PORTOGALLO 1 · COME ARRIVARE DALL’ITALIA: ... primo caso al mondo, si decise di adoperare uno...

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1 PORTOGALLO 1

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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 15 – 16 giorni.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Giugno – Ottobre.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Consigliamo di sfruttare sia per l’andata che per il

ritorno lo scalo di Lisbona.

FUSO ORARIO: -1 ora rispetto all’Italia.

DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.

MONETA: EURO.

TASSO DI CAMBIO: ///

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Descrizione del viaggio:

1° - 2° - 3° - 4° giorno: LISBONA

Sviluppata tra la foce del rio Tejo e i ripidi versanti delle colline che digradano fino alle sue sponde e al mare Lisbona incanta da secoli i

viaggiatori con le sue rovine arabe e romane, chiese e cattedrali sparse in ogniddove e per il suo rilassato stile di vita che si esprime appieno

quando i Lisboetas (i suoi abitanti) si radunano nei vari caffè all’aperto sulle piazze cittadine per gustarsi un lauto pasto innaffiato

dall’ottimo vino portoghese o mentre chiacchierano spensierati sui vecchi tram gialli che ancora sferragliano lungo le strade della città.

Oggigiorno Lisbona sta però anche reinventandosi con sempre più locali alternativi aperti sino a notte fonda, boutiques d’alta moda e grandi

centri commerciali che stanno riplasmando il panorama urbano e la rendono una delle più estroverse capitali del continente.

La visita di Lisbona può avere inizio dai suoi quartieri più centrali: la Baixa e il Rossio. La Baixa venne completamente rasa al suolo

da un terremoto nel 1755 e per la sua ricostruzione, primo caso al mondo, si decise di adoperare uno schema urbanistico

predeterminato fatto da strade che si intersecassero a scacchiera tra loro. Oggi l’arteria principale è Rua Augusta, una vera mecca

per gli amanti dello shopping e un’ottima occasione per vedere all’opera numerosi artisti di strada. Questa via pedonale termina

verso il mare nella grandissima Praca do Comercio che con le sue arcate settecentesche, le facciate ocra dei suoi palazzi e una

pavimentazione di ciottoli disposti a mosaico è indubbiamente la più sontuosa di tutta Lisbona. Ad impreziosirla vi è nel centro il

fastoso Arco de Vitoria con scolpite numerose statue di portoghesi illustri di ogni epoca. All’estremità opposta Rua Augusta si apre

invece in Praca Dom Pedro IV, comunemente chiamata dai lisboetas Rossio. Questa grande piazza è il centro della vita moderna di

Lisbona, sempre brulicante di professionisti in movimento, venditori ambulanti, turisti e pendolari.

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La Rua Augusta, asse principale di Lisbona e la grandiosa Praca do Comercio in veste notturna.

Spostandosi poco più a ovest si raggiunge in breve il ricco quartiere di Chiado permeato di caffè retrò, boutique di lusso, eleganti

residenze settecentesche e superbi teatri. In questa zona non mancate di vedere i resto dello scheletro del Convento di Carmo crollato

in gran parte a causa del terremoto del 1755 e di visitare la grande Igreja Sao Roque che a discapito di una semplice facciata

custodisce all’interno ori, marmi e decorazioni in azulejos frutto delle ricchezze trafugate dai portoghesi nelle colonie brasiliane. Il

gioiello della chiesa è la Capela de Sao Joao Baptista eccezionalmente decorata con marmi di Carrara, ametiste, lapislazzuli e

alabastro. Dirigendosi ancora un poco più a ovest ci si inoltra poi nel quartiere di Barrio Alto, profondamente alternativo, con i

palazzi decorati da grandi graffiti e reso celebre dall’Elevator de Gloria, una funicolare d’epoca che conduce al celere belvedere

detto Miradouro de Sao Pedro de Alcantara che tra le sue fontane e busti greci permette grandiose viste dall’alto di tutta Lisbona.

Questo è anche uno dei fulcri della vita notturna di Lisbona con piccoli bar e bistrò raffinati e dallo stile bohemien (nella zona di

Bica) e fiumane di gente che quasi quotidianamente danno vita a improvvisate feste in strada notturne (in pressoché tutto il Barrio

Alto). Se volete invece un’esperienza più da lisboetas e meno sfrenata un’alternativa può essere il quartiere del Rossio dove numerosi

bar tipici servono il dolce liquore alla ciliegia tipico di Lisbona: il Ginjinha.

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L’eccezionale Capela de Sao Joao Baptista presso l’Igreja Sao Roque e una delle animate vie del Barrio Alto la notte.

Nella seconda giornata a Lisbona si va invece alla scoperta degli antichi quartieri del Castelo e di Alfama. L’Alfama che si estende ai

piedi del Castelo de Sao Jorge sembra davvero una macchina del tempo, più precisamente riportando al periodo della dominazione

araba di Lisbona: appare infatti come una medina con le sue becos (vicoli ciechi) e travessas (traverse) che si aprono in piazzette

orlate da palme e le sue case dai tetti in terracotta. La bellezza del quartiere sta nel perdersi nei vicoli in cui la vita quotidiana degli

abitanti si svolge all’aperto con donne che spettegolano mentre fanno le compere, uomini che cucinano pietanze alla griglia o fritture

di pesce, gruppi di ragazzi che riadattano portoni come porte da calcio e bambini che giocano rincorrendosi. L’Alfama mostra il suo

essere strettamente legato alla tradizione anche nell’usanza della siesta pomeridiana, nelle ore più calde, dove le sue strade appaiono

stranamente desolate e silenziose. Proprio in questo quartiere (e dove sennò dato che questo è il luogo natale di questa melodia?) è

collocato il Museu do Fado. Il fado, connubio di melodie arabe e canzoni marinaresche portoghesi, è un canto agrodolce e viscerale

dalla forte interpretazione individuale e tratta temi come l’amore, il destino, la morte o la saudade. In genere il cantante viene

accompagnato da una chitarra portoghese a 12 corde e l’Alfama è il luogo migliore per rimanere estasiati da queste melodie, che

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siano interpretate da un cantore di strada o da qualche professionista nei locali della zona.

Dirigendosi poco più a ovest si apre invece il quartiere di Castelo, che prende il nome dal maestoso Castelo de Sao Jorge che sorge in

posizione dominante su tutta Lisbona. Le sue fortificazioni sono incredibilmente fotogeniche così come i pini posti tra i bastioni sono

meravigliosi per godersi un po’ di ombra ritemprante durante le calde giornate estive. Scendendo verso il mare dal Castelo troverete

poi in breve Sé, la cattedrale di Lisbona simile a una fortezza fatta erigere nel 1150. Sebbene pesantemente rivista negli anni ’30

questa chiesa merita ampiamente una breve visita, soprattutto il chiostro gotico che si apre su uno scavo archeologico di un sito di

2000 anni fa. Ancora un po’ più a sud, ormai in prossimità dell’acqua, adocchiate Casa das Bicos, eccentrica residenza del ‘500

caratterizzata dalle sue 1125 pietre di taglio piramidale.

A conclusione della giornata raggiungete poi il vicino quartiere di Graca che ospita due monumenti molto interessanti. Il primo è il

Pantenao Nacional, capolavoro barocco che spicca nelle giornate assolate per il suo candido colore bianco. Concepito come chiesa

oggi è il luogo di riposo eterno di numerosi grandi portoghesi come Vasco da Gama ed è impreziosito da una cupola decorata con

marmi rosa e dorature. Infine visitate la grande Igreja de Sao Vicente de Fora con i suoi interni ricoperti di un tripudio di azulejos

bianchi e azzurri. Questo quartiere peraltro è anche uno dei posti migliori della capitale portoghese per assaporare la cucina locale:

tra romantici ristorantini potrete qui infatti dilettare i vostri palati con preparazioni come i caraicos (lumache), il cozido à la

portuguesa (carni arrosto, patate, cavolo e carote), il canja (zuppa di pollo), il travesseira (pasta sfoglia ripiena di crema all’uovo e

mandorle), l’arroz de cabidelo (riso inzuppato nel sangue di pollo), la morcela (sanguinaccio di maiale, lo xérem (impasto di mais coi

molluschi), la cataplana (paella portoghese), la carne de porco à alentejana (brasato di maiale e molluschi) o la sopa de mariscos

(zuppa ai frutti di mare).

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Alcune delle tipiche vie del quartiere Alfama dove numerosi artisti si cimentano nel fado e una vista del Castelo de Sao Jorge .

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La terza giornata comincia invece ad essere dedicata ai siti posti nella cintura esterna media della capitale. Primo quartiere che

proponiamo di vistare è quello di Belem che raccoglie straordinari capolavori di stile manuelino. La principale attrazione della zona è

il monastero Mosteiro dos Jeronimos composto in uno stile stravagante e fatto erigere per commemorare la scoperta della via per

l’oriente fatta da Vasco da Gama nel 1498. La chiesa principale presenta all’interno imponenti colonne che si incastrano nel sottile

composto da una ragnatela di nervature in pietra e, sotto la parte inferiore del coro, riposano le spoglie dell’esploratore Vasco da

Gama. Altro gioiello è il chiostro in stile manuelino con notevoli decorazioni a sfondo naturale fatte su una pietra color miele.

Prospicente al Mosteiro dos Jeronimos merita una visita anche il Palacio Nacional de Ajuda, che fu residenza reale portoghese dal

1860 al 1910. Oggi si possono visitare gli appartamenti privati reali e le sale di stato con ancora tutto il mobilio e le opere d’arte

rimaste al loro posto originario. Una visita al quartiere di Belem non potrebbe però dirsi completa senza vedere la Torre locale che

con la sua sagoma color grigio perla si specchia nelle acque del Rio Tejo e domina l’ingresso del porto della capitale. Eretta come

struttura difensiva nel 1515 questo simbolo di Lisbona è ampiamente decorato e ricco di raffinatissime rifiniture e dal vivo dà un po’

l’impressione di essere un favoloso palazzo che emerge dalle acque.

Nel pomeriggio spostatevi quindi dalla parte opposta del centro di Lisbona per raggiungere l’Oceanario che sorge nel riqualificato

quartiere, dopo l’Expo del 1998, detto Parque das Nacoes. (Se raggiungete il sito coi mezzi probabilmente transiterete presso la Gare

do Oriente, una stazione impreziosita da una struttura a volta basta su alte colonne slanciate e un soffitto a fisarmonica fatto in

materiali moderni, opera di Santiago Calatrava). L’Oceanario è il secondo acquario d’Europa per dimensioni ed offre asilo a ben

8000 specie di animali acquatici. Qui avrete modo di veder in cattività una miriade di animali di cui nemmeno sospettavate l’esistenza

e visto che il posto chiude tardi (20) avrete modo di esplorarlo con la dovuta calma.

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Gli elaborati esterni del Mosteiro dos Jeronimos e la raffinatezza della Torre de Belem, quindi una delle spettacolari vasche dell’Oceanario.

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L’ultima giornata di visita a Lisbona la si dedica infine all’esplorazione dei quartieri più esterni. Rato, Marques de Pombal e

Saldanha sono i grandi quartieri settentrionali di Lisbona, molto moderni e ricchi di centri commerciali e dopo diverse giornate

passate nelle strette calli del centro storico questo distacco vi sorprenderà. L’arteria principale della zona è il grande viale alberato

Avenida de Libertade, ideale per lo shopping e in stile quasi parigino. Continuando ad allontanarsi dal centro merita una visita il

Museu Calouste Gulbenkian che ospita opere tra le più disparate: da maschere d’oro egizie e urne della Mesopotamia fino ad opere

pittoriche di Rembrandt, Van Dyck, Rubens e Rodin. Sempre proseguendo verso la periferia fermatevi nel quartiere di Campolide per

un paio di scatti alla sezione più spettacolare dell’Aqueducto das Aguas Livres (il prmo che portò stabilmente acqua potabile a

Lisbona) dove le arcate dello storico acquedotto del 1835 si alzano dal fondovalle per ben 65m. Nel pomeriggio raggiungere poi il

vicino sobborgo di Queluz per una visita all’omonimo Palacio che da riserva di caccia nel ‘700 fu riadattato a residenza estiva della

famiglia reale. Gli interni sono fiabeschi con la Sala del Trono che è completamente dorata e ricoperta da specchi, ma sono forse i

grandi giardini all’italiana impreziositi da varie fontane e un canale rivestito di azulejos la principale attrattiva del sito.

Una vista del tratto più spettacolare dell’Aqueducto das Aguas Livres e il sontuoso ingresso del Palacio Queluz nei sobborghi di

Lisbona.

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5° giorno: SINTRA

Collocata sui rilievi che separano Lisbona dall’Oceano Atlantico aperto e incastonata tra foreste rigogliose Sintra (30km, 30 minuti da

Lisbona) è un luogo dal fascino particolare, reso ancora più apprezzabile da diversi edifici creati secondo eccentriche architetture. La sua

vicinanza da Lisbona spesso comporta un flusso di visitatori importante ma non appena riuscirete a inoltrarvi tra i camminamenti dei suoi

grandi parchi il clamore e la folla sembreranno scomparire come d’incanto.

Sintra-vila (Sintra vecchia) ha nel Palacio Nacional il suo fiore all’occhiello. Costruito dapprima dagli arabi e poi pesantemente modificato

nel corso del tempo oggi è facilmente identificabile per i due comignoli gemelli a forma di cono. Sono però gli interni del palazzo a colpire

con una mescolanza si stili mauelino e moresco che raggiungono il loro apice nella Sala dos Cisnes (dei cigni), nella Sala das Pegas (delle

gazze) e nella Sala dos Brasoes (degli stemmi), sontuosamente affrescate. A dominare la città vecchia sono le rovine del Castelo dos Mouros

che è collocato su una rupe a 412m e facilmente raggiungibile da sentieri. Non perdete assolutamente la grandiosa vista che si apre nelle

giornate terse da questo sito, con panorami che spazio da Sintra stessa alle fitte foreste circostanti, dai rilievi dell’area all’immensità

dell’Oceano. Sintra è poi famosa per altri tre eclettici palazzi: la Quinta de Ragaleira in stile neomanuelino che ha interni riccamente scolpiti

e affrescati, mosaici in vetro veneziano e curati giardini che culminano nel Poco Iniciato (Pozzo dell’Iniziazione) profondo ben 30m. Il

Palacio Nacional de Pena che appare davvero stravagante sia per la mescolanza di cupole a bulbo, portali arabi, torri merlate e serpenti di

pietra all’esterno che per interni arredati davvero in maniera kitsch. Il palazzo è inoltre circondato da un parco composta da piante tropicali,

sequoie, felci e rododendri e numerosi laghetti. Infine merita una breve vista il Palacio (e relativo parco) de Monserrate d’ispirazione

moresca voluto nell’800 dal magnate Sir Francis Cook. Per la notte rientrate ancora a Lisbona (30km, 30 minuti).

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Il Palacio Nacional de Sintra che illumina la città vecchia e le linee stravaganti e inconfondibili del Palacio Nacional de Pena.

6° giorno: MAFRA, ERICEIRA

Con il sesto giorno si abbandona quindi Lisbona ed in pochi chilometri ecco apparire l’abitato di Mafra (45km, 45 minuti da Lisbona), sede

del più sontuoso palazzo del Portogallo: il Palacio Nacional de Mafra. Questa immensa costruzione fatta di 1200 sale appare come un misto

tra un castello e un monastero e fu creata per volere di Dom Joao V a partire dal 1717 usando le enormi quantità d’oro che provenivano

all’epoca dal Brasile. La vastità del complesso induce quasi soggezione, basti pensare che le due torri campanarie ospitano in tutto ben 92

campane! Gli interni del palazzo e della basilica forse non sono imperdibili (buona parte del mobilio fu trasferito in Brasile nel 1807 quando

i francesi invasero il Portogallo) ma la biblioteca ricca di 40.000 volumi d’epoca è un gioiello da non perdere. Tutto attorno alle costruzioni

si estende poi un enorme parco di 819 ettari noto come Tapada Nacional de Mafra, l’antica riserva di caccia. Qui all’interno dei 21km di

mura delimitanti originarie vivono tutt’oggi molti esemplari di cervi, cinghiali, volpi, tassi ed aquile. Dedicate qualche ora all’esplorazione

del parco con sentieri segnalati di 4 e 7,5 km.

Dopo tante esplorazioni di città e palazzi storici al pomeriggio giunge quindi il tempo di dedicarsi al mare e la vicina Ericeira (10km, 15

minuti) è proprio ciò che fa per voi. Suggestivamente collocata tra le scogliere di arenaria che si gettano nell’Atlantico presenta splendide

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spiagge per il relax, eccezionali ristoranti di pesce e una vibrante vita notturna. La località è rinomata tra i surfer perla presenza di grandi e

costanti onde oceaniche, specie presso la spiaggia Praia da Ribeira d’Ilhas, 3km a nord di Ericeira.

L’imponenza del Palacio Nacional de Mafra ed esemplari della fauna che popola la Tapada, quindi una vista di Erceira posta sull’Oceano.

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7° giorno: OBIDOS, PENICHE

Con la settima tappa ci si sposta lungo la costa dell’Estremadura da Ericeira a Nazarè, che consigliamo come base per i giorni successivi.

Poco distante da Ericeira un buon modo per impegnare la mattinata è la visita al centro medievale di Obidos (80km, 45 minuti), un villaggio

fatto di case imbiancate a calce abbellite da variopinte fioriere, strade lastricate e delle belle mura merlate. Sebbene sia spesso affollata di

turisti nei fine settimana e nel tardo pomeriggio se si ha l’accortezza di evitare tali frangenti avrete modo di avere questo piccolo tesoro delle

colline portoghesi quasi tutto per voi. Oltre alla classica passeggiata sulle mura e ad una vista del Castelo non mancate di vistare l’Igreja

Santa Maria, la chiesa principale, che presenta interni di grande rilievo con soffitti completamente affrescati e pareti decorate con azulejos

bianchi e blu dipinti a mano. Dopodiché un’esplorazione alle tradizionali e pittoresche attività commerciali del centro storico vi assorbirà

per qualche ora.

Peniche (25km, 25 minuti) è invece una splendida località marina, ubicata su un promontorio proteso nell’Oceano. L’Oceano in questo

tratto risulta particolarmente adatto al surf, sia tanto da aver reso Peniche una delle capitali di questo sport in Portogallo e lo si può

praticare sia in forma amatoriale presso la più tranquilla spiaggia di Baleal (5km a nord, ottima anche per una più sedentaria vita da

spiaggia pura) oppure in maniera pressoché professionistica presso la spiaggia di Supertubos (a sud di Peniche, adatta solo ed

esclusivamente ad esperti). La grande comunità di surfer rende l’atmosfera del luogo vivace e spensierata, tanto che il nucleo storico è un

luogo perfetto per rilassarsi e rifocillarsi in qualche localino alla mano e di autentico spirito portoghese. Per quanto concerne l’aspetto

artistico il fulcro di Peniche è la Fortaleza (fortezza) del ‘500 che occupa la parte meridionale della penisola costituente. Essa fu utilizzata

come prigione politica lungo il periodo del regime dittatoriale di Salazar. Vi rammentiamo infine per la serata di portarvi da Peniche a

Nazaré (65km, 45 minuti).

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Vista d’insieme e delle tipiche case imbiancate a calce di Obidos e un particolare aereo della spiaggia di Baleal presso Peniche.

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8° - 9° giorno: ALCOBACA, NAZARE’

Religione e mare, preghiere e crema solare. L’ottava giornata si basa su questi contrasti ma essenzialmente si impernia sul riposo essendo

Alcobaca a soli 15km (15 minuti) da Nazaré e permettendo quindi di trascorrere gran parte del giorno a oziare sulla spiaggia.

Alcobaca è una cittadina di medie dimensioni collocata sulla catena di colline ceh delimitano la costa dell’Estremadura ed è famosa per il

suo grande monastero detto Mosteiro de Santa Maria de Alcobaca. Fondato nel 1153 questo grande complesso religioso diventò nei secoli

uno dei più ricchi e potenti del Portogallo ma fu anche pervaso da un clima di grande dissolutezza morale tanto che nel 1834 si rese

necessaria l’abolizione degli ordini religiosi che lo abitavano per porre fine al degrado materiale che ormai lo contraddistingueva. Oggi si

presenta con una imponente facciata barocca che nasconde un’austera chiesa conventuale con una navata molto lunga e stretta, mentre nei

transetti sono collocate le tombe scolpite in maniera sapientissima di Dom Pedro e Dona Ines de Castro, vero vanto del monastero. Non

dimenticate poi di intrufolarvi nella antica cucina del monastero di sterminate dimensioni con addirittura un canale d’acqua che permetteva

di trasportare i pesci vivi alle cucine, di visionare il Claustro do Silencio (chiostro) e la Sala dos Reis, così chiamata perché lungo i muri vi

sono statue di quasi tutti i re del Portogallo.

Non appena terminata la vista al complesso religioso potrete in breve rientrare a Nazaré. Nazaré è forse la località più suggestiva di questo

tratto di costa portoghese, composta di vicoli lastricati che digradano verso una grande spiaggia incastonata tra le scogliere. La vitalità del

posto è garantita da un afflusso turistico importante che ha permesso la nascita di numerose attività alberghiere e di pernottamento, oltre a

numerosissimi ed eccellenti ristoranti che basano la loro cucina sul pesce ed i frutti di mare (provate la sopa de peixe, zuppa di pesce). Tra i

siti da non perdere vi è il Promontorio do Sitio, antico sito del paese di Nazaré collocato a 110m slm e facilmente raggiungibile con una

funicolare che permette viste eccezionali, specie al tramonto, sull’Oceano e sulla cittadina. Detto questo la vera meraviglia di Nazaré sta

però nell’oceano che la bagna, qui infatti si creano frequentemente onde di eccezionale altezza (fino a 30m con le giuste condizioni) che

permettono di rendersi conto dell’immensa potenza della natura. Il luogo migliore per assistere a questo autentico spettacolo di forza bruta

naturale è la Praia do Norte, posta allo sbocco di un canyon sottomarino di 5km che concentra e accumula le fluttuazioni del mare dando vita

a cavalloni impressionanti. Sembra incredibile ma qui c’è qualcuno che queste onde le cavalca col surf e sono numerosi i primati stabiliti in

questo senso a Nazaré.

Se potete consigliamo di dedicare un’ulteriore giornata alle spiagge della zona utile sia per la tintarella che per dedicarvi dal divertimento

sfrenato, sia per recuperare energie per la seconda parte del viaggio.

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L’esterno barocco del Mosteiro de Santa Maria de Alcobaca, vista di Nazaré dal Promontorio do Sitio e delle sue immense onde oceaniche.

10° giorno: BATALHA, FATIMA

La decima giornata di viaggio è interamente dedicata alla visita di alcuni dei luoghi di culto più importanti non solo del Portogallo ma

anche del Mondo.

Prima località a essere raggiunta da Nazaré è Batalha (35km, 30 minuti) che ospita il Mosteiro de Santa Maria da Vitoria costruito per

commemorare la battaglia di Aljubarrota del 1385 in cui 6.500 portoghesi riuscirono ad avere la meglio di 30.000 soldati spagnoli. L’esterno

del monastero è di incredibile impatto visivo con un tripudio di pinnacoli, archi rampanti, finestre scolpite, massicce colonne e un portale

occidentale totalmente scolpito di archi, figure di apostoli santi e profeti che si stagliano sotto le figure del Cristo e degli Evangelisti. Lo stile

originario del complesso sarebbe gotico puro ma sono le numerose aggiunte manueline a farla da padrone. L’interno è semplice lungo e alto

e si distingue tra le altre la Capela do Fundador, un bellissimo spazio quadrato con una volta stellata di un’altezza vertiginosa. Tra gli altri

ambienti del monastero da ricordare vi sono il chiostro, detto Claustro Real, con elaboratissimi archi ricolmi di incisioni, la Sala do Capitulo

caratterizzata da una meravigliosa vetrata colorata e le straordinarie Capelas Imperfeitas (cappelle incompiute). Queste sette cappelle prive

di tetto sorgono all’esterno dell’abbazia e sono adorne di decori incredibili in stile manuelino , tra cui spicca il grande portale. Nei pressi

sorge poi il campo di battaglia di Aljubarrota oggi liberamente visitabile, affiancato da un moderno centro interpretativo in cui filmati di

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ricostruzioni della battaglia permettono di immergervi nelle vicende storiche qui intercorse.

Dopo pochi chilometri di strada si raggiunge quindi Fatima (20km, 25 minuti), universalmente nota per l’apparizione della Vergine Maria a

tre pastorelli il 13 maggio del 1917. Il sito esercita un richiamo incredibile sui pellegrini che annualmente raggiungono le sei milioni di

presenze in quei di Fatima, il che ha però contribuito anche alla nascita di una fiorente attività commerciale di articoli religiosi più o meno di

buona fattura am che spesso appaiono nel complesso di dubbio gusto. Il Santuario de Fatima è del 1953 e appare come un trionfo di bianco

abbagliante con un colonnato che ricorda San Pietro a Roma e custodisce le tombe dei tre pastorelli. Nei suoi pressi vi è la Capela das

Aparicoes nel luogo esatto in cui apparve la Madonna. Davanti a questa cappella c’è una grande spianata percorsa dai pellegrini, in

maniera penitente, sulle ginocchia seguendo una scia di marmo resasi lisci dal passare di migliaia di fedeli e un pira ardente accanto alla

quale i fedeli possono lasciare offerte o accendere candele (ve ne sono migliaia) in segno di preghiera. Dal 2007 sul sito è stata inaugurata

anche una nuova grande basilica, dall’aspetto imponente ma poco religioso.

Per la nottata consigliamo di portarsi già a Tomar (35km, 35 minuti), se possibile per partecipare ad una delle rappresentazioni teatrali che

si svolgono entro il Convento de Cristo (vedi oltre).

Il Mosteiro de Santa Maria da Vitoria con la sua eccezionale facciata e una visione d’insieme del Santuario di Fatima.

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11° giorno: TOMAR, ALMOUROL, CASTELO DE VIDE

Tomar è una tra le più suggestive realtà urbane del Portogallo centrale . Il raccolto ma autentico centro storico medievale si incunea tra le

anse del Rio Nabao sulle cui sponde sorge un bel parco popolato da cigni, aironi ed anatre e la Mata Nacional dos Sete Montes, rigogliosa e

immensa foresta che si addentra fino in città. Tra i calli della città vecchia si apre Praca da Republica, baricentro della vita di Tomar, che

ospita l’Igreja de Sao Joao Baptista decorata con preziosismi manuelini e all’interno da azulejos. Il simbolo e gioiello di Tomar è però

indiscutibilmente il Convento de Cristo, storico quartier generale dei leggendari cavalieri templari. I cavalieri templari svolsero un ruolo

fondamentale in Portogallo tra il 1100 e il 1700 sia sotto l’aspetto politico che finanziario, sponsorizzando ampiamente le esplorazioni

portoghesi nelle colonie. Il Convento de Cristo è davvero una magnificenza scolpita nella roccia e venne fondato nel 1160. Charola è la

chiesa templare principale del complesso, con una pianta a16 lati ad imitazione della Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme (si dice che

la pianta semicircolare permettesse ai cavalieri di assistere alle funzioni rimanendo in sella ai loro destrieri). Si notano numerose influenze

orientali nella sua fattura e l’interno appare vertiginoso. La Charola originale è stata poi modificata nel corso dei secoli con l’aggiunta di

una navata laterale e un coro a due livelli, il portale di accesso alla navata e il coro stesso sono davvero dei capolavori. Emblema della

Charola è però probabilmente la finestra incastonata sul lato occidentale che appare come una sorta di escrescenza nella chiesa ed è una

delle massime espressioni dello stile manuelino: la impreziosiscono decorazioni di corde ritorte, alghe, barche di sughero con in cima la

Croce dell’Ordine di Cristo e gli stemmi reali fluttuanti. Posti adiacenti alla Charola meritano infine una passeggiata i due chiostri do

Cemiterio e da Lavagem (delle abluzioni) con pregevoli decorazioni fatte con azulejos e il Claustro (chiostro) Principal, in netto contrasto

con l’elaborato stile manuelino e anzi capolavoro della raffinata e sobria epoca rinascimentale. Se ne avete la possibilità non perdetevi

assolutamente una delle cicliche rappresentazioni teatrali del capolavoro di Umberto Eco “Il nome della Rosa” che vengono riprodotte

dentro il Convento de Cristo. Questi spettacoli permettono di visitare il complesso di sera tra canti gregoriani che eccheggiano tra gli edifici

ecclesiastici illuminati solo dal calore delle torce e sono inframmezzati in genere da cinque pause in cui gli spettatori possono rifocillarsi nel

refettorio mentre i monaci sono intenti ad intonare le loro preghiere. Si tratta di un’esperienza si sicuro e assoluto pathos e coinvolgimento

emotivo.

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Alcuni scorci degli interni del Convento de Cristo a Tomar, da sempre base di uno degli ordini ecclesiastici più discussi: quello dei templari.

Nel pomeriggio cominciate poi lo spostamento che in 3 ore (250km circa) vi condurrà fino alla cittadina spagnola di Caceres. Lungo la

strada potrete compere due sceniche soste prima presso il Castelo de Almourol e quindi presso la località di Castelo de Vide.

Il Castelo de Almourol (30km, 30 minuti da Tomar) sorge su un’isoletta lungo il corso del Rio Tejo e con le sue 10 torri difensive sembra

uscito da un libro di fiabe. Anch’esso fu fondato dall’Ordine dei Cavalieri Templari (nel 1171 )laddove un tempo vi era una fortezza romana.

La visita è libera, si paga solo il breve tratto in traghetto per raggiungerlo.

Castelo de Vide (105km, 75 minuti) è invece uno dei borghi più pittoreschi e meno conosciuti del Portogallo, arroccato su un’altura che

domina la verdeggiante campagna della zona. Case bianche decorate con bellissime composizioni floreali, resti di antiche fortificazioni e una

popolazione che ancora vive secondo canoni tradizionali sono le sue caratteristiche principali. Tra i siti da citare vi sono i resti del Castelo

che sorge in posizione dominante, l’antica zona destinata alla nutrita comunità ebraica locale detta Judiaria che sorge sotto le mura del

castello entro l’abitato e la Fonte de Vila, una fontana in marmo del ‘500 che impreziosisce una delle piazzette principali del nucleo storico e

da cui sgorga la celebre acqua minerale per cui è famosa Castelo de Vide. Vi rammentiamo che da Castelo de Vide a Caceres vi aspetta poi

ancora un lungo tratto di strada (120km, 2 ore) per raggiungere Caceres, pertanto siate accorti con le tempistiche di visita.

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Uno scorcio romantico sul Castelo de Amourol e una vista panoramica del borgo di Castelo de Vide.

12° giorno: CACERES, TRUJILLO

Protetta da poderose mura difensive la Ciudad Monumental di Caceres con le sue strette viette lastricate che serpeggiano tra case signorili,

torri e guglie appare ancora oggi come immutata rispetto al periodo d’oro della città: il XVI secolo. Qui lo stile romanico originario, quello

arabo successivo e quello castigliano coesistono armoniosamente e fanno della Plaza Mayor (appena fuori le mura) e dei suoi portici una

delle più belle piazze di Spagna. Da Plaza Mayor si entra poi attraverso l’Arco de la Estrella nella Ciudad Monumental e in breve si

raggiunge l’irregolare Plaza de Santa Maria, cuore del quartiere e adornata di magnificenti palazzi d’epoca. Qui è peraltro ubicata la

Concatedral che custodisce una magnifica pala d’altare in legno di cedro del ‘500 e possiede una torre campanaria dalla quale si godono

viste privilegiate sulla città. Vale quindi davvero la pena di perdervi per le stradine e le piazze minori della Ciudad Monumental, magari

approfittando per pranzo di qualche invitante tapas bar.

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A soli 45km (35 minuti) da Caceres, e ottima meta per il pomeriggio, sorge un altro spaccato di realtà medievale straordinariamente

conservatasi nel corso dei secoli: il borgo di Trujillo. La Plaza Mayor è il vanto della città, circondata da maestosi edifici barocchi e

rinascimentali che con le loro torrette, cupole e merlature danno davvero l’impressione di essere tornati indietro nel tempo. Al centro della

Plaza Mayor sorge un’imponente statua equestre del conquistador Francisco Pizarro, eroe locale, il quale è peraltro scolpito insieme alla

sua amante Ines Yupanqui (sorella dell’imperatore inca Atahualpa) sulla facciata del Palacio de la Conquista. Oltre alla meravigliosa piazza

a Trujillo si trovano ancora 900m delle antiche mura musulmane e i resti spogli del Castello eretto dai musulmani nel X secolo che permette

di ammirare un magnifico panorama a 360°.

Un ottimo diversivo per concludere il pomeriggio di rientro a Caceres può essere infine quello di concedersi alcune ore di relax in perfetto

stile arabo nell’hammam El Aljibe, un bagno termale di grande bellezza scenica e fruibilità.

Una visuale panoramica della Plaza Mayor di Trujillo e gli interni dell’hammam El Aljibe di Caceres.

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13° giorno: MERIDA, ELVAS

Merida (75km, 1 ora da Caceres) è il luogo più ricco di resti romani dell’Extremadura e uno dei maggiori in tutta la Spagna, anche se oggi i

numerosi e imponenti reperti sono stati conglobati dall’anonima città moderna e spesso sembrano solo inframmezzare i palazzoni moderni in

un quadro che ci fa chiedere quali scoperte mai riserverebbero eventuali scavi in zona. Tra i resti più importanti vanno ricordati quelli del

Tempio di Diana, dell’Anfiteatro, del Circo Romano (posto poco fuori il centro cittadino e unico edificio del genere rimasto in Spagna che

colpisce per le dimensioni imponenti, alle’epoca poteva ospitare 30.000 persone) e il Puente Romano sul Rio Guardiana che coi suoi 792m di

lunghezza e i suoi 60 archi in granito è una delle opere ingegneristiche più importanti del genere arrivateci fino a noi al Mondo. Su tutto il

panorama urbano però svetta il Teatro Romano del 15 a.C. con una capienza di ben 6.000 posti che si è assai ben conservato e che presenta

ancora un fondale spettacolare fatto di due ordini di colonne corinzie e che è ancora oggi utilizzato per rappresentare opere teatrali.

Rientrando quindi in Portogallo nel pomeriggio si tocca poi la cittadina di Elvas (85km, 1 ora) che vanta alcune delle strutture difensive più

estese al mondo, con tanto di bastioni e fossati ancora integri, da godervi in piena libertà essendo incredibilmente questo uno dei tesori del

Portogallo meno visitati in assoluto. Le fortificazioni sono l’emblema stesso di Elvas e sono state costruite in tre fasi distinte: il primo cerchio

difensivo è dell’VII secolo ad opera degli arabi, come il secondo datato XI secolo. L’aggiunta finale che costituisce la gran parte dell’opera

visibile oggi è però del ‘600. Il livello di sicurezza dell’impianto era incredibile tanto che per penetrare in città dall’ingresso principale si

dovevano superare un ponte levatoio, un piazzale di 150 mq contornato da bastioni, torrette e feritoie, una via coperta e quindi tre linee di

trincea. Una passeggiata lungo le mura è assolutamente d’obbligo e vi permetterà anche di vedere bene ciò che rimane del Castelo locale e il

sorprendente Aqueducto de Amoreira, arditissimo progetto di ingegneria terminato nel 1622 che presenta sei ordini di arcate e una lunghezza

di ben 7km che porta l’acqua nella città vecchia e alimenta tra l’altro la fontana marmorea di Largo la Misericordia. L’interno della città

fortificata è un intrico di stradine, viottoli e piazze di svariate dimensioni colme di bar e negozi. Qui val davvero la pena di perdersi

nell’esplorazione non dimenticando di entrare nell’Igreja de Nossa Senhora de Consolacao che ha al suo interno colonne marmoree dipinte,

cappelle dorate e decorazioni eccezionali fatte con azulejos e di salire la Torre Fernandina del ‘300 che regala dalla sua cima una grande

vista d’insieme di Elvas.

Per la notte raggiungete infine la cittadina di Evora (90 km, 1 ora).

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I resti del Teatro Romano di Merida, principale lascito dei romani in città, e una vista aerea delle possenti fortificazioni di Elvas.

14° giorno: EVORA

Evora è davvero una delle cittadine medioevali meglio conservate del Portogallo, specie la sua città vecchi racchiusa dalla cinta muraria del

’300. Qui piccole stradine disposte a labirinto sono ornate da monumenti storici di grande rilievo e, contrariamente a molte comunità

dell’entroterra portoghese, presenta una vita notturna vibrante e numerosi locali di intrattenimento aperti fino a tardissimo e frequentati

dagli studenti della locale università. Evora è infine uno di quei luoghi dove la gastronomia raggiunge vette insperate, con le pietanze

autoctone che vengono generosamente innaffiate da bottiglie di vino rosso dell’Antalejo. I ristoranti migliori sorgono nei pressi di Praca do

Giraldo.

Punto cardine di Evora è Praca do Giraldo, la grande piazza centrale un tempo teatro dei roghi pubblici voluti dall’Inquisizione e oggi

invece adoperata per rilassarsi presso i numerosi caffè all’aperto o, talvolta, per prendere il sole. Spostandosi nelle piazzette a sud di Praca

do Giraldo si raggiunge in breve l’Igreja de Sao Francisco, l’edificio ecclesiastico principale di Evora costruito in stile manuelino nel 1510 e

pieno di decorazioni di motivi nautici che fanno cenno al periodo delle grandi scoperte geografiche del ‘500. Sul retro della chiesa iniziano

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quindi gli estesi Jardim Publico che permettono ritempranti passeggiate nel verde all’ombra della cinta muraria. Altre chiese degne di nota

ad Evora sono la cattedrale, Sé, del 1186 che con le sue due possenti torri in granito sembra quasi una fortezza e l’Igreja de Sao Joao

rivestita all’interno dal pavimento ai soffitti di meravigliose decorazione in azulejos. Inoltre attraverso le grate del pavimento si possono

intravvedere una profonda cisterna araba antecedente la costruzione della chiesa e un ossario che raccoglie le spoglie dei monaci. Altro

monumento che caratterizza il paesaggio di Evora è poi l’Aqueducto de Agua de Prata (dell’acqua d’argento) terminato nel 1530 allo scopo

di rifornire Evora di acqua potabile. Esso raggiunge la città antica da nord e vi penetra profondamente lungo Rua do Cano dove sorge un

piccolo quartiere a sé stante fatto di abitazioni, negozi e caffè ricavati all’interno delle arcate dell’acquedotto. Evora racchiude infine alcuni

resti d’epoca romana di livello internazionale come il Tempio Romano del II secolo d.C. con le sue 14 colonne corinzie in marmo

sorprendentemente ben conservate e i resti delle Termas Romanas rinvenuti nel 1987.

Concedetevi un’intera giornata per la visita di Evora e calcolate quindi una giornata in più per il rientro in Italia. L’aeroporto di Lisbona

dista 130km da Evora, un’ora e mezza di viaggio.

Praca do Giraldo di Evora, scorci di Rua do Cano con le costruzioni tra gli archi dell’Aqueducto e il Tempio Romano assai ben conservatosi.