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1 il Vescovo di Isernia – Venafro Omelia Santa Messa del Crisma Chiesa Parrocchiale di S. Giuseppe Lavoratore Isernia, 30 Maggio 2020 Carissimi fratelli nel presbiterato e fratelli religiosi, carissimi diaconi, carissime sorelle religiose, carissimi seminaristi, carissimi fratelli e sorelle nel Battesimo, Siamo tutti profondamente scossi: ogni giorno ci assalgono i timori per la nostra salute e per la nostra stessa vita. Quelli che stanno trascorrendo sono mesi costellati di notizie incontrollate, di comunicati stampa che ci riempiono di numeri e di cifre percentuali, lasciandoci però vuoti e smarriti per ciò che vediamo accadere. La nostra quotidianità è scandita dall’accavallarsi di situazioni che si riversano su di noi in modo inarrestabile e che ci fanno assaporare il senso dell’impotenza ed il bisogno dell’altro, di un Altro. Proprio in questo momento in cui è più forte il desiderio dell’Altro, paradossalmente, le nostre chiese rimangono vuote, gli spazi familiari delle nostre parrocchie sono completamente ripensati: sembra che ci venga reso impossibile questo rapporto spirituale che ha salvato intere generazioni. Se attingiamo alla nostra memoria, tutti noi abbiamo il ricordo di nonni o parenti che hanno superato crisi di pari gravità ricorrendo a Dio nella preghiera e nella Celebrazione Eucaristica. La stessa celebrazione odierna, la S. Messa del Crisma del 2020, appare emblematica della condizione che viviamo: assenza di fedeli e di parte del clero, per ragioni di sicurezza contro l’imperversare del Coronavirus. Eppure, proprio in questa condizione di precarietà si riaccende il desiderio di Dio, della vicinanza dei fratelli, della gioia dell’assemblea domenicale, in particolare dell’Eucaristia: questo digiuno forzato ravviva in noi un desiderio ancora più forte e pregnante di Gesù! Che esperienza, carissimi sacerdoti, è celebrare da soli! Quanto ci è mancato il nostro popolo nelle Celebrazioni eucaristiche che abbiamo celebrato in privato! È vero, la celebrazione è l’intercessione costante a favore del nostro popolo e la sua efficacia riversa frutti copiosi di grazia sui nostri fedeli, ma “soli con Dio solo” (S. Gemma Galgani) non abbiamo potuto non sentire il bisogno di quegli sguardi, di quei volti, di quegli abbracci e di quelle strette di mano che ci fanno sentire famiglia e che ci rendono corresponsabili nel cammino di fede! In questi

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il Vescovo di Isernia – Venafro

OmeliaSantaMessadelCrisma

ChiesaParrocchialediS.GiuseppeLavoratoreIsernia,30Maggio2020

Carissimifratellinelpresbiteratoefratellireligiosi, carissimidiaconi,

carissimesorellereligiose,carissimiseminaristi,carissimifratelliesorellenelBattesimo,

Siamotuttiprofondamentescossi:ognigiornociassalgonoitimoriperlanostrasalute

e per la nostra stessa vita. Quelli che stanno trascorrendo sono mesi costellati di notizieincontrollate, di comunicati stampa che ci riempiono di numeri e di cifre percentuali,lasciandoci però vuoti e smarriti per ciò che vediamo accadere. La nostra quotidianità èscanditadall’accavallarsidisituazionichesiriversanosudinoiinmodoinarrestabileechecifannoassaporareilsensodell’impotenzaedilbisognodell’altro,diunAltro.Proprioinquestomomento in cui è più forte il desiderio dell’Altro, paradossalmente, le nostre chieserimangono vuote, gli spazi familiari delle nostre parrocchie sono completamente ripensati:sembra che ci venga reso impossibile questo rapporto spirituale che ha salvato interegenerazioni.Seattingiamoallanostramemoria,tuttinoiabbiamoilricordodinonnioparentichehannosuperatocrisidiparigravitàricorrendoaDionellapreghieraenellaCelebrazioneEucaristica. La stessa celebrazione odierna, la S. Messa del Crisma del 2020, appareemblematicadellacondizionecheviviamo:assenzadifedeliedipartedelclero,perragionidisicurezza contro l’imperversare del Coronavirus. Eppure, proprio in questa condizione diprecarietàsiriaccendeildesideriodiDio,dellavicinanzadeifratelli,dellagioiadell’assembleadomenicale, inparticolaredell’Eucaristia:questodigiunoforzatoravvivainnoiundesiderioancorapiùforteepregnantediGesù!Cheesperienza,carissimisacerdoti,ècelebraredasoli!Quantocièmancatoilnostropopolonelle Celebrazioni eucaristiche che abbiamo celebrato in privato! È vero, la celebrazione èl’intercessionecostantea favoredelnostropopoloe la suaefficacia riversa frutti copiosidigrazia suinostri fedeli,ma “soli conDiosolo” (S.GemmaGalgani)nonabbiamopotutononsentireilbisognodiqueglisguardi,diqueivolti,diquegliabbracciediquellestrettedimanochecifannosentirefamigliaechecirendonocorresponsabilinelcamminodifede!Inquesti

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giornicisiamosentiti impotentidi fronteatantodoloreeabbiamoconstatatoildisagiocheanche la nostra assenza ha generato nel momento in cui sarebbe stato necessarioaccompagnareparentieamicideidefuntinelpercorsodelluttoedellaconsolazione.Sembracheilnostroministerosiastatosconfitto!Ma,PapaFrancescociesorta:“Fratelli, ildoloredi tantevittime, ildoloredelPopolodiDio,cosìcomeilnostro,nonpuòandareperduto.ÈGesùstessocheportatuttoquestopesosullasuacroceeciinvitaarinnovarelanostramissioneperessereviciniacolorochesoffrono,perstare, senza vergogna, vicini alle miserie umane e, perché no, viverle come proprie perrenderleeucaristia (cfr.EG,268-270). Ilnostro tempo, segnatodavecchieenuove ferite, ciimponediessereartigianidirelazioneecomunione,aperti, fiduciosie inattesadellanovitàche il Regno di Dio vuole suscitare oggi. Un regno di peccatori perdonati, invitati atestimoniare la sempre viva e attiva compassione del Signore; «perché eterna è la suamisericordia».” (Francesco, Lettera ai Sacerdoti, in Occasione del 160° Anniversario dellamortedelSantoCuratoD'ars).

Èalloraimportante,insiemeaPapaFrancescoeconlesueparole,perognunodinoi,inprimapersona, ritornare «a quel punto incandescente in cui laGrazia diDiomi ha toccatoall’iniziodelcammino.Èdaquellascintillachepossoaccendere il fuocoper l’oggi,perognigiorno,eportarecaloreeluceaimieifratellieallemiesorelle.Daquellascintillasiaccendeunagioiaumile,unagioiachenonoffendeildoloreeladisperazione,unagioiabuonaemite»(Francesco,OmeliaVegliaPasqualenellaNotteSanta, del 19.04.2014). In questomomentocosìdelicato,èproprio importanterimanere incomunionecon tutta laChiesae farenostrol’invito del Santo Padre a riappropriarci della nostra vocazione, del nostro sacerdozio, perpoterconfermareoggi,ancheadistanza,nellevarierealtàparrocchiali,ilnostro“sìlovoglio”delgiornodellanostraOrdinazionepresbiterale.Questo“sì”siconcretizzanelladinamicacheaccompagna questi nostri giorni, attraverso momenti di intercessione e di preghieraadorante: è l’Eucaristia, così “speciale”, che accende in noi quel dialogo intimo e diretto, enello stesso tempo riservato ed esclusivo, conGesù, rendendoci interpreti autentici di quelrendimentodigraziecheEgli,permezzonostro,rivolgealPadrepertuttiisuoifigli.L’Eucaristia,misterosublime

Per questo, carissimi, in questo giorno a noi sempre così caro, è mio desideriosoffermarmiemeditaresull’Eucaristiacomecentrovitaledelnostroministeroedellavitadiognicristiano.Spesso,inrapportoall’Eucaristiaedinrelazioneconilnostropopolo,lanostraattenzionesiconcentraesclusivamentesulnumerodeipartecipantialleassembleeliturgiche,specialmentealla S.Messadomenicale. E i risultati non sono certo rassicuranti: scarsapartecipazione edassenza quasi totale dei giovani! Inoltre, questo dato permea anche le conversazioni econdivisioni:econtinuareaparlarediquestofenomenoproduceinesorabilmenteunasortadisconfortopastorale. È importante, invece, che ci convinciamodell’importanzadel rilanciarel’Eucaristia, puntando sul suovalore, sulla suagrandezzaebellezza; allora scopriremo, consommameraviglia,chemoltodipenderàdacome lasapremocelebrare.Lesuemeravigliosepotenzialità rischiano, infatti,diveniremortificatedalla consuetudine,dallaunpo’ stancaescontataripetitivitàmeccanica.Dovremmoriconoscereconumiltàchemoltodiquellochec’èdentrolaMessadomenicale,cioèilmisterodell’Eucaristia,cièinbuonapartesconosciuto.Le nostre comunità cristiane hanno anzitutto bisogno di gustare la gioia di una Eucaristiacelebratanella fede: occorre che siano felici di farlo, che aspettinoquestomomento, che logustino, che ne percepiscano gli effetti salutari. Su questo dobbiamo concentrare la nostraattenzione. La gioia della celebrazione eucaristica sarà allora contagiosa e altri potrannoaggiungersisenzabisognodiraccomandazioni.

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Ho parlato dimistero dell’Eucaristia. Proprio così. Infatti, la realtà che ci si presenta nellacelebrazione va oltre, è molto di più. Come per l’arte e la poesia, la via maestra dellaconoscenza è lameraviglia. Essa ci permette di riconoscere l’ineffabile nella gran parte delreale (pensiamo alla natura!), con il suo fascino segreto. Oltre ciò che noi crediamo diafferrare con presuntuosa sicurezza attraverso l’occhio dei sensi, sta quel mondo che siraggiunge solo con lo sguardoumile e commossodella contemplazione.Questo consentediintuirelaveramisuradellarealtàequindilasuaautenticanatura.Ceneaccorgiamoquandociscopriamoincantatidavantiaipaesaggidellanatura,alcanto,alsorrisodiunvolto.Inquestimomenti qualcosa prende interiormente il sopravvento. È l’esperienza dello stupore cheprovienedall’incontroconilsublime,ilmistero.Siamocosìrapitiversol’alto.L’animanonèugualeallaragione:soltantoilsensodell’ineffabileèingradodiguidarla.Essosoltantoconoscelastradacheconduceaciòcheèlontanodaogniesperienzaecomprensione.È importante oggi riscoprire questa visione contemplativa della realtà, riguadagnarefamiliaritàcon l’esperienzadelsublime-mistero. Il sublimechesperimentiamonella liturgiacristiana è in realtà lo stesso Cristo risorto, vivo ed operante nella celebrazione liturgica,potenzavittoriosadisalvezzaeamoremisericordioso.Inessasiunisconoleduedimensioniessenziali all’esperienza umana: quella verticale e quella orizzontale. La liturgia infatti èesperienza di una bellezza che viene e raggiunge le profondità del cuore, ma è ancheesperienza di una salvezza che rigenera e trasfigura i legami. Quello che viviamonell’Eucaristia segna uno stacco rispetto all’esperienza ordinaria del vivere, eppure nonseparadalquotidiano.Nonè fugadallarealtà,ma immersionenelmisteroche la fondae laillumina.Infatti,nell’Eucaristiaviviamounospazioeduntempodiraccoglimento.Èunmodospecialediabitare ilpresente.Siamocondottipervisibiliaadinvisibilia (Agostino,LacittàdiDio,X,14),siamocioèportatiadentrareinquellerealtàinteriorichesicomprendonosoloconisensispiritualiallalucedellafede.“Nellaliturgiaterrenanoipartecipiamoperanticipazione,pregustandola,aquellaceleste,chevienecelebratanellasantacittàdiGerusalemme,versolaquale tendiamo come pellegrini” (SC, 8). Nella liturgia cristiana ben celebrata si tocca conmano una verità straordinaria: cioè che la dimensione celeste non è alternativa a quellaterrestre.Leduenonsiescludonoavicenda.Sonoinveceingradodiunirsiarmonicamente,senza confondersi. Per questo la liturgia cristiana non è immersione in un’esperienza delsacrochefadimenticareilmondo.Èpiuttostoesperienzadibellezzaesalvezzatrascendentedentroildrammadellavitaedellastoria.L’Eucaristia è il cuore della liturgia cristiana, è il luogo della manifestazione dell’amorevittorioso del Cristo risorto. Nella celebrazione dell’Eucaristia, divenuta così familiare darisultaresintropponormale,avvienetuttoquesto.Attraversounrito,acuiappuntocisiamopurtroppo abituati, noi veniamo immersi nel mistero dell’amore trinitario, entriamo nellaliturgia celeste, viviamo la comunione dei santi, partecipiamo al sacrificio di Cristo, che cirisana,cisantificaefadinoilasuaChiesa.Laliturgiacristiana,fondatasull’Eucaristia,nonèsemplicementeespressionedelladevozionedell’uomoneiconfrontidiDio,maèesperienzadella salvezza che Dio ha realizzato nelmondo a favore dell’umanità. Nell’Eucaristia non èpropriamente l’uomoche faqualcosaperDio,maèDio stesso che faqualcosadiunicoperl’uomo.EssaèanzituttooperadiDioincuil’uomoècoinvoltopergrazia,èesperienzaritualedellasalvezzadivenutarealtà.L’Eucaristia,fontedisantità

Lacelebrazionedell’Eucaristia,panedelcammino,consentel’esperienzadell’incontroconDio.Èmomentodigrazia.Seilcamminocuipensiamoèquellodellasantificazione,essotrova già una sua singolare espressione nel momento della celebrazione eucaristica.L’Eucaristia è essa stessa esperienza di santificazione, è luogo dell’incontro con il Cristo

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viventeinsé.Inaltreparole,ilnostrocamminodisantificazioneavvienenonsemplicementeper mezzo dell’Eucaristia ma nell’ Eucaristia. Essa non è semplicemente uno strumentoprovvidenzialeperraggiungereunobiettivodigraziadaleidistinto,mailmisterostessodellasantitàdiDiocheciattiraaséecheprogressivamentecitrasfigura.Al riguardo, nel Concilio Vaticano II, la Sacrosanctum concilium, afferma: «Dalla liturgia eparticolarmentedall’Eucaristia,deriva innoi,comedasorgente, lagrazia,esiottienecon lamassimaefficaciaquellasantificazionedegliuomininelCristoequellaglorificazionediDio,alla quale tendono, come al loro fine, tutte le attività della Chiesa» (n. 10). La santità è laforma della vita divenuta una lode a Dio, il bello del vivere che attinge alla Sua gloria. Èimportantechel’Eucaristiavengapostadatuttialcentrodellapropriaspiritualità.Questoèda raccomandarsi specialmente ai consacrati e alle consacrate,ma più in generale a tutti ibattezzatiedinparticolaremodoaiministridell’Eucaristia.Carissimiconfratellipresbiteri,noisiamoministridell’Eucaristia.Cometali,siamochiamatiafare dell’Eucaristia il centrodella nostra vita di fede e insieme il cuorepulsante del nostroministero. Riscopriamo la nostra vita spirituale intorno al mistero eucaristico celebrato eadorato. Affinché questo avvenga, dobbiamo entrare nella prospettiva del sacerdozio cosìcome il Nuovo Testamento lo presenta. Occorre partire dalla persona stessa di Gesù e dalmisteropasquale.È laLetteraagliEbreichecioffrealriguardol’insegnamentopiùchiaroepiù profondo. Essa ci parla di Gesù comedel sommo sacerdote «misericordioso e degnodifede»(Eb2,17),cheèdivenutotaleperchéhacompiutol’offertadisestessoattraversolasuamorteincroce.Donandoliberamentelasuavitaeaccettandodiversareilsuosangue,eglihacompiutounsacrificionuovoecosìhainauguratounnuovosacerdozio,lacuifiguraprofeticaèquelladiMelchisedek(cfr.Eb5,6;6,20;7,1-17).Inquestomodo,eglihadatocompimentoalsacerdozioprecedente,quellodiAronne,chevenivaesercitatonelmodousuale:quellodellapresentazione sull’altaredelleofferte sacrificali consistenti in animali oprodotti della terra(cfr.Eb9,1-10).Lohaportatoacompimentoeinsiemelohaestinto,inaugurandounaNuovaAlleanza a cui corrisponde una nuova liturgia (Eb 9,15-28). Chiunque riceve il battesimocristianoentra conCristonelmisteropasquale epartecipadel suo sacerdozio, diviene cioècapacedifaredellasuainteravitaun’offertagraditaaDio,nellalogicadell’amoresacrificale.Inquestosenso,tuttoilpopolodiDioèdivenutoinCristounpopolosacerdotale.AserviziodiquestosacerdoziocomunesiponenellaChiesail“sacerdozioministeriale”,cioèil“ministerodeipresbiteri”.Essovacompresonell’otticadelministeroapostolicoequindipostoinstrettorapportoconquellodeivescovi.Ipresbiterisonoministriordinatiperunpopolosacerdotale,inunaprospettivaapostolica.SonouominidiDio,consacratidalcrismaechiamatiadessereservitoriepastoridelpopolodiDio,guideilluminateegeneroseperilorofratelliesorelleinCristo.Essioffronolavita,spendendosiinunministerocherendetutticapacidioffrirlaalorovolta nella carità di Cristo. Dunque, non semplicemente uomini del sacro. Piuttosto, ipresbiteri sono uomini delmistero, immersi con l’intero popolo di Dio nella vita trinitaria,consacratiperrenderel’interaChiesaconsapevoledellasuaconsacrazione.I presbiteri svolgono il loro compito apostolico di pastori prima di tutto presiedendo lacelebrazione dell’Eucaristia. In questo modo promuovono e sostengono il cammino disantificazionedellaChiesaediognunochene faparte.È importanteche faccianosentireailoro fratelli e sorelle nella fede la forza santificante della liturgia. Considero questo uncompito oggi fondamentale. Un’autentica celebrazione dell’Eucaristia dipende in gran parte

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da come si pone colui che la presiede, cioè dal presbitero. Consideriamo attentamente,carissimi, questo un aspetto primario della nostra spiritualità presbiterale. Celebriamosempreconumiltà,gratitudineerispetto,sentendociinsiemeatuttoilpopolodiDioaccoltiinunmisterodigraziaedibenedizione.

L’Eucarestia,graziaebenedizioneaffidataalpresbiterochepresiede

Èestremamente importantechesiabbiagrandecuraper lacelebrazione.Anzituttoènecessario avere cura dell’atteggiamento interiore con cui la si presiede. Si comprendeimmediatamenteseilsacerdotechepresiedeèpresenteconlamenteeconilcuoreaciòchesistacompiendo.Losicomprendedalmodoconcuisirivolgeall’assemblea,dalleparolebenpronunciate, dal senso percepito e comunicato dei gesti che compie, dallo spirito diraccoglimento, dall’intensità della partecipazione personale. Ciò che deve trasparire dalpresbiterochecelebra l’Eucaristiaè lasua fede, ilsuoamoreperDio, lacoscienzadiessereavvolto con l’intera assemblea dalla Suamaestà e dalla suamisericordia. Si celebri dunquesenza fretta: nulla è infatti più importante delmomento che si sta vivendo, anche quandol’Eucaristia si celebra in giorno feriale. Se si è chiamati a presiedere più celebrazionidell’Eucaristia in uno stesso giorno, si ricordi che ognuna vale come se fosse l’unica. Tra icriterididiscernimentoperdecidereilnumerodelleSanteMessedomenicalioferiali,ilprimodeve essere questo: non si deve mai compromettere la qualità della celebrazione. Lacelebrazione eucaristica è l’atto più importante della Chiesa e richiede intensa e gioiosapartecipazione.Nondeveesseremaisemplicementeundoverecompiuto,menchemenodapartedelpresbitero.Vi è poi l’aspetto comunitario della cura per la celebrazione. «La celebrazione liturgica èun’azione sacra non soltanto del clero, ma di tutta l’assemblea» ( Giovanni Paolo II,Christifideleslaici,23).Ilruolodelministroordinatononèquellodisostituirsiall’assemblea,madiportarlaaconcepirsicomesoggettocelebrante.AncheinquestoilpresbiteroèservitoredellaChiesa.IlprimoservizioalpopolodiDioèquellodirenderepossibileperluieconluilacelebrazionedell’Eucaristia.Nonsemplicementeilfattochequestaavvenga,macheavvenganel giustomodo.Daqui l’attenzionea valorizzare tutto ciò che intervienea costituirla. Chetuttoacquistilasuavalenzadisegno:igestisianovalorizzatiebencompiuti,iparamentiegliarrediliturgicisianodignitosiebenconservati;ilcantononmanchiecoinvolgal’assemblea.Quelchecontaèche ilmododi celebrareconsentadi sentire lagrandezzae labellezzadeldonodiDioinCristoGesù.Inquesto,chipresiedeavràsempreunruolodeterminante.Cisideve sentire dei servitori. Non siamo padroni della liturgia. Non possiamo modificarla anostro piacimento. La liturgia è il mistero che ci accoglie nella ritualità che gli è propria.Questahaunsuolinguaggio,chenonèanostradisposizione.Comeministrichepresiedonolaliturgia, noi entriamo umilmente in una tradizione secolare che ci precede, che domandarispetto e venerazione. Certo, vi entriamo con la nostra personale partecipazione e quindianche con la creatività che la stessa liturgia ci domanda,ma sempre dentro i confini dellaritualitàchecièstatatrasmessa.

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L’Eucaristiasicelebra

Occorre celebrare bene, occorre entrare nel mistero dell’Eucaristia accettando dipercorrere la strada che l’Eucaristia stessa ci apre, cioè la celebrazione. L’adorazionedell’Eucaristia–intesacomepreghieradiadorazioneeucaristica–èunasecondamodalitàdiincontro con il mistero dell’Eucaristia. Essa deriva tuttavia dalla celebrazione. Si adoral’Eucaristia–cioècisiapreconriverenzaegratitudinealsuomistero–anzituttocelebrandolacon lo spirito che essa richiede, dando valore ai gesti e alle parole del rito liturgico che lacostituisce.Quandosipensaall’Eucaristia,primadelsensodeldovereneiconfrontidiunattochevaconsideratoessenzialeperlanostraidentitàcristiana,vieneilsensodigratitudineperun dono immenso, di cui avremo sempre più consapevolezza nella misura in cui locelebreremoconverità.Chiediamoci,perquesto,cosasignifichicelebrarebenel’Eucaristia.Celebrare bene significa entrare nella dinamica santificante della liturgia, celebrarel’incontro con la santitàdiDio e con la suaoperadi salvezza. Lapreoccupazioneper il checosasifa,cioèperilrituale,nondovràprendereilpostodellagratitudineedellaammirazioneper ciò che si vive, cioè per il dono di grazia. Celebrare l’Eucaristia è essenzialmenteun’esperienza spirituale, nella quale si uniscono decoro, raccoglimento, contemplazione,solennità,gratitudine,bellezza,consolazione,gioia, fraternità.C’èanzituttouno ‘spiritodellaliturgia’ che deve essere riconosciuto e coltivato. Esso costituisce il segreto della veracelebrazione dell’Eucaristia (cfr. Romano Guardini, Lo spirito della Liturgia. I santi segni,Morcelliana,Brescia,2005).Senzaquestospiritoilritualeliturgicorischiaditrasformarsiinunfreddoapparato.Quandoiparamenti,gliarredisacri,igesti,l’esecuzioneperfettadeicantiattiranotuttal’attenzioneelapreoccupazionediventaquelladieseguireinmodoimpeccabilequantosideve,senzamaidomandarsichecosasistaprovandointeriormenteechecosasistaricevendoindono,lacelebrazioneeucaristicasiriduceaspettacolosacrale.Viètuttaviaancheilrischiocontrario:checioèl’Eucaristiaperdalasuasingolaritàdimisteroesitrasformiinunadelletanteformediaggregazione.Questosuccedequandolacelebrazioneliturgica,cheèilmemorialedellamortedelSignore,vienegestitainproprio,condisinvolturao superficialità, come qualcosa di cui ci si sente padroni e che si puòmodificare a propriopiacimento o come qualcosa che si ritiene poco significativo e si liquida in fretta senza unminimo di ordine. È unmodo di fare che suscita nel popolo di Dio profonda amarezza. Leregoledellacelebrazioneservonoacontrastareunsimilemododiprocedere.Sonofissateasalvaguardia della forma liturgica che la tradizione considera adatta almistero ricevuto indono. Non sono fredde disposizioni a cui attenersi, ma piuttosto indicazioni autorevoli daattuareconfedeltàcreativa.

Celebrareèun’arte

LolasciaintuireilConcilioVaticanoIInelmodostessoincuipresentalaliturgiaeloafferma in modo esplicito Benedetto XVI nella Sacramentum caritatis. In un passaggiosignificativo di questo documento si legge: «Il primo modo con cui si favorisce lapartecipazionedelpopolodiDioalritosacroèlacelebrazioneadeguatadelritostesso.L’arscelebrandi è la migliore condizione per l’actuosa partecipatio» (n.38). L’ars celebrandi è

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appuntol’artedelcelebrareel’actuosapartecipatioèlapartecipazioneconsapevoleeintensadelpopolodiDioallaliturgia.Quest’ultimasirealizzanellamisuraincuisi“celebrabene”.Ecelebrarebenesignificaanche«prestareattenzioneversotutteleformedilinguaggioprevistedalla liturgia: parola e canto, gesti e silenzi, movimento del corpo, colori liturgici deiparamenti. La liturgia, in effetti, possiede per sua natura una varietà di registri dicomunicazionecheleconsentonodimirarealcoinvolgimentodituttol’essereumano»(n.40).ÈquantoaffermaanchelaSacrosanctumConcilium:«Perpromuoverelapartecipazioneattiva(actuosapartecipatio), si curino le acclamazioni dei fedeli, le risposte, il canto dei salmi, leantifone, i canti, nonché le azioni e i gesti e l’atteggiamento del corpo. Si osservi anche, atempodebito,unsacrosilenzio»(n.30).Sesolocomprendessimoquantoèfondamentalelacuraperlacelebrazione!Sarebbeimportantechetuttiinsiemeimparassimol’artedelcelebrareprendendocicuradellacelebrazione, che diventassimo sempre più capaci di valorizzare tutti gli elementi che lacostituiscono. IlprimoserviziodarendereachipartecipaallaMessadomenicalee ferialeèl’alta qualità del celebrare. E questo è anche il dono che dovremmo offrire a chi torna adavvicinarsiall’Eucaristiadopounalungaassenza.Dovrebbesentirelabellezzadiciòchesistavivendoattraversoilritoeucaristico,dovrebberimanernecolpito,attirato,consolato.L’artedelcelebraresiesprimenellacapacitàdi farparlare ilrito,di farneemergeretutta laforzacoinvolgenteetuttalacaricadisalvezza.Esisteunaprofondaunitàtrailritoeilmistero.Ilsecondosidànelprimoeilprimoèinfunzionedelsecondo.Perquestoogniaspettodelritoandràvalorizzato,conquellapacataattenzionechelacelebrazioneesige.Nonc’èbisognodirendereattraentelaliturgiaattraversoaggiuntenostre.Disuoessaècapacediattirare.Bastaesserle fedele e consentirledi esprimersi.Giustamenteosserva ancoraBenedettoXVI, nellaSacramentumcaritatis:«Lasemplicitàdeigestie lasobrietàdeisegnipostinell’ordineeneitempi previsti comunicano e coinvolgono di più che l’artificiosità di aggiunte inopportune»(n.40). L’idea che la liturgia eucaristica sia noiosa e che diventi più interessante inserendodall’esterno elementi più attraenti o piùmoderni è del tutto errata. Piuttosto occorre farebene tutto ciò che la celebrazione richiede, con la fedeltà creativa di chi desidera sentirsipienamentepartecipediundonoricevuto.IlSignoreciaccompagniinquestoitinerariodisantità.Cosìsia.

+CamilloCibotti

vostroVescovoepadrenellafede