Orfeo ed Euridice …Un grande amore tra la vita e la morte.
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Orfeo ed Euridice…Un grande amore tra la vita e la
morte
Obiettivi
Il mito
L’importanza di questo mito oggi...... nell’Arte
Il Mito
EpilogoOrfeo ed Euridice oggi... nella Musica
Indice
... nell' Arte
Il Mito Il Mito Orfeo era, secondo la mitologia, poeta e musico di eccezionale talento, figlio del dio Apollo e della musa Calliope. Quando suonava la lira incantava non solo gli uomini, ma anche gli animali e la natura in genere. Euridice era la sua giovane e bellissima sposa, che un giorno, correndo per sfuggire ad un tentativo di violenza da parte del pastore Aristeo, inavvertitamente mise il piede sopra un serpente velenoso. Questo le diede un morso che per lei fu fatale.
Euridice. infatti, morì e scese nell’Averno, il regno dei morti. Orfeo provò un dolore immenso per questo tragico evento e, non riuscendo a trovare consolazione, ebbe l’ardire di recarsi nell’Oltretomba per tentare di riportare in vita la sua dolcissima sposa. Giunto alla presenza di Plutone, re dell’Oltretomba, e della sua sposa Persefone, Orfeo li incantò con la dolcezza della sua voce e della sua musica e chiese loro la restituzione di Euridice.
Plutone acconsentì, a condizione che egli, precedendo la sposa nella via del ritorno, sapesse resistere alla tentazione di voltarsi indietro per guardarla. Orfeo accettò, convinto che fosse facile rispettare quella condizione. Tuttavia quando fu vicino alla luce del sole, un po’ per il timore che la sposa non lo seguisse più e un po’ per il forte desiderio di guardarla in viso, si voltò e in quel preciso istante una forza misteriosa risucchiò Euridice, che scomparve per sempre, come morendo una “seconda volta”.
EpilogoPer la disperazione Orfeo vaga per tutta la terra piangendo il suo triste fato e declamando continuamente il suo triste amore per Euridice, offende con i suoi lamenti le Baccanti, che si vedono completamente ignorate, le quali lo dilaniano, la sua testa vaga sulle acque continuando ad invocare il nome dell'amata fino ad approdare all'isola di Lesbo, patria dei grandi poeti Alceo e Saffo, sacerdotessa cara ad Afrodite, dea dell'amore dove sarà custodita nel tempio di Apollo. Il suo corpo verrà seppellito dalle Muse ai piedi del monde Olimpo e la sua lira a sette corde (sette come le note musicali, sette come le virtù cardinali) verrà posta in cielo tra le costellazioni.
"... anche allora, mentre il capo di Orfeo, spiccato dal collo bianco come marmo, veniva travolto dai flutti, "Euridice!" ripeteva la voce da sola; e la sua lingua già fredda: "Ah, misera Euridice!" chiamava con la voce spirante; e lungo le sponde del fiume l'eco ripeteva "Euridice".
Orfeo ed Euridice…oggi protagonisti nella musica
Il mito di Orfeo ed Euridice torna nelle canzoni di due cantautori italiani contemporanei: Orfeo è infatti il titolo della canzone di Carmen Consoli, mentre Roberto Vecchioni sposta l’attenzione su Euridice. Ci sono differenze di approccio al racconto, tuttavia numerose sono le espressioni affini che scandiscono i momenti del mito antico.
Orfeo - Carmen ConsoliEuridice - Roberto Vecchioni
Indice musica
Carmen Consoli - Orfeo
Sei venuto a convincermi o a biasimarmi per ciò che non ho ancora imparato Sei venuto a riprendermi Orfeo malato dai forza e coraggio al tuo canto eccelso Portami con te non voltarti conducimi alla luce del giorno Portami con te non lasciarmi Io sono bendata ma sento già il calore È il momento di svegliarmi é tempo di rinascere Sento addosso le tue mani ed è un caldo richiamo perché ho bisogno di svegliarmi di prendermi cura di te Ritorno alla vita….
Sei venuto a difendermi a liberarmi imponendo oltremodo la tua ostinazione Sei venuto a riprendermi eroe distratto da voci che inducono in tentazione Portami con te non ascoltarle conducimi alla luce del giorno Portami con te non lasciarmi
Il varco è vicino ed io sento già il tepore È il momento di svegliarmi é tempo di rinascere Sento addosso le tue mani ed è un caldo richiamo perché ho bisogno di svegliarmi è il momento di svegliarmi Ritorno alla vita….
Roberto Vecchioni - Euridice Morirò di paura e venire là in fondo, maledetto padrone del tempo che fugge, del buio e del freddo: ma lei aveva vent’anni e faceva l'amore, e nei campi di maggio, da quando è partita, non cresce più un fiore ... E canterò, stasera canterò, tutte le mie canzoni canterò, con il cuore in gola canterò: e canterò la storia delle sue mani che erano passeri di mare, e gli occhi come incanti d'onde scivolanti ai bordi delle sere;
e canterò le madri che accompagnano i figli verso i loro sogni, per non vederli più, la sera, sulle vele nere dei ritorni; e canterò finché avrò fiato, finché avrò voce di dolcezza e rabbia gli uomini, segni dimenticati, gli uomini, lacrime nella pioggia, aggrappati alla vita che se ne va con tutto il furore dell'ultimo bacio nell'ultimo giorno dell'ultimo amore;
e canterò finché tu piangerai, e canterò finché tu perderai, e canterò finché tu scoppierai e me la ridarai indietro. Ma non avrò più la forza
di portarla là fuori, perché lei adesso è morta e là fuori ci sono la luce e i colori: dopo aver vinto il cielo e battuto l'inferno, basterà che mi volti e la lascio nella notte, la lascio all'inverno... e mi volterò le carezze di ieri mi volterò non saranno mai più quelle
mi volterò e nel mondo, su, là fuori
mi volterò s'intravedono le stelle mi volterò perché l'ho visto il gelo che le ha preso la vita, e io, io adesso, nessun altro, dico che è finita; e ragazze sognanti m'aspettano a danzarmi il cuore, perché tutto quello che si piange non é amore. e mi volterò perché tu sfiorirai, mi volterò perché tu sparirai, mi volterò perché già non ci sei e ti addormenterai per sempre.
Orfeo ed Orfeo ed Euridice...Euridice...
In epoca moderna, la storia di Orfeo, cantore solitario, capace di comunicare attraverso il suono della sua lira, è stato oggetto di innumerevoli versioni musicali , iconiche e teatrali.
rfeo
uridice
"... anche allora, mentre il capo di Orfeo, spiccato dal collo bianco come marmo, veniva travolto dai flutti, "Euridice!" ripeteva la voce da sola; e la sua lingua già fredda: "Ah, misera Euridice!" chiamava con la voce spirante; e lungo le sponde del fiume l'eco ripeteva "Euridice"."
Un amore capace di affrontare la morte....
Lavoro realizzato dall’alunna
Laganà Paola
LICEO CLASSICO STATALE “Pietro Giannone” – CASERTA
Corso PON C –1 –FSE-2008 – 2777
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