one el · risorse umane ed economiche del loro hinterland. ... prescindendo da strategie complesse...

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PTC DELLA COSTA 1 - Relazione

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Peculiarità della costa ligure

L'identificazione della Liguria con una ristretta fascialitoranea è uno stereotipo che porta a misconoscere larealtà regionale ma, altrettanto certamente, è indicativo diuna accentuata gravitazione di tutto il sistema territorialeregionale verso il litorale.

Il fenomeno è solo relativamente recente: di fatto, almenoa partire dal completamento della linea ferroviaria fraSarzana e la Francia, i collegamenti funzionali (e non solofisici) longitudinali alla costa ebbero il sopravvento su quelliad essa perpendicolari, storicamente consolidati e fino adallora generalmente prevalenti. Centri abitati costieri che,per secoli, avevano vissuto strettamente integrati amicroregioni estese verso l'interno o avevano trovatoragione d'essere in quanto sbocchi al mare di un entroterrapadano, diventarono magneti capaci di attrarre le principalirisorse umane ed economiche del loro hinterland.

Ma è solo con l'urbanizzazione massiccia delle areecostiere avvenuta dal dopoguerra agli anni Ottanta che gliscompensi territoriali acquistano evidenza in quanto tali esi manifestano gravi danni all'ambiente e il generalescadimento della qualità del paesaggio.

I problemi che questi fenomeni hanno prodotto possonoessere affrontabili solo in un quadro globale diredistribuzione di pesi o, quantomeno, di riadeguamentodelle infrastrutture al nuovo ordine di cose (è quanto,almeno in certa misura, la politica regionale dei grandipiani di coordinamento si è impegnata a fare).Pertanto il piano della costa ligure non si proponemodifiche o correzioni macroscopiche degli assettiterritoriali; il compito che gli si vuole affidare è quello diprefigurare scelte e stabilire criteri per un uso corretto dellitorale, considerato come risorsa caratteristica efondamentale del territorio ligure.

Si tratta di una risorsa i cui valori estetici e ambientalisono immediatamente evidenti, ma che possiedesignificato culturale e potenzialità economi che non menoimportanti per l'identità ed il benessere della popolazioneligure; si tratta, ancora, di una risorsa ormai scarsa - inquanto l'offerta di localizzazioni costiere è senza dubbiograndemente inferiore alla relativa domanda - e, dimassima, non rinnovabile (solo nell'arco di diversegenerazioni possono aprirsi possibilità di riuso per un tratto

di costa urbanizzato o portualizzato e ben difficilmente vi sipotranno ricostituire condizioni di naturalità).

Quindi, prescindendo da strategie complesse dipianificazione, che possono dispiegarsi solo su tempilunghi e richiedono l'impiego di consistenti mezzi finanziariper essere attuate, occorre approntare con urgenzameccanismi per tutelare la conservazione o indirizzare ecorreggere le trasformazioni in atto della fascia costiera,avendo cura di garantirne e aumentarne la più ampiafruibilità, in quanto bene collettivo sempre più minacciatodal sovrapporsi di interessi particolari.

Delimitazione del campo d'indagine e di efficacia

Se la linea di confine mare/terra è un segno forte -il piùforte- nel territorio, ciononostante assumere la costa comeoggetto d'azione richiede, preliminarmente, una non faciledelimitazione del campo. Infatti non esistono -o esistononumerosi- margini che possono essere assunti adelimitazione della fascia litoranea, verso terra come versomare: di conseguenza il limite va stabilito non in base acaratteri geografici intriseci, ma piuttosto in base agliobiettivi e al carattere dell'azione.

Perciò, considerati gli scopi del presente documento, lafascia interessata dal Piano ha assunto una profonditàcontenuta, limitata il più possibile all'immediato interfacciamare/terra, in modo da coinvolgere una serie circoscritta disituazioni ambientali e di problemi.

E’ sembrato opportuno, ferma restando la necessità diesaminare alcuni fenomeni secondo diversi criteri diripartizione territoriale (bacino idrografico, fasciaaltimetrica, ambito di crinale, limite amministrativocomunale, ecc.) limitare il campo d'azione del Piano allafascia di territorio strettamente necessaria a garantirel'efficacia delle prescrizioni dettate e delle azioni proposte.

Finalità e obiettivi

Il Piano disciplina, promuove e coordina gli interventi sullacosta secondo i principi dello sviluppo sostenibile, dellapianificazione integrata della zona costiera e del controllodella qualità degli interventi.

Il Piano persegue la finalità di ricercare un miglioramentodella qualità paesistica ed ambientale della fascia costierafavorendo nel contempo tutte le iniziative capaci diinnescare una crescita economica ed occupazionale dellaregione.

Tale finalità si traduce anche in una maggior qualificazionee dotazione del comparto turistico e del tempo libero inquanto ritenuto il più idoneo per la valorizzazione delpaesaggio costiero ligure.

Le finalità generali del piano possono essere cosìriassunte:A. tutelare l’ambiente naturale costiero terrestre e marino;B. recuperare l’immagine del paesaggio costiero, nellecomponenti naturali e antropiche;C. incrementare e diversificare le occasioni di fruizione delmare.D. riorganizzare e qualificare il sistema dell'offerta turisticacostiera creando anche nuove opportunità per il turismosostenibile quali quelle rese possibili attraverso il riusoappropriato della linea ferroviaria dismessa e dadismettere.Dette finalità si traducono in più dettagliati obiettivi:a) la tutela e la valorizzazione dei tratti di costa emersa esommersa aventi valore paesaggistico, naturalistico edambientale;

principali fenomeni territoriali

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LA SPEZIA

Sarzana

strada commerciale

risalita dell'edificazione lungo i fondovalle

grandi aree industriali da trasformare e/o riutilizzare

Isola Palmaria

FENOMENI EMERGENTI

Conurbazioni costiere

"citta' diffusa"

Sestri Levante

Rapallo

Chiavari

GENOVA

*

Isola di Bergeggi

*

SAVONA

Albenga

Isola Gallinara

IMPERIAIMPERIA

*Aree protette terrestri istituite ed istituende

*

Ventimiglia

Sanremo

*

*

*

*

IMPERIAVentimiglia

capoluoghi di provincia

Porticciolo turistico

Confine regionale

Porto commerciale

Rete autostradale

Isobate

Parchi marini

Porto petroli

Porto militare

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b) la riorganizzazione e la riqualificazione dei tratti costieriurbanizzati;c) la difesa del litorale dall'erosione marina ed ilripascimento degli arenili;d) lo sviluppo della fruizione pubblica e dell'utilizzo turisticoe ricreativo della zona costiera anche in vista dellaformazione del Piano di utilizzazione delle aree deldemanio marittimo;e) l'adeguamento e lo sviluppo del sistema della portualitàturistica;f) il riuso, in forma integrata e coordinata, dei tratti diferrovia dismessi o da dismettere lungo la costa;g) il miglioramento delle condizioni della viabilità costiera.

Per raggiungere questi obiettivi il piano indica interventi eazioni rivolti a:

1. Incentivare la protezione e la conoscenza delle aree diinteresse naturalistico marine e terrestri;

2. proteggere, migliorare e rendere più accessibili lespiagge;

3. eliminare o ridurre le presenze ambientalmente epaesisticamente incompatibili come attività a rischio diinquinamento, cave, discariche, ecc.;

4. migliorare l’immagine dei waterfront dei centri costieri;

5. incrementare la ricettività, le strutture ed i servizi per lanautica da diporto, individuata come attività generatrice dilavoro specializzato, ad iniziare dalla riconversione dellesezioni dismesse dei porti commerciali;

6. coordinare il riuso della linea ferroviaria già dismessa edi quella da dismettere attraverso un complessivo eunitario progetto di ricomposizione e valorizzazione delpaesaggio ai fini dello sviluppo turistico e dellaqualificazione degli insediamenti costieri (pista ciclabile -trasporto pubblico in sede propria - progetti diqualificazione urbana nelle aree delle ex stazioniferroviarie;

7. migliorare la fluidità del traffico lungo costa privilegiando,in generale, un miglior uso della rete esistente, e lavalorizzazione di percorrenze e visuali;

8. riconvertire le aree dismesse lungocosta(portuali,ferroviarie e ove sussistano le condizioni, militari)rendendole occasioni di riordino paesistico ed urbanistico.

Articolazione e struttura del piano

Le azioni indicate in precedenza, che valgono come criteriin generale applicabili su tutta la fascia costiera, sonoespresse dal piano attraverso:

1) Indicazioni generali per la riqualificazione del territorio,la valorizzazione del paesaggio costiero e la tuteladell'ambiente marino, articolate in:

a) Indicazioni di livello territoriale;

b) Indicazioni per gli ambiti progetto;

c) Indicazioni per gli ambiti di tutela attiva;

d) Indicazioni sui temi progetto;

e) Tavole riassuntive delle indicazioni generali di piano ascala 1:50.000.

2) Indicazioni specifiche relative a settori di intervento diinteresse regionale articolate nei seguenti fascicoli:

a) Difesa costiera e ripascimento delle spiagge, corredatedi tavole a scala 1:25.000;

b) Quadro degli interventi sul sistema dei porti turistici,corredato da tavole a scala 1:25.000 inerenti il grado disensibilità alle trasformazioni dei tratti costieri e da tavole ascala 1:25.000 inerenti la localizzazione degli interventi;

c) Riuso della linea ferroviaria dismessa e da dismetterecorredate da tavole a scala 1:25.000;

d) Quadro degli interventi sulla viabilità costiera, corredatoda tavole a scala 1:50.000.

3) Norme di Attuazione comprensive di:

a) indicazioni di carattere generale sull’utilizzo turistico ericreativo finalizzate alla formazione del Piano diutilizzazione delle aree del demanio marittimo;

b) quadro riassuntivo delle modifiche ed integrazioni alvigente Piano territoriale di coordinamento paesistico ascala 1:25.000.

4) Materiali del Piano:

a) Il tema della pianificazione costiera;

b) L’uso del territorio costiero;

c) Distribuzione ed evoluzione dell'insediamento costiero:aree libere, soluzioni di continuità, fenomeni urbani;

d) Inventario delle aree naturali protette costiere. Indaginesulla qualità dell’ambiente naturale costiero e marino.

Inquadramento legislativo

Com’è noto la formazione del Piano territoriale dicoordinamento della Costa è stata avviata ai sensi dellaLegge regionale n. 39/1984 mediante adozione da partedella Giunta regionale del relativo schema di orientamentocon deliberazione n. 2617 del 4.8.1995.

Detto schema di orientamento è stato inviato ai sensidell’art. 4, 3° comma, della citata l.r. n. 39/1984 ai Comuni,alle Province, alle Comunità Montane nonché a tutti gli altriEnti pubblici a vario titolo interessati (e segnatamente alMinistero per i Beni Culturali ed Ambientali, al Genio CivileOpere Marittime, al Ministero della Marina Mercantile, alMinistero dell’Ambiente, alle Ferrovie dello Stato S.p.a.,all’ANAS, all’Istituto Idrografico della Marina) in vista dellaformulazione di osservazioni ed indicazioni propositive,dell’acquisizione di apporti collaborativi nonché delraggiungimento delle successive intese con leAmministrazioni titolari di aree appartenenti al demanio odal patrimonio indisponibile interessate dalle indicazioni delPiano stesso.In esito a quanto sopra sono pervenuti da parte degli Entilocali numerose osservazioni e vari documenti di naturapropositiva che sono stati presi in considerazione nellaformazione del progetto di Piano

i.

L’elaborazione del Piano territoriale in argomento si èdunque sviluppata nelle more della definizione della LeggeUrbanistica regionale (LUR 4.9.1997 N. 36) che, inattuazione della L. n. 142/1990 ha ridisciplinato glistrumenti di pianificazione territoriale di livello regionale,

i In particolare hanno trasmesso osservazioni su 63 Comuni costieri 52,su 4 Province, quella di Genova, di Savona e Imperia, su 3 Autoritàportuali quella di Savona ed inoltre ha fornito un contributo laSoprintendenza ai beni Ambientali ed Architettonici, le ComunitàMontane Ingauna e Pollupice, l’APT di Genova, la CCIAA di Savona.

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provinciale e comunale ridisegnando il nuovo assetto deipoteri spettanti alle rispettive Amministrazioni.

A seguito dell’emanazione della LUR - la quale hariaffermato in capo alla Regione un ruolo di pianificazioneessenzialmente strategico, concretantesi nella formazionedi un unico Piano territoriale regionale (PTR) costituente ilquadro di riferimento e di indirizzo per le sceltepianificatorie di spettanza degli Enti Locali nonché la sededi recepimento e di aggiornamento del vigente PianoTerritoriale di Coordinamento Paesistico, degli altri piani dicoordinamento già vigenti e dei piani di settore nelle loroimplicazioni territoriali - ed in attesa della approvazione delPTR la Giunta regionale, con deliberazione n. 5134 del15.12.1997, assunta ai sensi dell’art. 76 di detta legge inrelazione ai Piani territoriali di coordinamento in corso diformazione ex l.r. n. 39/1984 alla data di entrata in vigoredella L.U.R., ha scelto di portare a compimento l’iterformativo del Piano territoriale di coordinamento dellaCosta secondo la procedura prevista dall’art. 4 della ridettal.r. n. 39/1984, in ragione dell’evidente rilevanza alla scalaregionale, dei contenuti dello stesso, anche alla lucedell’art. 11, comma 3, lett. d), della soprarichiamata L.U.R.e dello stadio avanzato di progettazione raggiunto da dettoPiano.

D’altra parte va segnalato che l'utilizzo della procedurastabilita nella citata l.r. n. 39/1984 appare comunquerispondente alle finalità di garantire il debitocoinvolgimento, nella formazione del Piano in argomento,sia dei Comuni e delle Province, sia delle competentiAmministrazioni Statali a vario titolo interessate, ove siconsideri che nell’art. 4 di tale legge è garantito, attraversospecifiche modalità, il concorso nella formazione del pianodegli Enti Locali e di tutte le Pubbliche Amministrazioni avario titolo interessate.

In altri termini con la sopracitata deliberazione si èriconosciuto che, fermo restando il doveroso impegno dellaRegione di procedere alla formazione del PTR ai sensi delTitolo II della L.U.R., la conclusione dell’iniziativapianificatoria di che trattasi mediante la definizione diindirizzi per un assetto organico e coordinato degli ambiticostieri sulla base del patrimonio conoscitivo già acquisitoa livello regionale in conseguenza delle precedenti azionipianificatorie nonchè di quelle in corso attraverso lapredisposizione dei Piani di bacino e del ProgettoAmbiente, - corrisponde ad un irrinunciabile obiettivoprogrammatico dell’attuale Giunta regionale.

Invero mediante la formazione del Piano Territoriale diCoordinamento della Costa si intende perfezionare ilprocesso di pianificazione territoriale a valenza non solopaesistico-ambientale, ma anche urbanistica, avviato conl'approvazione del Piano Territoriale di CoordinamentoPaesistico attraverso la messa a punto degli specifici temiconnessi all'assetto delle aree costiere ed allaconseguente definizione di azioni sia di livello strategico,come tali facenti capo alla Regione, sia di livello locale,come tali di spettanza, a seconda dei casi dei Comuniovvero delle Province.

La presente iniziativa pianificatoria trova d'altra partespecifico fondamento ed ulteriore rafforzamento nelquadro normativo statale evolutosi nell’ultimo quinquenniocon riferimento alle varie materie correlate all’assetto dellacosta. Infatti dall’esame della serie di provvedimentilegislativi statali intervenuti si desume una chiarariaffermazione del ruolo delle Regioni nella pianificazioneterritoriale relativa alle aree del demanio marittimo, ai portinonchè nella protezione ed osservazione dell’ambientemarino e costiero.

1) In primo luogo nella L. 28.1.1994 n. 84, ad oggetto"Riordino della legislazione in materia portuale", doveall'art. 5, commi 2 e 4, sono in particolare sanciti duesignificativi principi:

a) che "le previsioni del piano regolatore portuale nonpossono contrastare con gli strumenti urbanisticivigenti", e cioè l'espresso riconoscimentodell'assoggettamento anche delle aree portuali alleprevisioni contenute nello strumento urbanisticogenerale del Comune, con ciò assumendosi unaposizione chiarificatrice dell'annosa questione suirapporti tra demanio marittimo e pianificazionecomunale;

b) che il piano regolatore portuale relativo ai porti di cui allacategoria II, classi I, II e III (e cioè ai portirispettivamente di rilevanza economica internazionale,nazionale e regionale ed interregionale, aventi funzionicommerciali, industriale e petrolifera, di serviziopasseggeri, peschereccia e turistica e da diporto,secondo la nuova classificazione contenuta nell'art. 4della medesima L. n. 84), è, una volta esaurita laprocedura di adozione prevista dal comma 3 dellostesso art. 5 nonché quella di valutazione d'impattoambientale, sottoposto ad approvazione della Regione.

2) In secondo luogo nell'art. 6 della L. 4.12.1993 n. 494 diconversione in legge del D.L. 5.10.1993 n. 400 e s.m.,laddove in vista dell'attuazione della delega alle Regionidelle funzioni amministrative di cui all'art. 59 del D.P.R. n.616/1977 inerenti l'utilizzo a scopi turistici e ricreativi dellitorale marittimo, delle aree demaniali immediatamenteprospicienti nonchè di quelle del demanio lacuale efluviale, è stato:a) fissato al comma 1 un termine perentorio, alla scadenza

del quale ove il Governo non avesse nel frattempoprovveduto agli adempimenti necessari per rendereeffettiva la soprindicata delega, si sarebbe in ogni casoverificata la devoluzione alle Regioni dell’esercizio delleridette funzioni, circostanza che si è verificata a far datadal 1.1.1996 a seguito dell’emanazione del decreto delPresidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.) 21-12-1995 recante l’identificazione delle aree demanialimarittime escluse dalla delega alle Regioni ai sensi delcitato art. 59. In proposito va evidenziato che nei confrontidi detto provvedimento statale la Regione Liguria haproposto ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto diattribuzione per lesione delle attribuzioni regionali,conseguendo con la pronuncia n. 242/1997 dellaConsulta l’annullamento del ridetto decreto in quantoemesso senza il prescritto parere delle Regioniinteressate;

b) previsto al comma 3 del suddetto art. 6 che "le Regionipredispongono, sentita l'Autorità marittima, un piano di

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utilizzazione delle aree del demanio marittimo, dopo averacquisito il parere dei Sindaci dei Comuni interessati edelle associazioni regionali di categoria appartenenti alleorganizzazioni sindacali più rappresentative nel settoreturistico dei concessionari demaniali marittimi".

3) In terzo luogo nell’art. 105, comma 2, lett. e) del DecretoLegislativo 31.3.1998 n. 112, ad oggetto “Conferimento difunzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni eagli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15marzo 1997, n. 59”, ove è stata prevista l’attribuzione alleRegioni delle funzioni relative “alla programmazione,pianificazione, progettazione ed esecuzione degli interventidi costruzione, bonifica e manutenzione dei porti di rilievoregionale ed interregionale e delle opere edilizie a serviziodell’attività portuale”, fermo restando il potere diclassificazione dei porti espressamente mantenuto in capoallo Stato dall’art. 104, comma 1, lett. s) del medesimoD.L.vo n. 112/1998.

4) Inoltre nel sopracitato art. 105, comma 2, lett. l) delD.Lvo 112 laddove rispetto alle sopramenzionate funzionidi gestione delle concessioni d’uso dei beni demanialimarittimi previste dall’art. 59 del DPR n. 616/1977 vieneesteso il campo di applicazione di tali funzioni collegandolea “finalità diverse da quelle di approvvigionamento di fontidi energia”, sia pure con la esplicita esclusione che “taleconferimento non opera nei porti e nelle aree di interessenazionale individuate con il Decreto del Presidente delConsiglio dei Ministri del 21 dicembre 1995”, e cioè con ilrichiamato atto statale, recante l’individuazione delle areeescluse dalla delega ex citato art. 59 e la cui gestione èstata mantenuta in capo allo Stato, già dichiarato inefficacedalla Corte Costituzionale nei confronti della RegioneLiguria con la pronuncia sopra ricordata.

Con la suddetta precisazione limitativa dell’operatività delladelega in argomento lo Stato ha quindi inteso riaffermarel’efficacia del sopracitato D.P.C.M. 21.12.1995, per cuil’Amministrazione Regionale ha nuovamente promosso unricorso alla Corte Costituzionale, in data 20 maggio 1998,per violazione della sfera delle competenze regionalicostituzionalmente garantite.

5) Infine negli articoli 70 comma 1, lettera a) e 73, comma1, lettera a) del più volte menzionato D.Lvo. n. 112/1998 èrispettivamente previsto il conferimento alle Regioni dei“compiti di protezione ed osservazione delle zone costiere”e di “determinazione delle priorità dell’azione ambientale”.

In attuazione del suddetto D.Lvo 112/1998 la RegioneLiguria ha di recente emanato la legge regionale 28 aprile1999 n. 13, ad oggetto “Disciplina delle funzioni in materiadi difesa della costa, ripascimento degli arenili, protezionee osservazione dell’ambiente marino e costiero, demaniomarittimo e porti”, che ha individuato le funzioni riservatealla Regione e quelle trasferite agli Enti locali nellesopraspecificate materie.

In tale contesto alla Regione è stato riservatoessenzialmente un ruolo di programmazione generale e dipianificazione di natura strategica, da esercitarsi sulla basedi principi dello sviluppo sostenibile, in termini ambientalied economico-sociali, e del controllo della qualità degliinterventi, mentre agli Enti Locali sono stati attribuiticompiti autorizzativi e gestionali relativi all’attuazione degliinterventi.In relazione alla funzione regionale di pianificazioneterritoriale sulle aree del demanio marittimo e sui porti, conesclusione di quelli in cui sia costituita un’Autorità portuale,è stato sancito che tale competenza è esercitata, in primoluogo, attraverso il Piano territoriale di coordinamento dellaCosta, oltrechè con gli altri strumenti di programmazione edi pianificazione regionale, e secondo il metodo e glistrumenti della concertazione con gli Enti locali, leAmministrazioni statali interessate, le Autorità portualinonchè i soggetti privati.Alla Regione sono state inoltre riconosciute funzioni di:a) promozione, di concerto con le Province, delcoordinamento e dello sviluppo della progettazione e dellarealizzazione delle opere per la difesa della costa e diripascimento degli arenili, anche attraverso la definizione diappositi criteri generali e di requisiti qualitativi fondati sulprincipio del rispetto della dinamica naturale dei litorali econcernenti, tra l’altro, i materiali da utilizzare (in proposito

si evidenzia che il Piano nel fascicolo 2.2.1 contiene giàparte dei ridetti criteri di carattere generale);b) indirizzo e di coordinamento, attraverso l’emanazione didirettive, nelle materie previste dalla legge in argomento.

Detta legge regionale ha costituito inoltre l’occasione, conriferimento agli aspetti legati alla gestione delle areedemaniali marittime, per dare attuazione alle disposizionidella Legge n. 494/1993 che individuava, a carico delleRegioni, due adempimenti di rilevante importanza:1) la classificazione delle aree, pertinenze e specchi

acquei in tre categorie (A, B e C), in relazione alla alta,media o bassa valenza turistica da esse posseduta,sulla base dei criteri fissati nel D.M. 5 agosto 1998, n.342 che ha assegnato, a tal fine, alle Regioni 180 giorniper provvedere;

2) la predisposizione di un Piano di utilizzazione delle areedel demanio marittimo, a contenuto programmatorio, dacui far discendere una ordinata pianificazionedell’ambito demaniale.

In proposito la l.r. n. 13/1999, partendo dallaconsapevolezza che la classificazione di cui sopra non puòprescindere, oltrechè da una attenta analisi del territorio,anche da uno stretto collegamento con le previsionicontenute nel Piano territoriale di coordinamento dellaCosta, ha sancito che il Piano di utilizzazione delle areedemaniali marittime:a) costituisce specificazione attuativa del Piano della Costa

ed ha individuato al contempo una procedura per la suaformazione attraverso l’adozione da parte della GiuntaRegionale entro 6 mesi dall’entrata in vigore del PianoTerritoriale della Costa, previo coinvolgimento delleAutorità marittime, degli Enti Locali e delle Associazionidi categoria, e la conseguente approvazione da partedel Consiglio Regionale;

b) si attua attraverso i “Piani di spiaggia”, contenenti leregole puntuali per la razionale organizzazione egestione delle concessioni demaniali per finalitàturistico-ricreative, da elaborarsi da parte dei Comuni incoerenza con il Piano di utilizzazione e con gli atti dipianificazione di livello locale.

Nella fase transitoria (e cioè fino all’approvazione delPiano di utilizzazione sopramenzionato) si prevede chepermanga alla Regione la gestione delle funzioniamministrative sulle aree demaniali marittime, mediantel’avvalimento, a titolo gratuito, delle Capitanerie di Porto,mentre, a regime, il compito di esercitare dette funzioni, èstata attribuita ai Comuni, in modo da concentrare, inambito locale, in capo ad un unico Ente tutti gli aspettilegati alla disciplina dell’uso del territorio.

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Le innovazioni legislative sopraricordate, viste nel lorocomplesso, confermano la riconosciuta necessità di unaazione di pianificazione della Regione e degli Enti locali(Province e Comuni) aventi competenze pianificatorie inrapporto al territorio costiero e sono rivelatrici dellaesigenza, ormai sempre più avvertita, di superare ilprecedente regime di separazione sia giuridica, sia di fatto,tra aree del demanio marittimo e restanti parti del territoriocomunale, pervenendo finalmente ad un governo e ad unagestione degli ambiti costieri fondata sui principi dellosviluppo sostenibile, della pianificazione integrata e delcontrollo della qualità degli interventi, nel rispettocomunque delle specifiche competenze spettanti allemolteplici Autorità, sia di livello statale che di livello locale,a vario titolo coinvolte o interessate.

Le competenze interne ed esterneLa principale caratteristica del piano è di doverattraversare in senso orizzontale una serie di tematiche edi competenze, sia interne (proprie cioè delle competenzeregionali quali il turismo, ambiente, i trasporti, la difesa delsuolo, ecc.) sia esterne, ovvero proprie di enti diversi dallaRegione ed esercitanti competenze direttamente delegatedallo Stato (UE, Demanio, Capitanerie, Sovrintendenze,Autorità portuali, Genio Civile OO MM, Ferrovie, ANAS).

A questi enti il Piano avanza delle indicazioni propositive,l’accoglimento delle quali dipenderà dalla capacità dellaRegione di assumere un ruolo di coordinatrice delle azionipianificatorie che a vario titolo hanno influssi sul territorio edi rapportarsi autorevolmente con l’esterno.

La dimensione europea e mediterranea

Un particolare rilievo nel Piano va al rapporto con l’UnioneEuropea e il Piano di Azione del Mediterraneo (PAM)dell’ONU, rispetto al quale il Piano si propone comeesempio di applicazione dei principi della pianificazioneintegrata della costa.

Il Piano fa altresì riferimento alle riflessioni sviluppate, alivello comunitario, circa i rapporti tra turismo e ambiente ele implicazioni a livello ambientale del previsto incrementodelle presenze turistiche nel mediterraneo.

Oltre ai documenti citati in altre parti del Piano (Plan Bleu,V° programma d’azione, Agenda 21-vedi fascicolo 4.1)appare particolarmente significativa la riflessione

sviluppata nel documento “Développement économique etprotection de l’environnemnt des zones cotières” a cura diEnvireg che mostra come, al crescere del numero deituristi si assista al rapido consumo del patrimonio naturaleche provoca una fase di maturità e declino del sito, cuisegue una fase di presa di coscienza e di sforzi volti alripristino ambientale in cui le due curve, quella dei visitatorie quella del patrimonio naturale crescono di pari passo.

Il rapporto con il ptcp

Il PTCP vigente articola le proprie scelte progettuali su duelivelli: quello territoriale e quello locale, ed individua unulteriore fase di approfondimento di livello puntuale.

Le scelte operate a livello territoriale, che sono distinte perambiti territoriali, richiedono un accurata lettura per quantoriguarda il litorale; infatti il litorale si pone rispetto a taliambiti in modo specifico e differenziato in relazione allediverse peculiarità territoriali.In tale prospettiva il PTC della costa in virtù degliapprofondimenti effettuati può consentire un notevolecontributo di specificazione sia per quanto contiene leindicazioni generali e particolari che per quanto concernele indicazioni a carattere di proposta.Per quanto attiene il livello locale, vale la pena ricordareche l’obiettivo generale di valorizzazione del paesaggio èstato attuato dal PTCP attraverso la definizione di unaclassificazione del territorio normata da una gradualità diindicazioni basate sul costante riferimento allo stato difatto. Ciò nonostante parti cospicue del territorio costierorestano escluse da specifiche normative paesistiche inquanto i tessuti urbani (TU) e per molti aspetti le coltureagricole (COL), che interessano una parte consistente dellitorale fanno esclusivo riferimento alle norme urbanistichedi PRG.

Sotto questo profilo il PTC della Costa, per alcune parti diterritorio costiero affrontate come oggetti di specificaattenzione e progettazione, propone utili approfondimentida sviluppare nel livello puntuale dello stesso PTCP.

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Inoltre alcune scelte del PTC della Costa andranno amutare seppur in minima parte la classificazione di alcunezone del livello locale comportando conseguentemente lanecessità di variare il PTCP.Dette proposte di variante sono elencate nell’allegato allenorme di attuazione del Piano.

Il rapporto con gli altri ptc regionali ed il sistema dei

parchi

Essenziale è il raccordo del piano regionale di sviluppo congli altri strumenti di programmazione regionale.I piani esterni alla programmazione territoriale con i quali sisono ricercati raccordi sono stati i seguenti:- progetto ambiente;- piano turistico regionale ;- piano decennale dei trasporti;- piano di risanamento delle acque.

Questo piano interseca però anche le previsioni di altripiani territoriali di coordinamento regionali come adesempio quello dell’Area Centrale o quello dell’accessibilitàa Portofino, nonchè il sistema delle aree protette e deiparchi che interessano la costa.Per questi ultimi viene ribadita l’importanza delle finalità ditutela ambientale e paesistica di quelle zone e ad essi sirimanda in termini di normativa; per i primi assume inveceatteggiamenti diversificati; infatti se per situazioni piùrecenti e di ampiezza limitata quali quelle affrontate dalPTC di Portofino il presente piano ipotizza un semplicerinvio, nel caso di alcune scelte del PTC ACL, alla lucedella maggiore complessità delle scelte che determinanoanche incertezze attuative delle previsioni o rinvii temporalidelle stesse, il presente piano può costituire l’occasioneper una ricalibratura dei percorsi e delle funzioni allorapensate.

Il rapporto con la pianificazione provinciale

La nuova stagione inaugurata dalla legge urbanisticaregionale vede, contestualmente all’adozione del PTCdella Costa lo sviluppo dei Piani Territoriali diCoordinamento Provinciali.

Per quanto di competenza disciplinare, di ambito e pertempistica si dovranno trovare i necessari raccordi tenendo

comunque conto che non sussistono divergenze di obiettivie che tavoli di lavoro coordinati saranno necessari, oltreche utili, per la definizione del piano.

Questo infatti è stato concepito come un piano che sievolve e si definisce in fasi successive per le qualidovranno concorrere diversi soggetti, e soprattutto leProvince avranno necessariamente un ruolo importante.In particolare il ruolo delle Province potrà estrinsecarsi suitemi del coordinamento delle amministrazioni comunalinello sviluppo degli Ambiti progetto, nella gestioneoperativa del demanio turistico, nel miglioramento dellaqualità delle acque balneabili, nel coordinamento deiprogetti di difesa e ripascimento delle coste.

Alla diretta gestione regionale sono demandati invece queitemi che per loro natura travalicano l’ambito provincialecome ad esempio il sistema dei porti turistici, lariconversione delle aree ferroviarie, la viabilità discorrimento costiera.

Le risorse attivabili

Significativi e già programmati trasferimenti dallo Stato alleRegioni nel settore dell’ambiente e la disponibilità dicontributi europei per progetti sul turismo e per lariconversione dei siti industriali in crisi potranno, seconfermati, costituire risorse rilevanti.Non va dimenticato però che le Regioni saranno chiamatead assumere in futuro un ruolo sempre più spinto diautonomia impositiva.In questa prospettiva il Piano individua nel riordino erazionalizzazione e nella successiva gestione delleconcessioni demaniali (passate alla competenza regionale)un determinante strumento sia per il raggiungimento degliobiettivi prefissati che per la creazione di risorse dadestinarsi a progetti operativi per la costa.In generale però i progetti di Piano dovranno essereverificati rispetto alla loro concreta fattibilità economica, eprevedere quindi, ove necessario, il coinvolgimento attivodegli operatori privati.Rispetto all’attuale situazione questo Piano può infattiaprire nuove possibilità d’intervento per i privati; a questi sichiede collaborazione per impostare progetti il più possibilecondivisi negli obiettivi e controllabili nei risultati.

L’organizzazione delle conoscenze

Per la formazione del piano sono state analizzate diverse enumerose fonti documentali (v. anche la bibliografiaallegata) che, opportunamente raccolte ed organizzate,potranno diventare una ricca fonte di informazione edoccasione di studio per tutti gli operatori e gli enti locali cheavessero necessità di affrontare tematiche od interventiinerenti la costa.Tale archivio dovrà essere organizzato e implementato nelfuturo, ed essere concepito come strumento operativointerdisciplinare e aperto a futuri contributi ed arricchimentie dovrà divenire una base conoscitiva importante estrumento attuativo del piano stesso in quanto capace digarantire una immediata, controllata e corretta conoscenzadelle problematiche inerenti l’ambito costiero.

Relazione

bibliografia

NORMATIVA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO

Norme nazionali

L.n. 979/1982 Disposizioni per la difesa del mare

D.P.R. n.470/1982 Attuazione Direttiva CEE qualità acque di balneazione

L.n. 183/1989 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo

L.n. 394/1991 Legge quadro sulle aree protette

L.n. 494/1993 Concessioni demaniali marittime

L.n. 84/1994 Riordino della legislazione in materia portuale

D.P.R. 12 aprile 1996 Atto di indirizzo e coordinamento per l’attuazione dell’art. 40, comma 1, della L. 22 febbraio

1994, n. 146, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale

L.n. 59/1997 Delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della

Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa

L.n. 267/1998 Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico....

D.L. 112/1998 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali, in

attuazione del Capo I della L. 15 marzo 1997 n. 59

Leggi regionali

l.r.n. 39/1984 Disciplina dei Piani territoriali di coordinamento

l.r n 36/1997 Legge Urbanistica regionale

ATTI DI PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DELLA REGIONE LIGURIA

Piano territoriale di coordinamento Paesistico, 1990

Piano regionale di risanamento delle acque , 1991

Piano territoriale di coordinamento per gli insediamenti produttivi dell’Area Centrale Ligure , 1992

Linee guida del Progetto Ambiente , 1993

Piano Territoriale di coordinamento Savonese Bormide ,1997

Piano Territoriale di coordinamento La Spezia Val di Magra , 1997

Progetto Turismo 2000, 1995

Piano territoriale Regionale delle attività di cava , 1995

Programma regionale di sviluppo (Quadro di riferimento), 1997

Grande viabilità nell’area metropolitana genovese : indirizzi per la progettazione di un nuovo modello della rete adeguato alle

funzioni di capacità e fluidità di traffico e per migliorare l’accessibilità al territorio allegato tecnico alla D.G.R. n.111 del 18 aprile 1997

Atti della prima conferenza di pianificazione ex art.6 L.r. 36/1997- 1998

STUDI DI SETTORE PREDISPOSTI PER IL PIANO DELLA COSTA

Quadro Organico di Orientamento per il Riassetto della Fascia Costiera , Aquater,1988in particolare i fascicoli relativi a:

dinamica costiera

campagna batimetrica

campagna sedimentologica

assetto geomorfologico

unità fisiografiche

studio su portualità minore, rete ferroviaria,strutture ricettive e flussi turistici, flussi di traffico,

dinamiche demografiche e patrimonio edilizio

analisi territoriali

Geologia e rapporti tra costa e entroterra (G. Fierro, P.Maifredi)

Indicazioni propositive per la risoluzione di problemi connnessi a colmate, ripascimenti e sistemazionegeologica dei versanti (G. Fierro, P.Maifredi)

Indagine sulla nautica da diporto (G.Bussetti)

Rapporto schematico sugli studi a carattere biologico riguardanti la parte marina della fascia ligure(Ist.Zoologia dell’Università di Genova)

STUDI RELATIVI A SPECIFICI ASPETTI DELLA COSTA LIGURE

Studi Propedeutici al Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico, Regione Liguria, 1990relazione e tavole relative a:

Morfologia e idrografia,

Vegetazione reale,

Agricoltura,

Vincoli ambientali

Emergenze storiche,

Paesaggio costruito

S.S.n.1 Aurelia

Atlante delle spiagge italiane, CNR / Min. P.I. 1990

Atlante della Costa, Regione Liguria, 1997

Relazione

bibliografia

DOCUMENTI DI PIANIFICAZIONE DI SCALA SOVRANAZIONALE

documenti ufficiali

Europa 2000 1991

Europa 2000+ 1995

Lo spazio italiano nello Sviluppo dello Spazio Europeo tendenze e proiezioni al 2015 Presidenza del Consiglio

dei Ministri 1996

Assetto del territorio europeo- Riunione dei Ministri delle Politiche Regionali e dell’Assetto del Territorio a

cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie Venezia , 3 e 4 maggio 1996

Evolution prospective des régions de la Méditerranée-Ouest -1993

Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo -Primo rapporto ufficiale -Presentato al meeting informale dei ministri responsabili

della pianificazione territoriale degli stati membri dell’unione europea . Nordwijk, 9 e 10 giugno 1997

altri documenti

Atlante delle Alpi occidentali IRES-(progetto Interreg 1996)

Atlante province Cuneo Imperia Dipartimento Alpi Marittime (progetto Interreg 1995)

PIANIFICAZIONE COSTIERA

Spiagge e porti turistici Giorgio Berriolo Giorgio Sirito Milano 1972

Il recupero dei litorali urbani: verso la definizione di una metodologia di intervento a cura di R. Bobbio su studi e

notizie ilres n.2 1985

Pianificazione delle aree costiere Dinamica dei litoriali e gestione delle risorse -contributi vari raccolti a cura di

Dario Franchini Milano 1988, Atti della giornata di studi Sviluppo delle aree costiere, dinamica dei litorli, conservazione della natura

Pietrasanta 9 maggio 1987

Plan de Costas Corporacio’ metropolitana de Barcelona 1987

Rapporto sull’economia del mare L’impatto socio-economico delle attività di impresa marittima nello sviluppo del paese

FEDERAZIONE DEL MARE - CENSIS 1998

La pianificazione delle coste -rapporto di ricerca Roberto Bobbio Genova 1990

Manuale per la difesa del mare e della costa - Fondazione Giovanni Agnelli Torino 1990

Istruzioni tecniche per la progettazione ed esecuzione di opere di protezione delle coste Presidenza del

consiglio Superiore dei Lavori pubblci Servizio tecnico centrale, approvate dall’Assemblea generale del Consiglio Superiore LLPP con voto n.

151 del 28.6.1991

Urban change and the environment; the case of the North western Mediterranean Gisella Cortesi Milano

1995

Studio preordinato ad una migliore localizzazione degli impianti e stabilimenti costieri negli scalimarittimi al fine della minimizzazione dei rischi sia in materia di sicurezza sia in materia di tutelaambientale Ministero della Marina mercantile Roma 1993

documenti specifici sul tema della pianificazione integrata

Le Plan Bleu Avenirs du bassin méditerranéen Parigi1989

Le littoral, éléments de diagnostic Ministère de l’équipement, du logement, des Transports et de l’ Espace. Direction de

l’Architecture et de l’Urbanisme, Service technique de l’urbanisme Parigi 1992

Développement économique et protection de l’environnement des zones cotières, un guide des pratiquesperformantes Envireg. Commissione Europea Bruxelles 1994

Guidelines for integrated management of Coastal and marine areas UNEP Nairobi1995

Guide méthologique d’aide à la gestion intégrée de la zone cotière Commission Ocèanographique

intergouvernementale Unesco 1997

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

documenti ufficiali

Agenda XXI 1992

V piano d’azione della Comunità europea 1993

Piano nazionale per lo sviluppo sostenibile Del CIPE 28 dicembre 1993

L’ambiente nell’unione europea -1995 (relazione dell’Agenzia europea per l’ambiente per la revisione del Quinto programma

d’azione ambientale)

Città in europa, Globalizzazione, coesione e sviluppo sostenibile Documento della Presidenza italiana per la riunione

dei Ministri delle Politiche regionali e dello sviluppo del Territorio Venezia 1996

Un nuovo governo del Territorio per lo sviluppo sostenibile- Regione Lombardia Milano 1996

Per uno sviluppo durevole e sostenibile (relazione intermedia della commissione europea e programma d’azione a favore

dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile) 1997

ricognizioni sullo stato dell’ambiente comunitario

La valutazione di Dobris -Agenzia Europea per l’Ambiente - Unep-Ocse, Consiglio d’Europa, UICN, Eurostat 1991

L’ambiente nell’Unione Europea 1995-relazione per la revisione del V programma di azione ambientale, aggiornamento della

relazione del 1992 sullo stato dell’ ambiente nell’UE su richiesta della C.E. Agenzia Europea per l’Ambiente/Eurostat 1995-

Studi di carattere generale

La regione sistema territoriale sostenibile Compendio di geografia regionale sistemica A Vallega Milano1995

Sostenibilità, strategie di Piano e livelli di Governo: le questioni rilevanti R.Camagni intervento a seminario Ilres per

la redazione del PTR Liguria Genova 1997

Mediterraneo, città territorio economie alle soglie del XX secolo AAVV Roma 1995

Convegni e articoli

Atti del Convegno internazionale Gli studi di impatto come strumenti per un turismo sostenibile Genova 1997

Governo del territorio e saperi specialistici . L’incerto oscillare tra separatezza, concorrenza e cooperazione, di Loredana

Seassaro su Urbanistica Inf. n. 151/1997

Relazione

bibliografia

LIGURIA-

La Liguria e il mare AAVV Genova 1991

paesaggio

Paesaggio e immagine di Genova Ennio Poleggi , Genova 1982

Liguria sul mare Giannetto Beniscelli, Genova 1983

Liguria terra tra cielo e mare Roberto Merlo, Genova 1994

Dal Tino al Mesco, sopra e sotto il mare Ass.ne isola del Tino Genova 1994

storia

Genova e la Liguria nel mediterraneo insediamenti e culture urbane Paolo Stringa, Genova 1982

studi specifici

I soggetti artistici di Bordighera Charles Garnier

Lodovico Winter giardiniere in Bordighera Luigi Viacava, Genova 1996

Genova lo sviluppo topografico Pietro Barozzi, Genova 1993

cartografia storica

Carte francesi e porti italiani del seicento a cura di Ennio Poleggi Genova 1991

Pianta delle due riviere della Serenissima Repubblica di Genova divise ne’ Commissariati di Sanità Matteo Vinzoni, a

cura di Massimo Quaini Genova 1983

Carte e cartografi in Liguria AAVV a cura di Massimo Quaini, catalogo del ciclo di mostre omonimo Genova 1986

raccolte fotografiche

Un secolo di storia fotografica del Tigullio- supplemento a “ il golfo” mensile del Tigullio 1987

C’era una volta - Genova e la Liguria raccolta fotografica a cura di La Repubblica-Il Lavoro

portualità

documenti ufficiali

Conto Nazionale dei Trasporti (dati consuntivi afferenti all’anno 1995 con i primi elementi relativi al 1996) 1997

Progetto di Piano Regolatore Portuale di Genova Autorità Portuale di Genova luglio 1998

studi e articoli

I trasporti in Italia Ministero dei trasporti e della navigazione Direzione generale della programmazione, Organizzazione e

Coordinamento 1997

Piani di sviluppo dei porti liguri Matteo Paltrinieri su Prospettive dell’economia n. 3/1997

Il Porto di Genova: un’analisi sulla sua recente ripresa Matteo Paltrinieri su Prospettive dell’economia n. 2/1997

I Porti italiani nell’era del container: tra declino e ripresa Roberto Cullino su Prospettive dell’economia n. 2/1997

Il trasporto multimodale europeo Eugenio Calcagnini su La Spezia Oggi n.2/1997

Il trasporto merci e l’intermodalità Andrea Debernardi su Urbanistica informazioni n. 154 luglio agosto 1997

L’union fait la force (les ports de Ligurie visent un champ d’action élargi) su Révue de la navigation 30 maggio 1998

Savona Vitale Autorità portuale di Savona 1998

dati statistici

Bollettino regionale Regione Liguria nn.vari

La popolazione in Liguria tra il XIX ed il XX secolo Regione Liguria Ufficio statistica

Liguria 3 Unioncamere liguri nn.vari