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La libertà della bellezza o la bellezza della libertà... Il fascino della bellezza Grandi maestri per la Butterfly Onlus. Artisti solidali Rivista online trimestrale. Numero 11 - Anno 3 - Rivista registrata presso il Tribunale di Roma. Reg. n. 136/2015 del 24 Luglio 2015

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La libertà della bellezza o labellezza della libertà...

Il fascino della bellezza

Grandi maestri per la ButterflyOnlus. Artisti solidali

Rivista online trimestrale. Numero 11 - Anno 3 - Rivista registrata presso il Tribunale di Roma. Reg. n. 136/2015 del 24 Luglio 2015

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Editoriale La libertà della bellezza o la bellezza dellalibertà...

L’Intervista Il fascino della bellezza

Cultura e società La bellezza nell’arte

La tiroide nell’arte. Indagine medico-artistica

Sport, stile di vita e comportamento alimentare Bellezza: collezione primavera-estate 2018

Progetti in corso Grandi maestri per la Butterfly Onlus.Artisti solidali

Giornata di informazione in azienda

Formazione e professioni -Pillole di diritto Indicazioniall’atto chirurgico sulla tiroide ed aspetti medicolegali

Il breviario “Inestetismi”... da patologia tiroidea

Notizie pratiche Consigli pratici di bellezza

Forse non tutti sanno che... Gli animali e la lorobellezza

Eventi

S O M M A R I O

BUTTERFLYTIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ

Magazine online dell’Associazione Onlus Butterfly Trimestrale - n. 11 - Anno 3

Direttore responsabileMarco SavoResponsabile culturale Prof. Pietro Graziani

Responsabile di redazione Dott.ssa Arianna Di Paolo

RedazioneDott.ssa Sara Federici Cristina De Santis Michelangelo Rosati

Comitato scientificoProf. Franco Culasso Prof. Andrea Ortensi

Dott.ssa Claudia D’Ercole Dott.ssa Arianna Di Paolo Dott.ssa Raffaella Pajalich Dott.ssa Rita Angelini Dott.ssa Patrizia Angelini Prof.ssa Silvia Francisci Prof.ssa Paola Grilli

Rapporti con l’esteroDott.ssa Arianna Di Paolo

Dott.ssa Ocsana Chernobabina Cristina De Santis

Coordinamento e pubbliche relazioniAngelica Calabresi Daniela Parri

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Informazioni e contattiAssociazione Butterfly Onlus

Viale Liegi, 2 RomaTel. 06 85358874 - 333 7212016

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Rivista registrata presso il Tribunale di Roma.

Reg. n. 136/2015 del 24 Luglio 2015

UTTERFLYBMagazine ufficiale dell’Associazione Onlus Butterfly TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.

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La “bellezza” è un argomento tanto consueto, quanto arduo.Potremmo premettere che ci “nutriamo” anche di bellezza.Il bello trasmette alla nostra mente e al nostro corpo sensa-

zioni che influenzano direttamente il nostro stato di salute.L’assenza di bellezza ci intristisce, sul lungo periodo può inaridircifino a deprimerci e farci ammalare.Potremmo dire, quindi, che abbiamo una fisiologica necessità delbello.D’altronde ognuno di noi ha una certa confidenza col proprio pa-rametro del (più o meno) bello col quale misurare prontamentemolto di quello che lo circonda.Tuttavia, nonostante la frequenza dell’uso, non è sempre agevolecomprendere i meccanismi sottesi a questa costante valutazionedi cui, in modo quasi automatico, ci facciamo carico.L’oggettiva bellezza di un fiore o di un tramonto è di facile perce-zione.Altre volte il bello è complesso ed è quindi indaginosa la com-prensione della sua essenza. Basti pensare, per esempio, a certescomposizioni di Picasso o a certe crete di Burri la cui bellezza nonè accessibile come quella reperibile nei dipinti di Botticelli.L’appartenenza al bello, inoltre, implica l’utilizzo di canoni esteticinon sempre fissi e immutabili. Non di rado verifichiamo che quelloche qualche tempo fa ci sembrava così irresistibilmente bello, oggilo è meno, talvolta affatto.In uno slancio di relativismo potremmo ribadire che il bello è negliocchi di chi guarda.È un luogo tanto comune, quanto vero. Pensiamo al bello percepito dai bambini: i loro pupazzi, agli occhidegli adulti, possono apparire come dei veri e propri mostri; tutta-via la carica emotiva che viene captata dai piccoli rende bello agliocchi un pupazzo a volte francamente brutto e sproporzionato.Allora, volendo tentare una definizione “dinamica” del bello, po-tremmo dire che la distinzione tra bello e brutto altro non è che ilsolco che ognuno di noi traccia nel corso dell’intera esistenza neltentativo di distinguere quello che apprezziamo dal resto.Una scelta di campo costante, quotidiana, che spesso implica altreanaloghe o contigue distinzioni, come quelle tra il buono e il cat-tivo o tra il giusto e l’ingiusto.Tant’è vero che il senso della bellezza è parte integrante dellaconsapevolezza di ciascun di noi: “I know what I like and I likewhat I know” cantava qualche anno fa Peter Gabriel (Selling inEngland by the pound, 1973).

di Paola Grilli

La libertà della bellezza o la bellezza della libertà...

Editoriale

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Da una diversa prospettiva, la poetessa E. Millay ha scritto che“soltanto Euclide ha guardato nella nuda bellezza” alludendo al-l’estetica rigorosa del ragionamento matematico connesso allaGeometria Euclidea.Altro legame tra matematica e bellezza che ha giocato un ruoloprominente nella filosofia di Pitagora era la possibilità di disporree arrangiare i toni musicali in sequenze matematiche, che si ripe-tono a intervalli regolari chiamati “ottave”.Sta di fatto che niente come la bellezza è in grado di attraversarei secoli, smuovere le coscienze, parlare il linguaggio universale neltempo e nello spazio.Il motivo, forse, è anche biologico: di fronte a qualcosa di bello ilcervello umano attiva – a tutte le latitudini e a qualsiasi età – deimeccanismi di riconoscimento che le nuove scoperte in ambitoneuro-estetico hanno evidenziato con chiarezza.Ciononostante ne è stato anche evidenziato l’abuso.Nel recente volume “Beauty mania”, l’autrice, psicologa, ha trat-tato delle difficoltà che la bellezza e l’immagine corporea causano,non solo nelle donne adulte, ma anche in tenera età.Il quaranta per cento delle bimbe tra i cinque e i nove anni affermadi desiderare un corpo snello e circa un terzo delle alunne di terzaelementare sostiene di avere costantemente paura di ingrassare...Questa ambizione può assumere dei connotati anche patologici.Per poterne guarire bisognerebbe allontanarsi dallo specchio, es-sere gentili con noi stesse e considerare il proprio corpo comeun’entità che agisce e che non si limita ad apparire, tenendo amente le parole di Simone de Beauvoir: “non soffermatevi su ciòche è grazioso, preoccupatevi di diventare interessanti…”.Pertanto, più che di una ruga o di un chilo in più o in meno, stiamoattenti agli eventuali sbadigli, pur se trattenuti, delle persone allequali teniamo …In questo numero tratteremo di come la bellezza possa incideresul proprio io e sulla propria sicurezza, come sia rappresentata inmodo diversificato nell’arte e non solo e quanto anche la tiroide,nelle sue manifestazioni patologiche, possa ripercuotersi sul nostromodo di essere e sulla nostra esteriorità.

Auguro a tutti una buona lettura!

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In questo numero dedicato alla Bellezza in tutte le sue forme,non potevamo non sentire il parere di un professionista in ma-teria, il Prof. Marco Gasparotti, Chirurgo Plastico di fama mon-

diale, docente universitario, autore di molteplici pubblicazioniscientifiche internazionali, inventore della innovativa tecnica “li-poscultura superficiale” e anche autore di diversi libri, tra cui il bestseller “Che faccio, mi rifaccio?”, il cui ricavato è stato devoluto inbeneficienza.

Al Prof. Gasparotti chiediamo di dirci in primis: “Cosa è per Lei laBellezza?”.“La bellezza è movimento, è seduzione, è intrigo”, ci risponde.

Quindi non ha nulla a che fare con l’estetica?Certamente ne ha a che fare, ma non in maniera statica; la bellezzaè autoironia, simpatia, essere positivi e propositivi nei confrontidella vita; è essere, o meglio, sentirsi attraenti. E’ amore e rispettoper se stessi, pur avendo dei difetti.

E qual è il ruolo della chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica inquesta visione della bellezza?Il chirurgo plastico ha l’arduo ma gratificante compito di tirar fuorie dare forma ai desideri nascosti di ogni donna, conferendo nuovivolumi e forme al suo corpo. Una chirurgia ben fatta non si devequasi vedere, deve essere elegante, un po’ snob, mai volgare. Deveessere valorizzazione del fascino e della seduzione di ciascuno.

Attualmente si parla spesso di chirurgia plastica e sono tantissimele persone, non solo donne, non solo adulti, che vi ricorrono. Qualè il motivo che li spinge?In realtà la chirurgia estetica, oggi, è una vera e propria ossessione;la maggioranza delle persone che si rivolgono al chirurgo, pur-troppo, è costituita da donne o uomini ossessionati dal proprioaspetto, mai contenti della propria immagine; cercano continua-mente di modificare parti del loro corpo per assomigliare tutte/i amodelli codificati e dettati dalla moda; il canone di riferimento nonè più il divo o la diva del cinema o dello spettacolo, ma quello im-posto dalle modelle delle passarelle. Le persone cercano la bel-lezza, dimenticandosi che il fascino, spesso, è più importante dellasola bellezza.

Il fascino della bellezza

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L’Intervista

Marco Gasparotti

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Vi è anche una grossa fetta di pazienti che si rivolgono al chirurgoplastico per esigenze professionali, vero?La chirurgia plastica è diventata anche una chirurgia “lavorativa”…ad esempio, il lifting, che fino ad una ventina di anni fa era appan-naggio delle donne più avanti con gli anni, oggi è molto richiestodalle professioniste – avvocatesse, commercialiste, etc - trentacin-que-quarantenni, che devono “competere” in ambito lavorativocon donne più giovani, allo stesso tempo preparate e belle; da quine nasce una crisi e l’esigenza di affermarsi nel proprio campo nonsolo con la bravura, ma anche con un’apparenza più “aggressiva”e competitiva.

Si è abbassata anche l’età delle/dei ragazze/i che chiedono l’aiutodel chirurgo estetico, vero?Beh si, già dai 16-17 anni si comincia con liposculture, poi dai 18 lachirurgia del seno è quella più richiesta.

Nel caso dei/delle pazienti più giovani, i genitori come si pongononei confronti della chirurgia estetica? I genitori spesso contrastano il desiderio delle figlie di modificareil proprio aspetto, a volte a ragione, a volte a torto. Se, infatti, lachirurgia viene fatta con buon gusto ed intelligenza, senza caderenell’ossessione, può aumentare la fiducia in se stessi e risolveredelle insicurezze che rendono infelici.

Parlavamo prima dell’ossessione ormai dilagante della chirurgiaplastica; questo porta chiunque ad affidarsi al chirurgo “migliorofferente” pur di sottoporsi all’intervento. Spesso ci si affida, tut-tavia, a persone non qualificate che portano a risultati disastrosidal punto di vista estetico e anche pericolosi dal punto di vistadella salute. Le capita di trovarsi davanti persone sfigurate o co-munque mal operate da personale non esperto?Consideri che il 90% degli interventi che faccio è una chirurgia se-condaria. Ciò significa che, purtroppo, sono tanti i colleghi o sedi-centi tali che non lavorano bene o che lavorano in strutture nonadeguate. Poi c’è il problema di chi promette i miracoli, ma la chi-rurgia estetica non fa miracoli. Quando si tratta di avere a che farecon la bellezza, con l’immagine del proprio corpo, il rischio di es-sere vittime di speculazioni è alto, anche perché i pazienti che vi-vono il complesso del proprio difetto fisico sono psicologicamentepiù fragili. È indice di professionalità, quando si ritiene la richiesta

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del paziente eccessiva, irrealistica o pericolosa, rifiutare di interve-nire o posticipare l’intervento, eventualmente programmandoprima di esso altri tipi di cure. Bisogna guidare il paziente con tattoverso l’intervento che gli è utile, accompagnando il consiglio sin-cero del chirurgo a quello tecnico, spiegando le caratteristichedell’operazione e della convalescenza e descrivendo il risultato cheil paziente può ottenere.

Che consigli dare, quindi, ad un paziente che voglia scegliere il chi-rurgo plastico a cui affidarsi?Esiste in primis un discorso di specializzazione: affidarsi ad un chi-rurgo plastico - e non ad un qualsiasi altro medico - garantisce chequesto abbia alle spalle una specializzazione in Chirurgia Plastica eRicostruttiva, cioè un percorso formativo di cinque anni in ambienteuniversitario ed ospedaliero durante il quale si approfondiscono letecniche di chirurgia ricostruttiva riparatrice ed estetica. Questo cer-tamente non vuol dire che gli specialisti in Chirurgia Plastica e Rico-struttiva siano i più bravi, ma per lo meno sanno come uscire dalleeventuali complicazioni. La specializzazione in chirurgia plastica nonè legalmente necessaria per svolgere l’attività di chirurgo estetico,ma almeno indica che il chirurgo non proviene da altri settori dellamedicina. Un vero professionista, poi, è di solito discreto e non sipubblicizza facendo nomi dei pazienti vip e non da lui operati; èraro che non parli inglese, essendo in inglese la maggior parte delleriviste specializzate e la maggioranza dei congressi di aggiorna-mento. Infine, ci si fidi dell’empatia instaurata fin dal primo incontrocon il medico: tra lo specialista e il paziente deve scattare un feelingche permetta di sottoporsi all’intervento con tranquillità. Quandotutto questo non succede il consiglio è di rivolgersi a qualcun altro...

Anche per i suoi colleghi più giovani, quali sono le doti che fannodi un chirurgo plastico un vero professionista?Ho imparato che l’umiltà è la qualità dei forti. L’avere sempre ilcontatto con la realtà e non montarsi mai la testa è fondamentalenel mio lavoro, come in ogni altro lavoro di grossa responsabilità.Non bisogna farsi vincere dal delirio di onnipotenza. Quando unadonna ti affida il suo viso o un padre ti fa operare la figlia, capisciche gesto grande fanno e devi dedicarti con tutta l’anima, lascienza e la passione perché i loro sogni diventino realtà.”

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Il 23 febbraio 1821, moriva a Roma a soli 26 anni John Keats,poeta romantico, che fa della bellezza l’elemento centraledella sua poesia. Entusiasta dell’arte compone un’ode (un’ode

ad un urna greca) dedicata alla bellezza senza tempo i cui versi fi-nali recitano: “Bellezza è verità”, questo solo Sulla terra sapete,ed è quanto basta. Keats è sepolto nel cimitero inglese ed è ancoraoggi fonte di ispirazione romantica. La sua casa romana a Piazzadi Spagna è oggi un museo visitato da giovani e meno giovani allaricerca di quella ispirazione che la sua esistenza ha lasciato comeeredità. Bellezza e arte sono concetti non convergenti; nelle varieepoche, soprattutto antiche, era considerata bellezza quella dellanatura e l’arte veniva considerata come mezzo per fare bene quelloche desideravamo al fine di soddisfare lo scopo che intendevamoperseguire, contrapponendola alla bellezza della natura; così nellapittura, nella scultura, nell’architettura si è elaborata la concezionedi “Belle Arti” (tutt’ora presente nella organizzazione ammini-strativa delle strutture ministeriali e nella formazione “Accademiadi belle arti”) e quindi il termine bellezza si riferisce ad un concettoestetico, assente nella civiltà greca per molti secoli dove era consi-derato bello tutto quello che piace, che attrae lo sguardo po-tremmo dire. Nel discorrere comune noi stessi, ancora oggi ricor-diamo che: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace.

La bellezza nell’arte

Cultura e Società

di Pietro Graziani

John Keats by William Hilton.

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Se pensiamo ad Omero e all’Iliade arriviamo alla conclusione chela guerra di Troia è stata causata dalla “bellezza” di Elena. Occorreanche sottolineare come al concetto di Bello dobbiamo contrap-porre il concetto di Brutto, come un’antitesi, ma l’arte ha la forzae la capacità di rendere bello anche ciò che è brutto; nascono findall’antichità figure mostruose, dove il brutto che diventa arteserve per esaltare la bellezza; tutto questo prende figura e corpoanche nella letteratura, basti pensare a Dante e alle figure presenti,spesso rappresentate poi plasticamente nelle espressioni pittoriche.Dopo secoli di confronto oggi si è in presenza di una forma di po-liteismo della Bellezza, con la perdita del gusto estetico ed una so-stanziale omologazione, basti guardare alla bruttezza dell’evolversidelle città, della ricerca della propria bellezza, secondo canoni im-posti dal sistema mediatico (la moda, il culto del corpo, insommala ricerca di un concetto solo materiale della bellezza).Come evolverà il concetto di Bellezza nell’arte è difficile prevederlo,forme magre o grasse, mostri o fantasie elaborate dalla psiche diognuno di noi.

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Nascita di Venere, Botticelli.

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di Davide Lazzeri

Cultura e Società

La tiroide nell’arte.Indagine medico-artistica

Un medico percepisce il corpo umano in maniera diversada chi ha occupazioni differenti: ha imparato a discrimi-nare ciò che è sano da ciò che è malato e ad allertarsi di

fronte a determinati segni. Tale abilità e predisposizione profes-sionali possono essere utilizzate in situazioni extra-lavorative, comead esempio il giudizio e l’analisi dei dipinti.Difatti, medici che osservano il corpo umano rappresentato in unquadro possono più facilmente notare caratteristiche che sfuggonoad altri - compresi gli storici dell’arte - che vedono lo stesso dipinto.Deformità apparenti o segni di patologia possono attrarre l’atten-zione di suddetti professionisti che devono però necessariamentefare un distinguo tra ciò che è un tratto stilistico e ciò che è untentativo da parte dell’artista di essere il più possibile attinentealla realtà nel rappresentare le condizioni mediche presenti delmodello/modella. L’estrema varietà degli stili artistici e l’incertezzariguardo alla conoscenza anatomica in ambito medico di ciascunpittore presenta infatti seri problemi di interpretazione delle de-formità visibili nel campo dell’arte. Perciò questa tipologia di in-dagine medico-artistica deve rimanere in qualche modo specula-tiva, sebbene, quando fatta attentamente, possa comunqueprodurre risultati interessanti ed informativi.L’osservazione di malattie e deformità nei dipinti e nelle sculturesuscita grande interesse negli operatori medici abituati ad osservareanomalie anatomiche soprattutto nelle opere prodotte a partiredal periodo Rinascimentale quando il crescente interesse per ladissezione anatomica diretta sui cadaveri permise agli artisti di di-ventare estremamente abili nel rappresentare l’anatomia normale.

Il gozzo nei dipintiTra le patologie più frequentemente riscontrate nei dipinti a cavallodei secoli vi è sicuramente il gozzo tiroideo, sia per l’alta incidenzadi carenza endemica di iodio in numerose aree geografiche inquell’epoca storica, sia perché l’affezione riguarda una parte delcorpo, il collo, esposta e quindi ben visibile. Quasi la totalità deigozzi sono stati dipinti accidentalmente dal pittore nell’atto di ri-produrre fedelmente la realtà che aveva davanti, ovvero una mo-della affetta da gozzo, che nella maggioranza dei casi era causatoda carenza endemica di iodio. Assai meno frequentemente, ungozzo accidentale poteva essere dovuto ad altre cause come unatiroidite post-partum e ancor più raramente a difetti della biosintesidi ormoni tiroidei (disormonogenesi). In una minoranza di quadri si suppone che il gozzo sia stato deli-

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TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.UTTERFLYB

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beratamente incluso dall’artista nella composizione con uno scopostilistico ben preciso e non dipinto involontariamente. In questicasi il tentativo dell’artista era quello di evocare un’emozione spe-cifica quale la pietà, la repulsione o di schernire il personaggio af-fetto o addirittura indicare l’origine geografica del soggetto di-pinto. In altri casi, il gozzo è stato utilizzato come segno di povertàe basso rango sociale. Uniche sono infine le occasioni in cui ilgozzo è stato utilizzato autobiograficamente o perfino come at-tributo erotico. Il periodo artistico in riferimento spazia dal quattordicesimo al di-ciassettesimo secolo, ovvero dal Rinascimento in poi, quando legrandi innovazioni artistiche e prospettiche e gli studi di anatomiaumani condussero a lavori artistici realistici e sufficientementechiari da essere studiati. Il gozzo può essere intuito o sospettatoin lavori artistici precedenti a questo periodo, mentre è ben illu-strato nelle opere rinascimentali e barocche e in appendice nelleepoche artistiche successive. Successivamente, invece, con l’avventodell’Impressionismo, le tecniche cambiarono e i dettagli divenneromeno importanti. Contemporaneamente, l’utilizzo della fotografiaridusse la necessità di avere dipinti conformi alla realtà circostante.Per questi motivi e per il concomitante declino del gozzo da ca-renza endemica di iodio almeno nelle aree dell’Occidente, il gozzoviene rappresentato molto meno frequentemente nelle opered’arte.

Gozzo endemicoIl gozzo endemico da deficit di iodio era piuttosto comune inmolte aree dell’Europa nel passato, come l’Italia centrale e la Sviz-zera, tanto da essere considerato alla stregua di un ornamentonella sua forma lieve-moderata. Il gozzo compare spesso nei dipintidi rinascimento e barocco a Firenze, ai piedi della regione mon-tuose degli Appennini; raramente invece nelle opere dello stessoperiodo a Venezia, e nelle regioni marine ricche di iodio. Fino allapubertà, la prevalenza di gozzo da carenza di iodio è identica inentrambi i sessi, dopodiché diventa maggiore nelle donne spie-gando il motivo per cui la maggior parte dei gozzi è dipinta ingiovani donne.La Madonna dell’Annunciazione di Parmigianino e la Giuditta diArtemisia Gentileschi presentano un esempio gonfiore rotondo eliscio nel collo tipico di gozzo endemico lieve e moderato-diffuso,rispettivamente. Il gozzo compare in numerosi lavori di artisti ita-liani come Leonardo, Raffaello, Botticelli, Pontormo, Bronzino e

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del Sarto. Meno frequentemente ma pur sempre presente neilavori dei pittori Nord europei come Rubens, van der Weyden, vanEyck, e Dürer. Il gozzo veniva riprodotto fedelmente anche in casodi copia di un dipinto dello stesso autore. Il gozzo della figlia diPharao nella Ricerca di Mosè di Orazio Gentileschi è fedelmenteriportato nella seconda versione.

Gravidanza e tiroidite post partumSebbene la maggior parte dei gozzi di quel periodo siano da riferirealla carenza endemica di iodio, è logico pensare che nelle innume-revoli scene di Madonna con il Bambino, nelle quali il soggettofemminile era ritratto con il collo rigonfio per gozzo, qualche casodi tiroidite post-partum sia stato accidentalmente immortalato.L’aumentata perdita di iodio del periodo gravidico o l’ingrossa-mento asintomatico anche in aree a modesta carenza di iodio po-trebbero essere altri motivi suggestivi che spiegano la presenza digozzo in modelle collocabili geograficamente in regioni senza ca-renza endemica di iodio. La Madonna col Bambino dormiente [Fi-gura 1] di Mantegna fa riferimento ad una regione tradizional-mente non affetta da deficit di iodio. La donna, che porta unbambino di un’età presumibilmente inferiore all’anno, presentaun collo con una massa ovoidale protrudente che può essere unresiduo non autoimmune della gravidanza o più fantasiosamentetiroidite post-partum.

Gozzo per disormonogenesiEsistono alcuni autori che ipotizzano che siano stati dipinti casi didisormonogenesi con gozzi evidenti in bambini che risultano diffi-cilmente associabili a carenza di iodio. Due esempi sono stati dipintida Raffaello, nella Trasfigurazione di Cristo [Figura 2], e da Velaz-quez, nella tela Gesù Cristo alla colonna [Figura 3].

Gozzo per enfatizzare particolari stati d’animo come pietà o re-pulsione, per schernire o per sottolineare povertà o basso livellosociale Nel timpano della Cattedrale di Aosta il pastore sulla destra ha ungozzo marcatamente multilobulato, che ha l’intenzione di suscitarepietà per tale povero e semplice personaggio [Figura 4]. Nella suaFlagellazione di Cristo, Hans Holbein il giovane dipinge il tortura-tore nello sfondo con un esteso gozzo multilobulare, quasi certa-mente incluso per enfatizzare il suo aspetto brutale e repellente[Figura 5]. Scopo sicuramente opposto di quello che Leonardo

Figura 1.

Figura 2.

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vuole produrre con il suo disegno caricaturale in cui la presenzadel gozzo in questo caso si presume serva a prendere in giro losfortunato possessore [Figura 6]. Caravaggio adotta un gozzo digrandi dimensioni sia nella serva di Giuditta e Oloferne [Figura 7],sia nella donna alla sinistra della composizione della Crocifissionedi Sant’Andrea [Figure 8], per sottolineare la sua umile provenienzaed enfatizzarne la povertà sociale.

Gozzo autobiografico o accessorio eroticoMolto spesso gli artisti usavano ritrarre se stessi nel backgrounddelle proprie opere. Sebbene non si tratti specificamente di ungozzo autobiografico, il rigonfiamento del collo che Piero dellaFrancesca include nei personaggi in cui si autorappresenta nel di-pinto Madonna della Grazia e anche nella Resurrezione di Cristo èverosimilmente una cisti del dotto tireoglosso. Appartiene ad un’epoca più moderna il dipinto di Ingres in cuiAngelica viene tratta in salvo da Ruggero [Figura 9]. Il gonfioredel collo della donna simile ad un gozzo dà l’idea di un terzo seno,corredato da capezzolo per l’effetto di protrusione verso l’esternodella laringe. La carica erotica generale del dipinto viene incre-mentata, così come accade per la Santa Caterina di Alessandria di-pinta da Furini in cui il gozzo del collo produce una linea flessuosadel collo che è utilizzata per completare la curvatura del suo avve-nente seno [Figura 10].Gozzo come tratto stilisticoTra i numerosi motivi per i quali riscontriamo un alto numero digozzi in dipinti dell’epoca, è doveroso annoverare anche la possi-bilità che l’artista abbia inserito deliberatamente il gonfiore delcollo per una motivazione puramente tecnico-stilistica. Esistonopittori come per esempio van der Weyden, nei cui dipinti compare

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Figura 4.

Figura 5.

Figura 3.

Figura 6.

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spesso un rigonfiamento lieve-moderato alla base del collo che si-mula perfettamente un gozzo. La possibilità che abbia fatto ricorsocasualmente a modelle più frequentemente affette da gozzo chesane sembra improbabile. Può però farci pensare che egli utilizzasseun certo modo di dipingere il collo ereditato da uno schema vistopresso la bottega di altri artisti, per esempio italiani, o che abbiaadottato tale inclusione in numerose modelle dopo avere visto ilcollo di una affetta ed essendone rimasto affascinato. L’inclusionedi un gozzo da un lato rappresentava comunque un aspetto ditendenza del Rinascimento dal momento che si era diretti semprepiù alla rappresentazione della realtà grazie alle cresciute cono-scenze anatomiche, dall’altro permetteva un bilanciamento delprofilo del collo garantendone uno sviluppo elegante e aristocra-tica ed in generale un maggior attrazione da parte dell’osservatore.

Figura 7.

Figura 8.

Figura 9.

Figura 10.

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Quando esci dalla doccia, credendoti la protagonista fem-minile di una commedia sexy all’italiana, ma poi losguardo incrocia la tua immagine riflessa nello specchio

e, più che Monica Vitti, realizzi di essere una via di mezzo tra la fi-glia di Fantozzi e la sensuale Sconsolata di Zelig: ecco, è proprio inquel preciso istante che echeggiano nella mente quelle fantastiche,appaganti parole: “La bellezza, è l’armonia delle imperfezioni”. Quanta genialità in questi pochi lemmi, ma anche quanta sapienza!Chi avrà mai potuto pronunciare questa frase salva-umore? Pur-troppo non mi è dato saperlo, ma posso provare ad immaginarloo, perché no, ad immaginarla. Se fosse un lui, sarebbe seduto sul divano, con l’aria impaziente dichi aspetta invano la moglie che, indecisa su cosa indossare per es-sere al top, non fa altro che ripetersi quanto sia brutta: ma ecco lafrase ad effetto capace di salvare la situazione! E se fosse una lei? Beh, sarebbe una donna oltre la cinquantina,età percepita un po’ come il giro di boa, con le conseguenze dellaforza di gravità che fanno capolino sul décolleté, la menopausache ha reso un po’ troppo morbide le curve e quelle dannate ru-ghette intorno agli occhi che ricordano tanto la propria saggianonna mentre ripeteva l’amato slogan: “La bellezza, è l’armoniadelle imperfezioni”.Ma poi in fondo cosa è la bellezza? È il contrario della bruttezza?Forse! Chi decide cosa è bello e cosa no? I social, i programmi tele-visivi di dubbia divulgazione scientifica? Gli stilisti? Si parla di modelle curvy, ma sulle passerelle sfilano solo stuzzica-denti. Ci sono più negozi di nail art ed extension di ciglia che mer-cerie, anche perché la vedo ardua, con quegli artigli artificiali, riu-scire ad impugnare l’esile ago per fare il punto croce!Ne so ben poco di bellezza, perché per fortuna di tutti, non è unconcetto universale. Basta pensare a come cambia di anno in anno,di paese in paese, da uomo a donna... e quindi?Noi donne abbiamo una terna di numeri magici, forse da giocareal lotto, 90-60-90, che da sempre ci mette in crisi e che costituiscel’emblema delle misure della Barbie ideale. E pensare che ho sem-pre associato solo la salute a dei numeri, come quello del giro vita,del colesterolo... punti di vista, credo! Siamo sincere, adoriamo es-sere ammirate, mostrare le nostre sinuosità ed essere attraenti; infondo tutto questo necessita di impegno e tempo: ecco svelato ilmistero del perché siamo sempre dannatamente in ritardo. Adogni problema esiste una soluzione, forse. Vivere in un paese comel’Afganistan o il Pakistan potrebbe rivelarsi una vera risorsa in ter-mini di tempo: potendo indossare solo il burqua, il tempo perso

Bellezza: collezioneprimavera-estate 2018

Sport, stile di vita e comportamento

alimentare

di Cristina De Santis

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Magazine ufficiale dell’Associazione Onlus Butterfly

davanti all’armadio ricolmo di ogni diavoleria si ridurrebbe drasti-camente! La cultura occidentale fonda il concetto di bellezza unpo’ troppo sull’apparire e questo può portare a sminuire la bellezzadell’anima, ma ogni eccesso non è mai salutare.I miei nonni mi hanno raccontato degli aneddoti che voglio condi-videre con voi. Mia nonna, all’epoca poco più che adolescente,per aver dato un tocco di colore alle sue candide gote con un ru-dimentale blush che condivideva di nascosto con la sua miglioreamica, è stata messa in punizione per un mese, e non dai genitori,bensì dal fratello maggiore! Mio nonno mi ha confessato che ri-mane a bocca aperta nel contemplare molte donne di oggi, sempreimpeccabili, ma che, in fondo, un po’ le teme. Ebbene si, è convintoche, una volta struccate, tolte le ciglia finte, le lenti a contatto co-lorate, le extention dei capelli, il push-up, lo slip contenitivo e icollant modellanti, rimarrebbe ben poco di quelle bamboline. Èper questo che non può che ammirare la sua dolce metà, con i ca-pelli bianco nuvola avvolti nei bigodini! Per non parlare dei ta-tuaggi, che per lui sono un brutto ricordo della guerra, quel neroindelebile che non era inchiostro, ma carne ustionata dai carnefici,dolore, umiliazione. Ho provato a spiegargli che per noi invece èuna stravagante moda, ma per lui rimane un far parte di una tribù,come di aborigeni; probabilmente lui è quello veramente originalee alla moda, con la sua pelle intatta, niente piercing, non è unodei suoi buoi da portare al pascolo. Sapete cosa mi ha più sorpreso ed emozionato? Quando gli hochiesto cosa fosse per lui la bellezza, mi ha risposto mostrandomidue cartoline che teneva nella sua agenda; le ha comprate a Fi-renze, raffiguravano “La nascita di Venere” ed il “David”. Le haosservate attentamente, forse la sua età non gli permetteva di ve-dere se Botticelli avesse dipinto di rosso le unghie della Dea o sequell’uomo così atletico avesse il piercing sul sopracciglio, ma infondo, ha osservato, anche Psiche aveva i capelli naturali, che nonsi staccavano al primo colpo di spazzola, ed Eros si era innamoratocomunque perdutamente di lei!Fermiamoci un secondo, prendiamoci del tempo per noi, contem-pliamoci, perché “la bellezza di una donna - ed aggiungerei anchedell’uomo - non dipende dai vestiti che indossa, né dall’aspettoche possiede o dal modo di pettinarsi. Le donne più felici sono ledonne più belle”... e se lo diceva Audrey Hepburn, possiamo cre-derci!

Bibliografia:https://it.pinterest.comhttps://it.wikipedia.org

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Grandi maestri per laButterfly Onlus.Artisti solidali

I progetti in corsoLe avventure presenti

di Mariantonietta Caroprese

L iszt al pianoforte di Joseph Danhauser è sicuramente unodei quadri più significativi dell’Ottocento ed è anche quelloche più di ogni altro ci fa rivivere l’atmosfera musicale ro-

mantica. Intorno a Franz Liszt, intento a suonare il pianoforte,sono raffigurati musicisti e scrittori che negli anni della Monarchiacostituzionale di Luigi Filippo D’Orléans avevano contribuito arendere Parigi la capitale europea della cultura e della musica. Ac-canto al pianoforte, Gioacchino Rossini e Niccolò Paganini; allespalle di Liszt, George Sand, vestita da uomo, Alexandre Dumas eVictor Hugo e ai piedi del pianista la sua amata Marie D’Agoultche diventerà scrittrice col nome di Daniel Stern. Danhauser cogliecon precisione ciò che caratterizza la capitale francese nel decennioTrenta-Quaranta: la vicinanza tra mondo letterario e musicale el’ambizione a divenire, soprattutto per la musica, meta necessariaper raggiungere la notorietà internazionale. Oltre a Liszt, Rossinie Paganini ritratti dal pittore austriaco, Parigi attira a sé Chopin eMeyerbeer, Bellini e Donizetti e poi ancora Verdi e Wagner, per li-mitarci ai maggiori musicisti ottocenteschi che avevano sostenutola vocazione cosmopolita della capitale francese. Il Concerto promosso dalla Onlus Butterfly che si terrà il 24 marzopresso l’Auditorium della Clinica Ars Medica, ci conduce moltovicino al salotto musicale dipinto da Danhauser. Accanto a Liszt ealle sue pagine pianistiche, prendono posto ancora una voltamusicisti italiani non estranei alle scene parigine della loro età,ma adesso Bellini, Donizetti e Verdi con le loro composizionivocali da camera, sembrano voler condividere con il pianistamagiaro il plauso del pubblico. Il soprano Maria Alessandra Rezza, che ha alle spalle una brillantecarriera costellata di premi e tripudi nei maggiori teatri italiani estranieri, non si limiterà tuttavia all’esecuzione di alcune paginedel repertorio cameristico dei nostri più grandi operisti dell’Otto-cento. Accompagnata al pianoforte da Sabrina Trojse, che collaboraregolarmente con illustri nomi della lirica mondiale, la cantanteproporrà alcune arie tratte da opere di Cilea e Puccini - Io sonl’umile ancella da Adriana Lecouvreur del musicista calabrese,Vissi d’arte da Tosca e O mio babbino caro da Gianni Schicchi delcompositore lucchese - offrendoci così un saggio del suo vasto re-pertorio lirico che da Verdi arriva a Pizzetti e Respighi.Alle mani di un pianista sensibile e straordinario sono affidate lecomposizioni per pianoforte di Franz Liszt che ascolteremo nellaprima parte del concerto. Roberto Prosseda, che ha guadagnatola stima e il riconoscimento del pubblico e della critica internazionale

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per la riscoperta e riedizione di musiche inedite di Mendelssohn, èinterprete raffinato anche di Chopin e Schumann, Schubert eLiszt, come mostrano le sue numerose incisioni discografiche,nonché di Mozart e della produzione pianistica dei più grandiautori italiani del Novecento. Si occupa inoltre di ricerca e divul-gazione musicale e, quel che più importa in questa sede, è co-fon-datore e direttore artistico dell’Associazione di Volontariato “Do-natori di musica”: una rete di musicisti, medici e volontari nataper portare negli ospedali, soprattutto nei reparti oncologici, labellezza della grande musica. Questa stupenda iniziativa, degnadi lode ed attenzione, avrebbe destato l’ammirazione anche diLiszt che, con Lamennais e Saint-Simon, aveva condannato l’artefine a se stessa, la dottrina de l’Art pour l’Art, e aveva assegnato aimusicisti una missione religiosa e sociale.Le composizioni del musicista ungherese in programma rimandanoa due ambiti della sua opera pianistica: quello della trascrizione-parafrasi-fantasia, Isoldens Liebestod, una rivisitazione pianisticadella pagina che chiude il Tristan und Isolde di Wagner e quellodelle composizioni originali nate dallo stretto legame tra musica eletteratura - Les Funérailles (da Harmonies poétiques et religieuses

ispirate a un ciclo poetico di La-martine) - o frutto di suggestioniricevute dai paesaggi visitati eispirate a un soggetto pittorico,figurativo e letterario- Aprèsune lecture de Dante (da Annéesde pèlerinage. Deuxième Année.Italie). Anche il primo brano inprogramma, Liebestraum n. 3, èla trascrizione di un lied per vocee pianoforte su versi di FerdinandFreiligrath, ma il Sogno d’amoren.3, per essere universalmentenoto, si sottrae a qualsiasi ten-tativo di classificazione e diviene,per tutti, l’emblema del sognoromantico.

Joseph Danhauser, Liszt al pianoforte, 1840. Berlino, Nationalgalerie.

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TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.UTTERFLYB

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Le avventure presenti

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Nuovi progetti sono in vista per la Onlus Butterfly, alla costante ri-cerca di nuove e interessanti modalità di portare la prevenzione,diagnosi e cura delle patologie tiroidee tra i medici non specialistidel settore e tra i pazienti.Il progressivo incremento dell’incidenza delle patologie tiroidee inogni fascia di età, per un verso, e la difficoltà della percezione dellapatologia da parte del paziente ha indotto, infatti, la Onlus ad ela-borare uno specifico progetto di informazione rivolto al personaledelle aziende, da realizzarsi sul luogo di lavoro, con coinvolgi-mento del medico competente e dell’eventuale presidio sanitarioaziendale.Il progetto prevede, nell’ambito di una giornata dedicata, l’illu-strazione da parte di specialisti della patologia tiroidea (endocri-nologi, dermatologi, reumatologi, medici nucleari, nutrizionisti,chirurghi) delle problematiche che si possono incontrare a seguitodi una patologia tiroidea misconosciuta e della incidenza dellastessa sul piano personale e della performance lavorativa.In questa nuova avventura abbiamo incontrato la propositiva col-laborazione dei nostri attenti sostenitori della Sammi Export, nellefigure del e Dott. Spinelli e della Dott.ssa Fratini, tramite il cui in-teressamento abbiamo ricevuto l’invito ad organizzare, presso i lo-cali del Comune di Arezzo, una interessante giornata diinformazione rivolta agli abitanti del posto. Siamo molto entusiastidi ripercorrere, come qualche anno fa, le strade della bella Toscanaper portare avanti la nostra mission, in compagnia di validi sup-porter e amici che rendono le nostre avventure estremamente pia-cevoli, oltre che formative!

Giornata di informazionein azienda

I progetti in corsoLe avventure future

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PROFESSIONI E FORMAZIONEPILLOLE DI DIRITTO

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La chirurgia della tiroide è quella branca spe-cialistica della chirurgia che si occupa di interventisulla tiroide.

Le finalità dell’intervento chirurgico possonoessere:• diagnostiche: in caso di lesioni neoplastiche

dubbie;• profilattiche: in caso di familiarità per carcinoma

della tiroide;• terapeutiche: asportazione di gozzo multino-

dulare tossico, di tiroidi molto voluminose chedeterminano compressioni tracheali, tumori,ipertiroidismi resistenti a terapia medica.

La chirurgia della tiroide comprende:• l’asportazione di tutta la tiroide (tiroidecto-

mia);• l’asportazione della metà della tiroide (emiti-

roidectomia, lobectomia tiroidea, istmolobec-tomia tiroidea);

• asportazione di un nodulo tiroideo e di unapiccola quota di tessuto circostante (enucleo-resezione).

L’asportazione può essere:• totale (senza lasciare residui tissutali);• sub-totale (con residui, come nel caso di tessuti

adiacenti al nervo laringeo inferiore o ricor-rente, onde evitare complicanze alla voce).

L’approccio chirurgico può essere: • tradizionale, che prevede un taglio (pari a 7-

10 cm circa) alla base del collo in sede anteriore,generalmente due dita sopra la fossetta delgiugulo (“Cervicotomia a collare secondo Ko-cher”);

• mininvasivo, con tecnica endoscopica video-assistita (con incisioni pari a 2-3 cm circa) ocon tecniche percutanee di ablazione (conlaser o radiofrequenza) dei noduli tiroidei;

• robotica transascellare, che prevede un’incisioneascellare con l’ausilio di un robot chirurgico;

• con accesso per via orale senza incisioni esterne;avviene mediante una piccola incisione (paria 1 cm circa) nel cavo orale. Vantaggi: 1) eli-minazione completa di cicatrici chirurgiche alcollo o in altre sedi visibili; 2) assenza di com-plicanze della ferita chirurgica (cheloidi, iper-trofia della cicatrice, sieromi, ematomi); 3) de-genza post-operatoria breve. I criteri di sele-zione per questo tipo di intervento sono: i no-duli tiroidei con diametro non superiore ai 5cm, il volume della ghiandola tiroidea non su-periore ai 45 ml, la diagnosi preoperatoria dipatologia benigna della tiroide o di un piccolotumore, l’assenza di indicatori biochimici edecografici di tiroidite, non segni clinici ed eco-grafici di linfadenopatia cervicale.

Ogni singolo caso deve essere oggetto di valu-tazione in modo da personalizzare la scelta te-rapeutica.

Indicazioni all’atto chirurgico sulla tiroide ed aspetti medico legali di Alessia Perata

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Risulta fondamentale la collaborazione tra ilchirurgo e l’endocrinologo che, lavorando inéquipe, potranno concordare e pianificare tecnicae strategia operatoria garanti della più idonea“gestione” della patologia. Al paziente spetta di decidere se accettare omeno l’atto chirurgico prospettato, dopoun’esposizione chiara e semplice delle compli-canze connesse.Le possibili complicanze in seguito ad interventodi tiroidectomia possono essere suddivise sche-maticamente in due categorie:• minori: raccolte siero-ematiche; ematoma dei

piani superficiali; esiti cicatriziali cheloidei,ipertrofici;

• maggiori: emorragia; insufficienza respiratoriada edema laringeo; lesione del nervo ricorrente;lesione del nervo laringeo; ipoparatiroidismo.

Va, inoltre, delineato al paziente che, pur nonrientrando tra le complicanze dell’intervento,una volta rimossa tutta la tiroide (e talora anchedopo asportazione di metà tiroide), è necessariosostituire la funzione della ghiandola con l’ap-posita terapia ormonale per tutta la vita.

Il consenso dell’interessato a subire un tratta-mento terapeutico è il presupposto di legittimitàdell’azione del medico. La libera scelta di sotto-porsi ad interventi è, infatti, tutelata dalla Co-stituzione e dalla legge. Il consenso deve esserelibero, consapevole e informato e può essere re-vocato in qualunque momento. In caso di inter-vento senza consenso, il medico (a prescinderedall’esito dell’atto chirurgico) può andare incontroa richieste di risarcimento del danno e, in deter-minati casi, anche a responsabilità penale.

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TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.UTTERFLYBPROFESSIONI E FORMAZIONE

PILLOLE DI DIRITTO

PROGETTA CON NOI: REGALA UN’IDEA,UN OGGETTO, UN’OPPORTUNITÀ

Cari Lettori,questo è uno spazio riservato alle Vostre IDEE!In questa rubrica saranno pubblicati i contributi che vorrete offrire nello spiritocorale di questo magazine. In questa rubrica sarete voi lettori a proporreargomenti di approfondimento nell’ambito della tiroide e noi cercheremo dirispondere nel modo più esauriente.

Potete inviare le Vostre domande alla ONLUS BUTTERFLY al seguente indirizzo diposta elettronica: [email protected] a Onlus Butterfly - progetta con noi - V.le Liegi, 2, 00198 Roma.

Se siete a corto di idee non importa: regalateci un OGGETTO, da poter utilizzarenelle nostre attività oppure regalateci un’OPPORTUNITÀ, uno SPAZIO per poterpubblicizzare i nostri progetti!

Chiamaci al numero 06 85358874 dal Lunedi al Venerdì dalle 9.00 alle 13.00.

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IL BREVIARIO

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Come noto, la tiroide è una ghiandola che con isuoi ormoni regola molteplici metabolismi. Diconseguenza ogni sua alterazione può determi-nare una pluralità di sintomi altamente etero-genei. Alcuni di questi coinvolgono anche l’aspet-to estetico del paziente, modificandone le ca-ratteristiche “esteriori”, oltre che la funzionalitàdegli organi interni.Volendo dare una panoramica dei disturbi piùfrequenti che colpiscono l’estetica del pazientetireopatico, è utile distinguere tra i sintomilegati all’ipotiroidismo da quelli legati all’iper-tiroidismo, sebbene nella pratica clinica è notoche spesso ci siano delle sovrapposizioni tra idue quadri.Per quanto riguarda l’ipotiroidismo, condizionein cui la quantità di ormoni tiroidei è ridotta edinsufficiente a garantire il normale svolgimentodi tutte le funzioni dell’organismo, i segni e sin-tomi variano in funzione della gravità della de-ficienza ormonale e si sviluppano in manieragraduale, tanto che all’inizio non è sempre sem-plice, all’occhio non esperto, individuarli comedi pertinenza tiroidea. Tra i primi sintomi diipotiroidismo, il paziente può notare un aumentodi peso pur in assenza di variazioni di abitudinialimentari e di stile di vita oppure la difficoltà aperdere peso nonostante regimi dietetici ipoca-lorici. Mano a mano che il metabolismo si fa più“rallentato”, i sintomi si fanno più evidenti epuò comparire secchezza della pelle, gonfioreaddominale e del volto. Anche il tono dellavoce può subire delle alterazioni, con un tipicoabbassamento del timbro; benché la voce nonrappresenti una caratteristica dell’aspetto este-riore, vale la pena di essere qui nominata perchérappresenta comunque una caratteristica del-l’individuo che ne modula e condiziona il rapportocon gli altri.Nei casi più estremi di ipotiroidismo si puòarrivare ad avere uno stato non solo di lieve

gonfiore localizzato,ma anche di vero eproprio mixedema,causato da un genera-lizzato accumulo dimucopolisaccaridi nelderma oppure unacondizione definitamacroglossia, cioè l’in-grossamento patologi-co della lingua, chepuò causare probleminon solo estetici, maanche di fonazione emasticazione.Di certo il segno più “famoso” di una patologatiroidea è il tipico gozzo, cioè un rigonfiamentodella regione cervicale anteriore più o meno ac-centuato, determinato da una iperplasia dellaghiandola tiroidea. Quando si parla di gozzo, cisi riferisce principalmente alla condizione di au-mento del volume ghiandolare causato da unacarenza iodica, a cui la tiroide risponde aumen-

“Inestetismi”... da patologia tiroidea di Arianna Di Paolo

Il gozzo.

Mixedema.

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IL BREVIARIO

tando il suo volume d’organo nel tentativo dimantenere un’adeguata produzione ormonale.Ci sono, tuttavia, altre condizioni in cui la ghian-dola tiroidea si presenta con un volume aumen-tato, come ad esempio quella definita Morbo diFlajani-Graves-Basedow o gozzo tossico diffuso.In questa condizione la tiroide è in uno stato diiperfunzione, si presenta diffusamente iperplasicae fortemente irrorata, il che si traduce in uncollo “gonfio” e caldo, talvolta arrossato. Anchele tiroiditi nella loro fase “tossica” possono ma-nifestarsi con un ingrossamento della ghiandolae, di conseguenza, del collo. Il danno che derivada una iperplasia ghiandolare importante è dicerto estetico, ma non solo: la tiroide è alloggiatanel collo subito al davanti della trachea e unsuo rigonfiamento può causare, sia in condizioniacute che croniche, un depiazzamento della tra-chea che talvolta esita in problematiche respi-ratorie, anche gravi.Come ultimi ma non meno frequenti segni diipotiroidismo, infine, possiamo citare la fragilitàdei capelli, che tendono ad essere più deboli, ela fragilità ungueale, con unghie più soggette aspezzarsi.Parlando invece di ipertiroidismo, cioè dellacondizione in cui la tiroide produce una quantitàdi ormoni eccessiva, il segno estetico forse piùconosciuto dalla popolazione generale è l’esof-talmo o proptosi, cioè una protrusione del bulbooculare oltre la rima palpebrale, quello che co-munemente viene definito “occhio sporgente”.L’esoftalmo è una caratteristica peculiare delgià nominato Morbo di Basedow che, oltre al-l’evidente disagio estetico che comporta, implicaanche problematiche funzionali, privando ilbulbo oculare dell’importante protezione fornitadalla rima palpebrale che lo espone a secchezza,maggiore frequenza di infezioni e anche vere eproprie ulcerazioni corneali.Altri sintomi comuni dell’ipertiroidismo che, sep-pur non rappresentando alterazioni dell’aspettoesteriore, influenzano in maniera importante ilmodo dell’individuo di rapportarsi con il mondo,sono l’intolleranza al caldo, con sudorazioni

anche profuse, l’aumentata frequenza delle eva-cuazioni, il nervosismo, il tremore delle mani.Tutto questo se si considerano solamente le ma-nifestazioni negli adulti, ma la patologia dellatiroide può interessare anche le fasi precocidella vita, sia l’epoca prenatale che neonatale,nonché l’infanzia e l’adolescenza. L’ipotiroidismonei lattanti può avere come manifestazioni este-tiche l’ittero, la macroglossia, un aspetto gonfiodel volto; nei bambini e negli adolescenti l’ipo-tiroidismo, invece, può essere all’origine di unaccrescimento deficiente, con risultante bassastatura, ritardo nello sviluppo della dentizionepermanente e insorgenza del gozzo. In caso diipertiroidismo neonatale si può avere un’alte-razione nella conformazione del cranio e l’esof-talmo; anche nei bambini, infine, l’aspetto este-riore si può modificare, tenuto conto che possonoinsorgere gozzo, tremori e fascicolazioni e su-dorazione eccessiva.

Esoftalmo. Macroglossia.

Ipotiroidismo neonatale.

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NOTIZIE PRATICHE

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Gli inestetismi che più frequentemente riscontrosono senza dubbio la ritenzione idrica, la cellu-lite, l’adipe localizzato ed il rilassamento cuta-neo. Credo fermamente che i concetti di salute,benessere e bellezza vadano di pari passo, per-tanto ritengo che sia necessario, durante ilprimo incontro, informarsi sulle abitudini e sullostile di vita delle pazienti.Seguire le regole basilari per tenersi in formafisicamente aiuta ad ottenere risultati miglioried in modo più veloce, duraturo e soddisfa-cente.Per questo è importante andare a correggerequei “vizi” che alterano lo stile di vita lavorandoprimariamente sull’ alimentazione che dovrà es-sere bilanciata e povera di sale e contempora-neamente incrementare l’attività fisica. Inoltre,è bene bere almeno 2 litri di acqua al giornoaggiungendo possibilmente succo limone e zen-zero che stimolano il metabolismo. A questo sivanno poi ad associare tutti quei trattamentiche, agendo localmente ed in modo specifico,permettono un miglioramento dell’intera areainteressata.Un corretto drenaggio linfatico manuale asso-ciato ad apparecchiature innovative di ultimagenerazione rappresentano le armi che abbiamoa disposizione per sconfiggere gran parte degliinestetismi cutanei. Per fare ciò bisogna agirein prima battuta sul microcircolo, curando cosìinnanzitutto l’aspetto funzionale che è alla basedi una eccellente risposta anche dal punto di vi-sta estetico. Infatti, il massaggio linfodrenante

praticato con tecnica sec Vodder, andando a ri-svegliare il nostro sistema linfatico e disten-dendo la muscolatura, opera una sorta di depu-razione dell’organismo. Il principale obiettivo èl’eliminazione di tutte le sostanze liquide discarto che si depositano negli spazi interstizialie che non permettono un’efficace ossigenazionecellulare. Come supporto al massaggio manuale,possiamo utilizzare apparecchiature specificheche operano a più livelli in base al tipo di pro-blema che la paziente presenta. Esistono, infatti,alcuni macchinari che determinano un vero eproprio ricompattamento dei tessuti andandoa ripristinare il tono cutaneo, altri invece agi-scono sul tessuto adiposo operando una vera epropria ridefinizione della silhouette corporea.Sono molte le variabili che in ogni uno di noipossono determinare un cambiamento: tessutipoco elastici da patrimonio genetico, insuffi-cienza veno/linfatica, alterazioni ormonali moltofrequenti in noi donne a tutte le età, alteratostile di vita o patologie concomitanti vanno, sin-golarmente o in associazione, ad alterare fun-zionalmente ed esteticamente il nostro corpo.Per questo esistono percorsi diversi messi apunto in modo analitico per realizzare terapiepersonalizzate che possano andare a soddisfarele esigenze di ogni singolo paziente.Come ultimo consiglio, da non sottovalutaremai, affidatevi sempre a specialisti del settoreche hanno eseguito un training professionale eche si avvalgono di trattamenti decodificati edaggiornati.

Consigli pratici di bellezza di Laura Vagnarelli

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TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.UTTERFLYBNOTIZIE PRATICHE

“Gli animali possiedono bellezza senza vanità,forza senza insolenza, coraggio senza ferocia etutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi” (A. Schopenauer)

In molti popoli antichi gli animali erano consi-derati delle divinità, nell’Europa del Medioevospiriti malvagi, per altre culture, dall’Africa piùmisteriosa alla raffinatissima Cina Antica, eranoespressione di una forza e un potere sovranna-turali.Da secoli gli animali esercitano una grande at-trattiva nei confronti dell’uomo. Il gatto leo-pardo del Bengala è uno degli animali strani ebuffi più belli esistenti al mondo, ottenuto dal-l’incrocio tra gatti domestici e gatti selvatici(Felis Bengalensis – Prionailurus bengalensis).Le piume variopinte del pavone, i riflessi argen-tei delle squame di un pesce, la criniera folta diun cavallo o gli occhi ambra del gatto di casasono dimostrazioni che anche il mondo animaleha i suoi canoni estetici. Per Darwin la scelta femminile del maschio agi-sce come una vera e propria forza selettiva ca-pace di “premiare” gli individui che sono meglioequipaggiati agli occhi delle femmine. In questo

senso, piume colorate, canti armonici, creste epetti gonfi rappresentano gli strumenti che imaschi utilizzano per far capire alle femmine chiscegliere. Ed è così che per Darwin si sarebberoselezionati in natura, nel corso delle genera-zioni, quei maschi meglio dotati, andando a de-finire precisi “canoni di bellezza animale”.Oggi, purtroppo, oltre che guardare ammaliatile bellezze naturali di un animale, si cerca di ste-reotiparne al massimo l’aspetto estetico. Legrandi città pullulano ormai di centri di bellezzaper animali, non tenendo in considerazionel’aspetto proprio dell’animale. Leggendo qua elà mi sono imbattuta in una notizia buffa, maquanto mai esplicativa: in Arabia esistono da se-coli e si svolgono regolarmente gare di bellezzaper i cammelli, come da noi per qualsiasi altroanimale; è accaduto, però, che una di questegare è stata annullata per eccessivo uso di bo-tulino, utilizzato per migliorare l’aspetto deicammelli! Il messaggio che deve passare, quindi, è quellodi ammirare le bellezze naturali degli animali,in tutte le loro forme, immersi nel loro am-biente naturale, senza cercare di assoggettarleai canoni umani.

Forse non tutti sanno che... Gli animali e la loro bellezza di Claudia D’Ercole

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EVENTI

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Dal 10/02/2018 al 10/06/2018 Roma - Complesso Monumentale S. Giovanni Addolorata

Klimt Experience: viaggio nelle opere dell'artista austriaco

Klimt Experience sbarca anche a Roma, dopo isuccessi di pubblico e critica di Firenze, Milanoe Caserta. Un'occasione imperdibile per en-trare letteralmente nelle opere del grande ar-tista austriaco. Dal 10 febbraio al 10 giugno alComplesso Monumentale San Giovanni - Ad-dolorata.Prodotto e organizzato da Crossmedia GROUPin collaborazione con Azienda OspedalieraSan Giovanni - Addolorata, Klimt Experienceripercorre la vita, l'epoca storica, i paesaggi, le figure e le ossessioni del grande artista austriaco, attraverso una rappre-sentazione multimediale affascinante e totalmente immersiva. Una mostra imponente ed evocativa: sono 700 le immaginiriprodotte con definizione maggiore del Full Hd dai proiettori laser del sistema Matrix X-Dimension, che si accompagnanoalle accuratissime ricostruzioni 3D della Vienna dei primi del Novecento e alla straordinaria potenza della colonna sonora,diffusa da un impianto Dolby Surround di ultima generazione.A completamento di questa eccezionale avventura, nell’area didattica introduttiva ci sono delle postazioni e dei supportiscenografici fisici per vivere un’esperienza di realtà virtuale all'interno di quattro delle opere più famose di Klimt, per-cependone tridimensionalmente ogni dettaglio figurativo e cromatico.

Dal 29/11/2017 al 16/09/2018 - Mercati di Traiano

Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa: la mostra a Roma

La mostra sarà caratterizzata dal racconto della vita“eccezionale” di un uomo “ordinario”, significativa-mente racchiusa in un “titolo” coniato per lui, opti-mus princeps, ovvero il migliore tra gli imperatori.Colui che seppe riportare gioia tra i romani! come ri-cordato dallo storico Plinio il Giovane, suo contem-poraneo, Traiano ci ha ordinato di essere felici e noilo saremo.Il “racconto” della mostra si sviluppa attraverso sta-tue, ritratti, decorazioni architettoniche, calchi dellaColonna Traiana, monete d’oro e d’argento, modelliin scala e rielaborazioni tridimensionali, filmati: unasfida a immergersi nella grande Storia dell’Impero enelle storie dei tanti che l’hanno resa possibile.“

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TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.UTTERFLYBEVENTI

Dal 18 Novembre 2017 al 01 Maggio 2018Firenze - Santo Stefano al Ponte

Monet experience and the impressionists

Monet Experience and the Impressionists, è un’immer-sione sensoriale nei capolavori del pittore che più ci hainsegnato a guardare e rappresentare, en plein air, la bel-lezza della natura descritta nell’irripetibile istante dellasua stessa rivelazione.Come nessun altro, prima o dopo di lui, Monet riesce acogliere e rendere eterno l’attimo di corrispondenza incui avviene il miracolo della perfetta armonizzazione traraffigurazione e realtà, tra luce e colore, tra movimentoe staticità, tra natura e artista.

Dal 08 Marzo 2018 al 13 Maggio 2018Bagno a Ripoli - FirenzeOratorio di Santa Caterina delle Ruote

Con dolce forza. Donne nell'universo musicale delcinque e seicento

Il 2018, per il comune di Bagno a Ripoli, si aprirà nel segnodella cultura. Nel mese di marzo, le Gallerie degliUffizi porteranno la grande arte all'Oratorio di Santa Ca-terina delle Ruote a Ponte a Ema con una mostra che met-terà al centro le donne e in particolare le donne artiste emusiciste del Cinquecento e del Seicento, con un occhiodi riguardo alla corte dei Medici, ma anche con illustriesempi rappresentativi di altri contesti storico-culturali.Un'esposizione di grande pregio e valore che raccoglieràdipinti e autoritratti, incisioni, documenti e volumi a stampa, riguardanti le maggiori protagoniste del panorama musicalea cavallo tra il XVI e il XVII secolo: musiciste, compositrici ma anche cantanti e illustri rappresentanti di un mecenatismotutto al femminile. Donne di talento e innovatrici con cui la musica, fino al Seicento elemento basilare dell’educazionefemminile da apprendere ed eseguire esclusivamente in ambienti familiari o conventuali strettamente privati, si evolvein attività professionale con risvolti pubblici e di grande prestigio.

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Magazine ufficiale dell’Associazione Onlus Butterfly

Hanno scritto per noi

MARIANTONIETTA CAROPRESE Già docente di Storia della Musica presso i Conservatori di musica di stato, hacollaborato anche in qualità di professore a contratto con la cattedra di Storia dellaMusica dell’Università degli studi di Viterbo. È autrice di saggi pubblicati su rivistespecializzate e di programmi radiofonici (Rai 3 e Rai International) e ha curato perle Edizioni scientifiche italiane un volume di scritti dal titolo George Sand, la musicae il socialismo (2008). Per la Libreria musicale italiana ha curato la pubblicazionedegli Atti dei Convegni George Sand, la musica e i musicisti romantici (Latina,settembre 2007) e Roffredo Caetani, un musicista aristocratico (Latina, novembre2012).

CLAUDIA D'ERCOLE Medico chirurgo. Specialista in Chirurgia Generale. Diploma Corso AltaFormazione su “Diagnosi e cura della patologia tiroidea” e Diploma “SIUMB”come Ecografista Generalista. Collabora con la ONLUS BUTTERFLY daquando è stata istituita.

CRISTINA DE SANTIS Laureanda in Medicina e Chirurgia, Collabora con la ONLUS BUTTERFLYoccupandosi in particolar modo delle relazioni con i paesi esteri e partecipandoattivamente a progetti di volontariato nei paesi in via di sviluppo.

ARIANNA DI PAOLO Medico chirurgo. Specializzanda in Medicina Nucleare presso l’Azienda OspedalieraSant’Andrea, Università Sapienza di Roma. Collabora con la ONLUS BUTTERFLYoccupandosi in particolar modo delle relazioni internazionali e partecipandoattivamente a progetti di volontariato in Italia e all’Estero. È Responsabile diRedazione di “Butterfly”, Magazine Ufficiale della Onlus Butterfly.

MARCO GASPAROTTI Si è laureato all’Università di Roma nel 1978 e specializzato in Chirurgia Plasticaall’Università di Parma nel 1981. Fin dal 1978 ha frequentato le più prestigioseScuole Brasiliane ed Americane di chirurgia plastica. È docente in diverse Università,tra cui Siena, Padova, Genova, Perugia e Camerino, nonché Visiting Professor pressol’Università di Belgrado, Visiting Lecturer presso l’Università di S, Diego,USA ePermanent Professor of the University of S.Antonio, Texas. È membro di molteplicisocietà scientifiche italiane e straniere e ha al suo attivo più di 15000 interventi enumerose pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali di Chirurgia plastica.È autore di diversi libri Autore di diversi libri, tra cui il best seller “Che faccio, mirifaccio?”, il cui ricavato è stato devoluto a Io, domani… Associazione per la lottacontro i tumori infantili, Ospedale Umberto I – Università “Sapienza” di Roma.

PIETRO GRAZIANI Prof. Pietro Graziani, già Dir. Generale del Ministero dei Beni Culturali, docente diLegislazione di tutela presso la Scuola di Specializzazione in Restauro dei monumentie del Paesaggio - Università “La Sapienza” di Roma, responsabile dell’ambito BeniCulturali del Master in Architettura, Arte Sacra e Liturgia (Università Europea diRoma), componente del Comitato Scientifico del Centro Universitario Europeo deiBeni Culturali di Ravello (Salerno), organo di consulenza del Consiglio d’Europa.

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UTTERFLYB TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.

PAOLA GRILLI La Prof.ssa Paola Grilli, medico da oltre 30 anni, è specializzata in ChirurgiaGenerale ed in Endocrinologia. Si interessa, in particolare, delle patologie tiroidee,sia benigne che maligne. Già membro di Ateneo dei Rapporti Internazionali dellaSapienza-Università di Roma. Già Professore della “Sapienza-Università di Roma”,ha insegnato per numerosi anni l’endocrino-chirurgia e la Metodologia medicoscientifica sia a studenti nel Corso di Laurea Magistrale sia a specializzandi diChirurgia Generale, di Chirurgia Vascolare e Addominale ed Endoscopia Digestiva.Già Direttore del Corso di Alta Formazione in Diagnosi e Cura delle PatologieTiroidee. Si dedica prevalentemente alla prevenzione e cura della patologia tiroideae delle malattie correlate. È Presidente della ONLUS BUTTERFLY, che nasce graziealla sua esperienza e al suo costante impegno nel sociale.

DAVIDE LAZZERI Laureato con lode, si specializza in Chirurgia Plastica ed Estetica con il massimodei voti presso l’Università di Siena. Si è formato ed ha lavorato in alcuni dei piùprestigiosi centri di chirurgia plastica del mondo (Barcellona, Valencia, Lienz,Shanghai, Taipei, Seoul). Autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche su rivistespecialistiche internazionali e di numerosi capitoli di testo. Già docente a contrattoin Chirurgia Estetica e in Storia della Medicina presso le Università di Ancona eFirenze. Ha pubblicato numerosi lavori monografici riguardanti le malattie nell’arte.Autore del manuale “Chirurgia e Medicina Estetica dalla A alla Z. La Scienza alservizio della Bellezza”

ALESSIA PERATA Medico-Chirurgo. Specialista in Medicina Legale. Dottore di Ricerca in MedicinaLegale e Scienze Forensi. Svolge da anni attività di Medico Esterno Inps in materiaprevidenziale ed assistenziale, di Fiduciario Assicurativo Medico Legale per diverseAssicurazioni nonché di Consulente Tecnico D’Ufficio presso il Tribunale.

LAURA VAGNARELLI Masso terapista, Specializzazione in Drenaggio Linfatico Manuale ad indirizzoMedico-Chirurgico. Esperienza lavorativa più che ventennale presso studi diMedicina Estetica e Chirurgia Plastica.

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Magazine ufficiale dell’Associazione Onlus Butterfly

Al soprano Alessandra Rezza e al maestro Roberto Prosseda che offrirannogratuitamente il proprio contributo artistico per il Concerto che si terrànell’Auditorium dell’Ars Medica il 24 Marzo 2018;

Alla prof.ssa Mariantonietta Caroprese, che grazie alla sua disponibilità econoscenza nel campo artistico musicale è stata la nostra anima nelpromuovere il concerto;

A Pietro Vittorini e Marina Di Domenico per il coordinamento logisticodell’evento;

All’Ars Medica Casa di Cura, per aver offerto gli spazi dell’Auditorium perla realizzazione del Concerto solidale della Butterfly Onlus;

A FORFARMA s.r.l. per aver sostenuto la Onlus per le spese organizzativedel Concerto;

Ai Dott.ri Andrea Spinelli e Daniela Fratini per la disponibilità dimostrataad effettuare e sostenere, prossimamente, un evento multidisciplinaresull’informazione nell’ambito della patologia tiroidea, organizzato dallaOnlus Butterfly;

A tutti coloro che a diverso titolo collaborano attivamente al cammino della“nostra” Onlus.

Un pensiero grato a…

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