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VOCE dalla COMUNITÀ PARROCCHIALE DI S. S. T T ERESA ERESA di di G G ESÙ ESÙ Anno XII - N. 5/2013 M M AGGIO AGGIO Piazza E. Cesaro, 27 - 80058 TORRE ANNUNZIATA (NA) - Tel 0815362771 Fax 0815363694 Responsabile Editoriale: Il Parroco - A cura del: Gruppo Comunicazioni Sociali Parrocchiale Dal Concilio di Trento si diffusero le processio- ni del Corpo del Signore che manifestano, per le strade delle città l’amore esistente tra il Corpo di Cri- sto ed il Corpo mistico - la Chiesa tutta - di cui Gesù è il capo; esse dimostrano che Cristo risorto cammi- na in mezzo a noi e ci guida verso il Regno dei cieli. «Sant’Agostino ci aiuta a comprendere la dina- mica della Comunione Eucaristica quando fa riferi- mento ad una sua visione durante la quale Gesù gli aveva detto: “Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai Me in te come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in Me.” Mentre dunque il cibo corporale viene assimi- lato dal nostro organismo e contribuisce al suo so- stentamento, nel caso dell’Eucaristia si tratta di un Pane che ci assimila a sé, così che diventiamo con- formi a Gesù Cristo, membra del suo Corpo, una sola cosa con lui: la nostra individualità, in questo incon- tro, viene liberata dal suo egocentrismo ed inserita nella Persona di Gesù che, a sua volta, è immerso nella comunione trinitaria. Così l’Eucaristia, mentre ci unisce a Cristo, ci apre agli altri, ci rende membra gli uni degli altri, non siamo più divisi, ma una cosa sola con lui. La Comunione Eucaristica mi unisce alla persona accanto, con la quale forse non ho nean- che un buon rapporto, ma anche ai fratelli lontani, in ogni parte del mondo. Mediante il Suo Corpo ed il Suo Sangue Cristo ci trasforma, ci coinvolge nella Sua opera di redenzione, rendendoci capaci,per la grazia dello Spirito santo, di vivere secondo la Sua stessa logica di donazione, come chicchi di grano, uniti a Lui ed in Lui» ( Benedetto XVI). Tutto passa, infatti, attraverso la logica umile e paziente del chicco che si spezza per dare vita, la logica della Fede che sposta le montagne con la forza mite di Dio. Siamo quindi chiamati a seguire le orme del Signore che ci invita a portare il peso gli uni de- gli altri; i segni della Passione, le piaghe di Cristo, dobbiamo riconoscerli in ogni uomo che incontria- mo! Camminiamo per le strade, con Gesù Eucaristia, portando dentro il Corpo del Signore, come la Vergi- ne Maria, accanto ai nostri fratelli, membra, insieme con noi del Corpo mistico! Quest’anno domenica 2 giugno la processione partirà dal Santuario dello “SPIRITO SANTO” dopo la celebrazione eucaristica delle 18.30, a cui parteciperà tutto il popolo torrese; essa si concluderà nella Basi- lica della “MADONNA della NEVE” con un momento di preghiera e la solenne benedizione eucaristica ai fedeli e alla città. La COMUNITÀ «Io sono il «Io sono il P P ANE ANE V V IVO IVO …. …. » » - Festa del Festa del C ORPUS ORPUS D DOMINI OMINI - Lotteria “Santa TERESAPRO RO A ATTIVITÀ TTIVITÀ I I STITUZ STITUZ . D . DELLA ELLA P PARROCCHIA ARROCCHIA E STRAZIONE STRAZIONE 24 G 24 GIUGNO IUGNO 2013 2013 Acquista il tuo biglietto al costo di €. 1,00

Transcript of A Responsabile Editoriale: A cura del: «Io sono il PANE ... · crisma sulla fronte, unzione che si...

VOCE dalla COMUNITÀ PARROCCHIALE DI

S. S. TTERESAERESA di di GGESÙESÙ Anno XII - N. 5/2013 MMAGGIOAGGIO

Piazza E. Cesaro, 27 - 80058 TORRE ANNUNZIATA (NA) - Tel 0815362771 Fax 0815363694 Responsabile Editoriale: Il Parroco - A cura del: Gruppo Comunicazioni Sociali Parrocchiale

Dal Concilio di Trento si diffusero le processio-ni del Corpo del Signore che manifestano, per le strade delle città l’amore esistente tra il Corpo di Cri-sto ed il Corpo mistico - la Chiesa tutta - di cui Gesù è il capo; esse dimostrano che Cristo risorto cammi-na in mezzo a noi e ci guida verso il Regno dei cieli.

«Sant’Agostino ci aiuta a comprendere la dina-mica della Comunione Eucaristica quando fa riferi-mento ad una sua visione durante la quale Gesù gli aveva detto: “Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai Me in te come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in Me.” Mentre dunque il cibo corporale viene assimi-lato dal nostro organismo e contribuisce al suo so-stentamento, nel caso dell’Eucaristia si tratta di un Pane che ci assimila a sé, così che diventiamo con-formi a Gesù Cristo, membra del suo Corpo, una sola cosa con lui: la nostra individualità, in questo incon-tro, viene liberata dal suo egocentrismo ed inserita nella Persona di Gesù che, a sua volta, è immerso nella comunione trinitaria. Così l’Eucaristia, mentre ci unisce a Cristo, ci apre agli altri, ci rende membra gli uni degli altri, non siamo più divisi, ma una cosa sola con lui. La Comunione Eucaristica mi unisce alla persona accanto, con la quale forse non ho nean-

che un buon rapporto, ma anche ai fratelli lontani, in ogni parte del mondo. Mediante il Suo Corpo ed il Suo Sangue Cristo ci trasforma, ci coinvolge nella Sua opera di redenzione, rendendoci capaci,per la grazia dello Spirito santo, di vivere secondo la Sua stessa logica di donazione, come chicchi di grano, uniti a Lui ed in Lui» ( Benedetto XVI).

Tutto passa, infatti, attraverso la logica umile e paziente del chicco che si spezza per dare vita, la logica della Fede che sposta le montagne con la forza mite di Dio. Siamo quindi chiamati a seguire le orme del Signore che ci invita a portare il peso gli uni de-gli altri; i segni della Passione, le piaghe di Cristo, dobbiamo riconoscerli in ogni uomo che incontria-mo!

Camminiamo per le strade, con Gesù Eucaristia, portando dentro il Corpo del Signore, come la Vergi-ne Maria, accanto ai nostri fratelli, membra, insieme con noi del Corpo mistico!

Quest’anno domenica 2 giugno la processione partirà dal Santuario dello “SPIRITO SANTO” dopo la celebrazione eucaristica delle 18.30, a cui parteciperà tutto il popolo torrese; essa si concluderà nella Basi-lica della “MADONNA della NEVE” con un momento di preghiera e la solenne benedizione eucaristica ai fedeli e alla città.

La COMUNITÀ

«Io sono il «Io sono il PPANEANE V VIVOIVO …. …. »» -- Festa del Festa del CCORPUSORPUS D DOMINIOMINI --

Lotteria “Santa TERESA”

PPRORO A ATTIVITÀTTIVITÀ I ISTITUZSTITUZ. D. DELLAELLA P PARROCCHIAARROCCHIA

EESTRAZIONESTRAZIONE 24 G 24 GIUGNOIUGNO 2013 2013

Acquista il tuo biglietto al costo di €. 1,00

Parrocchia «S.TERESA di GESÙ » Torre Annunziata (NA) 2

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È giunta alla Casa del Padre:

• Giulia DE SIMONE

“Io sono la luce del mondo; chi segue Me, non cammi-nerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8-12)

Ai NEO-BATTEZZATI:

ENZO ANTONIO

DJANA E ILARIA

Lo Spirito del Signore illumini il Vostro Cuore e vi accompagni in ogni momento della Vita.

La festa, dal latino “Dies Festa” giorno festivo, è una solennità di interesse collettivo, motivata da una ricorrenza religiosa, civile o familiare celebrata con parti-colari cerimonie. La prima celebrazione rituale dei cristia-ni fu la domenica, che assunse la funzione del sabato ebraico, seguirono Pasqua, Pentecoste, Natale, Epifa-nia, Ascensione, Annunciazione.

Inoltre la Chiesa cattolica, consente i festeggiamenti per i patroni delle singole città, ad esempio per Sant’Am-brogio a Milano, San Gennaro a Napoli, nonché per le comunità ecclesiali locali. Per la patrona della nostra parrocchia, Santa Teresa di Gesù sono stabiliti i giorni 22, 23 e 24 giugno in quanto il 15 ottobre, come da e-sperienza trascorsa, non garantisce affidabilità dal punto di vista meteorologico.

Non ha senso partecipare agli avvenimenti, senza conoscerne il significato l’obiettivo: significherebbe muo-versi come tante pecore guidate dal vincastro del pasto-re. Qual è l’importanza della festa? Divertirsi facendo confusione, baldoria e spendere soldi senza motivo? Intanto sappiamo che è obbligatorio aderire al primo precetto di partecipare alla S. Messa, la domenica e le altre feste comandate. Anche la nostra festa patronale si aggancia alla vita liturgica, alla preghiera, all’impegno morale e alla crescita nell’amore di Dio. Noi veneriamo Santa Teresa, perché come noi, pellegrini sulla terra, in comunione, siamo in cammino verso Cristo, così la co-munione coi santi ci unisce a Cristo, da cui promana tutta la grazia e la vita del popolo di Dio. Noi adoriamo Cristo e siamo devoti ai santi, perché imitatori del Signo-re, ai quali ci riferiamo per farci loro condiscepoli. Fermo restando che la liturgia e la processione sono gli aspetti più importanti della festa, si chiede ampia partecipazione non solo ai diretti fedeli interessati ma a tutta la cittadi-nanza ed alle parrocchie, appartenenti al nostro decana-to, si prevede lo svolgimento di altri avvenimenti.

Il sabato sera del 22 giugno su di un apposito palco, sarà allietato dalle sinfonie della banda e a seguire da musica folcloristica napoletana e tarantelle della compa-gnia “O Pazziariello”. La piazza nelle tre serate, risplen-derà per le luminarie multicolori e grande gioia e letizia proveranno i fanciulli tra le bancarelle ripiene di torroni e leccornie; tutti potranno gustare delle ottime pizze, pre-parate e sfornate da un provetto pizzaiolo.

Domenica ci divertiranno i giovani della nostra co-munità col karaoke e seguirà una sfilata di ragazze in-dossatrici, che presenteranno abiti di note ditte paesane e acconciature di capelli alla moda, realizzate da una esperta parrucchiera.

La serata del terzo giorno, sarà molto interessante per l’esibizione di una paranza, ossia di un gruppo di persone, che con nacchere e tamburelli canteranno mo-tivi popolari e dulcis in fundo, un piano bar e cabaret di un noto artista napoletano.

Non mancheranno a chiusura della festa, botti e fuochi pirotecnici, che risuonando per tutta la città, ci daranno l’arrivederci al prossimo appuntamento che di-viene ormai una tradizione.

Egidio CAIAZZA

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“P“PENTECOSTEENTECOSTE” ” ParrocchialeParrocchiale

La Confermazione, preceduta dal Battesimo e seguita dall'Eucaristia, è il sacramento dell'ini-ziazione cristiana che introduce la persona nel popolo di Dio, nella Chiesa. Anticamente i bam-bini piccoli, dopo aver ricevuto il Battesimo, venivano cresimati e poi comunicati sotto la spe-cie del vino. Oggi il sacramento della Cresima viene conferito dopo l'Eucaristia per l'impossibi-lità della presenza frequente nelle parrocchie del Vescovo.

La Confermazione è normalmente celebrata durante la messa, perché risalti meglio l'intimo nesso di questo sacramento con tutta l'iniziazio-ne cristiana, sottolineato anche dalla rinnovazio-ne delle promesse battesimali, con cui si apre il rito.

Dopo un invito alla comunità per un mo-mento di preghiera silenziosa, il Vescovo com-pie un gesto di imposizione delle mani su tutti i cresimandi, invocando su di essi lo Spirito Santo e i suoi doni: la Sapienza, la Scienza, il Consi-glio, la Fortezza, l'Intelletto, la Pietà e il Sacro Timore di Dio. Il sacramento della Conferma-zione viene conferito per mezzo dell'unzione del crisma sulla fronte, unzione che si fa con l'impo-sizione da parte del Vescovo e dai sacerdoti con-celebranti; è questo un gesto biblico con cui si invoca il dono dello Spirito Santo. L'unzione con il crisma e le parole che l'accompagnano significano molto bene gli effetti dell’azione della Terza persona della SS. Trinità..

Il rito della Confermazione si conclude con un gesto di accoglienza, che il Vescovo rivolge ai singoli cresimati, finalmente e perfettamente inseriti nella Chiesa locale. Coloro che sono ri-nati nel Battesimo, ricevendo il dono ineffabile dello Spirito Santo, sono obbligati a diffondere e a difendere, con il Vangelo vissuto, la loro fede, come autentici testimoni di Cristo.

Nella nostra parrocchia il 19 maggio hanno ricevuto lo Spirito Santo Tiziana, Mario, Giu-seppina, Vincenzo, Anna, Ernesto, Assunta, Simona, Luca, Raffaele, Giuseppe, Maura e Ciro.

A ciascuno di loro l'augurio di essere, nel futuro, autentici testimoni di quel Gesù che han-no conosciuto attraverso il corso seguito con as-siduità ed interesse.

Le catechiste

La parrocchia in “La parrocchia in “CCAMMINOAMMINO””

Come tradizione nel mese di maggio, mese di Ma-ria, la comunità parrocchiale di Santa Teresa, si incam-mina verso il Santuario della B.V. Maria S.S. del Rosario in Pompei, guidata dal parroco don Ciro.

Il cammino verso il Santuario, è momento e parabo-la del cammino verso il Regno. Il pellegrinaggio si confi-gura come un "cammino di conversione"; camminando verso il Santuario il pellegrino compie un percorso che va dalla presa di coscienza del proprio peccato alla com-prensione del significato profondo della vita. La gioia del pellegrinaggio è prolungamento della letizia del pio pelle-grino d'Israele, è sollievo per la rottura della monotonia quotidiana nella prospettiva di un momento diverso, è alleggerimento del peso della vita, che per molti è fardel-lo pesante, è occasione per esprimere la fraternità, per dare spazio a momenti di amicizia.

Tra le tentazioni e le tribolazioni del cammino, la Chiesa è sostenuta dalla forza e dalla grazia di Dio, "promessa del Signore" affinché .... non cessi, con l'aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa, finché, attraverso la Croce, giunge alla luce che non conosce tramonto.

Proprio in questo "cammino-pellegrinaggio," attra-verso lo spazio e il tempo, Maria è presente, come colei che è "beata perchè ha creduto", come colei che avan-zava nella peregrinazione della fede, partecipando, co-me nessun'altra creatura, al mistero di Cristo. Il cammino che la Parrocchia di Santa Teresa ha manifestato in mo-do visibile è la testimonianza della fede che coinvolge la nostra quotidianità.

Quante volte percorriamo quella strada per moltepli-ci motivi, presi dai nostri doveri e dai nostri pensieri. Og-gi, 9 Maggio, quella strada è stata percorsa dai pellegrini per cercare il Signore, incontrarlo e fare rinnovata espe-rienza del Suo amore.

L'intensa Celebrazione Eucaristica ha visto la parte-cipazione della nostra e di altre comunità parrocchiali, tutti insieme, uniti e perseveranti nella preghiera, insie-me con Maria la Madre di Gesù. Una esperienza di co-munione che conferisce ulteriore slancio al nostro cam-mino, rendendo la nostra comunità parrocchiale, ancora più forgiata nel costruire ogni giorno una meravigliosa storia, che insieme al Signore, diventa storia di salvezza.

Il pellegrinaggio non termina con il ritorno a casa, ma allarga la prospettiva della vita verso orizzonti nuovi, per scoprirsi pellegrini del mondo, in cammino con la Chiesa.

Anna COZZOLINO

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GGRAZIERAZIE M MAMMAAMMA …..! …..! Congratulazioni è stato bellissimo ….

un’esperienza nuova e coinvolgente per i nostri figli e che vi invitiamo a ripetere …. quando ci sarà la prossima? Abbiamo visto i nostri figli davvero entusiasti per questo nuovo impegno che hanno trovato sempre più interessante e stimolante.

Queste sono state le parole (appena terminato lo spettacolo) …. i commenti delle mamme e dei papà dei nostri bambini del catechismo, presenti alla rappresenta-zione parrocchiale.

Sì! Stiamo parlando dell’esperienza te-atrale, nuova anche per noi catechiste, a-vuta il giorno 4 Maggio in cui abbiamo volu-to festeggiare, insieme al nostro parroco Don Ciro, se pur in anticipo, la festa della mamma.

Segreto del “successo” di questa rap-presentazione è stato lo spirito di adatta-mento e di fratellanza con cui è stato alle-stito lo spettacolo; la rappresentazione è stata il frutto di intenti e di comunione di diverse esperienze di vita, di noi adulti che abbiamo messo a disposizione la no-stra esperienza e pazienza, dei giovani che con la loro gioia ed entusiasmo hanno sapu-to dare un valore aggiuntivo.

Un grazie a Giuseppe per il suo talento nel coreografare i movimenti, a Mirko per la musica e l’adattamento delle luci, a Rosa che, con la sua disponibilità e capacità, ha

saputo creare costumi semplici ma allo stesso tempo carini, ad Annalisa per la sua pazienza e il suo spirito di servizio, e a tutti gli altri giovani ed adulti che, anche non assiduamente, hanno offerto la loro collaborazione.

Un grazie speciale al nostro parroco Don Ciro sempre pronto, come solo un pa-dre spirituale sa fare, a prestare ascolto alle nostre esigenze, e a credere alle no-stre idee.

Non sono mancati i momenti di diffi-coltà, condivisi con la nostra coordinatrice Annamaria, ma è prevalso sempre in noi l’amore …. l’amore per Cristo nel sacrificio, nella testimonianza …. nel voler celebrare in modo speciale, autenticamente cristia-no, la festa della mamma.

LETIZIA

Il Frutto della Il Frutto della FFEDEEDE è l’ è l’AAMOREMORE

La peggiore malattia dell'Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati. L'unica cura è l'amore. Una volta che comprendi quanto Dio sia innamorato di te, puoi vivere solo irradiando quell'amore. L'amore non ha senso se non viene condiviso. Ciò che conta non è quanto fai, ma quanto amore metti in ciò che fai e condividi con gli altri. Amare significa anche accettare la sofferenza con gioia. Dio ama chi dona con gioia.

(Madre Teresa di Calcutta)

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Giovanni Ansaldo (Genova 1895-Napoli1969) fu maestro di giornalismo, e direttore del “Mattino” di Na-poli dal ’50 al ’65. Uomo di grande cultura e di grande capacità lavorativa, in grado di scrivere quasi ogni giorno un articolo di fondo sul giornale da lui diretto. In un suo articolo scritto in un periodo di crisi economica, non cer-to come l’attuale, rievocava lo “spirito di frontiera” ameri-cano, contro il “liberismo senza regole”, e poi, quasi ad alleggerire un pò il tema, vi aveva inserito, con la sua prosa colta e gradevole, il racconto di un episodio di un suo viaggio in America. Che cercheremo di raccontarvi con parole nostre.

Era la primavera del 1956 quando egli si trovava a New York, per seguire il viaggio in America del Presiden-te Gronchi, e aveva assistito alla grande parata organiz-zata, come al solito, in onore dell’ospite a Broadway, la “Grande Strada”, che attraversa, da sud a nord, tutta l’isola di Manhattan (“grande isola”, nell’antica lingua locale), uno dei cinque distretti di New York, e anche il più antico.

Qualche tempo dopo, trovandosi di nuovo in Ameri-ca, di domenica, in un pomeriggio autunnale, era ritorna-to in quel posto, per riosservare quei luoghi non più di-sturbato dal tumulto della folla. Egli si trovava, in quel momento, a “Battery Park”, il “Parco della Batteria”, si-tuato all’estremità meridionale dell’isola di Manhattan, dove inizia la “Grande Strada”. Il Parco ricorda, nel no-me, le antiche lotte fra i primi coloni, inglesi e olandesi, per il possesso dell’isola.

Dopo aver girato un poco per il Parco, lo scrittore imboccò la “Grande Strada”. In quel tranquillo pomerig-gio domenicale essa era deserta.

Risalendo la strada, poco dopo l’inizio, s’incontra sulla sinistra la “Trinity Church”, la “Chiesa della Trini-tà”, la più antica chiesa protestante del luogo. Proprio all’ingresso della Chiesa, c’era una tabella sulla quale erano indicati i Salmi che si sarebbero cantati quel po-meriggio.

Quasi di fronte alla Chiesa, sull’altro lato della stra-da, c’era l’imboccatura di “Wall Street”, la “Strada del Muro”, conosciuta in tutto il mondo come il simbolo della potenza finanziaria americana, perché ivi è la sede della Borsa di New York. Uscito dalla chiesa, che non aveva mancato di visitare, egli imboccò questa strada, anch’es-sa a quell’ora deserta e silenziosa. Solo alcuni portieri alle porte di alcuni “building”, gli “edifici” superbi dei colossi industriali.

L’unico essere vivente (oltre ai portieri) che incon-trò, proprio davanti allo “Stock Exchange” (“Scambio Titoli”), e cioè la Borsa, fu un uomo accanto a un carret-tino di mele. E così, davanti all’edificio dove ogni giorno si comprano e si vendono titoli per miliardi di dollari, egli, tanto per comprare qualcosa, comprò due mele. Che trovò, peraltro, molto buone.

Proseguendo nella sua passeggiata solitaria, si ri-trovò alla fine in Liberty Street, la Strada su cui si affac-cia il maestoso edificio della “Federal Reserve Bank”, la cittadella della riserva bancaria degli S.U.. Dopo averlo costeggiato, stava per svoltare in un’altra traversa, quan-do vide, da un portone laterale del grande edificio, usci-re, salutata con deferenza dal portiere, una signora di mezza età, che indossava un “tailleur” grigio, semplice, ma elegante. Che, per il modo come il portiere l’aveva salutata, doveva certo essere la moglie di un magnate della finanza. Nella mano guantata la signora aveva un libretto dalla copertina nera, che era facile riconoscere come un libro di chiesa.

Una figura di donna così “Vecchia Europa” nel cuo-re di Manhattan! Lo scrittore incuriosito la seguì. La si-gnora rifece, a ritroso, la strada che egli aveva fatto all’-andata, e sbucò in Broadway, quasi di fronte alla “Chiesa della Trinità”. Attraversò la strada ed entrò nel luogo sacro dal quale già arrivava qualche nota di orga-no, segno che la “funzione” stava per cominciare. An-che lei era andata in Chiesa a cantare i Salmi, “come certe zie di campagna”, annotò lo scrittore, quando la domenica andavano “a vespro”.

E, negli occhi di chi l’aveva seguita fino alla Chiesa, la sua immagine sarebbe rimasta “quella del personag-gio più rappresentativo dello spirito dell’America dei pio-nieri, solida e forte, capace di fondere la fede nel lavoro e nel guadagno onesto, con la fede nella vita eterna”, come egli stesso scrive. L’America che non teme di scri-vere sul biglietto verde, simbolo della sua potenza eco-nomica (anche se attanagliata dalla crisi attuale), “In God we trust”, “Noi confidiamo in Dio”.

Il protagonista di questa storia, intanto, arrivato an-che lui davanti all’ingresso della Chiesa, dove era la ta-bella con i testi dei Salmi, si era soffermato a leggerne qualche verso (in latino). Uno di essi, il Salmo 37 verset-to 16, ammoniva: “Meglio sarà il poco per il giusto, che le molte ricchezze per gli iniqui”! Ammonimento quanto mai attuale! Dr. Gaetano IOVINO

La Signora di “La Signora di “WWALLALL S STREETTREET””

Broadway «Chiesa della Trinità»

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Dopo aver approfondito la tematica di Superbia, Avarizia e Lussuria oggi torniamo in argomento per parlare dell’Invidia, un bruttissimo sentimento nei con-fronti di un’altra persona o di uno specifico (o generi-co) gruppo di persone che possiedono qualcosa, sim-boleggiano qualcosa o si caratterizzano per qualcosa che l’invidioso non possiede, ma vorrebbe avere.

Come tutti i vizi capitali l’invidia è antica come l’uomo; a differenza della superbia, della gola, della lussuria, l’invidia è forse l’unico vizio che non procura piacere. L'invidia comporta sentimenti negativi, che sfiorano il rancore, l'odio, l'ostilità verso chi possiede qualcosa che l'invidioso non ha. L’invidia oltre ad es-sere un vizio, è un meccanismo di difesa, disperato tentativo maldestro di recuperare la fiducia e la stima di se stessi impedendo la caduta del proprio valore svalutando l’altro; questa è la strategia dell’invidioso: svalutare le persone percepite come «migliori» di sé.

Non confondiamo invidia e gelosia: la prima è risentimento verso qualcosa che qualcuno ha, ma che non mi appartiene; la seconda è la paura che qualcu-no mi porti via ciò che già ho; l’invidia è figlia della fru-strazione e di un senso di impossibilità a realizzarsi che si riflette in un odio distruttivo verso l’altro; l’invi-dioso «è un carnefice di se stesso» (S. Pier Crisologo) e di chi gli è vicino.

L’invidia è un sentimento «inutile» perché non approda alla valorizzazione di sé, «doloroso» perché rabbuia e impoverisce il mondo e per giunta è un sen-timento da tenere «nascosto» senza neppure il confor-to che può venire dal parlarne con qualcuno; pochissi-mi, infatti, parlano chiaramente e volentieri dell’invidia che provano: parlarne apertamente inibisce perché è come mettersi a nudo, svelare la parte più meschina e vulnerabile di sé; parlare della persona che si invidia e spiegare il perché significa parlare della parte più pro-

fonda di se stessi, delle aspirazioni e dei fallimenti personali, delle difficoltà e dei limiti che si trovano in noi stessi.

Nel libro della Sapienza si ricorda che «la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo» (Sap. 2,24); il testo sacro collega il limite dell’umanità ad un peccato d’invidia e Satana è l’invidioso per eccellenza. Percorrendo la Sacra Scrittura emerge un filo sapien-zale, da Caino a Saul, che mostra come l’invidia na-sca dalla grandezza dell’altro non accolta e diventata elemento di confronto e rivela un senso di sconfitta. Uno sguardo purificato aiuta a cogliere il valore delle cose, la loro intima bellezza e non riduce tutto all’og-getto da catturare e possedere ad ogni costo.

Anche se percorriamo una vita in perfetta armo-nia e nel pieno rispetto delle regole, troviamo sempre lungo il nostro cammino delle persone invidiose che tentano di intralciare il nostro percorso. Ma perché questo accade? Perché è così difficile provare dell’-ammirazione verso qualcuno e così semplice provare invidia?

Trovare delle persone capaci di farci dei compli-menti sinceri, persone in grado di complimentarsi con noi per il nostro operato è sempre più complesso men-tre dietro l’angolo ci sono sempre più persone che alle nostre spalle esaltano le nostre parti più deboli e di-sprezzano le nostre capacità che scatenano le loro invidie.

Un errore che facciamo di frequente è dimentica-re che qualsiasi cosa facciamo, anche il più grande capolavoro, la più straordinaria opera benefica, ci creiamo sempre dei nemici. I motivi sono vari: alcuni ci temono come concorrenti, altri si sentono messi in ombra, altri temono di perdere privilegio, altri avevano un vecchio rancore che si risveglia. Insomma nemici ne abbiamo sempre, ma ce ne dimentichiamo.

Ce ne dimentichiamo a tal punto che ogni volta rimaniamo spiazzati, allibiti, mortificati, dispiaciuti di essere circondati da persone invidiose. L’invidia per gli altri è il primo sintomo del proprio fallimento.

Quindi per tutelarci da questo sentimento biso-gna far capire i propri limiti all’invidioso e soprattutto aiutarlo a comprendere che avendo le capacità niente diventa irraggiungibile. Dario IPPOLITO

L’L’INVIDIA: il vizio che non dà piacere!INVIDIA: il vizio che non dà piacere!

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Quando Alfonso mi ha partecipato la sua nuova “Impresa” ho avuto la conferma di ciò che già sapevo da tempo.- Lo scoutismo è uno stile di vita -. Questo argo-mento è stato più volte oggetto di lunghe chiacchierate, intorno al fuoco e nelle riunioni fiume che terminavano in tarda serata. Inconsapevolmente con quelle discussioni insieme plasmavamo il nostro essere uomini e donne del nostro tempo.

Il ricordo che ho dello Scoutismo a Torre Annunzia-ta è principalmente legato a volti, luoghi e sensazioni che non hanno collocazioni temporali precise ma che rappresentano il mio vissuto e quindi sono parte di me in maniera indistinta ancora oggi. Per questa ragione e per ovvi motivi di spazio non elencherò quanti ho conosciuto (salvo rare eccezioni) ma ringrazio il Signore per averli posti sul mio cammino. Nel 1970, avevo otto anni e Pino Celentano, mio compagno di banco, mi propose di entra-re a far parte degli Scout. Dopo qualche settimana, nel convento di San Giuseppe e Santa Teresa, in Piazza E. Cesaro, a pochi passi da casa, partecipavo alla mia pri-ma riunione di “Branco”. La sede era nel seminterrato del convento e per poter accedere al luogo dove ci riuni-vamo noi “Lupetti”, si doveva percorrere un corridoio in lieve pendenza, stretto e con le pareti irregolari. La “Tana” era un ambiente non molto grande con il soffitto basso e con tutti i personaggi della storia di Mowgli dise-gnati sulle pareti. Le nostre riunioni quindi si tenevano in una vera tana immersa nella giungla e la nostra fantasia valicava i confini di uno spazio piuttosto angusto che in passato fungeva da ossario del convento.

Poco più di due anni, un campo estivo a Teano ed eccomi pronto a salire la rupe verso gli “Esploratori”. Il mio Capo Squadriglia era una persona taciturna e dai modi piuttosto sbrigativi. Nel tempo ho compreso che talvolta ed in particolare con i giovani, ciò che conta è l’esempio che fornisci a chi ti osserva per il ruolo che occupi.

Dopo qualche anno ero ben integrato con tutti i componenti del “Reparto” ed avevo stretto una solida amicizia con Giovanni Monaco, amico con il quale ho poi condiviso tutto il mio cammino scout. Ricordo i volti ed i nomi di quanti in quegli anni si accostarono allo scouti-smo e di tutti quelli con i quali ho vissuto le più disparate esperienze. Il valore dell’amicizia in quegli anni assume-va un significato tangibile.

Il gruppo e la sana competizione erano la formula alchemica che ci faceva crescere insieme nonostante le diversità di cui ciascuno di noi era portatore. Alle uscite domenicali ed ai pernottamenti si susseguivano anno dopo anno i campi invernali e quelli estivi, nelle località che nel tempo cominciarono ad essere familiari: Teano, Quaglietta, Postiglione, Vallo della Lucania etc.

(n. 13)

La permanenza negli Esploratori fu piuttosto lunga e per consentire anche a chi ci seguiva negli anni, di cre-scere con le giuste responsabilità, ci fu offerta la possibi-lità di passare nel “Noviziato” con un anno di anticipo.

Il buon Alfonso Scognamiglio prese quindi la condu-zione di quel manipolo di ragazzi che non desiderava altro che misurarsi, mettersi alla prova, crescere forse più in fretta di quanti li avevano preceduti.

Gli anni del “Noviziato” e del “Clan” furono certa-mente molto intensi e vissuti da tutti con estrema passio-ne. Il nostro Capo (Alfonso) si mostrava ai nostri occhi non più come “Urlatore” e/o “Cambusiere” ma come uo-mo nelle sue dimensioni più diverse : padre, marito, la-voratore, fratello.. Dimensioni dalle quali credo ciascuno di noi ha poi attinto per quanto abbia voluto e condiviso. Del gruppo iniziale solo Giovanni Monaco, Luigi Cirillo ed io completammo l’iter, ottenendo il brevetto di “Capo” nella mitica base di Colico.

Intanto, obbligati da Padre Luigi Rossi, a lasciare la nostra sede storica di Piazza E. Cesaro, ci trasferimmo presso la Chiesa dello Spirito Santo, dal compianto Don Mario Albertino. Fu grazie a lui - Sacerdote di Frontiera- che in quella parrocchia, dato il contesto, il nostro ruolo avrebbe assunto un significato ben più importante di quello che fino ad allora avevamo svolto.

L’impegno di Capo Reparto e poi di Capo Clan furo-no certamente esperienze irripetibili dove toccai con ma-no la nota espressione evangelica : - E’ dando che si riceve.

Nel 1983, ebbi l’opportunità di essere assunto nell’I-stituto di Credito di cui ancora oggi sono parte e quindi il mio impegno sfociò naturalmente verso le strutture dell’-associazione che mi consentivano di poter assolvere al meglio ruoli che richiedevano un impegno temporale più contenuto. Venni eletto quindi Responsabile della na-scente Zona Vesuvio ed entrai a far parte della Forma-zione Capi Regionali.

Qualche Route d’Orientamento ed almeno due cam-pi da Capo Campo E/G, furono le esperienze che feci. Anche queste occasioni in parte burocratiche ed in parte legate alla formazione sono state l’occasione per com-prendere sempre più a fondo il messaggio scout in tutti i suoi aspetti.

Il trasferimento in Puglia per ragioni lavorative mi costrinse poi ad allontanarmi dall’associazione ma cer-tamente non cancellò lo spirito scout che ancora alberga in me.

In sintesi direi che lo Scoutismo a Torre come altro-ve, ti cattura per l’insaziabile voglia di gioco, ti mantiene vivo l’interesse con l’avventura e ti fortifica il carattere di servizio degli altri. Tutto questo per preparanti al meravi-glioso gioco della vita.

Luigi IOVANE

LLAA MIAMIA VITAVITA NELLONELLO S SCOUTISMOCOUTISMO

Il Bollettino mensile e tutte le informazioni Parrocchiali sono redatte grazie al prezioso contributo del

GGRUPPORUPPO C COMUNICAZIONIOMUNICAZIONI S SOCIALIOCIALI

Mensile a diffusione interna - Composizione e stampa in proprio - Copia gratuita

SANTE MESSE

FERIALE:

Ore 07.30 Celebrazione della Parola di Dio. Ore 19.00 Celebrazione S. Messa vespertina.

FESTIVO:

Ore 08.00 - 10.00 - 12.00 - 19.00

Il Parroco riceve tutti i giorni ore 17.30/20.00

OORARIORARIO DELLEDELLE C CELEBRAZIONIELEBRAZIONI

Una Comunità che pregaUna Comunità che prega

Puoi pregare con la Comunità ogni giorno feriale

Ore 07.30 Lodi Mattutine Ore 18.15 S. Rosario, a seguire il Vespro

Ore 19.00 S. Messa Vespertina

1° Giovedì ore 19.30/22.00 Adorazione Notturna Ogni Giovedì ore 19.30 Adorazione Eucaristica

Ultimo Martedì ore 18.00 Celebrazione del “SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE”

CCORSIORSI DIDI C CATECHESIATECHESI 2012/2013

SACRAMENTO DEL BATTESIMO

Si celebra ogni quarta Domenica del mese È previsto un incontro di Catechesi per i genitori e i/Padrini / e Madrine dei bambini il Sabato che pre-cede la Celebrazione del Battesimo alle ore 17.30

SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

(Cresima)

Corso di recupero per Giovani e Adulti da Aprile Sabato ore 20.00

Celebrazione a S. Teresa (14 o 15 ottobre) Le iscrizioni sono aperte

La Segreteria Parrocchiale è aperta: Da LUNEDÌ a SABATO tranne il GIOVEDÌ

dalle ore 18.00 alle ore 19.00 Il GIOVEDÌ dalle ore 08.30 alle ore 10.00

AAGENDAGENDA DIDI G I U G N OG I U G N O

� DOMENICA 02 SOLENNITÀ SEL “CORPUS DOMINI” Pomerig-gio Solenne Processione Eucaristica Cittadina. Precede la celebrazione eucari-stica nella parrocchia - Santuario dello "Spirito Santo". Domenica della solidarietà parrocchiale.

� LUNEDÌ 03 “SUFFRAGIO PARROCCHIALE MENSILE” La S. Messa delle ore 19.00 viene celebra-ta in memoria di tutti i fratelli defunti appar-tenuti alla famiglia parrocchiale.

� VENERDÌ 07 SACRO CUORE DI GESÙ - Primo Venerdì del mese - Parrocchia del Sacro Cuore di Ge-sù - PROCESSIONE (orario da concordare) e S. MESSA. Giornata per la santificazione del clero.

� SABATO 08 Ore 17.30 secondo turno di Prime Comu-nioni.

� 10 - 11 - 12 Triduo in preparazione alla Festa di “S. ANTONIO da Padova”.

� GIOVEDÌ 13 Festa di S. ANTONIO da Padova Ore 18.15 S. Rosario animato dal gruppo di preghiera “San PIO” da Pietrelcina a seguire: celebra-zione dei Vespri; ore 19.00 S. Messa so-lenne - Benedizione del pane.

� DAL 03 AL 14 Attività FORMATIVO-ORATORIALI dalle ore 16.00 alle ore 19.00. Iscrizioni presso l’Uffi-cio Parrocchiale.

� MARTEDÌ 18 Ore 18.00 celebrazione e catechesi del Sacramento della Penitenza (confessioni).

� MERCOLEDÌ 19 Inizio Triduo e festeggiamenti in onore di S. Teresa vedi programma che sarà e-sposto in fondo alla Chiesa (22/23/24 giugno).

� DOMENICA 23 Ore 10.00 terzo turno di Prime Comunioni.

� LUNEDÌ 24 Ore 20.00 estrazione dei biglietti vincenti della Lotteria "S. TERESA"

� Quarant'ore - Mattino, ore 07.30 S. Messa ed Esposizione (fino alle ore 12.00) pome-riggio, ore 16.30 Esposizione, ore 19.00 - Vespro - Comunione Eucaristica - Benedi-zione Solenne.

� DOMENICA 30 Giornata per la “CARITÀ del PAPA”

Durante il mese di LUGLIO e AGOSTO l’orario delle SS. Messe Festive è il seguente: Ore 08.00 - 10.30 - 19.00

DAL 27 AL 31

Visita il sito della Parrocchia www.parrocchiasantateresatorrea.it

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al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]

La redazione del Giornalino invita i lettori ed i fedeli a far pervenire articoli da pubblicare sul giornalino tramite Email, con i quali ne promuoveranno l’incremento e il migliora-mento. Grazie.