Organo della Crociata Eucaristica Italiana Anno Prega ... · essere venuto: ti aspettavo. Quando...

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Organo della Crociata Eucaristica Italiana Anno XXX I II - n.2 Febbraio 201 9 Il Crociato Comunicati Prega Sii Apostolo S acrificati

Transcript of Organo della Crociata Eucaristica Italiana Anno Prega ... · essere venuto: ti aspettavo. Quando...

Organo della

Crociata Eucaristica Italiana

Anno XXXIII- n.2 Febbraio 2019

Il Crociato

ComunicatiPrega

Sii ApostoloSacrificati

2 Il Crociato

Cari Crociati,

Il 2 febbraio, festa della Candelora, ha luogo una antichissima celebra-

zione della Chiesa cattolica, molto densa di signifi cato e molto suggesti-

va. La cerimonia consiste nella benedizione delle candele e nella proces-

sione che segue; tutto ciò ricorda infatti la Presentazione al Tempio di

Gesù, che è appunto la luce del mondo, luce che, sottoforma di candele,

i fedeli portano in processione. Gesù, quando viene presentato al Tem-

pio, fa per così dire l’ingresso uffi ciale nell’Antica Legge, per poterne

essere la conclusione prima di inaugurare la nuova con il suo sangue.

Ma durante la cerimonia al Tempio (e la liturgia lo ricorda bene nel

Vangelo che vi si legge) la Santa Vergine ricevette una dura profezia da

parte del vecchio Simeone: “Una spada di dolore ti trafi ggerà il petto”.

Ecco dunque predetta a Maria la sua sofferenza ed il suo martirio spiri-

tuale, proprio in un giorno di festa in cui sembrava dovesse regnare solo

la gioia.

Ma noi sappiamo, cari Crociati, che il dolore della sofferenza di Gesù e

Maria ci procura appunto la gioia della Redenzione, perché fu attraverso

questo sangue e queste pene che il peccato ci è stato perdonato: allora,

sia benedetta quella spada di dolore che trafi sse Maria, e che Ella rice-

vette volentieri per amore nostro.

Facciamoci illuminare da questa fi amma che è la Sapienza di Gesù, e

accettiamo come Maria ogni pena che Dio permetterà per noi, per la

nostra salvezza e quella dei nostri cari.

Vi benedico, insieme alle vostre famiglie

La lettera del vostro Cappellano

Febbraio 3

Non è compito mio!

Questa è la storia di quattro persone

chiamate OGNUNO, Qualcuno,

Ciascuno e Nessuno.

C’era un lavoro importante da fare e

OGNUNO era sicuro che

Qualcuno l’avrebbe fatto.

Ciascuno avrebbe potuto farlo,

ma Nessuno lo fece.

Qualcuno si arrabbiò

perché era un lavoro di OGNUNO.

OGNUNO pensò che Ciascuno potesse far-lo, ma Nessuno capì che Qualcuno

non l’avrebbe fatto.

Finì che OGNUNO incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno

avrebbe potuto fare...

4 Il Crociato

I miei quindici minuti di silenzioIl dono a Gesù

SALUTO A GESÙ

Gesù, Amico del mio cuo-

re e mio Dio, ti adoro qui

presente nel Santo Taberna-

colo.

Gloria al Padre, al Figlio,

e allo Spirito Santo...

PARLA GESÙ

Grazie, mio caro amico, di essere venuto: ti aspettavo. Quando vieni a cercarmi, il mio Cuore, tanto amareggia-to dagli uomini cattivi, trova conforto nel tuo affetto. Lo so che mi vuoi bene.

Ma anch’io ti ho sempre voluto bene! Pensa: quando sono nato nella povera stal-la di Betlemme era notte. Una schiera dei miei Angeli è corsa ad avvisare i pastori, perché venissero a trovarmi. E sono venuti: uomini, don-

ne e bambini. Io vedevo an-che il tuo viso, perché ti vo-levo bene anche allora. Quei pastorelli mi hanno portato i loro doni: poveri, umili doni che ho ricevuto però con tan-ta gioia e che ho ricompensa-to con molte grazie.

Ora anche tu sei venuto a trovarmi. Che cosa mi porti? Sai cosa desidero? La bontà del tuo cuore. Voglio vederti sempre affettuoso con tutti, obbediente, mai capriccioso, mai cocciuto. Ti voglio così. E come ti comporti tu?... Dimmi: come fai?

DI’ A GESÙ

Mi vergogno a dirlo, ma Tu, Gesù, lo sai già. Io non sono sempre come Tu vorresti.

Qualche volta sono disob-bediente: quante volte devo-no ripetermi le cose prima che

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le faccia! Spesso sono anche testardo: non voglio cedere a nessun costo!... Questo ti fa dispiacere, vero?

Certo... non assomiglio a quei pastorelli che ti voleva-no tanto bene. Mi perdoni? Sei tanto buono, Tu!

Capisco che in questo modo non ti tratto da Amico, ma farò il possibile perché non sia più così...

Tu sarai sempre il mio Amico più caro, ma dammi la forza di fare come facevi Tu: di essere obbediente e dolce di cuore.

Ora vorrei raccontar-ti le mie cose. Le ascolti? Ecco... (in silenzio raccon-

ta le tue cose a Gesù).Per restare sempre unito

a Te, Gesù, ti prego di ve-nire spiritualmente nel mio cuore...

Ecco, ti abbraccio e ti porto con me. Restaci per tutto il giorno.

LA BUONA AZIONE

Per amore del tuo Amico Gesù, dirai una parola buona a un tuo compagno.

SALUTO A GESÙ E ALLA SUA

MAMMA

Gesù, mio Dio, ti amo so-

pra ogni cosa!

Ave o Maria, piena di

grazia...

6 Il Crociato

Ciò che vale di più

Narra una leggenda persiana che un giorno il Signore in-viò un angelo sulla terra perché raccogliesse, e gli portasse la cosa più preziosa che avesse trovato tra gli uomini.

L’angelo scese e scorse su un campo di battaglia un eroe mortalmente ferito. Ne raccolse il sangue in un’ampolla e lo portò al Signore.

“Ha sofferto ed è morto per difendere la libertà e i suoi concittadini”, disse.

“Sì, fece il Signore, il sangue versato per la patria è pre-zioso è nobile, ma non è la cosa più preziosa”.

L’angelo ripartì e si imbatté in un corteo funebre. Un gran-de amico e benefattore del popolo veniva portato all’estre-ma dimora e una folla di parenti e amici bruciavano resine ed essenze preziose attorno al feretro come omaggio rico-

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noscente. L’angelo raccolse il profumo degli incensieri e li portò al Signore.

“Certo”, disse, “la riconoscenza è una delle virtù più belle e meritorie sulla terra, ma ritengo ci sia ancora qualcosa di più prezioso”.

L’angelo tornò nuovamente sulla terra. Visitò palazzi, chiese, castelli e quando ormai pensava di non trovare nulla di più prezioso, s’imbatté in una strada solitaria in un uomo che piangeva a calde lacrime. Gli si avvicinò e chiese: “Per-ché piangi? Ti hanno percosso, derubato, offeso?”. “No, no! Piango perché ho seguito lo spirito del male, offendendo lo Spirito buono e ora ne sono profondamente pentito”.

L’angelo raccolse quelle lacrime e volò verso il Signore. Questi prese l’ampolla, guardò attentamente il contenuto e il suo volto si illuminò di gioia. “Ecco la cosa più prezio-sa che hanno gli uomini. Dopo l’innocenza è il pentimento. Questo è ciò che conta di più e non ha nulla da invidiare alla prima!”.

8 Il Crociato

La Sacra Scrittura Baldassarre e lo scritto sulla parete (Dan. V)

Nabucodonosor, il superbo re di Babilonia, morì e gli suc-cesse un altro re di nome Baldassarre. Era nipote di Nabuco-donosor, e come lui superbo e idolatra.

Un giorno dette un gran pranzo, a cui intervennero molti nobili, ed egli bevve del vino con loro. Vi ricordate, cari Cro-ciati, che Nabucodonosor aveva preso tut-ti i vasi d’oro e d’argento che erano nel tempio di Gerusalemme, e li aveva portati in Babilonia? Baldassarre comandò che si mettessero in tavola, perché i nobili e le

mogli di lui vi bevessero il vino.Furono dunque posti in tavola, e Baldassarre, i nobili e le

sue mogli vi bevvero il vino, mentre cantavano inni ai loro idoli d’oro, d’argento, di rame, di ferro, di legno e di pietra.

Baldassarre e i nobili non fecero male a prendere quei vasi del tempio del vero Dio, e bere in essi mentre cantavano inni ai loro idoli?

Oh sì! Iddio ne fu molto sdegnato, perché Baldassarre aveva sentito parlare del vero Dio, e nondimeno adorava gli idoli e li lodava.

Dio non aveva forse veduto quella profanazione? Ed ora udite quello che fece a Baldassarre.

Mentre appunto il re beveva, ecco apparire sulla parete di fronte, vicino al candeliere, una nera mano d’uomo che scri-veva: “MANE TECEL FARES” - rimasero tutti spaventati,

Febbraio 9e l’allegria disparve. Anche il re cominciò a tremare, e le sue ginocchia si urtarono l’una contro l’altra.

Voleva sapere quel che era scritto sulla parete: c’erano quattro parole, ma non poteva leggerle. Mandò a cercare per Babilonia tutti coloro che dicevano di poter indovinare tut-to. Disse: “Chiunque leggerà questo scritto, e me ne darà la spiegazione, sarà vestito di porpora, cioè una stoffa come quella che portavano i re, ed avrà una collana d’oro al collo, e sarà fatto gran giudice”.

Molti si provarono a leggere quello scritto, ma non vi riu-scirono. Allora Baldassarre fu ancora più turbato e atterrito, e tutti i commensali con lui. Temevano che quello scritto volesse signi-fi care qualco-sa di terribile, e che sarebbe accaduta qual-che disgrazia.

Intanto la madre del re, ch’era anche la regina, ap-pena seppe ciò ch’era ac-caduto, venne nella sala nella quale era Baldassarre, e disse: “O re, possa tu vivere per sempre. Non ti spaventare, v’è un uomo in Ba-bilonia che ha molta sapienza, e può spiegare molte cose; costui si chiama Daniele. Si faccia venire, ed egli ti darà la spiegazione dello scritto”.

10 Il CrociatoOra Daniele era uno di quelli che Nabucodonosor ave-

va portati da Gerusalemme: era israelita. Quando arrivò a Gerusalemme aveva pochi anni, ma ora era vecchio: aveva molta sapienza ed amava molto Iddio.

Baldassarre fece chiamare Daniele. Venuto che fu alla sua presenza, gli dis-se: “Ho inteso dire che tu puoi spiega-re le cose diffi ci-li: se puoi leggere quello scritto che è sulla parete e in-terpretarlo, sarai vestito di porpora, e porterai una col-

lana d’oro al collo, e sarai il terzo signore del regno”.Ma Daniele rispose: “Non ho bisogno di alcuna ricom-

pensa. Leggerò lo scritto, e ne darò la spiegazione”.Poi disse a Baldassarre che Dio era sdegnato contro di lui

perché era superbo, e aveva fatto prendere i vasi del tempio e vi aveva bevuto; e infi ne perchè non aveva adorato il vero Dio, sebbene avesse udito parlare di Lui. Lo scritto sul muro poi voleva dire che presto Baldassarre non sarebbe più re, e che un altro popolo gli avrebbe tolto il regno.

Allora Baldassarre comandò che Daniele fosse vestito di porpora e portasse una collana d’oro al collo, e che tutti l’ob-bedissero.

Quella stessa notte il re di un altro paese entrò in Babilo-nia con molti soldati; uccisero Baldassarre, s’impadronirono del suo trono e di tutto quello che aveva.

Febbraio 11

Racconti

missionariLUCI FRA LE TENEBRE Unione Missionaria

del Clero - Roma

Per diventare Sacerdote

La Suora ascoltò con interesse la confi denza di Paolo che sognava diventar Sacerdote e comprese trattarsi non di un capriccio, ma dell’aspirazione ardente di un’anima apostoli-ca. Però Paolo era il fi gliuolo di una vedova, che non aveva le sessanta sterline chieste a Marianhill per il tirocinio di un seminarista. Pensò allora il fanciullo di cercare lavoro e guadagnare la somma necessaria. In una masseria del vici-nato si aveva appunto bisogno di un garzone per custodire il bestiame. Chi sa dopo quanto avrebbe raggiunto ciò che desiderava! Pure si pre-sentò a quella casa colonica e fu accettato.

“Lungo il cammino che conduce alla perfezione”, gli aveva detto il Missionario, “vi sono due tappe: la prima si raggiunge quando non si è più un peso per gli altri; la seconda col portare anche i

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fardelli altrui”.Paolo, raggiunta la prima, non faceva che pensare alla se-

conda, anelando di poter piantare, da Sacerdote, la croce di Cristo in mezzo al suo popolo. E vedendo la meta assai lon-tana per l’esiguità del guadagno, decise di recarsi a Johan-nesburg, a lavorare nelle miniere per ragranellare in minor tempo il gruzzolo necessario alla felicità.

Tre anni lavorò Paolo nelle miniere, fra sofferenze e lotte inaudite. Nell’umidità penetrante di quelle vischiose mura-glie e nella crudele neces-sità di aiutare la perfo-ratrice a preparare gli squarci nelle rocce, per i mali tratta-menti dei capi che non considerava-no esseri umani i poveri minatori neri, le fi bre più robuste perde-vano ogni for-za, e le malattie trovavano il campo più adatto al loro sviluppo.

Appena Paolo ebbe fi nalmente guadagnate le sessanta sterline che gli erano necessarie ritornò a Marianhill e si pre-sentò al Superiore.

“Padre”, gli disse, “io desidero essere Sacerdote e porto il denaro da me guadagnato, per pagare la mia pensione. Ho lavorato tanto, ho sentito gli stimoli della fame, ho sofferto

Febbraio 13quanto si può soffrire, ma ho vinto e son venuto... e sono felice!”.

Il Padre fu commosso, ma l’aspetto malaticcio del giova-ne e il suo corto respiro lo colpirono. Consultato un medico, questi confermò i sospetti del Padre. Paolo aveva i polmo-ni rovinati irrimediabilmente e quando lo seppe, non poté frenare il pianto.

“Figlio mio”, disse il Padre per consolarlo, “non potresti col tuo denaro comprare del terreno vicino alla Missione? Ti fabbricheresti una casetta per te e vicino a noi vivresti tranquillo”.

“No, Padre”, rispose il giovane, “non per questo ho lavorato nelle miniere! Se avessi avuta questa som-ma tre anni fa, sarei già seminarista. Non potrebbero altri trovarsi nello stesso imbarazzo? Padre mio, prendete il mio denaro e serbatelo per chi vorrà diventare ministro di Dio, senza avere la somma necessaria per farlo. Io tornerò alle miniere. Lavorerò ancora, fi no a guadagnare di nuovo ses-santa sterline. Serviranno per un altro Sacerdote e così ne offrirò due al Signore!”.

Paolo ritornò a Johannesburg, a lavorare e a soffrire, sem-pre più magro, sempre più sofferente.

“Mio Dio”, prega con fervore, “allontanate da me l’angelo della morte, per un altro poco ancora. Cinque lire soltanto, e poi il guadagno sarà completo o Signore, e potrò offrirvi il mio secondo Sacerdote”.

IL CROCIATO – Poste italiane Sped. Abb. Post. DL 353-2003 (Conver. In legge 27/02/2004 n° 46)

art. 1 com. 2 – DCB Roma – Aut. di Velletri n. 7/11 del 08/04/2011 – Dir. Resp. Don Giuseppe Rottoli –

Stampato in proprio al Priorato di Albano Laziale – Via Trilussa, 45 – 00041 Albano Laziale (RM) –

Tel. 06.930.68.16. Sito internet: www.sanpiox.it – e-mail: [email protected].

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SAI QUAL È IL COLMO PER...

...un goloso? Mangiarsi anche le parole.

...un barbiere? Parlare tanto da far venire la barba ai clienti.

...un analfabeta? Saper leggere il pensiero.

...un contadino? Seminare il panico.

14 Il Crociato

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Febbraio 15

“Il Crociato” è il bollettino ufficiale della Crociata Eucaristica, opera spirituale per la

santificazione dei bambini e dei ragazzi, al servizio dei grandi bisogni della Chiesa.

◊ Il bollettino è inviato gratuitamente.

Chi volesse contribuire alle spese di stampa e di spedizione può inviare un’offerta

tramite la posta, al CCP n. 1026575579 intestato a Ass. Fraternità San Pio X, in-

dicando nella causale: PER IL CROCIATO. Coloro che non fossero interessati a

ricevere il bollettino sono invitati gentilmente a segnalarlo.

◊ Ecco il nostro indirizzo:

CROCIATA EUCARISTICA ITALIANA

VIA TRILUSSA 45

00041 ALBANO LAZIALE (ROMA)

Tel./fax 06 930 6816

e-mail: [email protected]

Continua

L’intenzione del mese di FebbraioPer i cattolici perseguitati nel mondo

Santa Dorotea che festeggiamo il 6 febbraio, nacque a Cesarea di Cappadocia, nell’attuale Turchia, negli anni 280-300 d.C. Il governo è pagano, molti adorano gli idoli, gli imperatori stessi si credono degli dèi. È già da anni che perseguitano i cristiani e nonostante questo, il numero di questi va sempre aumentando!

Dorotea è giovane, ha sui vent’anni, è molto conosciuta per la sua bellezza e soprattutto per la sua illibatezza di costumi. La sua reputa-zione di santità è arrivata fi no alle orecchie del governatore Saprizio, che comanda di arrestarla e trascinarla davanti al tribunale: “Sacrifi ca ai nostri dèi come lo vogliono i nostri augusti principi!”. Dorotea, cal-ma e serena, forte della forza dello Spirito Santo risponde: “Dio solo è Augusto in Cielo, Lui mi ha comandato di servire Lui solo”, “Se tu non sacrifi chi, subirai la prigione, le torture”, “Queste torture non sono che temporanee, io temo piuttosto quelle dell’inferno che sono eterne!”. Furioso Saprizio chiede che sia messa sul cavalletto per la tortura. “Questo non mi spaventa, così vedrò Colui per amore del Qua-le non temo morire né d’essere torturata”. “Chi è costui?”. “Il Cristo,

L’intenzione del mesePer i cattolici perseguitati nel mondo

Offerta della giornata:“Divin Cuore di Gesù, vi offro, attraverso il Cuore Immacolato di Ma-

ria le preghiere, le azioni e le sofferenze della giornata, in riparazione

delle nostre offese e secondo le intenzioni per le quali vi immolate

continuamente sugli altari. Ve le offro in particolare: per i cattolici

perseguitati nel mondo”.

Figlio di Dio. Là dove si trova il Figlio di

Dio, il paradiso è come un giardino ver-

de, pieno di frutti e acque limpide dove i

Santi gustano la pienezza della gioia in

Cristo Gesù. Io non sacrifi -

co agli idoli perché sono la

sposa di Cristo. Questa è la

mia fede, Lui mi accoglierà

nel suo Paradiso”. In prigio-

ne, Saprizio le manda due

sorelle, Crista e Callista

che avevano rinnegato la

fede per debolezza, aveva

loro promesso grandi ric-

chezze, se fossero riuscite

a convincere Dorotea a

rinnegare Cristo. Ma que-

ste, alla vista della vergine,

sentirono l’orrore del loro

peccato e le domandarono

se era possibile ritornare a

Gesù Cristo. Con molta dolcezza, Do-

rotea rispose loro: “Disperare della mi-

sericordia di Dio è un peccato più gran-

de che sacrifi care agli idoli. Pentitevi

con sincerità e Dio vi perdonerà”. Le

domandarono di pregare per esse, si

dichiararono cristiane e forti della gra-

zia di Dio, subirono la pena del fuoco

sotto gli occhi di Dorotea. Saprizio, più

furioso che mai, comandò che Dorotea

fosse decapitata davanti a

tutto il popolo.

L’avvocato Teofi lo,

burlandosi di lei, le disse:

“Sposa di Cristo, mandami

dal giardino del tuo spo-

so delle mele e dei fi ori!”.

Siamo in pieno mese di

febbraio, e tutta la regio-

ne è imbiancata dal gelo!

“Lo farò certamente”, Do-

rotea chiese di pregare,

e in quell’istante apparve

davanti a lei un bambino

della più grande bellezza

che portava in un panno

tre mele e tre rose rosso

vermiglio: “Secondo la tua richiesta, la

santa vergine Dorotea ti manda que-

sto dal giardino del suo sposo”. Teofi lo

esclamò con grandissimo stupore: “Il

Cristo è veramente Dio!” e anche lui

subì coraggiosamente il martirio.