OBIETTIVI 21 La salute della colonna...

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Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza L’età dell’accrescimento è una fase molto importante per il futuro stato di benessere della colonna vertebra- le; in questo periodo, infatti, si acqui- siscono e si strutturano le posture che faranno parte integrante e permanen- te del nostro modo di stare e di muo- verci (Fig. 1). La colonna vertebrale è una strut- tura molto complessa e in costante equilibrio assicurato da molti fattori come la conformazione delle verte- bre, le tensioni dei loro muscoli e le- gamenti, il peso del corpo, la tonici- tà dei muscoli addominali, l’attitudine psicologica ecc. Quando, per qualche motivo, l’equi- librio non è più ottimale, la colonna La salute della colonna vertebrale Cªpitºlº 21 OBIETTIVI Sapere quali sono i principali paramorfismi cos’è la scoliosi e come riconoscerla il ruolo dell’attività fisica nel mal di schiena Saper fare gli esercizi utili per i paramorfismi il test per riconoscere una scoliosi vera i movimenti che evitano i mal di schiena vertebrale si adegua sempre alle forze a cui è sottoposta, creando tuttavia scom- pensi e i cosiddetti “vizi del portamen- to” chiamati anche paramorfismi. Pressmaster - Fotolia

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Page 1: OBIETTIVI 21 La salute della colonna vertebraleedfisicacorradoguidi.files.wordpress.com/2014/07/salute.pdfFig. 1 La colonna vertebrale 210 Parte quarta: L’educazione alla salute

Fig. 1 La colonna vertebrale

210

Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza

L’età dell’accrescimento è una fase

molto importante per il futuro stato

di benessere della colonna vertebra-

le; in questo periodo, infatti, si acqui-

siscono e si strutturano le posture che

faranno parte integrante e permanen-

te del nostro modo di stare e di muo-

verci (Fig. 1).

La colonna vertebrale è una strut-

tura molto complessa e in costante

equilibrio assicurato da molti fattori

come la conformazione delle verte-

bre, le tensioni dei loro muscoli e le-

gamenti, il peso del corpo, la tonici-

tà dei muscoli addominali, l’attitudine

psicologica ecc.

Quando, per qualche motivo, l’equi-

librio non è più ottimale, la colonna

La salutedella colonnavertebrale

Cªpitºlº 21OBIETTIVI

Sapere quali sono i principali

paramorfi smi

cos’è la scoliosi e come

riconoscerla

il ruolo dell’attività fi sica nel

mal di schiena

Saper fare gli esercizi utili per i

paramorfi smi

il test per riconoscere una

scoliosi vera

i movimenti che evitano i mal

di schiena

vertebrale si adegua sempre alle forze a

cui è sottoposta, creando tuttavia scom-

pensi e i cosiddetti “vizi del portamen-

to” chiamati anche paramorfi smi.

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Fig. 2 Postura errata e corretta

Fig. 3 Controllo del gibbo

211

Capitolo 21: La salute della colonna vertebrale

ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO

Deviazione della colonna

vertebrale sul piano

frontale senza alterazioni

ossee delle vertebre.

I paramorfi smiI paramorfi smi sono piccole altera-

zioni della forma normale del corpo,

che si presentano durante l’età evo-

lutiva e facilmente confondibili con

patologie vere e proprie. La loro ca-

ratteristica principale consiste nella

possibilità di correggerli volontaria-

mente: se chiediamo a una ragazzo,

per esempio con un atteggiamento

scoliotico, di “stare dritto”, riuscirà a

rettifi care la posizione della sua co-

lonna vertebrale.

I paramorfi smi sono infatti causati

da posture errate e quindi potenzial-

mente correggibili (Fig. 2).

I paramorfi smi principali sono 1 l’at-

teggiamento scoliotico, il 2 dorso cur-

vo astenico, le 3 scapole alate, le 4 spalle anteriorizzate, il 5 piede piat-

to paramorfi co e il cosiddetto 6 abito

astenico, defi nito anche portamento ri-

lassato, che è una sommatoria di più pa-

ramorfi smi.

1 L’atteggiamento scoliotico è una

deviazione laterale della colonna ver-

tebrale vista sul piano frontale, rispet-

to al quale dovrebbe presentarsi dirit-

ta e senza curve. Questa deviazione è

riscontrabile in una radiografi a con la

quale si può anche valutare se i corpi

vertebrali sono privi di rotazioni delle

vertebre o modifi cazioni strutturali; in

questo caso non si tratta di dimorfi -

smo della scoliosi, ma di semplice at-

teggiamento scoliotico.

Esiste anche un altro sistema per di-

stinguere una scoliosi vera da un at-

teggiamento scoliotico: il controllo del

gibbo. Se una persona con un atteg-

giamento scoliotico si fl ette in avanti,

le due parti del dorso, divise longitudi-

nalmente dalla colonna vertebrale, ap-

pariranno alla stessa altezza (Fig. 3).

I dimorfi smi, invece, sono vere e pro-

prie patologie causate da alterazioni

strutturali delle ossa e non sono quin-

di modifi cabili (almeno volontaria-

mente).

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Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza

Nel caso di una scoliosi vera, invece,

una parte del dorso risulterà più ele-

vata dell’altra; questa diff erenza vie-

ne comunemente chiamata gibbo e

la sua entità (assieme all’angolo della

curva espresso in gradi) ne defi nisce

la gravità.

Gli esercizi utili per l’atteggiamento

scoliotico e le scoliosi vere leggere so-

no tutti quelli che mirano a potenzia-

re le percezioni posturali, a rinforzare

i muscoli addominali e dorsali (questi

ultimi con lavoro isometrico) e a mi-

gliorare la respirazione; sono quindi in-

dicati anche tutti gli sport nei quali la

corsa sia un elemento importante del-

l’attività.

Nelle scoliosi vere, anche se di lie-

ve entità, le fl essioni e, soprattutto, le

estensioni della colonna vertebrale,

sono invece sicuramente da evitare, in

quanto aggravano il movimento pa-

tologico di estensione intervertebra-

le il quale determina appunto la sco-

liosi vera.

2 Il dorso curvo astenico si manife-

sta con la curva dorsale della colonna

vertebrale più accentuata rispetto alla

norma.

Anche in questo caso, si può con-

fondere con un dimorfi smo che pre-

senta la stessa caratteristica.

Il test per distinguerli si eff ettua fa-

cendo fl ettere il ragazzo in avanti e,

dopo aver messo una mano sul dor-

so per fare opposizione, gli si chiede

di estendere il busto in alto: se la cur-

va sotto la mano si spiana vuol dire

che il dorso curvo è sicuramente pa-

ramorfi co, in caso contrario occorrerà

ricorrere a un medico per un’analisi

più approfondita.

Gli esercizi effi caci per il dorso cur-

vo astenico sono quelli che rinforza-

no i muscoli posteriori della colon-

na, mobilizzano la curva dorsale e mi-

gliorano la respirazione e la postura.

In questo caso, il nuoto sul dorso può

essere considerata un’attività partico-

larmente utile sul piano muscolare,

ma comunque da integrare in una ri-

strutturazione posturale.

Sono invece da evitare gli esercizi

mirati al potenziamento dei muscoli

addominali, nei quali (dalla posizio-

ne a terra) si porta il busto verso le

gambe o (dalla posizione in piedi) le

fl essioni in avanti del busto in quanto,

con queste manovre, la curvatura ci-

fotica si accentua.

3 Le scapole alate appaiono come

uno scollamento delle scapole rispetto

al dorso; questa condizione è abbastan-

za frequente nei soggetti magri e vie-

ne diagnosticata quando la parte inter-

na (mediale) e anche l’angolo inferio-

re della scapola si distaccano dalle coste

posteriori.

Gli esercizi usati per migliorare la

posizione delle scapole sono quelli

che rinforzano i muscoli che unisco-

no la parte interna e l’angolo inferiore

della scapola alle vertebre, principal-

mente i muscoli romboide e fasci me-

di e inferiori del trapezio (come ri-

portato nella parte del libro che tratta

la chinesiologia muscolare).

Questi esercizi possono essere spe-

cifi ci, ma si possono anche eff ettua-

re spinte in avanti, lanci di palloni, ar-

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Capitolo 21: La salute della colonna vertebrale

rampicate alla corda ecc. Occorre ri-

cordare che gli esercizi devono esse-

re sempre adeguati alle reali possibilità

dei muscoli, che uniscono la scapola al

torace, di poter sopportare il carico.

L’esercizio della “carriola”, spesso

usato proprio per migliorare le scapo-

le alate, è viceversa controindicato se i

muscoli non sono in grado di soppor-

tare un simile impegno; si può infatti

constatare che, durante questo eserci-

zio, sovente le scapole non si accostano

al torace ma, al contrario, se ne distac-

cano notevolmente.

4 Le spalle anteriorizzate risultano

posizionate più avanti rispetto alla

norma. In alcuni casi questo paramor-

fi smo è causato da particolari situa-

zioni psicologiche del soggetto, come

la timidezza delle bambine, all’inizio

della la pubertà, provocata dalla cresci-

ta del seno che cercano di nascondere

anteponendo le braccia, o dei bambi-

ni, più alti della media dei loro com-

pagni di classe, che tendono a piegarsi

per sembrare più bassi, o come la ten-

denza a “chiudersi” in se stessi ecc.

È quindi importante non solo un

rinforzo della muscolatura posteriore

della colonna vertebrale, ma soprattut-

to una rilevante rieducazione postura-

le mirata alla consapevolezza, all’accet-

tazione e all’apprezzamento della pro-

pria persona.

In questo quadro di rieducazione,

i cosiddetti “reggispalle” hanno sol-

tanto una funzione di mantenimento

meccanico. Si può essere in presenza

di anteriorizzazione delle spalle se il

soggetto, rilassato ed eretto, con i pie-

di uniti e in fase di espirazione pro-

fonda, presenta i palmi delle mani ten-

denti all’intrarotazione o intraruotati,

ovvero che guardano indietro.

Per valutare la gravità di una scoliosi, i medici ortopedici misurano

due elementi fondamentali: la curva e il gibbo.

La curva viene espressa in gradi (detti Cobb) e risulta

dall’incontro della retta passante per il bordo superiore

dell’immagine della vertebra neutra superiore con quella passante

per il bordo inferiore della vertebra neutra inferiore (la vertebra

neutra è quella che determina il passaggio dalla convessità alla

concavità della curva e risulta la più orizzontale).

Il gibbo è espresso in millimetri e si valuta mettendo una livella

sul dorso del soggetto (che è in piedi col busto fl esso in avanti) e

rilevando la diff erenza di altezza delle due parti della schiena.

Naturalmente, l’ortopedico deve valutare anche molti altri

elementi come l’età, lo sviluppo, la velocità di crescita ecc.

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Obiettivo su ...OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO La curva e il gibbo

Page 5: OBIETTIVI 21 La salute della colonna vertebraleedfisicacorradoguidi.files.wordpress.com/2014/07/salute.pdfFig. 1 La colonna vertebrale 210 Parte quarta: L’educazione alla salute

Fig. 4 Il piede piatto

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Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza

5 Il piede piatto paramorfico. La par-

te inferiore del piede presenta una

concavità nella sua parte interna e, se

noi guardiamo l’orma lasciata dai no-

stri piedi quando sono bagnati, possia-

mo notare che non tutto il piede toc-

ca terra: la parte che rimane sospesa si

chiama, infatti, “volta plantare” e con-

sente al piede di adattarsi alle asperità

del terreno e ammortizzare il peso del

corpo durante il cammino.

Quando nel piede piatto la volta

plantare si riduce, il piede non riesce

più a trasmettere le spinte adeguate al

suolo, l’ampiezza del movimento di-

minuisce e il cammino, ma soprattut-

to la corsa, diventano diffi coltosi.

Il piede si considera normale quando

da ⅓ a ½ della parte anteriore del piede

tocca terra, in caso contrario si distin-

guono vari livelli di gravità (Fig. 4).

Fino a sette anni circa, la struttura os-

seolegamentosa del piede è ancora in

formazione e quindi è possibile uti-

lizzare esercizi fi sici per i gradi me-

no elevati di piattismo: loro scopo è

tonifi care i muscoli (essenzialmente il

muscolo peroneo lungo) che tendono

la volta plantare, favorirne la forma-

zione e migliorare la percettività sen-

soriale.

È quindi utile camminare scalzi, sta-

re in punta di piedi (a condizione di

sollevare molto i talloni e spingere il

peso verso la base dell’alluce) e man-

tenere la posizione seduta sui talloni

per più tempo possibile (con i talloni

che si toccano fra loro).

Il classico esercizio di cammina-

re sui talloni con le dita dei piedi che

stringono delle matite mette in for-

te tensione il muscolo tibiale anterio-

re; poiché da studi anatomici, e anche

da semplici osservazioni, è stata dimo-

strata l’azione fortemente piattizzante

di questo muscolo, l’esercizio indicato

prima, anche se descritto in molti te-

sti, sembra sconsigliabile.

III III

Istmº

Tªllºne

ªnteriºre

Tªllºne

pºsteriºre

“Vuºtº” dellª

vºltª plªntªre

Livelli di grªvità

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Fig. 5 Posizione delle ginocchia

215

Capitolo 21: La salute della colonna vertebrale

6 L’abito astenico. Come detto, il por-

tamento rilassato rappresenta un insie-

me di più paramorfi smi, ed è caratte-

rizzato dall’evidente sbilanciamento

della colonna vertebrale che dà l’im-

pressione di “appoggiarsi” sul bacino;

questa instabilità determina uno squi-

librio laterale (atteggiamento scolioti-

co), indietro (atteggiamento cifotico)

o in avanti (atteggiamento lordotico)

del rachide, accompagnato dai neces-

sari aggiustamenti delle spalle e delle

scapole. Se inoltre è presente un piede

piatto, anche le ginocchia assumeranno

una posizione non corretta (Fig. 5).

Gli esercizi utili per l’abito astenico

sono tutti quelli che rinforzano l’or-

ganismo in genere, meglio se svolti at-

traverso un’attività piacevole e diver-

tente; sono quindi adatte tutte le atti-

vità sportive, in particolare quelle pra-

ticate all’aperto e in compagnia.

Occorre comunque tener presente

che, specialmente in questo caso, oc-

corre non solo rinforzare muscoli e

legamenti, ma aumentare la fi ducia in

se stessi e la motivazione all’attività in

genere.

La scoliosiLa scoliosi è una deviazione latera-

le della colonna vertebrale causata da

una iperestensione intervertebrale

che porta il rachide a proiettarsi pri-

ma in avanti (formando un’ampia

lordosi) e poi lateralmente; gli studi

più accurati di questa patologia, infat-

ti, evidenziano che l’80% della devia-

zione scoliotica si produce in avanti, e

solo il 20% di lato.

La radiografi a di una scoliosi mo-

stra le apofi si spinose delle vertebre

spostate lateralmente rispetto alla li-

nea mediana e, spesso, una modifi ca-

zione dei corpi vertebrali; la curva si

può inoltre presentare con la conves-

sità a destra, a sinistra, a forma di “S”,

e situata a livello cervicale, lombare o

dorsale.

Il gibbo, che si manifesta nella fl es-

sione avanti del busto, è provocato

delle vertebre che, spostandosi in mo-

do irregolare a causa della loro rota-

zione, trascinano le coste dalla parte

della convessità della curva.

La grande maggioranza delle sco-

liosi è di lieve entità e non si aggrava

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216

Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza

molto nel tempo, ma una piccola par-

te evolve rapidamente e causa rilevan-

ti deformità del torace.

Nelle femmine, colpite per più

dell’80% circa da questa patologia, il

periodo di maggior aggravamento

inizia con lo sviluppo e termina con il

completarsi dell’ossifi cazione del ba-

cino; anche nei maschi il periodo cri-

tico è sempre legato allo sviluppo.

Poiché le cause della maggioranza

delle scoliosi sono sconosciute, non si

può imputare la malattia a un atteg-

giamento scorretto, agli zainetti trop-

po carichi, a un particolare tipo di

sport o al modo in cui si sta seduti, an-

che se è vero che le situazioni elenca-

te possono costituire delle aggravanti

alla patologia che si è istaurata.

Occorre quindi prestare attenzione

all’attività fi sica che si svolge, evitando

esercizi o movimenti che prevedano

fl essioni e soprattutto estensioni del-

la colonna, ma non rinunciando a es-

sa, specialmente se si tratta delle lezio-

ni di educazione fi sica che non hanno

un fi ne esasperatamente agonistico e

sono sempre condotte da professioni-

sti dell’attività motoria.

Il mal di schienaLa colonna vertebrale (detta anche ra-

chide) è una struttura particolarmen-

te robusta e complessa che sostiene

il nostro corpo e protegge il midollo

spinale al suo interno; è formata da 24

vertebre poste una sopra l’altra, unite

fra loro da articolazioni, muscoli e le-

gamenti.

Tra una vertebra e l’altra esiste una

struttura, chiamata disco interverte-

brale, che ha lo scopo di ammortiz-

zare e distribuire uniformemente le

forze che caricano la colonna.

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Capitolo 21: La salute della colonna vertebrale

Vista di fronte, la colonna si presenta

rettilinea mentre, osservata di fi anco,

mostra una serie di 3 curve, chiama-

te lombare, dorsale e cervicale, che

la rendono allo stesso tempo più forte

ed elastica.

Purtroppo si rivela anche un com-

plesso facilmente esposto a dolori e pa-

tologie. Infatti circa l’80% delle perso-

ne, nell’arco della vita, subisce almeno

un episodio di mal di schiena e que-

sta è la causa, nel mondo, della perdita

del maggior numero di ore di lavoro;

inoltre patologie come scoliosi, dorso

curvo (nei giovani), discopatie, artro-

si, ernie discali ecc. (negli adulti) sono

estremamente diff use e spesso motivo

di forti preoccupazioni.

L’attività fi sica svolge un ruolo fon-

damentale nella prevenzione dei do-

lori del rachide; infatti la maggior par-

te di essi è causata da posizioni scor-

rette, da tono ed elasticità muscolare

scarsi, movimenti errati nel lavoro e

Le cartelle scolastiche pesano decisamente troppo e,

nonostante i numerosi e svariati tentativi di alleggerirle,

è diffi cile conciliare le richieste di una didattica più

complessa con l’ingombro che queste determinano.

Viene quindi da chiedersi quali danni può causare

un peso di alcuni chili sulle spalle di un organismo in

evoluzione.

A questa domanda ha tentato di rispondere una

recente ricerca evidenziando che, negli studenti della

scuola media, uno zainetto di 8-9 chili di peso può

provocare mal di schiena nei soggetti più sedentari e

deboli, mentre quelli che praticano una suffi ciente attività

motoria sopportano meglio il carico degli zaini.

LeLeLeL ccararteteteelle e e scscscscolololo asasasa tititit chchc e e pepesasanono ddececisisamammeeente troppo ee,

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mootototoriiriaa sososoopppppporororortatataanono mmegeglilio o o ililil c c ccarararicii o o o dedededeglglglgli i i zazazaz innni.i.i

Obiettivo su ...OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO Il peso delle cartelle

a casa, tutte condizioni che si posso-

no migliorare con la conoscenza della

colonna vertebrale e l’apprendimento

delle giuste abitudini di vita.

È importante sapere che il 90% dei

mal di schiena regredisce entro 1 me-

se dalla manifestazione del dolore an-

che senza aver eff ettuato alcun tipo di

trattamento. Spesso, però, si possono

avere altre ricadute e, per questo mo-

tivo, è importante apprendere e appli-

care quelle tecniche che consentono

di ridurre al minimo le sollecitazioni a

cui è esposto il rachide.

La posizione seduta (che in genere

teniamo) deve essere più corretta pos-

sibile, dato che è molto faticosa per

la colonna vertebrale. Occorre innan-

zitutto usare una sedia con un’altez-

za tale che ci consenta di mantenere

le anche e le ginocchia fl esse a 90°,

con un sedile non troppo lungo e uno

schienale suffi ciente per la parte lom-

bare e dorsale della schiena. Dobbiamo

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218

Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza

sederci portando indietro il bacino in

modo da farlo appoggiare allo schie-

nale e ricreare la curva lombare che,

altrimenti, scomparirebbe aff aticando

l’intera colonna (Fig. 6a); per leggere e

scrivere conviene inclinare il busto in

avanti e appoggiare i gomiti sul tavolo.

Tuttavia anche la migliore posizione,

se tenuta a lungo, aff atica la schiena,

per cui è importante muoversi, cam-

biare posizione (anche se non corret-

ta) e alzarsi spesso.

In automobile occorre regolare il

sedile in modo da sedere con la parte

lombare della colonna appoggiata e po-

ter premere a fondo i pedali senza muo-

vere il bacino; il sedile deve essere incli-

nato in modo che l’altezza delle spalle

sia poco al di sotto della parte superiore

del volante, per poterlo così impugnare

con le braccia fl esse (Fig. 6b).

Dovendo guidare per lungo tempo,

occorre comunque fermarsi ogni tan-

to per scendere e muoversi un po’.

Stare in piedi a lungo tende ad au-

mentare la curva lombare e ad aff a-

ticare la colonna; ogni tanto è quin-

di utile ridurre la curva lombare por-

tando in dentro la pancia e fl ettendo

leggermente le ginocchia. Anche in

questo caso è importante muoversi e

cambiare spesso posizione.

Occorre poi:

prendere l’abitudine di piegare le

gambe invece di fl ettere la schiena;

tenere i pesi da sollevare il più pos-

sibile vicino al corpo;

portare una gamba in avanti quan-

do si deve mantenere la posizione col

busto inclinato.

L’attività motoria, oltre a rinforzare le

ossa e a migliorare la tonicità dei mu-

scoli della colonna vertebrale, aumen-

ta la produzione di endorfi ne, antido-

lorifi ci prodotti naturalmente dall’or-

ganismo stesso.

Fig. 6 Posizioni corrette

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Page 10: OBIETTIVI 21 La salute della colonna vertebraleedfisicacorradoguidi.files.wordpress.com/2014/07/salute.pdfFig. 1 La colonna vertebrale 210 Parte quarta: L’educazione alla salute

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1 Cosa avviene durante l’età dell’accrescimento?

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2 Cosa avviene se la colonna vertebrale perde il suo equilibrio?

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3 Cosa sono i paramorfi smi e come si riconoscono?

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4 Descrivi l’atteggiamento scoliotico e gli esercizi da fare e da evitare.

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5 Descrivi il dorso curvo astenico e gli esercizi da fare e da evitare.

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6 Descrivi le scapole alate e gli esercizi da fare e da evitare.

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7 Descrivi le spalle interiorizzate e gli esercizi da fare e da evitare.

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8 Descrivi il piede piatto paramorfi co e gli esercizi da fare e da evitare.

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9 Descrivi l’abito astenico e gli esercizi da fare e da evitare.

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10 Parla della scoliosi.

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LA SALUTE DELLA COLONNA VERTEBRALE

Età di accrescimento − squilibri − scompensiColonna vertebraleColonna vertebrale

Rispondi alle seguenti domande

1 Atteggiamento scoliotico 2 dorso curvo astenico 3 scapole alate

4 spalle anteriorizzate 5 piede piatto paramorfi co 6 abito astenicoParamorfi smiParamorfi smi

Deviazione laterale − iperestensione vertebrale − tipi di curva e livello − gibbo − evoluzione − cause − attività motoriaScoliosiScoliosi

Struttura colonna vertebrale: 24 vertebre − muscoli e legamenti − disco intervertebrale − 3 curve

Evoluzione: 90% regredisce entro 1 mese − ricadute

Posizione seduta: posizione faticosa − posizione corretta − movimento

In automobile: regolazione posizione − fermarsi e muoversi

In piedi: ridurre curva lombare − piegare gambe − pesi vicino al corpo − gamba avanti

Mal di schienaMal di schiena