ON.LE PROCURA DELLA REPUBBLICA C.O IL … Il Fatto. Il fatto si è verificato xx/xx/xxxx alle ore...
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ON.LE PROCURA DELLA REPUBBLICA
C.O IL TRIBUNALE DI Xxxxxx
PROCEDIMENTO N° xxxx/xx/xx
XXXXXXX/XXXXXX
Sost. Proc. Dott. XXXXXXXXX
Relazione di consulenza.
Riguardante il sinistro stradale avvenuto in data xx/xx/xxxx alle ore xx:xx circa
lungo la via xxxxxxx in cui collidevano i veicoli Xxxxxx tg. Xxxxxx condotto da
xxxxxxxx e Xxxxxx tg. Xxxxxxx condotto dal deceduto xxxxxxx.
L’inchiesta cui si riferisce la presente relazione è stata redatta dal sottoscritto ing.
Vincenzo De Bellis, regolarmente iscritto nell’Albo dei consulenti tecnici del
Tribunale di Napoli al N° 11728 con studio in Napoli alla via xxxxxx per incarico
dell’Ill.mo Sost. Proc. Dott. Xxxxxx, conferito in data xx/xx/xxxx. Al sottoscritto
venne assegnato il seguente incarico:
“Accerti il consulente, presa visione degli atti e sulla base delle proprie
cognizioni in infortunistica stradale quale sia stata la dinamica del sinistro nel
corso del quale decedeva xxxxxx nonché il grado di responsabilità di xxxxx
nonché ogni ulteriore accertamento utile ai fini di giustizia penale”
Al fine di assolvere l’incarico affidato, il sottoscritto compiva i seguenti
accertamenti:
2
In data xx/xx/xxxx esaminava tutta la documentazione fornita con particolare
attenzione ai rilevi effettuati dall’A.G. intervenuta sul posto.
Il giorno xx/xx/xxxx si recava presso il deposito xxxxx sito in xxxxx alla via
xxxxx, dove ispezionava i veicoli Xxxxx tg. Xxxxxx e Xxxxx tg. xxxxx; degli
stessi venivano effettuati rilievi fotografici.
Il giorno xx/xx/xxxx ispezionava il luogo del sinistro, via xxxxx all’altezza
dell’ingresso della xxxxx; venivano effettuati rilievi fotografici e planimetrici.
In data xx/xx/xxxx riceveva copia della carta di circolazione custodita presso dalla
Polizia Municipale di xxxxx sita alla via xxxxx n. xxx.
3
Il Fatto.
Il fatto si è verificato xx/xx/xxxx alle ore xx:xx circa lungo la via xxxxxx
all’altezza dell’ingresso della xxxxxx nel territorio del comune di xxxxxx. Lo
stesso ha visto il veicolo Xxxxxxx, condotto dal proprietario xxxxxx, mentre
percorreva detta strada in direzione xxxxxx, impattare la Xxxxxx condotta dal
proprietario xxxxxxx procedente nel senso di marcia opposto. A seguito di una
dinamica meglio precisata di seguito, i due veicoli terminavano la propria corsa
oltre il margine della carreggiata posto sulla sinistra rispetto alla direttrice di
marcia xxxxxx/xxxxxx (direttrice di marcia alla quale nel seguito si farà
implicitamente riferimento salvo diversa indicazione). xxxxxx, conducente
dell’Xxxxxxxx, riportava lesioni giudicate guaribili in 3 giorni, mentre xxxxxx,
conducente della Xxxxxx, riportava lesioni tali da provocarne il decesso.
4
L’Ambiente.
Il tratto stradale (via xxxxxx) in cui si è verificato il sinistro si trova nel territorio
del comune di xxxxxx, è costituito da un’unica carreggiate larga complessivamente
8,3 metri suddivisa in due corsie di marcia separate da linea continua. E’ presente
su ambo i margini della strada banchina; sul lato sinistro, larga circa 0,7 metri, su
quello destro larga circa 0,2 metri.
Altre la banchina è presente sul lato sinistro un fossato profondo circa 1 metro
ricoperto di vegetazione incolta alle cui spalle sorge la recinzione metallica che
delimita l’aeroporto di xxxxxx; anche su quello destro è presente vegetazione
incolta. Il manto stradale è realizzato in asfalto bitumato in sufficienti condizioni di
usura ed è pressoché pianeggiante.
Il tratto in corrispondenza del quale sono stati ritrovati i due veicoli è rettilineo, ma
è preceduto da un’ampia curva verso destra il cui raggio di curvatura, stimato
mediante il supporto di immagini satellitari fornite dal programma Google Earth, è
di circa 130 metri. Lì dove si annulla la curvatura della strada è presente sul
margine sinistro della carreggiata il varco d’ingresso della xxxxxx.
Rispetto al punto in cui si verificava il sinistro, nella direttrice di marcia
xxxxxx/yyyyy, è presente segnaletica verticale di “Doppia curva la prima a destra”
a circa 200 metri e di “Divieto di Sorpasso” e “Limite di Velocità di 30km/h” a
circa 400 metri, mentre in quella opposta si riscontra segnaletica verticale recante il
limite velocità di 30 km/h ed il divieto di sorpasso.
Il teatro del sinistro non è dotato di illuminazione pubblica; evidentemente, ciò ha
contribuito a limitare il campo di visibilità dei protagonisti del fatto. Come si legge
dal rapporto dei Carabinieri di xxxxx, al momento del sinistro le condizioni
meteorologiche erano di tempo sereno e la visibilità non era penalizzata da
eventuali agenti atmosferici.
Inoltre, per quanto parte della strada sia caratterizzata da una curvatura non nulla,
l’assenza di edifici o altre strutture ai margini della carreggiata ha garantito una
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visibilità relativamente ampia per i conducenti dei veicoli transitanti all’altezza del
teatro del sinistro.
Illustrazione 1: Via xxxxx – direttrice di marcia xxxxxx/yyyyyy
(Planimetria - allegato A)
(Documentazione fotografica del luogo del sinistro - allegato B)
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Caratteristiche tecniche e danni riguardanti
il veicolo Xxxxxx tg. xxxxxx.
Produttore Xxxxxxxx
Modello Xxxxxxx
Motore 1747 cm3 - Benzina
Anno 1a immatricolazione xxxx
Intestatario al P.R.A. xxxxxxxxx
Residenza xxxxxxxx
Colore Grigio metallizzato
Stato d’uso antesinistro Medio
Numero di telaio xxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Il veicolo Xxxxxx appare gravemente danneggiato in corrispondenza del terzo
anteriore del fianco sinistro per effetto di un urto di natura pressoché coassiale.
Detto urto ha interessato direttamente il parafango anteriore sinistro nonché la
parte di meccanica ad esso attigua.
Illustrazione 2: Vista terzo anteriore lato destro Xxxxxxx
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In particolare, nel corso della collisione, si sono separati dal corpo del veicolo il
cerchio della ruota ed il relativo pneumatico, il sistema frenate, il braccio inferiore
ed il montante della sospensione, l’ammortizzatore, il tirante dello sterzo ed il
semiasse. Il cerchio in lega, in particolare, risulta fratturato e mancante di alcuni
frammenti a testimonianza del fatto lo stesso è stato il punto dell’Xxxxxx in
corrispondenza del quale con maggiore intensità e per primo si realizzava l’urto
con la Xxxxxx.
Illustrazione 3: Vista sospensione, ruota e semiasse anteriore sinistro
Sul veicolo si riscontrano danni da urto diretto al cofano motore all’estremità
sinistra ed, in particolar modo, in corrispondenza della mezzeria della relativa
estensione longitudinale (Illustrazione 2).
Il longherone ubicato nella regione anteriore sinistra del veicolo, pur mostrando
tracce da impatto, appare modestamente deformato. Ciò sta ad indicare come il
telaio in detta zona non sia stato sottoposto a sollecitazioni confrontabili a quelle
che ha subito la parte di meccanica prossima alla ruota anteriore sinistra.
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Illustrazione 4: Longherone anteriore sinistro
Evidenziano un marcato arretramento i lamiarati facenti parte della superficie
parafiamma in prossimità dell’estremità di sinistra.
Illustrazione 5: Lamierati parafiamma lato sinistro
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Anche la porta anteriore sinistra presenta deformazioni da urto diretto in
corrispondenza della cerniera che lo vincola al telaio; in particolare, i lamierati
interni ed esterni evidenziano un marcato arretramento all’altezza del vertice
inferiore della zona anteriore. Inoltre, appaiono deformati sia il longherone
sottoporta nella zona sottostante la porta anteriore sinistra che la barra
antintrusione di detta porta.
Illustrazione 6: Vista posteriore porta anteriore sinistra
Deformazioni di consenso sono state riportate dalla porta posteriore sinistra (che
risulta arretrata), dal tetto (in prossimità del montante anteriore) nonché dal cofano
motore che appare deviato verso sinistra.
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Illustrazione 7: Vista frontale cofano motore
Illustrazione 8: Vista posteriore dettaglio
deformazione tetto
Sia il lato posteriore che quello destro non presentano tracce di urti che possano
essere ricondotti al sinistro per cui vi è perizia; si riscontra esclusivamente una
lieve flessione per consenso del parafango destro verso sinistra.
Al momento dell’ispezione si è constatato che la marcia inserita era la 5° e che
l’air bag era esploso a seguito dell’urto. Inoltre, la cintura di sicurezza risultava
bloccata e completamente avvolta nella propria sede. Ciò testimonia come il
conducente non ne facesse uso al momento del fatto. Diversamente, l’esplosione
del pretensionatore avrebbe comportato il fatto che la fibbia si sarebbe dovuta
ritrovare almeno parzialmente srotolata.
Spessore residuo
battistrada (mm) Produttore /
modello Dimensioni Settimana/Anno
produzione
Anteriore
sinistro
4.5 Ceat Tornado 205/60 R15 48/05
Anteriore
destro
5 Continental
Premium Contact
195/55 R15 47/06
Posteriore
sinistro
4.5 Firestone Five
Hawk 700
205/60 R15 15/02
Posteriore destro 3.4 General XP2000
Euro
195/65 R15 39/04
Tabella 1 – Dimensioni e caratteristiche pneumatici Xxxxxx
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I pneumatici che equipaggiano l’Xxxxxxx sono riportati in tabella 1. Come si
evince da quest’ultima, lo spessore residuo del battistrada risulta entro il limite
ammesso di 1,6 mm. Viceversa, le dimensioni dei pneumatici montati sul lato
destro non sono conformi a quanto riportato nella carta di circolazione. Di
conseguenza, il veicolo circolava con modifiche al sistema di equipaggiamento di
cui all’art. 72 comma 2 senza aver superato la prescritta vista e prova con
aggiornamento della carta di circolazione. Inoltre, sia all’asse anteriore che a
quello posteriore sono presenti pneumatici aventi dimensioni differenti. Quanto
appena rilevato costituisce una violazione dell’art. 79 comma 2 del C.d.S. in
quanto montare pneumatici di dimensioni differenti sullo stesso asse inficia la
tenuta di strada del veicolo sia nelle manovre di frenata che in quelle di
accelerazione. Ciò non risulta, pertanto, in linea con quanto prescritto dalla
Normativa Europea 29/23/CE recepita dallo Stato Italiano con D.L. del 6 Giugno
2005.
Non è stato possibile stabilire l’integrità ed il funzionamento dell’impianto
elettrico e di illuminazione visti i danni riportati dal veicolo.
Si fa presente, così come riportato nel rapporto dei Carabinieri, che il veicolo
Xxxxxxx tg. Xxxxx circolava nonostante fosse già sottoposto a sequestro
amministrativo così come da VDC nr. C/O xxxxx elevato dalla Polizia Municipale
di xxxxxx in data xx/xx/xxxx per la violazione dell’art. 193 comma 2 del C.d.S.
con il contestuale affidamento del veicolo allo stesso xxxxx.
(Documentazione fotografica Xxxxxx tg. Xxxxxxx – Allegato C)
(Copia carta di circolazione Xxxxxxx tg. Xxxxxxx – Allegato D)
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Caratteristiche tecniche e danni riguardanti
Xxxxxx tg. xxxxxx.
Marca Xxxxxx
Modello Xxxxxx
Motore 704 cc Benzina
Anno 1a immatricolazione 1987
Propietario xxxxxxxx
Residenza xxxxxxxxx
Colore Bianco Panna
Stato d’uso antesinistro Mediocre
Kilometri percorsi (letti da contakilometri) 88082
Numero di telaio xxxxxxxxxxx
La Xxxxxx risulta gravemente danneggiata al terzo sinistro del lato anteriore per
effetto di un urto di tipo coassiale eccentrico a sinistra.
Illustrazione 9 – Vista frontale Xxxxxx
A seguito dell’urto la vettura ha subito una compressione secondo il suo asse
longitudinale in corrispondenza del lato sinistro che ha comportato una sbiecatura
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dell’assale anteriore con arretramento della ruota sinistra, nonché un
accartocciamento dei lamierati con coinvolgimento dei componenti strutturali del
telaio e conseguente invasione dell’abitacolo in corrispondenza del settore
occupato dal conducente.
Illustrazione 10 – Vista laterale sinistra Xxxxxx
I lamierati della porta sinistra risultano deformati e traslati verso il terzo posteriore;
la struttura della stessa risulta piegata verso l’esterno; tale deformazione non è però
ascrivibile all’impatto, ma alle operazioni di estrazione del conducente
dall’abitacolo.
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Illustrazione 11 – Particolare terzo anteriore sinistro Xxxxxx
Il cofano portabagagli risulta deformato plasticamente ed in alcuni punti lacerato a
causa della forza di impatto e della resistenza della cerniera e della chiusura cui lo
stesso è rimasto vincolato.
Illustrazione 12– Particolare terzo anteriore lato destro Xxxxxx
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Deformazioni di consenso hanno interessato il tetto dell’autovettura in
corrispondenza del montante della porta in cui sono presenti deformazioni e
lacerazioni dei lamierati.
Illustrazione 13– Particolare danni riportati al tetto della Xxxxxx
Data l’entità dell’impatto e l’avanzato stato di usura del veicolo, notevoli segni di
deformazioni di consenso sono visibili anche sul lato destro dello stesso.
In particolare si è riscontrato cedimento delle saldature tra i lamierati con
spostamento per torsione del montante della porta destra in corrispondenza della
cerniera.
Illustrazione 14– Dettaglio vertice anteriore
destro Xxxxx
Illustrazione 15– Dettaglio parafango
anteriore destro Xxxxx
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Illustrazione 16– Vista lato destro Xxxxxx
Non è stato possibile stabilire l’integrità ed il funzionamento dell’impianto
elettrico e di illuminazione visti i danni riportati dal veicolo; tuttavia, dall’analisi
visiva del cruscotto, spostato verso il centro dell’abitacolo, risulta che i comandi
per l’azionamento dei fari anabbaglianti erano in posizione di fari accesi.
Al momento dell’ispezione era inserita la terza marcia ed il dispositivo di
tensionamento della cintura di sicurezza risultava bloccato in posizione di cintura
completamente avvolta; ciò fa presumere che al momento del sinistro il conducente
non ne facesse uso.
I pneumatici montati all’asse anteriore hanno entrambi dimensione 145/70R13. Il
pneumatico montato al posteriore destro ha dimensioni maggiori rispetto a quelli
dell’asse anteriore (155/65 R13); quello al posteriore sinistro risulta lacerato,
pertanto non è stato possibile rilevarne le dimensioni.
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Spessore residuo
battistrada (mm) Produttore /
modello Dimensioni Settimana/Anno
produzione
Anteriore
sinistro
5.8 Fireston
Fuel saver
145/70 R13 np
Anteriore
Destro
5.9
Fireston
Fuel saver
145/70 R13 np
Posteriore
sinistro
3 Non leggibile Non leggibile np
Posteriore destro 6 HanKook 155/65 R13 np
Tabella 2 – Dimensioni e caratteristiche pneumatici Xxxxx
Come si evince dalla tabella sopra riportata, lo spessore residuo dei battistrada
rientra entro il limite ammesso di 1,6 mm. Viceversa, le dimensioni dei pneumatici
montati risultano non conformi a quanto riportato nella carta di circolazione
(135/70 R13). Di conseguenza, il veicolo circolava con modifiche al sistema di
equipaggiamento di cui all’art. 72 comma 2 senza aver superato la prescritta vista e
prova con aggiornamento della carta di circolazione.
(Documentazione fotografica Xxxxx tg. Xxxxxxx – Allegato E)
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Ricostruzione cinematica.
Per la ricostruzione del sinistro sono stati tenuti in particolare evidenza i rilievi
effettuati in loco dalle autorità intervenute desunti dal rapporto fornito al momento
del conferimento dell’incarico, nonché quanto visionato personalmente sui veicoli
coinvolti e sul teatro dell’evento. Stanti tutti gli elementi sopra descritti il fatto può
essere riepilogato come segue:
il giorno xx/xx/xxxx alle ore xx:xx circa lungo la via xxxxxx all’altezza
dell’ingresso della xxxxx, il veicolo Xxxxx, condotto da xxxxxx, percorrendo detta
via in direzione xxxxxxx/ yyyyyy ed uscendo da un’ampia curva verso destra
invadeva la corsia di marcia opposta; da quest’ultima sopraggiungeva il veicolo
Xxxxx condotto da xxxxxxx che collideva l’Xxxxxx. Non essendo state rilevate
tracce di frenata o di altro tipo inerenti la fase che ha preceduto l’urto, non è
possibile esprimersi con la dovuta serenità circa le esatte traiettorie tenute dai due
mezzi in tale frangente; allo stesso modo, non sono emersi elementi atti a stabilire
se uno dei due conducenti abbia effettuato o meno una manovra di emergenza volta
ad evitare l’impatto.
Al fine di definire quale possa essere stata la posizione del punto planimetrico
d’urto si è fatto ricorso alla documentazione fotografica prodotta dalla P.G.
intervenuta nell’immediatezza del fatto. In particolare detto punto è stato collocato
all’altezza della nuvola di detriti osservabile nell’illustrazione 17; la posizione di
quest’ultima è stata individuata grazie al rilievo metrico effettuato dai Carabinieri
riguardante il gruppo ruota/sospensione anteriore sinistra distaccatosi dall’Xxxxx.
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Illustrazione 17– Ubicazione presumibile punto planimetrico d’urto
I due veicoli collidevano in corrispondenza dei rispettivi vertici anteriori sinistri. In
virtù del braccio venutosi a creare tra la forza scambiata nell’impatto ed i rispettivi
baricentri (sedi delle forza d’inerzia – illustrazione 19), i due mezzi a seguito
dell’impatto assumevano un moto roto-traslatorio avente direzione della rotazione
in senso antiorario (preso come riferimento un asse normale alla strada ed orientato
dal basso verso l’alto). In particolare, l’Xxxxx descriveva un angolo di circa 180°
prima di raggiungere la posizione statica, mentre la Xxxxx copriva con la propria
rotazione un angolo inferiore (circa 135°).
CircumvallazioneEsterna
Arpino diCasoria
AB
A
B
Vegetazione incolta
Illustrazione 18–Dinamica sinistro
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Il veicolo condotto dall’xxxxxx, terminava la propria corsa oltre il margine della
carreggiata sul lato sinistro (in prossimità della rete di recinzione dell’aeroporto)
disponendosi pressoché parallelamente all’asse della strada puntando in direzione
xxxxxx; il mezzo condotto dal xxxxxx, spostandosi solo di alcuni metri dal punto
d’urto, si arrestava anch’esso oltre il margine della carreggiata disponendosi con la
parte anteriore verso il centro della strada ed formando con l’asse della stessa un
angolo di circa 45°.
Stima delle velocità.
Dall’analisi della documentazione prodotta dai Carabinieri che hanno effettuato i
rilievi sul luogo del sinistro e dall’osservazione dei danni riportati dai veicoli è
stato possibile reperire un numero adeguato di elementi per effettuare una stima
delle velocità nell’istante immediatamente antecedente l’urto.
In primo luogo, si precisa che, in base all’ubicazione ed alla natura dei danni
riportati dai veicoli, il tipo d’urto subito da entrambi è classificare come frontale
eccentrico a sinistra con direzione di applicazione della forza scambiata pressoché
parallela agli assi di simmetria longitudinali dei mezzi.
Forza Urto
Forza Inerzia
Forza InerziaBraccio
BraccioAlfa Romeo 156
Fiat 126
Illustrazione 19–Sistema delle forze agenti sui veicoli nel corso dell’impatto
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Vista l’elevata complessità della dinamica del sinistro (l’impatto è stato di tipo
eccentrico e, di conseguenza, entrambi i veicoli coinvolti hanno subito una moto
roto-traslatorio) si è proceduto alla ricostruzione ed alla stima delle velocità
mediante software PC-Crash 8.1.
Quest’ultimo ha una duplice funzione: in primis, effettua una stima delle velocità
di traslazione e rotazione in uscita dall’urto sulla base delle stesse grandezze prima
dell’urto e di alcuni parametri geometrici e caratteristici dell’impatto (coefficiente
di restituzione, orientamento piano impatto, posizione punto d’impatto, etc.); il
modello su cui base tale valutazione è di tipo impulsivo (nel corso della collisione
le uniche forze di cui si tiene conto sono quelle scambiate dai veicoli trascurando
quelle di interazione tra pneumatici e strada) ed è definito di Kudlich-Slibar; una
volta valutate le condizioni di uscita dall’urto, il codice risolve le equazioni del
moto dei veicoli a partire dall’impostazione delle varie grandezze che ne
determinano la dinamica (coefficiente d’aderenza, percentuale di frenata, carico
veicoli…). Assegnati tali parametri ed impostate le posizioni e le velocità in
ingresso all’urto, il codice calcola, e rappresenta graficamente, il moto dei veicoli
fino al raggiungimento delle rispettive posizioni statiche.
Raffrontando i risultati forniti dalla simulazione (in particolare le posizioni
statiche), con quanto noto dalla planimetria redatta personalmente e dai
Carabinieri, si valuta l’attendibilità delle condizioni iniziali stabilite per il calcolo.
In sostanza, per il calcolo della velocità, note le posizioni statiche, si è proceduto
con metodo iterativo assegnando diversi valori alle velocità ed alle posizioni
relative dei due veicoli di ingresso all’urto e verificando quale di queste
configurazioni portasse al raggiungimento di una condizione di quiete quanto più
prossima a quella rilevata nel sopralluogo.
Nella simulazione, si è ritenuto opportuno incrementare le masse di entrambi i
veicoli di 70kg per tener conto della presenza del conducente. Per il veicolo
Xxxxx, si è ritenuto opportuno impostare un valore del coefficiente di frenata post-
urto molto elevato per tutte le ruote (f = 0,7) in ragione del fatto che i pneumatici si
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muovevano con angoli di deriva molto grandi (angolo tra la velocità di
avanzamento della ruota ed il piano di simmetria della stessa normale all’asse di
rotazione); ciò è dovuto al fatto che il moto post-urto è stato di tipo
prevalentemente di rotazione. Per l’Xxxxxx è stato invece impostato un
coefficiente di frenata per l’asse anteriore sinistro medio-basso (f = 0.5, valore del
coefficiente di frenata giustificato dal fatto che, mancando la ruota anteriore
sinistra, la forza d’interazione era scambiata tra i lamierati metallici presenti sul
fondo del veicolo ed il manto stradale), e molto basso per le altre ruote (f = 0.05
impostazione giustificata dal fatto che queste ultime in gran parte della fase post-
urto si muovevano con direzione parallela all’asse di simmetria longitudinale del
veicolo ed in assenza di azione frenante).
Sulla base dei parametri sopra descritti, dopo numerose prove effettuate variando
le condizioni iniziali (velocità ingresso urto, velocità angolare, orientamento e
posizione veicolo), i valori delle velocità che hanno garantito il minore errore
rispetto alle condizioni statiche rilevate, sono stati i seguenti:
Velocità ingresso urto Xxxxx: 35 km/h
Velocità ingresso urto Xxxxxx: 70,5 km/h
Il report dei risultati della simulazione è contenuto nell’allegato F.
A conferma dei risultati ottenuti, sono state valutate le velocità minime e massime
compatibili con la marcia inserita per entrambi i veicoli. La velocità di
avanzamento del veicolo V (km/h) è legata alla velocità di rotazione del motore n
(giri/min) tramite:
RRp
CnV
*
*
1000
60
dove Rp è il rapporto al ponte, R è il rapporto al cambio (per la marcia considerata)
e C è la circonferenza di rotolamento della ruota.
Per entrambi i veicoli, il regime di rotazione massimo e minimo del motore è stato
supposto, rispettivamente, pari a 1000 giri/min e 7000 giri/min. Per il rapporto di
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trasmissione totale si è fatto riferimento ai rispettivi manuali tecnici d’officina, dai
quali risulta:
Xxxxxxxx:
Rapporto di trasmissione al ponte 1:4.875
Rapporto di trasmissione III marcia 1:1.3
Xxxxxxx
Rapporto di trasmissione al ponte 1:3.563
Rapporto di trasmissione III marcia 1:0.946
Dalle caratteristiche dimensionali dei pneumatici è stata ricavata la circonferenze
di rotolamento:
Xxxxxxx: 118.7cm
Xxxxxxx: 195cm
Riportando i suddetti valori nella formula precedentemente citata si ottengono i
risultati riportati nella tabella 3:
Veicolo Marcia inserita Velocità minima
[km/h]
Velocità massima
[km/h]
Xxxxxx 3a° 10 80
Xxxxxx 5a° 35 Oltre 200
Tabella 3 – Velocità massime e minime compatibili con le marce inserite
In particolare, dalla tabella si deduce che per l’Xxxxxxx, essendo inserita la 5a
marcia, la velocità di avanzamento non poteva essere inferiore ai 35 km/h.
A supporto dei risultati ottenuti dalla simulazione è stata effettuata la stima delle
velocità anche mediante i metodi analitici tradizionali. In tal caso, si adotta un
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procedimento “a ritroso”: a partire dalla conoscenza delle posizioni statiche
assunte dai veicoli al termine del sinistro e da quella del presumibile punto d’urto
si perviene alla stima delle velocità di uscita dall’impatto; poi, si passa alla
valutazione delle velocità all’ingresso dell’urto facendo uso di un opportuno
modello d’impatto.
Seguendo tale procedimento, si è valutata la velocità di uscita dall’urto sulla base
dell’uguaglianza tra l’energia cinetica posseduta dal veicolo ed il lavoro dissipato
in attrito tra i pneumatici ed il piano stradale. Tale uguaglianza si scrive come:
******2
1 2 fdMlfgMMV
dove M è la massa del veicolo, V è la velocità di uscita dall’urto, g è
l’accelerazione di gravità (9,81 m/s2), l è la distanza percorsa dall’uscita dall’urto
alla posizione di quiete, f è il coefficiente d’attrito, è la rotazione (in radianti)
compiuta nell’evoluzione del sinistro e d è il semipasso medio (media tra
semipasso anteriore e posteriore). Esplicitando la relazione in funzione della
velocità V si ricava:
dflgV 2
f L d
Xxxxxxx 0.5 26.17 1.5 3.14 rad (180°)
Xxxxxxx 0.7 2.14 0.768 2.356 rad (135°)
Tabella 4 – Parametri calcolo velocità post-urto
Le distanze l e le rotazioni sono state desunte sulla base delle posizioni statiche
assunte dai veicoli e del punto planimetrico d’urto. d è una caratteristica
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geometrica del veicolo contenuta nel database di PC-Crash. Per il coefficiente di
attrito si è scelto un valore del tutto analogo a quello adoperato nella simulazione
per entrambi i veicoli. Sostituendo i valori riportati nella tabella nell’espressione
delle velocità di uscita dall’urto e convertiti in km/h si ricava:
Xxxxxxx: 26.5 km/h
Xxxxxxx : 63.2 km/h
La metodologia appena illustrata è suggerita nel testo : “Meccanica
dell’autoveicolo” di Giancarlo Genta ed. Levrotto&Bella.
A questo punto, per avere una stima attendibile delle velocità pre-urto è necessario
ricorrere ad un modello d’impatto. Sono state pertanto considerate le equazioni che
descrivono l’impatto planare tra due veicoli secondo il modello impulsivo proposto
in “VEHICLE ACCIDENT ANALYSIS AND RECONSTRUCTION
METHODS” di Raymond M. Brach and R. Matthew Brach (SAE International). In
base a tale modello d’impatto, i due veicoli possono avere direzioni delle velocità
comunque orientate nello spazio ed il punto d’urto può essere opportunamente
collocato sull’intero perimetro degli stessi. Nell’illustrazione 19, sono riportate
tutte le grandezze geometriche e caratteristiche dell’urto necessarie al calcolo delle
velocità post-urto a partire da quelle pre-urto.
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Illustrazione 20 – Modello impatto
I simboli riportati nell’illustrazione hanno il seguente significato:
m1 e m2 sono le masse dei due veicoli;
I1 e I2 sono i momenti d’inerzia di massa centrali dei due veicoli rispetto
all’asse normale al piano stradale;
θ1 e θ2 sono gli angoli descritti dagli assi dei veicoli con l’asse di riferimento
x;
C è il punto il punto di impatto; la sua posizione rispetto ai baricentri è
individuata mediante le distanze d1 e d2 e gli angoli φ1 e φ2.
Le altre distanze sono definite rispetto ad un sistema di riferimento normale (n) e
tangenziale (t) al comune piano di impatto (che forma con il riferimento {x,y} un
angolo ), come segue:
2222 sendda
2222 cos ddb
27
1111 senddc
1111 cos ddd
Nel calcolo si parte assegnando la velocità pre-urto dei due veicoli v e
l’orientamento della stessa rispetto al sistema di riferimento (tramite l’angolo ).
Una volta ricavate le componenti della velocità nel sistema di riferimento {x,y}
tramite:
cosvvx
vsenvy
si possono ricavare le componenti della stessa nel sistema di riferimento {n,t}
mediante la trasformazione di rotazione:
senvvv yxn cos
cosyxt vsenvv
Secondo il modello adottato è possibile calcolare le componenti lungo n e t delle
velocità possedute dai veicoli dopo l’impatto (V) una volta assegnate le stesse
grandezze prima dell’impatto (v) a mezzo delle seguenti relazioni:
28
dove:
nnrn vvv 12
211
2
2
2
11
I
dmd
I
dmd
I
md
I
md
qbadcca
e = coefficiente di restituzione; è il rapporto tra la componente normale al piano
d’urto della velocità relativa prima dell’impatto e la stessa grandezza valutata
dopo l’impatto nel punto di contatto
μ = rapporto tra la componente tangenziale e quella normale dell’impulso delle
forze scambiate nel corso dell’impatto.
In questo caso, mediante un procedimento iterativo, si sono assegnati valori di
tentativo alle velocità pre-urto (incognite del problema) per ricavare, tramite il
sistema di relazioni sopra riportato, le velocità post-urto (grandezze note).
Tutte le grandezze geometriche ed inerenti l’impatto impiegate per risolvere il
problema, sono riportate nella tabella seguente (con i pedici 1 e 2 si
contraddistinguono, rispettivamente, la Xxxxx e l’Xxxxxx).
29
Parametro Valore
m1 [kg] 760
m2 [kg] 1375
I1 [kgm2] 367.8
I2 [kgm2] 1875.4
Γ [°] 34
φ1[°] -17
φ2[°] 31
d1 [m] 1.64
d2 [m] 1.52
θ1 [°] -3
θ2 [°] 5
e [-] 0
[-] 0.14
Tabella 4 – Parametri calcolo impatto
m1, m2, I1 ed I2 sono grandezze caratteristiche dei due veicoli desunte dal data-base
di PC-Crash 8.1 (le masse sono state confrontate anche con i valori di riferimento
riportati nelle rispettive carte di circolazione). Una volta collocato il punto
d’impatto sul perimetro dei veicoli, i valori di d1, d2, 1 ed 2 sono stati ricavati da
modelli in scala come da illustrazione 21.
30
2=31°
1=-17°
d1=1.64
d2=1.52
Alfa Romeo 156
Fiat 126
Illustrazione 21 – Dati geometrici punto impatto
Il valore del coefficiente di restituzione è stato posto pari a 0 in virtù dell’elevata
velocità relativa tra i due veicoli (moto in verso opposto) e delle elevate
deformazioni riportate dagli stessi (soprattutto la Xxxxxx).
I valori dalle velocità da assegnare all’ingresso dell’urto che hanno garantito il
minimo scostamento dai valori delle velocità post-urto precedentemente calcolate
sono:
Xxxxxxx: 70.5 km/h
Xxxxxxxx: 36 km/h
Tali velocità sono perfettamente confrontabili con quelle fornite dalla simulazione
mediante PC-Crash 8.1. In definitiva, è stata verificata anche analiticamente la
bontà della stima effettuata tramite simulazione.
31
Risposte ai quesiti.
Accettando come buona l’ipotesi di ricostruzione che, purtroppo, non può essere
più precisa a causa dell’insufficienza degli elementi a disposizione, la risposta ai
quesiti dovrà essere intesa con beneficio di inventario qualora dovessero emergere
altri elementi rimasti sconosciuti al momento.
Una delle cause del sinistro è stata la condotta di guida di xxxxxx conducente
dell’Xxxxxx, il quale percorreva in occasione del sinistro la via xxxxxx ad una
velocità notevolmente superiore a quella limite (30 Km/h) ed impegnando la
porzione di carreggiata dedicata al transito dei veicoli provenienti dal senso di
marcia opposto. Tale ultima manovra, tra l’altro, risultava vietata dalla segnaletica
orizzontale (linea di mezzeria continua) oltre che poco prudente in virtù della
curvatura per quanto ampia del tratto di strada che veniva percorso nelle fasi
immediatamente antecedenti la collisione.
Si fa presente inoltre che l’ Xxxxxxx, montando pneumatici differenti per
dimensioni e tipo su uno stesso asse e per entrambi gli assi, non rispettava le
prescrizioni tecniche volte a garantire un’adeguata efficienza di funzionamento del
veicolo.
In fine, si evidenzia come l’xxxxxx continuasse a circolare alla guida del proprio
veicolo nonostante lo stesso fosse sottoposto a sequestro amministrativo ed
affidato al proprietario.
Xxxxxxx, conducente del veicolo Xxxxxx, pur non avendo avuto modo di evitare
la collisione essendosi quest’ultima verificatasi all’interno della corsia dalla quale
proveniva, circolava ad una velocità leggermente superiore al limite massimo
consentito di 30 km/h. Inoltre, si è riscontrato che nell’occasione il conducente non
indossava la cintura di sicurezza; si fa rilevare, ad onor del vero, che, vista la
diversa massa e, soprattutto, la differente filosofia realizzativa in merito ai sistemi
di sicurezza e di protezione degli occupanti tra i veicoli coinvolti, l’esito
dell’impatto avrebbe avuto conseguenze analoghe anche qualora il xxxxxx avesse
indossato la cintura di sicurezza.
32
Conclusioni.
Il comportamento dei singoli autori e soggetti passivi del sinistro può essere così
ricostruito, in base alle risultanze sopra esposte ed in base alle considerazioni che
seguono:
Xxxxxx, conducente del veicolo Xxxxxxx, viaggiando ad una velocità ante-urto
superiore al limite massimo consentito di 30 km/h ed invadendo la corsia di marcia
opposta ha violato il C.d.S in base all’art. 141 comma 2 e 3, all’art.142 comma 1
ed all’art. 143 comma 1 e 3. Non indossando la cintura di sicurezza ha violato
l’art.172 comma 1. Inoltre, l’xxxxxx ha circolato alla giuda del proprio veicolo
nonostante lo stesso fosse stato sottoposto alla misura cautelare del sequestro; per
tale motivo gli veniva elevato VDC serie xxxxx nr. Xxxxx per la violazione
dell’art. 213 comma 4 del C.d.S. Così come riportato nel rapporto redatto dai
Carabinieri della Stazione di xxxxxxx , l’xxxxx è risultato titolare di patente di
guida cat. B xxxxxx rilasciata dalla MCTC di xxxxx il xx/xx/xxxx scaduta di
validità dal xx/xx/xxxx; ha violato pertanto l’art. 126 del C.d.S.. Inoltre, avendo
circolato alla giuda del proprio veicolo con un tasso alcolemico superiore ai 50g/l
ha trasgredito l’art. 186 del C.d.S. In fine, montando l’Xxxxxx pneumatici di
dimensioni differenti da quanto prescritto dalla carta di circolazione e differenti sul
medesimo asse, ha violato l’art. 79 comma 2 e 72 comma 2 del C.d.S..
Xxxxxx, conducente del veicolo Xxxxxx, ha violato il C.d.S in base all’art. 142
comma 1 avendo circolato ad una velocità superiore al limite massimo consentito
di 30 km/h. Inoltre, montando il rispettivo veicolo pneumatici differenti da quanto
previsto nella carta di circolazione, è stato violato l’art. 72 comma 2 del C.d.S.
Il sottoscritto ha determinato quanto sopra in base a considerazioni obiettive
secondo scienza e coscienza con diligenza ed esattezza, al solo fine di mettere in
luce la verità, restando sempre a disposizione della Giustizia per eventuali
chiarimenti.
Xxxxx, xx/xx/xxxx Il perito