Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO · sumere i tratti della radicalità... proprio...

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Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO Anno 56 - Gennaio/Marzo - “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Torino” nr 1/2012 Taxe perçue - Tassa riscossa - Torino CMP Nord 80° di fondazione delle suore Figlie di Gesù Re

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Anno 56 - Gennaio/Marzo - “PosteItaliane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1,comma 2, DCB Torino” nr 1/2012

Direttore responsabile: canonico Carlo VallaroEquipe di redazione

Questo bollettino si invia a tutti coloro che lo desi-derano: si sostiene con le libere offerte dei lettorisul c/c postale 00362103 specificando la causaledel versamento.Videoimpaginazione e stampa: Maja - Torino

Per testimonianze, relazioni di “grazie”, richieste di immagini, informazioni,

biografie, abbonamenti a questo bollettino, critiche, consigli, articoli e qualsiasi tipo di corrispondenza

scrivere a:

“Fiamma di Carità”“Fiamma di Carità”presso

Suore Povere Figlie di San Gaetanovia Giaveno 2 - 10152 Torino

Tel. - Fax 011.851.567E-mail: [email protected]

sito in allestimento:www.suoresangaetano.it

San Gaetano Thiene

Fiamma di Carità

FVD - Appuntamento pag. 3La nostra Madre scrive... « 4Aggiornamento: “Facci nuovi come te”in cammino verso il Capitolo Generale « 6Lourdes cento anni fa...Il Beato Giovanni Maria Boccardo pellegrino a Lourdes « 8Gocce di armonia - Serva di Dio Madre Gaetana FontanaDalla sua penna e dal suo cuore... (Pensieri dai suoi scritti) « 14Ottant’anni di luce... Le Figlie di Gesù Re - Il valore di una presenza « 15Le Figlie di Gesù Re - Sia gioia a Te, o piena di grazia « 19Intervista a Maria Brancaccio « 21Sacerdozio comune e ministeriale « 23Cronaca- Pancalieri feste di fine anno - L’Epifania dei più piccoli

Saggio dei bambini della Scuola dell’Infanzia « 25- Da Porto S. Giorgio (FM) - Concerto-preghiera in onore

del beato Giovanni Maria Boccardo – 20/11/11 « 28- Da Roma - Casa del Clero - Grande Festa di Ringraziamento « 32- Da Torino - Festa della vita! - “100” cari auguri, Faustina!!! « 33- Da Torino - Basta poco per essere felici... « 35- Da Montaldo Scarampi (AT)

Festa di S. Antonio Abate - (17 gennaio 2012) « 36- Da Torino - 11 febbraio 2012 - Vengo a te, mio Re!

Professione religiosa di Suor Maria Brancaccio - Figlia di Gesù Re « 38- Febbraio - Viva la vita! « 45- Da Torino 11 febbraio 2012 - Gioia e festa per le nostre sorelle « 46Filastrocca dell’anziano « 47Racconti- L’anello magico « 48- Per chi? « 49Riscopriamo la forza della dottrina sociale della Chiesa « 50Missioni- Dal Togo e Bénin - Africa - Insieme per una speciale missione « 53- Da Fiata - Togo - Africa - Notizie della missione di Fiata « 56Allarga i confini della tua carità « 58Accendi anche tu una fiamma di carità - Amici dei Beati Boccardo- Con gioia condividiamo alcune delle esperienze

del nostro camminare insieme « 60- “Pronto soccorso” per amici piemontesi « 62Ricordiamo nella preghiera « 63

Sommario

In copertina:Vetrate delle due cappelle laterali del Santuario di Cri-sto Re raffiguranti S. Gaetano, patrono delle Suore diS. Gaetano e le loro opere e i santi Arcangeli Michele,Gabriele e Raffaele, protettori delle Figlie di Gesù Re.

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FIAT VOLUNTAS DEI

La luce che il Papa ha messo sul no-stro cammino con l’Anno della fede,rischiara i nostri giorni di questo annoappena iniziato.Un cammino non facile, che peròtrova forza nell’Eucarestia, cul-mine della vita cristiana.Per questo è importante la fe-deltà all’appuntamento domeni-cale.Perché come dice il Papa “in-seriti nel mistero di Cristo,rende possibile una testimo-nianza cristiana capace di as-sumere i tratti dellaradicalità... proprio nellacelebrazione dell’Eucare-stia che è il vero luogo del-l’unità di tutti, dove ilSignore ci abbraccia neidiversi stati della nostramaturità spirituale e ci uni-sce nell’unico pane che cirende unico corpo”Affidiamo questo Anno2012 alla Madonna cheGesù ci ha donato comeMamma, Lei ci aiuterà a

A p p u n t a m e n t oscoprire la dolce e insostituibile pre-senza di Gesù nell’Eucarestia.La domenica diventa così momentomeraviglioso per accogliere e vivere

con Gesù e restare sempre con Lui.È veramente il Pane della vita.Buon Anno.

Don Carlo VallaroDirettore

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Carissimi lettori di “Fiamma di Carità”, carissime Sorelle e Piccole Sorelle Gaetanine, carissimi Amici dei Beati Boccardo,

siamo al-l'inizio diun nuovoanno, già

carico di problemi, di crisi, di imprevi-sti, ma carico anche della Presenza diun Dio che ci ama. Mi risuonano nella mente, come undolce ritornello, le parole di un salmoche così si esprime:“ Beata la Nazione il cui Dio è il Signore,Beato il popolo che Egli ha sceltocome sua eredità” (Sl . 32)Mi sono soffermata a considerare la pa-rola “Beata” ed ho scoperto la chiaveche le Nazioni potrebbero avere nelleloro mani per offrire ai propri cittadiniuna vita serena, piena, saggia e realiz-zata.Beata significa “ fortunata”, “felice”,ed allora mi sono chiesta perchè noifacciamo tanta fatica ad usare quellachiave che ci introdurrebbe nella pie-nezza della felicità.Ad un giovane di mia conoscenza cheera stato eletto sindaco di un Comune,avevo indicato questo breve tratto dellaBibbia, consigliandogli di mantenere ilprimato di Dio nel paese che gli veniva

affidato, perchè solo in questo modoavrebbe avuto prosperità, serenità,comprensione, autorità e stima nel suoservizio. Senza la forza che viene da Dio, fac-ciamo fatica a governare, perchè i pro-blemi sono sempre più grandi di noi,perchè il popolo avanza sempre delleattese superiori alle nostre capacità, per-chè i guai arrivano imprevedibili, ed èfacile soccombere in queste asprezze.Dove si impara l'arte di amare? Dove sicostruisce una società capace di rispet-tare i diritti altrui, capace di dialogare,di considerare l'altro come un fratello,di tendere la mano per farsi prossimo,di dare la vita?In questo primo periodo dell'anno, laLiturgia quotidiana ha posto davanti ainostri occhi la grande figura di Davide.(1 Sam.16,...) Giovane non troppo con-siderato dai familiari, ragazzo dal cuorelimpido, sincero: “fulvo, con begliocchi e bello di aspetto” scelto da Dioper la sincerità del suo cuore, vieneeletto re del popolo: Egli combatte persalvare il suo popolo, ossia, si espone, sicoinvolge, affronta. È meravigliosopensare quale forza sprigiona in tuttoil suo agire e il suo parlare:

Fiamma di Carità

La nostra Madre scrive...

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“Io vengo a te nel nomedel Signore degli eserciti... Tutta la mol-titudine saprà che il Signore non salvaper mezzo della spada e della lancia..” La freschezza, la consapevolezza dellapresenza di Dio, la fiducia in Lui, fannodi questo giovane il valoroso e saggiocondottiero del popolo.Quanto sarebbe bello, e quanta pace cisarebbe sulla terra se coloro che hannoresponsabilità politiche si specchiasseroin queste figure così incisive della Bib-bia. “Israele, se tu mi ascoltassi! (Sl.80). È la grande sfida che ci apre un

nuovo orizzonte e checi offre solidità e sicurezza e poi-

ché la famiglia è la prima cellula di unpopolo o di una nazione, voglio dire atutte le famiglie , insieme al Beato Gio-vanni Paolo II: “Spalanchiamo le portedelle nostre case a Cristo!” Sicuramentesaremo anche noi tra quelli fortunati agustare la beatitudine di chi possiedeDio come Signore.Con stima

Suor Teresa Ponsi, madre

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per la fraternità con le Sorellecon le quali, da tempo, non

ci eravamo più incontrate.Erano presenti anche SuorLuciana Maulo, dal-l’Africa, e Suor Maria Pe-reira con la novizia

Gessica dal Brasile. Il temache ci ha coinvolte era “Pre-

parazione al prossimo CapitoloGenerale”, avvenimento che si terrà nelprossimo mese di agosto 2012.Un Capitolo è sempre un grande avve-nimento per la vita di una comunità, so-prattutto se è vissuto da ognuna coldesiderio di rinnovarsi. “Ciascuna ha bi-sogno di rinnovarsi – ci ha detto P. An-tonello – perché è una persona viva e,come ogni albero vivo, necessita di po-tature per essere pieno di vita. Tutta la preparazione al Capitolo puntasu una ricerca dell’essenziale, e neces-sita del coinvolgimento di tutte per re-cuperare la leggerezza del viandante ela libertà del cuore.Il rischio di vivere in modo consolidatoe di chiudere in scatole la nostra vita,esiste sempre. Occorre avere il coraggiodi farsi alcune domande fondamentali:Perché siamo qui? Per chi lavoriamo?Per l’opera? Per l’autogratificazione?Per la carriera?

La Comunità religiosa è fatta dipersone che hanno il deside-rio vivo di essere trasfor-mate in Cristo. “Non sonopiù io che vivo, ma Cristovive in me” dice sanPaolo (Gal 2,20). E’ uncammino di ogni giorno,lento e arduo. Ecco perchéc’è bisogno di rinnovamento.La nostra Madre ci ha radunate a Torinoper vivere insieme tre giornate nel-l’ascolto della Parola, nella condivi-sione, nella ricerca della Volontà di Dio.Una delle frasi dette dalla nostra Madre,che mi ha colpito e fatto del bene, è que-sta: “Chi obbedisce al Signore dà con-solazione alla madre” (Sir 3,6)rifacendosi alla Parola di Dio delgiorno. In questa espressione, si ralle-grava della nostra presenza, perché lanostra partecipazione agli incontri è unaobbedienza al Signore. E’ Lui che ci hachiamate attraverso il suo invito e, sicu-ramente, il Signore stesso ha grazie ab-bondanti da versare nel nostro cuore.Sono stati tre giorni belli, interessanti,sia per la ricchezza della Parola che idue relatori ci hanno comunicato: P. Er-minio Antonello, Vincenziano, il 1°giorno, P. Carlo M. Schianchi, Marista,il 2° giorno e la Madre il 3° giorno; sia

Aggiornamento:

“Facci nuovi con te”in cammino verso il XIII Capitolo Generale

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Fondamentale è il ritorno alla sorgenteche è Cristo, per il quale abbiamo la-sciato tutto, ed è Lui solo la persona ca-pace di ridare calore alla nostra umanitàper poter offrire al mondo il volto di unDio che ama.Ecco perché il Capitolo non è solo av-venimento di quei giorni in cui si radu-neranno le Delegate, ma è un processolungo di rinnovamento dell’intera Con-gregazione. Occorre percepire la propriavocazione che è un “presente”, non unpassato, e creare un clima di fraternitàper poter essere il volto di Gesù che simanifesta come amabilità del Padre.Forte l’espressione che P. Carlo M. ci hadato come provocazione: le nostre Co-munità, o sono luoghi vitali, o sono de-stinate a morire. E poiché il nostro stareinsieme è Progetto di Dio, è Lui che ciha convocate, tutte abbiamo la stessa di-gnità e tutte siamo in grado di offrirequalcosa per la crescita della Comunità.Se si crede fortemente al Progetto, e ci sifida, il Progetto si realizza. Solo quandoriconosciamo il progetto come dono, c’èfiducia. La partecipazione alla vita dellaComunità è questa partecipazione alProgetto, altrimenti nasce l’invi-dia. Quando manca la fiducia,qualsiasi gesto viene maleinterpretato.

P. Carlo M. ha paragonato il Capitologenerale alla grande assemblea di Si-chem (Giosuè 24). Giosuè convoca ilpopolo per rivedere le proprie scelte neiconfronti di Dio, quindi, queste riunioni,hanno come costitutivo la fedeltà allalegge di Dio, e la legge non è qualcosadi imposto, ma è una normale conse-guenza di una stipula, di un contratto. Da parte di Dio, la scelta non verrà maimeno, mentre la nostra ha bisogno di es-sere rinnovata, ricordata. I Capitoli Ge-nerali hanno lo scopo di RINNOVAREl’Alleanza con Dio, quasi a dire: Ricor-dati, Congregazione, ricordati di chisei, di cosa devi fare e dove devi an-dare. Per questo, è TEMPO DIGRAZIA.E io ringrazio di cuore la Madre e i Su-periori che ci offrono questi momenticosì necessari per rivedere il camminoe per respirare l’aria fresca dello Spiritoche ci vuole condurre. Chiedo anche a tutti i lettori diFIAMMA DI CARITA’, la vicinanza

della preghiera per il fu-turo Capitolo Generaleche è un evento di

Chiesa.Una partecipante

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Il Beato Giovanni Maria Boccardoaveva una fervida, tenerissima devo-zione a Maria Santissima, la VergineMaria; amore che è stato come l' ”os-sigeno della sua anima” (cfr. Informa-tio, 147), e come parroco ha promossoin diverse forme e culto l'amore allaMadonna, particolarmente onoratasotto il titolo di “Consolata”, Patronadi Torino. Proprio l'unica sua operastampata è stata “I nove sabati allaConsolata”, meditazione di soave pre-ghiera, colma di fiducia e amore.Il Papa, Beato Giovanni Paolo II, nel-l'omelia per la beatificazione di Gio-vanni Maria Boccardo, il 24 maggio1998 (anche avvenuta in una festa ma-riana, di Maria Ausiliatrice!), affermache il novello Beato si proclamavasempre figlio devoto di Maria San-

tissima ed a Lei ricorreva con costantefiducia. A chi gli chiedeva: “E' tantodifficile guadagnare il Paradiso?”, ri-spondeva: “Oh, no, sii devoto diMaria SS., che ne è la porta, e vi en-trerai!”.Come parroco di Pancalieri, diedemolta importanza, nel suo apostolato,all'organizzazione delle “Figlie diMaria”, e dentro di esse, alle giovanidel gruppo scelto con voti privati,della “Pia Unione”, cuore poi, dellafondazione della sua Congregazionereligiosa, le “Povere Figlie di SanGaetano”, che avrà origine proprio il21 novembre, giorno della Presenta-zione di Maria SS. Al Tempio. Nell' agosto 1908 il nostro Beato Gio-vanni Maria Boccardo ebbe la gioia direcarsi pellegrino a Lourdes, con il

LOURDES CENTO ANNI FA...

IL BEATO GIOVANNIMARIA BOCCARDO

PELLEGRINO A LOURDES

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fratello Beato Luigi. Il 20 agosto egliscrive da Lourdes due commoventi elunghissime lettere alla Serva di DioMadre Gaetana Fontana, alla quale dànotizie molto particolareggiate sia del

lunghissimo viaggio (a quei tempi!)che del soggiorno vissuto con tantagioia, preghiera, amore e commo-zione.Lasciamo la penna allo stesso Beato.

“F.V.D. (Fiat Voluntas Dei)Lourdes, Hauts Pyrinées,

20 aout 1908Reverenda Madre [Gaetana].

Mi sembra un sogno, e non posso persuadermi di trovarmi a Lourdes, ai confinidella Francia, verso la Spagna.... Possibile?! Eppure è proprio così, e non possoringraziare abbastanza Maria SS. di avermi ottenuto una grazia così straordina-ria.Eccoti ora le minute descrizioni del viaggio. Lunedì 17 corrente, ho celebrato alle2 e ¾ la S. Messa all'altare della Consolata scoperta con due lumi, e l'ho appli-cata tutta per noi e per la nostra Congregazione.Siamo partiti col treno delle 4,30: io, mio fratello il Can. Luigi Boccardo, il teol.Chiaudano e il Can. Sola. A Savona, alle ore 8,30, appena giunti, abbiamo fattocolazione sulle pietre dentro la stazione e abbiamo ricordato voi e tutti. … Giun-gemmo a Ventimiglia verso le 12, e fummo frugati dappertutto dalle guardie di do-gana, e così entrammo in Francia. Pranzo in treno, con appetito straordinario. Abbiamo visto dal treno Montecarlo, che è dove grandi signori giocano milioniper volta, e se perdono, si uccidono. Un gran lusso, di palazzi e di giardini.... mache orrore! Scendemmo a Nizza di mare, che abbiamo visitato bene in poche ore.Il mare, che sempre abbiamo costeggiato da Savona a Nizza, sembrava più bello...Abbiamo provvisto per la cena, da farsi in treno. Abbiamo trovato persone che ciconobbero esser noi piemontesi. Partimmo alle 5 del pomeriggio per Marsigliaove giungemmo alle 11 ore di notte. Dopo circa un'ora partimmo per Tarascon, egiungemmo a Montpellier alle 4 del mattino di martedì 18 corrente (agosto 1908).[…] Arrivammo a Toulouse alle ore 4 di sera. E' una delle più eleganti città, moltopiù di Torino.... Quali chiese!.... La cattedrale Saint Germain, dove vi è il corpo disan Tommaso d'Aquino, quello dell'apostolo san Giuda […]. Qui per la prima volta abbiamo cenato all'albergo Bordeaux. Alle ore 22 passa-rono i pellegrini italiani e abbiamo visto Mons. Spandre, don Viano, ecc., Eranotutti in terza (classe del treno, n.d.r.), stretti come le acciughe, un caldo soffo-cante.... Abbiamo visto anche il Padre Giacobbe.... Poverini, in che stato.... Vetture

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guaste e senza lume..... li abbiamo salutati e fatto loro co-raggio. Noi ripartimmo per Lourdes, alle ore 23, e con noidue preti e due signore, che venivano da paesi vicino allaGermania. Viaggiammo tutta la notte e arrivammo a Lour-des, gare, cioè stazione, alle ore 4 e ½ del mattino. Con untramvia, subito alla città, e siamo giunti alle 5... La-sciammo le valigie all'Hotel Saint Pierre, proprio vicinoalla casa paterna di Bernardetta, dove siamo alloggiati, ioe mio fratello [Luigi Boccardo, ora anche lui Beato], nellastessa camera, e gli altri due in una casa vicina, non tro-vandosi più alcuna camera disponibile. E subito ci re-cammo alla Grotta miracolosa, pregammo colle braccia incroce, baciammo quella terra benedetta, santificata daipiedi di Maria; e poi, subito a celebrare la S. Messa nellaBasilica.La S. Messa è sempre tutta per noi, pei parrocchiani e per la nostra povera Con-gregazione, ricordando te e ogni suora, novizia, postulante, e ogni casa, i nostri po-veri.... e così farò ogni giorno. Poi, di nuovo alla grotta, a pregare, bere l'acquamiracolosa....Anche qui, trovai dei conoscenti: Gerbellone che è dei Salesiani; laBerruto che è a Marsiglia.Qui, non son più capace di descrivere gli spettacoli di fede, di devozione, di entu-siasmo... Ieri giunse un pellegrinaggio di Palermo, in Sicilia, molto numeroso....Ora giungono a migliaia i francesi da tutta la Francia e domani vi è un grande pel-legrinaggio nazionale francese, di 40 e più mila pellegrini... Tutte le strade, lepiazze, le chiese sono piene.... Vi son centinaia e centinaia di preti. Stamattina misono alzato alle 4 per poter celebrare la S. Messa e a tutti gli altari, molti preti cheaspettavano, l'uno dopo l'altro, per dire la S. Messa. Le comunioni non cessanomai. Si vedono persone vestite in tutti i costumi, in tutti i modi.... Tutti, anche si-gnoroni e giovanotti, per le piazze col rosario in mano e fanno passare i grani pre-gando.Ieri sera ho assistito alla processione dei flambeaux.... Ci saranno state almeno die-cimila persone, con torchie accese, camminavano otto, dieci, dodici di fianco, in-sieme, giovanotti, signori, preti, monache, frati, ecc., e cantavano la lode diLourdes, e ripetevano sempre: “Ave, Ave, Ave Maria”, ma col cuore contento, confede viva, amore filiale a Maria Santissima.Poi si radunarono tutti sulla gran piazza del Santuario, che sarà lunga e largacome a Pancalieri dalla parrocchia al cimitero: tutti coi lumi accesi, cantavano

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tutti il Credo per fare la professione di fede... e l'inno cat-tolico francese che termina sempre con le parole: “catho-lique e français toujours”; e poi, in francese, “Noi vogliamDio che è nostro Padre, ecc.”.Se vedessi i malati.... Arrivano a carri e vetture.... Grandisignori li prendono e li portano alla Grotta.... Là, in terra,su materassi, su carrozzelle, davanti alla Grotta, e rice-vono ognuno la S. Comunione... Fa proprio piangere, e hogià pianto molto.[…]”.

Vostro aff.mo Padre in G. C. [Gesù Cristo]Can. Gio.[vanni] Boccardo

Due giorni dopo, il 22 agosto 1908, il Beato GiovanniMaria Boccardo inviava da Lourdes a madre Gaetana Fontana un'altra com-mossa e sentita lettera:

F.V.D.Lourdes, 22 agosto 1908

Rev.da Madre,eccomi di nuovo a darvi notizie di tutto. Son cose che non si possono esprimere.Non si possono tener le lacrime, e molto spesso, uno è molto raffreddato negliocchi. Ci sono qui ora, come dicono 80.000 pellegrini francesi, e domani sa-ranno 100.000 (centomila), tutti uomini, donne, giovanotti, venuti unicamenteper onorare Maria SS.Dal mattino alla sera le vie e le piazze son zeppe di gente ed è impossibile poterentrare nella chiesa, a qualsiasi ora sempre colma di gente.Vi son più di 2000 (duemila) preti, che per celebrare la S. Messa bisogna aspet-tare anche due o tre ore, ad un altare, per turno. In tutta la chiesa, si dà la co-munione quasi di seguito.... Le messe incominciano a mezzanotte, fino a mezzodì,e ad ogni altare – e gli altari in tutto son più di cento – vi è sempre uno che dicela Messa e 8 o 10 preti che aspettano.Non so come faremo a celebrare la S. Messa, domani e lunedì mattina. I rosari,nella chiesa, sulla piazza, alla Grotta, non cessano in tutto il giorno e sino anotte avanzata, e in molti luoghi vi sono sempre preti che predicano.... e si reci-

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tano decine di rosari con le braccia in croce.E' quasi impossibile avvicinarsi alla Grotta, dove vi sono del continuo otto o die-cimila persone.... Però, ieri sera, ho potuto, per grazia di Maria SS., circa alleore 6,30, accostarmi proprio a pochi passi dal luogo dell'apparizione. In quel mo-mento di Paradiso siete passate tutte nella mia mente e, inginocchiato per terra,ho potuto recitare una terza parte di rosario per la cara nostra Congregazionee pei parrocchiani.Non vi è più alloggio... Molti, anche preti, dormono sulla piazza, nelle chiese esulle scale degli alberghi e ieri sera mancò il pane.... Ieri mattina abbiamo fatto la Via crucis col Vescovo di Chalons ed eravamo daquattro ai cinquemila; ho visto dei signori a piedi nudi e notate che la Via Cru-cis si fa su per la montagna, la strada è molto ripida e piena di pietre taglienti,che fanno sanguinare i piedi.... Abbiamo potuto, alla prima Stazione fare tutta inginocchio la Scala santa, baciando ogni gradino, con un sole ardentissimo.Ad ogni Stazione il Vescovo predicava, ma con uno zelo di apostolo, e la Via Cru-cis durò più di due ore.Ogni mattina portano i malati, a centinaia, alla Grotta.... Molti sono portatisulle barelle, quasi moribondi, altri condotti in vetturelle e là, avanti alla Grotta,ricevono la S. Comunione.... e poi, sono portati alla piscina dell'acqua miraco-losa, per il bagno.Via gli uni, arrivano altri ammalati, e così tutto il giorno. E' impossibile nonpiangere. Alla Grotta, tutti pregano e con le braccia in croce gridano: “Gesù, Voitutto potete, guarite i nostri ammalati!... Maria SS., guarite i malati.... Osanna,Osanna!..”.Anche mentre scrivo, ho le lacrime agli occhi. Ogni giorno, dopo pranzo, portanotutti i malati sulla grande piazza avanti alla Basilica e poi un Vescovo fa il girocol SS. Sacramento e benedice ogni ammalato e tutti gridano: “Gesù, nostro Sal-vatore, noi Vi amiamo, guarite i nostri ammalati! Maria SS., siate la nostraMadre, guarite i nostri ammalati!”...Alla processione di ieri sera, a cui erano presenti più di sessantamila persone, vierano non meno di millecinquecento ammalati.... tutti coricati per terra, nelle ba-relle.... Vi erano vari Vescovi.... La pioggia cadeva abbondante, ma nessuno simosse. E si fece il giro dei malati e vi furono quattro miracoli.... Un ragazzo, chesaltò su in piedi, guarito.... Una signora sui 35 anni, tutta paralitica, che andò viacolle sue gambe, del tutto guarita.... un ragazzo di otto anni e una signora di 50anni. Tutti gridavano che volevano vederli, e li avrebbero uccisi se non si facevaposto per allontanare la gente e farli passare e anch'io ho dovuto aiutare con tutte

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le mie forse, e tutti gridavano: “Osanna! Osanna! Vive Notre Dame de Lourdes!”.Il ragazzo aveva una gamba più corta dell'altra di più di dieci centimetri, ed inun istante si trovò con tutte e due le gambe uguali, e i medici misurarono e con-statarono il fatto. Oggi e domani, chissà quanti altri miracoli! Vicino alla Grottavi è l'Ufficio dei medici e sono almeno venti, apposta per esaminare i malati e di-chiarare impossibile la guarigione e riconoscerne il miracolo subito dopo.Nel pellegrinaggio italiano, in cui vi era Mons. Spandre, guarì per miracolo unafiglia (ragazza) di Grugliasco di 21 anni. Mentre sto scrivendo, sento cantarenella via. Guardo dal balcone ed è un grande numero di pellegrini francesi dellaProvenza, con stendardi molto belli, che riempiono la via e tutti cantano le lodidi Maria e sono preti, frati, monache, uomini, donne che vanno alla Basilica cheè molto lontana dall'albergo dove mi trovo. Si canta da tutti “Mon Dieu, sauvez la France et ne la abandonnez pas!”.Potendo penetrare andrò di nuovo alla Grotta e pregherò per la nostra poveraCongregazione... Oggi andrò di nuovo alla benedizione dei malati e se potrò,prenderò anche parte alla processione. Domani si canterà Messa pontificalesulla piazza, non essendo possibile contenere in chiesa centomila persone.Farò il possibile per comprare due Madonne e due Bernardette, una pel vostrogiardino e l'altra pel mio..... ma forse non potrò portarvi dell'acqua miracolosa… avendo ancor da fare un viaggio così lungo prima di arrivare a casa il 2 set-tembre, come già vi ho scritto, col tramvia delle 6 e 25 a Lombriasco.[…] Qui lascio perché sono stanco e mi manca il tempo, scriverò di nuovo. Pregate molto, perché questa mia fermata a Lourdes faccia epoca nella mia vita,anche pel bene della Congregazione.Dio ci benedica.

Vostro aff.mo Padre can[oni]co Gio.[vanni] Boccardo.

Lunedì 24 [agosto 1908], col treno delle sei del mattino parto per Pau-ray-le-Monial, dove arriveremo alla sera tardi.

(Dagli Scritti del beato Giovanni M. Boccardo, Lettere a Suore, Vol. 5 – anni1906 – 1911 - lett. 63)

(Il 26 agosto il Fondatore col fratello P. Luigi e gli altri viaggiatori delle lettere dicui sopra partirono da Paray-le-Monial per Ars, dove pellegrinarono sulla tombadel Santo Curato d'Ars e ritornarono a Pancalieri il 2 settembre 1908: n.d.r.)

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• E’ solo con la volontàdi Dio ben accettata econ l’obbedienza chesiamo vere suore.

• “La santità consiste nel dovere com-piuto bene e per amore”.

• “Padre Fondatore desiderava chenei poveri vedessimo Gesù”.

• “Non abbiate mai paura della po-vertà, della fatica e del sacrificio.Come modello una stalla ed unacroce, addolcendo tutto con la gioia edilluminando tutti col sorriso”.

• “E’ tanto consolante essere di Gesùfino al punto di poterGli dire: gioiscodi essere sola con Te solo, non voglio enon certo altri che Te”. Mi fido di te.Voglio scorgere Dio dappertutto.

• “Vivere una vita di amore, di unionecon Dio, di sacrificio e di preghiera”.

La mia sarà una vita di amore e diunione con Gesù.

• “Avrei desiderato di essere tanto,tanto ricca per asciugare tante la-crime!”.

• “Non avevo nulla di prezioso da do-nare al Signore. Gli ho donato me

stessa... Fu Lui a donarmi tutto”.

• “Gesù è fonte di ogni bene”.

• “Bisogna amare Gesù e in Lui i no-stri cari; bisogna compiere sacrificiche la Regola e l’obbedienza ci im-pongono anche se qualche volta sen-tiamo proprio sanguinare il cuore”.

• “Il Signore concede spesso unagrande gioia per una piccola cosa”.

• “E’ necessario perdonare se vo-gliamo salire a Dio. Perdonare!... Fi-glie mie, non sarei cristiana e tantomeno suora se serbassi nel mio cuoreanche la più piccola ombra di risenti-mento”.

• Ho tanto pregato la Santissima Ver-gine perché mi concedesse di accet-tare in tutto e sempre la volontà diDio e la grazia di saper soffrire in si-lenzio.

• “Bisogna imparare ad amare la Ma-donna come i figli amano la propriamadre”.

• “Lavorate senza distinzione di per-sone: le anime sono tutte uguali da-vanti a Dio. Il lavoro deve esserecostante e pieno di zelo”.

Gocce di armonia

SERVA DI DIO MADRE GAETANA FONTANADalla sua penna e dal suo cuore...(Pensieri dai suoi scritti)

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2 febbraio 1932: Festa della Presenta-zione del Signore: la festa della Luce!Sì, sono proprio le Suore non vedenti aportare la Luce, quella vera, che è CristoSignore, Luce del mondo, a chi ci vedecogli occhi terreni ma è al buio dellafede, della speranza, della consola-zione,... della vita.Le Suore non vedenti sono i nostri Mosèoranti, coloro che con Cristo offrono epregano con mani pure, e tutta la lorovita è un segno luminoso di misericordiae di adorazione a Cristo Re, per laChiesa, per il Santo Padre, i Sacerdoti, lafede, il mondo intero.Grazie, Beato Padre Luigi, che ci haidonato questa porta di luce che si apresull’umanità e dona il Sole di Dio!Pubblichiamo la lettera che sipuò dire di “fondazione” delleFiglie di Gesù Re da parte delBeato Luigi Boccardo in data11 febbraio 1932:

F.V.D.Circolare n. 74

Torino, Casa Madre, 11 febbraio 1932

Festa dell’Immacolata di Lourdes

Figlie di Gesù Cristo Re

Sotto questo glorioso titolo, all’ombradella nuova nostra chiesa di Gesù Cri-sto Re, precisamente il giorno dellaPurificazione di Maria SS., spuntò sul-l’albero rigoglioso della Congrega-zione di San Gaetano, un novello ramodi spose di Gesù, proveniente dall’Isti-tuto delle “Povere Cieche di CorsoNapoli”, affidato già in perpetuo alle

cure materne delle “Povere Fi-glie di San Gaetano”.Già da parecchi anni, al-quante alunne Cieche del-l’Istituto, sentivano l’istinto

della vocazione religiosa, che

Ottant’anni di luce...LE FIGLIE DI GESÙ RE

Il valore di una presenza

80° di fondazione

delle suore

Figlie di

Gesù Re

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comprimevano infondo al loro cuore, a granmalincuore, ritenendolo irrea-lizzabile a motivo della lorocecità. Apertesene coi Supe-riori, e avvisate a coltivarla,

questa in-tima e insistente chiamata,nel silenzio, nella preghiera enella pazienza, aspettando ilmomento di Dio, finalmenteil loro sogno è maturato in

una dolcissima realtà.

Il giorno 2 corrente mese, Festadella presentazione di Gesù Re alTempio, e della Purificazione dellaSua Mamma Immacolata, il vostropovero Padre ebbe la consolazionedi dare la mantellina ad otto Cieche,che da quel giorno iniziarono il loroPostulato, facendo un Triduo di Eser-cizi spirituali.

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La lunga e diligente pre-parazione apportatadalle medesime algrande loro passo, il tra-sporto di santo fervorecon cui esordirono lanuova loro vita nel re-parto allestito a bellaposta per loro, sono unaconsolante caparra, chequesto nuovo ramo dellaCongregazione di SanGaetano produrrà frutti squisiti di spi-rito, i quali apporteranno un nuovosplendore all’albero maestro, cui fuinnestato.Le Figlie di Gesù Cristo Re, avrannole stesse Costituzioni e lo stesso Di-rettorio delle altre Suore di San Gae-tano, con quelle modifiche di abito edi ufficio che sono volute dalla lorocondizione.Le Figlie di Gesù Re si consacrano aDio pel Sacerdozio Cattolico, per laconservazione della Fede nei paesi ci-vili, e per la propagazione

della Fede nei paesi infedeli (Per laconservazione e la propagazione dellafede: dicitura odierna: n.d.r.). In coro,reciteranno ogni giorno il Breviario diGesù Cristo Re e nei giorni dedicatialla Regina del Cielo e della terra,l’ufficio della Madonna.Come in tempo di guerra, mentre isoldati belligeranti combattevano alfronte nel bene della Patria, le donnee le fanciulle, nella sicurezza dellecittà prestavano la loro opera confe-zionando indumenti, vettovaglie e

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18 Fiamma di Carità

l’occorrente pei combattenti feriti emalati, così, mentre le Suore di SanGaetano vedenti, nei ricoveri, ospe-dali, asili ecc., spendono le loro ener-gie pei sofferenti d’ogni maniera, inmezzo ai tanti pericoli del mondo, leSuore di San Gaetano cieche, colleloro preghiere e sacrifici provvede-ranno le spirituali munizioni alleprime, onde non venga mai a mancarloro lo spirito e l’efficacia della santavocazione, permodo che men-tre si prodi-gano pel benedel loro carop r o s s i m o ,senza interru-zione s’avan-zino in quellaper f e z ioneche è loscopo finalee supremo,

sia della pianta madre come delramo figlio.Ho voluto darvi io stesso la bellanotizia, affinché ne ringraziatemeco il Cuore di Gesù Cristo Re,pregandolo a voler fecondaresempre più il Suo granello di se-napa, onde se n’avvantaggiquella maggior gloria divina equel bene del prossimo, che de-vono essere in cima di tutti i no-stri desideri e di tutta la nostravita. Nello stesso mentre che la

vostra carità fraterna si dilata alnuovo nucleo di Sorelle, il ricordo chepresso la vostra Casa-Madre si è ac-ceso un nuovo focolare di carità, viserva pure di stimolo a tenere, semprepiù degnamente, il primo posto fra leFiglie di San Gaetano.Con questa speranza e con questo au-gurio, vi benedico tutte con rinnovataeffusione di santo affetto paterno.

Il vostro povero padreCan. LuigiBoccardo

N.B. Oggi le Fi-glie di Gesù Repregano l’interaLiturgia delle Orecome è nel Salte-rio corrente, inscrittura “Braille”.

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Fiamma di Carità 19

LE FIGLIE DI GESÙ RE

Sia gioia a Te, o piena di grazia

Capita a volte, gi-rando sulle crodedelle Dolomiti, di at-traversare una pie-traia. Il sole batte conviolenza e fa scintil-lare le pietre. Ebbene,capita spesso di sco-prire dei fiori delicatis-simi, dai colori disogno, di una bellezzaindicibile e stupenda.Fiori che affondano leradici chissà dove. Fioriche spuntano tra le pietreroventi.La Madonna è stata ilfiore più incredibilmentebello, fiorito nella pietraia bruciatadall’egoismo del mondo. E le Suorecieche sono i piccoli fiorellini diMaria che crescono nel recinto dicorso Napoli. Diceva Santa Berna-dette a riguardo della Madonna: “Eracosì bella che, vista una volta sola, sidesidera morire subito per andare a ri-vederla in cielo”.La Costituzione Lumen Gentiumparla di Maria quale “tipo” dellaChiesa: “Infatti nel mistero dellaChiesa, che pure è giustamente chia-mata madre e vergine, la Madonna èandata innanzi e si è presentata in

modo eminente e singolarequale vergine e qualemadre. Per la sua fede eobbedienza divenneMadre dello stesso Figliodi Dio...” (cap. VIII).Nella Madonna non ci fualcuna ombra di egoi-smo, nessuno ripiega-mento su se stessa. Ellafu tutta accoglienza. Siaprì interamente al sof-fio dello Spirito Santo;come uno di quei mera-vigliosi fiori alpini chesulle rocce sembranonelle loro corolle ac-cogliere il cielo.

Il cuore fa male per la gioiaLe Suore cieche si sono consacrate to-talmente a Dio, come la Madonna. Leloro giornate sono un perenne Magni-ficat di gioia. “Che cosa sia questaconsacrazione totale al Signore è unsegreto che appena si intuisce e poi siè subito storditi dall’abisso, presi davertigine. Sentirsi tutte di Dio, solo diDio; Dio le riempie come calici colmi.Sono verità che non si possono dire.Ogni anima consacrata diventa comeun nuovo tempio, come un’abitazioneinviolata della Divinità; il giardino, il

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chiostro di Dio, dove Eglipasseggia e canta sotto gliarchi. Un castello inaccessi-bile ai profani, dove ri-suona una musica divina edove si svolge una liturgiadi amore che certe volteprende il cuore sino a far-gli male per la gioia”.

Ha lasciato fare al SignoreDice ancora la Costitu-zione Lumen Gentium:“Maria primeggia tra gli umilie i poveri del Signore, i quali atten-dono con fiducia e ricevono da Lui lasalvezza”. Nazaret, un paesello insi-gnificante della Galilea, trascurata to-talmente dall’Antico Testamento,riceve l’annuncio della gioia messia-nica e la visita dell’angelo Gabrieleperché c’era in essa un silenzio, unadisponibilità, un vuoto, un appello: viera Maria.“Tutti noi vorremmo fare grandi cose– scriveva un’anima consacrata dopo

aver meditato sulla Madonna.– Maria si è accontentata di lasciarfare al Signore grandi cose in lei”.Qui forse è il nocciolo della santità diMaria. Maria ha preparato il vuotocon la sua umiltà perché vi potesse en-trare il Signore a compiere grandicose. E l’Angelo che venne a recarle ilLieto annuncio la salutò con parole in-cantevoli: “Sia gioia a te, o piena digrazia”.

Le Suore Cieche, nel lororecinto claustrale dicorso Napoli a somi-glianza di Maria han -

no la gioia e sonotuffate nella grazia.

Don Carlo De Ambrogio

(1967)

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Fiamma di Carità 21

Mentre attendiamo il giorno della Pro-fessione Religiosa della cara Sorella Fi-glia di Cristo Re, Maria Brancaccio(vedi cronaca a pag. 38), originaria diTorre del Greco (Napoli), ascoltiamoquanto il suo cuore di Sposa di Gesù hada suggerirci, attraverso le parole diun’intervista a lei rivolta.

Maria, quando hai sentito Gesù par-lare al tuo cuore la prima volta?Nel 2004, durante il ritiro nazionaledello Spirito Santo, tenutosi a Rimini,il Signore mi ha parlato tramite unapersona.In un momento di pausa, mi trovavo albar in compagnia di mia cugina e, men-tre ella uscì e si assentò per poco, un ra-gazzo si sedette accanto a me e michiese se avessi mai visto il film “Gho-stbusters”.Dopo la mia rapida risposta, arrivò mia

cugina e il giovane lecedette il posto a se-dere; poi, si rivolse a me e midisse queste parole “profetiche”:“Maria, sei una brava ragazza e saraiPromessa Sposa di Gesù. Quella è la Viache Lui ha preparato per te.”Subito dopo, il giovane salutò e si al-lontanò.Da allora, seguii la voce del Signore edebbi conferme alla mia vocazione.

Chi ti ha seguita durante il camminodi discernimento spirituale?Un giovane sacerdote, nel 2007, quandogli esposi ciò che sentivo nel cuore circail desiderio di essere consacrata al Si-gnore, mi disse di non pensare alla vitareligiosa e di continuare a vivere nelmondo come laica, poiché è possibileamare e servire Cristo e la Chiesa ancheda laiche e laici.

Naturalmente, questo noncoincideva con il senti-mento che provavo e che di-veniva ogni giorno più fortenello Spirito.Allora, ecco che la DivinaProvvidenza non lasciò man-care al mio cuore il coraggiodi “insistere” e cercai un altrosacerdote.P. Luigi, Francescano delRinnovamento dello Spirito,

INTERVISTA A MARIA BRANCACCIO

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mi additò la Via di Dio e mi guidò versoun valido discernimento: il mio “sogno”di appartenere ad un Ordine Religiosodi Suore Non Vedenti si sarebbe prestoavverato...Fu così che mi ritrovai a scegliere fradue Istituti: le Suore Sacramentine NonVedenti di Tortona, fondate da San LuigiOrione o le Figlie di Cristo Re Non Ve-denti di Torino, fondate dal Beato LuigiBoccardo.Telefonai prima a Tortona, ma non fuiaccolta.Così, chiesi di vivere un’esperienza re-ligiosa a Torino, fra le Figlie di CristoRe e la risposta fu immediata: “Vieni evedi”, il richiamo di Gesù.Nel frattempo, seppi che una cara gio-vane Sorella, Sr. Emanuela, aveva pre-gato per me sulla tomba di GiovanniPaolo II e, quindi, per sua intercessione,fui esaudita!Da allora, iniziai e camminai, formandomialla scuola del Beato Luigi Boccardo.

Quali sono stati i momenti o le tappedecisivi, decisive per la tua forma-zione durante il postulato e il novi-ziato?Un momento particolarmente significa-tivo per me è stato il “passaggio” in po-stulato, il giorno 9 giugno, quando lasera si è celebrata una S. Messa per ono-rare la Beatificazione del Padre LuigiBoccardo.Durante la Liturgia Eucaristica, è statoproclamato il Salmo 44, un “segno” vo-

luto da Dio per la mia vocazione allavita contemplativa.

Come stai vivendo questo tempo diattesa, prima della tua ProfessioneReligiosa?Ogni giorno, ogni attimo, faccio unbuon esame di coscienza, poiché il No-stro Fondatore ci voleva rette e pure;quindi, nei momenti più “critici”, cercodi rimanere alla presenza del Signore, dipregarLo ed adorarLo, nonché di invo-carLo per ottenere la purificazione dellemie intenzioni.Chiedo sempre a Gesù il dono della coe-renza, per “combattere” l’ipocrisia, cheè dannosa a coloro che rispondono allachiamata del Signore Gesù a seguirLonella Via della Santità.

Quanto è attuale, secondo te, l’affer-mazione del Beato Luigi Boccardo:“Lasciarsi fare santi”?“Lasciarsi fare santi”…(qui, Maria re-spira profondamente!) è attuale quantociò che il sacerdote esprime durante laSanta Eucarestia, nell’istante della Con-sacrazione del Corpo e Sangue di Gesù,ossia “Prendete e mangiatene tutti, Que-sto è il mio Corpo…” e anche “Prendetee bevetene tutti, Questo è il mio San-gue...”.La santità è obiettivo di tutti i cristiani,ma lo è ancor più per noi, religiose e re-ligiosi che dobbiamo lasciarci amare in-cessantemente da Gesù.

Vera Agostina Bonaita

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La “dottrina” cattolica, e il ConcilioVaticano II ce l’ha mirabilmente ricor-dato ormai più di quarant’anni fa, af-ferma che in Cristo Gesù noi tutticredenti partecipiamo del suo esserere, profeti e sacerdoti.Non è quindi un pallino di un esaltato,non è la moda spirituale passeggeradel momento, ma è precisamente nelcuore del cristianesimo interessarsi diquesti aspetti.Ma cosa significa parlare di “sacer-dozio comune”?Vi è, certo, un “sacerdozio mini-steriale”, cioè esiste un serviziopastorale ben preciso che, conl’ordinazione sacerdotale daparte del vescovo, viene affidatoai preti, ma esiste pure un sacer-dozio detto “comune” che ap-punto accomuna tutti icristiani, preti e non che siano.Siamo abituati a distinguerenettamente i preti dai laici,pensando che ci sia chissàquale distinzione e, Dio nonvoglia, divisione o addirit-tura contrapposizione tra iprimi e i secondi; in realtàciò che unisce i fedeli e ipreti è infinitamente dipiù di ciò che potrebbeanche solo apparentemente distin-guerli.

Questa profonda unità che è il fonda-mento del popolo di Dio è proprio ilsacerdozio comune.Cosa significa concretamente questacategoria?Si potrebbe sintetizzare, con una spe-cie di slogan, che partecipare del sa-cerdozio comune significa in soldonila vocazione di tutti i battezzati a por-tare Cristo in tutto e in tutti, ma so-prattutto portare tutto e tutti al cuoresacerdotale, cioè donato, di Cristo Si-

gnore.

SACERDOZIO COMUNE E MINISTERIALE

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Fiamma di Carità24

Scriveva la grande Edith Stein a que-sto proposito: “Vivere il sacerdoziocomune secondo l’eucarestia significatogliersi realmente dalla propria strettavia particolare per crescere verso l’im-mensità della vita di Cristo.Chi ha visitato il Signore nella sua di-mora non vorrà più preoccuparsi uni-camente di sé e dei propri interessi:comincerà a interessarsi delle cose diDio”; il cuore del cristiano infatti, adimitazione del cuore di Cristo, non puòche essere eucaristico, cioè donato.Parlando di sacerdozio comune nonpossiamo non partire dalla Sacra Scrit-tura; particolarmente evocatori pos-sono essere, per esempio, due passi,uno dell’Antico Testamento, l’altro delNuovo: “Voi sarete per me un regno disacerdoti e una nazione santa” (Esodo19,6); “Avvicinandovi (“Stringendovi”nella versione del 1974) a lui (Cristo),pietra viva, rifiutata dagli uomini, mascelta e preziosa davanti a Dio, qualipietre vive siete costituiti anche voicome edificio spirituale, per un sacer-dozio santo e per offrire sacrifici spiri-tuali graditi a Dio, mediante GesùCristo” (1 Pietro 2, 4-5).Lungi dall’essere in opposizionequindi, i due sacerdozi, quello mini-steriale e quello comune, dialogandosi confermano e legittimano a vicenda;questo lo si può anche notare concre-tamente nel dialogo del prefazio làdove il celebrante invita l’assemblea alodare il Signore e, da essa confer-

mato, continua dicendo: “E’ veramentecosa buona e giusta...”.Noi tutti, preti e non, siamo quindichiamati dalla vocazione che ci derivadal nostro essere battezzati, ad esseredei nuovi “cristi” nella preghiera alPadre, nella testimonianza profeticadella misericordia (ricevuta e offerta) enell’apostolato del quotidiano vissutoin famiglia, nel lavoro e nel serviziodella carità.In Gesù ancora siamo chiamati a con-tinuare il sacrificio che si è compiutouna volta per tutte sulla croce, in vistadella resurrezione con Lui, in Lui e perstare per sempre con Lui.Mi piace concludere queste pocherighe con una famosa preghiera fiam-minga del quindicesimo secolo che re-cita:“Cristo non ha più mani, ha soltanto lenostre mani per fare oggi le sue opere.Cristo non ha più piedi, ha soltanto inostri piedi per andare oggi agli uo-mini.Cristo non ha più voce, ha soltanto lanostra voce per parlare oggi di sé.Cristo non ha più forze, ha soltantole nostre forze per guidare gli uominia sé.Cristo non ha più Vangeli che essi leg-gano ancora, ma ciò che facciamo inparole e in opere è il Vangelo che loSpirito sta scrivendo”.

don Dario Bernardo M.oblato benedettino

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Da Pancalieri - TorinoPanca l ie r i fe s te di f ine anno

L’Epifania dei più piccoliSaggio de i bambini de l la Scuo la de l l ’ Infanzia

Si chiama Epifania del Si-gnore; il suo antico significatoha parecchie sfumature che ri-portano all’adorazione dei ReMagi venuti da Oriente, aGesù Bambino. Il tema deimagi è stato ripreso dai bimbidella Scuola dell’Infanzia diPancalieri che nel loro saggio,di fronte ad una sala gremitadi gente, hanno dato prova dibravura recitando alla perfe-zione le varie fasi di Natale.Inutile dire l’emozione deigenitori e dei nonni e gli scro-

sci di applausi indirizzati sia ai bambini

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nei loro co-stumi sfavil-lanti che allemaestre e allesuore che contanta passionee amore hannolavorato parec-chio per arri-vare a tanto.La direttriceSuor CelesteTesta ringraziai presenti per laloro numerosapartecipazionein modo particolare il signor Sindaco etutte le amministrazioni dei vari enti perl’attenzione e la cura che dimostranoconcretamente

nei confronti della nostra scuola.Al termine una meravigliosa sorpresa:

Babbo Natale con isuoi dolcetti che hareso felice ognibimbo. Per i genitorie per tutti i presentiun ottimo rinfresco,occasione per vi-vere serenamenteinsieme e scam- biarsi nuovamentegli auguri.

Dal “Corrieredi Saluzzo”

Giovanni Varetto

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Santo Natale 2011

Santo Natale. Ogni anno puntualmentearriva e si celebra il Santo Natale.I bambini della Scuola Materna di Pan-calieri con: poesie, canti, danze e brevirappresentazioni hanno voluto porgereai loro genitori, parenti ed amici gli au-guri e far loro comprendere il vero edautentico significato del Natale.Sì, Natale è ogni giorno: quando porgila mano ad un povero, quando sorridi,

consoli e doni la tua compagnia a chi èsolo e nel dolore, quando aiuti chi si ri-volge a te, quando perdoni ed usi mi-sericordia, quando porti la pace.Sì, ricordati sempre: Gesù è gioia edamore, quindi ogni giorno nel tuo vi-vere quotidiano a chi è accanto a tedona: gioia ed amore. Questo è il veroNatale.

Suore ed insegnanti della ScuolaMaterna di Pancalieri

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

CONCERTO-PREGHIERA IN ONORE DEL BEATO GIOVANNI MARIA BOCCARDO – 20/11/11

Da Porto S. Giorgio (FM)

“Grazie, Signore per ildono dei nostri figli e diquesta bella comunitàche li accoglie nel-l'amore. Nelle ultime serealcuni di noi hanno pro-vato a cantare: non èstato facile trovare l'ac-

cordo, lasciarsi guidare con fidu-cia, sentire con il cuore il testo ela melodia da restituire agli altricon sincerità. Così è spesso nellenostre vite e nelle giornate dellenostre famiglie...a volte stonate,confuse e sofferte. Rendici docilial Tuo disegno, Signore e concedianche a noi un po’ della Tua Ar-monia. Perché nessuna voce

vinca sulle altre, per-ché sappiamo aiutarci esostenerci nella melo-dia di ogni giorno, per-ché impariamo, primadi ogni altra cosa, adascoltare il nostrocuore, quello dellepersone che amiamo,il cuore del mondoche grida e chiede la

nostra vigilanza, la no-stra presenza, il nostro aiuto.

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Allora tutto si fa semplice, come nelcanto e il coro di tante voci, nel-l'amore e nella condivisione, diventauna sola e gioiosa lode a Te.”Con queste parole pronunciate dauna mamma, si è concluso il con-certo preghiera in onore del BeatoGiovanni Maria Boccardo tenutosinella cappella delle Suore di San

Gaetano a Porto San Giorgio,domenica 20 novembre 2011.Un gruppo di genitori ha co-stituito il coro della Scuoladell’Infanzia San Gaetano perpreparare il canto “Beato seitu”, composto dal prof. FulvioRusticucci, Direttore delLiceo Musicale “Arturo To-scanini” di Civitanova Mar-

che, con cui la scuolacollabora. Mamme e papà,ed anche qualche nonna,che hanno voluto dedicarealcune serate per le prove,hanno sperimentato che“cantare significa esserevestiti delle parole e dellenote che si cantano” e sco-perto il piacere di stare in-sieme e condividere questomomento.

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

Anche il “Canto in onoredel Beato Boccardo” èstato composto dal prof.Fulvio Rusticucci per levoci dei bambini dellaScuola dell’Infanzia

“San Gaetano” chehanno partecipato at-tivamente alla prepa-razione del concertopreghiera, conoscendogià nei giorni prece-denti la figura delPadre Fondatore e lasua importanza per laCongregazione che liaccoglie.

“La nostra scuola pro-fuma d’amor, ognibambino è un fior”…dice il canto racchiu-dendo in una frase loSpirito che quotidiana-mente vivono i bam-bini.“Ho voluto trasmetterecon queste parole qual-cosa di importante ma

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

in modo semplice e con la fluidità delcanto che al tempo stesso vive di ve-rità”. Sono state queste le parole concui il prof. Rusticucci ha presentato icanti, inni al Padre Fondatore che as-sumono una duplice importanzaquando si vede insieme, riuniti in suoonore, adulti e bambini che con sem-plicità e devozione alternano mu-sica, riflessioni e simboli di luce,come i ceri accesi portati davantialla sua immagine, e si uniscono inun’unica voce per ringraziarlo del

dono di vivere un’espe-rienza comune, alla lucedel suo carisma, dono delloSpirito di Dio. Che questo “seme di luce”che oggi abbiamo ricevutonel nostro cuore, cresca ediventi dono di gioiosasperanza per chi ci è ac-canto.

Emanuela, insegnante

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Grande Festa di RingraziamentoDa Roma - Casa del Clero

Il 20 novembre 2011 abbiamoricordato il 13° anniversariodella Beatificazione del nostroFondatore Giovanni M. Boc-cardo, avvenuta a Torino il24/05/1998, che quest’annocoincide con la solennità di Cri-sto Re, festa a noi tanto cara.

Il 21 novembre abbiamo ricordato i 127anni della Fondazione della nostra amataCongregazione Povere Figlie di S. Gaetano.La Santa Messa delle ore 7 è stata pre-sieduta da Sua Ecc.za Mons. Nsayi con-celebrata da Mons. Tautu, Don Sibik,Padre Carnevale e Don Carneiro.La Santa Messa delle ore 8,30 è statapresieduta dal Direttore Mons. Anto-nelli e concelebrata da Mons. Facio-longo, Mons. Cercenelli, Don Deb,Mons. Nastasio, Mons. Calisti, Mons.Venturi. Alcuni sacerdoti erano assentiper impegni pastorali e per malattia.Si sono unite a noi le Suore Murial-dine, Suore Alcantarine, Suore della

Mercede e i Laici assidui frequentatoridelle nostre liturgie.Ci siamo sentite unite come in un’unicafamiglia. E’ bello volerci bene, stimarci avicenda e perché no, comprensivi nelloscusarci e comprenderci. Abbiamo purerecitato assieme il Vespro e il S. Rosariochiedendo alla Vergine Immacolata la Suaprotezione, e se è nei disegni di Dio, anchequalche vocazione per poter continuarel’opera del nostro Beato Giovanni M.Boccardo.Si rimane inebriati nel sentire le voci so-nore dei nostri cari sacerdoti, che anchese anziani e ammalati non hanno persol’entusiasmo della loro gioventù.Per finire in allegria abbiamo consu-mato qualche pasticcino, dimenti-cando per un giorno di esser diabetici.Di queste due bellissime giornate, rin-graziamo il Signore e anche i nostrisacerdoti che per ciascuno di noi cirappresentano Cristo.

Suor Gasparoni Agnesita

C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

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Da Torino

Festa della vita!“100” cari auguri, Faustina!!!

rante la mattinata, abbiamo avuto lagioia e l’onore di ricevere da parte delsindaco torinese Onorevole Piero Fas-sino la medaglia e un bel mazzo difiori. Un evento insolito e graditoanche per le nostre nonnine! Duranteil pomeriggio invece, abbiamo festeg-giato insieme ai familiari, in partico-lare del figlio Alfonso, che tanto siprodiga per la Mamma e per la dispo-nibilità alle varie necessità della no-stra residenza Anziane di Torino.

Così lo scorso venerdì13 gennaio 2012 ab-biamo festeggiato lanostra carissimaFaustina che com-pie ben 100 anni!Un compleannoimportante chevale la pena di fe-steggiare come sideve. Infatti du-

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I familiari di Faustina hanno contri-buito portando dolcetti che sono statigraditi da tutte le nostre ospiti. Fau-stina, commossa, ha spento le cande-line segno della sua bellissima elongeva età, dono di Dio, tempo cheha vissuto spendendosi per la famigliae in tante opere buone che coronanocon serenità e gioia la sua vita.E’ stata un’occasione per trascorrereun pomeriggio diverso, piacevole e al-

legro tutti insieme.La domenica successiva, alle ore 9,nella Celebrazione Eucaristica, donSebastiano Galletto ha ringraziato ilSignore con tutte la nostra Comunitàper il dono della lunga vita, un secolodi esistenza della cara Faustina, hapregato per lei, i suoi cari e per tuttinoi, che siamo in cammino, perché ilSignore ci guidi su vie di pace, di se-renità, di misericordia e ci benedica e

renda benedizione.Grazie, Signore, del donodella vita, come ci ricorda ilnostro Beato Fondatore: “Lavita è un dono e ogni suoistante ha un valore infi-nito” (Beato Giovanni MariaBoccardo).

Le Ospiti, le Operatrici, leSuore, le Giovani del Servi-

zio civile della ResidenzaAnziane di Torino

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“Col bianco suo can-dor, neve...” Specienel periodo invernaletorna con insisten zaquesto canto e col nasoin su scrutiamo ilcielo... Neve... perchénon scendi? Sono connoi due sorelline che nonti hanno mai vista, e conansia ti aspettano... Ma...a Torino non nevica, perora!Su, a Forno Alpi Graie, laneve c'è. Ha nevicato, lassù, e abbon-dantemente. E allora, pronti... Il 26 di-cembre 2011, Suor Paola (italiana), SuorEmmanuel (Cina), Suor Maria e Gessica(Brasile) e Jeyanthi (leggi Gendi) (Sri-Lanka), salgono sull'automobile... e via!Lo stupore per tutto quel candore, le ri-sate, le pallonate di neve... e un bel bic-chiere di neve bianca e densa daportare a casa. Veramente, basta pocoper essere felici! Il sole tramonta presto, in montagna, eanche il tempo passa veloce, in così belluogo tutto ammantato di bianco! Ormaile sorelle sono in via di ritorno. Ma comesi fa a non passare dalla nostra Casa dispiritualità “Madre Gaetana” e dalla Casa

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di riposo in Chialamberto?C'era più poca neve su,alla Casa di spiritualità,ma era compatta. Lamorbida bianca distesacompatta, nel silenzio esemibuio del tramonto,suscita nel cuore unsenso di pace serena edi gratitudine a Dio,Padre che sempre hacura di noi, suoi figli,

e non lascia mancare nulla,nella sua bontà e Provvidenza.

Suor Emmanuel Chu

Basta poco per essere felici...Da Torino

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Il 17 gennaio èil giorno in cui si ricorda questogrande Santo, noto e venerato in tuttoil mondo; molto conosciuto e apprez-zato soprattutto nelle nostre zone dicampagna, come ha anche ricordato ilparroco di Mombercelli, venuto ad of-ficiare la S. Messa, in suo onore, nellabella chiesetta restaurata e a lui dedi-cata. Sono trascorsi ormai molti annidal lontano 1954, quando, dopo le vio-lente scosse del terremoto del 1943, la

chiesetta venne ricostruita dalle fon-damenta. Essa si trova al centro del-l'omonima borgata, circondata dabellissimi boschi ed un pugno di case,dove abitano ancora pochi anziani na-tivi del posto. Attualmente l'edificioha una sola navata con soffitto a voltae sulla parete dietro l'altare è appesoun antico quadro raffigurante S. Anto-nio in mezzo agli animali; infatti è ve-nerato specialmente nelle nostrecampagne, perché considerato il pro-tettore degli animali domestici. S. An-tonio, detto anche S. Antonio ilGrande, nacque in Egitto, intorno al251, da ricchi agricoltori cristiani.Rimasto orfano prima dei vent'anni,sentì ben presto di dover seguire

l'esortazione evangelica, letta du-rante l'omelia: "Se vuoi essere per-fetto, và, vendi quello che possiedi,dallo ai poveri e seguimi". (Mt.19,21). Così, obbedendo all'invito diGesù, distribuì i beni ai poveri e si ri-tirò in solitudine nel deserto, vivendoin preghiera, povertà e castità, ma do-vette sopportare molte tentazioni deldemonio. Morì a 105 anni il 17 gen-naio 357. Sant'Antonio è considerato il primodegli abati; però egli non diede regole,

Da Montaldo Scarampi (AT)

Festa di S. Antonio Abate(17 gennaio 2012)

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Montaldo: Sr. Anna, Sr. Irma e Sr. An-tonella, che, in attesa della celebra-zione della S. Messa, hanno recitato ilS. Rosario. La giornata fredda e ilghiaccio sugli alberi, che si scioglievasotto i raggi di un pallido sole, nonhanno impedito che l'omelia, brevema intensa, di Don Cartello riscal-dasse i cuori dei tanti presenti. "O Dio,che hai ispirato a Sant'Antonio Abatedi ritirarsi nel deserto, per servirTi inun modello sublime di vita cristiana,concedi anche a noi, per sua interces-sione, di superare i nostri egoismi peramare Te sopra ogni cosa".Amen.

Alessandra Gallo

ma consigli, esempi e quando parlavaera molto convincente e attirava unamoltitudine di persone, tanto che do-vette fuggire nel deserto per la troppagente che aveva intorno. Nel pome-riggio del 17 gennaio di ogni anno,come vuole la tradizione, il dolcesuono della campanella della nostrachiesetta chiama a raccolta i borghi-giani per la funzione religiosa. I fedeliaccorrono sempre molto numerosianche dal concentrico e dai paesi li-mitrofi, perchè la devozione a questoSanto è molto sentita ed è bello man-tenere vive le antiche tradizioni. Allafesta, hanno partecipato anche leSuore della nostra piccola comunità di

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Da Torino 11 febbraio 2012

VENGO A TE, MIO RE!PROFESSIONE RELIGIOSA DI SUOR MARIA BRANCACCIO

FIGLIA DI GESU' RE

La chiesa di Cristo Re, in Torino, sabato11 febbraio 2012, alle ore 17, era troppopiccola per contenere tutta la gente venutada varie parti per partecipare alla primaProfessione Religiosa di Maria Bran-caccio.Un momento di paradiso, dove ogni per-sona ha goduto una gioia straordinaria,avvolta da questa atmosfera di semplicitàe di festa. La “giovane sposa”, in bianchevesti, accompagnata da mamma e papà, èsalita all'altare con commovente fer-mezza a pronunciare il suo “SI'” a Coluiche l'ha chiamata a seguirlo nel camminodella Consacrazione.Don Paolo Ripa, Vicario per la Vita Con-sacrata della nostra Diocesi di Torino, coiconcelebranti canonico Sebastiano Gal-letto, rettore del santuario di Cristo Re,don Stefano Cheula, nostro parroco delSS. Crocifisso, e don Dario Rossi, ha pre-

sieduto la Celebrazione con tutta la suacarica di umanità, di cordialità e di bene-volenza, mostrando i tratti di Padre, fra-tello e amico. Nell'omelia, ha evidenziato la grandezzadella chiamata e dell'essere “Sposa di Cri-sto”, facendo gustare a tutti i presenti labellezza di appartenere al Signore. La gio-vane novella suora ha poi pronunciato ivoti di castità, povertà e obbedienza nellemani della sua Madre Generale, Suor Te-resa Ponsi, che attualmente ha questo ser-vizio. Alla neo-professa sono staticonsegnati: il velo, segno della consacra-zione davanti al mondo; le Costituzionidella sua Famiglia religiosa, e il Breviariodella Liturgia delle Ore, che esprime ilcanto e la lode che Suor Maria è chiamataad innalzare a nome di tutta l'umanità.Suor Maria ha poi toccato il cuore di tuttiquando, in piedi, in mezzo all'assemblea,

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ha cantato il suo “Eccomi”, con decisionee dolcezza, da strappare molte lacrime.Ecco le parole del ritornello del canto: “Eccomi Signore, vengo a Te mio Re, /che si compia in me la tua volontà.Eccomi, Signor, vengo a Te, mio Dio, /plasma il cuore mio e di Te vivrò.Se Tu lo vuoi, Signore, manda me / e iltuo nome annuncerò.COME TU MI VUOI, IO SARO'...DOVE TU MI VUOI, IO ANDRO'...COME TU MI VUOI.Dopo la Celebrazione, nel salone addob-bato a festa, una cena insieme ha per-messo a tutti i partecipanti una grande ebella agape fraterna, espressione di gioiae di festa condivisa.Un grazie infinito a tutti coloro che hannopreso parte: a Don Paolo, a Don Seba-stiano, a Don Stefano e a Don Dario. Unimmenso grazie al coro della ParrocchiaGesù Crocifisso e Madonna delle La-crime, perché, con i suoni e i canti ha resoperfetta la Celebrazione. Grazie ai nostriamici dell'Ottetto, al prof. Paolo Bersano;grazie in particolare a tutti coloro chehanno preparato la festa nei minimi par-ticolari: è segno di un amore concreto chesa farsi presente e partecipe delle gioie deifratelli. Grazie anche alle Suore e alle No-vizie delle altre Congregazioni che conSuor Maria hanno fatto un cammino diformazione all'USMI diocesana e che,con la loro presenza, hanno fatto sentireuna Chiesa viva e unita.

La vicenda di Maria, ora Suor Maria,è davvero incredibile. Figlia di un'in-segnante (la mamma) e di un papà pa-nettiere, a 13 anni perde la vista a causadi un tumore. Perdere la vista a quel-l'età, non è semplice per l'accettazione.Matura in lei un bisogno sempre piùgrande di Dio, fino al punto di deside-rare di essere tutta sua. Un sacerdote leindica la Congregazione delle Suorenon vedenti “Figlie di Gesù Re” in To-rino. Maria fa una esperienza, e poidecide di rimanere. Cresce in lei ognigiorno di più un segreto fascino inte-riore per Gesù. Il processo di matura-zione degli anni di postulato enoviziato, la pace e la serenità interioresi leggono sul suo volto e nelle sue pa-role. Quando una persona si lascia afferraree condurre dallo Spirito di Dio, tuttoacquista bellezza e splendore.

T. P.

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Omelia per la prima Professione di Suor Maria Brancaccio, Povere Figlie di S. Gaetano - Figlie di Gesù Re, di don Paolo Ripa di Meana

Testi biblici: Osea 2,16.21-22 / 1 Cor 10,31-11,1 / Giovanni 15,1-8

“Ti farò mia sposa per sempre... ti farò mia sposa nella bene-volenza e nell’amore, ti fidanzerò a me nella fedeltà e tu cono-scerai il Signore” (Os 2,21-22).

E dunque, cara Maria, è giunto il momento di comunicare pubblica-mente a tutti che il Signore Gesù ti ha chiesto di diventare sua sposa eche tu, gli hai risposto di si.Sposa di Cristo! Sembra una cosa così grande, sembra quasi una pre-sunzione!Cari amici, credo sia giusto capire il significato di questa espressione emi pare che il brano del Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato -la vite e i tralci - ci aiuti a ricordare chi siamo noi che ci chiamiamo cristiani e, nello stessotempo, ci conduca a comprendere il gesto di consacrazione che Maria comparirà oggi di frontealla Comunità.“Io sono la vite!”. Quella della vite e della vigna è un’immagine che troviamo spesso nellaBibbia: la vite-vigna rappresenta l’antico popolo d’Israele, amato e seguito da Dio come il vi-gnaiolo cura con affetto la propria vigna. Ma qui Gesù è originale: la vite è Lui! “Io sono lavera vite”.Com’è solenne questo “Io sono”! Fortissimo! Bisogna percepire questo “Io sono” come lopercepì Mosé nel deserto, davanti al roveto ardente, come i discepoli quando Gesù venne loroincontro sul mare agitato... In Giovanni, ogni volta che ricorre questo “Io sono”, esso è cosìcarico di pathos che rievoca subito la grande scena del roveto ardente. Ci viene rivelato il

NOME di Dio, di Colui che è al-l’origine di Tutto, l’unico nelquale possiamo essere salvati.Dio grande, di fronte alla cui im-mensità la mente umana si perdee sperimenta un senso di timore.Eppure Gesù ci ha fatto toccarecon mano che Dio non è lon-tano, ci ha detto che Dio creaperché ama, si fa conoscere per-ché ama e poiché ama, sceglie e

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chiama. E tutto questo lo fa in Cristo che è la pienezza della rivelazione di Dio.E Gesù dice “Io sono la vite, voi i tralci... Rimanete in me e io in voi”. Ci chiama a metterlo

al centro della nostra vita in un rapporto d’amore e di amicizia, per-ché solo così Dio si fa vicino e solo così l’esistenza avrà significato econoscerà il frutto d’una gioia profonda.Il cristiano è colui che avverte e accoglie questa chiamata e si fa anchegioioso annunciatore agli altri della buona notizia, come l’ApostoloPaolo il quale fece della sua vita un annuncio del Vangelo. L’abbiamoascoltato nella seconda lettura: “Mi faccio tutto a tutti... senza cercareil mio interesse ma quello di molti perché giungano alla salvezza”.Il cristiano è colui che ha la percezione viva e affettuosa di questo “Iosono”, è colui al quale Gesù Cristo interessa perché è l’unico che mifa entrare in comunione con Dio, che mi ama in pienezza senza ombree pentimenti: “Come il Padre ha amato me così anch’io ho amatovoi”.

Questa chiamata allora, cari fratelli e sorelle, riguarda e coinvolge tutti noi, perché tutti - nes-suno escluso - siamo invitati a porre Dio al centro della nostra vita... e se la fede è autentica,la vita non può viaggiare per conto suo, in tutt’altra direzione.“Io sono la vera vite”. Ci sono viti selvatiche, forse più appariscenti e attraenti, come la vitevergine così colorata ma così irrimediabilmente priva di frutti... E quanto spesso gli uomini ele donne del nostro tempo passano i loro giorni e, a volte, l’intera vita terrena ad aggrapparsia viti selvatiche, nel tentativo illusorio e disperato di ricavarne frutti.... Ma se la chiamata a dare a Dio il posto centrale della propria vita, ad amarlo con tutto ilcuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, e ad amarci gli uni agli altri, è la vocazione di ognicristiano, che cosa ha di speciale la chia-mata di quanti si donano a Dio con unaconsacrazione speciale, come fa oggiMaria?Ecco, possiamo dire così. Quella parola“Io sono” è stata così forte, così piena difascino, così personale, da suscitare inMaria il desiderio - già su questa terra - dipreferire Gesù Cristo, il Figlio di DioBenedetto, ad ogni altra persona, ad ognialtro bene creato.Con la prima professione, oggi Maria,pronuncia i voti di castità, povertà e obbe-

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dienza nelle mani di madre Teresa, in questa bella Famiglia dei BeatiFratelli Boccardo. I voti sono l’espressione esterna dell’intenzioneprofonda del suo cuore: preferire Gesù ad ogni amore umano esclu-sivo realizzando, con il voto di castità, un vero rapporto sponsale conLui e superando la bella e santa mediazione umana del matrimonio;preferire Gesù ad ogni possesso di beni terreni con il voto di po-vertà; preferire Gesù e la sua volontà ai propri personali progetti conil voto d’obbedienza.Maria pronuncia questi voti per un anno perché così chiede la Chiesa,ma l’intenzione profonda del cuore è di donarsi al Signore “tutta” e“per sempre” perché sa bene che la chiamata ad essere “sposa di Cri-sto” le giunge da un Signore fedele che attende una risposta fedele,che sia totale e per sempre.Pronunciando i voti, Maria inizia a seguire Gesù “più da vicino”.È una risposta coraggiosa in un momento storico in cui il Signore continua a chiamare perquesta strada ma trova spesso come reazione, paura, indecisione, ripensamenti. Sono pochi igiovani i quali, quando sentono la Voce “Io sono la vera vite... Rimanete in me e io in voi”,hanno il coraggio di dire - come Abramo, come la Vergine Maria, come S. Paolo, come i beatiGiovanni Maria e Luigi Boccardo - “Eccomi!” e , subito, seguire Cristo più da vicino. Ep-pure, quando il Signore chiama alla consacrazione, solo se gli dice sì, essa potrà fare l’espe-rienza di un grande e fedele amore di un’autentica felicità.Che cosa ti auguriamo? Questo soprattutto: che l’avvenimento di oggi, più che una meta rag-giunta, sia l’inizio di un cammino che ti attende.Il cammino consiste nel prolungare nella vita d’ogni giorno la tua risposta d’amore a Cri-

sto che, per amore, ti hascelto e chiamato.Nel Vangelo ascoltato c’èun impressionante rincor-rersi del verbo “rima-nere”: “Rimanete in mee io in voi”, “Come il tral-cio non può far frutto... senon rimane nella vite,così anche voi se non ri-manete in me”, “Chi ri-mane in me e io in lui famolto frutto”, e ancora

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“Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi...”.Ecco l’augurio più bello: Rimani in Lui!Ed è ancora il Vangelo ad indicarci tre atteggiamenti concretiper “rimanere in Lui”. Sono atteggiamenti vissuti, in prima per-sona, da Gesù.

CONSERVATI UMILEQuanto è avvenuto in te e, oggi, trova la sua conferma da partedella Chiesa, è puro dono di Dio. Lui ti “attira”, Lui ti “conducenel deserto”, Lui “ti fa sua sposa”. Rimani nell’umiltà di chi,come Maria, sa di essere stata costituita in un’altissima dignità,ma riconosce di aver ricevuto e di ricevere gratuitamente tutto daLui. E dunque senti te stessa come “sposa” ma anche “serva”:“Ecco, io sono la serva del Signore” (Luca 1,38), “Se uno mi

serve, il Padre lo onorerà” (Giovanni 12,26).Serva di Cristo e non di altri! ma, proprio perché serva di Lui, Servo di Dio, pronta a “lavarei piedi” ai fratelli e alle sorelle, in un servizio reciproco, umile e generoso, nella vita contem-plativa delle Figlie di Gesù Re, una vita che diviene ogni giorno intercessione. Non sarà tuocompito annunciare direttamente il Vangelo, ma innalzare le tue mani in una invocazione ef-ficace perché tanti fratelli e sorelle vedano la luce della fede e diano significato alla loro vita.

RIMANI CON LO SPOSO NELLA PREGHIERAAttraverso i momenti di preghiera che la Comunità ti garantisce e ai quali fedelmente parte-ciperai, ma soprattutto attraverso quello spirito di preghiera che diventa desiderio ardente diintrattenersip e r s o n a l -mente, in unc o l l o q u i osenza parole,con il SignoreGesù; che tiaiuta a rita-gliare tempipreziosi di in-timità conLui; che ti ri-stora e ti rista-

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bilisce nella pace quando gli avvenimenti tihanno reso distratta e inquieta; che risveglia inte la certezza di fede che stai davvero percor-rendo il sentiero che porta alla meta.

INTERIORIZZA LA CROCEQuella in cui, per fede e per grazia, stai per en-trare, è una realtà bellissima: la sequela spon-sale, fedele, di uno Sposo meraviglioso e fedele.Ma la sequela ha un suo prezzo.La vita terrena, preparazione di quella senzafine nel Cielo, è seria per tutti, per chi vive nelmondo, per chi lavora, per chi si sposa ed ha una famiglia. Per tutti c’è un cammino di rinunciaa se stessi e di apertura e donazione agli altri, di fatica e di sudore, di pazienza e di perdono,di lavorio su di sé, che dà senso alla vita e che produce frutto per noi e per le persone e le si-tuazioni che la Provvidenza ci fa incontrare.Per il legame sponsale intimo e consapevole con il Signore Gesù, occorre che tu segua loSposo là dove egli abita e là dove egli va: “Là dove sono io sarà ancheil mio servo” (Gio-vanni 12,26).Ora il tuo Sposo conosce bene la via della croce. Preparati dunque a interiorizzare, nella pa-zienza e - perché no? - nella gioia, la dimensione della croce che incontrerai, che tutte voi, So-relle, incontrate nella vita religiosa. Suor Maria, non aver paura di stare con Lui quando vienea te umiliato e crocifisso; sarà una forte garanzia che lo stai seguendo sul serio: “Chi ama lasua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna” (Gio-vanni 12,25).Ed ora pronuncia, nelle mani di Madre Teresa, quel “sì” che ti lega a Cristo Signore tuo Sposo.

Pronuncialo nella gioia, nella fi-ducia che il “suo” Spirito non tilascerà mai sola e sosterrà,giorno per giorno, la tua risposta.Noi ti siamo accanto, ti ringra-ziamo per la testimonianza checi dai e ti affidiamo a Maria cheoggi ricordiamo Immacolatanella sua apparizione aLourdes.Amen!

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Cantiamo Te,Signore della vita:il nome tuoè grande sulla terra,tutto parla di Tee canta la Tua gloria.Grande sei tu e compi meraviglieTu sei Dio!Grazie, Signore, della vita!

“Benediciamo il Dio dell’Uni-verso che compie in ogni luogograndi cose, che fa crescere i no-stri giorni, e agisce con noi se-condo la Sua misericordia.Ci conceda la gioia del cuore, e cisia pace ora e sempre!

(Dal libro del Siracide, 50, 22-23)

(Trad. Bibbiadella Cei)

2 febbraio

Viva la vita!

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Ci siamo ritrovate tutte in una profondacomunione di spirito per festeggiare la ca-rissima suor Maria e le sorelle che ricor-dano il loro giubileo di consacrazione. Letre Comunità riunite: Le Figlie di GesùRe (suore non vedenti), la comunità dellaResidenza San Gaetano di Torino, e noi,Suore della Casa Generalizia, abbiamoformato un unico coro nel canto dei Ve-spri, e poi, in una bella festa di famiglia.Musiche, danze, guidate dalla maestriadella nostra Vicaria suor Rosanna, hannodato nuove energie e tanti sorrisi. Ab-biamo sperimentato la verità del salmo132 "Com'è bello e gioioso stare insiemecome fratelli". Sostenute dal calore dellafraternità, siamo irrobustite nell'affronta -re la vita di ogni giorno. Lode a Dio perla bellezza della comunità.

(M. G.)

Da Torino 11 febbraio 2012

GIOIA E FESTA PER LE NOSTRE SORELLE

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E’ una questione elementareun evento naturale: se su questa terra ancora vogliamo stare,il nostro destino è di invecchiare!Vecchio non si vuole più usare,è una parola da scartare.E’ certamente più umanoora che ti chiamano anziano.Questa è la sera della vita:bisogna affrontarla incrociando le ditaaffinché il Signore che ci ha voluto beneallontani da noi più gravi pene.E se niente più puoi fare,non ti arrabbiare:hai ancora tante cose da dire,

qualcuno c’è che ti sta a sentire.Le persone che ti seguono non stressare,su tutto non ti impuntare,pensa che l’unica cosa che qui puoi lasciareè un bel ricordo,difficile da dimenticare.Cercate di vedere sempre il sole,anche se c’è tanta nebbia e piove.E questo augurio vi faccio per allontanare il dottoredi non perdere mai il buonumore!

Giampiero Sola(nipote di Suor Anna Maria)

Filastrocca dell’anziano

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Raccontida “Piccole storie dell’anima” di Bruno Ferrero

L’anello magicoUn re convocò a corte tutti i maghi del regno e disse loro: “Vorrei sempre essered’esempio ai miei sudditi. Apparire forte e saldo, quieto e impassibile nelle vi-cende della vita. A volte mi succede d’essere triste o depresso, per una vicendainfausta o una sfortuna palese. Altre volte una gioia improvvisa o un grande suc-cesso mi mettono in uno stato di anormale eccitazione. Tutto questo non mi piace.Mi fa sentire come un fuscello sballottato dalle onde della sorte. Fatemi un amu-leto che mi metta al riparo da questi stati d’animo e sbalzi d’umore, sia quelli tri-sti che quelli lieti”.Uno dopo l’altro, i maghi rifiutarono. Sapevano fare amuleti di tutti i tipi per glisprovveduti che si rivolgevano loro, ma non era facile abbindolare un re. Chevoleva per di più un amuleto dall’effetto così difficile.L’ira del re stava per esplodere, quando si fece avanti un vecchio saggio chedisse: “Maestà, domani io ti porterò un anello, e ogni volta che lo guarderai, sesarai triste potrai essere lieto, se sarai eccitato potrai calmarti. Basterà infatti chetu legga la frase magica che vi sarà incisa sopra”.L’indomani il vecchio saggio tornò, e nel silenzio generale, poiché tutti eranocuriosi di sapere la magica frase, porse un anello al re.Il re lo guardò e lesse la frase incisa sul cerchio d’argento: “Anche questo pas-serà”.

Nella vita dell’uomo,per ogni cosa c’è il suo momento, per tutto c’è un’occasione opportuna.Tempo di nascere, tempo di morire, tempo di piangere, tempo di ridere,tempo di lutto, tempo di baldoria,tempo di abbracciare, tempo di staccarsi,tempo di cercare, tempo di perdere, tempo di conservare, tempo di buttar via,tempo di strappare, tempo di cucire,tempo di tacere, tempo di parlare...Tutto passa,ma a Dio non sfugge niente (Qoelet 3,1-15).

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Per chi?

Una storia ebraica narra di un rabbino saggio e timorato di Dio che, una sera,dopo una giornata passata a consultare i libri delle antiche profezie, decise diuscire per la strada a fare una passeggiata distensiva.Mentre camminava lentamente per una strada isolata, incontrò un guardiano checamminava avanti e indietro, con passi lunghi e decisi, davanti alla cancellata diun ricco podere.“Per chi cammini, tu?”, chiede il rabbino, incuriosito.Il guardiano disse il nome del suo padrone. Poi, subito dopo, chiese al rabbino:“E tu, per chi cammini?”.Questa domanda, conclude la storia, si conficcò nel cuore del rabbino.

E tu, per chi cammini? Per chi sono tutti i passi e gli affanni di questa gior-nata? Per chi vivi?Puoi vivere solo per qualcuno. Ad ogni passo, oggi, ripeti il suo nome. Maiavrai avuto una giornata così leggera.

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La dottrina sociale della Chiesa è unaforza che penetra gradualmente nellacollettività umana per por-tare questa a cono-scere a praticarel'intervento dello Spi-rito nella storia. Non è,come spesso si sentedire, una specie di “ideo-logia” per amministrarela politica e l'economiasecondo una serie di prin-cipi cristiani. In quanto de-rivante dal Vangelo, ladottrina sociale è un mododi esprimere la vicinanza al-l'uomo del Padre creatoreproclamata dal Figlio incarnato.Come ogni parte della dottrina cattolicacontiene l'intero annuncio evangelico,anche quella “sociale” esprime intera-mente quanto noi uomini possiamo ca-pire dell'immenso amore di Dio.Per questa ragione, il suo studio e la suaapplicazione costituiscono un percorsoda offrire ai credenti e a quanti sono inricerca che porta alla contemplazionedel creato e della vita.Ci proponiamo pertanto in questa ru-brica di andare a (ri)scoprire i fonda-menti e le conseguenze pratiche delladottrina sociale della Chiesa, invitandoi Lettori a proporre interrogativi, testi-monianze, pensieri.

Con l'enciclica “Caritas in veritate” (29giugno 2009) abbiamo avutoil dono di una grande riaf-fermazione della potenzadella dottrina sociale dellaChiesa nel nostro tempo.La lettera di BenedettoXVI esamina dalla radicele questioni dell'econo-mia e al contempo ispirail coraggio necessarioper affrontare il cam-biamento esigito dagliavvenimenti. Anchela crisi nella quale citroviamo immersi in

questi anni trova una lucida analisidelle sue motivazioni di fondo, e anchegli sforzi per superarla vengono soste-nuti dalla riaffermazione dei valoriumani da non perdere di vista.La capacità di risuscitare nella mente enel cuore dell'uomo la verità e il sensodel suo vivere sono stati apprezzatianche nelle sedi istituzionali e là dove sistudiano i fenomeni sociali. Affaccian-dosi la consapevolezza di quanto sianoprofonde le ragioni del fallimento eco-nomico-finanziario che oggi regi-striamo nelle sue conseguenze estremesulle famiglie (disoccupazione, inoccu-pazione, precarietà), politici ed econo-misti accolsero con interesse le paroledel Papa “SULLO SVILUPPO

Riscopriamo la forza

della dottrina sociale della Chiesa

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UMANO INTEGRALE NELLA CA-RITÀ E NELLA VERITÀ” che il titoloannunciava.Per qualcuno l'interesse si spense ap-pena si trovò a leggere nel testo dell'en-ciclica espressioni come “benecomune”, “gratuità nell'economia”,“coniugare sviluppo e responsabilità”.Gli fu facile dire che si tratta di bei prin-cipi, inapplicabili nella realtà. Ed ha po-tuto così procedere tranquillo nel modoconsueto, salvo risvegliarsi nel pienodella crisi non solo di singoli compartidell'economia, ma di interi Paesi e di in-tere generazioni, oltre che dei delicatifra le nazioni. Tanto che oggi è ormaiesplicito il timore che si arrivi a unaguerra con le armi, mentre quella fattadi dichiarazioni ostili e di scritte inrosso nei bilanci è già in atto.Chi ha cercato piuttosto di coglierenella “Caritas in veritate” gli avverti-menti accorati e le proposte di revisionedei meccanismi che fondano lo scam-bio economico fra le persone e fra i po-poli, si è sentito chiamato a cercare ditradurre quelle proposte in scelte effi-caci. Benedetto XVI ha dato cioè inco-raggiamento a chi rileva la criticità diun sistema economico fondato sull'uti-litarismo, sul consumo insostenibiledelle risorse naturali, sullo sfruttamentoda parte di pochi del lavoro di molti.Nelle università e nei centri di studio,così come nel mondo della finanza edelle imprese, i valori che la Chiesa cat-tolica propugna si stanno confrontando

a testa alta con le teorie economiche,con i metodi di calcolo del benessere,con le legislazioni e con la prassi com-merciale. È un movimento capillare,sostanzialmente affidato ai credenti cheoperano in questi ambiti. È una grandesfida, che dà modo di attuare e di ri-comprendere radicalmente il grande in-vito che il Concilio ecumenico VaticanoII ripropose ai laici: far sì che la realtàtemporale rispecchi sempre più il pro-getto di Dio sull'uomo.Si comprende dunque perché la dottrinasociale sia il modo di delineare soprat-tutto lo “stile” di vita dei membri dellaChiesa in quanto personeimmerse nel mondoordinario. Es-

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sere studenti, la-voratori, genitori, figli, vicini di casa eappartenenti a un popolo con sue tradi-zioni e aspirazioni riuscendo a inter-pretare questi ruoli con l'identità deifigli di Dio. Per questo la normale ca-techesi, agli adulti, ma anche ai gio-vani, dovrebbe contenere maggiori“dosi” di questo Vangelo. Che nonvuole avere la funzione di omologareil pensiero e il comportamento dei cri-stiani, ma di attivarli come protagonistidella Storia.Infatti, se c'è una “sensazione” che ac-compagna la lettura dell'enciclica diBenedetto XVI è che la Chiesa è chia-mata per sua natura e non per un com-pito “extra” a occuparsi del benessereumano. E quindi essa è chiamata a for-mare persone capaci di percorrere glisnodi del sistema economico e politicoper renderlo a misura dell'uomo amatoda Dio. Si capisce così perché “la ca-rità può essere riconosciuta comeespressione autentica di umanità ecome elemento di fondamentale im-

portanza nelle relazioni umane”:è la carità del Padre che precedeil desiderio umano, e l'uomo im-para da questa carità le “regole”per la migliore convivenza. “Lacarità è la via maestra delladottrina sociale della Chiesa”scrive ancora il Papa, e a que-sta frase non dobbiamo ag-giungere alcunché, ma

impegnarci a tradurla in azione ad ognilatitudine geografica e culturale, inogni contesto familiare o professionenel quale ci troviamo. Con un occhiorivolto alla comprensione dei grandi fe-nomeni del mondo e della storia pernon far mancare il nostro specifico ap-porto. Se avremo la capacità di proseguire inquesta pagine la conoscenza della dot-trina sociale della Chiesa, ci troveremoad affrontare situazioni e sfide che ap-partengono alla nostra quotidianità.Senza scoraggiarci se il nostro parzialepunto di vista avrà bisogno di con-frontarsi con quello di altri, e di met-tere da parte qualche idea ormai“invecchiata” per aprirci al pensierosempre rinnovato del Vangelo. È il no-stro sforzo nella sequela di Cristo: “Laverità, facendo uscire gli uomini dalleopinioni e dalle sensazioni soggettive,consente loro di portarsi al di là delledeterminazioni culturali e storiche e diincontrarsi nella valutazione del valoree della sostanza delle cose”.

Antonio Labanca

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MISSIONI

“Le Suore di San Gaetano, hanno pre-cisamente questa speciale missione: ...vi-vendo poveramente insieme con i poveri,soccorrerli, servirli, istruirli, confortarlie in tutti i modi aiutarli a passare santa-mente la vita...”. (B. Giov. M. Boccardo)Sono questi i valori che hanno spintoognuna di noi a seguire la chiamata diGesù e a mettersi al servizio della Mis-sione, che il Signore ogni giorno ci af-fida. “... Consapevoli che annunciare ilVangelo è un invito che viene dal-l’alto... per portare i fratelli a seguireCristo”.Siamo in Togo (Africa Occidentale).Con la nostra Superiora Generale,Madre Teresa Ponsi, la Vicaria Sr. Ro-sanna e la Consigliera Sr. Antonica,siamo giunte per la Visita fraterna allaComunità. Tra alcuni giorni, insiemealle nostre Sorelle Missionarie in Africaavremo anche la profonda gioia di ac-cogliere il S. Padre Benedetto XVI inVisita Pastorale in Bénin.Le nostre sorelle che lavorano in terraafricana, come tutti i missionari che ab-biamo incontrato, vivono pienamentenella grazia di poter portare a tuttil’amore del Signore Gesù. Questa è statala soddisfacente constatazione, che do-menica 13 novembre abbiamo fatto, in-contrando la nostra Comunità delle

Dal Togo e Benin - Africa

Insieme per una speciale missione

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MISSIONI

“Suore di S. Gaetano” ad Anfoin (Togo).Anche il nostro breve viaggio in Bénin,che si è svolto dal 18 al 21 novembre2011, per accogliere il Santo Padre e perfesteggiare il 150° anniversario del-l’Evangelizzazione di questo popolo,l’abbiamo vissuto come partecipazioneal grande impegno della Chiesa, di an-nunciare il Vangelo a coloro che ancoranon lo conoscono. Sabato 19 novembredopo la visita al grande seminario diOuidah, abbiamo partecipato all’incon-tro speciale del S. Padre con il Clero e iReligiosi che operano, sia nel Bénin chein vari altri Stati dell’Africa.Il 20 novembre nello “Stadio dell’Ami-cizia” a Cotonou, eravamo presenti in-sieme a tutto il popolo Africano che concanti, suoni e danze ha dato gloria a Dio,nella grande Concelebrazione Eucari-stica del S. Padre con molti Cardinali eVescovi provenienti da varie parti delmondo.Sono stati giorni intensi, fitti di ap-

puntamenti, ma vissuti con grande fede

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Fiamma di Carità

ed entusiasmo. Per tutti sono state gior-nate di emozioni indimenticabili, ascol-tando il Papa che ha voluto gettare lebasi per un “futuro di speranza” delContinente Africano.Al Bénin, Benedetto XVI, ha chiestodi crescere nella fraternità, per costruirel’unità tra le persone, le etnie e i popoli.L’evangelizzazione infatti, presupponee comporta anche la riconciliazione epromuove la pace e la giustizia.Il nostro viaggio in terra Béninese, si èconcluso con la visita ai bambini or-fani e abbandonati, accolti ed assistiticon tanto amore, dalle Suore di MadreTeresa di Calcutta. Anche qui abbiamovisto come la carità sia alla base di ogniimpegno missionario e un inno alla vita.Con la nostra Madre siamo rientrate dal-l’Africa, con nel cuore tanta gioia egrande ammirazione per questo popolo,così desideroso di crescere nella pace enella fratellanza universale.

S.R.

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MISSIONI

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come fatto a sé cio’ che essi hanno fattoa tanti poveri e ammalati passati attraver-soil nostro Centro puo’ ricompensare conle sue grazie e premio questi nostri pre-ziosi collaboratori.

IL GRAZIE DELLA MISSIONE DEL TOGO

Da queste pagine vogliamo direun Grazie sincero alle carissimesorelle che dopo tanti anni dimissione: 25 Sr Adolfa, 20 SrAnna, sono rientrate in Italia la-

Da Fiata - Togo - Africa

Notizie della missione di FiataE’ stato un momento di festa quello delgiorno 20 gennaio c.a. nel nostro Dispen-sario S. Gaetano. Vincent ADAMA, Da-niele KOUSSAWO e Antoine GABIANche lavorano da 15, 17 e 6 anni con gliammalati che arrivano da tante parti peressere curati, specialmente bambini ane-mici, mamme e persone adulte bisognosedi essere accolte e consolate; orahanno ricevuto il ricono-scimento del loro preziosolavoro svolto accanto alleSuore che si sono alternatecoordinando il Centro se-condo il carisma del nostroB. Padre Giovanni MariaBoccardo. Sono esse Sr M. diFatima, Sr Natalina, SrAdolfa, Sr Ana Lucia e Sr Valentina.Il riconoscimento è stato un prezioso at-testato di esperienza conclusa, essi sonoora O.R.S. a pieno titolo. E’ certo che soloil Signore che in tanti anni ha ritenuto

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sciandoci il loro esempio di vita religiosae missionaria e la nostalgia della loro pre-ziosa presenza nella missione.Grazie anche alle care sorelle Sr M Patri-zia, che ha testimoniato il suo amore aquesti fratelli per tre anni di presenza aFiatà; e a Sr Beniamina che per un anno èstata il “tutto fare” della Missione.La Missione di Fiatà - Africa, è ricono-scente anche alle consorelle del Brasileche si sono messe disponibiliper aiutare e dare la loro pre-ziosa collaborazione in momentidi mancanza di personale. Gra-zie a Sr Cleusa, Sr Ana Lucia eSr Maria. E’ pur vero lo vediamoin voi che la patria del Missiona-rio è il mondo e che come diceMadre Gaetana: dove c’è un po-vero là è la nostra patria.

Le Suore della Comunità di Fiata

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A L L A R G AI C O N F I N I D E L L A T U A C A R I TÀSostieni i PROGETTI delle Suore di San Gaetano

1° PROGETTO: ADOTTA UN SEMINARISTAdalla terra di Missione pregherà sempre perte e offrirà la sua vita per il mondo

2° PROGETTO:ADOTTA UNA GIOVANE ASPIRANTE alla vita di MissioneQueste giovani vogliono consacrarsi al Si-gnore e dedicare la loro vita alle opere dicarità verso i fratelli. Vuoi aiutarle a rea-lizzare il loro sogno? Dona la tua offerta

LE OPERE DI CARITÀ:progetti di solidarietà a favore dei più bisognosi segnoe testimonianza dell’amore di Dio

3° PROGETTO:AFRICA - Togo• curiamo i malati nel nostro dispensario;• aiutiamo e curiamo con ogni sostegnoi malati di AIDS e le loro famiglie;• accogliamo i bambini denutriti;• accogliamo ragazzi handicappati e or-fani ai quali offriamo ospitalità in unclima di famiglia grazie al Progetto Casa Famiglia.

Vuoi dare il tuo contributo per i sacerdotidi domani?

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4° PROGETTO: BRASILE• alla Crêche assistiamo circa 180 bambiniche hanno bisogno di tutto, affidati alle Suoree collaboratrici, perché con l’aiuto delle au-torità locali e Benefattori, possano avere tuttoil necessario per una armoniosa crescita.

5° PROGETTO:BRASILE ANZIANI SOLI• nella Casa per anziani, chiamata “asilo”, ci oc-cupiamo di questa assistenza, in particolare deipiù poveri e bisognosi.

6° PROGETTO: ARGENTINA• assistiamo circa 200 bambini che frequen-tano l’Hogar de dia e trovano un costanteaiuto per la loro crescita: il cibo necessario,una casa, grandi spazi, la gioia di vivere in-sieme, con l’educazione necessaria per laloro crescita.TUTTO GRAZIE AI BENEFATTORI.

Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli piùpiccoli, l’avete fatto a me.

(Mt. 25,40)

L’OFFERTA per qualsiasi PROGETTO è libera, senza impe-gni particolari di scadenza di tempo o di quota fissa.

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L a t u a o f f e r t a s e c o n d o l e d i v e r s e m o d a l i t à :• personalmente alle suore di San Gaetano che conosci• per conto bancario o C/C postaleAttenzione! A chi desidera contribuire, chiediamo di specificare chiaramente, nella causale del versamento, il pro-getto che si vuole sostenere.

M o d a l i t à d i v e r s a m e n t o :CONTO CORRENTE POSTALE: PAESE IT - CHEK 55 - CIN I - ABI 07601 CAB 01000 - N. CONTO 000017159781 - CODICEBIC BPPIITRRXXX Intestato a: Istituto Povere Figlie di San Gaetano - I.A.A.D. - Via Giaveno 2 - 10152 TORINOCONTO CORRENTE BANCARIO: CONTO 1000 / 00019757Intestato a: Istituto Povere Figlie di San Gaetano CTO - I.A.A.D.Via Giaveno 2 - 10152 Torino.Operatività Italiana: IBAN IT56 S033 5901 6001 0000 0019 757Operatività Estera: IBAN IT56 S033 5901 6001 0000 0019 757 - BIC BCITITMXPER INFORMAZIONI, CHIEDERE DI SUOR FEDERICA BATTISTELLATel. 011.851567 - E-mail: [email protected]

GRAZIE!Suore “Povere Figlie di San Gaetano”

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Accendi anche tu una fiamma di caritàNotizie dagli Amici dei Beati Boccardo del Piemonte.

Con gioia condividiamo alcune delle esperienze del nostro camminare insieme.

Domenica 27 Novembre 2011 aChialamberto presso la Casa di Ri-poso “San Giuseppe” abbiamo vissutouna giornata davvero serena accolticon gioia dagli ospiti, dal personale edagli amici volontari.Il nostro grazie va ad ognuno di lorocon il proposito di tornare presto a go-dere del calore che ci è stato tra-smesso.

PREPARARE IL VINO NUOVOQuesto il filo conduttore delle attivitàdi quest’anno.

Incontri di preghieraMercoledì 18 Gennaio 2012ore 21 - Nichelino, parrocchiaRegina MundiMercoledì 29 Febbraio 2012ore 21 - Nichelino, parrocchiaRegina MundiMercoledì 31 Marzo 2012ore 21 - Pancalieri, casa Madresuore S. Gaetano.

Nella prima serata abbiamo ascoltatoil Vangelo delle Nozze di Cana. Comesempre la Parola di Dio si è rivelatacon sottolineature nuove e vive;siamo stati aiutati dall’entusiasmo difra Marco che con gioia in questa oc-

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casione è tornato nella Parrocchia chelo ha visto ragazzo all’oratorio.

Incontri Regionali

Domenica 22 Gennaio 2012 il nostrocammino ci ha portati presso la Co-munità Parrocchiale di San GiacomoApostolo di La Loggia guidata da donRuggero Marini.Abbiamo ammirato la bellezza della“Chiesa di mattoni” che ci ha accolticome la bellezza di questa Chiesa par-ticolare in cui lo Spirito ha suscitatomolti frutti.Siamo stati sollecitati dagli spunti di

riflessione di don Ruggero che cononestà ci ha reso partecipi della pro-pria esperienza.

I nostri Beati ci aiutino a portare il“vino nuovo” nelle nostre famiglie enelle nostre comunità.

Un affettuoso saluto a tutti gli amiciche non hanno potuto essere presenti;sul nostro sito troverete le tracce audioregistrate di questi due incontri, libe-ramente scaricabili.

Grazie alla segreteria che con il suoindispensabile lavoro permette la rea-lizzazione di queste belle esperienzedi Chiesa.

Prossimi IncontriDomenica 18 Marzo 2012

Incontro RegionaleSabato 28 e

Domenica 29 Aprile 2012 Pellegrinaggio

Antonella

Per ogni comunicazione e/o informazione:

Tel e fax 011 851567e-mail: [email protected]

www.suoresangaetano.it

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E’ con estremo piacere che vi informodi quanto è successo il 13/01 c.a.Dopo tutte le attività svolte nell’anno trascorso insieme a organizzare levarie attività del gruppo piemontesedegli “Amici” e del bellissimo pelle-grinaggio che è stato fatto ad Assisi, acausa delle sopravvenute gravi condi-zioni fisiche e psicologiche di tutti icomponenti per la segreteria piemon-tese si è reso necessario un trattamentointensivo di PRONTO SOC CORSO.Il gruppo si è così riunito a casa miaquella fatidica sera per essere sottopo-sto ad una terapia intensiva e coatta(per chi ci crede….) a base di iniezionidi barbera del Monferrato e/o, a pia-cere, dolcetto delleLanghe con ap-plicazioni locali(con obbligo dideglutizione) diBagna cauda ac-compagnata da nu-merose verdurecotte e crude. A se-guire, per comple-tare la terapia d’urtopraticata, tutti i par-tecipanti sono statiobbligati a sorbirsiuna o più pere cotteal barbera...

Potete immaginarvi quanto abbiamodovuto insistere io e mia moglie perpoter portare a termine la terapia, maalla fine ci siamo riusciti perché, siaquella sera che nelle occasioni suc-cessive tutti i partecipanti non la fini-vano più di manifestare il loroentusiasmo…la cura ha fatto effetto!!! L’amicizia si è incrementata e miamoglie ed io siamo andati a letto stan-chi, ma ci siamo addormentati con ilsorriso sulle labbra…ma ci vuole cosìpoco ad essere felici…Adesso siamo pronti per il 2012!

Canalis Ettore

“PRONTO SOCCORSO” PER AMICI PIEMONTESI

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Domenica 29 gennaio 2012 abbiamo appreso dalla televi-sione una triste notizia: la morte dell'Onorevole OscarLuigi Scalfaro, Presidente emerito della nostra Repub-blica Italiana dal 1992 al 1999. Con la sua dipartita ungrave lutto colpisce non solo la sua famiglia ma l'interaNazione italiana, perché è venuto a mancare un “illustreuomo cattolico di Stato, integerrimo magistrato e fede-lissimo servitore delle istituzioni, che nelle pubbliche re-sponsabilità ricoperte sempre si adoperò per lapromozione del bene comune e dei perenni valori etico-religiosicristiani propri della tradizione storica e civile dell'Italia”, come scrive il SantoPadre Benedetto XVI nel suo Cordoglio alla figlia dell'On. Scalfaro, Marianna(Cfr. Osservatore Romano del 30-31 gennaio 2012, p. 1). A quelle del S. Padre si associano le espressioni di cordoglio e di gratitudine perl'operato dell'emerito Presidente, espresse dal nostro Presidente attuale, l'On.Giorgio Napolitano, e da tutte le forze politiche italiane, compreso l'attuale Go-verno Monti, che vedono nell'On. Scalfaro il “Traghettatore” dalla prima allaseconda Repubblica italiana. Nato a Novara il 9 settembre 1918, sposò Maria Inzitari, da cui ebbe una figliaMarianna, che fu accanto a lui da sempre, poiché la madre morì nel darla allaluce. Laureato in Giurisprudenza, fu un cattolico impegnato fino in fondo, Pre-sidente dell'Azione cattolica di Novara, era fiero di portarne il distintivo ancheda Presidente della Repubblica. Politico tutto d'un pezzo, divenne un riferimento,specie da Presidente, per tutte le forze politiche, anche della sinistra. Testimoneappassionato, fu amico dei poveri e degli ultimi, come ricorda l'On. Andrea Ric-cardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio che il Presidente Scalfaro ha tanto

Ricordando l'on. Oscar Luigi Scalfaro, Presidente Emerito della Repubblica Italiana

“È tanto difficile entrare in Paradiso?Sii devoto di Maria che ne è la porta, e vi entrerai!”

(Beato Giovanni Maria Boccardo)

RICORDIAMO NELLA PREGHIERA

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sostenuto e come lo piangono i senza fissa dimora di Roma e tanta gente che erada lui aiutata materialmente e moralmente. Le testimonianze sono concordi nell'affermare che egli “riconduceva tutto alla fedee all'amore per la nostra Mamma del Cielo” (Da “Avvenire” del 31 gennaio 2012).La nostra Famiglia religiosa delle suore “Povere Figlie di San Gaetano” e in par-ticolare la Comunità delle suore non vedenti “Figlie di Gesù Re” l'ha incontratopiù volte, ed è stato per noi un grande benefattore, sostenendoci in momenti didifficoltà economica, come ha fatto per tanti italiani e per tante istituzioni pub-bliche e religiose. Quando veniva in Piemonte, almeno una volta all'anno ci ve-niva a trovare e nel parlarci, ci infervorava, specie quando nominava la Madre diDio, la Vergine SS., alla quale si rivolgeva veramente come al “Cuore di unaMadre”, come intitolava i suoi bellissimi articoli da lui editi sulla Madonna.Alle Figlie di Gesù Re, chiedeva in compenso solo la preghiera, ben conoscen-done per esperienza l'efficacia e la forza nella vita di un credente e il sostegno pertutti. Noi vogliamo esprimere, anche da queste semplici pagine, tutta la nostragratitudine per lui, e lo facciamo con la preghiera in suo suffragio, e con la vici-nanza spirituale alla cara figlia Marianna, che sempre lo sostenne. Nell’ultima sualettera, gli auguri di Natale del 2011, egli terminava con scritto di suo pugno: “vivoglio bene” e la firma autografa.Ora la nostra Comunità, e l'Italia tutta e il mondo, hanno perso un testimone interra ma hanno acquistato un Protettore in Cielo: a lui, che pensiamo accolto abraccia aperte dalla Madre di Dio che immensamente amava, affidiamo la no-stra cara Patria italiana, il nostro Presidente e i nostri Politici, perché li aiuti adessere testimoni del bene comune, impegnati e donati come lui.

Nata a Como il 24 agosto 1923.Di anni 88 e 62 di PROFESSIONE RELIGIOSA.

Deceduta a Pancalieri (TO) il giorno 22 gennaio 2012. È sepolta a Moncalieri.

Nella Comunità delle Sorelle Anziane di Pancalieri, si sono vissuti ultimamentemomenti di attesa: due Sorelle sono vicine alla chiamata dello Sposo, una più an-ziana e una meno, chissà quale sarà la prima. La più anziana, si direbbe.

Suor M. Leonardadel SS. Crocifisso (Monti Marcella)

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Nata a Monasterolo di Savigliano (CN) il 09 novembre 1918.Di anni 93 e 69 di PROFESSIONE RELIGIOSA.

Deceduta a Pancalieri (TO) il giorno 26 gennaio 2012. È sepolta a Pancalieri.

Suor M. Romualdadel S. Cuore (Alasia Anna)

Lo Sposo ha le sue scelte. A mezzogiorno del 22 gennaio ecco la chiamata delloSposo per Suor Leonarda che ha fatto stupire, per chi faceva umanamente i conti.Ma, quando Lui arriva c’è anche chi l’attende come Suor Leonarda, che deside-rava di vedere anche la Sorella gemella Suor Alessandra, già in Paradiso.Se tutta la vita è una preparazione, un cammino di trasformazione, da anziani simanifesta ciò che si è realizzato. Nella Comunità delle Sorelle Anziane o ma-late, danno testimonianza per Suor Leonarda, di una Suora gioviale, serena, af-fabile, comunicativa, capace di relazione, semplice.Entrò in Congregazione a 24 anni, 3 anni dopo di Suor Alessandra, sua sorella ge-mella. Ha dimostrato fin da giovane, un carattere forte e decisivo, insieme aduna costante disponibilità nel servizio dei fratelli.Suor Leonarda ha trascorso la sua vita in modo particolare con i bambini. Già daiprimi anni della sua vita religiosa, è stata inviata in diverse comunità, anche nel-l’orfanotrofio di Monte Giorgio nelle Marche. Con la sua dolcezza e la sua pa-zienza conquistava i bambini per riuscire ad una armoniosa educazione.Amava le piccole cose e con la sua creatività riusciva molto bene nella manipo-lazione di lavoretti che esprimevano un messaggio, sia per i bambini, sia per leSorelle della Comunità. Era molto faceta nel preparare farse e recite per rallegrarela comunità.Per la sua intelligenza ed intuizione, si prestava ad elaborare preghiere e riflessionisui Fondatori, come il Rosario con il commento del B. Fondatore o altre iniziative.Tutto era bello per lei, che sapeva accettare tutto dalle mani di Dio senza la-mentarsi, anche quando la sofferenza le ha segnato il cammino per vari anni. Isuoi occhi riflettevano la gioia di aver donato la sua vita a Gesù nel servizio deifratelli, in particolare dei più piccoli.

A Lei, amante della Congregazione, affidiamo l’avvenire, con la richiesta dinuove vocazioni e la perseveranza di quelle che vi appartengono.

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Nel pomeriggio di giovedì 26 gennaio c.a., dopo una lunga attesa, lo Sposo è ve-nuto per condurre alle nozze eterne Suor Romualda, di anni 93 e 69 di Profes-sione, avrebbe festeggiato il suo 70° il 18 marzo.Diciamo lunga attesa, poiché data la sua età, gli ultimi tempi quando si chiedevacome va? Sono in attesa... come a dire: presto arriva lo Sposo. E anche negli ul-timi giorni non ha mai perso la sua serenità, espressione di una vita di unionecon lo Sposo divino.A 20 anni entra in Congregazione, prima di tre sorelle che a differenza di unanno, si donano a Dio nella Congregazione delle “Povere Figlie di San Gaetano:dopo di lei entrata nel 1938, ricordiamo Suor Patrizia entrata nel 1939 e decedutanel 1972; Suor Maria Teresa entrata nel 1940 e deceduta nel 1994, e una zia,Suor Ludovica. Chi le ha vissuto insieme per vari anni, la ricorda così:«Suor Romualda amava tanto la vita religiosa, era molto meticolosa nell'osser-vanza, non faceva nulla se non aveva il timbro dell'obbedienza. La povertà era unasua caratteristica; i suoi occhi esprimevano sempre serenità. Era una sorella moltofervorosa, amante del bello e del nuovo, godeva anche delle piccole attenzioni; ri-cordava sempre a noi più giovani, di non perdere l'entusiasmo del noviziato.A Biella dove ha lavorato più di quarant'anni, oltre all'assistenza a domicilio chefaceva con signorilità e amore, ricopriva l'ufficio di sacrestana che esercitavacon scrupolosità, attenta che tutto fosse preparato alla perfezione.Quando la casa di Biella stava per chiudersi, il Cardinale Giovanni Saldarini, lachiamò in Seminario per dare il suo servizio ai giovani seminaristi. A Monca-lieri giunse in età avanzata e pur essendo già sofferente, ricoprì ancora l'ufficiodi sacrestana con amore. Soffrì molto quando le Suore anziane, vennero trasferite da Moncalieri a Pan-calieri, però seppe accettare il sacrificio con serenità. Quando la salute non lepermise più di camminare, accettò la carrozzella con gioia e offrì tutto per levocazioni e per le necessità dei Superiori maggiori. E’ volata in cielo con serenità, stringendo fra le mani il suo crocifisso e la Ma-donnina. Alla sua morte abbiamo trovato con l’occorrente “dopo la mia morte”una busta con scritto: “Domando ancora scusa a tutte, ringrazio tutte le Supe-riore e le sorelle. Viva Gesù!”Sr Romualda».

Suor Romualda, intercedi per noi e per tutte le Sorelle, un rinnovato spirito reli-gioso, nella fedeltà ai nostri Beati Fondatori e al carisma che ci hanno lasciato.

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Saremo grati a chi ci segnala i cambiamenti d’indirizzo, avendo sempre cura di indicare il vec-chio recapito e di segnalare l’indirizzo completo di via, numero civico, codice postale. Avvertiamoi Lettori che il 7 di ogni mese viene celebrata una Messa per i Benefattori vivi e defunti.P. S.: Segnalare se necessario anche il cognome del coniuge per evitare disguidi postali

N.B.: I dati e gli indirizzi per l’invio del giornalino “Fiamma di carità” sono gestiti unicamentedall’équipe di redazione e spedizione della rivista e nel rispetto della legge 196/03 i dati per-sonali dei nostri lettori non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi se non per ciòche riguarda la spedizione del giornalino. In ogni momento potranno essere richieste modifiche,aggiornamenti o cancellazioni.

Vogliamo esprimere la più sentita ricono-scenza a tutti i nostri lettori che con le loro offerte,con la loro cordialità, con la loro preghiera sosten-gono questo nostro semplice bollettino, che vuolportare a chi lo accoglie un “piccolo seme dibene”.

I loro nomi sono scritti in Cielo!

Grazie!

Ricordiamo nella preghiera di suffragio:• Lina, la mamma di Suor Giuseppina Ripani (dicembre 2011)

• Maria, la zia di Suor Natalina Ballesto (12 gennaio 2012)• Giuseppe, il fratello di Suor Daniela Taccari (15 gennaio 2012)

• Liliana, la sorella di Suor M. Patrizia Speculato e di Tina, nostra operatrice in CasaGeneralizia – Torino (21 gennaio 2012)

• Alessandrina, la sorella di Suor Lorenza Turani (già deceduta)

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ISTITUTO SUOREPOVERE FIGLIE DI SAN GAETANO

Via Giaveno 2 - 10152 TORINOTel. 011.851.567 - C.C. Postale 00362103

ATTENZIONEIn caso di mancato recapito inviare allʼufficio di TORINO CMP Nordper la restituzione al mittente, che si impegna di pagare la tassa stabilita.

Con permissione eccles.direttore responsabilecanonico Carlo Vallaro

Registrato Cancelleria Tribunale diTorino n. 883 del 7-7-1953

Anno 56 - Gennaio/Marzo“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbo-namento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in

L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Torino”

nr 1/2012 - Taxe perçue - Tassa riscossa -Torino CMP Nord

«Ecco l’Ostia consacrata, fratelli,ecco il Cristo annullato;ecco Colui che tutto può, messo nelle mie mani;ecco la Vita che si offre per noi;ecco il fuoco, il “fuoco divorante”che vuole spezzarela barriera del “freddo e del ghiaccio” che avvolge l’umanità;ecco il sole che vuole inondarci di luce e di virtù;

ecco la “fiamma ardente dell’Ostia consacrata” che ci invita a riscaldarci della sua luce e del suo calore».

(San Gaetano Thiene)

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