Odissea open data per la pa

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ODISSE@ ProjectOpen Data Information Share System-Engineering Architecture

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INDICEScenario Legislativo• Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007 – 2013 (QSN)• POR FESR LAZIO 2007 – 2013• Lazio Open Data: trasparenza, informazione, coinvolgimento per i cittadini, le imprese, le istituzioni• Codice dell'amministrazione digitale CAD - Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82• Legge Regionale del 18 giugno 2012, n. 7

Scenario Tecnologico• Definizioni di “Open Data”, “E-Government”, “Open Government”• Cos’è un “dato”• Cos’è un “dato aperto”• Web Semantico• Linked Open Data (LOD)

Open Data e Pubblica Amministrazione• Organizzarsi per gli Open Data• Monitoraggio e networking fattori indispensabili per il successo• Le questioni giuridiche sull’Open Data• Le licenze “Open”

Scenario Economico• Valore economico• Analisi, comprensione e governo dell’impatto economico derivante dagli Open Data• Rappresentazione dell’Ecosistema• Indicatori territoriali legati allo sviluppo degli Open Data

Linee guida per la PA

Conclusioni: I benefici di una strategia Open Data

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Scenario Legislativo

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Il processo definitorio del Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013 (QSN) è alla base dell’attuazione dei Programmi Operativi Regionali (POR) in cui sono delineate le priorità strategiche per settori e territori, definendo obiettivi specifici all’interno di assi prioritari.

Le priorità strategiche e gli obiettivi che la Regione Lazio si è prefissata,

per il periodo 2007-2013, sono esposti nel documento “POR FESRLAZIO 2007 – 2013”.Si articola in 4 Assi suddivisi in 19 attività finalizzate a raggiungere l’obiettivo generale del Programma:

“Promuovere uno sviluppo ecologicamente compatibile, equo, inclusivo,

rispettoso dei diritti della persona e delle pari opportunità, finalizzato a rafforzare la competitività del sistema Lazio”

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• Asse I - “Ricerca, innovazione e rafforzamento della base produttiva”

• Obiettivo operativo 4): “Favorire una crescita del sistema produttivo attraverso lo sviluppo inclusivo e sostenibile della società dell’informazione”

• Attività 7: “Sviluppo di applicazioni, prodotti, processi, contenuti e sevizi ICT”

Avviso pubblico: “Lazio Open Data: trasparenza, informazione, coinvolgimento per i cittadini, le imprese, le istituzioni”

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Scenario legislativo

L’ambito di riferimento è quello delineato dalle leggi:

• Codice dell'amministrazione digitale CAD - Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82

(Articolo 2. - Finalità e ambito di Applicazione)

“Lo Stato, le regioni e le autonomie locali assicurano la disponibilità, la

gestione, l'accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità

dell'informazione in modalità digitale e si organizzano ed agiscono a

tale fine utilizzando con le modalità più appropriate le tecnologie

dell'informazione e della comunicazione”

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• Legge Regionale del 18 giugno 2012 n.7 “Disposizioni in materia di dati aperti e riutilizzo di informazioni e dati pubblici e iniziative connesse”

(Articolo 1. – Oggetto e finalità)“La Regione, nel rispetto del riparto delle competenze di cui all’articolo 117 della Costituzione e in armonia con quanto previsto dalla normativa statale e dell’Unione europea vigente in materia, al fine di agevolare la partecipazione attiva dei cittadini e delle imprese nonché lo scambio di dati e informazioni tra gli enti locali, promuove la trasparenza,l’efficienza, l’economicità, l’imparzialità e la semplificazione dell’attività amministrativa”

• processo di innovazione organizzativa e tecnologica• riutilizzo del maggior numero di informazioni e dati pubblici, in base a modalità che

assicurino condizioni eque, adeguate e non discriminatorie• sensibilizzazione del territorio regionale nonché lo sviluppo della società

dell’informazione e della conoscenza in ambito regionale ai fini del progresso sociale e del miglioramento della qualità della vita

• sviluppo delle iniziative economiche private legate al riutilizzo delle informazioni e dei dati pubblici

• sviluppo di progetti tecnologici innovativi e di servizi legati al riutilizzo delle informazioni e dei dati pubblici

• politiche di formazione e aggiornamento professionale per il personale regionale finalizzate all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ITC)

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Scenario Tecnologico

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Open Data

Negli ultimi venti anni si è assistito a un progresso significativo di ciò che viene definito “libero accesso all’informazione”, determinato soprattutto dallo sviluppo di nuovi media digitali e loro diffusione sul Web, attraverso l’ascesa di applicazioni raggruppate sotto l’etichetta Web 2.0

Questo fenomeno “irreversibile” ha finito per interessare anche l’ambito della “informazione del settore pubblico”, arrivando a delineare l’importanza strategica dell’accesso aperto alla conoscenza.

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E-Government

Lo scenario in cui si innesta questo nuovo paradigma tecnologico e sociale è quello caratterizzato dall’evoluzione di Internet e del Web, passati dall’essere uno strumento di comunicazione all’infrastruttura su cui poggia la forma organizzativa caratterizzante la società contemporanea: il network.

A conferma di quanto detto, circa l’importanza delle Information and Communication Technologies (ICTs) nel creare uno spazio comune di informazione per la crescita sociale, economica e politica è l’asse portante che ha orientato le politiche europee, evidenziando gli aspetti positivi che la digitalizzazione delle informazioni ha portato con sé in termini di possibilità di accesso e trasparenza alla res publica.

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L'adozione delle ICTs ha attraversato diverse fasi, ma è la nascita dell’amministrazione digitale che segna quella in cui sono le pubbliche amministrazioni ad avviare un'integrazione dei servizi resi disponibili attraverso il Web, promuovendo progetti di governo elettronico connessi a una modernizzazione dei sistemi amministrativi.

Le amministrazioni dovranno considerare sempre più Internet uno strumento utile per ridurre costi di gestione, per migliorare la comunicazione tra cittadini, istituzioni e amministrazioni, per

accrescere le opportunità di partecipazione.

Tuttavia, spesso accade che il concetto di e-Government si traduce solo nella trasposizione in forma elettronica delle attività

amministrative, senza gli opportuni mutamenti anche a livello di processo: “limitandosi a usare Internet principalmente come bacheca elettronica in cui pubblicare le proprie informazioni, senza un reale sforzo in direzione di una vera interazione con i cittadini e tra le stesse amministrazioni”.

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Sono le tecnologie della comunicazione e della informazione ad offrire, agli enti

pubblici, nuove opportunità per superare le obsolescenze organizzative,

offrendo nuovi modelli basati su “apertura” e “trasparenza”: Open Government.

Gli elementi abilitanti dell’Open Government, quale processo di riconfigurazione

Di modelli, strumenti e tecnologie all’interno delle amministrazioni, sono:

• Libertà di accesso ai dati e alle informazioni amministrative da parte dei cittadini

• Condivisione di documenti, saperi e conoscenze tra istituzioni e comunità locali

• Interazione bi-direzionale

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Open GovernmentCon questo concetto ci si riferisce alla apertura delle pubbliche amministrazioni verso nuove forme di trasparenza, collaborazione e partecipazione, al fine di creare processi di “governance elettronica” realmente efficaci ed orientati a una reale interazione tra cittadini, tra amministrazioni e tra cittadini ed amministrazioni.

In una “logica Open” le amministrazioni mettono al centro la comunicazione,focalizzando maggiormente i processi decisionali sulle effettive esigenze e necessità delle comunità locali di riferimento.

L’Open Government, dunque, rappresenta un processo di cambiamento sempre più importante, necessario e decisivo all’interno delle amministrazioni, in un contesto caratterizzato dalla massiccia diffusione delle tecnologie digitali e telematiche, che hanno riconfigurato le modalità di comunicazione e relazione anche all’interno del panorama pubblico.

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Il rinnovamento delle amministrazioni in “ottica Open”, dal punto di vista

culturale, tecnico/tecnologico e giuridico, ha posto l’attenzione su un

nuovo approccio alla gestione dei dati e delle informazioni in ambito

pubblico: creazione di una rete basata su dati che siano accessibili,

integrabili ed interscambiabili.

All’Open Government è strettamente legata la nozione di Open Data,

espressione con la quale si fa riferimento ad una pratica che implica

che alcune tipologie di dati siano liberamente accessibili a tutti in

assenza di forme di controlli e restrizioni – come copyright e licenze –

che ne limitino l’uso, l’integrazione e il riutilizzo.

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GLOBAL DATA SPACE

DATO INFORMAZIONE CONOSCENZA

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Cos’è un “dato”

Con “dati” si intendono singole parti di informazione (immagini, audio, numeri, mappe, definizioni testuali, etc.) che:

• sono descrizione diretta di fatti o sono strettamente collegate a fatti e, in quanto tali, non soggette a copyright (ad esempio il codice di avviamento postale o i dati meteorologici di una città);

• sono riproducibili senza ambiguità quando i metodi usati per generarli sono noti in ogni dettaglio (per esempio, le mappe aeree di una determinata area geografica);

• sono parte di una informazione più ampia o di un “sistema di conoscenze”;

• hanno più valore se collocati in un contesto tramite collegamenti e se arricchiti da metadati;

• possono essere espressi e archiviati in formati digitali processabili da applicazioni software per costruire nuovi dati e, a partire da essi, nuova conoscenza.

Solo i dati che sono stati processati, organizzati, strutturati e presentati in un dato contesto, così da diventare utilizzabili, possono trasformarsi in informazione.

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Cos’è un “dato aperto”

La Open Knowledge Foundation (una fondazione no profit con lo scopo di promuovere l’apertura dei contenuti e i dati aperti) fornisce una definizione completa di dati aperti, che può essere sintetizzata nei punti che seguono:• Disponibilità e accesso: i dati devono essere disponibili e in un formato

usabile e modificabile• Riuso e redistribuzione: i dati devono essere pubblicati a condizioni che

ne permettano il riuso e la redistribuzione, inclusa la possibilità di combinarli con altri data set

• Partecipazione universale: chiunque deve essere in grado di farne uso – la licenza non deve cioè discriminare alcuna persona o gruppo di persone, né deve impedire a nessuno di utilizzare l’opera in un determinato settore d’attività

Inoltre, i dati pubblici devono essere completi, disaggregati e “freschi”, cioè non possono essere soggetti ad amputazioni di alcun tipo, devono essere raccolti alla fonte in forme non modificate o aggregate e devono essere costantemente aggiornati.

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Web Semantico Il Web ha radicalmente modificato le modalità di acquisizione del sapere, rendendo possibile a chiunque di pubblicare nuove pagine e collegarle a documenti esistenti.

La sua caratteristica principale, quindi, sono link ipertestuali tra documenti che consentono ai lettori di navigare tra i nodi della rete informativa.

Tuttavia, nel Web tradizionale, la natura della relazione tra documenti è implicita, ossia i collegamenti non esprimono il tipo di relazione che li lega: collegando due pagine Web non è possibile esplicitare il significato che si intende attribuire alla relazione che esiste tra le due informazioni di partenza.

Il Web semantico nasce per dare una risposta a questa problematica.

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Con il termine Web semantico si intende quindi la trasformazione del World Wide Web da una rete di documenti a una rete di dati che possano essere processati, direttamente o indirettamente, dalle macchine, così da inferire nuova conoscenza a partire da quella nota.

Da un punto di vista tecnico, ciò è possibile strutturando l'informazione in modo tale che i documenti non restino “isole di dati” ma diventino “data base aperti” da cui un programma possa attingere informazioni: “Linked Data”.

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Linked Open Data (LOD)

L'espressione Linked Data si riferisce a un insieme di buone pratiche che si basano su quattro principi generici:• i Linked Data vengono per definizione espressi tramite il data

model Resource Description Framework (RDF) costituito da triple della forma: soggetto – predicato - oggetto;

• usare URI per identificare le risorse;• usare HTTP URI in modo che le risorse possano essere

individuate da persone e da user agent;• fornire informazioni utili sull’oggetto (quando si individua un URI),

usando formati standard.

L'adesione a questi principi generali consente l'adozione di standard che rendono i dati interoperabili, caratteristica essenziale del modello Linked Data, attraverso la combinazione non tra documenti ma tra

“basi di conoscenza” (dataset) differenti.

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Oggi le sorgenti di dati “linked” sono moltissime e il loro numero aumenta di giorno in giorno, così come la quantità di dati che contengono.

I dati provengono da provider pubblici e privati, e abbracciano i settori e

i campi del sapere più disparati spaziando dai dati governativi e statistici a quelli sanitari, dai dati scientifici ai contenuti geografici.

Infine, per rendere possibile l’uso dei dati espressi in RDF agli “umani” sono state create applicazioni, cioè programmi, che sfruttano quello che può essere visto come un unico grande database aperto e distribuito per offrire servizi che originano dall'uso dei dati stessi.

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Open Data e Pubblica Amministrazione

Le articolazioni della Pubblica Amministrazione ormai hanno in comune la produzione di enormi quantità di informazioni in formato digitale.

A volte tali informazioni sono il risultato primario dell'attività di un'amministrazione (ad esempio i dati cartografici o del catasto, o le informazioni meteorologiche); altrettanto spesso, i dati sono prodotti dall'amministrazione nell'adempimento dei suoi obiettivi istituzionali (come ad esempio la mappa geografica dei codici di avviamento postale o la banca dati dei tempi di percorrenza medi dei mezzi

pubblici in una città).

Tali dati sono nel loro complesso denominati “informazioni del settore pubblico” e sono informazioni pubbliche anche nel senso che non si riferiscono a nessun singolo individuo e perciò, se rese accessibili, non hanno alcuna implicazione per la privacy.

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In pratica, possono essere aperti solo i dati non personali, cioè i dati che non contengono informazioni relative a individui.

Dunque, i dati delle pubbliche amministrazioni devono essere considerati aperti se resi pubblici in modalità conformi ai seguenti principi:• Completi: sono dati pubblici quelli che non sono soggetti a valide

limitazioni legate alla privacy e alla sicurezza• Primari: i dati sono raccolti alla fonte, con il massimo livello di

granularità, in forme non aggregate né modificate• Tempestivi: i dati sono resi disponibili tempestivamente così che ne sia

preservato il valore• Accessibili: i dati sono disponibili per il più ampio numero di utenti e per

il più ampio spettro di propositi• Processabili da macchine: i dati sono sufficientemente strutturati in

modo da permettere il trattamento automatico• Non discriminatori: i dati sono disponibili a tutti, senza che sia

necessaria nessuna forma di registrazione• Non proprietari: i dati sono disponibili in un formato su cui nessuno

abbia un controllo esclusivo• Liberi da licenze: i dati non sono soggetti a nessuna regolamentazione

di copyright, brevetti, marchi o segreti industriali; possono essere consentite solo ragionevoli restrizioni legate alla sicurezza.

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Organizzarsi per gli Open Data

Fra gli ostacoli da superare per una politica di Open Data efficace e in

grado di generare valore ci sono gli aspetti organizzativi ma, soprattutto,

quelli gestionali.

Non è sufficiente, infatti, realizzare e mettere a disposizione dataset di

informazioni pubbliche se poi non vengono manutenuti con cura.

Affinché creino valore, in particolar modo se entrano a far parte di un

modello di business, i dati devono possedere un livello di aggiornamento

garantito (in termini di qualità del dato e tempi certi di rilascio).

In linea del tutto generale, la tendenza è quella di individuare una

“redazione centrale” che si preoccupi della pubblicazione dei dati, del

loro aggiornamento e della loro fruibilità.

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Monitoraggio e networking fattori indispensabili per il successo

I dati liberati creano valore solo se qualcuno li usa, specialmente con

profitto.

È quindi indispensabile tener conto dell’interesse che potrebbero

riscuotere determinati dataset.

La vera sfida è quindi comprendere quali dati sono realmente in grado

di creare valore pubblico.

Per la PA questo significa accettare un dialogo continuo con tutti gli

attori coinvolti in questa dimensione di Open Government, dove la

capacità di ascolto e la volontà di interazione sono due fattori

indispensabili per il successo.

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Quanto detto, declinato nella realtà delle pubbliche amministrazioni, si traduce:

• innalzamento dell’efficienza ed affidabilità dell’amministrazione attraverso il miglioramento tecnologico;

• possibilità per l’amministrazione, grazie alle tecnologie innovative, di rispondere in modo più adeguato e tempestivo ad istanze ed esigenze specifiche;

• possibilità, per l’amministrazione, di offrire servizi sempre più significativi per un miglioramento della qualità della vita:

• produzione e rilascio certificati e documenti;• trasporti pubblici urbani ed interurbani;• reti sanitarie e farmaceutiche;• assistenza e supporto ai cittadini;• servizi di pubblica utilità;• servizi commerciali;• servizi relativi alla filiera eno/gastronomica;• servizi inerenti territorio e ambiente;• servizi inerenti attività turistico/culturali;• (…)

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Le questioni giuridiche sull’Open Data

Innanzitutto, è opportuno sottolineare che le norme vigenti, obbligando

le Amministrazioni ad essere trasparenti, consentono la divulgazione

delle informazioni del settore pubblico.

Chiaramente, tale pubblicazione deve avvenire legittimamente, nel

rispetto della normativa in materia di riservatezza dei dati personali e

attraverso l’adozione di licenze, già disponibili, che consentono a

cittadini e imprese di riutilizzare liberamente i dati pubblici, cogliendo

appieno tutti i benefici degli open Data.

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Dal Codice dell’Amministrazione Digitale - CAD (D. Lgs. 82/2005)

“Le pubbliche amministrazioni nell’organizzare autonomamente la propria

attività utilizzano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per

la realizzazione degli obiettivi di efficienza, efficacia, economicità,

imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione” (Art. 12)

Inoltre, le amministrazioni pubbliche sono obbligate per legge ad

assicurare “la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la

conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale” (Art. 2)

“I dati delle pubbliche amministrazioni sono formati, raccolti, conservati,

resi disponibili e accessibili con l’uso delle tecnologie dell’informazione e

della comunicazione che ne consentano la fruizione e riutilizzazione da

parte delle altre pubbliche amministrazioni e dei privati” (Art. 50)

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Dunque, gli esiti della attività amministrativa non sono più solo l’anello

finale di un procedimento amministrativo, ma diventano il nuovo punto

di partenza di successivi ed autonomi percorsi virtuosi (poco importa se

pubblici o provati) del tutto indipendenti dagli originari obiettivi

pubblicistici dell’amministrazione.

Le pubbliche amministrazioni devono promuovere “progetti di

elaborazione e diffusione dei dati pubblici di cui sono titolari”, nonché

assicurarne la pubblicazione “in formati aperti”, al fine di “valorizzare e

rendere fruibili” i dati stessi (D. Lgs. n°235/2010, Art. 52, comma I-bis)

Questo, perché la gran mole dei dati pubblici rappresenta un enorme

patrimonio comune di conoscenza che è auspicabile venga messo a

disposizione degli utenti e, più in generale, di tutti i cittadini e le

imprese.

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Sotto questo profilo, però, è utile risolvere un equivoco: Open Data non significa che l’Ente deve rendere pubblici tutti i dati formati nell’esercizio delle proprie attività funzionali.

La legislazione si è occupata di affermare un principio generale: i dati pubblici vanno pubblicati, stabilendo le eccezioni: privacy e sicurezza nazionale, e definendo le caratteristiche tecniche: le informazioni sono rese disponibili in un formato aperto e non proprietario.

Demandando la valutazione su quale tipo di licenza utilizzare alle singole Amministrazioni, ci si è comunque concentrati sulle “licenze open”.

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Le Licenze “Open”

Queste licenze più che stabilire i limiti di utilizzabilità del dato tendono a

garantire una serie di diritti a chi entra in possesso delle informazioni.

Tutelano comunque l’autore del dato medesimo, attribuendogli la

paternità dello stesso evitando che quanto pubblicato possa subire

alterazioni senza controllo e senza l’imposizione di regole ben precise,

ma conferiscono agli utenti una gamma di diritti relativi alla possibilità di

poterlo liberamente ridistribuire e, in alcuni casi, anche manipolare al

fine di creare opere derivate.

Le licenze più comuni, utilizzate e complete sono la Licenza Creative

Commons Zero (CC0) e la Licenza Creative Commons Attribuzione

(CC-BY)

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Ma anche in Italia si è provveduto a redigere una licenza “aperta”: la

Italian Open Data Licence (IODL).

Questa licenza prevede che l’utente possa liberamente:• consultare, estrarre, scaricare, copiare, pubblicare, distribuire e

trasmettere le informazioni;• Creare un lavoro derivato, per esempio attraverso la combinazione

con altre informazioni (mashup), includendole in un prodotto o sviluppando una applicazione informatica che le utilizzi come base dati

In cambio, all’utente è chiesto di indicare la fonte delle informazioni e il

nome del soggetto che fornisce il dato, includendo, se possibile, un link

alla licenza; inoltre è richiesto all’utente di pubblicare e condividere gli

eventuali lavori derivati con la stessa licenza o con altra licenza aperta,

ritenuta compatibile

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Scenario Economico

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Valore economico

Una motivazione importante, alla base di questo tipo di dati, è il potenziale valore economico che l'apertura può portare con sé.

I dati grezzi non hanno un valore intrinseco; il valore risiede invece nelle possibilità del loro uso e riuso.

Ciò che ha un valore reale è ciò che si sviluppa a partire da essi e grazie al fatto che sono disponibili.

Nella società contemporanea i dati sono così onnipresenti da essere ormai una commodity.

Tale valore si declina in due categorie distinte:• Valore esterno: rappresentato dalla ricaduta in termini di

innovazione e sviluppo• Valore interno: rappresentato da tutte le forme di risparmio per le

pubbliche amministrazioni

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I settori in cui gli Open Data si sono dimostrati in grado di creare valore aggiunto sono numerosi e interessano, per esempio: l'uso di dati geografici, dati sui trasporti, dati demografici, dati relativi alla produzione e al consumo energetico, dati sul bilancio, sulle tasse e sulle attività economiche locali, dati elettorali, ambientali e relativi all'inquinamento, dati sulla salute e sull'educazione, dati sulla gestione dei rifiuti e dell'acqua.

Ma tutti questi benefici perdono valore se non li si integra con le nuove tecnologie, il cui uso nella gestione e trattamento delle informazioni assume costante e crescente importanza strategica in ogni tipo di organizzazione.

È l’ambito delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, in cui vengono sviluppati metodi e tecnologie per realizzare sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione delle informazioni.

Inoltre, queste informazioni possono essere rappresentate in modi nuovi e combinate con dati di altre fonti venendo così “arricchite” (Linked Data).

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Analisi, comprensione e governo dell’impatto sociale ed economico derivante dall’introduzione e dalla diffusione degli Open Data

Nonostante il fervente impulso proveniente dalla comunità scientifica, il processo di diffusione e riuso dell’informazione pubblica stenta ancora a decollare, specialmente nel panorama italiano.

Tale situazione è ascrivibile, oltre che a una resistenza organizzativa e culturale al cambiamento ancora presente in numerose PA, a una scarsa chiarezza in capo agli operatori economici in merito ai meccanismi di creazione del valore associabile agli Open Data.

Oggi, i perimetri delle organizzazioni pubbliche diventano sempre più sfumati, aprendosi in maniera selettiva a contributi e conoscenze provenienti dalla società civile e dal mondo delle imprese.

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A causa della crescente complessità dei sistemi socio-economici e della rapidità con cui l’innovazione tecnologica procede in molti settori, le organizzazioni pubbliche faticano sempre più a svolgere l’intero ventaglio dei compiti loro assegnati.

Una progressiva apertura della galassia pubblica diventa pertanto necessaria non solo per incrementare la trasparenza della “macchina governativa” ma, soprattutto, per spianare la strada a nuovi modelli di gestione capaci di combinare in maniera efficace ed efficiente asset pubblici e risorse messe a disposizione dalla società.

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Il rilascio del patrimonio informativo della Pubblica Amministrazione (PSI) in modalità “aperta” rappresenta un elemento abilitante per l’implementazione di siffatti modelli in cui una molteplicità di attori può realizzare nuovi prodotti e servizi: il dato pubblico, libero di circolare, diventa una linfa vitale che alimenta una miriade di attività destinate a creare valore.

Il paradigma degli Open Data, rendendo permeabile il confine che separa il comparto pubblico da quello privato, genera un ecosistema in cui i vari attori, per loro convenienze specifiche, condividono in modalità aperta parte dei loro dati e riutilizzano dati di altri attori: un nuovo modello in cui l’informazione rappresenta un elemento di valore condiviso su cui sviluppare servizi a valore aggiunto per cittadini ed imprese.

Dalla molteplicità di soggetti presenti nell’ecosistema scaturisce uno scenario piuttosto eterogeneo: molte entità si trovano infatti ad occupare posizioni differenti all’interno dell’articolata rete del valore giacché assolvono compiti specifici destinati, in forme diverse, ad arricchire il dato grezzo rilasciato a monte dagli organismi pubblici.

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Rappresentazione dell’ecosistema

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A monte della filiera si collocano le attività di generazione e pubblicazione del dato da parte degli attori pubblici detentori di PSI (i cosiddetti PSI “holder”) che possono essere o direttamente le PA oppure apposite società ICT; proseguendo verso valle, poi, il dato rilasciato viene progressivamente arricchito.

Il primo stadio comprende, a titolo esemplificativo, la raccolta dei dati provenienti da fonti diversificate, la loro memorizzazione suinfrastrutture virtualizzate, la classificazione dei dataset attraverso metadati e esposizione mediante interfacce applicative, rendono più agevole il riuso agendo sulla cercabilità, sull’accessibilità e sulla leggibilità automatica dei dati.

I risultati del riuso, che si declinano in prodotti o servizi, giungono nelle mani degli utilizzatori finali che, alla luce dell’ampio spettro di funzionalità, possono essere imprese, consumatori o enti governativi.

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Di fatto l'ecosistema Open Data diventa una forte leva d’innovazione, dove i diversi attori competono per erogare servizi efficaci ed efficienti

a cittadini ed imprese.I dati rappresentano la materia necessaria per creare l’ecosistema ma, per ottenere l’attivazione di questi processi, occorrono dei campioni (intesi come attori del quadro economico, istituzionale o sociale che riescono a diventare esempi da seguire ed emulare) che interpretino al meglio quanto oggi è presente in termini di tecnologia, norme e comunicazione.

In questo momento la PA è il principale attore che può interpretare un ruolo guida nell’ambito dell’Open Data in grado di far partire lo sviluppo dell'ecosistema.

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Indicatori territoriali legati allo sviluppo degli Open Data

Gli indicatori d’impatto territoriale forniscono delle indicazioni sugli effetti prodotti dall’attuazione di una politica, di un’azione, di un programma o di un progetto promossi da un’istituzione o da un altro attore del tessuto economico e sociale territoriale.Di fatto un indicatore è uno strumento essenziale per misurare e osservare l’incidenza delle politiche di sviluppo e delle loro realizzazioni e dell’evoluzione e trasformazioni indotte nei territori, nonché per il miglioramento continuo delle politiche e delle azioni avviate.

Com’è già stato introdotto in precedenza nel contesto di questa presentazione le aspettative di ricaduta dei progetti Open Data avviati dalla PA riguardano essenzialmente l’impatto organizzativo sulla Pubblica Amministrazione (in termini di efficienza, trasparenza, partecipazione e collaborazione) e l’impatto economico sul territorio (in termini di politiche di spesa pubblica, di vantaggio competitivo del sistema territoriale e di aumento della conoscenza collettiva).

Recentemente la Commissione Europea ha condotto uno studio con l’obiettivo di individuare un insieme di indicatori di misura del riutilizzo dell’informazione pubblica in uno specifico periodo di tempo e dell’impatto economico dello stesso sui costi marginali della PA.

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Indicatore Tipo di indicatore Descrizione

Dataset OD Input Numero di dataset prodotti dalle pubbliche amministrazioni locali secondo il paradigma Open Data

Volume dati della PA rilasciati in modalità aperta

Input Misura quantitativa dei dati pubblicati dalle pubbliche amministrazioni locali secondo il paradigma Open Data

Numeri di progetti R&S legati all’OD

Input Numero dei progetti R&S nell’ambito degli Open Data attivati nel contesto locale.

Con progetti R&S ci si riferisce a quelle

iniziative progettuali che si focalizzano sulla

creazione di nuova conoscenza (Ricerca), o adattamento/applicazione di conoscenza esistente (Sviluppo)

Numero di aziende nell’ambito degli OD

Intermedio Numero di aziende (intermediari informativi) operanti sul territorio nell’ambito Open Data

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Indicatore Tipo di indicatore Descrizione

Numero degli addetti delle aziende operanti nell’ambito degli OD

Intermedio Numero degli addetti delle aziende operanti sul territorio nell’ambito Open Data

Numero di comunità attive nell’ambito degli OD

Intermedio Numero di comunità sul territorio che generano o utilizzano Open Data

Numero di progetti finalizzati a favorire diffusione e adozione degli OD

Intermedio Numero di progetti ed iniziative private o

pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di linee specifiche di business all’interno delle imprese, di nuova imprenditorialità e l’utilizzo di servizi innovativi legati all’ambito Open Data

Numero di posti di lavoro creati; di cui posti di lavoro creati per uomini e posti di lavoro creati per donne.

Output Numero di posti di lavoro lordi creati (full

time equivalents - FTE): una nuova

posizione di lavoro creata (prima inesistente)

come risultato diretto di progetti completati (i

lavoratori impiegati nella realizzazione dei

progetti non sono contati).

La posizione lavorativa deve essere coperta

(i posti vacanti non sono considerati) e deve

aumentare il numero totale di posti di lavoro

dell’organizzazione.

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Indicatore Tipo di indicatore Descrizione

Indicatori di performance

economico-finanziaria delle

aziende operanti nell’ambito OD

Output Dati di performance economico-finanziaria

delle aziende che operano nell’ambito dello

sviluppo di prodotti o servizi legati ai dataset

pubblicati secondo il paradigma Open Data.

Con dati di performance economica e finanziaria ci si riferisce a: fatturato, valore aggiunto e margine operativo lordo

Indicatori di mercato - dataset Output Indice dei top 5 dataset pubblicati secondo il paradigma Open Data utilizzati da aziende pubbliche o private

Indicatori di mercato - imprese Output Numero delle imprese private o pubbliche

utilizzatori di dataset pubblicati secondo il

paradigma Open Data

Indicatori di mercato - cittadini Output Numero di cittadini utilizzatori, per il tramite

dei servizi sviluppati dalle aziende pubbliche

o private, di dataset pubblicati secondo il

paradigma Open Data

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Gli indicatori riportati in tabella sono organizzati rispetto a tre categorie: input, intermedi e output.

Gli indicatori di input danno una misura dell’impegno diretto della Pubblica Amministrazione e del territorio in ambito OD, ad esempio il numero di dataset liberati.

Gli indicatori intermedi danno l’insieme degli asset in ambito OD su cui il territorio può contare, ad esempio il numero delle comunità attive.

Gli indicatori di output danno una misura degli impatti prodotti dai diversi investimenti, ad esempio il numero degli occupati o la dimensione del mercato.

È comunque importante chiarire che la definizione e lo sviluppo dell’insieme di indicatori utile per misurare uno specifico fenomeno è un’attività complessa che richiede un’analisi sia delle caratteristiche che si intende valutare, sia delle specificità del sistema locale.

In questo senso l’insieme di indicatori presentato in tabella non deve essere considerato esaustivo rispetto alla rappresentazione di tutti gli effetti significativi derivanti dai programmi intrapresi dalle amministrazione nell’ambito dell’Open Data e ad esso andrebbe aggiunto un set di indicatori legato allo specifico territorio.

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Linee guida per la PA

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• Governare con le personeLa partecipazione attiva deve essere sempre più considerata un diritto e un dovere civico di ogni cittadino. Attraverso l’apertura si creano condizioni organizzative, culturali e politiche in grado di offrire ad ogni cittadino la possibilità di contribuire a creare progetti per il cambiamento e per la modernizzazione della comunità in cui vive

• Governare con la reteLa Pubblica Amministrazione dovrebbe far riferimento a un modello organizzativo che abbandoni la logica verticale a favore di quella orizzontale in grado di coinvolgere i diversi attori, pubblici e privati, nella progettazione/gestione di servizi (progettazione partecipata)

• Trattare l’informazione come infrastrutturaI dati, chiari e leggibili, gestiti dalle Pubbliche Amministrazioni devono essere accessibili a tutti sul Web in formato aperto, gratuitamente ove possibile, e – in ogni caso – con licenze idonee a consentire la più ampia e libera utilizzazione. La disponibilità di dati aperti è, di fatto, l’infrastruttura digitale sulla quale sviluppare l’economia immateriale. Le Pubbliche Amministrazioni, liberando i dati che gestiscono per conto di cittadini e imprese, possono favorire lo sviluppo di soluzioni da parte di soggetti terzi e contribuire in modo strategico, allo sviluppo economico dei territori dalle stesse amministrati

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• Liberare i dati pubblici per lo sviluppo economicoLe Pubbliche Amministrazioni devono considerare una priorità la raccolta, gestione e distribuzione di dati grezzi e disaggregati (non sensibili), favorendo così anche l’iniziativa privata per lo sviluppo di applicazioni ed interfacce per la loro rielaborazione, consultazione, fruizione e pubblicazione. Un orientamento della Pubblica Amministrazione verso l’Open Data offre nuove opportunità a chi investe nella rete, incentivando la crescita dei distretti dell’economia immateriale che rappresenterebbero un nuovo modello di produzione da affiancare a quello tradizionale

• Informare, coinvolgere, interagire per valorizzare l’intelligenza collettivaLa rete moltiplica il potenziale delle intelligenze coinvolte, aumenta l’efficacia dell’azione amministrativa e rafforza i diritti individuali di cittadinanza. Le dinamiche organizzative e i procedimenti della Pubblica Amministrazione vanno ripensati per migliorare la qualità dei processi di informazione, facilitare il coinvolgimento di tutti i cittadini, diffondere la cultura dell’Open Government anche attraverso i social media e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione

• Garantire la partecipazioneLa Pubblica Amministrazione garantisce la partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica promuovendo l’uso delle tecnologie dell’informazione, eliminando ogni discriminazione culturale, sociale, economica, infrastrutturale o geografica ed assicurando l’accesso ad idonei percorsi formativi di alfabetizzazione informatica

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• Promuovere l’accesso alla ReteLa tecnologia, ed in particolare Internet e gli strumenti di accesso alla Rete, sono elementi abilitanti ai processi di partecipazione. Per questo motivo è dovere dello Stato garantire la neutralità della Rete e consentire a tutti i cittadini di accedervi e promuoverne la cultura d’uso, con l’obiettivo di sviluppare una società dell’informazione pienamente inclusiva

• Costruire la fiducia e aumentare la credibilità della PALa conoscenza e la partecipazione ai processi decisionali sono strumenti di costruzione della fiducia in un rapporto tra pari che coinvolge Amministrazione e Cittadini, rendendo inutili gli attuali livelli di mediazione. L’appartenenza agli stessi ecosistemi (digitali e non), la pratica delle stesse dinamiche sociali e servizi efficaci costruiti intorno al cittadino e alle sue esigenze (con la possibilità per il cittadino stesso di valutarne la qualità), aiutano ad accrescere la fiducia, la credibilità dell’Amministrazione e la condivisione degli obiettivi

• Promuovere l’innovazione permanente nella PALa costruzione ed erogazione di servizi deve essere sempre realizzata in modalità condivisa e sviluppata, ponendo l’utente al centro del sistema: perseguendo il miglioramento continuo della qualità basandosi sui feedback dell’utenza e mantenendo aperta la possibilità di far evolvere i sistemi e le condizioni di utilizzo. Una innovazione permanente per garantire una revisione costante, nelle forme di utilizzo, negli adeguamenti tecnici, funzionali ed organizzativi sempre in linea con l’evoluzione dei principi della Rete

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Conclusioni

I benefici di una strategia Open Data

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La Pubblica Amministrazione (PA) possiede una varietà di informazioni che spaziano da dati geografici, turistici a quelli inerenti il patrimonio culturale e produttivo locale.

Parallelamente, la pervasività delle ICT facilita la disponibilità di tali informazioni in formato digitale, trasformandole in una risorsa sempre più Preziosa (OD).

Per questo, la valorizzazione del patrimonio informativo della PA risulta strategica.

Il primo passo, dunque, è capire quante e quali possibilità ci siano da sfruttare; in particolare, i vantaggi ottenibili sono di duplice matrice: organizzativa ed economica.

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Matrice organizzativa:• Aumento della trasparenza e dell'efficienza della PA• Crescita del coinvolgimento e della partecipazione dei

cittadini nella PA• Monitoraggio dell’impatto delle politiche pubbliche• Monitoraggio dell’efficacia/efficienza dei sevizi pubblici• Riduzione delle “asimmetrie informative” tra PA, cittadini

ed attori socio/economici• Possibilità di effettuare “benchmark” (significativo punto di

riferimento per una misurazione) sulla trasparenza dei bilanci e dell’attività amministrativa

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Matrice economica:• Stimolazione dello sviluppo economico in generale• Vantaggio competitivo per gli “ecosistemi territoriali”• Generazione di nuove opportunità di business• Miglioramento o creazione di nuovi prodotti e servizi• Disponibilità delle informazioni per decisioni di

investimento (indispensabile agli attori economici)• Ampliamento della concorrenza nei diversi mercati• Riduzione delle barriere di ingresso ai mercati• Possibilità di incrementare gli IDE (Investimenti Diretti

Esteri) sull’ecosistema territoriale

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Il Web è più un'innovazione sociale che un'innovazione tecnica(Tim Berners-Lee)

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