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N n in. 24 Direzione e Amministrazione Via S. Giuseppe N. 18 - Le lettere non francate si respingono - I manoscritti ancorchè non pubblicati non si resti- tuiscono i.- Si rende-confo dei libri e giornali rimet , si all•Ctfizio, se confor- mi allo spirito del periodico. AVVERTENZE 11 Giornale si pubblica ogni Sabato Deus Vos Abbuonamento postale . .. ',521.5e~XxX1~2i3E552515ttle~55. ^~1222.~-~gie~~-n3q301.-~t0A.Ntlzalgoaaha.•,•• • ____ o * , . benedical, dummodo 5-3 >- -• CD + 3 W . tz -- AD, c_ o e-4- o P (1) CD P og . P 1:3 ••••• P t F1 T31 -Z,I ODI CO SlETTIM ANALU Verilas praecedat, comitetur et sequatur. P. pp. ix 1 , 4 <, Benedwo tutti gli associati alla CROCE PISANA COraggi0 . . ! » (Pio I li Scrittori della Croce Pisana LE X a ONR XIII al Direttore (16 Ottobre 1881). P ANNO XIII. Pisa, 13 Giugno 1.SS43. Abbuonamento postale PREZZO D' ASSOCIAZIONE A domicilio in tutta l'Italia Anno L. 4,60 — Semestre L. 2,30 Trimestre L. 1,15 — AH' I ffIzio — Anno L. 4.00 Semestre L 2.00 Trimestre L. Lon — p er riz s t„. ro aumento dì spesa postale. -- Un numero separato cent. 5 - - Annunzi ed inserzioni C. 15 per linea h P L'opera dei Congressi e Comitati Cattolici ai piedi di Leone XIII Splendida ed imponente riuscì gio- vedì scorso, solennità del Corpus Do- mini, l' udienza accordata dal Santo Padre all'Opera dei Congressi e Comi- tati Cattolici italiani in occasione del- l'ottavo Centenario della morte dell'in- vitto Pontefice San Gregorio VII. La cattolica Italia trovavasi in quel giorno, per mezzo dei suoi oltre a 400 rappre- sentanti, ai piedi del degno Successore dell'immortale esule di Salerno. All'ora indicata le diverse Regioni, con il seguente ordine. si radunarono al secondo piano delle Loggie Vatica- ne: Regione Veneta, Umbra, Toscana, Siciliana, Sarda, Romagnuola, Piemon- tese. Napoletana, Marchegiana, dell'E- milia, Lombarda, e Romana donde pas- &p'ono nella sala del Concistoro ove ebbe luogo l' udienza. Il Santo Padre, circondato dalla sua nobile Corte, e seguito da quindici E.mi e R.rni signori Cardinali, oltre a molti Prelati e distinti personaggi ap- pariva nella sala un quarto dopo mez- zogico no. Accolto da vivissimi applausi e dai più spiccati segni di devozione, di at- taccamento e di fedeltà, si assise in trono e si compiacque ascoltare la let- tura di un indirizzo, fatta dal Commen- datore Venturoli, Presidente dell'Opera dei Congressi Cattolici. Dopo questa il Santo Padre levatosi in piedi pronunziò il seguente impor. tantissimo discorso: « La circostanza solenne che vi con- duce quest' anno ai piedi del Vicario di Gesù Cristo per conermargli a nome di tutta la società dei Congressi Cat- tolici i sentimenti della vostra devo- zione ed inviolabile fedeltà, Ci rende in singolar modo gradita, figli dilettis- simi, la vostra presenza ed accette le vostre parole. Esse vi furono ispirate dalla memoria del grande Pontefice che dopo otto secoli vive ancora am- mirato e benedetto; e questa manife- stazione di ossequio è frutto anche essa di quel devoto entusiasmo con cui si onora dappertutto il Pontefice santo, il vindice fortissimo dell' ecclesiastica disciplina, l' invitto propugnatore del- l'indipendenza e della libertà della Chie- sa, il padre provvidentissimo del P0- polo- L'opera di lui, per lungo tempo fie- ramente osteggiata, anche a questo segno convien riconoscerla come opera di un genio mirabilmente grande. Le sue lotte furono » per la libertà della Chiesa, cui la prepotenza delle terrene potestà e la servilità di uomini corrotti facevano correre i più gravi pericoli. sublime, che trovasi in fondo di tutte le resistenze opposte dai Pontefici fin dai primi secoli. alle ingiuste esigenze dei potenti, è come l' anima e la vita del Pontificato di Gregorio: essa gli fa incontrare con imperturbata costanza un immenso cumulo di fatiche, di per- secuzioni, di violenze; per essa egli muore in esiglio; ma finalmente la Chie- sa potè cogliere il frutto delle sue e- roiche virtù e dei . suoi magnanimi ar- dimenti. Identica nello scopo finale, varia nel- la forma e nei mezzi a seconda della età e dei luoghi , continua la guerra contro la Chiesa.. Nei tempi a noi più vicini e nei nostri, con ogni maniera d'insidie, si tentò di abbattere il Prin- cipato civile della Santa Sede; il mez- zo cioè che fu dalla Provvidenza divina ordinato a difesa e tutela della libertà del suo supremo potere: ed è per que- sta libertà, e non già per ambizione di regno o cupidigia di grandezza ter- rena, che dal ronGeflei Nt i cessori si è combattuto e pur da Noi si combatte. L'importanza suprema di questa libertà ispira al Vicario di Ge- sù Cristo quella costanza che il mondo non sa comprendere, ed anche in mez- zo a difficoltà di ogni genere è pegno sicuro della vittoria. Ma come ai tempi di San Gregorio impedì, come vei pure testè rammen taste, il predominio di estraneo potere in Italia; ed iniziò per essa quell' éra di prosperità e di gloria, che per le cure dei Pontefici successori progredi poi fino a toccare sotto Alessandro III il suo colmo. L' eroina di Canossa si schierò coraggiosa a sostegno di Gre- gorio, ed il suo nome, come quello di lui, suona pur oggi immortale e glo- rioso. Così è certo che se anche in quell' epoca difficilissima, potè l' Italia trovare scampo e salvezza, fu in gra- zia del Romano Pontificato; e tutta la storia di quella età conferma lumino- samente che il benessere e la gran- dezza d' Italia dipende principalmente dal rimanere essa unita col Pontefice di Roma, ed alla sua suprema autorità sinceramente devota. - Osteggiare per- tanto, come si pretende oggi, il Pon- tefice, conculcare le ragioni della Santa -Sede, col pretesto del bene d'Italia, é empia stoltezza; e non può essere se non l'aspirazione delle sétte, che sulle orme dei nemici di San Gregorio, mi- rano innanzi tutto a mettere in ischia- vita la Chiesa e ad incepparne il po- tere. Ma la verità, che non teme smen- tita, si è che l' Italia col Pontefice é rispettata e grande; senza il Pontefice, è priva del suo miglior decoro e del sogliono essere il retaggio di chi fa la guerra al Vicario di Cristo. Oh se gl' Italiani , riandando questi irrefragabili insegnamenti della storia, sapessero separare 1' amore del loro paese e il desiderio > della sua prospe- rità dagli intendimenti tenebrosi delle s'Ate: ed ispirandosi a quello che é ben vero e supremo loro interesse, si re- cassero a dovere e ad onore di soste- nere la causa del Pontefice e difendere l'indipendenza e la libertà dell'aposto- lico Seggio! Voi, figli carissimi, e quanti sono in Italia cattolici sinceri, adoperatevi a questo scopo: l'e , empio di chi vi pre- cedette e i frutti che se ne colsero vi siano di sprono: la protezione del santo Pontefice Gregorio avvalori e sostenga il vostro coraggio. E vi conforti altresì 1' Apostolica benedizione, che di tutto cuore impartiamo a voi qui presenti, ai vostri Comitati, a tutta l'opera dei Congressi e a tutti i cattolici d'Italia » ,o nobile e grave.parola del Sommo Pontefice altamente impressionò e com- mosse tutti i presenti, e da più d' un ciglio vedevansi sgorgar lacrime di tenerezza e di gioia, Quindi vennero dal S. Padre ammessi alla sua sua sovrana presenza i rap- presentanti delle singole Regioni, da cui degnossi ricevere le offerte per l'obolo di S. Pietro, che raggiungevano una vistosa somma. La solenne udienza di giovedì provò ancora una volta che il Papato non é morto e che solo da esso l'Italia ed il inondo aspettano pace e salvezza. STORIA PATRIA PISA. n I F' A. F' I VII. Dopo la partenza di Papa Gelasio da Pisa , l'arcivescovo pisano Pietro Moriconi andò con altri prelati e col Legato pontificio in Corsica, per ivi tenere un concilio. Di questo concilio parlano gli euridissimi annalisti camal- dolesi Mittarelli e Castadoni all' anno 1118, e dicono che in tal congiuntura fu da tutti vescovi presenti riconosciu- ta la giurisdizione dall'Arcivescovo di Pisa sulla Corsica, ma i genovesi ge- losi dell' onore che Gelasio aveva fatto alla pisana Repubblica confermando la dignità di Metropolitana alla nostra chiesa, e per mezzo del legato, san- zionato in detto concilio la giurisdizio- ne di essa su quell'isola ; presero da ciò occasione di romper guerra coi pisani, come chiaramente attestano i Pontefici Callisto II e Onorio II nelle - loro lettere riportate dal P, Mattei. - Cromo I. App. 21, 27 ). Le tristi con- seguenze di questa guerra, sono giu- stamente lamentatate da Onorio, il qua- le fa rilevare come da siffatte ostilità tra popoli cristiani no traessero bal- danza i Saraceni. Il successore di Gelasio, Calliste eletto papa il i febbraio 1119 nella ce- lebre badia di Cluny, messosi in viag- gio per Roma, nel- successivo anno -, passò da . Pisa quivi ricevuto con grande onore alquanto si tratteini. Si ha per tradizione che consacrasse due altari del nostro duomo, cioè quello dell' Incoronata (ora di S. Ranieri ), e l' altro della SS. Annunziata, detto a- desso dell SS. Sacramento. Ogni anno il 30 decembre in memoria di questa consacrazione si canta a questi ultimo altare messa votiva degli angeli, e v'è indulgenza plenaria per chi v' assiste. La detta consacrazione, fece nascere l'errore di alcuni cronisti, che attribui- rono a Callisto II. la dedicazione del no- stro duomo, che, come vedemmo, fu e- cA01111".a. dal SUO antecessore Gelasio II. Callisto a imitazione de' suoi predeces- sori, si mostrò benevolo verso i pisani, confermando ad essi gli antichi privi- legi, tra i quali l'uso del vessillo di S. Chiesa nelle militari spedizioni , come attesta il Tronci il qual vessillo era di color vermiglio, secondo l' altro nostro cronista Ranieri Sardo. Forse in me- moria di ciò si è sempre dipoi usato il vessillo rosso dalla nostra città e dalla nostra Primaziale. La guerra intanto furiosa ed ostina- ta cominciò a far versare molto san- cirne tra< le due rivali repubbliche di Genova e Pisa. I Saraceni profittando della nimicizia di quelle si diedero li- beramente a fare scorrerie sulle spiag- gie d'Italia, mettendo tutto a ferro e fuoco e s..co traendo prigionieri molti infelici abitanti '). In tanta miseranda condizione di cose ed alla minaccia di mali peggiori, si commossero i citta- dini ed il clero di Roma, e chiesero histantemente al Papa che revocasse il privilegio che il pisano arcivescovo aveva di consacrare i vescovi della Corsica; qual privilegio era il limito principale della discordia tra i geno- vesi e i pisani. Callisto pertanto nel concilio che tenne in Vaticano nel 1121 soppresse quel privilegio, e di nuovo in altro concilio di Laterano alla pre- senza degli ambasciatori delle due re- pubbliche confermò il precedente de. creto, come si vede dallo due sue let- tere riportate dal P. Mattei ' 2 ) Più tardi, cioè nei 1126, il papa O- norio II, successore di Callisto, aven- do considerato che i Genovesi non de- sistevano dalla guerra contro i pisani « La Sposa di Cristo non deve esserf. I suo più bello splendore; contro il Pon- schiava » diceva Gregorio; e quest'idea iefice é esposta a tutte le sciagure che_ . • rnw 6 e•St:Zi» . ■■•■• ".;

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N n in. 24

Direzione e Amministrazione ViaS. Giuseppe N. 18 - Le lettere nonfrancate si respingono - I manoscrittiancorchè non pubblicati non si resti-tuiscono i.- Si rende-confo dei libri egiornali rimet,si all•Ctfizio, se confor-mi allo spirito del periodico.

AVVERTENZE

11 Giornale si pubblica ogniSabato

Deus Vos

Abbuonamento postale

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^~1222.~-~gie~~-n3q301.-~t0A.Ntlzalgoaaha.•,•• • ____

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Verilas praecedat, comitetur et sequatur. P. pp. ix 1,4 <, Benedwo tutti gli associati alla CROCE PISANA COraggi0 . .•

! »(Pio I li Scrittori della Croce Pisana LEX a ONR XIII al Direttore (16 Ottobre 1881).P

ANNO XIII. Pisa, 13 Giugno 1.SS43.

Abbuonamento postale

PREZZO D' ASSOCIAZIONE

A domicilio in tutta l'Italia —Anno L. 4,60 — Semestre L. 2,30Trimestre L. 1,15 — AH' I ffIzio —Anno L. 4.00 Semestre L 2.00— Trimestre L. Lon — per rizst„.ro aumento dì spesa postale.

--Un numero separato cent. 5

- -Annunzi ed inserzioni C. 15 per linea

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P

L'opera dei Congressi e ComitatiCattolici ai piedi di Leone XIII

Splendida ed imponente riuscì gio-vedì scorso, solennità del Corpus Do-

mini, l' udienza accordata dal SantoPadre all'Opera dei Congressi e Comi-tati Cattolici italiani in occasione del-l'ottavo Centenario della morte dell'in-vitto Pontefice San Gregorio VII. Lacattolica Italia trovavasi in quel giorno,per mezzo dei suoi oltre a 400 rappre-sentanti, ai piedi del degno Successoredell'immortale esule di Salerno.

All'ora indicata le diverse Regioni,con il seguente ordine. si radunaronoal secondo piano delle Loggie Vatica-ne: Regione Veneta, Umbra, Toscana,Siciliana, Sarda, Romagnuola, Piemon-tese. Napoletana, Marchegiana, dell'E-milia, Lombarda, e Romana donde pas-&p'ono nella sala del Concistoro oveebbe luogo l' udienza.

Il Santo Padre, circondato dalla suanobile Corte, e seguito da quindiciE.mi e R.rni signori Cardinali, oltre amolti Prelati e distinti personaggi ap-pariva nella sala un quarto dopo mez-zogico no.

Accolto da vivissimi applausi e daipiù spiccati segni di devozione, di at-taccamento e di fedeltà, si assise introno e si compiacque ascoltare la let-tura di un indirizzo, fatta dal Commen-datore Venturoli, Presidente dell'Operadei Congressi Cattolici.

Dopo questa il Santo Padre levatosiin piedi pronunziò il seguente impor.tantissimo discorso:

« La circostanza solenne che vi con-duce quest' anno ai piedi del Vicariodi Gesù Cristo per conermargli a nomedi tutta la società dei Congressi Cat-tolici i sentimenti della vostra devo-zione ed inviolabile fedeltà, Ci rendein singolar modo gradita, figli dilettis-simi, la vostra presenza ed accette levostre parole. Esse vi furono ispiratedalla memoria del grande Ponteficeche dopo otto secoli vive ancora am-mirato e benedetto; e questa manife-stazione di ossequio è frutto ancheessa di quel devoto entusiasmo con cuisi onora dappertutto il Pontefice santo,il vindice fortissimo dell' ecclesiasticadisciplina, l' invitto propugnatore del-l'indipendenza e della libertà della Chie-sa, il padre provvidentissimo del P0-polo-

L'opera di lui, per lungo tempo fie-ramente osteggiata, anche a questosegno convien riconoscerla come operadi un genio mirabilmente grande. Lesue lotte furono » per la libertà dellaChiesa, cui la prepotenza delle terrenepotestà e la servilità di uomini corrottifacevano correre i più gravi pericoli.

sublime, che trovasi in fondo di tuttele resistenze opposte dai Pontefici findai primi secoli. alle ingiuste esigenzedei potenti, è come l' anima e la vitadel Pontificato di Gregorio: essa gli faincontrare con imperturbata costanzaun immenso cumulo di fatiche, di per-secuzioni, di violenze; per essa eglimuore in esiglio; ma finalmente la Chie-sa potè cogliere il frutto delle sue e-roiche virtù e dei.suoi magnanimi ar-dimenti.

Identica nello scopo finale, varia nel-la forma e nei mezzi a seconda dellaetà e dei luoghi , continua la guerracontro la Chiesa.. Nei tempi a noi piùvicini e nei nostri, con ogni manierad'insidie, si tentò di abbattere il Prin-cipato civile della Santa Sede; il mez-zo cioè che fu dalla Provvidenza divinaordinato a difesa e tutela della libertàdel suo supremo potere: ed è per que-sta libertà, e non già per ambizionedi regno o cupidigia di grandezza ter-rena, che dal ronGeflei Nt i

cessori si è combattuto e pur da Noisi combatte. L'importanza suprema diquesta libertà ispira al Vicario di Ge-sù Cristo quella costanza che il mondonon sa comprendere, ed anche in mez-zo a difficoltà di ogni genere è pegnosicuro della vittoria.

Ma come ai tempi di San Gregorioimpedì, come vei pure testè rammentaste, il predominio di estraneo poterein Italia; ed iniziò per essa quell' éradi prosperità e di gloria, che per lecure dei Pontefici successori progredipoi fino a toccare sotto Alessandro IIIil suo colmo. L' eroina di Canossa sischierò coraggiosa a sostegno di Gre-gorio, ed il suo nome, come quello dilui, suona pur oggi immortale e glo-rioso. Così è certo che se anche inquell' epoca difficilissima, potè l' Italiatrovare scampo e salvezza, fu in gra-zia del Romano Pontificato; e tutta lastoria di quella età conferma lumino-samente che il benessere e la gran-dezza d' Italia dipende principalmentedal rimanere essa unita col Ponteficedi Roma, ed alla sua suprema autoritàsinceramente devota. - Osteggiare per-tanto, come si pretende oggi, il Pon-tefice, conculcare le ragioni della Santa-Sede, col pretesto del bene d'Italia, éempia stoltezza; e non può essere senon l'aspirazione delle sétte, che sulleorme dei nemici di San Gregorio, mi-rano innanzi tutto a mettere in ischia-vita la Chiesa e ad incepparne il po-tere. Ma la verità, che non teme smen-tita, si è che l' Italia col Pontefice érispettata e grande; senza il Pontefice,è priva del suo miglior decoro e del

sogliono essere il retaggio di chi fala guerra al Vicario di Cristo.

Oh se gl' Italiani , riandando questiirrefragabili insegnamenti della storia,sapessero separare 1' amore del loropaese e il desiderio > della sua prospe-rità dagli intendimenti tenebrosi delles'Ate: ed ispirandosi a quello che é benvero e supremo loro interesse, si re-cassero a dovere e ad onore di soste-nere la causa del Pontefice e difenderel'indipendenza e la libertà dell'aposto-lico Seggio!

Voi, figli carissimi, e quanti sono inItalia cattolici sinceri, adoperatevi aquesto scopo: l'e,empio di chi vi pre-cedette e i frutti che se ne colsero visiano di sprono: la protezione del santoPontefice Gregorio avvalori e sostengail vostro coraggio. E vi conforti altresì1' Apostolica benedizione, che di tuttocuore impartiamo a voi qui presenti,ai vostri Comitati, a tutta l'opera deiCongressi e a tutti i cattolici d'Italia »

,o nobile e grave.parola del SommoPontefice altamente impressionò e com-mosse tutti i presenti, e da più d' unciglio vedevansi sgorgar lacrime ditenerezza e di gioia,

Quindi vennero dal S. Padre ammessialla sua sua sovrana presenza i rap-presentanti delle singole Regioni, dacui degnossi ricevere le offerte perl'obolo di S. Pietro, che raggiungevanouna vistosa somma.

La solenne udienza di giovedì provòancora una volta che il Papato non émorto e che solo da esso l'Italia ed ilinondo aspettano pace e salvezza.

STORIA PATRIA

PISA. n I F' A. F' I

VII.Dopo la partenza di Papa Gelasio

da Pisa , l'arcivescovo pisano PietroMoriconi andò con altri prelati e colLegato pontificio in Corsica, per ivitenere un concilio. Di questo concilioparlano gli euridissimi annalisti camal-dolesi Mittarelli e Castadoni all' anno1118, e dicono che in tal congiunturafu da tutti vescovi presenti riconosciu-ta la giurisdizione dall'Arcivescovo diPisa sulla Corsica, ma i genovesi ge-losi dell' onore che Gelasio aveva fattoalla pisana Repubblica confermando ladignità di Metropolitana alla nostrachiesa, e per mezzo del legato, san-zionato in detto concilio la giurisdizio-ne di essa su quell'isola ; presero daciò occasione di romper guerra coipisani, come chiaramente attestano iPontefici Callisto II e Onorio II nelle

-

loro lettere riportate dal P, Mattei.-Cromo I. App. 21, 27 ). Le tristi con-seguenze di questa guerra, sono giu-stamente lamentatate da Onorio, il qua-le fa rilevare come da siffatte ostilitàtra popoli cristiani no traessero bal-danza i Saraceni.

Il successore di Gelasio, Callisteeletto papa il i febbraio 1119 nella ce-lebre badia di Cluny, messosi in viag-gio per Roma, nel- successivo anno -,passò da . Pisa quivi ricevuto congrande onore alquanto si tratteini. Siha per tradizione che consacrasse duealtari del nostro duomo, cioè quellodell' Incoronata (ora di S. Ranieri ), el' altro della SS. Annunziata, detto a-desso dell SS. Sacramento. Ogni annoil 30 decembre in memoria di questaconsacrazione si canta a questi ultimoaltare messa votiva degli angeli, e v'èindulgenza plenaria per chi v' assiste.La detta consacrazione, fece nascerel'errore di alcuni cronisti, che attribui-rono a Callisto II. la dedicazione del no-stro duomo, che, come vedemmo, fu e-cA01111".a. dal SUO antecessore Gelasio II.Callisto a imitazione de' suoi predeces-sori, si mostrò benevolo verso i pisani,confermando ad essi gli antichi privi-legi, tra i quali l'uso del vessillo di S.Chiesa nelle militari spedizioni , comeattesta il Tronci il qual vessillo era dicolor vermiglio, secondo l' altro nostrocronista Ranieri Sardo. Forse in me-moria di ciò si è sempre dipoi usato ilvessillo rosso dalla nostra città e dallanostra Primaziale.

La guerra intanto furiosa ed ostina-ta cominciò a far versare molto san-cirne tra< le due rivali repubbliche diGenova e Pisa. I Saraceni profittandodella nimicizia di quelle si diedero li-beramente a fare scorrerie sulle spiag-gie d'Italia, mettendo tutto a ferro efuoco e s..co traendo prigionieri moltiinfelici abitanti '). In tanta miserandacondizione di cose ed alla minaccia dimali peggiori, si commossero i citta-dini ed il clero di Roma, e chieserohistantemente al Papa che revocasseil privilegio che il pisano arcivescovoaveva di consacrare i vescovi dellaCorsica; qual privilegio era il limitoprincipale della discordia tra i geno-vesi e i pisani. Callisto pertanto nelconcilio che tenne in Vaticano nel 1121soppresse quel privilegio, e di nuovoin altro concilio di Laterano alla pre-senza degli ambasciatori delle due re-pubbliche confermò il precedente de.creto, come si vede dallo due sue let-tere riportate dal P. Mattei '2 )

Più tardi, cioè nei 1126, il papa O-norio II, successore di Callisto, aven-do considerato che i Genovesi non de-sistevano dalla guerra contro i pisani

« La Sposa di Cristo non deve esserf. I suo più bello splendore; contro il Pon-schiava » diceva Gregorio; e quest'idea iefice é esposta a tutte le sciagure che_

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.e che queSti-senza lor•colpa erano sta-ti privati dqlla insigne dignità che_ go-deva In CorS:ca la Chiesa pisana, beni-gnamente restituì al nostro Arcivesco-vo l'antica potestà di - consacrare i ve-scovi di quell' isola, e gli concesse l'au-torità di poterli radunare in sinodo tan-to in • Pisa quanto in Corsica, e di po-ter portare la croce nell'isola mede-s. iMa.

La bolla di Onorio é r -iportata dalFranci e dal" P. Matti. Fra i cardinaliin essa firmati. vi sono i due pisaniPietro della Gherardesca del titolo di_S. Susanna. e Uberto del titolo di S.Clemente.

g. 0.1) Callisto II nella sua lettera del 1121 parlando delle

conseguenze della guerra tra Genova e Pisa, dice chei Saraceni invasero i confini di tutta l'Italia, e sullecoste devastarono col ferro e col fuoco e fecero pri-gionieri uomini, donne e fanciulli.

2) Il Caffaro ne' suoi Annali Genovesi lib. I raccontache l'Arcivescovo di Pisa presente al concilio si la-sciò trasportare da un impeto di sdegno quando udtil decreto che toglieva alla Chiesa pisana la potesthsui vescovi della Corsica.

CORRIERE DI LIVORNO

10 Giugno.

La festa solennissima a S. Giuseppeper l'Incoronazione di N. S. del sacroCuore di Gesù ebbe un esito tale dasorpassare tutte le aspettative. Fecepoi una prova novella della devozionedi quel popolo verso la gran Madredi Dio.

Eccovene brevi ragguagli:La festa di domenica fu preceduta

da un ottavario solenne in cui predicòad un uditorio affollatissimo il rev. can.M. i. +4,0 i 22.* - •

bellezza dei suoi acconci sermoni sa-rebbe ben lungo: dirò soltanto che ilpopolo rimase talmente entusiasmatodalle sue prediche, che con più ardoreprosegui i preparativi per le feste.

Domenica la piazza e le vie adia-centi erano pavesate. In Chiesa la follaera straordinaria talmente da rimanereal di fuori. Dopo una bella Messa inmusica, dell'egregio M. Pratesi e mae-strevolmente eseguita dai nostri bravi-artisti concittadini, Mons. Morte°, Ve-scovo di Massa e Carrara, incaricatoda Mons. Vescovo che per indisposi-zione non potè compiere la cerimoniaincoronò solennemente la bella statuadi Maria.

Grande fu il concorso del popolo al_mattino e alla sera, e l'ordine fu am-mirabile. Uno stuolo di bambine recòprocessionahnente alla Vergine unostupendo Cuore d' argento, omaggiodella parrocchia a Maria SS. Alla serala piazza e le vie adiacenti erano splen-didamente illuminate.

Ieri sera a compimento. della festaci fu la processione. La cosa fu decisalì per li, ma si diffuse in un momentoper tutta la parrocchia e la stessa folla(lella domenica Si accalcò nella Chiesa.sotto il baldacchino veniva recata l'Im-magine veneratissima di Maria. Tuttala moltitudine intuonava riverente lelitanie.

In certe circostanze, nel santo entu-siasmo di fede cattolica il popolo nonsi contiene, e ieri sera giunta la pro-cessione in fondo alla Chiesa sorse nellamente di tutti l'idea di vedere sfilareil pio corteggio sulla piazza. Il popolo

in quel momento fu veramente il po-polo di Maria, e il Parroco e il clerodovettero acconsentire al desiderio uni-versale. La processione uscì in verotrionfo nella piazza tra una calcamensa di 'popolo, mentre in un balenotutte le finestre si pavesavano, e . il po-polo esultante inneggiava alta granVergine.

Compiuto il giro della piazza la pro-cessione rientrò ordinatissima in Chiesatra l'emozione di tutti, e dopo la bene-dizione col SS. la immensa folla sisciolse senza il minimo inconvenfente.

Questo fatto consolantissimo deverallegrare certamente ogni cuore de-voto, e ci mostra ornai tino all'evidenza. -

come l'amor di Maria sia sempre 'vive('nei cuori dei livornesi cattolici.

La mancanza dello spazio mi obbligaa tagliar corto sulle altre poche no-tizie cittadine.

La commemorazione di Garibaldi,nel di del Corpus Domini si compiècosì freddamente e si può dire esserpassata inosservata affatto alla città.

Per la festa dello Statuto il Munici-pio saviamente dispose una riduzionesulle somme distinate alle bande e alleluniinare, facendo invece godere i po' -veri con l'elargire le solite doti e più1000 buoni delle nostre Cucine econo-miche.

La Deputazione provinciale respinsequasi all'unanimità la domanda di sus-sidio avanzata dal sotto-Comitato pélmonumento a Giordano Bruno!

Benissimo ! Così almeno la Deputa-zione ha dato prova di rappresentarei veri sentimenti della nostra città.

La popolazione possibile della terra

Il dott. Oppel di Brema, in Germania, ha istituita una serie di calcoliallo scopo di fissare il numero di abi-tanti che la terra sarebbe capace disostentare, e il risultato di questo suopaziente studio é stato che la popola-zione di tutto il mondo la quale è pre-sentemente di 1435 milioni, potrebbeaumentare sino a 35 miliardi, passatoil quale limite si morirebbe di fame.

Una popolazione di 35 miliardi spar-sa su tutta la terra darebbe in media350 abitanti per chilometro quadrato.Presentemente però il Belgio che èpiù pop&ato di tutti i paesi del mondo,ha in media soltanto 196 abitanti perchilometro quadrato e la Germania neha 84 soltanto.

ti

Domenica scorsa ebbe luogo nella sa-la del Palazzo Arcivescovile la solen-ne distribuzione dei premi ai bambiniche frequentano la scuola della dottri-na Cristiana nella Parrocchia dellaPrimaziale. Mons. Arcivescovo nostro sidegnò presiedere alla detta solennitaed all'E. S. facevan corona alcuni R.miCanonici e Sacerdoti ed altre distinte

nom

persone della città. Mentre l'ampia sa-la era affollata da oltre 150 alunni del-la scuola coi loro parenti.

Il M. R. Sig. Sac. O. Speroni Parro-co della Primaziale apriva la cerimo-nia con un importante ed opportuno di-scorso sull' importanza della istituzio-ne e sulla necessità di darle maggiore

- sviluppo e poscia venivano chiamaticlasse per classe gli alunni ed alunnepremiati ai quali dalle venerate manidi Mons. Arcivescovo venivano • conseguati i premii del loro studio e dellaloro diligenza, e consisteva in bei diplo-mi, in medaglie di argento ed altri og-getti a seconda del merito di ciascuno.

Domenica la festa dello Statuto vennesolennizzata colle solite bandiere e lu-minare ai pubblici edifizi e colla rivistamilitare nel campo di Marte.

Anche nell'asta della nostra Torrependente sventolava la bandiera trico-lore a ricordare forse l' alto rispettocol quale per la promulgazione delloStatuto si circondò la Chiesa Cattolicain omaggio al famoso Art. .1....

Mentre però tutti i pubblici edifizibrillavano in quella sera di lumi , lefinestre di tutti i cittadini rimanevanoal buio. Non si potrebbero vedere inve-ce tutte illuminate la sera del 16 cor-rente vigilia della festa del celeste nostro patrono S. Ranieri. giacché gra-zie ai nuovi tempi non possiamo piùgodere del grandioso spettacolo dellaittlilina2TtNon sarebbe questa una bella dimo-

strazione di fede verso il santo nostroConcittadino.

Dunque siamo intesi: Martedì seraillumineremo tutti le nostre finestre inonore di S. Ranieri.

Giovedi della scorsa settimana nellaChiesa di S. Caterina aveva luogo unasolennità, tutta intima e di famiglia,ma carissima e dolc( ; ivi l'egregio amiconostro Francesco Bardellicelebrava la sua Messa d' argento tra-scorrendo ormai in quel giorno il 25.°anno dalla sua messa novella.

Gli amici e colleghi dell'egregio Sa-cerdote, erano accorsi a fargli bella co-rona in tal giorno, ed il bravo Sa-cerdote Lup,,tti a nome di tutti offrir-gli eleganti e bei versi di circostanza.Noi pure sebbene in ritardo, porgia-

mo i nostri più fervidi auguri all'otti-mo Professore , augurandogli ancoralunghi anni.

-Or

Dopo uno sciopero dei tintori dellefabbriche di tessuti, felicemente prestoterminato, abbiamo ora lo sciopero de'muratori, i quali chieggono una mag-giore retribuzione.

Frattanto tutti i lavori sono sospesie molti muratori sono partiti per laSpezia e Marsiglia nove 1' opera loroviene più vantaggiosamente retribuita.Vedremo come finillt lo sciopero.

Il 23 corri. si apre la 2. quindicinadella 2. sessione della corte d'Assise.Verranno trattate sette cause dellequali cinque per omicidio, una per vio-lenza carnale, e una per incendio do-loso.

La mattina 11 alle ore 8 e 44 mi-nuti è stata sentita in Pisa una scos-sa di terremoto assai forte in sensoondulaterio preceduto da una fortis-sima romba.

43 CRONACA RELIGIOSA 8-

n i A. IR..10 •:* A C R, CI)

Giugno

15 Lun. Ss. Vito e Comp. Mai Festa titolare in

16 Ms.ar‘t.i. "95.. Germana Cousin V . Al Duomo dopomezzo giorno si scuopre il corpo di S. Panieri,e nella sera si canta solenne Mattutino.

17 4 Merc. S. R &N'ERI C. PISANO PA TRONO

PRI NCIPALK DELLA CITTÀ. E DIOCESI. Festasolenne al Duomo con Messa e Vespri in pon-tificale e musica

18 Giov. B. Pietro Garnbacorti psano, istitutoredegli Eremiti di S. Girolamo, e com. dei Ss.Marco e Marcellino. Nella chiesa di Migliarino,uffiziata dai religiosi dell'Ordine di S. Ciirolatno,festa del loro fondatore B. Pietro. In S. Andreae in S. Sisto Triduo di S. Luigi Gonzaga, aore 23 e mez.

19 Ven. S. Giuliana Falconieri. V. e com. dei Ss.Gervasio e Protasio Mm.

20 Sab. Festa dell' Apparizioue di Maria SS. delBuon Consiglio .dal 26 aprile), e com. di S.Silverio P. e M.

21 ffi Dom. IV dopo la Peni.. S. Luigi GonzagaC. Festa in S. Sisto e in S. Andrea. AI Car-mine cominciano i santi Esercizii con predicaa ore 23, in onore del SS. Cuor di Gestì.

Da moltemolte parti della Diocesi ci giungono con-solantissirni ragguagli e relazioni delle processionieseguite in onore dt Gesù Sacramentato in occa-sione della scorsa solennità del Corpus Domini.

Dovunque le popolazioni festanti hanno presoparte a questa bella e cara solennità con straor-dinario slancio di fede e di religioso entusiasmo,provando ancora una volta come la fede aiutatuttora nel cuore del nostro popolo.

Ci duole però che lo spazio non ci consentadi pubblicarle tutte come vorremmo, so che sa-rebbe certo riuscito di comune edificazione e con-forto fra tanta guerra che muovasi tuttodi alSacramento dell Amore.

ITALIA

Per il Card. Mezzofanti — Il 20 corr.verrà inaugurato nella chiesa di S. O-nofrio a Roma il monumento al cele-bre poliglotta card. Mezzofanti.

Gelosie Russe — Si parla molto del-l' invio per parte della Russia di unaincisione politiéa nell' Abissinia ondeinfluenzare il Re Giovanni contro gliitaliani per gelosia del favore che leimprese coloniali trovano in Inghilterra.

Fascio che si sfascia — Il Fascio dellaDemocrazia, organo de'l' estrema si-nistra e de' repubblicani ha annunziatoche sospende le sue pubblicazioni incausa dell'apatia de' radicali, apatìa cheil povero fascio non valse a scuotereneppure colle più esecrande bestem-mie contro la Chiesa e il Papa.

Per l' inno — A Napoli sono successitumulti perché in una delle scorse serela Banda municipale si rifiutò di suo-nare il famoso inno Si fecero moltiarresti.

A San Marino — La processione delCorpus Domini ebbe luogo nella re-pubblica di S. Marino colla maggioresolennità e coli' intervento di tutte leautorità repubblicane.

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Viva dunque la r...epubblic,a... di S.Marino!

Non più scrutinio di lista — Si assicurache oltre a 200 deputati hanno chie-sto che il sistema dello scrutinio dilista, che pure doveva esser la pena-cea di tutti i mali elettorali, vengaabolito, e si torni al collegio innomi-naie. Il ministero non 'sarebbe alieno

dall'accoglie:Ve' -Sibilò- proposta.

Per i parrochi 'poveri — La relazione•sul. fondo pel culto dell'onorevol Guala'chiede lo stanziamento di 300,009 lire

benefizio dei ParroChi, la cui ren-

dita aniMa é inferiore. a 400 lire. Leparrocchie povere. sono 2248. Se sonrose i :fioriranno.

E'S'r lì O

FRANCIA — É stato notato che ilcorpo diplomatico residente a Parigi'con a capo il suo decano Mons. Nunziopontificio, si astenne dall' assistere aifunerali di Victor Hugo.

— La Camera ha ristabilito lo scru-

tinio di lista per le elezioni.

— Il Nunzio pontificio ha fondato aParigi « l'Opera di aiutò morale e ma-teriale de' poveri italiani in Parigi ».

SPAGNA — Si assicura che il gover-no abbia scoperta una vasta cospira-zione repubblicana ordita da Zorilla eamici.

— Il cholera aumenta ancora nellaprovincia di Valenza. A Madrid si pre-para uno spedale speciale essendosi ma-nifestati casi sospetti.

GIAVA — Spaventose e terribili eru-vulcaniche hanno avuto luogo a

Giava, le lave hanno innondato intieripaesi distruggendo tutto. Degli abitantinon furono trovati neppure gli avanzi.

AUSTRIA — Oggi entrava in vigorela nuova legge austriaca sulla santifi-cazione delle feste.

GERMANIA — Certo Emilio Richter,già direttore dei reali giardini pressoil Re d'Italia, pubblicherà qui un nuo-vo opuscolo contro la Corte del Quiri-nale, rivelandovi grandi scandoli per-sonali, che compromettono le più altepersone.

DELL' AVVENIRE DELLA MUSICA SACRAI.N ITALIA

LETTERA APERTAal Rev. Sig. GUERRINO AMELIA, Presi-

dente generale dell' Associazione italianadi S. Cecilia, in, Milano.Vorrei ancora una volta inalzare la

mia voce contro l'ottimismo così gran-demente diffuso in Italia, come se unariforma della musica di chiesa fossepossibile per mezzo della pubblicazionedi buone prescrizioni e leggi. Nessunopuò meglio di me apprezzare il valoredi esse; soltanto senza esecuzione e sen-za organi esecutivi, le migliori leggi re-stano lettera morta. Se però si vuolein Roma e in Italia far eseguire le leg-gi ecclesiastiche, è duopo:

1. formare Maestri di Cappella, di co,ro e organisti che conosca no a fondola vera musica di chiesa;

2. mettere a loro disposizione queicantori ( ragazzi o uomini ) che abbiso-gnano e che sieno folmati da essi abilicantori in chiesa;

3. Purgare il gusto del clero permezzo di lezioni approfondite intorno

ai principii e alla storia dell'arte sacra( specialmente della musica). il mede-simo clero dovrebbe caldamente inte-ressarsi per la musica di chiesa e peicantori ecclesiastici. In tal modo, e so-

lo così, avvenne la riforma in Germa-nia, America, Olanda, ecc. Cosi e solocosì può e potrà riuscire in Italia,- Fran-

cia , Spagna , ecc.Ora quanto al 1. requisito, per forma-

re Direttori di Cori e Organisti che in-tendano la vera musica di chiesa bisogna

fondare scuole, dove siend- collocati

scelti individui ins ,gnanti, alìevati

Germania Quanto al 2.o, tutti i ragazzi

e uotniui donati da Dio di buoni mezzi

vocali, devono ricevere gratis l' istru-zioue di musica, e perciò impegnarsi a

cantare insieme gratis nei festivi servìzii

divini. Ciò si ottiene ancor meglio permezzo delle Società Ceciliane cogli sta-

biliti Statuti, che ne regolano i rapporti.In tutti i Collegi di ragazzi l' istru-

zione del cauto (canto fermo e musica

polifona alla Palestriva) deve essere ob-

bligatoria. Accanto alle prove deve es.sere impartita, pet. mezzo del parroco,l'istruzione sulla liturgia, il testo latino,le Rubriche (Introiti, Graduali, ecc.) ICori non dovrebbero cantare altro senon quanto si trova nel Catalogo Ce-ciliauo.

Quanto al 3.o, nei Seminarii vescovili;dovrebbesi (secondo gli statuti del Con-cilio di Trento) fino dal primo annoinsegnare a ciascun alunno il cantocorale. Il medesimo alunno poi nondeve ascoltare che musica di chiesa edesclusivamente quella severa. Parimentedicasi per gli alunni dei Seminarli deiChierici.

Lo ripetiamo ancora un'altra volta:così e solo così può effettuarsi in Italia,Francia, Spagna, ecc. una riforma dellamusica di chiesa.

Non potete o non volete voi questo?

e ailora lasciate ogni speranza. Allorarimarrete nello « iderno » della vostramusica guasta, decaduta, ridicola, con-traria alle leggi del Concilio di Trento,dei Papi, e a quelle di natura, e perciòpeccaminosa, musica che beffeggia lasantità del tempio, e profana la maestàdel culto divino (io parlo solo di ciòche dicono anche gli ordini pubblicatisotto Gregorio XVI e Pio IX), musicaquale, quasi senza eccezione, si eseguisceora nella maggior parte delle chiesed'Italia. Io credo che ella almeuo daràfede alle mie parole, giacchè mi conosceanzi personalmente, e sa che io da oltre25 anni ho impiegato vita, forze e sanitàper la riforma della musica di chiesa,per salvare onore della Chiesa anchein questo campo, e per richiamare laLiturgia cattolica al suo pieno splen , -dore. Giacchè non si tratta di impastiCciare solamente della musica, e nemmenoin prima linea si tratta dell' arte, madel nostro più sacro e più augusto mi-stero del cattolicismo, del Sacrificio edella Messa solenne, e perciò anche dellasalvezza delle anime. Frattanto la pregodi procurare a questa mia lettera aperta,la maggior possibile diffusione per mezzodella traduzione in italiano, e della in-serzione nella sua Musica sacra, mentremi sottoscrivo colla più distiota stima

Landshut, 14 Marzo 1S85.Di V. 8. dev.mo Servo lir. ERANZ WITT

Presidente gener. dell associazione Ger-manica di S. Cecilia.

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LIBRI .3_192 GIORNIALIBIBLIOGRAFIA

S. Ubaldo, Canonico Regolare Lateranensè,Vescovo, patrono, cittadino di G«bbio.

Memoria storica con documenti ineditidedicata all' Episcopato cattolico da DonLORENZO canonico GIAMPAOLI, edita percure e spese di Licinio Cappelli. — Vo-lume primo. Rocca Casciano, stabili-mento tipografico Cappelli, 1885.. Il chiarissimo autore di questa memo-

ria storica su S. Ubaldo ebbe per iscoponel pubblicarla far meglio conoscere aiconcittadini del santo Vescovo e agli ita-liani in genere, le virtù eroiche, le gestemirabili di lui e l' indole dei tempi in cui

L' autore, a conferma di quanto narra,produce anche documenti nuovi e che dan-no maggior lume ai fatti. La narrazionedi questi è molto accurata, procede conordine, 'e' lo stile che adopera è colto, fa-cile e chiaro.

Epperò noi pure a somiglianza di quan-to già hanno fatto altri autorevoli perio-dici, fra i quali l' ottimo OSSE.RVATORE

ROMANO che conteneva una lusinghiera ri-vista dell' Opera raccomandiamo questoprimo volume a coloro che bramassero co-noscere la' vita di questo santo Vescovo.

Siamo poi lieti di sapere che anche ilS. Padre Leone XIII al quale ne fù umi-liata copia ne fece esprimere la sua sod-disfazione col seguente documento di S.

E. il Card. G. Pecci.

Lettera da' E.rno Card. Pecci.Illaino Signor Canonico

Ho umiliato al S. Padre la sua erudita

vita di S. Ubaldo, e godo poterla assicu-

rare che il medesimo si è degnato acco-gliere l' omaggio con dimostrazione di spe-ciale gradimento. Compio quindi il dove-re' di ringraziarla per l' esemplare che havoluto a me pure offrire, e che leggeròcon tutto il piacere appena mi sarà pos-sibile.Intato con particolare stima mi credaDi Lei illu.rno sig. Canonico

Roma, 29 Maggio 1887).Umil.nto D.mo Servitore

Gius. C. PECCE

Inoltre S. E. Mons. Sallua ha fatto te-nore al ch. Autore una preziosa lettera dicongratulazione e di incoraggiamento cheper mancanza di spazio siamo dolenti di'non poter pubbl.care, ed il Municipio diGubbio per mezzo del suo sindaco C. Fa-biani esprimeva pure a Lui vive graziepel lavoro che udendo ad onore di quellacittà illustrata dalle virtù di quel santoVescovo.

TRATTATO DM SANTI ORDINIdi Giovanni Olier fondatore del Sem.nar,odi 8. Suplizio a Parigi — Prima versioneitaliana sulla IX francese per Mons. Ger-

: lando M. Genuardi Vescovo di Acirealededicato agli alunni del Seminario in ri-cordanza del 3 centenario della morte di,8. Carlo Borromeo.

È questo un elegantissimo volumettoin 32 di oltre a 450 pagine nel quale conuna dottrina, tutto 511CCO delle 88. Scrit-ture, dei Concili dei Padri della Chiesa ede' più rinomati scrittori di ascetica eccle-siastica e di liturgia si parla dell' eccel-lenza di ciascun ordine con sublimità dipensieri e unione di affetti propri di unuomo suscitato da Dio alla riforma delclero, onde può affermarsi che rispondeperfettamente alla grandezza dell' argo-mento.

Lo raccomandiamo perciò caldamentea tutti i giovani che si avviano alla car-riera ecclesiastica onde infiamarsi viemag-criormente dadi' eccellenza dello stato a cuicospirano, ed agli ecclesiastici tutti che netroveranno la lettura utilissima e salutare.

Costa lire 2 franco di porto.

U.eceritissime

Al momento di andare in mac-china riceviamo la seguente no-tizia:

Livorno i 1 Giugno 85.

La città nostra .ha oggi as-sistito ad un imponente, grandiosospettacolo di fede cattolica, aduna di quelle splendide manife-stazioni religiose, da cui per:tan-to t.kmpo Livorno. era -stata priva.

Le autorità ottem iier'atid o aigiusti desiderii della popolazioneconcessero che la consueta. pro-cessione del Gorpu Domini Sifacesse nel vasto piazzale .di S.Maria del Soccorso.

La processione è stata ivicompiuta, con un imponenza stra-ordinaria e l' ordine il più per-fetto. Tutte le case erano. pave-sate a festa. Folla immensa. Miriservo alla prossima mia permaggiori particolaritz-L

DIMAGRIMENTO E ANEMIA. Nel nostrosecolo si ha illimitata fiducia ai preparatiferrugginos , e si crede che siano l' unicomezzo per corroborarsi. Ma il perché nonsi raggiunga il più delle volte questo sco-po, per molti è un incognita. L' anemiaossia impoverimento di sangue come il di-magrimento, son dipendenti ad un' inva-sione acre, che va a distruggere i .globulirossi del sangae, untocivi è inutile il mali-giare molta carne, o qualsiasi altro nu-triente; giacclià questi, al paro di detti pre-parati ferrugginosinon producono che mag-giori irritazioni allo stomaco, e perciòsconcerti peggiori della stessa anemia, osruagrimento. Perchè dunque tali mezzidanno un' azione inversa a quella che sicredeva raggiungere col loro uso? Perchèi preparati ferrugginosi ed i nutrienti nonhanno la proprietà di eliminare la causa -.Irrefragabili prove attestano che la solaPariglina del Mazzolini di Roma, unitaall' uso della sua acqua ferruginosa rico-stituente, ha la proprietà di depurare ilsangue ed i nostri visceri da ogni muoreacre, r;dona la vitalità, ed in breve tempogli esseri più e consunti, si vedono quasiper incanto ritornati ad una vita di vi-goria e di forza. Si vende a L. 9 la bott,

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Vedi Appendice in quarta pagina

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1872. — Una donna di nostra famiglia, Agata I a-roni, da molti anni soffriva forte tosse, con vo-miti di sangue. debolezza per tutto il corpo, spe-cialmente alle gambe. dolori alla testa ed mappe-Lenza. I medici tentarono molti rimedi indaroo,nia dopo pochi giorni che ella ebbe prego la suaftevalenta spari ogni malore, ritornandogli l' ap-petiti.. cosi le forze perdute.

GIOSSPPE RossiCuro N. 46,260. — Sig. Roberts, da consunzio-

ne polmonare, con tosse vomiti, costipazione esordità di 25 anni.

Cura N. 49,522. — Il sig. Baldwin, da estenua-tez La. coni pleta para lisia della vescica e delle mem-bra per eccessi di gioventù.

etica N. 65,184. — Prunetto, 24 ottobre, 166.— posso assicurare che da due aani, usandoqua .ia meravigliosa Revalenta, non sento più al-c "., ;ammodo della vecchiaia, ne il peso de' miei84 amo Le mie galli 110 diventarono forti, la miavistx no i richiede più occhiali. il mio Eaornaco erotoi-do come ai 30 anni. lo ini Fent° insommaringiovanito, e predico, confesso, visito ammalati,

f•tecie viaggi a pii di anche lunghi , e sentomichi ira la niente e fresca la memoria.

D. P. CASTELLIBaccel. in Teol. ed Arnipr. di Pruneto.

Cura N. 67,321. — Bologna 8 settembre )869.— In seguito a febbre miliare caddi in stato dicompleto deperimento, soffrendo continuamente diinfiammazione di ventre, colica d'utero. dolori pertutto il corpo, sudori terribili. tanto che scambiatoavrei la mia età di venti anni con quelli di unavecchia di ottanta, pure di avere un po'di salute.Per grazia di Dio la mia povera madre mi feceprendere la sua Revalenta Arabica, la quale miha ristabilita, e quindi ho creduto mio dovereringraziarla per là recuperata salute che a leidebbo.

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24 A PPEN DICE

A. "I R Ni

MEMORIE DI UNA PETROLIERA

- conoseeva dunque?—Forse.— Come dunque non cercasti allora di

Ntrapprie TI suo nome?

— E che 8i potea mai strappare a quel-la rnegera?

— Allora no, ma adesso che hai deidanari.

— Vi ho già penarti; ma trovarla èdifficile. Chi la dice in prigione. chi fug-gita; e poi, anche che la trovassi. dopotanti anni potrebb' ella indirizzarmi allamia famiglia? Prenderebbe il danaro e michiuderebbe la bocca con alcune fiabe.

— Gli è vero, — mi affrettai a conchiu-dere, — è tantò difficile rintracciare i pa-renti, ancorchè se ne sappia il nome! Loso pur troppo; e per quanto abbia cercatonon ho mai potuto sapere ove sia mia so-rella.

Restammo parecchi minuti senza par-lare. Elisa pensava forse a sua madre, edio a Chiarina, dicendo pure fra me: — Misarebbe bisognato nella mia gioventù: ades-so è troppo tardi; non potrebbe più amarmi.

Fui la prima a rompere il silenzio perchiederle notizie di Battista. Era difficileche Elisa me ne dicesse delle precise, poi-chè non lo vedeva mai, ma se gli fosseaccaduta qualche disgrazia, l' avrebbe sa-

pnto dal macchinista del suo teatro. Lacertezza di saperlo vivo mi sollevò d' ungran pesò.

Da quel giorno cominciai ad usare spes-sissimo con Elisa. Sendo eguale il nostrotenor di vita, potevamo facilmente darciappuntamenti ne' teatri e ne' balli pubblici;ma alle trattorie RITI:IVO meglio andarvisenza di lei. Fossero o no le lezioni diBattista, mi sarei difficilmente abituataalla sobrietà eccessiva della mia amica, esiccome non mangiavo mai a mie spese,non volevo che il suo esempio facesse com-parir lo scotto troppo grave a pagare.

Non le facevo motto della mia relazio-ne col signor Dorville, ma non le tenevocelato il mio odio contro i ricchi, tentandoogni via d' infiammarla come me. Il riu-scirvi però non era facile; che ella nè gliamava nè gli odiava, e quanti eran rima-sti spiantati per lei li guardava con indif-ferenza. Sapea per altro far la tenera conessi, e talora strabiliavo a vederla sì se-duciente; ma le sue tenerezze e seduzionierano tutte un calcolo. Essa facea Così allostesso modo come già di eva: „ Mia ma-dre è inferma, siamo sei bambini a casa.Benchè in' avesse aperti i suoi patínienti,quella freddezza e indifferenza mi storna-cavano.

Entrai in dubbio che una donna, chevendeva perfino i suoi minimi sorrisi, cheera sì fina a largheggiar delle sue corte-

8:e con quanti avean più danaro, che tiravafuori le più melate parole con una sagaciasì rara, potesse fin da fanciulla spasimard' amore, com' ella diceva, per la verità

e la virtù. E pensavo meco stessa: Sareb-b' ella mai venuta da me a fare un po'de esercizio di comparsa per rappresentare

nel suo teatro una parte più.importante ? »Passai così due anni con Elisa senza

poter tirarla ne' miei disegni; il che mialienò alquanto da lei. Ardente d' odio misaria sembrata sublime;'con quali' indiffe-renza la trovavo spregevole.

Potevo far la stessa vita che lei, maio almeno avevo uno scopo. I ricchi nonmi erano indifferenti; non li rovinavo giàper avermi il bisogno gettata nelle lorobraccia prima ancora che avessi coscienzadelle mie azioni. Non, avevo sempre sa-puto ciò che facevo, e dalla sola vendettaero .spinta a rovinarli.

VII '.

Da alcuni mesi Elisa diveniva semprepiù pensierosa, e io mi guardava dall' in-terrogarla,giacchè ogni volta sfogarsi mecomi parlava di rammarichi, di rimorsi, diaspirazioni al bene, tutte cose che amavomeglio non comprendere, e perciò abbor-rivo le sue confidenze.

Una mattina menti' ero intenta ad ab-bigliarmi per ire alle corse alle quali do-vea venire anch' essa, restai stupefa ta avederla entrare da me. Accadendole allo-ra spesso di mancare ai nostri appunta-menti, credetti che venisse ad avvertirmi

che non l' aspettassi. Non in' ero ingan-

nata; ma alla ragione che m' allegò que-sta volta trasecolai. Mi disse tranquilla-mente che le doleva all' anima di separarsida me, ma che lasciava per sempre lanostra vita di piaceri per entrare al BuonPastore.

A questa parola io feci un salto sullamia poltrona, ripetendo senza ancora capirnulla:

— Al Buon Pastore!— Sì — mi disse. — Non è quello il

rifugio delle donne perdute?Io rimasi di stucco e resa più empia

da quella determinazione, sclamai furiosa:Ma, lo sai tu? Quello è nn convento !— Lo so. N on ho forse bisogno per

purificarmi di correre a Colui che col suosguardo fece de:la Maddalena una santa?

Che fola! Elisa, sai tu ciò che è la re-ligione? Un tessuto di menzogne! E il pre-te? Un impostore!

— Non so nionte di ciò; ma la religio-ne comanda la virtù e il prete perdona.Ecco quanto mi basta per credere in quel-la e per ricorrere a questo.

— Sta in guardia! Sin dalla tua primavisita accorsi che non avevi sano il cer-vello. Va per un medico, perchè diventipazza.

— Pazza! Perchè voglio lasciare il vi-zio? Ah noi io sono forte, ecco tutto!

Poi abbassando la voce soggiunse:— Non ho bisogno d' insuperbire per

questa forza. Abbandonata a me sola, forsenon l' avrei avuta.

— Chi dunque ha potuto dartela?Essa fissò in me i suoi occhi si calmi

e rispose:— Colui che io amo.Cominciai a capire.— Tu ami dunque, Elisa, tu che pre-

tendevi sempre di dover rimaner indiffe-rente?

— Pei ricchi, sì. Non avrei mai potutoaffezionarmi a un uomo, che per sangue,educazione e ricchezza mi fosse stato trop-po al disopra.

(continua ) Il

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