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Comune di San Polo d’Enza

PRESENTAZIONE

La pubblicazione “San Polo d’Enza e la sua onomastica” scritta da Loris Bottazzi è dedicata ai personaggi storici a cui si riferiscono le strade comunali.

L’obiettivo è quello di onorare la memoria storica di persone che hanno contribuito attraverso la propria vita, l’intelligenza o il coraggio alle conquiste democratiche e culturali dell’Italia e del nostro paese.

Il testo, che sarà presto disponibile anche sul sito internet del Comune di San Polo d’Enza per la consultazione online, si rivolge a tutti, ma in particolare ai giovani affinché, leggendolo, si riapproprino della storia racchiusa nelle strade, nei vicoli e nelle piazze di San Polo.

Studiare la toponomastica di un luogo è un modo originale per apprendere la storia del territorio. Significa entrare in contatto con le proprie origini e tradizioni. Per questo è importante che le nuove denominazioni rispettino l’identità culturale e civile, antica e moderna, del paese, nonché i toponimi tradizionali che si sono formati, spontaneamente, per tradizione orale.

Il prezioso lavoro di Loris Bottazzi, a cui va il nostro più vivo ringraziamento, mira a valorizzare la storia dei nostri luoghi e ci offre la possibilità di conoscere meglio il nostro territorio e i personaggi e le vicende della nostra comunità.

Il Sindaco l’Assessore alla Cultura (Mirca Carletti) (Edmondo Grasselli)

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PERSONAGGI E VICENDE NELL’ONOMASTICA STRADALE DI SAN POLO D’ENZA Dopo il Mille la Comunità di San Polo comprendeva un territorio assai più vasto dell’attuale; si estendeva verso la collina e intaccava aree appartenenti oggi ai comuni di Bibbiano e Quattro Castella. Conservò quella giurisdizione durante tutto il dominio Estense ( 1452-1859). Nel 1859, a seguito di plebisciti indetti nei territori Emiliano-Romagnoli, con decreto del Farini, vennero istituiti i nuovi comuni. In provincia di Reggio erano 46. Con il censimento del 1871 vennero ridotti a 45. Era stato soppresso il Comune di Gazzano; il suo territorio aggregato a quello di Villa Minozzo. Nel censimento del 1861 San Polo contava 2.479 abitanti, nel 1901 ne aveva 3.255, nel 1961 4.168. Oggi ne conta 6.081. La più antica fonte che si possiede in merito alla popolazione della Comunità di San Polo in Caviano, risale al lontano 1.315. In quella data la Diocesi di Reggio realizzò il censimento di tutte le famiglie esistenti all’interno dei propri confini. Il documento veramente prezioso (Si tratta di due volumetti) è conservato alla Biblioteca Panizzi di Reggio. E’ scritto ovviamente a mano e rilegato con del refe. Sul dorso di uno dei volumetti sono ben visibili le tracce di una bruciatura che rischiò di distruggerlo. Le regole di quel censimento si adattavano ad una realtà profondamente diversa dall’attuale. Soltanto i terrieri, i nobili, le famiglie possidenti avevano un casato. La maggior parte ne era priva. I rilevatori avevano ricevuto istruzioni di assegnare comunque un casato ad ogni famiglia, desumendolo in vario modo: dalle caratteristiche famigliari (Grandi, Grossi, Bassi…), dal colore dei capelli (Rossi, Neri…), da alcune caratteristiche del viso (Belli occhi), dal luogo dove abitavano (Del Rio, Canova..) e via dicendo. Per mera conoscenza si riportano tutte le famiglie di San Polo censite in quell’anno. Si ribadisce che veniva censito solo il capo famiglia. Per desumere la popolazione residente si doveva calcolare che la composizione media di una famiglia si aggirava, nel 1300, sulle 8-10 unità.

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San Polo in Caviano comprendeva, oltre al capoluogo, Canossa, Grassano e Reverbera. Non c’è alcuna menzione di Barcaccia e di Pontenovo. Si riportano quindi le famiglie censite: 18 di San Polo, 29 di Canossa, 3 di Grassano e l’unica di Reverbera. CAVIANO DI SAN POLO: Zunte (Zonta?) Coradi de San Paulo heredes (Corradi) Costa Gerardus Gandulfus de Caviano (Gandolfi) Gerardus de Ceredulo. (Gherardi) Clerici Zanis (Chierici) Caretus Zanes (Carretti) Ruspaglarius Rolandus, Albertus, Domnis (Ruspaggiari) Ferrarius de Caviano (Ferrari) Ubertus de Fontaneto Albertus de Freneto Gibertini Joannes De Henza Symon Lamberti Raynerius Magri Gerardus Barberius Zane Benvenuti Jacobus De Coentio Gilius Manarius CANOSSA: Acquabona Zanetus e Parmezanus Barillis Guido, mezzadro di Bonifacio de Canossa De Burgo Joannes (in casa propria) Bonatus Afracellus “ “ Bonatus Gibertinus “ “ Baysius Gerardellus, in casa di Guidocti de Canossa De Borsello Bertus (Borsiglia), terriero. Maxigno Ugonus, Pinus et Albertus, terrieri Morenis Rodolfellus Rexani Jacobus (Reggiani) Bergognis Zanebonus. De Monte Gibertellus Torellus Franciscus Ventura De Bedogno Guido, Michael.

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De Bergognis Albertinus (Magister) De Casella Raynerius De Carbognano Manfredus De Casula Razorius Bertoloctus de Canossis De Formentinis Joanninus Pixinus de Riva (Pighini ?) Rivarzana Bernardus (terriero) De Rio Zanes Bonus. Rodigero Thomasius de Castellis Zanellus de Vecto De Zebolo Anguinulfus (Zoboli) terriero. Grandis Gerardinus Ferrarius de Cotogno, terriero. GRASSANO

Runzanellus de Grassano, terriero. Runzanellus Zanellus, terriero. Bonzanello (Consul).

REVERBERA

Rivabola Zanes (Reverberi). Non deve sorprendere l’alto numero di famiglie censite a Canossa. Le terre del piano erano meno salubri rispetto a quelle collinari, inoltre permaneva ancora il timore di possibili scorrerie di barbari, nei confronti delle quali le popolazioni del piano erano assolutamente indifese. L’ultima, veramente terribile e distruttiva, era stata quella degli Ungari verso la fine del primo millennio. Chi poteva, preferiva risiedere nei borghi fortificati o comunque più protetti. Accanto al nome censito, normalmente espresso in latino, abbiamo riportato tra parentesi, il casato così come si è andato evolvendo nel tempo. Le 51 famiglie censite (Corrispondenti quindi ad una popolazione dell’intera comunità di 400-500 abitanti) rappresentano i ceppi originali della gente di San Polo. Sottolineo alcune curiosità: a Reverbera, censita con il nome Rivabola, italianizzazione del dialettale RVERBLA, compare il capostipite dei tanti Reverberi che si sono diffusi nel

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tempo in tutta l’area compresa tra la via Emilia ed il pedecolle nelle provincie di Reggio e Parma. Compare anche il cognome “De Borsellio” poi Borsiglia, mantenutosi per secoli nella zona e che rimette in discussione l’origine etimologica dello stesso. Non più la certezza della derivazione dalla località “Borsea”, ma una nuova ipotesi di lavoro e cioè che il casato abbia dato il nome alla località. Non compaiono negli elenchi alcuni dei cognomi tipici di San Polo, quali Benelli, Bolondi, Freschi, Bigliardi, Bertolini, Canovi. Attraverso le anagrafi parrocchiali, rese obbligatorie con il Concilio di Trento, è possibile seguire i movimenti delle famiglie all’interno della Comunità. Alcune si estinguono o emigrano, altre arrivano. Nel corso del 1500 e del 1600 si registrano, a San Polo, l’insediamento di nuovi ceppi, nuovi casati. San Polo ha 129 denominazioni di Vie e Piazze. Conserva, meritevolmente, numerosi toponimi di remota origine (e di difficile comprensione), molti di etimo latino, alcuni sicuramente di ceppo Longobardo e, taluni, forse risalenti alla precedente presenza Ligure. Un secondo pregio dell’onomastica di San Polo sta nell’aver valorizzato al massimo persone, personaggi e vicende della stessa comunità. Il riconoscimento deve essere rivolto quindi agli amministratori che si sono succeduti nel tempo ed agli uffici che hanno curato il settore, con scelte coerenti ed aventi una propria logica condivisibile. E’ necessaria una ultima notazione: con la creazione dello Stato unitario venne unificata la normativa che disciplinava l’anagrafe della popolazione negli 8 diversi regni, ducati, granducati e territori che preesistevano nella penisola italiana. Vennero anche emesse norme precise relative alla onomastica stradale. Con il diffondersi del Servizio Postale e soprattutto con l’assunzione da parte degli Stati Nazionali della gestione di tale servizio, venne introdotto il “Bollo” a copertura del costo del Servizio stesso. Era pertanto necessario che ogni cittadino residente avesse un proprio preciso recapito. Ogni Comune fu obbligato quindi ad attribuire una precisa denominazione ad ogni strada ed un numero civico ad ogni abitazione. Ogni via doveva essere contrassegnata da una numerazione progressiva crescente dal centro dell’abitato verso l’esterno, con i numeri pari sulla destra e quelli dispari sulla sinistra.

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Anche il comune di san Polo ottemperò nel tempo a questi obblighi. Le 129 denominazioni stradali si sono sommate nel tempo, determinate e condizionate dalle vicende storico-politiche nazionali. Si sono quindi verificate stratificazioni successive: ad esempio nel ventennio fascista alcune vie erano state battezzate con riferimento a fatti o a personaggi propri della mitologia imperiale del Regime. Altre denominazioni risultavano celebrative dell’Istituto Monarchico cancellato, in Italia, dal Referendum Istituzionale del 1946. Un’analisi delle denominazioni delle strade del Comune di San Polo consente di aggregarle nel modo seguente: Vie aventi nomi derivanti da:

A) Antichi toponimi locali o termini dialettali. B) Vicende connesse alla storia di Canossa. C) Grandi poeti italiani. D) Nomi di Santi o religiosi. E) Nomi di politici italiani. F) Nomi della storia di San Polo o Reggiana. G) Nomi di personaggi o vicende dell’Antifascismo. H) Nomi del Risorgimento. I) Nomi riferiti alla prima guerra mondiale. J) Nomi e vicende della Resistenza. K) Antica storia italiana. L) Nomi di personaggi legati alla lotta alla criminalità. M) Nomi vari.

Di seguito, ignorando le aggregazioni di cui sopra, ma seguendo uno stretto ordine alfabetico per facilitare il lettore nella ricerca, verranno esposti brevi cenni biografici o storici attinenti il personaggio o la vicenda richiamata.

P.S. Durante il lavoro di ricerca ho potuto beneficiare di alcuni preziosi e specifici contributi. Ringrazio pubblicamente gli autori degli approfondimenti ed esattamente: Riccardo Bertani di Campegine, studioso, ricercatore e massimo esperto di lingue e dialetti orientali, per eventuali ascendenze Longobarde nei toponimi in esame; Luisa Artoni in Barazzoni, di Bibbiano,per Naborre Campanini; Giacomo Sulpizio, a lungo Sindaco di San Polo, per le intitolazioni a uomini della Resistenza Sampolese; Mario Sulpizio per i ricordi personali relativi al parroco don Ghirelli; la geometra Paola Toniolo per il personaggio Giovanni Guicciardi.

Loris Bottazzi

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ALLENDE Salvador. Via. Politico Cileno.(Valparaiso 1908-Santiago 1973). Tra i fondatori del Partito Socialista Cileno, deputato dal 1937, ricoprì vari incarichi governativi ed Istituzionali. Nel 1970, eletto Presidente della Repubblica, varò un vasto piano di riforme economiche e sociali che suscitò la reazione interna dei ceti conservatori ed anche una violenta opposizione esterna, soprattutto degli USA. L’11 settembre del 1973, guidato dal generale Pinochet, venne attuato un golpe militare sostenuto dalla C.I.A. Statunitense. Allende trovò la morte nell’assalto al Palazzo Presidenziale da parte delle truppe ribelli. Iniziò così una delle dittature più brutale e feroce della seconda metà del 1900. La figura di Allende, assai rivalutata in seguito, divenne un simbolo dei vari movimenti progressisti dell’America Latina e del mondo.

AMBROGINE. Via delle Ambrogine o Ambrosine. Toponimo che trae

origine dall’insediamento abitativo di una famiglia avente un tal nome. Una antica tomba è stata rinvenuta nel campo posto allo sbocco del viottolo delle Ambrosine in via Grazzano.

ARIOSTO Ludovico. Via.(Reggio E. 1474-Ferrara 1533). La madre, Daria

Malaguzzi, era un’aristocratica Reggiana, il padre, Nicolò, discendeva da una nobile famiglia trapianata da Bologna a Ferrara nel 1300. Ludovico nacque a Reggio, dove il padre allora ricopriva la carica di Comandante della guarnigione. Gli anni della giovinezza passarono felici fino al 1500, anno in cui il genitore venne meno. Ludovico intraprese la carriera militare. Dal 1501 al 1503 fu capitano della Rocca di Canossa. Tentò poi, senza successo, la carriera religiosa e di inserirsi nella corte papale. La delusione fu grande. Ariosto decise allora di rinunciare alle ambizioni di carriera a favore dell’attività letteraria. Oltre all’Orlando Furioso, pubblicato nel 1516 e che consacrò la sua fama, diede alla stampa altre opere minori tra le quali ricordiamo “La Lena”, “I Negromanti”, “Le Satire” e la “Cassaria”

BARCACCIA. Via. Il letto del fiume Enza, in tempi remoti, uscendo dalla

stretta di Guardasone, piegava verso est, scorrendo ai piedi dei colli fino a Roncolo, dove deviava verso nord. Più tardi riprese a scorrere verso Montecchio (Monticulo), ma lasciando quella località sulla sua sinistra. Il letto del fiume era allora assai ampio. Copriva tutta l’area da Barco a Montecchio e a Barco (Dal latino Imbarcum) esisteva un

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punto d’imbarco per traghettare il fiume. Il termine “Barcaccia”,( vecchia barca, grossa barca), lascia intendere chiaramente che anche in quel luogo esisteva un punto d’imbarco per il traghetto. Si apprende da antiche fonti che il primo ponte sul’Enza, a San Polo, venne costruito dai Longobardi, in legno, contemporaneamente alla realizzazione della importante strada Pedemontana che correva dal Modenese fino al Piacentino, ai piedi delle colline.

BELVEDERE. Via. Considerata una delle zone più amene del Comune. (Il

termine di per sé è assai significativo) fu sede ambita di ville padronali. Costituiva uno dei siti più belli della cosiddetta “Via dei Colli” ricordata sotto l’etimo “Cadorio”.

BERGONZE. Via. Antico nome di località. Esiste, non lontano, sulle

prime colline di Quattro Castella, il toponimo Bergonzano. Potrebbe essere interessante pensare al sostantivo Longobardo “Bergo” significante “riparo”, “ausilio”. I Longobardi lasciarono nel linguaggio parlato molti termini riferentisi soprattutto a strumenti, a lavori, a caratteristiche ambientali. Anche nel tedesco antico esistevano i termini Berg=altura e Gata=strada con il significato di strada alta.

BOCCO. Via. Un altro termine dialettale conservato nella onomastica

stradale Abbiamo già detto della permanenza nel dialetto di parecchi termini aventi origine Longobarda e non transitati nell’italiano. Ad esempio gli etimi longobardi “Sprock” e “Bock”, ancora usuali nella parlata dialettale e significanti rispettivamente “ramoscello” e “spino” non trovano riscontro nel nostro italiano. Si può quindi presumere che Bocco sia la italianizzazione di “Bock”indicante spino.

BONETTI Gino. Via. Era della classe 1917. Tenente pilota, in servizio nei

Balcani, l’8 settembre del 1943 si arruolò nella formazione partigiana della Divisione Garibaldi Iugoslava, con il nome di battaglia di “Gino”. Cadde in combattimento il 26 settembre del 1944. Aveva soltanto 27 anni.

BONHOEFFER Dietrich. Via. Pastore e Teologo.(Bielefeld 1907-

Flossemburg 1945) Bonhoeffer fu un teologo rivoluzionario. Nei suoi scritti vengono soprattutto rimarcati i limiti ed il silenzio

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delle Chiese Europee, Protestante e Cattolica, nel contrastare l’insorgere e l’affermarsi del Nazismo. Nel 1939 Bonhoeffer lasciò il suo esilio dorato in USA (Gli avevano offerto una cattedra Universitaria) per rientrare in Germania. Arrestato il 3 aprile del 1943 fu incarcerato a Tegel. Fu giustiziato per ordine di Hitler, nell’aprile del 1945. Durante l’occupazione tedesca, a San Polo, presso il Comando Germanico insediato a Villa Triglia, operava il caporale Bethge, legato a Bonhoeffer e al gruppo anti-Hitleriano di Canaris. Bethge riceveva dalla Germania gli scritti di Bonhoeffer che uscivano clandestinamente dal carcere e provvedeva a smistarli presso persone fidate. La maggior parte di quel prezioso epistolario (In originale od in copia ) è stato così salvato. Degli “Scritti sotto la Forca” di Bonhoeffer ha scritto una interessante monografia lo storico reggiano Antonio Zambonelli.

BONINI. Via Case Bonini. Sono diverse le strade denominate con il

casato del proprietario della villa padronale alla quale servivano di accesso. San Polo, già nel 1500 e ancor più nel 1600, era ricercato dalle famiglie facoltose per costruirvi la residenza padronale. Come già è stato detto le colline prospicienti il Borgo di San Polo erano amene, salubri, di facile accesso.

BORGHI don Pasquino. Via. Sacerdote. (Bibbiano 1903-Reggio E.1944)

Proveniva da famiglia contadina. Durante la guerra fu parroco di Tapignola, sulla montagna reggiana. Con il nome di battaglia di “Albertario” collaborò attivamente alla Resistenza. Arrestato dai fascisti venne fucilato, assieme ad altri 8 partigiani, nel poligono di tiro di Reggio Emilia, il 30 gennaio 1944. Fu decorato con medaglia d’oro. Don Pasquino è senz’altro una delle più belle figure del Secondo Risorgimento Italiano.

BORSEA. Via. E’ una località posta sulle prime colline, a sud-est rispetto

al Borgo di San Polo. Sull’origine del nome non si hanno certezze. E’ stimolante pensare alla famiglia “De Borsello” censita nel 1315 in quella località. Che sia stato il toponimo a dare il nome alla famiglia o, viceversa, che sia stata la famiglia, che disponeva di mezzi finanziari, a denominare il luogo, ormai ha poca importanza. E’ interessante ricordare l’oratorio di Borsea, già citato in documenti storici all’inizio del 1700 e dipendente dalla chiesa di Grassano.

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BOSI. Via. Vale quanto detto in precedenza per altri toponimi. La famiglia Bosi ebbe un ruolo significativo nella storia di San Polo; oltre ad Antonio, capostipite, vanno ricordati Don Giuseppe e Maria Maddalena Bosi, madre di Pier Giovanni Sartori, podestà di San Polo per 24 anni, morto nel 1841 a seguito di una accidentale caduta dalla carrozza.

BRANZANA. Via. Sono in ballo due ipotesi. Quella più tradizionale fa

riferimento all’antico Brazzano, dal latino“Braccius”. Braccio, oltre ad indicare l’arto umano, era anche termine di misura in lunghezza assai usato, nel passato, in campagna. L’altra fa ricorso ad un toponimo di origine germanica (Longobarda ?), da Brand = fuoco o Branna = bruciato, ad indicare un luogo che era stato arso dal fuoco.

BURANI Fausto.Via. Era della classe 1921. L’11 giugno del 1944 si

arrruolò nelle formazioni partigiane con il nome di battaglia “Pastis”. Il 5 gennaio 1945, catturato in una casa di campagna in località Bazzano, in seguito a delazione, venne trasferito a Ciano e tenuto prigioniero fino al 26 dello stesso mese. Fallite le trattative per uno scambio di prigionieri, condotte da alcuni parroci del luogo, venne sommariamente fucilato. Aveva 23 anni.

CADORIO. Via. E’ unanime l’interpretazione: Casa del rio. In questo

luogo passava la antica e bella “Via dei Colli” che provenendo da Ciano toccava le località intermedie di Via Ghirardi, Cappella di S. Antonio, Villa Belvedere, Villa Bonini, Villa Bosi, Monte Falcone.

CADUTI DEL LAVORO. Via. E’ una denominazione che ponendo il lavoro

al primo posto delle attività umane, rende onore ai tanti caduti che, purtroppo, ogni anno vengono registrati nei luoghi di lavoro in ogni parte del mondo ed in particolare nel nostro paese che non brilla per la sicurezza che viene assicurata ai prestatori d’opera. Uno stimolo per le Istituzioni ad intervenire per ridurre il numero delle vittime.

CADUTI DEL 16 LUGLIO 1943. Via. La denominazione ricorda i caduti

del 16 luglio 1943, vittime di un inatteso bombardamento da parte di aerei alleati alla cabina elettrica di San Polo. L’incursione provocò 3 morti e 6 feriti. Successivamente San Polo fu sottoposto ad altri attacchi aerei: nel corso del 1944 a 3 bombardamenti e a 2 mitragliamenti. Nel corso del 1945 a 3

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mitragliamenti ed esattamente il 7 febbraio ( 1 morto); il 30 marzo ( 1 ferito) ed il 13 aprile ( 1 morto). In totale San Polo in 9 azioni aeree patì 5 morti e 7 feriti. I bombardamenti del 1944 avevano per obiettivo il ponte sull’Enza, mai colpito.

CAMARA Mons. Helder Via. L’intitolazione della parrocchia di San Polo a Helder Camara, ricorda le due visite, nel 1983 e nel 1993, che il Monsignore ha fatto nel Comune della Val d’Enza. Nato “…no domingo de Carnaval…” (Nella domenica di Carnevale) in una modesta famiglia di Fortaleza (Brasile), il 7 febbraio 1909, undicesimo di tredici figli. Il padre, Joan Eduardo Torres Camara Filho, libraio, decise di battezzarlo Helder, scoprendo che era il nome di un piccolo porto del Nord dell’Olanda. La madre, Adelaide Pessoa, era insegnante di scuola elementare. Il piccolo Helder perse 5 fratelli in tenera età a causa di una epidemia di difterite. Nel marzo del 1964 venne nominato da Paolo VI° Arcivescovo di Olinda e Recife. Per il suo impegno nel combattere la miseria nei grandi sobborghi urbani delle città brasiliane fu chiamato “ Il Vescovo delle Favelas”. E’ stato uno dei maggiori precursori della Teologia della Liberazione in Sud America.

CAMPANINI Naborre. Via. Poeta, scrittore.(Novellara 1850-R.E. 1925). Pur dedicandosi all’insegnamento fu attento cultore di storia reggiana ed in particolare di storia Canossiana. Fu il fondatore del piccolo Museo Matildico a lui intitolato. Lo scrittore reggiano Lino Beccaluva scrisse un volumetto dal titolo “Vita e opere di Naborre Campanini”, edito da Bizzochi. Il Campanini è anche autore del libretto “La Fata del Nord” musicato dal compositore reggiano Guglielmo Zuelli. La prima di questa opera fu data al Manzoni di Milano il 4 maggio del 1884.

CAMPO DI VETTO ( o D’AVETTO). Via. Come assumono importanza le testimonianze relative agli insediamenti abitativi delle famiglie, così è importante conoscere le vicende dei campi, delle specifiche colture. Campo di Vetto è uno di questi. Non è chiara l’origine dell’etimo Vetto. Si propende per la derivazione dal verbo latino “vehere” avente il significato di trasportare con carri. Ma qualcuno ritiene potersi fare riferimento al termine italiano “vetta”, con il significato di posto in alto.

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CANOSSA MATILDE. Via. (1046 circa- Bondeno di Mantova 1115) Figlia del Marchese di Canossa Bonifacio IV° e di Beatrice di Lorena, subentrò giovanissima nel vasto marchesato paterno. Nelle lotte per le Investiture, Matilde si schierò sempre a fianco del Papa, contro l’Impero. Enrico IV°, dopo essersi umiliato a Canossa nel 1077, occupò la maggior parte dei dominii di Matilde, senza riuscire a farla desistere dal suo atteggiamento antimperiale. Matilde nel 1089 (aveva 43 anni) era andata sposa a Guelfo V° di Baviera, anch’egli nemico dell’Imperatore Enrico IV°. Nel 1632 la salma di Matilde fu trasportata in Vaticano.

CARBOGNANO Via. Sull’origine del termine ci sono due ipotesi: l’una,

quella più sponsorizzata, ritiene che Carbognano derivi dal colore scuro del terreno nel quale l’antico tratturo era tracciato. La seconda, invece, fa riferimento alla presenza in quel luogo di carbonai che producevano la “carbonella”. Anche in tempi abbastanza recenti, di poco anteriori alla prima guerra mondiale, sulle colline tra Quattro Castella e San Polo operavano modesti carbonai che poi scendevano al mercato a vendere il poco carbone che riuscivano a produrre.

CERVI FRATELLI. Via. Partigiani. Nati a Campegine (Reggio Emilia). Gelindo (1901), Antenore (1906), Aldo (1909), Ferdinando (1911), Agostino (1916), Ovidio (1918), Ettore (1921). Antifascisti e militanti del Partito Comunista, fecero della loro cascina un centro di coordinamento della Resistenza nel reggiano. Arrestati con il padre Alcide, vennero fucilati, nel dicembre del 1943, per rappresaglia dai fascisti. Ognuno dei fratelli è stato decorato con medaglia d’argento alla memoria.

CHIERICI GAETANO. Via. Paletnologo.(Reggio 1819-1886). Ordinato

Sacerdote nel 1844, svolse un ruolo di rilievo nel sensibilizzare il clero reggiano alla causa dell’Unità d’Italia. Si dedicò con passione e capacità alla Paletnologia, eseguendo scavi in Emilia e a Pianosa, isola dell’Arcipelago Toscano. A lui si deve la scoperta di alcuni dei più importanti giacimenti paleolitici emiliani.

CONTI ERMETE. Via. Era nato nel 1906. Agricoltore, lavorava un piccolo

podere sito nei pressi della Madonna della Battaglia. Era un uomo, alto vigoroso. Il 10 settembre del 1944 entrò nella Resistenza con il nome di battaglia di “Ermete”. Il 22 dicembre del 1944 venne prelevato dai tedeschi nella propria abitazione e trasferito a

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Ciano, presso il famigerato Comando speciale Antiterrorismo. Il 27 dicembre venne trasferito a Vercallo di Casina e quivi barbaramente trucidato assieme ad altri resistenti.

CORNACCHIA Via. Antico sito oggetto di scavi archeologici. Vi sono stati

trovati manufatti appartenenti all’homo Sapiens Neardenthalensis (Risalenti quindi a oltre 50.000 anni fa ), un pozzo interrato e una tomba. Il nome della località attesta la presenza di cornacchie, nome comune di diversi uccelli corvidi dal bel colore nero cangiante. Non sorprende quindi se, anche oggi, passando per quei luoghi, si nota la presenza di cornacchie gracchianti intente a cercar cibo nei prati contigui alla strada.

COSTITUZIONE Via della. Intitolazione volta a celebrare la Costituzione

italiana, redatta ed approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal Capo dello Stato Enrico De Nicola, il 27 dicembre ed entrata in vigore il 1° gennaio 1948. E’ composta da 139 articoli e 18 disposizioni transitorie finali. L’articolo 1, quello fondamentale, recita: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.” Tutti gli studiosi di Diritto Costituzionale comparato ne hanno riconosciuto l’altissimo valore sociale e giuridico.

CROCETTA. Via della. E’ frequente incontrare la denominazione Via

della Croce. E’ più raro invece Via della Crocetta. Non è chiaro inoltre se Crocetta si debba intendere nel significato di piccola croce. Sono frequenti nei nostri territori, in particolare nelle nostre colline, i simboli religiosi: croci, edicole, maestà, oratori, immagini sacre, ecc. Facevano parte, nei tempi passati, dei riti, del cerimoniale religioso che accomunava l’intera collettività. Alla Crocetta vi sono stati importanti ritrovamenti archeologici: in particolare è stata recuperata una piccola lucerna in terracotta, integra e contrassegnata da una lettera graffita sul corpo, risalente molto addietro nel tempo e attestante un antichissimo insediamento umano in quel sito.

CURIE MARIE. Via. Scienziata.(Varsavia 1867-Soncellemotz 1934) Marie

era polacca, faceva di nome Sklodowska. Studentessa alla facoltà di fisica a Parigi, vi conobbe e sposò Pierre Curie, suo insegnante. I coniugi Curie iniziarono fruttuose ricerche sull’emissione di raggi da parte dell’Uranio, scoprendo altri due elementi fino ad allora sconosciuti: il Radio e il Polonio. Dalle loro scoperte ebbe

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inizio lo studio della Radioattività. Entrambi ebbero assegnato il Nobel nel 1903. Morto il marito, Marie proseguì gli studi ottenendo un secondo Nobel nel 1911. Morì di leucemia nel 1934.

CURIEL EUGENIO. Via. Scienziato, dirigente Antifascista. (Trieste 1912-

Milano 1945). Nel 1939 venne arrestato e condannato al confino nell’isola di Ventotene, dove rimase fino al 1943. Dopo la sua liberazione fondò il Fronte della Gioventù, di ispirazione comunista e fu redattore del giornale “L’Unità”, che usciva, in quel tempo, clandestino. Nel 1945, a pochi giorni dalla Liberazione, fu ucciso in un attentato dai fascisti di Salò.

D’ACQUISTO SALVO. Patriota. (Napoli 1920-Polidoro, Roma 11943) Vice

brigadiere dei carabinieri, offrì la vita in cambio della libertà di 22 ostaggi che i tedeschi intendevano fucilare come rappresaglia per un avvenuto sabotaggio. D’Acquisto, dichiaratosi unico responsabile dell’azione partigiana, alla quale era assolutamente estraneo, venne giustiziato sul posto, salvando però i 22 ostaggi. Fu decorato con medaglia d’oro.

DALLA CHIESA CARLO ALBERTO.Via. (Saluzzo 1920-Palermo 1982)

Generale di Corpo d’Armata, Ufficiale dei Carabinieri in Sicilia, si procurò esperienza e fama nella lotta alla criminalità organizzata. Creò un nucleo speciale Anti Terrorismo che mise in crisi le Brigate Rosse. Nominato Prefetto di Palermo, in un periodo di recrudescenza della Mafia, abbandonato a se stesso, venne ucciso assieme alla moglie e all’agente di scorta in un attentato mafioso il 3 settembre 1982.

DALL’AGLIO RENZO. Via. Era nato il 10 settembre del 1927. Il 2

febbraio del 1944 si arruolò nelle file partigiane con il nome di battaglia di “Scheggia”. Faceva parte del III° battaglione della Brigata Franci. Cadde in uno scontro a fuoco, al Masdone di Traversetolo, il 3 aprile del 1945, a pochi giorni dalla Liberazione. Non aveva ancora 18 anni.

DE GASPERI ALCIDE. Politico.(Pieve di Trento1881- Sella Valsugana

1954) Sostenitore dell’Irredentismo Trentino, nel primo dopoguerra fu tra i fondatori del Partito Popolare. Nel 1924 sostituì Don Sturzo alla segreteria del Partito. Aderì all’Aventino dopo il delitto Matteotti. Nel 1927 fu costretto dal Fascismo a ritirarsi da ogni attività politica. Vi ritornò alla Liberazione di Roma

Page 16: Onomastica San Polo san polo onomastica.pdfconservatori ed anche una violenta opposizione esterna, soprattutto degli USA. L’11 settembre del 1973, guidato dal generale Pinochet,

(Era stato costretto a rifugiarsi in Vaticano). Finita la guerra e proclamata la Repubblica ebbe subito la segreteria della Democrazia Cristiana e l’incarico di ministro nel Governo Bonomi e nel successivo Governo Parri. Fu Presidente del Consiglio dal 1948 al 1953. Diresse la ricostruzione economica dell’Italia. Convinto Europeista e sostenitore del Patto Atlantico schierò la D.C. su posizioni moderate di Centro. Governò con varie coalizioni centriste comprendenti Socialdemocratici, Liberali e Repubblicani. Fu uomo di elevata integrità morale.

DI VITTORIO GIUSEPPE. Via. Sindacalista e politico.Cerignola (1892-

1957) Militante sindacale, nel 1911 fu eletto deputato per il Partito Socialista. Nel 1924 aderì al Partito Comunista, nato tre anni prima a Livorno. Nel 1925, condannato dal Tribunale Speciale a 12 anni di carcere, fuggì in Francia. Combattè nelle Brigate Internazionali la guerra civile Spagnola in difesa del legittimo Governo Repubblicano, aggredito dai Golpisti fascisti del Generale Franco. Nel 1941, catturato dai Tedeschi nella Francia occupata, fu da questi consegnato ai Fascisti che lo confinarono a Ventotene. Nel 1945 fu eletto Segretario Generale della C.G.I.L., carica che ricoprì sino alla morte.

EISINGEN Via. Comune tedesco del Land Baden Wurttemberg di 4.532

abitanti e con una superficie di 8,3 km quadrati. Degli 802 ettari del territorio comunale, 230 sono a foresta e 10 ettari a vigneto. Gemellato con il comune i San Polo, si trova a 7 chilometri a nord-ovest di Pforzheim, tra Kraichgau e la Foresta Nera, in una regione ricca di prati, boschi e vigneti. Il bel paesaggio ha fatto di Eisingen un ricercato luogo di residenza. Tra le “Particolarità” di Eisingen si segnalano le vallate con il famoso “Buco di Einsingen”, la valle di Gengenbach, l’antico torchio per la stampa del 1556 e una vecchia campana risalente al 1493.

FERMI ENRICO. Villaggio. Fisico. (Roma 1901-Chicago 1954) Laureatosi

a Pisa nel 1922, nel 1926 , a soli 25 anni, occupò la prima cattedra di Fisica Teorica istituita in Italia. Grazie a lui nacque una famosa scuola di Fisica che annoverava personaggi quali Amaldi, Segre, Majorana, Pontecorvo. Fermi fece scoperte decisive in materia di radioattività. Nel 1938 lo scienziato, avendo una moglie ebrea, dovette lasciare l’Italia: erano state approvate le esecrande leggi razziali. Ebbe accoglienza negli USA. Nel 1938 conseguì il premio Nobel per la fisica. Fu uno degli artefici della costruzione

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della prima Pila Atomica. Partecipò a tutti gli studi per la realizzazione della Bomba Atomica. Dal 1951 Fermi dedicò tutta la sua attenzione al nuovissimo Sincrociclotrone di Chicago. Morì prematuramente due anni dopo in quella città.

FONTANETO. Via. Fontaneto posto subito a Sud del borgo di San Polo è

importante nella vita della Comunità. Non solo perché gli scavi archeologici hanno potuto raccontare tanta storia passata. (La vicinanza di Luceria vi contribuì grandemente), ma anche perché in quel luogo si verificò l’incontro di diverse civiltà: la Etrusca, la Romana e la Celtica. Un trivio di estremo interesse. Fontaneto era anche importante perché da quel luogo si dipartivano i prelievi d’acqua dall’Enza per alimentare il canale dei mulini ed anche l’irrigazione delle terre poste a valle. A Fontaneto è presente una bella Casa Torre del 1.600.

FONTANILI GIUSEPPE. Via. Fu uno dei primi collaboratori della

Resistenza. Era della classe 1905. Abitava in collina in una abitazione isolata detta “Casa Roma”, che divenne ben presto un importante centro di raccolta e di smistamento dei giovani che affluivano dalla pianura per arruolarsi nelle Brigate partigiane. Il 30 settembre del 1944 i nazifascisti irruppero di sorpresa nella sua casa, lo catturarono, seviziandolo barbaramente. Il suo corpo venne gettato tra le fiamme della casa incendiata.

FORNACE. VIA della. L’antico nome indica chiaramente la presenza in

loco di una lavorazione della argilla per la produzione di materiale edile necessario per la costruzione di ripari per il bestiame (prevalente) e per le famiglie coloniche. Non risultano fonti specifiche.

FOSSE ARDEATINE. Via. Antica cava sulla via Ardeatina, a Roma, dove

il 24 marzo 1944 fu compiuto dai Tedeschi l’eccidio di 335 detenuti nelle carceri Romane. Si trattava di politici, ebrei e semplici sospettati. Per rappresaglia all’attacco dei partigiani romani sferrato il giorno prima, in via Rasella, contro un reparto militare tedesco, in cui erano morti 32 soldati delle SS, il Comando Tedesco ordinò la fucilazione di 10 italiani per ogni tedesco ucciso. Il conto delle vittime risultò in eccesso, grazie anche alla colpevole complicità dei fascisti Romani. Le vittime vennero massacrate all’interno delle cave. Terminata la strage, quasi a voler nascondere l’orribile misfatto, con le mine vennero

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fatte saltare le oscure gallerie. Si trattò di uno dei più drammatici e feroci massacri della seconda guerra mondiale.

FRANCESCHINI NICOLA. Via. Classe 1924. Si arruolò nelle file

partigiane con il nome di battaglia “Bolsevich”. Ebbe il suo battesimo del fuoco nella cruenta battaglia di Cerrè Sologno, avvenuta in quella località il 10 marzo del 1944. Lo scontro fu durissimo e numerosi i caduti da entrambe le parti. Anche Nicola vi trovò la morte: aveva soltanto 20 anni.

FRANK ANNA. Via. Giovanissima scrittrice ebrea. (Francoforte sul Meno

1929- Bergen Belsen 1945). Trasferitasi con la famiglia ad Amsterdam nel 1933, quando l’Olanda fu occupata dai Nazisti ed esplose la durissima persecuzione contro gli ebrei, visse nascosta in un appartamento della città da 1942 al 1944. Durante quel periodo scrisse in lingua olandese uno straordinario Diario. Arrestata in seguito ad una vile delazione, venne deportata nel campo di sterminio di Bergen Belsen dove morì nel 1945. Aveva soltanto 16 anni.

FRATTA. Via. Pare assodata la derivazione dal verbo latino “Frangere”,

participio passato “fractus”, femminile “fracta”, nel significato di “spezzato”, “piegato” ecc. Il termine era usato per indicare una forma particolare caratteristica del terreno. Abbastanza diffuso.

FRASSATI PIER GIORGIO. Via (Torino 1901-1925). Figlio di Alfredo,

giornalista, politico e ministro nel Governo Goilitti, risentì molto di una educazione familiare molto legata alle organizzazioni cattoliche. Assertore di un cristianesimo sociale, militò attivamente nel Partito Popolare, avversando coraggiosamente il Fascismo. Nel 1990 è stato proclamato Beato.

GALILEI GALILEO. Via. Scienziato.(Pisa 1564-Firenze 1642). Nel 1592

ottenne la cattedra di matematica all’Università di Padova. Successivamente passò nello Studio di Pisa. Nel 1604 scoprì la celeberrima legge della caduta dei gravi a cui seguì la scoperta dei quattro satelliti di Giove, delle macchie della Luna, delle fasi di Venere e, più tardi, delle macchie del Sole. Le nuove scoperte suscitarono la più grande attenzione da parte degli studiosi Europei, soprattutto di Keplero. Galilei era un sostenitore della teoria Copernicana, ( Il Sole e non la Terra è al centro dell’Universo), che metteva grandemente in crisi le tesi della

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Chiesa. Quest’ultima ebbe una reazione scomposta contro lo scienziato Pisano che venne sottoposto ad un durissimo processo, guidato ed orientato particolarmente dai Gesuiti. La durezza degli attacchi, le pressioni psicologiche, la minaccia di torture, indussero il non più giovane e malandato Galilei a disconoscere le sue tesi. Venne condannato e confinato ad Arcetri. Nel processo a Galilei si ravvisa una delle pagine più drammatiche e tristi della storia nel rapporto tra fede e scienza.

GALVANI LUIGI. Via. Medico e Naturalista. (Bologna 1737-1798)

Professore all’Università di Bologna, compì importanti ricerche di anatomia comparata. Dalle sue esperienze compiute su una rana, interpretò il fenomeno supponendo che nervi e muscoli fossero sede di un fenomeno elettrico e funzionassero come un condensatore. Le sue teorie, benché confutate da A.Volta, furono preziose ed aprirono la strada allo studio dell’attività bioelettrica dei tessuti animali.

GANAPINI Walter. Via. Era nato nel 1935. Il mattino del 5 settembre

del 1944, il piccolo Walter unitamente al fratello e alla sorellina, si trovò a passare per Grassano Basso: dovevano lavare alcune pecore. I tre fratellini si trovarono improvvisamente al centro di uno scontro a fuoco tra partigiani e tedeschi: il piccolo Walter colpito in pieno da una raffica di mitra, non ebbe scampo. Aveva appena 9 anni.

GHIRARDI GUIDO. Via. Era della classe 1920. Faceva parte del Distaccamento Don Pasquino Borghi, 143° Brigata, con il nome di battaglia di “Saetta”. Catturato in località Bazzano, presso casa Costa, a seguito di una spiata, fu barbaramente ucciso a colpi di pistola da un Maresciallo tedesco, noto come il “Boia” di Ciano.

GHIRELLI DON LUIGI. Via. Don Luigi Ghirelli proveniva dalla frazione di Leguigno di Casina. Fu arciprete della Chiesa della Pieve di San Polo dal 1913 al 1931. E’ricordato da tutti come il “prete dei poveri” per l’attenzione e la generosità che sempre dimostrava per chi soffriva e si trovava in stato di necessità. Gli episodi che lo riguardano sono numerosissimi. Non aveva timore di aiutare chi aveva subito violenze dai Fascisti ( olio di ricino o manganello!). I poveri del paese, erano tanti, se lo sentivano come un protettore. Si diceva, al contrario, che non era altrettanto gradito ai “Possidenti” e ai caporioni fascisti. Durante la sua permanenza a

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San Polo, Don Ghirelli nel 1914 fa ristrutturare la casa del custode a Pontenovo, destinandola a scuola elementare. Nel 1915 inaugura il primo Asilo Infantile di San Polo. Nel 1929 fa costruire a fianco dell’Oratorio, un piccolo teatrino. Quando nel 1931, dopo un amaro incontro, a Reggio, con il Vescovo, è costretto a lasciare la parrocchia, il suo discorso di commiato è pronunciato con le lacrime agli occhi.

GHILGA. Via. Si tratta di un antico nome gelosamente conservato, ma del quale è difficile risalire all’origine. Potrebbe appartenere addirittura al substrato italico, precedente l’arrivo degli Etruschi e avente significato di luogo ospitale dove stavano capanne. Pensando invece alla derivazione etrusca, il “Chi” “Ghi” lascerebbe intendere la presenza di pietre o di costruzione in pietra.

GIAN MAESTRI Via. Altra intitolazione viaria che fa riferimento alla

famiglia che vi risiedeva. Non si hanno notizie specifiche del casato.

GRASSANO BASSO. Via. In una fonte compilata nel 1787, Grassano è

definito Villa della Contea di Canossa, appartenente alla Diocesi di Reggio, avente una altitudine di m.482 sul livello del mare. Grassano aveva allora una popolazione di 353 abitanti, confermando il dato costante della ricerca da parte della gente di risiedere in borghi montani meglio difendibili. Grassano è un antico insediamento, già citato in una Bolla del 1092, come Grazzanum. La più antica citazione storica del borgo risale addirittura all’anno 991. Nel piccolo borgo esiste una bella e antica chiesa in stile Romanico. Nel 1983, a cura della Pro Loco di Grassano è stato edito un bel testo illustrato e ricco di notizie sulla località.

GRAMSCI ANTONIO. Via. (Ales 1891-Roma 1937). Politico, scrittore. Di

numerosa e povera famiglia, erano 7 i figli. Antonio era gracile e di salute cagionevole. Frequentò l’Università a Torino mantenendosi con il lavoro e con una borsa di studio. Nel 1914 finì gli esami; era uno studente brillantissimo. Nel 1915 intensificò la sua attività politica: scriveva per il giornale socialista. Nel 1919 con la pubblicazione dell’”Ordine Nuovo” iniziò la svolta: Torino divenne il centro del movimento operaio italiano. Nel 1922 Gramsci fu a Mosca dove sposò una ragazza russa dalla quale avrà due figli. Nel 1924, rientrato in Italia, iniziò la pubblicazione

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del giornale “L’Unità”. Nello stesso anno venne eletto deputato. Nel 1926 Gramsci fu arrestato e processato per reati di opinione: fu condannato a 20 anni di carcere. L’ordine del Fascismo era stato perentorio: “Bisognava impedire che quel cervello funzionasse”. Seguirono anni durissimi di carcere in carcere, senza potere avere le cure adeguate. Nonostante ciò riuscì a scrivere opere di immenso valore. I suoi “Quaderni “ sono considerati un monumento di pensiero. Morì nel 1937 in una clinica di Roma, abbastanza dimenticato ed ignorato. L’esperienza culturale di Gramsci è considerata da tanti storici come la più alta dell’intero secolo.

GRISENDI MARIO. Via. Classe 1919, nome di battaglia “Folgore”.

Reduce dalla guerra in Nord-Africa nel 1940-43, venne rimpatriato dalla prigionia mutilato di una gamba. Nonostante la grave menomazione volle partecipare alla Resistenza, senza alcun privilegio, ma alla pari con gli altri partigiani. Era ardimentoso e senza paura: per i nazifascisti divenne lo “Zoppo maledetto”. Mario Grisendi cadde il 20 gennaio del 1945, in una temeraria azione a Montecchio Emilia. E’ stato insignito di Medaglia d’Oro al Valor Militare.

GUICCIARDI GIOVANNI. VIA. Nato a Reggio il 19 gennaio 1822, non

solo fu uno dei massimi artisti lirici del secolo scorso, ma fu soprattutto un ardente Mazziniano, avendo frequenti contatti, in Europa, con esuli reggiani. Il Guicciardi possedeva un podere a San Polo, a Villa Riolo, nella cui abitazione morì il 4 ottobre del 1883. Venne sepolto nell’Oratorio di S. Antonio, purtroppo andato distrutto.

HO CHI MINH. Via. Presidente della Repubblica del Viet-Nam dal 1955

al 1969. Guidò la lotta di Liberazione del Viet-Nam prima contro i Francesi e poi contro le Forze Statunitensi. Emblematica la figura di Ho Chi Minh: da oscuro studente alla Sorbona di Parigi, proveniente da una delle tante colonie sparse per il mondo, alla figura simbolo di condottiero della lotta di liberazione e di emancipazione dei popoli.Personaggio di grande carisma e di levatura morale. E’ considerato il Padre della Patria.

KENNEDY JOHN FITZGERALD. Via. 35° Presidente degli Stati Uniti.

(Boston 1917-Dallas 1963) Laureato ad Harvard in scienze politiche, fu eletto deputato nel 1946,1948, 1950 e senatore nel

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1952 e nel 1958, nelle file del Partito Democratico. Nel 1960, alle elezioni Presidenziali, prevalse su Richard Nixon. Avviò subito un imponente programma di stampo Roosveltiano denominato “La Nuova Frontiera”, che incontrò però grandi ostacoli. Anche in politica estera non ebbe fortuna; subì lo smacco amaro della fallita invasione di Cuba, nel 1961, e, successivamente, l’invio dei consiglieri militari in Asia, portò alla disastrosa guerra in Viet-Nam. Nel 1963, durante una visita a Dallas, fu vittima di un attentato sul quale le numerose inchieste che seguirono, non fecero mai luce completa.

KING MARTIN LUTHER. Via. Pastore Battista Afro Americano. (Atlanta

1929-Memphis 1968). Nel 1957 fondò la Lega per combattere contro le discriminazioni razziali. Nel 1964 ottenne il Nobel per la Pace. Nel 1968 venne assassinato in circostanze rimaste ancora oscure. Le frange razziste del Ku Klux Klan non gli perdonavano i successi ottenuti. Lasciò varie opere tra le quali la più nota è “La Forza di Amare.”

LENIN VLADIMIR ILIC. Via. (Simbrisk 1870- Nizni Novgorod 1924)

Rivoluzionario Russo, principale esponente dei Bolsevichi, la corrente maggioritaria del Partito Socialdemocratico Russo. Guidò la vittoriosa Rivoluzione dell’ Ottobre del 1917 e avviò la costruzione dello Stato Comunista in Russia. Figura controversa. Gode ancora di enorme prestigio per la profondità del pensiero, la grande capacità di leggere i fenomeni sociali e la integrità della sua azione quotidiana. Fu autore di diverse ed insostituibili opere teoriche. La prematura morte forse impedì che la costruzione del nuovo Stato (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche: URSS) conservasse quella connotazione democratica che avrebbe dovuto distinguerlo.

LEOPARDI GIACOMO. Via. Poeta. (Recanati 1798-Napoli 1837). Nato da

famiglia nobile, visse la giovinezza a Recanati, il suo “natio borgo selvaggio”, retrivo e ignorante come lo erano la maggior parte delle cittadine dello Stato Pontificio. Giacomo, sensibilissimo, non ebbe grandi confidenze con i genitori, tradizionalista e conservatore il padre, semplice e sana amministratrice dei beni familiari la madre. Trovò rifugio nei libri della assai dotata biblioteca paterna. Nel 1815 fu colpito da una profonda crisi spirituale, determinata soprattutto dalla consapevolezza del suo fisico rovinato e dal proprio aspetto “miserabile”. La crisi

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filosofica, la conoscenza di altre realtà (Napoli in particolare), di altre esperienze, lo avviarono alla poesia. Le “Canzoni” e gli “Idillii” fecero scoprire la prima fase della sua poesia. “Le Operette Morali” la sua filosofia e la sua visione politica dei problemi italiani. “A Silvia” e le “Rimembranze” (1929), la piena maturità della sua poetica. Nel 1937, un improvviso attacco di asma, lo portò a morte. Si trovava a Napoli ospite del suo caro amico Antonio Ranieri.

LEVI CARLO. Galleria. Pittore, scultore. (Torino 1902-Roma 1975).

Uomo di estrema versatilità, si laureò in medicina, ma non la esercitò mai preferendo dedicarsi alla pittura e al giornalismo. Si impegnò anche in politica: proveniva da una famiglia di tradizioni socialiste. La madre era sorella del noto deputato Carlo Treves. Trovò un ambiente congeniale nel combattivo gruppo di “Rivoluzione Liberale” raccolto attorno a Piero Gobetti, morto giovanissimo, 24 anni, in conseguenza di una feroce bastonatura da parte di fascisti. Partecipò alla fondazione di “Giustizia e Libertà”. Per la sua attività antifascista, nel 1935, fu condannato al confino in Lucania. Si rifugiò poi in Francia, rimanendovi fino al 1942. Rientrò in Italia per partecipare alla Resistenza. Dopo la Liberazione fu eletto senatore fra gli indipendenti di Sinistra. Della sua ampia opera letteraria è famoso il “Cristo si è fermato a Eboli”, in cui viene rievocato il periodo del suo esilio nel profondo sud della Basilicata.

LIGABUE ANTONIO.Via. Pittore, scultore.(Zurigo 1899-Gualtieri 1965)

Figlio di contadini emigrati in Svizzera, nel 1925 rientrò in Italia stabilendosi a Gualtieri, sulle rive del Po. Visse solitario, spesso preda di attacchi psichiatrici. Più decisivo per lui fu l’incontro, nel 1930, con il pittore Marino Mazzacurati che lo incoraggiò nelle sue attitudini artistiche. Nella “Bassa” cominciò a diffondersi la sua fama. Ligabue è considerato il maggior pittore naif italiano. Nel 1962, colpito da una paralisi cerebrale, cessò ogni attività. I suoi temi preferiti furono gli animali esotici e, negli ultimi anni, le visioni agresti della sua “Bassa”. Gli animali furono anche il soggetto delle sue sculture.

LYTOMISL. Via. Cittadina della Repubblica Ceca, gemellata con il

Comune di San Polo, posta nella Boemia orientale a 45 Km. da Pardubice, sviluppatasi attorno ad una fortezza edificata nel 891. Lytomisl divenne città nel 1259. E’ classificata monumento storico.

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Fu centro vescovile dal 1344 e sede della unione dei “Fratelli Boemi” nel XV° secolo. E’ nota per le sue manifatture tessili. In tedesco Leitomischl.

LUXEMBURG ROSA. Rivoluzionaria polacca (Zamosè 1970-Berlino 1919)

Ebrea polacca, ottenne la cittadinanza tedesca con il matrimonio. Nel 1898 aderì al Partito Socialdemocratico tedesco, militandovi attivamente. Si affermò subito quale acuta teorica della sinistra marxista Europea. Nel 1907 partecipò al Congresso di Stoccarda della II° Internazionale. Collaborò alla stesura del documento contro il militarismo e la guerra. Scrisse fondamentali saggi e analisi sull’Imperialismo. Incarcerata più volte, partecipò con Karl Liebknecht, nel 1919, alla rivoluzione Sparta-chista. Arrestata ancora una volta venne sommariamente uccisa a revolverate da alcuni ufficiali dell’esercito.

MATTEI ENRICO. Via. Politico, Imprenditore.(Pesaro 1906-Pavia 1962).

Fondò l’Industria Chimica Lombarda. Partecipò attivamente alla Reesistenza facendo parte del Comando di Liberazione Alta Italia, assieme a Parri, Longo. Finita la guerra fu nominato Commissario straordinario all’Agip. Sfidando gli interessi dell’Industria Privata in campo energetico, sviluppò l’attività dell’Agip nella pianura padana. Eletto deputato nelle liste della D.C., Mattei divenne Presidente dell’ENI. Condusse una grande azione di affrancamento dell’Ente Energetico Italiano dalla sudditanza verso le multinazionali Statunitensi, soprattutto in materia di approvvigionamento di petrolio sovietico e dei paesi arabi produttori, Iran in particolare. La sua azione e la sua personalità creavano fastidi alle “7 Sorelle”. Morì nel 1962, in un incidente aereo le cui cause non furono mai chiarite.

MARCONI GUGLIELMO. Via. Premio Nobel per la fisica.(Bologna 1874-

Roma 1937). Grande scienziato, autore di numerose scoperte e noto in tutto il mondo per la invenzione della Radio che egli brevettò nel 1896. Si comprese subito la importanza della nuova scoperta per le comunicazioni in mare. La Radio ebbe il suo drammatico collaudo nel 1912, in occasione del tragico naufragio del transatlantico Titanic.

MATTEOTTI GIACOMO. Piazza. (ROVIGO 1885-Roma 1924). Avvocato,

militante socialista. Deputato al Parlamento, combatté coraggiosamente la montante Dittatura Fascista e le violenze delle

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squadracce nere che imperversavano ovunque. La sua opposizione culminò nel drammatico discorso del 30 maggio 1924 in cui denunciò i brogli e le intimidazioni fasciste, compiute nelle elezioni tenutesi nell’aprile appena trascorso. Venne sequestrato, mentre rincasava, dalla banda di squadristi fascisti, guidata dal noto picchiatore Dumini, e ucciso brutalmente. Di quell’orrendo delitto si assunse la piena responsabilità politica e morale lo stesso Mussolini.

MILANI DON LORENZO. Via. Sacerdote, educatore,

scrittore.(Firenze1923-ivi 1967). Iniziò la sua attività religiosa come Cappellano a San Donato di Calenzano, ove aprì una scuola serale. Avviò poi un’esperienza didattica, a quei tempi rivoluzionaria, a Barbiana del Mugello, in forte polemica con l’autoritarismo religioso. Il suo libro, “Lettera ad una professoressa”, divenne nel 1968 uno dei testi della contestazione giovanile.

MINZONI DON GIOVANNI. Via. Sacerdote.(Ravenna 1885-Argenta

1923). Cappellano militare nella prima guerra mondiale, fu parroco ad Argenta dove svolse una infaticabile attività sociale, lottando contro l’insorgente regime fascista. La sua azione e la sua presenza suscitarono l’ostilità dei gerarchi fascisti locali che lo fecero assassinare a pugnalate da alcuni squadristi fatti giungere appositamente dal Bresciano. Don Minzoni aveva 38 anni.

MISELLI ULDERICO. Via. Comandante del Distaccamento “Amendola”,

nome di battaglia “Rolando”, venne fucilato a Ciano il 27\11\1944. Qualche tempo dopo a Villa Sesso, frazione di Reggio Emilia, assieme ai quattro membri della famiglia Manfredi, vennero fucilati anche Fernando e Remo Miselli, rispettivamente padre e fratello di Ulderico.

MONTALI. VIA. Altro termine che trae origine dal latino “Mons”. Sono

numerosi, nelle realtà agricole, gli accostamenti tra il luogo e la coltivazione in esso avviata (ad esempio Monte Sorgo), oppure tra luogo ed animali (Monte Falcone), oppure ancora tra luogo e la specificità dello stesso (Monte Fontana). Lo stesso avviene con i termini “Costa = pendio”, “Groppo = collina”, “Rampa = erta” e infine “Banzola” derivante dal Longobardo Banka, da cui provengono i termini Banco, Bancone ecc.

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MACIGNO MONTEMORO. VIA. La via ricorda due antiche località appartenenti al comune di San Polo. Nel censimento del 1315 è censito un “Maxigno Ugonus”, tra la gente di Canossa. Il termine Maxigno era già noto e non è detto che avesse il significato italiano corrente di grosso masso. La località di Macigno, non tanto come borgo, ma quale piccola unità poderale, risale molto addietro nel tempo, fin verso l’anno mille. Lo stesso vale per Monte Moro, dizione che fa riferimento ad un monte scuro. Dal latino “maurus” con il significato di “moro”. La leggenda che parla di due fratelli saraceni, isolati dal grosso dei pirati sbarcati sulla costa spezzina per saccheggiare e costretti a rifugiarsi nell’interno, sempre inseguiti da una masnada urlante e che si ritrovarono, sfuggiti agli inseguitori, su quel monte disabitato dove trovarono rifugio. solletica curiosità. Il monte dei “mori”, intesi come saraceni, divenne Monte Moro.

MAESTRI DEL LAVORO. Via. La intitolazione è un evidente omaggio alla

manualità e all’arte dei lavoratori, in particolare degli artigiani, numerosi sempre in Val d’Enza e capaci di esprimere altissimi livelli funzionali ed artistici, a cominciare dalla antica lavorazione della pietra, agli intarsi del legno, alle tecniche edili e via dicendo.

MARTIRI DELLA BETTOLA. Via. “La Bettola” è una località del Comune

di Vezzano (R.E.), posta sulla statale 63. Nella notte di San Giovanni del 1944, un reparto tedesco, per rappresaglia, in seguito ad un attentato partigiano contro un sidecar tedesco che trasportava due militari, riunisce tutti i civili che erano presenti nella locanda e ne fa strage con una ferocia inaudita. Vengono massacrati e poi arsi nella casa in fiamme, 5 bambini, 12 donne e 15 uomini . E’ rimasto nella memoria il ricordo tragico del piccolo Piero Varini, 17 mesi, scagliato vivo nelle fiamme, secondo la testimonianza di uno dei due sopravissuti.

MARTIRI DI MARZABOTTO. Via. Marzabotto è un Comune montano in

Provincia di Bologna con 6.257 abitanti. Durante la seconda guerra mondiale subì, ad opera delle S.S. tedesche, al comando del colonnello W. Reder, uno dei più atroci massacri di civili che la Storia ricordi. 1830 persone, la maggior parte donne, vecchi e bambini, vennero crudelmente uccise in un tragico raid di morte effettuato in tutti gli abitati, i borghi, i casolari sparsi tra i monti. Qualcosa di indicibile, forse uno dei più profondi abissi in cui possa precipitare la ferocia umana.

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MOLE. VIA DELLE. Ricorda le antiche attività molitorie esercitate in loco,

in particolare lungo il “canale dei Mulini” di cui è rimasta traccia fino a tempi recenti.

MONTEFALCONE. VIA. Fa riferimento al complesso monumentale di

Montefalcone, iniziato a costruire nel 1218 ed ultimato nel 1223. Per curiosità si ricorda che fu un Sanpolese a vincere l’appalto per la fornitura del legname necessario per i ponteggi e le travature. Costui prese in prestito tutti i buoi ed i carri esistenti allora in paese per recarsi a Cadelbosco ( Era una grande area boscata) a prelevarvi il materiale ligneo. L’antico convento si trasformò e si ampliò, attraverso sette secoli di storia, a seconda delle diverse situazioni in cui si trovò ad operare: Convento francescano all’origine, Sede estiva del Seminario di Reggio, poi dell’Università, indi sede di Collegi. Fu scuola superiore per i figli delle famiglie abbienti della Val d’Enza nel corso del 1800, poi riparo per i profughi durante la prima guerra mondiale, rifugio per sfollati dalla città durante la seconda guerra mondiale. Attualmente è oggetto di un lungo recupero edilizio, in attesa di una congrua e funzionale destinazione degli ampi spazi a disposizione.

MONTESSORI MARIA.Via. Educatrice. (Ancona 1870-Noordwisk

(Olanda) 1952). Nel 1896 si laureò a Roma in Medicina. Fu la prima donna a laurearsi in Italia. Si dedicò in seguito allo studio dei fanciulli ricoverati in manicomio. Superati i limiti dell’orientamento medico ispirato al Positivismo, diede origine alla Pedagogia Scientifica che applicò alla Scuola Magistrale Ortofrenica da Lei diretta. I successi ottenuti la convinsero a estendere i suoi metodi ai fanciulli normali. Ottenne la Libera Docenza in Antropologia Pedagogica. Il successo dei suoi esperimenti portarono alla diffusione del metodo Montessori in Italia. Metodo ripreso dallo Statunitense Parkhurst e introdotto in America. Contribuì a valorizzare il metodo Montessori in Italia il Lombardo Radice. Numerose sono le opere della Montessori. Citiamo il “Manuale della Pedagogia Scientifica” e “Il bambino in famiglia”.

NEGRI ADA.Via. Poetessa (Lodi 1870-Milano1945). Maestra elementare

pubblicò nel 1892 un primo volumetto di versi “Fatalità”, con il quale per la prima volta, entrava nella poesia italiana, il mondo operaio delle fabbriche e la desolazione delle periferie

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cittadine.Seguirono numerose altre pubblicazioni. Le ultime raccolte poetiche della Negri risentivano degli influssi del Pascoli e del D’Annunzio, perdendo dell’immediatezza e del calore delle sue prime opere. Pubblicò anche, nel 1921, un romanzo autobiografico “Stella Mattutina”.

NERUDA PABLO. Via. Pseudonimo del poeta Cileno Neftali Ricardo

Reyes, (Parral Linares 1904-Santiago1973). Premio Nobel nel 1971, Neruda è sicuramente la più alta personalità della letteratura Sudamericana contemporanea. Dopo un’infanzia povera e desolata nel sud australe, riuscì a studiare all’Università ed avviarsi alla carriera diplomatica. La sua evoluzione verso la poesia fu inarrestabile. Dai primi accenti modernisti, passò poi a toni amari, crepuscolari ed anche sensuali per finire ad esprimere una poesia sociale e di lotta. Il più bel risultato di questo periodo è “Canto General”, uno straordinario poema in cui sono trattate tutte le vicende del continente americano. Assistette e partecipò con entusiasmo alla vittoria di Allende nel 1970. Entrò nel suo Governo. Fu ambasciatore a Parigi. Nel 1971 ricevette il Nobel. Minato dal cancro rientrò a Santiago dopo il colpo di Stato di Pinochet e l’assassinio di Allende. Morì poche settimane dopo.

NOVELLA AGOSTINO. Via. Politico, Sindacalista. (Genova 1905-Roma

1974). Aderì al P.C.I. nel 1925. Perseguitato dal Fascismo, fu arrestato nel 1927 e condannato al carcere. Nel 1932 espatriò in Francia. Rientrò in Italia nel 1943 per partecipare alla Resistenza. Fu Segretario Generale della C.G.I.L dal 1957 al 1970.

NOTARI DANTE. VIA. Era della classe 1921. Si arruolò nelle file della

Resistenza in data 11 giugno del 1944 con il nome di battaglia di “Saetta”. Cadde in combattimento a Cerredolo dei Coppi, in Comune di Ciano d’Enza, il 25 febbraio del 1945.

OLMI OLINDO.Via. Nato il 5 febbraio del 1926, arruolato tra le file della

Resistenza il 29 agosto del 1944, con il nome di battagli di “Veleno”, cadde in uno scontro a fuoco a Traversetolo il 22 febbraio del 1945.

PAGANINI NICOLO’. Via. Violinista, Compositore. (Genova 1782-Nizza

1840). Figlio di un portuale appassionato di musica, fu messo a studio presso il maestro di Cappella Giacomo Costa. Cominciò ad esibirsi in pubblico a 11 anni. Si perfezionò a Parma. Si trasferì poi

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in Toscana esibendosi in trionfali concerti. Condusse una vita dissipata, tra sregolatezze, bizzarrie e aperta simpatia per le novità introdotte dalla Rivoluzione Francese. Lasciò 5 Concerti per violino ed orchestra e alcune opere minori. Paganini è ricordato come un insuperabile virtuoso del violino e per la sua tecnica completamente rivoluzionaria.

PAPA GIOVANNI XXIII°.Via. Angelo Roncalli, figlio di contadini, assurse

alle più alte cariche della Chiesa. Ereditò la cattedra di Pietro da PioXII°, complessa e controversa figura che resse il Papato nel drammatico ventennio interessato dalla seconda guerra mondiale. Giovanni XXIII°, definito il “Papa Buono”, con la sua azione pastorale, il suo impegno politico e sociale, risollevò grandemente il prestigio della Chiesa. Fu Papa dal 1958 al 1963.

PAVESE CESARE. Via. Narratore, Poeta. (Cuneo1908-Torino 1950)

Studiò a Torino, particolarmente influenzato dal suo professore e scrittore antifascista Augusto Monti. Si laureò con una tesi sul grande poeta Statunitense Walt Whitman. Si diede all’insegnamento poi passò a lavorare presso l’editrice Einaudi. Nel 1935 Pavese fu condannato a tre anni di Confino dal Tribunale Speciale Fascista. Durante la guerra si rifugiò in Monferrato. Nel dopo guerra visse un periodo di grande lavoro: scrisse poesie, racconti, traduzioni e saggi critici. Vinse il Premio Strega con “La Luna e i Falò”. Notevoli sono “Prima che il gallo canti” e il “Diavolo sulle colline”. Il suo ultimo scritto: “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, pubblicato postumo, anticipava il tragico gesto che Pavese, nel 1.950, a soli 42 anni, compì dandosi la morte. La sua esperienza letteraria è sicuramente una delle più alte del 1900.

PETRARCA FRANCESCO.VIA. (Arezzo 1304-Arquà 1374). Uno dei

maggiori poeti della nostra letteratura. Petrarca, giovanissimo dovette seguire la famiglia nell’esilio di Avignone, sede allora del Papa. Qui cominciò gli studi proseguiti poi in altre città francesi ed ultimati a Bologna. Nel 1326 passò allo stato ecclesiastico ricevendo gli ordini minori. Nel 1327, era il Venerdì Santo, Petrarca vide, in una chiesa di Avignone, Laura. Di essa si innamorò follemente: Laura diverrà la sua Musa ispiratrice. A lei saranno dedicate le poesie del suo “Canzoniere” permeate di altissimo lirismo. La sua fama cominciò a diffondersi nel 1341 ricevette a Roma la “Fronda di Alloro”, il più alto riconoscimento

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che poteva essere concesso ad un poeta. Nel 1348 la notizia della morte di Laura lo intristì incupendone il carattere ed inducendolo a meditazioni mistiche. Viaggiò a lungo in Italia, a Ferrara, a Padova, a Mantova. Sostò a Milano presso i Visconti indi a Venezia. Trascorse gli ultimi anni ad Arquà dove morì. Di lui restano altre opere minori tra cui l’”Africa”, il “Segreto”. le “Epistole”. Il Sapegno colloca il Petrarca come grande esponente nel 1.300 della cultura Umanistica.

PEZZANO.Via. Presso la vetta del monte Pezzola sono stati scoperti

avanzi di edifici Romani e tombe, attestanti remotissimi insediamenti. La scoperta non fa altro che confermare la ricerca persistente di luoghi montani, di difficile accesso e di facile difesa, per chi volesse stanziarsi. Il toponimo “Pezzano” è un prediale di chiara derivazione latina.

PIETRE.VIA. A Villa Pietre esiste un sovrappasso di collegamento fra

due unità edilizie. Si tratta di un esempio tipico dell’edilizia collinare e montana medievale tesa ad aumentare la volumetria abitativa e, nello stesso tempo, a rendere più compatta e più difendibile la costruzione. La Casa Torre mozzata, posta nelle vicinanze, è una delle più antiche esistenti. In ogni insediamento compare sempre la ricerca di una maggiore possibilità di difesa.

PIEVE.VIA. Pieve deriva dal latino “Plebs” nel significato di Plebe,

Popolo e “Plebs de Caviliano” è l’antico nome di San Polo che viene menzionato per la prima volta in un diploma dell’Imperatore Ottone II°, redatto in Germania a Bruchsal il 14 ottobre del 980: la citazione esatta dice: “.. Plebs de Pulianello, de Bibiano et de Cavillano…” La Pieve di San Polo venne riconsacrata dal Vescovo Adelberio verso la metà del secolo XI° e concessa in enfiteusi al Marchese Bonifacio Canossa, padre di Matilde. La Pieve, pregevole costruzione Romanica, conserva ancora l’impianto della primitiva forma basilicale, nonostante le modifiche apportate nel corso del tempo…” (Tratto da Baricchi-Toscani- Millenni Sanpolesi.

PIOLO.VIA. A Case Piolo esiste una bella Maestà a nicchia. Quei simboli

religiosi erano punti di riferimento o luoghi di incontro delle tappe processionali o indicazioni delle delimitazioni parrocchiali. Il termine Piolo compare spesso sia per indicare località (Vedi Piolo di Ligonchio), sia per indicare un tronco di bastone aguzzo.

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PONTENOVO.Via. Pontenovo sorge su un terrazzo costituito da argille

giallo\arancione con ciotoli di fiume (Prima vi scorreva l’Enza) risalenti al Periodo Riss. L’insediamento di Ponte Novo è di origine più recente, rispetto agli altri vicini abitati. Lo conferma il nome stesso e la bella chiesa del Marchelli che lo connota. Il toponimo conferma senza alcun dubbio la presenza di un nuovo ponte atto a scavalcare un corso d’acqua.

PRAMPOLINI CAMILLO.Via.(Reggio E. 1859-Milano 1930) Avvocato,

propagandista politico, organizzatore Sindacale, collaborò a giornali socialisti fondando nel 1886 il settimanale “La Giustizia”. Fu, nel 1882, tra i fondatori del Partito Socialista Italiano. Prampolini sostenne una avanzata politica riformista. Uomo di grande integrità morale,anche dopo il delitto Matteotti, sostenne la necessità della linea legalitaria.

PREDELE.VIA. Il termine è dialettale e, probabilmente, è una

degenerazione del più frequente “Predalè” che significa “prato di lato”. Sono sempre più rari gli antichi termini presenti nel dialetto e non transitati nell’italiano la cui origine poteva ascendere dal Latino, dal Longobardo o addirittura, in alcuni casi, dal celtico.

PRIMO MAGGIO. Piazza. Festa Internazionale del Lavoro. Fu introdotta

nel penultimo decennio del XX° secolo nei paesi industrialmente più progrediti. E’ soprattutto legata alla memoranda lotta per la conquista delle 8 ore di lavoro giornaliero. La Festa fu introdotta con la decisione del Congresso di Parigi del 1889 e intendeva anche ricordare i martiri di Chicago e cioè gli 8 lavoratori americani accusati di aver lanciato, a Chicago, una bomba contro la Polizia. Pur in assenza di ogni prova, gli 8 lavoratori furono condannati ed impiccati. Celebrata con entusiasmo da tutti i lavoratori, essa fu oggetto di gravi repressioni. In Italia venne introdotta nel 1922 con una legge del Governo Facta, ma subito dopo fu soppressa dal Regime Fascista. La Festa venne reintrodotta dopo la Liberazione.

PUCCINI GIACOMO. Via. Compositore (Lucca 1858-Bruxelles 1924).

Discendente da una famiglia di musicisti, seguì anch’egli gli studi musicali. Entrò in Conservatorio a Milano nel 1880. Ebbe l’aiuto di Boito, di Ponchielli e dell’Editore Ricordi. Nel 1893 ebbe accoglienze trionfali a Torino con Manon Lescaut. Seguirono

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Bohème, Tosca e Madame Butterfly. Le sue opere ebbero alterna fortuna. Clamoroso fu l‘insuccesso di Madame Butterfly alla Scala. L’ultima sua opera Turandot, diretta da Toscanini, venne presentata per la prima volta alla Scala, subito dopo la sua morte.

QUASIMODO SALVATORE. Via. Poeta (Siracusa 1901-Amalfi 1968).

Interrotti gli studi Universitari fece diversi mestieri: commesso, disegnatore, contabile ecc. Nel 1939 insegnò letteratura italiana al Conservatorio di Milano. Nel 1959 ebbe il premio Nobel per la Letteratura. Nelle sue poesie, nell’ambito di un ermetismo assoluto, teso alla purità della parola, si avverte l’influenza profonda della lezione classica. Numerosi sono anche i suoi scritti ed i suoi saggi su vari argomenti. Celebre è il suo passo: “..ogni uomo è solo nel cuore della terra, trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera.”

QUATTRO NOVEMBRE. Piazza. A rimarcare il 4 Novembre 1918, giorno

della Vittoria, nella prima guerra mondiale, con l’ingresso vittorioso delle truppe italiane a Vittorio Veneto.

RAMPOGNANA. VIA. E’ un toponimo forse derivante dal verbo dialettale

“Ramper” con il significato di “arrampicarsi”. Rappresenterebbe la situazione di fatto esistente in loco: una strada che si inerpica lungo la collina.

REBIGNANA.VIA. Il termine, antichissimo, può avere origine Celtica.

Infatti in quella lingua esiste il termine “Reidh”, traslato nello scozzese odierno “Reidhlean” con il significato di “piano”, “livellato”. Starebbe ad indicare una strada livellata.

REPUBBLICA.VIA. La via è dedicata alla Repubblica, in ricordo del

Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946, che sancì la vittoria della Repubblica e quindi l’abolizione dell’Istituto Monarchico.

RESISTENZA.VIA. La via è dedicata alla Resistenza intesa quale

movimento di popolo insorto contro l’occupazione nazista, ma soprattutto insorto contro tutto ciò che di negativo il Fascismo, nel funesto Ventennio, aveva inoculato nella Società italiana. Un Nuovo Risorgimento, dunque, di idee, valori, progresso, da costruirsi sulle libertà individuali e sulla dignità riconosciuta ad ogni persona.

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REVERBERA.VIA. Nel Censimento promosso dalla Diocesi di Reggio nel lontano anno 1315, compare la località di Rivabola, in cui è censita una sola famiglia con la stessa denominazione. In dialetto la località era detta ed è detta ancora “Rverbla. Sembra potersi dedurre che da tale località e da tale denominazione siano derivati i numerosi casati “Reverberi” assai diffusi particolarmente in Val d’Enza, ma anche in tutto il Reggiano e nel Parmense.

RIOLO.VIA. Il termine è chiaramente il diminutivo di Rio, piccolo rio

quindi. Nel censimento del 1315 è indicato, quale cittadino di San Polo, un certo Gerardello da Riolo, attestante l’antichità del toponimo. Leggendo l’elenco dei censiti si noti l’importanza che aveva la presenza dell’acqua nei pressi dell’abitazione. Risultano infatti registrati, oltre al nostro Gerardello: ….Simone da Enza, Uberto da Fontaneto, Pighini da Riva, Zaneto da Aquabona, Bernardo da Rivarzana, Zane Del Rio.

RISORGIMENTO.VIALE. La denominazione ha il valore celebrativo di

tutti i fatti, le lotte, i personaggi che hanno contribuito alla costruzione di un’Italia Unita e Indipendente. La ricorrenza del 150° Anniversario dovrà anche aiutare a ricordare i tanti valori che quel processo storico ha inteso e deve sottendere ancora.

ROSSE LE. Via. Altro termine che fa riferimento specifico al colore del

terreno in cui e stato tracciato il sentiero. Diverse zone del territorio pedecollinare sono caratterizzate da profondi strati di argilla di color rosso cupo.

ROSSINI GIOACCHINO. Via. Compositore. (Pesaro 1792-Parigi 1868). Il

padre era suonatore di Corno, la madre cantante. Gioacchino studiò a Bologna nel Liceo Musicale. Si affermò ben presto quale autore di Opere Buffe e Serie. La sua prima opera “La Cambiale di Matrimonio”, andò in scena a Venezia nel 1810: Rossini aveva 18 anni. Nel 1816 scrisse, in soli 15 giorni, il Barbiere di Siviglia. Lavorò a lungo a Napoli, poi trionfò a Vienna, indi a Londra, dove si recò con la moglie, il celebre soprano Colbran. Nel 1829 ebbe grande successo anche a Parigi con il “Guglielmo Tell” ed in Spagna. Morì nel 1868 a Parigi. Le sue spoglie furono traslate in Santa Croce, a Firenze, nel 1887.

RUBALTELLI ENRICO. VIA. Nato nel 1898 a San Polo d’Enza, partecipò

giovanissimo alla prima guerra mondiale. Si laureò nel 1925 in

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Medicina e Chirurgia col massimo dei voti. Assistente della Cattedra di Otorinolaringoiatria dell’Università di Padova dal 1926 al 1935, libero docente nel 1932, fu primario nell’Ospedale civile di Rovigo dal 1936. Autore di oltre 60 pubblicazioni scientifiche a stampa e di numerose altre a carattere medico-morale, fu padre di 8 figli. Fu Vice Presidente Nazionale dei Medici cattolici Italiani e Vice Presidente Diocesano dell’Associazione Uomini Cattolici.

RUINI MEUCCIO. PIAZZA. Politico. (Reggio 1877-Roma 1970).

Avvocato, attivo nel movimento Radicale, fu consigliere di Stato e deputato. Nel 1920 fu Ministro alle Colonie. Vivace avversario del fascismo, nel 1927 si dovette ritirare a vita privata. Entrò nel 1943 nei gruppi Antifascisti. Successivamente fu Ministro nei Governi Parri. Fu Presidente della Commissione dei 75 che aveva il compito di preparare il progetto della nuova Costituzione Repubblicana. Nel 1963 fu nominato Senatore a vita. Ebbe, a lungo, casa e residenza a San Polo.

SAN GIOVANNI BOSCO. Via. Educatore e fondatore dei Salesiani.

(Castelnuovo d’Asti 1815- Torino 1888). Ordinato sacerdote nel 1841, cominciò subito ad occuparsi dei ragazzi poveri, abbandonati o disadattati. Nel 1846 fondò la Pia Società di San Francesco di Sales che in breve tempo si diffuse in tutto il mondo, promuovendo collegi e scuole di ogni ordine e grado. Nel 1934 fu riconosciuto Santo.

SAN MATTEO. VIA. Matteo, apostolo ed Evangelista. Si conosce poco di

lui. Matteo vuol dire “Dono di Dio”. Quando fu chiamato a seguire Gesù, era esattore delle imposte a Cafarnao. La Chiesa Latina ne celebra la festa il 21 settembre, mentre la liturgia Siriaca lo commemora il 16 novembre e quella Copta il 9 ottobre. Il Vangelo di Matteo è considerato il più antico dei 4 testi evangelici. E’ stato reperito un documento nel quale si afferma che fu Matteo a coordinare in lingua ebraica i detti di Gesù. Altre fonti consentono di stabilire che il Vangelo di Matteo fu scritto nel 70 dopo Cristo, esattamente 37 anni dopo la morte di Gesù.

SARTORI CARLO. VIA e PIAZZA. (San Polo 1819-1879). Uomo ricco per

aver ereditato dallo zio Pier Giovanni Sartori, non volle nulla per sé, ma impegnò tutti i suoi averi per aiutare i bisognosi. Alla sua morte destinò una parte dei suoi beni per completare la Chiesa di

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Pontenovo e tutto il resto per fondare un “Ospedale per i poveri e per i cronici”. Alla domanda: “Che mestiere faceva?” La risposta era:”Il Benefattore”. Iniziò le scuole a San Polo presso Don Natale Vologni, frequentò il Seminario di Marola dal 1833 al 1835, passò poi a Reggio al Collegio dei Gesuiti, indi alla Università di Modena alla facoltà di Giurisprudenza, senza però completare gli studi. Il suo sogno, l’Ospedale per i Poveri, ebbe una lunga e tribolata gestazione. Soltanto nel 1959, 80 anni dopo la sua morte, venne inaugurato a San Polo un moderno edificio, posto nella periferia sud del paese, denominato: “Ospedale per infermi e cronici Carlo Sartori.” In sostanza una bella e funzionale “Casa di riposo per anziani” che ha svolto e continua a svolgere una insostituibile funzione sociale nel Comune di San Polo e nell’intera Val d’Enza.

SEDIGNANO. Via. Piccolo borgo rurale posto sulle prime colline nei

pressi della Madonna della Battaglia, sulla strada per Grassano. Negli anni 1940-50 vi abitavano numerose famiglie dedite all’agricoltura, per la maggior parte a mezzadria. Nel borgo vi operava pure un caseificio per la lavorazione del latte.

SESSANTA. VIA. Altro toponimo del quale non è chiara l’origine. Si è

pensato all’espressione dialettale “fare sessanta” proveniente dal gioco delle carte ed anche ad un termine religioso. Nella parlata dialettale il numero sessanta ed il femminile di Santo vengono pronunciati allo stesso modo.

STRADELLA BIANCHE. VIA. Altro antico toponimo che afferisce

chiaramente al colore del terreno. Si è accertato come fosse importante, ai fini agricoli, la conoscenza della consistenza e delle proprietà del terreno. Nella realtà geologica di San Polo, una area di modeste dimensioni, si incontra una estrema varietà di terreni, sia per la composizione che per il colore: si va, infatti, da quelli bianchi dati da normali e semplici argille, ai terreni rossi, per finire ai terreni scuri dei quali abbiamo parlato trattando di Carbognano e Monte Moro.

SIMONINI ALBERTO. VIA. Uomo politico reggiano.(Reggio E. 1896-

1960) Antifascista. Socialista. Nel 1947 aderì alla scissione Socialdemocratica guidata da Saragat. Parlamentare, fu Ministro della Marina Mercantile. Pur impegnato a livello nazionale seppe mantenere vivi i rapporti con la realtà reggiana.

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SPALLANZANI LAZZARO. Via. (Scandiano 1729-Pavia 1799). Grande biologo oltre che interessato alla fisica, alla geologia, e alla mineralogia. Partecipò all’intenso dibattito sulla generazione spontanea. Diede grande impulso alla conoscenza delle prime esperienze di fecondazione artificiale. Spallanzani è riconosciuto come una delle figure fondamentali della moderna Biologia.

TOGLIATTI PALMIRO. VIA. (Genova 1893-Crimea 1964) Tra i fondatori

di “Ordine Nuovo” e del Partito Comunista Italiano, fondò anche, con Gramsci, il giornale “L’Unità”. Dopo l’arresto di Gramsci, condannato dal Tribunale Speciale Fascista, diresse, da Parigi, l’azione clandestina del Partito fino al 1934. In quella data fu chiamato a Mosca nella Segreteria della III° Internazionale. Rientrato in Italia nel 1944, sostenne con successo, la linea della collaborazione di tutte le forze antifasciste contro il Nazifascismo. Oggetto di un attentato nel 1848, non desistette dal sostenere l’impegno del Partito nel rispetto ed in difesa delle Istituzioni Democratiche. Attento assertore del concetto di “Vie Nazionali al Socialismo”, perorava la esigenza di precise riforme strutturali della Società Italiana. Colto, preparato, fu molto combattuto; si era in periodo di guerra fredda ed il P.C.I. era il più forte Partito dell’Occidente. Fece scandalo la sua separazione dalla moglie e la pubblica convivenza con la più giovane deputata Nilde Jotti. “Sic mores transeunt.”

TOSCANINI ARTURO.VIA. (Parma 1867 – New Jork 1957). Direttore

d’orchestra. Violoncellista, era stato allievo del Conservatorio di Parma. Nel 1886, a soli 19 anni, mentre l’orchestra era in tournèe a Rio de Janeiro, l’improvvisa indisponibilità del Direttore gli diede l’opportunità di sostituirlo, dimostrando immediatamente grandi doti di energia e di comunicazione. Considerato uno dei maggiori Direttori di orchestra di tutti i tempi, continuò a dirigere fino a tarda età. Fu Direttore della Scala dal 1898 al 1908, poi passò al Metropolitan di New York. Avverso al Fascismo, fu costretto a lasciare l’Italia. Vi tornò dopo la fine della seconda guerra mondiale, tenendo un memorabile concerto alla Scala l’11 maggio del 1946.

TUGURIO.VIA. Antica denominazione indicante la presenza in loco di un

abituro o di un qualcosa di fatiscente e brutto di cui non è conservata memoria. L’esistenza di denominazione analoga in

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comuni contigui od in altri comuni potrebbe prospettare eventuali altre ipotesi al momento non allo studio.

TURATI FILIPPO.VIA. Politico. (Como 1857-Parigi 1932). Pubblicista,

positivista in filosofia, socialista in politica, nel 1891, assieme alla compagna Anna Kuliscioff, fondò la rivista “Critica Sociale”. Contribuì alla costituzione del Partito Socialista Italiano, al congresso di Genova nel 1892. Deputato nel 1896, fu condannato a 12 anni di carcere per la sua partecipazione ai moti del 1898. Scarcerato subito dopo, durante il Governo Giolitti, fu leader dell’ala riformista. Espulso nel 1922 dal Partito, diede vita con Matteotti e Treves al PSU. Fiero oppositore del Fascismo, nel 1926, aiutato da Pertini, Parri e Carlo Rosselli, riuscì, clamorosamente a fuggire in Francia. Non poté più rientrare in Patria. La morte lo colse a Parigi nel 1932.

VEDRUZZO. VIA. Non si conosce l’origine del nome. Si propende per

una derivazione da un patronimico quale Verduzzi. Il viottolo di Vedruzzo è citato già nel settecento, nel catasto Estense delle proprietà. Vi sono accatastate 289 ditte. (Erano i proprietari terrieri di San Polo). Il viottolo di Vedruzzo è citato ancora prima in relazione ad una delle tante processioni che, annualmente, si tenevano nella Parrocchia di San Polo, e che vi transitava dipartendosi dal Castello. In località Vedruzzo è stata reperita una tomba a cremazione di epoca preromana, attestante quindi uno dei più antichi insediamenti umani della zona.

XXV APRILE. VIA. E’ la data fatidica che segna, in Italia, la fine della

seconda Guerra Mondiale e la Vittoria nella Guerra di Liberazione contro il Fascismo e il Nazismo.

XXV LUGLIO. VIA. Nella notte tra il 24 ed il 25 luglio 1943 ebbe luogo la

seduta del Gran Consiglio del Fascismo nella quale l’Ordine del Giorno Grandi, che sfiduciava Mussolini, ebbe la maggioranza di 19 voti contro 7. La guerra era persa, gli Alleati erano sbarcati in Sicilia. Il Re informato di tutto, firmò il decreto che nominava Badoglio capo del Governo. Nello stesso tempo il Generale Cerica, Comandante dei Carabinieri, riceveva dallo stesso Re l’ordine di arrestare Mussolini quando questi fosse giunto alla residenza privata del Sovrano. Era la tanto attesa svolta che portò l’Italia, nel successivo settembre, dopo colpevoli incertezze e ritardi, a dichiarare guerra alla Germania e ad unirsi agli Alleati. Le

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titubanze di Badoglio e la fuga del Re a Brindisi complicarono la situazione. Mancò subito la volontà di bloccare al confine alpino l’entrata in massa dei tedeschi in Italia. Si sarebbero evitati al popolo italiano tanti lutti e tante rovine.

XXIV MAGGIO. VIA. La data ricorda, nel 1915, la dichiarazione di guerra

all’Impero Austro-Ungarico ed il passaggio del confine da parte delle truppe italiane al comando del Generale Cadorna.

VERDI GIUSEPPE. VIA. Compoitore. (Busseto 1813-Milano 1901). Figlio

di osti, si dedicò allo studio della musica. Gli anni della gioventù e della sua preparazione teorica furono assai tribolati. Anche l’affermazione della sua produzione musicale non fu tanto semplice. Verdi ebbe il suo primo vero trionfo con il Nabucco, alla Scala, nel 1842. Contribuì anche il famoso coro, assunto subito dai patrioti Milanesi come inno alla Libertà dell’Italia. Seguirono, con grande successo, Rigoletto, Trovatore, Traviata, La Forza del Destino ecc.. La sua attività creativa si concluse con il Falstaff nel 1893: aveva 80 anni.

VETTO. VIA. Niente altro da aggiungere rispetto a quanto detto sul

toponimo “Campo di Vetto”. Esiste anche, in val d’Enza, a poca distanza da San Polo, il Comune di Vetto. Si tratta di termini molto antichi rimasti ad indicare particolari caratteristiche del terreno.

Page 39: Onomastica San Polo san polo onomastica.pdfconservatori ed anche una violenta opposizione esterna, soprattutto degli USA. L’11 settembre del 1973, guidato dal generale Pinochet,

Loris Bottazzi vive a Bibbiano in provincia di Reggio Emilia. E’ stato impegnato a lungo quale pubblico amministratore: è stato Sindaco di Bibbiano, Assessore Provinciale, Presidente dell’Unità Sanitaria Locale di Montecchio Emilia. E’ autore delle seguenti pubblicazioni: Opere di ricerca: - La storia di Bibbiano dalle origini all’Unità

d’Italia, 1988 - 50 anni di Festa dell’Unità a Bibbiano,

1998 - Il formarsi dei Casati dopo il Mille in area

Matildica, 2001 - Editi ed inediti Bibbianesi, 2004 - Per verdi colli attraverso il tempo, 2005. - Un Parco, dei volontari e un po’ di storia,

2006 - L’Onomastica stradale nel comune di

Bibbiano, 2010 - Lo sdegno e la rabbia, 2011 - La gente di Bibbiano nella Resistenza,

2011 - Una raccolta di poesie giovanili: Le ali del

gabbiano, 2004. Opere di narrativa: - L’agguato, 1990 - La notte delle stelle cadent, 1995. - I Pietranera, 1996. - Improvvisamente Sarah nel verde del

parco, 1998. - Padre e figlio, 2002. - Il sole oltre il fiume, 2003. - Il primo caduto, 2005. - La morte arriva dall’acqua, 2007. - Doppio inganno, 2008.

Page 40: Onomastica San Polo san polo onomastica.pdfconservatori ed anche una violenta opposizione esterna, soprattutto degli USA. L’11 settembre del 1973, guidato dal generale Pinochet,