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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica Pag.124 Opere trasversali SCHEDA XXVII Consolidamento di erosione lineare con ramaglia Materiale da costruzione Ramaglia viva con attitudine alla diffusione vegetativa, legname allo stato tondo e filo di ferro. Posa in opera Il lavoro è da eseguire solo nel periodo di riposo vegetativo; i rivestimenti vegetali dei canali vengono eseguiti a spina di pesce con la punta dei rametti rivolta verso l’esterno, ogni strato di rami viene ricoperto di terreno in modo tale da coprire le estremità inferiori dei rami. Lo spessore della copertura di terreno non deve superare il valore di 0,5 m, ad un intervallo di 2,0 m devono disporsi dei pali trasversali fissati alle pareti del canale atti a stabilizzare lo strato compatto di ramaglia. Costi Bassi se i rami sono facilmente reperibili nelle vicinanze. Considerazioni Il campo di impiego riguarda solo il risanamento di canali profondi fino a 3,0 m. Fonti bibliografiche: = Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. = Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991 = Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.124

Opere trasversali

SCHEDA XXVII

Consolidamento di erosione lineare con ramaglia

Materiale da costruzione Ramaglia viva con attitudine alla diffusione vegetativa, legname allo stato

tondo e filo di ferro.

Posa in opera Il lavoro è da eseguire solo nel periodo di riposo vegetativo; i rivestimenti

vegetali dei canali vengono eseguiti a spina di pesce con la punta dei rametti

rivolta verso l’esterno, ogni strato di rami viene ricoperto di terreno in modo

tale da coprire le estremità inferiori dei rami. Lo spessore della copertura di

terreno non deve superare il valore di 0,5 m, ad un intervallo di 2,0 m

devono disporsi dei pali trasversali fissati alle pareti del canale atti a

stabilizzare lo strato compatto di ramaglia.

Costi Bassi se i rami sono facilmente reperibili nelle vicinanze.

Considerazioni Il campo di impiego riguarda solo il risanamento di canali profondi fino a

3,0 m.

Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991 •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Figura 2.25 Consolidamento di erosione lineare con ramaglia.

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Pag.126

Opere trasversali

SCHEDA XXVIII

Palizzate

Materiale da costruzione Rami con capacità di propagazione vegetativa, possibilmente diritti, di

grosso diametro, verghe di salice, legname allo stato tondo e filo di acciaio.

Posa in opera Lavoro da effettuare nel periodo di riposo vegetativo; vengono infissi nel

terreno uno accanto all’altro, per circa un terzo della loro lunghezza, paletti

vivi assicurati con filo di ferro cotto o con vimini di salice ad un tronco

trasversale, adeguatamente ammorsato nelle pareti laterali del fosso.

Costi Nel caso di provvista del materiale sul posto, relativamente convenienti.

Considerazioni Sono possibili solo luci limitate e altezze modeste (da 2,0 a 4,0 m), adatta per

il risanamento di solchi di erosione torrentizi in terreni soffici e a

granulometria fine. Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”

Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-

Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Opere trasversali

SCHEDA XXIX

Soglia a cespuglio vivo interrata

Materiale da costruzione Robusti rami di salice della lunghezza di 1,5-2,0 m capaci di propagarsi

vegetativamente; in alternativa pietrame, gabbioni cilindrici, rulli di

geotessile, legname allo stato tondo, fastelli di fascine; paletti.

Posa in opera Nel periodo del riposo vegetativo, vengono scavati dei fossi a sezione

trasversale triangolare, nei quali si prepara un fitto strato di ramaglia di salice

in modo tale che una volta ricoperto di terreno il fosso, la ramaglia fuoriesca

dal profilo longitudinale del canale di circa metà lunghezza. Prima di

ricoprire il fosso, lo strato di ramaglia viene appesantito alla base con sassi,

gabbioni cilindrici o rulli di geotessile, fascine o tondame. Dove si trova del

pietrame nelle immediate vicinanze, la soglia a cespuglio vivo può assumere

la forma di una rampa di fondo viva, cioè di una gettata di massi sommersa,

con rami di salice inseriti nelle fessure. Nei punti di raccordo della soglia con

le sponde del canale si colloca un fitto strato di rami e rametti di salice

assicurati mediante paletti e una ventatura in filo metallico a protezione delle

sponde.

Costi Tipo costruttivo conveniente.

Considerazioni Esecuzione semplice e rapida, ma uso limitato a corsi d’acqua stretti con

lieve pendenza e di portata modesta, adatta per la sistemazione di canalette e

colatoi laterali. Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Gabbione cilindrico

Pietrame sgrossato

Fascina viva

Tondame

Figura 2.26 Diversi tipi di soglie a cespuglio.

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Opere trasversali

SCHEDA XXX

Soglia di fascine

Materiale da costruzione Fascine vive di diametro di 10-15 cm, fascine di diametro maggiore riempite

in aggiunta con rami morti e ghiaia; ramaglia con capacità di propagazione

vegetativa.

Posa in opera Durante il periodo di riposo vegetativo la fascina viene interrata per metà o

fino a due terzi del diametro in un fosso, scavato trasversalmente al letto. E’

possibile associare alle fascine una gradonata con ramaglia viva scavando dei

fossi e predisponendo, come nell’opera precedentemente descritta, la

ramaglia che però viene appesantita in tal caso dalla fascina; in caso di

necessità si possono inserire due o più fascine per esempio interponendo la

gradonata di ramaglia. Le fascine vengono fissate al fondo del letto e alle

sponde, con intervallo di 50 cm circa, con aste di ferro o paletti di legno

lunghi almeno 100 cm.

Costi Conveniente.

Considerazioni Di facile esecuzione, più stabile rispetto alla soglia di cespuglio, ma sensibile

comunque all’eccessivo trasporto solido, adatta per alvei stretti, larghi al più

5,0 m e con acque calme. Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”

Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-

Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.130

Paletti di legno

FascineRamaglia viva

Figura 2.27 - Soglia di fascine.

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Pag.131

Opere trasversali

SCHEDA XXXI

Soglia di graticciate

Materiale da costruzione Verghe di salice con attitudine alla propagazione vegetativa; paletti di legno.

Posa in opera I graticci vengono infossati per circa metà della loro lunghezza nel fondo

alveo, devono essere ancorati con tondini metallici di almeno 100 cm,

ovvero con pali vivi o morti, ad un intervallo di circa 50 cm. Mediante una

treccia metallica a maglie strette installata a monte, essi vengono protetti

dallo strappo e dall’abrasione, lateralmente le graticciate vengono incassate

nelle sponde per evitarne il dilavamento e la distruzione.

Considerazioni Impiego limitato alla sistemazione di fossi laterali poveri di materiale

detritico, possono essere associate alle soglie a cespuglio o con fascine. Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.132

Figura 2.28 - Soglia di graticciate.

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Pag.133

Opere trasversali

SCHEDA XXXII

Soglia in gabbioni metallici

Materiale da costruzione Gabbioni metallici (per le caratteristiche tecnico-costruttive vedere il

paragrafo 2.2.4), paletti e rami con facoltà di propagazione vegetativa.

Posa in opera Durante il periodo di riposo vegetativo vengono collocati i gabbioni che

devono essere riempiti di pietrisco di adeguata pezzatura e nel contempo si

inseriscono la ramaglia viva e le piante legnose radicate in modo tale che i

rami sporgano a valle e a monte dove si inseriscono nel terreno del fondo

alveo. I gabbioni devono essere ammorsati nelle sponde e ben infossati nel

fondo del letto. Se necessario deve essere costruita una fondazione formata

da una platea di legname allo stato tondo. per evitare lo scavo alla base della

soglia è possibile costruirla su uno strato di ramaglia.

Considerazioni Opera stabile anche in corsi d’acqua ripidi, con trasporto solido, esecuzione

semplice, uso di materiali reperiti in loco, adatta per torrenti e fiumi con

larghezza dell’alveo fino a 10 m; è possibile utilizzare, in sostituzione dei

gabbioni, contenitori di geotessile che hanno il vantaggio, rispetto ai

gabbioni, di essere prodotti in tutte le forme possibili con un maggiore

adattamento al terreno. Fonti bibliografiche: •= Benini G.: “Sistemazioni idraulico-forestali”. UTET, Torino, 1990. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Marzolo F.: “ Costruzioni idrauliche”. Cedam, Padova, 1963. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.134

Opere trasversali

SCHEDA XXXIII

Soglia in legname

Materiale da costruzione Legname allo stato tondo, chiodi, ciottoli e sassi; rami con capacità di

diffusione vegetativa e talee di salice.

Posa in opera Seguendo il principio della palificata semplice si costruiscono basse opere

trasversali, interponendo tra i correnti i rami inclinati all’indietro di circa 15°

ancorati nel terreno; da effettuare nel periodo di riposo vegetativo.

Costi Conveniente.

Considerazioni Manufatto stabile, elastico, con materiale da costruzione ricavabile in loco,

costruzione rapida adatta per il gradonamento di fossi con trasporto solido

fine e corsi d’acqua ripidi, stretti da 3 a 5 m.

Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.135

Figura 2.29 - Soglia in legname.

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Pag.136

Opere trasversali

SCHEDA XXXIV

Palificata di sostegno viva

Materiale da costruzione Tondame del diametro di 10-15 cm, materiale di riempimento ciottoloso-

ghiaioso-sassoso e rami di piante legnose con capacità di propagazione

vegetativa lunghi 1,5-2,0 m.

Posa in opera Durante il periodo di riposo vegetativo, si costruisce una struttura a parete

doppia, a forma di cassone, riempita con materiale drenante costipabile

inserendo, tra i correnti e le traverse, la ramaglia posta con una leggera

pendenza verso valle di circa 10° rispetto alla verticale e sporgente dalla

palificata per 0,25 m, la ramaglia deve arrivare al terreno di fondo. Se

necessario si può costruire una fondazione di pali, mentre occorre curare

particolarmente l’ammorsamento in corrispondenza delle sponde. La loro

tipologia è varia e può ripetere la classica forma delle briglie con gàveta

trapezia o a triangolo, con ali costituenti i fianchi della gàveta che vanno a

morire con unica pendenza nelle scarpate delle sponde d’alveo. La gàveta

può essere ricoperta con stanghe in legno, sia a tutto tondo che a mezzo

tondo, disposte parallelamente al flusso dell’acqua.

Considerazioni Il materiale da costruzione può essere ricavato sul posto, la costruzione è

relativamente rapida, sono possibili altezze superiori ai 5,0 m e la durata è

considerevole, la loro funzione non è mai di trattenuta, ma sempre di

correzione della pendenza del torrente con lo scopo di evitare erosioni

spondali per mancanza di appoggio al piede.

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Pag.137

Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”

Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-

Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

Figura 2.30 - Palificata di sostegno viva.

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Pag.138

Opere trasversali

SCHEDA XXXV

Briglia di gabbioni

Materiale da costruzione Gabbioni metallici (per le caratterstiche tecnico-costruttive vedere il

paragrafo 2.2.4), pietrisco, rami di salice con capacità di propagazione

vegetativa, astoni e astoni radicati.

Posa in opera Nel periodo del riposo vegetativo vengono inserite tra i singoli gabbioni che

si elevano uno sopra l’altro le piante legnose che non devono sporgere più

di 0,25 m e che con l’estremità inferiore devono arrivare fino al terreno.

Costi Sono convenienti rispetto alle opere classiche se il pietrame di riempimento

è reperibile in sito.

Considerazioni Opera massiccia, elastica realizzata con materiali da costruzione inerti

reperibili in sito, i lavori di riparazione non creano problemi se il danno non

è eccessivo.

Fonti bibliografiche: •= Benini G.: “Sistemazioni idraulico-forestali”. UTET, Torino, 1990. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.139

Opere trasversali

SCHEDA XXXVI

Briglia in blocchi

Materiale da costruzione Strutture in blocchi o in pietrame, terreno, ramaglia con capacità di

diffusione vegetativa e astoni radicati, piante radicate, zolle di cotico,

sementi.

Posa in opera La costruzione è da realizzare nel periodo del riposo vegetativo o nel corso

di tutto l’anno a seconda se si utilizzano rispettivamente rami con capacità di

diffusione vegetativa e astoni a radice nuda o piante allevate o pezzi di

vegetazione. L’opera consiste in blocchi sovrapposti o in muri a secco in

pietre naturali eseguiti secondo i criteri di costruzione delle briglie,

inserendo i materiali vivi nelle fessure dell’opera similmente alle modalità

delle opere in gabbioni.

Costi Convenienti nelle zone dove l’approvvigionamento del materiale da

costruzione risulta semplice.

Considerazioni Sono opere trasversali stabili, in grado di trattenere notevoli masse di

terreno, materiale detritico e trasporto solido.

Fonti bibliografiche: •= Benini G.: “Sistemazioni idraulico-forestali”. UTET, Torino, 1990. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,

Cosenza, 1993.

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Pag.140

Opere trasversali

SCHEDA XXXVII

Briglia a fessura in calcestruzzo con rivestimento in pietre e legname

Materiale da costruzione Calcestruzzo Rck>300 kg/cm2, fornitura di legname di protezione e

ricopertura, blocchi di pietrame per rivestimento, ferro tondo d’armatura

per c.a., malta cementizia, piante d’alto fusto e arbusti.

Posa in opera Inizialmente, se necessario, occorre provvedere al disboscamento della

zona, le strutture portanti del manufatto sono realizzate in conglomerato

cementizio armato mentre i rivestimenti sono realizzati con pietrame e

legname. Per il rivestimento del fondo alveo è previsto l’uso di blocchi di

pietrame nel betoncino. Infine si provvede alla posa in opera di piante d’alto

fusto e arbusti intorno all’opera.

Descrizione dell’opera Briglia di consolidamento di notevoli dimensioni con struttura a fessura.

Tipologia che ostacola in maniera meno accentuata, rispetto alle soluzioni

classiche, la migrazione della fauna acquatica, ma, soprattutto, consente di

effettuare una selezione dei materiali trasportati arrestando i materiali più

grossolani e lasciando passare sabbie e fanghi che arrivano fino al mare dove

danno luogo al fenomeno importante del ripascimento delle spiagge.

Costi I costi non sono bassi soprattutto a causa delle pietre per il rivestimento, ma

possono essere limitati se esiste la possibilità di reperire in sito i materiali di

rivestimento. Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Marzolo F.: “ Costruzioni idrauliche”. Cedam, Padova, 1963. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,

Cosenza, 1993.

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Pag.141

Figura 2.32 - Briglia a fessura (Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza, 1993).

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Pag.142

Opere trasversali

SCHEDA XXXVIII

Briglia in scogliera e calcestruzzo

Materiale da costruzione Calcestruzzo Rck>300 kg/cm2 e Rck>235 kg/cm2, fornitura di

pietrame>1000 kg/cad, fornitura ferro tondo d’armatura per c.a., piante

d’alto fusto.

Descrizione dell’opera Briglia di consolidamento di notevoli dimensioni a struttura piena, realizzata

in scogliera e calcestruzzo. Il corpo briglia viene realizzato con calcestruzzo

massivo con pietrame annegato nel getto. La soglia di sfioro è costituita da

calcestruzzo; il rivestimento dell’alveo, a valle del corpo briglia, è formato da

pietrame ammorsato nel betoncino.

Costi Meno costosa rispetto al tipo precedente, ma entità dei costi sempre legata

alla possibilità di avere in sito i materiali di rivestimento.

Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Marzolo F.: “ Costruzioni idrauliche”. Cedam, Padova, 1963. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,

Cosenza, 1993.

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Pag.143

Figura 2.33 - Briglia in scogliera e calcestruzzo (Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza, 1993).

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Pag.144

Opere trasversali

SCHEDA XXXIX

Briglia in calcestruzzo con rivestimento in legname e pietrame

Materiale da costruzione Legname di protezione e ricopertura, calcestruzzo di cemento, pietrame,

malta cementizia, ferro tondo d’armatura per c.a., tubo di drenaggio D=20

cm, materiale drenante.

Descrizione dell’opera Briglia di consolidamento di notevoli dimensioni, a struttura piena,

realizzata in calcestruzzo con rivestimento in pietrame e legname.

Costi Stesso discorso fatto per l’opera della scheda XXXIX.

Fonti bibliografiche: •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Marzolo F.: “ Costruzioni idrauliche”. Cedam, Padova, 1963. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,

Cosenza, 1993.

Figura 2.34 Briglia in calcestruzzo con rivestimento in legname e pietrame (Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza, 1993).

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Pag.145

Opere trasversali

SCHEDA XL

Briglia in pietrame e malta

Materiale da costruzione Malta di calce idratata, pietrame.

Descrizione dell’opera Briglia di consolidamento di modeste dimensioni realizzata in pietrame e

malta cementizia. Il corpo della briglia, dello spessore di circa 150 cm, e la

controbriglia vengono realizzati con muratura di pietrame, reperito sul posto

o proveniente da cave di prestito, squadrato e legato con malta cementizia.

La soglia sfiorante è anch’essa realizzata con lastre di pietrame legate con

malta. Il rivestimento dell’alveo a valle della briglia è formato da selciatone

ammorsato nel betoncino.

Costi Non sono eccessivi se il pietrame è reperito sul posto.

Fonti bibliografiche: •= Da Deppo L., Datei C., Salandin P.: “Sistemazione dei corsi d’acqua”. Edizioni Libreria Cortina, Padova, 1997. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,

Cosenza, 1993.

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Pag.146

Figura 2.35 - Briglia in pietrame e malta (Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza, 1993).

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Pag.147

Opere trasversali

SCHEDA XLI

Briglia in legname e pietrame

Materiale da costruzione Legname di conifere in tondame scortecciato D=30-40 cm, pietrame

squadrato, legname trattato con materiali conservanti e preservanti.

Descrizione dell’opera Opera mista a cassero in legname e pietrame, costituita da tronchi di abete

rosso o abete bianco o pino di larice, scortecciati e trattati a due mani di

prodotto impregnante-conservante; la struttura è formata da lungoni del

diametro di 30 cm, posti ad interasse di 100 cm e da tiranti del diametro di

40 cm della lunghezza di 120 cm, posti ad interasse di 200 cm; l’incastro tra

lungoni e tiranti avverrà mediante “tacca” di ancoraggio e chiodelle in ferro;

la gabbia è formata esternamente da pietrame ben assestato a mano, reperito

in loco o proveniente da cave in prestito; internamente la briglia è riempita

con materiale di riporto idoneo.

Costi Conveniente, soprattutto se è esiste la possibilità del reperimento in loco del

materiale da costruzione.

Fonti bibliografiche: •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998 •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza, 1993.

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Pag.148

Figura 2.36 Briglia in legname e pietrame (Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza, 1993).

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Pag.149

Opere longitudinali

SCHEDA XLII

Piantagione di culmi di canne

Materiale da costruzione Pietrame naturale o rilevato di sassi; talee di culmi che formano radici

avventizie.

Posa in opera Il periodo di costruzione va dall’inizio di Maggio alla metà di Giugno

durante il quale occorre procurare, presso canneti esistenti vicini, culmi

giovani robusti e lunghi 80-120 cm che poi vengono messi a dimora nel

terreno delle sponde fino a metà lunghezza, su una o più file di 3-5 pezzi,

alla distanza di circa 0,25-0,50 m, è risultato utile inserire obliquamente i

culmi, in modo che essi giacciano quasi sopra la scarpata spondale.

Costi Da 25.000 a 50.000 £/m2.

Considerazioni Utile in caso di insediamento e rinfoltimento di associazioni di canneto sui

corsi d’acqua a scorrimento lento o acque ferme, esecuzione semplice ed

economica, ma breve periodo per l’esecuzione, non ha un effetto protettivo

rapido e non sopporta l’aduggiamento.

Fonti bibliografiche: •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-

Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.150

Opere longitudinali

SCHEDA XLIII

Trapianto di canneto con pane di terra

Materiale da costruzione Pietrame naturale o rilevato di sassi; pane di terra, piote, pezzi di

vegetazione, rizomi di piante di canneto prelevati da soprassuoli di canneto.

Posa in opera I pani di terra vengono piantati in modo molto compatto, durante la fase del

periodo vegetativo, ad una distanza reciproca di 50 cm; in caso di

sistemazioni eseguite con materiali inerti i pani di terra non devono essere

collocati sul pietrame direttamente, ma è opportuno rimuovere il materiale

lapideo di quel tanto da creare un fossa stretta in cui deporre i pani di terra

che poi devono essere leggermente appesantiti con singoli sassi.

Costi Da 40.000 a 68.000 £/m2.

Considerazioni Approvvigionamento del materiale da soprassuoli naturali con estrazione ed

esecuzione del lavoro semplici, l’opera presenta elevate spese di trasporto e

non sopporta l’aduggiamento, utilizzata per insediamenti di associazioni di

canneto su corsi d’acqua a deflusso veloce e lento, canali navigabili e corsi

d’acqua fermi.

Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.151

Figura 2.37 - Consolidamento al piede di sponde fluviali con canneti trapiantati mediante pani di terra, coordinati inferiormente ad una gettata di pietrame e superiormente ad un tappeto erboso (Bretschneider H., Lecher K.) (Di Fidio M., I corsi d’acqua, Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio - Pirola, 1995).

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Pag.152

Opere longitudinali

SCHEDA XLIV

Rullo con pani di canna

Materiale da costruzione Zolle di differente grandezza formate in prevalenza da canna, pali in legno,

rete metallica, stuoie di cocco. Geotessili, ghiaia, tavolame.

Posa in opera All’altezza della linea di sponda corrispondente alla portata di magra

vengono infissi dei pali lunghi 1,0-1,5 m, ma che sporgono di 0,30 m

dall’acqua, alla distanza reciproca di 1,0-1,5 m lungo la sponda. Dietro i pali

si scavano fossi profondi e larghi circa 0,4-0,5 m, che vengono puntellati

con tavolame, successivamente si depongono nello scavo le reti metalliche

che vengono riempite con ghiaia, pietrisco e, la parte superiore della rete,

con pane di terra di canneto, quindi viene chiusa la rete avendo cura di

riempire tutti gli interstizi tra la rete e le pareti del fosso con lo sterro dello

scavo. Il rullo di canna che ha un diametro di 30-40 cm e deve sporgere

dall’acqua di 5-10 cm, nel caso di erosioni spondali consistenti dal lato

dell’acqua si pongono fascinate sommerse o gabbioni cilindrici.

Costi Da 100.000 a 175.000 £/ml, da 4 a 6 ore/ml.

Considerazioni Effetto di protezione immediata, ma periodo costruttivo breve ed opera che

richiede molto lavoro e materiale, adatta per consolidamenti di stretti ambiti

spondali su ruscelli prativi e fiumicelli con trasporto solido fine e limitata

oscillazione del livello idrico. Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica

Pag.153

Figura 2.38 - Consolidamento al piede di sponde fluviali con rotoli di canneto (Canton Berna) (Di Fidio M., I corsi d’acqua, Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio - Pirola, 1995)

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Pag.154

Opere longitudinali

SCHEDA XLV

Impianto di talee nei selciati eseguiti con pietre naturali

Materiale da costruzione Pietre da pavimentazione irregolari, talee di specie legnose con capacità di

diffusione vegetativa, lunghe 0,5-1,0 m e materiale di riempimento.

Posa in opera Il selciato viene messo in opera con connessioni strette tra le pietre, tuttavia

al di sopra della linea corrispondente al livello di magra devono essere

lasciati dei fori per accogliere le talee, ad intervalli di circa 0,3-0,5 m. Le

talee, robuste, di diametro grosso, tagliate obliquamente per garantire un

buon attecchimento, devono essere infisse nel terreno fin sotto l’opera di

rivestimento e non devono sovrastare la pavimentazione per più di 5-10 cm.

Costi Per la piantagione nelle fessure: 2-5 ore lavorative/m2 comprensive della

provvista di talee.

Considerazioni Tipologia di elevato grado di efficienza tecnica e ecologica, ma con effetti

solo dopo alcuni anni, esecuzione semplice con impiego di materiali da

costruzione vivi autoctoni, adatta per il consolidamento di scarpate spondali

lungo corsi d’acqua con elevato trasporto solido.

Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”

Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-

Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Marzolo F.: “ Costruzioni idrauliche”. Cedam, Padova, 1963. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,

Cosenza, 1993.

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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica

Pag.155

Figura 2.39 - Rivestimento di pietrame con talee (Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza, 1993).

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Pag.156

Opere longitudinali

SCHEDA XLVI

Posa in opera di ramaglia su rivestimenti di pietrame

Materiale da costruzione Pietre naturali e massi, ramaglia di salici atti alla propagazione vegetativa di

lunghezza di 1,0-1,5 m.

Posa in opera La ramaglia viene inserita nelle gettate di pietre, ma anche nelle scogliere,

contemporaneamente all’esecuzione della gettata, la ramaglia deve essere

ancorata per 0,30-0,50 m nel terreno della sponda e sporgere per circa 0,5 m

dallo strato di fascine e pietrame, i rami vengono inseriti inclinati verso il

letto fluviale e verso la direzione della corrente e devono essere

adeguatamente incastrati tra i sassi.

Costi Circa 100.000-170.000 £/m2.

Considerazioni Tipo costruttivo molto stabile, di elevata efficienza tecnica ed ecologica,

esecuzione semplice con impiego di materiali da costruzione vivi autoctoni;

dopo il completamento dell’opera sono difficili ulteriori lavori

complementari; adatto per consolidamenti spondali di corsi d’acqua a

deflusso veloce con forti oscillazioni del livello e della portata solida.

Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”

Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,

Cosenza, 1993.

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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica

Pag.157

Opere longitudinali

SCHEDA XLVII

Fascinata viva

Materiale da costruzione Verghe e rami di salici con attitudine alla propagazione vegetativa, della

lunghezza di 1,0-3,0 m, parti di piante legnose senza capacità di ricaccio, filo

di ferro.

Posa in opera Nel periodo del riposo vegetativo si costruiscono le fascine, lunghe 2,0-3,0

m e diametro di 15-30 cm, utilizzando verghe e rami che vengono legati con

vimini o filo di ferro alla distanza di 0,3-0,5 m. Le fascine vengono poste in

cantiere in cavità predisposte all’altezza della linea di portata magra, di modo

che giacciano per due terzi del loro diametro nel terreno, vengono fissate

con paletti vivi o morti, lunghi 0,75 m. Per la protezione contro lo

scalzamento, la fascina viene adagiata su una gradonata di ramaglia viva, per

ambiti spondali più elevati possono essere disposte più fascine una sopra

l’altra a formare una parete di fascine.

Costi Da 35.000 a 70.000 £/ml, se su gradonata con ramaglia da 85.000 a 105.000

£/ml.

Considerazioni Esecuzione rapida e semplice con molte possibilità di combinazione, tipo di

opera adatta per la protezione spondale di corpi idrici a deflusso lento. Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”

Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-

Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,

Cosenza, 1993.

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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica

Pag.158

Opere longitudinali

SCHEDA XLVIII

Fastelli di rami e rametti

Materiale da costruzione Ramaglia con capacità di ricaccio di salici arbustivi e arborei autoctoni,

ramaglia senza capacità di ricaccio e legname morto, pali di legno.

Posa in opera Durante il periodo vegetativo vengono infissi dei pali lunghi 60-80 cm, alla

distanza reciproca di 1,0 m e alla profondità di 40-60 cm e tra questi pali si

dispongono spessi strati o fastelli di rami una sopra l’altro, interposti da

terriccio, e che possono essere disposti in vari modi: in una direzione,

perpendicolarmente in modo alternato fra gli strati, in modo irregolare.

Costi Tipologia conveniente se la ramaglia può essere reperita nelle vicinanze;

riferita ad una larghezza di 4,0 m dell’opera si hanno costi variabili da 45.000

a 75.000 £/ml per strati di fastelli di modesto spessore (0,5 m) e da 135.000

a 425.000 £/ml per quelli superiori ad 1,0 m.

Considerazioni Esecuzione semplice e rapida, ma grande fabbisogno di materiali da

costruzione.

Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica

Pag.159

Figura 2.40 - Opera longitudinale in fastelli (Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994).

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Pag.160

Opere longitudinali

SCHEDA XLIX

Opere longitudinali in ramaglia

Materiale da costruzione Pietrame e ramaglia di salici con attitudine alla propagazione vegetativa.

Posa in opera La ramaglia con capacità di ricaccio viene appoggiata in modo molto fitto

contro la parete erosa e poi affondata nel terreno facendo coincidere la

lunghezza dei rami con l’altezza della scarpata; la parete di rami viene

consolidata con rami di salice disposti perpendicolarmente alla direzione

della corrente e inclinati verso la sponda. Sia la parete di rami che il

consolidamento vengono appesantiti da una scogliera o da uno strato di

sassi o da un gabbione cilindrico. Questa esecuzione costituisce una

combinazione tra una copertura diffusa con ramaglia viva molto in

pendenza con un repellente a cespuglio vivo, il cui asse longitudinale corre

parallelo alla sponda.

Costi Opera meno costosa delle corrispondenti in materiali inerti.

Considerazioni Esecuzione veloce e tecnicamente semplice con materiali vivi autoctoni, ma

periodo di costruzione a disposizione breve, opera adatta per sponde di

modesta altezza, può essere impiegata dove non vi è disponibilità di sassi

adatti per altri tipi di costruzioni.

Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”

Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-

Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Da Deppo L., Datei C., Salandin P.: “Sistemazione dei corsi d’acqua”. Edizioni Libreria Cortina, Padova, 1997. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.161

Opere longitudinali

SCHEDA L

Sistemazione spondale elastica

Materiale da costruzione Legname in tondame scortecciato D=10/20 cm, pietrame di pezzatura>500

kg/cad per scogliera,cavo di acciaio, talee di salice, materiali preservanti e

conservanti per i pali di legno.

Posa in opera Il piede della sponda viene protetto da una scogliera dove i singoli sassi, del

peso di 300-500 kg, vengono collegati assieme con funi metalliche e inoltre

fissati a pali in legno infissi nel terreno per almeno i 2/3 della loro lunghezza.

I pali di legno vengono preventivamente trattati con materiali preservanti e

conservanti. In zone povere di sassi, in sostituzione della scogliera, si

possono impiegare gabbioni cilindrici.

Considerazioni Questo metodo di costruzione si inserisce bene nel paesaggio e grazie alla sua

flessibilità può resistere alle variazioni della portata idrica e solida.

Fonti bibliografiche:

•= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA” Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994.

•= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-Romagna -Regione Veneto, 1993.

•= Da Deppo L., Datei C., Salandin P.: “Sistemazione dei corsi d’acqua”. Edizioni Libreria Cortina, Padova, 1997. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Maione U., Brath A. (A cura di): “Moderni criteri di sistemazione degli alvei fluviali”. Atti del corso di aggiornamento, Politecnico di

Milano, Editoriale BIOS, Cosenza, 1994. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza,

1993.

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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica

Pag.162

Figura 2.41 - Difesa spondale elastica (Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza, 1993).

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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica

Pag.163

Opere trasversali

SCHEDA LI

Repellenti in legname e pietrame o massi

Materiale da costruzione Tondame, pietrame, oppure pietra naturale, fascinate e ramaglia di piante

legnose con attitudine alla diffusione vegetativa.

Posa in opera Le palificate in pietrame sono collegate insieme con legname tondo o

squadrato, sono cioè palificate di sostegno vive che vengono riempite con

pietrame per essere protette dal sollevamento e per motivi di stabilità. Nelle

parti della palificata che non si trovano permanentemente sott’acqua si

inseriscono rami di piante legnose posti su un letto di ghiaia e ricoperti

adeguatamente per farli radicare, per evitare il dilavamento del materiale fine

possono essere eseguiti rivestimenti in geotessili. I pennelli in blocchi sono

formati da sassi assestati o da scogliere di diverso tipo. Nella gettata di

pietrame vengono inseriti, durante la costruzione nel periodo di riposo

vegetativo, lunghi rami di piante legnose al di sopra del livello della portata

media, nelle opere di rivestimento le talee si inseriscono nelle fessure. Il

dorso del pennello viene costruito con una pendenza uniforme dalla sponda

verso il fiume in modo che una parte del pennello venga sommersa.

Costi Più conveniente di una sistemazione rigida.

Considerazioni Strutture modificabili che consentono all’occorrenza prolungamenti o

accorciamenti, nel caso di elevati livelli di acqua possono verificarsi correnti

trasversali e vortici, richiedono notevole spazio, ma producono in taluni casi

effetti ecologici importanti, adatte per alvei larghi almeno 10 m.

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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica

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Fonti bibliografiche: •= Da Deppo L., Datei C., Salandin P.: “Sistemazione dei corsi d’acqua”. Edizioni Libreria Cortina, Padova, 1997. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,

Cosenza, 1993.

Figura 2.42 - Repellente in legname e pietrame (Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994).

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Opere trasversali

SCHEDA LII

Repellente a cespuglio

Materiale da costruzione Pietrame, breccino, gabbioni cilindrici, rotoli di fascine, pali in legno e

ramaglia di piante legnose con attitudine alla propagazione vegetativa lunghi

1,0-1,5 m, con prevalenza per salici e pioppi.

Posa in opera Il lavoro deve essere eseguito durante il periodo del riposo vegetativo,

vengono scavati dei fossi larghi e profondi 0,5 m circa in cui vengono posti

dei rami di salice vivi, molto fitti in modo tale da formare pareti chiuse ed

intrecciati, lunghi 1,0-1,5 m, inclinati verso valle. Per favorire la formazione

di radici avventizie dei rami, i fossi possono essere riempiti di terreno, per

appesantire i rami, alla fine vengono riportati nei fossi strati di sassi grossi

oppure gabbioni cilindrici o fascine fissati con pali. Nel punto dove il

repellente tocca la sponda erosa deve essere praticata una profonda

incisione da riempire con sassi più grossi in modo tale da raccordarsi con i

sassi di appesantimento o con i gabbioni. L’estremità di monte viene

consolidata mediante grossi massi, i rami di salice in corrispondenza della

testa e della radice del repellente si collocano a forma di ventaglio.

Costi E’ una delle tipologie più convenienti per conseguire la riparazione di

erosioni spondali.

Considerazioni Intervento semplice, con effetti rapidi, grande economicità, manutenzione

senza problemi e grande resistenza di fronte a notevoli forze di

trascinamento (150 N/m2), possibilità di allungamento successivo, non

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Pag.166

adatto per torrenti che portano materiale fluitato di grosse dimensioni, può

essere utilizzato in torrenti e fiumi con portata solida media.

Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

Figura 2.43 - Repellente a cespuglio.

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Opere trasversali

SCHEDA LIII

Pettini vivi

Materiale da costruzione Rami, talee o astoni di piante con facoltà di propagazione vegetativa.

Posa in opera Nel periodo del riposo vegetativo, i rami vivi e le talee vengono inseriti nel

terreno in modo tale che fuoriescano per 10-20 cm, ad una distanza di 10-15

cm, in file trasversali alla direzione della corrente, con un intervallo

reciproco di 1,0 m a mo’ di gradonate con ramaglia viva.

Costi Procedimento molto economico.

Considerazioni Intervento semplice e di rapida esecuzione, ma da adottare in combinazione

con altri tipi di repellenti, costruendo l’opera non appena l’interrimento

dello scavo a monte del repellente è completo, favorendo in tal modo

l’effetto svolto dai repellenti, comunque da impiegare solo in aree di

inondazione pianeggianti. Fonti bibliografiche: •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

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Pag.168

Figura 2.44 - Pettini vivi (Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica -Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994).

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Pag.169

Opere trasversali

SCHEDA LIV

Graticciata con ramaglia

Materiale da costruzione Pali, conci lisci, ramaglia e giovani piante morte per lo strato inferiore,

ramaglia con facoltà di diffusione vegetativa per lo strato superiore.

Posa in opera Nel periodo di riposo vegetativo, viene piantata lungo la linea di sponda di

progetto una serie di paletti distanti tra loro di 2,0-3,0 m, nell’area delimitata

dai paletti viene inserita della ramaglia e delle giovani piante morte in modo

più fitto possibile e perpendicolarmente alla linea di sponda di progetto. Le

estremità più grosse dei rami devono essere rivolte verso la sponda in

erosione mentre le punte devono sporgere dalla linea dei paletti di 0,50-0,75

m, nella stessa direzione vengono conficcati nel terreno rami di salice vivi,

serrati obliqui fra lo strato di ramaglia. Ad angolo retto rispetto al primo

strato si mettono a dimora un ulteriore strato di rami atti a propagarsi per

via vegetativa, inclinati nella direzione della corrente, sia lo strato superiore

che quello inferiore vengono appesantiti da conci piatti posti alla distanza

reciproca di 1,0-1,5 m. In alcuni casi di aree estese non è necessario

proteggere tutta l’area da interrare con la graticciata che può essere costruita

solo a monte, mentre a valle si procede con repellenti a cespuglio e pettini

vivi.

Costi In media si aggirano intorno a 25-50% dei costi inerenti tipologie con

materiali inerti.

Considerazioni Tipo costruttivo di pronta efficacia, molto stabile, ma che richiede molto

lavoro e che si può impiegare per profondità d’acqua fino a 3,0 m.

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Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”

Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.

Figura 2.45 - Esecuzione di graticciata con ramaglia (Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994).