Francesco con noi - Ordine Francescano Secolare del...

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Caro fratello e cara sorella, ogni sentimento genuino porta dentro di sé la propensione a diffondersi come un carboncino ardente che riscalda ciò che lo contiene. Il sentimento di amore fraterno che Gesù ci ha trasmesso non è qualcosa che si merita osservando dei precetti e delle regole, ma ci invita ad assomigliare a Dio “come il Padre vostro”. L’insegnamento di Gesù ci invita a riscoprire quell’”immagine e somiglianza” originaria dell’uomo nel progetto d’amore del Padre. Su questa linea la fraternità nazionale dell’OFS ci invita a a riflettere e meditare sul tema “L’amore è sempre nuovo”. Ma in cosa consiste la novità dell’amore? In qualcosa di diverso o di contrario rispetto a prima? Oppure il “nuovo di Gesù” ci invita a “dare compimento” a quello cui dall’origine siamo destinati? Cioè ad un amore che non si merita, perché nessuno potrebbe arrogarsi un diritto del genere, ma ad un amore che si accoglie e che aspetta solo di essere colto da ognuno di noi, nessuno escluso. Un amore che è il fine ed il presupposto della misericordia. Non si può donare misericordia senza amore e non si può amare senza perdonare. All’interno di una famiglia il legame si sente ma questo non sempre è sufficiente; sorge anche la necessità di dirsi e sentirsi dire “ti voglio bene”. Questo vuole essere lo spirito con il quale riprendiamo a pubblicare il nostro notiziario regionale. Uno strumento dove certamente ogni fraternità può apprendere delle notizie, cosa si fa e cosa succede. Ma il nostro obiettivo è un po’ più presuntuoso: che la conoscenza e la condivisione reciproca ci porti no a ricercarsi l’un l’altro in un vortice d’amore che gira così forte da attirare e provocare tutto ciò che ci circonda. F r a n c e s c o c o n n o i 1. Saluti del Ministro 2. Pellegrinaggio ad Oropa 3. Briciole Francescane ed appuntamenti 4. Pellegrinaggio a Crea 5. La Famiglia 6. Sui passi del Cardinal Massaia 7. Santi Francescani 8. Servizi agli ultimi e Fratelli ritornati alla casa del Padre ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA Fraternità Pio Perazzo Sommario Buona Festa di San Francesco a tutti!! Il Signore vi dia pace Mariano Del Gaudio Ministro regionale Ofs Piemonte- Valle d’Aosta Come avrete saputo, fra Alberto Vaccaneo, ci saluta per andare in Irlanda nella Fraternità di Kilkenny. Lì collaborerà ad un progetto di presenza francescana cappuccina nel Nord Europa. A lui, alla sua nuova fraternità e alla loro missione assicuriamo le preghiera di tutta la fraternità regionale dell’Ordine Francescano Secolare. Alberto, con la tua partenza per l’Irlanda, ci dai un’ulteriore prova e testimonianza del tuo amore per Cristo e per la Famiglia Francescana. Grazie di tutto e…buon tutto. Un arrivederci a… Ottobre 2016 1 a

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Caro fratello e cara sorella,

ogni sentimento genuino porta dentro di sé la propensione a diffondersi come un carboncino ardente che riscalda ciò che lo contiene. Il sentimento di amore fraterno che Gesù ci ha trasmesso non è qualcosa che si merita osservando dei precetti e delle regole, ma ci invita ad assomigliare a Dio “come il Padre vostro”. L’insegnamento di Gesù ci invita a riscoprire quell’”immagine e somiglianza” originaria dell’uomo nel progetto d’amore del Padre.

Su questa linea la fraternità nazionale dell’OFS ci invita a a riflettere e meditare sul tema “L’amore è sempre nuovo”. Ma in cosa consiste la novità dell’amore? In qualcosa di diverso o di contrario rispetto a prima? Oppure il “nuovo di Gesù” ci invita a “dare compimento” a quello cui dall’origine siamo destinati? Cioè ad un amore che non si merita, perché nessuno potrebbe arrogarsi un diritto del genere, ma ad un amore che si accoglie e che aspetta solo di essere colto da ognuno di noi, nessuno escluso. Un amore che è il fine ed il presupposto della misericordia. Non si può donare misericordia senza amore e non si può amare senza perdonare.

All’interno di una famiglia il legame si sente ma questo non sempre è sufficiente; sorge anche la necessità di dirsi e sentirsi dire “ti voglio bene”.

Questo vuole essere lo spirito con il quale riprendiamo a pubblicare il nostro notiziario regionale. Uno strumento dove certamente ogni fraternità può apprendere delle notizie, cosa si fa e cosa succede. Ma il nostro obiettivo è un po’ più presuntuoso: che la conoscenza e la condivisione reciproca ci portino a ricercarsi l’un l’altro in un vortice d’amore che gira così forte da attirare e provocare tutto ciò che ci circonda.

Francesco con noi

1. Saluti del Ministro 2. Pellegrinaggio ad

Oropa 3. Briciole Francescane

ed appuntamenti 4. Pellegrinaggio a Crea 5. La Famiglia 6. Sui passi del Cardinal

Massaia 7. Santi Francescani 8. Servizi agli ultimi e

Fratelli ritornati alla casa del Padre

ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA

Fraternità Pio Perazzo

Sommario

Buona Festa di San Francesco a tutti!!

Il Signore vi dia pace

Mariano Del Gaudio Ministro regionale Ofs

Piemonte- Valle d’Aosta

Come avrete saputo, fra Alberto Vaccaneo, ci saluta per andare in Irlanda nella Fraternità di Kilkenny. Lì collaborerà ad un progetto di presenza francescana cappuccina nel Nord Europa. A lui, alla sua nuova fraternità e alla loro missione assicuriamo le preghiera di tutta la fraternità regionale dell’Ordine Francescano Secolare. Alberto, con la tua partenza per l’Irlanda, ci dai un’ulteriore prova e testimonianza del tuo amore per Cristo e per la Famiglia Francescana. Grazie di tutto e…buon tutto.

Un arrivederci a…

Ottobre 2016

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Caro fratello e cara sorella,

ogni sentimento genuino porta dentro di sé la propensione a diffondersi come un carboncino ardente che riscalda ciò che lo contiene. Il sentimento di amore fraterno che Gesù ci ha trasmesso non è qualcosa che si merita osservando dei precetti e delle regole, ma ci invita ad assomigliare a Dio “come il Padre vostro”. L’insegnamento di Gesù ci invita a riscoprire quell’”immagine e somiglianza” originaria dell’uomo nel progetto d’amore del Padre.

Su questa linea la fraternità nazionale dell’OFS ci invita a a riflettere e meditare sul tema “L’amore è sempre nuovo”. Ma in cosa consiste la novità dell’amore? In qualcosa di diverso o di contrario rispetto a prima? Oppure il “nuovo di Gesù” ci invita a “dare compimento” a quello cui dall’origine siamo destinati? Cioè ad un amore che non si merita, perché nessuno potrebbe arrogarsi un diritto del genere, ma ad un amore che si accoglie e che aspetta solo di essere colto da ognuno di noi, nessuno escluso. Un amore che è il fine ed il presupposto della misericordia. Non si può donare misericordia senza amore e non si può amare senza perdonare.

All’interno di una famiglia il legame si sente ma questo non sempre è sufficiente; sorge anche la necessità di dirsi e sentirsi dire “ti voglio bene”.

Questo vuole essere lo spirito con il quale riprendiamo a pubblicare il nostro notiziario regionale. Uno strumento dove certamente ogni fraternità può apprendere delle notizie, cosa si fa e cosa succede. Ma il nostro obiettivo è un po’ più presuntuoso: che la conoscenza e la condivisione reciproca ci portino a ricercarsi l’un l’altro in un vortice d’amore che gira così forte da attirare e provocare tutto ciò che ci circonda.

Francesco con noi

1. Saluti del Ministro 2. Pellegrinaggio ad

Oropa 3. Briciole Francescane

ed appuntamenti 4. Pellegrinaggio a Crea 5. La Famiglia 6. Sui passi del Cardinal

Massaia 7. Santi Francescani 8. Servizi agli ultimi e

Fratelli ritornati alla casa del Padre

ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA

Fraternità Pio Perazzo

Sommario

Buona Festa di San Francesco a tutti!!

Il Signore vi dia pace

Mariano Del Gaudio Ministro regionale Ofs

Piemonte- Valle d’Aosta

Come avrete saputo, fra Alberto Vaccaneo, ci saluta per andare in Irlanda nella Fraternità di Kilkenny. Lì collaborerà ad un progetto di presenza francescana cappuccina nel Nord Europa. A lui, alla sua nuova fraternità e alla loro missione assicuriamo le preghiera di tutta la fraternità regionale dell’Ordine Francescano Secolare. Alberto, con la tua partenza per l’Irlanda, ci dai un’ulteriore prova e testimonianza del tuo amore per Cristo e per la Famiglia Francescana. Grazie di tutto e…buon tutto.

Un arrivederci a…

Ottobre 2016

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ello scorso mese di luglio la Fraternità di Madonna di Campagna ha fatto un

pellegrinaggio al Santuario di Oropa dedicato alla Madonna. Abbiamo trovato un tempo favoloso, bellissimo, oserei dire fulgido, ancora più bello, considerando che spesso e volentieri lassù è nuvoloso o c’è nebbia: si vedeva la pianura stendersi sino all’orizzonte. Queste condizioni sicura-mente hanno giovato allo svolgersi della giornata incominciata gioiosamente già al punto d’incontro a Torino e continuata in fraterna amicizia tutto il giorno, condividendo momenti di preghiera, pranzando e partecipando assieme alla messa solenne con l’attraversamento della Porta Santa. Più volte nella giornata abbiamo pensato a Maria Madre di Misericordia, recitando il Salve Regina, implorandola di rivolgere a noi il suo sguardo affinché l’accogliamo come via di conversione e di riconciliazione con Dio, il quale si

rivolge ad ogni uomo di buona volontà perché lasci le opere del peccato. Rivolgiamo il nostro sguardo alla Madre della Misericordia vedendo nei suoi occhi l’infinita tenerezza di mamma: Lei ci

guarda e noi, sentendoci guardati, rispondiamo al suo sguardo: tra noi c’è l’amore di Gesù. Prediletta da Dio per essere madre di suo figlio Gesù, dall’eternità è stata preparata per essere anche madre della speranza, avvocata no-stra, pronta ad asciugare le lacrime del nostro pentimento. In perfetta sintonia con il suo Figlio

Gesù, Maria ha custodito nel suo cuore la divina misericordia che si estende “ di generazione in generazione”, eterna dolcissima dispensatrice di consolazioni. Ai piedi della croce Maria con il discepolo che Gesù amava, Giovanni, è testimone delle parole di perdono che escono dalla bocca di Gesù agonizzante «34 Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello

che fanno". Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. 35 Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: "Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto". 36 Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: 37 "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". 38 C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. 39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". 40 Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41 Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". 42 E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". 43 Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso". 44 Era verso mezzogiorno, ). Questo è il perdono supremo offerto gratuitamente a chi lo ha crocifisso. Con la sua voce Gesù ci indica fin dove può arrivare la misericordia di Dio. Maria attesta che la

misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno. Con Maria e Francesco possiamo dire: “Ti adoriamo, o Signore Gesù Cristo, qui e in tutte le chiese che sono per il mondo intero, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce ai redento il mondo”. Abbiamo vissuto una giornata di grazia nella misericordia di Dio. Grazie, sorelle e fratelli

Francesco Puzzo

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PELLEGRINAGGIO AD OROPA La Misericordia vissuta dalla Fraternità di Madonna di Campagna

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APPUNTAMENTI – Scuola Francescana organizzata dalla Fraternità di Cavour

VANGELO E’ VITA

PILLOLE DI VANGELO "Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno". E’ cioè la sua stessa modalità di essere e di amare: ma occorre vigilare attraverso la cura verso i fratelli; è così che inizia a operare in noi. (Domenica 7 agosto 2016 – IXX Domenica T.O.)

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Gesù ci parla di una piccolezza che dobbiamo ancora scoprire, una dimensione in cui dobbiamo entrare, la sua: proviamoci! (Domenica 21 agosto 2016 – XXI Domenica T.O.)

“Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”. Possiamo imparare da chi sa ricevere tutto tenendo stretto il poco che abbiamo? (Domenica 4 settembre 2016 – XXIIII Domenica T.O.)

“Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo ..." Non siamo sfruttatori…opportunisti e neppure servi; siamo figli sempre più capaci di riconoscere l'amore e di viverlo. (Domenica 11 settembre 2016 – XXIV Domenica T.O.)

LA MISERICORDIA – Le Fonti commentate dalla Regola

(Commenti a cura di fra Alberto Vaccaneo)

“ll Signore dette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.” (Fonti Francescane,110)

Commento: “Come il Padre vede in ogni uomo i lineamenti del suo Figlio, Primogenito di una moltitudine di fratelli, i francescani secolari accolgano tutti gli uomini con animo umile e cortese, come dono del Signore e immagine di Cristo. Il senso di fraternità li renderà lieti di mettersi alla pari di tutti gli uomini, specialmente dei più piccoli, per i quali si sforzeranno di creare condizioni di vita di creature redente da Cristo.” (Regola dell’Ordine Francescano Secolare, 13)

Quest’anno il testo annuale di formazione si trasferisce sulle colonne della rivista nazionale OFS. “Francesco il Volto Secolare”: una modalità per “interpretare i segni dei tempi” e per aiutarci in modo diretto e concreto a passare ogni giorno “dal Vangelo alla Vita e dalla Vita al Vangelo”. Nell’incontro fraterno del 6 giugno scorso si è deciso che questo sia anche il tema della Scuola Francescana itinerante. Le sorelle della nostra Fraternità, nel passato non abbonate alla rivista, quest’anno hanno fatto l’abbonamento per seguire bene le indicazioni. Gli argomenti, che compariranno mensilmente sulla rivista, verranno trattati dalla Fraternità ospite, secondo il seguente calendario:

26/09/2016 ore 15,30 a CAVOUR - 17/10/2016 ore 15,30 a CARDE’ - 20/03/2017 ore 15,30 a SALUZZO

03/04/2017 ore 15,30 a BARGE - 22/05/2017 ore 15,30 a PINEROLO - 12/06/2017 ore 15,30 a VILLAFFRANCA P.

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VANGELO E’ VITA

VANGELO E’ VITA

PELLEGRINAGGIO A CREA Ritiro regionale

Lo scorso 5 giugno si è svolto il pellegrinaggio-convegno regionale OFS al Sacro Monte di Crea. E’ stato bello per me avervi partecipato e penso sarebbe stato bello anche per tutta la nostra Fraternità. Ve ne rendo in qualche modo partecipi. Il viaggio è iniziato prendendo il pullman che raccoglieva diverse Fraternità del Cuneese: quelle di Busca, Fiasco, Verzuolo, Saluzzo, Cardè e Fossano. Sul pullman Guido e Luci ci hanno preparato al pellegrinaggio. Guido, ministro di Fossano e consigliere regionale, ha guidato il Rosario animandolo con vari canti mariani. Luci, dell’Istituto S. Maria degli Angeli di Verzuolo e assistente di Fiasco (già nostra Assistente), ha presentato le caratteristiche del Sacro Monte di Crea, che qui vi riassumo. Sul colle di Crea, sparse nel verde del bosco, ci sono 23 cappelle che, con grandi statue in terracotta e con affreschi che prolungano le scene sulle pareti, raffigurano i momenti gaudiosi, dolorosi e gloriosi della vita di Gesù e di Maria. L’ultima sulla cima del colle, la Cappella del Paradiso, è in posizione dominante sull’ampio panorama della terra del Monferrato. Questo Sacro Monte, insieme agli altri sacri monti piemontesi e lombardi, e stato dichiarato dall’Unesco “patrimonio dell’ umanità”. Nei secoli passati, quando non era facile per tutti fare il pellegrinaggio in Terra Santa, questi sacri monti erano meta di tanti pellegrini che volevano ripercorrere con devozione le tappe della vita di Gesù. Il pellegrinaggio è iniziato alle ore 10 sul piazzale del Santuario di Crea dedicato alla Madonna. Là ci siamo radunati tutti dalle varie Fraternità del Piemonte e della Valle d’Aosta e, sotto la guida dell’Assistente Regionale Fra Riccardo Gallina, da lì ci siamo incamminati proces-sionalmente per la salita al Sacro

Monte cantando il ritornello dell’inno del Giubileo: Misericordes sicut Pater! Misericordes sicut Pater ! (misericordiosi come il Padre). In alcuni tornanti, presso alcune cappelle, la processione si fermava per l’ascolto di brani del Vangelo, delle Fonti Francescane e della bolla giubilare di Papa Francesco “Misericordiae Vultus”, per poi riprendere il cammino con landi di S. Francesco e salmi, intercalati dal suggestivo canto “Misericordes sicut Pater”, fino alla Cappella del Paradiso. La riflessione sulla misericordia è stato il momento formativo della giornata. Dalla Cappella del Paradiso, ridiscesi al piazzale del Santuario, in un salone gremito di circa 200 posti, dopo un breve saluto del Ministro Regionale OFS. Mariano Del Gaudio, abbiamo ascoltato la riflessione su “Il perdono negli scritti di S. Francesco” tenuta da Fra Pietro Maranesi, docente all’Istituto Teologico di Assisi. Fra Pietro ha messo in evidenza la contrapposizione tra la comune mentalità gerarchica feudale (“piramide”) e la scelta evangelica di S. Francesco in cui tutti sono fratelli (“cerchio): qui tutti condividono fraternamente la sorte degli altri e “chi ha autorità è come il servo degli altri fratelli” (Lettera ai fedeli 2 n.42-43; Regola n. 1 cap.5) e accettano anche lo “scandalo” del fratello peccatore nello spirito di misericordia della parabola del figliol prodigo (Lettera a un ministro: “porta aperta”), superando perfino il rifiuto degli altri (Fioretto della perfetta letizia: “porta chiusa”) e scegliendo di essere mediatori di pace tra i fratelli. (Fioretto del lupo di Gubbio:” porta riaperta”).

Il passaggio della Porta Santa e la celebrazione eucaristica sono stati i momenti forti conclusivi del Pellegrinaggio. Alle ore 14.30, dopo il pranzo al sacco o al ristorante, radunati ancora sul piazzale del Santuario, ci siamo preparati al passaggio della “Porta della

Misericordia” con l’ascolto della Parola di Dio e il rinnovo delle promesse battesimali. Ilenia, Vice Ministra Regionale, ci ha ricordato quanto detto da Fra Pietro riguardo alla porta e ci ha invitato ad aprire la porta del cuore ai fratelli. Poi, al canto del “Misericordes sicut Pater”, siamo lentamente entrati nel Santuario per la “Porta della Misericordia”, mentre Fra Riccardo ci aspergeva con l’acqua santa. Nel Santuario abbiamo partecipato all’Eucaristia, presieduta dall’altro Assistente Regionale Fra Zeno Carcerari e concelebrata da tutti i frati presenti, tra i quali il nostro ex Assistente Fra Marcello. Animavano la liturgia i canti della Gioventù Francescana. Rivivere questa giornata con voi è stato per me ancora oggi bello e salutare sia per il messaggio che ha lasciato sia per le tante relazioni fraterne che ha reso possibile. Nicola

Prossimo appuntamento:

5 - 6 Novembre 2016

a Castelspina (Al) 1° Incontro del percorso

FAMIGLIA È FRATERNITÀ sulle orme di san Francesco

Due giorni di condivisione,

formazione e crescita insieme.

Il tema dell’incontro sarà: DACCI OGGI IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO!

Info: Davide Spadaro

334/6206304

uale percorso vogliono condividere le famiglie della nostra Regione? Qual è il rapporto tra famiglia e

fraternità? Qual è la missione della

famiglia alla luce della misericordia? Queste sono le tre domande a cui hanno cercato di rispondere tre incontri dedicati alle famiglie dell’OFS organizzati nel 2014, nel 2015 e nel 2016. Il percorso della pastorale familiare della nostra regione è giovane: ci siamo riuniti per la prima volta per pensare a che cosa l’OFS regionale poteva offrire alle famiglie il 16 ottobre 2013. Le riunioni, sempre umanamente ricche, serie ma allegre, ci hanno permesso di crescere nell’idea della

fraternità regionale. Il nuovo Consiglio Regionale ha formalizzato la Commissione Regionale per la Pastorale Familiare. Il 1° incontro a Tortona nel 2014 ci ha permesso di

capire chi siamo e che cosa desideriamo. Al 2° incontro a Castelspina, abbiamo riflettuto in modo gioioso, fraterno e

spiritualmente ricco insieme a Riccardo Farina, referente nazionale per la pastorale familiare, sui doni reciproci che famiglia e fraternità si scambiano. Al 3° incontro, sempre a Castelspina, il 27-28 febbraio 2016 abbiamo lavorato sulla miseri-cordia in famiglia insieme a Luca e Ileana Carando,

responsabili dell'Ufficio per la Pastorale della Famiglia della Diocesi di Torino. All’inizio della lettera con cui indice l’anno santo papa

Francesco afferma: "La misericordia, che è dono del Padre, la viviamo soprattutto in famiglia ed è proprio in famiglia che impariamo ad essere misericordiosi. Se la parola misericordia esprime la sintesi della vita cristiana vuol dire che la

vocazione cristiana nella famiglia la si vive soprattutto vivendo la

misericordia”. Anche questa volta ci siamo divertiti insieme, senza

tralasciare nessuno, dai piccoli ai grandi. Abbiamo mangiato

e bevuto seduti vicini, raccontandoci la nostra vita quotidiana in famiglia e in fraternità, il nostro lavoro e i nostri progetti. Sì, perché noi famiglie francescane piemontesi

desideriamo progettare cose belle per noi, per i nostri figli e per tutti quelli che incontreremo. Ora vorremmo affrontare un cammino di riflessione sulla nuovissima esortazione apostolica Amoris laetitia e abbiamo desiderio di incontrare altre famiglie. Famiglia, per tua natura hai bisogno di aprirti per accogliere la vita al tuo interno e farla crescere con amore. Famiglia, diventa ciò che sei!

Gabriele Prato

Q FAMIGLIA - La Misericordia la viviamo soprattutto in famiglia

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Gesù ci parla di una piccolezza che dobbiamo ancora scoprire, una dimensione in cui dobbiamo entrare, la sua: proviamoci! (Domenica 21 agosto 2016 – XXI Domenica T.O.)

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Prossimo appuntamento:

5 - 6 Novembre 2016

a Castelspina (Al) 1° Incontro del percorso

FAMIGLIA È FRATERNITÀ sulle orme di san Francesco

Due giorni di condivisione,

formazione e crescita insieme.

Il tema dell’incontro sarà: DACCI OGGI IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO!

Info: Davide Spadaro

334/6206304

uale percorso vogliono condividere le famiglie della nostra Regione? Qual è il rapporto tra famiglia e

fraternità? Qual è la missione della

famiglia alla luce della misericordia? Queste sono le tre domande a cui hanno cercato di rispondere tre incontri dedicati alle famiglie dell’OFS organizzati nel 2014, nel 2015 e nel 2016. Il percorso della pastorale familiare della nostra regione è giovane: ci siamo riuniti per la prima volta per pensare a che cosa l’OFS regionale poteva offrire alle famiglie il 16 ottobre 2013. Le riunioni, sempre umanamente ricche, serie ma allegre, ci hanno permesso di crescere nell’idea della

fraternità regionale. Il nuovo Consiglio Regionale ha formalizzato la Commissione Regionale per la Pastorale Familiare. Il 1° incontro a Tortona nel 2014 ci ha permesso di

capire chi siamo e che cosa desideriamo. Al 2° incontro a Castelspina, abbiamo riflettuto in modo gioioso, fraterno e

spiritualmente ricco insieme a Riccardo Farina, referente nazionale per la pastorale familiare, sui doni reciproci che famiglia e fraternità si scambiano. Al 3° incontro, sempre a Castelspina, il 27-28 febbraio 2016 abbiamo lavorato sulla miseri-cordia in famiglia insieme a Luca e Ileana Carando,

responsabili dell'Ufficio per la Pastorale della Famiglia della Diocesi di Torino. All’inizio della lettera con cui indice l’anno santo papa

Francesco afferma: "La misericordia, che è dono del Padre, la viviamo soprattutto in famiglia ed è proprio in famiglia che impariamo ad essere misericordiosi. Se la parola misericordia esprime la sintesi della vita cristiana vuol dire che la

vocazione cristiana nella famiglia la si vive soprattutto vivendo la

misericordia”. Anche questa volta ci siamo divertiti insieme, senza

tralasciare nessuno, dai piccoli ai grandi. Abbiamo mangiato

e bevuto seduti vicini, raccontandoci la nostra vita quotidiana in famiglia e in fraternità, il nostro lavoro e i nostri progetti. Sì, perché noi famiglie francescane piemontesi

desideriamo progettare cose belle per noi, per i nostri figli e per tutti quelli che incontreremo. Ora vorremmo affrontare un cammino di riflessione sulla nuovissima esortazione apostolica Amoris laetitia e abbiamo desiderio di incontrare altre famiglie. Famiglia, per tua natura hai bisogno di aprirti per accogliere la vita al tuo interno e farla crescere con amore. Famiglia, diventa ciò che sei!

Gabriele Prato

Q FAMIGLIA - La Misericordia la viviamo soprattutto in famiglia

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Gesù ci parla di una piccolezza che dobbiamo ancora scoprire, una dimensione in cui dobbiamo entrare, la sua: proviamoci! (Domenica 21 agosto 2016 – XXI Domenica T.O.)

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SUI PASSI DEL CARDINAL MASSAIA – Pellegrinaggio della fraternità di Asti

La fatica, con i fratelli, è dolce. Ad Asti, il Ministro Roberto Bertero volle iniziare l’anno fraterno col botto:”E’ l’anno della Misericordia, perché non fare un pellegrinaggio fino al paese natale del Cardinal Massaia (a cui è dedicata la nostra fraternità), partendo dall’ospedale di Asti (anch’esso chiamato col nome del frate cappuccino). Dov’è Piovà Massaia? Quant’è distante? E se piovesse? E l’ambulanza? E l’assicurazione? Mille dubbi ci presero mentre dovevamo organizzare ma avevamo una certezza: non ci saremmo tirati indietro.

Subito partimmo per cercare il percorso più sicuro – senza strade trafficate – ma anche breve. Breve? 30 km di distanza da fare a piedi! Ci sgomentava la distanza e per questo tre di noi partirono una domenica per provare ad arrivare – senza allenamento – alla fine del percorso senza morire. Ce la facemmo nei tempi previsti e l’organizzazione proseguì con le ali ai piedi.

Tutto venne organizzato con amore per i pellegrini: acqua fresca, snack per il viaggio, vitamine per dare energia, cena presso la Pro Loco e viaggio del ritorno in pullman. C’era paura sul numero di adesioni: nessuno? Due o tre? Cinquanta? A ogni persona che si iscriveva cambiava il costo e quello che ci mancava per coprire tutte le spese, finchè il Consiglio regionale ci disse:

“Diteci cosa non riuscite a coprire e vedremo di aiutarvi”. Altro aiuto ci venne dalla Banca d’Alba in denaro; provammo ancora a bussare e ci rispose la Ferrero di Alba che ci regalò snack e bevande: la Provvidenza ci colmava di doni!! La settimana della partenza, ogni istante guardavamo il meteo: “Pioverà? Sarà troppo caldo?” Alla fine, smettemmo di guardare: Dio ci avrebbe dato ciò che potevamo sopportare. Il 26 giugno, domenica, ci preparammo, felici e spaventati ma pronti ad andare. Giornata perfetta: secca e con il sole non eccessivo. Alla partenza, amici che da tempo non vedevamo, giovani pieni di sorrisi, adulti pronti a lunghe camminate. Saremmo stati al-l’altezza dei bisogni altrui? Andare avanti era facile al anche se molti non erano allenati: la guida ferma e cadenzata di Fra Alberto Vaccaneo e Fra Pasquale Allamano conduceva i nostri passi senza

cedimento e la loro voce illuminò i nostri cuori durante le catechesi. Era stupendo condividere la fatica, offrire tutto quello che avevamo pensato e preparato per coccolare i fratelli. Per me, fu di grande gioia sentire un uomo abituato a marce podistiche, farci i complimenti per l’organizzazione e per aver pensato a tutto: il cuore aveva avuto la meglio sull’inesperienza. All’arrivo alle 17.30 ricevemmo un grande dono: durante l’ingresso in chiesa, il parroco Don Claudio Berardi ci benedisse con l’acqua e la forza e l’amore di Dio tolsero la stanchezza dalle nostre membra. Nella messa, toccò a un nostro

fratello tirar fuori nuove energie, questa volta emotive: pronunciare il SI della Professione Solenne dopo la lunga fatica. La cena dopo continuò a cementare le amicizie e i legami profondi che nascono solo con le persone con cui hai diviso la fatica. E anche il ritorno in pullman non fu da meno: pochi crollarono dalla stanchezza perché è soave che i fratelli vivano insieme. Quanto è dolce faticare con i fratelli!!

Rajesh Porcellana

SANTI FRANCESCANI – Santa Elisabetta d'Ungheria come Francesco

VANGELO E’ VITA

Carissime Sorelle e Carissimi Fratelli, Nel Giubileo della Misericordia che ormai volge al termine abbiamo due esempi di misericordia che ci spingono con forza a spogliarci delle nostre miserie e a farci ultimi tra gli ultimi seguendo Cristo povero nella via della Perfezione, nell'affidamento al Padre "Sommo Bene". Il nostro Serafico Padre e S. Elisabetta, che possiamo considerare il Padre e la Madre dei frati minori. Il Poverello e S. Elisabetta hanno tanti punti in comune che rendono simile le esperienze e, per certi versi, S. Elisabetta si avvicina al Poverello più di S. Chiara, perchè la Pianticella di Francesco fonda il Secondo Ordine e vive in clausura come Sposa di Gesù, mentre S. Elisabetta vive nel mondo e come il Poverello si abbassa verso gli ultimi vivendo la misericordia di Dio come servizio e Amore al prossimo. Il primo punto in comune è l'amore per la povertà: da un lato Francesco è innamorato

cotto di Madonna povertà e per lei fa follie, in un periodo dove anche il clero desidera le ricchezze e gli onori, mentre invece rifugge e considera come disgrazia la povertà, lui cerca la povertà nel Vangelo. Anzi dice: "l'Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la povertà" che lo stesso Figlio di Dio, la Madre sua e gli Apostoli avevano abbracciato e sposato. Così Francesco desidera ardentemente vivere e osservare il Vangelo seguendo alla perfezione la vita del suo amatissimo Gesù e di sua Madre Poverella. Anche a S. Elisabetta l'Altissimo mette nel cuore il desiderio di vivere l'Altissima povertà. Lei che era di nobili origini, una volta che diventa regina, non si dimentica di pregare, di lodare e soccorrere i poveri prendendosi cura del suo popolo. Quando incontra il primo gruppo di frati minori in missione in Germania e Turingia, resta affascinata dallo stile di vita povero, semplice e umile di questi frati che emanavano gioia vivendo di digiuni, astinenze, mortificazioni e preghiera, considerando il lavoro come un dono. Elisabetta si trova in sintonia spirituale con questi frati e vuole conoscere la figura di Francesco, desidera ardentemente vestire l'abito della penitenza e servire gli ultimi sull'esempio del Poverello e dei suoi frati. In base alle numerose testimonianze Elisabetta in accordo con il marito prende l'abito della penitenza nel monastero di S. Caterina nella primavera del 1226 e decide di vivere secondo i principi del Memoriale propositi e della Lettera a tutti i fedeli che i frati avevano fatto conoscere a Elisabetta. Così lei che era abituata ed essere servita e onorata si spoglia della Veste Regale che Dio le ha dato, per seguire Gesù "il Sommo Bene" e comincia a servire le sue ancelle, a lavare con le proprie mani i poveri e i malati e a lavorare con le proprie mani. Le fonti storiche del Duecento (i Detti delle ancelle, la testimonianza di Maestro Corrado, suo direttore spirituale e dei frati minori) ci raccontano di come S. Elisabetta, anche quando è Regina, sia in Presenza che in assenza del marito, vivesse la povertà, ricercando innanzitutto la giustizia. Infatti, non solo non mangia quando il cibo è frutto di ricavi illeciti e di sfruttamento dei poveri, ma in più cerca di ripagare il torto subito dai poveri elargendo loro molti doni. Da parte sua il marito la sostiene in questa sua battaglia e testimonianza, e le promette di sistemare la situazione illecita. Durante la peste del 1226, quando il marito parte per la crociata e si dirige nelle Puglie, S. Elisabetta crea un ospedale nei pressi del castello e lì raccoglie poveri, malati e distribuisce loro moltissimi doni, prendendosi cura di loro personalmente e arriva a dar loro i proventi di 4 Principati del marito. Quando viene cacciata dal palazzo, non piange miseria, ma si rifugia in una stalla e va a trovare i frati con i quali canta le lodi del Signore. Lei che avrebbe potuto avere come direttore spirituale un Vescovo sceglie invece un prete secolare che non aveva nulla di proprio e mendicava per vivere. I frati, i poveri ed i malati diventano i suoi fratelli e sue sorelle e Sorella Elisabetta lavora con le proprie mani per sostenere i fratelli e le sorelle, perché lei per se stessa non tiene niente e i frutti del suo lavoro ed anche i beni dotalizi che le vengono dalle sue origini, sono tutti per i poveri. Con quelle ricchezze Elisabetta fonda l'ospedale di Marburgo e sostiene i frati, i poveri e i malati. Questi sono

gli elementi comuni al Poverello e a S. Elisabetta: seguire l'Altissima povertà e la cura amorevole dei poveri e dei malati, insieme alla preghiera ardente, sono i cardini che rendono S. Elisabetta, penitente francescana e Madre dei frati minori. Questa somiglianza è raffigurata nel lunotto della Chiesa di Marburgo (1244-1245) Gesù incorona Francesco e la Vergine Maria incorona S. Elisabetta. Papa Gregorio IX nella lettera a Beatrice, Regina di Castiglia, del 7 giugno 1235, parla di S. Elisabetta come un vaso mirabile opera dell'altissimo che ha testimoniato eroicamente il servizio alla carità nelle opere di misericordia. Si dice che S. Elisabetta abbia sfamato il Signore con tre soli pani presi in prestito da un amico: il pane della verità, quello della carità e quello della purezza. Per chi volesse conoscere meglio la nostra Santa Patrona può consultare il testo: " S. Elisabetta d'Ungheria nelle fonti del duecento".

Il Signore vi Benedica e Vi custodisca. Mario Privitera

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SUI PASSI DEL CARDINAL MASSAIA – Pellegrinaggio della fraternità di Asti

La fatica, con i fratelli, è dolce. Ad Asti, il Ministro Roberto Bertero volle iniziare l’anno fraterno col botto:”E’ l’anno della Misericordia, perché non fare un pellegrinaggio fino al paese natale del Cardinal Massaia (a cui è dedicata la nostra fraternità), partendo dall’ospedale di Asti (anch’esso chiamato col nome del frate cappuccino). Dov’è Piovà Massaia? Quant’è distante? E se piovesse? E l’ambulanza? E l’assicurazione? Mille dubbi ci presero mentre dovevamo organizzare ma avevamo una certezza: non ci saremmo tirati indietro.

Subito partimmo per cercare il percorso più sicuro – senza strade trafficate – ma anche breve. Breve? 30 km di distanza da fare a piedi! Ci sgomentava la distanza e per questo tre di noi partirono una domenica per provare ad arrivare – senza allenamento – alla fine del percorso senza morire. Ce la facemmo nei tempi previsti e l’organizzazione proseguì con le ali ai piedi.

Tutto venne organizzato con amore per i pellegrini: acqua fresca, snack per il viaggio, vitamine per dare energia, cena presso la Pro Loco e viaggio del ritorno in pullman. C’era paura sul numero di adesioni: nessuno? Due o tre? Cinquanta? A ogni persona che si iscriveva cambiava il costo e quello che ci mancava per coprire tutte le spese, finchè il Consiglio regionale ci disse:

“Diteci cosa non riuscite a coprire e vedremo di aiutarvi”. Altro aiuto ci venne dalla Banca d’Alba in denaro; provammo ancora a bussare e ci rispose la Ferrero di Alba che ci regalò snack e bevande: la Provvidenza ci colmava di doni!! La settimana della partenza, ogni istante guardavamo il meteo: “Pioverà? Sarà troppo caldo?” Alla fine, smettemmo di guardare: Dio ci avrebbe dato ciò che potevamo sopportare. Il 26 giugno, domenica, ci preparammo, felici e spaventati ma pronti ad andare. Giornata perfetta: secca e con il sole non eccessivo. Alla partenza, amici che da tempo non vedevamo, giovani pieni di sorrisi, adulti pronti a lunghe camminate. Saremmo stati al-l’altezza dei bisogni altrui? Andare avanti era facile al anche se molti non erano allenati: la guida ferma e cadenzata di Fra Alberto Vaccaneo e Fra Pasquale Allamano conduceva i nostri passi senza

cedimento e la loro voce illuminò i nostri cuori durante le catechesi. Era stupendo condividere la fatica, offrire tutto quello che avevamo pensato e preparato per coccolare i fratelli. Per me, fu di grande gioia sentire un uomo abituato a marce podistiche, farci i complimenti per l’organizzazione e per aver pensato a tutto: il cuore aveva avuto la meglio sull’inesperienza. All’arrivo alle 17.30 ricevemmo un grande dono: durante l’ingresso in chiesa, il parroco Don Claudio Berardi ci benedisse con l’acqua e la forza e l’amore di Dio tolsero la stanchezza dalle nostre membra. Nella messa, toccò a un nostro

fratello tirar fuori nuove energie, questa volta emotive: pronunciare il SI della Professione Solenne dopo la lunga fatica. La cena dopo continuò a cementare le amicizie e i legami profondi che nascono solo con le persone con cui hai diviso la fatica. E anche il ritorno in pullman non fu da meno: pochi crollarono dalla stanchezza perché è soave che i fratelli vivano insieme. Quanto è dolce faticare con i fratelli!!

Rajesh Porcellana

SANTI FRANCESCANI – Santa Elisabetta d'Ungheria come Francesco

VANGELO E’ VITA

Carissime Sorelle e Carissimi Fratelli, Nel Giubileo della Misericordia che ormai volge al termine abbiamo due esempi di misericordia che ci spingono con forza a spogliarci delle nostre miserie e a farci ultimi tra gli ultimi seguendo Cristo povero nella via della Perfezione, nell'affidamento al Padre "Sommo Bene". Il nostro Serafico Padre e S. Elisabetta, che possiamo considerare il Padre e la Madre dei frati minori. Il Poverello e S. Elisabetta hanno tanti punti in comune che rendono simile le esperienze e, per certi versi, S. Elisabetta si avvicina al Poverello più di S. Chiara, perchè la Pianticella di Francesco fonda il Secondo Ordine e vive in clausura come Sposa di Gesù, mentre S. Elisabetta vive nel mondo e come il Poverello si abbassa verso gli ultimi vivendo la misericordia di Dio come servizio e Amore al prossimo. Il primo punto in comune è l'amore per la povertà: da un lato Francesco è innamorato

cotto di Madonna povertà e per lei fa follie, in un periodo dove anche il clero desidera le ricchezze e gli onori, mentre invece rifugge e considera come disgrazia la povertà, lui cerca la povertà nel Vangelo. Anzi dice: "l'Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la povertà" che lo stesso Figlio di Dio, la Madre sua e gli Apostoli avevano abbracciato e sposato. Così Francesco desidera ardentemente vivere e osservare il Vangelo seguendo alla perfezione la vita del suo amatissimo Gesù e di sua Madre Poverella. Anche a S. Elisabetta l'Altissimo mette nel cuore il desiderio di vivere l'Altissima povertà. Lei che era di nobili origini, una volta che diventa regina, non si dimentica di pregare, di lodare e soccorrere i poveri prendendosi cura del suo popolo. Quando incontra il primo gruppo di frati minori in missione in Germania e Turingia, resta affascinata dallo stile di vita povero, semplice e umile di questi frati che emanavano gioia vivendo di digiuni, astinenze, mortificazioni e preghiera, considerando il lavoro come un dono. Elisabetta si trova in sintonia spirituale con questi frati e vuole conoscere la figura di Francesco, desidera ardentemente vestire l'abito della penitenza e servire gli ultimi sull'esempio del Poverello e dei suoi frati. In base alle numerose testimonianze Elisabetta in accordo con il marito prende l'abito della penitenza nel monastero di S. Caterina nella primavera del 1226 e decide di vivere secondo i principi del Memoriale propositi e della Lettera a tutti i fedeli che i frati avevano fatto conoscere a Elisabetta. Così lei che era abituata ed essere servita e onorata si spoglia della Veste Regale che Dio le ha dato, per seguire Gesù "il Sommo Bene" e comincia a servire le sue ancelle, a lavare con le proprie mani i poveri e i malati e a lavorare con le proprie mani. Le fonti storiche del Duecento (i Detti delle ancelle, la testimonianza di Maestro Corrado, suo direttore spirituale e dei frati minori) ci raccontano di come S. Elisabetta, anche quando è Regina, sia in Presenza che in assenza del marito, vivesse la povertà, ricercando innanzitutto la giustizia. Infatti, non solo non mangia quando il cibo è frutto di ricavi illeciti e di sfruttamento dei poveri, ma in più cerca di ripagare il torto subito dai poveri elargendo loro molti doni. Da parte sua il marito la sostiene in questa sua battaglia e testimonianza, e le promette di sistemare la situazione illecita. Durante la peste del 1226, quando il marito parte per la crociata e si dirige nelle Puglie, S. Elisabetta crea un ospedale nei pressi del castello e lì raccoglie poveri, malati e distribuisce loro moltissimi doni, prendendosi cura di loro personalmente e arriva a dar loro i proventi di 4 Principati del marito. Quando viene cacciata dal palazzo, non piange miseria, ma si rifugia in una stalla e va a trovare i frati con i quali canta le lodi del Signore. Lei che avrebbe potuto avere come direttore spirituale un Vescovo sceglie invece un prete secolare che non aveva nulla di proprio e mendicava per vivere. I frati, i poveri ed i malati diventano i suoi fratelli e sue sorelle e Sorella Elisabetta lavora con le proprie mani per sostenere i fratelli e le sorelle, perché lei per se stessa non tiene niente e i frutti del suo lavoro ed anche i beni dotalizi che le vengono dalle sue origini, sono tutti per i poveri. Con quelle ricchezze Elisabetta fonda l'ospedale di Marburgo e sostiene i frati, i poveri e i malati. Questi sono

gli elementi comuni al Poverello e a S. Elisabetta: seguire l'Altissima povertà e la cura amorevole dei poveri e dei malati, insieme alla preghiera ardente, sono i cardini che rendono S. Elisabetta, penitente francescana e Madre dei frati minori. Questa somiglianza è raffigurata nel lunotto della Chiesa di Marburgo (1244-1245) Gesù incorona Francesco e la Vergine Maria incorona S. Elisabetta. Papa Gregorio IX nella lettera a Beatrice, Regina di Castiglia, del 7 giugno 1235, parla di S. Elisabetta come un vaso mirabile opera dell'altissimo che ha testimoniato eroicamente il servizio alla carità nelle opere di misericordia. Si dice che S. Elisabetta abbia sfamato il Signore con tre soli pani presi in prestito da un amico: il pane della verità, quello della carità e quello della purezza. Per chi volesse conoscere meglio la nostra Santa Patrona può consultare il testo: " S. Elisabetta d'Ungheria nelle fonti del duecento".

Il Signore vi Benedica e Vi custodisca. Mario Privitera

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SERVIZI AGLI ULTIMI – Fraternità di Asti alla Colletta Alimentare VANGELO E’ VITA

Vi ricordiamo il prossimo appuntamento a livello nazionale della Colletta Alimentare

il 26 novembre 2016

Sono tante le fraternità che partecipano a questa giornata di solidarietà. Mandateci anche le Vostre

foto e i Vostri pensieri, li pubblicheremo sul prossimo numero!

FRATELLI RITORNATI A CASA PER VIVERE DI CRISTO PER SEMPRE VANGELO E’ VITA

Domenica Arena - Anni di Professione 62 . Nata il 12/05/1925 E’ tornata a Dio 17/03/2014. Professa dal 25 novembre del 1951 era sempre presente alle adunanze fraterne, purtroppo nell’ultimo periodo per problemi dì salute, non poteva partecipare agli incontri. Ha testimoniato i valori francescani in cui credeva : nella propria famiglia, accudendo la sorella dì 96 anni, mancata pochi giorni dopo la sua morte; partecipava alle iniziative parrocchiali, era attenta verso ogni fratello bisognoso dì assistenza. Tutti la ricordano instancabile per le vie della borgata come infermiera a fare iniezioni a domicilio. Domenica lascia un grande vuoto , la ricordiamo sempre con affetto nella preghiera. (Fraternità Madonna di Campagna)

La Sorella Rosa Tagliaferro (17/11/1924 - 18/01/2015) - Ammessa il 23/10/1955 ha Professato la regola OFS il 9/12/1956. Partecipava con gioia e senso di appartenenza alle adunanze fraterne, ha servito la fraternità con spirito di umiltà, condividendo con noi momenti di intensa spiritualità, che sgorgava dalla sua intensa vita di preghiera. Ha fatto parte del Consiglio locale della Fraternità, era sempre presente alle varie iniziative regionali mettendo al servizio di tutti, le sue virtù e la sua cultura. Attiva nella Comunità Parrocchiale, caritatevole verso le persone, sapeva offrire aiuto e conforto a chi ne aveva bisogno. Ultimamente era ricoverata nella Casa di Riposo Vittorio Alfieri a Priocca, sua città natale. In questi anni, ha saputo accettare le prove della vita con serena letizia, nello spirito del Serafico Padre S. Francesco. Signore accogli la nostra sorella Rosa,nella luce e nella pace del tuo regno. (Fraternità Madonna di Campagna)

E’ tornato alla casa del Padre il fratello Claudio Finco (15/12/1946 - 09/01/2015). Ammissione 13/01/1996 Professione 10/05/1997. Claudio Finco, una vita caratterizzata da una grande fede e animata da intensa vita di preghiera. Era sempre presente agli incontri fraterni, ha fatto parte del Consiglio locale della Fraternità, ricoprendo vari ruoli . Ha molto amato l’Ordine Francescano Secolare,partecipava con entusiasmo a tutti gli incontri: locali, regionali e zonali. Era attivo nella vita della Parrocchia: faceva parte della S. Vincenzo ed era Ministro straordinario dell’Eucarestia , sempre attento alle necessità altrui, si prodigava per tutti. Negli ultimi anni,date le sue condizioni di salute, non poteva più partecipare agli incontri della fraternità. Dalla moglie Marina e la figlia Laura, è stato accudito amorevolmente per tutto il tempo della sua lunga malattia. Grazie Signore di averci donato Claudio,dal cielo ci accompagni con la sua preghiera. (Fraternità Madonna di Campagna)

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