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Analogie e differenze esistenti a livello epistemologico tra il punto di vista della pedagogia e delle scienze dell’educazione moderne (psicologia, sociologia, antropologia, neurofisiobiologia). OBIETTIVO 2

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Analogie e differenze esistenti a livelloepistemologico tra il punto di vista dellapedagogia e delle scienze dell’educazionemoderne (psicologia, sociologia,antropologia, neurofisiobiologia).

OBIETTIVO 2

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Dal pragmatismo di Dewey (Le fonti di una scienza dell’educazione, 1929) e di James in avanti, anche in

Italia, è diventato consueto sostituire o adoperare come sinonimi il vocabolo «pedagogia» e l’espressione

«scienze dell’educazione»

EPISTEMOLOGIA PEDAGOGICA E DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

Questa sinonimia è esaustiva?

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1. NEOPOSITIVISMO LOGICO 2. MATRICE ERMENEUTICA

La pedagogia è identificata con le scienze dell’educazione (psicologia,

sociologia, antropologia, neuroscienze, etnologia, biologia, genetica, ecc.): il

soggetto-persona è una «cosa» da spiegare naturalisticamente, attraverso i

metodi delle scienze della natura

Il termine pedagogia è utilizzato come eccedente rispetto a “scienze

dell’educazione”: mira alla comprensione dell’unicità del soggetto persona, usando il contributo di metodo e di contenuto delle cosiddette “scienze dello spirito” (arte, letteratura, filosofia, storia, filologia,

ermeneutica…).

La Pedagogia come sintesi di un’impostazione analitico-oggettualistica (scientifica)

e sintetico-comprensiva(ermeneutica)

3. WITTGENSTEIN

AUTORI: (da Carnap a Ayer a Quine) AUTORI: (Dilthey, Weber, Husserl, Schutz, Heidegger, Gadamer, von Wright)

TRE EPISTEMOLOGIE DIFFERENTI PER LA PEDAGOGIA

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Dal punto di vista

epistemologico

• La prospettiva di Wittgenstein permette il rilancio della prima e della seconda impostazione, ammettendole come complementari

• Entrambe le impostazioni hanno bisogno di reimpostare il problema della scientificità da due punti di vista più unitari:

Anche la pedagogia in quanto «scienza» ha dunqueuna specificità di oggetto, e perciò anche di discorso,

di impianto operazionale (metodo) e di fine, che la differenzia dalle altre «scienze dell’educazione».

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a) La scientificità è analoga e mai univocab) Le scienze, anche quando sono fatte

interagire tra loro hanno bisogno di una «metafisica» per «spiegare bene», e viceversa

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LA PEDAGOGIA COME «SCIENZA» DI SINTESIÈ il soggetto-persona che, con i suoi caratteri specifici diintenzionalità, logos, libertà/responsabilità, identità, «non ha ancoraagito, ma sta per «agire», «deve agire», «dovrà agire», «è chiamato adagire» in cronos/schema al fine di compiersi pienamente (e realizzarekairos).

L’Oggetto della

Pedagogia

Presuppone, per il proprio costituirsi:• l’analisi scientifica del soggetto-persona che cresce nel cronos/schema.• l’analisi scientifica dell’educazione già agita dai soggetti-persone condotta dalle altre

scienze dell’educazione, ma non può esaurirsi in essa.

Alla luce di questi presupposti:• Non solo deve tener conto delle azioni educative che ci sono già state, con le loro forme,

ragioni, intenzioni, regole, significati, valori, fini, nei contesti e nei luoghi in cui si sono realizzate…

• … ma deve mettere in campo anche quelle che ci «devono essere», momento dopo momento, da adesso, per «quel» nuovo, determinato contesto sociale e ambientale, con la storia e i problemi che hanno avuto e che avranno, affinché i soggetti-persone possano «salvarsi» e non «dis-perdersi», per scoprire la «pienezza» e non la «mancanza» di sé in rapporto agli altri e al mondo (ritrovare kairos in cronos/schema). 5

LA PEDAGOGIA

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LA PEDAGOGIA TRA EMPIRICI (“PRATICONI”) E TEORETICI (“SAPIENTI”)

«Ai fini dell’attività ordinaria gli empirici riescono anche meglio dicoloro che posseggono la teoria senza l’esperienza (…) se uno possiede lateoria senza l’esperienza e conosce l’universale ma non conosce ilparticolare che vi è contenuto, più volte sbaglierà la cura, perchè ciò cui èdiretta la cura è, appunto l’individuo particolare.E tuttavia noi (…) giudichiamo coloro che posseggono l’arte più sapientidi coloro che possegono la sola esperienza, in quanto siamo convinti chela sapienza, in ciascuno degli uomini, corrisponda al loro grado diconoscere. (E poichè) I primi sanno la causa, mentre gli altri non losanno, (noi) consideramo i primi come più sapienti, non perchè più capacidi fare, ma perchè conoscono le cause (che consentono loro di non agirgemai come) esseri inanimati (e) per routine» .

Aristotele, Metafisica

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Es. di un proverbio: gli agrumi sono d’oro al mattino, argento al pomeriggio e bronzo la sera

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QUALE IMPLICAZIONE PER LA PROSPETTIVA PEDAGOGICA?

Si è “sapienti” non tanto quandosi è stati educati, si educa e sista educando bene (cioè «comesi deve»), ma quando si “dannole ragioni” di questi risultati e diqueste azioni (il logos nonaccerta, ma trova i “perchè” diquanto è già dato per certoall’esperienza o è agito dinnanzia ciò che «av-viene»).

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DIVENTA ALLORA IMPORTANTE SAPERE PERCHÈ AFFRONTARE

UN TEMA (UN CASO) DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO,

BIOLOGICO, SOCIOLOGICO ...

DALL’AFFRONTARE UN TEMA (UN CASO)

DAL PUNTO DI VISTA

PEDAGOGICO

È ≠

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QUALI ANALOGIE E QUALI

DIFFERENZE TRA LE

SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

E LA PEDAGOGIA?

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LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

NEUROFISIOLOGIA

BIOLOGIA

ANATOMIA

PSICOLOGIA

PALEONTOLOGIA

SOCIOLOGIA

ANTROPOLOGIA…

QUALI GLI ELEMENTI

ANALOGHI?

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CHE COSA HANNO DI ANALOGO .1

• Tutte le scienze dell’educazione partono dall’esperienza umanache è “già accaduta così come è accaduta (si rivolgono al“passato”, al “perfetto”: sguardo retro-spettivo).

• Significato di ex-perienza: dal punto di vista soggettivo (la puòavere solo chi è vivo e “supera il”, “viene fuori dal” pericoloumano di morire); dal punto di vista oggettivo (l’esperienza è dataal soggetto nel modo con cui si è già data o è già apparsa: si dà, simanifesta, appare al soggetto venendogli incontro («av-viene»).

• Il logos delle scienze dell’educazione, mediante la formulazione diipotesi e il metodo della loro verifica, va alla ricerca di ciò che nonsi dà nell’esperienza ma che, mediandola, spiega perchè è accadutanel modo in cui è accaduta (ricerca delle “cause”) e la “pre-dice”se restasse uguale o almeno analoga a quella già accaduta (sguardogenerale pro-spettivo).

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• Se l’esperienza è sempre “particolare” (essa è sempre“individua” e “singola”: ciascuna è unica e non esisteun’esperienza uguale a un’altra), le scienzedell’educazione intendono assicurarci, con il loro logos econ i loro metodi (e tecniche) di studio, qualcosa di“generale” cioè di valido (affidabile e certo) a partire datutte le esperienze “particolari” già accadute.

• Per questo possono essere sempre smentite nel caso“individuo” e “singolo” che “av-viene” nell’individualecontingente, attuale o potenziale che sia; da qui anche ilsignificato evolutivo cumulativo del sapere elaborato daogni scienza dell’educazione, perchè crescono le«spiegazioni» che danno dell’esperienza/esperienze.

CHE COSA HANNO DI ANALOGO.2

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• Ogni scienza dell’educazione è caratterizata da: unoggetto di studio (ciascuna trasforma le «cose» in«oggetti di studio», cioè un tutto, un’unitàcomplessa in un punto di vista di parziali proprietà)

• Un metodo e strumenti di indagine coerenti conl’esplorazione dell’oggetto caratterizzato dalleproprietà assegnate

• Un linguaggio specifico (per es. Il termine sviluppovaria di significato a seconda delle diverse scienze;idem per vocaboli come cervello, mente, scheletroecc…

CHE COSA HANNO DI ANALOGO.3

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Il carattere prospettivo (prospettico) è dato dalla formulazionedi leggi generali che, non solo spiegano le dinamiche e iprocessi delle esperienze educative che ci sono già state, maforniscono previsioni più o meno deterministiche anche diquelle che «av-verranno».

Sguardo prospettivo

(prospettico)

Sguardo retrospettivo

Tutte guardano verso l’esperienza già data ma, attraverso lamediazione del logos, ricavano ciò che non è datonell’esperienza stessa, spiegandolo. In altre parole, ognispiegazione causale, trascende l’esperienza stessa, non si trovanell’esperienza ma è frutto di «teoria».

Tutte cristallizzano, ossificano l’esperienza dell’educazioneche si è già realizzata, la restringono al suo passato, al suoperfetto. Parlano dell’esperienza umana che è “già accaduta cosìcome è accaduta” per «spiegarne» le ragioni.

Cristallizzano

LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E L’ESPERIENZA PERFETTA

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LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ. 1

DEFINIZIONE ETIMOLOGICA

PEDAGOGIA:Pais (genitivo: figlio, figlia)

o Paidos (soggetto umano in crescita)+

Agogé(trasporto e movimento relazionale, fisico ed emotivoindotto dalla musica nelle persone)/agein (condurre in

modo attivo, guidando ma anche essere condotti)

Fin dal nome, dunque, dice di una disciplina che intende andareoltre le – logie teoretiche (i saperi

epistemici) sull’esperienzafornite dalle diverse scienze

dell’educazione

PERCHÈ NON PARLARE DI PEDO (O PEDA)- LOGIA?

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LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ. 2 • Per “dare ragione” delle esperienze educative relative al soggetto in

crescita evolutiva nel mondo e nella società, essa mobilita lescienze dell’educazione, con i loro oggetti di studio, i loro metodi elinguaggi

• Anche la pedagogia, dunque, parte dal passato, dal perfetto,dall’accaduto, dall’avvenuto nell’esperienza (sguardo retrospettivo)per scoprirne il logos generale anche antespettivo

• Essa, tuttavia, trova il proprio cuore disciplinare nell’attrezzarsi invista del futuro educativo del singolo soggetto e dell’imperfettoeducativo che lo riguarda (ovvero di quanto gli sta per accadere,“av-venendo” oppure che gli a-verrà” nel suo modo unico eirripetibile) al fine di portarlo alla scoperta di kairos.

• Gli occhi della pedagogia sono sempre rivolti in avanti, alla ricercadella «pienezza» possibile di kairos, pur partendo da ciò che c’è edal sempre ri-voltarsi indietro di cronos/schema.

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LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ. 3La pedagogia è chiamata ad

attrezzarsi

La pedagogia è rivolta in avanti, pur partendo da ciò che c’è e da ciò che c’è stato. La sua cifra distintiva è il futuro che viene verso il presente, al fine di

trasformarlo in un passato (“perfetto”) educativamente migliore (più «salvato», più «pieno») di quelli finora accertati (rendere meno pericolosa e mancante

l’ex-perienza educativa)

Per intervenire sull’educazione del soggetto-persona non ancora avvenuta, ma che sta per accadere, avviene, avverrà nel suo modo unico e irripetibile che si darà nella storia delle persone

Per accompagnare il soggetto persona ad essere sempre più capace, nel presente e nel futuro

prossimo o remoto di quell’intenzionalità, logos, libertà/responsabilità e identità che lo porti al

riconoscimento delle dimensioni del kairospossibile e alla consapevolezza che la perfezione non è umana, pur essendo il motore dell’umano

(perfettibilità)

Il carattere imperfetto deriva dall’apertura verso il futuro

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LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ. 4

Il futuro dei casi singoli ricordavano i Greci, ha

due caratteristichefondamentali:

L’ineluttabilità ontologicaAccade anche a non volerlo: in questo senso èpre-determinato, necessario)

L’imperscrutabilità o imprevedibilità gnoseologicaIl futuro non si conosce proprio perché ancora non è accaduto e, quindi, non può ancora essere oggetto di esperienza da mediare con il nostro lógos tipico delle scienze dell’educazione

La circostanza è ancora più importante quando il “caso singolo” è l’unicavita di ogni uomo che cresce: si possono “dare le ragioni” del suo passato(perfetto), ma è impossibile “dare le ragioni” di un’esperienza singola che

ancora non c’è, non è data, non è stata data (imperfetta)à (Esempio: l’insegnamento delle tragedie greche: il caso topico di Edipo o di Ecuba).

Gli  eventi  del  futuro  non  possiamo  inferirli  dai  presenti.La  credenza  nel  nesso  causale  è  superstizione.Wittgenstein  5.  1361

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• Da qui il continuo tentativo degli uomini di “domare”,“divinare” (in-dovinare: diventare dèi pur nonessendolo), “propiziare” (pro: felice augurio; pètomai:io volo, per metonimia dagli auguri, pètere: io vado) ilfuturo DEL CASO SINGOLO ancora non esperito conil mito, la mantica, la magia, la religione, la profezia,l’astrologia, l’aruspicina…).

• (perfino la scienza moderna e le scienze dell’educazionesono state spesso usate, nelle loro degenerazioni, comesurrogato della magia; del resto, scienza moderna emagia hanno a lungo camminato insieme).

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LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ. 5

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• Aeromanzia (divinazione delle fonti atmosferiche)• Ailuromanzia (divinazione del comportamento dei gatti)• Alettriomanzia (divinazione dei galli)• Aleuromania (divinazione della farina, comprende I biscotti della fortuna)• Alfitomanzia (divinazine dell’orzo)• Alomanzia (divinazione del sale)• Anemoscopia (divinazione del vento)• Antropomanzia (divinazione dei sacrifici umani)• Aruspicina (divinazione complessa basata su diverse analisi delle vittime dei sacrifici)

assinomanzia (divinazione delle asce)• Astragalomanzia (divinazione dei dadi)

astrologia (divinazione dei corpi celesti)• Austromanzia (divinazione di vento e nubi)• Belomanzia (divinazione delle frecce)• Bibliomanzia o sticomanzia (divinazione dei libri, in particolare della Bibbia)• Bioritmi (divinazione dei bioritmi)• Botanomanzia (divinazione delle piante bruciate)• Brontoscopia (divinazione dei tuoni)• Caffeomanzia (divinazione dei fondi di caffè)• Caomanzia (divinazione delle visioni aeree)• Capnomanzia (divinazione del fumo)• Cartomanzia (divinazione delle carte)• Catottromanzia (divinazione degli specchi o di altri oggetti riflettenti)• Causimomanzia (divinazione delle bruciature)• Cefalomanzia (divinazione delle teste)• Ceraonoscopia (divinazione dei fulmini)• Chiromanzia (divinazione dei palmi delle mani)• Ciclomanzia (divinazione delle ruote)

FORME DI DIVINAZIONE

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• Cleidomanzia (divinazione delle chiavi)• Cleromanzia (divinazione delle estrazioni a sorte)• Cometomanzia (divinazione delle code delle comete)• Coscinomanzia (divinazione dei setacci pendenti)• Cristallomanzia (divinazione dei cristalli)• Crommiomanzia (divinazione dei germogli di cipolla)• Cybermanzia (divinazione con oracoli elettronici)• Dafnomanzia (divinazione di corone di alloro bruciate)• Demonomanzia (divinazione dei demoni)• Domino (divinazione delle tessere del domino)• Empiromanzia (divinazione della fiamma sacrificale)• Epatoscopia (divinazione del fegato degli animali)• Eromanzia (divinazione con I movimenti dell’aria)• Estispicina (divinazione delle interiora degli animali sacrificati)• Fisiomanzia (divinazione della fisionomia di una persona)• Gastromanzia (divinazione interpretazione dei suoni provenienti dal ventre dell’indovino o di una persona

ispirata)• Geloscopia (divinazione delle risa)• Geomanzia (divinazione della terra)• Geranomanzia (divinazione del volo delle gru)• Giromanzia (divinazione delle vertigini)• Grafomanzia (divinazione della calligrafia)• I Ching (divinazione per mezzo dell’omonimo libro sacro taoista)• Idromanzia (divinazione dell’acqua)• Ippomanzia (divinazione dei cavalli)• Ittiomanzia (divinazione dei pesci)• Lampadomanzia (divinazione della luce)• Libanomanzia (divinazione dell’incenso)• Lecanomanzia (divinazione dei bacini d’acqua) ….

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LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ. 6

• Tuttavia, i Greci capirono subito che le difficoltà di governare ilfuturo educativo diminuivano in maniera direttamenteproporzionale alla distanza dal tempo presente ammaestrato daltempo perfetto.

• Da qui la messa a punto di due strategie per accompagnarel’educazione “che stava avvenendo, che non è ancora avvenuta,che avverrà” del soggetto singolo nel suo contesto sociale.

La phronesis

Le due strategieelaborate dai Greciper accompagnare

l’educazione

La techne o arte (razionalità tecnica o artistica o poietica)

Attua il “potere”: tra i possibili, ne fa accadere uno o due o tre… a modo proprio

Detta anche razionalità pratica, cioè razionalità dell’agire,

dell’azione 22

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• La razionalità tecnica è il modo umano più sicuro di“domare”, “controllare” sul piano sia ontologico siagnoseologico le possibilità future: infatti, essa realizza,concretizza, attua il “potere” sul futuro immediato; tra ipossibili, ne fa accadere uno o due o tre… a modo proprio.

• Lo fa attraverso:a) La procedura della tecnica o arte vera e propria (scopo,

materia, metodo, feed-back: che segue la logica delcronos/schema);

b) l’impiego su scala sempre più larga della tecnologia(unione di tecnica e scienza per produrre macchine cheoperano da sole e attuano i possibili pre-stabilitidai costruttori). 23

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ. 7

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• Ma poiché non tutto ciò che si può concretizzare e attuare (il possibile) lo si deve anche concretizzare e attuare (è dovuto), la razionalità tecnica ha assoluto bisogno della razionalità pratica.

• La phronesis, nel “domare”le possibilità future più o meno vicine al presente, sceglie quelle valutate “buone”, “giuste” e “piene” per il soggetto singolo, in quel momento (logica del kairos, cairotica, del tempo opportuno).

• La phronesis tra ciò che si può fare, sceglie ciò che si devefare, ciò verso cui indirizzare la volontà buona: obb-­‐ligare, obb-­‐ligo: legarsi verso, a, dinanzi a qualcosa di buono; do-­‐vere, de-­‐habère: recuperare ciò di cui si è perduto l’avere,il possesso). 24

LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.8

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In questo senso, la pedagogia è una scienza non solo teoretica (inquanto assume lo sguardo delle scienze dell’educazione) ma anche esoprattutto pratico-­‐poietica (etico-­‐artistica/tecnica).

La pedagogia perciò:• adopera le scienze dell’educazione che, analizzando le esperienze

passate (retro-­‐spezione), danno ragioni del presente (spezione) e trovano spiegazioni generali o teorie che valgono anche per il futuro (ante-­‐spezione, pre-dizione) fino a che numerose prove di esperienza contrarie costringeranno a cambiarle;

• adopera le razionalità tecnica (techne) e pratica (phronesis) per orientare i propri interventi (azioni) su quanto av-­‐viene, sta av-­‐venendo, av-­‐verrà al caso singolo a riguardo alla sua “buona” educazione, nel contesto in cui cresce e nella situazione in cui si trova.

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LA PEDAGOGIA: QUALE IDENTITÀ.9

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PER UNA SINTESI. 1

Intendono produrre conoscenze (saperi) e abilità tecniche che permettano la formulazione di nomoi, leggi, teorie dispiegazione e di controllo della realtà. Per definizione, dichiarano qualcosa di affidabile e certo che valga per tuttie per sempre, date le medesime situazioni (il che, però, per icasi singoli casi di ciascuno, è impossibile).SC

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Richiama, fin dall’antichità un chi sostanziale che “conduce”qualcun altro (un altro chi altrettanto sostanziale), in una situazionee in un tempo dati, unici. Qualcuno che, qui e ora, nella storia diuna relazione umana e mondana, inserita in altre relazioni altrettantoumane e mondane, intraprende per sua scelta, per sua direttainiziativa, per sua natura, un movimento verso il suo con-­‐duttore,perché riconosce in questo gesto uno spazio di «pienezza di sé».

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PER UNA SINTESI. 2SCIENZE

DELL’EDUCAZIONE

Definiscono la persona umana in generale e collocano il caso singolo perquanto possibile nella norma, nella legge, nella teoria scientifica esistenteche lo spiega. Nello specifico, ricavano, dall’analisi empirica degli individuiosservati, categorie classificatorie ed esplicative di determinati quadri“sintomatici” generali, da “usare” per leggere anche i casi singoli del futuro.

PEDAGOGIA

Intende fare i conti con la “sostanza” unica e irripetibile di ciascuno, senzauniformarla a ciò che ne negherebbe le sue irriducibili peculiarità.Considera dunque in che cosa e perché il caso singolo fuoriesca dalle norme,dalle leggi, dalle teorie scientifiche disponibili che lo possono spiegare einterviene poi con techne e phronesis per affrontare i problemi che manifesta,adattandosi alle sue particolarità, per condurlo a kairos. 27