OBIETTIVI • Comprendere il senso globale Leggere ... · Più ci rimuginavano e più trovavano...

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Per cominciare LEGGERE 32 Leggere in silenzio La lettura di un testo può essere fatta in silenzio o ad alta voce. Ognuno di noi a seconda della situazione può scegliere il tipo di lettura più adatto. Si legge in silenzio per se stessi, per isolarsi, per assaporare il piacere della lettura procedendo secondo il proprio ritmo, saltando parti, ritornando su una frase o una parola, fermandosi per riflettere o per immaginare. Si legge in silenzio per studiare e ripassare, per consultare e informarsi, per concentrarsi sul testo scritto e comprenderne il senso globale, per fissarne elementi e coglierne l’ordine interno. • Comprendere il senso globale di un testo. • Ricordare i dettagli di un testo. • Ricostruire l’ordine cronologico. • Selezionare le informazioni. OBIETTIVI Lettura globale Comprendere il senso globale di un testo 1 Comincia a esercitare la tua abilità di lettore silenzioso immaginando di essere in libreria e di dover scegliere tra due libri. Leggi silenziosamente la loro trama sul retro della copertina per comprendere di che cosa par- lano, individuare aspetti interessanti o coinvolgenti. Il vero nome di Lupo Solitario Anna Vivarelli Quest’anno il primo giorno di scuola non sarà come tutti gli altri! Laura, la migliore amica di Elisa, si è trasferita a Biella. Con chi si confiderà? Certo non con Tommy che le sta sempre addosso. Per fortuna un giorno arriva Paco. Paco è più grande di Elisa, infatti è un ripetente; vive in una casa famiglia con altri orfani come lui, che l’hanno soprannominato Lupo Solitario. Paco è riservato, non rivolge la parola a nessuno. Come farà a partecipare alla recita scolastica un tipo così cupo e ombroso? Si va in scena con Robin Hood, ed Elisa interpreterà Lady Marian. La storia di questo leggendario ladro sembra coinvolgere tutti: in classe comin- ciano a sparire penne colorate, compassi, cartelline… solo coincidenze? Basta controllare gli zaini per vedere se qualcuno ha nascosto la refurti- va. Tutti gli sguardi cadono sulla cartella di Paco. Elisa è preoccupata, vorrebbe tanto cercare di parlare con il suo nuovo compagno, fargli sen- tire che lei non sospetta ma che vorrebbe solo diventare sua amica. Come è difficile esprimere i propri sentimenti senza essere fraintesi! Se solo ci fosse Laura… saprebbe sicuramente cosa consigliarle. Catalogo guida del Battello a vapore, Piemme A

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Per cominciare LEGGERE

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Leggere in silenzioLa lettura di un testo può essere fatta in silenzio o ad alta voce. Ognuno di noi a seconda della situazione può scegliere il tipo di lettura più adatto. Si legge in silenzio per se stessi, per isolarsi, per assaporare il piacere della lettura procedendo secondo il proprio ritmo, saltando parti, ritornando su una frase o una parola, fermandosi per riflettere o per immaginare. Si legge in silenzio per studiare e ripassare, per consultare e informarsi, per concentrarsi sul testo scritto e comprenderne il senso globale, per fissarne elementi e coglierne l’ordine interno.

• Comprendere il senso globale di un testo.

• Ricordare i dettagli di un testo.• Ricostruire l’ordine cronologico.• Selezionare le informazioni.

• Comprendere il senso globale OBIETTIVI

Lettura globaleComprendere il senso globale di un testo

1 Comincia a esercitare la tua abilità di lettore silenzioso immaginando di essere in libreria e di dover scegliere tra due libri. Leggi silenziosamente la loro trama sul retro della copertina per comprendere di che cosa par-lano, individuare aspetti interessanti o coinvolgenti.

Il vero nome di Lupo Solitario Anna Vivarelli

Quest’anno il primo giorno di scuola non sarà come tutti gli altri! Laura, la migliore amica di Elisa, si è trasferita a Biella. Con chi si confiderà? Certo non con Tommy che le sta sempre addosso. Per fortuna un giorno arriva Paco. Paco è più grande di Elisa, infatti è un ripetente; vive in una casa famiglia con altri orfani come lui, che l’hanno soprannominato Lupo Solitario. Paco è riservato, non rivolge la parola a nessuno. Come farà a partecipare alla recita scolastica un tipo così cupo e ombroso? Si va in scena con Robin Hood, ed Elisa interpreterà Lady Marian. La storia di questo leggendario ladro sembra coinvolgere tutti: in classe comin-ciano a sparire penne colorate, compassi, cartelline… solo coincidenze? Basta controllare gli zaini per vedere se qualcuno ha nascosto la refurti-va. Tutti gli sguardi cadono sulla cartella di Paco. Elisa è preoccupata, vorrebbe tanto cercare di parlare con il suo nuovo compagno, fargli sen-tire che lei non sospetta ma che vorrebbe solo diventare sua amica. Come è difficile esprimere i propri sentimenti senza essere fraintesi! Se solo ci fosse Laura… saprebbe sicuramente cosa consigliarle.

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Leggere in silenzio

Vieni a scuola anche tu!Astrid Lindgren

Avviandosi di malavoglia a scuola, Tommy e Annika non mancavano mai di volgere uno sguardo di struggente desiderio a Villa Villacolle: quanto avrebbero preferito andare a giocare con Pippi! O se almeno anche Pippi fosse andata a scuola, si sarebbero sentiti certamente meno infelici.

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a. Quale libro scegli se vuoi leggere una storia di amicizia? A B

b. Quale se vuoi scoprire come la fantasia possa colorare le gior-nate più noiose? A B

c. Quale se ti piacciono le storie in cui si indaga alla ricerca di un colpevole? A B

d. Quale dei due ti senti più invogliato a leggere? A B

In base a quale elemento emerso dal testo? ...............................................................................................................

Lettura approfonditaRicordare i dettagli di un testo

2 Leggi ora con attenzione il brano seguente, che ha per protagonisti Tommy, Annika e Pippi Calzelunghe e, oltre a comprenderne il senso globale, cerca di ricordare ciò che leggi.

Maria NasopallidoUlf Stark

Una bambina con la pertosse osserva il giardino dalla sua stanza ed esprime il desiderio che succeda qualcosa, per interrompere la monotonia del pomerig-gio. Hanno così inizio le divertenti avventure di Maria Nasopallido, così soprannominata dalla baby-sitter Marta, un’anziana signora che la bambina scambia per fattucchiera. Nel frattempo, quasi per soddisfare il suo bisogno di novità, arriva il camion dei traslochi nella via sotto casa. Dall’automobile scende Beppe, un bambino con grandi occhiali da motociclista, che gira spes-so in mutande e offre in dono alla vicina una conchiglia per sognare. I due ragazzini, che insieme scoprono il valore dell’amicizia, cercano di fuggire alle “trappole” dell’innocua baby-sitter, che Maria si ostina a considerare una stre-ga. L’immaginazione permette alla protagonista della storia di fuggire alla noia e alla solitudine: per trasformare la realtà inventa mille bugie, che si ingrandiscono per la scarsa attenzione dimostrata dai genitori. Dal contrasto tra quello che pensa Maria, quello che racconta alla baby-sitter e ciò che rife-risce a mamma e papà, nascono situazioni divertenti, che catturano l’attenzio-ne dei lettori grazie a un ritmo narrativo da video-clip e cartone animato.

Quarta di copertina di U. Stark, Maria Nasopallido, trad. di L. Cangemi, Feltrinelli kids

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«Pensa come potremmo divertirci tutti e tre insieme, tornando da scuo-la!» diceva Tommy. «Sì, e anche andandoci», aggiungeva Annika.Più ci rimuginavano e più trovavano ingiusto che Pippi non andasse a scuola; così decisero di provare a convincerla.«Non puoi nemmeno immaginare che simpatica maestra abbiamo», comin-ciò Tommy con molta astuzia, un pomeriggio che lui e Annika erano anda-ti a far visita a Pippi, dopo aver studiato diligentemente le loro lezioni.«Se tu soltanto sapessi quanto ci si diverte a scuola», continuò Annika, «impazziresti a non poterci andare.»Pippi era seduta su uno sgabello e stava lavandosi i piedi in una tinozza. Non rispose nulla, ma mosse le dita dei piedi con tale violenza da far schizzare l’acqua tutt’in giro.«E poi non occorre rimanerci troppo a lungo», proseguì Tommy, «soltanto fino alle due.»«E c’è vacanza per Natale, per Pasqua, e durante tutta l’estate», incalzò Annika.Pippi si mordicchiò meditabonda il pollice, continuando a sedere in silen-zio. Ma all’improvviso rovesciò risolutamente tutta l’acqua sul pavimento

di cucina, così che il povero Signor Nilsson, il quale stava accoccolato buono buono poco più in là, giocando con uno specchietto, si inzuppò completamente i pantaloni.«Non è giusto!» disse Pippi con voce cupa, senza preoc-

cuparsi della desolazione del signor Nilsson. «Non è giu-sto!» Non posso sopportarlo!»«Che cosa non è giusto?» chiese meravigliato Tommy.«Che fra quattro mesi sarà Natale, e voi avrete vacanza. Ma io, io che cosa avrò?» la voce di Pippi era tristissima. «Nessuna vacanza di Natale, nemmeno la più piccola vacanza natalizia», proseguì in tono lamentoso. «No, così

non va: qua bisogna cambiar vita. Da domani comincerò ad andare a scuola.»

Rid da A. Lindgren, Pippi Calzelunghe, trad. di A. Palme e D. Ziliotto, Vallecchi

Per cominciare LEGGERE

3 Rispondi alle domande seguenti dopo aver letto il testo una sola volta e senza consultarlo. Lo farai solo dopo, per verificare se hai saputo ricor-dare esattamente alcuni elementi. a. Nel brano viene narrata un’avventura dei tre ragazzi o si espone il ten-

tativo riuscito di due di loro di convincere la terza ad andare a scuola? b. Come viene definita da Tommy la maestra? c. Dove è seduta Pippi? Che cosa sta facendo?d. Come muove le dita dei piedi? e. Dopo aver sentito che a scuola si fa vacanza per Natale, per Pasqua

e per tutta l’estate, che cosa fa Pippi all’improvviso? f. Con che cosa gioca il Signor Nilsson?

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Lettura approfonditaRicostruire l’ordine cronologico

4 Per comprendere meglio di che cosa si parla in un testo occorre anche che tu sia in grado di ricordare la successione degli avvenimenti narrati, quale fatto è avvenuto prima e quale dopo. Leggi il racconto seguente e fai attenzione all’ordine dei fatti.

Preparativi di NatalePiero Chiara

Ogni anno, verso la metà di dicembre, mio padre, che quando ero bambino aveva già quasi cinquant’anni, anda-va nei boschi sul far della sera a tagliare un alberello, lo portava a casa al primo buio e lo drizzava sopra un profon-do ripiano della nostra cucina, che liberava prima d’ogni ingombro. Avvicinandosi il Natale, sera per sera si dava da fare intorno all’albero, tirando dietro di sé una tenda che mi impediva di segui-re il suo lavoro, benché sapessi che, come l’anno prima, vestiva l’albero con fiocchi di bambagia, festoni di pagliuzze luccicanti e palloncini di vetro colorato, appendendovi qualche mandarino, caramelle, cioccolatini neri e duri come sassi, piccoli torroni melmosi nelle loro scatolette bian-che, due o tre sonagli e un campanellino di vetro che tintinnava ad ogni muover di fronda dell’alberello. Alle ultime divaricazioni di ogni ramo fissava con delle pinzette a molla una mezza dozzina di candeline rosse. Ai rami più bassi e più solidi appendeva invece dei salamini alla cacciato-ra, un mazzo di peperoncini rossi che gli mandavano i suoi parenti dalla Sicilia e qualche scatola di sardine o di alici in salsa piccante.Quando l’albero era fatto, tornava nei boschi a raccogliere un mezzo sacco di muschio col quale componeva un bel tappeto su tutto il ripiano, che poi popolava di pecorelle, asini e pastori ritagliati da un foglio e incollati su sagome di cartone. Ai piedi dell’albero, in una capanna di paglia, metteva un bambolotto di celluloide con le braccia alzate, più grosso delle due sta-tuine di gesso di San Giuseppe e della Madonna che gli stavano accanto e perfino dell’asino e del bue. In primo piano, posava sul muschio uno zampone di Modena simile a un avambraccio nerboruto, che sem-brava il personaggio più importante del presepio.Lavorava ogni sera su quella specie di palcoscenico, quasi sempre in ginocchio perché il vano non era alto, dopo aver tirato la tenda alle sue spalle perché nessuno vedesse i suoi armeggiamenti.

P. Chiara, in “Corriere della Sera”, 23 dicembre 1977

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Il cavallo giocattolo Da sempre i bambini si divertono con i piccoli corsieri realizzati con i più svariati materiali: il legno, la cartapesta, la latta, la plastica.Nei tempi antichi bastavano ai piccoli cavalieri due bastoni incrociati; poi con il tempo il giocattolo si è arricchito di una testa e, nel Cinquecento, è nato il cavallo a dondolo: è bastato aggiungere ai due bastoni incrociati due assi curve, per simulare, con il dondolio, il galoppo vero e proprio.Particolarmente in voga nell’Ottocento era il cheval baton: un corsiero di cartapesta montato su un bastone che toccava a terra, oppure anche il cheval jupon, legato al giovane cavaliere con due semplici bretelle.

In Italia esiste un museo del cavallo giocattolo. Sorto a Grandate (in provincia di Como) dove una volta erano le stalle del puro-sangue Tornese, famoso cavallo più volte campione del mondo di trotto, raccoglie circa 550 cavallini a dondolo provenienti da ogni parte del mondo.

Muovendosi tra cavallini di latta, veri e propri capolavori per forma, colore e movimento, e cavallini di legno di

fattura artigianale, sembra di sentire ancora le risate dei bambini che con loro hanno giocato e di ritrova-re nei destrieri in miniatura quell’anima che molto

spesso i bambini regalano ai loro giocattoli più cari.

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a. Ricostruisci l’ordine cronologico numerando i seguenti momenti narrati da Piero Chiara. Verifica poi se lo hai saputo fare correttamente rileggen-do il testo.

Ai piedi dell’albero, in una capanna di paglia metteva un bambolot-to di celluloide con le braccia alzate.

Verso la metà di dicembre, mio padre andava nei boschi a tagliare un alberello.

Come l’anno prima vestiva l’alberello con fiocchi di bambagia.

Tornava nei boschi a raccogliere un mezzo sacco di muschio.

Lettura selettivaSelezionare le informazioni

5 Leggi il testo che parla dei “cavalli giocattolo” e di un museo che ne rac-coglie moltissimi esemplari. Durante la lettura seleziona le informazioni relative al cavallo a dondolo, al luogo in cui si trova il museo e ai cavalli a dondolo che vi sono raccolti.

a. Quando è nato il cavallo a dondolo?b. Dove è stato allestito il museo del giocattolo?c. Quanti sono i cavallini a dondolo raccolti nel museo? Da dove pro-

vengono? Di quali materiali sono fatti?

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Storia giallaUrsula Wölfel

Una donna amava tanto il colore giallo che a casa sua tutti i mobili erano gialli. Suo marito e i suoi figli dovevano vestirsi solo di giallo e le cose da mangiare erano tutte gialle: uova strapazzate, carote, riso con lo zaffera-no, pesce con la maionese e così via.La donna aveva un gran sogno: poter andare un giorno nel deserto. Risparmiò e alla fine la famiglia si mise in viaggio con abiti, bagagli e cappelli gialli che più gialli non si poteva.Giunti a destinazione cominciarono tutti a esclamare: «Che bel giallo! Qui è più giallo che a casa nostra! Mamma mia quanto giallo!»Tra un’esclamazione e l’altra non si accorsero però che con tutto quel giallo era difficile vedersi l’un l’altro e così i grandi si affannavano a cer-care i piccoli e i piccoli erano felici di poter giocare a nascondino.A un certo punto uno dei fratelli si perse e lo si ritrovò solo dopo mezz’ora, mentre la sorella inciampò in un dromedario e si mise una bella paura. Allora la spedizione decise di camminare in fila indiana e tutti tirarono un sospiro di sollievo quando intravidero le palme verdi di un’oasi.

U. Wölfel, Storie un po’ matte, Nuove Edizioni Romane

Storia giallaUrsula Wölfel

Una donna amava tanto il colore giallo che a casa sua tutti i mobili erano gialli. Suo marito e i suoi figli dovevano vestirsi solo di giallo e le cose da mangiare erano tutte gialle: uova strapazzate, carote, riso con lo zaffera-no, pesce con la maionese e così via.La donna aveva un gran sogno: poter andare un giorno nel deserto. Risparmiò e alla fine la famiglia si mise in viaggio con abiti, bagagli e cappelli gialli che più gialli non si poteva.Giunti a destinazione cominciarono tutti a esclamare: «Che bel giallo! Qui è più giallo che a casa nostra! Mamma mia quanto giallo!»Tra un’esclamazione e l’altra non si accorsero però che con tutto quel giallo era difficile vedersi l’un l’altro e così i grandi si affannavano a cer-care i piccoli e i piccoli erano felici di poter giocare a nascondino.A un certo punto uno dei fratelli si perse e lo si ritrovò solo dopo mezz’ora, mentre la sorella inciampò in un dromedario e si mise una bella paura. Allora la spedizione decise di camminare in fila indiana e tutti tirarono un sospiro di sollievo quando intravidero le palme verdi di un’oasi.

Per cominciare LEGGERE

a. Sei riuscito a controllare l’emozione e la paura di sbagliare? Hai pro-nunciato le parole in modo chiaro e corretto?

b. Hai evitato di leggere “di corsa” rispettando le pause dettate dalla pun-teggiatura? Hai cercato di essere espressivo interpretando il significato del testo?

c. Rileggi una seconda volta il testo cercando di evitare di ripetere gli eventuali errori commessi.

Leggere ad alta voceQuando leggi per gli altri, devi fare in modo che chi ti ascolta capisca ciò che leggi. Non dimenticare di tenere un giusto volume di voce, di pronun-ciare correttamente le parole, di adattare l’intonazione e il ritmo al senso di quello che stai leggendo.

Leggere a prima vistaLeggere a prima vista un testo non è facile. Ti può frenare la presenza dei compagni, il timore per il giudizio dell’insegnante.

1 Leggi il brano seguente cercando, per quanto puoi, di mantenerti sere-no e distaccato.

• Leggere a prima vista.• Leggere in modo

espressivo.

• Leggere a prima vista.OBIETTIVI

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Leggere in modo espressivo

2 Ora leggi il seguente testo: è un po’ più lungo e presenta maggiori diffi-coltà del precedente.

Per cominciare LEGGERE

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Alcuni consigli● Prepara la lettura ad al-

ta voce leggendo il te-sto prima in silenzio.

● Controlla le pause ri-spettando i segni di punteggiatura. Fai at-tenzione in particolare alle frasi esclamative.

● Varia opportunamen-te il tono di voce in modo da trovare le giuste intonazioni per mettere in rilievo stati d’animo e sentimenti.

● Varia anche il ritmo di lettura, ossia la veloci-tà con cui pronunci le diverse parole e frasi in modo da mettere in risalto l’alternarsi dei momenti di agita-zione e di calma.

1. Elvira: è la signora che vive nella casa più vicina.

Sola in casa Tormod Haugen

Britt si svegliò di colpo. Stava succedendo qualcosa. Qualcosa che aveva a che fare con il silenzio. Si alzò in piedi, doveva controllare. Tutte le luci erano accese. Si fermò bruscamente. Le mancò il fiato. Ma non aveva acceso la luce della came-ra dei suoi genitori? Era completamente buia, e ciò che era peggio, la porta era semiaperta, uno stretto spiraglio pieno di oscurità. Lì in piedi, scrutando intensamente, non aveva il coraggio di muovere un passo.Allora, d’un tratto, ebbe l’impressione che lo spiraglio si allargasse. La luce della luna illuminava l’interno della stanza. «No», mormorò.Si girò, cominciò a correre, uscì di casa in pantofole. La porta d’ingresso oscillò dietro di lei. Il freddo! Non aveva avuto il tempo di pensarci.Corse, e corse, e corse. La neve colpiva con forza le sue pantofole. Più in fretta, un rumore alle sue spalle. Bum, bum; no, a quanto pareva era lei stessa che produceva quel suono. In quale direzione? In quale direzione? Non c’era nessun posto dove potesse andare… Sì, Elvira.1 Corse in discesa lungo la strada principale. Tutto era deserto.Si addentrò lungo lo stretto sentiero. Il bosco, scuro e silenzioso, ma lì viveva Elvira. Ghiaccio sulla stradina, scivolò, per poco non cadde, riuscì a mantenere l’equilibrio. Bum, bum, il rumore era sempre più vicino, ombre fra gli alberi, davanti a lei. No! Si protese con le mani: meno male, erano solo delle felci. Era lì, era lì, mancava poco, ormai.Vide la casa. La vide! Elvira! Era tutto buio. E se non c’era nessuno in casa… Sarebbe morta. Si avventò contro la porta, la prese a pugni e gridò. Bang! Bang! Elvira! Silenzio. Si girò. Proprio lì, vicino alla porta, c’era un’ombra nera che si ingrandiva pericolosamente. Elvira!Ed Elvira apparve. La porta si aprì e l’ombra che s’intravedeva si trasfor-mò in un mazzo di fiori coperto di brina.«Ma Britt, sei tu?»Sì, era Britt. Elvira in camicia da notte e vestaglia. Entrò nel calore della villetta, si tranquillizzò.

Rid. da T. Haugen, In attesa della prossima estate, trad. M. Bastanzetti, Piemme

3 Abbiamo evidenziato nel testo con due colori diversi le frasi interrogati-ve e le frasi esclamative. Dopo aver capito se esprimono una semplice domanda, ansia, dubbio, angoscia, meraviglia, gioia, sorpresa, soddi-sfazione, rileggile ad alta voce con la giusta espressività.

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Per cominciare LEGGERE

Leggere in modo attivoOgni volta che affronti un testo, questo ti chiede di essere capito. Leggere in modo attivo non è però solo scorrere con gli occhi parole e frasi cercan-do di capire il contenuto di un testo. È anche collaborare con l’autore nella costruzione del testo stesso. Se sei un lettore attivo, collabori con l’autore in diversi modi: ● comprendi quello che ti racconta (una storia) o ti espone (informazioni,

istruzioni, idee);● vedi quello che ti descrive, percependo odori, suoni, sensazioni tattili e

gustative;● provi emozioni e sentimenti;● ti immedesimi nei personaggi.Tu diventi, quindi, un lettore attivo solo se assumi nei confronti della lettura un atteggiamento di partecipazione interagendo continuamente con il testo.

Capire il contenuto di un testoLa prima fase della lettura attiva è la comprensione del contenuto. Per comprendere correttamente un testo (una fiaba, un racconto, un articolo di giornale…) si può applicare il metodo delle cinque W, che consiste nel porsi, durante la lettura, le seguenti domande:

1 Leggi il seguente articolo di giornale e poniti le cinque domande.

• Capire il contenuto di un testo.• Visualizzare il testo.• Percepire sensazioni.

• Capire il contenuto di un testo.OBIETTIVI

1 WHO? = CHI? Di chi si parla?

2 WHEN? = QUANDO? Quando è avvenuto il fatto?

3 WHERE? = DOVE? In quale luogo si è verificato?

4 WHAT? = CHE COSA? Che cosa è accaduto?

5 WHY? = PERCHÉ? Per quale motivo?

Picchetto d’onore per Fag il cane antidroga che se ne va in pensioneSull’attenti. Il momento degli onori al pastore tedesco Fag.

VARESE – È arrivato anche per lui il giorno della pensione, dopo quasi 12 anni di onorato servi-zio, per raggiunti limiti di età. Fag, uno dei cani antidroga di Malpensa, è stato congedato ieri, con tutti gli onori, durante la festa provinciale della Guardia di

Finanza. Il suo conduttore, l’ap-puntato Gian Pietro Fanizzi, lo ha portato davanti al picchetto d’onore, e gli hanno concesso un ultimo meritato saluto delle auto-rità. Il curriculum del blasonato pastore tedesco è ampio. Ha sco-perto droga nascosta nelle scar-

pe, nelle statuette, nei doppifon-di delle valigie, nelle scatolette di cibo. Ha partecipato a svariate operazioni contro il narcotraffi-co ed è grazie anche al suo fiuto che l’unità cinofila dell’aeropor-to, in questi anni, ha sequestrato almeno 642 chili di cocaina,

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facendo arrestare 93 trafficanti. Durante gli anni di servizio ha abitato nelle gabbie della Guardia di Finanza a ridosso del Terminal 2 di Malpensa, insieme agli altri amici e colleghi. Da domani, avrà una cuccia tutta sua, nel

giardino dell’appuntato Fanizzi, che ha fatto richiesta per tenerlo con sé: «È stato il mio primo cane di servizio», spiega l’appuntato, «ho con lui un rapporto affettivo particolare. Nel nostro ambiente è normale che il conduttore si

tenga il cane, si troverà bene». Fag era entrato in servizio il 18 giugno 1998 dopo sei mesi di cor-so d’addestramento.

R. Rotondo, in “Corriere della Sera”, 27 giugno 2009

Una villa fuori cittàElias Canetti

La villa si trovava fuori città, molto vicina al lago, da cui la separavano soltanto la ferrovia e una strada; stava, in posizione un po’ elevata, in mezzo a un giardino ricco d’alberi. Da un viale d’ingresso, leggermente in salita, si arrivava davanti al lato sinistro della villa, a ciascuno dei suoi quattro angoli sorgeva un alto pioppo, ed erano tutti così vicini alla casa che parevano quasi sorreggerla. Gli alberi toglievano alla costruzione quadrangolare un po’ della sua pesantezza, e anche quando si era sul lago, piuttosto al largo, la villa era riconoscibile da quei pioppi.Dietro la villa, alcuni gradini di pietra conducevano a un vecchio e ormai impraticabile campo da tennis, il cui terreno, scabro e irregolare, era adatto a qualunque cosa meno che a giocare a tennis, e in effetti veniva adibito alle più svariate attività all’aria aperta. Un melo accanto ai gradi-ni era un miracolo di fecondità, quando io arrivai era talmente carico di frutti che lo si era dovuto puntellare in più parti. Bastava salire i gradini a balzi e già le mele cadevano a terra.

Rid. da E. Canetti, La lingua salvata, trad. di A. Pandolfi e R. Colorni, Adelphi

a. Rispondi ora alle cinque domande.● Di chi si parla? ● Che cosa è accaduto? ● Quando è avvenuto il fatto? ● Per quale motivo?● In quale luogo si è verificato?

b. Puoi porre le stesse domande a proposito del brano Sola in casa a pag. 38.

Visualizzare il testoPuoi leggere in modo partecipe un testo visualizzando, durante la lettu-ra, quello che l’autore ti comunica con parole e frasi: vedrai gli ambienti, immaginerai i personaggi e sentirai “sulla tua pelle” le loro sensazioni, proverai le loro emozioni.

2 Leggi il seguente brano tratto dal romanzo La lingua salvata di Elias Canetti in cui viene descritta una villa sulla riva di un lago in Svizzera.

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Per cominciare LEGGERE

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Titolo

Lo zabaione del nonnoAngela Nanetti

La prima cosa che ricordo, di quei giorni, è la tazza con lo zabaione. Ogni mattina il nonno mi preparava lo zabaione con l’uovo e lo zucchero. Io stavo a letto, ancora mezzo addormentato, e cominciavo a sentire il nonno, di sotto, che sbatteva: toc-toc-toc-toc. Allora mi svegliavo un po’ alla volta e, mentre aspettavo il nonno, mi divertivo a guarda-re il sole che entrava dalle fessure delle imposte e disegnava tante righe dorate nell’aria. Poi sentivo Alfonsina nel cortile, che portava a passeggio le sue ochette, e il nonno che ancora sbatteva lo zabaione. Toc-toc-toc.Mezz’ora ci voleva, per farlo diventare come la panna montata. Detto così sembra una cosa da niente, ma era la cosa più buona che al mattino si potesse man-giare; anche perché il nonno ci metteva un po’ di vino rosso, che lo faceva assomigliare a un liquore, insom-ma, più buono della torta alla frutta della nonna Antonietta e di tutti i budini al cacao della mamma.

Rid. da A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, a cura di A. Parravicini, Einaudi

Titolo

3 Per capire se hai visualizzato il contenuto del testo, rispondi alle se-guenti domande.a. Come hai ricostruito mentalmente la villa? b. Hai “visto” il giardino ricco d’alberi? c. E i quattro pioppi agli angoli della villa? d. Come hai immaginato il vecchio campo da tennis? e. Hai visto il melo carico di frutti? f. Come hai visualizzato le mele che cadevano a terra?

Percepire sensazioni

4 Ora leggi il seguente testo cercando, oltre che di vedere le immagini, anche di percepire le eventuali altre sensazioni: odori, sapori, suoni e sensazioni tattili.

5 Fai ora l’inventario delle sensazioni.a. Come hai immaginato la tazza con lo zabaione? b. Hai sentito il suono del nonno che sbatte lo zabaione? c. Hai visto le righe disegnate nell’aria dal sole? d. Hai sentito Alfonsina che portava a passeggio le sue ochette? e. Hai gustato il sapore dello zabaione? f. Hai visto il colore del vino aggiunto allo zabaione?

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Martina e il terranova Mauro Corona

Pare che il passo Sant’Osvaldo, fra Erto e Cimolais, sia zona buona per abbandonare cani. Parecchi, infatti, sono i casi di ......................... dell’uo-mo trovati a vagare da quelle parti in ogni ......................... dell’anno. Molte persone hanno raccolto cani abbandonati nella piana di Tegn o nel Pezzei, radure che s’affacciano sulla strada del passo Sant’Osvaldo.Una ragazza di nome Martina a novembre trovò un panciuto ........................., liscio come il velluto, accucciato sulla curva sotto la casa alpina. Stava sul bordo del prato, le .......................................... in avanti e

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Per cominciare ASCOLTARE

• Memorizzare singole parole.• Comprendere il significato globale di un testo.• Individuare le informazioni principali di un testo.• Distinguere diversi tipi di testo.

• Memorizzare singole parole.OBIETTIVI

2 Ascolta il racconto del salvataggio di un cane abbandonato dello scrittore Mauro Corona e, dopo l’ascolto, completalo con le parole man-canti. Con un secondo ascolto verifica se hai ricordato esattamente le parole mancanti.

appello appetito bestiame bestiario compilare

completare dichiarazione divagazione gioiosamente gloriosamente

informazione infortunio latte letto manina

marina pallido pallone rifoderare riformare

Ascoltare in modo attivoNella vita di tutti i giorni noi sentiamo e ascoltiamo. Sentire non è ascol-tare: sentiamo quando percepiamo con l’udito suoni e rumori, ascoltiamo quando prestiamo attenzione a qualcosa che viene detto per comprender-ne il significato.Possiamo dire che un ascolto è un ascolto attivo quando non ci si limita a “sentire” delle parole, ma si presta la massima attenzione al significato di ciò che si ascolta, si comprende ciò che viene detto, si ricorda ciò che è stato detto.L’ascolto è un’arte e come tale va appresa con l’esercizio. Ci sono delle tecniche da imparare, che ti proponiamo negli esercizi seguenti.

Memorizzare singole parole

1 Comincia a esercitare la tua abilità di ascoltatore attento memoriz-zando un elenco di dieci parole. Ritrovale e sottolineale poi nell’elenco seguente (in cui ce ne sono il doppio).

Alcuni consigliPer diventare un buon ascoltatore:● cerca di seguire la co-

municazione con at-tenzione e concentra-zione;

● fai anticipazioni sul contenuto delle frasi e del discorso;

● stai attento al tono della voce di chi parla;

● individua i punti più importanti di ciò che ascolti;

● cerca di capire il signi-ficato globale di ciò che ascolti;

● seleziona le informa-zioni;

● memorizza ciò che ascolti.

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il muso rasente l’erba secca dell’autunno. Nessuno aveva il corag-gio di avvicinarlo. Ringhiava riottoso e guardava storto. Ma non si muoveva di un ............................... . Erano il dolore, la malinconia e la disperazione per esser stato scaricato da coloro a cui voleva ....................... a irrigidirlo.Qualche automobilista si fermava, provava a prenderlo su ma, intimorito dai ringhi minacciosi, dopo un paio di ........................... desisteva. E avrebbe desistito anche la ragazza se non fosse passato di lì un ....................... .Il boscaiolo le disse: «Ti insegno come fare».L’uomo sedette a cinque metri dal cane e cominciò a parlargli guardandolo negli .......................... . Dallo zaino tirò fuori un pezzo di ......................... e glielo lanciò. L’animale non mosse pelo. Il boscaiolo ne lan-ciò un altro più vicino. Il cane lo annusò. Poi tornò a piallare l’asfalto con il muso, solo gli ......................... giravano nell’orbita a scrutare la situazione. Il boscaiolo si avvicinò di due metri, l’animale ......................... l’avviso. Altro pane, questa volta sotto il naso. Nemmeno una mossa.Il boscaiolo fumò una sigaretta seduto sullo zaino, trascurando di proposito il cane. Vistosi ........................., l’animale alzò la testa e guardò il boscaiolo. A questo punto l’uomo, con il resto di pagnotta in mano, s’avvicinò e gliela porse. Il cane non la prese, ma nemmeno ringhiò. L’annusò e mentre l’annusava il boscaiolo gli carezzò la .......................... . Era fatta. Di lì a poco ......................... si portava a casa quel bellissimo cane scuro.

Rid. da M. Corona, Cani, camosci, cuculi (e un corvo), Mondadori

Comprendere il significato globale di un testoUn ascoltatore attento e soprattutto partecipe deve essere in grado di se-guire e comprendere una narrazione in tutta la sua globalità, ricordare la successione dei fatti, i nomi dei protagonisti e le loro caratteristiche, le loro azioni e in quali ambienti essi agiscono.

Sull’isola degli uccelliAlan Houlihan

3 Ascolta con attenzione il testo che ha per protagonista un ragazzino di dieci anni, Alan, che vive in Irlanda su un’isola di pescatori.

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Per cominciare ASCOLTARE

4 Dopo un primo ascolto indica se il testo è:A Il racconto di una giornata che Alan fa per informarci sull’ambiente in

cui vive e sulle sue abitudini.B Il racconto dei giochi estivi di Alan con gli amici.

i. Quale giornata racconta Alan?j. Con che cosa fa colazione?k. Per dove passa per andare a scuola?l. Che cos’è il gaelico?m. Dove vanno Alan e i suoi amici dopo la fine

della scuola?n. Per quale scopo, a volte, Alan e i due suoi

amici appassionati come lui di natura pe-dalano fino in cima alla collina?

a. Chi è Alan Houlihan?b. Chi è Darky?c. Da chi è composta la famiglia di Alan?d. Che cosa fa il padre?e. Com’è la loro casa e dove si trova? f. In certe notti di tempesta a chi pensa, preoccu-

pato, Alan? g. Che cosa gli piacerebbe fare da grande? h. Quali incontri interessanti fa sul mare con papà?

5 Leggi ora le domande seguenti e preparati a un secondo ascolto che ti permetta di rispondere correttamente e di dimostrare di aver compre-so il senso del testo.

Individuare le informazioni principali

6 Il testo che ascolterai ora contiene alcune informazioni sulla storia della scrittura presso due popoli dell’antichità: i cretesi e gli achei. Alla fine dell’ascolto rispondi alle domande. Un secondo ascolto ti permet-terà di verificare se hai saputo cogliere le informazioni più importanti contenute nel testo.

a. Di quale materiale sono fatte le tavolette su cui scrivono i cretesi e gli achei?

b. Perché non è possibile conservare a lungo le tavolette?c. Quali tavolette sono state ritrovate dagli archeologi?d. Come sono detti i due tipi di scrittura usati dai cretesi e dagli achei?e. Quale delle due scritture è stata decifrata da uno studioso inglese?f. Da quale popolo i cretesi e gli achei “imparano” di nuovo a scrivere?

Riconoscere il tipo di testo

7 Ascolta i seguenti brani e riconosci di che tipo di testi si tratta.

Di quale materiale sono fatte le tavolette su cui scrivono i cretesi e gli

Microstoria della scritturaFederica Bellesini, Cinzia Fiorio

1. Breve storia del giardino 2. La rana e il bue 3. Dieci comandamenti per far tornare il buonumore 4. Di sera in riva al mare 5. Il passato remoto

a. favolab. raccontoc. poesiad. testo informativoe. testo regolativo

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Riferire esperienze personaliPer raccontare bene un’esperienza, un episodio che ti è realmente accaduto:● richiama alla memoria il fatto per inquadrare chi vi è coinvolto, dove è

successo, quando, l’ordine degli avvenimenti, le conseguenze; ● annota schematicamente quello che vuoi dire;● parla rispettando le annotazioni e curando la scelta delle parole e il tono

di voce;● concludi esprimendo qualche impressione o riflessione personale in

modo da comunicare a chi ti ascolta quello che l’esperienza vissuta ha rappresentato per te.

1 Prova a raccontare scegliendo uno degli argomenti seguenti:

● un momento della tua infanzia in cui hai provato una grande gioia o una grande paura;

● un momento della tua passata esperienza scolastica in cui hai imparato qualcosa di significativo;

● un episodio delle tue vacanze, un incontro particolarmente inte-ressante…

Fissa un tempo prestabilito (da 5 a 10 minuti circa). Nel corso dell’espo-sizione cura la chiarezza, la completezza, l’uso delle parole adatte e la correttezza della forma.

Riferire esperienze personaliPer raccontare bene un’esperienza, un episodio che ti è realmente accaduto:●

• Riferire esperienze personali.• Fare brevi descrizioni orali.• Narrare brevemente

un testo narrativo.• Dare semplici istruzioni.

• Riferire esperienze personali.OBIETTIVI

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Parlare in modo efficaceIn ogni momento della giornata c’è un’occasione per parlare. Ma anche parlare, come leggere e ascoltare, non è un’attività così semplice come potrebbe sembrare; occorre avere qualcosa da dire, trovare le parole giu-ste, organizzarle secondo le regole della lingua in una struttura adeguata e corretta, saper usare la maggiore quantità possibile di vocaboli. Occorre anche controllare l’emozione, il tono della voce e la gestualità.Per diventare un parlatore sempre più abile è necessario apprendere mo-dalità e regole per esprimerti sempre meglio nella vita quotidiana e soprat-tutto nei compiti che ti vengono assegnati a scuola. Per diventare buoni parlatori, occorre:

● esporre le proprie idee con ordine e

chiarezza, usando frasi semplici e lineari;

● mantenere un tono di voce controllato;

● tenere conto delle opinioni degli altri.

mantenere un tono di voce controllato;

● tenere conto delle opinioni degli altri

● tenere conto del contesto: in quale situazione ci troviamo, per quale scopo parliamo, a chi

ci rivolgiamo;

Parlare in modo Parlare in modo

Per cominciare PARLAREIN

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Dell’animale e del luogo in cui si trova indica le carat-teristiche.

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Descrivere persone, luoghi e animali

2 Osserva queste immagini e descrivile oralmente, cioè fai “vedere con le parole” come sono la persona, il luogo e l’animale rappresentato, descrivendone le caratteristiche e gli aspetti più significativi in modo da permettere a chi ascolta di farsene un’idea il più possibile corretta.

Raccontare una storiaQuando devi esporre il contenuto di una storia: ● leggi (magari rileggi) con attenzione la storia per capire la vicenda che,

solitamente, è costituita da una serie di fatti che avvengono in un de-terminato tempo e in un determinato luogo e sono relativi a uno o più personaggi;

● racconta in modo ordinato presentando nell’ordine:– la situazione iniziale,– lo svolgimento della vicenda,– la conclusione;

● tieni viva l’attenzione e l’interesse di chi ascolta evitando di uscire dall’ar-gomento, fare pause troppo lunghe, ripetere…

3 Metti in pratica i consigli raccontando ai compagni una storia che ricor-di oppure scegline una fra quelle dell’antologia.

Dare indicazioni e istruzioniQuando ti capita di parlare per dare indicazioni e istruzioni è importante saperle esporre in modo chiaro, completo e preciso.

4 Esercitati a dare istruzioni svolgendo le seguenti attività.

Per cominciare PARLARE

COME RAGGIUNGERE UN LUOGOIllustra ai compagni il percorso che compi nell’andare da casa a scuola.

COME SI GIOCA A…Spiega ai compagni le regole di un gioco che conosci bene e che sia abbastanza semplice. Non scordare di indicare il numero dei parte-cipanti e le fasi principali.

Della persona indica di chi si tratta, l’aspetto fisico, l’atteggiamento, l’abbiglia-mento.

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Questa sono ioJacqueline Wilson

Mi presentoMi chiamo Tracy BeakerHo 10 anni e 2 mesiIl mio compleanno è l’8 maggio. Non è giusto: nello stesso gior-no compie gli anni anche quel cretinetti di Peter Ingham!Così abbiamo avuto una torta di compleanno in due, e siamo stati costretti a tagliarla tenendo il coltello insieme e ci è toccato solo mezzo desiderio a testa. Vabbe’ che credere a questa storia dei desideri è roba da poppanti. Tanto poi non si avverano.Sono nata a una maternità, non so bene dove. Da neonata ero molto carina, ma scommetto che strillavo da matti.I miei occhi sono neri, e so farli sembrare perfidi come quelli di una strega. Essere una strega mi piacerebbe tanto: farei tutti quei diabolici incantesimi e agiterei la bacchetta magica, e ZAP, cadrebbero tutti i riccioli d’oro di Louise, e ZAP, l’antipatica voce stridula di Peter Ingham diventerebbe ancora più antipatica e acuta, e gli cresce-rebbero dei baffoni e una lunga coda, e ZAP… purtroppo non mi basta il resto della pagina per tutti gli altri ZAP che ho nella testa.I miei capelli sono biondi, lunghissimi e ricci. No, sono tutte balle. Sono scuri e ribelli e si rizzano da tutte le parti, specialmente quelle sbagliate.La mia pelle è tutta brufoli quando mangio troppi dolci.

ALTRI PARTICOLARICose che mi piaccionoIl mio colore preferito è il rosso sangue, perciò state in guardia, eh-eh.La mia migliore amica è… Beh, ho avuto mucchi e mucchi di migliori amiche, ma Louise si è messa con Justine e così per il momento non ne ho nessuna.Mi piace mangiare di tutto. Ma soprattutto le torte di compleanno e anche tutti gli altri tipi di torte. E gli Smarties, e i Mars e i sacchetti giganti di pop-corn e i ragni di gelatina e i coni gelato, e gli hamburger (soprattutto i Big Mac di McDonald’s) con le patatine fritte e i frullati alla fragola.

Questa sono ioJacqueline Wilson

Mi presentoMi chiamoHoIl mio compleannono compie gli anni anche quel cretinetti di Peter Ingham!Così abbiamo avuto una torta di compleanno in due, e siamo stati costretti a tagliarla tenendo il coltello insieme e ci è toccato solo mezzo desiderio a testa. Vabbe’ che credere a questa storia dei desideri è roba da poppanti. Tanto poi non si avverano.Sono nata a una maternità, non so bene dove. Da neonata ero molto carina, ma scommetto che strillavo da matti.I miei occhi sonouna strega. Essere una strega mi piacerebbe tanto: farei tutti quei diabolici incantesimi e agiterei la bacchetta magica, e ZAP, cadrebbero tutti i riccioli d’oro di Louise, e ZAP, l’antipatica voce stridula di Peter Ingham diventerebbe ancora più antipatica e acuta, e gli cresce-rebbero dei baffoni e una lunga coda, e ZAP… purtroppo non mi basta il resto della pagina per tutti gli altri ZAP che ho nella testa.I miei capelli sono biondi, lunghissimi e ricci. No, sono tutte balle. Sono scuri e ribelli e si rizzano da tutte le parti, specialmente quelle sbagliate.La mia pelle è tutta brufoli quando mangio troppi dolci.

ALTRI PARTICOLARICose che mi piaccionoIl mio colore preferitoLa mia migliore amica è… ma Louise si è messa con Justine e così per il momento non ne ho nessuna.Mi piace mangiare tutti gli altri tipi di torte. E gli Smarties, e i Mars e i sacchetti giganti di pop-corn e i ragni di gelatina e i coni gelato, e gli hamburger (soprattutto i Big Mac di McDonald’s) con le patatine fritte e i frullati alla fragola.

Per cominciare SCRIVERE

• Produrre un breve testo scritto.

• Imparare a presentarsi a partire da un modello.

• Produrre un breve testo OBIETTIVI

Mi presentoPer cominciare il tuo percorso di scrittura, vuoi provare a raccontare chi sei in un breve testo?

1 Presentati ai tuoi professori e ai tuoi compagni; puoi farlo in modo serio o, come Tracy, la ragazzina del brano seguente, in modo spiritoso.

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Mi piace bere boccali di birra forte. Scherzo, una volta ho bevuto un sorsetto di birra analcolica, ma non mi è piaciuta.Il mio gioco preferito è truccarmi. Una volta Louise e io ci siamo fatte prestare un po’ di trucchi di Adele, che ne ha un sacco. Louise, che non ha molta fantasia, ha cercato solo di farsi bella. Io invece mi sono trasfor-mata in un vampiro incredibile, con due occhiacci lividi e il sangue che mi gocciolava sul mento. I piccoli si sono spaventati a morte.Il mio animale preferito è… Beh, c’è un coniglio chiamato Lattuga qui all’istituto, ma è un po’ floscio, proprio come il suo nome: mai che si riz-zi sulle zampe di dietro per darti una linguatina amichevole, come fanno i cani. Forse mi piacerebbe un mastino, così tutti i miei nemici dovrebbe-ro stare attenti al cane mordace.Il mio programma televisivo preferito è qualsiasi film dell’orrore.L’attività che preferisco è stare con la mia mamma.

Cose che non mi piaccionoI cibi: lo spezzatino, specialmente quando ci sono quei pezzi col grasso. Quella mia orribile madre in prestito che si faceva chiamare zia Peggy, ed era una pessima cuoca, cucinava sempre quello spezzatino viscido col sugo che sembrava vomito sciolto. E dovevamo mangiarlo tutto fino all’ultimo. Bleah!Detesto soprattutto Justine. E il Mostro-Gorilla. E non vedere la mia mamma.

SE FOSSI…… più grande, abiterei per conto mio in una casa bella, grande e moder-na, e avrei un’enorme camera da letto tutta per me, con tutte le mie cose e dei letti a castello speciali fatti apposta per me, in modo da poter sem-pre dormire sul più alto, e poi avrei una sveglia di Topolino come quella di Justine, e poi una serie gigante di colori a tempera tutti per me, e anche dei pennarelli, così nessuno potrebbe più farseli prestare per poi rovinar-meli completamente, e poi avrei il mio televisore personale e sceglierei solo i programmi che piacciono a me, e starei alzata tutte le sere fino a mezzanotte e mangerei tutti i santi giorni da McDonald’s.… un poliziotto arresterei il Mostro-Gorilla e lo terrei in prigione per sempre.… un gattino mi farei crescere degli artigli lunghissimi e dei denti aguz-zi per graffiare e mordere tutti, così di me avrebbero una paura blu e mi obbedirebbero senza fiatare.… presa a male parole risponderei per le rime.… invisibile spierei tutti.… di corporatura gigantesca pesterei tutti con i miei enormi piedoni.… ricchissima mi comprerei una casa tutta per me e poi… Ma questo l’ho già scritto.

Rid. da J. Wilson, Bambina affittasi, trad. di L. Schwammenthal, Salani

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Per cominciare SCRIVERE

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2 Se hai scelto di presentarti in modo spiritoso, segui lo schema del brano e, se vuoi, aggiungi qualche altra voce.

3 Scegli una tua fotografia (di quando eri piccolo o piccola oppure recente) per documentare un momento partico-lare della tua vita. Incollala qui accanto e rispondi alle domande.a. Da chi è stata scattata la foto?b. In quale occasione?c. Dove ti trovavi?d. Quanti anni avevi?e. Descrivi il tuo atteggiamento e quello delle altre persone eventual-

mente presenti.f. Guardando ora la foto quali ricordi affiorano alla tua mente? g. Che cosa pensi ora di quel momento?

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Mi chiamo…

Ho…

Il mio compleanno è…

I miei occhi sono…

I miei capelli sono…

Il mio colore preferito è…

La mia migliore amica (Il mio migliore amico) è…

Mi piace mangiare…

Mi piace bere…

Il mio gioco preferito è…

Il mio animale preferito è…

Il mio programma televisivo preferito è…

L’attività che preferisco è…

Cose che non mi piacciono…

Se fossi…

Mi presentoIN

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Diversi tipi di testoUn testo è un “tessuto di parole” (dal latino textum = tessuto) organizzate secondo regole precise per comunicare in forma orale e scritta.Il testo può essere in prosa (fiaba, favola, racconto, relazione, istruzione…) o in versi (poesia, canzone).Per quanto riguarda il testo scritto è importante che tu lo sappia riconosce-re, infatti i testi possono essere di vari tipi. Innanzitutto puoi distinguerli, in base allo scopo che hanno, in testi letterari (narrativi, poetici, teatrali) il cui scopo essenziale è quello di essere letti, di formare il lettore, di procurare in lui il piacere della lettura, e in testi non letterari (o pragmatici o d’uso), molto vari per forma e per contenuto, che hanno essenzialmente finalità pratiche e si possono catalogare secondo lo scopo che l’autore desidera raggiungere quando scrive.

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Diversi tipi di testo

Per cominciare• Riconoscere diversi tipi

di testo.• Caratteristiche del testo

narrativo.• Caratteristiche del testo

informativo.

• Riconoscere diversi tipi OBIETTIVI

TESTI E GENERI

Testi narrativi Raccontano una vicenda, cioè un insieme di fatti che riguardano una o più persone e si svolgono in tempi e luoghi più o meno definiti (per esempio i romanzi e i racconti).

Testi descrittiviMostrano come è fatto un luogo, una persona, un oggetto, illustrano uno stato d’animo. Spesso sono parti all’interno di altri tipi di testo (per esempio la descrizione di un personaggio di un romanzo).

Testi regolativiServono per comunicare regole, consigli, divieti, permessi (per esempio le leggi, i regolamenti, le regole dei giochi).

Testi informativi ed espositiviInformano e trasmettono dati, riferiscono e spie-gano realtà o conoscenze (per esempio i testi sco-lastici e le enciclopedie).

Testi argomentativiPresentano opinioni, le sostengono con opportu-ni argomenti, con lo scopo di persuadere il lettore (per esempio il discorso di un uomo politico, l’ar-ticolo di fondo di un giornale).

Testi espressiviEsprimono i sentimenti, le emozioni, gli stati d’animo, di chi parla o scrive (per esempio i diari e le lettere personali).

I principali tipi di testi

Le opere letterarie sono di tipo diverso a secon-da delle loro caratteristiche: ci sono quelle che raccontano storie e quelle che esprimono idee e sentimenti, ci sono opere scritte in prosa, opere scritte in poesia e c’è il teatro.Fin dall’antichità sono state divise in gruppi sulla base delle loro caratteristiche formali e dello sco-

po prevalente che si propongono. Questi gruppi vengono chiamati “generi”. I tre generi fondamentali sono narrativa, poesia e teatro.

Nei testi narrativi lo scrittore espone in prosa fatti o eventi riguardanti uno o più personaggi, e rico-

I generi letterari

LEGGERE

CON METODOLEGGERELEGGERE

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struisce con le parole l’universo immaginato nello spazio senza confini della sua fantasia.Della prosa fanno poi parte diversi generi narrati-vi, caratterizzati dall’argomento, dal modo di rac-contare, dai personaggi, dai luoghi. Per esempio, il genere horror presenta racconti di paura, con personaggi misteriosi, luoghi inquietanti e uso della suspense; mentre il genere fantascienza pre-senta un futuro immaginario, extraterrestri come personaggi, lo spazio e i pianeti o luoghi immagi-nari come ambienti.

La poesia, in versi, è il canto dei sentimenti: esprime lo stato d’animo con cui il poeta intuisce la realtà e la compone in immagini, manipolando liberamen-te parole per ottenere particolari effetti espressivi.

Il testo teatrale è fatto per essere messo in scena: il drammaturgo amalgama in versi o in prosa parole che devono essere recitate davanti a un pubblico. Nel momento della rappresentazione sentimenti e idee dell’autore assumono corpo e vita, diventa-no personaggi che si muovono e parlano.

Il lupo e la vecchiaLev Tolstoj

Un lupo affamato girava in cerca di preda. All’entrata d’un paesino, di dentro a una casa, il lupo sentì un bambino che piangeva, e una vecchia che gli diceva: «Se non la finisci di piangere, ti farò mangiare dal lupo».Il lupo non si mosse più di lì, e si mise ad aspettare il momento che gli avrebbero dato da mangiare quel bambino. Ecco che fece notte: lui stava sempre ad aspettare.A un tratto sentì di nuovo la voce della vecchia, che diceva: «Non piange-re, piccino mio: non ti farò mangiare, no, dal lupo! Fa’ che il lupo si pre-senti, e vedrai come l’ammazziamo».Il lupo, allora, pensò: “Si vede proprio che, qui, parlano in un modo e fanno in un altro”. E se ne andò via dal paesino.

L. Tolstoj, I quattro libri di lettura, trad. di N. Odanov, TEA

Inizio

Svolgimento

Conclusione

Narrare e informarePuoi cominciare a orientarti tra i vari tipi di testo leggendone uno lettera-rio (testo narrativo) e uno non letterario (testo informativo) e cercando di riconoscerne le caratteristiche con il nostro aiuto.

Un testo narrativo, in cui si racconta una storia, è costruito di solito secondo una struttura ben definita che prevede:● un inizio, che presenta generalmente la situazione in

cui si trova il protagonista;● uno svolgimento, che narra lo sviluppo della vicenda;● una conclusione, che presenta la situazione finale.

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1 Leggi questa favola dello scrittore russo Lev Tolstoj. Accanto al testo ti abbiamo segnalato la struttura narrativa.

Diversi tipi di testoIN

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a. Abbiamo evidenziato le informazioni relative alla complessa organiz-zazione del formicaio. Prova a ricavare tu dal testo le informazioni relative a:● datazione della loro presenza sulla Terra;● numero di specie presenti in Italia;● passaggi del ciclo vitale;● caratteristiche della regina;● caratteristiche delle operaie;● tecniche di difesa.

Un testo informativo è costruito in modo da comunicarci una serie di infor-mazioni su una persona, un oggetto, una situazione, un qualsiasi elemento della realtà preso in considerazione.

2 Leggi il testo seguente che dà informazioni sulle formiche: le specie, le differenze, il ciclo vitale, il formicaio, come vivono…

Le formiche Le formiche sono insetti straordinari. Pensate: sono tra le più antiche creature del pianeta e da circa 100 milioni di anni hanno lo stesso aspet-to. Quale sia, nel dettaglio non è semplicissimo dirlo, visto che ne esisto-no più di 10 000 specie, che misurano da meno di uno a più di 4 centime-tri. In Italia ne vivono circa 200 specie. A prima vista comunque sem-brano tutte uguali: corpo diviso in tre sezioni, sei zampe sottili, lunghe antenne. Il ciclo di vita delle formiche passa attraverso quattro stadi: uova, larva, pupa e adulto: un “passaggio” che avviene in circa 6 setti-mane. Come sono e come vivono – La caratteristica che accomuna tutte le formiche è che nessuna di loro potrebbe sopravvivere a lungo isolata: morirebbe perché la sua esistenza è strettamente legata a quella del for-micaio, cioè della complessa società in cui vive. Fin dalla nascita ogni formica sa già per istinto quello che deve fare: raccogliere cibo, difendere

il formicaio, oppure nutrire le larve… Per capire qual è il suo ruolo, basta guardare il suo aspetto. La regina, per esempio,

nasce con le ali. Ha il compito di fondare il formicaio e deporre le uova. Anche il “marito” della regina ha le ali, come tutte le formiche maschio. Le operaie invece sono

femmine che, oltre a non avere le ali, non deporranno mai uova. Sono loro che provvedono alla manutenzione del for-

micaio e all’allevamento delle larve. I soldati sono operaie robu-ste, con mandibole molto sviluppate, specializzate nella difesa del formicaio. Per difendersi fabbricano un acido, che si chiama acido formico: può essere spruzzato anche a 20 centimetri di distanza e mette in fuga i predatori. La maggior produttrice di acido formico è la formica rossa dei boschi.

“Corriere dei Piccoli”

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Una famiglia di scorpioniGerald Durrell

Sequenza introduttivaUn giorno trovai nel muro un grasso scorpione femmina, con indosso quello che a prima vista sembrava un mantello di pelliccia. A un esame più attento mi accorsi che quello strano manto era formato da una massa di minuscoli piccoli aggrappati al dorso della madre. Con cura infinita riuscii a introdurre madre e figliolanza in una scatola di fiammiferi, e poi corsi a casa.

C’è un cambiamento di luogoDisgraziatamente, proprio mentre varcavo la soglia, fu portato il pranzo in tavola; sicché posai con grande cura la scatolina sulla mensola del camino nel salotto, e me ne andai in sala da pranzo a raggiungere gli altri. Giocherellando con la roba che avevo nel piatto, allungando di nascosto bocconcini a Roger sotto il tavolo e ascoltando i discorsi degli altri, mi dimenticai completamente dei miei nuovi ed eccitanti prigionieri.

Viene introdotto un nuovo personaggioInfine Larry, finito di mangiare, andò in salotto a prendere le sigarette, e abbandonandosi rilassato sulla poltrona se ne mise una tra le labbra e si accinse ad aprire la scatola di fiammiferi che aveva presa di là. Immemore del funesto destino che mi sovrastava, io lo guardavo tutto interessato mentre lui, continuando a parlare in tono disinvolto, apriva la scatola.Lo scorpione femmina colse l’occasione per darsi alla fuga. Scavalcò rapi-damente il bordo della scatola, coi suoi piccoli aggrappati forte su di lei, e sgambettò sul dorso della mano di Larry. Qui, non molto sicura della prossima mossa, si fermò, col pungiglione ricurvo all’insù in posizione di

1. Sequenza descrittiva Viene descritta la famiglia di scorpioni.

2. Sequenza narrativa Gerald posa la scatolina con gli scorpioni sulla mensola del camino del salotto.

3. Sequenza narrativa Gli scorpioni fuggono.

Una famiglia di scorpioniGerald Durrell

Sequenza introduttivaUn giorno trovai nel muro un grasso scorpione femmina, con indosso quello che a prima vista sembrava un mantello di pelliccia. A un esame più attento mi accorsi che quello strano manto era formato da una massa di minuscoli piccoli aggrappati al dorso della madre. Con cura infinita riuscii a introdurre madre e figliolanza in una scatola di fiammiferi, e poi corsi a casa.

C’è un cambiamento di luogoDisgraziatamente, proprio mentre varcavo la soglia, fu portato il pranzo in tavola; sicché posai con grande cura la scatolina sulla mensola del camino nel salotto, e me ne andai in sala da pranzo a raggiungere gli altri. Giocherellando con la roba che avevo nel piatto, allungando di nascosto bocconcini a Roger sotto il tavolo e ascoltando i discorsi degli altri, mi dimenticai completamente dei miei nuovi ed eccitanti prigionieri.

Viene introdotto un nuovo personaggioInfine Larry, finito di mangiare, andò in salotto a prendere le sigarette, e abbandonandosi rilassato sulla poltrona se ne mise una tra le labbra e si accinse ad aprire la scatola di fiammiferi che aveva presa di là. Immemore del funesto destino che mi sovrastava, io lo guardavo tutto interessato mentre lui, continuando a parlare in tono disinvolto, apriva la scatola.Lo scorpione femmina colse l’occasione per darsi alla fuga. Scavalcò rapi-damente il bordo della scatola, coi suoi piccoli aggrappati forte su di lei, e sgambettò sul dorso della mano di Larry. Qui, non molto sicura della prossima mossa, si fermò, col pungiglione ricurvo all’insù in posizione di

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Le sequenzePer un metodo di lettura sempre più efficace, che ti aiuti non solo a capire bene ciò che leggi, ma anche a riproporlo agli altri rendendoli partecipi del-le tue conoscenze ed emozioni, è importante che tu riconosca le sequenze, cioè le parti in cui può essere diviso un testo.Queste sono individuabili perché hanno un contenuto particolare, tanto che si possono esaminare separatamente per riconoscerne le caratteristi-che. Ogni sequenza infatti sviluppa una fase della narrazione: o racconta il succedersi delle azioni o descrive cose e persone o riporta dialoghi tra i personaggi o esprime riflessioni.

• Le caratteristiche del testo narrativo.

• Riconoscere le sequenze di un testo.

• Dividere un testo in sequenze.

• Le caratteristiche del testo OBIETTIVI

Leggiamo insieme

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allerta. Larry, sentendo il movimento delle sue chele, abbassò gli occhi, e da quel momento le cose precipitarono in un gran bailamme.

C’è un cambiamento nel ritmo dell’azioneLui ruggì di terrore, al che Lugaretzia si lasciò scappare un piatto dalle mani e Roger uscì di sotto il tavolo abbaiando come un forsennato. Con uno scatto della mano, Larry fece volare lo sventurato scorpione sul tavo-lo, e quello cadde a mezza strada tra Leslie e Margo, disseminando bam-bini come coriandoli mentre atterrava sulla tovaglia. Addirittura furiosa per questo trattamento, la bestiola si diresse veloce verso Leslie, col pun-giglione tremante di sdegno. Leslie balzò in piedi, rovesciando la sedia, e sventolò disperatamente il tovagliolo, facendo rotolare lo scorpione lun-go la tovaglia verso Margo, che immediatamente gettò un urlo che qua-lunque locomotiva sarebbe stata orgogliosa di saper imitare. A colpi di piatto, Leslie scaraventò lo scorpione sul pavimento, mentre i piccoli sciamavano freneticamente sulla tovaglia. Roger, disorientato dal panico ma deciso a parteciparvi, correva torno torno alla stanza, abbaiando come un matto.

Inizia un dialogo«È sempre quella peste di ragazzo…» ruggiva Larry.«Attenti! Attenti! Vengono qua!» strillava Margo.«Ci vuole un libro», urlava Leslie. «Non spaventarti, colpiscili con un libro.»«Ma si può sapere che diavolo vi prende a tutti quanti?» continuava a implorare mamma, asciugandosi gli occhiali.«È quella peste di ragazzo… ci ammazzerà tutti… Guarda il tavolo… formicola di scorpioni…»

L’attenzione si sposta su un altro “personaggio”Poiché nessuno si era preso la briga di spiegargli la situazione, Roger era erroneamente convinto che la famiglia fosse stata aggredita e che lui aveva il dovere di difenderla. Visto che nella stanza l’unica persona estranea era Lugaretzia, lui arrivò alla logica conclusione che la responsabile doveva essere lei, e le morse una caviglia. Questo non migliorò molto le cose.

Cambia il ritmo dell’azioneIntanto si era ristabilito un certo ordine, tutti i piccoli scorpioni si erano nascosti sotto i vari piatti e stoviglie. Finalmente, dopo le mie suppliche veementi, sostenute da mamma, la proposta di Leslie che bisognava mas-sacrarli tutti fu bocciata. Mentre tutti quanti, ancora frementi di sdegno e di paura, si ritiravano in salotto, io passai mezz’ora a radunare i piccoli, a raccoglierli con un cucchiaino da tè e a rimetterli sul dorso della madre. Poi li portai fuori in un piattino e con immensa riluttanza li lasciai liberi sul muro del giardino. Roger e io andammo a passare il pomeriggio sulla collina, perché mi parve prudente lasciare che la famiglia si riposasse un po’ prima di rivedermi.

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4. Sequenza narrativaGli scorpioni portano lo scompiglio a tavola.

5. Sequenza dialogata Gerald viene accusato dello scompiglio.

6. Sequenza riflessiva Gerald riflette sul motivo che spinge Roger a mordere Lugaretzia.

7. Sequenza narrativaGli scorpioni vengono liberati.

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Inizia una serie di considerazioni sulle conseguenze dell’episodioLe conseguenze di quest’episodio furono parecchie. Larry fu preso dalla fobia per le scatole di fiammiferi. Lugaretzia, dopo settimane che il morso era guarito, continuava a zoppicare per la casa e tutte le mattine ci faceva vedere i progressi delle sue croste. Ma, dal mio punto di vista, la peggiore ripercussione di tutta la faccenda fu che mamma stabilì che stavo tornando allo stato selvaggio e che era tempo di rimettermi sui libri.

Rid. e adatt. da G. Durrell, La mia famiglia e altri animali, trad. di A. Motti, Adelphi

8. Sequenza riflessiva Gerald riflette sulle conseguenze dell’episodio.

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Le cose da sapere

1. La famiglia di scorpioni2. La posa della scatolina sulla mensola del camino3. La fuga degli scorpioni 4. Lo scompiglio a tavola

5. L’individuazione del colpevole 6. Le riflessioni di Gerald 7. La liberazione delle bestiole8. Tristi conseguenze

● sequenze narrative che contengono la narrazione di vicen-de, azioni compiute dai personaggi;

● sequenze descritti-ve che descrivono oggetti, ambienti, persone, animali;

● sequenze dialoga-te che presenta-no dialoghi, cioè scambi di battute tra i personaggi;

● sequenze riflessive che contengono ri -flessioni, commen-ti, giudizi.

I tipi di sequenzeIn un testo puoi individuare sequenze di lunghezza variabile e riconducibili a quattro tipi in base alla caratteristica prevalente. Puoi trovare:

Quando cambia la sequenzaSarai aiutato nell’individuazione delle sequenze dai cambiamenti del rac-conto: generalmente la sequenza cambia quando:● viene introdotto un nuovo personaggio; ● c’è un cambiamento di tempo;● c’è un cambiamento di luogo;● c’è un cambiamento nell’azione e nel suo ritmo;● cambia il tipo di contenuto, ossia si passa dal racconto dei fatti a una

descrizione, a un dialogo, a una riflessione.

Dare un titolo alle sequenzeA ogni sequenza può essere dato un titolo nominale, che consiste nella eliminazione del verbo dalle frasi che sintetizzano il contenuto delle se-quenze e nell’individuazione di un nome adatto a sostituirlo. Ecco come puoi trasformare i titoli-frase del brano letto in titoli nominali.

Rileggendo i titoli nominali puoi capire velocemente se hai colto i contenuti di un testo nei suoi vari passaggi.

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Verifica se hai capito

Una brutta avventura Agatha Christie

Jack, il figlio di mia sorella Madge e mio unico nipote, era per me una fonte continua di divertimento. Veniva voglia di mangiarlo, tutto roseo e biondo com’era, una piccola brioche. Non stava mai zitto, era un bimbo molto impulsivo e facile alle esplosioni di collera durante le quali diven-tava prima rosso, poi viola e infine tratteneva il fiato al punto di farci pensare che sarebbe veramente esploso, finché si scatenava la bufera.

Un’estate Jack e io per poco non affogammo. Era una brutta giornata. Ci eravamo fermati al “Lido delle Signore”, una spiaggetta sassosa alla sini-stra dei Saloni delle Terme. Allora Jack riusciva a percorrere a nuoto solo qualche metro e io avevo preso l’abitudine di portarmelo sulla schiena alla zattera poco lontana dalla riva su cui ci si issava per riposare. Quel giorno partimmo come al solito, ma il tipo di mare e il peso sulle spalle mi rendevano quasi impossibile tenere il naso e la bocca sopra l’acqua. Continuavo a nuotare, senza quasi riuscire a respirare. Era bassa marea e la zattera era piuttosto vicina ma io procedevo lentamente, e sempre più a fatica. Mi sentivo soffocare e improvvisamente mi resi conto che non ce l’avrei fatta. «Jack», bofonchiai, «staccati e vai da solo fino alla zattera. Sei vicino, adesso.» «Perché?» chiese Jack. «Non ho voglia.» «Per favore», gorgogliai, andando sotto.

Sequenza 1.............................

Sequenza 2.............................

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Fortunatamente Jack, che non voleva staccarsi, venne portato via da un’onda e si decise a nuotare per conto suo. Eravamo ormai vicinissimi alla zattera, che raggiunse senza difficoltà. Ma io non ero più in grado di accorgermi di quello che stava accadendo attorno. Sprofondai nel nulla… e mi riscossi, ammaccata e dolorante, mentre venivo scaraventata con violenza in una barca. Era il vecchio Cavallo Marino, da noi sempre considerato un po’ tocco e completamente inuti-le, che, visto che stavo annegando, si era precipitato in mio soccorso nella barca destinata allo scopo. Dopo avermi messa in salvo, puntò verso la zattera e afferrò Jack, che protestò a gran voce: «Non voglio tornare. Sono appena arrivato e voglio giocare qui. No, lasciatemi qui!»

Finalmente la barca con il suo carico multiforme raggiunse la spiaggia, dove fummo accolti da mia sorella che, ridendo di cuore, mi disse: «Cosa diavolo stavate facendo? Cos’è tutta ’sta confusione?»«Sua sorella per poco non annega», le rispose il vecchio, seccato. «Avanti, prenda il suo bambino. Bisogna distenderla e vedere di riani-marla.»E così mi presi qualche schiaffo, anche se sono certa che non avevo perso del tutto conoscenza.

Dopo quest’episodio il vecchio Cavallo Marino salì moltissimo nella mia considerazione.Nonostante il rischio corso e lo spavento provato, il bagno in mare costi-tuì sempre per me uno dei tanti piaceri della vita. Sono certa che me lo godrei come prima se non fosse per le difficoltà che una persona affetta da reumatismi deve affrontare per entrare in acqua e, soprattutto, per uscirne.

Rid. e adatt. da A. Christie, La mia vita, trad. di M. G. Castagnole, Mondadori

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Sequenza 4..............................

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Sequenza 3..............................

1 Scrivi negli spazi accanto a ciascuna sequenza se si tratta di una sequen-za narrativa, descrittiva, dialogata o riflessiva.

2 Attribuisci a ciascuna sequenza un titolo scegliendolo tra quelli che ti proponiamo in disordine.Sequenza Il salvataggio di Agatha e Jack

Sequenza Il piccolo Jack

Sequenza Le riflessioni di Agatha

Sequenza Agatha e Jack in pericolo

Sequenza L’arrivo sulla spiaggia

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