Report mappatura nazionale offerta comunicazione_triennali_magistral_settembre 2014

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1 Direzione scientifica: Mario Morcellini e Barbara Mazza Coordinamento: Gaia Peruzzi, Rosanna Consolo Supervisor: Anna Angela Franchitto, Raffaele Lombardi

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Per i corsi in Comunicazione sembra aprirsi una fase nuova, all’insegna della stabilità. Dopo anni di crisi e incertezza organizzativa dovuta anche all’avvicendarsi di riforme e decreti che imponevano continui, importanti cambiamenti degli ordinamenti e dei requisiti minimi strutturali dei percorsi di studio universitari, il Rapporto 2014 sull’offerta formativa di Comunicazione in Italia fotografa una situazione decisamente positiva e migliore rispetto a quelle degli anni precedenti.

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Direzione scientifica: Mario Morcellini e Barbara Mazza

Coordinamento: Gaia Peruzzi, Rosanna Consolo

Supervisor: Anna Angela Franchitto, Raffaele Lombardi

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Rapporto di ricerca 2013-2014

Nota introduttiva……………………………………………………..……………………………. pg. 3

di Gaia Peruzzi

1. L’offerta di Comunicazione nei corsi triennali e magistrali.

Il segno positivo della stabilità………………………………………………………………. pg. 5

di Rosanna Consolo

2. I corsi in Comunicazione di primo livello……………….…………………………….. pg. 9

di Chiara Landi

3. L’accesso e il profilo didattico delle laure magistrali............................. pg. 12

di Rosanna Consolo

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Nota introduttiva

di Gaia Peruzzi1

Dopo anni di crisi e incertezza organizzativa (dovuta quest’ultima all’avvicendarsi di riforme e decreti

che imponevano continui, importanti cambiamenti degli ordinamenti e dei requisiti minimi strutturali dei

percorsi di studio universitari), per i corsi in Comunicazione sembra aprirsi una fase nuova, all’insegna della

stabilità. Non ci è dato ancora di sapere se siamo all’inizio di un’età di crescita, ma i dati non lo escludono.

Il Rapporto 2014 sull’offerta formativa di Comunicazione in Italia fotografa, infatti, una situazione

decisamente positiva, decisamente migliore rispetto a quelle cui ci avevano abituato i resoconti degli ultimi

anni. Il numero dei corsi di laurea, sia triennali che magistrali, è aumentato in tutta la penisola, tornando a

segnare livelli che non si registravano più dagli anni precedenti l’entrata in vigore delle numerose leggi, in

particolare l’Ordinamento 270, che, come dicevamo poco sopra, hanno ridisegnato il mondo universitario

italiano. Solo per rendere un’idea del processo che sarà più ampiamente illustrato nelle pagine seguenti: la

classe “L 20”, l’unica triennale in Scienze della Comunicazione, con 71 corsi attivati nell’a.a. 2013-14 torna a

quote che non raggiungeva da 7 anni; dal canto loro le 5 magistrali riconducibili all’area Comunicazione

fanno registrare un “salto” notevole, passando dai 59 corsi attivati nel complesso due anni fa ai 75 dello

scorso anno. Che si tratti di un movimento strutturale lo attesta pure il fatto che la crescita riguarda tutte le

zone (Nord, Centro, Sud) del Paese.

Segnali ugualmente positivi giungono, per i due livelli, dai dati sulle immatricolazioni e le iscrizioni al

primo anno del ciclo superiore: in entrambi i casi, il 2013-2014 disegna un’inversione di rotta in due curve

che si presentavano negli ultimi anni sempre in discesa. Gli immatricolati alla L 20 passano infatti da 6600

nel 2012-2013 a 6834 nel 2013-2014; per le magistrali il balzo è ancora più evidente, da 3234 iscritti a 3825.

Non sono però solo gli aspetti dimensionali a indurre considerazioni positive. L’analisi dei criteri quali-

quantitativi utilizzati per analizzare ogni anno la struttura degli impianti formativi e la loro organizzazione

(dalle fasi in entrata a quelle in itinere e in uscita del percorso didattico) fornisce indizi altrettanto

eloquenti. La rassegna degli elementi esaminati nel dettaglio dallo staff dei ricercatori dell’Osservatorio

evidenzia come nel tempo i corsi di laurea in Comunicazione si siano stabilizzati su valori complessivamente

notevoli sotto tutti gli aspetti, legittimando gli autori a parlare di un sistema formativo nazionale

nell’insieme di valore e solido. Risultano comprovate ed efficienti le modalità di verifica delle competenze

in ingresso, così come l’organizzazione degli stage e delle attività di orientamento; soprattutto, gli

1 Ricercatrice e docente presso il Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale della Sapienza; dal 2011 è coordinatrice (con Rosanna Consolo) dell’Osservatorio Scienze.com diretto da Mario Morcellini e Barbara Mazza.

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insegnamenti risultano coperti da personale strutturato, impiegato in discipline coerenti con i settori

disciplinari di appartenenza. I paragrafi che seguono espongono i risultati più interessanti della ricerca

2014, da contestualizzarsi entro lo scenario descritto.

Per quanto faticosi, i cambiamenti e le ristrutturazioni imposti dalle riforme legislative degli ultimi anni

sembrano aver avuto dunque l’effetto di restituirci un’offerta formativa razionalizzata e consolidata.

Un quadro rinnovato e così stabilizzato consente di immaginare per gli anni a venire l’individuazione di

nuovi obiettivi e prospettive di ricerche, ormai svincolati dal bisogno di confermare ogni anno la tenuta dei

percorsi, e aperti invece a esplorare dimensioni diverse della vita dei corsi e degli studenti.

In proposito, si ricorda che i Rapporti annuali sull’offerta formativa dei Corsi di laurea triennali e

magistrali in Comunicazione si fondano regolarmente sull’integrazione di più azioni di ricerca e analisi,

comprendenti il reperimento e lo studio di diverse fonti. Anche in questa edizione del Report le riflessioni

poggiano sull’analisi di diversi tipi di dati: per le statistiche nazionali su Comunicazione e sull’Università in

generale, si sono utilizzati i numeri reperibili, con molti livelli di dettaglio, dai database online del Miur;

successivamente, per la verifica degli impianti didattici e organizzativi dei singoli corsi di studio, ci si è basati

sulle Declaratorie pubblicate da ciascuno, e confrontate con i siti web e i Manifesti degli studi di ogni corso

e curriculum. Le procedure di rilevazione e di analisi sono consolidate e raffinate da anni di analisi. I temi su

cui concentrare l’attenzione vengono invece selezionati ogni anno dal team di ricerca sulla base dei trend

più significativi che emergono dalla comparazione degli ultimi dati con quelli dell’anno e del triennio

immediatamente precedenti e, se necessario, con i periodi ancora più lontani. Da qualche anno è inoltre

consuetudine dell’Osservatorio integrare queste azioni di stampo prettamente quantitativo con percorsi

quali-quantitativi sulle parole chiave ricorrenti nelle denominazioni dei corsi di studio, al fine di monitorare

anche le dimensioni che, dal versante dell’immagine dei corsi e delle strutture organizzative, concorrono a

costruire l’attrattività dell’offerta formativa. Un breve saggio su questo aspetto è contenuto pure nelle

pagine che seguono.

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1. L’offerta di Comunicazione nei corsi triennali e magistrali.

Il segno positivo della stabilità.

di Rosanna Consolo

Nell’analisi dell’offerta formativa che l’Osservatorio Scienze.com2 effettua con ricorrenza annuale sui

corsi di laurea e i curricula di comunicazione, valutando i trend con una prospettiva longitudinale, si osserva

che l’anno accademico 2013-2014 ha segnato un’inversione di tendenza in termini numerici relativamente

al numero dei corsi di laurea attivati e al numero degli immatricolati.

Una panoramica generale restituisce bene questa situazione di nuova ripresa, di certo positiva in un

sistema accademico che durante questo anno è giunto a stabilizzare pressoché ovunque la propria

situazione, dopo incessanti riformismi che ne hanno segnato e determinato continui aggiustamenti in

risposta ad una normativa continuamente in trasformazione negli ultimi anni.

Anche per l’anno accademico 2013-2014, l’analisi è stata effettuata su una gran mole di dati provenienti,

per le statistiche nazionali, dal database anagrafico del Miur3. Inoltre, al fine di verificare gli impianti delle

proposte formative e la loro articolazione in termini di erogazione e organizzazione, la fonte è stata come

sempre individuata nelle Declaratorie di ogni corso di laurea, confrontate con i siti web e i Manifesti degli

studi di ogni corso e curriculum. Da fonti così composite, e con una modalità di consultazione, rilevazione e

analisi ormai consolidata, vengono tratti dati al fine di capire alcune dimensioni che costituiscono l’asse

portante dell’offerta didattica di ogni corso; fra le altre vengono sempre rilevate modalità e tipologie di

accesso, impianto della proposta formativa, articolazione delle attività didattiche del corso di studio. Di

tutte queste dimensioni, nel presente rapporto di ricerca come nelle slide riepilogative dei dati, si riportano

solo i dati più significativi e, in particolare, quelli che si discostano dai trend di medio periodo o dai dati

dell’anno accademico 2012-2013.

Nell’obiettivo di illustrare i dati che meglio raccontano i tratti caratteristici dell’offerta di comunicazione

del 2013-14, non si può non partire da un’osservazione: “il segno della stabilità” normativa ha di certo

2 Quest’anno hanno partecipato al gruppo di ricerca i dottorandi afferenti al Dottorato di Scienze della Comunicazione della Sapienza, XXIX ciclo, con la direzione scientifica di Mario Morcellini e Barbara Mazza, il coordinamento scientifico di Gaia Peruzzi e Rosanna Consolo e il coordinamento organizzativo di Anna Angela Franchitto e Raffaele Lombardi. Componenti del gruppo di ricerca sono: Stefano Barricella, Elvia B. Briones Velez, Chiara Landi, Marco Laudonio, Alessandra Massa, Virginia Melgarejo, Veronica Pastori, Orsolya Szabó, Andrej Vescovi e Veronica Altamarino, dottoranda in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Santiago de Compostela. 3 http://anagrafe.miur.it/cerca.php. L’anagrafe Miur è stata consultata frequentemente fino all’ultimo aggiornamento di luglio 2014.

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influito in modo positivo su molti parametri di qualità, comunque generalmente perseguiti nell’ambito del

Processo di Bologna dall’accademia italiana; l’analisi ha infatti permesso di individuare nei corsi universitari

di comunicazione il raggiungimento pressoché totale (sopra il 90%) di molti indicatori, in particolare in

termini di coerenza disciplinare delle diverse fasce di docenti, di trasparenza delle informazioni e delle

comunicazioni erogate, in termini di organizzazione didattica.

Probabilmente la stabilizzazione normativa ha sostenuto anche la scelta di aprire nuovi corsi di laurea in

tutta Italia poiché quest’anno sono cresciuti sia sulle triennali che sulle magistrali: in entrambi i livelli,

infatti, si torna a vedere i numeri precedenti la forte contrazione dei corsi verificatasi negli anni di passaggio

dall’Ordinamento 509 al 270. La “L 20”, unica classe di laurea del ciclo triennale nelle Scienze della

Comunicazione, con 71 corsi attivati (57 negli Atenei pubblici e 14 in quelli privati) ha raggiunto un numero

di corsi che non si registrava dal 2006-2007, al tempo dell’unica classe L 14.

Nelle cinque classi magistrali (LM 19 - Informazione e sistemi editoriali, LM 59 - Comunicazione pubblica,

di impresa e pubblicità, LM 91 - Tecniche e metodi per la società dell’informazione, LM 92 - Teorie della

comunicazione, LM 93 - Teorie e metodologie dell’e-learning e della media education), il dato in aumento è

ancora più marcato, con 75 corsi di laurea attivati nel 2013 (8 negli Atenei privati e 67 nei pubblici) rispetto

ai 59 dell’anno precedente. Globalmente, anche per le magistrali i numeri tornano ad essere in linea con

quelli di tempo fa, in particolare del biennio 2008-2010; nello specifico, sono stati 31 i cdl nella classe LM

59, 22 nella LM 19 e 19 nella LM 92; nella LM 93 e nella LM 91 attivi quest’anno solo 2 corsi e 1 corso.

Guardando la “geografia della comunicazione”, nelle triennali emerge una consistente variazione

positiva ovunque: al nord nel 2013 sono stati attivati 28 cdL in Comunicazione contro i 23 dell’anno

precedente; nel centro Italia sono stati 22 i corsi avviati a fronte dei 16 del 2012 e al sud un’imponente

impennata fa spiccare 18 corsi di laurea triennali rispetto ai 6 totali del 2012. Una contrazione si registra

solo nelle università della Sardegna dove sono presenti 3 cdl in Comunicazione, mentre lo scorso anno se

ne contavano 8. Nell’Italia universitaria della comunicazione nell’offerta magistrale, il nord è quello ad

offrire maggiori opportunità di scelta con 35 cdl (contro i 25 dello scorso anno); ma ovunque l’offerta è

comunque aumentata: 24 i corsi magistrali attivati negli Atenei del centro (a fronte dei 22 del 2012), 15 cdl

al sud hanno ampliato la proposta dei 7 dell’anno accademico precedente; solo la Sardegna segna un saldo

negativo avendo diminuito da 5 a 1 la propria proposta di secondo livello.

Relativamente ai dati sulle immatricolazioni, nelle 5 classi di laurea magistrale si nota un’opzione

differenziale netta degli studenti in entrata verso le 3 classi che via via negli anni hanno marcato sempre più

la propria distanza sulle altre, non solo confermando il primato delle discipline che approfondiscono i

settori della comunicazione pubblica e d’impresa, ma anche continuando a privilegiare la magistrale più

“teorica”: a stare sul podio degli iscritti al primo anno, ci sono ci sono la LM 19 - Informazione e sistemi

editoriali, la LM 59 - Comunicazione pubblica, di impresa e pubblicità e la LM 92 - Teorie della

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comunicazione che spiccano avendo rispettivamente “conquistato” la scelta di 1200, 1590 e 461 laureati

triennali in tutta Italia.

Fra i segni positivi per le Scienze della Comunicazione in questo anno accademico – forse indotti o

comunque aiutati dalla stabilità normativa che ha lasciato il tempo di elaborare meglio percorsi disciplinari

e didattici – si registrano dati in ripresa anche sul versante delle immatricolazioni sia per la classe L-20 che

per le magistrali; in proposito vale la pena sottolineare che il trend in crescita è del tutto in controtendenza

con quello delle iscrizioni nazionali al primo anno dei due livelli dell’Università italiana: negli atenei del

nostro Paese, guardando all’ultimo quinquennio si registra un andamento altalenante delle

immatricolazioni alle triennali (e comunque con un saldo negativo quest’anno), mentre dal 2009 nelle

magistrali il trend è in progressiva discesa, come ben evidenziano i due grafici seguenti.

In particolare, si può notare che nelle nuove iscrizioni alla laurea triennale di Scienze della

Comunicazione si registra un solido e consistente allontanamento dal picco negativo segnato dal 2009, uno

degli anni in cui le triennali sono state in assoluto più sofferenti, anche con la complicità di una campagna

mediatica e politica detrattiva nei confronti di questo settore disciplinare degli studi accademici. A

conferma della qualità e dell’innovazione di tale offerta formativa, i dati tornano invece a registrare una

forte attrattiva che questo ambito degli studi sa esercitare sugli studenti neo-diplomati che con maggior

decisione nel 2013 sono tornati ad opzionarlo.

Sulle classi di laurea magistrale in comunicazione, la risalita rispetto allo scorso anno è netta ed evidente

e fotografa la scelta di circa 600 studenti in più che, da diverse triennali e non solo di quest’ambito

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disciplinare, hanno deciso di spendere il biennio conclusivo della loro laurea fra i cinque percorsi proposti in

ogni parte d’Italia.

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2. I corsi in Comunicazione di primo livello

di Chiara Landi

2.1 Modalità e tipologie di ingresso

Riguardo alla modalità di accesso, dall’analisi dei dati Scienze.com 2013-214 si conferma la tendenza

costante dei Corsi di Laurea ad optare per la tipologia di accesso programmato, intesa come criterio che,

con un tetto massimo di iscritti, effettua una selezione che dà origine a una graduatoria, in base alla quale

si può procedere all’iscrizione fino a copertura dei posti disponibili. Se l’accesso programmato si attesta a

34 casi su 71 corsi esaminati, seguono in ordine: la modalità di accesso tramite test di valutazione (24

occorrenze), il test di orientamento (6) e l’accesso libero (solo 5 casi rilevati). Per entrare ulteriormente nel

dettaglio, sono state analizzate le variabili utilizzate dai singoli Atenei per l’accesso programmato; la

valutazione tramite test resta la più accreditata, con 20 occorrenze, seguita con un netto distacco dal

criterio dell’ordine cronologico (8). Infine, sono presenti come modalità di accesso programmato i colloqui

e la valutazione del curriculum vitae, che ricorrono entrambi solo in tre casi sui 34 corsi di laurea triennale

in comunicazione presi in esame. In merito alla variante di accesso ai Cdl tramite test di valutazione, che

segue in ordine quella dell’accesso programmato, la situazione è notevolmente diversa. La modalità

predominante è infatti quella del test con che si verifica in 20 dei 24 casi analizzati. Seguono il criterio

dell’ordine cronologico, presente solo in 2 casi su 24, e la modalità di colloquio o di test e colloquio

congiunti nei Corsi di Laurea esaminati che vengono riscontrati entrambi solo in un caso.

2.2 Le parole della comunicazione

Dopo aver preso in esame i nomi dei Cdl triennali in Comunicazione in Italia, sono state evidenziate le

parole più ricorrenti all’interno della denominazione dei corsi. Le parole emerse sulla base di questo

procedimento – che noi chiamiamo parole chiave della comunicazione - possono essere distinte in due

grandi macroaree: Media e settori della Comunicazione e Informazione e giornalismo. La prima, in

continuità con gli anni precedenti, ricorre 58 volte in 71 Cdl, rivelando il ruolo centrale dei Media all’interno

del naming dei Corsi di Laurea triennale. Accanto all’area dei Media, emerge, creandosi una sua specificità,

la macroarea di Informazione e giornalismo, che, autonomamente, raggiunge le 13 occorrenze.

L’interdisciplinarietà dei Cdl è dimostrata dalla presenza sia nel primo che nel secondo gruppo di termini

riconducibili ad altri corsi come “Dams” e “Lingue”. Merita di essere evidenziato, infine, il rilievo dato al

concetto di cultura come parola chiave all’interno delle denominazioni dei corsi, presente sia come

specifica della comunicazione interculturale sia come sostantivo autonomo, come si evince anche dalla

stessa tagcloud esemplificativa della situazione.

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2.3 Attività didattiche e sbocchi professionali dei Corsi di Laurea triennali

Un approfondimento a parte merita l’articolazione delle attività didattiche all’interno dei singoli Corsi di

Laurea, funzionale per capire il peso delle aree disciplinari all’interno dei Cdl in Comunicazione. Esaminando

il numero di crediti formativi universitari erogato negli insegnamenti all’interno dei corsi triennali in

comunicazione, si evidenzia come il settore delle Scienze dell’antichità, Filologico-letterarie e Storico-

artistiche occupi un notevole peso, grazie ai 2490 CFU erogati su una base totale di 8864 CFU. La seconda

area didattica, predominante specialmente grazie al settore scientifico-disciplinare SPS/08 (sociologia dei

processi culturali e comunicativi), è quella delle Scienze politiche e sociali, con 2331 CFU. Segue, con poco

distacco (2212 CFU), l’area disciplinare delle Scienze storiche e filosofiche. Restano invece marginali le aree

relative a Scienze matematiche e informatiche, Ingegneria industriale e informazione e Ingegneria civile e

architettura, che, come prevedibile, si attesta come ultima area disciplinare per CFU erogati con 18 crediti

formativi su 8864 totali. La volontà da parte degli Atenei presi in esame di volgere uno sguardo al mondo

del mercato e delle professioni è confermata dalla presenza dell’80% dei Corsi triennali in Comunicazione

che richiedono lo svolgimento di uno stage all’interno del proprio percorso formativo; tendenza che verrà

poi riconfermata in seguito anche all’interno dei Corsi di Laurea Magistrale. Un cambiamento rispetto agli

anni precedenti, invece, si verifica in merito agli obiettivi dichiarati dal Corso di Laurea, come la decisione

da parte di alcuni Corsi di inserire tra gli obiettivi principali l’acquisizione di abilità e capacità specifiche e il

miglioramento della padronanza di una lingua straniera, negli anni passati considerati come secondari.

Questa decisione è stata resa possibile grazie alla presenza di laboratori interni ai Dipartimenti coinvolti.

Nel quadriennio 2010-2014 i Corsi triennali in Comunicazione dell’università italiana hanno registrato dei

cambiamenti anche in merito agli sbocchi professionali previsti. Se nel rapporto del 2010-2011 di

Scienze.com il settore della Comunicazione pubblica e istituzionale si attestava intorno all’8% delle citazioni

dedicate agli sbocchi professionali, nel 2013-2014 si assiste ad un incremento di riferimenti a questa

professione, con una percentuale del 21%, affiancato dal decremento degli sbocchi professionali dichiarati

del settore dei Media e dell’industria culturale, da 31% a 13%. È interessante notare come lo sbocco

professionale auspicato nel campo dell’Ufficio Stampa e del Giornalismo subisca un incremento del 6%,

passando dal 9% circa del 2010 al 15% del 2014. Rimane invece sempre marginale lo sbocco disciplinare

mirato al settore della Ricerca, stabilizzandosi a una percentuale del 3%.

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Tab.1 – Gli sbocchi professionali previsti dai Corsi di laurea triennale in Comunicazione

Dall’analisi di Scienze.com emerge un altro dato significativo che meriterebbe ulteriori riflessioni

concernente la possibilità di accedere alla modalità di frequenza part-time durante la laurea triennale in

Comunicazione e l’opportunità di usufruire di una formazione a distanza. Infatti, dai dati si evince come

solo la metà dei Corsi in Comunicazione delle lauree triennali consentano la possibilità di frequentare il

corso in modalità part-time, mentre solo il 30% dei Corsi triennali erogano insegnamenti tramite la

modalità di e-learning. Questi due aspetti, se potenziati entrambi, potrebbero favorire gli studenti

lavoratori che decidono di seguire i Corsi di laurea triennale in Comunicazione, che riuscirebbero in questo

modo a conciliare l’attività professionale con quella formativa.

Comunicazione pubblica

21%

Ufficio stampa e giornalismo

16%

New media ed editoria multimediale

14%

Pr e organizzazione eventi 14%

Media e industria culturale

13%

Pubblicità 11%

Management 8%

Ricerca 3%

0%

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3. L’accesso e il profilo didattico delle Laurea Magistrali

di Rosanna Consolo

Fra le dimensioni sempre rilevate dal monitoraggio svolto dall’Osservatorio, c’è quella dell’accesso che

nelle magistrali evidenzia due preminenti modalità: libera – ad accesso del tutto libero o con valutazione

dei curricula – e programmata con svolgimento di un test d’ingresso.

Rispetto all’articolazione delle attività didattiche e dell’impianto formativo, l’Osservatorio Scienze.com

ha da sempre valutato la coerenza disciplinare dei docenti di prima, seconda e terza fascia rispetto agli

insegnamenti di cui sono titolari, un dato che quest’anno è giunto a superare il 95% e che, dunque, si può

considerare un obiettivo di qualità del tutto acquisito in ogni corso e curricula italiano in Comunicazione sia

per le triennali che nelle magistrali.

Oltre questo parametro, vengono annualmente monitorati e “pesati” anche gli ambiti disciplinari che in

termini di crediti formativi caratterizzano l’offerta delle Scienze della Comunicazione in Italia, da sempre

contraddistinta da una matrice multidisciplinare armonica e naturalmente del tutto coerente con la

vocazione dei media studies.

Questo tipo di analisi ha restituito per il secondo anno un primato inequivocabile delle “scienze politiche

e sociali” che confermano il fatto di essere diventati la chiave caratteristica dei corsi di laurea in

Comunicazione delle magistrali, anche lì dove si coniugano in interclassi incardinate dentro facoltà di

lettere e filosofia: la “dote” di quest’area disciplinare è pienamente caratteristica delle scienze della

comunicazione, raggiunge un “capitale” di 1590 crediti formativi riconducibili ad insegnamenti tipici di

questa area sui 5521 totali ottenuti dalla somma di tutti i crediti formativi dei vari settori scientifico-

disciplinari degli insegnamenti erogati nelle magistrali italiane. Le “scienze storiche e filosofiche” si

attestano ad un secondo posto, con 1257 cfu. Il grafico a seguire ben mostra l’articolazione dei vari settori

presenti negli insegnamenti dei corsi di laurea attivati, presentati nei termini del proprio specifico peso

disciplinare.

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Nel restituire informazioni sull’identità e la fisionomia disciplinare delle classi magistrali in

Comunicazione, è utile inoltre il riferimento – anche questo ormai consueto – al naming delle epigrafi dei

corsi di laurea. L’elaborazione in questo caso riguarda i corsi avviati nelle sole tre classi preminenti in

termini di corsi e iscrizioni, ovvero la LM 19, la LM 59 e la LM 91.

Anche questo lavoro si giova di un confronto attuato nel tempo e da sempre l’analisi dell’Osservatorio

Scienze.com ha consentito di notare che il nome di un corso ben caratterizza la sua vocazione, ancor meglio

poi dettagliata nei curricula. Allo stesso tempo, più volte si è segnalata l’esigenza di riprogettare le epigrafi

in modo da renderle facilmente decodificabili pure dal mondo del lavoro nel momento in cui abbia

necessità di cogliere la specifica della preparazione professionale in un laureato magistrale in

Comunicazione. Questo sforzo di innovazione e avvicinamento fra le parole dell’Accademia e quelle delle

imprese che si occupano di comunicazione è stato raccomandato nel tempo solo per sostenere un

reciproco riconoscimento di competenze e non certo per invitare l’Università ad un facile “occhiolino” al

mercato; l’analisi svolta quest’anno rivela ancora la necessità di “avvicinare” in modo intelligente il lessico

di questi due mondi.

L’analisi sulle parole chiave dei corsi di laurea magistrale in Comunicazione attivati nelle tre classi citate

restituisce ad ogni modo una mappa semantica piuttosto caratteristica per ciascuna che risulta denotata da

parole e dimensioni semantiche piuttosto classiche di questi settori.

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Per la laurea magistrale di “Informazione e sistemi editoriali” (LM 19), è stato possibile ricondurre le

occorrenze dei diversi lemmi presenti nei nomi dei corsi a tre macro-aree: media e settori della

comunicazione (che raccoglie, con frequenze diverse, termini quali “comunicazione, multimedialità,

comunicazione digitale, organizzazioni complesse”), informazione (che raccoglie “informazione e tecnologie

dell’informazione”), editoria (che include i seguenti lemmi quali: “sistema editoriale, scrittura, cultura

editoriale”).

Le parole della LM 59, “Comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità”, sono invece inquadrabili nelle

seguenti tre macro-dimensioni pienamente coerenti con le tre “anime” di questa laurea che pone insieme i

saperi fondanti della comunicazione con quelli del marketing e dell’advertising: comunicazione e tecnologia

(in cui sono stati ricondotti 29 termini quali “comunicazione, tecnologie, linguaggi”); impresa (che raccoglie

32 parole, fra le quali “comunicazione d'impresa, creatività, pubblicità, marketing e consumi, risorse

umane”), pubblica-istituzionale (che include 17 parole relative a “comunicazione pubblica, politica, della

comunicazione sociale”).

Infine, l’analisi dei nomi dei corsi di laurea della LM 92 “Teorie della comunicazione” evidenzia

un’identità dell’offerta attraversata da varie discipline; le parole di questa classe sono state ricondotte ai

seguenti macro-ambiti: teorie e applicazioni della comunicazione (con 17 occorrenze relative a “teorie della

comunicazione, metodi, strategie, tecniche della comunicazione, culture dei media”); media e linguaggi

della comunicazione (comprendente parole quali “design dei nuovi media, comunicazione audiovisiva,

informazione, tecnologie della comunicazione”); interdisciplinarietà (con parole quali “semiotica, filosofia,

scienze cognitive”).

Da notare che la parola “comunicazione” è presente in proporzioni diverse nei titoli dei corsi di laurea

delle tre classi: la LM 19 la vede in 9 corsi di laurea su 22; nella LM 59 è declinata nelle epigrafi di 28 corsi di

laurea sui 31 attivati; la LM 91 contiene questo termine in 16 corsi di laurea sui 19 aperti nelle varie

università italiane nell’anno accademico 2013-2014.

Una tale evidenza conferma quanto il termine “comunicazione” sia ancora il “reggente” del naming e la

parola chiave che esplicita l’attrattiva esercitata da queste lauree sui variegati target degli studenti in

ingresso.