ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO NEL D.LGS. N. … · Speciale del modello organizzativo - 3.8....

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Cendon / Book Collana diretta da Paolo Pittaro SCIENZE PENALISTICHE 08 I MODELLI DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO NEL D.LGS. N. 231/2001 PROFILI APPLICATIVI E GIURISPRUDENZIALI Sara Perini

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Cendon / Book Collana diretta da Paolo Pittaro

SCIENZE PENALISTICHE 08

I MODELLI DI

ORGANIZZAZIONE,

GESTIONE E CONTROLLO

NEL D.LGS. N. 231/2001

PROFILI APPLICATIVI E GIURISPRUDENZIALI

Sara Perini

Edizione GIUGNO 2015

Copyright © MMXV KEY SRL VIA PALOMBO 29 03030 VICALVI (FR) P.I./C.F. 02613240601

ISBN 978-88-6959-247-8

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Cendon / Book

Collana diretta da Paolo Pittaro

SCIENZE PENALISTICHE 01

I MODELLI DI

ORGANIZZAZIONE,

GESTIONE E CONTROLLO

NEL D.LGS. N. 231/2001

PROFILI APPLICATIVI E GIURISPRUDENZIALI

Sara Perini

L'autore Sara Perini è dottoranda di ricerca in Scienze penalistiche presso l’Università degli Studi di Trieste. Svolge, altresì, la professione di Avvocato e di consulente legale in ambito di responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. n. 231/2001. Ha pubblicato: “Appropriazione indebita”, “Furto” e “Interruzione volontaria della gravidanza”, nel volume “Reato e danno. Fattispecie criminose e ipotesi risarcitorie”, a cura di Paolo Pittaro (Giuffrè, 2014); “Le modifiche alle norme penali correlate”, nel volume “Le disposizioni penali della legge anticorruzione numero 190 del 2012”, a cura di Paolo Pittaro (EUT, 2013); “Violazione dell’obbligo di corresponsione dell’assegno divorzile: sentenza innovativa delle Sezioni Unite sulla pena applicabile”, in Famiglia e diritto, 2013, “I motivi a delinquere” nel volume “Scuola positiva e sistema penale: quale eredità?”, a cura di Paolo Pittaro (EUT, 2012). È autrice di numerosi contributi in materia penalistica sul sito www.personaedanno.it. L’Opera Si intende approfondire uno degli argomenti cardine del d.lgs. n. 231/2001, che disciplina la responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche, focalizzando l’analisi sugli orientamenti giurisprudenziali più recenti sia in merito alla struttura che il modello di organizzazione, gestione e controllo deve avere per il riconoscimento dell’efficacia esimente, sia sulla valutazione che il giudice compie in termini di idoneità ed efficacia del modello stesso.

INDICE

Capitolo Primo

I MODELLI DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

NELL’AMBITO DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA

DELL’ENTE

1.1. I criteri oggettivi di imputazione della responsabilità all’ente - 1.2. segue: I concetti di “interesse” e “vantaggio” - 1.3. segue: La clausola di irresponsabilità dell’ente - 1.4. segue: Soggetti apicali e subordinati - 1.5. I criteri soggettivi di imputazione della responsabilità: la c.d. colpa in organizzazione

Capitolo secondo

LA PLURALITÀ DEI MODELLI ORGANIZZATIVI

2.1. Soggetti in posizione apicale e modelli di organizzazione dell’ente - 2.2. Soggetti in posizione subordinata e modelli di organizzazione dell’ente - 2.3. I modelli organizzativi post delictum - 2.4. I modelli organizzativi nei gruppi societari

Capitolo Terzo

LA PREDISPOSIZIONE DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE,

GESTIONE E CONTROLLO

3.1. Le fasi di progettazione e implementazione del modello di organizzazione, gestione e controllo - 3.2. La nozione di “rischio accettabile”: premessa per la costruzione di un sistema di controllo preventivo - 3.3. La Parte Generale del modello di organizzazione, gestione e controllo - 3.4. segue: Il Codice etico - 3.5. segue: Il sistema disciplinare - 3.6. segue: L’Organismo di Vigilanza - 3.7. La Parte Speciale del modello organizzativo - 3.8. segue: La mappatura delle attività a rischio-reato (c.d. risk assessment) - 3.9. segue: I protocolli di gestione del rischio-reato (c.d. risk management)

Capitolo Quarto

LA VALUTAZIONE GIUDIZIALE SUL MODELLO ORGANIZZATIVO

4.1. L’eccessiva discrezionalità del giudice penale in ordine alla

valutazione del modello organizzativo - 4.2. Il concetto di “idoneità”

rispetto all’adozione del modello organizzativo - 4.3. La valutazione

dell’efficacia del modello rispetto alla sua attuazione - 4.4.

Considerazioni conclusive

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Capitolo Primo

I MODELLI DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E

CONTROLLO NELL’AMBITO DELLA

RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELL’ENTE

SOMMARIO 1.1. I criteri oggettivi di imputazione della responsabilità all’ente - 1.2. segue: I concetti di “interesse” e “vantaggio” - 1.3. segue: La clausola di irresponsabilità dell’ente - 1.4. segue: Soggetti apicali e subordinati - 1.5. I criteri soggettivi di imputazione della responsabilità: la c.d. colpa in organizzazione

1.1. I criteri oggettivi di imputazione della responsabilità all’ente

Il d.lgs. n. 231/2001 ha previsto una delle più rilevanti e profonde

innovazioni del sistema penale italiano, introducendo un’autonoma

responsabilità a carico degli enti per la commissione di uno dei reati-

presupposto - espressamente indicati nello stesso Decreto -

nell’interesse o a vantaggio dell’ente, da parte di persone fisiche

appartenenti a vario titolo alla struttura societaria. Trattasi, pertanto,

di una responsabilità che differisce e si affianca a quella del soggetto

che ha materialmente posto in essere la condotta criminosa (Cass.

pen., sez. II, 27.9.2006, n. 31989, CP, 2007, 2884).

Il legislatore del 2001, nel disciplinare la responsabilità

amministrativa degli enti, ha strutturato questa particolare forma di

illecito richiedendo la necessaria compresenza di un elemento di tipo

oggettivo e di un elemento di tipo soggettivo.

Nel delineare i criteri oggettivi di imputazione della responsabilità

all’ente, l’art. 5 del d.lgs. n. 231/2001 individua tre condizioni che

devono realizzarsi perché sia riscontrabile la responsabilità da reato

della società:

i) la prima è che effettivamente venga commesso un reato che

rientra nel catalogo dei reati presupposto previsti dal decreto;

ii) la seconda è che l’azienda abbia perseguito un interesse o abbia

tratto un vantaggio dalla commissione di quel reato;

iii) la terza condizione è che il reato venga commesso da un

soggetto in posizione c.d. apicale o subordinata.