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Page 1: Omeopatia e PNEI -  · PDF filegiungere a quella che Bottaccioli chiama la grande connessione. Si delinea sempre più l’impossibilità di scindere mente e corpo, il cervello

7Anno III / Numero 4 - Marzo 2002

Niente in un essere vivente puòprescindere dal suo tutto e qualsiasiparte compartecipa all’eventualeinsulto subito da una di esse, siaquesta la più piccola. Un qualsivo-glia stimolo, anche se diretto ad unainfinitesima particella dell’organi-smo, che poi come tale può esserechiave di volta di incommensurabilirealtà sub-microscopiche e sub-nucleari e perchè non sub-atomiche,innesca una catena di reazioni chi-mico-fisiche che molto spesso nonsono quantificabili neppure con ipiù moderni mezzi di cui oggidisponiamo. In un mondo comequello attuale, esistono ancoraaspetti della realtà quotidiana di dif-ficile interpretazione dal punto divista medico, che sfuggono aglischemi dottrinari di cui la nostracultura scientifica è impregnata inquanto troppo complessi, troppocoinvolgenti il tutto e non singoleparti nelle quali la medicina ufficialeha sempre tentato di inquadrarli.In questa realtà così pirandelliana-mente complicata, così relativistica-mente considerabile, è andata negli

ultimi decenni, ma soprattutto negliultimi anni, facendosi sempre piùlargo una concezione integrata del-l’essere umano che è sempre piùvalutato come una rete di informa-zioni in perpetuo scambio fra loro. Ivari meccanismi di bio-feed-backevidenziati inizialmente soltanto perle informazioni esistenti fra alcune epoi, nel tempo, fra tutte le ghiandoleendocrine hanno costretto a conti-nue rivisitazioni di tutte le possibi-lità di comunicazione esistenti fra lediverse parti del corpo umano. Ognicellula, ogni organo, ogni apparato,ogni grande sistema è in continuointerscambio con tutti gli altri nellatensione di mantenere un equilibrioed una armonia interni che peraltrosono alla base dell’auspicabile riso-nanza di ogni essere vivente con ilmondo circostante, anche se tuttociò è continuamente disturbato edinficiato da stimoli perturbatorisecondo quel disegno impenetrabileche governa il mondo e che travalicale possibilità di comprensione dellamente umana.Di questa complessa realtà si reseben conto Hahnemann quando,superando le concezioni medichedel suo tempo, cominciò a parlare dimalato e non di malattia, quandoconsiderò la patologia una sorta dicontinuazione della fisiologia, unaltro aspetto di questa e non qualco-sa a se’ stante, di avulso dal contestouomo, di casualmente intervenuto.Egli considerava “la malattia unamodificazione dell’equilibrio funzio-nale e dinamico dell’organismocurabile solo con mezzi altrettantodinamici e sovrasensibili”.L’evento patologico dipende dallapersonale recettività ad uno stimoloche non è detto provochi anche inun altro individuo la stessa oppureuna simile risposta, così come asserìessere altrettanto personale la riso-

nanza della malattia a livello psichi-co e la sensibilità al farmaco secon-do il paradigma: a malattia indivi-duale, farmaco individuale. Lamodernità e la genialità di questomaestro è ancora più elevata se siparagonano i suoi studi, che lo por-tarono alla affermazione di una pre-cisa dottrina, a ciò che soltanto negliultimi decenni (meglio ancora, negliultimi anni) ha portato alla conside-razione della cosiddetta psico-neuro-endocrino-immunologia, piùsinteticamente PNEI. Essa riuniscealcuni dei principali aspetti dellavita umana non prescindendo asso-lutamente da tutti gli altri, bensìtenendoli tutti presenti perché tutticonnessi in una rete informativa cheè alla base della vita stessa.Anche questa nuova concezionescientifica afferma la realtà dell’u-nità psico-fisica dell’uomo, identifi-ca il malato e non la malattia, consi-dera i sintomi manifestati dai diver-si grandi sistemi in quel preciso con-testo di malattia e non solo quelliriguardanti la malattia così comecomunemente etichettata. Esiste unindividuo ammalato, che partecipacon tutto il suo essere alla patologiae non la malattia di una sua solaparte scissa da tutte le altre. Si trava-lica da una parte il modello biologi-co e dall’altra quello psicologico pergiungere a quella che Bottacciolichiama la grande connessione. Sidelinea sempre più l’impossibilità discindere mente e corpo, il cervelloda tutto il restante: un intero deveessere valutato fin nelle sue partipiù infinitesime, lanciando un’ulte-riore battaglia verso la medicina set-toriale, localicistica, limitata e limita-tiva che per molto, troppo, tempo haimperato. L’uomo è un sistema bio-logico composto di cellule fra lorotutte interdipendenti ed integrate, èl’espressione di una regolazione

Omeopatia e PNEIdi Stefania GRAZIOSI

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Convergenze Parallele

L’Omeopatia considera l’uomo comeuna unità psico-fisico-emozionale e lamalattia come uno squilibrio di taleentità, un evento patologico contrad-distinto da una reazione estremamen-te individuale. L’uomo è, secondo ladottrina omeopatica, una interezzanon scindibile in parti senza snatu-rarne l’essenza, una realtà bio-fisicache si esprime attraverso i concomi-tanti caratteri morfologici, funzionalie psichici e con tutti questi partecipadel suo se’ad un qualsiasi eventoperturbatore esterno.

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generale armonica e data pertantonon da funzioni isolate, bensì da uncontinuo interscambio alimentato dasvariate molecole ed elementi chimi-ci che la ricerca va sempre più deci-frando. Più si conoscono le sostanzedi cui l’uomo è composto, più sicapiscono tutte le connessioni bidi-rezionali fra le parti che lo costitui-scono e più si apprezza la PNEI cheva, fra l’altro, a convalidare la dottri-na omeopatica riguardo il suo con-cetto di uomo e l’importanza dell’in-finitesimale, riguardo il dinamismovitale ed il relativismo scientificoscaturito dalle importanti mete rag-giunte dalla fisica di questo secolo.A conferma di tutto ciò si parla oggidel sistema immunitario come dicervello immuno-mobile e della retenervosa dell’apparato digerentecome di cervello enterico. Tutto nelnostro interno è connesso, ma incontinua relazione con l’esterno, ilquale può divenire quid perturbato-re e determinare uno stato di allar-me nell’individuo che risponderàsecondo le sue capacità di adatta-

mento, secondo quello cheHahnemann chiamava il terreno eche oggi si definisce costituzione,secondo quello che in PNEI è ilsistema uomo. A questo punto qualeè il compito del medico secondo laPNEI? E’ quello di attuare un’azioneriequilibratrice del sistema. E checosa diceva il fondatore dell’omeo-patia? Compito del medico è ripor-tare il malato allo stato di salute,ripristinare l’equilibrio nella suaforza vitale. La nuova immagine cheil medico acquista è quella di unesperto interdisciplinare che sappiasintetizzare il lavoro delle varie figu-re specialistiche, comunque attualied importanti nella moderna medi-cina, di un clinico preparato chesappia riconoscere le informazionidettate dalla “rete uomo”, che sap-pia integrare tutti i sistemi di cuil’individuo è composto, e conse-guentemente sappia agire terapeuti-camente, destreggiandosi fra ciò cheha a disposizione nella farmacopeaufficiale, ma anche fra tutto ciò cheoggi viene ancora definito “alterna-

tivo”. E fra questo c’è appunto l’o-meopatia che, con le sue dose infini-tesimali, con i suoi “quanti energeti-ci”, con lo stimolo di ciò che è insitoin ciascuna cellula, può intervenire eripristinare quell’omeostasi che ilsoggetto ha perduto.In tutta questa ampia visuale dii n t e rconnessioni interne ed esterneall’uomo, non vanno sottovalutatigli imponenti cambiamenti chel’ambiente ha subito nel corso deltempo e soprattutto nella ultimametà del ventesimo secolo. Sonoandate conformandosi una serie dipatologie ambientali e nutrizionalia cui è necessario porre la necessa-ria attenzione, sono apparsemalattie autoimmuni prima scono-sciute, dilagano le neoplasie mali-gne ed i disturbi psicologici, èapparso l’AIDS. Oggi più che maiè necessario riflettere su questo ec o n s i d e r a re a fondo le potenzialitàdel dinamismo vitale insito inogni più minima parte di quelgrande sistema integrato che èl’uomo. ♦

Anno III / Numero 4 - Marzo 2002

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Si può scrivere una lettera, un articolo, una mail: tutto può servire per questo piccolo manipolo di omeopati checredono fermamente nella diffusione a tutti i livelli delle cognizioni metodologiche che sono alla base dell’omeo-patia e della loro ideale integrazione con quella che viene definita la medicina convenzionale. L’intento è quello dioffrire un mezzo diverso dal solito per mettere in collegamento tra di loro tutti coloro che si interessano di omeo-patia (a tutti i livelli) e che hanno la buona volontà e il rigore scientifico necessari per mettere le loro conoscenze adisposizione di quanti sono interessati all’argomento.

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