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Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO Anno 55 - Aprile/Giugno - “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Torino” nr 2/2011 Taxe perçue - Tassa riscossa - Torino CMPNord “Il cuore di Maria batte forte d’amore per noi, suoi figli. Ci difende. Ella è tesoriera delle grazie” Beato Luigi Boccardo

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Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO

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Fiamma di Carità2

Anno 55 - Aprile/Giugno - “Poste Ita-liane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2,DCB Torino” nr 2/2011

Direttore responsabile: canonico Carlo VallaroEquipe di redazione

Questo bollettino si invia a tutti coloro che lo desi-derano: si sostiene con le libere offerte dei lettorisul c/c postale 00362103 specificando la causaledel versamento.Videoimpaginazione e stampa: Maja - Torino

Per testimonianze, relazioni di “grazie”, richieste di immagini, informazioni, biografie, abbonamenti a questo bollettino, critiche, consigli, articoli e qualsiasi tipo di corrispondenza

scrivere a:“Fiamma di Carità”“Fiamma di Carità”

presso Suore Povere Figlie di San Gaetanovia Giaveno 2 - 10152 TorinoTel. - Fax 011.851.567

E-mail: [email protected] in allestimento:

www.suoresangaetano.it

San Gaetano Thiene

Fiamma di Carità

FVD - Mamma, perchè piangi? pag. 3La nostra Madre scrive... « 4Persone nuove in Cristo « 7Signore, da chi andremo? « 9I Santi, presenza trasformante del Cristo Risorto « 16Serva di Dio Madre Gaetana Fontana « 21

RaccontiniIl piano « 23Il ritratto del Re « 23

CronacaIl valore della Sua Presenza « 24Una settimana da ricordare piacevole, divertente « 25Festa di San Giovanni Bosco « 27

MissioniVISITA CANONICA- Brasile - Candido Mota « 29- Ecuador - Azogues « 33- Argentina - Maximo Paz « 34Montottone campione d’inverno « 36Eccomi, Signore! « 37

L’epistolario di Madre Gaetana « 42

Accendi anche tu una fiamma di carità - Amici dei Beati BoccardoPiccoli gesti dì amore « 45

Ricordiamo nella preghiera « 46

Sommario

Immagine di copertina:Madonnina del Bosco, Sorelle della Misericordia, di Pergine (TN)

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Fiamma di Carità 3

FIAT VOLUNTAS DEI

Avevo 20 anni. Secondo anno di teolo-gia, Seminario di Torino, in Via xx Set-tembre. Dal cortile la voce del portinaio michiama: “Vallaro. Una signora tiaspetta!”Scendo. Quella signora era mia madre.“E' successo qualcosa?” domando.Mamma non risponde. Mi stringe af-fettuosamente in un lungo abbraccio.Il silenzio continua. Ora, piango an-ch'io. Qualcosa mi dice di non insistere.Solo dopo molti anni, essendo mammamorta, trovai nei suoi ricordi un fogliodattiloscritto. Affidava a quel fogliotutto quanto non mi aveva detto.Erano solo parole, ma non le avrei maicambiate per tutto l'oro di questomondo.Erano le parole silenziose di un amoreche non si arrende. A tanto arrival'amore di una mamma. E MARIA nonè una Mamma? La nostra Mamma?Ecco i messaggi della Madonna. Eccole sue lacrime di Siracusa. Parole silen-ziose, di un amore che non si arrende,per l'amore che porta a noi, suoi figli.

Don Carlo Vallarodirettore

“Mamma, perché piangi?”

Statua venerata nella Parrocchia di GesùCrocifisso e Madonna delle Lacrime.

Via Giaveno, 39 - Torino

“Le lacrime sono le ultimeparole silenziose di un amore

che non si arrende.

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PPiiccccoollee SSoorreellllee GGaaeettaanniinnee,, ccaarriissssiimmii AAmmiiccii ddeeii BBeeaattii BBooccccaarrddoo,,

Fiamma di Carità4

HA CAMBIATO LA STORIA

Ho avuto anch'io la gioia di es-sere là, in mezzo all'immensafolla, in San Pietro, la domenica1° maggio di questo 2011, a lo-dare Dio per il grande dono delPapa Giovanni Paolo II.Sensazioni meravigliose, esplo-sioni di gioia, mentre quel voltosereno, furbo, audace, venivascoperto e offerto al mondoquale esempio di uomo riuscito.Roma è stata invasa da pelle-grini di tutto il mondo, quasicome un appuntamento a cuinon si poteva mancare. Qual è il segreto di questoPapa, che ha dato un voltonuovo alla storia? Credo chenessuno come lui ha saputo ar-monizzare umanità e spiritua-lità.

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Era un uomo innamorato di Dio,pazzo d'amore per Lui.Lo scopriva presente come il “Vi-vente”, il “Dio-con-noi”. Ne facevaesperienza ogni giorno, e dai suoiocchi, dai suoi gesti, traspariva l'in-

tima comunione col suo Signore.Per questo, come Gesù, “passò sa-nando e beneficando tutti... perchéDio era con lui”, proprio come Gesùche, sulle strade del mondo, ha sol-tanto gettato amore. L'amore è la vi-tamina più potente del mondo, unamore che comincia dai piccoli gesti:un sorriso caldo, una carezza, un in-teressamento, un “abbassarsi” allapersona che ti sta davanti, cercando diintuire le sue esigenze. Quanto è significativo e toccante quelgesto che ha riempito i nostri occhi,quando Giovanni Paolo II ha coperto,quasi scherzando, col suo mantorosso, il bambino presente al-l'udienza!A nessuno di noi è tolta la capacità diamare. E' certo che, chi possiede que-st'arte, stupisce, fa sussultare, gioire,proprio come ha fatto il Papa.Egli sapeva dove attingere tale capa-cità. E la viveva con una naturalezza

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che ha fatto scattare, nel cuore di tutti,un'incredibile bellezza: quella bel-lezza a cui tutti siamo chiamati, di es-sere viventi proprietà del Signore.Questa è la santità.Significativa è stata una brevissimaintervista ad una signora. “Quelli sonolà che fanno la guerra, noi siamo qui aringraziare Dio per un Papa che hacambiato la storia”.Già, proprio così. Un Papa che ha vis-suto l'orrore della guerra e che ha gri-dato: “Mai più la guerra!”, oggi è quia dirci che, se si vuole, c'è un altromodo per vincere, ed è l'AMORE.Nel mio lungo lavoro nella scuola, unepisodio mi accompagna come unfaro. E' stato proprio Andrea a dirmi:c'è sempre un rimedio per ogni situa-zione. Lo avevo richiamato a svolgere

bene il suolavoro. Ur-tato dal miorichiamo, siera alzato discatto, ar-rabbiato, edera uscito diclasse.Dopo pochiminuti rien-tra, quasicome sfida,e mi pre-senta la matitaspezzata in più parti. Lo guardo e, senza manifestare il mioturbamento, gli dico: “Andrea, ora va'e ricostruiscila!” Impossibile, lo sa-pevo bene. Anche Andrea lo sapevabene. Dopo alcuni minuti rientra contre fiori in mano, e mi dice: “E' perfarti felice!”. La semplicità e l'innocenza di unbimbo, mi sono state di esempio percapire che non esiste situazione chenon abbia soluzione. Proprio come ilPapa che oggi noi chiamiamo Beato, eche con quel volto pieno di luce, dicea te, dice a me: “Anche tu puoi far-cela! Anche tu puoi cambiare la storiase scopri il segreto dell'amore.”.A tutti, il mio cordiale saluto.

Con stima, Suor Teresa Ponsi,

Madre

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“Persone nuove in Cristo” è stato iltema del 58° Convegno Nazionaledell’U.S.M.I. svolgosi a Roma dal 27al 29 aprile 2011 al quale ho parteci-pato con grande interesse.Padre Marko Rupnik sj, ha guidato laprima giornata con profonde rifles-sioni.La vita religiosa, ha sottolineato, è unaesplicitazione della vita di Dio rice-

vuta nel battesimo, cioè amore. Dopoil battesimo infatti ci si riscontra fra-telli e sorelle, figli di Dio. Per questola vita religiosa, ha proseguito P. Rup-nik è caratterizzata da una triplice co-munione: Comunione con Dio-Padre(liturgia), Comunione con i fratelli(carità), Comunione con il creato (ilmondo-la Chiesa). Il percorso comunitario, è stato detto,

Persone nuove in CristoPercorsi di vita Comunitaria

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è possibile solo “da persone nuove”non da persone che seguono “l’uomovecchio”, è possibile solo a coloro cheveramente hanno rinunciato al male eche non tengono più conto del male ri-cevuto ma aderiscono totalmente allavita di Cristo.Noi abbiamo davanti un grande futurose cercheremo di far vedere come ra-giona “una vita nuova”, una vita re-denta da Cristo.Molto coinvolgente è stata anche lalectio divina proposta da Suor GraziaPapola (Biblista): “Costruire la frater-nità: la storia di Giuseppe e dei suoi

fratelli” (Gn 37).La fraternità, ha sottolineato SuorGrazia, viene riscoperta, viene vissuta,quando non si guardano più le colpe,le divisioni del passato con spirito dirivendicazione, di gelosia, di vendetta,di concorrenza, ma si ha la capacità diguardare insieme al futuro, quando siha la capacità di accettare che un miofratello possa essere amato più di me,quando sono capace di dare la mia vitaper un fratello amato più di me.Il perdono e la fraternità sono possi-bili all’interno della prova. E’ propriola prova (Gn 45, 14-15) che fa emer-gere e che costruisce la fraternità inmodo autentico.Ringrazio di cuore Dio per la possibi-lità che ci viene data ogni anno, di ap-profondire grandi temi che incidononella nostra vita e per una svolta perle Comunità. E’ davvero bello ritro-varsi con tutte le Madri Generali e, in-sieme, cercare le strade su cui Dio civuole condurre.

M. Teresa Ponsi

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La Celebrazione del XXV CongressoEucaristico Nazionale di Ancona av-verrà dal 3 all’11 settembre 2011.Alcuni temi: l’Eucaristia nella vita quo-tidiana, Pane di Vita per il mondo del la-voro, degli affetti, nella politica, nellasocietà, anche nelle situazioni di diffi-coltà e fragilità; Pane del cammino sto-rico dei credenti e fermento di novità pertutti gli aspetti del vivere umano. GesùEucaristia è la Luce, la Vita, lo Specchiodi tutti i Santi. Ecco alcuni Pensieri eu-caristici dei nostri Beati Fondatori, Gio-vanni Maria e Luigi Boccardo e dellaServa di Dio Madre Gaetana, che ci pre-parano al grande evento ecclesiale.

Il Beato GiovanniM. Boccardo.“La Divina Euca-ristia dev’esseretutta la nostravita, la nostra gloria

ed ogni nostro bene e tesoro” (Daisuoi Scritti, Vol. 8, Prediche ai Semi-naristi, pag. 117)“Ah, che un quarticello d’ora pas-sato ai piedi del Tabernacolo valeassai più che qualunque piacere,qualunque consolazione si possa go-

dere sopra la terra. S’impara assaipiù e s’acquista assai più ai piedi diGesù in Sacramento che non suilibri e nelle conversazioni. Venitedunque ogni giorno a visitare GesùSacramentato: lo richiede il vostrovero interesse” (Dai suoi Scritti, Vol.8, pag. 115).

“Gesù qui, dal Tabernacolo, il Soleche illumina tutto il mondo, è l’Au-tore di tutta la nostra santità, è ilfonte dove dobbiamo attingere laforza per combattere contro il male(...) (Dai suoi Scritti, Vol. 8, pag. 122).

“Venite ogni giorno ai piedi di Gesù,che è il più grande Amico che ab-biamo. Venite da Lui con tutta sem-plicità, (...) parlategli come se lovedeste in persona, poiché infine, èil cuore che Gesù vuole, l’omaggiodel cuore” (Dagli Scritti del B. Gio-vanni Boccardo, Vol. 8, pag. 127).

“Che fa Gesù in questo Taberna-colo? Egli non solo sta qui per noi,pensa a me, ad ognuno di voi, pregacontinuamente per ognuno di noi esi offre continuamente all’Eterno

Signore,da chi andremo?

Il Pane e la Vita

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Padre” (Cfr. dai suoi Scritti, Predicheai seminaristi, Vol. 10, pag. 24)

“Gesù dal suo Tabernacolo ciguarda. Ma se fu così buono con laSamaritana, che non farà con noi,se pensiamo a Lui, veniamo per te-nergli un po’ di compagnia ed of-frirgli i nostri omaggi, tutti gliaffetti del nostro cuore?” (Cfr Daisuoi Scritti, Vol. 13, pag. 171).

“Che cosa passi nel cuore del Sa-cerdote di vita interiore ai piedi delTabernacolo, in quelle ore silenziosecon nessun altro testimonio che lafiammella della lampada e gli An-geli che stanno in adorazione at-torno al S. Tabernacolo?! E’ dove siconcepiscono i grandi progetti digloria di Dio e salvezza delle anime,dove si maturano le più generose ri-soluzioni” (Dai suoi Scritti, Vol. 7,pag. 141).

“La S. Comunione è medicina atutti i nostri mali. Siam freddi? EGesù è tutto fuoco e amore. Siamsuperbi?... E l’umiltà di Gesù nelSacramento, ci farà amar l’umiltà.Siamo tiepidi e negligenti?... EGesù, venuto nel nostro cuore, ciscuoterà a far grandi cose per Lui.Siam nelle tenebre? E Gesù nellaComunione è la nostra luce che ci il-lumina” (Dai suoi Scritti, Vol. 16,pagg. 111-112).

Il Beato Luigi Boc-cardo.“Io sono statocreato a bellaposta e unica-mente per la SS. Eu-

caristia. Per essa dunque,debbo vivere, pensare, operare!L’Eucaristia è la mia ragion d’es-sere... Tutto il mio essere, anima,corpo, interno ed esterno, deve esi-stere solo per Gesù nella SS. Euca-ristia; quindi, un contegno esternoimprontato tutto a questo pensiero:la SS. Eucaristia. E che lo facciasempre venire in mente a chi mivede, mi parla e mi sente” (Relatio,Voto II, pag. 23).

“Sarà sempre cosa sommamentegioconda al mio cuore il sospenderealquanto le mie preoccupazionigiornaliere per ritirarmi ai piedi delmio Sacratissimo Signore e SposoGesù...” (Informatio, pag. 53).

Padre Garello Antonio, Missionariodella Consolata, in una lettera così siesprime:“... ho sempre avuto nella mente enel cuore la profonda fede in GesùSacramentato che il Servo di DioLuigi Boccardo manifestava inmodo particolare quando predicavaall’altare dove si trovava il Santis-simo Sacramento. Gesù Eucaristiaera per Lui così presente, vivo e

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vero nel Tabernacolo vicino, chesembrava che lo vedesse: qualchevolta parlava con Lui come unaPersona che si ha accanto...” (Infor-matio, pag. 54).

Madre Celina Nigra, 5^ Superioradelle Suore di S. Gaetano:“L’Eucaristia era la vita del Servodi Dio Luigi Boccardo. La sua fedegli faceva vedere nell’EucaristiaGesù vivo e vero; già nel suo mododi entrare i chiesa, di fare la genu-flessione, traspariva questo suo sen-timento profondo.A Pancalieri, per mezzodi una finestrina, potevavedere il Tabernacolodella cappella; ai Sacer-doti visitatori, facevasovente notare comefosse felice di comuni-care a tu per tu con

Gesù Eucaristia” (Informatio, pag.55).

Mons. Edoardo Bosìa, suo compagnodi Seminario:“Non ricordo di aver conosciuto unchierico più esemplare di lui intutto. Un fervore nella preghiera loanimava anche nella composizionedel corpo ed il volto, quasi sempreinfuocato, ben dimostrava tuttal’attenzione della sua mente ed ilfervore del suo cuore fisso in Dio, aLui nel S. Tabernacolo” (Informatio,pag. 88).

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Il servo di Dio Padre Ludovico Lon-gari, Sacramentino:“L’argomento che il Servo di DioLuigi Boccardo trattava più soventeera l’amore di Gesù Eucaristia. Inquesto io lo vedevo uguale al nostroBeato Padre Giuliano Eymard” (In-formatio, pag. 53).

Il servo di Dio Mons. Giovanni Batti-sta Pinardi, Vescovo Ausiliare di To-rino, amico del nostro Beato, inquanto suo Convittore al Convittodella Consolata in Torino:“La devozione eucaristica era per ilcanonico Luigi Boccardo una esi-genza personale e ne faceva oggettodelle sue conversazioni ai giovanisacerdoti. Nella celebrazione dellaS. Messa era edificante, così purenella preparazione e nel ringrazia-mento” (Informatio, pag. 53).

Mons. Gaudenzio Barlassina, Supe-riore generale dei Missionari dellaConsolata, che ben conobbe il BeatoLuigi Boccardo:“Nella preghiera adorante al SS.Sacramento rinnovava semprel’esempio della sua fede profonda,appassionata e gioiosa. La sua pre-ghiera non era mai un’abitudine,ma sempre un atto ricercato, desi-derato e vissuto pienamente” (Infor-matio, pag. 54).

Mons. Francesco Bottino, Vescovo

Ausiliare di Torino, che avvicinò ilCanonico Luigi Boccardo per dire-zione spirituale fin da chierico, af-ferma al suo processo informativodiocesano:“Il suo profondo amore verso la SS.Eucaristia traspariva dal suo am-mirabile contegno in chiesa: il suosguardo, sempre rivolto al Taberna-colo, la compostezza nello stare in-ginocchiato, la precisione nelgenuflettere. Per riverenza verso laSS. Eucaristia, quando predicavadall’altare non voltava mai le spalleverso il Tabernacolo. A Groscavalloerano notate le sue soste prolungatein adorazione al SS. Sacramento.Nella predicazione usava un parlaresemplice e confidenziale, che espri-meva il suo ardente amore versoGesù Eucaristico” (Informatio, pag.54).

La serva di DioM. Gaetana.Nulla si sa di pre-ciso circa la datadella sua prima Co-

munione. Quel giornola piccola Carlotta pareva un angelo. Cinquant’anni dopo, madre Gaetanarievocherà quel giorno in questi ter-mini: “Oh, come ricordo bene la miaprima Comunione” Oh, quel giorno...quel santo giorno...! Solo quello dellamia Professione religiosa lo eguagliain intensità di gioia... Gioia provata,

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non data a Gesù, perché non avevonulla di prezioso da donargli. Gli hodato me stessa... Fu lui a donarmitutto”.Il primo contatto col Pane vivo accesein lei una fame insaziabile di questocibo. Da quell’istante fortunato si ac-cese nell’animo della fanciulla un de-siderio ardentissimo di unirsi spessoal suo Dio!Era commovente ed edificante vederlaal mattino, prestissimo, accompagnareil fratello e padrino Nicolao allachiesa parrocchiale di Pancalieri, dicui egli era sacrestano.Nicolao preparava ogni cosa per laMessa. Lei, la fronte china in umile at-teggiamento, dimentica di tutto, cer-cava di abbellire con preghiere ardentiil suo cuore per l’Ospite divino.Poi, dopo la S. Messa, ancora pre-gando per via, ritornava a casa, ovecol lavoro e col silenzio, continuavaper lungo tempo il suo ringraziamentoa Gesù.Fin da ragazzina, Carlotta aveva unaspetto serafico dinanzi al SS. Sacra-mento. Al termine della Messa, il pie-vano (Beato Giovanni M. Boccardo)le dava una paterna raccomandazionee una benedizione, e Carlotta se netornava a casa.Alla sera, prima di andare a casa dallavoro, ella passa nuovamente inchiesa... che si faceva buia... Rifles-sioni e silenzio... Carlotta è l’ultima alasciare il SS. Sacramento, come de-

sidera il suo parroco.E ben presto Carlotta scopre cheGesù, presente e adorato nel SS. Sa-cramento, è presente nelle sue mem-bra sofferenti, nei poveri, come diceLui stesso nel Vangelo: “Avevo fame,avevo sete... ero malato... siete venutia visitarmi... l’avete fatto a Me” (Mt25,40). Gli ricambia la visita serven-doLo in questi fratelli in cui Egli amaidentificarsi.A quindici anni, Carlotta presta la suaopera all’Ospizio di Carità di Panca-lieri, fondato nel 1884 dal suo par-roco, il beato Boccardo, in favore deipoveri, malati, abbandonati, rimastisoli in paese dopo l’epidemia di co-lèra.“In ginocchio, davanti ai poveri”, di-ceva e faceva per primo il pievanoBoccardo – perché nei poveri c’èGesù, è Lui che soffre in loro: i poverivanno serviti in ginocchio, come da-vanti al SS. Sacramento”.E Carlotta con alcune generose gio-vani della parrocchia, diventate leprime suore “Povere Figlie di SanGaetano”, dal 1886 servirà a tempopieno i poveri “in ginocchio”, con lostesso spirito di fede con cui andavaad adorare Gesù nella SS. Eucaristia;prestava loro i più umili servizi, la-vando loro letteralmente i piedi...come Gesù...Quando nel 1890 il fondatore, ilpievano Boccardo, cambierà ilnome alle sue prime Suore, Carlotta

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sarà chiamata “Madre Gaetana delSS. Sacramento”: un nome che è unprogramma di vita e di santità.La presenza di Gesù Eucaristia nellapovera casa dell’Ospizio di carità, èuna benedizione per madre Gaetana ele sue Sorelle. E’ bellissima l’imma-gine di queste giovani che malgradola stanchezza, vincono il sonno perdialogare col Signore nel corso dellanotte. Lì attingono la forza necessariaper superare ogni prova quotidiana.Ora si sentono complete: essere conGesù e con i poveri è tutta la loro vita.Passo dopo passo, si costruisce la Co-munità. Un momento impegnativo èquello del trasloco nella nuova casa.Nella nuova dimora ci si prepara adaccogliere Gesù Eucaristia. C’è unapiccola cappella, ossia un piccololuogo, povero come tutti gli altri, adi-bito ad oratorio e a custodia della SS.Eucaristia.Il compito di preparare una degna ac-coglienza a Gesù, Ospite Divino, è af-fidato proprio a Carlotta. Chi può direcon quanto amore, con quanta dedi-zione ella si dedicò a quella incom-benza?Si presenta semplice e bella, la cap-pellina, il giorno in cui Mons. Ri-chelmy, poi Cardinal Arcivescovo diTorino, si reca a benedirla e ad inau-gurare la custodia Eucaristica. Por-tando Gesù alla Comunitàdell’Ospizio, il Vescovo benedicequesto nuovo gioiello della Chiesa.

Carlotta e le altre Sorelle possono pri-varsi di tante cose anche necessarie,ma non della presenza di Cristo nelTabernacolo. Le gravi occupazioniquotidiane non consentono loro distare a lungo in adorazione. Il pievanoBoccardo, che è devotissimo del SS.Sacramento, concede allora alle gio-vani lunghe veglie notturne. A turno lediscepole trascorrono le notti in ado-razione in cappella. Vincono il sonno,felici di offrire questa prova di amorea Gesù.Dopo la benedizione della piccolacappella, madre Gaetana stessa rievo-cherà quelle ore con queste parole:“Eravamo povere, ci mancava ancheil necessario, ma avevamo con noiGesù, fonte di ogni bene. Le occupa-zioni giornaliere non ci permettevanodi tenerGli compagnia. Il Padre ciconcesse perciò di prolungare le no-stre visite durante la notte. Si trascor-revano così lunghe ore ai piedi diGesù Sacramentato. Dopo l’ora diadorazione, fatta per turno, si ripren-deva il proprio lavoro, e alla lucefioca della lampada si prolungava laveglia. Vicino al santo Tabernacolonon eravamo vinte né dal sonno, nédalla stanchezza. Eravamo felici didare a Gesù una testimonianzad’amore”.La pratica dell’adorazione notturna siprotrarrà per parecchi anni. Le suoresi alzavano per turno. Così ogni nottequalche “Povera Figlia di S. Gae-

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tano”, vegliava, scorta amorosa sulletrincee della Congregazione e dellaChiesa.In seguito, madre Gaetana nel 1932ebbe la gioia di vedere la nuova fon-dazione, per opera del fratello delFondatore (ora Beato), Luigi Boc-cardo: le suore non vedenti “Figlie diGesù Re”, ramo contemplativo dellesuore Gaetanine. La loro missione,nella Congregazione e nella Chiesa, èquella di essere le lampade accese eluminose, che illuminano, con la lucedella fede, coloro che vedono con gli

occhi del corpo, ma faticano a “ve-dere” le vie di Dio.Davanti a Gesù Sacramentato, nelSantuario di Gesù Cristo Re in Torinoo nella loro cappellina, giorno e nottesono le sentinelle del Re dei re, cheadorano, lodano, ne invocano l’infi-nita misericordia e la perenne inter-cessione presso il Padre, nell’amoredello Spirito Santo, per la Chiesa e pertutto il mondo.

(Dalle biografie di madre GaetanaFontana).

““CCoolluuii cchhee ssii nnuuttrree ddii CCrrii--ssttoo nneellll’’EEuuccaarriissttiiaa,, nnoonnddeevvee aatttteennddeerree ll’’aallddiillàà ppeerrrriicceevveerree llaa vviittaa eetteerrnnaa;; llaappoossssiieeddee ggiiàà ssuullllaa tteerrrraa,,ccoommee pprriimmiizziiaa ddeellllaa ppiiee--nneezzzzaa ffuuttuurraa,, cchhee rriigguuaarr--ddeerràà ll’’uuoommoo nneellllaa ssuuaattoottaalliittàà..

Beato Giovanni Paolo IIDa (Ecclesia de Eucharistia, 18)

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Fiamma di Carità16

Il 1° maggio 2011 un avvenimentomondiale è stato per noi tutti, cattolicie non, molto importante e degno di in-cidere nella storia di oggi: la beatifi-cazione di papa Giovanni Paolo II.Felici di avere, ora anche sancito dallaChiesa, un protettore e un modello,prima di tutto, di vita cristiana vissutanella misura “alta”, della santità, lo in-vochiamo e lo preghiamo di aiutarci araggiungere quella santità che anche anoi è riservata dal Battesimo.

Noi, suore “Povere Figlie di San Gae-tano”, abbiamo avuto l'immensa gioia,nel 1998, il 24 maggio, di avere avutobeatificato il nostro Fondatore, il beatoGiovanni Maria Boccardo, proprio dalnuovo Beato, il Papa Giovanni PaoloII, pellegrino a Torino per la solenneOstensione della S. Sindone. Con Gio-vanni M. Boccardo sono stati dichia-rati beati anche Madre TeresaGrillo-Michel, di Alessandria, e Te-resa Bracco, giovane martire di Acqui.

I SANTI, PRESENZA TRASFORMANTEDEL CRISTO RISORTO

La parola del Papa

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Fiamma di Carità 17

Torino, città di Santi, Beati, Venera-bili, Servi di Dio. Nel 2007 anche ilfratello del Beato Givanni M. Boc-cardo, il “Padre Luigi” come familiar-mente lo chiamiamo, è diventatoBeato, sempre a Torino, col Papa at-tuale, il Santo Padre Benedetto XVI.E la serva di Dio madre Gaetana Fon-tana è sulla via della santità procla-mata dalla Chiesa, quando sarà il suomomento.

La santità. Diamo la parola al PapaBenedetto XVI, che nell'udienza delmercoledì 13 aprile 2011, così di-chiarava: “Che cosa vuol dire esseresanti? Chi è chiamato ad essere santo?Spesso si è portati ancora a pensareche la santità sia una meta riservata apochi eletti. San Paolo invece, parladel gran disegno di Dio e afferma: “InLui (Cristo) Dio ci ha scelti primadella creazione del mondo per esseresanti e immacolati di fronte a Lui nellacarità” (Ef 1,4). E parla di noi tutti.

[…] La santità, la pienezza della vitacristiana, non consiste nel compiereimprese straordinarie, ma nell'unirsi aCristo, nel vivere i suoi misteri, nelfare nostri i suoi atteggiamenti, i suoipensieri, i suoi comportamenti. La mi-sura della santità è data dalla staturache Cristo raggiunge in noi, daquanto, con la forza dello Spirito

Santo, modelliamo tutta lanostra vita sulla sua.E' l'essere conformi a Gesù,come afferma san Paolo:“Quelli che egli da sempreha conosciuto, li ha prede-stinati a essere conformi al-l'immagine del Figlio suo”(Rm 8,29).E sant'Agostino esclama: “Vivasarà la mia vita tutta piena diTe” (Confessioni 10, 28).

Don Bosco

Beato Giovanni Maria Boccardo, Beata Teresa Grillo Michel,Beata Teresa Bracco.

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Fiamma di Carità18

Ma rimane la questione: Come pos-siamo percorrere la strada della santità,rispondere a questa chiamata? Possofarlo con le sole mie forze?La risposta è chiara: una vita santanon è frutto principalmente del nostrosforzo, delle nostre azioni, perché èDio, il tre volte Santo, che ci rendesanti, è l'azione dello Spirito che cianima dal di dentro, è la vita stessa diCristo risorto che ci è comunicata eche ci trasforma. Per dirla con il Con-cilio Vaticano II: “I seguaci di Cristo,chiamati da Dio non secondo le loroopere, ma secondo il disegno della suagrazia e giustificati in Gesù Signore,nel battesimo della fede sono stati fattiveramente figli di Dio e compartecipidella natura divina e perciò realmentesanti. Essi devono, con l'aiuto di Dio,

mantenere nella loro vita e perfezio-nare, la santità che hanno ricevuta”(Costituzione dogmatica Lumen Gen-tium, 40).

[...] Come può avvenire che il nostromodo di pensare e le nostre azionidiventino il pensare e l'agire conCristo e di Cristo? Qual è l'animadella santità? Di nuovo il Concilio Vaticano II pre-cisa: ci dice che la santità cristiananon è altro che la carità pienamentevissuta. “Dio è amore; chi rimane nel-l'amore rimane in Dio e Dio rimane inLui” (1 Gv 4,16).[…] Ma perché la carità, come unbuon seme, cresca nell'anima e vi frut-tifichi, ogni fedele deve ascoltare vo-lentieri la Parola di Dio e, con l'aiutodella grazia, compiere con le opere la

San Giuseppe Cafasso

Beati Giovanni Maria e Luigi Boccardo

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Fiamma di Carità 19

sua volontà, partecipare frequente-mente ai sacramenti, soprattutto al-l'Eucaristia e alla santa liturgia;applicarsi costantemente alla pre-ghiera, all'abnegazione di se stesso, alservizio attivo dei fratelli e all'eserci-zio di ogni virtù.

[…] Che cosa è essenziale?Essenziale è non lasciare mai una do-menica senza un incontro con il Cri-sto Risorto nell'Eucaristia; questo nonè un peso aggiunto, ma è la luce pertutta la settimana. Non cominciare enon finire mai un giorno senza almenoun breve contatto con Dio. E nellastrada della nostra vita, seguire gli “in-dicatori stradali” che Dio ci ha comu-nicato nel Decalogo letto con Cristo,che è semplicemente l'esplicitazionedi che cosa sia carità in determinate si-tuazioni; […] “indicatori stradali” chesono forme di carità. Perciò il vero di-scepolo di Cristo si caratterizza per lacarità verso Dio e verso il prossimo(Lumen Gentium 42).Questa è la vera semplicità, grandezzae profondità della vita cristiana, del-l'essere santi.Ecco perché sant'Agostino può affer-mare una cosa coraggiosa:”Dilige etfac quod vis”, “Ama e fa' ciò chevuoi”. E continua: “Sia che tu taccia,taci per amore; sia che tu parli, parlaper amore; sia che tu corregga, cor-reggi per amore; sia che tu perdoni,perdona per amore; vi sia in te la ra-

dice dell'amore, poiché da questa ra-dice non può procedere che il bene”(7,8:PL 35). Chi è guidato dall'amore,è guidato da Dio perché Dio è amore.Così vale questa parola grande: “Amae fa' ciò che vuoi”.

[…] Forse potremmo chiederci:Possiamo noi, con i nostri limiti, conla nostra debolezza, tenderecosì in alto?La Chiesa, durante l'Anno Liturgico,ci invita a fare memoria di una schieradi Santi, di coloro, cioè, che hannovissuto pienamente la carità, hannosaputo amare e seguire Cristo nellaloro vita quotidiana. Essi ci diconoche è possibile per tutti percorrerequesta strada. In ogni epoca della sto-ria della Chiesa, ad ogni latitudine

San Giuseppe Benedetto Cottolengo

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Fiamma di Carità20

della geografia del mondo, i Santi ap-partengono a tutte le età e ad ognistato di vita, sono volti concreti diogni popolo, lingua e nazione. E sonotipi molto diversi. […] Per me, nonsolo alcuni grandi santi che amo e checonosco bene sono “indicatori distrada”, ma proprio i santi semplici,cioè le persone buone che vedo nellamia vita, che non saranno mai cano-nizzate. Sono persone normali, percosì dire, senza eroismo visibile, manella loro bontà di ogni giorno vedo laverità della fede. Questa bontà, chehanno maturato nella fede dellaChiesa, è per me la più sicura apologiadel cristianesimo e il segno di dove siala verità.Nella comunione dei Santi, canoniz-zati e non canonizzati, che la Chiesavive, grazie a Cristo, in tutti i suoi

membri, noi godiamo della loro pre-senza e della loro compagnia, e colti-viamo la ferma speranza di poterimitare il loro cammino e condividereun giorno la stessa vita beata, la vitaeterna.

[…] Vorrei invitare tutti ad aprirsi al-l'azione dello Spirito Santo che tra-sforma la nostra vita, per essere anchenoi come tessere del grande mosaicodi santità che Dio va creando nellastoria, perché il volto di Cristo splendanella pienezza del suo fulgore. Nonabbiamo paura di tendere verso l'alto,che Dio ci chieda troppo, ma lascia-moci guidare in ogni azione quoti-diana dalla sua Parola, anche se cisentiamo poveri, inadeguati, pecca-tori: sarà Lui a trasformarci secondo ilsuo amore. Grazie.

Papa Benedetto XVISan Leonardo Murialdo

Beato Giuseppe Allamano

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Fiamma di Carità 21

“Dio, proprio Lui in persona, viene acercarci. Dio è Amore, dirà san Gio-vanni, è Lui che si muove per primo,perché chi ama si muove, e si muoveper primo. Dio viene a cercarci, stori-camente, infatti si fa uomo concreto.Gesù resta Dio ma si fa vero uomo. Dio viene per noi. E la persona che hacapito meglio di ogni altra il compor-tamento di Dio, è Maria. E' vero chequesto progetto scompiglia il normalecapire quotidiano: lei è promessasposa in modo vincolante a Giuseppe.Dio le propone di avere un figlio re-stando vergine. Maria resta confusa.Com'è possibile? Ma di fronte alle rassicurazioni del-l'Angelo, Ella resta sicura che è Dioche glielo chiede, si fida e accetta dicollaborare con Lui per tutta la vita.Maria appare a noi come la persona“accogliente”, Colei che accoglie Dioanche fisicamente. E con Cristo Dio,accoglie tutta l'umanità perché, comedirà san Paolo, Cristo è uno solo, Luiè il capo ma in un corpo non c'è caposenza le membra . Lei, Maria SS., èdiventata la Madre del Capo delCorpo che è la Chiesa, e quindi ne èanche la Madre delle membra, e nonsolo della Chiesa ma divenendo

Madre di Cristo, è Madre dell'umanitàintera da Lui redenta.Mi pare che anche la vostra confon-datrice, madre Gaetana del SS. Sacra-mento, Carlotta Fontana, ora Serva diDio, sia stata una donna “acco-gliente”. Nel giorno della sua primaComunione, ha lasciato scritto: “Hodonato me stessa a Gesù.... Fu Lui adonarmi tutto”. Fin da ragazza avevaquesto progetto ben chiaro nellamente e nel cuore: “Sarò tutta del Si-gnore”. Prima di essere una donazionedi tutta se stessa a Dio e ai fratelli,questa è stata per lei la risposta alla

Serva di Dio Madre Gaetana FontanaPancalieri, 25 marzo 2011. Commemorazione nel 76° della sua santa morteavvenuta il 25 marzo 1935 nella Celebrazione eucaristica presieduta dal

Rev.mo don Gabriele Camisassa, parroco di Casalgrasso (TO)

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Fiamma di Carità22

chiamata di Dio che si è fatto sentiredentro di lei, già dall'adolescenza, anzidall'infanzia, non importa quanti anniavesse: Dio sa come farsi sentireanche quando la persona è molto gio-vane. “E io sarò tutta del Signore”, ri-spondeva la piccola Carlottaall'amichetto che, giocando a “dire laMessa”, diceva che lui sarebbe statoprete, da grande. Ed ecco come risponde a questa chia-mata interiore del Signore. Adole-scente, quando il beato GiovanniMaria Boccardo le propone quella ri-chiesta sbalorditiva: “Verresti al-l'Ospizio a servire per sempre ipoveri, per amore di Nostro Si-gnore?”, lei accetta. E a 16 anni, leiche si è già donata totalmente a Dio, si

dona ora in modo totale ai fratelli; ac-coglie Dio, accoglie i poveri, sua im-magine, nella sua vita consacrandosial Signore nella vita religiosa, e saràtutta del Signore.Sappiamo che, dopo una vita spesaper servire Dio nei poveri e abbando-nati, quale “madre” di tutti, quandopercepisce che ormai la sua malattia ègrave, madre Gaetana è tormentata daun dubbio: quello di non aver fatto ab-bastanza e abbastanza bene.“Non nascondo che il pensiero di la-sciare questa terra mi è sommamentedoloroso – esclama. Come lei, anchenoi, che siamo fatti di carne ed ossa.“Mi rincresce quindi lasciarvi – con-tinua – e lasciare tutto, ma.... Sia fattala SS. Volontà di Dio!”. Per lei, la Volontà di Dio era tutto, erala vita, ed è proprio la sigla della vo-stra Congregazione: “F.V.D.”, Fiat Vo-luntas Dei, sia fatta la Volontà di Dio,come diceva il beato Giovanni MariaBoccardo: “Sì, Dio mio, quello chevuoi Tu, lo voglio anch'io!” e ancor dipiù: “Ti ringrazio, mio Dio, che nonva a modo mio!”.Come la Madonna, che dice: “Ec-comi, sono la serva del Signore: av-venga di me quello che hai detto”,ecco una frase di madre Gaetana Fon-tana:“Facciamo sgorgare dal nostro cuoreun “sì” libero e definitivo”.La propongo perché sia un po' il mottodella vostra e nostra vita.

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Fiamma di Carità 23

Raccontini

IIll rriittrraattttoo ddeell RReeUn giorno il Gran Re di Persia bandìun concorso fra tutti gli artisti del suovasto impero. Una somma enorme sa-rebbe andata in premio a chi fosse riu-scito a fare il ritratto più somigliantedel Re.

IIll ppiiaannooDurante l’Ascensione, Gesù gettòun’occhiata verso la terra che stavapiombando nell’oscurità. Soltanto al-cune piccole luci brillavano timida-mente sulla città di Gerusalemme.L’Arcangelo Gabriele, che era venutoad accogliere Gesù, gli domandò:“Signore, che cosa sono quelle piccoleluci?”.“Sono i miei discepoli in preghiera, ra-dunati intorno a mia Madre. E il miopiano, appena rientrato in cielo, è di in-viare loro il mio Spirito, perché quellefiaccole tremolanti diventino un incen-dio sempre vivo che infiammi d’amore,poco a poco, tutti i popoli della terra!”.L’Arcangelo Gabriele osò replicare:“E che farai, Signore, se questo pianonon riesce?”.Dopo un istante di silenzio, il Signoregli rispose dolcemente:“Ma io non ho un altro piano...”.

Tu sei una piccola fiaccola tremolantenell’immensità della notte.Ma fai parte del piano di Dio. E sei in-dispensabile.Perché non ci sono altri piani.

Giunse per primo un indù, con meravi-gliosi colori di cui lui solo conoscevail segreto; quindi un armeno, che por-tava una creta speciale; poi un egi-ziano, con scalpelli e ceselli mai visti ebellissimi blocchi di marmo.Infine, per ultimo, si presentò un greco,munito soltanto di un sacchetto di pol-vere. I dignitari di corte si mostraronoindispettiti per l’esiguità del materialeportato dal greco.Gli altri artisti sogghignavano: “Checosa può fare il greco con quel miserosacchetto di polvere?”.I partecipanti al concorso furono rin-chiusi per varie settimane nelle sale delpalazzo reale. Una sala per ognuno.Nel giorno stabilito, il Re cominciò aesaminare le opere degli artisti. Am-mirò i meravigliosi dipinti dell’indù, imodelli in creta colorata dell’armeno ele statue dell’egiziano.Poi entrò nella sala riservata al greco.Sembrava che non avesse fatto niente:con la sua polvere minuta si era limi-tato a smerigliare, levigare e lucidarela parete di marmo della sala. Quandoil Re entrò, poté contemplare la sua im-magine perfettamente riflessa.Naturalmente il greco vinse il con-corso.

Lo smeriglio dei giorni, lo scalpellodelle sofferenze e degli sforzi rivelanoin te la tua vera immagine.Autore: Bruno Ferrero - Da “La vita è tuttoquello che abbiamo”

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Fiamma di Carità24

C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

Da Torino, 27 febbraio 2011Le Figlie di Gesù Re (suore non vedenti contemplative) sono le pietre vivedel Santuario di Cristo Re, i Mosè oranti per la Chiesa e il mondo intero

Come il corpo ha bisogno dicibo per vivere, così l’animaha bisogno del nutrimento eu-caristico per sentirsi parteviva del progetto divino.Sappiamo che Gesù è veroDio e vero uomo, quindi èuna persona.Ma oggi come possiamo per-cepire e intravedere la presenza diGesù risorto?I discepoli stavano insieme a Lui in si-lenzio per ascoltarlo e ancora oggipossiamo, da bravi battezzati stare inascolto della Parola. Perciò nascespontanea questa domanda: i battez-zati ci sono e, allora, perché le chiesesono vuote?Quando si ha fame si va a mangiare.Quando si ha sete si va a bere. Se nonho fame e sete di Cristo, non ci sarà ilmio corpo lì in chiesa, per prendere ilsuo Corpo mistico.Siamo sazi... di tutto, tranne di Dio. Sazi di dottrine, di discorsi televisivi,di materie scolastiche, di internet emessaggi vari; sazi di ascoltare ma bi-sognosi d’essere ascoltati. Niente diciò può bastare a saziare la nostra

IIll vvaalloorree ddeellllaa SSuuaa PPrreesseennzzaa

fame di verità, di libertà, digiustizia e di carità. Abbiamotutto, non manca nulla, lamensa è pronta ma ci mancal’appetito.Vogliamo gustare la sua pre-senza? Facciamo spazio aCristo che arriva e parla nelsilenzio. Facciamogli spazio

nella nostra volontà, per ascoltare lasua volontà; facciamogli spazio neinostri pensieri, per sentire i suoi pen-sieri; facciamogli spazio nei nostrisentimenti, per avere i suoi sentimenti.Chi guarda Gesù Eucaristia è serenoe, se resta ben unito a Lui, fa star benepure chi gli sta a fianco.La testa è piena di cose e di problemimateriali? Incominciamo perciò a de-siderare le cose spirituali e la Vitaeterna nei cieli che sarà senza pro-blemi: “tutto posso, in Colui che mi dàla forza” (Fil. 4, 13). “Desiderate lecose del Cielo e non sarete portati asoddisfare quelle della carne”.

Maria Brancaccionovizia ComunitàFiglie di Gesù Re

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Fiamma di Carità 25

C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

Noi volontarie del Servizio Civile ab-biamo sempre desiderato di visitare lealtre strutture residenziali dell'IstitutoPovere Figlie di San Gaetano.Abbiamo creato un progetto moltofantasioso: Realizzazione di MuralesScrivere dei nostri pensieri sulle paretidella scala principale, e arricchirli ul-teriormente di allegri disegni. Così il 28/3/2011 iniziando da quelladi Chialamberto (valli di Lanzo),siamo partite per questa nuova espe-rienza. Siamo arrivate su in mattinata. È unacasa di riposo molto solare e colorata,L'atmosfera è molto accogliente, fa-migliare, direi, ed il posto davvero

TEMPORANEO CAMBIAMENTO DI SEDE PER LO SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO CIVILE: DESTINAZIONE???? TCHALÀMBERT!!!

Una settimana da ricordarepiacevole, divertente

spettacolareeeeee!!!!! Subito c'è un po' di diffidenza da partedegli ospiti. Ma durante la settimanaabbiamo avuto modo di conoscerli/emeglio e creare, con alcuni di loro unbel legame.Abbiamo conosciuto la direttriceLaura Peirolo, che ci ha accolto in una

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da spalla, poichè, avendo svoltol'anno precedente il servizio civile inquesta stessa struttura, ci ha spianatola strada; è stato per noi come il no-stro “angelo custode” che ci ha gui-date in questa nuova esperienza.Ringraziamenti anche alle suore checi hanno trasmesso molto e soprattuttoagli ospiti che ci hanno regalato tantisorrisi e storie che ricordiamo contanto affetto.Noi ragazze del servizio civile rin-graziamo tutto il gruppo di lavoro chesi è formato a Chialamberto e, che ciha permesso di realizzare tutto quelloche abbiamo fatto.

Dorotea e Margherita

maniera moltospeciale ed haavuto molta fi-ducia in noi dasubito; ci hamostrato cosavoleva creareper la casa di ri-poso e da li èpartita la nostra esperienza. Per noi è stata un'esperienza che ci hadato molto, e, abbiamo conosciutoospiti che ci hanno arricchito delleloro esperienze di vita.In questo modo, abbiamo potuto co-noscere anche un aspetto più “aperto”del servizio civile che, inoltre, ci hafatto apprezzare il lavoro di squadra.Un’esperienza da vivere, perché èmolto speciale, speriamo di averenuovamente occasione per tornare equindi approfondire la reciproca co-noscenza. Ringraziamo le persone che l'hannoreso possibile. Un grazie particolare aLaura Peirolo, e Marco che ci ha fatto

Fiamma di Carità26

C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

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Fiamma di Carità 27

C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

Il 31 gennaio ricorreva il 123° anni-versario della morte di Don Bosco,educatore e protettore della gioventù.In onore di questo Santo delle nostrecolline e che - nota dalle redazione -era grande amico del Beato Giovannimaria Boccardo, è stata celebrata unasolenne Messa dall'Arciprete donConti, ormai novantenne, ma ancorasempre impegnato e pieno di progetti,coadiuvato dal giovane e dinamico vi-ceparroco don Joseph, nella chiesaparrocchiale "Santi Secondo e Mat-teo". Numerosi i fedeli che hanno parteci-pato alla celebrazione Eucaristica edemozionante è stato il bacio della reli-

CRONACA DA MONTEGROSSO D'ASTI

FESTA DI SAN GIOVANNI BOSCO(31 gennaio 2011)

quia al termine della funzione. A con-dividere ed animare i vari momenticelebrativi, sono intervenuti molti gio-vani delle parrocchie di Montegrosso- Montaldo, così che le due comunitàsi sono unite in un'unica grande fami-glia e, con la freschezza dei loro anni,hanno portato una ventata di gioia edallegria, imitando S. Giovanni Bosco.In questo giorno, attraverso la fun-zione liturgica, abbiamo voluto ricor-dare questo Santo, che fu sia unesempio per i giovani sia un modellodi vita per tutti i cristiani. Nato a Castelnuovo d'Asti (ora Ca-stelnuovo don Bosco) nel 1815 daun'umile e religiosissima famiglia

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contadina, fin da ragazzo seppe usarele sue spiccate doti d'intelligenza perfare del bene e formare cittadini one-sti. Superando molte difficoltà, di-venne sacerdote e dedicò l'intera suaesistenza, senza risparmiarsi, all'edu-cazione dei giovani, specialmente deipiù poveri e abbandonati. Il suo me-todo educativo era basato su "Ra-gione, Religione e Amorevolezza".Egli fu il fondatore dei Salesiani e,con Madre Mazzarello, delle Figlie diMaria Ausiliatrice. Questo straordi-nario educatore di migliaia di giovani,continua ad esercitare su di loro unaforte attrattiva ed è meraviglioso sa-perli tutti uniti che condividono lostesso amore per lui. Nell'odierna società, attraversata inquesto periodo da momenti difficili edelicati, dobbiamo dare ancora più im-portanza agli esempi dei modelli posi-tivi, per poterli offrire alle nuovegenerazioni. Sull'esempio di donBosco, affinchè i giovani non si per-

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

dano in strade sbagliate, oltre allascuola e alla famiglia, sono molto utiligli oratori, da lui creati, dove si respiraun clima di gioia, allegria, crescita,amicizia e preghiera. Egli diceva : " L'unico scopo del-l'oratorio è radunare i giovani perfarli onesti cittadini e buoni cri-stiani". Preghiamolo dunque, affinchèsostenga il loro impegno in questa so-cietà, faccia sì che essi ascoltino le sueparole: " Vivete la vita cristiana cosìcome io l'ho praticata e insegnata a voi"e s'impegnino a seguire i due mezzi in-fallibili che il Santo suggeriva: acco-starsi con regolarità alla confessione ericevere frequentemente la comunionee amare la Vergine Santissima Ausilia-trice. Infine è doveroso ringraziare tuttii giovani che sono intervenuti ai fe-steggiamenti in suo onore, esortandolia scegliere don Bosco come modello eguida delle loro vita, affinchè li pro-tegga e guidi i loro passi verso Gesù.

Alessandra Gallo

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Fiamma di Carità 29

MISSIONIMISSIONI

Vorrei prendere ciascuna per mano, econdurla con me nel visitare le nostreComunità che sono sparse in AmericaLatina. Là, tante Sorelle stanno lavo-rando per il Regno, e stanno diffon-dendo la lieta notizia che Dio continuaad amare e ad aver cura del suo po-polo.Voglio fermarmi con voi alcuni istantiin ogni comunità e raccontarvi breviflash di quanto abbiamo sperimentato,Suor Rosanna Aghemio ed io, incon-trando le sorelle.

BBRRAASSIILLEECANDIDOMOTA(SAN PAOLO)La prima tappadel viaggio èstata la CasaRegionale diCandido Mota.

Ci ha accolte Suor HelenaLuduvico, la Madre Regionale che di-

SORELLE,venitecon me.

La Visita Fraterna della Madre in tuttele Comunità è voluta dalla Chiesa, eper questo è chiamata Visita Canonica.

VVIISSIITTAA CCAANNOONNIICCAAPPeerrccoorrssoo nneellll’’AAmmeerriiccaa llaattiinnaa ee iinnccoonnttrroo ddeellllaa MMaaddrree ccoonn llee CCoommuunniittàà..

nneellllee nnoossttrree MMIISSSSIIOONNII

rige con cura il grande complessoformatosi in tanti anni di Missione,grazie anche al lavoro intenso e gene-roso di Sorelle che sono passate lì eora sono già in cielo o a riposo in casaapposita.

IL NOVIZIATO

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Fiamma di Carità30

MISSIONIMISSIONI

Candido Mota è centro del Noviziato.Fin’ora, grazie a Dio, non è mai statovuoto. Lì si formano le giovani spe-ranze ed è un polo di attrazione pertutte le giovani che desiderano consa-crare a Dio la loro vita e donarsi ai bi-sogni dell’umanità

CRECHE (CASA DEL BAMBINO)Ben 204 bam-bini, dai 3mesi ai 4 anni,ogni giorno,frequentanoquesto luogoche è per lorola casa, lavita, il soste-gno per laloro crescita.La creatività

e la fantasia delle Suore,con gli aiuti di tanti benefattori, siaitaliani che brasiliani, ha permesso di

creare un ambiente sereno, bello, amisura dei bambini. Un giorno, unabimba, uscendo dalla scuola, saltel-lava tutta felice, battendo le manine ecanterellando: “Mamma, quanto èbella la nostra scuola!”.Dirige la scuola con molta compe-tenza, con precisione e passione, lacara Sorella Suor Selma CristinaMendez Silva, brasiliana e insieme aSuor Helena, si fanno carico dei pro-blemi, numerosi e grandi, di ogni fa-miglia e di ogni bambino. Entrandonella scuola, ve lo assicuro, si speri-menta un grande senso di pace e di se-renità.

ASILO (o RESIDENZA PER AN-ZIANI)Non manca proprio niente ai “pa-droni” di questa Residenza. Così vo-leva il nostro Beato Fondatore. “ipoveri sono i nostri padroni”, dicevaa noi, sue figlie. E lì, in quella Resi-denza che accoglie gli anziani più ab-bandonati, si respira un’aria di

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familiarità, di accoglienza, di atten-zione alle minime cose. Soprattutto,non manca ciò che è vita: dal sorrisoaccogliente delle suore alla delica-tezza di tutto il personale laico che la-

vora lì; dal mondo della natura cosìindispensabile per l’anziano che havissuto una vita immersa in essa: uc-celli, pulcini, cani, pappagalli, pavoni

e ora, persinoun bel cavallo

che, tran-quillo brucal’erba delgiardino fun-zionando da motofalciatrice. Non fanessuna meraviglia se te lo ritrovi neicorridoi, accarezzato dalle mani tre-manti e fragili degli Ospiti: Anche lui,

salvato da una situazione di miseria,quasi in fin di vita, recuperato e rista-bilito proprio nella residenza, è dive-nuto per tutti un simpatico“familiare”. Questo sì che si chiama“PEP-terapy” ! In questa Comunità la-vorano con infaticabile zelo, le SorelleSuor Helena Luduvico, Suor NicolettaAudrito, Suor M. Ines Rodriguez e faparte della Comunità, Suor Selma cheritorna, dopo il lavoro svolto con ibambini della “creche”. Piccola, bellaComunità di vita.

CASA REGIONALECANDIDO MOTAE’ la sede che accoglie le Suorequando arrivano dalle varie zone

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MINAS GERAIS – QUEM QUEM(ATTIVITA’ PASTORALI)

Dopo 30 ore diviaggio in pullman, eccoci nel lontanoMinas. Una piccola casa, in mezzoalle altre, in un paese povero mate-rialmente, ma ricco di valori. Le ca-rissime Sorelle Suor Maria das Graçasde Jesus Moreira, e Suor Angela Mar-cia Oliveira, con l’Aspirante Tania, cihanno comunicato la loro esperienzapastorale, lì, in quel paese dove il Par-roco va una volta al mese a celebrarei sacramenti. Come piccole apostole,le Sorelle sono vicine alla gente: visi-tano i malati e sofferenti, animano le

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ed è il luogo degli incontri annuali. Lericeve il materno sorriso di Suor He-lena, accompagnato dalla simpatia diSuor Graçinda Scaramboni, semprepronta alla battuta scherzosa e umori-stica, e dalla determinazione di SuorFatima Oliveira, l’unica che possiedel’arte dip a r l a r econ i pap-pagalli, dicapire illoro lin-guaggio edi sapersi far ascoltare da loro.In questa sede, c’è stato il raduno ditutte le Sorelle del Brasile. Insieme siè dato il via alla Visita Canonica ed èstato molto positivo l’incontro, perchéci si è rafforzate nella fede e nellagioia di appartenere a Cristo. Nuovoslancio e nuove energie positive perun cammino rinnovato.

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attività dei bambini e della gioventù,provvedono alla vitalità della chiesache, sebbene mezza diroccata, riescea contenere il popolo e ad essere pertutti, casa di preghiera. Interessante esimpatico anche il piccolo “parlato-rio” improvvisato per i colloqui per-sonali, che ha raccolto i segreti, lefatiche, le gioie e le speranze di questeSorelle.Momen t obello è statoanche l’in-contro conSebastian, ilfratello diSuor Ceci-

lia Pereira che ci ha accolto nella suacasa e ci ha offerto momenti piacevolidi gioia e di distensione.

VILA SONIANella grande città di San Paolo, lacasa è il punto di riferimento perquando si frequentano i Corsi nella

metropoli, ma anche per facilitare lepartenze di chi deve compiere i viaggiper l’estero. A poca distanza da Gua-ruglios, la casa permette una sosta edun rifugio per affrontare i lunghiviaggi. Accompagnate da Suor Helenae da Suor Nicoletta, da qui siamo par-tite per continuare il nostro percorsoverso la terra dell’Ecuador.

EECCUUAADDOORRAZOGUES(ATTIVITA’PASTORALI)Ad attenderciall’aeroporto diQuito, c’eranientemeno cheil Vescovo Mon-signor Carlos Altamirano, le Sorelle ele giovani Aspiranti. Questa Comunitàha appena due anni di vita, ma già si èinserita bene in mezzo al popolo. LeSorelle, Suor Angelina Hidalgo Palo-mino e Suor Laura Mascetti vivono

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nei locali accanto alla Cattedrale eprestano il loro servizio nell’ufficioparrocchiale, accostando tante per-sone cariche di fatiche e di difficoltà;nelle attività di animazione, curandola catechesi, il servizio liturgico, co-ordinando soprattutto i chierichetti. Alcune giovani stanno accostando la

vita consacrata, gustando il desideriodi poter offrire anche loro la giovanevita a Dio e al servizio del popolo.Straordinaria è stata l’accoglienza, so-prattutto da parte del Vescovo che ciha sempre volute presenti nelle varieiniziative e ci ha dato l’opportunità dipresentare il Carisma e nell’incontrodiocesano dei catechisti, trasmesso

per televisione, e in tutte le circo-stanze. Ci ha fatto capire, con l’esem-pio, che gli Ecuadoriani sono unpopolo molto accogliente e recettivo,un popolo di fede e di profonde tradi-zioni. Abbiamo pure avuto la gioia di

sostare e di camminare sulla linea chesegna la metà del mondo, grazie al-l’accoglienza così affabile dei nostriamici Jvan Brito con la moglie Elsa ela sorella Jvonne, ai quali va il nostrosaluto e la nostra gratitudine.

AARRGGEENNTTIINNAAMAXIMO PAZ(HOGAR DE DIA)Eccoci ora a Ma-ximo Paz. Ci accol-gono le carissime

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Sorelle Suor Lidia Floj e SuorNancy Liliana Pescio conl’Aspirante Alexandra.Abbiamo l’occasione di incon-trare i bambini che frequentanol’«Hogar de dia», le varie realtàdi vita di un popolo che fa fatica a tro-vare il proprio equilibrio. Famiglienumerose, dove il compito educativo

scarseggia,dando ori-gine a pro-blemi seri diabbandono edi emargina-zione. Con ilnostro BeatoPadre Fon-

datore, qui più che mai, sgorga spon-taneo il grido: “Oh! Se potessimomoltiplicarci e far del bene a tutti!”.Gli aiuti materiali di tanti benefattorisono buoni, ma mancano risposte ge-nerose di giovani che dicano comeIsaia: “Chi manderò, e chi andrà pernoi? – Risposi: ECCOMI, manda me!

“ (Is 6,8). Perché qui, più di tutto, c’èbisogno di mani e di cuori capaci diamare. Qui in Argentina c’è unagrande devozione a San Gaetano. Nella città di Buenos Aires, una chiesadedicata a questo Santo è mèta di pel-

l e g r i -naggi, persupplicarela sua in-t e r c e s -sione per il“pane e la-voro”. Anche noi

ci siamo fatte pellegrine, vivendo unagiornata accanto a San Gaetano, persupplicare il pane e il lavoro per il po-polo, e il dono di nuove e sante voca-zioni che sappiano spezzare il panedella Parola di Dio per ritrovare vita.

Ringraziamo lecarissime So-relle che cihanno accoltenelle Comunitàcon tanta gioia,facendoci sen-tire “un cuorsolo e un’animasola”, propriocome deside-rava il nostro beato FONDATORE.Madre Teresa Ponsi e suor Rosanna Aghemio

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Campione nellosport come nellasolidarietà. A te-nere alti i colorig ia l loazzurr idella cittadina cipensa la primasquadra del-l’Asd Montot-tone Calcio,che sta condu-cendo il cam-pionato di 1ª categoria FIGC in testaalla classifica, accendendo nei tifosil’ambizione al campionato di promo-zione.La società del presidente Gianluca Po-loni coltiva anche un promettente ba-cino giovanile: una sessantina discalpitanti calciatori tra Piccoli Amici,Pulcini ed Esordienti, alcuni dei qualiarrivano anche dalle località vicine. Ma l’associazione sportiva, e la citta-dina tutta, guardano anche ai bambinidei Paesi lontani: grande partecipa-zione e generosità c’è stata alla festaorganizzata il 19 dicembre 2010 dallasocietà montottonese, che da tempo ab-braccia un progetto di sostegno a unapiccola comunità africana.

Il ricavato arri-verà diretta-mente allamissione ge-stita in Togodalle suore gae-tanine, che sioccupano discolarizzazione,assistenza aibambini disabilinella casa fami-

glia, cure mediche. A fare da ponte disolidarietà è ancora una cittadina diMontottone, che ogni anno si mettesu un aereo con bagagli carichi finoalla capienza massima consentita,per portare il più possibile quanto diutile ci può essere per chi vive in mise-ria. “Sono quasi dieci anni che rag-giungo il villaggio in estate – raccontaCesarina Schinchirimini, che fa partedell’associazione Aloe Missionaria diFermo –. Ormai è come far visita a deicari amici, anzi di più, come riunirsi auna grande famiglia, tanto è profondol’affetto per le suore ed i bambini”.

Alessandra Alessianiin BUS periodico di informazione

del Fermano (dicembre 2010)

Sport e solidarietà a braccetto per i bambini del Togo

MMoonnttoottttoonnee ccaammppiioonnee dd’’iinnvveerrnnoo

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Con gioia, il 30 aprile 2011, nella no-stra Casa Regionale di Candido Mota(S. Paulo – Brasile), Lorena e Rosilmahanno pronunciato il loro sì al Signoreconsacrandosi a Lui e ai fratelli nellaProfessione religiosa.La Celebrazione Eucaristica è statapresieduta dal P.José de Oliveira,frate cappuccino, econ le comunitàtutte, c’erano pre-senti i genitori di S.Rosilma, che è so-rella di Suor Ange-lica, con moltiinvitati da varie parti e dalla comunitàparrocchiale, e di tutte noi Sorelle.La gioia di essere una vivente pro-prietà del Signore, per portare Lui, laSua Pace, la Sua misericordia, spe-ranza e carità, sono state grandi ehanno pervaso di festa serena tutta lagiornata.Tutto molto semplice, secondo il no-stro stile di Povere Figlie di S. Gae-tano, ma ricco di significato e ditestimonianza. Come le donne dellaRisurrezione, Suor Rosilma e SuorLorena, portate il profumo di Cristo

dovunque passate, perché il mondo, lagente, tutti sentano che il Signore liama, essendo voi canali del SuoAmore che passa, risana, dà coraggioe vita.E’ lo Spirito Santo, dono pasquale,che vi sosterrà e sempre Gesù cammi-

nerà con voi e conla vostra Comunitàperché si realizziquanto ci dice il no-stro Fondatore, chedesidera, sogna chetutte noi siamo“veri angeli diamore e carità per

tutti; fatevi coraggio, vogliatevi sem-pre bene come Sorelle carissime e ri-cordatevi che la nostra missione e loSpirito della nostra Congregazionenel procurare la maggior gloria diDio e il maggior bene delle anime,delle persone, si compie nella pre-ghiera e unione continua con Dio,nell’umiltà di cuore... e con una santaallegrezza spirituale...”. (B. P. Fondatore, Lettera del 27/12/1904)

Le vostre Sorelle del Brasile,dell’Italia e del mondo.

Dal Brasile “Eccomi, Signore!”

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AAllccuunnii mmoommeennttii ddeellllaa CCeelleebbrraazziioonneeddeellllaa PPrrooffeessssiioonnee rreelliiggiioossaaddii SSuuoorr RRoossiillmmaa ee SSuuoorr LLoorreennaa

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A L L A R G AI CONF IN I DELLA TUA CARITÀSostieni i PROGETTI delle Suore di San Gaetano

1° PROGETTO: ADOTTA UN SEMINARISTAdalla terra di Missione pregherà sempre perte e offrirà la sua vita per il mondo

2° PROGETTO:ADOTTA UNA GIOVANE ASPIRANTE alla vita di MissioneQueste giovani vogliono consacrarsi al Si-gnore e dedicare la loro vita alle opere di ca-rità verso i fratelli. Vuoi aiutarle a realizzare illoro sogno? Dona la tua offerta

LE OPERE DI CARITÀ:progetti di solidarietà a favore dei più bisognosi segno e testimonianza del-l’amore di Dio

3° PROGETTO: AFRICA - Togo• curiamo i malati nel nostro dispensario;• aiutiamo e curiamo con ogni sostegno i ma-lati di AIDS e le loro famiglie;• accogliamo i bambini denutriti;• accogliamo ragazzi handicappati e orfani aiquali offriamo ospitalità in un clima di fami-glia grazie al Progetto Casa Famiglia.

Vuoi dare il tuo contributo per i sacerdotidi domani?

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4° PROGETTO: BRASILE• alla Crêche assistiamo circa 180 bambiniche hanno bisogno di tutto, affidati alle Suoree collaboratrici, perché con l’aiuto delle au-torità locali e Benefattori, possano avere tuttoil necessario per una armoniosa crescita.

5° PROGETTO: BRASILEANZIANI SOLI• nella Casa per anziani, chiamata“asilo”, ci occupiamo di questa assi-stenza, in particolare dei più poveri e bi-sognosi.

6° PROGETTO: ARGENTINA• assistiamo circa 200 bambini che frequentanol’Hogar de dia e trovano un costante aiuto per laloro crescita: il cibo necessario, una casa, grandispazi, la gioia di vivere insieme, con l’educazionenecessaria per la loro crescita.TUTTO GRAZIE AI BENEFATTORI.

Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli piùpiccoli, l’avete fatto a me.

(Mt. 25,40)

La tua of fer ta secondo le d iverse modal i tà :• personalmente alle suore di San Gaetano che conosci• per conto bancario o C/C postaleAttenzione! A chi desidera contribuire, chiediamo di specificare chiaramente, nella causale del versamento, il pro-getto che si vuole sostenere.

Modal i tà d i versamento:CONTO CORRENTE POSTALE: PAESE IT - CHEK 55 - CIN I - ABI 07601 CAB 01000 - N. CONTO 000017159781 - CODICEBIC BPPIITRRXXX Intestato a: Istituto Povere Figlie di San Gaetano - I.A.A.D. - Via Giaveno 2 - 10152 TORINO

CONTO CORRENTE BANCARIO: CIN K - ABI 03069 - CAB 01007 N. CONTO 100000060027 -IBAN IT57 K0306901 00710000 0060 027 - SAN PAOLO IMI TORINO Ag. 7Intestato a: I.A.A.D. Istituto Povere Figlie di San Gaetano - Via Giaveno 2 - 10152 Torino.PPEERR IINNFFOORRMMAAZZIIOONNII,, CCHHIIEEDDEERREE DDII SUOR FEDERICA BATTISTELLATel. 011.851567 - E-mail: [email protected]

L’OFFERTA per qualsiasi PROGETTO è libera, senza impegni parti-colari di scadenza di tempo o di quota fissa.

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GGRRAAZZIIEE!!Suore “Povere Figlie di San Gaetano”

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Ormai da anni dico che è “imminente”la pubblicazione di una piccola anto-logia dell’epistolario di Madre Gae-tana. Chi mi conosce non si stupiscecerto della mia più completa inaffida-bilità. Con questo articoletto mi ripro-pongo al più presto di concludere illavoro e di consegnarlo alle stampe.L’epistolario della serva di Dio madreGaetana del SS. Sacramento non èmolto vasto: sono giunte fino a noi,infatti, solamente duecentotrentasettelettere.Lo studio voluto dal cardinal Gio-vanni Saldarini, già arcivescovo di To-rino, sulla bella figura religiosa eumana di madre Gaetana in vista delProcesso per la canonizzazione (aper-tosi nel 1995 e portato a Roma nel2000, dove attualmente è allo studio),probabilmente porterà al rinveni-mento di altro materiale per ora a noisconosciuto.Nello studio della vita di una personacerto l’epistolario rappresenta uno deicapitoli, se non il capitolo, più pre-zioso: nella corrispondenza solita-mente si scrive “con il cuore inmano”, senza badare a forma, a diplo-mazia o ad altri tipi di più o meno con-scia censura.Nelle lettere di madre Gaetana nondobbiamo cercare grandi e dotti trat-

L’EPISTOLARIO DIMADRE GAETANA

tati di altateologia; inesse vienefuori bene ilcuore di unamadre at-tenta allemille pic-cole, ma in-dispensabili,cose di tutti igiorni. Certo tra le righe ci sono moltefrasi e brani che possono diventaremateriale di profonda meditazione,ma nel suo complesso l’epistolario“madregaetanino” risulta ricolmo ditante attenzioni, espressione del cuore,del carattere e dello stile di una donnache fu davvero madre di nome e difatto.Lavorai a queste pagine nell’ormailontano 1995 e poi le accantonai.Visto l’interesse suscitato dal profilobiografico recentemente pubblicato,mi son deciso a riprendere in manoquesto lavoro e a concluderlo speropresto.L’esempio e la preghiera di MadreGaetana ci serva da sprone per cercaresempre più il F.V.D. (abbreviazione di“Fiat Voluntas Dei”, cioè “si compiala volontà di Dio”, motto delle suorePovere Figlie di San Gaetano).

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DISTRIBUZIONE DEL MATERIALELe lettere di madre Gaetana ordinaria-mente non sono molto lunghe. In car-telle dattiloscritte sono cosìmisurabili: 101 lettere di una cartella,69 di mezza cartella, 48 di una cartellae mezza, 15 di due cartelle, 3 di duecartelle e mezza e appena 1 di tre car-telle.Solitamente vanno perse le lettere piùantiche mentre si conservano le più re-centi. Per madre Gaetana questa re-gola non vale: abbiamo moltissimelettere “vecchie” mentre poche sonole recenti.Abbiamo 6 lettere del 1894 (5 a suoree una a Padre Fondatore); 14 del 1895

(tutte a suore), 13 del 1896 (12 a suoree una a Padre Fondatore), 10 del 1897(9 a suore e una ad un laico), ben 22del 1898 (tutte a suore), 15 del 1899(tutte a suore), 19 del 1900 (tutte asuore), 4 del 1901 (tutte a suore), 10del 1902 (9 a suore e una ad un laico),4 del 1903 (tutte a suore), 3 del 1904(tutte a suore), 2 del 1905 (tutte asuore), 11 del 1906 (tutte a suore), 7del 1907 (tutte a suore), 14 del 1908(tutte a suore), una del 1909 (a unasuora), 2 del 1910 (a suore), 10 del1911 (tutte a suore), 5 del 1912 (4 asuore e una ad un laico), 4 del 1913(tutte a suore), una del 1914 (a unasuora), una del 1915 (a una suora), 3del 1916 (tutte a suore), 2 del 1917 (auna suora e una ad un laico), 4 del1918 (tutte a suore), una del 1919 (auna suora), 2 del 1920 (a una suora euna ad un laico), 2 del 1921 (a suore),una del 1922 (a una suora), una del1923 (a una suora), 2 del 1925 (una auna suora e una ad una laica), una del1926 (a una suora), il 5 del 1928 (tuttea suore), una del 1930 (a una suora),una del 1931 (a una suora), una del1932 (al beato Padre Luigi), 2 del1934 (a una suora).Ben 30 lettere (dalla numero 208 allanumero 237) non sono datate e di esse29 sono indirizzate a suore e una albeato Padre Luigi.Di alcune si sarebbe potuto stabilirealmeno l’anno con una buona appros-simazione, ma non ho voluto rischiareVetrinetta-museo con gli oggetti appartenuti a

madre Gaetana

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di mettere in gioco la storicità del miopiccolo lavoro.

DESTINATARIQuasi la totalità delle lettere sono in-dirizzate a suore o a comunità dellePovere Figlie di San Gaetano: ben 227su 237.Quattro lettere sono indirizzate a preti:due a Padre Fondatore, cioè al beatocanonico Giovanni Maria Boccardo,parroco di Pancalieri in provincia diTorino e fondatore delle suore PovereFiglie di San Gaetano e due a PadreLuigi, cioè al beato canonico LuigiBoccardo, fratello di Giovanni Mariasuccessore e continuatore dell’Opera.Le restanti lettere sono invece indiriz-zate a persone laiche.Di alcune suore alle quali Madre Gae-tana indirizzò le sue lettere ci sonogiunti i nomi: 27 lettere a suor Fortu-nata (evidentemente era fortunata di

nome e di fatto...!); 18 a suor Metilde;12 a suor Angela; 9 a suor Consolata;7 a suor Zaveria e a suor Anastasia; 5a suor Vincenza (al secolo Teresa Fon-tana, sorella di sangue di Madre Gae-tana) e a suor Aloisia; 14 a suorGiustina e a suor Caterina; 2 a suorMarta, a suor Sofia e a suor Carolina;1 a suor Margherita, a suor Teresa, asuor Pierina, a suor Andreina, a suorPlacida, a suor Eletta e a suor Ignazia.Alcuni destinatari non sono espressisull’originale, ma sono facilmente in-dividuabili.Un grazie particolare va a suor Mat-tea e suor Livia che hanno documen-tato questo lavoro.Mi piace concludere con le paroledella stessa Madre Gaetana:“Tu devi farti coraggio e non più pen-sare a niente, ma cercare di farequanto puoi per essere buona, fartitutta a tutte, amare tutte ma in modo

speciale le tue Suore, procurare difare un cuor solo ed un’animasola, pensare che dei difetti ne ab-biamo tutti e tu devi saperle com-patire, trattarle bene, domandareloro sovente se hanno bisogno diqualche cosa.Del resto saluta tutti quanti noi co-nosciamo, fa’ coraggio alle Suore,state di buon umore e pregate...pregate molto ed il Signore vi aiu-terà”.

don Dario Bernardo M.oblato benedettino

Chiesetta dell’Ospizio nell’attuale sistemazione; quiriposano le spoglie di Padre Fondatore e di madreGaetana

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AAcccceennddii aanncchhee ttuu uunnaa ffiiaammmmaa ddii ccaarriittàà“Laici tra i laici, abbandonati alla Divina Provvi-denza, per fare la volontà del Signore, servendolo nei poveri senza se e senza ma”DAL PIEMONTE

Giornata meravi-gliosa, fatta dav-vero di piccolecose, piccoli gesticome la tombolaproiettata e lecartellette di car-tone, come lescenette improv-visate dai nostriattoriamici..., macose che nellaloro piccolezza hanno dato momenti di gioiaed allegria agli anziani della Casa di Riposo“Beato G. M. Boccardo” di Pancalieri edanche a noi. Come ci ha detto Sr. Ausilia du-rante la sua relazione, la nostra vita dev’esserericca di queste piccole cose, fatte senza farsinotare, vissute nel quotidiano ma che sannoriempire il cuore di chi le riceve...Ricordiamoci che davvero i piccoli gesti fatti inumiltà sono le grandi opere che stanno a cuorea Dio. Forti anche le parole di Mario Bel-mondo che ci ha regalato alcuni frammenti divita dei beati Boccardo e Madre Gaetana.Confesso che mi ha molto toccato l’episodio incui Madre Gaetana si accorge della piccola no-vizia che soffre perché ha nostalgia del pro-dotti che mangiava a casa, forse cosa banale,ma lei, come una mamma, capisce la soffe-renza della ragazza e provvede a farle riviverequei momenti mandandola in solaio a pulire eraggiungendola dopo poco con in tasca due

Pancalieri, 6 marzo 2011 PICCOLI GESTI D’AMORE

pomodori e del-l’insalata (e lacosiddetta “somad’aj”, pane conolio e aglio stro-finato). Credodavvero chequesto dovrebbeessere il compitodi ognuno di noi,accorgerci dellasofferenza di chi

abbiamo accanto e riuscire in qualche modo aplacare queste sofferenze regalando piccoli at-timi di felicità. La cosa che soprattutto portonel cuore di ieri è il viso sorridente dell’ospiteche gioiva nel sentir uscire il proprio numeroalla tombola, che quasi non voleva andare apranzo per poter restare lì con noi e che avevagli occhi lucidi nel vederci lì con e per loro.Queste giornate ci arricchiscono davvero per-ché ci fanno sentire utili nell’aver donato at-timi di gioia a chi, magari, vive aspettando chequalcuno si ricordi ancora di lui.

Lorenza

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Fiamma di Carità46

Nata a S. Vittoria in Matenano (AP) il 17 aprile 1928.Di anni 82 e 56 di PROFESSIONE RELIGIOSA.Deceduta a Porto San Giorgio (FM) il giorno 15 aprile 2011.

L’incontro di Suor Roberta con lo Sposo, è stato preceduto da circa due anni emezzo di malattia, e il sacrificio più grande era il non poter più esprimersi come erasolita fare. Ma il 15 aprile, alle prime ore dell’alba, lo Sposo venne per condurlanella dimora eterna a cantar le sue lodi.Chi ha vissuto con lei fin dai primi giorni della sua donazione al Signore, la ricordacosì: “Era un’anima bella, semplice e buona, tutto era bello per lei e non ha maiavuto neanche lontanamente il desiderio di apparire...! Era laboriosa; cresciuta nellagrande famiglia, era abituata a non perdersi nelle piccole cose, era generosa e nelsuo servizio diceva sovente: «Faccio io!», perché l’amore si dimostra così. Subitodopo la Professione religiosa, Suor Roberta è stata inviata nella Casa di Riposo Par-rocchiale di Cossato. Era per lei il vivere con fervore quello che il nostro B. Fon-datore aveva trasmesso: “Nel povero, nell’anziano, nel malato, in chi ha bisogno,c’è Gesù. Il servizio sia fatto con amore e signorilità, venerando la persona stessadi Gesù”. Suor Roberta era consapevole che nello spirito di sacrificio e di servizio,non si fanno distinzioni di sorta, lei era disponibile a tutto. Dopo la Professione per-petua, inizia il suo servizio nella grande cucina della Casa Generalizia. Sembravanon avesse orari, specie nell’approssimarsi delle feste per preparare dolci e sorpreseper tutti e la sua gioia, era la gioia degli altri. Moncalieri, Pianezza, Pancalieri, To-rino, Penna S. Giovanni, Roma, Porto San Giorgio, hanno goduto della sua pre-senza. Quando l’età e la salute non le hanno concesso più di continuare il suoservizio, si è resa disponibile ad aiutare le Sorelle ammalate o anziane sempre aPorto San Giorgio. Le Sorelle la ricordano così: “Carattere buono e gioioso, fra-terno, sempre e con tutti, non si è mai tirata indietro nel sacrificio. E’ vissuta contanta fede, sapendo di aver riposto la sua vita in Gesù, per sempre e in qualunquesacrificio incontrato”.Possiamo dire che è vissuta silenziosamente e silenziosamente se n’è andata la-sciando a noi il riflesso di una vita che ci fa riflettere, per ritornare all’essenziale evivere la nostra consacrazione nella sua piena totalità, di donazione a Dio e servi-zio ai fratelli.

Suor M. Roberta Vitadi S. Giuseppe

“È tanto difficile entrare in Paradiso?Sii devoto di Maria che ne è la porta, e vi entrerai!”

(Beato Giovanni Maria Boccardo)

RICORDIAMO NELLA PREGHIERA

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Fiamma di Carità 47

Saremo grati a chi ci segnala i cambiamenti d’indirizzo, avendo sempre cura di indicare il vec-chio recapito e di segnalare l’indirizzo completo di via, numero civico, codice postale. Avver-tiamo i Lettori che il 7 di ogni mese viene celebrata una Messa per i Benefattori vivi e defunti.P. S.: Segnalare se necessario anche il cognome del coniuge per evitare disguidi postali

N.B.: I dati e gli indirizzi per l’invio del giornalino “Fiamma di carità” sono gestiti unicamente dal-l’équipe di redazione e spedizione della rivista e nel rispetto della legge 196/03 i dati personalidei nostri lettori non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi se non per ciò che ri-guarda la spedizione del giornalino. In ogni momento potranno essere richieste modifiche, aggior-namenti o cancellazioni.

Vogliamo esprimere la più sentita ricono-scenza a tutti i nostri lettori che con le loro offerte,con la loro cordialità, con la loro preghiera sosten-gono questo nostro semplice bollettino, che vuolportare a chi lo accoglie un “piccolo seme dibene”.

I loro nomi sono scritti in Cielo!

Grazie!

Ricordiamo nella preghiera di suffragio:• Francesco, il papà di Suor Paola Dall’Alba (+ 02/03/2011)• il papà di Suor Maria Pereira - Brasile (+ 27/02/2011)

• Luigia, la zia di Suor Antonica Mascetti• Agnese, la mamma di Pilloni M. Carla

• Guido, il papà della Dott.ssa Pignocchino Patrizia• Matilde Cera, parente delle nostre Sorellegià defunte Suor Sofia e Suor Lina de Gani

• Maria Rosa la cognata di Suor Franca Bertoncelli (+ 12/04/2011)• Il 24 maggio 2011 a Pancalieri, la Vergine SS. Ausiliatrice è venuta a prendere la ca-rissima suor Maria Brignone per portarla in Cielo a cantare le lodi di Dio. Di lei parle-

remo nel prossimo numero di Fiamme di Carità.

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Preghiera per il mese dimaggioO Maria, che in questo mese dimaggio veneriamo e preghiamocon devozione speciale come no-stra Madre celeste, proteggi sem-pre la nostra famiglia, la nostra

comunità e la nostra diocesi.Tu che per prima hai accolto nel tuogrembo verginale il Verbo divino, aiutaciad essere sempre più conformi al tuo divinFiglio, pronti ad annunziare fedelmente laparola del Vangelo e a testimoniarlo conla coerenza della vita.Amen.

Beato Giovanni Paolo II