OGGETTO: RELAZIONE FINALE RESTAURI ESEGUITI … finale villa pompei carlotti... · LOGGIA...

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OGGETTO: RELAZIONE FINALE RESTAURI ESEGUITI PRESSO VILLA POMPEI CARLOTTI ILLASI LOGGIA ESTERNA-AFFRESCHI INTERNO- UN SOFFITTO VANO SCALE- AFFRESCHI LOGGIA ESTERNA Nel soffitto della loggia esterna sono posti tre riquadri dipinti a tempera su intonaco di calce e sabbia. Dipinti negli anni 1730-40, anni in cui la villa fu completamente riprogettata dal Pompei, attribuiti ad un allievo del Balestra, rappresentano la Primavera sdraiata su una nuvola e circondata di zeffiri e putti. L’intonaco è steso su un incannucciato di arelle, legato alla struttura portante in legno centinata del tetto. L’incannucciato è molto fitto e i chiodi con i quali è aggrappato al legno sono molto grandi di tipo quadrato, a loro volta molto fitti. Si può attribuire alla tecnica con la quale è stato pensato il soffitto parte della causa di cedimento dell’intonaco. Infatti troviamo rotture dell’intonaco stesso in corrispondenza delle file di chiodi, fessurazioni che hanno rotto la continuità della stesura provocandone l’indebolimento generale. Tali fessurazioni sono state stuccate in un precedente intervento di restauro (circa 30 anni fa), con malta in cui è presente una percentuale di cemento bianco, molto resistente, che poi era stata dipinta grossolanamente con pennellate che andavano a “sbordare” dalla stuccatura stessa in maniera assai evidente. Tale ritocco, eseguito con colori in cui era presente un legante acrilico, si è molto alterato nel tempo e le pennellate creavano uno stato di generale disordine estetico. Il problema della debolezza dell’aggrappaggio dell’intonaco non era però stato affrontato, quindi in poco tempo le fessurazioni sono diventate vere e proprie rotture e con la complicità di qualche infiltrazione di acqua piovana dal tetto e forse di qualche movimento statico della villa alcuni pezzi hanno cominciato a rovinare a

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OGGETTO:

RELAZIONE FINALE

RESTAURI ESEGUITI PRESSO

VILLA POMPEI CARLOTTI

ILLASI

LOGGIA ESTERNA-AFFRESCHI

INTERNO- UN SOFFITTO VANO SCALE-

AFFRESCHI

LOGGIA ESTERNA

Nel soffitto della loggia esterna sono posti tre riquadri dipinti a tempera su intonaco di calce e

sabbia. Dipinti negli anni 1730-40, anni in

cui la villa fu completamente riprogettata

dal Pompei, attribuiti ad un allievo del

Balestra, rappresentano la Primavera

sdraiata su una nuvola e circondata di

zeffiri e putti.

L’intonaco è steso su un incannucciato

di arelle, legato alla struttura portante in

legno centinata del tetto. L’incannucciato è

molto fitto e i chiodi con i quali è

aggrappato al legno sono molto grandi di

tipo quadrato, a loro volta molto fitti. Si

può attribuire alla tecnica con la quale è

stato pensato il soffitto parte della causa di

cedimento dell’intonaco. Infatti troviamo

rotture dell’intonaco stesso in corrispondenza delle file di chiodi, fessurazioni che hanno rotto la

continuità della stesura provocandone l’indebolimento generale. Tali fessurazioni sono state

stuccate in un precedente intervento di restauro (circa 30 anni fa), con malta in cui è presente

una percentuale di cemento bianco, molto resistente, che poi era stata dipinta grossolanamente

con pennellate che andavano a “sbordare”

dalla stuccatura stessa in maniera assai

evidente. Tale ritocco, eseguito con colori in

cui era presente un legante acrilico, si è

molto alterato nel tempo e le pennellate

creavano uno stato di generale disordine

estetico. Il problema della debolezza

dell’aggrappaggio dell’intonaco non era

però stato affrontato, quindi in poco tempo le

fessurazioni sono diventate vere e proprie

rotture e con la complicità di qualche

infiltrazione di acqua piovana dal tetto e

forse di qualche movimento statico della villa

alcuni pezzi hanno cominciato a rovinare a

terra, quindi in frammenti di dimensioni molto piccole. A questo punto la proprietà ha deciso in

maniera previdente di porre al di sotto del dipinto una struttura di pannelli mobili in legno, in

attesa di un intervento di restauro, e i pezzi che sono continuati a cadere negli anni si sono

fermati su questa struttura, mantenendo delle dimensioni che hanno permesso la ricostruzione

quasi totale del dipinto. I due riquadri laterali non hanno avuto cadute, solo distacchi, mentre la

superficie bianca è interessata da una grande

lacuna in cui erano visibile le arelle; da

alcune fotografie risalenti a una trentina di

anni fa, risulta che questa grande lacuna era

già stata stuccata in passato, ma anche questa

stuccatura era caduta. L’osservazione

dell’estradosso ci ha portato alla conclusione

che non vi sono danni né alla struttura

portante in legno, né all’incannucciato che

risulta sano; per questo motivo abbiamo scelto

di conservare le arelle anche nella parte

caduta e ci siamo concentrati nell’operazione

di ridare stabilità al legame tra intonaco e

arella.

OPERAZIONI ESEGUITE:

- smontaggio pannelli in legno e

recupero pezzi caduti. Con molta

cautela abbiamo tolto i pannelli in

legno provvisori, dal momento che

era possibile osservare lo stato del

dipinto, che risultava in parte ancora

attaccato e non in pericolo di caduta

imminente, in parte già caduto in

grossi pezzi sui pannelli stessi. I pezzi

recuperati sono stati delicatamente

portati a terra (sul ponteggio), posti su degli altri pannelli in legno con la protezione di

fogli di plastica tipo uniboll.

- posizionamento a terra (puzzle). A questo punto, rovesciati i pezzi dalla parte visibile,

abbiamo ricostruito l’immagine come in un puzzle, per capire bene se era possibile

ricostruire almeno una parte dell’immagine. Con nostra stessa sorpresa, l’immagine si

ricomponeva, con difficoltà maggiori nella parte corrispondente ai pezzi rovinati fino a

terra, che erano molto piccoli e

più rovinati; dove non era presente alcun disegno ( nuvole e cielo) e i pezzetti erano

troppo piccoli, abbiamo rinunciato.

- asportazione polveri e doppio bendaggio con tela di velatino e paraloid b57 in acetone.

Dopo aver eseguito le doverose prove di bendaggio, la scelta è caduta sul velatino doppio

che dava sufficiente resistenza ai pezzi che dovevano da questo momento venire girati e

spostati, con paraloid b57 in acetone in diluizione 20%, completamente reversibile e

abbastanza denso da rimanere sulla superficie dell’intonaco. I pezzi più piccoli sono stati

preventivamente incollati tra di loro, sempre con paraloid.

- lavorazione sul retro.

A questo punto era necessario ridurre lo spessore dei pezzi caduti, per renderli più leggeri

e soprattutto per poterli poi riposizionare in modo ordinato. Infatti parte dell’intonaco era

inizialmente ben aggrappato fra le arelle e naturalmente per questa porzione non c’era

più spazio. Inoltre bisognava rinforzare i pezzi per poterli riattaccare al soffitto. Ridotto lo

spessore, abbiamo steso sul retro una rete da intonaco con un impasto di calce, albaria

(calce alleggerita) e acril ac33 in soluzione acquosa al 5%. E’ d’obbligo riferire una

riflessione sull’utilizzo dei materiali: abbiamo scelto di utilizzare calci alleggerite perché i

pezzi fossero il più possibile leggeri, e resine per maggiore sicurezza di incollaggio;

abbiamo considerato che in questa situazione non ci sono gravi problemi di traspirazione

dell’intonaco

trattandosi di

soffitto su

incannucciato

sufficientement

e areato. La

stessa rete e lo

stesso impasto

sono stati stesi

sull’incannucci

ato stesso.

- incollaggio

pezzi caduti con

malta composta di calce alleggerita,

resina, polvere di marmo. Abbiamo a

questo punto rimosso le due veline

per poi stenderne una sola : questa

operazione rendeve meglio leggibili i

confini precisi dei pezzi; abbiamo

“incollato” i pezzi con il solito

impasto, uno per uno puntellati con

leggeri puntelli in legno flessibile per

adattare meglio le forme e gli

spessori. Bisogna infatti considerare

che l’intonaco aveva spessori assai

variabili e che le cadute hanno

portato a consistenti e visibili

deformazioni sia dei pezzi che della

superficie rimasta attaccata e

bisognava ridare continuità a tutto

questo. Ogni pezzo è stato a questo punto per maggiore sicurezza ancorato alla struttura

di legno e incannucciato con perni in legno annegati in resina epossidica e con iniezioni

di albaria attraverso le fessure e le mancanze. Le veline sono state rimosse con acetone.

Le lavorazioni di qui in seguito sono le stesse eseguite per la rimanente superficie bianca

e dipinta.

- consolidamento con calce

alleggerita iniettata attraverso

piccoli fori

- rimozione vecchie stuccature

- stuccatura fessurazioni e parti mancanti con malta composta di calce e polvere di marmo

- stesura di una rete da intonaco e reintonacatura grande lacuna bianca

- ancoraggio dell’intonaco all’incannucciato con posizionamento perni in legno affogati in

resina epossidica.

- raggiunto l’estradosso, è stata stesa

sopra il retro del dipinto una rete da

intonaco con un sottile strato di calce

alleggerita, resina e polvere di

cocciopesto, molto liquida in modo da

farla penetrare tra le

microfessurazioni dell’intonaco

originale, con l’intento di rinforzare

l’adesione dell’intonaco

all’incannucciato e di legare tra loro

i perni in legno.

- pulitura eseguita a secco con pennelli

e spugne tipo wishab. Le zone molto

macchiate sono state pulite con un

impacco di sepiolite in acqua

demonizzata, lasciato asciugare sull’intonaco. In corrispondenza delle vecchie ridipinture

sono stati eseguiti lavaggi ripetuti con acqua+alcool+ammoniaca, poi con acetone, con

risultati non definitivi.

- Riordino pittorico eseguito con colori ad acqua, leggermente sottotono sulle superfici

dipinte, mentre la superficie bianca è stata riordinata con un sottile strato di colore a

calce leggermente colorata ad accompagnamento del bianco originale

AFFRESCO VANO SCALE, FASCIA BIANCA

E FASCIA DECORATA

Sul soffitto del vano scale è stato dipinto un bel riquadro,

a tempera su intonaco steso su muro di pietre e sassi a

volta, di buona fattura, attribuito con buona certezza al

Balestra per la tecnica simile ai dipinti del salone

centrale. Il disegno è stato inciso col chiodo su intonaco

fresco. Tali segni hanno indebolito leggermente la

superficie pittorica, che ha subito degli smottamenti e

delle conseguenti rotture proprio in corrispondenza dei

segni del chiodo. Il dipinto si presenta in buone

condizioni, non è mai stato restaurato e ha sofferto

unicamente di questi distacchi dovuti ad un cedimento

della struttura dlla villa, adesso attestatosi. Alcuni pezzi

erano completamente distaccati dal supporto murario, ma

la zona più pericolante era stata prudentemente protetta

da un puntello in legno.

OPERAZIONI ESEGUITE:

- pulitura con spugne morbide tipo wishab

e pennelli, a secco

- pulitura con acqua deionizzata attraverso

carta giapponese

- consolidamento con calce alleggerita

iniettata attraverso piccoli fori, previa

protezione delle zone da fissare con

bendaggio steso con sola acqua

- stuccatura con malta composta di

grassello di calce e polvere di marmo

- riordino

pittorico con

colori ad acqua