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GIORDANO BRUNO OPERE MNEMOTECNICHE tomo ii Edizione diretta da Michele Ciliberto A cura di Marco Matteoli, Rita Sturlese, Nicoletta Tirinnanzi ADELPHI EDIZIONI

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GIORDANO BRUNO

OPERE MNEMOTECNICHEtomo ii

Edizione diretta da Michele CilibertoA cura di Marco Matteoli, Rita Sturlese,

Nicoletta Tirinnanzi

ADELPHI EDIZIONI

Questa pubblicazione è promossa dal Comitato Na-zionale per le celebrazioni di Giordano Bruno nelquarto centenario della morte, in collaborazionecon l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento.

© 2009 adelphi edizioni s.p.a. milanowww.adelphi.it

isbn 978-88-459-2368-5

AVVERTENZA

Questo secondo tomo delle Opere mnemotecniche compren-de Ars reminiscendi, Explicatio triginta sigillorum, Sigillus sigillo-rum, De imaginum compositione.

Il volume è stato curato da Rita Sturlese, Marco Matteoli eNicoletta Tirinnanzi, seguendo i criteri stabiliti per le Operemagiche e per il primo tomo delle Opere mnemotecniche : testolatino, apparato critico, apparato delle fonti e dei loci paral-leli, traduzione italiana, commento.

Sulla base di un disegno comune e di una costante colla-borazione, il lavoro è stato così suddiviso: Rita Sturlese hacurato l’edizione dei testi latini, apparato critico e appara-to delle fonti e dei loci paralleli, e ha tradotto il II e il III li-bro del De imaginum compositione. Marco Matteoli ha tradot-to e commentato l’Explicatio triginta sigillorum, e ha com-mentato la seconda sezione del I libro, il II e il III libro delDe imaginum compositione e la Lettera al vicecancelliere dell’Ac-cademia di Oxford di cui viene qui pubblicata la classica tra-duzione di Ludovico Limentani. Nicoletta Tirinnanzi hatradotto e commentato il Sigillus sigillorum, e ha tradotto ilI libro del De imaginum compositione commentandone la pri-ma sezione.

A differenza del primo, in questo volume non comparel’indice dei nomi: la presenza di un’opera piena di elenchi edi personi$cazioni quale il De imaginum compositione avrebbeinfatti generato un indice poco funzionale, con una sostan-ziale duplicazione del testo. Per questo, sia pur con molto

avvertenzaviii

rincrescimento, abbiamo rinunciato a mettere a disposizio-ne del lettore uno strumento che, in genere, è prezioso.

Ringrazio vivamente Michela Acquati, che ha curato conla consueta competenza e disponibilità la preparazione re-dazionale del volume. Ringrazio anche il gruppo di brunistiche si raccoglie nell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinasci-mento, e in modo particolare Elisabetta Scapparone per ilcontributo alla pubblicazione di questo volume. Desideroin$ne ringraziare il personale e i bibliotecari dell’Istitutoper la quotidiana collaborazione.

Il volume, come quelli che l’hanno preceduto, è dedicatoa Eugenio Garin.

Firenze, Palazzo Strozzi, febbraio 2009

Michele Ciliberto

PHILOTHEI

I O R D A N IB R V N I N O L A N I

E X P L I C A T I O T R I -ginta sigillorum

A D O M N I V M S C I E N T I A -RV M E T A RT I V M I N V E N -

T I O N E M D I S P O S I T I O -N E M E T M E M O R I A M.

Quibus adiectus est sigillus sigillorum, ad omnes animi operationes comparandas, et

earundem rationes habendas maxime condu-cens. Et non temere ars artium nuncupatur, hìc

enim facilè invenies quidquid per logicam, me-taphysicam, cabalam, naturalem magiam,

artes magnas atque breues theo-ricè inquiritur.

FILOTEO

G I O R D A N OB R U N O D A N O L A

E S P O S I Z I O N E D E I T R E N -ta sigilli

PER L’ INVENZIONE, LA DISPOSIZIONE E LA

MEMORIA DI OGNI SCIENZA E DISCIPLINA.

Ai quali è aggiunto il Sigillo dei sigilli, che portacon successo ad organizzare tutte le operazioni

dell’animo e a trattenerne i signi$cati. E non a torto si de$nisce arte delle arti:

qui infatti troverai con facilità quanto viene cercato per via teorica attra-

verso la logica, la meta$sica, la cabala, la magia naturale,

arti magne e brevi.

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[1] Sigillo Sigillorum

Procede, magne liber, quem non magnumReddit conferta densitas voluminum.Nusquam contemnens pauperum tuguriaDivertito ad superbas fores principum.Tu non minister cruentorum numinumCunctis sedati fructus gerens animi,Nulli abigendus, acceptandus omnibusPraeterquam diris geniis mysantropon,Incaede tutus et in oras HespheriOppositique in partes perge BosphoriExtremosque axis mundi inversi cardines.Of$ciosum cunctis, nulli noxium,Cum sensus lassus abiget ensiferos,Non te repellet mundus sero sapiens. /

1, 3 voluminum L* N] volumnum α 7 sedati L* N] sedtati α 9 diris N,corr. ex diis ignota manus in L*] diis Lo1 Pa5 Pa7 10 Incaede lege Incede

1, 15 mundus ... sapiens] vide etiam infra, 140, 20-21; Spaccio, III, p. 598.

[1] Al sigillo dei sigilli

Procedi, grande libro, sebbene non grandeTi renda la $tta densità delle tue pagine.Non disdegnando mai le dimore degli umiliVolgiti verso le superbe porte dei prìncipi.Tu, ministro di non cruenti numi,Offri a tutti il frutto di un animo sereno,Da nessuno respinto, a tutti accetto,Ad esclusione delle funeste stirpi dei misantropi,Avanza sicuro e spingiti $no ai lidi dell’Espero,Fino alle regioni dell’opposto Bosforo,E agli estremi cardini dell’altro emisfero.Utile a tutti, nocivo a nessuno,Quando stanco abbandonerà i bellicosi pensieri,Non ti respingerà più il mondo, troppo tardi sapiente.

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[2] Philotheus Iordanus Brunus NolanusIllustrissimo Domino Michaeli a Castello Novo,

Domino Mavvisserio, equiti aurato, inter nobiles domesticos regis uni,quinquaginta equitum gravis armaturae capitaneo, privati consilii

consiliario, gubernatori urbis et arcis Sancti Desiderii, legato christianissimi regis apud serenissimam Angliae reginam

Musarum partus iste non ignobilis, in tua celeberrima au-la editus, tibi illustrissime domine sacratur, ut qui mihi de-bent, Musis debere; qui Musis debent, et tibi earundem per-petuo fautori et protectori devinctos esse cognoscant. Ipsaeetenim quibus omne solum patria, ne alicubi haberenturperegrinae seque extraneas esse comperirent, per Italumalumnum in seposita Britannia Gallicum, ipsumque regium,hospitium repperere.

Vale, illumque satis tibi alligatum scias, cui Angliam in Ita-liam, Londinum in Nolam totoque orbe seiunctam domumin domesticos lares convertisti. /

2, 11 quibus ... patria] cfr. Causa, I, p. 188: «al vero $losofo ogni terreno èpatria».

[2] Filoteo Giordano Bruno NolanoAll’illustrissimo signor Michel de Castelnau,

Signore di Mauvissière, aurato cavaliere,nobile tra quelli più vicini al re,

capitano di cinquecento corazzieri, consigliere del consiglio privato,governatore della città e della rocca di Saint-Dizier, ambasciatore

del re cristianissimo presso la serenissima regina d’Inghilterra

Ti è consacrato, illustrissimo signore, questo non ignobileparto delle Muse, nato nelle stanze del tuo nobile palazzo,af$nché chi si sente in debito verso di me, sappia che lo ènei confronti delle Muse e chi si sente debitore verso le Mu-se, sappia che in realtà è debitore per sempre a te, loro pro-tettore e fautore. Esse infatti, per le quali ogni terra è patria,af$nché in nessun luogo fossero considerate pellegrine e sisentissero straniere, venendosi a trovare tra gli Inglesi nellapersona di un umile scolaro italiano, hanno ricevuto ospita-lità presso i Francesi ed il loro re.

Ti auguro ogni bene dunque, perché tu sappia quanto tiè grato colui a cui hai trasformato l’Inghilterra in un’Italia,Londra in Nola, e una dimora così sperduta nel mondo nel-la casa paterna.

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[3] Ad excellentissimum Oxoniensis achademiae procancellarium,clarissimos doctores atque celeberrimos magistros

Philotheus Iordanus Brunus Nolanus magis elaborataetheologiae doctor, purioris et innocuae sapientiae profes-sor, in praecipuis Europae achademiis notus, probatus ethonori$ce exceptus philosophus, nullibi praeterquam a -pud barbaros et ignobiles peregrinus, dormitantium ani-morum excubitor, praesumtuosae et recalcitrantis ignoran-tiae domitor, qui in actibus universis generalem philan -tropiam protestatur, qui non magis Italum quam Britan-num, marem quam feminam, mitratum quam coronatum,togatum quam armatum, cucullatum hominem quam sinecuculla virum, sed illum cuius pacatior, civilior, $delior etutilior est conversatio diligit, qui non ad perunctum caput,signatum frontem, ablutas manus et circumcisum penem,sed – ubi veri hominis faciem licet intueri – ad animum in-geniique culturam maxime respicit, quem stultitiae propa-gatores et hypocritumculi detestantur, quem probi etstu/diosi diligunt et cui nobiliora plaudunt ingenia, excel-lentissimo clarissimoque Oxoniensis achademiae procan-cellario, una cum praecipuis eiusdem universitatis, salutemplurimam dicit.

3, 3 elaboratae N, corr. ex laboratae ignota manus in L*] laboratae Pa2 Pa5 Pa7

3, 8 excubitor] cfr. Camoer. Acrot., p. 58.8-9 praesumtuosae ... ignorantiae] vide etiam infra, 126, 8-9 et 153, 8-9;Cena, IV, p. 96 et adn. 37; Or. val., p. 8.

[3]All’eccellentissimo vicecancelliere dell’Accademia di Oxford, ai suoi chiarissimi professori ed insigni maestri

(Nella traduzione di Ludovico Limentani)

Filoteo Giordano Bruno da Nola, dottore in una teologiameglio elaborata e professore di una sapienza innocua e piùpura, $losofo conosciuto, approvato e onorevolmente accol-to nelle principali università d’Europa, in nessuna partestraniero fuorché presso gente barbara e ignobile, quegliche ridesta gli animi sonnecchianti, che doma la ignoranzapresuntuosa e ricalcitrante, che in tutte quante le sue azioniattesta l’amore per gli uomini in generale, che non fa diffe-renza tra Italiano e Inglese, maschio e femmina, mitrato eincoronato, uomo di toga e uomo d’arme, uomo cocollato(hominem) e uomo non cocollato (virum), bensì più ama co-lui che nelle relazioni sociali si manifesta più paci$co, civile,fedele e utile, che non guarda a testa unta, a fronte segnata,a mani lavate e membro circonciso, e invece guarda (là dovepuò scorgersi il volto del vero uomo) all’anima e alla curadell’intelletto, detestato dai propagatori di stoltezza e da-gl’ipocritelli, caro ai galantuomini e agli studiosi, e fatto se-gno al plauso di più nobili ingegni, porge moltissimi salutiall’eccellentissimo e chiarissimo vicecancelliere dell’Acca-demia di Oxford e, insieme con lui, ai più cospicui della me-desima Università.

9-10 philantropiam] cfr. Art. adv. math., praef., p. 4, 13-20.16 veri hominis] cfr. De immenso, I, 2, p. 207; Libri Phys. Arist., praef., pp.261-62.

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[4] Extant, prestantissimi domini, qui cum satis perspec-tum habeant, quod et nos non negamus, sapientiam huiusmundi stultitiam esse apud Deum, speculativas omnes disci-plinas abhorrentes, nihil student. Cum satis receptum sitapud eosdem opera iustitiae nostrae esse veluti menstruataet per illa neminem coram Deo iusti$cari, nihil boni fa-ciunt. Interea tamen ne improbi et ignorantes habeantur,repente sine studio docti ef$ciuntur, iuxta illud: «Abscon-disti haec a sapientibus et prudentibus et revelasti ea parvu-lis» . Item sine propriis bonis actibus probi redduntur, iuxtaillud: «Tu es iustitia mea, o Domine». Facinorosissimi quo-que in sanctos, mundos atque puros transformantur, iuxtaillud: «Candidi facti sunt in sanguine agni» . Stulti tandem,ignobilissimi et infames nullum sibi praeferunt nobilitatisgenus, iux<t>a illud: «Vos estis genus Dei electum et regalesacerdotium». [5] Tales sane parvulos, iustos, puros, candidos, electos, re-ges, sacerdotes et semideos, qui nostram simplicitatem adanimi centrum usque confodere valerent, magis ipsa morteformido; ideo ne eiuscemodi genus aliquo in me aequo etiure congrediatur, illud coram excellentia vestra protestor,quod dum adinventionum nostrarum fructus adferentes,utillimas omnibus animi functionibus praeceptiones addu-cimus – ubi pro earundem ratione atque praxi comparandaad Pythagorae, Parmenidis, Anaxa/gorae meliorumque phi-losophorum sententias probandas vel ad proprias novasquepositiones adducendas dilabi videbimur –, si haec comuniprobataeque $dei obstare videantur, ea ipsa a nobis non tan-quam absolute vera, sed ut sensui nostraeque rationi magisconsona vel saltem minus altera contradictionis parte abso-na, prolata intelligant. Illudque in memoriam revocent, nos

4, 7 Interea emend. N] Interae L 15 iuxta emend. N] iuxa L

4, 2-3 sapientiam ... Deum] 1 Cor., 3, 19; cfr. etiam Cabala, decl., p. 690 etadn. 81-82.5 opera ... menstruata] cfr. Is., 64, 6.6 per ... iusti$cari] cfr. Rom., 3, 28; Spaccio, I, p. 517.8-10 Abscondisti ... parvulis] Mat., 11, 25.11 Tu ... Domine] cfr. Ier., 23, 6 et 33, 16.13 Candidi ... agni] cfr. Apoc., 7, 14.

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[4] Ragguardevoli signori, ci son di quelli, i quali, essendosisuf$cientemente resi conto che, come neanche da noi si nega,la sapienza di questo mondo è pazzia appo Dio, avendo in av-versione tutte le discipline speculative, non studiano affatto. Es-sendo essi piuttosto portati ad ammettere che le opere dellanostra giustizia son come lorde di mestruo, e che niuno è giu-sti$cato al cospetto di Dio, niente fanno di buono. Intanto, tut-tavia, per non essere ritenuti malvagi e ignoranti, tutt’a un trat-to, senza studiare, diventano dotti, secondo il detto: «Tu hainascoste queste cose a’ savi, ed intendenti, e le hai rivelate a’piccioli fanciulli». E del pari son fatti probi senza uopo di pro-prie buone azioni, secondo il detto: «Tu sei la giustizia mia, oSignore». Persino i più facinorosi si trasformano in santi, mon-di e puri, secondo il detto: «Candidi son diventati nel sanguedell’agnello». In$ne gente stolta, ignobilissima e infame nonsi riconosce seconda ad alcun nobile lignaggio, secondo il det-to: «Voi siete la generazione eletta di Dio, e il real sacerdozio». [5] Certamente cotali fanciulletti, giusti, puri, candidi, elet-ti, re, sacerdoti e semidei, che sarebbero capaci di trapassa-re la nostra semplicità, sino al centro dell’animo, io li pa-vento più che la morte stessa: onde, per evitare che cosifat-ta genia si unisca contro di me, con qualche fondamento diequità e di diritto, faccio, in presenza della vostra eccellen-za, una dichiarazione solenne: vale a dire, mentre noi, re-cando i frutti dei nostri trovati, presentiamo precetti som-mamente utili per tutte le funzioni dell’animo – quando ac-cadrà che, per determinare la ragion teorica e l’applicazio-ne pratica, sembriamo portati ad approvare le dottrine diPitagora, Parmenide, Anassagora e di migliori $loso$, op-pure a metter avanti idee nostre nuove e personali – qualo-ra queste enunciazioni paiano in contrasto con la fede co-mune e ortodossa, si deve intendere che tali espressioni so-no da noi profferite non come assolutamente vere, ma co-me meglio conformi alla nostra ragione e senso o come,per lo meno, non tanto assurde quanto l’altro termine del-la contraddizione. E una cosa richiamino alla memoria: che

15-16 Vos ... sacerdotium] 1 Petr., 2, 9.5, 9-10 ad ... probandas] cfr. infra, 23, 6-7; 70, 14-18; 137, 13-16; 160, 6-11;161, 9-12. 12-15 ea ... intelligant] cfr. Spaccio, epist. espl., p. 463.

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haud tantum de propria scientia praesumere, quantumcommotos esse ab amore manifestandae imbecillitatis vulga-tae philosophiae absolute credita tamquam demonstrativeprobata obtrudentis; et per discussiones nostras – si illud adiis dabitur – appareat, quantum regulato sensui responde-ant veritatique substantiae rerum consonent, quae a plebe-iorum philosophorum garriente multitudine tamquam asensu aliena sunt improbata. [6] Interim nolim ut quemadmodum tempore diluvii asi-norum stercora malis aureis dixerunt: «Nos quoque po-ma natamus», ita nunc cuilibet stulto et asino liceat in nos -tras positiones – hic vel alibi, hoc vel alio modo prola-tas – obrudere. Sed si qui eius sunt tituli, dignitatis velsuf$cientiae, ut nostro congressu aliqua ratione non ha-beantur indigni et quibus sine conditionis nostrae dede-core respondere possimus, hominem promptissimum etparatissimum, per quem pondus virium suarum valeantexperiri, comperient.

Valete. /

20 regulato sensui] Cena, V, p. 109; Causa, proem. epist., p. 165; In$nito,proem. epist., p. 302; III, p. 400; V, pp. 424 et 438; Camoer. Acrot., apol. de-cl., pp. 61-62 et 69; Art. adv. math., XXIII, pp. 73-74. 6, 2-3 Nos ... natamus] cfr. Taylor, The Proverb, p. 209; Helfer, Crater dicto-rum, p. 108; Thes. Prov. Medii Aevi, I, p. 164.

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cioè noi non tanto presumiamo del nostro sapere, quantopiuttosto siamo mossi da amor di manifestare la infonda-tezza della volgar $loso$a, la quale pretende d’imporre, co-me verità provate per via di dimostrazione, princìpi credutiimmediatamente: e che si faccia manifesto, attraverso le di-scussioni nostre (se tanto sarà concesso dagli Dei) quantosieno rispondenti al regolato senso, e in armonia con la ve-rità della sostanza delle cose, quelle dottrine, che dalla gar-rula moltitudine dei $loso$ plebei son rigettate come ripu-gnanti al senso.[6] Non vorrei intanto che, a quel modo che, in tempod’inondazione, gli stronzoli degli asini dissero agli auratifrutti: siamo anche noi pomi che galleggiano, così a qualsia-si stolto e asino sia ora lecito di farsi contro, ragliando, allenostre tesi presentate qui o altrove, in questa o in altra ma-niera; bensì, se ci sono taluni di tal titolo, degnità o capaci-tà, da esser in qualche modo ritenuti non indegni di veniralle prese con noi, e ai quali noi possiamo replicare senza di-sdoro del nostro stato, troveranno dispostissimo e prontissi-mo, un uomo, con il quale potranno saggiare la misura del-le proprie forze.

State bene.

Habes, illustrissime et excellentissime Domine, sigillorum30 congeriem, quibus ad trutinam redactis inquisitio, inven-tio et retentio affabre succedere valeant.

[8] De campo,qui primus est sygillus

Campus est primus sigillus. Hic ex illis speciebus confle-tur oportet, qua[t]rum simulachra in phantas<t>icae facul-tatis amplissimo sinu ideo continentur, ut iacta intentionumet phanta[s]siabilium universorum semina in exoptatammessem promoveant. Hunc etiam, quo nobis maxime subsitof$ciosus, in eas distributum esse voluimus partes, quae sen-sibiles, mediocris dimensionis, non excellentis nec dimi-nutae perspicuitatis, diversae, differentes, ordinatae, con-gruentibus sepositae seiunctaeque intervallis, ad humano-rum brachiorum elevatorum altitudinem et extenctorum

8, 4 quarum emend. N] quatrum L phantasticae emend. N] phantasicae L6 phantasiabilium emend. N] phantassiabilium L 9-10 diminutae emend.N] diminutoe L

8, 5-7 ut ... promoveant] vide etiam infra, 66, 12-16.8 of$ciosus] De umbris, 31, 2-6; 234, 20-21.8-15 sensibiles ... existant] cfr. Pseudo-Cicerone, Ad Herenn., III, 17-19; Deumbris, 106-108 et adn. ad loc.

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[7] PHILOTHEI IORDANI BRUNI NOLANITRIGINTA SIGILLI

Ricevi, o illustrissimo ed eccellentissimo signore, l’insie-me di questi trenta sigilli, grazie ai quali, preparati con scru-polosità, l’analisi, l’invenzione e la conservazione potrannorealizzarsi ingegnosamente.

[8] Primo sigillo,il campo

Il campo è il primo sigillo. Questo è bene che sia formatoda quelle rappresentazioni interiori, le cui immagini sonoappunto contenute nell’amplissimo seno della facoltà fanta-stica proprio con lo scopo di far giungere al desiderato rac-colto i semi di tutti i signi$cati e di tutte le immagini fanta-stiche. Questo lo vogliamo inoltre – perché sia per noi mas-simamente ef$cace – suddiviso in parti che siano visibili, dimedie dimensioni, né troppo né poco perspicue, diverse edifferenziate, messe in ordine, separate e scandite da inter-valli appropriati, di larghezza ed altezza suf$ciente ad ospi-tare un uomo con le braccia aperte ed alzate, fornite di ele-

11-13 ad ... amplitudinem] cfr. Pietro da Ravenna, Art. mem., 1, f. b iiir;Romberch, Cong. art. mem., II, 5, f. 28r-v; De umbris, 107, 2-4 et adn. ad loc.

[7] I TRENTA SIGILLIDI FILOTEO GIORDANO BRUNO NOLANO

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amplitudinem, adiectivatae animataeve, exquisitarum / for-marum numero adcommodatae, iterum iterumque lustrataeexistant.

Non vulgari tibi presto erit emolumento, si affabre ipsumdivisionum portionibus distributum concipias. Sic Thalmu-tista, Solymam in quattuor latera orientis, aquilonis, austriet occidentis divisam, primo eiusdem laterum singula – adduodenarium multiplicanda numerum – in tres patriarcha-rum nominibus insignitas portas subdividit moxque in atriaduodecim – quorum singula domorum duodenarium com-plectuntur, quarum singulae quattuor constant ordinibus,quorum quique duodecim ad summum referunt cubilia,quae tandem vel quattuor angulos vel etiam in quattuor me-diantibus lateribus intersituata recipiant – certo ingressumfacit ordine.

[9] De caelo,qui secundus est sigillus

Quo caeli imaginum series insculpatur et ordo, sphaeraprimum in quattuor circumferentiales angulos rectos duo-bus se circulis magnis intersecantibus divisa, totidem distinc -tas aequales offeret portiones, quarum quaeque perquisiti,inventi atque retinendi locum situmque ponit ob oculos.Quod si quadrantum singulos in geminas libeat subsecarepartes, omni procul dubio divisionis multiplicato opere $etut minus in proposito principaliore gravere. Ipsa quidem,tribus magnis circulis se ad angulos rectos intersecantibusdelineata occurrens, octo circumferentialium triangulorumspacia suppeditabit aequalia, in quibus tu postea quid adcuiusque basim, quid ad conum, quid ad laterum quaequepositum sit, per dextri, sinistri, superni infernique differen-tias contemplabere. /

24 adsummum L

13 adiectivatae] cfr. De umbris, 109, 4 et adn. ad loc.; infra, 65.17-18 Thalmutista] cfr. Ezech., 48, 31; Apoc., 21, 12-14.9, 3-9 sphaera ... partes] cfr., e. g., Vitali, Lexicon, p. 151. 8-10 Quod ... gravere] cfr. De imag. comp., infra, 238, 8-11.

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menti aggiuntivi e mobili, proporzionali al numero di im-magini dall’aspetto sorprendente e, in$ne, visitate e passatein rassegna molte volte.

Ti sarà poi di immediato e non comune vantaggio se, coningegno, saprai concepirlo suddiviso in parti e sottoparti.Così il Talmudista – divisa Gerusalemme nei quattro lati dioriente, settentrione, meridione, occidente – innanzitutto,per moltiplicarvi il numero dodici, distribuisce in ciascunodi essi tre porte, distinte secondo il nome dei dodici patriar-chi, e poi subito, con un ben preciso ordine, entra in dodiciquartieri, ciascuno dei quali contiene dodici abitazioni,ognuna formata da quattro piani e tutti suddivisi in dodicistanze, a loro volta ripartite in quattro secondo gli angoli ola metà delle pareti.

[9] Secondo sigillo,il cielo

Per scolpire nella memoria la serie e l’ordine delle co-stellazioni del cielo, in primo luogo sia divisa la sfera, condue cerchi massimi tra loro ortogonali, in quattro quadran-ti; così ripartita offrirà porzioni di uguale ampiezza, ciascu-na delle quali porrà di fronte agli occhi il luogo e la posi-zione di quanto viene cercato, esaminato o deve essere me-morizzato. Se si vuole poi dividere ulteriormente ciascunquadrante in due parti uguali, senza dubbio con il suddivi-derli più volte si avrà meno dif$coltà anche con un argo-mento molto vasto. Avendo dunque tracciate tre massimecirconferenze intersecate ortogonalmente tra loro, si avran-no a disposizione otto settori di circonferenza di pari am-piezza e di forma triangolare, in cui tutto ciò che sarà statocollocato alla base di ciascuno, al vertice o ai lati, lo potraivisualizzare distinguendolo rispetto alla destra, alla sinistra,all’alto e al basso.

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[10] De cathena, ubi tertius est sigillus

Ordinate quaerenti per patrem ordinem proles inventio in-ventique retentio suppeditatur. Ne qua vero partes dissolutio-ne desiliant et quo ex unius adeptione alterius proxime con-sequentis adeptio prodeat, ita in sese complectentes cicloscommigrabunt, ut antecedentis in cauda caput expliceturconsequentis. Sit id, ut $eri potest, in elementorum conse-quentia manifestum: AB. BC. CD. DE. EF. FG. GH. HI. IK. KL.

[11] De arbore, ubi quartus est sigillus

Si ea ratione simplices conceptus aggregaris, ut in ramos,ramusculos, frondes, flores fructusque repullulent, nihilprorsus interesse videtur, si uti cathenam sive uti arboris sti-pitem conceperis. Eius progressum et usum coordinata, utvides, insinuent elementa:

Ll K l

l k I k ll k i H i k l

l k i h G h i k l l k i h g F g h i k l

l k i h g f E f g h i k ll k i h g f e D e f g h i k l

l k i h g f e d C d e f g h i k l _________________________________

BA /

10, 4-8 Ne ... consequentis] cfr. De imag. comp., infra, 225, 5-9.

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[10] Terzo sigillo,la catena

Chi ricerca ordine per mezzo del padre ottiene ordinata-mente i $gli invenzione e conservazione di quanto è statotrovato. Af$nché le parti non vengano meno per mancanzadi collegamento, e dal possesso di una possa sorgere l’acqui-sizione di quella che segue immediatamente, esse sarannotrasposte negli anelli di una catena saldati tra loro in modoche nella $ne di quello che precede si veda l’inizio del se-guente. Sia ciò manifesto, per quanto è possibile, in questasequenza di lettere: AB. BC. CD. DE. EF. FG. GH. HI. IK. KL.

[11] Quarto sigillo,l’albero

Se riunirai i concetti semplici per mezzo di quel criterioche li faccia germogliare come rami, rametti, fronde, $ori efrutti, non farà alcuna differenza se li penserai come una ca-tena, ovvero come il tronco dell’albero. Le lettere dispostenel modo che puoi vedere te ne suggeriscano la progressio-ne e l’uso.

Ll K l

l k I k ll k i H i k l

l k i h G h i k l l k i h g F g h i k l

l k i h g f E f g h i k ll k i h g f e D e f g h i k l

l k i h g f e d C d e f g h i k l _________________________________

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[12] De sylva, ubi quintus est sigillus

Coeunt plurimae arbores in sylvam, porro haec connexio-nem quidem partium retinet; homogeneam vero univocam-que illarum seriem, ni transplantatae in proprios specierumdistinctarum ordines digerantur, non admittit: ac. cf. fg. gm.mk. kb. bd. dh. hf. fl. li. Deinde in alia plaga aliter: bf. fk.km. Et deinceps similiter in diversis aliisque plagis diversi-mode et aliter – cathena in arborem et arbor<e> in silvamcommigrantibus – ordinabuntur.

[13] De schala seu gradibus, ubi sextus est sygillus

Schala haud alio quam presenti elementarii gradationehactenus inspecta sit:

AB. bc. cd. de. ef. fg. gh. hi. ik. kl. AC. cd. de. ef. fg. gh. hi. ik. kl. AD. de. ef. fg. gh. hi. ik. kl. AE. ef. fg. gh. hi. ik. kl. AF. fg. gh. hi. ik. kl. AG. gh. hi. ik. kl. AH. hi. ik. kl. AI. ik. kl. AK. kl.AL. /

[14] De inserente, ubi septimus est sigillus

Ut modo in hunc, modo in illum intendentes ordinem,hic arbori per cathenam vel cathenae per arborem, percampum perque haec caeteraque caeteris omniaque omni-bus adcurramus, rationabilis multiplexque causa nimirum

12, 9 arbore emend. N] arbor L 13, 4 inspecta sit emend. N] inspectassit L7 gh. emend. N] gk. L

explicatio triginta sigillorum 53

[12] Quinto sigillo,la selva

Moltissimi alberi si radunano in una selva e questa a suavolta trattiene la connessione delle parti; in verità non è am-messa una serie omogenea e univoca di alberi, se non dopoessere stati trapiantati e disposti secondo gli ordini di speciedistinte: ac. cf. fg. gm. mk. kb. bd. dh. hf. fl. li. E poi diversa-mente in un’altra area: bf. fk. km. E analogamente sarannoordinati in modi sempre diversi in altre e differenti zone(passando essi dalla catena all’albero e dall’albero alla selva).

[13] Sesto sigillo,la scala ovvero i gradi

Al momento, la scala non può che essere vista nella se-guente progressione di lettere:

AB. bc. cd. de. ef. fg. gh. hi. ik. kl. AC. cd. de. ef. fg. gh. hi. ik. kl. AD. de. ef. fg. gh. hi. ik. kl. AE. ef. fg. gh. hi. ik. kl. AF. fg. gh. hi. ik. kl. AG. gh. hi. ik. kl. AH. hi. ik. kl. AI. ik. kl. AK. kl.AL.

[14] Settimo sigillo,l’innestatore

Rivolgendoci ora all’ordine di questo, ora di quest’altrosigillo, un principio razionale e molteplice fa sì che concertezza giungiamo all’albero per mezzo della catena, allacatena attraverso l’albero o il campo e mediante questi ealtri agli altri e a tutti per mezzo di tutti. Mentre dunque

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ef$ciet. Innumerabilibus siquidem modis dum haec illisaliaque aliis succedunt inque certam disponuntur speciematque continuantur, per plures universosve sigillos tua te so-lertia poteris ad concupita captanda promovere.

[15] De agricola, ubi octavus est sigillus

Certus agricola si campum cuius est dominus non desti-tuat, vix unquam tua te fallet expectatio. Animam ratioci-nantis perpetuo unitam proprio subiecto, pro diversarumformarum adventantium occasione diversimode se geren-tem, adque specierum quarumcumque productionem con-vertibilem, longeque vivacius quam alibi institutum adiecti-vum subiectum rerum nobis subministrantem occursum,agricolam appello.

[16] De tabula, ubi nonus est sigillus

Per ordinatum elementorum combinatorium tabula per$cietiam aliis consueverat, dum ab abstracto ad accusatorem,ad adversarium, ad aëreum, ad afflictum, ad / agglomeran-tem, ad aheneum, ad Ayrolanum, ad altum, ad Amblartum,ad antropophagum caeterosque per $lum sibi succedentes,suis casibus atque gestis signi$catores, $eret accessio. Hicabstractus virentem complexus arborem, adversarius doloreaffectus, agglomerator congregans, diversa mihi per ordi-nem insinuarunt accidentia.

15, 8 alibi] cfr. De umbris, 109, 4; Ars rem., supra, 20; vide etiam infra, 65.16, 4 aliis] cfr. Romberch, Cong. art. mem., II, 8, ff. 36r-38r; Dolce, Dialogo,pp. 70-71 et 76-78.

explicatio triginta sigillorum 55

con innumerevoli modi questi si susseguono a quelli e adaltri ancora, essi vengono disposti con continuità e in uncerto modo, così che attraverso tutti i sigilli potrai, graziealla tua capacità, giungere alla conquista di quanto desi-deri.

[15] Ottavo sigillo,il coltivatore

Se un determinato coltivatore non abbandonerà il campodi cui è padrone, quasi mai le tue aspettative saranno delu-se. Chiamo con il nome di coltivatore quell’anima razioci-nante perpetuamente unita al proprio sostrato e che, com-portandosi in modo diverso a seconda delle diverse imma-gini che sopraggiungono, è adattabile alla produzione diqualsiasi raf$gurazione e si offre come gestore dei ricordimolto più ef$cace del sostrato attributivo da noi in altro luo-go introdotto.

[16] Nono sigillo,la tavola

Anche altri erano soliti formare la tavola per mezzo diun’ordinata serie di sillabe, e ciò avveniva passando da unpersonaggio abbattitore ad uno accusatore, da questo aduno addentato, e poi ad un aeromantico, un afflitto, un ag-gregatore, uno che dice ahimè, uno di Airole, uno alto, unodi Ambler, uno antropofago, e ad altri ancora che si susse-guivano in $la e che raf$guravano i vari signi$cati con i lorogesti e le loro caratteristiche. Qui l’abbattitore abbraccian-do un albero verdeggiante, l’addentato facendo una smor$adi dolore, l’aggregatore radunando cose, mi suggerivano, inordine, i diversi elementi aggiunti ad essi.

AF | ab. eb. ib. ob. ub. ba. be. bi. bo. bu. BG | ac. ec. ic. oc. uc. ca. ce. ci. co. cu. CH | ad. ed. id. od. ud. da. de. di. do. du. DI | ae. ee. ie. oe. ue. ea. ee. ei. eo. eu. EK | af. ef. if. of. uf. fa. fe. $. fo. fu.

[17] De compaginatore, ubi X sigillus

Compaginator est qui distinctos campos atriave, ceu foliaquaedam segregata seorsumque posita, arti$cioso quodamnexu consuit, quod tunc sane praestat, cum agricolam velaliud adiectivum aliamve utcumque formam, quae subiecticommunis unius erat extremum, alterius ubicumque positi– pro voto – principii indicem ef$ciat.

[18] De vexillo, ubi XI sigillus

Ideo vexillum dicimus, quia pro exigentia vocis aut rei adidem referendum multos paucosve, plures paucioresve vale-bis intelligere atque destinare. Hinc non unus tibi inserviatPlato, Aristoteles et Diogenes, neque unus adsit Pyrrhonia-nus, Cynicus et Epicureus, sed af$nes, similes proportiona-lesque multi. /

[19] De Zeuxi seu pictore, ubi XII sigillus

Suis cum insigniis atque circumstantiis astrictas imaginesin subiecti partibus plurimis, in quibus quippiam inscriberepossit ratiocinantis animus, apposui. Sic mihi Teucri Babilo-nici imagines centum trium millium propositorum suppedi-tant lectionem.

16, 12 eb. emend. N] cb. L 15 ee. (in tertia columna) emend. N] ke. L 18,4 referendum emend. N] referemdum L

18, 5-8 Hinc ... multi] cfr. De umbris, 173.

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AF | ab. eb. ib. ob. ub. ba. be. bi. bo. bu. BG | ac. ec. ic. oc. uc. ca. ce. ci. co. cu. CH | ad. ed. id. od. ud. da. de. di. do. du. DI | ae. ee. ie. oe. ue. ea. ee. ei. eo. eu. EK | af. ef. if. of. uf. fa. fe. $. fo. fu.

[17] Decimo sigillo,l’impaginatore

L’impaginatore è colui che cuce insieme, per mezzo diuna certa arti$ciosa connessione, campi e atrii tra loro sepa-rati, ovvero fogli sciolti e separati l’uno dall’altro. Ciò acca-de quando un coltivatore – oppure qualsiasi altro attributodel luogo o una qualche immagine – che si trova alla $ne diun sostrato comune viene usato come segno della posizioneiniziale (in qualsiasi punto desideriamo sia tale) di un altro.

[18] Undicesimo sigillo, il vessillo

Lo chiamiamo vessillo perché, secondo l’esigenza dellaparola o della cosa, potrai comprendere e destinare molti opochi, più o meno, personaggi a rappresentare una medesi-ma cosa. In questo modo non farai uso di un solo Platone,Aristotele e Diogene, né uno solo sarà presente come disce-polo di Pirrone, dei Cinici o di Epicuro, ma molti af$ni, si-mili e proporzionati ad essi.

[19] Dodicesimo sigillo,Zeusi ovvero il pittore

Ho collocato, nelle numerose parti di un sostrato, delleimmagini strettamente vincolate a proprie e speci$che ca-ratteristiche ed elementi circostanziali, nelle quali l’animodella persona dotata di ragione potrà scrivere qualunquecosa. In questo modo, ad esempio, le immagini di TeucroBabilonese riescono a fornirmi una raccolta di centotremilatra concetti, termini ed argomenti.

19, 5-6 Teucri ... imagines] cfr. Agrippa, De occ. phil., II, 37, p. 354, 7-10.

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[20] De Phydia seu sculptore, ubi XIII sigillus

In proprias sedes subiectum commune atque totale dis -tinxi, quae quidem easdem in sua domo perpetuo immo-rantes imagines quasdam retineant, quo diversorum pere-grinantium attactu diversimode sonent. Ibi forma subiectoadveniens, penes locales situalesque differentias nec nonper varias partes et secundum varias habitudines considera-to, consistentia per subsistentia quinque multiplicare facietelementa; vel si subsistentis ibi perstare libeat elementi no-tam, $et ut elementum quintuplex per caeterorum elemen-torum signa formationem concupitam recipiat.

[21] De Dedalo,ubi XIIII sigillus

Quod Phydias in verbis prestitit, in intentionibus perqueintentiones notatis rebus Dedalus exerceat. Organa igiturutensiliaque plurima institui, quibus, in quibus, per / quae,ad quae et circa quae, vel per cathenam vel per arborem velper campum vel per aliud quippiam ordinibus occurrentiacertis, de instrumentorum centenario operum eliciat cente-narium et de eorum numero caeterorum quorumlibet nu-merum consequenter.

[22] De propagatore seu personario. XV sigillus

Inspexi atria quinque, de quorum primo prodibat homo,qui in secundo de capiti adaptabilibus unum eligebat depluribus, in tertio de indumentis corporis unum, in quartodeterminatam sibi perscribebat operationem, in quinto cer-tum de pluribus casum perpetiebatur, in sexto quemdam demultis adsistentibus hominem determinabat, in septimopuerum, foeminam vel brutum ad opus quoquo pacto con-currens sortiebatur. Quae quidem omnia, vel simpliciter vel

22, 9-10 concurrens emend. N] cucurrens L

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[20] Tredicesimo sigillo,Fidia ovvero lo scultore

Ho distinto nelle proprie parti speci$che un unico sostratocomune, in modo che ciascuna di esse contenga, come sua di-mora perpetua, certe $gure che, a contatto con differenti im-magini peregrinanti, emettano un suono diverso. Qui la for-ma, sopraggiungendo nel sostrato con differenti posture e col-locazioni e dopo aver considerato il sostrato rispetto alle varieparti e secondo le differenti relazioni, farà moltiplicare le let-tere consonanti per le cinque vocali. Se invece si desidera chelì al centro vi sia l’immagine della vocale, si faccia allora in mo-do che una lettera con il valore di cinque formi la composizio-ne desiderata combinandosi con i segni delle altre lettere.

[21] Quattordicesimo sigillo,Dedalo

Ciò che Fidia compie con le parole, lo assicura Dedalocon i concetti e con le cose rese segno per rappresentare iconcetti. Preparai, dunque, moltissimi oggetti e strumentiche entravano in scena secondo certe sequenze e con i qua-li, nei quali, per mezzo dei quali, in riferimento e rispetto aiquali, o tramite la catena, o tramite l’albero o il campo, oper mezzo di qualche altro, da un centinaio di oggetti scatu-riva un centinaio di azioni e, di seguito, dal numero di que-ste svariate altre cose.

[22] Quindicesimo sigillo,il propagatore o il personaggio

Visualizzavo cinque atrii, dal primo dei quali partiva unuomo, nel secondo sceglieva uno tra molti oggetti da porresul capo, nel terzo uno tra gli indumenti per il corpo, nelquarto assumeva su di sé una particolare azione, nel quintoaffrontava una tra molte situazioni, nel sesto indicava un uo-mo tra i molti addetti ad assisterlo, nel settimo sceglieva unbambino, una donna o un animale per intervenire in qual-che modo nell’azione. Tutti questi, presi semplicemente op-

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Phydiae operibus complexe capta, ad quantumlibet multi-partitas atque varias referendas complexiones – et si libeatquandoque conceptus – conferunt.

[23] De numeratore, qui est XVI sigillus

Inter omnia quid melius numero suppeditabit omnia|Non modo ex ipso, sed et ipse est intelligendi modus; ipseomnia includit proportionabilia; ipsum in omnibus et in i-pso omnia licet contemplari. Hic substantia quaedam rerum-que primum exemplar est Pythagorae. Hic in presentiarumnon ordinem conceptandorum retinendorumque modo,sed et – si phantasiabilis ef$ngatur – ipsas retentas atque /numeratas obiectare valebit ordinatorum formas.

Adsumat igitur diversam pro decadum diversitate mate-riam, ut primam decadem det linum, secundam lana, ter-tiam corium, quartam lignum, quintam lapis, sextam chris -tallus, septimam ferrum, octavam aes, nonam argentum, decimam aurum. Adsumat etiam differentes – pro diverso-rum digitorum in decadibus diversitate – formas, ut colum-na unitatem, porticus dualitatem, tripes trinitatem, arcaquaternitatem, sedes quinarium, mensa senarium, altareseptenarium, lectus octonarium, patibulum novenarium, ar-bor denarium adferat. Aliis pariter pluribusque materiis at-que formis, eodem similique pacto diversi$catis, in innume-rum numerata tibi extendere poteris subiecta.

Lineus 3 Christallinus 53Laneus 13 Ferreus 63

Tripes Coriaceus 23 Aeneus 73Ligneus 33 Argenteus 83Lapideus 43 Aureus 93

23, 6-7 Hic ... Pythagorae] cfr. Aristotele, Metaph., I (A), 5, 987a 13-19:«[...] Quare et numerum substantiam omnium esse»; Cusano, De doctaign., I, 11, 32, p. 42; vide etiam infra, 161, 2-15 et adn. ad loc.11-20 Adsumat ... adferat] cfr. Cant. Circ., 88-89; De imag. comp., infra, 216.

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pure in connessione con le funzioni di Fidia, servivano arappresentare qualsiasi e qualsivoglia complessa composi-zione di lettere e, volendo, anche concetti.

[23] Sedicesimo sigillo,il numeratore

Tra tutte le cose, quale meglio del numero ci sarà utile inogni cosa| Non solo pensiamo a partire da esso, ma esso stes-so è la misura del nostro pensare. In esso è raccolto tutto ciòche ha proporzione; è possibile contemplarlo in tutte le cosee tutte le cose possono essere contemplate in lui, inoltre perPitagora è l’esemplare primo delle cose, come una sorta disostanza. Nel caso di questo sigillo il numero non sarà solol’ordine dei pensieri e dei ricordi, ma (se si saprà raf$gurar-lo con immagini fantastiche), una volta memorizzate e nu-merate, sarà anche in grado di farci rivedere le immagini diquanto abbiamo ordinato.

Si prenda dunque per ciascuna decina un materiale diffe-rente, così che la prima decina corrisponda al lino, la secon-da alla lana, la terza al cuoio, la quarta al legno, la quinta al-la pietra, la sesta al cristallo, la settima al ferro, l’ottava albronzo, la nona all’argento e la decima all’oro. Si assumanoanche, per ciascuno dei vari numeri delle decine, differenti$gure, come, ad esempio, una colonna per indicare l’unità,un portico per il numero due, uno sgabello per il tre, unacassapanca per il quattro, una sedia per il cinque, una tavolaper il sei, un altare per il sette, un letto per l’otto, un patibo-lo per il nove ed un albero per il numero dieci. Allo stessomodo, con molti più materiali ed oggetti, differenziati con ilmedesimo criterio, potrai estendere all’in$nito la numera-zione dei sostrati.

di lino 3 di cristallo 53di lana 13 di ferro 63

Sgabello di cuoio 23 di bronzo 73di legno 33 d’argento 83di pietra 43 d’oro 93

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[24] De centurione, qui XVII est sigillus

Nolani primam, Partenopaei secundam, tertiam Capuani,Salernitani quartam mihi centuriam conflavere, dum in pri-mam de singulis centuriis decadem perceptos amicos, in se-cundam imaginatos verosve fratres, in tertiam consiliarios,in quartam servos, in quintam pueros, in sextam gubernato-res, in septimam doctores, in octavam concionatores, in no-nam adversarios, in decimam condiscipulos convenire con-ciperem. Huiuscemodi mihi rerum signi$can/darum sub -iecta, nunc quidem hic, nunc vero ibi, nunc ha[e]c, nunc ve-ro illa dispositione, motu, actu, habitu atque circumstan-tiis informata – eorum me nullatenus ordine praetereunte –,pro exigentia dilatandi, ampli$candi, distribuendi multipli-candique propositi venere in usum.

[25] De quadrato enciclio. XVIII sigillus

Quandoque dum ad latera quattuor stellarum primae mag -nitudinis, aliis secundae magnitudinis quattuor appositis,eadem forma tertiae magnitudinis quattuor accessissent,quaternarium mihi primo migrabat in duodenarium, secun-do duodenarium in 48narium extendebatur, tertio, ni 48na-rium in 192narium ampli$catum universae descriptioni de-servisset, ulteriora pari adtentassem serie.

24, 4 centuriamconflavere L 8 octavamconcionatores L 11 hac emend.]haec L N

25, 3-9 Quandoque ... serie] cfr. De imag. comp., infra, 230.

explicatio triginta sigillorum 63

[24] Diciassettesimo sigillo,il centurione

Mi radunavo mentalmente i Nolani nella prima centuria,i Napoletani nella seconda, i Capuani nella terza e i Salerni-tani nella quarta; poi nella prima decina di ciascuna centu-ria vedevo radunarsi gli amici, nella seconda i fratelli (veri oimmaginari), nella terza i consiglieri, nella quarta i servi,nella quinta i bambini, nella sesta i governatori, nella setti-ma i docenti, nell’ottava gli oratori, nella nona gli avversari,nella decima i compagni di studio. Tale genere di sostratiper le cose da rappresentare – non sfuggendomi mai il loroordine – con$gurati e posti ora qui, ora là e secondo questao quella disposizione, moto, atto, caratteristiche e circostan-ze, li utilizzavo allo scopo di dilatare, ampli$care, distribuiree moltiplicare un argomento.

[25] Diciottesimo sigillo,l’organizzazione a base quattro

Ogni volta che venivano poste, ai lati di quattro stelle diprima grandezza, altrettante di seconda grandezza, e secon-do lo stesso schema vi erano collocate altre quattro di terzagrandezza, si aveva che, ad un primo grado, la struttura qua-drata si trasformava in uno schema a dodici elementi, in unsecondo grado quella di dodici veniva estesa a 48 e, terzo,quella di 48 si ampli$cava $no a 192 e, proseguendo con lostesso criterio e cercando di ottenerne altri ancora, mi servi-va a organizzare la ripartizione di tutte le cose.

[26] De binarii circulari enciclio. XIX sigillus

Habet A circa se B et C; B habet D, E; C habet E, F; D ha-bet G, H; E habet I, K; F habet L, M; G habet N, O; H habetP, Q; I habet R, S; K habet T, V; L habet X, Z; M habet a, b; Nhabet c, d; O habet e, f; P habet g, h; Q habet i, k; R habet l,m; S habet n, o; T habet p, q; V habet r, s; X habet t, v; Z ha-bet x, z.

[27] De composito et elemento. XX sigillus

Epigramma vel ode denarium mihi numeratum refere-bat. Ipsa in proprias distincta partes, primo sectionum li-bros, mox librorum capita, capitum subinde portiones insi-

B

D

A

Da

cb

dAa

cb

d

Ba

cb

dCa

cb

d

C

Da

cb

dAa

cb

d

Ba

cb

dCa

cb

d

Da

cb

dAa

cb

d

Ba

cb

dCa

cb

d

Da

cb

dAa

cb

d

Ba

cb

dCa

cb

d

26, 3-8 Habet ... z] cfr. De imag. comp., infra, 229.

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explicatio triginta sigillorum 65

[26] Diciannovesimo sigillo,l’organizzazione binaria e circolare

A ha sotto di sé B e C; B ha D, E; C ha E, F; D ha G, H; Eha I, K; F ha L, M; G ha N, O; H ha P, Q; I ha R, S; K ha T, V;L ha X, Z; M ha a, b; N ha c, d; O ha e, f; P ha g, h; Q ha i, k;R ha l, m; S ha n, o; T ha p, q; V ha r, s; X ha t, v; Z ha x, z.

[27] Ventesimo sigillo,la sillaba e la lettera

Un epigramma o un’ode mi rappresentavano i numeri ele decine. Divisi nelle loro parti, mi suggerivano innanzituttoi libri delle sezioni, poi i capitoli dei libri, subito dopo i para-gra$ dei capitoli e dal momento che, rispetto ad un argo-mento generale ed unitario, mi mostravano lo svolgersidell’argomentazione, con le sue frasi e i suoi periodi, che co-sa mi impediva che, a partire da questi, avessi accesso anche

B

D

A

Da

cb

dAa

cb

d

Ba

cb

dCa

cb

d

C

Da

cb

dAa

cb

d

Ba

cb

dCa

cb

d

Da

cb

dAa

cb

d

Ba

cb

dCa

cb

d

Da

cb

dAa

cb

d

Ba

cb

dCa

cb

d

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nuabant, dum universa generalisque materia ratiocinativosdiscursus, iique suas mihi promerent propositiones atquesententias. A quibus quid impedisset quominus ad incom-plexos terminos $eret adcessio| «Odi» itaque primi, «Pro-fanum» secundi, «Vulgus» tertii, «Et arceo» quarti, in tertiaipsa divisione, capitis intentionem patefaciebat; quibus saneintentionum signis cum elementorum vel primarum ex iis -dem compositionum signi$cata accommodarentur, facilli-mus ingenio ad ipsarum intentionum partes patuit aditus.Odii expresso indicio operarius per O signi$catus odisset,odissetque per D signi$catus didascalus et per I / notatusiracundus vel unus alius de notatis iracundis, quorum modohunc, modo alium – pro iisdem in eadem prima vel secundavel tertia combinatione importunius repetitis elementis – inusum revocabam. [28] Solertem hic me reddidit quandoque urgens necessi-tas, ut vel elementa in composita migrare atque extendi velhaec in illa perstringi contrahique permitterem. Sic enimmembrana propositae minus suf$ciens scripturae aliam sibiconnecti requirit vel se nimium capacem angustari decurta-rique magis.

Formarum multiplicationem ita mihi quandoque compa-rabam, utpote cum semel mihi elementum vel combinatumper hominem mihi propositum signi$carit, mox vel pereundem aliter aliterque insignitum vel melius per operan-tem eiusdem nomenclaturae alium – aut foeminam aut bru-tum aut inanimatum quippiam, quod ad idem vel idem ele-mentum $gurandum signi$candumque fuerat ordinatum –,ipsum subinde consequens aucupabar.

Hic iam cum res rebus connecterentur, ne quasi in confu-sam corporis massam membra coalescerent, capita quaequenumeris illustrando, insigniendo veluti inter cohortes, quaenon suum modo, sed et suorum ordinem ef$cacius refer-rent, prominentiora constitui.

27, 9-10 Odi ... arceo] Orazio, Carm., III, 1, 1.

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alle sue singole parole| Pertanto «odi» mi rappresentava ilcontenuto del capitolo primo, «profanum» del secondo,«vulgus» del terzo, «et arceo» del quarto, $no ad un terzo li-vello di partizione, perché per mezzo di queste parole presecome segni dei contenuti, i signi$cati potevano essere asso-ciati alle lettere o alle singole sillabe e, con estrema facilità econ ingegno, si aveva accesso anche alle parti più speci$chedi quegli stessi contenuti. Al termine «odi» legavo un mastrooperaio nell’atto di odiare, che rappresenta la lettera O, eche per l’appunto odia il discepolo, signi$cato nella letteraD, con un’espressione iraconda, che sta per la I; oppure, an-che uno solo dei due personaggi rappresentati come iracon-di e che di volta in volta (secondo un’azione molesta riferitaa ciascuna lettera e ripetuta per la prima, per la seconda eper la terza posizione) era chiamato in causa ed utilizzato.[28] Questo mi risultava utile, ogni volta che se ne fosse pre-sentata necessità, consentendomi sia di spostare e prolunga-re le lettere nelle sillabe, sia di ridurre e stringere queste ul-time nelle lettere, proprio come succede con una pergame-na insuf$ciente ad accogliere quanto vi vogliamo scrivere eche necessita di essere congiunta ad un’altra, oppure, setroppo spaziosa, di essere accorciata e ridotta un po’.

Mi procuravo così la moltiplicazione delle immagini, nelmomento in cui mi rappresentavo, una volta per tutte, unalettera o una sillaba con un uomo posto di fronte a me e su-bito andavo in cerca di quanto veniva immediatamente do-po o per mezzo di quello stesso uomo caratterizzato in modidiversi, oppure, meglio ancora, per mezzo dell’interazionedi quello con un altro personaggio agente appartenente al-la stessa serie di lettere, una donna, un animale o un qual-che oggetto (che erano stati preparati per rappresentare esigni$care sia quel contenuto sia quella lettera particolare).

In questo modo, dunque, quando si connetteva cosa a co-sa, af$nché le varie membra non risultassero confuse nel-l’indistinta massa di un corpo, feci in modo di disporre leparti principali e più importanti di un testo assegnando erappresentando i capitoli con dei numeri, come se fosserogruppi o squadre, cosa che faceva riferire loro ef$cacemen-te non solo il proprio ordine, ma anche quello delle partiche appartenevano loro.

[29] De rota $guli. XXI sigillus

Duarum preceptionum connexione quam optime succe-dens arti$cium adipisceris: si, inquam, pro centum vel / mil-le patribus seu capitibus, cum suis natis, corporibus atquemembris distinguendis, centum animata subiecta aliqua depraedictis serie in ordinem digesta preappararis, in quibus,de quo ratio est habenda, prosequutum negotium intelliga-tur. Haec vel numeratoris numeros aut alterius cuiusque or-dines percurrentia[e], capita in membra membraque inproprios distribuent articulos.

Quid enim| Nonne si de centum hominibus successivesinguli centum diversi$cata lustraverint cubilia, decies tibimille substernent intentiones, quas si duplicare cupias, solatotidem cubilium additione vel hominum multiplicationeper$cies| Nonne et in ipsis, sicuti materiae materiis subordi-nantur, ita et hominibus homines tamquam servos vel ami-cos vel successores vel similibus relationibus domos domi-bus atriaque atriis subiicere valebis| Numquid non et haecultima percepta ut variis ordine quodam subiecta casibusmateriam tibi longe uberiorem et ad inquirendum et ad in-veniendum et ad retinendum suppeditabunt|

[30] De fonte et speculo.XXII sigillus

Non dabitur omnibus istam adire Corinthum. Unicam inunico scientiam subiecto contemplabar. Eius enim quot fue-rant precipuae partes, totidem praecipuae ordinabanturformae, quotque secundariae partium portiones, totidemprimariis secundariae formae adnectebantur. Ad instar igi-tur artis, quae Cabalisticus auditus intitulatur, non / subiec-torum, praedicatum utriusque generis et quaestionum mo-

29, 3 quamoptime L 10 percurrentia emend. N] percurrentiae L

29, 9-11 Haec ... articulos] cfr. De umbris, 231, 17-22.30, 3 Non ... Corinthum] Orazio, Epist., I, 17, 36; Erasmo, Adagia, 301, pp.407-10; De umbris, 105, 20-23.8 Cabalisticus auditus] cfr. Pseudo-Lullo, De aud. kab., I, 1, pp. 44-45.

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[29] Ventunesimo sigillo,la ruota del vasaio

Ti impadronisci perfettamente dell’espediente che segueunendo due precetti; ad esempio, per cento o mille padri, ov-vero parti principali, da distinguere con i loro $gli, corpi emembri, preparerai cento sostrati animati disposti in una suc-cessione che riprende in qualche modo l’ordine di quei datied il cui principio caratterizzante verrà spiegato nel seguito delsigillo. Questi nel momento in cui andranno a muoversi lungoil percorso, sia in qualità di numeri del sigillo numeratore, siasecondo gli schemi di un qualsiasi altro tipo di espediente, di-stribuiranno i capitoli secondo i periodi e questi nelle loro pro-posizioni.

Che altro| Se a partire da cento uomini si passeranno in ras-segna, una ad una, cento stanze tutte diverse tra loro, non ti da-ranno modo di avere a disposizione diecimila concetti| E se livorrai raddoppiare, non basterà poi la sola aggiunta di altrestanze o la moltiplicazione degli uomini| E analogamente almodo in cui alcuni argomenti sono subordinati ad altri, nonsarai forse capace di subordinare, in questi stessi sostrati, a uo-mini altri uomini – come servi o amici o loro successori – op-pure, con simili relazioni case a case, atrii ad atrii| Forse cheanche queste ultime strutture percepite e visualizzate secondoun certo ordine corrispondente e sottoposto a varie circostan-ze, non saranno in grado di fornirti una materia tanto fertileper l’analisi, l’invenzione e la memorizzazione|

[30] Ventiduesimo sigillo,la fonte e lo specchio

Non a tutti sarà concesso di entrare in questa Corinto. Inun unico sostrato contemplavo un’unica disciplina: quanteinfatti erano le parti principali di quella, altrettante erano leforme principali disposte in ordine; tante le suddivisionidelle parti, altrettante le forme secondarie annesse alle prin-cipali. Ad esempio, nel caso di quell’arte che s’intitola Audi-tus Cabalisticus, non mi preparavo solo un certo numero diimmagini per i soggetti, entrambi i tipi di predicati e le do-

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do, sed et actionum et passionum, organorum, comitum,principum et servorum certum mihi numerum compara-bam. Haecque erant per quae successive scientiarum et alia-rum facultatum particularia subiecta, tanquam per eademaf$cienda, deducebam. Horum quidem signa per certa, de-terminata inque ordinem digesta loca dum praesentarentur,eorum signi$cata pro nostro libito eorumque ratione melio-re ad alia atque alia conceptacula referebantur. Quod si pro-positis in quibusdam materiae amplitudo subiectique capa-citas simplices formarum vicarias absorbuisset, nos illas invi-cem commixtas, combinatas ad subiecti expletionem reple-tionemque in innumerum etiam deduxissemus.

[31] De empirico.XXIII sigillus

Ad varias domos varios referebam laborantes: eas, in-quam, domos, in quibus horti, horrea, apotecae, ypocausta,coquinae, in quibus olera, fruges, condimenta, balnea, cibipraeparabantur atque potus. Hic etiam in angustiore pro reiexigentia spatio cuique necessaria et ad quemque conferen-tia promptius occurrebant, haud tamen pro numeri mensu-raeque cuiusque ratione minime dissimulanda solertia stu-diosa non providente. Ibi vero seorsum ab aedibus extabatatrium, ubi malesuada fames et turpis egestas, luctus et ul-trices posuere cubilia curae, quae quidem omnia ideo perhortos et pomeria physicorum, magorum / circuitus et De-daleas manuducebantur of$cinas, ut iisdem pro$cua atqueconvenientia evellerent, decerperent, legerent, caperent at-que compararent. Sic enim talibus freti muneribus, qui ri-pae ulterioris tenebantur amore, tristes Stygis undas transva-dantes, in fortunatos incolumitatis campos appellebant.

31, 11-12 malesuada ... curae] cfr. Virgilio, Aen., VI, 273-276.12-16 quae ... compararent] cfr. De imag. comp., infra, 248.16-17 qui ... amore] cfr. Virgilio, Aen., VI, 313-314.

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mande, ma anche per delle azioni, delle reazioni, degli stru-menti, amici, prìncipi e servi. Queste venivano ad esserequelle con cui, in seguito, andavo ad analizzare i sostratipropri e speci$ci di discipline e delle loro ulteriori partizio-ni, sebbene dovessi operare e $gurare sempre per mezzodelle medesime cose. Avendone dunque visualizzato e di-sposto i segni lungo un percorso di luoghi certi, determina-ti e ordinati, ne riferivamo così – a nostro piacimento e se-condo il loro valore più essenziale – i signi$cati anche ad al-tri ed ulteriori concetti più speci$ci. Se poi, rispetto ai con-tenuti di un certo argomento, l’ampiezza e la capacità delsostrato si esaurivano nelle singole $gure accessorie, alloraper riempire ed occupare tutto lo spazio, potevamo rica-varne innumerevoli altre, mescolandole e combinandoletra loro.

[31] Ventitreesimo sigillo,il medico empirico

Assegnavo vari lavoranti a varie case – e per case intendospazi come orti, granai, dispense, caldaie, cucine – nellequali venivano lavorati e preparati ortaggi, cereali, conserve,bagni caldi, cibi e bevande. Qui, anche se in uno spazio ap-parentemente ridotto rispetto alle esigenze, si presentavanoprontamente quelle cose necessarie a ciascuno e adatte atutti; non serviva tuttavia che il premuroso ingegno ne do-vesse snaturare il numero e la misura. In verità, lì fuori dallestanze, stava un atrio in cui la fame, cattiva consigliera, l’or-renda povertà, il pianto ed i rimorsi vendicatori avevano laloro sede e tutti questi venivano condotti per gli orti e i frut-teti degli agronomi, nei circoli dei maghi e per le of$cinedei costruttori, per sradicare di lì, strappare, raccogliere, ap-propriarsi e preparare tutto quanto era loro vantaggioso edutile. In questo modo, infatti, con$dando in tali operazioni,coloro che bramavano giungere alla riva opposta, attraver-sando i tristi flutti dello Stige, approdavano nei felici campidella saldezza dei ricordi.

[32] De alea.XXIV sigillus

Siquidem aleae nullus apud empiricum, fontem, specu-lum, $gulum caeteraque, nec in campo, nec in caelo, nec inencicliis caeterisque locus vacat, machinati sumus haec ulte-riora, quae talibus valde videntur adcommodata, quae ne-dum moram repetendarum sedium non patiuntur, sed et in ordine proiicientium incerta, inde$nita inconstantiaqueexistunt.

Ita igitur principio providebam, ut proiectorem Ponti$cis,Mortis, Lemuris, Daemonis, Fortunae mitratus ungeret, falci-gera feriret, corniger pulsaret, tibicen obtunderet, rota pre-meret; quae omnia, aliis munita functionibus, in sequentibusconcursibus in proiectores af$cerentur. Deinde diversa diver-sis destinabantur conflictibus triclinia, quorum singula –quattuor animata continentia subiecta – ex eorundem acci-dentibus quattuor colludentum proiectiones adsigni$carent,dum suis vicibus hic rex sceptrum collocat, senex cubat, morsemetit, regina comprimitur. Ibi vero et alibi regina, mors, se-nex, rex atque caeteri similiter adventant atque aliter.

Nescio an [an] minori effectum fuerit sagacitate, ut de-cem vel plurium conflic/tuum ordine Mors primo decal-vans, 2. obcaecans, 3. edentans, 4. suffocans, 5. iugulans, 6.confodiens, 7. eviscerans, 8. castrans, 9. manus amputans,10. prosternens inducatur; Fortuna primo coronet, 2. cla-ri$cet, 3. propinet, 4. intorqueat, 5. inauret, 6. palliet, 7. in-farciat, 8. connubat, 9. annulet, 10. insoliet; caeterique simi-li propria compleant ordine denaria.

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32, 21 an iterum scrips. in principio novae paginae L

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[32] Ventiquattresimo sigillo,il dado o l’azzardo

Poiché nessun luogo è esente dal rischio, sia esso nel medi-co empirico, nella fonte e lo specchio, nella ruota e negli altrisigilli e neppure nel campo, nel cielo, negli schemi di orga-nizzazione e negli altri ancora, ci siamo ingegnati di costruirequesti ulteriori luoghi: i quali ci sembrano estremamente ap-propriati per quelle cose che non solo tollerano a mala penal’attesa quando si va a ricercarle nelle proprie sedi, ma anchesussistono nella memoria e si proiettano nella fantasia secon-do successioni incerte, inde$nite ed incostanti.

Così dunque curavo anzitutto che una $gura con la mitrain capo benedicesse con l’olio santo il giocatore del Pon-te$ce, una con la falce ferisse quello della Morte, una bestiacon le corna colpisse quello del Lemure, un suonatore diflauto assordasse il giocatore del Demone e la ruota schiac-ciasse quello della Fortuna; tutti questi, forniti anche di al-tre funzioni, venivano fatti agire in corrispondenza dei varigiocatori, secondo le cose che accorrevano in successione.In seguito destinavamo alle varie scene-partite alcuni tricli-ni, ciascuno dei quali era in grado di contenere quattro so-strati animati ed in cui, per mezzo dei loro strumenti spe-ci$ci, si andavano a rappresentare quattro giocate in cui le$gure si scontravano tra loro: così, secondo la loro succes-sione, un re vi colloca lo scettro, un vecchio dorme, la mor-te falcia, una regina viene schiacciata. E lì ed altrove la regi-na, la morte, il vecchio, il re, ed altri ancora simili a questi, vigiungeranno e faranno altre cose.

Non so se l’espediente risulti meno ef$cace facendo inmodo che, secondo una serie di dieci o più azioni movimen-tate, la Morte in primo luogo farà cadere i capelli, 2. toglie-rà la vista, 3. farà cadere i denti, 4. soffocherà, 5. taglierà lagola, 6. tra$ggerà, 7. sventrerà, 8. castrerà, 9. amputerà lemani, 10. getterà al suolo; allo stesso modo la Fortuna anzi-tutto porrà la corona sul capo, 2. renderà famoso, 3. brinde-rà, 4. stravolgerà, 5. ricoprirà d’oro, 6. vestirà con eleganza,7. rimpinzerà, 8. sposerà, 9. metterà l’anello al dito, 10. por-rà su un trono; anche gli altri dovranno compiere una seriedi dieci azioni speci$che, simili a queste.

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[33] De caelo, qui XXV est sigillus

Erat mundanae aeternitatis $gura, circumgirantis terraetypus, duorum sibi ultro citroque obsistentium principio-rum nota caeteraeque complexarum intentionum quamplu-rimae delineationes atque descriptiones. Harum cum singu-las inspexissem, in campum vel centurionem vel aliud quip-piam, in quo adversantum collimantium iaculis minime de-perdendis obiicerentur, referebam. Adversus ergo terraevertiginem erat quod «Oceanum interea surgens aurora re-liquit» ; pugnabat contra animae inmortalitatem quod «For-mosum pastor Coridon ardebat Alexin». Ibi «Oceanum»magnitudinis, «Interea» naturalis facultatis, «Surgens» lu-naris symboli, «Aurora» veliger<a>e remitaeque ratis, «Reli-quit» indigentiae medium referebant. Hic «Formosum» in-stabilem continuoque variabilem concipiebam, «Pastor» semihi dissolubilem obiectabat, «Coridon» corporeo manci-patus aderat specimini, quod «Ardebat» contrariorum ex-primebat concursum, «Alexin» passiva materia/lisque po-tentia obtinebat. [34] Quandoque vero ubi iaculator idem in plures diversas -que veritatis turres argumentorum tela intorqueret, iuvabatnon in oppugnandorum castrorum, sed impetentium arie-tum et volitantium iaculorum ordinem respicere. Curabamut in eodem campo ordinate sui ictus suos sequerenturnunc in istud, nunc vero in illud collineantes iaculatores.Hinc mundum aeternum referebat quod «Oceanum» quat-tuor autem adventantium telorum: primum quod «Inte-rea», secundum quod «Surgens», tertium quod «Aurora»,quartum quod «Reliquit» . Iacula in animae immortalitatemcaput metri succedentis consequebantur.

33, 11 in mortalitatem L 14 veligerae emend. N] veligere L 34, 5 eo-demcampo L sequerentur emend. N] scquerentur L 6 nunc2 emend. N]uunc L

33, 10-11 Oceanum ... reliquit] Virgilio, Aen., IV, 129.11-12 Formosum ... Alexin] Virgilio, Ecl., II, 1.

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[33] Venticinquesimo sigillo,il cielo

La rappresentazione dell’eternità del mondo era data dal-l’immagine della rotazione terrestre con il simbolo dei dueprincìpi contrapposti, uno di fronte all’altro, e le altre nu-merose descrizioni e caratterizzazioni dei vari signi$caticomplessi. Nel momento in cui volevo visualizzare ciascunodi questi, dovevo riferirli ad un campo, al centurione o aqualche altro sigillo, nei quali si sarebbero esposti ai dardiscagliati con estrema precisione da arcieri avversari. Pertan-to contro il movimento rotatorio della terra vi era il verso«Oceanum interea surgens aurora reliquit» ; e contro l’im-mortalità dell’anima militava il verso «Formosum pastor Co-ridon ardebat Alexin». Nel primo caso l’«oceanum» dellavastità, l’« interea» della facoltà naturale, il termine «sur-gens» come simbolo della luna, «aurora» come una navecon vele e remi e «reliquit» in$ne inteso come la condizio-ne di insaziabilità, mi riferivano, di volta in volta, il terminemedio. Allo stesso modo, consideravo il termine «formo-sum» come instabile e perennemente variabile, «pastor» misi presentava dissolubile, «Coridon» veniva come schiavodell’apparenza corporea, il termine «ardebat» esprimeva lacoincidenza e l’incontro dei contrari, e ad «Alexin», in$ne,era assegnata la potenza passiva e materiale.[34] Ogniqualvolta in verità il medesimo lanciatore scaglia-va i dardi degli argomenti contro le molteplici e diverse tor-ri della verità, era utile guardare non tanto l’ordine delletorri da espugnare, quanto quello degli arieti impegnati nel-l’assalto e dei dardi che stavano volando. Mi assicuravo inol-tre che in uno stesso campo i provetti lanciatori si susseguis-sero nei propri lanci, in ordine uno dietro l’altro, mirandoora contro questo ora contro quel bersaglio. In questo mo-do l’eternità del mondo era riferita al termine «oceanum»ed a quattro frecce da lanciare: la prima corrispondente a«interea», la seconda a «surgens», la terza ad «aurora», laquarta a «reliquit». I dardi contro l’immortalità dell’animaproseguivano all’inizio del verso successivo.

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[35] De Circaeis campis, hortis et antris.XXVI sigillus

Facile visa species cum $gura formaque, quae circa est,sensus interioris occurrit facultati; facillime vel possumus lo-cum certis destinare speciebus vel certas locis species ita ad-dicere ut, cum fuerit opus, qualitatis eiusdem ratio de eius-dem ad determinatum locum relatione designata prodeat.Hinc evenit, ut sensibilibus speciebus ef$giatos numerosomnibusque locis iuxta specierum pluralitatem pluribus ad-scriptos experimur ab opere graviore maxime naturalem re-levare facultatem. Ut si in rota, quam Fortunae appellant,Itali ad denarium, Galli ad vigenarium, Hispani ad trigena-rium numerum referantur, quorum particulares certis insi-gniis actibusve decadum / partes insinuent, etiam si non utsubsequens regulata multiplicatione quattuor numerorumconstet differentiis. Circaea etenim manus e regionibus va-riis varias simplicium decerpit, evellit colligitque species.

A. E. I. N.R. X.

1. 5. 9. 13. 2. 6. 10. 14.17. 21. 25. 18. 22. 26.

29. 30.

Q. M. H. D. B. F. K. O.V. S. Z.

4. 8. 12. 16. 3. 7. 11. 15.20. 24. 28. 19. 23. 27.

C. G. L. P.T.

35, 5 certis emend. N] eertis L

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[35] Ventiseiesimo sigillo,i campi, i giardini e gli antri di Circe

Tornerà facilmente alla vista della facoltà del senso inte-riore ogni specie naturale, resa visibile assieme alla corri-spondente immagine e all’aspetto che le è proprio; e ancorpiù facilmente potremo sia destinare uno spazio particolarea determinate specie, sia aggiungere ai luoghi le varie speciein modo che il valore delle loro qualità possa essere espres-so e rappresentato sulla base del legame di ciascuna con undeterminato luogo. Ciò avviene perché abbiamo raf$guratoi numeri per mezzo di immagini sensibili e li abbiamo in-scritti in molti modi, secondo la molteplicità delle specie, intutti i luoghi; è così che possiamo fare esperienza di quantola facoltà naturale sia alleggerita da un compito ben più gra-ve. È come se fosse quella ruota che chiamano della Fortunain cui un gruppo di Italiani è associato alla prima decina, iFrancesi alla seconda e gli Spagnoli alla terza e presi singo-larmente indicano con certe caratteristiche ed azioni i varinumeri della decina, anche se, in quel caso, la successiva eulteriore combinazione degli elementi non si basa su unascansione regolata dal numero quattro. La mano di Circe,quindi, in vari spazi andrà a raccogliere, estirpare e sradica-re le varie specie di piante medicinali.

A. E. I. N.R. X.

1. 5. 9. 13. 2. 6. 10. 14.17. 21. 25. 18. 22. 26.

29. 30.

Q. M. H. D. B. F. K. O.V. S. Z.

4. 8. 12. 16. 3. 7. 11. 15.20. 24. 28. 19. 23. 27.

C. G. L. P.T.

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[36] De peregrino, qui XXVII sigillus

Decem communia subiecta potenti varietate formataquandoque institui, quorum singula 24 vel plura vel paucio-ra partialia complecterentur, ut haec ipsa primus perlustransperegrinus ita occurrentibus utensilibus se gereret et af$ce-retur, ut me ad alicuius primi ordinis vel contem/plationemvel inquisitionem vel habitum promoveret. Pariter secundisecundus, tertii tertius et ita deinceps caeterorum caeteri,quibus ad universa opera manus admoventibus non est adeoprolixum variumque propositum, quod vel intentionum ca-thena vel circumstantiarum appositione vel socio seu vicariosuccedente non attingant, exaequent vel exuperent. [37] Hinc Aristoteles, aliter in subiecta affectus quam Platofuerit, alia vel per se vel per comitem enunciabit. Secus itemPhysicus, secus Logicus, secus Metaphysicus aderit. Quod sicapitum signi$cativa partialia subiecta in proprias libeat re-solvere portiones, hominem taliter affectum vel agentem adaliud subordinatarum mansionum commune subiectum re-feras, in quo signi$cativas impleat functiones. Si vero et par-tium exigas particulas, domum domo, campum campo, thea-trum theatro subordina, uti iuris periti libri in titulos, tituli inleges, leges in paragraphos resolvuntur.

Peregrinatur Aristoteles per atrium primum:A. B. C. D. E. F. G. H. I. K.

A. ipsum deducitur per atrium secundum:a. b. c. d. e. f. g. h. i. k.

a. ipsum commigrat per atrium tertium:I. II. III. IIII. V. VI. VII. VIII. IX. X.

I. discurrit per atrium quartum:1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. /

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[36] Ventisettesimo sigillo,il pellegrino

Avevo preparato dieci sostrati di tipo comune, formati eraf$gurati secondo una varietà straordinaria, ciascuno deiquali conteneva ventiquattro, o anche di più o di meno, luo-ghi particolari e speci$ci, in modo che un primo pellegrinopercorrendoli si comportava ed agiva con gli oggetti che lì vitrovava in modo da permettermi e facilitarmi la contempla-zione, l’invenzione o il possesso acquisito di una qualche pri-ma serie o livello di organizzazione. Allo stesso modo un se-condo pellegrino mi permetteva la visualizzazione di una se-conda serie, un terzo di un terzo livello e così via tutti gli altririspetto agli altri gradi di organizzazione, $no a che muoven-do questa squadra a compiere qualsiasi cosa, non vi sarannocontenuti o informazioni abbastanza varie e prolisse che, permezzo di una catena di dati o con l’aggiunta di elementi ac-cessori e la successione di $gure aggiuntive e sottoposte, nonriusciremo a raggiungere, uguagliare o superare. [37] Così Aristotele, raf$gurato in maniera differente nei so-strati rispetto a quanto avevamo fatto con Platone, presenteràaltre cose o direttamente o per mezzo dei suoi compagni: dopodi lui verrà, infatti, il pellegrino della Fisica, e poi quello dellaLogica e, in$ne, quello della Meta$sica. In questo modo, se sivorranno suddividere i sostrati particolari che rappresentano icapitoli in ulteriori parti, basterà collocare un personaggio cheagisce e si caratterizza in un altro sostrato comune destinato acompiti ed operazioni subordinate. Se invece avrai bisogno diparti ancora più speci$che rispetto a quelle che hai già, potraisubordinare un edi$cio ad un altro, un campo ad un campo edun teatro ad un altro teatro ancora, così come i giuristi suddivi-dono i libri in titoli, i titoli in articoli, gli articoli in commi.

Aristotele percorre il primo atrio:A. B. C. D. E. F. G. H. I. K.A. stesso è condotto lungo il secondo atrio:a. b. c. d. e. f. g. h. i. k.Poi a. si diffonde per il terzo atrio:I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. X.I. in$ne, passa per il quarto atrio:1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

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[38] De claustro cabalistico et templo. XXVIII sigillus

Habes duo et viginti claustra atque templa vice duorum etviginti elementorum, quorum singula 22 sedibus, quas reci-piunt, totidem eademque dabunt eodem ordine, quae dabantelementa; a quibus, si ad 22 artes et artium singularum 22 ges -tus procedatur, trium quattuorve radicalium vires delitescent.

A claustrum regis M templum ponti$cisB claustrum principis N templum sacerdotisC claustrum ducis O templum prophaetaeD claustrum comitis P templum doctorisE claustrum praesidis Q templum lectorisF claustrum iudicis R templum cantorisG claustrum consiliarii S templum sacristaeH claustrum senioris T templum la<m>padariiI claustrum actoris V templum corbonariiK claustrum secretarii X templum ostiariiL claustrum satellitis Z templum custodis

[39] In claustro regis A sunt 21 reges, quorum B degradaturin principem, C in ducem, D in comitem, caeteri similiter incaeteros. In ipso degunt auri$ces uno actionis genere et 21specialibus operibus. In claustro principis B sunt 21 princi-pes, quorum A exaltatur in regem, C exaltatur in ducem, Ddegradatur in comitem, E in praesidem / caeterique in cae-teros. In claustro ducis C sunt 21 duces, quorum A exaltaturin regem, B in principem, D in comitem degradatur, caeteri-que similiter degradantur vel mutantur. In ipso sunt impres-sores. In claustro comitis D sunt 21 comites, quorum aliiexaltantur, alii degradantur, alii mutantur in templarios. In

38, 7 delitescent emend. N] delitesceut L 15 lampadarii emend. N] lapada-rii L

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[38] Ventottesimo sigillo,l’accampamento e il tempio della Cabala

Si prendano ventidue accampamenti e templi in corrispon-denza delle ventidue lettere dell’alfabeto; ciascuno dei quali,accogliendo ventidue sedi, avrà, a sua volta, le medesime e lostesso ordine che hanno le lettere dell’alfabeto. Inoltre se daognuna di queste ultime si faranno derivare ventidue arti eventidue gesti speci$ci per ogni mestiere, racchiuderanno treo quattro valori signi$cativi per le ‘radici’ ebraiche.

A Accampamento del re M Tempio del ponte$ceB Accampamento del principe N Tempio del sacerdoteC Accampamento del duca O Tempio del profetaD Accampamento del conte P Tempio del dottoreE Accampamento Q Tempio del lettore

del governatore R Tempio del maestro F Accampamento del giudice di cantoG Accampamento del consigliere S Tempio del sacrestanoH Accampamento del T Tempio del portatore

comandante in grado di $accolaI Accampamento del portavoce V Tempio dell’addettoL Accampamento delle guardie al tesoro

personali X Tempio del portinaioZ Tempio del custode

[39] Nell’accampamento del re, A, vi sono 21 re, di cui, incorrispondenza del luogo B uno è degradato a principe, in Cviene degradato a duca, in D a conte, e così via per tutti gli al-tri. In questo stesso luogo dimorano gli ore$ci, caratterizzatidunque da un solo tipo di arte e 21 operazioni speci$che.Nell’accampamento B, del principe, vi sono 21 prìncipi, deiquali quello di A è eletto re, quello di C è degradato a duca,quello di D a conte, in E a governatore e così per i rimanen-ti. Nell’accampamento C, del duca, vi sono 21 duchi, di cuiquello di A è eletto re, quello di B è eletto principe, in corri-spondenza di D è degradato a conte e allo stesso modo ven-

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ipso sunt ferrarii <cum> 21 operationibus. In claustro praesi-dis E cum 21 praesidibus exaltatis, mutatis et degradatis suntstabularii. Similiter in claustro iudicis, in quo milites; in claus -tro consiliarii, in quo fullones; in claustro senioris, in quo bibliopolae; in claustro actoris, in quo musici; in claustro se-cretarii, in quo barbitonsores; in claustro satellitis, in quocrepidarii. In claustro ponti$cis sunt 21 ponti$ces, quorumA mutatur in regem, B in principem, C in ducem caeteriquein caeteros. In ipso degunt cauponae cum 21 operibus. Intemplo sacerdotis sunt 21 sacerdotes, quorum A exaltatur inregem, B mutatur in principem, C in ducem, D in comitemaliique in alios. In ipso sunt pincernae. In templo prophetae21 prophetae, quorum A coronatur in regem, B in princi-pem etc. In ipso sunt laniones. Ita modo suo cogitandum intemplo doctoris, in quo pastores; in templo lectoris, in quoagricolae; in templo cantoris, in quo olitores; in templo sa-cristae, in quo lusores; in templo corbonarii, in quo magi; intemplo lampadarii, in quo lictores; in templo ostiarii, in quopictores; in templo custodis, in quo voluptuarii. /

[40] De combinante, qui XXIX sigillus

Tria haec combinationum genera proponuntur, quorumprimum habet consistens elementum quod alterum persis -tens praecedit; secundum contrario se habet ordine; ter-tium est, in quo inter antecedens atque consequens adsis -tens liquidatum vel illiquidatum medium persistens suscipi-tur aliud. Nulla quidem in primi secundique formationedif$cultas apparet, in tertio vero taliter insti[ti]tuimus, ut

39, 12 cum post ferrarii supplendum censeo 15 fullones| In L 40, 9 insti-tuimus emend. N] institituimus L

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gono degradati e trasformati tutti gli altri. In questo stessoluogo vi sono gli stampatori. Nell’accampamento D, del con-te, vi sono 21 conti, dei quali alcuni vengono promossi digrado ed altri degradati, altri ancora trasformati nei perso-naggi dei templi. In questo stesso spazio vi sono i fabbri con21 operazioni proprie. Nell’accampamento E, del governato-re, assieme a 21 governatori promossi, degradati e trasforma-ti si trovano anche gli stallieri. Allo stesso modo nell’accam-pamento del giudice vi sono dei soldati, in quello del consi-gliere i lavandai, in quello del comandante in grado i biblio-tecari, in quello del portavoce i musicanti, in quello del se-gretario vi sono i barbieri, in quello delle guardie personali icalzolai. Nel tempio del ponte$ce vi sono 21 ponte$ci, deiquali quello di A è trasformato in re, quello di B in principe,quello di C in duca, e così via per i restanti. In questo tempiovi sono anche le ostesse con le relative 21 operazioni. Neltempio del sacerdote vi sono 21 sacerdoti dei quali quello diA è trasformato in re, quello di B in principe, quello di C induca, quello di D in conte, e così gli altri. In questo vi sono icoppieri. Nel tempio del profeta si trovano 21 profeti, deiquali quello di A è incoronato re, quello di B principe, e co-sì via. In questo vi sono anche i lanaioli. Seguendo questastessa modalità bisogna pensare anche il tempio del dottore,in cui vi sono i pastori, il tempio del lettore, in cui vi sono icontadini, quello del maestro di canto, con gli ortolani, quel-lo del sacrestano in cui vi sono i giocatori, il tempio del por-tatore di $accola dove sono le guardie, quello del tesorierecon i maghi, quello del portinaio con i pittori e, in$ne, quel-lo del custode con i suoi gaudenti.

[40] Ventinovesimo sigillo,il combinatore di sillabe

Questo sigillo ci propone tre tipi di combinazioni di silla-be, di cui il primo è caratterizzato da una prima lettera con-sonante che precede la seconda che è vocale, il secondo haun ordine inverso rispetto al primo e con il terzo invece trala lettera che precede e quella che segue è posta una vocaleche leghi le due oppure una vocale che si colleghi ad un’al-tra vocale $nale. Per formare il primo ed il secondo tipo di

quintuplici situs differentia quintuplex persistens mediumin sequenti combinatorio captetur:

Bb. bc. bd. be. bf. bg. bi. bk. bl. bm. bn. bns. bnt. bp. br. bs.bt. bv. bx. Cb. cc. cd. ce. cf. cg. ci. cl. cm. cn. cns. cnt. co. cp. cr. cs. ct.cv. cx.

Simile iudicium est de caeteris elementis combinandis. Inoperatione quoque quintuplici operis locali differentia pro-videndum duximus, sicut primo combinatorio differentiatriplex liquescentia L, R, N insinuabat. [41] Primi generis combinatorium in imaginatis 22 fratribusper$ciebatur, quibus quintuplex adveniens differentia con-comitans promebat elementum. Secundi generis combina-torium in imaginatis quinque amicis, qui 22 qualitatibus velcircumstantiis adfecti secundum combinationis notabantelementum. Tertii generis primus ordo $at de devinctis, 2.de aegrotis, 3. de claudis, 4. de caecis, 5. de barbiferis, 6. designatis, 7. de atris, 8. de candidis, 9. de lividis, 10. de mun-dis, 11. de caelibibus, 12. de rivalibus, 13. de of$ciosis, 14.de gloriosis, quibus habetur signum / prioris in combinatio-ne elementi. Ad secundum vero combinationis elementumpromptius habendum, ad A pertineant onagri, ad B oves, adC lunatici, ad D magi, ad E invidi, ad F fures, ad G gulosi, adI iracundi, ad L superbi, ad M simulatores, ad N mercuria-les, ad O libidinosi, ad R canini, ad S serpentini, ad T homi-cidae, ad V ociosi, ad X castrati, ad Z tortuosi. [42] Combinatorium primum in negotiis hortensibus rurali-busque in quinque distributum genera versatur: aut enimcirca olera, aut circa vineas, aut circa segetes, aut circa fruc-tus, aut circa ligna per$citur, ut alia ad primum, alia ad se-cundum, alia ad tertium, alia ad quartum, alia ad quintumsubsistens referantur.

41, 5 secundum emend. N] secundnm L 9 caelibibus emend.] caelebibusN L rivalibus emend. N] yivalibus L

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sillabe non sembra esserci alcuna dif$coltà, per il terzo inve-ce abbiamo fatto in modo che, per mezzo della quintuplicedifferenza di un luogo, ognuna delle cinque vocali possa es-sere aggiunta in mezzo alle sillabe del seguente elenco:

Bb. bc. bd. be. bf. bg. bi. bk. bl. bm. bn. bns. bnt. bp. br. bs.bt. bv. bx.Cb. cc. cd. ce. cf. cg. ci. cl. cm. cn. cns. cnt. co. cp. cr. cs. ct.cv. cx.

Con un criterio simile combineremo anche le restanti let-tere; inoltre, anche per questo tipo di operazione con le cin-que differenze di luogo in cui si svolge l’azione, abbiamo ri-tenuto di dover provvedere allo stesso modo in cui, nel pri-mo tipo di sillabe, una triplice differenziazione suggeriva leconsonanti liquide L, R, N.[41] Il primo tipo di sillabe si otteneva per mezzo della vi-sualizzazione di 22 fratelli ai quali si aggiungeva una quintu-plice differenza che serviva a esprimere il suono della letteravocale. Il secondo modo per formare le sillabe consistevanel visualizzare cinque amici che erano caratterizzati secon-do 22 qualità o elementi aggiuntivi e che rappresentavano laseconda lettera della sillaba. Per il terzo tipo di sillabe, inve-ce, la prima serie è composta da personaggi raf$gurati comescon$tti, la seconda da malati, 3. zoppicanti, 4. ciechi, 5.barbuti, 6. con cicatrici, 7. scuri di pelle, 8. pallidi, 9. spor-chi, 10. puliti, 11. celibi, 12. rivali in amore, 13. servizievoli,14. tracotanti; con questi si farà l’immagine della prima let-tera di ogni sillaba. Per rappresentare invece con prontezzala seconda lettera della sillaba, prenderemo per la A dei te-stardi, per la B degli sciocchi, per la C dei lunatici, D incan-tatori, E invidiosi, F ladri, G golosi, I iracondi, L superbi, Mmisti$catori, N loquaci, O libidinosi, R ringhiosi, S in$di, Tomicidi, V oziosi, X castrati, Z contorti.[42] La prima combinazione di sillabe si effettuerà dunqueper mezzo di attività rurali ed agricole, suddivise secondocinque generi differenti: si agirà pertanto o presso orti, opresso vigne, o presso campi di frumento, o presso frutteti eboschi da legna, azioni che, rispettivamente, saranno riferi-te alla prima, altre alla seconda, alla terza, alla quarta o allaquinta vocale.

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Combinatorium secundum totidem supposita exigit prototidem combinatoribus designandis. In quinque igitur ge-nera distribuantur, ut haec quidem circa cibum, haec circaindumentum, ista circa ornatum, isthaec circa aedi$cia, illacirca aedi$ciorum versentur ornamenta.

Combinatorium tertium quattuordecim combinationumcontinet ordines, quarum prima versetur circa musicales ac-tiones, 2. circa studiosas, 3. circa metalla, 4. in lapidem, 5. inmerces, 6. in lusus, 7. in militiam, 8. in iudiciariam, 9. in sa-cri$cia, 10. in medicinam, 11. in vecturam, 12. in latrocinia,13. in magica, 14. in ligame<n>ta.

Restat de duobus subsistentibus combinatorium:

Aa Ea Ia Oa Ua Ae Ee Ie Oe Ue Ai Ei Ii Oi Ui Ao Eo Io Oo UoAu Eu Iu Ou Uu /

[43] Primi combinatorii hortensia negotia Ba, Ca, Da: semi-num eductio, ventilabrum, cribrum, pulvis, semen, planta, fas -ciculus, lapis, canistrum, lympha, ligo, iuncus, asellus, unci-ni, scopa, linea, testa, flores. Vinitoris gesta Be, Ce, De: plan-tatio, extirpatio, collectio, calcatio, pressio, occatio, putatio,vindemia, pali, fasces, frondes, corbes, utres, vinacia, faeces,asellus, [utres,] dolium, vinum. Frugum conditiones Bi, Ci,Di: satio, aratio, trituratio, eventilatio, area, falx, currus, mani-pulus, saccus, asinus, cribrum, vomis, excussorium, stimulus,iugum, aratrum. Arborum tractatio Bo, C<o>, Do: extirpatio,plantatio, putatio, insitio, incisio, coniugatio, lectio, excussio,rigatio, subtensio, oneratio, exoneratio, sporta, lapis, fovea,fructus. Lignorum contrectatio Bu, Cu, Du: truncatio, sectio,

42, 13-14 musicalesactiones L 17 ligamenta emend. N] ligameta L 43, 7utres iterum scrips. L N, delendum censeo 10 Co emend. N] C. L

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La seconda serie di sillabe necessita invece di tanti ogget-ti di supporto quante sono le consonanti che entrano a farparte delle combinazioni e che dobbiamo raf$gurare. Li di-stribuiremo quindi in cinque generi diversi, così che i varioggetti riguarderanno alcuni il cibo, altri i vestiti, altri anco-ra gli accessori, gli edi$ci, gli arredi degli edi$ci.

Il terzo tipo di alfabeto sillabico contiene inoltre quattor-dici gruppi di sillabe, il primo dei quali ha a che fare con leazioni proprie della musica, il secondo con gli studi, il terzocon la lavorazione dei metalli, 4. con la lavorazione dellapietra, 5. l’attività mercantile, 6. i giochi, 7. le attività milita-ri, 8. quelle giuridiche, 9. i sacri$ci, 10. quelle mediche, 11.legate ai trasporti, 12. furti e malaffari, 13. le attività magi-che, 14. gli incantesimi e il malocchio.

Rimane da presentare solo la combinazione delle coppiedi vocali:

Aa Ea Ia Oa Ua Ae Ee Ie Oe Ue Ai Ei Ii Oi Ui Ao Eo Io Oo UoAu Eu Iu Ou Uu

[43] Per quanto riguarda le attività agricole, relative al pri-mo tipo di sillabe, Ba, Ca, Da, ecc., avremo: i germogli, ilventilabro, il setaccio, la polvere, il seme, la pianta, le fasci-ne, la pietra, il cesto, l’acqua, la zappa, il giunco, il somaro,il forcone, la scopa, la corda, il vaso, i $ori. Per le attività le-gate alla vigna, cioè per Be, Ce, De, ecc., avremo: il piantare,l’estirpare, la raccolta, la pigiatura, la spremitura, l’erpicatu-ra, la potatura, la vendemmia, i pali, i legacci, le fronde, i ce-sti, gli otri, le vinacce, la feccia, l’asino, la giara, il vino. Perquanto riguarda le attività legate ai campi di frumento, avre-mo per Bi, Ci, Di, ecc.: semina, aratura, macinatura, ventila-tura, l’aia, la falce, il carro, il fascio, il sacco, l’asino, il setac-cio, il vomere, il bastone, il pungolo, il giogo, l’aratro. Per leazioni relative agli alberi da frutta, ovvero per Bo, Co, Do,ecc., avremo: sfoltire, piantare, potatura, innesto, innesto adincisione, innesto per ravvicinamento, raccolta, battitura, ir-rigazione, puntellare, rincalzare, disboscare, cesta, pietra,buca, frutti. Per l’attività presso i boschi da legna, cioè il

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decorticatio, serra, fascis, pyra, dola, securis, lectus, sedes,mensa, archa, solium, altare, columna, tabula, tabulatum. [44] Secundi combinatorii circa cibum sunt Ab, Ac, Ad: ol-la, sartago, cacabus, craticula, veru, patella, ignis, mensa,pincerna, pistor, pastillarius, vomens, frangens, comedens.Circa indumentum Eb, Ec, Ed: linum, $lum, tela, vestis, tun-dit, mundat, $lat, convolvit, orditur, texit, scindit, suit, ex-pulverat, plicat, dilacerat, induit, exuit, carminat. In corpo-ris ornatum Ib, Ic, Id: manus, facies, caput, pedes, dorsum,barba, ungues, digiti, pecten, speculum, scopa. In aedi$ciaOb, Oc, Od: arena, lapis, calx, picus, marra, scalprum, scha-la, fulchrum, ruina, fundamentum, paries, tectum, trabs. Inaedi$ciorum ornatum Ub, Uc, Ud: gypsum, color, frondes,tapeta, aurum, papirus, puella. [45] Tertii combinatorii musicus Bc: campana, nola, timpa-num, cornu, cythara, testudo, lyra, tibia, crepitaculum,ur/ceus, trenula. Studiosus Cb: compaginatio, scriptura, lec-tio, ordinatio, evolutio, mathesis, physis, grammatica, logica,rethorica. Minerarius Db: tundit, cudit, limat, contundit,ignis, aqua, folles, folliculus, lima, incus, carbo. LapidariusFb: excavat, frangit, iacit, levigat, tingit, struit, concoquit, at-tollit, ordinat, scalpit, portat. Mercator Gb: olera, triticum, li-num, pannum, vasa, oleum, cultri, panes, vina. Miles Id: lori-ca, hasta, ensis, pugio, catapulta, arcus, balista. Iudex Lb: ap-prehensio, examinatio, consilium, tortura, iudicium, mani-cae, compedes, flagellum, auricula, manus, laqueus, rota,ignis. Sacerdos Mb: orat, benedicit, accendit, lustrat, sa-cri$cat, baptizat, exorcizat, excommunicat, communicat,caedit, offertorium, crux, idolum. Lusor Nb: paxilli, aleae,trochus, palus, saltus, lucta, pila, calculi, [saltus,] cursus. Me-dicus Pb: pulsus, sanguis, ignis, oleum, terra, pharmacum,

44, 6 carminat emend.] cardinat L N 45, 12 flag. L N 16 saltus iterumscrips. L, delev. N

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gruppo Bu, Cu, Du, ecc., avremo in$ne: troncare, tagliare,scorticare, sega, fascina, legnaia, ascia, accetta, letto, sedia,tavolo, cassa, trono, altare, colonna, asse, ripiano.

[44] Il gruppo di azioni invece che riguardano il cibo ecioè la serie di coppie Ab, Ac, Ad, ecc., del secondo tipo disillabe, consiste in: pentola, tegame, padella, griglia, spiedo,piatto, fuoco, tavolo, coppa, fornaio, pasticcere, che vomita,mastica, mangia. Riguardo agli indumenti, cioè Eb, Ec, Ed,ecc.: lino, $lo, tela, veste, battere la lana, pulitura, $latura,avvolgere in una matassa, orditura, tessitura, taglio, cucito,spolverare, piegare, lacerare, vestirsi, svestirsi, cardare. Perle parti del corpo e gli accessori da indossare, ovvero la se-rie Ib, Ic, Id, ecc., avremo: mani, volto, testa, piedi, schiena,barba, unghie, dita, il pettine, uno specchio, una spazzola.Per gli oggetti legati agli edi$ci, cioè il gruppo Ob, Oc, Od,ecc.: sabbia, pietra, calce, piccone, zappa, scalpello, scala,impalcatura, rovine, fondamenta, mura, tetto, trave. Per gliornamenti ed accessori degli edi$ci, in$ne, in corrispon-denza del gruppo Ub, Uc, Ud, ecc., avremo: gesso, pittura,fronde ornamentali, tappeti, oro, una pianta di papiro, unafanciulla.[45] Per quanto riguarda il musicante del terzo tipo di silla-be, cioè il gruppo che inizia con Bc: campana, campanella,timpano, corno, cetra, guscio di tartaruga, lira, flauto, sona-gli, grancassa, trenula. Per lo studioso del gruppo Cb: rilega-tura, scrittura, lettura, messa in ordine, lettura ad alta voce,matematica, $sica, grammatica, logica, retorica. Il minatoreDb: picchia, batte, lima, spacca, fuoco, acqua, mantice,sof$atori, lima, incudine, carbone. Il lavoratore della pietraFb: scava, spacca, getta, leviga, bagna, ammucchia, cuoce,solleva, ordina, intaglia, trasporta. Per il mercante Gb: pro-dotti dell’orto, frumento, lino, stoffe, vasi, olio, coltelli, pani,vini. Per il soldato Id: corazza, lancia, spada, pugnale, cata-pulta, arco, balista. Per il giudice Lb: arresto, interrogatorio,esame del caso, tortura, giudizio, manette, catene, flagella-zione, tenaglie, morsa, cappio, ruota, fuoco. Il sacerdote Mb:prega, benedice, accende le candele, puri$ca, sacri$ca, bat-tezza, esorcizza, scomunica, dà la comunione, immola, offer-torio, croce, idolo. Per il giocatore Nb: gioco dei paletti, da-di, cerchio, palo, salto, lotta, palla, sassi, corsa. Il medico Pb:tasta il polso, controlla il sangue, fuoco, olio, terra, farmaco,

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extenctio, cubatio, fricatio, expurgatio. Vector Qb: archa, do-lium, lectus, lagena, corbis, currus, liber, senex, vetula, puer.Latro Rb: percutiens, nudans, feriens, torquens, puella, gale-rus, porcus, ovis, pallium, crumena. Magus Sb: signum, thus, nodus, holocaustum, imago, lemur, ignis, baculus,[thus,] lymphae lustrales, pentagonus. Pastor Tb: pera, bacu-lus, lana, lac, lupus, ovis, canis, capra, bos, porcus. VenatorUb: caper, vulpes, cornu, aper, cervus, canis, ursus, leo. [46] Ad istorum numerum si tamquam semimathematicaliasubiecta velis varie per arti$cium efformata referre, non mo-dicum videberis lucratus. Habeat igitur musicus multiplicemarcham, studiosus tabulatum multiplex, minerarius multifor-mem lectum, caeterique varie efformata mensam, / altare,sedem, brutum, foeminam, vas, offendiculum, obicem caete-raque, quibus appositis idem, quod animata designant, con-signi$cetur. Adde ad optimum usum sive radicalium puncto-rum sive plurium caeterorum huiusmodi istam subsisten-tium elementorum cum subsistentibus aliis elementis combi-nationem. Instituebamus enim iuxta radicalium signi$cato-res quinque adsistentium genera, quae vel 25 differentialessibi species adsciscerent vel de quinque materiis 25 formaseducerent. Extabant igitur absoluta quinque A, E, I, O, U,quae modica differentia se magna prodere poterant aut par-va; subindeque ad duplicis consequentis punctuationis ex-pressionem duobus aliis adnectebantur singula caeterorumquattuor, sicut iisdem A primum adnexum vides:

Aaa Aea Aia Aoa AuaAae Aee Aie Aoe AueAai Aei Aii Aoi AuiAao Aeo Aio Aoo AuoAau Aeu Aiu Aou Auu

23 thus iterum scrips. L, delendum censeo

46, 1-2 semimathematicalia subiecta] cfr. Ars rem., supra, 21-24.

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dilatazione, riposo, sfregamento, emissione. Per il trasporta-tore Qb: cassa, botte, lettiga, anfora, cesta, carro, servo, vec-chio, donna anziana, bambino. Il ladro Rb: picchia, depreda,ferisce, infligge, fanciulla, berretto, porco, pecora, veste, bor-sa. Per il mago Sb: segno, nodo, sacri$cio, immagine, spirito,fuoco, bacchetta magica, incenso, acqua benedetta, pentaco-lo. Per il pastore Tb: bisaccia, bastone, lana, latte, lupo, pe-cora, cane, capra, bue, porco. Per il cacciatore Ub: capretto,volpe, corno, cinghiale, cervo, cane, orso, leone.[46] Se vorrai utilizzare tutte queste $gure formate in variomodo per arti$cio come sostrati di tipo semimatematico, netrarrai un vantaggio non indifferente. Avrà dunque il musi-cista più casse, lo studioso più scrivanie, il minatore più lettidi diverse fogge, e tutti gli altri tavole variamente raf$guratee altari, sedie, animali, fanciulle, vasi, strumenti per colpire,cose da gettare ed altri ancora con i quali esprimeremo que-gli stessi signi$cati che le immagini animate, alle quali sonostati aggiunti, ci esprimono. Si aggiunga inoltre, per un lorofunzionamento migliore, sia come elementi signi$cativi e asé stanti, sia per molte altre funzioni simili, quest’altro tipodi combinazione tra vocali e vocali. Avevamo stabilito, dun-que, per ciascuna delle immagini principali e signi$cativecinque tipi di $gure assistenti che o ricevevano, a loro volta,25 differenze speci$che, oppure davano vita a 25 $gure di-verse a partire da cinque materiali differenti. Scioglievamopertanto le cinque vocali A, E, I, O, U, ponendole separate eindipendenti, già così potendo essere utili, a partire da unapiccola differenza, sia a molte che a poche cose; fatto ciò leassociavamo a ciascuna delle altre quattro vocali in modo dacomporle con le coppie decrescenti formate dalla combina-zione delle vocali, come si può vedere nel caso della primacombinazione, relativa alla A:

Aaa Aea Aia Aoa AuaAae Aee Aie Aoe AueAai Aei Aii Aoi AuiAao Aeo Aio Aoo AuoAau Aeu Aiu Aou Auu

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[47] De interprete,qui XXX est sigillus

Interpreti primo ad elementorum numerum viros 22 sigil-latim referendos decrevi; secundo illorum singulis atria veldomos 22, quas denominarent, adtribui; tertio atriorum veldomorum singula in sex cubilia, quae ordine quodam 22na-rium complerent tertium, distinxi ut virum in quibuscum-que cubilibus repertum, trium semper elementorum / exloco quidem praesentatorem, ex activo autem, passivo neu-troque gestu signi$catorem ef$cerem et interpretem.

Figuram quoque institui, in qua primo ex atrii nomine, 2.ex nomine cubilis, 3. ex nomine praesidis inspecto, tria desig -nata inspicerem radicalia. Ipsa quidem quadrata est et 22 or-dinibus in 22 partes divisis constans, in quibus notae diame-traliter appositae per planum ad dextrum sinistrumque rela-tae ipsum, quod primum in atrio supponitur, elementum no-tant; sursum vero atque deorsum ascensu descensuque respi-cientes secundum, quod a singulis cubilium desumitur, ele-mentum designant; singularis vero nota, quae in $gurae mar-gine cernitur ad$xa, praesidem virum refert. Ibi vel a cubilisintentione ad intentionem atrii et praesidis, vel ab intentionepraesidis ad intentionem atrii et cubilis, vel ab atrio ad cubileet praesidem, vel a cubili ad praesidem et atrium, vel a praesi-de ad cubile et atrium, vel ab atrio ad praesidem et cubileprocedere valens, non modo tibi interpretem comparabis,sed et maiorum omniumque – si quos habet Cabala – myste-riorum scrutatorem contemplatoremque te poteris ef$cere. [48] Non minus exquisitam ad captandum interpretem de-nuo comperi rationem. Quandoquidem trecentae et septua-ginta septem de primis duabus radicibus combinationes agnos -cunt Cabalistae, iccirco totidem viros earundem signi$cato-res certa serie institui, iisdemque propria atria, domos et cubi-lia in tot partiales distributa sedes destinavi, quot ipsi pro tertiadesignanda radice susciperent operationes. Quod ut $rmius

47, 9 exactivo L 48, 1 exquisitamad L

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[47] Trentesimo sigillo,l’interprete

All’interprete stabilii di af$dare, in primo luogo, ventidueuomini, uno per ogni lettera dell’alfabeto; in secondo luogoassegnai a ciascuno di loro ventidue atrii o abitazioni, che nericevevano il valore alfabetico; per terzo suddivisi ogni atrioo casa in sei stanze che contenevano un terzo alfabeto di ven-tidue lettere, disposto secondo un certo ordine. In questomodo ero in grado di far sì che ciascun uomo, in qualsiasistanza si trovasse e a partire dal luogo stesso, per mezzo di ungesto attivo, passivo o neutro, potesse sempre rappresentare,rendere manifeste e farsi interprete di tre lettere.

Costruii quindi anche uno schema $gurativo in cui, a parti-re anzitutto dal nome dell’atrio, seguito dal nome della stan-za e in$ne da quello del personaggio visualizzato nel luogo,potevo individuare le tre consonanti delle radici. Questo eraun quadrato formato da 22 colonne suddivise in 22 caselle,nelle quali i segni delle lettere, disposti diagonalmente dal-l’angolo destro in alto al sinistro in basso, denotano la primalettera che è associata all’atrio; guardando invece sopra o sot-to, in senso verticale, denotano la seconda lettera, che si de-sume da ciascuna stanza; il segno poi, che si legge inscritto inogni singola casella posta ai lati della $gura, riporta il perso-naggio principale. Qui dunque, potendo passare o dal si-gni$cato della stanza a quello dell’atrio e del personaggio, oda quello del personaggio a quello dell’atrio e della stanza,oppure da quello dell’atrio a quello della stanza e del perso-naggio, o ancora da quello della stanza a quello del perso-naggio e poi dell’atrio, o, addirittura, da quello del personag-gio a quelli della stanza e dell’atrio, non solo ti procurerai uninterprete, ma diventerai anche scrutatore e contemplatoredi tutti i più profondi misteri della Cabala (se ne ha).[48] Ho trovato un’ulteriore eccellente ragione per impa-dronirsi dell’interprete. Poiché infatti i Cabalisti ammetto-no trecento e settantasette combinazioni per le prime duelettere delle radici, io assunsi, in una determinata successio-ne, altrettanti uomini come segni di quelle, ed assegnai loropropri atrii, dimore e stanze divise in tanti settori quanteerano le speci$che operazioni che essi dovevano compiereper rappresentare la terza lettera. Per procedere più sicuro

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praestarem et accuratius, talia perpetuo sedibus adieci, qualiadesignandum elementum referre valeant. Ad universalem au-tem interpretem viris, / virorum insigniis, insignitorum actio-nibus, agentium adsistentibus atque circumstantibus ordina-tum – prout idiomatis exigit ratio – combinatorium perfeci,quibus sedulo expeditis patriam, in qua actionum suppositade primo in secundum actum prodirent, elegi; ibidemque adlocum proprium agentem, actionem actumque contrahens,ex adiective vel substantive, antecedenter vel consequenter velconcomitanter appositis substantiam vel accidens, rem vel in-tentionem, actionem vel passionem, vel aliam quamcumquereferendam intentionem ob oculos apponere novi.

[49] Triginta formarum non sensibiliumde sensibilibus deductiones

Praepositis adde quod naturales vel in naturalibus per ar-tem ef$nctae formae – de externo in internum sensum irre-pentes et accurata quiditate, magnitudine, multitudine, ha-bitu, dispositione, affectione, colore, forma, $gura, habitu-dine ad subiectum, ad continens applicatione, activitate peromnia, motivitate in alia, mobilitate ab aliis, ordine ad alia,situatione cum aliis, nec non aliorum possessione, consis -tentia, circumstantia et adsistentia excogitatae – triginta modis aliae deducuntur ex aliis, quorum quindecim simpli-ces, totidem vero conversivi existunt.

11 adsistentibus emend. N] adsistensibus L

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e preciso, aggiunsi in modo permanente a quei luoghi tuttequelle cose che potevano essere utili a riprodurre la letterada raf$gurare. Allo scopo di avere invece un interprete uni-versale realizzai un alfabeto combinatorio organizzato – perassecondare la struttura della lingua – con uomini, caratteriloro peculiari, azioni relative a quelle caratterizzazioni, $gu-re assistenti e circostanti alle azioni di costoro; per tutti que-sti, accuratamente preparati, scelsi una dimora nella qualegli oggetti per le azioni venivano passati e scambiati da ungesto all’altro. In questo modo dunque, contraendo un per-sonaggio agente, un’azione ed un gesto entro un luogo spe-ci$co e proprio e per mezzo di immagini di oggetti aggiuntialla $gura o al luogo, che precedono nell’azione, ne deriva-no o ne sono concomitanti, avevamo imparato a visualizza-re una sostanza o un accidente, una cosa o un concetto,un’azione attiva o passiva, o qualsiasi altro contenuto da rap-presentare.

[49] I trenta modi di derivazione delle immaginidi cose non sensibili da quelle sensibili

A tutto quanto abbiamo fatto precedere aggiungi ancheche le immagini di cose della natura, o raf$gurate arti$cio-samente con riferimento ad elementi tratti da essa, poichégiungono tutte al senso interno attraverso quello esterno,possono essere ridotte e derivate le une dalle altre per mez-zo di trenta modi, visualizzate in base alla de$nizione dellaloro essenza o della grandezza, molteplicità, proporzione,complessione, caratteristica, colore, forma, $gura, relazionecon il sostrato, rapporto con quanto contiene, possibilità diazioni rispetto a tutte le cose e di movimento entro o rispet-to ad altre, posizione d’ordine o collocazione rispetto aqualcosa e poi possesso o privazione di altre cose, elementidi cui sono costituite, da cui sono circondate o a cui sono as-sociate. Di questi trenta modi, quindici sono semplici ed irestanti, invece, di tipo inverso.

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[50] Primum quindenarium: 1. de habitu externo in inter-num habitum; 2. de operatione in facultatem atque poten-tiam; 3. de medio et $nito in extraemum et in$nitum; 4. deinsigni in insignitum; 5. de hierogly$co in suum conno-tatum; 6. de methaphorico in suum naturale; 7. de instru/mento in arti$cem; 8. de habente in possessum; 9. delocato in locum; 10. de contemporaneo in tempus; 11. demodi$cato in modum; 12. de specie in genus; 13. de profe-rente in prolatum; 14. de veri$cante in veri$catum; 15. deaccidente in substantiam.

Secundum quindenarium: 1. de propria passione in sub -iectum; 2. de simili in consimile; 3. de proportionali in comproportionale; 4. de relativo in correlativum; 5. de ef-fectu in caussam; 6. de continente in contentum; 7. de partein totum; 8. de subalternato in subalternans; 9. de contrarioin contrarium; 10. de principali in reductivum; 11. de ante-cedente in consequens; 12. de concomitante in comitem;13. de commutante in mutatum; 14. de invertente in inver-sum; 15. de capitis additione diminutioneque in corpus. /

50, 12 proportionali emend.] proportionale L

50, 1-19 Primum ... corpus] cfr. Cant. Circ., 107-111 et adn. ad loc.; De imag.comp., infra, 21-26.

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[50] Prima quindicina: 1. dall’aspetto esterno a quello inter-no; 2. dall’azione alla sua concezione o possibilità; 3. dal me-diano e $nito all’estremità e all’in$nito; 4. dal simbolo a ciòche è signi$cato; 5. dal gerogli$co a quanto esso rappresen-ta; 6. da ciò che è metaforico a quanto esso esprime real-mente; 7. dallo strumento all’arte$ce; 8. da chi possiede a ciòche è posseduto; 9. da ciò che occupa uno spazio allo spaziostesso; 10. dall’istante attuale al tempo; 11. da ciò che è mo-di$cato alla modalità con cui ciò si attua; 12. dalla specie algenere; 13. da chi parla a ciò che è detto; 14. da chi cerca diveri$care al fatto vero; 15. dall’accidente alla sostanza.

Seconda quindicina: 1. da una particolare situazione subi-ta al soggetto; 2. dal simile a ciò a cui assomiglia; 3. da quan-to è proporzionale all’elemento a cui è proporzionato; 4. dalrelativo a ciò cui è relazionato; 5. dall’effetto alla causa; 6. dalcontenente al contenuto; 7. dalla parte al tutto; 8. dal subal-terno a ciò a cui è subordinato; 9. dal contrario al proprioopposto; 10. dal generale allo speci$co; 11. dall’antecedenteal conseguente; 12. dal concomitante a ciò a cui è contem-poraneo; 13. da ciò che cambia a ciò in cui è trasformato; 14.da ciò che è da invertire al suo inverso; 15. dall’addizione osottrazione di membra e parti all’intero organico.

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[51] PHILOTHEI IORDANI BRUNI NOLANITRIGINTA SIGILLORUM EXPLICATIO

Omni verborum superstitiosa cura abacta, tibi a nobis utagglomeratum implicitumque $lum evolventibus et eno-dantibus, velutique occultam complicatamque telam edu-centibus et explicantibus, triginta, quos ordinavimus, sigilliaperiuntur.

[52] Primi sigilli explicatio

Campus erat primus sigillus, quem veluti universi operisarti$ciique subiectum oportet apparasse prius. Ipse est lo-cus, qui in secunda theoriae Artis reminiscendi parte per co-munis propriique differentias distinguitur et in suas speciesomnes distribuitur. Hic perquiri simulacra locorum diceremaluimus quam loca. Ea enim cum externis obiiciunturoculis, minus sensibili praesentia movere comperimus,quam cum internis phantasticae facultatis oculis intentataperlustrantur. Hic ideo amplissimus sinus intitulatur phan-tasia, quia quod terminatum determinatumque a sensibusexternis accaepit, / in immensum ampli$care et in innume-rum multiplicare valet.

52, 12 accaepit lege accepit

51, 6-7 sigilli aperiuntur] Apoc., 5, 1-2; 6 (per totum) et 8, 1.52, 4 in ... parte] cfr. Ars rem., supra, 11.

[51] SPIEGAZIONE DEI TRENTA SIGILLIDI FILOTEO GIORDANO BRUNO NOLANO

Scacciato ogni vano culto delle parole, come srotolando edipanando un $lo raggomitolato e come svelando e dispie-gando una complessa ed occulta tela, ecco che qui ti sonoaperti, per merito nostro, i trenta sigilli che avevamo in pre-cedenza messo in ordine.

[52] Spiegazione del primo sigillo

Il campo era il primo sigillo che è necessario preparareper primo come sostrato dell’intera opera e di tutta quantal’arte. Questo è il luogo mnemonico che, nella seconda par-te della teoria dell’Ars reminiscendi, è distinto nei due generidi «comune» e «proprio» ed è ripartito in tutte le sue spe-cie. Qui abbiamo preferito dire che dovevano essere presein esame immagini dei luoghi piuttosto che luoghi. Difattiabbiamo scoperto che quando sono guardati con gli occhiesterni ci smuovono meno, con la loro presenza sensibile, diquando ci rivolgiamo ad essi esaminandoli con gli occhi in-teriori della facoltà fantastica. Qui inoltre la fantasia è detta«amplissimo seno» perché è in grado di moltiplicare ed am-pli$care all’in$nito quanto di $nito e determinato riceve at-traverso i sensi esterni.

10-13 Hic ... valet] cfr. De imag. comp., infra, 35.

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[53] Sinus iste, qui est in subiecto anima vel animali, aliusgeneris ef$citur subiectum, dum ea loca in genere phanta-siabiliter retinenda suscipit, in quibus ea ipsa rerum signa,imagines et $gurae inscribi debeant, quae in species sig -ni$catorum et presentatorum vivaciori memorativae facul-tatis obtutu inspiciendas promovent. Ipsorum vulgatas ratio-nes in secunda theoriae parte protulimus. Iam ut aliquid ad-ferat<ur> huius disciplinae proprium, ad instar Solimae perThalmutistam divisae praecipimus ut generalissima formageneralissimum, generalis generale, specialis speciale, indi-vidualis individuale subiectum consequatur, haud aliterquam aliam formam ab alia comprehendi conspicimus.

[54] Secundi sigilli explicatio

Coelum dicitur secundus sigillus, quia ad eam memoriterretinendi rationem spectat, qua cosmicae vel geographicaevel alius eiuscemodi descriptionis formam habere ad sensusinterioris oculum concupimus. Cum igitur sphaera mundi velterrae in sua sit divisa hemisphaeria, quadrantes vel alia eiusgeneris membra, cumque eadem non solum in globi simula-cro, sed et in ipso globo non facile statim occurrere possintperquisita, istam excogitavimus viam, qua citra dif$cultatemsuis numeris atque mensuris intendentibus sensibus occurrant.[55] Destinamus enim exempli gratia domum universaepraesentandae sphaerae, hancque primum / in duas gene-rales dividimus partes, quarum altera sit ad partes hemi-sphaerii superioris, altera ad partes hemisphaerii inferiorispraesentandas ordinata. Dehinc utraque dictarum partiumquatuor sibi cubilia seligat, ut primum referat quadrantemorientalem ab aequinoctiali ad arcticum polum, secundumoccidentalem, tertium orientalem ad polum antarcticum,quartum occidentalem. Sicut autem quadrantum singulistribus angulis terminari tribusque lineis accidit de$niri, ita

53, 7-8 adferatur emend. N] adferat L

53, 6-7 Ipsorum ... protulimus] cfr. Ars rem., supra, 12-19.9-12 praecipimus ... conspicimus] cfr. Cant. Circ., 127.

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[53] Questo spazio, che si trova nello spirito vitale ovveronella sostanza animata, dà vita ad un altro tipo di sostrato,nel momento in cui riceve e trattiene quei luoghi di tipofantastico nei quali devono essere inscritti quei segni dellecose, quelle immagini e quelle $gure che spingono a guar-dare le immagini dei signi$cati e delle cose presentate conuno sguardo della memoria più vivace. Nella seconda partedella teoria abbiamo esposto anche le regole consuete rela-tive ad essi. Qui invece, perché venga esposta una novitàpropria di questa tecnica, abbiamo voluto insegnare – attra-verso l’immagine di Gerusalemme suddivisa dal Talmudista– come ad una forma generalissima debba corrispondere unsostrato generalissimo, ad una generale uno altrettanto ge-nerale, ad una forma speci$ca un sostrato speci$co e a quel-la individuale uno individuale, allo stesso modo in cui vedia-mo che una forma è compresa e contenuta in un’altra.

[54] Spiegazione del secondo sigillo

Il secondo sigillo è chiamato cielo, perché concerne quelmodo di memorizzare con il quale desideriamo avere difronte all’occhio del senso interno la forma della descrizionedel cosmo, della geogra$a o di altre simili. Poiché la sfera delmondo, o terrestre, è divisa, secondo i suoi emisferi, in qua-dranti ed altre simili parti e sottoparti e, tuttavia, non risultafacile che queste, ricercate, possano essere scorte non solo inun’immagine del globo, ma anche nella volta stessa del cielo,abbiamo dunque escogitato questo espediente grazie al qua-le, senza dif$coltà, esse si presentino all’attenzione dei sensi,secondo il loro numero e le loro misure. [55] Destiniamo pertanto, a titolo esempli$cativo, un edi -$cio alla riproduzione della sfera dell’universo e, per primacosa, dividiamolo in due parti principali ordinate per rap-presentare, la prima, l’emisfero superiore e, la seconda,quello inferiore. Dopo di ciò si individui in ciascuna di que-ste due parti quattro stanze, in modo che la prima riporti ilquadrante orientale che va dalla linea equinoziale al polo ar-tico, la seconda il quadrante occidentale, la terza quelloorientale rivolto al polo antartico e la quarta quello occiden-tale. Inoltre, così come succede che ciascun quadrante è de-

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ipsorum cubilium sunt concipiendae partes, ut pro punctishic polum, ibi angulum orientis vel occidentis, illic angulummeridiei vel merinoctii statuat; pro lineis vero hic meridiani,ibi aequinoctii vel aequidialis, ibi orizontis portionem termi-nantem intelligat; moxque ad partium referendarum situset habitudines respiciens, facile omnium atque singulorumexquisitam poterit nactus esse praesentiam.

[56] Cathenae, quae tertius est sigillus, explicatio

Cathenae explicationem habes in intentione decimater-tia libri De umbris idearum, quae quidem dupliciter usu veni-re valet: utpote ad ipsum iudicium, cum per hanc rerum ha-beamus rationem, qua certa serie gradus entium contem-plantes intelligamus veram distinctamque cuiusque essen-tiam veluti in centro quodam esse consistentem, ubi alteraquae superior est circumferentiae parte in$mum naturaeproximae superioris gradum attingit, altera vero huic oppo-sita naturae proxime inferioris supremo continuatur; secun-do ad intentionum retentionem faciendam, / dum caudamunius intentionis atque conceptus alterius intentionis atqueconceptus caput statuimus. Quod ibi typo retinendarum sig -niferi partium insinuavimus, dicens:

[57] Dux gregis armenti primum, sublatus in iram In geminosque pedes, impete fronte ferit.

Vindex, mente vacans, hinc Taurus concitus, ictu Irruit in fratres impatiens Geminos.

Germanos iuvenes af$nes protinus undae Excipiunt. Cancer rosida prata petit.

Repens obliquo limpharum Cancer alumnus Villosi vultum forte Leonis adit.

Percitus inde Leo crinitos surgit in harmos,Unde vagans rapidae visa Puella ferae est.

56, 4 valetutpote L 13 retinendarum emend. N] retinandarum L

56, 2-3 in ... idearum] cfr. De umbris, 34-35 et adn. ad loc.

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limitato da tre angoli ed è de$nito da tre linee, ugualmenteoccorre visualizzare le parti delle varie stanze in modo taleche si stabilisca, rispetto alle posizioni, dove è il polo, dovel’angolo occidentale o quello orientale, dove il mezzogiornoo la mezzanotte e, per quanto riguarda le linee, si cerchi dicapire invece dove è la parte delimitata dal meridiano, quel-la della linea equinoziale o equidiale e dell’orizzonte. Subitoguardando alle posizioni e ai rapporti delle parti che dobbia-mo rappresentare, si potrà ottenere con facilità l’eccellentevisione di tutte quante assieme e di ciascuna di esse.

[56] Spiegazione della catena, terzo sigillo

Trovi la spiegazione della catena nella tredicesima inten-zione del libro De umbris idearum. Questa può essere di utili-tà in due modi: nell’attività del giudicare, quando per mez-zo di essa abbiamo un modo per considerare le cose, percui, guardando i gradi degli enti secondo una certa sequen-za, comprendiamo che la vera e particolare essenza di cia-scun ente sta come nel centro di un cerchio, da cui può toc-care l’in$mo grado della natura immediatamente superiorecon la parte superiore della circonferenza, mentre con laparte opposta si collega al grado più alto della natura imme-diatamente inferiore. In secondo luogo serve a ricordare lenozioni, purché facciamo in modo che la $ne di un conte-nuto o di un concetto coincida con l’inizio di un altro. Ab-biamo suggerito questo uso con un esempio riguardante lamemorizzazione dei segni zodiacali, così scrivendo:

[57] Impennandosi furioso su entrambe le zampe, il capo del gregge

Colpisce con la fronte impetuosa il re dell’armento.Spinto via dalla propria sede il vendicativo Toro dissennato

Aggredisce con furia inarrestabile i fratelli Gemelli.Subito i giovani fratelli sodali sono scagliati

Nelle onde, mentre il Cancro avanza verso i roridi prati.Nel suo obliquo avanzare il Cancro, $glio dell’acqua,

Inaspettatamente si imbatte nel volto del villoso Leone.Il Leone così irritato si alza sulle zampe crinite

Fin dove alla rapida $era appare la Vergine errabonda.

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Hanc petit, illa fugit; quae gressu insana fugaciLibrantem incurrit per$ca lance virum.

Aestuat hic, cupidis quem dum complexibus haeret, Attriti Vermis cuspis adunca ferit.

Formidans l[a]etum medicas dum currit ad artes, Pone Sagittiferum sentit adesse virum.

Qui modo stuprata quam credit virgine laesus, Quo petit hunc iaculo, vulnerat ecce Caprum.

Ut primum intrusum ferrum persensit inique, Effugit in rapidas praecipitosus Aquas.

Sic caper infaelix a gurgite tractus aquarum Insueta inclusis Piscibus esca datur.

[58] Arboris, quae quartus est sigillus, explicatio

Arbor ad inventionem facit atque iudicium, ut manifes-tum est in iis quae in libro Arboris scientiae perhiben/tur. Dequocunque enim subiecto cum dicere volumus, sive ex alie-nis inventis colligentes sive ex nostris meditationibus eme-tentes, ita facimus ut in ipsum velut in arborem respicientes,primo eius radices, puta principia originalia, causas et ele-menta; deinde stipitem, id est propriam essentiam et esse,mox ramos, id est potentias, facultates atque virtutes; subin-de folia, puta accidentia propria et circumstantias; proindeflores, utpote actiones et operationes; tum demum fructus,qui sunt actus et opera, considerentur, ut eo pacto ordo –quo materiam disponimus – inventionem, iudicium et re-tentionem subministret. [59] Analytice quoque procedentibus arbor materiae de-monstrabilis statuatur, cuius pro radicibus sensus, imagina-tio, persuasio, authoritas caeteraque id genus $dem conci-tantium habeantur, pro gemino stipite investigationem ve-ri$cationis – alteram ex parte subiecti, alteram ex partepraedicati – et pro complicato in gemini stipitis concursu

57, 12 per$ca emend.] persica L N 15 letum emend. N] laetum L 16 sen-tit emend. N] sensit L

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La insegue, lei fugge; e mentre procede in folle fugaSi imbatte nell’uomo che regge la precisa Bilancia.

Arde d’amore, e mentre la stringe con avidi abbracci,Lo ferisce il ricurvo pungiglione dello Scorpione calpestato.

Temendo la morte, mentre ricorre alle arti del medico,Sente avvicinarsi dietro di sé l’uomo Sagittario.

Il quale subito offeso per la vergine che crede stuprataCon la freccia destinata a un altro, ecco, ferisce il Capri-

corno.Sentendo il ferro che a torto lo tra$gge, senza indugio

Si getta a precipizio nelle Acque vorticose;Così il capro infelice travolto dal gorgo delle acque,

È offerto come insolito pasto ai Pesci che vi dimorano.

[58] Spiegazione dell’albero, quarto sigillo

L’albero serve all’invenzione e al giudizio, come è mani-festo da quanto è esposto nel libro Arbor scientiae. Infattiquando vogliamo discutere di qualsiasi argomento, sia rac-cogliendo argomentazioni altrui, sia mietendo dalle nostrestesse riflessioni, facciamo come se stessimo guardando unalbero: dapprima le sue radici, cioè i princìpi da cui si origi-na, le cause e gli elementi fondanti; poi il tronco, ovvero lapropria essenza e l’essere; subito dopo i rami, cioè le poten-zialità, le facoltà e le virtù; in seguito le foglie, ovvero i suoiaccidenti ed i suoi elementi circostanziali; poi i $ori, cioè leazioni e le operazioni e, in$ne, i frutti che sono gli atti e lecose prodotte, af$nché in tal modo l’ordine con cui dispo-niamo l’argomento procuri l’invenzione, il giudizio e laconservazione.[59] Procedendo invece sul piano analitico, sia stabilito l’al-bero della materia da dimostrare e in qualità di sue radici sia-no considerate percezione, immaginazione, persuasione, au-torevolezza e tutte le cose simili che suscitano credenza; conun tronco che si divide in due rami si abbia l’analisi della di-mostrazione, da una parte rispetto al soggetto e dall’altra ri-spetto al predicato; mentre con un tronco che da due parti si

58, 2-3 ut ... perhibentur] cfr. Lullo, Arb. scien. (per totum et spec., pro-oem., pp. 6-10); De imag. comp., infra, 227-228.

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habet integrum ex subiecto praedicatoque complexum. Siquippe qu<a>eritur an materia sit actu, inspiciendae suntrationes ex parte materiae, rursum rationes ex parte actus,rationes earundem ex parte actualitatis materiei. Proportio-naliter ad ramorum multitudinem mediorum admittit mul-titudinem, quo alia ad unum, alia ad alterum stipitis trun-cum, alia ad universum stipitem referuntur. Adsumit quo-que pro fructibus ea, quae ex concessis mediis illis conse-quuntur. Pro adsistentibus atque circumstantibus eadem di-versam multigenamque recipit turbam, de qua alii invigi-lant, alii quiescunt, alii dubitant, alii decernunt, alii hin-niunt, grunniunt alii, alii sub illius arboris umbra / rudunt,flores decerpunt alii, alii fructus comedunt. His succeditconstitutio doctrinae distinguendo, de$niendo, dividendo,subdividendo subiectum atque praedicatum ad ultimasusque furculas, utpote distributiones, rami$cando. [60] Arborem bonam atque malam ex ipsis fructibus dinos -cere poteris. Quae si primi generis existat, fovenda, nu-trienda et contra inpetentium sophistarum importunitates,pro viribus et exigentia rationis, subtensionibus fulcienda.At si secundi generis illa sit, bipe<n>ne rationis examinata,mediis a radicibus et stipite desumptis, singulis positarumdistinctionum membris ad singulorum contrariorum dubio-rum solutionem relatis, sterilis maligenaque arbor detrunce-tur et igne reprobationis absumatur. [61] Arbor etiam facit ad memoriam et ordinatam specie-rum retentionem. Dorsum arboris habetur ipsa cathena, utin schemate ibi proposito ab A usque ad L facto conscensu,qui per praecipua materiae capita successive continuequediscurrit; rami vero arboris sunt ipsae collaterales assump -tiones, dum singulis praecipuae cathenae annulis hinc in-de toties totque annuli connectuntur, quoties quotque adimplendam considerationis materiam suf$cere possunt.

59, 8 quaeritur emend. N] queritur L 60, 5 bipenne emend. N] bipene L

60, 1-2 Arborem ... poteris] cfr. Mat., 12, 33; Luc., 6, 44.8-9 sterilis ... absumatur] cfr. Mat., 3, 10 et 7, 19: «Omnis arbor, quae nonfacit fructum bonum, excidetur et in ignem mittetur»; Luc., 3, 9.61, 2-3 ut ... conscensu] cfr. supra, 11.

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riunisce in una sola, si intenda la connessione di soggetto epredicato. Se ad esempio si chiede se la materia sia in atto,dobbiamo esaminare gli argomenti dalla parte della materia,poi quelli dalla parte dell’atto e in$ne quelli di entrambi ri-spetto all’attualità della materia. Proporzionalmente allamolteplicità dei rami, l’argomentazione ammette una molte-plicità di termini medi, per cui alcuni sono riferiti ad unaparte del tronco, altri all’altra ed altri ancora al tronco inte-ro. Si prendano invece come frutti ciò che consegue da queitermini medi che sono stati accolti. Come elementi acciden-tali e circostanziali il medesimo albero accoglie presso di séuna varia e multiforme folla di bestie, tra le quali alcune ve-gliano, alcune riposano, alcune dubitano, alcune litigano, al-cune nitriscono, altre grugniscono, alcune ragliano all’om-bra di quell’albero, altre strappano i $ori e altre ancora nemangiano i frutti. A questa fa seguito l’organizzazione siste-matica dell’argomento, distinguendo, de$nendo, dividendoe suddividendo il soggetto ed il predicato, rami$candoli $noall’ultimo dei rametti, cioè $no alle loro parti speci$che. [60] Potrai riconoscere se un albero è buono o maligno daisuoi stessi frutti: se è del primo tipo, dovrà essere favorito,nutrito e assicurato con sostegni contro le impudenze degliarroganti so$sti, secondo le forze e l’esigenza della ragione.Se invece è del secondo tipo, esaminato con la bipenne scu-re della ragione, derivati i termini medi dalle radici e daltronco, messi in relazione i singoli membri delle distinzioniposte per risolvere ogni dubbio e contraddizione, venga losterile e maligno albero abbattuto e distrutto con il fuocodella disapprovazione. [61] L’albero serve inoltre alla memoria e alla conservazio-ne ordinata delle immagini. La parte centrale dell’alberoconsiste in quella catena che nello schema sopra propostosale dalla A $no alla L e prende in esame, una dopo l’altra,le parti più importanti di un argomento; i rami dell’alberosono invece le riflessioni collaterali, in modo che ad ognianello della catena principale siano connessi tutti gli anelliin quella quantità e misura tale da essere suf$cienti ad esau-rire la materia della considerazione.

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[62] Sylvae, quae quintus est sigillus, explicatio

Sylva, cum ex pluribus arboribus consita intelligatur, nihilaliud videtur addere praecedenti sigillo nisi multitudinemet eiusdem rationis repetitionem; quo quidem pacto non so-lum duplicari possent et alii sigilli, sed et in / innumerumfrustra multiplicari. Atqui habet peculiarem sigillus iste ra-tionem duplicem: alteram, quam licet in praesenti schema-te intueri:

titire pascentes dum Mopsus colligit agnos. tu quoque littoribus nostris, Aeneia nutrix. patulae. Quae patulae nobis poterunt arrigier aures.recubans. Lanigerum te recubante pecus rapuere simulque. subque umbra calami dormit humidasque lacunas. tegmine decipiens ovium properatque Licaon. fagi non proferunt fructus, prope flumina crescunt.

alteram, qua inventionem et iudicium ampli$cari comperi-mus, quando illud per universum, quod in omnibus arborispartibus et circumstantiis consideravimus, in singulis quaede ipso dicuntur, in ipso dicuntur, in ipso sunt, circaque i-psum consistunt, indagaverimus.

Dilatatur insuper arbor in sylvam per multiplicem inven-tionis speciem, de qua dilatatione alius locus est.

[63] Schalae, quae sextus est sigillus, explicatio

Per schalam tentatur inventio atque iudicium, dum acci-dit $eri ascensum ab inferioribus ad superiora, ob id quodea quae dicuntur in istis pro dignitate, in superioribus maio-

62, 11 Patule L 20 indagaverimus emend. N] indigaverimus L 63, 4 pro-/dignitate L

62, 9-15 Titire ... fagi] Virgilio, Ecl., I, 1.9 pascentes agnos] Virgilio, Ecl., IV, 45.10 Tu ... nutrix] Virgilio, Aen., VII, 1.11 Patulae aures] Orazio, Epist., I, 18, 70.12 Lanigerum pecus] Ovidio, Fast., I, 384.

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[62] Spiegazione della selva, quinto sigillo

Poiché si intende la selva come costituita da più alberi,non occorrerà aggiungere altro al precedente sigillo, se nonla molteplicità e la ripetizione di un medesimo criterio; inquesto modo certamente potrebbero essere duplicati anchegli altri sigilli, ma sarebbe un’inutile moltiplicazione al-l’in$nito. Inoltre questo sigillo comporta una duplice e spe-ci$ca funzione, la prima delle quali può essere esaminatanel seguente schema:

titiro mentre Mopso raduna gli agnelli che pascolano,tu pure presso i nostri lidi, nutrice d’Enea.all’aperto. Che potranno farci drizzare le orecchie ben

aperte.riposando. Mentre riposavi ti rubarono d’un tratto il greg-

ge lanifero.sotto l’ombra del canneto ed in luoghi paludosi dorme.il tetto sotto cui stanno gli ovini, a cui si avvicina con in-

ganno Licaone.del faggio – si dice – che non porta frutti e che cresce pres-

so i $umi.

L’altra la scoprimmo nell’ampli$care l’invenzione e il giudi-zio, nel momento in cui ciò che avevamo considerato secon-do tutte le parti e circostanze dell’albero, veniva esaminatoin maniera universale anche rispetto alle singole cose che sidicono d’essa, si trovano e sono dette in essa e sussistono inriferimento ad essa.

L’albero può essere inoltre esteso nella selva per mezzo dimolte altre specie di invenzioni, ma di questo tipo di am-pli$cazione tratteremo in un altro luogo.

[63] Spiegazione della scala, sesto sigillo

Per mezzo della scala si tenta l’invenzione e il giudizio, nelmomento in cui capita di fare una progressione che va dallecose inferiori a quelle superiori, poiché ciò che è predicato di

13 Subque ... lacunas] cfr. Iob, 40, 16; De umbris, 36, 6-7 et adn. ad loc.

ri eminentiorique ratione veri$cantur; quibus eadem prae-dicata si non formaliter convenire possunt, ut principiis ta-men effectivis sublimiorique ratione denominandis adscri-bentur. Quae vero in superioribus a primi dignitate / defec-tionem referunt, longe maiori ratione per quandam analo-giam in iis, quae subsunt, invenientur. In iis autem, quaemediant, descensus pariter datur et ascensus, utpote quibusinferiorum perfectiones omnes superiorumque a prima cau-sa defectus tuto af$rmare iuxta propriae essentiae de$nitio-nis limitationem debeamus. Gradus huius schalae sunt esse,vivere, sentire, imaginari, ratiocinari, intelligere, mentare.Quae omnia per gradus in inferioribus quo magis explican-tur, eo magis in nihilum tendunt, quatenus perfectionem sig -ni$cant; quatenus vero oppositum signi$cant, oppositohinc et inde sese habere modo necessum est.

Memoria vero per schalam suo typo designatam tripliciprogressus differentia per certam dispositionem per$citur;sed huius rei doctrina facile percipitur ex iis quae notavimusnono capite secundae sectionis libri De architectura artis Lul-lianae.

[64] Inserentis, qui septimus est sigillus, explicatio

Ex applicatione intentionis unius sigilli ad alium, uniusinventionis ad aliam, <unius> iudicii ad aliud, unius reme-morandi rationis ad aliam, insitionem $eri intelligimus. Mo-dica nimirum, tenuia, imbecillia paucaque esse rerum semi-na videntur; multiplici tamen combinatione, compositione,habitudine, relatione, coherentia et universaliter applicatio-ne et adaptatione innumerabilia innumerabiliumque pro-

64, 3 unius1 suppl. N] om. L

63, 15 mentare] vide etiam infra, 118, 25.23-24 nono ... Lullianae] cfr. De comp. arch., II, 9, pp. 23-24.

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quelle inferiori in ragione della loro dignità, viene ad essereveri$cato in riferimento a quelle superiori con una ragionemaggiore e più eminente e anche se a queste ultime i mede-simi predicati non possono essere formalmente attribuiti, so-no nondimeno ascritti come a princìpi ef$cienti, da denomi-nare con una ragione più alta. Quei predicati, invece, che ne-gli enti superiori esprimono un difetto rispetto alla dignitàdel primo, possono essere rinvenuti, con una ragione di granlunga maggiore e secondo una certa analogia, negli enti chestanno più sotto. Rispetto a quegli enti che stanno nel mezzo,si dà nello stesso modo sia la discesa sia l’ascesa, in quantoche di essi dobbiamo senza alcun dubbio affermare, secondola determinazione della de$nizione della propria essenza,tutte le perfezioni degli inferiori e le mancanze dei superioririspetto alla prima causa. I gradi di questa scala sono essere,vivere, sentire, immaginare, pensare a livello discorsivo, com-prendere intellettivamente, contemplare con la mente. E tut-ti quei predicati che si esplicano sempre di più e per gradi ne-gli enti inferiori, tanto più tendono verso il nulla, quanto piùsigni$cano la perfezione; quando invece signi$cano l’oppo-sto, necessariamente si troveranno anche in maniera oppostarispetto ai due estremi della scala.

La memoria invece, rappresentata dalla scala, nella sua$gura, con una triplice e differente progressione, è conse-guita per mezzo di una certa disposizione; ma la conoscenzadi ciò sarà più facilmente afferrata con quanto abbiamo os-servato nel nono capitolo della seconda sezione del libro Dearchitectura artis Lullianae.

[64] Spiegazione dell’innestatore, settimo sigillo

Per mezzo dell’applicazione del funzionamento, della ca-pacità inventiva e giudicativa o del principio di memorizza-zione di un sigillo alle rispettive funzioni e capacità di un al-tro, comprendiamo come è possibile che sia fatto l’innesto. Isemi delle cose sembrano infatti piccoli, fragili, deboli e po-co numerosi, eppure in virtù della loro combinazione, com-posizione, complessione, relazione, congiunzione, e in gene-rale dall’applicazione e dall’adattamento, sorgono cose in-numerevoli assieme ai loro innumerevoli e speci$ci princìpi.

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fluunt propriae rationes. Ex elementis quatuor, diversimodeordinatis innumerabiliumque proportionum gradibus co-euntibus, innumerabilium elementatorum / multitudo de-ducitur. Numero quatuor et viginti elementorum, omniumquae fuerunt, sunt et esse possunt in$nitorum idiomatumvocabula articulataeque voces in$nitae conflari possunt. Vi-deatur ergo quomodo tentando, experiendo, conferendo,dividendo, componendo, concernendo, abstrahendo ad in-numerabiles accingi valeamus inventiones.

Quid enim| Nonne multoties nobis certum scopumprae$gentibus aliud quaesito nobilius occurrit| Ipsum sanefrequentissime alchimicis accidere experimentis non estquem lateat, quibus multoties auro perquisito longe melio-ra vel ex aequo desiderabilia adinvenisse accidit. Mitto quodet mala atque deterrima pro bonis optimisque sese obtru-dunt; nihil enim in natura purum, bonoque nihil et af$niusmalo. Ut enim physica materia non unquam aliqua formadenudatur, ita naturalis forma numquam a materia seiunctareperitur, ut aiunt.

[65] Agricolae, qui octavus est sigillus, explicatio

Aliquem perpetuo campo praesentem instituimus, quemmodo adiectivum subiectum, modo animam loci, nunc veroagricolam appellamus. De hoc diximus in secunda theoriaeArtis reminiscendi parte, cum ultimam subiectorum conditio-nem adduceremus in medium. Differt autem quod hic no-mine agricolae adducimus ab eo quod ibi nomine lociadiectivi, tum quia quod hic apponi praecipimus, est anima-tum et tale animatum, quod vel inexistenter vel inhaerentervel adsistenter vel circumstanter omnium potest esse suscep-tivum et consequenter praesentativum – unde sicut mun-dum Dei imaginem dixere, ita et hominem mundi / imagi-

11-12 deducitur emend.] diducitur L N 25 nonunquam L

64, 9-12 Ex ... deducitur] cfr. De imag. comp., infra, 2.14-17 Videatur ... inventiones] cfr. De umbris, 64.22-25 Mitto ... malo] cfr. De rer. princ., 71, 4-9.

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Dai quattro elementi ordinati in maniere diverse, saldandolitra loro secondo i gradi di molteplici proporzioni, si giungealla moltitudine degli in$niti corpi composti. Da sole venti-quattro lettere possono essere fatte sgorgare le in$nite paro-le e le articolate espressioni di tutte le in$nite lingue che fu-rono, sono e potranno essere. Vediamo pertanto come pos-siamo riuscire ad ottenere in$nite scoperte, tentando, speri-mentando, radunando, dividendo, componendo, mescolan-do e separando.

Che altro dire| Quante volte pre$ggendoci un certo scoposi giunge ad un altro più nobile di quello cercato| Non sfug-ge del resto ciò che negli esperimenti alchemici accade assaidi frequente e, cioè, di arrivare ad ottenere spesso cose desi-derabili quanto l’oro cercato o molto di più. Tralascio ancheil fatto che cose cattive ed anzi pessime si fanno inghiottireper buone ed ottime: nulla, infatti, in natura è puro e nienteè più af$ne al bene o al male. E come la materia $sica non sispoglia mai di nessuna forma, allo stesso modo non si trovamai in natura una forma separata dalla materia, come dico-no gli aristotelici.

[65] Spiegazione del coltivatore, ottavo sigillo

Abbiamo escogitato un personaggio, che è presente inmodo perpetuo nel campo e che talvolta chiamiamo sostra-to attributivo, altre volte anima del luogo e, adesso, coltiva-tore. Di questo abbiamo già detto nella seconda parte dellateoria dell’Ars reminiscendi, quando abbiamo esposto l’ulti-ma condizione dei sostrati. Tuttavia ciò che qui chiamiamocon il nome di coltivatore si differenzia da ciò che lì chia-mavamo attributo del luogo, sia perché ciò che qui inse-gniamo a porre nei luoghi è animato e lo è a tal punto chepuò ricevere – e di conseguenza presentare – ogni cosa, o inquanto a lui intrinseca, o inerente o aderente o circostante(per cui, così come dissero il mondo immagine di Dio, allo

27 ut aiunt] cfr. Auct. Arist., 2, 49, p. 144 [= Averroes, In Phys., I, com. 76, f.44A]; Auct. Arist., 6, 214, p. 192 [= Averroes, In De an., III, com. 4, p. 386,85-86]; Causa, II, pp. 221-22 et adn. 79.65, 4-5 in ... parte] cfr. Ars rem., supra, 20.

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nem non temere Trimegistus appellavit –; tum etiam quiaagricola per sui mutationem, per susceptas actiones, passio-nes et alias sensibiles alterationes est id quod ea, quae suntreferenda, praesentat. Adiectivum vero subiectum, per no-vae formae et pro diversis occasionibus diversae semper ad-venientis adiectionem tactum, alteratum, mutatum, insi-tum, est potius id quo haec, quae sunt referenda, praesen-tantur.

Adiu<v>at sigillus iste nonum sigillum, imo ipsumper$cit: citius enim $rmiusque resident, clarius intensius -que loco sensibili apposita inspiciuntur quam abstracta quadam occurrentia ratione.

[66] Tabulae, quae nonus est sigillus, explicatio

Hoc principium extitit, quo ad artis memorandi rationesadsequendas sum promotus. Ipsum adhuc puer ex moni-mentis Ravennatis expiscare potui. Hoc modica favilla fuit,quae iugi meditatione progrediens in vasti aggeris irrepsitaccensionem, e cuius flammiferis ignibus plurimae hinc in-de emicant favillae, quarum quae bene dispositam mate-riam attigerint, similia maioraque flagrantia lumina pote-runt excitare.

Iuvit istum inter nostros adnumerare sigillos, ut illi, quemmihi fata primum in arte ista tradidere institutorem, ex ani-mo litem. Eius quippe sparsum semen, quantum et quale-cunque fuerit – fuit certe magnum atque dignum –, nisi ani-mae nostrae facultas concepisset, ad tantas segetum aristas –quas in huius campi area discutimus – emetendas fortassenon essemus aliunde promoti. /

65, 21 Adiuvat emend. N] Adiuat L

13 Trimegistus] cfr. Corp. Herm., VIII (Ad Tatium), pp. 1845-46: «Primusomnium fere sempiternus, immortalis, ingenitus Deus omnium autor. Se-cundus deinde ad illius imaginem, mundus ab eo genitus [...] Tertiumquoque animal homo ad imaginem mundi genitus [...]; XIV (Asclepius), p.1861: «non ignarus se etiam secundam esse imaginem Dei, cuius sunt ima-gines duae, mundus scilicet et homo»; De imag. comp., infra, 236, 14-20.66, 3-4 ex ... Ravennatis] Pietro da Ravenna, Art. mem., 3-4, ff. b ivv-c1r :«Tertia est aurea conclusio, quia pro litteris alphabeti homines habeo et

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stesso modo, non senza ragione, Trismegisto chiamò l’uo-mo immagine del mondo); sia perché il coltivatore in virtùdi un suo cambiamento, per azioni sostenute o subite o altresensibili alterazioni, è ciò che manifesta attivamente quantoè da richiamare alla memoria. Invece il sostrato attributivo,toccato, alterato, mutato e lì collocato, per l’aggiunta di unaforma nuova e sempre diversa a seconda delle diverse occa-sioni, è piuttosto ciò per mezzo di cui le cose da ricordaresono presentate.

Questo sigillo può venire in aiuto al nono sigillo, se nonaddirittura renderlo più completo: le cose che vengono po-ste in un luogo sensibile e che sono viste più luminose ed in-tense vanno infatti a depositarsi in memoria più velocemen-te e con più forza di quelle che visualizziamo sulla base diuna qualche nozione astratta.

[66] Spiegazione della tavola, nono sigillo

Questo espediente costituì lo stimolo iniziale che mi por-tò a conseguire le tecniche dell’arte della memoria. Ancoraero un fanciullo che potei attingere agli insegnamenti delRavennate. Fu una piccola scintilla che, progredendo inuna ininterrotta meditazione, insinuò un incendio su vastealture. Da quei $ammeggianti fuochi sprizzano ora moltescintille e quelle che avranno raggiunto una ben dispostamateria potranno suscitare ardenti lumi.

Mi è piaciuto annoverare questo tra i nostri sigilli per ren-dere un omaggio sincero a colui che il destino mi diede co-me primo maestro in quest’arte. Se la facoltà della nostraanima non avesse raccolto il seme gettato da lui, quanto equale esso fosse (ma fu certamente grande e appropriato),forse non saremmo arrivati grazie a nessun altro a mieteretante messi (che esaminiamo nell’aia di questo campo).

sic imagines vivas: pro littera enim a Antonium habeo, pro littera b Bene-dictum, et sic personas in quarum nominibus prima littera est illa quamcollocare volo [...] Quarta est conclusio, ut imagines alphabeti seu nominademonstrantia litteras bene memoria teneantur et saepe repetantur».

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[67] Quo igitur facilius certaque serie succedentia quae-dam, ut alia suo succedere possint ordine, ef$ciant, plurasensibilia facileque memorabilia per ordinem alphabeti velsillabici in catalogum redacta docuit apparanda; ad quaemodo has, modo illas pro rerum exigentia referentibus ac-tionum, passionum caeterarumque circumstantiarum habi-tudines, facile modo haec, modo illa concupita in memo-riam revocari valeant. Hinc primam intentionem referetAmphion, secundam Bootes, tertiam Cepheus, 4. Diana, 5.Eolus, 6. Faber Vulcanus, 7. Ganimedes, 8. Hercules, 9. Iup-piter, 10. Kiron, 11. Liber, 12. Mercurius, 13. Neptunus, 14.Oceanus, 15. Pluto, 16. Quaesitor Minos, 17. Radamantus,18. Saturnus, 19. Titan, 20. Venus, 21. Xutus, 22. Zethus.

Ultra alphabetum, sillabicum duplex, utpote alterum inquo consona sonantem sequitur, alterum in quo consona so-nantem antecedit, ordinabatur.

[68] Compaginatoris, qui decimus est sigillus, explicatio

Compaginator est qui loca locis consuit, quemadmodumexplicavimus in Artis reminiscendi institutionibus, ubi condi-tiones subiecti quoad discraetam quantitatem determinaba-mus. Compaginatio autem non solum, sicut ibi ostendimus,continuatione vel contiguitate vel adpositione et conse-quentia locorum sensibilium ad alia sensibilia ef$citur, sedet semimathematicorum ad alia semimathematicalia, verba-lium ad alia verbalia, sensibilium ad semima/thematica velverbalia, verbalium ad semimathematica vel sensibilia.

Similis est ratio compaginatoris ad locorum multiplicatio-nem rationi arboris atque quorundam de sigillis aliis ad eamquae adiectorum est. Ratio quoque compaginatoris est simi-lis deductionibus, quas Lullius et nos in inventivis artibus in-stituimus, dum ad conceptuum et contemplationum multi-

68, 4 quo ad L discraetam lege discretam

67, 12 Quaesitor Minos] Virgilio, Aen., VI, 432.68, 3 in ... institutionibus] cfr. Ars rem., supra, 14.14 Lullius] cfr. Lullo, Ars brevis, II, pp. 196-211; Ars gen. ult., II, pp. 10-20.14 et nos] cfr. De comp. arch., I, 8, pp. 8-9; II, 4-10, pp. 15-29.

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[67] Af$nché dunque alcune cose che si succedono con fa-cilità e con una sequenza ben nota, facciano in modo che al-tre possano succedere secondo il loro ordine, insegnai apreparare molteplici $gure sensibili e più facilmente me-morabili stilate in un catalogo che seguiva l’ordine dell’alfa-beto delle lettere o delle sillabe. Attribuendo a tutte queste,secondo l’esigenza delle cose, ora queste, ora quelle relazio-ni di azioni, di passioni e di tutte le altre circostanze, con fa-cilità sia queste, sia quelle cose desiderate potranno essererichiamate alla memoria. An$one rappresenterà quindi ilprimo termine, Boote il secondo, Cefeo il terzo, 4. Diana, 5.Eolo, 6. il Fabbro Vulcano, 7. Ganimede, 8. Hercules, 9. Iup-piter, 10. Kiron, 11. Libero, 12. Mercurio, 13. Nettuno, 14.Oceano, 15. Plutone, 16. il Questore Minosse, 17. Radaman-to, 18. Saturno, 19. Titano, 20. Venere, 21. Xuto, 22. Zeto.

Oltre all’alfabeto delle singole lettere è possibile metterein ordine le cose secondo quello delle sillabe, che è duplice:uno in cui la consonante segue la vocale ed un altro in cui laconsonante precede la vocale.

[68] Spiegazione dell’impaginatore, decimo sigillo

L’impaginatore è colui che lega i luoghi ad altri luoghi,così come abbiamo spiegato nelle regole contenute nell’Arsreminiscendi, nel punto in cui, trattando delle condizioni deisostrati, abbiamo $ssato quella relativa alla quantità discre-ta. Tale impaginazione può avvenire non solo, come abbia-mo lì mostrato, con la continuazione e la contiguità, o con ilporre accanto ed il far seguire luoghi sensibili ad altri sensi-bili, ma anche luoghi semimatematici ad altri semimatema-tici, luoghi verbali ad altri luoghi verbali, sensibili a semima-tematici oppure verbali, luoghi verbali a semimatematici osensibili.

Il principio su cui si basa l’impaginatore è simile a quellosu cui si basa l’albero riguardo alla moltiplicazione dei luo-ghi, ed in generale ad alcuni degli altri sigilli per quanto at-tiene alla moltiplicazione delle immagini aggiunte. Il princi-pio su cui si basa l’impaginatore è anche simile a quei mec-canismi deduttivi che, sia Lullo, sia noi, abbiamo istituitonelle arti inventive, quando per moltiplicare i concetti e le

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plicationem una $gura per alias omnes deducitur, unus in-veniendi modus alio inveniendi modo cohaeret.

[69] Vexilli, quod undecimus est sigillus, explicatio

Huius sigilli rationem, ubi de memoriae verborum praxiinstituebamus, tetigimus. Ibi vel ex proprio vel ex appro-priato nomine plures voluimus esse Aristarchos, Baccos,Caesares, ut eodem nomine intitulemus eiusdem familiaevel institutionis vel artis plures, ut ex iis modo unum modoalium ad opera peragenda referamus. Adiuvat iste sigillus ta-bulam, quae nonus est, et mirum in modum dilatat ipsamatque velut ad triplicis dimensionis differentias ampli$cat. [70] Ad haec si proportionaliter inspicias, non satis occul-tam et implicitam habes inveniendi iudicandique rationem,dum non modo Baccos, Caesares, Dionysios in omnium ho-minum generibus ef$ngas, sed in arborum omnium specie-bus omnium animalium species inquiras et invenias, in om-nium lapidum speciebus plantarum species, in unius specieiin<di>viduis omnium aliorum species individuaque similia.Innumeri enim diversique homines vultu, moribus / et ges-tu innumeras et diversas animalium species referunt et adidem quasi vexillum referuntur. Hinc apertum est, quodomnes naturae et in natura duces in omnibus sibi de$nitosmilites agnoscunt, quorum alii alibi magis proprios, explica-tos atque plures agnoscant; unde $t ut ex superabundantedomini peculiares habeantur. Id optime persensit Anaxago-ras et non attingere potuit sophisticae naturae pater Aristo-teles, qui ab impossibilibus, logicis $ctisque segregationi-bus, rerum veritati non convenientibus, non est mirum siin$nita valeat inconvenientia alia subinferre.

70, 7 individuis emend. N] inviduis L

69, 2-3 ubi ... instituebamus] cfr. Ars rem., supra, 48.7-9 Adiuvat ... ampli$cat] cfr. De umbris, 173, 17-39.70, 1-10 Ad ... referuntur] cfr. De imag. comp., infra, 214, 14-20; De vinculis,76, 26-33.13-14 unde ... habeantur] cfr. Eph., 1, 3 et 8; 3, 14 et 20; 1 Tim., 1, 14.

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riflessioni, facciamo procedere una $gura da tutte le altre,unendo così una modalità inventiva ad un’altra.

[69] Spiegazione del vessillo, undicesimo sigillo

Abbiamo già accennato al principio che è alla base diquesto sigillo nel luogo in cui stabilivamo come procedereper memorizzare le parole. Qui avevamo voluto che ci fosse-ro molti Aristarco, Bacco, Cesare o in base al proprio nomeo in base a un nome scelto arbitrariamente, così da chiama-re con il medesimo nome più persone della medesima fami-glia o carica o mestiere, utilizzando ora uno ora un altro diessi per compiere determinate azioni. Questo può essereutile nel sigillo della tavola, che è il nono, poiché ne ampliala portata in modo considerevole e lo estende, per così dire,nelle tre dimensioni. [70] Se inoltre consideri in modo analogo, sarà ben chiaroil principio con cui giudicare e inventare, poiché non solo sipotranno raf$gurare Bacco, Cesare e Dioniso in tutti i tipidi uomini, ma addirittura si potranno cercare e ritrovaretutti gli animali in tutte le specie degli alberi, tutte le speciedi piante in tutti i tipi di pietre e, in generale, negli individuidi una specie tutte le altre specie con i loro singoli individui.In questo modo innumerevoli uomini, differenti nel volto,negli atteggiamenti e nei gesti, riferiscono innumerevoli ediverse specie di animali e sono ricondotti come ad un me-desimo vessillo. Di qui risulta come tutti i prìncipi della na-tura e nella natura riconoscano in tutte le cose dei propri eparticolari soldati, e questi a loro volta ne riconoscano altriancora e in numero maggiore; per cui è da tale sovrabbon-dare che si de$niscono i veri signori. Ciò lo intuì ottima-mente Anassagora, ma non lo poté cogliere il padre dellaso$stica natura, Aristotele, che non ci meraviglia se da sepa-razioni impossibili, puramente logiche ed immaginarie –non rispondenti alla verità delle cose – trae in$nite altre co-se difformi.

14-15 Anaxagoras] cfr. Aristoteles, Phys., I (Α), 4, 187b 1-2; III (Γ), 4, 203a23-24; Cusano, De docta ign., II, 15, 117, p. 36 et adn. 52; infra, 160, 10-11.15 Aristoteles] cfr. Causa, II, pp. 221-22.

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[71] Pictoris, qui duodecimus est sigillus, explicatio

«Pictoribus atque poetis quaelibet audendi semper fuitaequa potestas». Primus praecipuusque pictor est phantasti-ca virtus, praecipuus primusque poeta est in cogitativae vir-tutis adpulsu vel connatus vel inditus noviter quidam enthu-siasmus, quo vel divino vel huic simili quodam afflatu adconvenienter aliquid praesentandum excogitatum concitan-tur. Idem ad utrumque proximum est principium; ideoquephilosophi sunt quodammodo pictores atque poetae, poe-tae pictores et philosophi, pictores philosophi et poetae,mutuoque veri poetae, veri pictores et veri philosophi sedi[l]ligunt et admirantur. Non est enim philosophus, nisiqui $ngit et pingit, unde non temere illud: « intelligere estphantasmata speculari» et « intellectus est vel phantasia velnon sine ipsa»; non est pictor nisi quodammodo $ngat etmeditetur; et sine quadam meditatione atque pictura poeta/ non est. Phantasiam ergo pictorem, cogitativam poetam,rationem philosophum primum intelligito, qui quidem itaordinantur et copulantur, ut actus consequentis ab actupraecedentis non absolvatur. Quomodo haec contemplatioad inquirendum, inveniendum, disponendum et iudican-dum faciat, ipse considera. Et nos post completam praesen-tem explicationem hunc sigillum in iis, quae ad Hebraicaminstitutionem et fortasse occultam quandam, quae in illiuslinguae misterio latet, artem faciunt, practicabimus. [72] Iam ad memoriae naturalis relevamen et ad cuiusdamarti$ciosae institutionem, duplicem agnoscimus picturam:alteram, qua super alienis descriptionibus retinendorumimagines vel notas efformamus, cuius exempli$catio essepotest ex iis, quae in arte Umbris idearum adnexa docuimus;

71, 12 diligunt emend. N] dilligunt L

71, 2-3 Pictoribus ... potestas] Orazio, De arte poet., 9-10.4-6 praecipuus ... enthusiasmus] cfr. Ficino, In Phaedr., 4, p. 85; Spaccio, III,pp. 615-16; Furori, I, 1, p. 788; Lampas trig. stat., 245, 5-14.8-17 Idem ... est] cfr. De imag. comp., infra, 124, 28-32.13-14 intelligere ... speculari] cfr. Auct. Arist., 6, 167, p. 188 [= Aristoteles,De an., III (Γ), 8, 432a 8-9]; De imag. comp., infra, 4 et 17.

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[71] Spiegazione del pittore, dodicesimo sigillo

«I pittori e i poeti ebbero sempre la giusta facoltà di osarequalunque cosa». Il primo e principale pittore è la potenzadella fantasia ed il primo e principale poeta si trova nello sti-molo creativo della facoltà cogitativa ed è quel tipo di entu-siasmo – o innato o acquisito ex novo – per cui, o per l’ispira-zione divina o per qualcosa di simile a questa, pittori e poe-ti sono spinti a rappresentare nel modo più conveniente ciòche viene pensato. Un medesimo principio è dunque comu-ne ad entrambi e, per questo stesso motivo, i $loso$ sono inqualche modo pittori e poeti, i poeti, pittori e $loso$ ed ipittori, $loso$ e poeti e reciprocamente i veri poeti, i veripittori e i veri $loso$ si apprezzano e si ammirano. Ed infat-ti non è $losofo se non chi immagina e raf$gura e perciònon appare senza ragione quella sentenza: « il pensare è ri-flettere per immagini» e « l’intelletto o è fantasia o non èsenza di essa»; né è pittore se non chi in qualche modo im-magina e riflette e, in$ne, non si è poeti se non in virtù diuna riflessione e $gurazione. Riterrai dunque, anzitutto, lafantasia come un pittore, la cogitativa un poeta e la ragioneun $losofo, i quali sono così ordinati e congiunti che l’azio-ne di quello che segue non è svincolata dall’atto di quelloche precede. Considera tu stesso come questa sia una rifles-sione utile per l’analisi, l’invenzione, la disposizione ed ilgiudizio. E noi, dopo questa approfondita spiegazione, met-teremo in pratica questo sigillo con quelle cose che riguar-dano l’arte di una particolare e forse occulta disciplina e -braica, che si nasconde nel mistero di quella lingua stessa.[72] Per il momento, a sollievo della memoria naturale e afondamento di quella arti$ciale, consideriamo due tipi dipittura: una, con la quale, basandoci su descrizioni di altriautori, formiamo le immagini o i segni delle cose che deside-riamo memorizzare ed un esempio al riguardo può trovarsitra quanto abbiamo insegnato nella tecnica che è annessa alDe umbris idearum; un’altra, con la quale noi stessi, secondo

14-15 intellectus ... ipsa] Auct. Arist., 6, 11, p. 175 [= Aristoteles, De an., I(A), 1, 403a 8-10]; De imag. comp., infra, 4 et 17.72, 3-5 qua ... docuimus] cfr. De umbris, 196-209 et 222.

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alteram, qua nos ipsi pro negotii exigentia talia aedi$cia,ypostases monstraque con$ngimus sensibilia et phantasiabi-lia, qualia rerum non sensibilium memorandas valeant re-ferre et presentare species; sicut enim nihil intelligimus sinephantasmate, ita non est quod sine phantasmate recorde-mur. Quae igitur apprime memorata volumus, solerti condi-tione phantasiata statuamus.

[73] Phidiae, qui tertiusdecimus est sigillus, explicatio

Habet peculiarem modum, quo sculptor ad inventionemdispositionemque faciat; habet quo ad rerum intentionum-que memoriam adsequendam conferat; expresse vero addictionum reminiscentiam tot individuas sedes instituit,quot quispiam cupit verborum habere memoriam. Sedibusillis iuxta agricolae conditiones perpetuos / propriosquecultores destinat, qui diversas situum adsumentes differen-tias, praecedentem adsequentemve consonantis sonantemreferant et certis differentiis alias adsumere combinationesvel elementa valeant, quemadmodum per enigma in $ne Ar-tis reminiscendi appositum denotavimus.

Est etiam Phidias formator, ut quae pictor velut ex aliisexemplariter educit et ubi velut super alienis delineamentiselaborans invenitur, ita ibique statuarius Phidias vel quasiformatione quadam e cera ef$ngat, vel quasi additione plu-riumque lapillorum ordinatione construat, vel quasi sub-tractione incultum informemque lapidem $gurandum scul-pat. Phantasia, quam Zeusim pictoremque appellavimus,eandem non iniuria Phidiae nomine in proposito intitulabi-mus. [74] Haec est statuarius ille, qui famosam Nabuchodonoso-ris statuam erexit, haec ordinatam fortunae regni successio-nem descripsit, haec tropologiarum fabricat discursus, haecformae conditiones in aliquo sensibili, circa quod et in quopleraque metaphorice delineat, certo quodam ordine ea-

72, 9 sic ut L 73, 19 Zeusimpictoremque L

73, 11-12 per ... reminiscendi] cfr. Ars rem., supra, 55-58.15-19 ita ... sculpat] cfr. De umbris, 112, 12-16 et adn. ad loc.

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quanto richiede la circostanza, foggiamo nella fantasia e -di$ci, personi$cazioni e mostri sensibili tali che possano ri-chiamare alla memoria e presentare davanti agli occhi le im-magini delle cose non sensibili che dobbiamo memorizzare.Pertanto così come non è possibile pensare senza immagini,allo stesso modo non ricorderemo niente senza di esse.Quando dunque vogliamo cose ben memorizzate, scegliamocon accurata preparazione le immagini fantastiche.

[73] Spiegazione di Fidia, tredicesimo sigillo

Vi è un modo particolare secondo cui lo scultore si prestaall’invenzione e alla disposizione e secondo un altro è adat-to per ottenere la memoria di cose e di concetti. Inoltre, perricordare i termini, istituisce ef$cacemente tante sedi indivi-duali quante sono le parole che si desidera memorizzare.Assegna a queste sedi, secondo le condizioni del sigillo delcoltivatore, degli agricoltori propri e $ssi, in modo che, as-sumendo diverse posizioni, possano rappresentare la vocaleche precede o segue una consonante e, per mezzo di altre$ssate differenze, siano in grado di comporre tutte le altresillabe o lettere, nel modo in cui abbiamo spiegato nel-l’enigma posto alla $ne dell’Ars reminiscendi.

Ma Fidia è anche formatore, precisamente: come il pittoredipinge sulla base di esemplari oppure perfeziona disegni al-trui, così anche qui lo scultore Fidia ora modella la cera for-mando $gure, ora costruisce con ordine come se mettesse in-sieme le tessere di un mosaico, ora scolpisce dando forma,quasi per sottrazione, ad una pietra rozza ed informe. Dunquela fantasia, che avevamo chiamato il pittore Zeusi, possiamo inquesto caso rinominarla, non impropriamente, anche Fidia.[74] È lei quello scultore che eresse la famosa statua di Na-buchodonosor e che descrisse in segni l’ordinata sequenzadelle fortune del regno; è lei che fabbrica il susseguirsi delle$gure retoriche ed è lei che descrive, secondo un ben preci-so ordine e nella stessa sequenza in cui le vogliamo ricorda-

74, 1-3 qui ... descripsit] cfr. Dan., 2, 31-45.

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demque qua meminisse volumus serie describit. Huius suf-fragio in Centum statuarum volumine conditiones virtutumatque vitiorum universas ita quandoque descripsimus, ut ea-rum lectio delectabilior, contemplatio iucundior, distributioordinatior, series distinctior, similitudinum comparatio-numque consequenter concathenabilium inventio promp -tior et memoria tenacior haberetur. [75] Huius ope ad similitudinum nos facile concitavimus in-ven/tionem, quemadmodum cum in humano suppositoavaritiae conditiones atque proprietates $gurare volui, adsexum, aetatem, capillos, frontem, oculos, tempora, aures,nares, os, linguam, oculos, nasum, mentum, colorem, pec-tus, viscera, tibias, pedes, capitis indumentum, colli orna-mentum, torquem, pallam, utraque manu apprehensum,domum, domus partes, cubile, lectum, victus rationem, af-fectus, patrem, matrem, sorores, $lias, socios, ministros,amicos, aegritudines, mortem, sepulchrum, epitaphium, fa-mamque respexi. Eademque omnia omniumque circum-stantiae atque casus, per supposita vexilli atque peregrinimultiplicata, inventionem causant, iudicium exacuunt et adrerum bene dispositarum memoriam conferunt.

Ibi A tributum exigit a mortuo, B aequum laudat et ni-mium quaerit, C a statuis exigit, D fabas arrodit, E in peraFranciscana, F Tartesiae felis simulacrum, G a veru et a sar-tagine rapit, H bonus pastor pecus tondet, I vorat hamum, Kveluti polipus attractivus. Caeterique similiter, per ordinemtabulae vel cathenae vel elementarii vel combinatorii velsensibilium, semimathematicorum verbaliumque locorumsuccedentes, ordinate tibi perquisitae rei membra referent. [76] Hic locus est adducendi principii artis $gurativae, inqua illud praeaccipiendum est, quod omnia per omnia pos-sunt $gurari: cogitatio enim naturalis virtus est, quae matrisnaturae vestigia facile consequitur, si diligentiae auribus vo-cem eius intimius adclamantis ex[h]audiat. Tunc enimphantasia omnia in omnibus $ngere et imaginatio / omnia

75, 11-12 circumstantiae emend. N] circumstantias L 76, 5 exaudiatemend. N] exhauriat L

76, 1-5 Hic ... exaudiat] cfr. De umbris, 92, 5-9; De imag. comp., infra, 7, 4-6.

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re, le condizioni dell’aspetto $sico in un qualche soggettosensibile, riguardo al quale e nel quale delinea parecchiecose metaforicamente. Con l’aiuto di questo scultore nel vo-lume delle Centum statuae descrivemmo una volta tutte lecondizioni delle virtù e dei vizi, così da renderne la letturapiù piacevole, la contemplazione più giocosa, l’organizza-zione più ordinata, la scansione più distinta, l’invenzionedelle similitudini e di conseguenza il collegamento nei pa-ragoni più rapido e la memoria più salda.[75] Grazie a lui mi veniva ancora più facile l’invenzionedelle similitudini, come per esempio, quando volli raf$gu-rare nel soggetto umano le condizioni e le caratteristichedell’avarizia, presi in considerazione il sesso, l’età, i capelli,la fronte, gli occhi, le tempie, le orecchie, le narici, la bocca,la lingua, gli occhi, il naso, il mento, il colore, il petto, il ven-tre, le gambe, i piedi, l’indumento posto sul capo, gli orna-menti del collo, i monili, la collana, ciò che sta in entrambele mani, la casa, le parti della casa, la stanza, il letto, ciò chemangia, gli affetti, il padre, la madre, le sorelle, le $glie, icompagni, i suoi ministri, gli amici, le malattie, la morte, ilsepolcro, l’epitaf$o e la fama. Tutti questi assieme alle lorocircostanze e casi, moltiplicati grazie agli espedienti del ves-sillo e del pellegrino, producono l’invenzione, af$lano ilgiudizio e sono utili per ricordare cose ben ordinate.

Quindi A esige un tributo dal morto, B loda il giusto echiede troppo, C pretende anche dalle statue, D rosicchia lefave, E ha la bisaccia dei francescani, F assomiglia al gatto diTartesso, G arraffa dallo spiedo e dalla padella, H è il buonpastore che tosa la pecora, I inghiotte anche l’amo, K si at-tacca come un polipo. Allo stesso modo gli altri, per mezzodell’ordine della tavola, della catena, della lettera e sillaba odel combinatore, o per mezzo di una successione di luoghisensibili, semimatematici o verbali, potranno riferirti in or-dine le parti di quanto è stato analizzato.[76] È questo il luogo in cui trattare del principio fonda-mentale dell’arte $gurativa, riguardo alla quale bisogna pre-mettere che tutte le cose possono essere raf$gurate permezzo di tutte le altre: il pensiero è infatti una facoltà natu-rale che può seguire facilmente le orme di madre natura secon orecchio attento ne ascolta la voce che grida nel pro-fondo dell’animo. Solo allora, infatti, la fantasia sarà in gra-

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ex omnibus concipere valebit: concipere, inquam, aut peridentitatis modum, si eadem genere, specie vel numero sintadsimilabile et suum correlativum; aut similitudine, si simi-lia; aut proportione, si proportionabilia; aut ironia, si abso-na, ut cum «paenarum divitias» «thesaurosque irae» dixe-re, quae excogitatio non sine venustate occurrit, licet rerumdesiderabilium divitiae thesaurique dici consueverint. Pos-sumus similiter per alias oppositionis species adsimilabile adsuum referre correlativum: opponuntur enim homo etmundus ut continens et contentum, magnum et parvum aliis -que plurimis oppositionis speciebus; dicetur igitur homomundi incola, discurrens, parvus, speculator, mortalis et itadeinceps. [77] Item et qui iustitiam lucernae comparat, ita modi$cat,ut ad eius modum rationemque insinuandam ex differen-tiae consideratione ducatur ad talem eamque appellandolucernam, quae qualisque nulla vetustate absumitur. Quitemperantiam faeminae adsimilabit, dicat eius frontem,quem nulla senectutis ruga sulcavit, cuius pellem tempus ul-lum non contrahat. Exaggeratione quoque et adsimilationequadam multa suis comparabilibus adcommodantur. Hinccum per librum vellet Iob fatum describere videretque illumper sese non suf$cere ad signi$candum, talem appellavit li-brum, qui in plumbi lamina sti[l]lo ferreo et celte in silicevel in inciso adamante futura referat. E contra vero cumquid plus quam ad rem propositam notandam par sit refe-rat, ad comparandam similitudinem subtractione contrac-tioneque quadam utimur. [78] In omnibus tandem eo insistendum, quo af/fabre etmelius vel traductione, vel transmutatione, vel transpositio-ne, vel conversione, vel antiphrasi, allusione, illusione, delu-sioneve quadam proposito adcommodentur. Ut ubi infer-

18 mundi emend. N] mundus L 77, 5 temperantiam emend. N] temperau-tiam L 11 stilo emend. N] stillo L et celte in emend.] in celte et L N

7-10 aut ... ironia] cfr. Romberch, Cong. art. mem., III, 7, ff. 67v-68r et 19, ff.69v-70r ; Rosselli, Thes. art. mem., II, 9, f. 120r-v ; Dolce, Dialogo, pp. 130-31et 135.11 thesaurosque irae] cfr. Ier., 50, 25; Rom., 2, 5.16 magnum et parvum] cfr., e. g., Cusano, De ludo globi, I, 42, p. 47.18 mundi incola] Cicerone, Tusc. disp., V, 37, 108.

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do di raf$gurare tutte le cose per mezzo di tutte le altre el’immaginazione partorire ogni cosa da tutto: e ciò lo inten-do o per modo di identità, se le cose sono identiche per ge-nere, specie o numero; o per similitudine, se sono simili; oper proporzione, se sono rapportabili tra loro; o per ironia,se sono dissonanti, come quando si dice «le ricchezze dellesofferenze» e «tesori dell’ira» e questo tipo di invenzionenon è privo di arguzia, dal momento che ricchezze e tesoridi solito sono detti di cose desiderabili. Allo stesso modo,per mezzo di altri tipi di opposizioni, possiamo riferire il ter-mine della similitudine al proprio correlativo: l’uomo ed ilmondo, infatti, possono essere contrapposti tra loro comecontenente e contenuto, grande e piccolo, e secondo mol-tissime altre specie di opposizione; pertanto l’uomo è dettoabitatore del mondo, vagante per esso, piccolo, che ne ri-flette l’immagine, mortale e così via.[77] Parimenti, chi paragona la giustizia ad una lampada mo-di$ca questa al punto che, per far comprendere il modo e lanatura speci$ca di quella, dalla considerazione della differen-za tra i due termini è portato a de$nire la giustizia come«quella lampada che non si consuma nel tempo». Chi para-gonerà la temperanza a una donna, potrà dire che la suafronte non è solcata da nessuna ruga della vecchiaia e la suapelle non è corrotta dal tempo. Anche con la similitudine peresagerazione è possibile comparare molti termini tra loro: co-sì, ad esempio, quando Giobbe volle descrivere il destino co-me un libro, e lo vedeva di per sé insuf$ciente a rappresen-tarlo, lo de$nì come il libro che riporta gli eventi futuri incisisu una lamina di piombo con uno stilo di ferro e sulla pietracon lo scalpello oppure nel diamante. Al contrario, invece,quando qualcosa è riferito alla cosa da comparare più diquanto sia conveniente, allora per poter porre una similitudi-ne ci serviamo della sottrazione e di una sorta di contrazione.[78] Per tutti questi bisognerà fare in modo che siano al me-glio e più attentamente adattati al termine di paragone, permezzo di uno spostamento di signi$cato, di una trasformazio-ne, trasposizione, conversione, antifrasi, allusione, illusione odelusione: come quando l’anima dei malvagi è descritta come

77, 9 Iob] cfr. Iob, 19, 23-24.

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nus impiorum describitur anima, cuius ignei flagrantis con-scientiae parietes, maleolentis opprobrii sulphures, horren-darum terriculamenta specierum, suspectiones temere ce-cum animum concutientes depictorum tapetiorum loco, i -psis propriorum facinorum technis aedi$catam nefastam do-mum incolunt, illam nulla temporis acies aequabit, non ullivetustatis arietes deturbabunt, eius limitibus non alii, sed i-psi tantummodo coarctabuntur.

A pari aliis similitudinibus, proportionibus, comparatio-nibus ornamenta, habitus, indumenta, circumstantias caete-raque omnia, quae ad commodum et incommodum fa-ciunt, negando af$rmandoque poteris pro dignitate rei sub -iectae congruenter adaptare.

[79] Dedali, qui decimusquartus est sigillus, explicatio

Quemadmodum omnis artifex, qui plurimos diversosqueintendit effectus vel pluribus instrumentis vel unico diver-simode multiformiterque exagitato organo ad propriaspro$ciscitur functiones, haud aliter hic Dedalus, cuius sub -iectum multiplex et multigenum esse potest, imo qui suo ordine circa omnia operari se valere con$dit, diversis pro re-rum varietate mediis ad praetensum opus persequendumaccingitur, dum alibi per sensibilem campum, alibi per ca-thenam, alibi per arborem, alibi per numerato/rem, alibiper centurionem, quadratum vel circulare enciclium, alibiper inserentem, commodiorem videat aditum patere. Qui-bus quidem artium actionumque per universum utensiliaper centenaria vel certos alios numeros referentibus, ex ipsis talia con$ngit efformator, qualia et inquirentem impor -tunius ad inventionem elaboratam concitent et reminiscen-tem ab operis molestia relevent. [80] In inventione quidem unum subiectum, ad propriamdif$nitionem universa contrahens, limitans eademque peripsam modi$cans, in$nitas ab in$nitis differentes appro-priabiles suscipit rationes. Eadem enim forma per in$nitasupposita innumerabiliter individualibus multiplicatur va-riaturque differentiis et proprietatibus, eadem materia ad

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un inferno con le pareti infuocate di una coscienza ardente,per gli zol$ della maleodorante vergogna, dove gli orrori di ter-ribili spettri, i sospetti che agitano vanamente il cieco animo,stanno al posto dei drappi colorati ed abitano una nefasta casaedi$cata con l’arte dei loro stessi delitti, che la forza di nessuntempo scon$ggerà, gli arieti della vecchiaia non abbatteranno,dalle cui mura sono imprigionati non altri, ma solamente loro.

Allo stesso modo, sia negando sia affermando, con altre si-militudini, proporzioni e paragoni, potrai adattare, nel modopiù congruo e in base alla dignità del termine, gli ornamenti,le caratteristiche, gli indumenti, gli elementi circostanziali etutte quelle altre cose che saranno utili di volta in volta.

[79] Spiegazione di Dedalo, quattordicesimo sigillo

Così come ogni artigiano che intenda ottenere molteplici edifferenti effetti si accinge al proprio lavoro con svariati e diffe-renti strumenti, oppure con uno solo, ma usato in vari e diver-si modi, non diversamente anche questo Dedalo, la cui materiapuò essere quanto mai molteplice e multiforme (anche se infondo è proprio in virtù del suo ordine se con$da di poter farequalsiasi cosa) si dedica a realizzare l’opera che ha di frontecon vari e differenti mezzi a seconda della diversità delle coseche deve compiere e, di volta in volta, per mezzo del sensibilecampo, della catena, dell’albero, col numeratore, con il centu-rione, con lo schema di organizzazione quadrato o circolare, ograzie all’innestatore o a quello che sembrerà più comodo dadisporre. Per mezzo di tali strumenti, ovvero oggetti adatti atutti i mestieri e le azioni, servendosene per riferirli a centinaiao a qualsiasi numero de$nito di cose, chi forma nella fantasiapotrà creare così tante e tali $gure da stimolare con forza, inchi indaga e ricerca, l’elaborata invenzione e alleggerire dallafatica dell’impresa chi deve ricordare qualcosa.[80] Nell’invenzione, in particolare, un solo soggetto, con ilfar convergere sulla propria de$nizione una molteplicità di si-gni$cati, delimitandoli e modi$candoli sulla base di essa, fascaturire da un in$nito numero di termini, altrettanti in$niti edifferenti signi$cati ad esso riferibili. Allo stesso modo infattiuna sola immagine per mezzo di un in$nito numero di stru-menti ed oggetti viene all’in$nito moltiplicata e modi$cata se-

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in$nitas alias relata formas, in$nitas aliasque suscipit ratio-nes. Huc respiciunt schalae predicatorum absolutorum, re-spectivorum, quaestionum et aliarum formarum. Ad $xio-nem autem collocationis faciendam artium, exercitiorumvariorumque actuum cum suis mediis cathalogi referuntur:iis enim successive susceptis, certo ordine quaesita invenien-tur et collocata presentabuntur.

[81] Personae, quae decimusquintus est sigillus, explicatio

Sigilli istius explicatio suf$cienter ex iis quae sub enigma-te, quod est in $ne Artis reminiscendi, sunt adnotata, desumi-tur et non minus ex dictis in secunda / particula capitis,quod praxim memoriae verborum insinuat. Nec sigillus istecerta peculiarique inventionis formula caret.

[82] Arithmetrici, qui decimussextus est sigillus, explicatio

Adeo sigillus iste ex iis, quae hic et secunda parte theoriaeArtis reminiscendi – ubi de locis semimathematicalibus discur-rimus – habentur, aperitur, ut alia explicatione non egeat. Il-lud tantummodo in memoriam revocari velim, quod tripus,arca, sedes caeteraque eius generis ita sumi debeant, ut nonunam rei speciem, ad quam signi$candam haec nominasunt imposita, denotent, sed ex instituto plurima, quae pertranspositionem, similitudinem, proportionem et appro-priationem vel per se vel per aliud consequens, af$ne veladiunctum denominare possunt, eadem signi$cent. Sicutigitur in sigillo, qui vexillum dicitur, ad unum nomen pluri-mos nominandos reducere docuimus, ita hic sub uno rei sig -ni$cato plurima signi$canda intelligere eadem ratione do-cuisse putemur.

81, 2-5 sub ... insinuat] cfr. Ars rem., supra, 55-58 et 49.82, 2-3 secunda ... discurrimus] cfr. Ars rem., supra, 21-25.11-13 Sicut ... docuimus] cfr. supra, 69.

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condo speci$che differenze e proprietà, ed un solo argomen-to, messo in relazione con in$nite altre immagini, è in gradodi far nascere altri ed in$niti signi$cati. Ciò è mostrato, adesempio, dalle scale dei predicati assoluti, di quelli relativi,delle domande e degli altri elementi dell’arte combinatoria.Per realizzare la memoria e la disposizione delle cose, questevengono riferite ad elenchi di mestieri, azioni, vari gesti e rela-tivi strumenti: una volta recuperati in successione tutti questi,si potranno così ritrovare e visualizzare, in quel particolare or-dine, ciò che avevamo ricercato e poi collocato nei luoghi.

[81] Spiegazione del personaggio, quindicesimo sigillo

La spiegazione di questo sigillo si desume suf$cientemen-te da quanto è scritto sotto forma di enigma alla $ne dell’Arsreminiscendi, ma può nondimeno essere ricavata anche daquanto è detto nel secondo paragrafo del capitolo che pre-senta la tecnica per la memoria delle parole. Ciò non toglieche questo sigillo sia dotato anche di una certa e speci$camodalità funzionale all’invenzione retorica.

[82] Spiegazione dell’aritmetico, sedicesimo sigillo

In realtà questo sigillo è già stato spiegato così a suf$cien-za sia qui, sia nelle pagine che si trovano nella seconda par-te della teoria dell’Ars reminiscendi (dove trattiamo dei luo-ghi semimatematici), che non ci sarebbe bisogno di un’ulte-riore spiegazione. Tuttavia voglio che qui sia ricordato chelo sgabello, la cassapanca, la sedia, e gli altri oggetti di que-sto tipo, devono essere presi non tanto per indicare un soloaspetto della cosa, quello a cui questi nomi sono imposti peresprimerne il signi$cato, ma, per convenzione, molti di più,che per trasposizione, similitudine, proporzione e assimila-zione – o di per sé o per un oggetto conseguente, af$ne oaggiunto – servono a rappresentarli, signi$cando, essi tutti,la medesima cosa. Perciò, come con quel sigillo che è dettodel vessillo avevamo insegnato a ricondurre più cose da de-nominare ad un nome solo, così qui riteniamo di aver inse-gnato, con il medesimo principio, a comprendere sotto il se-gno di una sola cosa più cose da esprimere con segni.

[83] Quod ad formam igitur attinet, per tripodem intelligi-mus non solum quod tres habet unius diversorumque gene-rum pedes, sed et omne quod sua forma, $gura aliaque detriginta formandi rationibus triplex et ternarium valet con-cipi vel nominari. Quod autem ad materiam spectat, non so-lum lineum dicitur tale quod vere et per se est eiusmodi, sedet quod vel secundum partem vel per aliquod quod re ipsavel imaginatione ap/plicatum lineum concipi dicique po-test. Hinc et per clavum realiter vel imaginarie ad$xum utiferream possum concipere columnam.

[84] Centurionis, qui decimusseptimus est sigillus, explicatio

Pro substernendis apparandisque primis mediatis, proxi-mis immediatisque partibus intentionum generalium vel sub -iectorum communium vel formarum applicabilium, quae ad inventionem vel ad retentionem ordinabantur, dif$cileest melius vel simile arti$cium adinvenisse. Hac arte statimde multis – quos non facile nec breviter naturali vel aliusmodi arti$ciosa facultate retinere valemus – quid, quantus,quotus, quantum, ubi et quomodo quisque referat, $rmiterhabebimus. Hac ratione ditatur arithmetricus seu numera-tor, qui est sigillus proxime dictus: ex ordinatis enim patriishabes ordinata centenaria, ex patriarum subordinatis variishominum conditionibus ipsas, quae simili pacto digitos sub-sumunt numeros, subordinatas decades habebis, quarumtandem individuis ad opera vel inveniendorum vel retinen-dorum persequenda numeris pluribus absolutis uti valeas.

83, 7 reipsa L

83, 1-10 Quod ... columnam] cfr. De imag. comp., infra, 216, 2-9.3-4 de ... rationibus] cfr. supra, 49-50.

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[83] Quindi per quanto riguarda la forma, con lo sgabellovogliamo intendere non solo quell’oggetto che ha tre gam-be distinte, ma anche tutte quelle altre cose che, per con-formazione, $gura o secondo uno dei trenta modi diraf$gurare, siano in grado di essere comprese o nominatecome caratterizzate dal numero tre. Per quanto riguarda lamateria, invece, si de$nisce di lino non solo ciò che lo è ve-ramente e propriamente, ma anche tutto ciò che può esse-re detto o concepito tale o in parte o a motivo di qualco-s’altro di lino che è aggiunto e applicato alla cosa stessa, an-che per immaginazione. In questo modo anche attraversoun chiodo con$ccato in essa, realmente o per fantasia, pos-so intendere una colonna come fatta di ferro.

[84] Spiegazione del centurione, diciassettesimo sigillo

È veramente dif$cile che venga trovato un espediente mi-gliore o simile a questo per subordinare e preparare le pri-me parti medie, prossime ed immediate di argomenti gene-rali, o di sostrati comuni o di immagini principali da porrenei luoghi, che devono essere messi in ordine per l’inven-zione retorica o la memorizzazione. Con questa tecnica sa-remo in grado di trattenere subito e con fermezza (poichéné facilmente né in breve tempo saremmo in grado di me-morizzarlo con le facoltà naturali o in qualsiasi altro modo ar-ti$ciale) tutto ciò che, di molte cose, ci rappresenta e ci in-dica l’essenza, la quantità, il numero, la posizione, e le ca-ratteristiche. Questo sistema completa e arricchisce anche ilprecedente sigillo, l’aritmetico o il numeratore: ordinandoinfatti le cittadinanze avrai in ordine le centinaia, ordinan-do le varie condizioni subordinate dei cittadini – allo stessomodo in cui si contano i numeri sulle dita di una mano – siavranno le rispettive decine, e alla $ne ti potrai servire deisingoli individui di queste ultime secondo quel preciso nu-mero utile per memorizzare o organizzare l’invenzione diuna qualche materia.

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[85] Quadrati encyclii, qui duodevicesimus est sigillus, explicatio

Duplicem habemus primum generalemque modum, perquem circa disposita ordinate inquiritur et invenitur quiquedispositis repraesentandis atque retinendis apprime est ad-commodatus. / Horum primus est per quadratum in plano,quod est cubus in solido; secundus est per circulum in pla-no, qui est sphaera in solido: dupliciter etenim in istis pro-portionabilia mathematicis $guris encyclia sumi possunt, ut-pote vel ad unam vel ad triplicem dimensionis differentiam.

Quadratum igitur encyclium ef$citur, cum quatuor superuno subiecto formantur intentiones et supra quatuor inten-tionum singulas, quae modo subiecti vicem subeunt, qua-tuor efformantur alia<e>, quarum quaeque subsequentibusquatuor iterum subiacent intentionibus, et ita deinceps pro-grediendo, quoadusque et disponentis intentio et rei dispo-nendae negotium patiatur.

[86] Circularis encyclii, qui undevicesimus est sigillus, explicatio

Eadem quasi serie atque proportione in circulari, qua inquadrato encyclio, rerum rebus appositio prosequenda pro-ponitur. Porro sicut ad diversa, saltem proxima, principiacirculus atque sphaera, quadratus atque cubus referunturnec non horum illorumque haeque illaeque mensurae diffe-rant, ita diversa eorundem ponimus encyclia, quorum alte-rum usu venit ad inventionem distinctionum et divisionumeiusdem, alterum vero ad inventionem multiplicium, quaesunt atque $unt circa idem. Circularis encyclii appositio infacile $gurabili circuli quadrante $at manifesta. /

85, 7 cubus emend. N] cubum L 14 aliae emend. N] alia L

85, 11-17 Quadratum ... patiatur] cfr. De imag. comp., infra, 230, 1-4.86, 11-12 Circularis ... manifesta] vide infra, Figuram n. 4.

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[85] Spiegazione dell’organizzazionea base quattro, diciottesimo sigillo

Abbiamo un principale e generale metodo, che si articolasecondo due modalità, con cui analizzare ed argomentareintorno a ciò che abbiamo visivamente disposto, estrema-mente adatto anche a disporre quanto dobbiamo rappre-sentare e memorizzare. La prima di queste modalità segue ilquadrato, rispetto al piano, ovvero secondo il cubo nella di-mensione solida; la seconda è a base circolare, nel piano, esferica rispetto ai solidi. Infatti entrambi questi schemi di or-ganizzazione, che si ispirano alle $gure geometriche, posso-no essere assunti sia secondo una dimensione sia su tre.

Lo schema di organizzazione a base quadrata si ottienedunque quando quattro signi$cati o concetti prendono for-ma intorno ad un argomento solo, e, partendo da ciascunodi questi singoli signi$cati, che a loro volta diventano argo-menti di riferimento, se ne formano altri quattro, dai quali,ulteriormente, saranno derivati altri quattro signi$cati, e siprosegue così, di seguito, $nché lo permette la volontà dichi dispone e la cosa da disporre.

[86] Spiegazione dell’organizzazione binariae circolare, diciannovesimo sigillo

Con uno schema di organizzazione simile e proporziona-le a quello quadrato, anche in quello circolare viene propo-sto di continuare l’associazione di cose ad altre cose. D’altrocanto, così come cerchio e sfera, rispetto a quadrato e cubo,si fondano su princìpi diversi – sebbene prossimi – anche leloro misure sono reciprocamente diverse; per questo moti-vo riteniamo che tali schemi di organizzazione siano diversitra loro. Il primo di questi è utile per la ricerca delle distin-zioni e delle divisioni di un medesimo argomento, mentre ilsecondo per inventarne di molteplici che siano riferibili oderivabili da uno solo. La disposizione secondo lo schema diorganizzazione circolare è riscontrabile nel semplice sche-ma di una $gura circolare suddivisa in quadranti.

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[87] Compositi et elementi, quod vicesimusest sigillus, explicatio

Hic sigillus est, quem nomine verbalium locorum intelli-gebamus, estque non solum ad retentionem faciendam, sedet ad inventionem non modicum adcommodatus.

Ad memorandum quidem usu venit, veluti quando incompositis, utpote in dictionibus ipsis, alicuius orationispartes sententiasque ordinate con$ngimus, ut primam refe-rat odiens vel exosus aliquis, quem nos talem perceperimusvel fuerimus imaginati; secundam aliquis profanatus, pro-phanans vel profanus; tertiam vulgaris vel e vulgo disgrega-tus vel divulgans quispiam vel vulgatus; quartam arcens qui-ve arcetur, reportet; reliquas per ordinem, per reliquas ordi-nate subsequentes dict<i>ones, praesentabimus. [88] Ad inveniendum etiam confert, quoniam ex vocibusomnibus omnes revocare possumus intentiones exque in-tentionibus omnibus et quibuscumque omnes et quecum-que aliae intentiones exuscitantur et exurgunt. Et si de mag-nanimitate sermo sit habendus, «odere», inquam, magna-nimitate praediti ignobiles actus – vindictam de hostibus su-mere, pauperes humilesque opprimere etc. –; «profanis» abactibus, quibus infamiae notam subire valeant, avertuntur[a] magnanimitatis habitu – haec enim nihil praeter aegre-gias meditatur operationes –; a «vulgaribus» trivialibusquesermonibus, curis et studiis magnanimus proripit sese abs -trahiturque totus, illud in mentem revocans, quod nullusvulgi comes quicquam sapienter vel egregie sentire per$ce-reve potest – non enim spectabile laudabileque esse / valet,quod frequens est atque vulgare –; «arcet» abigitque mag -nanimus ab animo ignobilium appetentiam voluptatum, arcet pellitque omnem vanam formidinem, non persequu-tionum mortisque timor illum a via iustitiae aequitatisquecoercet.[89] Ad omnes inventionis species non utilis est iste modus,

87, 14 dictiones emend. N] dictones L 88, 9 a post avertuntur scrips. L, de-lev. N 14 essevalet L

87, 3-4 quem ... intelligebamus] cfr. Ars rem., supra, 26.

explicatio triginta sigillorum 137

[87] Spiegazione della sillabae della lettera, ventesimo sigillo

Questo sigillo corrisponde a ciò che avevamo chiamatocon il nome di luoghi verbali ed è estremamente appropria-to non solo per la memorizzazione e la conservazione, maanche per l’invenzione retorica.

Per ricordare è utile quando raf$guriamo ordinatamentele parti o le frasi di un discorso nelle sillabe o nelle parolestesse, in modo che la prima parte sia rappresentata da unpersonaggio che disprezza e odia, di cui abbiamo fatto espe-rienza o che abbiamo immaginato tale; la seconda da qual-cuno vittima di profanazione o che è nell’atto di profanareo è di aspetto profano; la terza da un popolano, o che si di-stingue dal volgo, o che diffonde chiacchiere dozzinali, onoto a tutti, cioè popolare; la quarta sia riportata da uno chesi allontana oppure è allontanato; raf$gureremo poi ordina-tamente le rimanenti parti per mezzo dei termini successivie seguendone l’ordine.[88] Il medesimo sigillo giova anche all’invenzione retorica,perché da tutte le parole possiamo ricavare tutti i signi$catie da qualsivoglia signi$cato si può suscitare o far nascerequalsiasi altro concetto. Così, se devo tenere un discorso sul-la magnanimità, dirò: «gli uomini magnanimi “odiano” gliatti ignobili, come vendicarsi dei nemici, opprimere i poverie gli umili, ecc.; la magnanimità (che altro non contemplase non nobili atti) li distoglie da azioni “profane”, che po-trebbero imprimere su di loro il marchio di infamia; il ma-gnanimo si astiene e si tiene del tutto fuori da discorsi, oc-cupazioni e studi “volgari” e triviali, ricordandosi che nes-sun amico del volgo è in grado di sentire o di realizzare al-cunché di veramente sapiente o egregio (difatti ciò che ècomune ai più e popolare non è degno di rispetto né di lo-de); il magnanimo in$ne “respinge” e caccia dall’animo ildesiderio di piaceri ignobili, “allontana” e spinge via ognivano timore, e la paura della morte o delle persecuzioninon lo distoglie dalla via della giustizia e dell’equità».[89] Tuttavia questa modalità non è utile per tutti i tipi di in-venzione, ma solamente per quella che ha a che fare con la

88, 18 via ... aequitatisque] cfr. Eccli., 18, 11 et 36, 19; Mat., 21, 32.

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sed ad eas tantum, quae persuasionem faciunt. Ut autem adinventionem universaliter dictam conferre valeat, hoc pactoprovidendum, ut termini isti non sumantur pro formis, sedpro formarum subiectis adsumantur, cum in osore aliquidquod signi$cet essentiam, in profano quod potentiam, invulgato quod operationem, in arcente quod circumstantiasreferat; ut subinde pro inventionis opere primum inquira-mus, quid dictum, dicendum et dici possit circa rei proposi-tae essentiam et esse; secundo quid circa eiusdem habitus,dispositiones, facultates, passiva activaque principia; tertioquid circa effectus et operationes, quibus ipsa est et quae abipsa profluunt; quarto quomodo, quibus concurrentibus etconcausantibus, et ita de caeteris per reliqua. [90] Proinde sicut oratio resolvitur in dictiones tanquam inpartes proximas, nec non sillabas et elementa velut in remo-tiores primasque partes, ita et inventionum signa generaliain particularia et individua resolvuntur. Habent etenim ele-menta quae $gurent, et habent quibus $gurentur: A enimplures $gurat Aristoteles et Aristarchos, et plures AristarchiAristotelesque plures per A $gurantur. Itaque et per indivi-duorum ab elementis signi$catorum ordinem et per eorumelementorum combinationibus praesentatorum eorumque,quae integris denotantur dic/tionibus, ordinem possum adopus faciendae retentionis et intentandae inventionis accin-gi. Non solum per diversos ad eandem nomenclaturam rela-tos, sed per eundem diversimode se habentem, operantemet collocatum, subiectorum retentionis et inventionis co-piam comparare docemus, ubi dicimus quo modo quando-que formarum multiplicationem adtentavimus.

89, 11 facultates emend. N] fucultates L 90, 16 adtentavimus emend.] ad-tentabimus L

90, 15-16 ubi ... adtentavimus] cfr. supra, 28, 7-14.

explicatio triginta sigillorum 139

persuasione retorica. Se vogliamo invece che essa funzioniper ogni tipo di invenzione dobbiamo fare in modo che que-ste parole non siano assunte con funzione di immagini mne-moniche, ma siano considerate come sostrati per le immagi-ni, rappresentando in riferimento al personaggio che odiaciò che ha a che fare con l’essenza, nel profano ciò che è po-tenza, nell’uomo del volgo l’operazione e in colui che di-sprezza ciò che rifugge le circostanze. In questo modo, passodopo passo, nell’elaborazione creativa di un concetto, in pri-mo luogo valutiamo che cosa è stato detto, che cosa dobbia-mo o possiamo dire sull’essenza e sull’essere; in secondo luo-go, tutto ciò che riguarda le sue caratteristiche, le disposizio-ni, le facoltà ed i suoi princìpi sia attivi che passivi. In terzoluogo ciò che si riferisce agli effetti e alle operazioni, quelletramite cui esso si manifesta e quelle che scaturiscono da es-so, e per quarto in che modo e con quali elementi circostan-ziali e concausali è presente; e così via, per tutto il resto con irimanenti termini.[90] Inoltre, così come è possibile scomporre un discorso nellesue parole, ovvero nei suoi elementi principali e, addirittura, insillabe e lettere, che sono le sue parti semplici ed ultime, allostesso modo anche questi segni generali propri dell’attivitàcreativa possono essere suddivisi in altri più particolari ed indi-viduali. Si avranno dunque sia lettere che rimandano a $gure,sia immagini rappresentative di lettere: la lettera A indica, in-fatti, molti Aristotele ed Aristarco e al tempo stesso più perso-naggi Aristotele ed Aristarco possono rimandare tutti alla lette-ra A. Pertanto posso accingermi a memorizzare le cose o a ten-tare l’elaborazione creativa di un soggetto sia per mezzo dellaserie di $gure individuali rappresentate a partire dalle lettere,sia tramite l’ordine delle lettere che compaiono nelle rispettivesillabe e che costituiscono l’intera parola. Dove, in$ne, dicia-mo in quale modo e quando dobbiamo provare a moltiplicarele immagini, non insegniamo a procurarci un numero elevatodi sostrati per la memoria e l’invenzione solamente per mezzodi personaggi messi in relazione con una determinata serie dilettere, ma anche tramite una sola $gura che è collocata, è ca-ratterizzata ed agisce in modo ogni volta differente.

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[91] Rotae, quae vicesimusprimus est sigillus, explicatio

Rotae subiectum atrium, $gulo $gurator, luto subiecta in-tentio formabilis proportionantur. Sint igitur in rota seuatrio A duodecim, viginti quatuor vel triginta of$cinae, utprima sit aucupis, secunda medici, tertia militis, quarta pin-cernae, quinta musici, sexta scriptoris, septima agricolae,octava sutoris, nona sacerdotis, decima fullonis, undecimatonsoris, duodecima lectoris. Per quos si unus agens vel coo-perans vel patiens feratur suis casibus, saltem duodecim; siduo, saltem viginti quatuor, si tres, triginta sex saltem da-bunt intentiones. [92] Per quam quidem praxim si velis in mathematicis exer-ceri, ut si velis stellarum aspectus quoad earum signi$catio-nem et signi$cationes dispositionum planetarum in signisretinere, poteris duodecim suis circumstantiis domos effor-matas ita apparare, ut suis partibus atque membris talia con-tineant, quae ad singulas considerationes de ipsis et in ipsisfaciendas sint adcommodatiora. Poteris insuper septem cir-cum rotantia supposita destinare, quorum passionibus et af-fectibus / aliis, quae in locis recipiunt, ea quae in planetis sig -ni$cari debent ordinate habeas. Quae quidem omnia si septem implere nequeunt, alios substituimus singulorumomniumque successores. [93] Ubicumque etiam erunt quatuor, quinque, septem,quae rationes et formas multiplici in invicem compositionecoordinationeque multiplicant, in ipsis, sicut in propagato-re, in energumenis locis et aliis de multiplici elementario velcombinatorio facere docuimus, est providendum; ad instar,inquam, illorum iuxta combinandorum et in compositionemvenientium numerum elementaria statuas, quibus tandem$guranda $gurare et ipsa $gurata ad novas integri illius $gu-rationes inducendas, per rotam deducendo, valeas. Et nos idmagna ex parte in Artis memoriae, Umbras idearum consequen-tis, prima secundaque de adiectis particula docuimus.

92, 2 quo ad L

91, 2-3 Rotae ... proportionantur] cfr. Eccli., 33, 13 et 38, 32; Rom., 9, 21.92, 1-10 Per ... habeas] cfr. De imag. comp., infra, 244.93, 9-11 nos ... docuimus] cfr. De umbris, 120-121.

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[91] Spiegazione della ruota del vasaio, ventunesimo sigillo

L’«atrio» corrisponde alla ruota del vasaio, il formatore alvasaio ed i signi$cati secondo cui si dà forma al sostrato sonoanaloghi alla creta. Vi siano dunque sulla ruota, ovvero in unatrio indicato con la «A», dodici, ventiquattro oppure trentabotteghe, e la prima sia quella di un cacciatore di uccelli, la se-conda di un medico, la terza di un soldato, la quarta di un cop-piere, la quinta di un musicista, la sesta di uno scrivano, la set-tima di un contadino, l’ottava di un calzolaio, la nona di un sa-cerdote, la decima di un lavandaio, l’undicesima di un barbie-re e la dodicesima di un lettore. Se un personaggio passeràper queste botteghe agendo interagendo o subendo un’azio-ne, secondo le sue circostanze, rappresenterà, se da solo alme-no dodici concetti, se in due ventiquattro e se in tre trentasei.[92] Tramite questo espediente, se vorrai esercitarti nell’astro-logia e, ad esempio, memorizzare i signi$cati degli aspetti del-le stelle e quelli delle disposizioni dei pianeti nei segni, potraipreparare dodici case dotandole di elementi aggiuntivi, inmodo che con le loro parti e membra contengano cose tali daessere ben appropriate alle singole considerazioni da farsi inesse e relativamente ad esse. Potrai poi destinare sette suppor-ti circolari e ruotanti per quelle $gure che rappresentano ipianeti e che, secondo il proprio ordine, riceveranno variepassioni ed affezioni nelle varie case. Se queste sette non sa-ranno in grado di eseguire tutte le cose, potremmo allora ag-giungerne altre, sottoposte ed assistenti a ciascuna di esse.[93] Ovunque vi saranno quattro, cinque o sette personaggiche moltiplicano i signi$cati e le immagini per mezzo della lo-ro reciproca combinazione e connessione, ci si deve compor-tare così come avevamo insegnato a fare nel sigillo del propa-gatore – a proposito dei luoghi animati dal personaggio – e, inun altro modo, nel sigillo della sillaba e della lettera: allo stes-so modo di questi sigilli, facendo percorrere la ruota a quellestatue principali, a seconda del numero delle combinazioni edelle composizioni che si verranno a creare, sarai in grado diformare immagini sia per quanto deve essere raf$gurato, siacon ciò che è già raf$gurato e di comporre con loro delle sce-ne completamente nuove. E ciò l’abbiamo già spiegato in lar-ga parte nell’Ars memoriae che segue il De umbris idearum, nelprimo e secondo paragrafo sulle immagini aggiunte.

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[94] Fontis et speculi, qui vicesimussecundus est sigillus, explicatio

Per haec docemus suppositum personamque unam unamintegramque posse indicare facultatem. Hinc ad inventio-nem faciendam, oculo uniformiter ad omnia visibilia se ha-benti atque successive converso unus fons, unum speculumpraesentabit universa; unus habitus in una quadam formaliserie complebitur, dum quodlibet subiectum per illam exa-minabitur. Hic praedicata sunt quae omnibus applicabiliapro sua ratione iudicantur, hic formae quibus cuncta mo-di$cantur, hicque circumstantiae quibus colorantur univer-sa, ut in iisdem omnia generalia particula/riaque considera-bilia subiecta distinctis propriisque rationibus inspicienda setribuunt. Hinc ab aliis et a nobis instituta, inventa atque com-pleta multiplex inveniendi ratio dependet. Sigilli istius appli-catio ad reminiscentiam comparandam nullam admittitdif$cultatem per ea, quae hic alibique frequentius diximus.

[95] De Empirico, qui vicesimustertius est sigillus

Sigillus iste magis apertus est, quam ut ulla explicationeindigeat. Facile enim possumus pro hortis plura instituisseatria vel cubilia, in quorum membris perpetuo $gurat<a>maneant et veluti adiectiva loca consistant diversa simpli-cium genera. Per hos hortos atriaque aegrotantes plurimisuis ordinibus succedere possunt, qui diversi diversas pote-runt memorabiles formare intentiones et perquisita comple-re remedia, dum ipsi aut ii, qui pro ipsis designandis adsu-muntur, vel a rebus vel ad res sibi necessarias et usuvenien-tes aliqua ratione sunt affecti.

94, 17 dif$cultatem emend. N] def$cultatem L 95, 2 iste emend. N] este L4 $gurata emend. N] $gurat L

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[94] Spiegazione della fonte e dello specchio, ventiduesimo sigillo

Con questo sigillo insegniamo come sia possibile che l’im-magine di una sola persona e di qualcosa che le è sottopostoci indichi un’intera disciplina. Allo scopo di realizzare l’in-venzione, una volta rivolto l’occhio in modo uniforme a tut-te le cose visibili, in serie e dentro di sé, una sola fonte e unsolo specchio ti rifletteranno tutto quanto, un insieme orga-nico di cose sarà raccolto in una certa serie di immagini, co-sicché si potrà analizzare, per mezzo di esse, qualsiasi sog-getto. In questo caso i predicati sono quelle cose che per lo-ro conformazione sono ritenute applicabili a tutti; le forme,invece, sono ciò con cui tutto viene modi$cato; gli elementicircostanziali, in$ne, quelli per cui tutto viene caratterizzatovivacemente, così che, attraverso di essi, tutti i sostrati chepossono essere esaminati, siano essi generali o particolari, sidispongono in modo da essere visti secondo speci$ci e dif-ferenti signi$cati. Come si può vedere il principio per cui siha una molteplice invenzione deriva da altri espedienti in-ventati, istituiti e perfezionati da altri e da noi. L’uso di que-sto sigillo per favorire la memoria non presenta alcunadif$coltà, grazie a quanto abbiamo detto qui e in altri luo-ghi più volte.

[95] Spiegazione del medico empirico, ventitreesimo sigillo

Questo sigillo è $n troppo esplicito perché ne occorrauna qualche spiegazione. Con facilità, infatti, possiamo pre-parare molti atrii o camere con la funzione di orti, nei cuispazi rimangano continuamente delle $gure di personaggie, come se fossero sostrati attributivi, siano dotati di vari tipidi elementi speci$ci. Per questi orti ed atrii verranno poi fat-te passare in successione, secondo il loro ordine, diverse$gure malate e sofferenti che, preparando le medicine e i ri-medi cercati, verranno a dare forma a numerosi concetti ericordi, nel momento in cui, sia loro sia quelli che vengonopresi per raf$gurare assieme ad essi, saranno caratterizzati ocaratterizzeranno, secondo una qualche forma, le cose cheutilizzano e che gli sono necessarie.

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[96] De alea, quae vicesimusquartus est sigillus

Per omnes quae praecesserunt quaeque sequentur $gu-randi praesentandique rationes, aleae memoriae similiqueretinendorum ordine minime possumus providisse: eam obrem istam particularem propriamque excogitavimus viam,quae plus est explicata, quam ut pluribus verbis indigeat. /

[97] Gorgiae, qui vicesimusquintus est sigillus, explicatio

Pro varii generis argumentis ad varias theses et disputatio-num subiecta, quae eorum quae defenduntur et eorum quioppugnant turba confusionem perplexamque chaos ef$giemredderent, ad certa de$nitaque loca ea, quam hic insinuavi-mus, serie disposita referantur.

Diversa igitur, pro axiomatum, positionum et problema-tum diversitate, praeordinata communia loca numero parti-cularium locorum particulares suscipiant reddantque obiec-tiones: Gorgias iste – sic enim disputatorem, cui maxime si-gillus iste inservit, dici voluimus – non solum in verbalibuspositivis, sed et in aliis omnibus locorum speciebus ad pro-prias se conferre functiones poterit. Commode enim diver-simode disposita cubilia, varie ef$ncti numeri, diversae sup-positae concathenationes numero varietatique veri$catio-num disputandarum inservient. In ipsis, cum sit nota con-clusio et duo consequenter de tribus argumentationis termi-nis, medii tantummodo $guram collocasse suf$ciet.

[98] Circaeorum camporum, hortorum et antrorum,vicesimisexti videlicet sigilli, explicatio

Diversas novimus esse diversorum simplicium qualitates;varios etiam plane constat qualitatum variarum, sub variiscongruentibus possibilibusque combinationibus, esse gra-dus. Ea igitur arte, qua dictiones quascumque ef$giare do-

98, 6-7 Ea ... docuimus] cfr. supra, 73; De umbris, 233, 1-2.

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[96] Spiegazione del dado o azzardo, ventiquattresimo sigillo

Con tutti i modi, precedenti e seguenti, di raf$gurare e vi-sualizzare interiormente non possiamo quasi per nulla prov-vedere al rischio della memoria di trattenere a mente le cosedotate di un ordine simile. Per tale motivo abbiamo escogita-to questo particolare espediente che è già stato a suf$cienzaspiegato più di quanto possano fare ulteriori parole.

[97] Spiegazione di Gorgia, venticinquesimo sigillo

Gli argomenti di vario genere relativi a tesi diverse o ai temidelle dispute, che per la moltitudine di quelli a favore e di quel-li contrari creerebbero confusione e darebbero un’immagineintricata e caotica, vengano riportati a ben precisi e determina-ti luoghi, disposti nella serie che qui abbiamo suggerito.

Pertanto differenti luoghi comuni, previamente dispostiper rendere la diversità degli assiomi, posizioni e problemi,ricevano in sé e restituiscano le obiezioni speci$che secon-do il numero dei propri luoghi individuali: questo Gorgia(perché così infatti avevamo scelto di chiamare colui che sidedica alle dispute retoriche, a cui questo sigillo è estrema-mente utile) potrà quindi dedicarsi alle proprie funzioninon servendosi solamente dei luoghi verbali positivi, ma an-che di tutti gli altri tipi di luoghi. Difatti le stanze disposte indiverse maniere, i numeri raf$gurati in vario modo e le dif-ferenti relazioni instaurate tra $gure si adatteranno moltobene al numero e alla varietà delle tesi da discutere. E poi-ché di queste sarà nota la conclusione e, di conseguenza,due dei tre membri dell’argomentazione, sarà suf$cientecollocare solamente l’immagine del termine medio.

[98] Spiegazione dei campi, dei giardinie degli antri di Circe, ventiseiesimo sigillo

Sappiamo che le qualità delle varie piante medicinali sonodiverse e che altrettanto vari sono i gradi delle diverse qualità,soggette alle varie, possibili e speci$che combinazioni. Pertan-

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cuimus, ipsa rerum nomina $gurata ad illum / referanturhortum, campum vel antrum, in quo illarum qualitates suisnumeris, ponderibus atque mensuris de$nitae habeantur.

Erit ergo campus primus calidi humidi, secundus calidisicci, tertius frigidi humidi, quartus frigidi sicci. Erunt sub -inde in campo membrorum quinque vel septem, plures paucioresve pro rei exigentia, ordines: quorum primus refe-rat calidi primum gradum cum septem humiditatis gradibusin septem ordinis domibus; secundus calidi gradum secun-dum cum septem humiditatis gradibus in propriis septemistius ordinis domibus; tertius tertium calidi gradum cumseptem humiditatis gradibus in unius istius ordinis domibusseptem. Et ita deinceps in aliis providere poteris, ut tandemin specie ad locum generalem, particularem et individua-lem relata qualitatem, qualitatis gradum et graduum com-possibilitates intuearis.

Ibi Circaeus dicitur campus pro arboribus maiorumqueplantarum fructibus; hortus pro herbis, floribus atque medi-cis radicibus; antrum pro mineralibus iisque omnibus, quaein telluris gremio generantur eiusdemque effossae concavi-tatibus desumuntur. [99] Sigillum istum hoc in enigmate quandoque implicavi-mus:

Lumine de claro ne mens peregrina vagetur, Nec sensus currens pone petita cadat,

Utque profunda virum fallat te in Tartara missum Ardentem fugiens unda petita sitim, /

Coge, potens Circe, succos tibi in atria septem, Quaeque sit et species in genus acta suum.

Transfer in annosi campum haec scelerata parentis, Haec habeant dominum cum Ganimede Iovem.

99, 1-2 Sigillum ... implicavimus] cfr. De umbris, 232 et adn. ad loc.

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to, una volta che avremo trasformato in immagine i nomi dellecose, con quell’arte con cui abbiamo insegnato a raf$gurarequalunque termine, le collocheremo in un determinato giardi-no, campo ed antro, nel quale le loro qualità saranno conserva-te con le loro speci$che caratteristiche di grado, peso e misura.

Il primo campo sarà dunque quello del caldo-umido, il se-condo del caldo-secco, il terzo del freddo-umido ed il quar-to del freddo-secco. Ci saranno poi nel campo cinque o set-te livelli di partizione, o di più o di meno, a seconda dellecose da memorizzare, il primo dei quali sarà riferito al pri-mo grado del calore, con i suoi sette gradi di umidità ripar-titi in sette case a seconda dei vari gradi, il secondo al secon-do grado del calore con i sette gradi di umidità nelle pro-prie e rispettive sette case-gradi ed ancora nella terza parti-zione del campo vi sarà il terzo grado di calore con i rispet-tivi sette gradi di umidità ripartiti secondo il sistema dellesette case-gradi. E potrai continuare ad andare avanti cosìanche con le altre partizioni $no a che non si visualizzeran-no sotto forma di immagini ogni qualità, il suo grado spe-ci$co ed il grado di composizione secondario associati, ri-spettivamente, ad un luogo generale, ad uno di tipo partico-lare ed a quello individuale e singolo.

In questo caso viene chiamato «il campo di Circe» in vir-tù degli alberi più grandi e dei frutti delle piante, è detto«giardino» a motivo delle erbe, dei $ori e delle radici medi-camentose, ed è «antro» a causa della presenza di tutti queiminerali che possono essere generati dalla terra oppure pos-sono essere estratti dalle sue cavità.[99] Già una volta, questo sigillo, l’avevamo racchiuso im-plicitamente nel seguente enigma:

Perché la mente errante non vaghi lontano dalla limpida luceNé il senso si perda rincorrendo quanto desidera,

E sfuggendo alla tua sete ardente non ti inganni l’acquabramata,

Come accadde all’uomo gettato nel profondo del Tartaro,Ordinati, o potente Circe, le pozioni in sette atrii,

Ogni specie, qualunque essa sia, riconducila al proprio genere;

Porta queste nocive nel campo dell’antico padre,Quest’altre abbiano il $glio Giove insieme a Ganimede.

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Luminibusque minax perstans ardentibu’ Mavors Hortum hunc prospectet Mulciberumque trucem.

Obtineas, vasti lampas celeberrima mundi, Prolem ubi multigenam contueare tuam.

Suave Venus spirans queis cuncta viventia vincis, Inque sequestrato, diva, capesse loco.

Secretusque tibi credatur, nuncie divum,Foemina foemineo credite masque mari.

Sepibus abiunctas, temerentur ne tua dona, Delia consortes iunge operosa tuas.

[100] Peregrini, qui vicesimusseptimus sigillus, explicatio

Ditat sigillus iste rotam $guli: non solum enim per eum-dem campum multiplicat unius rei deducendae considera-tiones atque loca, sed campum secundum primo subordi-nans ef$cit, ut ad locorum secundi campi numerum singulaprimi campi membra submultiplicemus. Tertium paritercampum secundo subnectens id praestat, ut ad locorum ter-tii campi numerum secundi campi membra multiplicaripossint. Similiter si id propositum urgeat negotium, quar-tum tertio, quintum quarto eousque continuabimus, quoadmateriae subiectae capacitas impleatur formarumque exten-ditur multiplicandus numerus et amplitudo.

Differt igitur peregrinus a rota, quia hic $gulus / circaunum idemque centrum suas complet revolutiones, ibi veroperegrinus singulis veluti rotae radiis alias rotas in tertium,quartum et plures – si necesse libitumque fuerit – subalter-natim succedentes ordines auspicatur, exequitur et velutiperegre pro$ciscens evagatur. [101] Sigillum istum praesenti in aenigmate complicavi-mus:

Uranie vatem sublimes duxit in aedeis, Quo faceret mentis nubila pulsa suae.

100, 3 deducende L 16 sinecesse L

100, 13-18 Differt ... evagatur] cfr. De umbris, 231, 26-31.101, 1-2 Sigillum ... complicavimus] cfr. De umbris, 230 et adn. ad loc.

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Marte minaccioso levandosi con le sue luci ardentiSorvegli questo giardino ed il truce Vulcano.

Ottieni, lume limpidissimo del vasto mondo,La sede da cui contemplare la tua prole multiforme.

Soavemente sospirando, o Venere, ciò con cui vinci tutti i viventi

Conservalo, o dea, in luogo separato.E luogo segreto sia a te af$dato, messaggero degli dèi,

Creduto femmina con le femmine e maschio con i maschi.Separate da barriere, perché non siano profanati i tuoi doni,

Congiungi, Delia operosa, le tue sorelle.

[100] Spiegazione del pellegrino, ventisettesimo sigillo

Questo sigillo perfeziona ed amplia la ruota del vasaio; in-fatti non solo moltiplica entro lo stesso campo le considera-zioni ed i luoghi del tema da analizzare, ma, subordinandoun secondo campo al primo, fa in modo che ciascuna delleparti speci$che del primo campo possano essere moltiplica-te per il numero dei luoghi del secondo. Inoltre, subordi-nando parimenti un terzo campo al secondo, fa sì che an-che le parti del secondo campo possano essere moltiplicateper il numero dei luoghi del terzo. Allo stesso modo, se l’ar-gomento su cui stiamo lavorando lo necessita, potremo farseguire al terzo un quarto, al quarto un quinto $no a quan-do non sarà soddisfatta ed esaurita tutta la capacità del ma-teriale su cui stiamo operando, estendendo l’ampiezza emoltiplicando il numero delle immagini.

Dunque il pellegrino differisce dalla ruota del vasaio, per-ché mentre il vasaio compie le proprie rotazioni intorno aduno e medesimo centro, il pellegrino invece – come se sipassasse dai raggi di una ruota a quelli di un’altra – lascia in-travedere e ci assicura un terzo, un quarto ed altri ancora li-velli successivi e subordinati ($no a quanti ce ne servirannoo ne desidereremo) e, proprio come se fosse un viandantein cammino, ci permette di vagare in essi. [101] Abbiamo racchiuso questo sigillo nel seguente enigma:

Urania condusse il vate nelle sublimi dimore,per fugar le nubi dalla mente sua.

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opere mnemotecniche150

Ordine praegnantem quo sunt disposta per orbem, Indicat extencta singula quaeque manu.

Leucadius regno sedet hic tristisque senecta. Praetulit hic degens talia regna patri.

Cuspide Marsque potens rapit hinc ea raptaque servat; Aureus hinc Titan haec diuturna facit.

Blanda Venus grato numerosa ea reddit amore; Pacis et armorum hinc arbiter hic superis.

Hinc vultu inconstans Lucina et lumine clamat:«Occubitum visent orta et adaucta suum».

Ordine sunt postquam concepta palatia coeli, Bis senas iuvat hos iam peragere domos.

Egrediare, senex, varios subiture locorum Anfractus, varias insinuando notas.

Huic divum succaede parens. Succede Gradive, Smintheum numen, Gnidia nata mari.

Athlantis succaede nepos, Cyllenia proles.Delia nec cesses, coelo Hereboque potens.

[102] Claustri cabalistici et templi, quod vicesimusoctavusest sigillus, explicatio

Hic duobus et viginti elementi<s> 22 claustra vel templadestinantur, quorum singula in duo et viginti / personarumsub una communi arte vel operationis genere uno se exagi-tantium receptacula distribuuntur; ea, quae proprias pecu-liaresque operationes et actus vel sub templorum claustro-rumque singulis depromunt vel sub eodem vexillo, certumin memoriae vel inventionis exercitatione opus exequuntur,ut in ipsis quatuor de$nita valeas elementa contemplari:quorum primum est ex nomine atrii, secundum ex nominesedis in atrio, tertium ex nomine artis, quartum ex nomineactus. Ideo autem intelliguntur istorum alii degradari, aliiexaltari, alii mutari, ut faciliorem viam retinendi *** promp -teque examinandi, quid tali de singulis semel formata con-ceptione seu imaginatione referatur atque signi$cetur.

101, 10 diuturna emend. N] diuturua L 19 succaede lege succede 102, 3elementis emend. N] elemonti L 9 inmemoriae L 14 post retinendi la-cuna sine dubio est: an habeas coniciendum|

explicatio triginta sigillorum 151

Nell’ordine in cui son disposte per il gravido cielo,le singole cose indica con la mano distesa.

La trista vecchiaia di Leucadio qui al regno presiede.Il dio qui dimorante antepose tali regni al padre.

E Marte potente con la lancia da qui li rapisce e rapiti li conserva;

Da qui l’aureo Titano li fa duraturi.La seducente Venere da qui li rende numerosi con gradito

amore;Da qui costui è ai superi arbitro di pace e di guerra.

Da qui Lucina incostante nel volto e nella luce proclama:«Il proprio tramonto vedrà ogni cosa che nasce e cresce».

Dopo che nell’ordine son stati impressi i palazzi del cielo,giova che costoro percorrano ora le dodici case.

Esci, vecchio, per entrar nei vari anfrattidei luoghi, variati segni inserendo;

a questo succedi padre degli dèi. Succedi Gradivo,Sminteo nume e Cnidia nata dal mare.

Succedi nipote d’Atlante, prole Cillenia.E non indugiar Delia, potente nel cielo e nell’Erebo.

[102] Spiegazione dell’accampamentoe del tempio cabalistico, ventottesimo sigillo

In questo sigillo vengono assegnati 22 accampamenti etempli alle ventidue lettere dell’alfabeto ed ognuno è divisoin ventidue ricettacoli destinati a personaggi che lavorano,compiendo tutti un medesimo mestiere o un’unica azione;questi personaggi che presentano proprie e peculiari opera-zioni ed atti sia sotto ciascun tempio e accampamento siasotto un medesimo vessillo, svolgono il preciso compito diaddestrare la memoria e la capacità inventiva a far sì che tupossa vedere in essi quattro lettere: la prima data dal nomestesso dell’atrio, la seconda dal nome della speci$ca sedenell’atrio, la terza dal nome del mestiere, la quarta dal no-me dell’operazione. Se dunque alcuni di questi s’intendonoessere degradati, altri passati ad un livello superiore, altriancora trasformati è perché si abbia un procedimento piùfacile per memorizzare ed esaminare che cosa sia rappre-sentato e signi$cato con quella speci$ca e ricorrente imma-gine concepita e pensata per ciascuno di essi.

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opere mnemotecniche152

[103] Sigillus iste ad inventionem maxime usuvenire potest:per ipsum enim materiam, de qua considerandum, argu-mentandum et disputandum est, deducere possumus. Hocenim ordine formis – quae considerationis sunt obiecta etquibus omnia metiuntur, discutiuntur et examinantur – ge-neralibus vigintiduabus, pluribus vel paucioribus, totidemspeciales, sub illarum singulis cum propriis potentiarumoperationumque modis reducibiles, subordinare valebimus.Claustra igitur atque templa similia vel claustris templisqueproportionalia ad inventionis exercitationes iudiciique ac-tus instituas, ni iis ipsis Zeuxim vel Dedalum super pingerevel super aedi$care mavis. /

[104] Co<m>binantis, qui undetricesimusest sigillus, explicatio

In$nitarum sillabarum differentium multitudinem per-paucis quam commode imaginibus $gurare combinator isteperdocet, ubi tria proponit statuenda combinatoria: pri-mum, in quo consona sonantem praecedit; secundum, inquo sonans consonantem praeit; tertium, in quo inter duastresve consonas media sonans quintuplici situs differentiadesignatur. Nos eo aenigmate, in quo implicatur ars ad in-numeras industrias viam aperiens, insinuavimus, ubi positabestia in medio circuli vel quatranguli vice multiplicis con-sonantis ad quinque differentias multiplicem sibi sonantemadsciscit.

[105] Irrugit haec aliud rutilum si spectat ad ortum, Primum ostentanda est frons ubi solis equis.

Non pariter clamans, obtutum dant ubi sero Ultima, Phaebe, tui tergora quadrupedes.

Non simile est resonans vigilem spectando Bootem, Nolano adstantem nocte dieque solo.

Haud pariter versa haec ubi tellus, corpore denso

103, 5-6 generalibus 22bus L N 104, 1 Combinantis emend. N] CobinantisL 6 con-/consona L 105, 6 ad stantem L 7 tellus emend. N] tullus L

104, 9-10 Nos ... insinuavimus] cfr. De umbris, 237 et adn. ad loc.

explicatio triginta sigillorum 153

[103] Questo sigillo può essere inoltre estremamente utileper l’invenzione; attraverso di esso, infatti, possiamo analiz-zare visivamente quel soggetto sul quale si deve riflettere, ar-gomentare e discutere. Per mezzo di quest’ordine infattipossiamo subordinare a ventidue, o più o meno, immaginiprincipali (che sono gli oggetti veri e propri della conside-razione e con i quali qualsiasi cosa può essere valutata, esa-minata e discussa) altrettante immagini speci$che, ricondu-cibili sotto ciascuna di quelle assieme ai rispettivi modi di at-tività e d’azione. Prepara dunque tali accampamenti e tem-pli – o luoghi analoghi a questi accampamenti e templi –per esercitarti nell’invenzione e praticare la disposizione, al-meno che tu non preferisca che, al posto di questi, Zeusi vidipinga su o Dedalo vi costruisca sopra.

[104] Spiegazione del combinatore di sillabe,ventinovesimo sigillo

Questo combinatore ci insegna a raf$gurare con facilità lamoltitudine in$nita di sillabe per mezzo di pochissime imma-gini, proponendo, tramite esso, di preparare tre alfabeti com-binatori: un primo in cui la consonante precede la vocale, unsecondo in cui la vocale precede la consonante, ed un terzoin cui, per mezzo della quintuplice differenza di un luogo, lavocale è rappresentata tra due o tre consonanti. Tutto ciòl’abbiamo suggerito per mezzo di quell’enigma adombranteun’arte capace di aprire la strada ad innumerevoli modalitàoperative, dove una bestia posta nel mezzo di un cerchio o diun quadrato, al mutare delle molteplici consonanti, si attri-buisce le cinque vocali secondo altrettante differenze.

[105] Essa diversamente ruggisce se contempla un’alba vermiglia

Una prima volta, quando i cavalli del sole mostrano la loro fronte.

Non allo stesso modo grida, quando alla sera i tuoi Quadrupedi, o Febo, offrono allo sguardo il dorso.

Diversamente risuona mentre il Nolano contempla solitarioBoote che veglia giorno e notte.

Non ugualmente essa è disposta mentre la terra si oppone

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opere mnemotecniche154

Obsistens, lumen occulit, Ursa, tibi. Diversum dictis quintum tunc intonat, in se

Non oblita sui cum fera tota sidet. At si eius vocem saxosum prenderit antrum,

Flectitur unde aër restituendo sonum, Aut tibi echo resonat, vel, si contenderit usus,

Eversam reddent versa elementa notam.

[106] Proinde sigillum istum ad quandam inventionis spe-ciem maxime facere est manifestum, dum in duobus, tri/bus,quatuor vel pluribus circulis subordinatis certumque elemen-torum numerum comprehen<den>tibus, per eorundem mul-tiformes volutiones atque dispositiones, innumerabiles possu-mus serie quadam certa combinationum differentias accipe-re. Nos perfecte, quantum $eri potest, artem combinatoriamex duobus tribusque elementis in libro De architectura Lullianaexplicavimus. Tu ad eius similitudinem atque analogiam nu-meris aliis complendis combinationibus poteris adaptare.

[107] Interpretis, qui tricesimus est sigillus, explicatio

Sigilli universi, qui ad dictiones referuntur, et vocabulo-rum formativae rationes omnes istius supervenientis sigillipossunt esse subiectum. Ni quippe interpretationi subiectadictio praeextiterit, qui $eri potest ut aliqua ratione inter-pretem instituamus| Homini affecto ex patria, loco proprio,arte, artis operatione et organo, per quae eius formationisest praesentativus, ibi quod signi$candum est accidere intel-ligatur, ubi et agens commode operetur et operatio pro-prius exequatur. Caetera, quae tricesimus sigillus habet, ex-plicatione non indigent; illud tantummodo praestemus, uttres pro paradigmate tabulas subinferamus ad Hebraicumdictionarium maxima facilitate $gurandum atque retinen-dum.

106, 4 comprehendentibus emend. N] comprehentibus L 5 volutiones sicL, fortasse volutationes

106, 7-9 Nos ... explicavimus] cfr. De comp. arch., II, 10, pp. 25-29.

explicatio triginta sigillorum 155

Con il suo corpo denso e oscura il tuo lume, o Orsa.E per una quinta volta, diversamente, la bestia risuona con

paroleMentre, non dimentica di sé, siede raccolta su se stessa.

Se l’antro roccioso accoglierà la sua voceOnde l’aria si flette, restituendo il suono,

Anche a te tornerà la voce, e, se ne comprenderai l’uso,Le lettere così composte te ne ridaranno i suoni.

[106] Di conseguenza risulta manifesto quanto e in quantimodi questo sigillo sia estremamente adatto a realizzare l’in-venzione retorica, soprattutto nel momento in cui per mez-zo di due, tre, quattro o ancora più ruote subordinate tra lo-ro e che comprendano un determinato numero di lettere,attraverso le loro varie e multiformi rotazioni e composizio-ni, secondo una determinata sequenza, otteniamo innume-revoli e differenti combinazioni. Noi perfettamente, perquanto ci sia stato possibile, abbiamo esposto l’arte di for-mare combinazioni di due o tre lettere nel libro De architec-tura Lulliana. Possa tu, lettore, a similitudine ed analogia diquella, adattarla a composizioni da produrre anche secondoaltri numeri.

[107] Spiegazione dell’interprete, trentesimo sigillo

Tutti i sigilli che si riferiscono alle parole e, in generale,tutti gli espedienti per la raf$gurazione di vocaboli, possonoessere inclusi nel sigillo seguente. Se infatti la parola intesacome espressione non venisse prima dell’essere soggetta adinterpretazione, per quale motivo avremmo dovuto inventa-re questo interprete| S’intenda che quanto si deve rappre-sentare per mezzo di immagini riesce ad un uomo caratte-rizzato secondo una dimora speci$ca, un luogo proprio, unmestiere, un’azione corrispondente ed uno strumento, nelmomento in cui il personaggio opera con facilità e l’azioneche compie è ben caratterizzata ed univoca. Le altre caratte-ristiche del trentesimo sigillo non necessitano di ulteriorispiegazioni; limitiamoci solo a presentare tre tavole comeesempi paradigmatici per raf$gurare e memorizzare con e -strema facilità le parole ebraiche.

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opere mnemotecniche156

[108]I A.O.I.E.U rex magus fonsII B princeps piromantus porticusIII G dux geomantus pyramis /IIII D Dh comes arithmantus lucusV H praesidens ydromantus patibulum VI V cons. iudex aeromantus laurusVII Z consiliarius aruspex antrumVIII H CH senior augur sedesIX T actor ypnomantus soliumX I cons. secretarius sortilega columnaXI C CH satelles vene$cus altare XII L pontifex stercomantus fluviusXIII M sacerdos chiromantus navisXIIII N prophaeta obtalmantus falx XV S doctor meto<po>scopus puteusXVI H lector energumenus lavacrum XVII P PH cantor tinnomantus mensaXVIII T S sacrista astrologus fornaxXIX Q K corbonarius logomantus terminusXX R lampadarius odomantus saxumXXI SCH S ostiarius exorcista specula

pythonicusXXII T TH custos necromantus sepulchrum

[109] Ibi ad elementorum triplicationem regem in atrii fon-tis primo cubili intueberis, ut tribuat AAA; princeps in atriiportici secundo cubili dabit BBB; dux in atrii pyramidis ter-tio cubili reddet GGG. Similis de caeteris est ratio. Ad tresautem radicales varias designandas facies, ut cum per regemin atrii patibuli tertio cubili habes AHG, per praesidem inatrii luci duodecimo cubili HDL. / Eadem de caeteris est

108, 12 stercomantus emend.] stertomantus L N 14 falx emend. N] flax L15 metoposcopus emend.] metoscopus L N 22 pytho. L

108, 21-22 exorcista pythonicus] cfr. De magia, 3, 6-11.

explicatio triginta sigillorum 157

[108]I A.O.I.E.U re mago fonteII B principe piromante porticoIII G duca geomante piramideIV D Dh conte numerologo bosco sacroV H governatore idromante patiboloVI V cons. giudice aeromante alloroVII Z consigliere aruspice antroVIII H CH comandante augure scranno

in gradoIX T portavoce ipnomante tronoX I cons. segretario indovino colonnaXI C CH guardie preparatore altare

personali di veleniXII L ponte$ce stercomante $umeXIII M sacerdote chiromante naveXIV N profeta interprete falce

degli occhiXV S dottore osservatore pozzo

della fronteXVI H lettore indemoniato fontanaXVII P PH cantore interprete tavola

dei tintinniiXVIII T S sacrestano astrologo fornaceXIX Q K tesoriere logomante pietra

di con$neXX R portatore interprete sasso

di $accola di sentieriXXI SCH S portinaio interprete specchi

d’oracoliXXII T TH custode necromante sepolcro

[109] Qui, per riprodurre tre volte la stessa lettera, visualizze-rai il re nella prima nicchia del primo atrio, così da avereAAA; il principe nella seconda nicchia dell’atrio del porticodarà BBB; il duca nella terza nicchia dell’atrio della piramiderappresenterà GGG. Il principio alla base degli altri è del tut-to simile. Per rappresentare invece tre lettere diverse farai co-me quando ottieni AHG per mezzo del re nella terza stanzadell’atrio del patibolo, HDL con il governatore nella dodice-sima nicchia dell’atrio del bosco sacro. Lo stesso principio

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opere mnemotecniche158

ratio. Atriorum singula duas et viginti ad summum habe-bunt partes, quorum unumquodque eodem ordine distribu-tas habebit sedes, dummodo prima sedes habeatur, a quaatrii denominatio desumitur, ut in atrio fluvii – quod signatL – prima sedes est fluvius, secunda fons, tertia porticus,quarta pyramis; in atrio fornacis, prima sedes est fornax, se-cunda fons, tertia porticus, quarta pyramis; ita in aliis. Ibimagus, pyromantus, geomantus et qui sequuntur, vel homi-nes vel atria vel atriorum cubilia denominare possunt. [110] Tabulae isti adcommodata est $gura quadrata, duo-bus et viginti constans ordinibus, quorum singuli totidemhabent cubilia. Tu ad instar illius duas et viginti tabulas tibisubsternas, in quarum capite notam unius elementi, quodpraesidem signi$cat, apponas; in cubilibus ordinum singu-lorum successive per diametrum ab angulo dextro superioriad sinistrum inferiorem alterius elementi notam inscribas,quod ad ordinem denominandum instituitur. In singulis ve-ro ordinum cubilibus illud tertio habes elementum, quodrecta sursum vel deorsum vel in ipsa sede inspicitur, ut ibi vela praeside per singula duorum et viginti atriorum ad vigintiduas domos, vel a singulis atriorum per viginti duas cuiusquedomos in campum vel ad praesidem commode $at accessio.

[111] Secundae tabulae construendae typus

I aurifex asinus hebes II textor bos tardusIII impressor vulpes astutus /IIII ferrarius lupus rapax V stabularius porcus immundusVI miles ursus ferusVII consiliarius cervus fugaxVIII bibliopola pica loquaxIX musicus talpa caecusX barbitonsor hyrcus salaxXI crepidarius canis blanditorXII caupona leo fortis

110, 1 ad commodata L

109, 10-14 dummodo ... aliis] cfr. De imag. comp., infra, 241, 13-17.

explicatio triginta sigillorum 159

varrà anche per gli altri. Ciascun atrio avrà dunque al massi-mo ventidue parti, settori che saranno tutti distribuiti secon-do lo stesso ordine, purché il primo di essi corrisponda allalettera che è identi$cativa dell’atrio, come nell’atrio del$ume – che indica la L – il primo settore è il $ume, il secon-do la fonte, il terzo il portico, il quarto la piramide; nell’atriodella fornace il primo settore è la fornace, il secondo la fonte,il terzo il portico, il quarto la piramide e così via per tutti glialtri. In questo caso il mago, il piromante, il geomante e gli al-tri che seguono possono essere usati per designare i perso-naggi principali, oppure gli atrii, oppure le nicchie negli atrii.[110] Per questa tavola è particolarmente appropriata una$gura quadrata che è formata da ventidue colonne, ciascu-na delle quali ha a sua volta altrettante caselle. Sull’esempiodi questa preparati ventidue tavole, ponendo in cima ad es-se il segno della prima lettera, indicante il personaggio chepresiede a ciascun atrio; scrivi poi nelle caselle di ciascunacolonna, una dopo l’altra e in diagonale, dall’angolo supe-riore destro all’angolo inferiore sinistro, il segno di quellalettera che è stata scelta per denominare la colonna. Nellesingole caselle delle colonne troverai poi, come terza lette-ra, quella che si vede in linea retta sopra o sotto o nel setto-re stesso, cosicché si può passare agevolmente sia dal perso-naggio principale alle ventidue nicchie attraverso ciascunodei ventidue atrii, sia, per qualunque delle ventidue nicchie,da un atrio ad un campo o al personaggio principale.

[111] Schema per costruire la seconda tavola

I ore$ce asino scioccoII tessitore bue tardoIII tipografo volpe astutoIV fabbro lupo predatoreV stalliere porco immondoVI soldato orso feroceVII consigliere cervo fuggevoleVIII libraio gazza loquaceIX musicante talpa ciecoX barbiere capro lascivoXI calzolaio cane adulatoreXII ostessa leone forte

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XIII pincerna mulus sterilisXIIII lanio noctua male$cusXV pastor serpens maledicusXVI agricola gallus excubitorXVII olitor felis insidiosusXVIII aleator equus furensXIX magus corvus divinatorXX lictor symia histrioXXI pictor aries feraxXXII voluptuarius taurus iracundus

[112] Huic tabulae adcommodata est $gura quadrata, inqua vel ab angulo superiori – in quo spacium est pro singu-lari elemento – per media numerata et designata ad angu-lum inferiorem descenditur, dum unam bestiarum per om-nes qualitatum species deducentes ita in claustris arti$cumaf$ci concipimus, ut signi$canda signi$cet; vel ab angulo in-feriori singulariter capto per eadem media ad angulum su-periorem $t ascensus, dum unicus artifex per singulas dua-rum et viginti affectionum in plures vel omnes bestia/rumspecies in suis atriis ita commigrabit, ut haec, quae sunt ad-signi$canda, praesentet. Tu ad illius similitudinem duas etviginti $guras ordinabis, in quarum angulis superioribus velinferioribus singula per ordinem inscribas elementa, oppo-sito angulo existente vacuo pro iis designandis elementispluribus, quae in tertium a primo per media accipiuntur.

[113] Tertiae tabulae construendae typus

I doctrina venator laqueus, canis et 20 aliaII domus holitor cribrum, asellus et 20 aliaIII plenitudo pistor frumentum,

farina et 20 aliaIIII tabulatum pastor bos, ovis, sus et 19 aliaV vanitas coniux puella, lectus et alia 20VI concordia medicus confossus aeger,

oleum et alia 20VII oblatio faber lignarius serra, securis, malleus

et reliqua

113, 10 Fab. ligna. L

explicatio triginta sigillorum 161

XIII coppiere mulo sterileXIV macellaio civetta male$coXV pastore serpente maldicenteXVI contadino gallo vigilanteXVII ortolano gatto insidiosoXVIII giocatore di dadi cavallo furiosoXIX mago corvo divinatoreXX littore scimmia istrionicoXXI pittore ariete feraceXXII gaudente toro iracondo

[112] A questa tavola è pertinente una $gura quadrata, nel-la quale o si discende dall’angolo superiore (nel quale vi èspazio per una sola lettera alla volta) a quello inferiore at-traverso i termini intermedi indicati e numerati, quando,combinando una delle bestie con tutti i vari tipi di qualità,immaginiamo che essa venga modi$cata nelle botteghe de-gli artigiani in modo da signi$care le cose da rappresenta-re; oppure si sale, di uno in uno, dall’angolo inferiore aquello superiore attraverso ogni termine intermedio, quan-do un unico personaggio arte$ce passerà negli atrii di tut-te, o quasi, le specie di bestie assumendo le ventidue carat-terizzazioni, così da presentare ciò che deve essere si-gni$cato. A somiglianza di questa metterai in ordine venti-due $gure, nei cui angoli superiori o inferiori disponi ordi-natamente tutte le lettere dell’alfabeto, lasciando vuoto ilrispettivo angolo opposto per indicarvi le varie e molteplicilettere, che dalla prima portano alla terza, attraverso quelleintermedie.

[113] Schema per costruire la terza tavola

I dottrina cacciatore laccio, cane ed altri 20II casa ortolano setaccio, asinello ed altri 20III pienezza mugnaio frumento, farina ed altri 20IV tavolato pastore bue, pecora, maiale, ed altri 19V vanità coniuge fanciulla, letto ed altri 20VI concordia medico cadavere d’ammalato, olio ed

altri 20VII dono falegname sega, scure, martello ed altri

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opere mnemotecniche162

VIII vita miles equus, lancea, scutum et 19 alia

IX bonum caupona olla, cacabus, veru et 19 alia

X principium pincerna cyathus, amphora et 20 <alia>

XI manus virtus gerulus saccus, dolium et 20 alia /XII disciplina musicus timpanum, tuba, lyra

et 19 aliaXIII ex quo materia scriptor liber, folia et 20 aliaXIIII sempiternitas fur aurum, vestis et 20 aliaXV adiutorium agricola falx, iugum et 20 aliaXVI fons oculus sigillator frons, archa et alia 20XVII os faber Vulcanius incus, folles et alia 20 XVIII iustitia sutor acus, forceps, linea

et 19 <alia>XIX vocatio lanio bos, machera, aries et aliaXX caput tonsor scyphus, sedes,

speculum etc. XXI deus piscator hamus, tridens, retia

et 20 aliaXXII signum sacerdos thuribulum, vitta,

mytra <etc.>

[114] Praesenti tabulae $gura quadrata adcommodatur, inqua duplex a medio singulari – pro quo est spacium desig -natum, ut in paratis viginti duabus $guris viginti duo valeaselementa inscribere – $t progressio, vel per notas absolutasad ipsas numeratas, dum artifex ministerve medius vel persingula viginti duorum atriorum ad multiplex cubile pro$cis-citur, vel per notas numeratas ad absolutas per multiplex cu-bile numeratum in atrium regreditur. /

Hic sunt per nomina Hebraicorum elementorum desig -nata atria, quorum singula totidem artes complectuntur etexercitia, ad quorum singula viginti duo referuntur organavel actiones, ut trium radicalium Hebraicorum terminorumsigna adipiscare. Facili enim additionis atque subtractionis

17 alia suppl. N] om. L 19 timpanum emend. (tympanum N)] Timpanus L25 Faber vulc. L 27 alia suppl. N] om. L 32 20 re autem vera 19 34 etc.suppl.] om. L N

explicatio triginta sigillorum 163

VIII vita soldato cavallo, lancia, scudo ed altri 19IX bene ostessa pentola, paiolo,

spiedo ed altri 19X principio coppiere bicchiere, anfora ed altri 20XI eccellenza portatore sacco, botte ed altri 20

della manoXII disciplina musicista timpano, tromba, lira ed altri 19XIII sostrato scrittore libro, pagine ed altri 20

materialeXIV eternità ladro oro, veste ed altri 20XV soccorso contadino falce, giogo ed altri 20XVI fonte, occhio sigillatore frontespizio, cassa ed altri 20XVII bocca fabbro incudine, mantici ed altri 20XVIII giustizia calzolaio ago, forbici, riga ed altri 19XIX evocazione macellaio bue, coltello, ariete ed altriXX capo barbiere bicchiere, sedia,

specchio, ecc.XXI Dio pescatore amo, tridente, rete ed altri 20XXII segno sacerdote turibolo, casula,

mitra ed altri 19.

[114] La $gura della presente tavola è strutturata secondouna forma quadrata, in cui, a partire da ciascun elementointermedio (per il quale è destinato uno spazio fatto in mo-do che si possano scrivere le ventidue lettere in corrispon-denza di ventidue $gure preparate appositamente) si com-pie un duplice passaggio: in un primo modo, attraverso lesingole lettere prese di per sé si va in direzione di quellemesse in ordine e sequenza numerica, il che si ha quandociascun personaggio agente e principale che sta nel mezzo,passando per ognuno dei ventidue atrii, va nelle varie nic-chie; nel secondo modo, si passa invece dalle lettere messein ordine numerico a quelle prese di per sé, quando il per-sonaggio torna indietro dalle varie nicchie all’atrio.

In questo caso gli atrii sono stati denominati con i si-gni$cati delle ventidue lettere ebraiche ed ognuno contie-ne altrettanti mestieri e attività a cui sono riferiti, a loro vol-ta, ventidue oggetti o azioni, in modo che si possano ottene-re le rappresentazioni di termini ebraici composti da radicidi tre consonanti. Con una semplice operazione di addizio-ne o sottrazione provvederai a rappresentare facilmente an-

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opere mnemotecniche164

opere facile caeteris – quae non sunt plurima – radicibus etnon radicibus adsigni$candis providebis.

[115] De explicatione deductionis multiplicis formarum non sensibilium de sensibilibus

Quot, quibus qualibusque modis formae non sensibilesper eas, quae sensibus patent, $gurandae, notandae atqueretinendae sint, non modo hic, sed et aliis in locis ampliusexpressimus, copiosissime autem in uno de Clavis magnaevoluminibus, quod Sigillorum sigillus intitulatur; ubi non so-lum docemur non sensibiles de sensibilibus, sed quascun-que de quibuscumque, ad omnes animi operationes, ex na-turalibus, ex arti$cialibus et fortasse divinis quodammodoprincipiis formas elicere. Ipsum plurimis gravibusque causispraesenti pertractationi continuamus.

EXPLICATIONIS MINORIS TRIGINTA SIGILLORUM

FINIS /

explicatio triginta sigillorum 165

che altre consonanti da aggiungere alle radici formate dapiù di tre lettere (che non sono moltissime) e le ulteriorilettere da aggiungere ai morfemi.

[115] Spiegazione dei molteplici modi di derivazionedelle immagini di cose non sensibili da quelle sensibili

Di quante, quali e con quali modalità le immagini di cosenon sensibili possano essere raf$gurate, simboleggiate e me-morizzate attraverso quelle sensibili, abbiamo trattato nonsolo qui, ma anche in altri luoghi ed anche più diffusamen-te: in modo particolare, con estrema fecondità, in uno dei li-bri della Clavis magna, che abbiamo intitolato Sigillorum sigil-lus. Lì non solo si insegna a trarre immagini di cose non sen-sibili da quelle sensibili, ma di qualunque tipo e da qualsiasialtra, con lo scopo di compiere qualsiasi operazione del-l’animo e sulla base di princìpi naturali, tecnici e, forse aben vedere, anche divini. Lo aggiungiamo alla presente trat-tazione per molteplici e valide ragioni.

FINEDELLA SPIEGAZIONE COMPENDIATA

DEI TRENTA SIGILLI

N109 Ad caelum, quod est secundus sigillus

<Figura 1>

Secondo sigillo, il cielo

Figura 1

N110 Ad cathenam, ubi tertius est sigillus

<Figura 2>

Terzo sigillo, la catena

Figura 2

N111 Ad quadratum encyclium, qui est XVIII sigillus

<Figura 3>

XVIII sigillo, schema di organizzazione a base quattro

Figura 3

N112 Ad binarii encyclium, qui est XIX sigillus

<Figura 4>

XIX sigillo, schema di organizzazione a base due

Figura 4

N113 Ad rotam $guli, quae est XXI sigillus

<Figura 5>

LM

U S M I S

Figuram ad rotam $guli huc transposuit N, post $guram ad peregrinum, qui re au-tem vera est XXVII sigillus, posuit L

XXI sigillo, la ruota del vasaio

Figura 5

LM

U S M I S

N114 Ad peregrinum, qui est XXVI sigillus

<Figura 6>

A

T

FNM

N

NM

M

F

A

T

F

T

A

XXVI sigillo, il pellegrino

Figura 6

A

T

FNM

N

NM

M

F

A

T

F

T

A

N115 Ad XXIX sigillum

<Figura 7>

XXIX sigillo

Figura 7

N119 <Figura 8: Ad interpretem, qui est XXX sigillus –Prima $gura>

Figura 8: XXX sigillo, l’interprete –Prima $gura

N118 <Figura 9: Ad interpretem, qui est XXX sigillus – Secunda $gura>

Figura 9: XXX sigillo, l’interprete – Seconda $gura

N117 <Figura 10: Ad interpretem, qui est XXX sigillus – Tertia $gura>

Figura 10: XXX sigillo, l’interprete –Terza $gura

INDICE

Avvertenza vii

« ... per speculum et in aenigmate...»di Michele Ciliberto ix

Nota $lologica di Rita Sturlese xlvii

Segni e sigle lxix

Abbreviazioni lxxv

OPERE MNEMOTECNICHEtomo secondo

ars reminiscendi 3

explicatio triginta sigillorum 34esposizione dei trenta sigilli 35sigillus sigillorum 186il sigillo dei sigilli 187

Commento 305

de imaginum, signorum,

et idearum compositione 482la composizione delle immagini,

dei segni e delle idee 483Commento 881

Bibliogra$a delle opere citate 979