Old gen 001

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Fanzine di Videogiochi. Old Gen è dedicata a tutti i videogiocatori over 30. Poche news e anteprime. Tante chiacchere. Non aspettatevi una vera rivista di videogames, questa è una fanzine amatoriale. Vedetela come un blog, ma impaginata meglio.

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Questa rivista è il gioco del giornale che facevo da bambino a casa con mia sorella. Il giornalino che facevo con tanto impegno, ma che poi leggevano solo mia mamma e mio papà.Oggi, grazie alla magia dell’internet, possono leg-gerlo anche mio zio e mia cugina.

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Quando da innocente bambino decisi che avrei lavorato in una rivista di vide-ogiochi non avrei mai immaginato che a impedirmi di raggiungere il mio sogno sarebbe stata la loro scomparsa. Non lo immaginavo nemmeno nel 2001 quando in edicola uscivano 10 testate al mese tutte e quasi per un’unica console.Mano a mano che vedevo le riviste morire ci rimanevo un po’ male, ma non tantissimo. Anch’io come tutti ero affasci-nato dalle video-recensioni. Accattivanti, divertenti. Dicevano molto più di un arti-colo e uscivano una dopo l’altra. La carta aveva ancora il suo fascino,un profumo. Ma le video-recensioni erano a un livello superiore.E poi diciamocelo, a 10 anni volevo scri-vere su una rivista di videogiochi, a 12 volevo lavorare in una radio, a 15 diseg-nare fumetti e a sedici qualsiasi lavoro

piacesse alla ragazza che avevo davanti. Oggi voglio fare un po’ questo e un po’ quello, ogni sera torno a casa e il lunedì divento un conduttore di un podcast, il martedì un disegnatore di fumetti, il mer-coledì uno youtuber e da adesso il giovedì sarò anche un giornalista di videogiochi. Per gioco, senza impegno, libero da qual-cuno sopra di me. Divento redattore, direttore responsabile, divento grafico.Ovviamente, proprio perché si tratta di un gioco, mancheranno le entrate di soldi e onestamente non ci penso proprio di spendere il mio stipendio in giochi appe-na usciti. Per restare aggiornati sui titoli più freschi esistono i professionisti.Noi siamo i compagni di banco, quelli che devono mettere da parte le paghette.Raggiunta una certa età ci si diverte di più a parlare di videogiochi, invece che a giocarci.

EDITORIALELe fanzine sono morte?

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Minacciate da un nemico troppo potente le fi abe sono scappate nel nostro mon-do.

Quelle di aspetto umano hanno trovato casa in un quartiere di New York, quelle invece troppo strane sono state rillegate nella fatto-ria fuori città. Per loro è assolutamente vieta-to farsi vedere in città e, se lo vogliono fare, devono procurarsi una costosa magia che li fa apparire umani.Una netta divisione tra chi è libero e chi in-vece no.Il Lupo Cattivo si è rifatto una vita ed è stato incaricato di far rispettare questa legge. Tutti devono stare al proprio posto. The Wolf Among Us porta a videogioco il fu-metto Fables, un fumetto ai più sconosciuto, come lo sono tutti i fumetti da cui non sono stati tratti fi lm e cartoni.Sembra assurdo, ma era sconosciuto alla massa anche The Walkind Dead prima della serie televisiva. La TellTale sembra abbia il potere di trasformare in oro tutto quello che tocca, la realtà è che sà comprare dei marchi di sicuro successo...e poi ci fa dei bei giochi sopra.Sapesse solo acquistare dei brand di fumetti

famosi si limiterebbe a ricalcare le storie pubblicate su carta. Non per-derebbe tempo a scrivere storie origi-nali, con il solo rischio di scontentare i fans brufolosi. The Wolf Among Us è un prequel del fumetto, ambientato poco prima. Bianca Neve non è ancora a capo della comunità di Fabolandia. Il Lupo Cattivo è già il tutore del-la legge, ma tutti gli ricordano di continuo il suo passato, quando ancora andava in giro a uccidere maialini e nonnine.Scelta strana questa. Per chi ha letto il fumetto certi colpi di scena non funzion-eranno. Sapremmo già di chi ci si potrà fi dare e di chi invece sarà meglio ten-ersi alla larga. Chi vivrà e chi morirà veramente. Fattori questi che distruggono l’illusione di avere delle scelte per cambiare la storia. Alla fi ne, per tut-ta questa prima stagione, mi sono ritrovato a giocare una bella serie televisiva. Volevo vedere come andava avanti, ma ero consapev-ole di non avere nessun controllo sulla trama.

LE FIABE SONO CRESCIUTE

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Se in the Walking Dead questa illusione era mascherata molto bene, in the Wolf Among Us crolla subito.Eppure attendo la seconda stagione con ansia, voglio sapere che fine fanno certi personaggi, voglio tornare ad essere il lupo cattivo. Voglio incontrare altre fiabe, par-lare e discutere con loro.Lo stile grafico del gioco è stilosissimo, a mio parere molto lontano da quello del fumetto, ma pieno di carisma. Le scene di azione sono molto divertenti, funzionano molto meglio di quelle di the Walking Dead. Niente di rivoluzionario e mai visto, ma è evidente quanto i programmatori non le abbiano messe in sec-ondo piano. Nonostante il game over non arrivi mai sono una delle meccaniche più divertenti del gioco. Nota dolente invece per quanto riguarda le fasi in-vestigative. Semplicemente si entra in una stanza e si inizia ad indagare. Ma dopo il primo caso ci si rende

conto che, finché non si avrà cliccato sopra tutti gli indizzi, non potremmo andarcene.I dialoghi a scelte multiple funzionano come da tradizione TellTale, quindi per chi arriva da the Walking Dead non rimmarrà deluso. Anzi il carisma di Luca Wolf ci spingerà a essere un po’ più duri e autorevoli senza troppi ripensamenti e sensi di colpa.Se cercate un bel videogioco da guardare in compagnia con gli amici tutti sul divano the Wolf Among Us è il gioco perfetto. Al prezzo a cui lo si trova adesso è un acquisto quasi obbligato.

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Se giocherete il gioco con la traduzione non uffi ciale in italiano sicuramente riderete quando setirete gli altri personaggi chia-mare il Lupo Cattivo con il nome di Luca. Non si tratta di un errore. Chi si è occupato della traduzione ha voluto essere più fedele pos-sibile al fumetto. Se nella versione americana il Lupo Cattivo viene chiamato affettuosamente Bigby come diminutivo di Big Bad Wolf

in italiano ci si è spinti oltre. Luca infatti non è altro che l’acronimo

delle parole LUpo CAttivo. Certo fa ridere sentire chiamare Luca il lupo cattivo, ma almeno ha un suo perchè.

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Ho iniziato a giocare con Dead Island perché convinto da un amico. Un po’ come quando ti

invitano ad una festa, ma tu non ci vuoi andare. Sogni il tuo divano e un epi-sodio della tua serie preferita. Solo che non puoi dirlo, perché verresti preso per il culo. Rinunciare ad una festa per starsene chiusi in casa. Non si può, la società non lo vuole e ti senti uno sfi -gato anche solo ad averlo pensato. Così stringi i denti e paghi l’entrata alla festa, paghi l’ennesima tessera arcidistocaz-zoqualcosa, paghi 5 euro una birra schifosa e ti guardi attorno. La musica è troppo alta e non senti niente di quello che ti stanno dicendo. Fai si con la testa, ma non hai capito cosa ti hanno detto. Per ingannare il tempo cerchi di pen-sare a qualche bella scusa per tornart-ene a casa (vendere il gioco). Quando ad un certo punto spunta un’amica che non vedevi da anni, ti abbraccia e ti chiede cosa ci fai qui. Ti chiede di us-cire, perché con tutta quella musica non

riuscite a parlarvi. Tutto si calma, respiri di nuovo aria fresca ed ecco che la vera festa comincia.Dead Island inizia male. Troppe aspet-tative portate da una campagna pro-mozionale stupenda, ma fuorviante. Le prime due ore di gioco non dicono niente. Non c’è una storia, non ci vedi originalità nel gameplay. Niente armi per mezz’ora buona. La visuale in prima persona ti disorienta, non riesci a prendere bene le misure. Tenti di tirare un pugno e ti accorgi che lo zombi era ancora troppo distante. Un attimo dopo e lo zompi ti sta già mor-dendo la gola.Poi trovi la prima lama affi lata ed ecco che arriva lei, l’amica che non vedevi da tanto tempo e che non ti eri accorto di quanto le volevi bene. Arriva LA PRI-MA TESTA MOZZATA DI NETTO. Che si stacca al rallentatore. Finalmente inizi a respirare l’aria fresca.Ti guardi attorno e ti accorgi di quanto è bella quest’isola.

Recensione scritta qualche anno fa, quando ancora gli zombie non erano così diff usi Ci vorrebbe un amico

...meglio se vivo

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Scopri le sue spiagge, il suo mare, le sue montagne, la gente del posto ed è tutto tuo.Insieme ad un amico Dead Island è una bella festa. Mi sto divertendo molto a giocarci. La visuale in prima persona, che all’inizio trovavo scomoda per un gioco dove si usano praticamente solo coltelli e lame, ora la trovo una mossa vincente. Molto coinvolgente.Ci sono anche armi da fuoco, rare. Ma ne sentirete poco la mancanza.Perché usare un macete risulta molto più divertente. Non c’è soddisfazione più grande di mozzare un braccio ad uno zombi che stava per ammazzare, con un pugno, il vostro amico.Poco a poco Dead Island si rivela il bel gioco che è. Timida e impacciata l’isola dei non morti, dopo le prime tre ore,

inizia a scaldarsi e ad aprire finalmente le gambe.Si scopre che, oltre alle belle spiagge caraibiche e tropicali, c’è anche una cit-tà. Ci sono dei nemici umani cazzuti e armati. Scopri quanto è divertente moz-zare prima una gamba a due zombi, per poi battere un rigore senza avere paura, con la loro testa.

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IL PODCASTIL PODCASTIL PODCASTDI OLD GENDI OLD GENIL FuNGO Nel TUbOIL FuNGO Nel TUbOIL FuNGO Nel TUbOIL FuNGO Nel TUbO

Stufo di tutti questiStufo di tutti questiPodcast pieni di newsPodcast pieni di newse di espertoni del settoree di espertoni del settoreche vi dicono se un giocoche vi dicono se un giocoè bello oppure brutto?è bello oppure brutto?

Allora ascolta il podcastAllora ascolta il podcastIL FUNGO NEL TUBOIL FUNGO NEL TUBOcondotto da due ragazzicondotto da due ragazziche capiscono di che capiscono di videogiochi quanto divideogiochi quanto diastrofisicanucleare.astrofisicanucleare.

Per sentirti finalmentePer sentirti finalmenteal bar.al bar.

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“Questo podcast è di una noia mortale,

e sembra di assistere a gente che

chiacchera al bar del più e del meno”

rocket-buddha

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Benji BenjiOlliOlli

Mi ero ben tenuto alla larga da Ol-liOlli, nonostante molti ne par-lassero bene mi sembrava solo

l’ennesimo gioco dove il protagonista deve solo scappare a più non posso ed evitare gli ostacoli prima che il mostro lo raggiunga. Quel tipo di giochi che mi mettono solo più ansia di quella che già ho. Poi, cosa vuoi, arrivano gli sconti del PSN+, la PSVita ti chiede di essere spolverata e in men che non si dica mi ritrovo seduto sul water a dire: ancora una partia...ancora una partita...ancora una partita.Questo piccolo lurido gioco mi ha gelato le chiappe e lo dico come complimento. Per descrivere il gioco basterebbero poco parole: livelli veloci che solitamente durano meno di un minuto e un solo

tasto come comando. Grafi ca a un passo dall’essere accativante.

Bastava poco poco in più per raggi-ungere le vette di HotLine Miami. Gli sfondi hanno una risolzione che stona leggermente con gli elementi in primo piano. Sulla PSVita questa cosa non si nota molto, ma giocato su un televisore

la cosa un po’ disturba. Sono comnque disegnati molto bene.La colonna sonora invece meriterebbe da sola il prezzo del gioco. Proprio la musica, a mio parere è forse la cosa più skaters di tutto il gioco. Perchè defi nire OlliOlli un gioco di skate sarebbe come dire che Mario Kart è un gioco di guida alla GT. Diciamo che Ol-liOlli è molto più simile ad un Sonic the Hedgehog. Un piccolo Sonic cattivo.

“Questo podcast è di una noia mortale,

e sembra di assistere a gente che

chiacchera al bar del più e del meno”

rocket-buddha

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Adam Jensen sedeva proprio da-vanti a me. Lui con quelle sue braccia super potenziate e io con

le mie braccine da youtuber. Con le sue mani lui poteva piegare la portiera di una macchina, io con le mie al massimo rius-civo a piegare una lattina.Riuscirlo ad intervistare non era stato facile. Ma fù più lui ad intervistare me, infatti fu Adam a parlare per primo:-Allora, perchè volevi parlarmi? sei un giornalista o cosa?” mi chiese Adam.-sono uno youtuber, volevo fa-fare un gameplay di Deus Ex: Human Revolu-tion.”Mi tremava la voce e non sapevo per-ché. Forse era la sicurezza che Adam

ostentava. Non ero abituato, di solito i personaggi dei videogiochi sono dei gusci vuoti al mio servizio. Lui invece sembrava vivere per conto suo. Sem-brava credesse di esistere veramente. Era spazientito, come un menager con la giornata piena di impegni, come un manager che si chiede perché diavo-lo ha accettato di perdere tempo con questa stupida intervista.-Che diavolo è uno youtuber?” Guardo per un secondo nel vuoto. Col-legò il suo cervello cibernetico a una specie di internet del futuro e subito si rispose da solo:-Oh mio dio, sei uno di quegli sfi gati del 2020!!”

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-Già” mi aveva ucciso dentro.Sfigati del 2020, è così che gli youtubers pas-seranno alla storia. Stavo sudando freddo. Poi Adan parlò di nuovo per primo:-Senti, io lo so di essere solo un personaggio di un videogioco. So di non esistere nel tuo mon-do. Questo non vuol dire che non ho una mia vita. Forse gli altri personaggi si limitano a fare qualche salto e a schiacciare qualche mostrici-attolo. Ma io sono a capo della sicurezza della Sarif Industries. Non passo di certo le mie gior-nate a filmarmi mentre gioco davanti al com-puter.”Ora ero offeso. Presi coraggio e tentai di rispon-

dergli a tono:-Non passo le giornate a giocare, ho un lavoro vero anch’io. Questo è solo un passatempo. Alla sera mi rilassa farmi una partitina al com-puter. Che male c’ se voglio condividere questa cosa con altri.”Ad Adam gli si gonfio una vena sulla fronte. Credo volesse uccidermi e che qualche sis-tema si sicurezza del corpo si sia azionato per bloccare la sua reazione istintiva e assassina.Ritrovo la calma, prese il cappotto e si alzò.-Io devo andare, mi dispiace ma non sono fatto per queste cosa. Non scrivere niente su di me. Non stò scherzando”.

Adam si offrì di pagare:-Ragazzo cerca di combin-are qualcosa di importante nella vita. So di dover essere grato a voi videogiocatori perché senza di voi io non esisterei. Ma voi youtuber non verrete ricordati molto bene nel 2050”Lasciò 200 crediti sul tavolo del bar è uscì. Il barista mi guardò male. Immaginai che

200 crediti nel 2052 fosse il giusto prezzo per una doppia colazione, ma qui nel 2015 non velevano ancora niente. Tirai fuori 10 euro e il barista mi sorrise-Ecco il resto e ricordati di mettere mi pi-ace sulla nostra pagina facebook”.

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Neon Genesis Evangelion.Quale appassionato di anime/manga non conosce quest’opera? Nessuno! (spero)Da qualche settimana qua in Italia sono usciti fi nalmente gli ultimi due numeri del-la prima edizione del manga di Evange-lion, venduti tra l’altro insieme a poco più di 4€.Il primo numero della prima edizione di questo manga è uscito nel mese di No-vembre del 1997, praticamente 17 anni fà!Il manga uffi ciale di Evangelion (non con-fondetelo con i tanti spin-off usciti) è cu-rato interamente da Yoshiyuki Sadamoto,

uno dei membri fondatori della Gainax (che oramai non è più quella che era un tempo) principale Character Design dello studio, otttimo illustatore, regista e anche mangaka.Appunto la lentezza con cui è stato pub-liccato il manga di Eva è dovuta, parole dello stesso Sadamoto: non ho il tempo di fare il manga.Purtoppo è stato quello il motivo primci-pale di questa lunga durata di pubblica-zione, anche perchè il manga in totale sono 14 numeri (nella versione collection che sarebbe il formato originale) quindi non si può dire duri parecchio.

NEON GENESIS EVANGELIONLA RECENSIONE DEL MANGA

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Venendo al manga in se, esso si può defini-re la visione che ha Sadamoto di Evange-lion, come l’anime è la visione di Hideaki Anno (il suo regista) dove abbiamo person-aggi estremamente complessati, chiusi e criptici verso gli altri, dovuto principalmente al fatto che Anno stesso fosse stato uno con gli stessi problemi sociali avuti da Shinji e quindi li ha saputi trasmettere appieno, il

manga invece ha sempre personaggi con queste problematiche ma le loro reazioni, il loro in qualche modo crescere e cercare di superarle è reso più “reale”, sono più umani con se stessi e gli altri.A differnziarsi dall’anime, oltre alla psiche dei personaggi, ci sono anche numerose scene che sono o cambiate o totalmente inedite, il che rende la lettura del manga consigliata solo per vedere le differenze, in alcuni casi le differenze sono migliori nel manga in altre rimangono meglio nell’anime.Nel manga c’è una scena in cui Gendo è Figo! O-OI disegni del manga sono di alto livello e davvero ben curati (d’altronde ha avuto un sacco di tempo per farlo! =P ), essendo Sadamoto il CD anche dell’anime il passag-gio al manga è indolore, anzi piacevole.Bellissime le cover del manga!Sadamoto è un bravissimo illustratore e le cover del manga ne sono una prova, una critica invece va alla regia delle tavole, dove molto spesso forse per ricreare visivamente quanto si vede nell’anime, le scene ven-gono prese pari pari dall’anime e personal-mente avrei preferito le rifacesse da capo per renderlo del tutto unico.

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Il fi nale segue tutto l’anime com-prendendo il fi lm End of Evangelion e andando anche leggermente oltre con l’epilogo e il piccolo capitolo ex-tra, personalmente mi è piaciuto con riserva, mi son piaciute le differnze rispetto alla versione animata e non tanto le scene disegnate uguali come nel fi lm, rendono il tutto di un già visto e mancando dell’impatto visivo che solo la versione anime poteva avere.Non posso dirvi altro per non fare spoiler, ma sappiate che potrebbe esplodervi il cervello una volta fi nito di leggere. XDTra l’altro c’è una bellissima scena con Shinji e..... non ve lo posso dire!! Se non lo avete mai letto, ora è l’occasione giusta visto che dovreb-

be iniziare a breve anche una nuova versione del manga edito sempre dalla Planet Manga, tenete d’occhio la loro checklist.

Concludo dicendo che personal-mente mi è piaciuto e che lo con-siglio a tutti coloro a cui Neon Gen-esis Evangelion è piaciuto, come l’anime ha anche lui dei difetti, ma coloro che sono affezzionati alla serie sapranno apprezzarlo e guardarne i difetti senza rovinarsi l’esperienza.

Ps: Il 4 Dicembre è stato anche il compleanno di Asuka, che coinci-denza! Facciamole tutti i migliori Auguri! <3

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“Adoro gli uomoni sempre seduti davanti ai videogiochi”Lara