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. Il Natale si avvicina, una festa attesa, dal sapore di casa e di fraternità, che ci richiama all’accoglienza e alla gioia. Ma, come ogni nascita, ci cambia, o dovrebbe cambiare la vita. Attendere la nascita di un bambino è un’esperienza bellissima, ricca di sogni, compimento di un amore che genera vita. Quando nasce il bambino la gioia non conosce confini e neanche ti sei accorto ma tutta la tua vita è cambiata. Il Natale è celebrare la nascita di Dio, l’Emmanuele, nella nostra storia, nelle nostre vite. Quanti natali abbiamo già vissuto? Quanto siamo cambiati? O il Natale passa e tutto ritorna come prima? «Se ci lasciamo visitare e cambiare dal mistero dell’incarnazione, attraverso cui il Verbo di Dio si incardina nella nostra umanità lasciandosi contare nel nostro numero senza sottrarsi al “censimento”, allora sarà possibile riprogrammare radicalmente la nostra umanità a immagine e somiglianza di Colui che “venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 12,14). Ogni sguardo di fraternità, ogni perdono ricevuto e offerto, ogni speranza donata e ogni consolazione condivisa sono il nostro Natale quotidiano. Il Natale ci ricorda la dignità del nostro quotidiano, e ogni nostra autenticità umana rende possibile che il dono dell’incarnazione si rinnovi e sia dono per ogni uomo e ogni donna in cammino verso la verità del proprio cuore» (fratel Michael Davide Semeraro, Lezionario Quotidiano, EDB). Sia per tutti noi, per le nostre famiglie, per le nostre fraternità, per ogni uomo e donna, un Natale di cambiamento, che ci veda veramente accogliere nella nostra quotidianità l’Amore di Dio che si fa piccolo e vulnerabile, un dono da custodire come ogni fratello e sorella che ci vengono donati. Auguri di piena umanità in Dio a tutti noi! Francesco con noi 1. Saluti del Consiglio 2. Natale a Betlemme 4. Natale: Fraternità di San Tommaso di Torino 5. Natale: Fraternità di Madonna di Campagna 6. Natale: Fraternità di Alessandria 8. Natale: Fraternità di Santa Elisabetta 8. Natale: Fraternità di Carmagnola 9. Natale: Fraternità di Asti 10. Il Natale dei bimbi 11. Pillole Francescane 12. Santi Francescani 12. Contatti del Consiglio ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA Fraternità Paolo Pio Perazzo Sommario Ilenia Grecu Vice Ministro regionale Ofs Piemonte - Valle d’Aosta Domenica 13 novembre 2016, nel Convento dei Frati Minori di Sant'Antonio da Padova (TO) si e' svolto in un clima fraterno, il Capitolo elettivo della Fraternita' Nuova San Tommaso. Presiedono Laura Bevilacqua, Pierpaolo Valletti e l'Assistente Regionale Fra. Zeno Carcereri.Sono stati eletti Ministra Angela Marinelli, Vice Ministra Gianna Fagnola. Consiglieri: Silvia Tesei, Maria Teresa Vanzaghi, Paola Todros, Antonella Pisegna, Cinzia Rolfo. Auguriamo al nuovo Consiglio un buon lavoro affidando allo Spirito Santo questo importante servizio. Nuovo consiglio per la Fraternità Nuova San Tommaso (Torino) II Numero Dicembre 2016

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Il Natale si avvicina, una festa attesa, dal sapore di casa e di fraternità, che

ci richiama all’accoglienza e alla gioia. Ma, come ogni nascita, ci cambia, o dovrebbe cambiare la vita. Attendere la nascita di un bambino è un’esperienza bellissima, ricca di sogni, compimento di un amore che genera vita. Quando nasce il bambino la gioia non conosce confini e neanche ti sei accorto ma tutta la tua vita è cambiata. Il Natale è celebrare la nascita di Dio, l’Emmanuele, nella nostra storia, nelle nostre vite. Quanti natali abbiamo già vissuto? Quanto siamo cambiati? O il Natale passa e tutto ritorna come prima? «Se ci lasciamo visitare e cambiare dal mistero dell’incarnazione, attraverso cui il Verbo di Dio si incardina nella nostra umanità lasciandosi contare nel nostro numero senza sottrarsi al “censimento”, allora sarà possibile riprogrammare radicalmente la nostra umanità a immagine e somiglianza di Colui che “venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 12,14). Ogni sguardo di fraternità, ogni perdono ricevuto e offerto, ogni speranza donata e ogni consolazione condivisa sono il nostro Natale quotidiano. Il Natale ci ricorda la dignità del nostro quotidiano, e ogni nostra autenticità umana rende possibile che il dono dell’incarnazione si rinnovi e sia dono per ogni uomo e ogni donna in cammino verso la verità del proprio cuore» (fratel Michael Davide Semeraro, Lezionario Quotidiano, EDB). Sia per tutti noi, per le nostre famiglie, per le nostre fraternità, per ogni uomo e donna, un Natale di cambiamento, che ci veda veramente accogliere nella nostra quotidianità l’Amore di Dio che si fa piccolo e vulnerabile, un dono da custodire come ogni fratello e sorella che ci vengono donati. Auguri di piena umanità in Dio a tutti noi!

Francesco con noi

1. Saluti del Consiglio 2. Natale a Betlemme 4. Natale: Fraternità di San Tommaso di Torino 5. Natale: Fraternità di Madonna di Campagna 6. Natale: Fraternità di Alessandria 8. Natale: Fraternità di Santa Elisabetta 8. Natale: Fraternità di Carmagnola 9. Natale: Fraternità di Asti 10. Il Natale dei bimbi 11. Pillole Francescane 12. Santi Francescani 12. Contatti del Consiglio

ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA

Fraternità Paolo Pio Perazzo

Sommario

Ilenia Grecu Vice Ministro regionale Ofs

Piemonte - Valle d’Aosta

Domenica 13 novembre 2016, nel Convento dei Frati Minori di Sant'Antonio da Padova (TO) si e' svolto in un clima fraterno, il Capitolo elettivo della Fraternita' Nuova San Tommaso. Presiedono Laura Bevilacqua, Pierpaolo Valletti e l'Assistente Regionale Fra. Zeno Carcereri.Sono stati eletti Ministra Angela Marinelli, Vice Ministra Gianna Fagnola. Consiglieri: Silvia Tesei, Maria Teresa Vanzaghi, Paola Todros, Antonella Pisegna, Cinzia Rolfo. Auguriamo al nuovo Consiglio un buon lavoro affidando allo Spirito Santo questo importante servizio.

Nuovo consiglio per la Fraternità Nuova San Tommaso (Torino)

II Numero – Dicembre 2016

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NATALE A BETLEMME

VANGELO E’ VITA

Carissime Sorelle e Carissimi Fratelli, Preparando questo numero dedicato al Natale, ci

piaceva rivolgere la mente e il cuore a Bethlehem

"Casa del Pane", che Dio ha scelto per mettere la

sua dimora in mezzo a noi, donandoci il "Pane di

Vita", il suo figlio Gesù. Vorremmo portarvi tutti col cuore alla Grotta della

Natività e ai Santi Luoghi della Custodia

guardando con lo spirito di Francesco che,

secondo la tradizione, di ritorno dalla Terra Santa,

dopo aver visitato Bethlehem ( non se ne ha la

certezza storica) vuole rendere partecipi tutti del

Miracolo dell’Incarnazione, rappresentando l’umiltà

e la povertà di Dio che abbraccia, per troppo

amore, la natura umana e la croce. Ma per non

essere innovatore ma soltanto seguace della

Chiesa, chiede prima il permesso al Papa. Ci avviciniamo in silenzio ed adorazione per

contemplare il presepe di Greccio di cui i frati

fanno memoria la notte del 24 dicembre, cercando

di rivivere insieme ai pellegrini, la tenerezza e

premura che il Serafico Padre ha messo nella

prima rappresentazione della Natività di Dio. Con

la stessa cura, anche noi siamo invitati a custodire

Gesù nel nostro cuore e a vivere l'umiltà di Dio che

viene nel silenzio della notte, nella quotidianità

dell’uomo, scegliendo di nascere come tanti

bambini. Egli non viene nei Palazzi dei Re, con

squilli di tromba e con potenza, ma viene in una

grotta, riscaldato dal calore di due animali, che

simbolizzano le creature che si prendono cura del

loro creatore. S. Girolamo, che dal 386 si ritirò come eremita in

delle grotte vicine alla Grotta della Natività, nella

sua omelia sulla Natale del Signore si esprime

così: “ Potessi vedere ancora quella mangiatoia dove fu

deposto il Signore. Ora noi, come se questo fosse

ad onore di Cristo, abbiamo tolto quella di fango e

ne abbiamo messa una d’argento; ma, per me, era

molto più preziosa quella che è stata tolta. Argento

e oro convengono al paganesimo, alla fede

cristiana conviene che sia di fango quella

mangiatoia! Colui che là è nato, in quella

mangiatoia, disprezza l’oro e l’argento. Ammiro di

più il Signore che, pur essendo il creatore del

mondo, non nasce in mezzo a oro e argento ma

nel fango."

I frati della Custodia vivono la missione, di

accogliere i Pellegrini che quotidianamente vanno

a visitare il santuario di Betlemme, e si prendono

cura delle comunità cristiane e delle particolari

sofferenze di bambini e anziani. Mi piacerebbe

visitare con voi "la casa del fanciullo" che i frati

gestiscono dal 2007: una struttura in via della

Grotta del Latte, vicino alla Grotta della Natività

dove è nato il Bambino, che accoglie 24 ore su 24,

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circa 40 piccoli Gesù, bambini dai 6-18 anni, che

vivono diversi problemi causati la loro esclusione

sociale: la povertà, l’utilizzo di droghe, aver perso i

genitori. Gesù viene per loro; la

casa del fanciullo è un luogo

sicuro dove questi ragazzi

hanno un’opportunità di

riscatto e di crescita per una

nuova inclusione sociale. Ci avviciniamo alla Grotta della

Natività, come i tanti pellegrini

che ogni giorno vengono a

visitare il Santuario. Con essi i

frati fanno memoria della nascita di Gesù con una

processione che partendo dalla Chiesa di S.

Caterina passa per la Santa Mangiatoia, la Grotta

della Natività, l’Altare dei Magi e le Grotte

collegate, che fanno vivere i passi evangelici come

se si

stesser

o

compie

ndo

davanti

alle

person

e; così

Bethleh

em vive questa particolare celebrazione che fa

memoria della venuta di Dio sulla terra come era

annunciato nell'Antico Testamento da Michea: “E

tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra

i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che

deve essere il dominatore d’Israele”.

Il Natale non ha dei preparativi e momenti di festa

particolari, perché si vuole rivivere la grande gioia

annunciata ai pastori, quando il silenzio della notte

venne squarciato da questo grande avvenimento,

lasciando spazio all'adorazione. L'unico momento di festa avviene la prima

domenica di avvento con la processione di tutti i

gruppi della comunità cristiana che accolgono il

Patriarca Latino di Gerusalemme. Natale è anche un momento ecumenico in quanto

partecipano alle celebrazioni i rappresentanti delle

Religioni e delle confessioni cristiane, ed anche

pellegrini di diverse religioni e confessioni, e

diventa così occasione di accoglienza per

costruire la comunione e la pace.

Il giorno di Natale e la Vigilia, Celebrazioni

liturgiche avvengono nei luoghi che hanno segnato

l'evento evangelico: dalla Basilica della Natività e

alla Grotta della Natività, al

Campo dei Pastori che è il

luogo attestato dalla tradizione

ma soprattutto da ritrovamenti

archeologici che testimoniano

la presenza di abitazioni di

persone dedite alla pastorizia. L'annuncio ai pastori ci ricorda

come Dio scelga di rivelarsi

alle persone semplici che

dedicano la loro vita alla quotidianità del servizio,

nell'atto di prendersi cura degli animali, creature

che Dio ha loro affidato per la loro sussistenza. I Pastori rispondono con fede, gioia e semplicità,

benché fosse notte e loro fossero stanchi,

prendono ciò che hanno, nella loro povertà, e lo

portano in dono al Bambino. Così, si spogliano del

poco che hanno e diventando testimoni del popolo

d'Israele e

della

nascita di

un Messia che

contrasta

con

l'immagine

del Dio

salvatore di Israele, ma che assume le sembianze

di un normale bambino nascendo in un posto

insolito, una mangiatoia. L'augurio che vi faccio Carissime Sorelle e

Carissimi Fratelli è

quello di essere liberi

dai legami del mondo

come i Pastori e

Francesco, che con la

loro semplicità e

povertà corrono ad

adorare Gesù. Che il Poverello ci

indichi la strada per

ricercare il volto di

Gesù in ogni Sorella,

Fratello e creatura "che de Te o Altissimo portano significatione" Mario – Fraternità OFS di Asti

NATALE E’ VITA: Fraternità Nuova San Tommaso di Torino

L'Angelo del Signore si presentò ai pastori che

passavano la notte all'aperto per fare la guardia al loro

gregge e la gloria del Signore li avvolse di luce.

L'Angelo del Signore disse loro: “Non temete, io vi

porto una grande notizia: oggi nella città di Davide è

nato il vostro Salvatore, il Cristo Signore. Lo troverete

così: troverete un bambino avvolto in fasce che giace

in una mangiatoia.(...)” I pastori si misero in cammino e giunsero in fretta a

Betlemme: là trovarono Maria, Giuseppe e il bambino

che dormiva nella mangiatoia. Dopo averlo visto, dissero in giro ciò che avevano

sentito del bambino. (Lc, 2-8,17) I pastori, all'annuncio dell'Angelo, rimangono stupiti ma CREDONO e ci credono talmente che si alzano e

VANNO IN FRETTA a Betlemme, compiendo un percorso di circa 2 Km. A noi è chiesto invece di percorrere un cammino dentro di noi verso la LUCE. CREDERE comporta il fidarsi totalmente di Dio e questo non è scontato perché, quando affrontiamo un

periodo più difficile in cui vediamo tutto buio e i problemi ci sembrano insolubili, Dio ci sembra lontano e

silente. Ci viene chiesto di CREDERE nonostante tutto, perché Dio ci è così vicino da essersi fatto bambino come

noi. ANDARE AD ADORARE: ritornare a mettere il Dio Bambino al primo posto nel nostro cuore, rimettendo

quindi al primo posto nella nostra vita i piccoli, i poveri di beni materiali, di vita e di salute, di sorrisi, di spirito. PORTARE L'ANNUNCIO a tutti quelli che incontriamo donando quel sorriso che il BIMBO ci dona, rendendo

il nostro cuore accogliente per ogni persona e per ogni situazione. La Fraternità "Nuova San Tommaso" di Torino è una bellissima realtà originata dalla unione di tre piccole

fraternità, per la verità formate da fratelli piuttosto "maturi". In questi anni abbiamo avuto la gioia di accogliere tanti giovani e adulti, famiglie giovani con tanti bimbi

arrivati e in arrivo. Solo alcuni di noi vivono nelle vicinanze del Santuario di S. Antonio di Padova dove ha sede la Fraternità: gli

altri vengono da ogni parte di Torino, alcuni anche da fuori. Ognuno di noi la 2° domenica del mese percorre una strada più o meno lunga per raggiungere il Santuario. La nostra Fraternità vive il Natale come i pastori di Betlemme. Come i pastori ricevettero l'annuncio dell'Angelo, così, nell'incontro di Dicembre, accogliamo l'invito a

"CREDERE" all'incarnazione di Gesù, ad ANDARE AD ADORARE Gesù, a PORTARE l'annuncio a tutti

quelli che incontriamo. I pastori non erano certo la "crema" della società: erano certamente ignoranti, poveri, ma anche poco

affidabili perché come mercenari erano mal pagati e talora compivano razzie o depredavano i passanti. L'Angelo porta a LORO l'annuncio. Neanche noi siamo la crema dei cristiani, al massimo siamo servi inutili. Così dall'incontro in Fraternità ci portiamo dentro questo bagaglio e percorriamo i "2 km" che mancano al

S.Natale cercando di trasmettere tutto questo ciascuno nella propria parrocchia, nella propria casa, tra i

propri cari, rimanendo profondamente in comunione di cuore con ogni Fratello.

Gianna

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NATALE E’ VITA: Fraternità Madonna di Campagna (To)

San Francesco volle che i suoi frati e tutti coloro che volevano seguirlo si definissero minori lontano da tutto quanto poteva essere grande, potente, forte, dunque prossimi ad ogni situazione o persona povera e umile. Come il Padre vede in ogni uomo i lineamenti di suo Figlio, primogenito di una moltitudine di fratelli, i francescani secolari accolgano tutti gli uomini con animo umile e cortese, come dono del Signore e immagine di Cristo. (Reg.art.13). Pensiamo all'esperienza di S. Francesco che abbraccia il lebbroso. Ciò che era amaro è tramutato in dolcezza. Francesco nel lebbroso scopre la presenza di Cristo. Dall'esperienza del poverello con il lebbroso ecco scaturire l'amore e la cura degli altri. L'Avvento tempo propizio per sostare in silenzio, per accogliere e capire la presenza di Cristo. E' un invito a comprendere che i singoli eventi della giornata sono cenni che Dio ci rivolge, segni dell'attenzione che ha per ognuno di noi. Il verbo di Dio si è fatto uomo, affinchè tutti gli uomini divenissero figli di Dio e fratelli, (lettera ai Romani 8,29). L'Avvento ci invita e ci stimola a contemplare il Signore presente in mezzo a noi e a vedere il mondo con occhi diversi. Da qualche tempo siamo gemellati con l'Associazione di volontariato la Brezza, che opera all'interno della Casa Circondariale di Torino e di Vercelli. All'interno del carcere sono organizzati laboratori artistici per sviluppare la creatività dei singoli e promuovere iniziative atte a sensibilizzare il territorio nei confronti del mondo carcerario. Purtroppo le condizioni di vita in carcere, a causa del sovraffollamento sono sempre più dure, ma se il carcere vuole essere riabilitativo, deve offrire la possibilità di ritornare a sperare in una vita nuova e a offrire un'opportunità di riscatto. La fraternità Madonna di Campagna in Torino s'incontrerà con l'associazione La Brezza, l'incontro è aperto a tutti. Pregheremo insieme ricordando Santa Elisabetta d'Ungheria Patrona dell'Ordine Francescano Secolare, tanto prodiga nella carità verso i poveri e gli emarginati. Condivideremo il progetto: "Scambi in luce". Luce simboleggiata da una lampada creata nei laboratori del carcere, che sarà accolta nella Comunità Parrocchiale nella festa dell'Immacolata Concezione. Verrà posta nel presepe, per essere segno di speranza e di pace; seguiranno iniziative nel periodo natalizio atte a favorire scambi in luce tra l'ambiente del carcere e la società esterna. V'invitiamo a condividere questa poesia scritta nel carcere di Vercelli:

Esiste un posto Esiste un posto, dove si dice che chi è lì dentro è cattivo Io vedo tanti di loro che si aiutano nonostante non si conoscano Esiste un posto dove si dice che chi è li dentro è ignorante Io vedo tanti di loro leggere, studiare Esiste un posto dove si dice che chi è li dentro non crede più in nulla Io vedo tanti di loro pregare e con Dio parlare Esiste un posto dove si dice che chi è li dentro è buio nell’anima Io vedo tanti di loro scrivere le poesie con i colori dei loro pensieri Esiste un posto dove si dice che chi è li dentro è inutile Io vedo tanti di loro lavorare e chiedere di poter lavorare Esiste un posto dove si dice che chi è li dentro è abbandonato a se stesso Io vedo tanti di loro abbracciare i loro cari e fondersi insieme nelle lacrime Esiste un posto dove si dice che chi è li dentro è finito Io vedo tanti di loro con il sogno di risuscitare Ho visto piangere chi arriva e piangere chi va via Esiste un posto chiamato carcere, io figli miei ci sono stato, non nascondetelo un giorno ai vostri figli,

perché il vostro papà ha imparato a leggere con il cuore, sentire con l’anima, perdersi e ritrovarsi nel dolore. Lì ho capito che il tempo è il silenzio di Dio.

Casa Circondariale di Vercelli 2016. Non manchi mai la fede e la speranza, perché Dio ha tanto amato l'uomo da sacrificare il suo Figlio unigenito. Accogliamo la luce di Cristo che viene al mondo perché tutto possa essere cambiato e la nostra vita possa diventare un cammino luminoso, come luminosa è la notte di Natale.

Laura 5

NATALE E’ VITA: Fraternità di Alessandria

“GELINDO RITORNA” Note sul “Gelindo”, la Divòta Cumedia dell’Associazione San Francesco di Alessandria Rodolfo Renier dedica la “Ristampa anastatica – tiratura limitata” dalla Bottega d’Erasmo (Torino 1965) del suo “Il Gelindo – Dramma Sacro piemontese della natività di Cristo” (stampato nel 1896) al Prof. Carlo Salvioni dell’Università di Pavia: “A nessuno meglio di te, amico dilettissimo, degli studi dialettali e demopsicologici cultore egregio e benemerito …. che recano modesta contribuzione alla conoscenza d’un vernacolo e del folclore piemontese”. Quando Aldo Moraschi (tra soci fondatori dell’Ass. S. Francesco di Alessandria) nel 1974 presenta il suo libro “Il mio amico Gelindo” rivolgendosi a chi legge racconta: “Ringrazio particolarmente il dr. Eraldo Marocchetti che mi fornì i copioni delle rappresentazione biellesi”, e ringrazia: “Giovanni Girelli di Montalciata mi parlava con l’entusiasmo ch’egli soleva mettere in tutte le cose sue. Delle rappresentazioni sacre popolari del suo nativo biellese. Io lo ascoltava e rifletteva e gli chiedeva notizie”. Moraschi ebbe contatti anche con il prof. Giovanni Rabbia della Valle Susa, per scovare le antiche copie di quei drammi in francese. Altre notizie le fornirono il prof. Giuseppe Rua, il marchese Gustavo Crivelli, il dr. Domenico Merlino, il prof. Battaglino. Il prof. Antonio Piccarolo prese a fargli intendere bene i suoni del suo nativo dialetto alto-monferrino, che è il dialetto del Gelindo. Scrive ancora Aldo Moraschi che mentre percorreva una strada di montagna, ad una svolta lo colpì una caratteristica figura. Sul pendio del monte un branco di pecore era governato da un vecchio pastore dalla barba fluente, appoggiato ad un alto bastone. Il vecchio pastore richiamò al suo pensiero “Gelindo” e ne elogiò l’aspetto grave e pacato della persona, la resistenza fisica, la solitudine pensosa e iniziò a parlare di Gelindo come un amico: nacque così il libro “Il mio amico Gelindo”. Era il 1974 e “Gelindo” presentato al teatro S. Francesco stava compiendo i primi 50 anni. “Buna sira, cari siuri!” era il saluto e l’augurio che Gelindo rivolgeva al pubblico, togliendosi il cappello, che veniva prontamente ripagato da un fragoroso applauso. Ne seguiva la “businà’”, un’occasione per dare un’occhiata agli avvenimenti più importanti accaduti nell’anno trascorso, presentati sottolineandone gli aspetti grotteschi e facilmente aggrediti dallo spirito popolare degli alessandrini, facili alla battuta satirico-popolare. Altra tipicità del Gelindo era quella di essere recitato nel dialetto locale. In tempo di guerra, fra il 1940 ed il 1945, nonostante l’urlo delle sirene per gli allarmi, Gelindo venne

ugualmente rappresentato e l’articolista di “Vita giovanile” (il giornalino mensile dell’Associazione – 25 gennaio 1941) si chiedeva: “E’ strano, ma Gelindo, che ormai passa trionfalmente e resiste continuando in bellezza, senza invecchiare, deve avere dentro di se qualche cosa non so se di artistico di cui noi stessi non ci accorgiamo, ma che deve pure esistere e dal quale trae la maggior parte del suo successo”. Ma come nacque il “Gelindo di Frà” alessandrino? Nel primo numero di Vita Giovanile (aprile 1923) si accennava ad un gruppo di giovani circolisti che davano vita ad una filodrammatica dal nome “Fulgens”. A costoro Padre Daniele Rossi, primo Assistente dell’Associazione S. Francesco, pose tra le mani il “Gelindo” stampato dalla tipografia Pria di Casteggio nel 1922 e ridotto dal Canonico Carlo Testone per i circoli maschili. “Si tratta di un testo – scrive il prof. Renier – che prima di essere messo in stampa passò sicuramente per molte mani e molte bocche, fu copiato e ricopiato e rappresentato infinite volte” ma “Il pastore Gelindo ossia la Natività di Gesù Cristo” ha la sua parte dialettale rimaneggiata da un alessandrino, com’è provato dall’uso del Vernacolo rustico dei contadini di Alessandria. Dal capitolo intitolato “Il testo” contenuto nel volume “Il Gelindo – Dramma Sacro piemontese della natività di Cristo” di Rodolfo Renier sappiamo che: delle “Quattro edizioni del Gelindo sono poste a base del mio studio, le prime due” sono: A – La natività di Nostro Signore Gesù Cristo e la strage degli Innocenti – rappresentazione sacra; Novara 1889 presso Enrico Crotti libraio editori. B – Il pastore Gelindo ossia la Natività di Gesù Cristo e la strage degli Innocenti – rappresentazione sacra – Torino s.a. (ma 1842) presso Gio. Batt. Binelli Libraio, contrada dei Guardinfanti.” Ancora Renier ne “Il “Gelindo” Monferrino – Il “Gelindo” alessandrino. Dopo quanto si è esposto, è superfluo l’avvertire che il dialetto nella redazione AB offre tutte le principali caratteristiche del dialetto di Piemonte, a noi noto principalmente nella varietà di Torino. Da questo si discosta, però in più punti” Oggi “il Gelindo dei Frati” è schiettamente alessandrino, non solo nella lingua ma anche nella stesura. Sul Supplemento della rivista “La Provincia” di Alessandria n 10 – dicembre 1984 il prof. Renato Lanzavecchia riferendosi ad un copione di “Gelindo alessandrino” di cui non si conosceva l’esistenza, scriveva: “La sacra rappresentazione della Natività, ancora perdurante nel corso del settecento e suscitatrice di ricchi interessi culturali, pur con l’assunzione di caratteristiche molteplici e diverse, era stata accolta gradualmente anche nei più remoti centri provinciali.

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Pur nell’atmosfera ad un tempo statica e vivace della provincia alessandrina, tale soggetto fu ancor vivo nell’ultimo scorcio del ‘700, promosso e discusso in seno all’Accademia degli Immobili, ed espressione di una temperie culturale in cui la funzione preminente della religione generalmente poi veniva assolta secondo “categorie” storico schematizzate in antiche e rigide formulazioni.” Il prof. Lanzavecchia si rifà ad un libretto dal titolo “I pastori in Betlemme” – un componimento drammatico di Giacomo Ant.o Giorgi – Avvocato alessandrino in Casale 1797 – Maffei stampatore e libraio dei Regi Uffici dell’illustrissima città. Tra le iniziative prese dal Gruppo di “Gelindo di Frà ‘d Lisòndria”, nel 1987, viene indetto un concorso di disegno fra i ragazzi delle scuole medie della provincia di Alessandria, che riscosse un notevole successo. Frequente l’amichevole presenza di Umberto Eco, solitamente all’ultimo spettacolo che si svolge nel mese di gennaio dell’annuale programma. Per il Gelindo 92° era atteso il suo intervento, ma purtroppo il 19 febbraio 2016 Umberto ci ha lasciati. Per nostra fortuna abbiamo potuto avere la sua prefazione sul libro stampato per “Gelindo 75°” nel dicembre 1999, dove ricorda l’entrata in scena con l’amico Gianni Coscia nei panni di due centurioni romani, inviati da Erode, in cerca di “bambini inferiori ai due anni” per ucciderli. Eco fa intanto la confessione: “Io non potevo recitare alcuna delle parti dialettali perché non parlavo bene il dialetto… (Auspico) la nascita di una Accademia del Dialetto, dove i piccoli alessandrini, i cui genitori (anche se nati in Alessandria) parlano ormai come Costanzo, imparino a parlare anche il dialetto. È il solo modo di salvare, con la cultura dialettale, “Gelindo” e a concepire un “Gelindo” del futuro in cui recitano alessandrini i cui genitori erano magari calabresi, siciliani o (perché no) del Burkina Faso.” Una delle iniziative più recenti sul Gelindo è stata quella di Michele Filippo Fontefrancesco, attuale

Sindaco di Lu Monferrato, che nel libro edito nel 2013 in lingua italiana ed inglese dalla copertina così concepita: “Gelindo - Una tradizione natalizia tra Alessandria e Monferrato” ovvero “A Christmas tradition between Alessandria and Monferrato”. Nella presentazione dell’Associazione S. Giacomo di Lu Monferrato, Michele Rota scrive: “Gelindo è come una favola che ritorna: sparisce per un po’ e poi qualche gruppo teatrale lo riscopre e lo rimette in scena.” Paolo Tonato, fotografo professionista e amico dell’ Ass. San Francesco, quest’anno ha realizzato un ottimo DVD con riprese dello spettacolo, interviste e “dietro le quinte”. Padre Maurizio Roso, allora Ministro Provinciale di Alessandria, la sera dell’Epifania del 1975, in occasione del 50ennio di Gelindo tenne una memorabile omelia che concluse così: “Grazie vecchio pastore: tu non sei evasione ma serena seppur pensosa immersione nella realtà della vita che ci fa comprendere che le piccole cose ci rendono contenti e danno il gusto di vivere; ci fa tendere verso un mondo più giusto e ci fa sentire la gioia dei puri di cuore, di coloro che vedranno Dio.”

Luigi Visconti

Calendario degli spettacoli 2016-2017 Natale (domenica) ore 21.00 S. Stefano – 26 dicembre ore 15.00 Giovedì 5 gennaio ore 21.00 Venerdì 6 gennaio (Epifania) ore 21.00 Sabato 7 gennaio ore 21.00 Domenica 8 gennaio ore 15.00 Sabato 14 gennaio ore 21.00 Domenica 15 gennaio ore 15.00

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NATALE E’ VITA: Fraternità Santa Elisabetta

NATALE E’ VITA: Fraternità di Carmagnola

Dallo scorso anno abbiamo fatto nostra la celebrazione natalizia propostaci dalle suore francescane Missionarie di Maria. Come Francesco a Greccio, abbiamo avuto il desiderio di vedere con gli occhi della carne la nascita di Gesù. Pertanto rileggendo il Vangelo di Luca relativo alla natività, la sorella decana della fraternità ha deposto su una culla a forma di cuore Gesù Bambino e abbiamo accompagnato il gesto intonando il Gloria. Alla deposizione del Bambino ha fatto seguito l’invocazione dello Spirito Santo sui nostri nomi che erano stati collocati ai piedi Gesù Bambino. Terminata l'invocazione allo Spirito Santo, il padre assistente ha estratto un nome: il fratello estratto è diventato il “San Giuseppe” della fraternità, e ha ricevuto il compito di custodire la statua fino all’anno successivo. Per l’anno, il Gesù Bambino andrà a casa del fratello scelto come custode che lo deporrà nel luogo dove solitamente si ferma per la preghiera: si impegnerà non solo a custodire ma anche a pregare Gesù Bambino per la fraternità.

L’anno successivo nell'incontro in prossimità al Natale riporterà Gesù Bambino in fraternità e lo Spirito Santo sceglierà il nuovo custode.

Io sono Paolo, fratello professo della fraternità. Siamo ormai alla fine dell’anno liturgico e tra non molto vivremo la gioia di un altro Natale del Signore Nostro Gesù Cristo. Riferito alla nostra fraternità, nata nel 1893, sono più di cento i natali che si sono susseguiti. Io in questa fraternità sono arrivato non molto tempo fa e dai racconti delle poche sorelle, ormai con tanti anni, sono stati anni ricchi di gioia. Una di queste sorelle, Agnese, mi ricordava che durante le feste era un ritrovarsi festaiolo, oltre che spirituale, con inviti e scambi di doni. Questa cara sorella, mentre raccontava, mi invitava a scrivere un pensiero sul prossimo Natale, riguardo un episodio trasmesso in televisione. Sono Agnese, il 21 giugno ho compiuto 91 anni. Grazie a Dio ho superato tre ictus, e oggi cammino con il girello, dopo che sono caduta in casa. Sono una video dipendente, non potendo più uscire da sola, e le storie che seguo non sempre sono allegre, anzi, spesso angosciano, lasciandomi con un gusto amaro in bocca. Non so se avete sentito parlare del film “la sposa bambina”, un film documentario girato nello Yemen, che appunto racconta di un matrimonio tra una ragazzina di 10 anni e un uomo di 30 anni. Il suo futuro marito sta parlando con un signore quando si vede la ragazzina, tutta avvolta nel suo abito nuziale, compreso il viso, scoprirsi il volto chiedendo di poter parlare. E ai due uomini dice: “So quello che devo

fare: cucinare, tenere in ordine la casa, essere gentile e partorire un maschio.” Quel signore che stava parlando con il futuro marito aggiunse, con non curanza, al discorso della ragazzina: “Non sa cosa l’aspetta”. Nel filmato s’aggiunge un commento che non lascia dubbi di sorte; normalmente queste piccole e povere creature, partorendo, quasi tutte muoiono. Forse con il Natale non c’entra, ma mi chiedevo perché noi poveri francescani, parlando di regali, non ci facciamo un regalo speciale, cioè conoscere e far conoscere queste usanze arcaiche, per poterle combattere? Grazie e buon Natale. Agnese Paolo

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NATALE E’ VITA: Fraternità di Asti

DALLA REDAZIONE: Grazie a tutti!!

"Natale con i tuoi..." dice un noto – detto

popolare... sintetizzando

come a Natale sia tradizione festeggiare "in famiglia". E forse è oggi quella del Natale l'ultima vera occasione di incontro per tante famiglie. Potremmo obiettare che ci si trova spesso solo per mangiare, o scambiarsi dei regali...ma c'è anche del bello in questa tradizione, che parte da un bisogno fondamentale dell'uomo: lo stare insieme, il riunirsi tra persone che hanno un legame speciale. Al di là delle deviazioni e forzature commerciali che caratterizzano purtroppo oggi ogni evento e momento nella vita delle famiglie, a partire dalle occasioni "speciali", c'è qualcosa che la festa del Natale nei secoli di storia ha mantenuto: il bisogno di famiglia, di solidarietà, di "calore". Come se l'irruzione nella storia dell'uomo di quel Bambinello di Betlemme avesse creato una breccia, una fenditura nel cuore e nella vita dell'uomo, tale da ricordargli, al di là dei propri credo, che esiste qualcosa di importante che non va dimenticato, che esistono dei valori e delle priorità che non sono la frenetica e nevrotica quotidianità. Per noi Cristiani il Natale è “l'inizio di tutto”, l'inizio di quella scintilla di vita che ha trasformato e trasforma concretamente ogni giorno le nostre vite. Il Mistero meraviglioso e sorprendente di un Dio incarnato, vicino a noi, uguale a noi, un Amore tanto grande da farsi piccolo e fragile come un neonato. Lo stesso San Francesco viveva con gioia e stupore la

ricorrenza del Natale. Conosciamo tutti la storia del presepe di Greggio e questo bisogno di rappresentare in modo concreto, ancora più "umano", la vicenda della nascita di Cristo che ci riporta ancora al Mistero del rapporto intimo che Dio ha voluto, per amore, instaurare con il cuore dell'uomo. Anche per noi fraternità di Asti, come per tutti, il Natale è anche questo: bisogno di stare in famiglia. Con le nostre famiglie di origine, ma anche con la famiglia rappresentata dalla nostra fraternità,

dall'intera famiglia francescana. Così ogni anno, dedicato il giusto tempo al pranzo di Natale con i nostri cari, è tradizione ritrovarci insieme, dalla sera di Natale alla sera di Santo Stefano, per chi può ininterrottamente, o chi solo qualche ora, a casa dei carissimi Lisa e Rajesh. L'offerta che durante il loro matrimonio hanno presentato a Dio

delle loro chiavi di casa, perché "fosse sempre aperta e accogliente", ha trasformato la loro casa anche nella "nostra" casa, quel luogo dove, esattamente come coi nostri genitori o nonni o fratelli, ci sentiamo pienamente in famiglia, uniti ai nostri fratelli in Cristo. Occasione di stare insieme, mangiare, dialogare, cantare, giocare, e soprattutto occasione di celebrare al mattino di Santo Stefano la Santa Messa, vero centro del nostro stare insieme, motivo di gratitudine immensa a Dio e gratitudine per il dono di essere famiglia: responsabilità ed impegno concreto per esserlo anche per chi una famiglia non ha, ed ha bisogno di noi.

Fausto

Cari Fratelli, ringraziamo tutte le fraternità che hanno contribuito a realizzare questo secondo numero del giornalino Francesco con Noi, inviandoci articoli e foto. Il prossimo numero sarà dedicato alla Quaresima e alla Pasqua. Vi chiediamo pertanto di inviarci entro il 10 febbraio 2017 articoli brevi (massimo 1500 battute), magari documentati da qualche foto, sulle vostre iniziative fraterne, passate o future, relative alla Quaresima o al tempo di Pasqua. Attendiamo anche informazioni su professioni o iniziative inerenti al nostro essere Francescani nel mondo. L’indirizzo mail e’ [email protected] . Se avete qualche difficoltà “tecnologica” ci rendiamo disponibili per elaborare l’articolo con Voi anche solo telefonicamente. Potete contattarci ai seguenti numeri: Mario 329 1847438 - Rajesh 334 2147201

Per leggere on-line il giornalino: www.ofspiemonte.it

Pace e Bene! La redazione

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PERCHÉ ALLA GROTTA C'ERANO L'ASINO E IL BUE

Mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio verso Betlemme, un angelo radunò tutti gli animali per scegliere i più adatti ad aiutare

la Santa Famiglia nella stalla. Per primo, naturalmente, si presentò il leone. “Solo un re è degno di servire il Re del mondo”, ruggì

“io mi piazzerò all'entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!”. “Sei troppo violento” disse l'angelo.

Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba e innocente, insinuò: “Io sono l'animale più adatto. Per il figlio di Dio ruberò

tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo!”

“Sei troppo disonesta”, disse l'angelo. Tronfio e splendente arrivò il pavone. Sciorinò la sua magnifica ruota color dell'iride: “Io

trasformerò quella povera stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone!”. “Sei troppo vanitoso” disse l'angelo.

Passarono, uno dopo l'altro, tanti animali ciascuno magnificando il suo dono. Invano. L'angelo non riusciva a trovarne uno che

andasse bene.

Vide però che l'asino e il bue continuavano a lavorare, con la testa bassa, nel

campo di un contadino, nei pressi della grotta. L'angelo li chiamò: “E voi non

avete niente da offrire?”. “Niente”, rispose l'asino e afflosciò mestamente le

lunghe orecchie, “noi non abbiamo imparato niente oltre all'umiltà e alla

pazienza. Tutto il resto significa solo un supplemento di bastonate!”. Ma il

bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse: “Però potremmo di tanto in

tanto cacciare le mosche con le nostre code”. L'angelo finalmente sorrise:

“Voi siete quelli giusti!”

Tratto da: “Tutte le storie” di Bruno Ferrero

BAMBINI: LA BUONA NOVELLA

IL PRESEPE – VOLTI ED EMOZIONI

In occasione di un incontro di preghiera sul Natale la Fraternità

OFS di Asti ha realizzato il presepe vivente con i bambini della

fraternità per spiegare loro la bellezza della Nascita di Gesù

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A livello nazionale è stato messo a disposizione il seguente conto corrente al fine di raccogliere le risorse per venire incontro alle necessità dei fratelli colpiti dal terremoto del Centro Italia: Intestatario: FRATERNITA' NAZIONALE D'ITALIA DELL'ORDINE FRANCESCANO SECOLARE VIA DELLA CANNELLA N. 8 - CAPODACQUA 06081 ASSISI - PG Banca: UNICREDIT IBAN: IT 03 P 02008 05008 000104444643 Causale: LIBERALITA' PRO TERREMOTO CENTRO ITALIA 2016

PILLOLE DI VANGELO

"Se aveste fede quanto un granello di senape...". E’ la risposta alla richiesta di accrescerla. Gesù ci invita invece a fidarci nel poco: è lì che Dio ama e opera. Martedì 4 Ottobre 2016, Festa di San Francesco.

"Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce...". Gesù cercava proprio uno con cui condividere la gioia di essere grato al Padre! Domenica 9 Ottobre 2016, XXVIII Domenica T.O.

"Chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato". Quante volte Gesù lo afferma! È l'unica condizione per lasciare che l'amore del Padre operi nella nostra vita. Domenica 23 Ottobre 2016, XXX Domenica T.O.

“Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. "Subito" e "devo": è l'urgenza di sa cosa è l'amore e "deve" donarlo. Domenica 30 Ottobre 2016, XXXI Domenica T.O.

IL NATALE – Le Fonti commentate dalla Regola

(Commenti a cura di fra Alberto Vaccaneo)

“E giunge il giorno della letizia (Natale) …. Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima …. Vi si manifestano con abbondanza i doni dell'Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l'avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia.” (Fonti Francescane,469-470)

Commento: La regola e la vita dei francescani secolari è questa: osservare il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo secondo l’esempio di S. Francesco d’Assisi, il quale del Cristo fece l’ispiratore e il centro della sua vita con Dio e con gli uomini. Cristo, dono dell’Amore del Padre, è la via a Lui, è la verità nella quale lo Spirito Santo ci introduce, è la vita che Egli è venuto a dare in sovrabbondanza. I francescani secolari si impegnino, inoltre, ad una assidua lettura del Vangelo, passando dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo. (Regola dell’Ordine Francescano Secolare , 4)

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SANTI FRANCESCANI: Venerabile Paolo Pio Perazzo

FEDE E SPIRITUALITA' - Un nuovo libro per aiutarci a riflettere

Il 19 novembre si è celebrata la messa in ricordo del Venerabile Paolo Pio Perazzo, il santo al quale è dedicata la Fraternità Regionale Ofs Piemonte e Valle d’Aosta. E’ stato un momento di unione fraterno durante il quale sono stati affidati tutti i cammini presenti, passati e futuri della Fraternità. Ecco qualche informazione per conoscere meglio questa esemplare persona. Il "santo ferroviere" nasce a Nizza Monferrato il 05/07/1846. A 15 anni, dopo il ginnasio, viene assunto come bigliettaio alle dipendenze delle piccole ferrovie del Regno Sardo, poi divenute ferrovie dello stato italiano. È intelligente, capace e solerte e diventa autore dei regolamenti interni di cui le ferrovie devono dotarsi in quegli anni. Pur essendosi distinto nel suo ambiente lavorativo, non riesce ad andare oltre la qualifica di sotto-capoufficio perché non fa mistero della propria fede e non si piega a ricatti o compromessi. In un periodo in cui la massoneria serpeggia, Paolo si dichiara antimassone ed è legato da profonda amicizia con figure eccellenti di quel periodo (Don Bosco, Murialdo, le sorelle Comoglio, Giuseppe Toniolo).

Utilizza il suo lavoro per trasformarlo in un mezzo di santificazione, senza perdere mai la serenità. Per lavoro si trasferisce a Torino, vicino al convento dei frati cappuccini e per questo si reca spesso presso la Fraternità di San Tommaso dov'è Terziario Francescano e ministro delle Fraternità. Ha una grandissima devozione al S.Sacramento, alla Madonna e al Papa ma specialmente all'Eucarestia, ricevuta e adorata, che è la sua forza. Per questo arriva a farsi promotore dell'adorazione Eucaristica quotidiana fondando un'arciconfraternita che ancora oggi è viva ed operante. Muore il 22 novembre 1911, per il morso di un cagnolino rabbioso ed un'errata cura. Sara - Fraternità di Asti

Un nostro confratello della fraternità di san Bernardino di Torino ha appena pubblicato un libro dal titolo " Conversazioni tra Inferno, Cielo, Terra" . Lo scopo del libro è quello di stimolare in modo semplice delle riflessioni sui temi fondamentali della nostra fede. Autore: Mario Allasia mail: [email protected] Editore: TAU editrice Costo: 10 euro I proventi spettanti all'autore per le vendite del libro saranno devoluti alle Missioni Francescane nel Mondo.

Il Consiglio Regionale della Fraternità Piemonte e Valle d’Aosta “Venerabile Paolo Pio Perazzo” è a disposizione di tutti i Fratelli per qualsiasi informazione o suggerimento. Qui di seguito riportiamo i nominativi e i relativi contatti MEMBRO SERVIZIO CELLULARE E. MAIL DEL GAUDIO MARIANO MINISTRO 3396989796 [email protected] GRECU ILENIA VICE MINISTRO 3283784588 [email protected] FIORI CARLO CONSIGLIERE 3356382261 [email protected] SAVASTA PAOLO CONSIGLIERE 3313522082 [email protected] BOTTINO GUIDO CONSIGLIERE 3480356240 [email protected] VALLETTI PIERPAOLO CONSIGLIERE 3491068076 [email protected] LANDRA ELIO CONSIGLIERE 3482210760 [email protected] SPADARO DAVIDE CONSIGLIERE 3346206304 [email protected] PRINA MARINELLA CONSIGLIERE 3382628786 [email protected] BEVILACQUA LAURA CONSIGLIERE 3397670751 [email protected] BURGIO FRANCESCO COORDINATORE GIFRA 3351001264 [email protected] FR. ZENO CARCERERI ASSISTENTE OFM-CONV 3488574260 [email protected] FR. LUIGI BETTIN ASSISTENTE OFM MIN 3478406514 [email protected] SEGRETERIA: Nuovo numero telefonico 011- 6602896 [email protected] Sede: Piazza Cappuccini, 3 10131 Torino – Orario ufficio: Lunedì 09,00 - 12,30, Venerdì 09,00 - 12,30

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