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www.cralsantamariadellegrazie.it Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle Grazie - Anno XIX - N. 2 - Maggio 2014 Distribuzione in omaggio ai Soci Esce quando può All’interno: Il libro “La Ferrovia della Valle Caudina” Il Rischio La terra dei fuochi La migliore medicina è il cibo Il bando di concorso per le Borse di Studio 2013/14 La difesa abitativa Le arti femminili Collocamento a riposo dei dipendenti pubblici Lo sport: tornei di tennis ai “Damiani”

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www.cralsantamariadellegrazie.it Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle Grazie - Anno XIX - N. 2 - Maggio 2014

Distribuzione in omaggio ai Soci Esce quando può

All’interno:Il libro “La Ferrovia della Valle Caudina”Il RischioLa terra dei fuochiLa migliore medicina è il ciboIl bando di concorso per le Borse di Studio 2013/14La difesa abitativaLe arti femminiliCollocamento a riposo dei dipendenti pubbliciLo sport: tornei di tennis ai “Damiani”

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La Orizzonti Village s.p.a. sita in via Antiniana, 2 Pozzuoli Napoli, situata a pochi metri dall'uscita Agnano a cavallo tra il comune di Pozzuoli e il comune di Napoli.

Vicino all'ippodromo, a pochi passi dalla cittadella militare della Natoe circondato dal famosissimo quartiere Fuorigrotta.

Ha un'estensione di circa 4500 mq dei quali 2500 mq di attività legata alla distribuzioneall'ingrosso (1500mq al cash e 900 mq di celle frigo), di prodotti “Food” e “Beverage”.

Oltre 12.000 referenze tra: coloniali, scatolame, conserve, olii, birra, vini, liquori, bibite,acqua, bakery, congelato, pasta, salumi, caseari, freschi, monouso.

Abbiamo a disposizione uno spazio di 1000 mq destinato alla vendita al dettaglio.Siamo Concessionari Prealpi e affiliati UDIAL.

La “Orizzonti Village s.p.a.” è orgogliosadi comunicare la sottoscrizionetra il nostro punto vendita e il

CRAL "Santa Maria delle Grazie" di Pozzuoli.Tutti gli associati potranno

acquistare presso il nostro cash&carryeffettuando una spesa minima di 25 euro.

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Organo di informazione pubblicatodal CRAL S. Maria delle Grazie. Viene distribuito in omaggio ai Soci.

Registrato il 20.01.96 presso ilTribunale di Napoli con il n. 4716.

Esce quando può

Presidente del CRALSanta Maria delle GrazieNello Nardi

Direttore ResponsabileAlfredo Falcone

Comitato di RedazioneTeofilo Arco, Vincenzo Buono,Giuseppe Calabrese, GennaroDella Monica, Pietro Monopoli,Nello Nardi, Amedeo Russo,Adriano Scoppetta, LuigiStefanelli

Hanno collaborato a questo numero:Antonio Balzano, MaurizioPalumbo, Claudia Passero,Donato Potuto, Gennaro Schianodi Cola, Ferruccio Sorrentino.

Segretario di Redazione:Adriano Scoppetta

ComposizioneNello Nardi

Redazione: CRAL Santa Mariadelle Grazie La Schiana 80078Pozzuoli (NA) tel. 081.8552215

Le opinioni espresse in articolifirmati o siglati impegnano esclu-sivamente i rispettivi Autori men-tre la Direzione non ne risponde.

La collaborazione a“IL CRALLINO”s’intende gratuita.

Impaginazione, grafica e stampa:Graphic & Print s.n.c.Torre del Greco

In copertina: Il libro “La Ferroviadella Valle Caudina”; (sotto) l’au-tore Alfredo Falcone e L’editriceGiovanna Scuderi alla cerimoniadi presentazione.

Cari amici lettori,siamo tutti choccati per quanto avvenuto a Roma in occasione dellafinale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina: una rissa, tra “suppor-ters” azzurri in trasferta ed elementi locali, che potrebbe avere un epi-logo tragico dal momento che, quando queste note vedono la luce, ungiovane tifoso napoletano è ancora in pericolo di vita per il colpo dipistola sparatogli contro.E’ possibile, ci si domanda, che un evento sportivo che dovrebbe costi-tuire un momento di relax e di divertimento in un’esistenza che permolti, anzi per troppi, non è facile? E’ possibile evitare questi episodidi sangue che da troppo tempo si accompagnano alle partite di calcio?E’ ancora vivo il ricordo di quanto, anni addietro, avvenne allo StadioOlimpico in occasione del derby romano: un razzo sparato dalla curvadei tifosi della Roma sorvolò tutto il rettangolo di gioco finendo nellacurva opposta dove si infilò nell’occhio del tifoso laziale Paparelliuccidendolo sul colpo! Ebbene da allora negli stadi continano adentrare razzi, bombe carta e fuochi d’artificio vari oltre a bastoni ecoltelli senza che si riesca a porre fine a questo andazzo. Il fatto è chela delinquenza si è ormai impadronita anche degli stadi di tutt’Italia edell’intero movimento calcistico: da qui, invasioni di campo, ricattialle società, scommesse, minacce a giocatori e dirigenti di società,pestaggi, ferimenti di tifosi considerasti “nemici” e quant’altro. Cosa si può fare contro questo andazzo? Il “daspo” ossia il divieto diaccesso allo stadio per un certo tempo non è un deterrente efficaceessendo questo tipo di reati consumati non solo dentro ma anche fuoridagli stadi. Occorrerebbero pertanto leggi specifiche e severe e con-danne pesanti da scontare per intero, ma anche questo, basterebbe?La verità è che la società moderna è violenta. Del resto basta aprireun giornale, anche uno solo e di questi giorni: leggiamo di atti di guer-ra civile in Ucraina, del rapimento in Nigeria di oltre duecento stu-dentesse per venderle come schiave, di esplosioni di auto-bombe invari Stati e stragi frequenti consumate in ogni dove. In una simile realtà mondiale, non meraviglia che la violenza abitianche nel nostro Paese e che, sia pure su scala ridotta, scoppi, persi-no in occasione di avvenimenti sportivi che, pure, dovrebbero esseremomenti di rilassamento e di pausa degli affanni giornalieri. Ed allo-ra, che fare? Che cosa è che genera tanta violenza? Le ingiustiziesociali, forse? Ma allora il discorso sarebbe lungo, quanto mai com-plesso e senza soluzione.

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DIVULGAZIONE SITO CRALwww.cralsantamariadellegrazie.itCapita sempre più spesso che nostriSoci ci chiedono informazioni sulleattività del CRAL, come concorsi perborse di studio, convenzioni con assicu-razioni auto, vita e professionali, pale-stre, piscine, negozi oppure sulla vendi-ta di biglietti a prezzi scontanti per ilcinema, teatri o concerti musicali omeglio ancora sulle feste, gite sociali etornei sportivi e tantissime altre notizieche ormai da oltre tre anni pubblichia-mo e aggiorniamo dettagliatamente sulnostro sito: www.cralsantamariadellegrazie.itOggi l’uso del computer è diventatoindispensabile, ricordiamo che anche lanostra ASL per le informazioni sullebuste paga, i cedolini delle presenze edi CUD si serve del proprio sito e quindinoi necessariamente siamo costretti acollegarci ad internet per conoscerli epoi stamparli, quindi se lo facciamo perqueste cose non vediamo perché non losi possa fare anche per informarsi sututto quello che riguarda il nostro soda-lizio, dalla sua Costituzione (1986) alleultime novità, tanto più che i computerstanno in tutti i reparti ospedalieri enegli uffici dell’ASL.Inoltre, per rendere più semplice la visi-ta la sito, di seguito, vi elenchiamo lesette sezioni in cui l’abbiamo suddiviso:

NEWSQui troverete le ultimenovità quali, tutte legite organizzate dal

CRAL, vendita biglietti cinema, cir-chi e week end per le isole, bandi diconcorso per borse di studio, torneisportivi e feste sociali, inoltre è possi-bile collegarsi direttamente con i touroperator convenzionati per qualsiasitipo di vacanza o viaggio a prezziscontati.

ORGANI SOCIALIIn questo spazio sonopubblicati i nomi e le

foto dei Componenti il Consiglio diAmministrazione, i SindaciRevisori, i Probi Viri, con le rispetti-ve cariche.

CONVENZIONIE’ possibile consultarel’elenco aggiornato ditutte le nostre conven-

zioni prima di fare i vostri acquisti.STATUTO Per conoscere tutti gliarticoli del nostro sta-tuto approvato nel

1986 e le sue modifiche.

FONDO DI SOLIDARIETA’A cosa serve, come parte-

cipare, quando richiederlo.ADOZIONIA DISTANZALe foto dei bambini adot-tati dal CRAL: come

aderire e con quanto.IL NOSTRO GIORNALECliccando sulla copertina dell’ultimonumero de “Il Crallino” è possibile con-sultare tutti i giornali pubblicati dal 2002ai giorni nostri.

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a cura di AAddrriiaannoo SSccooppppeettttaa

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Le emergenze legate alla sicurezzadegli alimenti e ai rifiuti, i timori

per i rischi alla salute, le proteste deicittadini per i rifiuti in strada e contro leipotesi di nuovi impianti di smaltimen-to e/o trattamento degli stessi, il feno-meno dello sversamento illegale edincenerimento dei rifiuti hanno reso lacomunicazione del rischio sempre piùuna metodologia da attuare e gestire inmaniera efficace e trasparente.Il rischio è definito dal prodotto dellaprobabilità di occorrenza di un eventodannoso per la salute per le sue conse-guenze. E’ ormai ampiamente accertatoche viviamo in una società del rischio,che il rischio zero non esiste e che lostesso può essere solo mininizzato. La comunicazione del rischio è intesacome l’insieme dei processi di scambiodi informazioni, relative a tecnologie,fenomeni, eventi con possibili effettidannosi sulla salute e/o sull’ambiente,tra i soggetti potenzialmente interessa-ti. E’ una metodologia prevista nellasicurezza nei luoghi di lavoro, nellasicurezza degli alimenti, in ambitoambientale ed è il completamento diquel processo che è denominato riskassessment che comprende analisi,caratterizzazione, gestione e comunica-zione dello stesso. Il fine ultimo della comunicazione delrischio è quello di far comprendere allapopolazione la logica che sta dietro unadecisione basata sul rischio, affinchéquesta possa formulare un giudizioequilibrato che rispecchi le proveoggettive concernenti la questione inesame e deve essere pertanto un tenta-tivo di aiutare le persone a formularegiudizi più informati e consentire lorodi agire di fronte ai rischi presenti nellaloro vita. Per essere efficaci nellacomunicazione del rischio deve essereadeguatamente valutata ed affrontataanche la percezione e l’accettazione delrischio avverso in una data comunità. La percezione del rischio è infatti unprocesso cognitivo coinvolto in diverseattività quotidiane e che orienta i com-portamenti delle persone di fronte adecisioni che coinvolgono dei rischi

potenziali. La percezione del rischiocoinvolge diverse dimensioni come,per esempio, le conseguenze sia imme-diate sia future e le loro implicazionitanto su un piano razionale ed oggetti-vo quanto su un piano emozionale esoggettivo. A volte le persone temonodi attività che non arrecano danni allasalute mentre non danno importanza acomportamenti ed attività che mettonoa serio rischio la loro salute. L’OMS in una recente pubblicazione“Health and enviroment: communica-ting the risks” afferma che la percezio-ne del rischio è il giudizio soggettivoche la popolazione ha circa le caratteri-stiche e la gravità di un rischio ed èdefinita dalla formula di Sandman for-mata da due componenti il rischio el’indignazione o senso di ingiustizia.

(Rischio Percepito= Rischio misurabile+ Indignazione o senso di ingiustizia).

Il rischio è l’aspetto tecnico-scientifi-co ed è dato dalla probabilità di acca-dimento di un dato evento per ilpotenziale danno alla salute, mentrel’indignazione o senso di ingiustizia èla parte soggettiva che è moltoinfluenzata dalla natura dei rischi, tra-sparenza dei messaggi etc. Il Professor David Spiegelhalterdell’Università di Cambridge Winton

titolare della cattedra di PublicUnderstanding of Risk svolge proget-ti di insegnamento di comprensionedel rischio agli alunni delle scuoleinferiori che gli hanno garantito l’ap-pellativo scherzoso di Doctor Risk.Egli sostiene che quella del rischio èuna materia molto complessa, cheprendiamo dei rischi ogni giorno ed inogni area della nostra vita e che quan-do facciamo una scelta e non possia-mo predire con assoluta certezza cosaaccadrà stiamo correndo dei rischi;anche se decidiamo di non portare connoi l’ombrello in una giornata nuvolo-sa. Il Dottor Manfred Gerstenfeld - esper-to di comunicazione del rischio- aproposito di Percezione del rischio, inun suo libro Risk: Perception andReality parla di un libro di Luciano deCrescenzo degli anni ottanta “Storiadella filosofia greca: da Socrates inpoi” in cui è citato un professore dimatematica che rimprovera l’amico disua figlia che si rifiuta di fare il bagnoa mare a Positano per paura deglisquali. Egli sostiene: “Conosci perso-nalmente qualcuno che è stato attac-cato dagli squali? Se si dimmi ilnome”. Questo prova che non ci sonosquali. Penso che tu sappia quantepersone hanno incidenti d’auto. InItalia ogni anno 200.000 persone sonoferite o uccise dalle auto. Questo perònon ti spaventa dal venire in auto daRoma a Positano. Ora tu vieni qui eattacchi un povero animale, che ameno che tu non abbia le prove delcontrario, non ha mai ucciso nessuno.Questo è quello che chiamo non avereuna mente statistica…lo squalo è unfilm, non un fatto. La realtà è che tuhai uno squalo nella tua mente, nelbuio del tuo inconscio allo stessomodo in cui tu hai gli incubi e chissàquale altra stupidità.”

* Il dott. Maurizio Palumboè Dirigente Medico Dipartimento diPrevenzione Servizio Igiene degliAlimenti e Nutrizione ASLNapoli2nord.

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IILL RRIISSCCHHIIOOdi MMaauurriizziioo PPaalluummbboo**

COMUNICAZIONE PERCEZIONE E...LO SQUALO A POSITANO

Dal libro di Luciano De Crescenzo.

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Con il termine di “Terra deiFuochi” si individua una vasta

area situata tra le Province diNapoli e Caserta, caratterizzatadalla presenza di roghi di rifiuti, daqui l’appellativo.L’area territoriale risulta esserecompresa tra i Comuni di Qualiano,Giugliano in Campania, Orta diAtella, Caivano, Acerra, Nola,Marcianise, Succivo, Frattamaggiore,Melito di Napoli, Castelvolturno,Casal di Principe.Tale area territoriale sarebbe statainteressata sia da un consistentetraffico illegale di rifiuti da partedella criminalità organizzata, siadall’eliminazione di materiale comepneumatici, scarti di abbigliamento,materiale di risulta ecc..E’ dalla combustione di questi rifiu-ti che si diffondono nell’atmosfera enelle terre circostanti sostanze tossi-che, tra cui la diossina ed i metallipesanti.Dati generaliCon il termine diossina si indica ungruppo di 75 congeneri di poli-clorodibenzodiossine (PCDD) e135 congeneri di policlorodibenzo-furani (PCDF), 17 dei quali hannorilevanza tossicologica.

I policlorobifenili (PCB) costituis-cono, invece, un gruppo di 209 con-generi diversi che possono esseresuddivisi in due gruppi in base alleloro proprietà tossicologiche: i PCBdiossina simili (PCBdl) e i PCB nondiossina simili (PCBndl).Le diossine sono sostanze termosta-bili, insolubili in acqua, altamenteliposolubili, estremamente resisten-ti alla degradazione chimica e bio-logica che si generano da unamolteplicità di fonti di emissionequali: processi di combustione,incenerimento dei rifiuti solidiurbani, rifiuti ospedalieri, combus-tione pneumatici ecc..Per quel che riguarda i metallipesanti e, in particolare il piombo,sono estremamente tossici per l’am-biente, poiché tendono a bioaccu-mularsi ed a dare fenomeni di bio-magnificazione.I metalli pesanti si generano davarie fonti come:- processi industriali, in quanto ilpiombo viene utilizzato per la fab-bricazione di esplosivi, munizioni,batterie per auto, produzione di ver-nici, smalti, infatti l’intossicazione,nota come Saturnismo, ha interes-sato molti pittori, quali Van Gogh e

Goya che erano soliti utilizzare col-ori a base di piombo per la realiz-zazione delle loro opere; la pazzia,la schizofrenia ed i disturbi mentalie psicologici degli stessi eranoattribuiti all’intossicazione da piom-bo, causata appunto dall’inalazionee dall’ingestione dei colori (le fontiriportano che Goya aveva l’abitu-dine di bagnare la punta del pennel-lo con la saliva, non con l’acqua,ingerendo notevoli quantità dipiombo che si accumulavano nel-l’organismo);- traffico motorizzato;- centrali termoelettriche;- uso di fertilizzanti;- contaminazione delle acque.Modalità di ingresso nella catenaalimentareIn base alle conoscenze oggidisponibili il meccanismo di pene-trazione nella catena alimentaredelle diossine sembrerebbe esserela deposizione atmosferica in fase divapore sulle foglie delle piante e,parzialmente sul terreno, ingeritesuccessivamente dagli animali.Le diossine si accumulano nei tessu-ti grassi degli organismi, quindi seerba e suolo contaminati sonoingeriti dagli erbivori (pecore, vac-che, ecc.) si verifica un accumulo diqueste sostanze nel grasso dellecarni e nel grasso del latte prodotto.Mentre per quel che riguarda ilpiombo, dal suolo e dalle acqueviene trasmesso alle piante, agli ani-mali e, quindi, agli alimenti edall’uomo.Storia - L’emergenza diossina inCampaniaIl problema della contaminazioneda diossine (PCDD/F e PCB/dl)delle produzioni zootecniche inCampania emerse, per la primavolta, nell’anno 2001 in due campi-oni di latte ovino; successivamentele indagini furono estese ad altregreggi di pecore sempre sul territo-rio della nostra Regione, con il risul-La formatura moderna viene effettuata mediante macchina formatrice.

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REPORT DI ATTIVITA’ DEL SERVIZIO VETERINARIO “C” FILIERA LATTIEROCASEARIA ASL NA2 NORD: CONTAMINAZIONE DI DIOSSINE E PIOMBO

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tato che ben 13 aziende su 15 risul-tarono avere un tenore di diossinesuperiore al limite di legge.Pertanto, in conseguenza dell’e-mergere del fenomeno, denominatoall’epoca “Emergenza diossina”, laRegione Campania tentò diarginarlo approntando il “Piano diintervento per fronteggiare l’emer-genza diossina” del 2 aprile 2003.L’emergere di alcuni casi di positiv-ità su matrici biologiche (latte,derivati del latte, ecc.) ha fatto sìche si rinnovasse la necessità di unpiano di sorveglianza, per meglioinquadrare la problematica a dis-tanza di quattro anni, dalla cosid-detta “Emergenza diossina”, per-tanto in data 21.12.2007 con deliber-azione n. 2235 della RegioneCampania veniva approntato il“Piano di Sorveglianza sulla conta-minazione da diossine inCampania”, pubblicato sul BURCn. 2 del 14.01.2008.Il Piano di Sorveglianza era miratoa fornire tutela e garanzia ai con-sumatori ed, inoltre, era finalizzatoa rilevare condizioni di contami-nazione ambientale con con-seguente adozione degli idoneiprovvedimenti a tutela del con-sumatore, nonché delle fonti diinquinamento.L’attività di competenza dei ServiziVeterinari, pertanto, dovevariguardare controlli ufficiali sul lattecon l’attuazione di un programmadi campionamento pianificato dalSettore Veterinario Regionale.Le positività riscontrate in ambitodi Piano Regionale e di Piano UE-Ministero della Salute riguardaronoil sequestro di tre aziende bufaline edel relativo latte che furono disse-questrate al rientro nei parametriprevisti.Anno 2013 - Piano di monitoraggioregionale per la ricerca dei contam-inanti nelle produzioni agro alimen-tari.La Regione Campania con nota del17.10.2013 pianificava un “Piano dimonitoraggio regionale per la ricer-ca dei contaminanti nelle pro-duzioni agroalimentari”.Infatti nei territori dei Comuni diCaivano, Giugliano in Campania e,successivamente Acerra (ASLNapoli 2 Nord) sono stati attivati

controlli ufficiali ed, in particolare, iServizi Veterinari hanno effettuatocampionamenti su:Alimenti di origine animale, comelatte bufalino, bovino o ovi-caprinodestinato alla lavorazione e/o ali-mentazione umana, carni ed uova dipollame allevato all’aperto, campi-oni al macello di ovi-caprini allevatial pascolo.

Alimenti zootecnici, come foraggipresso le aziende zootecniche.Le attività della filiera lattiero-casearia hanno riguardato il campi-onamento di latte bufalino prodottonelle aziende presenti sul territoriodi Giugliano e Caivano.Sono state saggiate n° 07 aziendebufaline e n° 01 azienda ovi-caprinacon prelievo di latte per la ricerca diDiossine, PCBdl, PCBndl e Piombo.I campioni sono stati esaminatipresso l’Istituto ZooprofilatticoSperimentale del Mezzogiorno diPortici ed hanno riportato valori diDiossine e PCB dl e ndl (WHO-PCDD/F+PCB-TEQ) compresi tra0.4743 e 1.43 pg-TE/g di grasso.Relativamente al Piombo invece ilvalore massimo riscontrato è statodi: 0,007 mg/kg.Nella Comunità Europea è ilRegolamento (CE) N. 1881/2006 es.m.i. (Regolamento UE N.1259/2011) che definisce i tenorimassimi di alcuni contaminanti neiprodotti alimentari, i quali non pos-sono essere commercializzati secontengono contaminanti in unaquantità superiore al tenore massi-

mo indicato che, per quel cheriguarda le diossine e PCB nel lattecrudo e prodotti lattiero caseari, èdi 5.5 picogrammi per grammo digrasso, mentre per il piombo è di0,020 mg/kg.Pertanto, nei campioni effettuati ilvalore più alto che è stato trovatoper le diossine e PCB, è di circaquattro volte più basso del limiteimposto dal Regolamento (CE)1259/2011; mentre per il piombo loè di circa tre volte del limite impo-sto dal regolamento (CE)1881/2006.ConclusioniAlla luce di quanto esposto, al finedi garantire la sicurezza degli ali-menti, dai campi alla tavola, si èinstaurata una strategia integratache ha coinvolto ogni operatore delsettore alimentare (allevatori,caseifici) che dovrà garantire lungola catena alimentare la sicurezzadegli alimenti attraverso l’appli-cazione dei principi del sistema del-l’analisi dei pericoli e dei punti crit-ici di controllo (HACCP) e la lororintracciabilità, così come fissato dalReg. CE 178/02 ed, i ServiziVeterinari della ASL, attraversoattività di monitoraggio e campi-onamento teso ad evidenziare parti-colari situazioni di rischio a cui sonoesposti gli alimenti per animali e leloro produzioni zootecniche.

*Il dott. Donato Potuto èVeterinario Dirigente c/o ilDipartimento di Prevenzione -Pozzuoli.

La formatura tradizionale viene effettuata a mano: mentre il casaro sostiene la massa di pasta fila-ta un altro effettua la mozzatura operando con indice e pollice da cui il temine mozzarella.

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La miglior medicina è il cibo!Tale saggia affermazione, pro-

pria della Medicina Tradizionaleorientale, indiana cinese (nellalingua cinese dieta e terapia sonosinonimi), è stata di recente ripre-sa anche in occidente. Nel nr. di Febbraio il puntualearticolo dei Colleghi Palmieri,Palumbo e Tondini efficacementeaffronta il nodo dello stile di vitaalimentare. Lo stesso Prof. Veronesi,Oncologo di fama, afferma che lascarsa attenzione alla dieta è tantoimportante quanto la predisposi-zione genetica nel manifestarsi edevolvere del cancro, e più impor-tante di tanti sopravvalutati fattoriambientali. Meno si mangia più a lungo sivive; lo stesso concetto vale perl’abuso di farmaci, meno se neusano, meglio è!La Nuova Scienzadell’Alimentazione consiglia ali-menti dal potere alcalinizzante(capaci cioè di cedere ioni H+) perridurre l’iperacidità intestinale. Tale alterazione spiana la stradaall’invasione di miceti e germipatogeni e causa sofferenza inorgani ed apparati lontani, dalsistema nervoso che entra in iper-attività, ai polmoni che per cederepiù CO2, aumentano la frequenzarespiratoria diminuendo escursio-ne del diaframma ed espansionedella cassa toracica; dal fegato aireni, organi che esauriscono leloro capacità lavorando contronatura la notte più del giorno acausa di abbondanti cene; dalleossa, che si demineralizzano perequilibrare il pH, alle fascemuscolari ed ai tendini che entra-no in sub-contrazione accumulan-do acido lattico e diventandocausa di dolori cronici, ogni tessu-to accumula radicali acidi e tossi-ne di provenienza alimentare. Insomma scegliendo il cibo sba-

gliato ci si può ammalare; consi-derando meglio quello più adattoalla stagione all’ora ed all’occa-sione, si può avviare l’auto-guari-gione. Tutti intuiscono la relazione traeccessi ed obesità; lo stesso valeper il diabete di tipo II, l’iperten-sione arteriosa, l’ipercolesterole-mia, le malattie cardio-vascolariconnesse, l’iperuricemia o gotta,la gastrite e la colite. Qui però si introduce il concettoche l’alterata permeabilità intesti-nale secondaria ad una dieta scor-retta apra la strada a guai ancorapeggiori quali malattie auto-immuni e cancro: quale sarebbe ilnesso fisiopatologico? L’acidificazione dell’ambienteenterico, lo sviluppo di produttoridi enterotossine, la lesione delcemento che unisce le cellulemucose intestinali nelle tight-junctions o giunzioni tra celluleadiacenti diventano causa del pas-saggio nella sottomucosa di tossi-ne e citochine pro-infiammatoriecon iper-stimolazione del sistemalinfatico associato alla mucosaintestinale o MALT, congestione

dell’interstizio, edema, difficoltàall’assorbimento dei nutrienti edello scambio di ormoni e altrimessaggeri. In pratica una Sindrome daAlterata Permeabilità Intestinale. Sedendo a tavola considerate chenon esiste frutta o verdura dalmalefico potere acidificante: ivegetali fanno tutti bene, mele,meloni, aglio, limoni, frutta e ver-dura, spezie sono molto alcaliniz-zanti, anche se le solanacee comepomidoro, melenzane, patate epeperoni un po’ meno. Al contrario non esiste alcun pro-dotto raffinato o conservato, dipastificio, forno o industria chenon sia acidificante, per non par-lare di carne, pesce, latticini,caffè, liquori, bibite, dolci e dol-ciumi che lo sono moltissimo; emi è doveroso segnalare il potereterribilmente acidificante di far-maci e cosmetici. Ciò spiega bene come mai l’Italiavanti il primato di esser al primoposto nella triste classifica mon-diale dei morti per cancro allo sto-maco ed al terzo per quello dimorti per neoplasie intestinali(N.B.: in % sul totale dei mortiper cancro), pur essendo tutti gliitaliani convinti che qui si mangibene!Il saggio e coscienzioso Veronesiparla per aumentare le competen-ze di vita di una popolazionemediamente presuntuosa ed igno-rante, che ama il lusso più dellasalute ed ha un pessimo stile divita, simile a quello di tanti testi-monial televisivi, ma si misuracon la triste realtà che una personasu dieci è ben disposta ad ascoltar-lo. La maggior parte da questo orec-chio non ci vuol sentire a menoche non trovi nella sopraggiuntamalattia la necessaria spinta percambiare i comportamenti. E’ l’Italia, il Paese del Bengodi,

LLAA MMIIGGLLIIOORREE MMEEDDIICCIINNAA EE’’ IILL CCIIBBOOdi FFeerrrruucccciioo SSoorrrreennttiinnoo**

LE VIE DELLA GUARIGIONE 2: MANGIARE

Il dott. Ferruccio Sorrentino scherza con ilfiglio Arturo.

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che ascolta più Clooney eBanderas, più il Gatto e la Volpedel Grillo Parlante (e … menomale, intendo politicamente!!). Tale concetto vale anche per chi,avido di notizie, consuma troppinotiziari televisivi, potenti acidifi-catori di cene e pranzi: gli onni-presenti mezzi di informazionesaturano le coscienze, saper tantonon rende più intelligenti, solo piùfragili. Da tempo la buona medicina affer-ma che tal fenomeno va indivi-dualmente contenuto; il “digiunodi notizie” è una pratica che ognu-no dovrebbe mettere in atto alme-no una volta per settimana, ilmondo non scapperà via se ci dis-traiamo un attimo! Non voglio che tu sia disinforma-to sullo stato del mondo, ma notoche prestar attenzione alle notiziedi solito sfocia in ansia, rabbia edaltri stati emotivi che ostacolanoil sistema che sovraintende allasalute… Penso che sia utile allar-gare il concetto di nutrizioneincludendo anche ciò che mettia-mo nella nostra coscienza; moltepersone non esercitano un grandecontrollo su di essa e come risul-tato assumono tanto cibo mentalespazzatura. Il mio obiettivo è di farti scoprireche hai il potere di decidere quan-to di questo materiale deve entra-re. (Dr. A.Weil).Il modo in cui nutriamo il nostrosistema aperto psico-neuro-endo-crino-immunitario di flusso datidipende in definitiva esclusiva-mente da noi: sei quel che mangi efai, non quel che pensi di essere!!Lo stress derivante dalla scarsaattenzione all’alimentazione causapoco manifeste alterazioni fisio-

patologiche evolventi in lesioniorganiche. Per la Medicina nonConvenzionale, come per le tradi-zioni cinese ed ayurveda, lo squi-librio psico-fisico definito malat-tia è sempre riferibile ad un ecces-so energetico in certe parti delsistema di flusso aperto dettopsico-soma e ad un difetto in altre;ogni lesione evolve a partire da unproblema relazionale, si evidenziacome emozione non espressa men-tre che cerca una via fuga versol’esterno attraverso l’attivazionedi processi infiammatori, le comu-ni – iti, diventa un difetto dellafunzione citoplasmatica avviandola lesione degenerativa organicaed una delle tante –osi, ed avviaquando ignorata, non affrontata erisolta, un danno della parte piùprofonda della cellula, il nucleoed il patrimonio genetico, con lade-differenziazione tipica delleneoplasie. Perciò metto ben in evidenza amamme e pazienti quanto miglio-re sia la scelta di alimenti freschi equanto sia sbagliato fidarsi deipreparati industriali come lemerendine; in definitiva tanti pre-feriscono il cibo naturale ma altriscelgono, indotti da ignoranza efretta, alimenti inscatolati pieni diconservanti e stabilizzanti, latteartificiale, omogeneizzati.Pretendo che i genitori diano ilbuon esempio mangiando più frut-ta e verdura e spiego loro che con-viene iniziar la giornata riuniti atavola attorno ad un’abbondantecolazione, straordinario momentodi aggregazione e confronto; che apranzo si può mangiar quel chepiù piace ma che da pomeriggio asera conviene mantenersi leggeri,

nel rispetto del ritmo circadianoche vede dalle ore 03 alle 15 laprevalenza dell’iper-tono simpati-co e di una relativa acidità dei tes-suti; mentre dalle 15 alle 03 pre-vale l’iper-tono vagale e la conse-guente alcalosi. Colazione da Principe, pranzo daRe e cena da Mendicante, comeprescrivono i più noti nutrizionistial mondo, mentre qui si continuaad iniziar la giornata col solo caffèristretto, a far merenda a metàmattinata e mangiar spesso quelche capita dove capita a pranzo,per rimpinzarsi per bene all’ulti-m’ora, magari spaparanzati avantialla TV sul divano, mentre la son-nolenza sopraggiunge e ci asso-piamo, ma il meritato sonno nonappena arriviamo a letto si dissol-ve in un circolare turbinio di pen-sieri. Attenti che vi fate molto maleassai poco consapevolmente: usci-te a passeggio o fate qualcosa lasera dopo cena, cantate, ballate,fate un lavoretto usando le mani,studiate o fate l’amore; 5 (.. inverità un pò scarsi, insoddisfacen-ti!) 30 minuti di movimento faran-no bene al corpo e l’iperattivitàdella mente pensante si placheràdopo dieci giorni di sano eserci-zio. Tutto questo va contro le normalivecchie abitudini: qui affermo chesono pessimi modelli di comporta-mento e vanno cambiati, in barbapersino ai proverbi.Non basta una Mela al giorno atogliere il Medico di torno.

Questo forse valeva tanti anni fa:causa il carico di tossine acidifi-canti in entrata che siamo media-mente costretti a gestire, oggioccorre almeno un Melone! Scherzi a parte la prossima volta,se ci sarà, scriverò dell’acqua, latroppo trascurata Madre dellaVita, e del bere, nella speranza dicoinvolgervi un po’ di più nelcomune progetto salute - indivi-duale.

* Il dott. Ferruccio Sorrentino, èDirigente Medico UOMI DS 35,Pozzuoli.

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LETTERE AL CRALRedazione

de “IL CRALLINO”

Mi chiamo Armando Aprile, sono stato ricoverato presso la vostra struttura, Ospedale S. Maria delle Grazie, Repartodi Urologia, dal 24 al 26 febbraio 2014. Da circa 10 anni ero schiavo di una brutta patologia l’adenoma prostatico, e poiché ero residente a Villaricca, venivoseguito da altro personale medico: tanti sono stati i day hospital e tante le biopsie prostatiche senza che nessuno maimi facesse capire il vero problema o mi dicesse che bisognava intervenire chirurgicamente, solo cure, cure ed accerta-menti. Passavano gli anni, il problema mi attanagliava sempre di più, a volte non riuscivo proprio ad urinare, mi aiu-tavo con una compressa a sera di Omnic 04 mg. Nell’ultimo mese di novembre, per motivi personali mi trasferisco aMonterusciello dove faccio amicizia con un vostro dipendente, il sig. Ciro Marigliano, al quale confido subito la miapatologia e la conseguente preoccupazione. Ciro a questo punto mi fissa un primo colloquio con il dott. Umberto Panepresso l’ambulatorio di Urologia della vostra struttura il quale mi prescrive una serie di approfonditi accertamenti,cosa che mi adoperavo solertemente a praticarli, prima di esibirli nella successiva visita di controllo ambulatoriale. Iltutto confortato dal dottor Pane da Marigliano che con molta umanità e professionalità mi rassicuravano continua-mente. Il 24 febbraio u.s., dopo aver effettuato tutti gli esami clinici ed il colloquio con l’anestesista, vengo appuntoricoverato nel Reparto di Urologia del vostro Ospedale. Nel pomeriggio dello stesso giorno venivo operato dal dott.Giovanni di Lauro, fino a quel punto a me sconosciuto. L’intervento endoscopico di Thulep con tecnologia laser dura-va circa quattro ore, al seguito del tale venivo riportato nella propria stanza dove mi venivano praticate le terapie postoperatorie per tale intervento per poi essere dimesso due giorni dopo in data 26 febbraio.Cari Signori non riesco a trovare le parole, mi sembra un sogno, oggi posso dire che sono una persona rinata, nientepiù cateteri, niente più preoccupazioni, ma la cosa che tengo più ad evidenziare e ringraziarvi,è delle cure e dell’altosenso di professionalità che ho ricevuto da tutti coloro che mi hanno seguito ed in particolare dagli infermieri delReparto i quali entravano nelle stanze per effettuare la terapia sempre con il sorriso sulle labbra e senza nessun cennodi stress o sofferenza anzi ci allettavano con la loro presenza e ci trasmettevano il loro calore umano. In più di una occa-sione, nella mia stanza di degenza, ho visto accudire una persona anziana come se per loro fosse un padre, cose che avolte neanche un figlio vero avrebbe fatto, altre volte facevano cose che andavano al di là dei propri compiti per nonparlarvi poi della notte, sempre presenti, sempre vigili e sempre pronti a qualsiasi nostra richiesta.Con la presente voglio ringraziarvi pubblicamente ed in particolar modo il dott. Umberto Pane, gli infermieri CiroMarigliano ed Emma Critelli ed Il dott. Giovanni Di Lauro che con tanta pazienza e professionalità mi sottoponeva consuccesso ad un intervento durato ben quatto ore. Un grazie di cuore a tutti!Pozzuoli, 10/3/2014 Armando Aprile

Aseguito della deliberazione n. 16del 23\01\2014 della Giunta

Regionale della Campania che harazionalizzato il numero dei ComitatiEtici in ambito regionale, istituendosette Comitati Etici a fronte dei ventipresenti nell’ambito regionale è statoistituito il Comitato Etico CampaniaCentro che comprende l’ASL Napoli1 Centro, l’ASL Napoli 2 Nord, non-chè i Presidi Ospedalieri e le Case diCura del territorio di competenzadelle due Aziende.

I Direttori Generali delle AA.SS.LL.Napoli 1 Centro e Napoli 2 Nordhanno nominato quali componenti delComitato Etico Campania Centro iseguenti professionisti:prof. Giancarlo Zotti, dott. Marco DeFazio, dott. Domenico Prinzi, dott.Alberto Marvaso, prof. MarcoSalvatore, dott. Gaetano Piccinocchi,dott.ssa Teresa Di Fraia, dott.Giuseppe Signoriello, dott. MarianoFusco, dott. Vincenzo Santagada,dott. Vincenzo D’Agostino, dott.

Giovan Domenico Lepore, prof.Claudio Buccelli, dott. AndreaPalma, dott.ssa Antonietta Peluso,dott. Mattia Liccardo, dott. OresteCampa, dott. Vincenzo Pezzullo, dott.Luigi Castellone, dott.ssa FilomenaBellitti.L’insediamento del Comitato Etico siè tenuto il giorno 18 marzo con l’ele-zione del Presidente nella persona deldott. Giovan Domenico Lepore e delVice Presidente nella persona deldott. Alberto Marvaso.

UN GRAZIE AL REPARTO DI UROLOGIA

IINNSSEEDDIIAAMMEENNTTOO CCOOMMIITTAATTOO EETTIICCOO CCAAMMPPAANNIIAA CCEENNTTRROO

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LLEE BBOORRSSEE DDII SSTTUUDDIIOOAUMENTATA LA CIFRA STANZIATA PER L’ANNO 2013/14

di VViinncceennzzoo BBuuoonnoo**

Il Fondo di Solidarietà e Borse diStudio è nato nel 1994 da un’idea del

dott. Giuseppe Varriale per venire incon-tro a quei Soci che si trovavano in diffi-coltà economica per le notevoli spese daaffrontate a causa di gravi patologie o diparticolari interventi da sostenere fuoriregione Campania. Per evitare quelle spia-cevoli collette, a “Peppe” venne in mentedi istituire appunto un fondo da cui attin-gere in caso di bisogno, composto di unulteriore quota, di un minimo di mille lire,da aggiungere a quella di cinquemila men-sili dovute per il sodalizio, che i Soci,facendone richiesta, potevano farsi tratte-nere direttamente dalla busta paga.Pertanto dopo varie riunioni, dove si sta-biliva il Regolamento, il tutto fu portato inassemblea sociale dove furono discussi eapprovati tutti i punti. Inoltre si fissò un“tetto” per il fondo, superato il quale unaparte di esso era destinato all’assegnazio-ne di borse di studio per i figli dei soci piùmeritevoli. Con il passaggio all’euro sonostate fatte ulteriori modifiche che noncambiano sostanzialmente il Regolamentoche è possibile consultare sul nostro sito:www.cralsantamariadellegrazie.it Il contributo per l’Assistenza è stato fissa-to in 500 euro, per fortuna, in tutti questianni le richieste non sono state numerosee quelle pervenute sono state tutte soddi-sfatte, e vista la buona risposta da partedei Soci, anche se sembra assurdo chequalcuno non ne sia ancora a conoscenza,la somma in giacenza a fine 2013 è di oltre21.000 euro.Pertanto, vista l’abbondante disponibilitàeconomica, quest’anno si è stabilito diaumentare la cifra da stanziare per ilbando per le borse di studio privilegiandole domande più numerose che sono quelleper le lauree. Si ricorda, ancora una volta, che perpartecipare bisogna aderire al “Fondodi Solidarietà e Borse di Studio” comu-nicando in Segreteria CRAL la ciframensile da far trattenere sulla bustapaga, anche di soli 50 centesimi, diver-samente le domande sprovviste deirequisiti non saranno prese in conside-razione.

* Vincenzo Buono è il Segretario delFondo di Solidarietà e Borse di Studio.

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CC..RR..AA..LL.. SS..MMAARRIIAA DDEELLLLEE GGRRAAZZIIEEBBOORRSSEE DDII SSTTUUDDIIOO PPEERR II FFIIGGLLII DDEEII DDIIPPEENNDDEENNTTII

ddaall FFOONNDDOO DDII SSOOLLIIDDAARRIIEETTAA’’BBAANNDDOO DDII CCOONNCCOORRSSOO aannnnoo ssccoollaassttiiccoo 22001133 –– 22001144

La Commissione del FONDO DI SOLIDARIETA’, sentito il parere del Tesoriere,è lieta di annunciare a tutti i soci del CRAL che la cifra stanziata per le Borse diStudio per l’anno scolastico 2013 - 2014 è di Euro 3.365.La cifra sarà così ripartita:N° 8 Borse di Studio di Euro 75,00per il Diploma di Scuola Media inferiore.N° 8 Borse di Studio di Euro 120,00per il Diploma di Maturità.N° 5 Borse di Studio di Euro 175,00per Laurea (triennale o specialistica)N° 5 Borse di Studio di Euro 200,00per Laurea superiore ai tre anni (senza limiti di età)

Alle prime due Borse possono partecipare studenti che non abbiano compiuto il20° anno di età entro il 15.09.2014.Per tutte le Borse di laurea è prevista l’assegnazione una volta soltanto.Per tutti e tre i Concorsi è necessaria come minimo la media del sette.Le domande di partecipazione al Concorso devono essere presentate dal Socioentro il 31 Ottobre 2014 alle ore 12,00.Le domande redatte in carta semplice vanno presentate a mano al Segretario delFondo di Solidarietà (Sig. Vincenzo Buono) oppure ad un Consigliere che cureràil Protocollo e rilascerà immediata ricevuta.Documentazione da allegare alla domanda:- Certificato di nascita Art. 3 dove si evince la paternità e la maternità dello stu-dente.- Attestato in carta semplice rilasciato dalla Scuola con la valutazione riportatadallo studente da mettere a Concorso.A parità di votazione finale, per i primi due concorsi, risulterà vincitore lo studen-te di età inferiore e successivamente lo studente il cui nucleo familiare ha redditopiù basso.A parità di votazione finale, per la Laurea, viene privilegiato il candidato con ilCorso di Laurea più lungo, successivamente lo studente più giovane ed infinequello il cui nucleo familiare ha reddito più basso. In questi casi la Commissionerichiederà fotocopia dell’ultima dichiarazione dei redditi. Non saranno prese in considerazione documentazioni incomplete.Per la partecipazione è indispensabile l’iscrizione al Fondo di Solidarietàentro la data di pubblicazione del Bando.Qualora il numero dei concorrenti non ricopre il numero delle Borse di Studio ifondi verranno dirottati ove vi sia maggiore domanda e successivamente congela-ti per il prossimo anno scolastico.Pozzuoli 30.04.2013Il Segretario del Fondo Il Presidente Onorario del Fondo Il Presidente del CRAL

Vincenzo Buono Giuseppe Varriale Nello Nardi

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Stiamo attraversando un periodo diinsicurezza ed instabilità parago-

nabile agli anni 80, quando le crona-che giornalistiche non facevano altroche parlare degli attentati delle briga-te rosse. Il clima è lo stesso: paura edinsicurezza. A peggiorare la situazio-ne hanno contribuito i nuovi tagli siadel personale che delle risorse delcomparto di difesa pubblica (Polizia,Carabinieri e Guardia di Finanza). Come in quel periodo c’è una corsaall’acquisto e alla vendita di armi daparte dei cittadini, che non si sentonotutelati dallo Stato, con un’unica dif-ferenza, forse dettata dall’attualecrisi economica, il ricorso all’acqui-sto di armi usate anziche’ nuove. Alnord si stanno tenendo addiritturacorsi di difesa abitativa che prevedo-no addestramento pratico con armi,che si svolgono nella semioscurità inlocali ammobiliati (che simulanostanze da letto o cucine). Numerosisono anche i colleghi, che detengonoo hanno manifestato l’intenzione diprocurarsi un arma da detenere acasa, per difendersi dai malintenzio-nati che sempre più frequentementeviolano l’intimità delle abitazioni. L’intenzione di questo articolo è prin-cipalmente quello di fare un puntosulla situazione Italiana, ma anche didare qualche consiglio a quelle per-sone che si specchiano nella coperti-na dell’espresso di marzo intitolata:(Mi difendo da me). Riporto fedel-mente quello che c’è scritto in coper-tina: Ogni due minuti viene svaligia-ta una casa. Da nord a sud si vivenella paura. Le forze dell’ordine fati-cano a presidiare il territorio. E i cit-tadini diventano dei giustizieri.l’Italia come il Far West. Secondouna teoria Mondiale il crimine èinversamente proporzionato al nume-ro di armi detenuto legittimamente.In un paese della Georgia con un altotasso di criminalità, il Sindaco haemanato un decreto che obbliga, ripe-to obbliga e non consiglia, ogni fami-glia a detenere un arma. Il risultato?Gli atti di criminalità sono diminuiti

del cinquanta per cento. Ma anche lestatistiche Europeo danno le stesseindicazioni: L’Italia che ha il più basso numero diarmi da fuoco detenute legalmente,11,9 ogni 100 abitanti ha lo 0,71 omi-cidi ogni 100.000 abitanti, contro lo0,45 della Finlandia che però ha addi-rittura 45,3 armi ogni 100 abitanti, ola Francia che ha lo 0,06 omicidi conil 31,2 numero di armi per 100 abi-tanti, o la Svezia 0,41 con 31,6 armiogni 100 abitanti o per citare laGermania con 0,19 omicidi, ma con il30,3 per cento di armi ogni 100 abi-tanti. Lo stesso risultato lo abbiamo sevogliamo analizzare le nostre realtàlocali: Monte di Procida e Bacoli, chesono i paesi con il minor numero diarmi legali possedute (per scelta delleautorità competenti) hanno il più altonumero di rapine (non furti) in appar-tamenti, mentre paesi comeGiugliano, dove la maggior partedelle famiglie detiene un arma, lerapine fatte in appartamento si posso-no contare sulle punta delle dita. Conquesto non voglio dire che ci dobbia-mo armare tutti per difenderci anziall’incontrario voglio dimostrare chearmarsi è la scelta peggiore perchépurtroppo la legge Italiana tutela piùl’aggressore che l’aggredito. Vediamo prima quali sono i docu-menti che ci permettono di detenereun arma legalmente e poterla utiliz-

zare per difesa abitativa: Il nulla ostapermette l’acquisto e la detenzione acasa ma non è conveniente richieder-lo perché occorre un altro permessoper poter spostare l’arma dall’abita-zione. Il porto d’armi da caccia per-mette l’acquisto, la detenzione a casaed il trasporto su tutto il territorioNazionale di armi da caccia. Il porto d’armi per difesa personaleche può essere utilizzato sia per dife-sa abitativa che per difesa personalefuori casa, ultimamente è un’autoriz-zazione che viene rilasciata raramen-te e solo a chi per motivi lavorativipuò essere soggetto ad aggressioni.Infine l’autorizzazione più usata èquella per uso sportivo (impropria-mente detta porto di fucile per tiro avolo) che autorizza oltre al trasportodelle armi (scariche) su tutto il terri-torio Nazionale, anche alla difesaabitativa. L’acquisto di un’arma da fuoco indi-rizzata alla difesa abitativa deve esse-re considerato il passo finale di unlungo percorso che abbia tenuto inconsiderazione vari aspetti fonda-mentali, da quello psicologico a quel-lo della responsabilità verso terzi, daquello della preparazione di tutti ifamiliari conviventi a quello dellacorretta gestione di uno strumentopotenzialmente letale, ma purtropponon è raro incontrare chi di punto inbianco compera una pistola e si sentepronto ad affrontare qualsiasi situa-zione, con il rischio di rovinarsi lavita. Sia che si riesce a sopraffarel’aggressore, sia che l’aggressoreabbia la meglio, per noi comunquesaranno guai seri. Le classiche frasi del tipo “meglio unbrutto processo che un bel funerale’’sono solo slogan, già discutibili per-sino in una realtà meno prevenutadella nostra in tema di armi da fuoco.Ricordiamoci che il malvivente nonentra di punto in bianco nel nostroappartamento ma solo dopo giorni diappostamenti fatti per valutare lenostre abitudini. Il più delle voltedesiste se non trova qualche punto

LLAA DDIIFFEESSAA AABBIITTAATTIIVVAAdi GGeennnnaarroo SScchhiiaannoo ddii CCoollaa**

I RISCHI: CONSIGLI SU COME E QUANDO DIFENDERSI

da Pratico.com

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debole e rivolge l’attenzione versoqualche abitazione più facile daattaccare con meno rischi. Quindiconviene adottare misure che funga-no da deterrente per eventuali azionicriminose. In genere il furto o rapinain appartamento non è dettato sucommissione o in abitazioni partico-lari. Oggi un abitazione vale l’altra; la dif-ferenza è valutata da pochi ma impor-tanti accorgimenti: una sirena esternapuò voler dire deterrente, magari èpreferibile visitare la casa del vicinosenza sirena; una luce accesa puòvoler dire probabile presenza di per-sone all’interno, magari è preferitauna casa con tutte le luci spente.L’arma da fuoco non deve essere laprima linea di difesa ma deve trattar-si solo dell’estremo rimedio. Infissirobusti e sicuri, inferriate, sistemi diallarme, cani, sono i sistemi di difesapassiva tra i quali scegliere per pro-teggersi. E’ vero che qualsiasi difesapassiva può essere penetrata o neu-tralizzata ma non tutti i ladri sonocome Arsenio Lupin e spesso la pre-senza di difficoltà oggettive li sconsi-glia dal procedere oltre, nel senso chescelgono abitazioni meno protetteoppure fuggono al suono della sirenadell’allarme. Logicamente se abbiamo speso unocchio della testa per proteggerci uti-lizziamo i sistema di sicurezza acqui-stati: evitiamo di tenere le porte deibalconi aperti in estate perché facaldo (e questo vale anche se abitia-mo al quinto piano e le cronache ce loinsegnano), evitiamo le vecchie abi-tudini tramandate dai nostri nonni:non lasciate mai le chiavi inseritedietro la porta, Inserite sempre l’al-larme quando vi allontanate dalvostro appartamenti anche per pochiminuti e di notte anche se siete incasa inserite sempre l’allarme peri-metrale. Infine oltre agli accorgimenti costosi

(a proposito le grate con spazi supe-riore ai 12 centimetri sono facilmen-te violabili perché danno la possibili-tà ai malviventi di inserire attrezzisimili al cric dell’auto che con pocaforza riescono ad allargare l’apertu-ra) ci sono piccoli accorgimenti chefunzionano abbastanza: quando si èfuori casa per parecchio tempo nonstaccare completamente la correnteperché i ladri specialmente in estatevanno a caccia di case i cui contatorielettrici presentano la luce rossaaccesa fissa(che indica il totale inuti-lizzo della rete elettrica e quindi l’as-senza prolungata dei proprietari) tra-lasciando le abitazioni con luce delcontatore intermittente, colleghiamoqualche luce ad un temporizzatoreche ne permetta l’accensione ad orariche stabiliamo noi, in modo da simu-lare la presenza di persone in casa. Ecosì via discorrendo sono innumere-voli gli accorgimenti per rendere lanostra abitazione poco appetibile. Se nonostante le difese passive non visentite protetti e siete determinati adacquistare lo stesso un arma, è beneche mettiate in conto che potresteuccidere od essere uccisi perché sel’aggressore è armato e voi disarmatoprobabilmente ve la cavereste solocon qualche minaccia, ma se sietearmati entrambi uno dei due soccom-berà e come ho già detto in preceden-za comunque vada saranno guai seri. Nel caso doveste acquistare un arma,evitate acquisti illegali perché se non

avete problemi con la giustizia né voiné i vostri conviventi, e non sieteinclini all’uso di alcol e di stupefa-centi, potete benissimo richiedere ilporto d’armi “sportivo”che vi abilitaall’acquisto legale di un’arma. Qualearma scegliere? Sicuramente nonconviene affidarsi troppo ai consiglidelle riviste specializzate, perchériportano troppo spesso opinioni diesperti Americani che come sappia-mo su alcuni argomenti sono troppoestremi: figurarsi che in Americal’arma preferita dalla popolazioneper la difesa abitativa è il fucile per-ché ha un potere deterrente maggioredelle pistole. Conviene acquistarearmi di calibro non troppo grandeperché la legge Italiana come difesaabitativa permette solo l’uso di pal-lottole blindate (per evitare che sifrantumino nel corpo dell’aggresso-re) senza tener conto che queste pos-sono trapassare non solo il malinten-zionato ma anche le sottili paretidelle nostre abitazioni colpendo qual-che familiare che si trova nella stanzaaccanto, oppure rimbalzare se si col-pisce qualche superfice dura. Comeoperatore della Sanità ho delle per-plessità da segnalare: L’utilizzo dellearmi per difesa abitativa viene effet-tuata in ambienti chiusi e spesso nellasemioscurità, e la vampata di fuoco eil rumore dello sparo provocherebbe-ro sicuramente un appannamentomomentaneo della vista e dell’uditoal primo colpo rendendo impossibileil proseguimento di altre azioni. Concludo raccomandandovi di dete-nere in sicurezza le vostre armi spe-cialmente se in casa ci sono bambi-ni o persone incapaci: non è neces-sario acquistare una cassaforte, esi-stono delle cassettine metallichecon apertura tramite combinazioneche possono essere poste nel casset-to del comodino in tutta sicurezza,ma soprattutto vi consiglio di pren-dere confidenza con essa (recandoviin qualche poligono) in modo chenel malaugurato caso che debba ser-vire sappiate gestirla in assolutasicurezza.

* Gennaro Schiano di Cola è infer-miere professionale presso ilReparto di Oncoematologia del P. O.S. Maria delle Grazie.

Beretta 7,65 una delle armi più usate per ladifesa abitativa.

Fucile ultrashort utilizzato in America per la difesa abitativa.

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Il ricamo è l’attività artigianale ed ilprodotto del disegno con l’ago su tes-

suto. È un’arte finissima praticata fin daitempi antichi, ed e tuttora un hobby dif-fuso in tutto il mondo. La distinzione tra“arte” e “hobby” sta, come in altre atti-vità artigianali, nell’accuratezza dell’e-secuzione. Il ricamo è senz’altro unadelle più antiche attività, sebbene i suoiprodotti non siano giunti ai nostri tempi.Ci sono dei frammenti di ricami risalen-ti all’antico Egitto, ma è probabile chequest’arte abbia avuto origine in Cina,da dove si propagò nel resto del mondo.In Europa se ne hanno le prime testimo-nianze solo nel primo Medioevo.Nell’arte popolare le tecniche venivanotramandate nel tempo con graduale per-dita di originalità e con l’acquisizione diconnotati locali, ma i manufatti, creatiper oggetti di uso quotidiano, soccombe-vano al logorio del tempo, per cui ogginon rimane traccia della loro esistenza.Perciò non possiamo stabilire esattamen-te se il ricamo sia una tradizione popola-re risalente a tempi remoti, o se invece sisia sviluppato con l’estensione di unamoda inizialmente riservata al ceto piùabbiente che poteva permettersi sia laspesa per i materiali sia il tempo neces-sario per l’esecuzione. Si sono salvatiinfatti solo alcuni eleganti ricami bizan-tini che certo non si possono definire diarte popolare, sia per la preziosità dei

materiali impiegati, sia per l’uso che sene faceva, prevalentemente cerimoniale.Possiamo comunque ipotizzare che,come la pittura, anche il ricamo abbiauna base storica popolare molto antica. Sono trascorsi quasi otto mesi da quandomi sono imbarcata, alla mia “tenera” età,in una nuova esperienza di apprendi-mento: quella delle “Arti” femminili. Tutto è nato nel 2007, grazie alle sorelleCarmela ed Anna Di Costanzo, chehanno allestito la prima mostra del rica-mo presso i locali della CGIL diPozzuoli, visto che nell’ultimo trenten-nio la manualità era stata abbandonata a

favore della lavorazione industriale dibassa fattura con la conseguente distru-zione di un patrimonio che aveva fattodell’Italia un punto di riferimento intutto il mondo. In quella occasione ci siè reso conto che nell’area flegrea, giàricca di tante tradizioni, mancava unpunto di aggregazione che facesse avvi-cinare le più giovani a questa antica arte.Visto il grande successo riscosso,Carmela ed Anna, hanno sentito lanecessità di creare dei veri e propri corsidove tramandare il loro sapere e la loroabilità. Infatti con grande entusiasmo epassione seguono passo passo le allievedurante la loro evoluzione didattica, iltutto gratuitamente, grazie anche allaCGIL di Pozzuoli che mette a disposi-zione i propri locali ed alla collaborazio-ne della Responsabile PatriziaD’Angelo. Oggi, tutte noi, allieve del corso di “artee ricamo”, esprimiamo la nostra gratitu-dine alle sorelle Di Costanzo, che cihanno concesso l’opportunità diapprendere queste antiche arti, facendo-ci vivere nella magica atmosfera dicolori, punti e sfumature, con amore eprofessionalità. Ci auspichiamo che questa “nobile” ini-ziativa possa continuare con successoaffinché le suddette tecniche venganoapprese e trasmesse alle future genera-zioni, poiché un tale patrimonio non puòe non deve essere perso nel tempo.

LLEE AARRTTII FFEEMMMMIINNIILLIIdi CCllaauuddiiaa PPaasssseerroo

MANI PREZIOSE NELL’AREA FLEGREA

Alcuni lavori eseguiti dalle allieve del corso di ricamo (foto Maria Rosaria Carandente).

Le sorelle Carmela ed Anna Di Costanzo (al centro) ed alcune allieve del corso di ricamo: (da sin.)Alfonsina Scognamiglio, Pina Grieco, Carla Ascione, Caterina De Luca, Claudia Passero, Pina DiCostanzo, Patrizia D’Angelo (Responsabile C.G.I.L.), M.Rosaria Sorrentino e M.Luisa Chiocca(foto Maria Rosaria Carandente).

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Un saggio di Alfredo Falcone,un saggio voluminoso, tutto da

pubblicare, sulla ferrovia dellaValle Caudina Benevento - Napolipotrebbe apparire velleitario consi-derando la ridotta dimensione delcomparto territoriale interessato.Ma Alfredo falcone dimostra che sitratta di una questione tutt’altro chelocale. L’ansia di un collegamentomoderno tra il capoluogo sannita ela costa tirrenica scaturiva dalleprecarie condizioni socioeconomi-che dell’intera area beneventana,frammentata dal plurisecolare isola-mento di Benevento come enclavepontificia. Ad essa si aggiungevanointeressi interregionali che il saggiomette in evidenza. Puntuali ricerchene rintracciano i segni già nel 1849,prima cioè dell’unità nazionale,allorchè la città di Benevento rap-presentò a Pio IX l’urgenza di unalinea ferroviaria per Napoli, centroprivilegiato di relazioni commercia-li, professionali e culturali. Il pro-blema tuttavia esplose dopo il 1860,quando la rete ferroviaria naziona-le, fissati i caposaldi delle direttricitirrenica ed adriatica, avviò lacostruzione dei raccordi trasversali.Alle richieste beneventane siaggiunsero le pressioni della Pugliaper un suo indispensabile aggancioall’area partenopea e a Roma capi-tale, e progetti divennero due.Quello statale finì per privilegiare il

percorso più lungo attraverso laValle Telesina, quello più brevedella Valle Caudina fu inveceappannaggio dei privati. Entrambele linee ebbero in Benevento losnodo della biforcazione poiché sitenne conto dei percorsi naturalitracciati fin dall’antichità con larete viaria. Era soprattutto questio-ne di spesa. E la ferrovia della ValleCaudina, dimostra Falcone, si pro-spettava efficace e redditizia. Nericostruisce quindi la complessavicenda, fatta di impegni di enti e dipersonalità, di idee audaci e solu-zioni innovative, di difficoltà, sacri-fici e fallimenti, di lotte politiche equestioni tecniche, di ragion distato e slanci imprenditoriali. Ilrisultato, non certo ottimale,comunque conseguito dopo lunghianni di alterni entusiasmi e delusio-ni, è un patrimonio rimasto indi-spensabile per la collettività sannitae molisana fino ad oggi. Ricca e minuziosa la documentazio-ne storica utilizzata dall’Autore,affascinante il racconto per immagi-ni che correda il saggio, quasi undiscorso autonomo che presentamentalità e grettezze, paesaggi,

scene di lavoro, locomotive e vettu-re, nuovi ponti e trafori, disastri,inaugurazioni di stazioncine, attid’archivio e materiali d’epoca.Persino riproduzioni di biglietti diviaggio: di grande suggestione lefotografie concesse dal Museo delSannio dalla serie acquisita nel1979 per la mostra “Beneventocom’era”. Questo saggio di Alfredo falcone èuna solida pagina di storia beneven-tana e al tempo stesso una ineditatestimonianza delle forze che cam-biarono dall’Ottocento il volto e ildestino dell’ Italia: significa, per unversante mai o poco studiato, l’ane-lito degli italiani del sud a scoprireche il futuro non era più unicamen-te legato all’agricoltura ma al pro-gresso che scaturiva dalla curiositàper il nuovo, dalla voglia di cresce-re e di sapere, di svincolarsi da mil-lenarie condizioni di inferiorità, dipartecipare a pieno diritto alla vitadella nazione. E non solo.

* Il Prof. Elio Galasso è statoDirettore del Museo del Sannio edella Biblioteca Provinciale diBenevento.

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di EElliioo GGaallaassssoo**

IN BIBLIOTECA IL LIBRO DEL DIRETTORE DE “IL CRALLINO”

La cerimonia di premiazione de “Il Centenario della Valle Caudina”: (da sin) A. Falcone(autore del libro), l'avv. V. Casizzone (Direttore Generale EAV), l'ing. A. Neola (Direttored'Esercizio della Ferrovia Benevento-Napoli) e l'ing. R. Vollero, moderatore degli inter-venti (foto A. Cozzolino).

Alfredo FalconeLa Ferrovia della Valle Caudina264 pagine, 297 foto di cui 90 acolori e 107 in b/n cartine, disegni,riproduzioni di documenti d’epo-ca. Avellino, Scuderi Editrice,2013. Prezzo 30 euro. Chi fosseinteressato all’acquisto del volumepuò rivolgersi alla Segreteria delCRAL S. Maria delle Grazie diPozzuoli.

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Per comprendere l’argomentobisogna risalire alla sentenza

del Tar Lazio, sezione prima qua-ter, n. 2446 del 7 marzo 2013,emessa su un ricorso proposto daun dipendente contro la decisionedel Ministero della Giustizia(D.A.P.), Presidenza del Consigliodei Ministri - Dipartimento dellaFunzione Pubblica; di collocare lostesso a riposo per limiti di età alcompimento del 65° anno di età.Il punto controverso verteva sul-l’interpretazione dell’art. 24 deld.l. 6 dicembre 2011, n. 201,“Disposizioni in materia di tratta-menti pensionistici”, il cui comma6, lett. c) aveva elevato da 65 a 66anni l’età richiesta per l’accessoalla pensione di vecchiaia.Così l’art. 24, commi 3 e 6, lett. c,d.l. 201/2011, c.d. decreto “SalvaItalia” del governo Monti.

- 3. Il lavoratore che maturi entroil 31 dicembre 2011 i requisiti dietà e di anzianità contributiva, pre-visti dalla normativa vigente,prima della data di entrata in vigo-re del presente decreto, ai fini deldiritto all’accesso e alla decorren-za del trattamento pensionistico divecchiaia o di anzianità, consegueil diritto alla prestazione pensioni-stica secondo tale normativa e puòchiedere all’ente di appartenenzala certificazione di tale diritto. Adecorrere dal 1° gennaio 2012 econ riferimento ai soggetti che, neiregimi misto e contributivo, matu-rano i requisiti a partire dallamedesima data, le pensioni di vec-chiaia, di vecchiaia anticipata e dianzianità sono sostituite, dalleseguenti prestazioni:a) «pensione di vecchiaia», conse-guita esclusivamente sulla base deirequisiti di cui ai commi 6 e 7,salvo quanto stabilito ai commi 14,15-bis e 18;

b) «pensione anticipata», conse-guita esclusivamente sulla base deirequisiti di cui ai commi 10 e 11,salvo quanto stabilito ai commi 14,15-bis, 17 e 18.

- 6. Relativamente ai soggetti di cuial comma 5, al fine di conseguireuna convergenza verso un requisitouniforme per il conseguimento deldiritto al trattamento pensionisticodi vecchiaia tra uomini e donne etra lavoratori dipendenti e lavora-tori autonomi, a decorrere dal 1°gennaio 2012 i requisiti anagraficiper l’accesso alla pensione di vec-chiaia sono ridefiniti nei termini diseguito indicati:c) per i lavoratori dipendenti e perle lavoratrici dipendenti di cuiall’articolo 22-ter, comma 1, deldecreto-legge 1° luglio 2009, n. 78,convertito con modificazioni, dallalegge 3 agosto 2009, n. 102, e suc-cessive modificazioni e integrazio-ni, la cui pensione è liquidata acarico dell’assicurazione generaleobbligatoria e delle forme sostitu-tive ed esclusive della medesima ilrequisito anagrafico di sessanta-cinque anni per l’accesso alla pen-sione di vecchiaia nel sistemamisto e il requisito anagrafico disessantacinque anni di cui all’arti-colo 1, comma 6, lettera b), dellalegge 23 agosto 2004, n. 243, esuccessive modificazioni, è deter-minato in 66 anni.

Secondo l’Amministrazione pub-blica il ricorrente, pur non avendoancora compiuto 65 anni alla datadi entrata in vigore del d.l. n. 201del 2011 e comunque entro il 31dicembre 2011, tuttavia avevamaturato nel 2011 i requisiti peraccedere alla pensione di anzianità,ora pensione anticipata, come sta-bilito dal comma 3, riportato.Il Dipartimento della Funzione

Pubblica, con la circolare n. 2dell’8.3.2012, diretta alleAmministrazioni pubbliche, argo-mentando sull’art. 24 - limiti mas-simi per la permanenza in servizionelle pubbliche amministrazionidel d. l. n. 201/ 2011, aveva soste-nuto, sin dall’origine, l’impossibi-lità per i dipendenti pubblici, condiritti pensionistici già maturatientro il 2011, di optare per i piùelevati requisiti pensionistici. Anche l’Inps, con il messaggio8381/2012, aveva fatto notare inmerito che, alla presenza di anzia-nità contributive non inferiori a 40anni entro il 2011, la prosecuzionedell’attività lavorativa avrebbecomportato un incremento dellarendita previdenziale del dipenden-te a causa della valorizzazionedella quota contributiva a decorre-re dall’1° gennaio 2012. Infatti,fino al 2011, le anzianità superioria detto limite non portavano nessunbeneficio in termini pensionisticipoiché il coefficiente di rendimen-to veniva “cristallizzato” in corri-spondenza dei quaranta anni dicontributi.

La sentenza, nell’accettare la tesidel ricorrente, aveva, a tal punto,dovuto annullare anche la circolaren. 2 / 2012 del D.F.P., nella parte incui stabiliva che l’amministrazionedoveva collocare a riposo al com-pimento del 65° anno di età idipendenti che nell’anno 2011erano già in possesso della massi-ma anzianità contributiva, ocomunque dei requisiti prescrittiper l’accesso a un trattamento pen-sionistico diverso dalla pensione divecchiaia e accertato il diritto delricorrente a permanere in serviziofino al compimento del 66° anno dietà.Il Tar, nelle motivazioni, avevaammesso che l’articolo 24 del

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NUOVE NORME ANZI VECCHIE

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decreto Salva Italia si prestava adue letture, ma privilegiava quellaa favore del dipendente che volevaessere mantenuto in servizio oltre ilimiti ordinamentali previgenti,ancorché avesse già maturato entroil 31 dicembre 2011 un diritto apensione di anzianità con oltre 40anni di contributi, e fino al rag-giungimento dei nuovi requisitipensionistici introdotti dalla rifor-ma Monti-Fornero. Per porre fine alla disputa interpre-tativa, generata dalla sentenza, evi-tando così la strada del ricorso alConsiglio di Stato, il Presidente delConsiglio dei ministri propose al P.d. R., ai sensi dell’art. 77 dellaCostituzione, un atto normativo dicarattere provvisorio avente forzadi legge, per la straordinaria neces-sità e urgenza, che il Presidentedella Repubblica emanò nel decre-to-legge 31 agosto 2013, n. 101,poi convertito in legge, con modifi-cazioni con la legge 30 ottobre2013, n.125.Così nel d.l. 101/2013 troviamoall’art. 2 che “L’art. 24, comma 3,primo periodo, del decreto-legge 6dicembre 2011, n. 201, convertitoin legge 22 dicembre 2011, n. 214,si interpreta nel senso che il conse-guimento da parte di un lavoratoredipendente delle pubbliche ammi-nistrazioni di un qualsiasi diritto apensione entro il 31 dicembre 2011comporta obbligatoriamente l’ap-plicazione del regime di accesso edelle decorrenze previgente rispet-to all’entrata in vigore del predettoarticolo 24.”.

La disposizione che è un’interpre-tazione autentica, cioè fornita dallostesso legislatore che ha emanato lanorma oggetto di interpretazione,chiarisce che qualora il dipendentepubblico abbia conseguito un qual-siasi diritto a pensione entro il31/12/2011, è obbligatoriamentesoggetto al regime dei requisiti edelle decorrenze previgente rispet-to all’introduzione della riforma dicui al citato art. 24. In sostanza,secondo la norma il dipendente conun diritto a pensione maturatoentro il 31/12/2011 non può eserci-tare un’opzione per il nuovo regi-

me, ma soggiace comunque, obbli-gatoriamente, al regime previgen-te.Ciò posto, il dipendente che hamaturato un diritto a pensioneentro il 31/12/2011, raggiungendo,ad esempio, la quota 96 oppure, perle donne, i requisiti previgenti perla pensione di vecchiaia (61 anni dietà e almeno 20 anni di contributi),ma che non ha ancora raggiuntol’età limite ordinamentale per lapermanenza in servizio di cuiall’art. 4, del d.P.R. n. 1092 del1973, ossia sessantacinque anni, ètitolare di un diritto che può omeno decidere di esercitare. L’amministrazione, in questo caso,deve accogliere l’istanza del dipen-dente che faccia richiesta di esserecollocato a riposo in virtù del dirit-to conseguito prima dei 65 anni dietà. Qualora il dipendente soggettoal regime previgente non esercititale diritto, l’amministrazione èobbligata a collocarlo a riposo alcompimento dei 65 anni di età,salvo la concessione del tratteni-mento in servizio per un biennio dicui all’art. 16 del d.lgs. n. 503 del1992, in presenza di tutti i presup-posti di legge (nazionali e regiona-li).In base alla legge (commi 3 e 14), idipendenti che hanno maturato irequisiti per il pensionamento entrola data del 31 dicembre 2011rimangono soggetti al regime pre-vigente per l’accesso e per ladecorrenza del trattamento pensio-nistico di vecchiaia e di anzianità.Pertanto, anche se sono ancora inservizio, tali dipendenti non sonosoggetti, neppure su opzione, alnuovo regime sui requisiti di età edi anzianità contributiva, fermorestando che si applica anche a loroil regime contributivo pro-rataper le anzianità maturate a decorre-re dal 1 gennaio 2012.

Ne consegue che per i dipendentiche, alla data del 31 dicembre2011, hanno maturato i requisitiper l’accesso al pensionamentovigenti prima del d.l. n. 201/ 2011(sia per età, sia per anzianità con-tributiva di 40 anni indipendente-mente dall’età, sia per somma dei

requisiti di età e anzianità contribu-tiva - c.d. “quota”), anche nel casoin cui non abbiano ancora conse-guito alla predetta data del 31dicembre 2011 il diritto alla decor-renza del trattamento pensionistico(c.d. “finestra”), continuano adessere vigenti le condizioni legitti-manti l’accesso al trattamento pre-cedenti e non può trovare applica-zione la nuova disciplina, cheesplica i suoi effetti esclusivamen-te nei confronti dei dipendenti “chea decorrere dal 1° gennaio 2012maturano i requisiti per il pensio-namento” (combinato disposto deicommi 5 e 6). Per questi motivi,l’amministrazione, nell’anno 2012o negli anni successivi, dovrà col-locare a riposo al compimento dei65 anni (salvo trattenimento in ser-vizio) quei dipendenti che nell’an-no 2011 erano già in possesso dellamassima anzianità contributiva odella quota o comunque dei requi-siti previsti per la pensione. Con una raccomandazione (sic!)alle amministrazioni di verificarela situazione anagrafica e contribu-tiva dei dipendenti prossimi al pen-sionamento, anche eventualmenteattraverso la consultazione dellebanche dati presso l’ente previden-ziale di riferimento, al fine di veri-ficare il momento di maturazionedei requisiti di età e di anzianitàcontributiva.Per concludere, bisogna aggiunge-re, purtroppo, che, quantunque visono state così tante norme inmateria (la circolare della FunzionePubblica n. 2 del l’8 marzo 2012, ildecreto-legge 6 dicembre 2011, n.201, il decreto – legge n. 101 del2013) il Dipartimento dellaFunzione Pubblica continua dare“pareri” in merito (parere del 16settembre 2013 alla RegioneVeneto e l’ultimo del 31 gennaio2014 al Comune di Fiumicino).Questo dimostra che anche l’inter-pretazione autentica non è riuscitaad essere completamente esaustiva,diventando, a sua volta, fonte diinterpretazione.

* Il dott. Antonio Balzano èConsulente PrevidenzialeA.R.P.A.C.

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Come da tradizione ormai con-solidata, il CRAL, arrivata la

primavera, ha organizzato il tor-neo sociale di tennis presso ilComplesso Turistico “Averno”grazie anche alla gentile disponi-bilità dei fratelli Damiani. Lacompetizione è riservata a tuttiquei Soci che amano questo sporte che vogliono confrontarsi spor-tivamente con i loro colleghi suicampi di gioco per trascorrerequalche ora di puro divertimento. Il tabellone, la cui gestione, perquanto concerne gli incontri, icampi di gioco, le palline ed ilregolamento, è stata affidataancora una volta al maestroGiuseppe Agrillo, è composto daventi giocatori tra cui due rap-presentanti del gentil sesso: ledott.sse Mariolina Giurbino eNancy Ruggiero. Le partite

saranno ad eliminazione diretta,al meglio dei tre set e solo finoalle semifinali sull’1 a 1 il terzoset sarà composto da un tie breaka 10.Per rendere più competitivo iltorneo, i primi quattro classifica-ti della scorsa edizione: AntonioCaldora, Adriano Scoppetta,Alberto Marvaso ed AntonioIntermoia, partiranno come testedi serie dai quarti di finale men-tre per renderlo più divertente, ledue tenniste oltre a gareggiarenel singolo con gli uomini, parte-ciperanno anche ad un doppiomisto con i due finalisti. Alla fineè prevista una serata speciale concena presso i “Damiani”, premia-zioni per i primi quattro classifi-cati e gadget per tutti gli altripartecipanti.A settembre invece, sempre al

C.T. Averno, si svolgerà ilMemorial “Diego Intermoia”riservato ad amici ed invitati,pertanto il dott. AntonioIntermoia, gradirebbe la parteci-pazione di tutti quei colleghidell’ASL che amano questogioco, anche i neofiti, poichél’intento è quello di “condivide-re” questa manifestazione, giun-ta alla quattordicesima edizione,per ricordare tutti insieme ilfiglio Diego, giovane sportivoamato da tutti e scomparso pre-maturamente. Ribadisco che trattasi di torneiamatoriali che servono ai Sociper trascorrere, si spera, qualcheora di svago all’insegna del FairPlay, pertanto esorto tutti i parte-cipanti ad assumere sempre uncomportamento conforme. Buon divertimento a tutti!

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PARTITO IL SOCIALE A SETTEMBRE IL “MEMORIAL INTERMOIA”sportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsport

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