo 7 anni. Mio fratello Giorgiomi prese per mano e mi portò a

spasso; risalito il lungo viale sterrato diVilla Fattorusso, prendemmo a destraper via Santo Strato dirigendoci verso ilParco Virgiliano detto, manco a farloapposta, della Rimembranza. Per me era tutto nuovo: la passeggiataera già straordinaria perché stavo congli amici del fratellone che mi cocco-lavano e scherzavano con me comefossi uno di loro, così non mi resiconto di dove mi portavano i miei pic-coli passi. Nella pace della Posillipoanni ’60 si andava tutti salutarmente apiedi, era sabato mattina e passava unautomobile ogni dieci minuti, eppur sisentiva un rombo, prima lontano poisempre più vicino: scoprii presto cheveniva da motori Formula-1: rimasi abocca aperta. Era il 1961 e si correva per la penultimavolta il Gran Premio di Napoli alCircuito di Posillipo! La prima immagine che ricordo fu losfrecciare di uno strano bolide verde:saliva per via Boccaccio facendo unrumore simile ad un tuono; mi strinsialle tremanti gambe di Gabriele allora14enne: mi spiegò che in prova i pilotistavano giravano più veloce possibile eci era appena passato accanto nientedi-meno che Jim Clark, campione delMondo in carica, alla guida della suamitica Lotus-Climax! Tutte le macchine da corsa inglesi, cheso Cooper, Lotus, erano all’epoca colo-rate di un bel verde bottiglia lucido nonmetallizzato, le italiane Ferrari ed AlfaRomeo erano rosso fuoco, quelle ameri-cane bianche e le tedesche mi pare blu,ma di questo non son certo, ero piccoli-no: era comunque un bel Technicolor. Ricordo anche i baffetti di un simpaticosignore in tuta di pelle, simili a quelli unattore famoso di cui avevo appena vistoun film al cinematografo con i miei(David Niven), che mi sorrise quandocon accento perfetto mormorai How doyou do (mia Madre era professoressa diLingue ed a certe cose ci teneva assai);egli mi allungò un’inglesissima paccasulla spalla cercando di firmarmi un

autografo, era proprio il Campione delMondo, sceso dall’auto, senza occhialo-ni e caschetto; non avendo carta il supercampione scozzese prese la prima cosache gli capitò, un bullone, e me la diede:io fui tanto contento che un tale disse E’gghiuta ‘a pazziella in mane ‘e creatu-re… intraducibile!Il parco macchine ed i box erano situatisulle corsie laterali del rettilineo d’arri-vo, tra la Bussola e l’ingresso del Parcoper intenderci; le auto da corsa partiva-no in salita verso l’ingresso del Parco,giravano a sinistra correndo in discesaverso la famosa Esse dove si era schian-tato e morto alla guida il PrincipeBorghese, lasciavano a destra DiscesaGaiola, a sinistra il Campo Denza, eripresa via Santo Strato (attenti, viaPosillipo inizia più giù all’altezza delCinema), sfrecciavano per viaBoccaccio in salita; alla rotonda a destrasu verso il Casale per via VincenzoPadula; arrivate all’attuale ingresso delParco Manzoni completavano il lorogiro della morte sfrecciando di nuovo indiscesa tra alberi di pino, balle di pagliae spettatori come me. W l’incoscienza! Ma quel giorno straordinario è legato adun altro indelebile ricordo: la scoperta

che esisteva una funivia tra Posillipoalto e la Mostra d’Oltremare al cui bar-ristorante, finite le prove, andammo aspiare meccanici e piloti che prendeva-no chi il tè, chi un doppio whisky. Tale funivia era un impianto di trasportopubblico che a Napoli collegava il quar-tiere di Posillipo con quellodi Fuorigrotta, e rimase in usodal 1940 al 1961.Il 9 maggio 1940 era stata infatti inau-gurata la Mostra delle Terred’Oltremare per un totale di 54 padi-glioni dislocati su una superficie dicirca 1,066,197 metri quadrati; laFunivia, progettata da Giulio De Luca ecostruita come quella di Capri dalladitta Ceretti e Tanfani (nelle carrozzeche da Marina Piccola portano allaPiazzetta si poteva leggere accanto allogo della Ditta l’avviso Reggersi aiCorrimani, cui un anonimo avevaaggiunto: Tanfani e Ceretti, Reggersi aiReggipetti), si lanciava nel vuoto versoOccidente. Il percorso si snodava versoCavalleggeri d’Aosta e la Mostra giùdalla collina per 1629 mt di cui 945sospesi per un dislivello di 104 mt contre piloni di sostegno. La stazione infe-riore, sita sul viale Kennedy (già tratto

FUNIVIA E FORMULA 1di Ferruccio Sorrentino*

La mappa del Circuito di Napoli Gran Premio Posillipo del 1961.

1961: RICORDI DELLA FUNIVIA E DEL CIRCUITO DI POSILLIPO

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della strada statale Domiziana), eracostituita da un edificio in cementoarmato a pianta quadrata, mentre la sta-zione superiore ancora oggi è visibilepochi centinaia di metri a valle del tri-vio tra via Manzoni, via Petrarca e viaBoccaccio, 500 mt a monte del Pontedella Vittoria, quello che scavalca disce-sa Coroglio e permette l’accessoal parco Virgiliano. L’esercizio della funivia fu aperto alpubblico per un mese soltanto fino algiugno del ‘940; negli anni dal 1943al 1945 la città subì bombardamenti edistruzioni e la Mostra fu adibita adospedale, e solo nel ‘950 si diede inizioai lavori di ricostruzione che duraronodue anni. Finalmente l’8giugno 1952 avvenne la nuova inaugu-razione del complesso espositivo piùgrande d’Europa e della restaurataFunivia: questo nuovo impianto eradotato, oltre della linea trifase, anche diun gruppo elettrogeno in modo dagarantire la continuità della corsa incaso di problemi; funzionò regolarmen-te circa 9 anni ma l’esercizio fu sospesoil 2 febbraio 1961. La stazione superio-re fu poi affittata al ristorante“Gulliver”, prima del fallimentonegli anni novanta, mentre quella infe-riore ha a lungo ospitato i Vivai delCentro Giardinaggio De Luca. Ma quel giorno il lunghissimo cavo nonera ancora stato rimosso e dalla stazionesuperiore solcava l’aria fino al pilone diCavalleggeri e la grossa cabina era pro-prio lì, si poteva toccare e visitarla; cheemozione affacciarsi nel vuoto e fanta-sticare di lanciarsi nel vuoto per volare,silenziosamente planare fino a laggiù…che promessa, che sensazione di farfal-losi addominale, qualcosa per me assai

più intenso del passaggio delle rumoro-se e maleodoranti Formula 1 che piace-vano tanto, e a tutti. Da allora tante volte son tornato a quelbelvedere per posare lo sguardo suiCampi Flegrei in cui ancor oggi vivo elavoro, su Bagnoli e Fuorigrotta esoprattutto su quello strano gigante dipietra, il pilone che a braccia apertesembra aspettare l’arrivo della cabina infondo al vallone.Da lassù ho individuato vari simboli diuna città più a misura d’uomo, sana,unita ed accogliente, possibile: quelluogo mi ha ispirato un intervento diLand-Art simile a quello già propostoper l’area industriale di Bagnoli e fattoimmaginare un nuovo cavo teso: appesial filo lungo quasi 1000 metri, un festo-ne di enormi bambini che si danno lamano simile a quelli che mamme enonne ritagliavano per noi nella carta,esposto tra le nuvole per far alzare latesta a chi guarda troppo in basso, asignificare che l’adulto che ha perso lacapacità di giocare ha perso la continui-tà con il bimbo che era. Che sacrificare la Vita al materialistico

progresso è un emotivo regresso; chealzare gli occhi al cielo permette di rico-noscere le diversità e di trasmettere lecircolari qualità dei cieli al solido terre-no nel tentativo di quadrare il cerchio!Questa forse infantile visione regalaenergia all’anima e permette di metterein comunicazione alto e basso, resti-tuendo ad ognuno il ruolo di tramite traCielo e Terra, e illumina almeno la miacoscienza sul possibile ruolo ad essadestinato, essere un canale di gioia perchiunque voglia relazionarsi in sospen-sione di giudizio. Lì ho imparato a gio-care con la Vita, lì ho realizzato che imiei sogni stanno come i Vostri propriodavanti agli occhi e che sognare adocchi aperti permette di realizzarli, per-ciò vorrei onorare luogo e memoria. Per la cronaca la domenica il GP fuvinto da Giancarlo Baghetti alla guidadi una rossa Ferrari F156 con motoreanteriore e a trazione posteriore. Il sor-passo decisivo avvenne alla curvaBorghese dove noi ci eravamo saggia-mente appostati dietro consiglio dell’e-sperto Bruno; ne fu vittima JohnSurtees, mitico ex-centauro inglese; ilmio favorito, il pilota italiano LorenzoBandini per cui tifavo, si era ritirato perun guasto. Le pericolose F1 pochi annidopo lo videro vittima sul lungomare diMonteCarlo di un mortale incidente, masu quel pericoloso circuito si correancor oggi tra fasti e spettacolo, mentrela dolce Pausillipon non è più costrettaa sopportare le urla dei motori; e peraltrettanto sconosciuti motivi non è piùunita dalla insostenibile leggerezza diun cavo e dal volo d’angelo della cabi-novia alla sorella Fuorigrotta.

*Il dott. Ferruccio Sorrentino èMedico e Ricercatore ASL Napoli 2Nord.

La partenza della Funivia da Posillipo verso la Mostra D’Oltremare di Fuorigrotta.

Il pilone di Cavalleggeri Aosta che a braccia aperte sembra aspettare l’arrivo della cabina infondo al vallone.

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Come abbiamo visto nel numeroscorso de “Il Crallino”, uno dei

problemi che nel Settecento affligge-vano Napoli era la mancanza dell’il-luminazione notturna della città il checonsentiva, alla gente di malaffare dicompiere, con il favore delle tenebre,soprusi e delitti che rimanevano poiimpuniti. Cercò di porre rimedio aquesto stato di cose il predicatoredomenicano Padre Rocco che convin-se i fedeli a tenere accese di notte lan-terne a olio presso le cappelle ed itabernacoli con le immagini sacre,che sorgevano lungo le strade matanto non poteva bastare in una cittàestesa come Napoli. Nei primi anni dell’Ottocento si ebbeuna regolare illuminazione notturnaancora per mezzo di fanali a olioimpiantati, a parziale spesa dei pro-prietari, agli angoli dei palazzi; ciòmentre in altre grandi città d’Europasi cominciava a sperimentare il siste-ma di illuminazione a gas.Trascorsero anni durante i quali aParigi e a Londra erano sorte le primeofficine per la produzione del gas el’illuminazione stradale notturna era

diventata ormai una realtà.Nel 1830 sul trono del Regno delleDue Sicilie salì, all’età di soli ven-t’anni, Ferdinando II di Borbone: ilgiovane Re si mostrò subito aperto alprogresso della tecnica, promosseinfatti nuove industrie e favorì l’ap-plicazione delle invenzioni più recen-ti, persino autorizzando a Napoli, nel1845 il VII Congresso degliScienziati al quale affluirono moltistudiosi italiani e stranieri.Nel 1836 Ferdinando II visitò Viennae Parigi ed, entusiasmatosi della lucechiara che i fanali a gas diffondevanonelle strade di quelle capitali, invitòsubito una Compagnia francese acompiere a Napoli un saggio di illu-minazione a gas. L’esperimento,molto costoso, ebbe luogo il 10dicembre 1837, nel portico della chie-sa di San Francesco di Paola alla pre-senza una folla strabocchevole a sten-to contenuta da un cordone di soldatidei reggimenti svizzeri e di Guardiedi Sicurezza in grande uniforme. Il Regiunto a cavallo alla testa di un grup-po di guardie del corpo, passò in ras-segna i battaglioni della Guardia delCorpo schierati nel Largo di Palazzoquindi, passando tra due ali di corti-giani, si portò sul balcone centraledella Reggia da dove, calato il solepotette ammirare, compiaciuto, laspettacolare illuminazione del porti-cato della Basilica: ventinove lanter-ne si accesero l’una dopo l’altra dif-fondendo una luce bianchissima cheilluminò a giorno la scena.L’illuminazione del porticato di SanFrancesco di Paola costituiva laprima realizzazione in Italia di unimpianto di produzione e distribuzio-ne del gas: Napoli, che aveva avutotardi la sua illuminazione stradale aolio ebbe invece quella a gas a tempodi primato: essa fu infatti la terzacapitale d’Europa ad averla eFerdinando II ne aveva ben donde diessere compiaciuto.

Passarono alcuni mesi poi il MinistroSantangelo potette annunciare cheSua Maestà, avendo considerato ilmaggior lustro che sarebbe derivatoalla Città dall’introduzione dell’illu-minazione a gas, lo aveva autorizzatoa stipulare il contratto di appalto conil Cav. Giovanni De Frigière, proprie-tario della Compagnia francese diMontpellier, accordandogli “la priva-tiva della durata di trent’anni per ilmetodo di illuminazione di gas idro-geno applicato a qualunque uso,tanto pubblico che privato”.Il Cav. De Frigière si impegnava, ser-vendosi dell’impianto sperimentale diSan Francesco di Paola, di illuminareil Palazzo Reale e l’inizio di ViaToledo entro 15 giorni dalla data diapprovazione nonché di illuminare,entro un anno, dal 1° gennaio 1839,altri 408 fanali tutti serviti da unacanalizzazione interrata nelle vie enelle piazze di tutta la zona che oggi èdefinito “centro storico”. Nel restodella città sarebbe rimasta l’illumina-zione a olio fino a quando il Comunenon avesse richiesto l’estensionedella canalizzazione e la sostituzione

NAPOLI FU LA TERZA CAPITALE D’EUROPA A VANTARE L’ILLUMINAZIONE

STRADALE NOTTURNA A GASa cura di Alfredo Falcone (Parte seconda)

I lumi a gas cominciarono a brillare daToledo a Palazzo Reale fin dai primi del1839.

Un “accenditore” di lumi a gas.

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dei fanali a olio con quelli a gas.L’accensione doveva durare otto oresenza interruzioni fino all’alba men-tre. Per l’illuminazione a olio, que-st’ultimo, anche per rispettare il pre-stigio di delle maggiori produzionidel Regno, doveva essere d’oliva, dibuona qualità, chiaro e la sua fiammarisplendente, il gas, a sua volta, persicurezza della salute pubblica dove-va essere “spogliato delle sue partinocevoli secondo le norme dellascienza, affinché i suoi sviluppi nel-l’abbruciamento non compromettanola salute dell’aere” inoltre la sua lucedoveva essere doppia rispetto a quellaprodotta dall’illuminazione a olio. Le

spese per l’impianto del Gasometro,delle officine e della canalizzazioneerano interamente a carico degliAppaltatori come pure i danneggia-mento eventualmente derivati allaCittà da questi lavori, inoltre ilComune avrebbe avuto la facoltà diacquistare il tutto al giusto prezzo dastabilirsi da periti nominati dalleparti.Per quel che concerneva l’ubicazionedello stabilimento per la produzionedel gas fu proposto l’Arenaccia, unluogo allora scarsamente popolato mapoco dopo il Ministro dell’Interno edil Sindaco decisero che lo stabilimen-to utilizzasse due locali siti alla Ciupa

Caiafa a Chiaia sino ad allora ad usodi lavandaie e di proprietà del Corpodi Città. Il cambiamento dell’ubica-zione dello stabilimento di produzio-ne del gas aveva una motivazione pra-tica, vale a dire la necessità di pro-muovere lo sviluppo rapido dell’uten-za nella parte della Città abitata dalceto più facoltoso: la maggior partedel Borgo di Chiaia era allora zona digiardini e orti con povere case, qual-che villa, molte chiese ed alcunecaserme ma essa era poco distantedalle vie di più nobili residenze qualila Riviera di Chiaia, Chiatamone,Monte di Dio, San Ferdinando e viaToledo, con la prevedibile estensionedel gas agli usi domestici, il redditoper la Società concessionaria sarebbestato pertanto sicuro.Lo Stabilimento, delimitato da unmuro di cinta per oltre 500 metri qua-drati, comprendeva, oltre ad un paiodi palazzine per uffici una vasta edalta sala che ospitava le storte per ladistillazione, gli apparecchi di depu-razione; un camino alto m 34 cheassicurava lo smaltimento dei prodot-ti della combustione del carbone fos-sile, una macchina vapore dellapotenza di 2 HP ed una vasca per laraccolta del catrame. L’impiantoaveva una potenzialità di circa 200metri cubi di gas all’ora.Lo Stabilimento fu inaugurato 1l 28maggio 1840 con l’intervento delMonsignore Vicario della CuriaArcivescovile che officiò, con accom-pagnamento di orchestra in un localeappositamente adattato ed addobbato.Napoli, capitale del Regno delle DueSicilie, dopo Londra e Parigi, fu cosìla terza capitale d’Europa a poter van-tare l’illuminazione cittadina a gas.

Vista dell’originario Opificio del Vico Cupa a Chiaia poi trasferito in località Stella Polarenella zona orientale della Città. Dove sorse lo Stabilimento della produzione del gas, nel-l’attuale Via Chiaia largo Santa Caterina a Chiaia, è oggi ubicata la sede della CompagniaNapoletana Gas.

Il “filo di perle” dell’illuminazione a gas di Via Caracciolo nell’Ottocento.

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I “Coefficienti di trasformazione”sono parametri che, ai fini dell’appli-

cazione del “metodo contributivo”,sono utilizzati per convertire in pensio-ne annua il montante individuale matu-rato alla decorrenza della pensione.Essi vengono utilizzati solo nel sistemacontributivo e traducono in pensioneannua il montante contributivo accumu-lato dal lavoratore nel corso della suavita lavorativa. Sono dei parametri variabili a secondadell’età anagrafica alla quale il lavora-tore consegue la prestazione previden-ziale.In particolare essi risultano tanto piùelevati quanto maggiore è l’età del lavo-ratore, così ad una maggiore età corri-sponde un più elevato coefficiente ditrasformazione.Il principio, infatti, alla base del sistemacontributivo è che più tardi si andrà inpensione maggiore sarà l’importo deltrattamento che potrà essere ottenutoperché minore sarà la durata della vitapresumibile del beneficiario.Il 6.7.2015, nella G.U. n. 154, sono statipubblicati i nuovi “Coefficienti diTrasformazione” che a partire dal 1°gennaio 2016 vengono utilizzati per ilcalcolo della pensione e per la quotaparte di essa determinata con il SistemaContributivo.Uno sguardo generale, molto sintetico,sui sistemi di calcolo delle pensioni puòessere utile per verificare in quale conte-sto ognuno di noi può trovarsi e com-prendere meglio come una periodicitàcosì breve nella revisione di taliCoefficienti colpisce le nostre pensioni:1) Lavoratori con almeno 18 anni dianzianità contributiva al 31/12/1995,calcolo della pensione:a) Retributivo per le anzianità maturatefino al 31/12/2011 (Quota A fino31/12/1992 + Quota B da 1/1/1993 al31/12/2011);b) Contributivo per le anzianità matura-te dal 1/1/2012.

2) Lavoratori con meno di 18 anni dianzianità contributiva al 31/12/1995,calcolo della pensione:a) Retributivo fino al 31/12/1995 (QuotaA fino 31/12/1992 + Quota B da1/1/1993 al 31/12/1995);b) Contributivo dal 1/1/1996.3) Lavoratori con contribuzione apartire dal 1/1/1996, calcolo dellapensione:a) Contributivo dalla data di inizio del-l’attività lavorativa fino alla cessazione.A seguito della riforma Fornero il calco-lo della pensione con il SistemaContributivo riguarda anche quei lavo-

ratori precedentemente esclusi, ci rife-riamo a quei lavoratori che al31/12/1995 avevano almeno 18 anni dicontributi, fermo restando il dispostodella legge 190/2014 del quale ancoranon si ha una compiuta interpretazione.Importante ricordare che la periodicitàcon la quale avviene la revisione deiCoefficienti di Trasformazione è previ-sta ogni tre anni (2016 – 2018) dopo taledata la revisione avverrà ogni due anni;quindi dopo quest’ultima che avrà effet-ti dal 1° gennaio 2016, la successivaavrà decorrenza nel 2019 e poi, ogni dueanni, (2021; 2023 ; ecc.).

I COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE E LE NUOVE PENSIONI DAL 1° GENNAIO 2016

di Antonio Balzano*

TABELLA A

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Stante le basi tecniche e le metodologiedettate dalle norme i nuovi Coefficientidi trasformazione non potevano cheessere inferiori a quelli precedenti, che,in parole povere, vuol dire che avremopensioni sempre più basse.I nuovi coefficienti di trasformazione.Nella tabella A della pagina successivasono riportati i nuovi Coefficienti equelli degli anni precedenti, per unacomparazione rispetto al 2016 sui perio-di precedenti, che dimostrano in modonetto l’effetto depressivo sul decadi-mento dei valori pensionistici.Nello stabilire il coefficiente da utilizza-re bisogna tener conto anche delle fra-zioni di anno rispetto all’età dell’assicu-rato. In particolare la legge prevede che ilcoefficiente di trasformazione deveessere incrementato di tanti dodicesi-mi della differenza tra il coefficienteprevisto per l’età immediatamente supe-riore a quella dell’assicurato e il coeffi-ciente previsto per l’età inferiore, perquanti sono i mesi interi trascorsi tra ladata di compimento dell’età e la decor-renza della pensione.Ipotizzando, ad esempio, un assicuratodi età pari a 58 anni e 6 mesi alla data didecorrenza della pensione, il coefficien-te di trasformazione relativo all’età di 58anni deve essere incrementato di 6/12della differenza tra il coefficiente di tra-sformazione relativo all’età di 59 anni(4,468 per cento) e quello relativo all’e-tà di 58 anni (4,354 per cento); il coeffi-ciente di trasformazione da applicaresarà pertanto pari a 4,354 + (6/12 x

0,114) = 4,414 per cento. Ai fini di cui sopra non si tiene contodelle frazioni di mese.B) Come il sistema contributivo abbassala pensione.Il calcolo della pensione con il SistemaContributivo è dato dal Montante contri-butivo individuale (MCi) per ilCoefficiente di Trasformazione (CT),correlato all’età anagrafica possedutaall’atto del pensionamento dal dipen-dente: Pensione = MCi x CT.Abbiamo un indissolubile legame fraetà anagrafica e Coefficiente diTrasformazione, e dai dati della tabellasi può facilmente riscontrare la perditapensionistica solo in ragione della revi-sione dei Coefficienti diTrasformazione. Nello specifico abbiamo: Il Montante individuale annuo vienedato dalla base imponibile annua perl’aliquota di computo del 33% per iperiodi di contribuzione.Il Montante contributivo individualeche rappresenta la somma di tutti i con-tributi versati dal lavoratore, dall’iniziodell’assicurazione (dal 1.1.2012 chi sitrova nel sistema retributivo) alla decor-

renza della pensione, opportunamentecapitalizzati con tassi “virtuali” stabilitiannualmente dall’Istat.Al 31 dicembre di ciascun anno si prov-vede alla rivalutazione delle quoteaccantonate mediante il “tasso di capita-lizzazione”.Una volta ottenuto il montante indivi-duale e determinato, in base all’età, ilcoefficiente di trasformazione, si calcolal’importo mensile della pensione contri-butiva dividendo tutto per 13 (veditabella B).Differenze con la “perequazione”.La rivalutazione del montante contribu-tivo potrebbe essere confusa conla perequazione delle pensioni. La differenza è la seguente: la rivaluta-zione del montante contributivo vieneapplicata al montante contributivo indi-viduale, cioè al capitale accumulato dallavoratore tramite il versamento deicontributi prima del pensionamento;la perequazione viene applicata all’im-porto della pensione dopo il pensiona-mento.

* Il dott. Antonio Balzano è ConsulentePrevidenziale ARPAC.

TABELLA B

Come da consuetudine anchequest’anno il CRAL invita tutti gli

appassionati del tennis ad iscriversi altorneo sociale che si svolgerà nellaprossima primavera presso ilComplesso Turistico “Averno” diPozzuoli. Al termine delle iscrizionisarà sorteggiato un tabellone ad elimi-nazione diretta e per rendere la manife-stazione più equilibrata, nella primaparte saranno inseriti i giocatori appar-tenenti ad una fascia più debole e solopiù avanti le teste di serie. Visto il cro-

nico ritardo della conclusione del tor-neo che si verifica ormai da alcuni anni,questa volta si anticiperanno i tempi,pertanto si invitano tutti i soci interessa-ti a comunicare la loro adesione inSegreteria CRAL presentando un certi-ficato medico per l’idoneità sportiva(rilasciato dal medico curante) ed unloro recapito telefonico entro il prossi-mo 31 marzo. L’organizzazione saràaffidata di nuovo al maestro GiuseppeAgrillo che avrà cura di contattare i gio-catori per fissare le partite, fornire le

palle di gara, dipanare eventuali contro-versie di gioco ed organizzare la cenaper festeggiare in allegria la fine dellacompetizione sportiva. Infatti lo scopoè quello di far trascorrere qualche ora disvago dopo l’attività lavorativa, pertan-to si invitano tutti i partecipanti ad assu-mere sempre in gara un atteggiamentocorretto e sportivo all’insegna del FairPlay. Certo di una fattiva collaborazione,auguro a tutti buon divertimento!

(Scoop)

APERTE LE ISCRIZIONI AL TORNEOAMATORIALE DI TENNIS

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Questo monumento, riguardante iltragico incidente del 28 luglio

2013 sull’autostrada A16 al viadottoAcqualonga presso Monteforte Irpino,fa un diretto riferimento alla scena del-l’evento, riproducendo la sagoma diun ponte ed il luogo dell’impatto aipiedi di esso, è stato realizzato in ramee ottone da artigiani campani con tec-nica di saldatura a freddo con stagno,alle falde del Vesuvio. La sua stabili-tà, data l’elasticità del rame, è dovutaal solido aggancio tra le due parti,senza il quale la struttura oscillerebbetroppo.Il significato che si coglie dall’aspettogenerale è quello di un “DNA gotico”,ovvero sfuggente verso l’alto, in effet-ti la doppia elica della molecola dellavita esorta al ricordo vivo nelle perso-ne su quello che è stato il più graveincidente stradale della storia d’Italia;inoltre l’obliquità dei tondini suggeri-sce la fuga verso l’alto e dunque la vitaeterna. Un motivo ricorrente è anche ilnumero 8 che ricorda i fortunati che nesono scampati, col riferimento all’infi-nito: in cm è la lunghezza dei gradini,il diametro delle stelle, in mm è lospessore delle bacchette d’ottone, è ilnumero dei supporti gialli e dei gradiniazzurri della struttura doppia a spirale,80 cm è il lato della base marmoreaquadrata e l’altezza dal suolo.Si parte dall’aggancio col ponte: unascala a spirale di 12 pioli passa da uncolore rosa – viola che ricorda la pro-venienza da san Pio e l’evento luttuo-so, ad un rosso cupo. 12 è il tempocome le ore dell’orologio, il gradinopiù basso raffigura l’ultima ora ed èrosso scuro, perché le due croci fannoriferimento al sangue di Cristo e dun-que al binomio inscindibile Passione –Resurrezione. Più giù sulla piastra delprato insanguinato, i binari si unisconoed emerge una croce formata dai 4tubi.La scala va a salire, ma la distanza trai gradini raddoppia; qui è una dimen-sione diversa: prima scendevano icorpi, ora il tempo non esiste e vi sal-

gono le anime leggere; il percorsodiventa man mano azzurro, poi prose-gue in verticale con un totale di 8 gra-dini, il numero dell’infinito. I tondinidi ottone nella parte alta sono 6 comequelli che formano il ponte. Due volteè presente il numero aureo, ossia il rap-porto 1,618 molto presente nell’armo-nia della natura, garanzia di equilibrio;il ponte è ad un metro dalla base dellalastra, il percorso della scala terminadunque a 1,62 m ma oltre si dipartono2 steli da ciascuna parte recanti le stel-le che si intrecciano formando unacroce di gloria racchiusa dai 4 astri, percontro il diametro della doppia spiraleè al massimo di 62 cm, stavolta solo adopera dell’intuito.Le stelle a 5 punte sono un simbolo didivina proporzione, ma qui rappresen-tano ognuna con i 10 spigoli e lo sbal-zo delle 10 facce il ricordo di altrettan-

te anime che sono dunque in tutto 40.Perciò il percorso cristiano parte da unsanto e finisce tra i beati passando peril concetto di passione e resurrezione.Altro significato è nel senso delle spi-rali; nei castelli militari medievali lescale a chiocciola strette dovevanodare vantaggio al difensore in alto esvantaggio all’assalitore in basso,posto che costoro impugnassero laspada con la destra; dunque è un mes-saggio di pace.Il tutto conferisce un’espressione dileggerezza, a cominciare dalla baseche è libera da sostegni per evidenziar-ne la croce drammatica; il ponte chestabilizza col suo aggancio è rinforzatoe brunito per conferire risalto essendoaccessorio.Lo sviluppo ha dovuto tener contodella necessità di irrobustire taleaggancio, per cui ho dovuto aggiunge-re 5 tondini, ma ne è venuto fuori unostrano risultato: il numero dei pioli(12+8)=20 è uguale a quello dei tondi-ni di ottone (6+6+8)=20; la somma è40 ovvero il numero delle vittime,mentre il numero dei superstiti, 8, èpresente in ambedue le serie, insommauno svolgimento davvero equilibrato,quasi provvidenziale. La base è inmarmo e pesa oltre 30 kg, su un robu-sto tavolo di legno estensibile col ripia-no quadrato da 90 cm, l’altezza totalesupera i 2,7 m.Cosa ne sarà di questo significativomonumento? Costruito a marzo 2015ha bisogno di sistemazioni sicure edovrebbe finire nel Museo Civicoinsieme ad altre decine di opere, maquando e dove questo avverrà non èdato saperlo. Per ora è presso il domi-cilio dell’autore in via Monteruscello61/i tel. 3356684054, per chi volesseintanto vederlo. Per altri ragguagli:https://giogrossi.wordpress.com/2015/09/25/40acqualonga/

* Il dott. Gioacchino Grossi exDirigente Medico I° livello presso laMedicina Legale e I.C. Distretto 35recentemente collocato in congedo.

IN RICORDO DELLE 40 VITTIME DEL VIADOTTO ACQUALONGA

di Gioacchino Grossi*

Perché il tempo non decreti un percorso soloin discesa (foto di Gioacchino Grossi).