'O MBRUOGLIO IN SALSA AFRAGOLESE - 25 FEBBRAIO web1.pdf · come l'alternativa a Mimmo Tuccillo ha...

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Anno IX numero 02 - 25 Febbraio 2017 diretto da Antonio Auricchio #LAVERITÀPEZZOPERPEZZO 'O MBRUOGLIO IN SALSA AFRAGOLESE

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Anno IX numero 02 - 25 Febbraio 2017 diretto da Antonio Auricchio

#LAVERITÀPEZZOPERPEZZO

'O MBRUOGLIO IN SALSA AFRAGOLESE

AFRAGOLA 25 febbraio 2017

2

I consiglieri di “Liberamente” prendono le distanze da un futuro composto da una coalizione formata da soggetti che fino a ieri si denunciavano in Procura e si accusavano persino di camorra. Antonio Caiazzo: “Quel tavolo finisce con la sfiducia al sindaco”. D'accordo Cristina Acri che contesta la “triade” Nespoli-Casillo-Boemio: “Rabbrividisco. Se si mettono insieme perdono”. Monito ai moderati al governo della città: “Abbandonate il fallimento. Chi godrà dell'ultimo respiro non potrà salire sulla diligenza”

MOSAICO

In maggioranza ancora tanti nodi da sciogliere

politica

Bocciata l'alleanza tra “vecchio sistema” e scissionisti del Pd: Acri e Caiazzo cantano il “de profundis”

Antonio Caiazzo Cristina Acri

no sguardo al presente ed

U uno al futuro. La politica locale si presenta così. Le forze legate al “vecchio sistema”, le forze moderate,

i “fuoriusciti” del Pd e i movimenti dell'alleanza di governo. Il copione riguar-dante l'attualità fa riferimento al classico gioco delle parti: da un lato, c'è chi cerca di spedire a casa il sindaco Tuccillo con un anno di anticipo rispetto alla conclusione del mandato; dall'altro chi tenta un serio e definitivo rilancio dell'azione amministrati-va per l'eventuale “rush finale”. L'intero panorama politico si sgretola appena si volge lo sguardo al futuro. Addirittura la prima uscita pubblica di chi si presenta come l'alternativa a Mimmo Tuccillo ha con-tribuito ad alimentare il caos. Tutti attorno ad un tavolo: politici e imprenditori. Camil-lo Giacco e Antonio Pannone legati all'ex sindaco Enzo Nespoli; Salvatore Iavarone e Antonio Boemio, rispettivamente ex asses-sore ai rifiuti di Tuccillo e consigliere comu-nale fuoriuscito dal Pd, entrambe persone di Cosimo Boemio, compagno di viaggio di Tommaso Casillo da Casoria, consigliere regionale di “Campania libera”; Montefusco

e Concas consiglieri fuoriusciti dal Pd del gruppo proprio di Tommaso Casillo; Baia e Fusco ex di Forza Italia, Vincenzo De Stefa-no; Biagio Castaldo, presidente del Consi-glio durante il quinquennio del “vecchio sistema” e attuale consigliere di Fratelli d'Italia; i consiglieri del gruppo “Liberamen-te” dell'area moderata, Antonio Caiazzo, Cristina Acri e Tommaso Bassolino; e un solo imprenditore: Gaetano Graziano compo-nente della sezione di Afragola del Pd. Tanti nomi ed un'unica “cabina di regia”: Tomma-so Casillo, Vincenzo Nespoli e Cosimo Boe-mio. Non si parla solo di sfiducia al primo cittadino ma soprattutto gli “indesiderati” messi alla porta dal centrosinistra preten-dono di aprire un tavolo politico per costru-ire insieme una coalizione elettorale. Una “marmellata colorata”, senza identità e senza un'idea di città: l'obiettivo è mettere insieme voti e galoppini per rimettere il destino di Afragola nelle mani della “triade” Nespoli-Casillo-Boemio che ha già propo-sto questo schema alle ultime Amministra-tive di Casoria e nonostante i favori del pro-nostico è stata battuta da Pasquale Fuccio candidato a sindaco del Pd. Ora è il turno di Afragola. E per tentare la scalata verso il suc-cesso per poter riprendersi il governo della città dopo essere stati messi alla porta dalla coalizione di “salute pubblica” non badano a nulla: a quel tavolo possono sedere pure soggetti che si sono denunciati in procura e accusati di camorra. Anche questo si può superare nell'ottica di conquistare il potere. La degenerazione classica della politica abbi-nata ad un cinismo e ad una logica spietata. Gli interessi sono troppo grandi da permet-tere una valutazione sulla compatibilità politica; figuriamoci se possono perdere tempo a litigare su un passato che la città non ha dimenticato. Gli obiettivi sono due: spedire a casa Tuccillo e riprendersi il potere al Municipio. Tutto il resto non conta nulla. Questa, però, non è una linea comune a tutti i commensali.

Antonio Caiazzo, consigliere comunale e consigliere alla “Città metropolitana” di Forza Italia, dimostra di essere totalmente estraneo al “sistema” in atto e lo spiega senza peli sulla lingua con la correttezza e l'autorevolezza che lo ha sempre contraddi-stinto: “Bisogna partire da un assunto – dichiara Caiazzo -. Questo tavolo così come riunitosi a cena l'altro giorno ha un valore ed un senso esclusivamente per spedire a casa Tuccillo e la sua amministrazione falli-mentare su tutti i fronti: sul piano dell'ordinario e delle grandi opere. Ha fallito come dimostrano i reportage sulla Tav dove il sindaco non è stato capace di garantire un adeguato salto di qualità al territorio. Ovun-que ti giri trovi un fallimento: lavori pubbli-ci, rifiuti, personale. E le condizioni di Afra-gola in questi anni non sono assolutamente migliorate. Quindi, se quel tavolo serve per mandare a casa Tuccillo il prima possibile ben venga. Ma ci fermiamo qua”. Caiazzo è diretto. Si tratta di una convergenza momentanea il cui collante, almeno per il consigliere di Forza Italia, resta l'obiettivo della sfiducia. Ma guai a parlare di futuro. “Penso che sia evidente che a quel tavolo vi siano storie politiche, personali e fatti pub-

AFRAGOLA

25 Febbraio 2017

politica

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tributo forte per mandare a casa questa amministrazione. Sulla cena posso dire che se dietro vi sia un regista non lo riconosco; per me vale il fine. Ovvero, liberare Afragola. Poi se proprio devo esprimere il mio pensie-ro sulla “triade” non ho problemi a dichiara-re che rabbrividisco al solo pensiero che pos-sano rappresentarsi come alternativa. Se così fosse gli afragolesi li boccerebbero per-ché non rappresentano nessuno. Troppo facile giocare dietro le quinte, venissero a parlare coi cittadini della loro idea di città. E allo stesso tempo intendo – continua Acri – chiarire un'altra posizione: resto ancorata al cuore del centrodestra anche se con dispia-cere devo constatare che non ci sia interlo-cuzione istituzionale. Afragola è orfana di politici di razza che la rappresentino in par-lamento degnamente, in termine di uomini e di idee. Nel nome degli interessi degli afra-golesi auspico la fine del progetto Tuccillo e approfitto per lanciare un invito agli uomini e alle donne libere, ai moderati, ai professio-nisti, ai giovani, alla parte sana della città a prendere coscienza della situazione e ad unirsi in modo da dare vita ad un progetto serio e concreto. E sia chiaro, parlo a quei settori che oggi dividono un pezzo di per-corso con Tuccillo: a me non piace la politica dei due forni, né tantomeno consentiremo a

blici così gravi che impediscano un'alleanza politica e programmatica tra tutti i com-mensali di quella cena - continua Caiazzo -. Anche perché la politica ritengo che non debba mai commettere l'errore di pensare che i cittadini non siano attenti e non giudi-cano le nostre azioni e le nostre scelte. E diventa pericoloso quando si mettono in campo azioni che rischiano poi di diventare di fronte all'opinione pubblica incompren-sibili. Al contrario penso che Afragola dopo i 5 anni di centrodestra e dopo il fallimento dell'amministrazione Tuccillo ci sia bisogno di un progetto serio, nuovo nei valori e nei metodi, ma soprattutto di una classe diri-gente compatibile sul piano personale ed espressione di un'idea di città comune da realizzare ed ambiziosa negli obiettivi senza alcuna ingerenza esterna e distinta e distante da qualsiasi disegno di colonizza-zione. Anche questo abbiamo vissuto con Tuccillo e alla luce dei fatto possiamo riba-dire che tutti i napoletani chiamati in ammi-nistrazione e al Comune di Afragola in que-sti anni non siano in nessun caso superiori alle professionalità ed alle energie che esprime il nostro territorio. Afragola agli afragolesi”. Più chiaro di così si muore.

Sulla stessa lunghezza d'onda il consiglie-re Cristina Acri che giustifica così la sua pre-senza a quel tavolo: “Personalmente ho sem-plicemente voluto cogliere una sfida che quotidianamente la maggioranza attuale e l'ex maggioranza che ha sostenuto Tuccillo ci pone e ci ha sempre posto, accusandoci di non voler terminare questa fallimentare esperienza amministrativa e politica, nefa-sta per Afragola. Il mio è stato un chiaro e netto messaggio di opposizione e di distin-guo dal sindaco Tuccillo e dalla sua scellera-ta maggioranza. Il mio vuole essere un con-

chi godrà sul piano pratico l'ultimo respiro di questo fallimento di salire sulla diligenza. Liberino oggi e non domani Afragola. Noi siamo pronti - conclude Acri - ad ammini-strare nell'interesse della comunità”.

Messaggio dettagliato e con destinatari certi. Si prende le distanze dal “vecchio sistema” e dalla “marmellata mille gusti” ma è altrettanto chiaro il monito a quei mode-rati che possano pensare di arrivare fino all'ultimo giorno utile di consiliatura rico-noscendo la leadership a Mimmo Tuccillo e poi vorrebbero cambiare sponda in campa-gna elettorale. Vedremo cosa accadrà in que-ste ore anche perché venerdì sera il tavolo della sfiducia è saltato nonostante i fuoriu-sciti del Pd avessero convocato un'altra “mangiata” a casa di Tommaso Bassolino. E sempre venerdì sera, al contrario, si è tenuta la riunione di maggioranza. E i problemi posti dalle forze dell'alleanza, i nodi da affrontare sono ancora vivi, al centro del tavolo. Ecco perché si aspetta cosa accadrà soprattutto sul versante moderato per ini-ziare a fare anche delle previsioni più con-crete sul futuro. In quanto Acri e Caiazzo si sono espressi senza equivoci: il tavolo “sal-siccia e friarielli” al massimo può partorire la sfiducia a Tuccillo. Null'altro.

Strategie di comunicazione integrata, comunicazione istituzionale,

marketing politico, press influence.

CONCAS

MONTEFUSCO

E

PANNONE

IAVARONE

E

GIACCO

AFRAGOLA 25 febbraio 2017

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I consiglieri di “Liberamente” prendono le distanze da un futuro composto da una coalizione formata da soggetti che fino a ieri si denunciavano in Procura e si accusavano persino di camorra. Antonio Caiazzo: “Quel tavolo finisce con la sfiducia al sindaco”. D'accordo Cristina Acri che contesta la “triade” Nespoli-Casillo-Boemio: “Rabbrividisco. Se si mettono insieme perdono”. Monito ai moderati al governo della città: “Abbandonate il fallimento. Chi godrà dell'ultimo respiro non potrà salire sulla diligenza”

MOSAICO

In maggioranza ancora tanti nodi da sciogliere

politica

Bocciata l'alleanza tra “vecchio sistema” e scissionisti del Pd: Acri e Caiazzo cantano il “de profundis”

Antonio Caiazzo Cristina Acri

no sguardo al presente ed

U uno al futuro. La politica locale si presenta così. Le forze legate al “vecchio sistema”, le forze moderate,

i “fuoriusciti” del Pd e i movimenti dell'alleanza di governo. Il copione riguar-dante l'attualità fa riferimento al classico gioco delle parti: da un lato, c'è chi cerca di spedire a casa il sindaco Tuccillo con un anno di anticipo rispetto alla conclusione del mandato; dall'altro chi tenta un serio e definitivo rilancio dell'azione amministrati-va per l'eventuale “rush finale”. L'intero panorama politico si sgretola appena si volge lo sguardo al futuro. Addirittura la prima uscita pubblica di chi si presenta come l'alternativa a Mimmo Tuccillo ha con-tribuito ad alimentare il caos. Tutti attorno ad un tavolo: politici e imprenditori. Camil-lo Giacco e Antonio Pannone legati all'ex sindaco Enzo Nespoli; Salvatore Iavarone e Antonio Boemio, rispettivamente ex asses-sore ai rifiuti di Tuccillo e consigliere comu-nale fuoriuscito dal Pd, entrambe persone di Cosimo Boemio, compagno di viaggio di Tommaso Casillo da Casoria, consigliere regionale di “Campania libera”; Montefusco

e Concas consiglieri fuoriusciti dal Pd del gruppo proprio di Tommaso Casillo; Baia e Fusco ex di Forza Italia, Vincenzo De Stefa-no; Biagio Castaldo, presidente del Consi-glio durante il quinquennio del “vecchio sistema” e attuale consigliere di Fratelli d'Italia; i consiglieri del gruppo “Liberamen-te” dell'area moderata, Antonio Caiazzo, Cristina Acri e Tommaso Bassolino; e un solo imprenditore: Gaetano Graziano compo-nente della sezione di Afragola del Pd. Tanti nomi ed un'unica “cabina di regia”: Tomma-so Casillo, Vincenzo Nespoli e Cosimo Boe-mio. Non si parla solo di sfiducia al primo cittadino ma soprattutto gli “indesiderati” messi alla porta dal centrosinistra preten-dono di aprire un tavolo politico per costru-ire insieme una coalizione elettorale. Una “marmellata colorata”, senza identità e senza un'idea di città: l'obiettivo è mettere insieme voti e galoppini per rimettere il destino di Afragola nelle mani della “triade” Nespoli-Casillo-Boemio che ha già propo-sto questo schema alle ultime Amministra-tive di Casoria e nonostante i favori del pro-nostico è stata battuta da Pasquale Fuccio candidato a sindaco del Pd. Ora è il turno di Afragola. E per tentare la scalata verso il suc-cesso per poter riprendersi il governo della città dopo essere stati messi alla porta dalla coalizione di “salute pubblica” non badano a nulla: a quel tavolo possono sedere pure soggetti che si sono denunciati in procura e accusati di camorra. Anche questo si può superare nell'ottica di conquistare il potere. La degenerazione classica della politica abbi-nata ad un cinismo e ad una logica spietata. Gli interessi sono troppo grandi da permet-tere una valutazione sulla compatibilità politica; figuriamoci se possono perdere tempo a litigare su un passato che la città non ha dimenticato. Gli obiettivi sono due: spedire a casa Tuccillo e riprendersi il potere al Municipio. Tutto il resto non conta nulla. Questa, però, non è una linea comune a tutti i commensali.

Antonio Caiazzo, consigliere comunale e consigliere alla “Città metropolitana” di Forza Italia, dimostra di essere totalmente estraneo al “sistema” in atto e lo spiega senza peli sulla lingua con la correttezza e l'autorevolezza che lo ha sempre contraddi-stinto: “Bisogna partire da un assunto – dichiara Caiazzo -. Questo tavolo così come riunitosi a cena l'altro giorno ha un valore ed un senso esclusivamente per spedire a casa Tuccillo e la sua amministrazione falli-mentare su tutti i fronti: sul piano dell'ordinario e delle grandi opere. Ha fallito come dimostrano i reportage sulla Tav dove il sindaco non è stato capace di garantire un adeguato salto di qualità al territorio. Ovun-que ti giri trovi un fallimento: lavori pubbli-ci, rifiuti, personale. E le condizioni di Afra-gola in questi anni non sono assolutamente migliorate. Quindi, se quel tavolo serve per mandare a casa Tuccillo il prima possibile ben venga. Ma ci fermiamo qua”. Caiazzo è diretto. Si tratta di una convergenza momentanea il cui collante, almeno per il consigliere di Forza Italia, resta l'obiettivo della sfiducia. Ma guai a parlare di futuro. “Penso che sia evidente che a quel tavolo vi siano storie politiche, personali e fatti pub-

AFRAGOLA

25 Febbraio 2017

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tributo forte per mandare a casa questa amministrazione. Sulla cena posso dire che se dietro vi sia un regista non lo riconosco; per me vale il fine. Ovvero, liberare Afragola. Poi se proprio devo esprimere il mio pensie-ro sulla “triade” non ho problemi a dichiara-re che rabbrividisco al solo pensiero che pos-sano rappresentarsi come alternativa. Se così fosse gli afragolesi li boccerebbero per-ché non rappresentano nessuno. Troppo facile giocare dietro le quinte, venissero a parlare coi cittadini della loro idea di città. E allo stesso tempo intendo – continua Acri – chiarire un'altra posizione: resto ancorata al cuore del centrodestra anche se con dispia-cere devo constatare che non ci sia interlo-cuzione istituzionale. Afragola è orfana di politici di razza che la rappresentino in par-lamento degnamente, in termine di uomini e di idee. Nel nome degli interessi degli afra-golesi auspico la fine del progetto Tuccillo e approfitto per lanciare un invito agli uomini e alle donne libere, ai moderati, ai professio-nisti, ai giovani, alla parte sana della città a prendere coscienza della situazione e ad unirsi in modo da dare vita ad un progetto serio e concreto. E sia chiaro, parlo a quei settori che oggi dividono un pezzo di per-corso con Tuccillo: a me non piace la politica dei due forni, né tantomeno consentiremo a

blici così gravi che impediscano un'alleanza politica e programmatica tra tutti i com-mensali di quella cena - continua Caiazzo -. Anche perché la politica ritengo che non debba mai commettere l'errore di pensare che i cittadini non siano attenti e non giudi-cano le nostre azioni e le nostre scelte. E diventa pericoloso quando si mettono in campo azioni che rischiano poi di diventare di fronte all'opinione pubblica incompren-sibili. Al contrario penso che Afragola dopo i 5 anni di centrodestra e dopo il fallimento dell'amministrazione Tuccillo ci sia bisogno di un progetto serio, nuovo nei valori e nei metodi, ma soprattutto di una classe diri-gente compatibile sul piano personale ed espressione di un'idea di città comune da realizzare ed ambiziosa negli obiettivi senza alcuna ingerenza esterna e distinta e distante da qualsiasi disegno di colonizza-zione. Anche questo abbiamo vissuto con Tuccillo e alla luce dei fatto possiamo riba-dire che tutti i napoletani chiamati in ammi-nistrazione e al Comune di Afragola in que-sti anni non siano in nessun caso superiori alle professionalità ed alle energie che esprime il nostro territorio. Afragola agli afragolesi”. Più chiaro di così si muore.

Sulla stessa lunghezza d'onda il consiglie-re Cristina Acri che giustifica così la sua pre-senza a quel tavolo: “Personalmente ho sem-plicemente voluto cogliere una sfida che quotidianamente la maggioranza attuale e l'ex maggioranza che ha sostenuto Tuccillo ci pone e ci ha sempre posto, accusandoci di non voler terminare questa fallimentare esperienza amministrativa e politica, nefa-sta per Afragola. Il mio è stato un chiaro e netto messaggio di opposizione e di distin-guo dal sindaco Tuccillo e dalla sua scellera-ta maggioranza. Il mio vuole essere un con-

chi godrà sul piano pratico l'ultimo respiro di questo fallimento di salire sulla diligenza. Liberino oggi e non domani Afragola. Noi siamo pronti - conclude Acri - ad ammini-strare nell'interesse della comunità”.

Messaggio dettagliato e con destinatari certi. Si prende le distanze dal “vecchio sistema” e dalla “marmellata mille gusti” ma è altrettanto chiaro il monito a quei mode-rati che possano pensare di arrivare fino all'ultimo giorno utile di consiliatura rico-noscendo la leadership a Mimmo Tuccillo e poi vorrebbero cambiare sponda in campa-gna elettorale. Vedremo cosa accadrà in que-ste ore anche perché venerdì sera il tavolo della sfiducia è saltato nonostante i fuoriu-sciti del Pd avessero convocato un'altra “mangiata” a casa di Tommaso Bassolino. E sempre venerdì sera, al contrario, si è tenuta la riunione di maggioranza. E i problemi posti dalle forze dell'alleanza, i nodi da affrontare sono ancora vivi, al centro del tavolo. Ecco perché si aspetta cosa accadrà soprattutto sul versante moderato per ini-ziare a fare anche delle previsioni più con-crete sul futuro. In quanto Acri e Caiazzo si sono espressi senza equivoci: il tavolo “sal-siccia e friarielli” al massimo può partorire la sfiducia a Tuccillo. Null'altro.

Strategie di comunicazione integrata, comunicazione istituzionale,

marketing politico, press influence.

CONCAS

MONTEFUSCO

E

PANNONE

IAVARONE

E

GIACCO

Il corsivo del direttore

L’alternativa«Salsiccia e friarielli»

n “tavolo” di quelli che lasciano il segno. Non per gli argo-

U menti trattati e nemmeno per la qualità degli interlocu-tori. E neanche per le pietanze assaporate in un clima di vecchi amici che si stimano da sempre. Fa niente se si sono definiti camorristi, se si sono denunciati a vicenda

in Procura con le peggiori accuse, se si sono definiti malaffaristi, disoc-cupati, professionisti del “nero” che si guadagna con l'associazionismo. Tutto dimenticato tra un pezzo di pizza e una birra. Sotto lo sguardo attento di imprenditori che non si trovavano lì per caso. Una rimpatria-ta? No. E allora di cosa si tratta? Di una cena sicuramente. Ma c'è diffi-coltà ad etichettarla. Non sono vecchi amici. Tutt'altro. Non sono amici. Tutt'altro. Non condividono percorsi politici. Tutt'altro. Non militano nello stesso partito. Tutt'altro. Almeno si stimano? Nemmeno. Tutt'altro. E allora cos'è quella cena? Non ci sono parole. Un passo indietro. Salva-tore Iavarone assessore all'Ambiente dell'amministrazione Tuccillo ed Enzo Concas capogruppo del Pd. Se le sono “cantate” e “suonate” di santa ragione. E adesso li ritrovi allo stesso tavolo addirittura a pro-grammare il futuro. Politicamente, se fossero stati seduti solo loro attor-no al tavolo, il titolo del film era già fatto: “Fallito più fallito”. Ovviamente

in chiave politica. Ma attorno a quel tavolo non c'erano solo loro. Ma tanto altro. Tralasciando Biagio Montefusco che ormai non fa più noti-zia, da An ad opposizione intransigente ad Enzo Nespoli; alla vigilia della campagna elettorale inizia a lavorare per un fantomatico progetto di centro, mai decollato, con Ciro Salzano, imprenditore afragolese del set-tore sanitario; quando capirono che stavano semplicemente giocando a spostare l'aria sempre Montefusco chiese un posto in una delle liste che sostenevano Antonio Pannone, candidato del centrodestra. Ma Enzo Nespoli, Pina Castiello, Camillo Giacco e il “fido” Pannone lo umiliarono lasciandolo alla porta: “Montefusco? Candidatura indesiderata”. A quel punto sempre Montefusco passò al contrattacco, questa volta con le liste di centrosinistra. Porte chiuse ovunque. Fu ospitato all'ultimo minu-to nella lista “A viso aperto” di Gennaro Giustino e Montefusco per un mese divenne tra i fan più sfegatati di Tuccillo dopo aver girato tutto l'arco costituzionale in poche ore. Si innamora di Tuccillo e del centrosi-nistra al punto da chiedere e ottenere in seguito alla sua elezione a con-sigliere, avvenuta solo grazie alla vittoria di Tuccillo al ballottaggio, la tessera del Pd. Diventa “renziano” di ferro. Pochi giorni da uomo di sini-

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‘‘

Pannone e Giacco a braccetto con Iavarone. Iavarone a braccetto con Concas. Montefusco a braccetto con Nespoli.

Scurdámmoce ‘o passato: ma anche le accuse di inefficienza e camorra?

stra e Montefusco inizia a sparare pure sul Pd e su Tuccillo al punto da voler adesso organizzare l'alternativa al sindaco in carica. E andrebbe pure bene se gli interlocutori fossero Concas e Iavarone. Con tutte le inco-erenze del caso, ma un occhio lo si potrebbe chiudere. Invece no. Attorno a quel tavolo non c'erano tre sedie. Ma di più. Addirittura c'era posto per Camillo Giacco e Antonio Pannone. Il primo nipote consigliere e il secon-do “factotum” di Vincenzo Nespoli. L'ex sindaco ed ex senatore di Afra-gola che Montefusco ha combattuto in tutte le salse utilizzando e non solo per lui i peggiori epiteti esistenti nel vocabolario. Sono seduti insie-me, gomito a gomito, tra un pezzo di pizza ed una birra a parlare di poli-tica come se non fosse mai accaduto nulla. E le accuse di camorra? Fanno parte del passato. Da queste parti da un po' di tempo funziona così: un camorrista può diventare una persona onesta in cinque minuti. Basta sedersi attorno ad un tavolo e trovare la quadra. Su cosa non è dif-ficile nemmeno immaginare. Se li ascolti, però, si presentano come i pala-dini della legalità. Fa niente i processi, i reati, le frequentazioni, le storie personali e familiari. In questa terra e col decadimento che vive, i valori sono saltati e come un camorrista può diventare persona perbene in cin-que minuti davanti ad una pizza ed un accordo su chissà quale interesse,

così un affarista della peggiore specie può anche accreditarsi come il paladino della legalità. Figuriamoci, quindi, se fa specie una cena da “vec-chi amici” come Giacco e Montefusco. Il cerchio si allarga. Antonio Caiazzo, consigliere comunale e pure della “Città metropolitana”. Un gio-vane di belle speranze. Figlio d'arte dell'ex sindaco di Afragola, Roberto. Un galantuomo. Cosa c'entra Caiazzo in quella truppa non si è ancora capito. Le meningi si sforzano. In politica tutto si può giustificare, ad Afra-gola addirittura qualcosa in più di “tutto”. Pensi ed esce la prima soluzio-ne. Stanno a tavola perché accomunati per diverse ragioni dalla voglia di sfiduciare Tuccillo. Legittimo. Chi ha chiesto e non ha ottenuto una con-cessione edilizia per una imponente speculazione immobiliare; chi è stato cacciato dall'esecutivo per aver clamorosamente fallito gli obietti-vi amministrativi e quindi si è ritrovato pure all'improvviso senza stipen-dio; chi è stato sconfitto al congresso perché non sostenuto dal sindaco; chi si è candidato, è stato bocciato dagli elettori e nonostante questo covava sogni di assessore, di staffista, di portaborse, insomma sognava qualsiasi cosa basta che avesse un ruolo al Municpio da sempre sognato e mai ottenuto; chi è stato sconfitto alle elezioni e quindi cerca di toglier-

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il corsivo 25 febbraio 2017AFRAGOLA

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AFRAGOLA il corsivo

25 Febbraio 2017

si il sassolino dalla scarpa facendo “cadere” Tuccillo, colpevole di aver sradicato il “vecchio sistema” dal Municipio e chi, magari, deve solo ese-guire un mandato del parente che sta perdendo da anni “il sonno e la fantasia” per sfiduciare chi lo ha pensionato politicamente al netto delle inchieste e delle condanne della magistratura. Quindi, nonostante tutto, quel tavolo lo si può giustificare per tentare di mettere in piedi una sfi-ducia al primo cittadino. Sorpresa. Tra una fettina di pizza ed un sorso di birra la sfiducia a Tuccillo non è mai emersa nemmeno come ragiona-mento. Se ne sono fatti una ragione. I numeri non ci sono. E di cosa hanno parlato se non della sfiducia e nemmeno di affetti personali visto che tutto sono tranne che vecchi amici? Nessuno ci crederà, ma parlava-no di costruire una coalizione politica per presentarsi insieme alle prossi-me elezioni: Camillo Giacco, Salvatore Iavarone, Biagio Montefusco, Antonio Boemio, Antonio Pannone, Enzo Concas e Gaetano Graziano. Non c'è bisogno di commenti. Bastano i cognomi e le rispettive storie. Bastano i cognomi, i volti e riprendere le loro dichiarazioni di qualche anno fa. Gli insulti che si sono scaricati addosso e quelle accuse di camorra che possono mai essere superate davvero con un pezzo di pizza panna, prosciutto e mais ed un sorso di Peroni? E mangiando mangiando la coalizione della “legalità salsiccia e friarielli” ha iniziato a crederci dav-vero che si possano presentare uniti davanti alla città e poter essere cre-dibili almeno nelle loro famiglie. Tutto grasso che cola per Mimmo Tuc-cillo nonostante serva una seria riflessione interna alla coalizione di governo. Ancora più indispensabile alla luce di chi si propone come alter-nativa: il tavolo dei “legalisti salsiccia e friarielli” e l'alternativa di Peppe Monaco con la lista “Casoria Risvegliati”. Casoria si risveglia e le elezioni le vince ad Afragola. Saranno gli effetti della “Terra dei fuochi” ma a poco più di un anno dalle elezioni appena metti il naso lontano dall'attuale maggioranza l'odore diventa nauseabondo. E la domanda nasce spon-tanea? Non c'è alternativa a Tuccillo? Il discorso non è questo e non deve essere assolutamente questo. Il principio è stato acclarato: la coalizione di salute pubblica che ha vinto le elezioni ha esaurito il mandato. Ha svol-

to una parte di lavoro importante pensionando il “vecchio sistema”, al di là di qualche rigurgito isolato, ha riportato legalità al Municipio, ed anche il tavolo della “legalità salsiccia e friarielli” resta frutto di una “nor-malizzazione” della “salute pubblica” perché fino a qualche mese fa era pura utopia ipotizzare che Giaccio e Iavarone potessero salutarsi dopo il fango che si sono tirati addosso per anni. Adesso non solo si salutano, non solo vanno a cena insieme ma addirittura parlano di politica e indi-viduano la possibilità di candidarsi insieme. Come detto, un effetto della “salute pubblica” che, per quanto non possa essere condivisibile sul piano politico, evidenzia l'importanza di un ritorno alla normalità anche per i rapporti personali e per una serenità ritrovata. Adesso, però, il fatto che fuori ci siano solo l'alternativa “salsiccia e friarielli” e il risveglio di Casoria, non significa che tutto fili liscio. Non è così. Tuccillo si vuole ricandidare? Legittimo. Ha un anno e mezzo per guadagnarsi la ricandi-datura sul campo, non solo attraverso atti concreti ma anche mettendo in piedi un progetto nuovo di zecca, con un programma rinnovato, molto più ambizioso visto che non si lavorerà più in emergenza ma si dovrà pen-sare al “salto di qualità” della città in termini di vivibilità e sviluppo, e con una classe dirigente all'altezza del compito che sia espressione delle migliori energie e professionalità locali. La sfida resta questa. E per vin-cerla non si prescinde dal rilancio del Pd, attualmente commissariato, e da un accordo politico serio e concreto con i “moderati” come “A viso aperto” e l'Udc; a loro volta interessati ad una prospettiva ambiziosa e di qualità che possa far passare in secondo piano anche le ambizioni legit-time dei singoli di giocarsi una partita a 360 gradi. Insomma, ad Afragola l'alternativa “salsiccia e friarielli” si è già presentata”. E non ha “appeal”. La città ha semplicemente bisogno di una coalizione in grado di ripren-dere il meglio della “salute pubblica” e valorizzarlo cercando di svolgere la seconda parte del progetto con una classe dirigente che politicamente sappia parlare di sviluppo. Non quello “salsiccia e friarielli” ma di quelli che ti cambiano il volto di una città. In termini di vivibilità e di servizi.

Ennesimo successo, da aggiungere ai tantissimi degli ultimi anni, per il maestro Vin-cenzo Campagnoli. Anche quest'anno, infatti, i riflettori dell'Ariston erano puntati tutti su di lui. Per la seconda volta partecipa al Festival di Sanremo in qualità di direttore d'orchestra, dopo essere stato negli anni scorsi, la punta di diamante tra i musicisti che componevano l'orchestra del Festival più famoso d'Italia. In questa edizione, il Maestro Campagnoli, ha diretto due artisti che si sono presentati ai nastri di partenza nella cate-goria dei Big: il giovane Michele Bravi con la canzone “Il diario degli errori” e il rapper napoletano Clementino che ha presentato la canzone “Ragazzi fuori”. Ennesima dimo-strazione di talento espressa dal Maestro Campagnoli sul palco dell'Ariston, che si è lasciato andare anche ad un siparietto di fede sportiva con il capitano della Roma, Fran-scesco Totti, ospite della serata. Ma la notorietà del musicista afragolese lo precede. Negli anni si è affermato anche sul palcoscenico televisivo, prendendo parte oltre a San-remo, anche a programmi televisivi di successo quali “Amici” in qualità di docente, “Ita-lia's got talent” e “Ti lascio una canzone”. Inoltre le collaborazioni con artisti, di calibro nazionale e non, si sprecano. Amedeo Minghi, Cocciante, Serena Autieri, Eugenio Ben-nato e Nino D'angelo sono solo alcuni dei tanti artisti coi quali ha collaborato il Maestro Campagnoli. Oramai una delle eccellenze affermate del territorio afragolese, tanto che l'anno scorso è stato premiato, al teatro De Rosa di Frattamaggiore, al primo “Premio HumanitArs”, ideato ed organizzato da Arturo Favella e Bruno Di Palo.

ENZO CAMPAGNOLIUN ECCELLENZA AFRAGOLESE AL FESTIVAL DI SANREMO

Vincenzo Fico

Il corsivo del direttore

L’alternativa«Salsiccia e friarielli»

n “tavolo” di quelli che lasciano il segno. Non per gli argo-

U menti trattati e nemmeno per la qualità degli interlocu-tori. E neanche per le pietanze assaporate in un clima di vecchi amici che si stimano da sempre. Fa niente se si sono definiti camorristi, se si sono denunciati a vicenda

in Procura con le peggiori accuse, se si sono definiti malaffaristi, disoc-cupati, professionisti del “nero” che si guadagna con l'associazionismo. Tutto dimenticato tra un pezzo di pizza e una birra. Sotto lo sguardo attento di imprenditori che non si trovavano lì per caso. Una rimpatria-ta? No. E allora di cosa si tratta? Di una cena sicuramente. Ma c'è diffi-coltà ad etichettarla. Non sono vecchi amici. Tutt'altro. Non sono amici. Tutt'altro. Non condividono percorsi politici. Tutt'altro. Non militano nello stesso partito. Tutt'altro. Almeno si stimano? Nemmeno. Tutt'altro. E allora cos'è quella cena? Non ci sono parole. Un passo indietro. Salva-tore Iavarone assessore all'Ambiente dell'amministrazione Tuccillo ed Enzo Concas capogruppo del Pd. Se le sono “cantate” e “suonate” di santa ragione. E adesso li ritrovi allo stesso tavolo addirittura a pro-grammare il futuro. Politicamente, se fossero stati seduti solo loro attor-no al tavolo, il titolo del film era già fatto: “Fallito più fallito”. Ovviamente

in chiave politica. Ma attorno a quel tavolo non c'erano solo loro. Ma tanto altro. Tralasciando Biagio Montefusco che ormai non fa più noti-zia, da An ad opposizione intransigente ad Enzo Nespoli; alla vigilia della campagna elettorale inizia a lavorare per un fantomatico progetto di centro, mai decollato, con Ciro Salzano, imprenditore afragolese del set-tore sanitario; quando capirono che stavano semplicemente giocando a spostare l'aria sempre Montefusco chiese un posto in una delle liste che sostenevano Antonio Pannone, candidato del centrodestra. Ma Enzo Nespoli, Pina Castiello, Camillo Giacco e il “fido” Pannone lo umiliarono lasciandolo alla porta: “Montefusco? Candidatura indesiderata”. A quel punto sempre Montefusco passò al contrattacco, questa volta con le liste di centrosinistra. Porte chiuse ovunque. Fu ospitato all'ultimo minu-to nella lista “A viso aperto” di Gennaro Giustino e Montefusco per un mese divenne tra i fan più sfegatati di Tuccillo dopo aver girato tutto l'arco costituzionale in poche ore. Si innamora di Tuccillo e del centrosi-nistra al punto da chiedere e ottenere in seguito alla sua elezione a con-sigliere, avvenuta solo grazie alla vittoria di Tuccillo al ballottaggio, la tessera del Pd. Diventa “renziano” di ferro. Pochi giorni da uomo di sini-

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Pannone e Giacco a braccetto con Iavarone. Iavarone a braccetto con Concas. Montefusco a braccetto con Nespoli.

Scurdámmoce ‘o passato: ma anche le accuse di inefficienza e camorra?

stra e Montefusco inizia a sparare pure sul Pd e su Tuccillo al punto da voler adesso organizzare l'alternativa al sindaco in carica. E andrebbe pure bene se gli interlocutori fossero Concas e Iavarone. Con tutte le inco-erenze del caso, ma un occhio lo si potrebbe chiudere. Invece no. Attorno a quel tavolo non c'erano tre sedie. Ma di più. Addirittura c'era posto per Camillo Giacco e Antonio Pannone. Il primo nipote consigliere e il secon-do “factotum” di Vincenzo Nespoli. L'ex sindaco ed ex senatore di Afra-gola che Montefusco ha combattuto in tutte le salse utilizzando e non solo per lui i peggiori epiteti esistenti nel vocabolario. Sono seduti insie-me, gomito a gomito, tra un pezzo di pizza ed una birra a parlare di poli-tica come se non fosse mai accaduto nulla. E le accuse di camorra? Fanno parte del passato. Da queste parti da un po' di tempo funziona così: un camorrista può diventare una persona onesta in cinque minuti. Basta sedersi attorno ad un tavolo e trovare la quadra. Su cosa non è dif-ficile nemmeno immaginare. Se li ascolti, però, si presentano come i pala-dini della legalità. Fa niente i processi, i reati, le frequentazioni, le storie personali e familiari. In questa terra e col decadimento che vive, i valori sono saltati e come un camorrista può diventare persona perbene in cin-que minuti davanti ad una pizza ed un accordo su chissà quale interesse,

così un affarista della peggiore specie può anche accreditarsi come il paladino della legalità. Figuriamoci, quindi, se fa specie una cena da “vec-chi amici” come Giacco e Montefusco. Il cerchio si allarga. Antonio Caiazzo, consigliere comunale e pure della “Città metropolitana”. Un gio-vane di belle speranze. Figlio d'arte dell'ex sindaco di Afragola, Roberto. Un galantuomo. Cosa c'entra Caiazzo in quella truppa non si è ancora capito. Le meningi si sforzano. In politica tutto si può giustificare, ad Afra-gola addirittura qualcosa in più di “tutto”. Pensi ed esce la prima soluzio-ne. Stanno a tavola perché accomunati per diverse ragioni dalla voglia di sfiduciare Tuccillo. Legittimo. Chi ha chiesto e non ha ottenuto una con-cessione edilizia per una imponente speculazione immobiliare; chi è stato cacciato dall'esecutivo per aver clamorosamente fallito gli obietti-vi amministrativi e quindi si è ritrovato pure all'improvviso senza stipen-dio; chi è stato sconfitto al congresso perché non sostenuto dal sindaco; chi si è candidato, è stato bocciato dagli elettori e nonostante questo covava sogni di assessore, di staffista, di portaborse, insomma sognava qualsiasi cosa basta che avesse un ruolo al Municpio da sempre sognato e mai ottenuto; chi è stato sconfitto alle elezioni e quindi cerca di toglier-

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il corsivo 25 febbraio 2017AFRAGOLA

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AFRAGOLA il corsivo

25 Febbraio 2017

si il sassolino dalla scarpa facendo “cadere” Tuccillo, colpevole di aver sradicato il “vecchio sistema” dal Municipio e chi, magari, deve solo ese-guire un mandato del parente che sta perdendo da anni “il sonno e la fantasia” per sfiduciare chi lo ha pensionato politicamente al netto delle inchieste e delle condanne della magistratura. Quindi, nonostante tutto, quel tavolo lo si può giustificare per tentare di mettere in piedi una sfi-ducia al primo cittadino. Sorpresa. Tra una fettina di pizza ed un sorso di birra la sfiducia a Tuccillo non è mai emersa nemmeno come ragiona-mento. Se ne sono fatti una ragione. I numeri non ci sono. E di cosa hanno parlato se non della sfiducia e nemmeno di affetti personali visto che tutto sono tranne che vecchi amici? Nessuno ci crederà, ma parlava-no di costruire una coalizione politica per presentarsi insieme alle prossi-me elezioni: Camillo Giacco, Salvatore Iavarone, Biagio Montefusco, Antonio Boemio, Antonio Pannone, Enzo Concas e Gaetano Graziano. Non c'è bisogno di commenti. Bastano i cognomi e le rispettive storie. Bastano i cognomi, i volti e riprendere le loro dichiarazioni di qualche anno fa. Gli insulti che si sono scaricati addosso e quelle accuse di camorra che possono mai essere superate davvero con un pezzo di pizza panna, prosciutto e mais ed un sorso di Peroni? E mangiando mangiando la coalizione della “legalità salsiccia e friarielli” ha iniziato a crederci dav-vero che si possano presentare uniti davanti alla città e poter essere cre-dibili almeno nelle loro famiglie. Tutto grasso che cola per Mimmo Tuc-cillo nonostante serva una seria riflessione interna alla coalizione di governo. Ancora più indispensabile alla luce di chi si propone come alter-nativa: il tavolo dei “legalisti salsiccia e friarielli” e l'alternativa di Peppe Monaco con la lista “Casoria Risvegliati”. Casoria si risveglia e le elezioni le vince ad Afragola. Saranno gli effetti della “Terra dei fuochi” ma a poco più di un anno dalle elezioni appena metti il naso lontano dall'attuale maggioranza l'odore diventa nauseabondo. E la domanda nasce spon-tanea? Non c'è alternativa a Tuccillo? Il discorso non è questo e non deve essere assolutamente questo. Il principio è stato acclarato: la coalizione di salute pubblica che ha vinto le elezioni ha esaurito il mandato. Ha svol-

to una parte di lavoro importante pensionando il “vecchio sistema”, al di là di qualche rigurgito isolato, ha riportato legalità al Municipio, ed anche il tavolo della “legalità salsiccia e friarielli” resta frutto di una “nor-malizzazione” della “salute pubblica” perché fino a qualche mese fa era pura utopia ipotizzare che Giaccio e Iavarone potessero salutarsi dopo il fango che si sono tirati addosso per anni. Adesso non solo si salutano, non solo vanno a cena insieme ma addirittura parlano di politica e indi-viduano la possibilità di candidarsi insieme. Come detto, un effetto della “salute pubblica” che, per quanto non possa essere condivisibile sul piano politico, evidenzia l'importanza di un ritorno alla normalità anche per i rapporti personali e per una serenità ritrovata. Adesso, però, il fatto che fuori ci siano solo l'alternativa “salsiccia e friarielli” e il risveglio di Casoria, non significa che tutto fili liscio. Non è così. Tuccillo si vuole ricandidare? Legittimo. Ha un anno e mezzo per guadagnarsi la ricandi-datura sul campo, non solo attraverso atti concreti ma anche mettendo in piedi un progetto nuovo di zecca, con un programma rinnovato, molto più ambizioso visto che non si lavorerà più in emergenza ma si dovrà pen-sare al “salto di qualità” della città in termini di vivibilità e sviluppo, e con una classe dirigente all'altezza del compito che sia espressione delle migliori energie e professionalità locali. La sfida resta questa. E per vin-cerla non si prescinde dal rilancio del Pd, attualmente commissariato, e da un accordo politico serio e concreto con i “moderati” come “A viso aperto” e l'Udc; a loro volta interessati ad una prospettiva ambiziosa e di qualità che possa far passare in secondo piano anche le ambizioni legit-time dei singoli di giocarsi una partita a 360 gradi. Insomma, ad Afragola l'alternativa “salsiccia e friarielli” si è già presentata”. E non ha “appeal”. La città ha semplicemente bisogno di una coalizione in grado di ripren-dere il meglio della “salute pubblica” e valorizzarlo cercando di svolgere la seconda parte del progetto con una classe dirigente che politicamente sappia parlare di sviluppo. Non quello “salsiccia e friarielli” ma di quelli che ti cambiano il volto di una città. In termini di vivibilità e di servizi.

Ennesimo successo, da aggiungere ai tantissimi degli ultimi anni, per il maestro Vin-cenzo Campagnoli. Anche quest'anno, infatti, i riflettori dell'Ariston erano puntati tutti su di lui. Per la seconda volta partecipa al Festival di Sanremo in qualità di direttore d'orchestra, dopo essere stato negli anni scorsi, la punta di diamante tra i musicisti che componevano l'orchestra del Festival più famoso d'Italia. In questa edizione, il Maestro Campagnoli, ha diretto due artisti che si sono presentati ai nastri di partenza nella cate-goria dei Big: il giovane Michele Bravi con la canzone “Il diario degli errori” e il rapper napoletano Clementino che ha presentato la canzone “Ragazzi fuori”. Ennesima dimo-strazione di talento espressa dal Maestro Campagnoli sul palco dell'Ariston, che si è lasciato andare anche ad un siparietto di fede sportiva con il capitano della Roma, Fran-scesco Totti, ospite della serata. Ma la notorietà del musicista afragolese lo precede. Negli anni si è affermato anche sul palcoscenico televisivo, prendendo parte oltre a San-remo, anche a programmi televisivi di successo quali “Amici” in qualità di docente, “Ita-lia's got talent” e “Ti lascio una canzone”. Inoltre le collaborazioni con artisti, di calibro nazionale e non, si sprecano. Amedeo Minghi, Cocciante, Serena Autieri, Eugenio Ben-nato e Nino D'angelo sono solo alcuni dei tanti artisti coi quali ha collaborato il Maestro Campagnoli. Oramai una delle eccellenze affermate del territorio afragolese, tanto che l'anno scorso è stato premiato, al teatro De Rosa di Frattamaggiore, al primo “Premio HumanitArs”, ideato ed organizzato da Arturo Favella e Bruno Di Palo.

ENZO CAMPAGNOLIUN ECCELLENZA AFRAGOLESE AL FESTIVAL DI SANREMO

Vincenzo Fico

tesserato del Pd, ha ottenuto un posto nell'Ato rifiuti. Grazie ad un rapporto di Tom-maso Casillo con Elpidio Capasso, consiglie-re della “città metropolitana” della lista “De-ma”. La terza campanella riporta il simbolo di “Nuova città”, il brand storicamente lega-to all' ex senatore del Pdl Nespoli. Questa vince, questa perde. Hanno proposto lo sche-ma alle ultime Amministrative di Casoria. Questa vince, questa perde. Casillo, Boemio e Nespoli. Hanno sfidato il candidato a sin-daco del Pd, Pasquale Fuccio. Hanno alzato la campanella ed al posto della biglia vin-cente i tre hanno trovato quel bigliettino che una volta usciva dalle gomme da masti-care: “Hai perso, riprova”. E hanno interpre-tato quel messaggio alla lettera. Ci riprova-no. Ad Afragola. Questa vince, questa perde. Tommaso Casillo da Casoria l'abile mano-vratore, i “pali”, i due “compari”, Cosimo Boe-mio ed Enzo Nespoli. L'obiettivo del gioco resta sempre lo stesso. Adescare i passanti, i cittadini, facendo credere loro che si possa giocare in un clima divertente e soprattutto offrendo la prospettiva che con un minimo investimento si possano vincere grandi som-me. Il gioco delle tre campanelle è questo. Ci si illude, si punta e sistematicamente i citta-dini perdono sempre. Perché è un gioco inventato sull'inganno. Ovunque sia la biglia vincente, la posta in gioco la portano a casa sempre l'abile manovratore ed i due “pali”. Non sappiamo quanto con la consa-pevole complicità del presidente della Regione De Luca e del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris…

AFRAGOLA

Ed il caso ha voluto che proprio ad Afra-gola gli esponenti del Pd locale, Boemio e Iavarone, vicini a Casillo, hanno portato a casa due poltrone: Iavarone all'Ato rifiuti e Boemio all'Ato idrico. Tutto questo però ha suscitato le ire del gruppo storico di Casoria. Secondo indiscrezioni i consiglieri di oppo-sizione a Fuccio: Luisa Marro, Pasquale Tignola e Andrea Capano, riconducibili pro-prio a Tommaso Casillo, si dicono stanchi di essere contrabbandati per fedelissimi. Stufi di dover stare alla finestra e vedere il loro leader politico chiudere accordi e allacciare rapporti senza essere mai presi in considera-zione e sono pronti, addirittura, ad una scis-sione dal gruppo guidato dal consigliere regionale. De Luca o De Magistris? Afragola o Casoria? Per Casillo penso sia arrivato il tempo delle scelte. Altrimenti rischia di per-dere tutto quello che gli resta oggi nella sua città, il gruppo di opposizione. Ma le mille contraddizioni di Casillo lo portano lontano dai suoi fedelissimi, visto che ormai è sem-pre più concentrato sulla questione afrago-lese. Il tavolo da gioco con Enzo Nespoli e Cosimo Boemio è stato apparecchiato per spedire a casa Tuccillo e poi tentare di costruire un'alternativa attorno ad un can-didato unico. Insomma, tutti dentro attorno al nome che non c'è. Anzi, al momento secondo indiscrezioni sul tavolo c'è il nome dell'ex assessore Affinito, mandato in avan-scoperta dal consigliere Enzo Concas. Casil-lo, Nespoli e Boemio sono pronti a replicare ad Afragola quello che a Casoria è stato un fallimento sia nei numeri che negli uomini.

Q u e s t a v i n c e , q u e s t a p e r d e . Un'invenzione, a Napoli, sui marciapiedi, in luoghi affollati in modo da adescare gente. C'era bisogno di una “paranza”, composta da un conduttore del gioco e due “pali” complici per ingannare i cittadini. Una truf-fa tutta napoletana diventata un “brand” anche per molti politici locali. Immaginate il contesto: non davanti alla stazione di Napo-li ma ad Afragola. Un po' di immaginazione e si può anche ricostruire un contesto ade-guato sui marciapiedi della “stazione Porta”. Tommaso Casillo da Casoria il conduttore, una tavoletta con tre campanelle da muo-vere con grande abilità, e due “pali”, Cosimo Boemio e Enzo Nespoli. Devono adescare i passanti, ovvero i cittadini-elettori, e per farlo devono creare un contesto sicuro, con-viviale, divertente e dare l'impressione che con una minima puntata si possa vincere una grande somma. Non importa sotto quale campanella ci sia la biglia, l'importante è il risultato finale, la vittoria. Altro non conta. Le campanelle, come detto, sono tre: una col simbolo di “Campania libe-ra”, la lista del presidente della Regione Enzo De Luca. Casillo è stato eletto proprio in quella compagine. La seconda campanel-la riporta il simbolo di “DeMa”, il movimen-to del sindaco di Napoli Luigi De Magistris attraverso la cui lista Antonio Boemio, con-sigliere comunale ad Afragola del Pd e nipo-te del più famoso Cosimo, ha ottenuto una candidatura e l'elezione all'Ato idrico. Men-tre l'altra “colonna” di Boemio ad Afragola, Salvatore Iavarone, ex assessore di Tuccillo e

Vogliono riproporre lo schema perdente di Casoria

TOMMASO CASILLO MANOVRATORE, BOEMIO E NESPOLI I DUE ‘ ’PALI’’: «QUESTA VINCE, QUESTA PERDE. CHI CI CASCA?»

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Tommaso Casillo Vincenzo Nespoli

25 febbraio 2017

Cosimo Boemio

di Antonio Auricchio

Un altro podio si aggiunge al palmares della New Atletica Afragola, nonostante impegnati su più fronti (vedi la 21 km di Bar-letta) con suoi atleti, e alcuni infortuni che hanno reso impossibile schierare le punte di diamante, ha conquistato un più che onore-vole Secondo posto alle spalle dell'A.S.D. “Il Laghetto”, alla 3° Edizione della gara podi-stica 10km “Kurrenn Kurrenn” a Caivano.

Dal primo all'ultimo, tutti si sono ben comportati su un percorso alquanto veloce e scorrevole, e in qualche caso, c'è stato anche chi ha misurato il proprio record sulla distanza dei 10 Km. ma una menzione spe-ciale, va ai diversamente giovani del grup-po: Barracchia Salvatore, 1° della categoria SM75 che ha riportato un tempo di tutto rispetto 48'42” e Pizzetti Fiorenzo che ha chiuso la sua performance in 49'20”, Cap-piello Antonio che ha chiuso in 58.54 e Chia-nese Salvatore che ha chiuso con il tempo di 53.33, veri esempi per tutti quelli che si avvi-cinano a questo sport. Ma non sono da meno anche i risultati del gruppo donne capitanate da Alba Rullo e Nunzia Cristiano, rispettivamente 2° della categoria SF55 e 3° della categoria SF50. Infine, c'è da registrare il 1° posto di categoria della mascotte, De Marinis Martina con un onorevole 48'54”. Ma non è finita qui la giornata agonistica poiché la massima soddisfazione l'hanno data i piccolini della squadra, la New Atleti-ca Afragola Baby che hanno dato dimostra-zione di forza con i primi posti di Francesco Tremante, di Bergaldi Vincenzo ma soprat-tutto di Cerbone Ferdinando che finalmen-te ha potuto dimostrare il suo valore su una gara a lui consona.

La New Atletica Afragola grazie al lavoro del Presidente e di un manipolo di affezio-nati collaboratori, ha rinverdito ma solo recentemente, quello che era il fiore all'occhiello dello sport Afragolese, la squa-dra invidiata in tutta Italia capace di vincere per ben tre anni il Titolo Italiano di Marcia Femminile su strada ma non solo, di mettere in bella mostra tanti talenti che hanno ben figurato in gara a livello Nazionale. E oggi, quegli atleti, sono i dirigenti di questa nuova squadra. E la storia continua da quasi 40 anni.

Inoltre, la macchina organizzativa della VII Edizione Corri Afragola per la Pace ed il IV Trofeo Interforze del 11 Giugno c.a. è ormai partita e punta ad essere ancora una volta una delle gare più importanti di tutto il circuito regionale.

AFRAGOLA

25 Febbraio 2017

artedì scorso, la cordata

M di cooperative e asso-ciazioni affidatarie della masseria confi-scata al clan Magliulo,

sita alle spalle dei grossi centri commerciali Ikea e Leroy Merlin, ha iniziato i lavori di aratura del terreno e piantumazione di numerosi alberi di mela annurca. Finalmen-te, aggiungiamo noi. Prima di parlare, però, del punto di arrivo bisogna partire dall'inizio per raccontare una bella storia di impegno civico costellata da mille intoppi burocratici. Il primo punto importante da sottolineare è l'anno di confisca. La masse-ria viene confiscata definitivamente al clan Magliulo nel 1997. Venti anni sono passati dalla confisca definitiva all'affidamento per il riutilizzo sociale. Un tempo abnorme dovu-to in parte ad un quadro legislativo farragi-noso ma anche, e forse soprattutto, ad una mancanza di sensibilità rispetto a questo tema delle amministrazioni che si sono sus-seguite in queste due decadi. Per anni la mas-seria è stata abbandonata all'inesorabile decadimento naturale e all'occupazione abusiva di soggetti che senza titolo traeva-no profitto dagli oltre 12 ettari di terreni. Il presidio Afragola – Casoria di Libera decide di iniziare un lavoro profondo di cataloga-zione dei beni confiscati insistenti sul terri-torio afragolese che avrà un primo momen-to di condivisione pubblica su un convegno datato 12 Aprile 2012. Il percorso è avviato ma i tempi ancora non sono maturi. Un anno dopo, Tuccillo vince le elezioni e le richieste di Libera sono identiche. Questa volta, anche grazie all'impegno di alcuni consiglieri e assessori, il lavoro viene tradot-to in atti amministrativi. Ad un anno dalle elezioni comunali viene approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale, il

Ancora un successo per la New Atletica Afragola

Regolamento per l'affidamento dei beni confiscati. Un atto importante propedeuti-co all'avviso pubblico che avrebbe portato all'affidamento dei beni confiscati. Tutto molto logico se di mezzo non ci fosse la buro-crazia della macchina pubblica. L'avviso pub-blico per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata arriva giusto un anno dopo, per l'esattezza l'8 Agosto 2015. Cinque mesi dopo ci sarà la delibera che affi-da alcuni beni messi a bando tra i quali la masseria. Tra sopralluoghi, particelle indi-vise e contratti solo in questi giorni la cor-data di cooperative capeggiata dal Consor-zio Terzo Settore e che vede come partner l'Associazione “Sott'e'ncoppa”, la CGIL, la cooperativa “L'uomo e il legno” e la coope-rativa “Giancarlo Siani” è riuscita ad entrare effettivamente in possesso della masseria. In questi anni sono accadute tante cose, in particolare i due sequestri operati ai danni di chi occupava abusivamente quei terreni da parte della Polizia Locale di Afragola che videro una grossa mobilitazione popolare per la distribuzione dei tanti kili di pesche sequestrate. Da qui parte il riscatto del nostro territorio. La masseria è stata dedica-ta ad Antonio Esposito Ferraioli, giovane sindacalista della CGIL ucciso dalla camorra per essersi opposto all'utilizzo di carne ava-riata nella mensa dove lavorava. La sfida è quella di dimostrare come i beni confiscati possano diventare luoghi di economia puli-ta, sociale, che sia attenta ai diritti di tutti e che crei comunità intorno ad essa. Non un'economia di nicchia ma un sistema che abbia ricadute positive su tutto il tessuto sociale. Centinaia sono gli esempi in Italia, e decine in Campania. Che Afragola possa essere un esempio virtuoso per questo bene e per tutti gli altri beni confiscati che anco-ra aspettano l'affidamento.

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ATLETICAIl primo bene confiscato inizia il cammino del riutilizzo sociale

di Giuseppe Delle Cave

«Le tre campanelle»

tesserato del Pd, ha ottenuto un posto nell'Ato rifiuti. Grazie ad un rapporto di Tom-maso Casillo con Elpidio Capasso, consiglie-re della “città metropolitana” della lista “De-ma”. La terza campanella riporta il simbolo di “Nuova città”, il brand storicamente lega-to all' ex senatore del Pdl Nespoli. Questa vince, questa perde. Hanno proposto lo sche-ma alle ultime Amministrative di Casoria. Questa vince, questa perde. Casillo, Boemio e Nespoli. Hanno sfidato il candidato a sin-daco del Pd, Pasquale Fuccio. Hanno alzato la campanella ed al posto della biglia vin-cente i tre hanno trovato quel bigliettino che una volta usciva dalle gomme da masti-care: “Hai perso, riprova”. E hanno interpre-tato quel messaggio alla lettera. Ci riprova-no. Ad Afragola. Questa vince, questa perde. Tommaso Casillo da Casoria l'abile mano-vratore, i “pali”, i due “compari”, Cosimo Boe-mio ed Enzo Nespoli. L'obiettivo del gioco resta sempre lo stesso. Adescare i passanti, i cittadini, facendo credere loro che si possa giocare in un clima divertente e soprattutto offrendo la prospettiva che con un minimo investimento si possano vincere grandi som-me. Il gioco delle tre campanelle è questo. Ci si illude, si punta e sistematicamente i citta-dini perdono sempre. Perché è un gioco inventato sull'inganno. Ovunque sia la biglia vincente, la posta in gioco la portano a casa sempre l'abile manovratore ed i due “pali”. Non sappiamo quanto con la consa-pevole complicità del presidente della Regione De Luca e del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris…

AFRAGOLA

Ed il caso ha voluto che proprio ad Afra-gola gli esponenti del Pd locale, Boemio e Iavarone, vicini a Casillo, hanno portato a casa due poltrone: Iavarone all'Ato rifiuti e Boemio all'Ato idrico. Tutto questo però ha suscitato le ire del gruppo storico di Casoria. Secondo indiscrezioni i consiglieri di oppo-sizione a Fuccio: Luisa Marro, Pasquale Tignola e Andrea Capano, riconducibili pro-prio a Tommaso Casillo, si dicono stanchi di essere contrabbandati per fedelissimi. Stufi di dover stare alla finestra e vedere il loro leader politico chiudere accordi e allacciare rapporti senza essere mai presi in considera-zione e sono pronti, addirittura, ad una scis-sione dal gruppo guidato dal consigliere regionale. De Luca o De Magistris? Afragola o Casoria? Per Casillo penso sia arrivato il tempo delle scelte. Altrimenti rischia di per-dere tutto quello che gli resta oggi nella sua città, il gruppo di opposizione. Ma le mille contraddizioni di Casillo lo portano lontano dai suoi fedelissimi, visto che ormai è sem-pre più concentrato sulla questione afrago-lese. Il tavolo da gioco con Enzo Nespoli e Cosimo Boemio è stato apparecchiato per spedire a casa Tuccillo e poi tentare di costruire un'alternativa attorno ad un can-didato unico. Insomma, tutti dentro attorno al nome che non c'è. Anzi, al momento secondo indiscrezioni sul tavolo c'è il nome dell'ex assessore Affinito, mandato in avan-scoperta dal consigliere Enzo Concas. Casil-lo, Nespoli e Boemio sono pronti a replicare ad Afragola quello che a Casoria è stato un fallimento sia nei numeri che negli uomini.

Q u e s t a v i n c e , q u e s t a p e r d e . Un'invenzione, a Napoli, sui marciapiedi, in luoghi affollati in modo da adescare gente. C'era bisogno di una “paranza”, composta da un conduttore del gioco e due “pali” complici per ingannare i cittadini. Una truf-fa tutta napoletana diventata un “brand” anche per molti politici locali. Immaginate il contesto: non davanti alla stazione di Napo-li ma ad Afragola. Un po' di immaginazione e si può anche ricostruire un contesto ade-guato sui marciapiedi della “stazione Porta”. Tommaso Casillo da Casoria il conduttore, una tavoletta con tre campanelle da muo-vere con grande abilità, e due “pali”, Cosimo Boemio e Enzo Nespoli. Devono adescare i passanti, ovvero i cittadini-elettori, e per farlo devono creare un contesto sicuro, con-viviale, divertente e dare l'impressione che con una minima puntata si possa vincere una grande somma. Non importa sotto quale campanella ci sia la biglia, l'importante è il risultato finale, la vittoria. Altro non conta. Le campanelle, come detto, sono tre: una col simbolo di “Campania libe-ra”, la lista del presidente della Regione Enzo De Luca. Casillo è stato eletto proprio in quella compagine. La seconda campanel-la riporta il simbolo di “DeMa”, il movimen-to del sindaco di Napoli Luigi De Magistris attraverso la cui lista Antonio Boemio, con-sigliere comunale ad Afragola del Pd e nipo-te del più famoso Cosimo, ha ottenuto una candidatura e l'elezione all'Ato idrico. Men-tre l'altra “colonna” di Boemio ad Afragola, Salvatore Iavarone, ex assessore di Tuccillo e

Vogliono riproporre lo schema perdente di Casoria

TOMMASO CASILLO MANOVRATORE, BOEMIO E NESPOLI I DUE ‘ ’PALI’’: «QUESTA VINCE, QUESTA PERDE. CHI CI CASCA?»

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Tommaso Casillo Vincenzo Nespoli

25 febbraio 2017

Cosimo Boemio

di Antonio Auricchio

Un altro podio si aggiunge al palmares della New Atletica Afragola, nonostante impegnati su più fronti (vedi la 21 km di Bar-letta) con suoi atleti, e alcuni infortuni che hanno reso impossibile schierare le punte di diamante, ha conquistato un più che onore-vole Secondo posto alle spalle dell'A.S.D. “Il Laghetto”, alla 3° Edizione della gara podi-stica 10km “Kurrenn Kurrenn” a Caivano.

Dal primo all'ultimo, tutti si sono ben comportati su un percorso alquanto veloce e scorrevole, e in qualche caso, c'è stato anche chi ha misurato il proprio record sulla distanza dei 10 Km. ma una menzione spe-ciale, va ai diversamente giovani del grup-po: Barracchia Salvatore, 1° della categoria SM75 che ha riportato un tempo di tutto rispetto 48'42” e Pizzetti Fiorenzo che ha chiuso la sua performance in 49'20”, Cap-piello Antonio che ha chiuso in 58.54 e Chia-nese Salvatore che ha chiuso con il tempo di 53.33, veri esempi per tutti quelli che si avvi-cinano a questo sport. Ma non sono da meno anche i risultati del gruppo donne capitanate da Alba Rullo e Nunzia Cristiano, rispettivamente 2° della categoria SF55 e 3° della categoria SF50. Infine, c'è da registrare il 1° posto di categoria della mascotte, De Marinis Martina con un onorevole 48'54”. Ma non è finita qui la giornata agonistica poiché la massima soddisfazione l'hanno data i piccolini della squadra, la New Atleti-ca Afragola Baby che hanno dato dimostra-zione di forza con i primi posti di Francesco Tremante, di Bergaldi Vincenzo ma soprat-tutto di Cerbone Ferdinando che finalmen-te ha potuto dimostrare il suo valore su una gara a lui consona.

La New Atletica Afragola grazie al lavoro del Presidente e di un manipolo di affezio-nati collaboratori, ha rinverdito ma solo recentemente, quello che era il fiore all'occhiello dello sport Afragolese, la squa-dra invidiata in tutta Italia capace di vincere per ben tre anni il Titolo Italiano di Marcia Femminile su strada ma non solo, di mettere in bella mostra tanti talenti che hanno ben figurato in gara a livello Nazionale. E oggi, quegli atleti, sono i dirigenti di questa nuova squadra. E la storia continua da quasi 40 anni.

Inoltre, la macchina organizzativa della VII Edizione Corri Afragola per la Pace ed il IV Trofeo Interforze del 11 Giugno c.a. è ormai partita e punta ad essere ancora una volta una delle gare più importanti di tutto il circuito regionale.

AFRAGOLA

25 Febbraio 2017

artedì scorso, la cordata

M di cooperative e asso-ciazioni affidatarie della masseria confi-scata al clan Magliulo,

sita alle spalle dei grossi centri commerciali Ikea e Leroy Merlin, ha iniziato i lavori di aratura del terreno e piantumazione di numerosi alberi di mela annurca. Finalmen-te, aggiungiamo noi. Prima di parlare, però, del punto di arrivo bisogna partire dall'inizio per raccontare una bella storia di impegno civico costellata da mille intoppi burocratici. Il primo punto importante da sottolineare è l'anno di confisca. La masse-ria viene confiscata definitivamente al clan Magliulo nel 1997. Venti anni sono passati dalla confisca definitiva all'affidamento per il riutilizzo sociale. Un tempo abnorme dovu-to in parte ad un quadro legislativo farragi-noso ma anche, e forse soprattutto, ad una mancanza di sensibilità rispetto a questo tema delle amministrazioni che si sono sus-seguite in queste due decadi. Per anni la mas-seria è stata abbandonata all'inesorabile decadimento naturale e all'occupazione abusiva di soggetti che senza titolo traeva-no profitto dagli oltre 12 ettari di terreni. Il presidio Afragola – Casoria di Libera decide di iniziare un lavoro profondo di cataloga-zione dei beni confiscati insistenti sul terri-torio afragolese che avrà un primo momen-to di condivisione pubblica su un convegno datato 12 Aprile 2012. Il percorso è avviato ma i tempi ancora non sono maturi. Un anno dopo, Tuccillo vince le elezioni e le richieste di Libera sono identiche. Questa volta, anche grazie all'impegno di alcuni consiglieri e assessori, il lavoro viene tradot-to in atti amministrativi. Ad un anno dalle elezioni comunali viene approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale, il

Ancora un successo per la New Atletica Afragola

Regolamento per l'affidamento dei beni confiscati. Un atto importante propedeuti-co all'avviso pubblico che avrebbe portato all'affidamento dei beni confiscati. Tutto molto logico se di mezzo non ci fosse la buro-crazia della macchina pubblica. L'avviso pub-blico per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata arriva giusto un anno dopo, per l'esattezza l'8 Agosto 2015. Cinque mesi dopo ci sarà la delibera che affi-da alcuni beni messi a bando tra i quali la masseria. Tra sopralluoghi, particelle indi-vise e contratti solo in questi giorni la cor-data di cooperative capeggiata dal Consor-zio Terzo Settore e che vede come partner l'Associazione “Sott'e'ncoppa”, la CGIL, la cooperativa “L'uomo e il legno” e la coope-rativa “Giancarlo Siani” è riuscita ad entrare effettivamente in possesso della masseria. In questi anni sono accadute tante cose, in particolare i due sequestri operati ai danni di chi occupava abusivamente quei terreni da parte della Polizia Locale di Afragola che videro una grossa mobilitazione popolare per la distribuzione dei tanti kili di pesche sequestrate. Da qui parte il riscatto del nostro territorio. La masseria è stata dedica-ta ad Antonio Esposito Ferraioli, giovane sindacalista della CGIL ucciso dalla camorra per essersi opposto all'utilizzo di carne ava-riata nella mensa dove lavorava. La sfida è quella di dimostrare come i beni confiscati possano diventare luoghi di economia puli-ta, sociale, che sia attenta ai diritti di tutti e che crei comunità intorno ad essa. Non un'economia di nicchia ma un sistema che abbia ricadute positive su tutto il tessuto sociale. Centinaia sono gli esempi in Italia, e decine in Campania. Che Afragola possa essere un esempio virtuoso per questo bene e per tutti gli altri beni confiscati che anco-ra aspettano l'affidamento.

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ATLETICAIl primo bene confiscato inizia il cammino del riutilizzo sociale

di Giuseppe Delle Cave

«Le tre campanelle»

politica

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25 febbraio 2017CRISPANO

sato revocati dalla nuova amministrazione figurano nella relazione come scelte conse-guenti all'arrivo al Municipio della commis-sione d'accesso e non come espressione di una “discontinuità”. Quindi si boccia il pas-sato ed in virtù del quale, per i legami col presente, ci finisce di mezzo anche la nuova amministrazione e la nuova consiliatura. Ecco perché il centrosinistra e la minoranza guidata da Carlo Esposito hanno poco da festeggiare. Se hanno letto gli atti che hanno determinato lo scioglimento antici-pato c'è poco da stare felici per il Pd. A patto che non si accontenti semplicemente del fatto che Antonio Barra li ha battuti alle elezioni e loro adesso ritengono di aver ven-

a relazione alla base del nuovo

L scioglimento per camorra degli organi elettivi è pubblica. Gli elementi che saltano agli occhi sono tanti. Alcuni già conosciuti

alle cronache e legate allo scioglimento anti-cipato, sempre per camorra, del 2005: come la festa del giglio e le parentele con soggetti pregiudicati di alcuni consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza. Altri nuovi, come ad esempio il fatto che non si richia-mano atti amministrativi condizionati durante la consiliatura che va a casa ma la principale colpa che si attribuisce al nuovo corso riguarda la “continuità” col passato. Collegato allo scioglimento del 2005 sem-pre per camorra. Eppure, la maggioranza ha portato in aula tanti consiglieri nuovi e sog-getti esperti come Enzo Cennamo e Carlo La Sala che hanno preso le distanze dal gruppo di Carlo Esposito in maniera evidente molti anni fa al punto da rappresentarne, sul piano politico, l'opposizione più agguerrita. E lo stesso è accaduto con il sindaco uscente Antonio Barra, il quale però emerge nella relazione per aspetti professionali. Insom-ma, uno scioglimento a prima vista “inusua-le” almeno per le giustificazioni date ma se si approfondisce la lettura della relazione è evidente che a finire nel mirino dell'Antimafia resta tutto il contesto locale che ha avuto anche in passato un ruolo nelle amministrazioni precedenti di centro-sinistra. Al punto che anche gli atti del pas-

strativo siamo stati perfetti – dichiara il sin-daco uscente -. Mi dispiace che mi addebiti-no aspetti professionali perché è a tuti evi-dente che non può essere vero che tutti i tecnici che lavorano sul territorio fanno riferimento a me, sarebbe davvero assurdo. E poi perché le pratiche che ho curato e delle quali rispondo, le ho consegnate stori-camente con la mia firma e posso risponde-re nel merito in qualsiasi momento senza timore di errori in qualsiasi sede. Ma non capisco cosa possa c'entrare questo con uno scioglimento per camorra maturato dal fatto che, anche attraverso tanti errori nel racconto della verità, lo si voglia giustificare rimarcando la continuità della mia ammini-

Pubblicati gli atti e la relazione che hanno determinato per la seconda volta nella storia di Crispano lo scioglimento anticipato degli organi elettivi per camorra. Dalla lettura degli atti emergono due elementi: Il primo fa riferimento al fatto che non vi sono atti prodotti dall’amministrazione Barra «condizionati». Mentre si punta, invece, su un calderone di parentele e affarismo insito nel contesto locale ed ereditato dagli anni del primo scioglimento per camorra di Carlo Esposito. L’ex vicesindaco Enzo Cennamo, estraneo ai fatti, cerca di fare chiarezza a difesa della città.

Divampa la polemica dopo lo scioglimento

dicato quella sconfitta. Un gioco al massa-cro che nessuno pensava, nemmeno chi lo ha alimentato, potesse non solo abbattere la nuova amministrazione ma addirittura rappresentare un boomerang per chi aveva scelto la strada delle interrogazioni e delle denunce per farsi giustizia dopo il voto. Insomma, c'è la sensazione che una volta innescato il meccanismo per raggiungere solo l'obiettivo dello scioglimento anticipa-to, la situazione sia sfuggita di mano alla politica. Stupida se ha pensato, solo per un attimo, che gli investigatori non conosces-sero il contesto oppure potessero concen-trarsi solo su eventuali anomalie legate al presente alla ricerca di atti “condizionati” che non ci sono. Errori da dilettanti. Adesso resta sul tavolo un'altra ferita e dei temi spi-nosi, come le candidature dei parenti di pre-giudicati, da affrontare con serietà. Perché, come “Mosaico” scrive da anni insieme a grandi testate come “Repubblica”, se le que-stioni fossero state affrontate con serietà da entrambi gli schieramenti (questioni poste negli anni scorsi ripetutamente), pro-babilmente la storia di questo paese la si poteva cambiare già da subito visto che sul piano amministrativo la giunta di Antonio Barra, atti alla mano, ha segnato una netta discontinuità su molte questioni di conte-nuto ed importanti. Ma per gli investigatori, per l'Antimafia non è bastato. Servono anco-ra passi in avanti maggiori. Antonio Barra dichiara a “Mosaico”: “Sul piano ammini-

Vincenzo Fico

«I camorristi e gli affiliati vanno arrestati.Una persona onesta non può pagare una parentela»

politica

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CRISPANO

strazione con quella dell'ex sindaco Carlo Esposito. Si tratta di una elaborazione distorta della realtà e i cittadini lo possono testimoniare benissimo. Non rinnego il pas-sato, le cose positive e gli errori commessi insieme ad Esposito, ma ho preso le distanze e mi sono candidato a sindaco proprio per invertire la rotta e garantire un cambia-mento ormai necessario e che i cittadini chiedevano con grande forza. Spero, però, che i professionisti del fango, dell'offesa e

della guerra alle persone fatta di veleni e bugie, abbiano capito con questa lezione che in questo scioglimento ci hanno rimesso tutti, soprattutto il paese, insieme a chi ha governato in passato ed a chi puntava oggi a delegittimare solo il cambiamento per imporre la restaurazione. Se non c'è una presa d'atto della locale classe politica sui valori e sui metodi sarà difficile che si possa rilanciare l'immagine e l'amministrazione in questo paese. E mi riferisco a questa consu-etudine becera della delegittimazione dell'avversario a tutti i costi per sovvertire con il fango il risultato dell'urna. Se non si cambia mentalità, ci ritroveremo sempre a fare i conti con teoremi surreali ed a tratti pure caratterizzati, come accade con l'attuale relazione, da errori macroscopici e situazioni raccontate esattamente all'opposto di quanto accaduto. Ed è tutto dimostrabile. Ecco perché faremo ricorso al Tar”. L'ex sindaco, quindi, annuncia un ricorso alla giustizia amministrativa contro i motivi alla base dello scioglimento antici-pato ma chi assume una posizione più dura e diretta resta Enzo Cennamo, vicesindaco dell'amministrazione Barra e nella prece-dente consiliatura volto più rappresentativo dell'ala dura all'opposizione dell'allora sin-daco Carlo Esposito. “Bisogna essere seri e dire le cose come stanno senza timore altri-menti il problema non lo si risolve mai – dichiara il professore Enzo Cennamo a “Mo-saico” -. Non ci sono atti amministrativi sba-gliati, tutto è contorno, ma leggendo la rela-zione l'equazione “politica-camorra” è determinata dalle parentele dei consiglieri comunali. Inutile girarci intorno. E, questo problema, per quanto spinoso, va affronta-to da uomini e nel rispetto della realtà. Chi sbaglia, chi ha un parente legato ai clan ed insieme a lui condivide interessi nell'illegalità, va arrestato. La giustizia amministrativa c'entra poco. Se, al contra-rio, una persona onesta e perbene vive del proprio lavoro, lontano dall'illegalità e lon-tano anche dal parente eventualmente pre-giudicato, perché non lo si deve valorizzare al posto di etichettarlo per una scelta di ille-galità che lui stesso non ha mai compiuto? Mi spiego meglio: i camorristi e chi si lascia condizionare per tutelare affari loschi, devo-no essere arrestati. Così come chi ha un parente pregiudicato ma vive da persona rispettosa della legge, onesta e perbene, perché deve pagare la parentela in un paese piccolo di 12mila abitanti e 8mila elettori? Di esempi ne potrei fare tanti di gente one-sta che paga ingiustamente una parentela: anche tra i consiglieri del Pd. E il ragiona-mento vale per lo stesso Carlo Esposito. Ma stiamo scherzando? Di Esposito sono e resto il primo oppositore ma esclusivamente sul fronte politico: non mi piacciono i suoi modi, i criteri di amministrare, gli obiettivi

ma resta un discorso squisitamente politico. Nessuno mi convincerà mai che Esposito da sindaco è stato condizionato dalla camorra al punto da meritare lo scioglimento nono-stante nel 2005 c'erano degli atti viziati. Erano errori anche macroscopici ma nessu-no, conoscendo Carlo, potrà mai dire che si tratta di un politico che ha aperto le porte del Comune alla criminalità. E' un falso sto-rico. Così come emerge un falso storico nell'attuale relazione dove le passate consi-liature di Esposito restano un parametro negativo al punto da condannare la nuova amministrazione giudicata in continuità con quella dell'ex sindaco. Ed io, Enzo Cen-namo, oppositore di Carlo Esposito, devo pagare una continuità che rappresenta poli-ticamente l'aspetto più lontano dalla mia azione politica e amministrativa. E' tutto surreale”. Sempre Cennamo rincara la dose: “Spero che Carlo Esposito – dichiara l'ex vice-sindaco – si renda conto di cosa ha prodotto la sua azione politica consigliata da quei soggetti che oggi ha vicino. Innanzitutto, sono gli stessi che gioivano e festeggiavano quando lui fu sciolto per camorra. Le cose che oggi dicono di Barra le hanno dette ieri di Esposito. E poi cosa ha prodotto questa azione, questa aggressione nei confronti della politica locale? Hanno perso tutti. Esposito incluso, perché se leggiamo la rela-zione, sicuramente tra me e l'ex sindaco del Pd chi ci ha rimesso non sono certo io. Alme-no di questo Esposito si è reso conto? Come può farsi utilizzare da chi ha attorno facen-dosi influenzare su una linea che ha prodot-to questi risultati pessimi per lui, per gran parte della politica locale ma soprattutto per Crispano? E' gente che storicamente infanga tutti ed hanno infangato ingiusta-mente anche lui perché pensa di poter otte-nere in questo modo un pochino di spazio. Una strategia vergognosa. Se avesse avuto me tra i suoi amici, Carlo Esposito sicura-mente avrebbe avuto altri consigli, diversi da quelli ricevuti e messi in campo in questi anni, dove si è tentato di dimostrare l'assurdo. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Si può essere avversari politici ma si deve restare nella legittimazione reciproca: come ad esempio, ripeto, ribadisco la mia lontananza politica da Esposito ma pubbli-camente non ho problemi a riconoscere che si tratta di una persona perbene. Fare diver-samente, come ha fatto l'attuale minoran-za, mobilitando addirittura parlamentari di riferimento per infangare l'intera comunità, si può ottenere una rivalsa su un risultato elettorale sgradito ma lo si fa sulla pelle di tutti i cittadini ed infangando molte perso-ne oneste. Spero che il leader del Pd lo abbia capito e spero che tutti quelli che sono con lui e pagano l'ennesimo carico di fango sca-ricato su di loro e sulle loro famiglie lo capi-scano”.

ENZOCENNAMO

25 Febbraio 2017

MOSAICO

politica

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25 febbraio 2017CRISPANO

sato revocati dalla nuova amministrazione figurano nella relazione come scelte conse-guenti all'arrivo al Municipio della commis-sione d'accesso e non come espressione di una “discontinuità”. Quindi si boccia il pas-sato ed in virtù del quale, per i legami col presente, ci finisce di mezzo anche la nuova amministrazione e la nuova consiliatura. Ecco perché il centrosinistra e la minoranza guidata da Carlo Esposito hanno poco da festeggiare. Se hanno letto gli atti che hanno determinato lo scioglimento antici-pato c'è poco da stare felici per il Pd. A patto che non si accontenti semplicemente del fatto che Antonio Barra li ha battuti alle elezioni e loro adesso ritengono di aver ven-

a relazione alla base del nuovo

L scioglimento per camorra degli organi elettivi è pubblica. Gli elementi che saltano agli occhi sono tanti. Alcuni già conosciuti

alle cronache e legate allo scioglimento anti-cipato, sempre per camorra, del 2005: come la festa del giglio e le parentele con soggetti pregiudicati di alcuni consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza. Altri nuovi, come ad esempio il fatto che non si richia-mano atti amministrativi condizionati durante la consiliatura che va a casa ma la principale colpa che si attribuisce al nuovo corso riguarda la “continuità” col passato. Collegato allo scioglimento del 2005 sem-pre per camorra. Eppure, la maggioranza ha portato in aula tanti consiglieri nuovi e sog-getti esperti come Enzo Cennamo e Carlo La Sala che hanno preso le distanze dal gruppo di Carlo Esposito in maniera evidente molti anni fa al punto da rappresentarne, sul piano politico, l'opposizione più agguerrita. E lo stesso è accaduto con il sindaco uscente Antonio Barra, il quale però emerge nella relazione per aspetti professionali. Insom-ma, uno scioglimento a prima vista “inusua-le” almeno per le giustificazioni date ma se si approfondisce la lettura della relazione è evidente che a finire nel mirino dell'Antimafia resta tutto il contesto locale che ha avuto anche in passato un ruolo nelle amministrazioni precedenti di centro-sinistra. Al punto che anche gli atti del pas-

strativo siamo stati perfetti – dichiara il sin-daco uscente -. Mi dispiace che mi addebiti-no aspetti professionali perché è a tuti evi-dente che non può essere vero che tutti i tecnici che lavorano sul territorio fanno riferimento a me, sarebbe davvero assurdo. E poi perché le pratiche che ho curato e delle quali rispondo, le ho consegnate stori-camente con la mia firma e posso risponde-re nel merito in qualsiasi momento senza timore di errori in qualsiasi sede. Ma non capisco cosa possa c'entrare questo con uno scioglimento per camorra maturato dal fatto che, anche attraverso tanti errori nel racconto della verità, lo si voglia giustificare rimarcando la continuità della mia ammini-

Pubblicati gli atti e la relazione che hanno determinato per la seconda volta nella storia di Crispano lo scioglimento anticipato degli organi elettivi per camorra. Dalla lettura degli atti emergono due elementi: Il primo fa riferimento al fatto che non vi sono atti prodotti dall’amministrazione Barra «condizionati». Mentre si punta, invece, su un calderone di parentele e affarismo insito nel contesto locale ed ereditato dagli anni del primo scioglimento per camorra di Carlo Esposito. L’ex vicesindaco Enzo Cennamo, estraneo ai fatti, cerca di fare chiarezza a difesa della città.

Divampa la polemica dopo lo scioglimento

dicato quella sconfitta. Un gioco al massa-cro che nessuno pensava, nemmeno chi lo ha alimentato, potesse non solo abbattere la nuova amministrazione ma addirittura rappresentare un boomerang per chi aveva scelto la strada delle interrogazioni e delle denunce per farsi giustizia dopo il voto. Insomma, c'è la sensazione che una volta innescato il meccanismo per raggiungere solo l'obiettivo dello scioglimento anticipa-to, la situazione sia sfuggita di mano alla politica. Stupida se ha pensato, solo per un attimo, che gli investigatori non conosces-sero il contesto oppure potessero concen-trarsi solo su eventuali anomalie legate al presente alla ricerca di atti “condizionati” che non ci sono. Errori da dilettanti. Adesso resta sul tavolo un'altra ferita e dei temi spi-nosi, come le candidature dei parenti di pre-giudicati, da affrontare con serietà. Perché, come “Mosaico” scrive da anni insieme a grandi testate come “Repubblica”, se le que-stioni fossero state affrontate con serietà da entrambi gli schieramenti (questioni poste negli anni scorsi ripetutamente), pro-babilmente la storia di questo paese la si poteva cambiare già da subito visto che sul piano amministrativo la giunta di Antonio Barra, atti alla mano, ha segnato una netta discontinuità su molte questioni di conte-nuto ed importanti. Ma per gli investigatori, per l'Antimafia non è bastato. Servono anco-ra passi in avanti maggiori. Antonio Barra dichiara a “Mosaico”: “Sul piano ammini-

Vincenzo Fico

«I camorristi e gli affiliati vanno arrestati.Una persona onesta non può pagare una parentela»

politica

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CRISPANO

strazione con quella dell'ex sindaco Carlo Esposito. Si tratta di una elaborazione distorta della realtà e i cittadini lo possono testimoniare benissimo. Non rinnego il pas-sato, le cose positive e gli errori commessi insieme ad Esposito, ma ho preso le distanze e mi sono candidato a sindaco proprio per invertire la rotta e garantire un cambia-mento ormai necessario e che i cittadini chiedevano con grande forza. Spero, però, che i professionisti del fango, dell'offesa e

della guerra alle persone fatta di veleni e bugie, abbiano capito con questa lezione che in questo scioglimento ci hanno rimesso tutti, soprattutto il paese, insieme a chi ha governato in passato ed a chi puntava oggi a delegittimare solo il cambiamento per imporre la restaurazione. Se non c'è una presa d'atto della locale classe politica sui valori e sui metodi sarà difficile che si possa rilanciare l'immagine e l'amministrazione in questo paese. E mi riferisco a questa consu-etudine becera della delegittimazione dell'avversario a tutti i costi per sovvertire con il fango il risultato dell'urna. Se non si cambia mentalità, ci ritroveremo sempre a fare i conti con teoremi surreali ed a tratti pure caratterizzati, come accade con l'attuale relazione, da errori macroscopici e situazioni raccontate esattamente all'opposto di quanto accaduto. Ed è tutto dimostrabile. Ecco perché faremo ricorso al Tar”. L'ex sindaco, quindi, annuncia un ricorso alla giustizia amministrativa contro i motivi alla base dello scioglimento antici-pato ma chi assume una posizione più dura e diretta resta Enzo Cennamo, vicesindaco dell'amministrazione Barra e nella prece-dente consiliatura volto più rappresentativo dell'ala dura all'opposizione dell'allora sin-daco Carlo Esposito. “Bisogna essere seri e dire le cose come stanno senza timore altri-menti il problema non lo si risolve mai – dichiara il professore Enzo Cennamo a “Mo-saico” -. Non ci sono atti amministrativi sba-gliati, tutto è contorno, ma leggendo la rela-zione l'equazione “politica-camorra” è determinata dalle parentele dei consiglieri comunali. Inutile girarci intorno. E, questo problema, per quanto spinoso, va affronta-to da uomini e nel rispetto della realtà. Chi sbaglia, chi ha un parente legato ai clan ed insieme a lui condivide interessi nell'illegalità, va arrestato. La giustizia amministrativa c'entra poco. Se, al contra-rio, una persona onesta e perbene vive del proprio lavoro, lontano dall'illegalità e lon-tano anche dal parente eventualmente pre-giudicato, perché non lo si deve valorizzare al posto di etichettarlo per una scelta di ille-galità che lui stesso non ha mai compiuto? Mi spiego meglio: i camorristi e chi si lascia condizionare per tutelare affari loschi, devo-no essere arrestati. Così come chi ha un parente pregiudicato ma vive da persona rispettosa della legge, onesta e perbene, perché deve pagare la parentela in un paese piccolo di 12mila abitanti e 8mila elettori? Di esempi ne potrei fare tanti di gente one-sta che paga ingiustamente una parentela: anche tra i consiglieri del Pd. E il ragiona-mento vale per lo stesso Carlo Esposito. Ma stiamo scherzando? Di Esposito sono e resto il primo oppositore ma esclusivamente sul fronte politico: non mi piacciono i suoi modi, i criteri di amministrare, gli obiettivi

ma resta un discorso squisitamente politico. Nessuno mi convincerà mai che Esposito da sindaco è stato condizionato dalla camorra al punto da meritare lo scioglimento nono-stante nel 2005 c'erano degli atti viziati. Erano errori anche macroscopici ma nessu-no, conoscendo Carlo, potrà mai dire che si tratta di un politico che ha aperto le porte del Comune alla criminalità. E' un falso sto-rico. Così come emerge un falso storico nell'attuale relazione dove le passate consi-liature di Esposito restano un parametro negativo al punto da condannare la nuova amministrazione giudicata in continuità con quella dell'ex sindaco. Ed io, Enzo Cen-namo, oppositore di Carlo Esposito, devo pagare una continuità che rappresenta poli-ticamente l'aspetto più lontano dalla mia azione politica e amministrativa. E' tutto surreale”. Sempre Cennamo rincara la dose: “Spero che Carlo Esposito – dichiara l'ex vice-sindaco – si renda conto di cosa ha prodotto la sua azione politica consigliata da quei soggetti che oggi ha vicino. Innanzitutto, sono gli stessi che gioivano e festeggiavano quando lui fu sciolto per camorra. Le cose che oggi dicono di Barra le hanno dette ieri di Esposito. E poi cosa ha prodotto questa azione, questa aggressione nei confronti della politica locale? Hanno perso tutti. Esposito incluso, perché se leggiamo la rela-zione, sicuramente tra me e l'ex sindaco del Pd chi ci ha rimesso non sono certo io. Alme-no di questo Esposito si è reso conto? Come può farsi utilizzare da chi ha attorno facen-dosi influenzare su una linea che ha prodot-to questi risultati pessimi per lui, per gran parte della politica locale ma soprattutto per Crispano? E' gente che storicamente infanga tutti ed hanno infangato ingiusta-mente anche lui perché pensa di poter otte-nere in questo modo un pochino di spazio. Una strategia vergognosa. Se avesse avuto me tra i suoi amici, Carlo Esposito sicura-mente avrebbe avuto altri consigli, diversi da quelli ricevuti e messi in campo in questi anni, dove si è tentato di dimostrare l'assurdo. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Si può essere avversari politici ma si deve restare nella legittimazione reciproca: come ad esempio, ripeto, ribadisco la mia lontananza politica da Esposito ma pubbli-camente non ho problemi a riconoscere che si tratta di una persona perbene. Fare diver-samente, come ha fatto l'attuale minoran-za, mobilitando addirittura parlamentari di riferimento per infangare l'intera comunità, si può ottenere una rivalsa su un risultato elettorale sgradito ma lo si fa sulla pelle di tutti i cittadini ed infangando molte perso-ne oneste. Spero che il leader del Pd lo abbia capito e spero che tutti quelli che sono con lui e pagano l'ennesimo carico di fango sca-ricato su di loro e sulle loro famiglie lo capi-scano”.

ENZOCENNAMO

25 Febbraio 2017

MOSAICO

di Sossio Vitale*

Chiediamo il conto alla vecchia classe dirigente

a città, la mia città, si ritrova alle prese con un altro sciogli-

L mento anticipato per camorra dopo quello del 2005 che vide protagonista l'allora sindaco e nella veste di leader di mino-ranza durante l'esperienza appena conclusasi, Carlo Esposi-to. E penso che adesso più che mai c'è bisogno di chiarezza.

Ma badate bene, chiarezza non significa puntare l'indice contro l'avversario di turno e scaricare sugli altri tutte le responsabilità sugli errori commessi dalla politica di Crispano. Non avrebbe senso e sincera-mente i cittadini non “bevono” bugie perché sono i migliori giudici al mondo. Semplicemente perché vivono il paese, vivono la politica, cono-scono le persone, le frequentazioni, le storie. In una realtà piccola fun-ziona così. Quindi si possono dire tutte le bugie di questo mondo, possia-mo propinare per assurdo tutti i teoremi o le nefandezze su chiunque, ma alla fine i cittadini sanno sempre qual è la verità e riescono sempre a divi-dere la realtà dalla rappresentazione interessata.

Questa premessa resta indispensabile per capire perché ho deciso di accendere il computer e mettere su carta ciò che penso sperando nella disponibilità del direttore di “Mosaico”, Antonio Auricchio, a dedicare uno spazio ad alcune riflessioni che ritengo siano importanti anche per alzare il livello del dibattito e spostarlo sui problemi reali, sulla delicata

situazione che Crispano ha vissuto per anni e continua a vivere nono-stante negli ultimi mesi, atti alla mano, la nuova amministrazione gui-data da Antonio Barra è riuscita a raggiungere risultati storici sul piano politico e amministrativo. Poi tutto si è fermato. Anzi, è stato interrotto bruscamente da un teorema alimentato, direttamente e indirettamente, dalla voglia di rivalsa di chi non ha digerito il risultato elettorale ed ha spostato l'attività politica sull'offesa e la sistematica rappresentazione di una realtà che non esiste. Agevolato da un contesto storico, ereditato dallo scioglimento del 2005 e da quello che negli anni precedenti al 2005 è accaduto in città. Non lo dico io ma lo dice la relazione agli atti, l'ultima relazione che ha ribadito che il contesto di Crispano resta inquinato e la politica condizionabile. Badate bene, non la maggioranza. Ma la politica, tutta. Si parla della festa del giglio, della composizione delle liste. Tanto per citare gli argomenti più forti. Non si parla della nuova classe dirigen-te, che con Antonio Barra si è affermata e col vecchio corso non ha alcun legame. Lo voglio ribadire perché tra i pilastri dello scioglimento, tra i pilastri del teorema messo in campo c'è proprio la continuità con la gestione dell'ex sindaco Carlo Esposito. Nonostante la discontinuità l'abbiamo dimostrata con i fatti, con gli atti che tutti possono verificare. Come ad esempio la revoca della delibera approvata nel 2014 sulla zona

‘‘ ‘‘Tra i pilastri dello scioglimento contestano una inesistente continuità con la gestione dell’ex sindaco Carlo Esposito

Pip. Il regolamento comunale prevedeva il sorteggio per l'assegnazione dei lotti mentre l'atto del 2014 sanciva l'assegnazione dei lotti senza pas-sare per il sorteggio ma solo sulla base di una lista che fece sempre l'allora amministrazione. Noi quella delibera del 2014 l'abbiamo revoca-ta. E quale sarebbe la nostra colpa? Siamo accusati di essere la continui-tà della precedente amministrazione e che abbiamo revocato quell'atto solo perché al Comune c'era la commissione d'accesso. Tutti sanno che non è così. Ma in questo caso, anche strumentalmente, si può sostenere questa tesi. E allora serve qualcosa di più chiaro. Vi accontento immedia-tamente. Nella relazione si parla anche dei campetti sportivi le cui proce-dure sono state gestite dalla precedente amministrazione guidata da Carlo Esposito. Ebbene, nonostante ci fosse un'impresa che avesse vinto le procedure durante la passata amministrazione e nonostante quell'impresa, badate bene, avesse anche il certificato antimafia rila-sciato dalla Prefettura, l'amministrazione del sindaco Barra ha preferito non assegnare i campetti a quell'azienda proprio per motivi preventivi. Una decisione coraggiosa che abbiamo attuato prima dell'arrivo della commissione d'accesso. Prima e non durante l'arrivo al Comune degli investigatori. E allora è giusto che dobbiamo andare a casa noi perché magari gli investigatori ritengono che quell'appalto sia stato condizio-

nato? Sia perché si è svolto durante l'amministrazione precedente e sia perché la nostra amministrazione, nonostante agli atti ci fosse il certifi-cato antimafia della ditta vincitrice, ha deciso di non assegnare l'impianto all'impresa facendo prevalere una motivazione di natura squi-sitamente morale ed etica. E lo abbiamo fatto prima dell'arrivo al Comu-ne della commissione d'accesso. E nonostante questo, ci mandano a casa perché addirittura ci ritengono in continuità con la precedente espe-rienza. Per me è assurdo, inconcepibile. Rispetto sempre le istituzioni, anche quando sbagliano, ma ritengo che sia del tutto surreale quello che abbiamo letto sulla relazione che ha giustificato l'attuale scioglimento per camorra degli organi elettivi. Così facendo si scoraggiano le persone perbene a scendere in politica. Ma non voglio dilungarmi in questo ragionamento. Per mia formazione nutro rispetto per il lavoro delle isti-tuzioni essendo un uomo che le ha rappresentate e tenterà di continuare a farlo. Voglio ancora credere che ci siano elementi che lascino ancora aperto il tema della continuità. Voglio ancora credere che nonostante tutto, sia stato giusto far capire che un'epoca storica infelice la si deve chiudere per sempre. Perché ci sono altri elementi, come ad esempio la composizione delle liste. A Crispano prendiamo atto che a differenza di quanto avviene altrove bisogna tenere fuori anche chi ha un parente

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riceviamo e pubblichiamo 25 febbraio 2017CRISPANO

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CRISPANO

25 Febbraio 2017

scomodo. Premesso che in Italia non esiste il reato di parentela e nelle istituzioni di casi del genere ce ne sono a dismisura, ritengo che su que-sta vicenda si debba spendere qualche parola in più. Premesso che, parente o no, tutti quelli che gravitano nell'illegalità vadano arrestati, nella relazione si fa riferimento, per giustificare il condizionamento, a candidati con parenti scomodi in entrambe le liste in campo. Di quella che ha vinto, di quella che ha perso. E sappiamo tutti che da tutti i gior-nali, per anni, questo tema è stato affrontato a Crispano con toni duris-simi. Prendiamo atto che dev'essere così: bisogna comporre le liste tenendo presente anche questo perché siamo una realtà “marchiata”, anche se non lo meritiamo, e quindi il fumus lo si evita con la prevenzio-ne. Noi prendiamo atto di quanto scritto e comporremo la prossima lista utilizzando tra i criteri di selezione anche questa discriminante. Non abbiamo problemi di questo genere perché sappiamo che la camorra non ha inciso nemmeno sull'ultima elezione ma ha prevalso nei confron-ti del sindaco uscente, Carlo Esposito, una voglia della città di cambiare rotta rispetto al passato. Di chiudere un'epoca e pensionare una classe dirigente che non aveva percepito la fine di un ciclo. Noi rinunceremo a priori a qualsiasi candidatura, anche di persona perbene, che però può avere all'attivo una parentela “scomoda”. E sfidiamo i nostri avversari a fare lo stesso. Con i fatti. Giusto o no, proprio perché siamo persone per-bene e proprio perché pensiamo a tutelare il bene del nostro paese, ci atterremo a questa indicazione che arriva anche da questo scioglimento degli organi elettivi. Sapendo che il tutto è frutto in larga misura di stru-mentalizzazioni messe in campo dai nostri avversari. Che non pensava-no quali danni e quali conseguenze potessero determinare certi atteg-giamenti e determinate falsità che hanno scaricato su di noi e sull'intera comunità. Hanno ottenuto la “soddisfazione” di aver interrotto momen-taneamente il cambiamento ma allo stesso tempo sono rimasti vittime di quel meccanismo che loro stessi hanno attivato. Perché a differenza del 2005 non ci sono atti amministrativi a rischio “condizionamento” approvati durante il nostro mandato. Quelli richiamati arrivano dalla passata esperienza, dall'esperienza che ha visto protagonista la classe dirigente di Carlo Esposito. E pure le candidature al Consiglio “sgradite” richiamate nella relazione, sono bipartisan. E di fronte a questo noi assu-miamo pubblicamente un impegno, alzano l'argine e tenendo fuori dalla competizione anche chi ha parentele scomode. Come ha sempre chiesto la stampa locale e ribadito dagli investigatori negli ultimi atti: sfidiamo su questo terreno i nostri avversari. Perché nonostante tutto siamo fieri

di quanto realizzato e di non avere responsabilità su quanto accaduto. Noi abbiamo realizzato solo cose positive: sbloccato l'iter di costruzione della nuova scuola, modificato lo statuto per garantire partecipazione con assessori esterni in modo che la classe dirigente possa essere sele-zionata non solo coi voti ma anche attraverso le competenze. Abbiamo messo in campo tutte le procedure necessarie per garantire la risoluzio-ne della vertenza del cimitero e l'inizio, a breve, dei lavori non solo per concludere i loculi ma pure per riqualificare il camposanto. La lista è lun-ga. Potrei continuare ancora per ore a scrivere. Ma ritengo di aver già approfittato della disponibilità del direttore ma l'ho fatto per ribadire una verità storica e fare chiarezza su quanto è accaduto. Consapevole che è nostro dovere organizzare un confronto con la città e atti alla mano sviscerare quello che in queste righe ho cercato di far capire all'opinione pubblica. Perché la verità, soprattutto quando si parla di legalità, deve sempre prevalere. Così come deve prevalere il merito di una classe dirigente nuova, di persone oneste e perbene, che sta pagando, insieme alla comunità, un passato che non ci appartiene e dal quale abbiamo già preso, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, le distanze. E di fronte al quale saremo sempre più intransigenti. Non solo a parole ma con fatti concreti a cominciare dalla composizione della lista che pre-senteremo alle prossime elezioni come espressione di un progetto politi-co che non cambia. Crispano vuole realizzare altro! Ed è inutile dire “Antonio Barra fa parte di quel passato”. E' vero, ha fatto l'assessore con Carlo Esposito ma se n'è uscito da quella squadra molto prima della sua candidatura a sindaco contestando, anche insieme a me, quei metodi e quel modo di concepire la politica e l'amministrazione. Esposito ha perso perché rappresentava la continuità. Barra ha avuto il merito politico di aver percepito la voglia di cambiamento ed ha avuto il coraggio di inve-stire, con tutti i pronostici a sfavore, su una nuova classe dirigente che, lo ripeterò fino alla noia, esce rafforzata anche leggendo gli atti alla base del nuovo scioglimento. Il cambiamento va avanti più forte di prima e sicuramente con le idee ancora più chiare. Nel 2005 si contestava e basta il provvedimento. Oggi, invece, non lo condividiamo ma lo rispettiamo e saremo in grado, rispetto a quello che gli investigatori hanno scritto, di alzare ancora di più l'argine della prevenzione a cominciare dalla com-posizione della lista.

*Già consigliere comunale ed esponente del movimento “Adesso Progetto Crispano”

A. A.

di Sossio Vitale*

Chiediamo il conto alla vecchia classe dirigente

a città, la mia città, si ritrova alle prese con un altro sciogli-

L mento anticipato per camorra dopo quello del 2005 che vide protagonista l'allora sindaco e nella veste di leader di mino-ranza durante l'esperienza appena conclusasi, Carlo Esposi-to. E penso che adesso più che mai c'è bisogno di chiarezza.

Ma badate bene, chiarezza non significa puntare l'indice contro l'avversario di turno e scaricare sugli altri tutte le responsabilità sugli errori commessi dalla politica di Crispano. Non avrebbe senso e sincera-mente i cittadini non “bevono” bugie perché sono i migliori giudici al mondo. Semplicemente perché vivono il paese, vivono la politica, cono-scono le persone, le frequentazioni, le storie. In una realtà piccola fun-ziona così. Quindi si possono dire tutte le bugie di questo mondo, possia-mo propinare per assurdo tutti i teoremi o le nefandezze su chiunque, ma alla fine i cittadini sanno sempre qual è la verità e riescono sempre a divi-dere la realtà dalla rappresentazione interessata.

Questa premessa resta indispensabile per capire perché ho deciso di accendere il computer e mettere su carta ciò che penso sperando nella disponibilità del direttore di “Mosaico”, Antonio Auricchio, a dedicare uno spazio ad alcune riflessioni che ritengo siano importanti anche per alzare il livello del dibattito e spostarlo sui problemi reali, sulla delicata

situazione che Crispano ha vissuto per anni e continua a vivere nono-stante negli ultimi mesi, atti alla mano, la nuova amministrazione gui-data da Antonio Barra è riuscita a raggiungere risultati storici sul piano politico e amministrativo. Poi tutto si è fermato. Anzi, è stato interrotto bruscamente da un teorema alimentato, direttamente e indirettamente, dalla voglia di rivalsa di chi non ha digerito il risultato elettorale ed ha spostato l'attività politica sull'offesa e la sistematica rappresentazione di una realtà che non esiste. Agevolato da un contesto storico, ereditato dallo scioglimento del 2005 e da quello che negli anni precedenti al 2005 è accaduto in città. Non lo dico io ma lo dice la relazione agli atti, l'ultima relazione che ha ribadito che il contesto di Crispano resta inquinato e la politica condizionabile. Badate bene, non la maggioranza. Ma la politica, tutta. Si parla della festa del giglio, della composizione delle liste. Tanto per citare gli argomenti più forti. Non si parla della nuova classe dirigen-te, che con Antonio Barra si è affermata e col vecchio corso non ha alcun legame. Lo voglio ribadire perché tra i pilastri dello scioglimento, tra i pilastri del teorema messo in campo c'è proprio la continuità con la gestione dell'ex sindaco Carlo Esposito. Nonostante la discontinuità l'abbiamo dimostrata con i fatti, con gli atti che tutti possono verificare. Come ad esempio la revoca della delibera approvata nel 2014 sulla zona

‘‘ ‘‘Tra i pilastri dello scioglimento contestano una inesistente continuità con la gestione dell’ex sindaco Carlo Esposito

Pip. Il regolamento comunale prevedeva il sorteggio per l'assegnazione dei lotti mentre l'atto del 2014 sanciva l'assegnazione dei lotti senza pas-sare per il sorteggio ma solo sulla base di una lista che fece sempre l'allora amministrazione. Noi quella delibera del 2014 l'abbiamo revoca-ta. E quale sarebbe la nostra colpa? Siamo accusati di essere la continui-tà della precedente amministrazione e che abbiamo revocato quell'atto solo perché al Comune c'era la commissione d'accesso. Tutti sanno che non è così. Ma in questo caso, anche strumentalmente, si può sostenere questa tesi. E allora serve qualcosa di più chiaro. Vi accontento immedia-tamente. Nella relazione si parla anche dei campetti sportivi le cui proce-dure sono state gestite dalla precedente amministrazione guidata da Carlo Esposito. Ebbene, nonostante ci fosse un'impresa che avesse vinto le procedure durante la passata amministrazione e nonostante quell'impresa, badate bene, avesse anche il certificato antimafia rila-sciato dalla Prefettura, l'amministrazione del sindaco Barra ha preferito non assegnare i campetti a quell'azienda proprio per motivi preventivi. Una decisione coraggiosa che abbiamo attuato prima dell'arrivo della commissione d'accesso. Prima e non durante l'arrivo al Comune degli investigatori. E allora è giusto che dobbiamo andare a casa noi perché magari gli investigatori ritengono che quell'appalto sia stato condizio-

nato? Sia perché si è svolto durante l'amministrazione precedente e sia perché la nostra amministrazione, nonostante agli atti ci fosse il certifi-cato antimafia della ditta vincitrice, ha deciso di non assegnare l'impianto all'impresa facendo prevalere una motivazione di natura squi-sitamente morale ed etica. E lo abbiamo fatto prima dell'arrivo al Comu-ne della commissione d'accesso. E nonostante questo, ci mandano a casa perché addirittura ci ritengono in continuità con la precedente espe-rienza. Per me è assurdo, inconcepibile. Rispetto sempre le istituzioni, anche quando sbagliano, ma ritengo che sia del tutto surreale quello che abbiamo letto sulla relazione che ha giustificato l'attuale scioglimento per camorra degli organi elettivi. Così facendo si scoraggiano le persone perbene a scendere in politica. Ma non voglio dilungarmi in questo ragionamento. Per mia formazione nutro rispetto per il lavoro delle isti-tuzioni essendo un uomo che le ha rappresentate e tenterà di continuare a farlo. Voglio ancora credere che ci siano elementi che lascino ancora aperto il tema della continuità. Voglio ancora credere che nonostante tutto, sia stato giusto far capire che un'epoca storica infelice la si deve chiudere per sempre. Perché ci sono altri elementi, come ad esempio la composizione delle liste. A Crispano prendiamo atto che a differenza di quanto avviene altrove bisogna tenere fuori anche chi ha un parente

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riceviamo e pubblichiamo 25 febbraio 2017CRISPANO

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CRISPANO

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scomodo. Premesso che in Italia non esiste il reato di parentela e nelle istituzioni di casi del genere ce ne sono a dismisura, ritengo che su que-sta vicenda si debba spendere qualche parola in più. Premesso che, parente o no, tutti quelli che gravitano nell'illegalità vadano arrestati, nella relazione si fa riferimento, per giustificare il condizionamento, a candidati con parenti scomodi in entrambe le liste in campo. Di quella che ha vinto, di quella che ha perso. E sappiamo tutti che da tutti i gior-nali, per anni, questo tema è stato affrontato a Crispano con toni duris-simi. Prendiamo atto che dev'essere così: bisogna comporre le liste tenendo presente anche questo perché siamo una realtà “marchiata”, anche se non lo meritiamo, e quindi il fumus lo si evita con la prevenzio-ne. Noi prendiamo atto di quanto scritto e comporremo la prossima lista utilizzando tra i criteri di selezione anche questa discriminante. Non abbiamo problemi di questo genere perché sappiamo che la camorra non ha inciso nemmeno sull'ultima elezione ma ha prevalso nei confron-ti del sindaco uscente, Carlo Esposito, una voglia della città di cambiare rotta rispetto al passato. Di chiudere un'epoca e pensionare una classe dirigente che non aveva percepito la fine di un ciclo. Noi rinunceremo a priori a qualsiasi candidatura, anche di persona perbene, che però può avere all'attivo una parentela “scomoda”. E sfidiamo i nostri avversari a fare lo stesso. Con i fatti. Giusto o no, proprio perché siamo persone per-bene e proprio perché pensiamo a tutelare il bene del nostro paese, ci atterremo a questa indicazione che arriva anche da questo scioglimento degli organi elettivi. Sapendo che il tutto è frutto in larga misura di stru-mentalizzazioni messe in campo dai nostri avversari. Che non pensava-no quali danni e quali conseguenze potessero determinare certi atteg-giamenti e determinate falsità che hanno scaricato su di noi e sull'intera comunità. Hanno ottenuto la “soddisfazione” di aver interrotto momen-taneamente il cambiamento ma allo stesso tempo sono rimasti vittime di quel meccanismo che loro stessi hanno attivato. Perché a differenza del 2005 non ci sono atti amministrativi a rischio “condizionamento” approvati durante il nostro mandato. Quelli richiamati arrivano dalla passata esperienza, dall'esperienza che ha visto protagonista la classe dirigente di Carlo Esposito. E pure le candidature al Consiglio “sgradite” richiamate nella relazione, sono bipartisan. E di fronte a questo noi assu-miamo pubblicamente un impegno, alzano l'argine e tenendo fuori dalla competizione anche chi ha parentele scomode. Come ha sempre chiesto la stampa locale e ribadito dagli investigatori negli ultimi atti: sfidiamo su questo terreno i nostri avversari. Perché nonostante tutto siamo fieri

di quanto realizzato e di non avere responsabilità su quanto accaduto. Noi abbiamo realizzato solo cose positive: sbloccato l'iter di costruzione della nuova scuola, modificato lo statuto per garantire partecipazione con assessori esterni in modo che la classe dirigente possa essere sele-zionata non solo coi voti ma anche attraverso le competenze. Abbiamo messo in campo tutte le procedure necessarie per garantire la risoluzio-ne della vertenza del cimitero e l'inizio, a breve, dei lavori non solo per concludere i loculi ma pure per riqualificare il camposanto. La lista è lun-ga. Potrei continuare ancora per ore a scrivere. Ma ritengo di aver già approfittato della disponibilità del direttore ma l'ho fatto per ribadire una verità storica e fare chiarezza su quanto è accaduto. Consapevole che è nostro dovere organizzare un confronto con la città e atti alla mano sviscerare quello che in queste righe ho cercato di far capire all'opinione pubblica. Perché la verità, soprattutto quando si parla di legalità, deve sempre prevalere. Così come deve prevalere il merito di una classe dirigente nuova, di persone oneste e perbene, che sta pagando, insieme alla comunità, un passato che non ci appartiene e dal quale abbiamo già preso, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, le distanze. E di fronte al quale saremo sempre più intransigenti. Non solo a parole ma con fatti concreti a cominciare dalla composizione della lista che pre-senteremo alle prossime elezioni come espressione di un progetto politi-co che non cambia. Crispano vuole realizzare altro! Ed è inutile dire “Antonio Barra fa parte di quel passato”. E' vero, ha fatto l'assessore con Carlo Esposito ma se n'è uscito da quella squadra molto prima della sua candidatura a sindaco contestando, anche insieme a me, quei metodi e quel modo di concepire la politica e l'amministrazione. Esposito ha perso perché rappresentava la continuità. Barra ha avuto il merito politico di aver percepito la voglia di cambiamento ed ha avuto il coraggio di inve-stire, con tutti i pronostici a sfavore, su una nuova classe dirigente che, lo ripeterò fino alla noia, esce rafforzata anche leggendo gli atti alla base del nuovo scioglimento. Il cambiamento va avanti più forte di prima e sicuramente con le idee ancora più chiare. Nel 2005 si contestava e basta il provvedimento. Oggi, invece, non lo condividiamo ma lo rispettiamo e saremo in grado, rispetto a quello che gli investigatori hanno scritto, di alzare ancora di più l'argine della prevenzione a cominciare dalla com-posizione della lista.

*Già consigliere comunale ed esponente del movimento “Adesso Progetto Crispano”

A. A.

25 febbraio 2017CAIVANO

ottenuto risultati, strada facendo, sia in relazione ai tagli , così come previsto dalla legge, e di pari passo sia riuscita a garantire nuove entrate attraverso la lotta all 'evasione e nel rispetto delle previsioni di bilancio così come appro-vato dal Consiglio. Ciò significa che anche i consiglieri comunali devono convincersi che non bisogna andare nei settori e “alimentare” in combutta coi burocrati dell 'Ente spese di soldi pubblici perché ogni volta che lo si fa significa dare un contributo affinché Caivano possa restare per ancora tanto tempo in ginocchio e senza la possibili-tà di iniziare a programmare lo svilup-po. Anche perché i cittadini, oltre le trovate pubblicitarie, capiscono pure i

mministrazione e politi-

A ca. La linea tracciata dal sindaco Simone Mono-p o l i m a r t e d ì s c o r s o durante la riunione di

maggioranza resta in coerenza col pro-gramma di governo: risanamento delle c a s s e c o m u n a l i e a p e r t u r a dell 'alleanza a tutte quelle energie sane che vogliono rimboccarsi le mani-che per il bene della città. Senza ricat-ti, senza interessi personali e affaristi-ci da non confondere, ovviamente, con le legittime ambizioni dei singoli ma sempre da coltivare anteponendo il bene comune a quello di parte. Su que-sti principi il capo dell 'esecutivo ha r ibadito di restare intransigente . L'assessore al Bilancio Giovanni Casil-lo ha spiegato ai consiglieri l 'esito del primo incontro a Roma al Ministero in relazione al percorso che si spera si con-c luderà con l 'approvaz ione de l la bozza di bilancio stabilmente riequili-brato licenziata dall 'aula. Arriveran-no integrazioni, disposizioni, chiari-menti, correzioni dal Ministero, da recepire con termini perentori, ma con-terà il risultato finale. E non solo. Per-ché per arrivare al risultato finale c'è bisogno che l'amministrazione giorno per giorno dimostri alla commissione ministeriale che si occupa dei Comuni dissestati di aver già messo in piedi ed

detta gli indirizzi e i dirigenti li eseguo-no sotto stretto controllo della politica. A Caivano non ha funzionato mai così e il fatto che Simone Monopoli stia cercan-do di riportare il percorso su binari legali e sani e debba spiegarlo sistematica-mente pure ad alcune frange della sua maggioranza, dimostra quanto la strada da fare sia ancora lunga e tortuosa. Ma, almeno, in questo momento storico le regole d'ingaggio sono chiare e ci sono le premesse per fare bene. Sul piano politi-co, invece, la maggioranza continua a ricucire le fila dopo lo strappo estivo. Gennaro Riccio ha già recuperato ed ha partecipato, così come anticipato dal sindaco ai segretari di partito, alla riu-nione di maggioranza. Senza trattative

personali come avveniva in passato e senza mettere sul piatto assessori o altro. La giunta tecnica continuerà a per-seguire il compito che le è stato affidato all 'atto della nomina: iniziare il risana-mento e portare il Comune al miracolo dell 'approvazione del bilancio stabil-mente riequilibrato. Dopo l'estate, se si riuscirà a superare lo scoglio romano sul documento di programmazione econo-mica e finanziaria, probabilmente si pro-cederà ad una prima verifica. Fino ad allo-ra si “pedala” tutti nella direzione dell ' interesse collettivo. Senza possibi-lità di mediazioni. Anche su questo il primo cittadino è stato chiaro a più riprese con i partiti della coalizione. Ecco perché in questa fase si punta a ricomporre le fila della maggioranza su basi solide e programmatiche. Proprio perché sul tavolo non c'è nulla in termini di poltrone (giunta riconfermata) o inca-richi (il Comune per legge non può ricor-rere ad incarichi esterni a causa del dis-sesto). E non c'è nemmeno più spazio per la sterile polemica sulle indennità di cari-ca, istituite dal legislatore anche come deterrente alla corruzione e per dare la possibilità a tutti, indipendentemente dal censo, di partecipare alla vita politi-ca e amministrativa dedicando tempo alla collettività. Senza dimenticare che a Caivano sanno tutti che il sindaco Monopoli non vive di politica e per rico-

Durante la riunione di maggioranza il sindaco Simone Monopoli traccia il percorso da seguire per i prossimi mesi definendo l’itinerario: risanamento delle casse comunali e convincere Roma a dare l'ok definitivo al bilancio stabilmente riequilibrato. Sul piano politico ricucito lo “strappo” con Riccio: “Caivano ha bisogno delle migliori energie”. Si punta a ricompattare la maggioranza uscita dall'urna

Si lavora ad un recuperopure di Giamante ma deve prima prenderele distanze dalle parole di Libertini…

sacrifici e sanno bene di chi sono le colpe se la città si trova in questo stato. Ma d'ora in avanti la maggioranza risponde per quello che produrrà. Con-sapevoli che i burocrati remano con-tro, almeno la stragrande maggioran-za politicizzata ed abituata a spese pazze e ad un sistema unico al mondo dove addirittura si spendevano soldi approvando atti carenti persino della copertura finanziaria. Il manuale della cattiva amministrazione fuori conte-sto normativo. Monopoli ha spezzato questo sistema, nonostante il “fuoco amico” e “nemico”, ma le insidie sono sempre dietro l 'angolo proprio perché anche al Comune sono in pochi che vogliono adeguarsi alle nuove indica-zioni. Quindi all 'amministrazione il compito di controllare ed in caso di “in-fedeltà” da parte di burocrati provve-dere immediatamente ad una denun-cia. Senza cedere a concetti ripetuti persino da consiglieri comunali che temono la reazione addirittura sul piano politico di qualche responsabile di settore che ha perso il “timone” per-ché messo nella condizione di non nuo-cere. Un altro esempio che dimostra quanto le regole in città siano saltate da tempo e la gerarchia si sia invertita: la politica al servizio dei dipendenti del Comune. E non come accade nei paesi “civili” dove l 'amministrazione

MOSAICO

Risanare e ricomporre l'alleanza: ecco le sfide amministrative e politiche

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p r i r e i l r u o l o d i c a p o dell 'amministrazione ha rinunciato al suo stipendio all 'Asl che ammonta al doppio rispetto a quello che percepi-sce al Comune. Quindi, non c'è spazio nemmeno per la strumentalizzazione visto che, tra l 'altro, tra i banchi dell 'opposizione che propone il taglio delle indennità c'è chi, come il segre-tario del Pd, Antonio Angelino, che puntualmente si attesta in vetta alla graduatoria dei consiglieri remunera-ti coi gettoni di presenza delle com-missioni. Il Pd chiede agli altri di rinun-ciare alle indennità senza nemmeno iniziare a dare l 'esempio. E questo ai cittadini non è sfuggito. Gennaro Ric-cio è chiaro: “Condivido la linea del sin-daco di puntare a ricomporre le fila della maggioranza perché ritengo che il mandato elettorale così come va rispettato per chi perde le elezioni dev'essere rispettato anche per chi è stato scelto dai cittadini per governa-re la città – dichiara Riccio -. I giochi di potere hanno ridotto Caivano in que-sto stato e possono anche essere legit-timi ma in condizioni normali e non in uno stato di emergenza come quello che attraversa il nostro paese innanzi-tutto per la mole di debiti ereditata che ci ha obbligati al dissesto. E pro-prio questa situazione emergenziale imporrebbe buon senso e cogliere al volo anche eventuali opportunità che dovessero maturare sul piano politico: tutti quelli che intendono dare una mano al risanamento sono ben accetti. Perché Caivano in questa fase storica ha bisogno di tutti o almeno di tutte le migliori energie. E sono convinto che anche la minoranza, pur restando fede-le al mandato elettorale, deve avverti-re il peso di questa fase che ci vede tutti responsabili ed iniziare un corso fon-dato sui contenuti e non sulle offese o sulle strumentalizzazioni. Il sindaco ha dettato la linea e mi trova d'accordo perché quello che ha chiesto Monopoli lo chiede Caivano ed è in coerenza con gli interessi collettivi. Con tanta umil-tà e tutto il mio impegno, il sindaco può sempre contare su di me con la leal-tà che mi ha sistematicamente carat-terizzato. Quando ci sono dei problemi li ho sempre sollevati alla luce del sole ma non ho mai messo in discussione la fedeltà al programma elettorale ed ho sempre dimostrato responsabi l i tà , anche quando ero in dissenso, di fronte alla maggioranza ed al paese”. Insom-ma, Riccio ha recuperato a pieno titolo con l'alleanza rispetto alle questioni sollevate sulla partecipazione e sulla condivis ione assumendo sin dal le

prime battute di queste ultime setti-mane, a cominciare dal suo intervento in Consiglio durante la discussione sul bilancio, un ruolo politico importante nella geografia interna all 'alleanza. Poi sul tavolo resta il nodo di Alibrico Giamante. Anche lui, come Falco, Mar-zano, Riccio, Perrotta e Padricelli firmò il documento dei “dissidenti” ma sulla sua posizione “pesano” le parole del segretario Libertini pronunciate al con-vegno della minoranza di qualche mese fa. Giamante deve prima smentire quel-le parole per riacquistare credibilità innanzitutto verso i suoi alleati in modo da riavere un posto di diritto in coalizione. Pure perché nessuno può alzarsi dal trespolo e teorizzare le “por-te chiuse” in quanto situazioni da chia-rire ve ne sono anche nel partito del sin-daco, Forza Italia: Lorenzo Frezza non ha votato la bozza di bilancio stabil-mente riequilibrato, né ha firmato il documento di invito al primo cittadino in piena estate per fargli ritirare le dimissioni. Sempre assente almeno fino ad oggi. Ed anche in questo caso il sindaco cerca da tempo e in tutti i modi un dialogo con Frezza per superare le divergenze e farlo partecipare al nuovo corso . Ev i tando u l ter ior i s t rappi . Insomma, la linea è uguale per tutti. E proprio a Napoli, durante una riunione tra sindaco, vertici regionali “azzurri” e gruppo consiliare sono arrivati anche per Frezza i primi segnali positivi di una riappacificazione. Proprio perché in questa fase serve il contributo di tutti per il bene di Caivano. E sarebbe diffici-le giustificare un disimpegno solo per-ché, e non è il caso di Frezza, non vengo-no soddisfatti i bisogni dei singoli. Nes-suna novità su Padricelli e Perrotta. Hanno votato contro la bozza di bilan-cio, come già ricordato la scorsa setti-mana, e “scavalcato” l 'opposizione di

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centrosinistra che preferì, al contra-rio, uscire dall 'aula all 'atto del voto. Ecco perché per Padricelli e Perrotta il problema non è più da considerare come questione interna all 'alleanza di governo ma i due giovani avvocati hanno ufficializzato, con quel voto, il passaggio in minoranza. Ma in politica mai dire mai. Il capogruppo di “Noi Insieme”, Mimmo Falco, è diretto: “Re-stiamo fedeli al programma elettorale ed al bene di Caivano – dichiara Falco -: la linea amministrativa espressa dal sindaco non è altro che una necessità che risponde alla priorità del risana-mento e le condizioni che hanno por-tato alla nomina della giunta tecnica non sono assolutamente cambiate. Il percorso va avanti e se non si arriva all 'obiettivo finale non possiamo anco-ra prendere in considerazione il pas-saggio, anche graduale, ad una giunta composta anche da assessori espres-sione diretta dei partiti dell 'alleanza. Fiducia al primo cittadino sul piano politico: continuo a lavorare per un obiettivo che reputo indispensabile, ossia quello di ricompattare la mag-gioranza”. Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo di “Idea nuova”, Fabio Mariniello: “Non bisogna con-fondere il processo di ricomposizione dell 'alleanza uscita dall 'urna – dichia-ra Mariniello – con un cambiamento della geografia politica. Questa cam-bia quando ci sono forze elette in mino-r a n z a o c o n s i g l i e r i e l e t t i all 'opposizione che vogliono entrare in maggioranza. Ed è evidente che in questo caso la situazione resta compli-cata perché bisogna analizzare innan-zitutto i motivi di tale scelta e verifica-re anche la compatibilità di nuove forze con quelle della coalizione. A dif-ferenza di fibrillazioni dettate da con-fronti interni. Il sindaco fa bene a non accettare mai ricatti ma allo stesso tempo fa bene a confrontarsi con tutti e cercare sempre di ricucire qualsiasi tipo di strappo interno puntando sem-pre e solo sul programma. Com'è suc-cesso con Riccio, con Frezza e com'è successo anche ad inizio mandato con Forza Italia dopo quel documento senza capo e senza coda che addirittu-ra fu strumentalizzato anche dal Pd attraverso un'interrogazione parla-mentare. In una grande famiglia si discute, si l itiga pure, ma alla fine deve sempre prevalere l ' interesse di tutta la comunità che amministriamo. E il sin-daco resta garante del progetto e del programma. Una maggioranza com-patta rende più semplice il risanamen-to”.

DOMENICO FALCO

"Continuiamo a lavorare per ricompattare la maggioranza"

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25 febbraio 2017CAIVANO

ottenuto risultati, strada facendo, sia in relazione ai tagli , così come previsto dalla legge, e di pari passo sia riuscita a garantire nuove entrate attraverso la lotta all 'evasione e nel rispetto delle previsioni di bilancio così come appro-vato dal Consiglio. Ciò significa che anche i consiglieri comunali devono convincersi che non bisogna andare nei settori e “alimentare” in combutta coi burocrati dell 'Ente spese di soldi pubblici perché ogni volta che lo si fa significa dare un contributo affinché Caivano possa restare per ancora tanto tempo in ginocchio e senza la possibili-tà di iniziare a programmare lo svilup-po. Anche perché i cittadini, oltre le trovate pubblicitarie, capiscono pure i

mministrazione e politi-

A ca. La linea tracciata dal sindaco Simone Mono-p o l i m a r t e d ì s c o r s o durante la riunione di

maggioranza resta in coerenza col pro-gramma di governo: risanamento delle c a s s e c o m u n a l i e a p e r t u r a dell 'alleanza a tutte quelle energie sane che vogliono rimboccarsi le mani-che per il bene della città. Senza ricat-ti, senza interessi personali e affaristi-ci da non confondere, ovviamente, con le legittime ambizioni dei singoli ma sempre da coltivare anteponendo il bene comune a quello di parte. Su que-sti principi il capo dell 'esecutivo ha r ibadito di restare intransigente . L'assessore al Bilancio Giovanni Casil-lo ha spiegato ai consiglieri l 'esito del primo incontro a Roma al Ministero in relazione al percorso che si spera si con-c luderà con l 'approvaz ione de l la bozza di bilancio stabilmente riequili-brato licenziata dall 'aula. Arriveran-no integrazioni, disposizioni, chiari-menti, correzioni dal Ministero, da recepire con termini perentori, ma con-terà il risultato finale. E non solo. Per-ché per arrivare al risultato finale c'è bisogno che l'amministrazione giorno per giorno dimostri alla commissione ministeriale che si occupa dei Comuni dissestati di aver già messo in piedi ed

detta gli indirizzi e i dirigenti li eseguo-no sotto stretto controllo della politica. A Caivano non ha funzionato mai così e il fatto che Simone Monopoli stia cercan-do di riportare il percorso su binari legali e sani e debba spiegarlo sistematica-mente pure ad alcune frange della sua maggioranza, dimostra quanto la strada da fare sia ancora lunga e tortuosa. Ma, almeno, in questo momento storico le regole d'ingaggio sono chiare e ci sono le premesse per fare bene. Sul piano politi-co, invece, la maggioranza continua a ricucire le fila dopo lo strappo estivo. Gennaro Riccio ha già recuperato ed ha partecipato, così come anticipato dal sindaco ai segretari di partito, alla riu-nione di maggioranza. Senza trattative

personali come avveniva in passato e senza mettere sul piatto assessori o altro. La giunta tecnica continuerà a per-seguire il compito che le è stato affidato all 'atto della nomina: iniziare il risana-mento e portare il Comune al miracolo dell 'approvazione del bilancio stabil-mente riequilibrato. Dopo l'estate, se si riuscirà a superare lo scoglio romano sul documento di programmazione econo-mica e finanziaria, probabilmente si pro-cederà ad una prima verifica. Fino ad allo-ra si “pedala” tutti nella direzione dell ' interesse collettivo. Senza possibi-lità di mediazioni. Anche su questo il primo cittadino è stato chiaro a più riprese con i partiti della coalizione. Ecco perché in questa fase si punta a ricomporre le fila della maggioranza su basi solide e programmatiche. Proprio perché sul tavolo non c'è nulla in termini di poltrone (giunta riconfermata) o inca-richi (il Comune per legge non può ricor-rere ad incarichi esterni a causa del dis-sesto). E non c'è nemmeno più spazio per la sterile polemica sulle indennità di cari-ca, istituite dal legislatore anche come deterrente alla corruzione e per dare la possibilità a tutti, indipendentemente dal censo, di partecipare alla vita politi-ca e amministrativa dedicando tempo alla collettività. Senza dimenticare che a Caivano sanno tutti che il sindaco Monopoli non vive di politica e per rico-

Durante la riunione di maggioranza il sindaco Simone Monopoli traccia il percorso da seguire per i prossimi mesi definendo l’itinerario: risanamento delle casse comunali e convincere Roma a dare l'ok definitivo al bilancio stabilmente riequilibrato. Sul piano politico ricucito lo “strappo” con Riccio: “Caivano ha bisogno delle migliori energie”. Si punta a ricompattare la maggioranza uscita dall'urna

Si lavora ad un recuperopure di Giamante ma deve prima prenderele distanze dalle parole di Libertini…

sacrifici e sanno bene di chi sono le colpe se la città si trova in questo stato. Ma d'ora in avanti la maggioranza risponde per quello che produrrà. Con-sapevoli che i burocrati remano con-tro, almeno la stragrande maggioran-za politicizzata ed abituata a spese pazze e ad un sistema unico al mondo dove addirittura si spendevano soldi approvando atti carenti persino della copertura finanziaria. Il manuale della cattiva amministrazione fuori conte-sto normativo. Monopoli ha spezzato questo sistema, nonostante il “fuoco amico” e “nemico”, ma le insidie sono sempre dietro l 'angolo proprio perché anche al Comune sono in pochi che vogliono adeguarsi alle nuove indica-zioni. Quindi all 'amministrazione il compito di controllare ed in caso di “in-fedeltà” da parte di burocrati provve-dere immediatamente ad una denun-cia. Senza cedere a concetti ripetuti persino da consiglieri comunali che temono la reazione addirittura sul piano politico di qualche responsabile di settore che ha perso il “timone” per-ché messo nella condizione di non nuo-cere. Un altro esempio che dimostra quanto le regole in città siano saltate da tempo e la gerarchia si sia invertita: la politica al servizio dei dipendenti del Comune. E non come accade nei paesi “civili” dove l 'amministrazione

MOSAICO

Risanare e ricomporre l'alleanza: ecco le sfide amministrative e politiche

politica

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CAIVANO

p r i r e i l r u o l o d i c a p o dell 'amministrazione ha rinunciato al suo stipendio all 'Asl che ammonta al doppio rispetto a quello che percepi-sce al Comune. Quindi, non c'è spazio nemmeno per la strumentalizzazione visto che, tra l 'altro, tra i banchi dell 'opposizione che propone il taglio delle indennità c'è chi, come il segre-tario del Pd, Antonio Angelino, che puntualmente si attesta in vetta alla graduatoria dei consiglieri remunera-ti coi gettoni di presenza delle com-missioni. Il Pd chiede agli altri di rinun-ciare alle indennità senza nemmeno iniziare a dare l 'esempio. E questo ai cittadini non è sfuggito. Gennaro Ric-cio è chiaro: “Condivido la linea del sin-daco di puntare a ricomporre le fila della maggioranza perché ritengo che il mandato elettorale così come va rispettato per chi perde le elezioni dev'essere rispettato anche per chi è stato scelto dai cittadini per governa-re la città – dichiara Riccio -. I giochi di potere hanno ridotto Caivano in que-sto stato e possono anche essere legit-timi ma in condizioni normali e non in uno stato di emergenza come quello che attraversa il nostro paese innanzi-tutto per la mole di debiti ereditata che ci ha obbligati al dissesto. E pro-prio questa situazione emergenziale imporrebbe buon senso e cogliere al volo anche eventuali opportunità che dovessero maturare sul piano politico: tutti quelli che intendono dare una mano al risanamento sono ben accetti. Perché Caivano in questa fase storica ha bisogno di tutti o almeno di tutte le migliori energie. E sono convinto che anche la minoranza, pur restando fede-le al mandato elettorale, deve avverti-re il peso di questa fase che ci vede tutti responsabili ed iniziare un corso fon-dato sui contenuti e non sulle offese o sulle strumentalizzazioni. Il sindaco ha dettato la linea e mi trova d'accordo perché quello che ha chiesto Monopoli lo chiede Caivano ed è in coerenza con gli interessi collettivi. Con tanta umil-tà e tutto il mio impegno, il sindaco può sempre contare su di me con la leal-tà che mi ha sistematicamente carat-terizzato. Quando ci sono dei problemi li ho sempre sollevati alla luce del sole ma non ho mai messo in discussione la fedeltà al programma elettorale ed ho sempre dimostrato responsabi l i tà , anche quando ero in dissenso, di fronte alla maggioranza ed al paese”. Insom-ma, Riccio ha recuperato a pieno titolo con l'alleanza rispetto alle questioni sollevate sulla partecipazione e sulla condivis ione assumendo sin dal le

prime battute di queste ultime setti-mane, a cominciare dal suo intervento in Consiglio durante la discussione sul bilancio, un ruolo politico importante nella geografia interna all 'alleanza. Poi sul tavolo resta il nodo di Alibrico Giamante. Anche lui, come Falco, Mar-zano, Riccio, Perrotta e Padricelli firmò il documento dei “dissidenti” ma sulla sua posizione “pesano” le parole del segretario Libertini pronunciate al con-vegno della minoranza di qualche mese fa. Giamante deve prima smentire quel-le parole per riacquistare credibilità innanzitutto verso i suoi alleati in modo da riavere un posto di diritto in coalizione. Pure perché nessuno può alzarsi dal trespolo e teorizzare le “por-te chiuse” in quanto situazioni da chia-rire ve ne sono anche nel partito del sin-daco, Forza Italia: Lorenzo Frezza non ha votato la bozza di bilancio stabil-mente riequilibrato, né ha firmato il documento di invito al primo cittadino in piena estate per fargli ritirare le dimissioni. Sempre assente almeno fino ad oggi. Ed anche in questo caso il sindaco cerca da tempo e in tutti i modi un dialogo con Frezza per superare le divergenze e farlo partecipare al nuovo corso . Ev i tando u l ter ior i s t rappi . Insomma, la linea è uguale per tutti. E proprio a Napoli, durante una riunione tra sindaco, vertici regionali “azzurri” e gruppo consiliare sono arrivati anche per Frezza i primi segnali positivi di una riappacificazione. Proprio perché in questa fase serve il contributo di tutti per il bene di Caivano. E sarebbe diffici-le giustificare un disimpegno solo per-ché, e non è il caso di Frezza, non vengo-no soddisfatti i bisogni dei singoli. Nes-suna novità su Padricelli e Perrotta. Hanno votato contro la bozza di bilan-cio, come già ricordato la scorsa setti-mana, e “scavalcato” l 'opposizione di

25 Febbraio 2017

centrosinistra che preferì, al contra-rio, uscire dall 'aula all 'atto del voto. Ecco perché per Padricelli e Perrotta il problema non è più da considerare come questione interna all 'alleanza di governo ma i due giovani avvocati hanno ufficializzato, con quel voto, il passaggio in minoranza. Ma in politica mai dire mai. Il capogruppo di “Noi Insieme”, Mimmo Falco, è diretto: “Re-stiamo fedeli al programma elettorale ed al bene di Caivano – dichiara Falco -: la linea amministrativa espressa dal sindaco non è altro che una necessità che risponde alla priorità del risana-mento e le condizioni che hanno por-tato alla nomina della giunta tecnica non sono assolutamente cambiate. Il percorso va avanti e se non si arriva all 'obiettivo finale non possiamo anco-ra prendere in considerazione il pas-saggio, anche graduale, ad una giunta composta anche da assessori espres-sione diretta dei partiti dell 'alleanza. Fiducia al primo cittadino sul piano politico: continuo a lavorare per un obiettivo che reputo indispensabile, ossia quello di ricompattare la mag-gioranza”. Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo di “Idea nuova”, Fabio Mariniello: “Non bisogna con-fondere il processo di ricomposizione dell 'alleanza uscita dall 'urna – dichia-ra Mariniello – con un cambiamento della geografia politica. Questa cam-bia quando ci sono forze elette in mino-r a n z a o c o n s i g l i e r i e l e t t i all 'opposizione che vogliono entrare in maggioranza. Ed è evidente che in questo caso la situazione resta compli-cata perché bisogna analizzare innan-zitutto i motivi di tale scelta e verifica-re anche la compatibilità di nuove forze con quelle della coalizione. A dif-ferenza di fibrillazioni dettate da con-fronti interni. Il sindaco fa bene a non accettare mai ricatti ma allo stesso tempo fa bene a confrontarsi con tutti e cercare sempre di ricucire qualsiasi tipo di strappo interno puntando sem-pre e solo sul programma. Com'è suc-cesso con Riccio, con Frezza e com'è successo anche ad inizio mandato con Forza Italia dopo quel documento senza capo e senza coda che addirittu-ra fu strumentalizzato anche dal Pd attraverso un'interrogazione parla-mentare. In una grande famiglia si discute, si l itiga pure, ma alla fine deve sempre prevalere l ' interesse di tutta la comunità che amministriamo. E il sin-daco resta garante del progetto e del programma. Una maggioranza com-patta rende più semplice il risanamen-to”.

DOMENICO FALCO

"Continuiamo a lavorare per ricompattare la maggioranza"

25 febbraio 2017

l’intervista

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CAIVANO

25 Febbraio 2017

Ma le fibrillazioni restano: Perrotta, Giamante, Padricelli…

“Ripeto, sono parte della mia maggioranza. Vogliono fare scelte diverse? Liberi di scegliere ciò che reputano migliore ed opportuno. Con me sanno bene che se vogliono parlare di problemi ed affrontare qualsiasi argomento di interesse collettivo, sono e sarò sempre disponibile. Non è una que-stione di numeri ed è evidente. Il principio è un altro. Caivano vive un momento drammatico. I motivi li conosciamo, conosciamo le cause ed anche i responsabili. Adesso è il momento di assumersi la responsabilità del risanamento e tutte le persone di buona volontà che intendono collaborare tro-veranno la porta aperta”

Parlando per assurdo, anche i consiglieri eletti all'opposizione?

“Capisco il suo interesse giornalistico ed anche dove vuole arrivare. Ma stia tranquillo, non mi sottraggo né alla domanda e nemmeno alla provo-cazione. Sono contrario ai ribaltoni per principio. Quindi, con me casca male. Però le dico che se i numeri ci sono, se la coalizione di maggioranza regge e si dimostra competitiva e vi sono forze politiche compatibili e che condividono l'idea di città nonché intendono partecipare ed assumersi la responsabilità del risanamento da qui ai prossimi anni, la mia coalizione è disponibile al dialogo. Ma qui il ragionamento è diverso: una cosa è ricuci-re gli strappi interni e le fibrillazioni interne all'alleanza. Altra cosa è cambiare la geografia politica con l'ingresso in maggioranza di forze elette all'opposizione. La dinamica è nettamente diversa e visto che non parliamo di poltrone, il percorso si sviluppa sui contenuti alla presenza dei partiti e dei consiglieri. E prevale la decisione comune sempre mettendo davanti ad ogni cosa l'interesse dei cittadini. Ma il ribaltone è un'ipotesi che non considero perché rappresenta l'inizio della fine per qualsiasi amministrazione”.

Adesso priorità al risanamento

“D'obbligo. Abbiamo il dovere di misurarci sul campo rispetto al percorso obbligato disegnato dall'assessore Casillo e dalla maggioranza per ten-tare in tre anni di risanare le casse per poi iniziare a programmare lo sviluppo. Sperando che i cittadini capiscano l'enorme lavoro che stiamo facen-do per risolvere problemi creati da altri. Se dovessimo riuscire nell'impresa, ci candideremo per un altro mandato che dovrà essere caratterizzato da un ritorno alla normalità, col ripristino dei servizi non essenziali che siamo stati per legge costretti a tagliare ed inizieremo a programmare lo svilup-po. Ma il risanamento non sarà facile perché abbiamo un apparato burocratico che in larga parte rema contro”.

“Ritengo che sia il problema più grave perché la legge consente alla politica di dare indirizzi e controllare. Le potrei fare un elenco lungo di indiriz-zi non eseguiti dai responsabili di settore. Li possiamo anche denunciare e lo faremo nel caso in cui continuassero a spendere soldi senza nemmeno la copertura finanziaria, ma intanto il problema non lo si risolve perché per legge la gestione appartiene a loro e nell'immediato si rischiano danni irreparabili. Non a caso siamo arrivati al dissesto ed abbiamo combattuto prima coi dipendenti del Comune per arrivare a determinare il passivo nascosto nei cassetti”.

E lei nel frattempo cosa ha fatto?

“Ho applicato anche in questo caso un principio generale di rotazione. Vale per tutti. Non ho mai fatto questioni personali perché non servono a niente. Ruotare come dice l'Autorità anticorruzione in questi casi impedisce anche che si possano formare incrostazioni nei settori che in molti casi anche lontano da Caivano hanno aperto le porte alla corruzione. Quindi ritengo che si debba ruotare fino a quando non riusciremo a risanare e ad assumere professionalità esterne da piazzare a capo dei settori strategici. Anche su questo aspetto non ammetto né mediazioni della politica né interferenze che non siano in linea con l'interesse collettivo ma rispondano esclusivamente ad interessi di parte. Noi siamo diversi da chi ci ha prece-

Anche questo è evidente. Come risolvere questa emergenza?

Primo innesto, quando e se potrà farlo, resta il responsabile del settore Finanziario. Giusto?

“Ho applicato anche in questo caso un principio generale di rotazione. Vale per tutti. Non ho mai fatto questioni personali perché non servono a niente. Ruotare come dice l'Autorità anticorruzione in questi casi impedisce anche che si possano formare incrostazioni nei settori che in molti casi anche lontano da Caivano hanno aperto le porte alla corruzione. Quindi ritengo che si debba ruotare fino a quando non riusciremo a risanare e ad assumere professionalità esterne da piazzare a capo dei settori strategici. Anche su questo aspetto non ammetto né mediazioni della politica né interferenze che non siano in linea con l'interesse collettivo ma rispondano esclusivamente ad interessi di parte. Noi siamo diversi da chi ci ha prece-

In bocca al lupo. Tutto il resto è sospeso fino a quando non arriveranno le prime integrazioni da Roma sul bilancio. Ormai la priorità è l'approvazione

del documento stabilmente riequilibrato altrimenti è inutile parlare.“E' chiaro che l'approvazione del bilancio da parte del Ministero è propedeutica a qualsiasi ragionamento amministrativo e politico. Ovviamente

non resteremo a guardare. L'ho detto anche durante l'ultima riunione di maggioranza, lo ripeto ogni giorno agli assessori e l'ho ribadito durante l'ultima conferenza dei Servizi: controlliamo la spesa, fermiamo quei responsabili comunali che non vogliono allinearsi e mettiamo in campo anche attraverso un dialogo costante con la ditta che gestisce la riscossione dei tributi misure concrete per la lotta all'evasione. C'è la necessità di creare entrate strutturali”.

11 febbraio 2017CAIVANO

Sindaco, possibile che Caivano non possa vivere un attimo di pace? Politica sempre litigiosa, a tratti offensiva, e in costante fibrillazione…

“E' una caratteristica negativa, purtroppo, della politica a Caivano da sempre. Con noi la situazione è migliorata ma comunque il pericolo è sem-pre dietro l'angolo. I cambiamenti sono traumatici soprattutto quando radicali e vi sono effetti collaterali difficili da gestire. Noi ci mettiamo tutto l'impegno di questo mondo ma ognuno deve fare la sua parte”...

Ntorna a parlare ai giornali. E come al solito è un fiume in piena cercando di far capire innanzitutto ai cittadini l'impegno che ci sta mettendo quotidianamente al Comune per cercare di tirare Caivano fuori dalle pericolose sabbie mobili. Simone Monopoli, il sindaco della città, non usa mezzi termini e continua a seguire la sua strada di una fitta comunicazione diretta ai cittadini. E' tra i pochi sindaci che non amano manovre di Palazzo e non seguono molto la consuetudine strettamente politica. Lui parla alla città e anche quando assume decisioni necessarie ma che possono risultare impopolari lo fa con la consapevolezza che la cittadinanza capirà la delicatezza del momento e gli sforzi che sta facendo per cercare nel lungo periodo di spezzare definitivamente quel sistema deviato che ha causato degrado, spazzatura e debiti...

SIMONEMONOPOLI

di VeronicaDi Palo

Anche nella sua maggioranza non tutto è filato liscio. Lei si carica i problemi della città con la collaborazione di parte della sua coalizione, ma a tratti ed a turno non

sono mancate e non mancano le frizioni…“E' vero ma l'importante è sancire delle regole chiare che valgono per tutti. Senza fare distinzioni e soprattutto senza seguire l'interesse del

momento legato agli eventi: ci sono delle regole, tutti le conoscono ed io le porto avanti indipendentemente a chi in un determinato momento sto-rico quelle regole favoriscono sul piano politico. Ci sono dei principi ai quali non rinuncio, i miei lo sanno bene e devo dire la verità fino ad oggi nes-suno ha superato il limite. Ci sono fibrillazioni, ognuno tenta di portare legittimamente acqua al proprio mulino ma la differenza rispetto al passato è già evidente. Quando la maggioranza è stata chiamata a prove serie di assunzioni di responsabilità, non si è mai tirata indietro. Si è fatta sempre trovare pronta e lo dimostrano gli atti approvati”.

Sicuramente, ma ricucito lo strappo con Riccio resta la rottura con Giamante, Padricelli e Perrotta. Con loro è pronto al dialogo?

“Sono sempre pronto al dialogo con tutti figuriamoci con chi ha fatto parte della mia alleanza elettorale, ha vinto con me le elezioni ed ha ammi-nistrato con me la città per larga parte della consiliatura almeno fino ad oggi. Poi è stato presentato un documento che lamentava maggiore parte-cipazione e condivisione. E gli stessi firmatari, penso a Falco, Marzano, Riccio, hanno ampiamente spiegato che è tutto superato dai fatti e dagli eventi in quanto su ogni cosa ho sempre informato i segretari e i consiglieri. Se c'è altro nessuno mi ha informato. Ma quello che è valso per gli altri firmatari, poi rientrati, del documento di polemica interna vale anche per quelli che lo hanno firmato e stanno ancora valutando che posizione assu-mere: se vogliono parlare di programmi e di contenuti, sono qui sempre disponibile al confronto ed al dialogo. Se si punta ad assessorati o cose di questo genere, inutile parlare. Principio che vale per tutti”.

Ma è anche vero che prima o poi si dovrà tornare anche gradualmente ad una giunta politica nonostante il momento drammatico impone e

giustifica una giunta tecnica. Non crede? “Sicuramente ma se abbiamo scelto una giunta tecnica un motivo ci sarà. Abbiamo affidato a questa amministrazione dei compiti precisi ed è

ovvio che questi obiettivi devono essere raggiunti. Poi prenderemo in considerazione un ritorno alla giunta politica graduale e valorizzando comunque le migliori energie. Ma è un discorso prematuro. Vediamo come finirà la questione del bilancio stabilmente riequilibrato e poi inizieremo a discutere tirando le prime somme. Ecco perché sono comunque soddisfatto anche del comportamento politico della mia maggioranza. Me lo lasci dire”. “Prima non si parlava di contenuti e le condizioni di Caivano e della macchina burocratica lo dimostrano. Tutto si rompeva e si ricuciva sulle poltrone. Con me è stato diverso. Non mi pare che i consiglieri firmatari del documento come Marzano, Falco e adesso anche Riccio abbiano barat-tato la ricucitura dello strappo interno, seppur in momenti diversi, con assessorati o poltrone. Assolutamente no. E sfido chiunque a dire il contrario. Anzi, gli stessi consiglieri che hanno firmato il documento si sono mobilitati per ripianare le divergenze parlando di contenuti. E per me questo è già un grande successo sul piano politico”.

l’intervista

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CAIVANO

25 Febbraio 2017

Ma le fibrillazioni restano: Perrotta, Giamante, Padricelli…

“Ripeto, sono parte della mia maggioranza. Vogliono fare scelte diverse? Liberi di scegliere ciò che reputano migliore ed opportuno. Con me sanno bene che se vogliono parlare di problemi ed affrontare qualsiasi argomento di interesse collettivo, sono e sarò sempre disponibile. Non è una que-stione di numeri ed è evidente. Il principio è un altro. Caivano vive un momento drammatico. I motivi li conosciamo, conosciamo le cause ed anche i responsabili. Adesso è il momento di assumersi la responsabilità del risanamento e tutte le persone di buona volontà che intendono collaborare tro-veranno la porta aperta”

Parlando per assurdo, anche i consiglieri eletti all'opposizione?

“Capisco il suo interesse giornalistico ed anche dove vuole arrivare. Ma stia tranquillo, non mi sottraggo né alla domanda e nemmeno alla provo-cazione. Sono contrario ai ribaltoni per principio. Quindi, con me casca male. Però le dico che se i numeri ci sono, se la coalizione di maggioranza regge e si dimostra competitiva e vi sono forze politiche compatibili e che condividono l'idea di città nonché intendono partecipare ed assumersi la responsabilità del risanamento da qui ai prossimi anni, la mia coalizione è disponibile al dialogo. Ma qui il ragionamento è diverso: una cosa è ricuci-re gli strappi interni e le fibrillazioni interne all'alleanza. Altra cosa è cambiare la geografia politica con l'ingresso in maggioranza di forze elette all'opposizione. La dinamica è nettamente diversa e visto che non parliamo di poltrone, il percorso si sviluppa sui contenuti alla presenza dei partiti e dei consiglieri. E prevale la decisione comune sempre mettendo davanti ad ogni cosa l'interesse dei cittadini. Ma il ribaltone è un'ipotesi che non considero perché rappresenta l'inizio della fine per qualsiasi amministrazione”.

Adesso priorità al risanamento

“D'obbligo. Abbiamo il dovere di misurarci sul campo rispetto al percorso obbligato disegnato dall'assessore Casillo e dalla maggioranza per ten-tare in tre anni di risanare le casse per poi iniziare a programmare lo sviluppo. Sperando che i cittadini capiscano l'enorme lavoro che stiamo facen-do per risolvere problemi creati da altri. Se dovessimo riuscire nell'impresa, ci candideremo per un altro mandato che dovrà essere caratterizzato da un ritorno alla normalità, col ripristino dei servizi non essenziali che siamo stati per legge costretti a tagliare ed inizieremo a programmare lo svilup-po. Ma il risanamento non sarà facile perché abbiamo un apparato burocratico che in larga parte rema contro”.

“Ritengo che sia il problema più grave perché la legge consente alla politica di dare indirizzi e controllare. Le potrei fare un elenco lungo di indiriz-zi non eseguiti dai responsabili di settore. Li possiamo anche denunciare e lo faremo nel caso in cui continuassero a spendere soldi senza nemmeno la copertura finanziaria, ma intanto il problema non lo si risolve perché per legge la gestione appartiene a loro e nell'immediato si rischiano danni irreparabili. Non a caso siamo arrivati al dissesto ed abbiamo combattuto prima coi dipendenti del Comune per arrivare a determinare il passivo nascosto nei cassetti”.

E lei nel frattempo cosa ha fatto?

“Ho applicato anche in questo caso un principio generale di rotazione. Vale per tutti. Non ho mai fatto questioni personali perché non servono a niente. Ruotare come dice l'Autorità anticorruzione in questi casi impedisce anche che si possano formare incrostazioni nei settori che in molti casi anche lontano da Caivano hanno aperto le porte alla corruzione. Quindi ritengo che si debba ruotare fino a quando non riusciremo a risanare e ad assumere professionalità esterne da piazzare a capo dei settori strategici. Anche su questo aspetto non ammetto né mediazioni della politica né interferenze che non siano in linea con l'interesse collettivo ma rispondano esclusivamente ad interessi di parte. Noi siamo diversi da chi ci ha prece-

Anche questo è evidente. Come risolvere questa emergenza?

Primo innesto, quando e se potrà farlo, resta il responsabile del settore Finanziario. Giusto?

“Ho applicato anche in questo caso un principio generale di rotazione. Vale per tutti. Non ho mai fatto questioni personali perché non servono a niente. Ruotare come dice l'Autorità anticorruzione in questi casi impedisce anche che si possano formare incrostazioni nei settori che in molti casi anche lontano da Caivano hanno aperto le porte alla corruzione. Quindi ritengo che si debba ruotare fino a quando non riusciremo a risanare e ad assumere professionalità esterne da piazzare a capo dei settori strategici. Anche su questo aspetto non ammetto né mediazioni della politica né interferenze che non siano in linea con l'interesse collettivo ma rispondano esclusivamente ad interessi di parte. Noi siamo diversi da chi ci ha prece-

In bocca al lupo. Tutto il resto è sospeso fino a quando non arriveranno le prime integrazioni da Roma sul bilancio. Ormai la priorità è l'approvazione

del documento stabilmente riequilibrato altrimenti è inutile parlare.“E' chiaro che l'approvazione del bilancio da parte del Ministero è propedeutica a qualsiasi ragionamento amministrativo e politico. Ovviamente

non resteremo a guardare. L'ho detto anche durante l'ultima riunione di maggioranza, lo ripeto ogni giorno agli assessori e l'ho ribadito durante l'ultima conferenza dei Servizi: controlliamo la spesa, fermiamo quei responsabili comunali che non vogliono allinearsi e mettiamo in campo anche attraverso un dialogo costante con la ditta che gestisce la riscossione dei tributi misure concrete per la lotta all'evasione. C'è la necessità di creare entrate strutturali”.

11 febbraio 2017CAIVANO

Sindaco, possibile che Caivano non possa vivere un attimo di pace? Politica sempre litigiosa, a tratti offensiva, e in costante fibrillazione…

“E' una caratteristica negativa, purtroppo, della politica a Caivano da sempre. Con noi la situazione è migliorata ma comunque il pericolo è sem-pre dietro l'angolo. I cambiamenti sono traumatici soprattutto quando radicali e vi sono effetti collaterali difficili da gestire. Noi ci mettiamo tutto l'impegno di questo mondo ma ognuno deve fare la sua parte”...

Ntorna a parlare ai giornali. E come al solito è un fiume in piena cercando di far capire innanzitutto ai cittadini l'impegno che ci sta mettendo quotidianamente al Comune per cercare di tirare Caivano fuori dalle pericolose sabbie mobili. Simone Monopoli, il sindaco della città, non usa mezzi termini e continua a seguire la sua strada di una fitta comunicazione diretta ai cittadini. E' tra i pochi sindaci che non amano manovre di Palazzo e non seguono molto la consuetudine strettamente politica. Lui parla alla città e anche quando assume decisioni necessarie ma che possono risultare impopolari lo fa con la consapevolezza che la cittadinanza capirà la delicatezza del momento e gli sforzi che sta facendo per cercare nel lungo periodo di spezzare definitivamente quel sistema deviato che ha causato degrado, spazzatura e debiti...

SIMONEMONOPOLI

di VeronicaDi Palo

Anche nella sua maggioranza non tutto è filato liscio. Lei si carica i problemi della città con la collaborazione di parte della sua coalizione, ma a tratti ed a turno non

sono mancate e non mancano le frizioni…“E' vero ma l'importante è sancire delle regole chiare che valgono per tutti. Senza fare distinzioni e soprattutto senza seguire l'interesse del

momento legato agli eventi: ci sono delle regole, tutti le conoscono ed io le porto avanti indipendentemente a chi in un determinato momento sto-rico quelle regole favoriscono sul piano politico. Ci sono dei principi ai quali non rinuncio, i miei lo sanno bene e devo dire la verità fino ad oggi nes-suno ha superato il limite. Ci sono fibrillazioni, ognuno tenta di portare legittimamente acqua al proprio mulino ma la differenza rispetto al passato è già evidente. Quando la maggioranza è stata chiamata a prove serie di assunzioni di responsabilità, non si è mai tirata indietro. Si è fatta sempre trovare pronta e lo dimostrano gli atti approvati”.

Sicuramente, ma ricucito lo strappo con Riccio resta la rottura con Giamante, Padricelli e Perrotta. Con loro è pronto al dialogo?

“Sono sempre pronto al dialogo con tutti figuriamoci con chi ha fatto parte della mia alleanza elettorale, ha vinto con me le elezioni ed ha ammi-nistrato con me la città per larga parte della consiliatura almeno fino ad oggi. Poi è stato presentato un documento che lamentava maggiore parte-cipazione e condivisione. E gli stessi firmatari, penso a Falco, Marzano, Riccio, hanno ampiamente spiegato che è tutto superato dai fatti e dagli eventi in quanto su ogni cosa ho sempre informato i segretari e i consiglieri. Se c'è altro nessuno mi ha informato. Ma quello che è valso per gli altri firmatari, poi rientrati, del documento di polemica interna vale anche per quelli che lo hanno firmato e stanno ancora valutando che posizione assu-mere: se vogliono parlare di programmi e di contenuti, sono qui sempre disponibile al confronto ed al dialogo. Se si punta ad assessorati o cose di questo genere, inutile parlare. Principio che vale per tutti”.

Ma è anche vero che prima o poi si dovrà tornare anche gradualmente ad una giunta politica nonostante il momento drammatico impone e

giustifica una giunta tecnica. Non crede? “Sicuramente ma se abbiamo scelto una giunta tecnica un motivo ci sarà. Abbiamo affidato a questa amministrazione dei compiti precisi ed è

ovvio che questi obiettivi devono essere raggiunti. Poi prenderemo in considerazione un ritorno alla giunta politica graduale e valorizzando comunque le migliori energie. Ma è un discorso prematuro. Vediamo come finirà la questione del bilancio stabilmente riequilibrato e poi inizieremo a discutere tirando le prime somme. Ecco perché sono comunque soddisfatto anche del comportamento politico della mia maggioranza. Me lo lasci dire”. “Prima non si parlava di contenuti e le condizioni di Caivano e della macchina burocratica lo dimostrano. Tutto si rompeva e si ricuciva sulle poltrone. Con me è stato diverso. Non mi pare che i consiglieri firmatari del documento come Marzano, Falco e adesso anche Riccio abbiano barat-tato la ricucitura dello strappo interno, seppur in momenti diversi, con assessorati o poltrone. Assolutamente no. E sfido chiunque a dire il contrario. Anzi, gli stessi consiglieri che hanno firmato il documento si sono mobilitati per ripianare le divergenze parlando di contenuti. E per me questo è già un grande successo sul piano politico”.

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FRATTAMAGGIORE LO SCENARIO SI FA TORBIDO

proroghe? E, altro caso, sul quale sono stato ascoltato anche dai carabinieri, la ditta che gestisce i parcheggi a pagamento, proprio alla scadenza del contratto, attraverso una s e m p l i c e d e l i b e r a d i g i u n t a , l'amministrazione ha regalato agli impren-ditori il parcheggio di via Don Minzoni, un vero e proprio ampliamento dell'appalto rispetto a quello messo in gara fatto con una delibera di giunta. E non sappiamo, viste le indagini in corso, come finirà quest'altra brutta storia. Ecco perché parlo di amministrazione condizionata. E quando pronuncio il termine “condizionata” ci ho pensato bene e ci vado con le pinze perché, giusto ricordarlo, Frattamaggiore ha già vis-suto nella sua storia uno scioglimento del Consiglio per camorra”.

Michele Granata disegna un contesto che rischia di farsi davvero pesante. Perché fino a quando si collezionano brutte figure come la vicenda sulla mensa scolastica, sul cimi-tero, sulla nomina nello staff del sindaco di un consigliere comunale che si dimette dall'aula per diventare dipendente del Comune, si può anche far finta di nulla. Ma quando si parla addirittura di “amministra-zione condizionata” e si mettono in eviden-za procedure poco trasparenti in relazione alla gestione degli appalti e dei servizi comu-nali, lo scenario diventa torbido. E il mistero si infittisce perché, da indiscrezioni trapela-te, emergerebbe un dissenso su queste pra-tiche e sul modo di amministrare voluto dal sindaco Del Prete che coinvolgerebbe anche alcuni consiglieri del Pd i cui nomi non sono ancora pubblici. Insomma, cosa sta acca-dendo al Comune? Se l'opposizione critica e pure la maggioranza prende le distanze dalla gestione, la domanda leggendo anche le parole di Granata nasce spontanea: dav-vero Frattamaggiore si ritrova di fronte un esecutivo condizionato? E se l'accusa di Gra-nata rispondesse al vero, chi sta condizio-nando le scelte dell'amministrazione? Chi sono i consiglieri del Pd che hanno conte-stato scrivendo una nota di censura nei con-fronti del sindaco e dell'amministrazione prendendo le distanze da un sistema che rischia di aprire una fase di scontro in città?

E perché la parte della maggioranza che dis-sente lo fa solo nelle stanze del Palazzo facendo in modo che i cittadini non possano conoscere cosa sta realmente accadendo?

Anche perché sul piano politico le acque sono agitate. Il Cda del Cimitero non fun-ziona e le lamentele sul comportamento dei rappresentanti scelti dal sindaco hanno ini-ziato a stufare anche gli amministratori dei Comuni consorziati. La giunta politica era stata azzerata appena dopo nominata e poi riconfermata ma solo fino al bilancio nono-stante sia nata già in crisi. Il sindaco ha perso la bussola, continua ad assumere impe-gni anche con i suoi stessi alleati che pun-tualmente disattende. Ecco perché periodi-camente, sia nel rapporto con i consiglieri che con le diverse componenti del contesto, in suo aiuto deve scendere il papà, Enzo Del Prete, per tentare di far recuperare al figlio il terreno perduto. La “Torre di babele” che disperde giorno dopo giorno un progetto politico che per come era stato annunciato e per il buon inizio caratterizzato dalla giun-ta tecnica lasciava ben sperare. Dove sono i giovani che dovevano pensionare i dinosau-ri? Granata liquida la polemica interna alla maggioranza con una battuta: “In un con-testo davvero difficile come quello di Frat-tamaggiore e per quello che si profila all'orizzonte – conclude Granata -, i mal di pancia interni dettati dall'attesa di ricevere una prebenda lasciano il tempo che trova-no. La situazione è ben più drammatica ben oltre le barzellette interne alla coalizione di governo”.

Michele Granata, tra i volti più rappre-sentativi della minoranza, interviene nel dibattito politico ponendo temi sul tavolo scottanti anche attraverso una ricostruzio-ne di alcune vicende da brividi. Sotto la lente d'ingrandimento le procedure ammi-nistrative, lente, farraginose, soprattutto quando si parla di gare d'appalto. Un mec-canismo che purtroppo favorisce sistemati-camente gli imprenditori con un ricorso costante a proroghe che dalle indicazioni dell'Anticorruzione possono essere definite illegittime. E la collettività paga. Granata lancia la denuncia: “Siamo di fronte ad un'amministrazione condizionata”. Il leader della minoranza affonda il coltello nella piaga ricordando che Frattamaggiore pro-prio durante la consiliatura guidata dal papà dell'attuale sindaco Enzo Del Prete gli organi elettivi furono “sciolti” per condizio-namento della criminalità. “Vogliamo par-lare dell'appalto relativo alla sorveglianza degli immobili comunali ? - dichiara Grana-ta – La gara originaria era di due anni poi la ditta vincitrice ha goduto per diversi anni di proroghe, “mini proroghe”, e quindi evitan-do la procedura ad evidenza pubblica l'amministrazione ha regalato agli impren-ditori quasi un'altra gara senza che fosse mai stata espletata. Le procedure del nuovo appalto procedono a rilento e approfittan-do dell'aggiudicazione provvisoria alla nuova ditta vincitrice, hanno concesso un'altra proroga a quella vecchia conti-nuando a pagare per lo stesso servizio il 14 per cento in più ogni mese rispetto all'importo che il Comune pagherà quando entrerà in servizio la nuova ditta. Consu-mando un danno erariale e sprecando risor-se pubbliche attraverso procedure che andrebbero approfondite e censurate. E, altro elemento da non trascurare, l'impresa che gode di queste continue proroghe ha vinto l'appalto originario con un ribasso dell'1 per cento. Giudicate voi. E, altro caso, si tratta della stessa impresa che sempre a Frattamaggiore gestisce le strisce blu. L'appalto scade quest'anno e vuoi vedere che anche in questo caso l'amministrazione procederà a rilento per garantire ulteriori

APPALTI & AFFARI. LA DENUNCIA DI GRANATA: “AMMINISTRAZIONE CONDIZIONATA”

di Vincenzo Fico

25 Febbraio 2017

Michele Granata

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FRATTAMAGGIORE LO SCENARIO SI FA TORBIDO

proroghe? E, altro caso, sul quale sono stato ascoltato anche dai carabinieri, la ditta che gestisce i parcheggi a pagamento, proprio alla scadenza del contratto, attraverso una s e m p l i c e d e l i b e r a d i g i u n t a , l'amministrazione ha regalato agli impren-ditori il parcheggio di via Don Minzoni, un vero e proprio ampliamento dell'appalto rispetto a quello messo in gara fatto con una delibera di giunta. E non sappiamo, viste le indagini in corso, come finirà quest'altra brutta storia. Ecco perché parlo di amministrazione condizionata. E quando pronuncio il termine “condizionata” ci ho pensato bene e ci vado con le pinze perché, giusto ricordarlo, Frattamaggiore ha già vis-suto nella sua storia uno scioglimento del Consiglio per camorra”.

Michele Granata disegna un contesto che rischia di farsi davvero pesante. Perché fino a quando si collezionano brutte figure come la vicenda sulla mensa scolastica, sul cimi-tero, sulla nomina nello staff del sindaco di un consigliere comunale che si dimette dall'aula per diventare dipendente del Comune, si può anche far finta di nulla. Ma quando si parla addirittura di “amministra-zione condizionata” e si mettono in eviden-za procedure poco trasparenti in relazione alla gestione degli appalti e dei servizi comu-nali, lo scenario diventa torbido. E il mistero si infittisce perché, da indiscrezioni trapela-te, emergerebbe un dissenso su queste pra-tiche e sul modo di amministrare voluto dal sindaco Del Prete che coinvolgerebbe anche alcuni consiglieri del Pd i cui nomi non sono ancora pubblici. Insomma, cosa sta acca-dendo al Comune? Se l'opposizione critica e pure la maggioranza prende le distanze dalla gestione, la domanda leggendo anche le parole di Granata nasce spontanea: dav-vero Frattamaggiore si ritrova di fronte un esecutivo condizionato? E se l'accusa di Gra-nata rispondesse al vero, chi sta condizio-nando le scelte dell'amministrazione? Chi sono i consiglieri del Pd che hanno conte-stato scrivendo una nota di censura nei con-fronti del sindaco e dell'amministrazione prendendo le distanze da un sistema che rischia di aprire una fase di scontro in città?

E perché la parte della maggioranza che dis-sente lo fa solo nelle stanze del Palazzo facendo in modo che i cittadini non possano conoscere cosa sta realmente accadendo?

Anche perché sul piano politico le acque sono agitate. Il Cda del Cimitero non fun-ziona e le lamentele sul comportamento dei rappresentanti scelti dal sindaco hanno ini-ziato a stufare anche gli amministratori dei Comuni consorziati. La giunta politica era stata azzerata appena dopo nominata e poi riconfermata ma solo fino al bilancio nono-stante sia nata già in crisi. Il sindaco ha perso la bussola, continua ad assumere impe-gni anche con i suoi stessi alleati che pun-tualmente disattende. Ecco perché periodi-camente, sia nel rapporto con i consiglieri che con le diverse componenti del contesto, in suo aiuto deve scendere il papà, Enzo Del Prete, per tentare di far recuperare al figlio il terreno perduto. La “Torre di babele” che disperde giorno dopo giorno un progetto politico che per come era stato annunciato e per il buon inizio caratterizzato dalla giun-ta tecnica lasciava ben sperare. Dove sono i giovani che dovevano pensionare i dinosau-ri? Granata liquida la polemica interna alla maggioranza con una battuta: “In un con-testo davvero difficile come quello di Frat-tamaggiore e per quello che si profila all'orizzonte – conclude Granata -, i mal di pancia interni dettati dall'attesa di ricevere una prebenda lasciano il tempo che trova-no. La situazione è ben più drammatica ben oltre le barzellette interne alla coalizione di governo”.

Michele Granata, tra i volti più rappre-sentativi della minoranza, interviene nel dibattito politico ponendo temi sul tavolo scottanti anche attraverso una ricostruzio-ne di alcune vicende da brividi. Sotto la lente d'ingrandimento le procedure ammi-nistrative, lente, farraginose, soprattutto quando si parla di gare d'appalto. Un mec-canismo che purtroppo favorisce sistemati-camente gli imprenditori con un ricorso costante a proroghe che dalle indicazioni dell'Anticorruzione possono essere definite illegittime. E la collettività paga. Granata lancia la denuncia: “Siamo di fronte ad un'amministrazione condizionata”. Il leader della minoranza affonda il coltello nella piaga ricordando che Frattamaggiore pro-prio durante la consiliatura guidata dal papà dell'attuale sindaco Enzo Del Prete gli organi elettivi furono “sciolti” per condizio-namento della criminalità. “Vogliamo par-lare dell'appalto relativo alla sorveglianza degli immobili comunali ? - dichiara Grana-ta – La gara originaria era di due anni poi la ditta vincitrice ha goduto per diversi anni di proroghe, “mini proroghe”, e quindi evitan-do la procedura ad evidenza pubblica l'amministrazione ha regalato agli impren-ditori quasi un'altra gara senza che fosse mai stata espletata. Le procedure del nuovo appalto procedono a rilento e approfittan-do dell'aggiudicazione provvisoria alla nuova ditta vincitrice, hanno concesso un'altra proroga a quella vecchia conti-nuando a pagare per lo stesso servizio il 14 per cento in più ogni mese rispetto all'importo che il Comune pagherà quando entrerà in servizio la nuova ditta. Consu-mando un danno erariale e sprecando risor-se pubbliche attraverso procedure che andrebbero approfondite e censurate. E, altro elemento da non trascurare, l'impresa che gode di queste continue proroghe ha vinto l'appalto originario con un ribasso dell'1 per cento. Giudicate voi. E, altro caso, si tratta della stessa impresa che sempre a Frattamaggiore gestisce le strisce blu. L'appalto scade quest'anno e vuoi vedere che anche in questo caso l'amministrazione procederà a rilento per garantire ulteriori

APPALTI & AFFARI. LA DENUNCIA DI GRANATA: “AMMINISTRAZIONE CONDIZIONATA”

di Vincenzo Fico

25 Febbraio 2017

Michele Granata

17

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25 febbraio 2017

di Veronica Di Palo

Restyling da 5milioni di euro Il sindaco Cirillo recupera i fondi europei per riqualificare

la ss Sannitica e traverse, piazza Santa Croce e corso Battisi

l sindaco Giuseppe Cirillo è riuscito

I a portare a casa un risultato stori-co, importante, segnando in questa fase una netta diversità tra l'esperienza in corso, iniziata nel

2012, proprio con l'elezione dell'attuale sindaco, e le precedenti amministrazioni i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti: un paese in ginocchio. Di cosa parliamo? Cin-que milioni di euro che arrivano dall'Europa via Regione per riqualificare parte del cen-tro città: Strada Statale Sannitica e traverse, passando per piazza Santa Croce, corso Cesa-re Battisti fino ai confini con Caivano e Afra-gola. Un “restyling” imponente capace di cambiare il volto alla città in tema di servizi: strade nuove, marciapiedi nuovi, rete idrica e fognaria rifatta. Un finanziamento, giusto ricordarlo, arrivato in città durante i primi due anni di amministrazione Cirillo spedita a casa poi per una sfiducia immotivata che coinvolse anche componenti dell'attuale maggioranza. Quella sfiducia fece perdere i soldi in quanto la gestione commissariale del Comune si preoccupò, come spesso avviene, esclusivamente dell'ordinaria amministrazione. E Cardito, per miseri gio-chi pol i t ic i r i schiava di perdere un'importante opportunità tra l'altro già conquistata. Ecco perché appena rieletto, il capo dell'esecutivo e l'assessore ai Lavori pubblici, Anna Auriemma, si sono battuti per recuperare il finanziamento. Obiettivo raggiunto. Il sindaco ha annunciato persino sul suo profilo “Facebook”, riattivato dopo una lunga assenza (altro segnale di un ritro-vato rapporto con la città), di aver mobilita-to i suoi riferimenti sovracomunali più importanti, il presidente della Regione Enzo De Luca e il consigliere regionale del Pd Mario Casillo per restituire ai carditesi quei 5milioni divenuti indispensabili per iniziare ad uscire fuori dal tunnel del degrado carat-terizzato da un passato che ha pensato esclusivamente alla cementificazione del territorio dove persino le politiche urbani-stiche dell'Ente sono state asservite dal

2003, attraverso manovre illegittime, alla volontà degli imprenditori. Questi 5milioni di euro rappresentano, ironia della sorte, uno spartiacque tra un passato archiviato che ha trasformato Cardito in un paese senza volto e senza identità ed un presente che, invece, punta a cambiare rotta parten-do innanzitutto dalla vivibilità, dai servizi e da un Puc a “cemento zero”. Questa la d i c h i a r a z i o n e d e l c a p o dell'amministrazione e leader del Pd Giu-seppe Cirillo rilasciata ai giornali attraverso un comunicato stampa: “Cinque milioni di euro di finanziamenti europei – scrive Ciril-lo - che la Regione trasferirà a Cardito per rifare strade, marciapiedi e impianto fogna-rio della Strada Statale Sannitica e traverse più la riqualificazione di piazza Santa Croce e di corso Cesare Battisti. Un imponente piano di riqualificazione il cui iter si è già concluso da tempo. Appena arriveranno i soldi nelle casse del Comune, partiranno pure i lavori visto che c'è già la ditta vincitri-ce del bando. Il finanziamento fu stanziato dalla Regione durante il mio primo manda-to da sindaco ma con lo scioglimento anti-cipato tutto fu bloccato e la gestione com-missariale rischiò di far sfumare questa importante opportunità. Tutta la maggio-ranza sta lavorando dall'inizio del nuovo mandato per recuperare fondi da investire nella riqualificazione del territorio. Ho incontrato il presidente della Regione Enzo De Luca ed il consigliere regionale Mario Casillo proprio per sollecitare un intervento deciso e risolutore – continua il sindaco - al fine di non far perdere un'opportunità sto-rica alla nostra città. Con cinque milioni di euro da investire per strade, marciapiedi, impianti fognari e riqualificazione di piazze e parte del centro storico significa trasfor-mare Cardito in un cantiere aperto ed alla fine dei lavori consegneremo una città riqualificata in larga parte. Ci impegnammo tantissimo durante il mio primo mandato a garantire che quelle risorse europee potes-sero essere stanziate per finanziare progetti sul nostro territorio e non è giusto che si possano perdere in questo modo. Sono in campo in prima persona, abbiamo mobilita-to tutti i nostri rapporti istituzionali e conti-nueremo ad esercitare un pressing asfis-siante in queste ore, supportato dalla giunta comunale, affinché entro le prossime setti-mane potremo dare definitivamente la buona notizia ai cittadini del finanziamento recuperato e dell'immediato inizio dei lavo-ri. Iniziando a raccogliere tutto il lavoro rela-

tivo alla programmazione messo in campo in questo primo anno e mezzo di consiliatu-ra. Adesso – conclude il sindaco Cirillo - è il momento di accelerare e i residenti riusci-ranno a toccare con mano quanto di buono la mia amministrazione e la mia maggioran-za hanno prodotto in questi anni e in questi mesi”. Anche dall' “opposizione costruttiva” arriva, su questo argomento e dopo tante critiche all'esecutivo e su determinate dege-nerazioni che hanno caratterizzato anche l'apparato burocratico dell'Ente locale, un riconoscimento al lavoro del primo cittadi-no. “Ho preso le distanze dalla maggioranza - dichiara Pasquale Chiacchio del gruppo misto - perché non condivido quanto acca-duto fino ad oggi con un'amministrazione che reputo non all'altezza del compito ed alcune scelte scellerate e senza motivo sul piano politico tese a favorire sistematica-mente una determinata componente della maggioranza che tra l'altro lavora aperta-mente al fallimento dell'esperienza Cirillo, come dimostrano anche alcuni atteggia-menti della macchina burocratica degli ulti-mi giorni e tutta la polemica sugli sprechi denunciati dagli stessi consiglieri di mag-gioranza da sempre fedeli al progetto Ciril-lo. Ma in casi come il finanziamento dei 5mi-lioni di euro annunciato dal sindaco, non posso che sottolineare la soddisfazione in merito all'importante risultato che il primo cittadino ha raggiunto per l'intera colletti-vità. A me non interessano le posizioni pre-costituite e i giochetti di potere: faccio poli-tica per il bene esclusivo dei miei cittadini e del mio paese; e ritengo che una delle carat-teristiche che debba contraddistinguere sempre il mio operato resta l'onestà intel-lettuale. Alzerò la voce - continua Chiac-chio - quando ci sono dei problemi collettivi che l'amministrazione non prende in consi-derazione ma riconoscerò il valore di impor-tanti risultati quando la maggioranza lavo-ra nell'interesse della comunità”.

PASQUALE CHIACCHIO

CARDITO

1925 Febbraio 2017

l sindaco Giuseppe Cirillo ha pro-

I messo ad inizio anno un'accelerata dell'amministrazione e dai risultati che si stanno raggiungendo emer-ge chiaramente una marcia in più.

I cinque milioni di euro di finanziamento europeo da investire nel centro città mentre per le periferie arriva un'altra buona noti-zia: iniziano i lavori per l'istituzione della pubblica illuminazione nelle strade della “Masseria Sollo”, quartiere che segna il con-fine con Afragola. Un risultato che i resi-denti di quell'area, in particolare di via Bene-vento e via Avellino, attendono da ben 35 anni. La “Massrria Sollo” è un quartiere nato e s c l u s i v a m e n t e d a l f e n o m e n o dell'abusivismo; molte case sono state con-donate ma in queste condizioni era eviden-te che si sviluppasse una zona destinata a trasformarsi in un ghetto dormitorio, senza servizi e totalmente avulsa dal contesto cit-tadino. Negli anni scorsi, poi, la situazione si è aggravata perché le politiche dell'Ente locale hanno riguardato innanzitutto aspetti urbanistici legati a speculazioni ed alla cementificazione. Non c'è stato spazio per nient'altro. Tant'è che il centro storico

cade a pezzi, gli edifici a rischio crollo hanno determinato la chiusura di impor-tanti arterie del paese, come corso cesare Battisti, la frazione invasa da ruspe e beto-niere a scaricare cemento rivelatosi illegitti-mo con il risultato di aver creato un paese senza volto, senza identità, degradato e senza servizi. Un mega ghetto dormitorio che ha portato molti cittadini ad emigrare, il centro antico si è svuotato e in questa parte di città restano la stragrande maggioranza dei “poveri” censiti dalle politiche sociali. Il commercio ne ha risentito e sul corso Daniele è possibile verificare le serrande abbassate segnale evidente della desertifi-cazione commerciale. Una reazione a cate-na che ha ammazzato la città. Le scuole crol-lano, quelle ancora in piedi in condizioni di degrado e senza strutture all'avanguardia. Periferie dimenticate e considerate sempli-cemente un serbatoio di voti. Ecco perché la sfida che attende il governo Cirillo riguarda innanzitutto la vivibilità. E quando si parla di vivibilità bisogna iniziare dai servizi. E sicuramente il finanziamento di 5milioni per il centro città e l'inizio dei lavori per isti-tuire la pubblica illuminazione nelle traver-

se della “Masseria Sollo” rappresentano un ottimo punto di partenza e dimostrano quanto il sindaco e la maggioranza puntino finalmente al “salto di qualità” amministra-tivo. Pure perché da quanto trapela, sempre Cirillo ha una serie di “colpi in canna” pro-grammati dall'inizio della consiliatura e adesso è pronto a “spararli” a raffica per far toccare con mano ai cittadini quanto la sua amministrazione ha iniziato a realizzare. Non è un caso, infatti, che negli ultimi gior-ni il capo dell'esecutivo locale abbia riatti-vato la sua pagina “Facebook” e cominciato, dopo un periodo di silenzio, a pubblicare n o t i z i e r e l a t i v e a l l ' o p e r a t o dell'amministrazione ed ai progetti futuri. Un'inversione di rotta che non è passata inosservata né ai cittadini e nemmeno agli addetti ai lavori. Insomma, chi sperava di logorare Cirillo ha battuto “ritirata” ed il lea-der del centrosinistra ha capito che aveva il dovere di riprendersi l'alleanza e soprattut-to c'era la necessità di riprendersi un rap-porto con una città che ha voluto forte-mente la sua rielezione a primo cittadino e si aspetta tanto dalla sua amministrazione.

buona amministrazione

di Antonio Auricchio

“MASSERIA SOLLO”:DOPO 35 ANNI ARRIVA LA PUBBLICA ILLUMINAZIONE

CARDITO

18

25 febbraio 2017

di Veronica Di Palo

Restyling da 5milioni di euro Il sindaco Cirillo recupera i fondi europei per riqualificare

la ss Sannitica e traverse, piazza Santa Croce e corso Battisi

l sindaco Giuseppe Cirillo è riuscito

I a portare a casa un risultato stori-co, importante, segnando in questa fase una netta diversità tra l'esperienza in corso, iniziata nel

2012, proprio con l'elezione dell'attuale sindaco, e le precedenti amministrazioni i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti: un paese in ginocchio. Di cosa parliamo? Cin-que milioni di euro che arrivano dall'Europa via Regione per riqualificare parte del cen-tro città: Strada Statale Sannitica e traverse, passando per piazza Santa Croce, corso Cesa-re Battisti fino ai confini con Caivano e Afra-gola. Un “restyling” imponente capace di cambiare il volto alla città in tema di servizi: strade nuove, marciapiedi nuovi, rete idrica e fognaria rifatta. Un finanziamento, giusto ricordarlo, arrivato in città durante i primi due anni di amministrazione Cirillo spedita a casa poi per una sfiducia immotivata che coinvolse anche componenti dell'attuale maggioranza. Quella sfiducia fece perdere i soldi in quanto la gestione commissariale del Comune si preoccupò, come spesso avviene, esclusivamente dell'ordinaria amministrazione. E Cardito, per miseri gio-chi pol i t ic i r i schiava di perdere un'importante opportunità tra l'altro già conquistata. Ecco perché appena rieletto, il capo dell'esecutivo e l'assessore ai Lavori pubblici, Anna Auriemma, si sono battuti per recuperare il finanziamento. Obiettivo raggiunto. Il sindaco ha annunciato persino sul suo profilo “Facebook”, riattivato dopo una lunga assenza (altro segnale di un ritro-vato rapporto con la città), di aver mobilita-to i suoi riferimenti sovracomunali più importanti, il presidente della Regione Enzo De Luca e il consigliere regionale del Pd Mario Casillo per restituire ai carditesi quei 5milioni divenuti indispensabili per iniziare ad uscire fuori dal tunnel del degrado carat-terizzato da un passato che ha pensato esclusivamente alla cementificazione del territorio dove persino le politiche urbani-stiche dell'Ente sono state asservite dal

2003, attraverso manovre illegittime, alla volontà degli imprenditori. Questi 5milioni di euro rappresentano, ironia della sorte, uno spartiacque tra un passato archiviato che ha trasformato Cardito in un paese senza volto e senza identità ed un presente che, invece, punta a cambiare rotta parten-do innanzitutto dalla vivibilità, dai servizi e da un Puc a “cemento zero”. Questa la d i c h i a r a z i o n e d e l c a p o dell'amministrazione e leader del Pd Giu-seppe Cirillo rilasciata ai giornali attraverso un comunicato stampa: “Cinque milioni di euro di finanziamenti europei – scrive Ciril-lo - che la Regione trasferirà a Cardito per rifare strade, marciapiedi e impianto fogna-rio della Strada Statale Sannitica e traverse più la riqualificazione di piazza Santa Croce e di corso Cesare Battisti. Un imponente piano di riqualificazione il cui iter si è già concluso da tempo. Appena arriveranno i soldi nelle casse del Comune, partiranno pure i lavori visto che c'è già la ditta vincitri-ce del bando. Il finanziamento fu stanziato dalla Regione durante il mio primo manda-to da sindaco ma con lo scioglimento anti-cipato tutto fu bloccato e la gestione com-missariale rischiò di far sfumare questa importante opportunità. Tutta la maggio-ranza sta lavorando dall'inizio del nuovo mandato per recuperare fondi da investire nella riqualificazione del territorio. Ho incontrato il presidente della Regione Enzo De Luca ed il consigliere regionale Mario Casillo proprio per sollecitare un intervento deciso e risolutore – continua il sindaco - al fine di non far perdere un'opportunità sto-rica alla nostra città. Con cinque milioni di euro da investire per strade, marciapiedi, impianti fognari e riqualificazione di piazze e parte del centro storico significa trasfor-mare Cardito in un cantiere aperto ed alla fine dei lavori consegneremo una città riqualificata in larga parte. Ci impegnammo tantissimo durante il mio primo mandato a garantire che quelle risorse europee potes-sero essere stanziate per finanziare progetti sul nostro territorio e non è giusto che si possano perdere in questo modo. Sono in campo in prima persona, abbiamo mobilita-to tutti i nostri rapporti istituzionali e conti-nueremo ad esercitare un pressing asfis-siante in queste ore, supportato dalla giunta comunale, affinché entro le prossime setti-mane potremo dare definitivamente la buona notizia ai cittadini del finanziamento recuperato e dell'immediato inizio dei lavo-ri. Iniziando a raccogliere tutto il lavoro rela-

tivo alla programmazione messo in campo in questo primo anno e mezzo di consiliatu-ra. Adesso – conclude il sindaco Cirillo - è il momento di accelerare e i residenti riusci-ranno a toccare con mano quanto di buono la mia amministrazione e la mia maggioran-za hanno prodotto in questi anni e in questi mesi”. Anche dall' “opposizione costruttiva” arriva, su questo argomento e dopo tante critiche all'esecutivo e su determinate dege-nerazioni che hanno caratterizzato anche l'apparato burocratico dell'Ente locale, un riconoscimento al lavoro del primo cittadi-no. “Ho preso le distanze dalla maggioranza - dichiara Pasquale Chiacchio del gruppo misto - perché non condivido quanto acca-duto fino ad oggi con un'amministrazione che reputo non all'altezza del compito ed alcune scelte scellerate e senza motivo sul piano politico tese a favorire sistematica-mente una determinata componente della maggioranza che tra l'altro lavora aperta-mente al fallimento dell'esperienza Cirillo, come dimostrano anche alcuni atteggia-menti della macchina burocratica degli ulti-mi giorni e tutta la polemica sugli sprechi denunciati dagli stessi consiglieri di mag-gioranza da sempre fedeli al progetto Ciril-lo. Ma in casi come il finanziamento dei 5mi-lioni di euro annunciato dal sindaco, non posso che sottolineare la soddisfazione in merito all'importante risultato che il primo cittadino ha raggiunto per l'intera colletti-vità. A me non interessano le posizioni pre-costituite e i giochetti di potere: faccio poli-tica per il bene esclusivo dei miei cittadini e del mio paese; e ritengo che una delle carat-teristiche che debba contraddistinguere sempre il mio operato resta l'onestà intel-lettuale. Alzerò la voce - continua Chiac-chio - quando ci sono dei problemi collettivi che l'amministrazione non prende in consi-derazione ma riconoscerò il valore di impor-tanti risultati quando la maggioranza lavo-ra nell'interesse della comunità”.

PASQUALE CHIACCHIO

CARDITO

1925 Febbraio 2017

l sindaco Giuseppe Cirillo ha pro-

I messo ad inizio anno un'accelerata dell'amministrazione e dai risultati che si stanno raggiungendo emer-ge chiaramente una marcia in più.

I cinque milioni di euro di finanziamento europeo da investire nel centro città mentre per le periferie arriva un'altra buona noti-zia: iniziano i lavori per l'istituzione della pubblica illuminazione nelle strade della “Masseria Sollo”, quartiere che segna il con-fine con Afragola. Un risultato che i resi-denti di quell'area, in particolare di via Bene-vento e via Avellino, attendono da ben 35 anni. La “Massrria Sollo” è un quartiere nato e s c l u s i v a m e n t e d a l f e n o m e n o dell'abusivismo; molte case sono state con-donate ma in queste condizioni era eviden-te che si sviluppasse una zona destinata a trasformarsi in un ghetto dormitorio, senza servizi e totalmente avulsa dal contesto cit-tadino. Negli anni scorsi, poi, la situazione si è aggravata perché le politiche dell'Ente locale hanno riguardato innanzitutto aspetti urbanistici legati a speculazioni ed alla cementificazione. Non c'è stato spazio per nient'altro. Tant'è che il centro storico

cade a pezzi, gli edifici a rischio crollo hanno determinato la chiusura di impor-tanti arterie del paese, come corso cesare Battisti, la frazione invasa da ruspe e beto-niere a scaricare cemento rivelatosi illegitti-mo con il risultato di aver creato un paese senza volto, senza identità, degradato e senza servizi. Un mega ghetto dormitorio che ha portato molti cittadini ad emigrare, il centro antico si è svuotato e in questa parte di città restano la stragrande maggioranza dei “poveri” censiti dalle politiche sociali. Il commercio ne ha risentito e sul corso Daniele è possibile verificare le serrande abbassate segnale evidente della desertifi-cazione commerciale. Una reazione a cate-na che ha ammazzato la città. Le scuole crol-lano, quelle ancora in piedi in condizioni di degrado e senza strutture all'avanguardia. Periferie dimenticate e considerate sempli-cemente un serbatoio di voti. Ecco perché la sfida che attende il governo Cirillo riguarda innanzitutto la vivibilità. E quando si parla di vivibilità bisogna iniziare dai servizi. E sicuramente il finanziamento di 5milioni per il centro città e l'inizio dei lavori per isti-tuire la pubblica illuminazione nelle traver-

se della “Masseria Sollo” rappresentano un ottimo punto di partenza e dimostrano quanto il sindaco e la maggioranza puntino finalmente al “salto di qualità” amministra-tivo. Pure perché da quanto trapela, sempre Cirillo ha una serie di “colpi in canna” pro-grammati dall'inizio della consiliatura e adesso è pronto a “spararli” a raffica per far toccare con mano ai cittadini quanto la sua amministrazione ha iniziato a realizzare. Non è un caso, infatti, che negli ultimi gior-ni il capo dell'esecutivo locale abbia riatti-vato la sua pagina “Facebook” e cominciato, dopo un periodo di silenzio, a pubblicare n o t i z i e r e l a t i v e a l l ' o p e r a t o dell'amministrazione ed ai progetti futuri. Un'inversione di rotta che non è passata inosservata né ai cittadini e nemmeno agli addetti ai lavori. Insomma, chi sperava di logorare Cirillo ha battuto “ritirata” ed il lea-der del centrosinistra ha capito che aveva il dovere di riprendersi l'alleanza e soprattut-to c'era la necessità di riprendersi un rap-porto con una città che ha voluto forte-mente la sua rielezione a primo cittadino e si aspetta tanto dalla sua amministrazione.

buona amministrazione

di Antonio Auricchio

“MASSERIA SOLLO”:DOPO 35 ANNI ARRIVA LA PUBBLICA ILLUMINAZIONE

CARDITO

20

consiglio comunaleCARDITO

Riduzione dei costi della politica:

arriva l'ok dal ConsiglioIn aula la mediazione tra la proposta dell'opposizione e quella

della coalizione di governo. Il sindaco Cirillo assume un impegno: nel prossimo bilancio un capitolo destinato al

sociale finanziato coi contributi di amministratori e consiglieri

delle indennità, poi cerca di non far votare l'atto appellandosi a cavilli procedurali ed alla fine quando si accorge che la votazione sulla riduzione delle indennità si deve svolgere lui cosa fa? Vota contro l'atto che lui stesso ha firmato con le minoranze per votare la proposta del sindaco. Tant'è che è riuscito con il suo comportamento a deludere sia la maggioranza che la minoranza. Politicamente, però, il dato emerge lo stesso. Mazza davanti all'opinione pubblica vorrebbe mostrare un dissenso verso la coalizione di governo, per questioni di “opinione”, ma si guarda bene nelle istituzioni da rompere con l'alleanza perché in giunta ha da tutelare un assessore, al secolo Raffaelle Dolente. Ecco perché organizza il pre-consiglio con la minoranza, detta le con-dizioni sul giorno della riunione e sull'orario e poi all'ultimo momento non si presenta motivan-do l'assenza con “impegni professionali”. Ma ribadisce ai colleghi di minoranza che in aula seguirà la linea dell'opposizione. Va in aula e vota l'atto della maggioranza così nessuno può metterlo alla porta così com'era stato deciso dalla coalizione di governo in caso di dissenso. Tra-lasciando la ricostruzione della stampa locale sui motivi dell'assenza di Mazza al pre-consiglio dell'opposizione: presa di posizione del partito. Chi non segue la linea è fuori. Insomma, Mazza resta con un piede di qua, per accontentare una parte di opinione pubblica, ed un piede di là, conservando il diritto di cittadinanza al governo del paese e evitando lo scontro con il leader del Pd, Luigi Fusco. Il sindaco parla dei contenuti e resta soddisfatto. “Si tratta di un provvedimento storico – dichiara Giuseppe Cirillo – e rappresenta un segnale chiaro alla collettività in tempi di crisi. Si è sviluppato su questo tema una buona discussione, di livello, ed anche la minoranza ha

dimostrato di non essere venuta in aula con un intento demagogico e strumentale come spesso avviene su questioni che possono trasformarsi semplici strumenti per caval-care il populismo. Invece ci siamo posti degli obiettivi di interesse pubblico ed abbiamo trovato la formula per soddisfarli. Peccato per un finale di seduta non proprio dignito-so”. Il Consiglio si è chiuso con una serie di insulti lanciati da Francesco Pisano al capo dell'amministrazione, al presidente del Con-siglio, Nunziante Raucci, e ad alcuni consi-glieri di maggioranza. In questi casi, però, serve una riflessione più che una crocifissio-ne. L'esponente di Forza Italia ha sbagliato ed ha superato il limite pure perché da mesi, in aula e sui social, offende chiunque si ritrovi davanti senza nemmeno un motivo valido. Ma chi conosce i fatti, sa bene che

Pisano non è un folle e nemmeno uno qualunque. Resta una delle migliori energie della locale classe dirigente, per qualità, per competenza ed anche per coraggio. Al netto delle frasi d'occasione, gli aspetti da prendere in considerazione sono due: Pisano ha sbagliato ed ha la maturità di capirlo da solo, modificando il suo atteggiamento a cominciare da subito, garanten-do rispetto innanzitutto per se stesso e poi per le istituzioni che ha sempre dignitosamente rap-presentato. Ed in seconda analisi, valutazione più squisitamente propria di chi conosce il conte-sto, gli uomini, i fatti e le circostanze, questo clima di odio che si vuole creare vede la “regia”, di natura politica, lontana dall'aula. Chi non è riuscito a battere Cirillo col voto democratico vor-rebbe sovvertire quel risultato attraverso la macchina del fango ed un clima di odio fomentato da dietro le quinte. Perché storicamente è gente che non ha il coraggio di metterci la faccia. E Pisano sarebbe solo ingenuamente uno strumento nelle mani di una “regia politica” che ha fatto il suo tempo, mettendo in ginocchio Cardito, e che Cirillo ha pensionato per sempre. Nel bene di Cardito.

mediazione assumendo un impegno pubbli-co: creare nel prossimo bilancio che arriverà in aula tra circa 30 giorni, un fondo speciale il cui ammontare lo definiranno proprio i consiglieri comunali, il primo cittadino e gli assessori attraverso donazioni mensili da destinare alle politiche sociali. Nessuna ridu-zione delle indennità, ma mensilmente ogni ammin i s t ra to re o rappre sentante dell'istituzione cittadina verserà volonta-riamente un contributo nel fondo comuna-le ed a fine anno col “tesoretto” raccolto si metteranno su carta le iniziative da seguire di interesse pubblico finanziate coi soldi dei politici. E, come detto, la minoranza ed in particolare Pasquale Chiacchio incassa poli-ticamente il risultato mentre la maggioran-za esce bene dalla prova dell'aula. L'unico ad uscire politicamente con le ossa rotte resta il consigliere del Pd Marco Mazza. In preda ad una crisi d'identità. Esce dal gruppo con-siliare del Pd ma resta nel Pd. Non fa parte d e l l a m a g g i o r a n z a e n e m m e n o dell'opposizione. Voterà atto per atto rispetto al programma elettorale. Questo ha dichiarato. Un “rompicapo” che diventa la sagra dell'incoerenza quando prima firma la proposta della minoranza sulla riduzione

rima la notizia. Un passo avan-

P ti consistente in merito alla riduzione dei costi della poli-tica. Alla fine ha prevalso, come spesso accade in questi

casi, una mediazione. E vincono tutti. La minoranza ha avuto il merito, attraverso un ordine del giorno proposto dal consigliere Pasquale Chiacchio, di sollevare la proble-matica chiedendo una sensibile riduzione degli stipendi di sindaco, assessori e la rinuncia dei gettoni di presenza destinati ai consiglieri comunali, e la maggioranza ha avuto il merito di presentare una proposta alternativa che se da un lato non soddisfa le minoranza al cento per cento, dall'altro for-nisce una prima risposta seria alla richiesta di riduzione dei costi della politica. In sostanza, il sindaco Cirillo ha elaborato la

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consiglio comunaleCARDITO

Riduzione dei costi della politica:

arriva l'ok dal ConsiglioIn aula la mediazione tra la proposta dell'opposizione e quella

della coalizione di governo. Il sindaco Cirillo assume un impegno: nel prossimo bilancio un capitolo destinato al

sociale finanziato coi contributi di amministratori e consiglieri

delle indennità, poi cerca di non far votare l'atto appellandosi a cavilli procedurali ed alla fine quando si accorge che la votazione sulla riduzione delle indennità si deve svolgere lui cosa fa? Vota contro l'atto che lui stesso ha firmato con le minoranze per votare la proposta del sindaco. Tant'è che è riuscito con il suo comportamento a deludere sia la maggioranza che la minoranza. Politicamente, però, il dato emerge lo stesso. Mazza davanti all'opinione pubblica vorrebbe mostrare un dissenso verso la coalizione di governo, per questioni di “opinione”, ma si guarda bene nelle istituzioni da rompere con l'alleanza perché in giunta ha da tutelare un assessore, al secolo Raffaelle Dolente. Ecco perché organizza il pre-consiglio con la minoranza, detta le con-dizioni sul giorno della riunione e sull'orario e poi all'ultimo momento non si presenta motivan-do l'assenza con “impegni professionali”. Ma ribadisce ai colleghi di minoranza che in aula seguirà la linea dell'opposizione. Va in aula e vota l'atto della maggioranza così nessuno può metterlo alla porta così com'era stato deciso dalla coalizione di governo in caso di dissenso. Tra-lasciando la ricostruzione della stampa locale sui motivi dell'assenza di Mazza al pre-consiglio dell'opposizione: presa di posizione del partito. Chi non segue la linea è fuori. Insomma, Mazza resta con un piede di qua, per accontentare una parte di opinione pubblica, ed un piede di là, conservando il diritto di cittadinanza al governo del paese e evitando lo scontro con il leader del Pd, Luigi Fusco. Il sindaco parla dei contenuti e resta soddisfatto. “Si tratta di un provvedimento storico – dichiara Giuseppe Cirillo – e rappresenta un segnale chiaro alla collettività in tempi di crisi. Si è sviluppato su questo tema una buona discussione, di livello, ed anche la minoranza ha

dimostrato di non essere venuta in aula con un intento demagogico e strumentale come spesso avviene su questioni che possono trasformarsi semplici strumenti per caval-care il populismo. Invece ci siamo posti degli obiettivi di interesse pubblico ed abbiamo trovato la formula per soddisfarli. Peccato per un finale di seduta non proprio dignito-so”. Il Consiglio si è chiuso con una serie di insulti lanciati da Francesco Pisano al capo dell'amministrazione, al presidente del Con-siglio, Nunziante Raucci, e ad alcuni consi-glieri di maggioranza. In questi casi, però, serve una riflessione più che una crocifissio-ne. L'esponente di Forza Italia ha sbagliato ed ha superato il limite pure perché da mesi, in aula e sui social, offende chiunque si ritrovi davanti senza nemmeno un motivo valido. Ma chi conosce i fatti, sa bene che

Pisano non è un folle e nemmeno uno qualunque. Resta una delle migliori energie della locale classe dirigente, per qualità, per competenza ed anche per coraggio. Al netto delle frasi d'occasione, gli aspetti da prendere in considerazione sono due: Pisano ha sbagliato ed ha la maturità di capirlo da solo, modificando il suo atteggiamento a cominciare da subito, garanten-do rispetto innanzitutto per se stesso e poi per le istituzioni che ha sempre dignitosamente rap-presentato. Ed in seconda analisi, valutazione più squisitamente propria di chi conosce il conte-sto, gli uomini, i fatti e le circostanze, questo clima di odio che si vuole creare vede la “regia”, di natura politica, lontana dall'aula. Chi non è riuscito a battere Cirillo col voto democratico vor-rebbe sovvertire quel risultato attraverso la macchina del fango ed un clima di odio fomentato da dietro le quinte. Perché storicamente è gente che non ha il coraggio di metterci la faccia. E Pisano sarebbe solo ingenuamente uno strumento nelle mani di una “regia politica” che ha fatto il suo tempo, mettendo in ginocchio Cardito, e che Cirillo ha pensionato per sempre. Nel bene di Cardito.

mediazione assumendo un impegno pubbli-co: creare nel prossimo bilancio che arriverà in aula tra circa 30 giorni, un fondo speciale il cui ammontare lo definiranno proprio i consiglieri comunali, il primo cittadino e gli assessori attraverso donazioni mensili da destinare alle politiche sociali. Nessuna ridu-zione delle indennità, ma mensilmente ogni ammin i s t ra to re o rappre sentante dell'istituzione cittadina verserà volonta-riamente un contributo nel fondo comuna-le ed a fine anno col “tesoretto” raccolto si metteranno su carta le iniziative da seguire di interesse pubblico finanziate coi soldi dei politici. E, come detto, la minoranza ed in particolare Pasquale Chiacchio incassa poli-ticamente il risultato mentre la maggioran-za esce bene dalla prova dell'aula. L'unico ad uscire politicamente con le ossa rotte resta il consigliere del Pd Marco Mazza. In preda ad una crisi d'identità. Esce dal gruppo con-siliare del Pd ma resta nel Pd. Non fa parte d e l l a m a g g i o r a n z a e n e m m e n o dell'opposizione. Voterà atto per atto rispetto al programma elettorale. Questo ha dichiarato. Un “rompicapo” che diventa la sagra dell'incoerenza quando prima firma la proposta della minoranza sulla riduzione

rima la notizia. Un passo avan-

P ti consistente in merito alla riduzione dei costi della poli-tica. Alla fine ha prevalso, come spesso accade in questi

casi, una mediazione. E vincono tutti. La minoranza ha avuto il merito, attraverso un ordine del giorno proposto dal consigliere Pasquale Chiacchio, di sollevare la proble-matica chiedendo una sensibile riduzione degli stipendi di sindaco, assessori e la rinuncia dei gettoni di presenza destinati ai consiglieri comunali, e la maggioranza ha avuto il merito di presentare una proposta alternativa che se da un lato non soddisfa le minoranza al cento per cento, dall'altro for-nisce una prima risposta seria alla richiesta di riduzione dei costi della politica. In sostanza, il sindaco Cirillo ha elaborato la

25 Febbraio 201721

Pasticceria Francesco IazzettaVia Donadio, 250 • Cardito (NA) | Per prenotazioni 081.834.56.49

SE TI FERMI AL PRIMO SEI SENZA CUORE...

23

politicaCARDITO

il 50 per cento, ossia circa 6mila euro. In tutto parliamo di 28mila euro di entrate. E le spese? Bisogna sottrarre da quei 28mila euro in entrata nelle casse della collettività sem-plicemente 6mila euro relativi al costo dei parcometri annuo. Non ci sono altre spese. A differenza degli altri paesi che ricorrono alle “strisce blu” non c'è personale aggiuntivo da pagare, non ci sono ausiliari assunti attra-verso clientele da pagare. I controlli li effet-tua la polizia locale. L'incasso dai parcometri è compito del comandante dei caschi bian-chi in persona, Luigi Palumbo. Senza costi aggiuntivi. E se la matematica non è un'opinione il dato è tratto: 22mila euro l'anno netti che entrano nelle casse del Comune e possono essere spesi per la collet-tività. Si tratta delle cosiddette “entrate strutturali” che tutti i Comuni cercano di creare in un momento di crisi. Insomma, le amministrazioni migliori, quelle più effi-cienti puntano sulle entrate in proprio per tirare avanti. E in questo caso siamo di fron-te ad un vero e proprio successo. Senza spen-dere un euro. E senza mettere in moto mec-canismi clientelari.

L'assessore alla Polizia locale, Antonio Giangrande è diretto: “I dati parlano chiaro rispetto a chi offuscato dai fumi non riesce o non vuole chissà per quale interesse perso-nale guardare in faccia alla realtà – dichiara Giangrande -: l'esperimento delle “strisce blu” a Cardito è riuscito alla perfezione attraverso un sistema che porta soldi al Comune senza sostenere spese aggiuntive così come capita ovunque. E lo stesso vale per lo stadio “Vittorio Papa”. Il ragionamento è stato anche in questo caso chiaro: fino a quando a Cardito giocavano solo i carditesi e la struttura veniva frequentata solo dai car-ditesi, le strisce blu potevano anche non avere senso. Ma se la nostra struttura all'avanguardia, che tutti ci invidiano, è ormai frequentata da tifosi e sportivi prove-nienti da tutta la Campania, è giusto istitui-re un parcheggio a pagamento. Che porta soldi alla collettività.

La legge prevede che bisogna lasciare il 15 per cento di posti gratuiti. Nella “Slai” ne abbiamo lasciato il 90 per cento. E poi aspet-to l'incontro coi residenti perché se il pro-blema sono gli abitanti dei parchi che affac-ciano sullo spiazzale dello stadio la questio-ne non si pone: potremmo rilasciare come

di Vincenzo Fico

e buona amministrazioneComune un bollino residenti a quelle fami-glie per consentire loro, nonostante i posti gratuiti ci sono ovunque, anche di parcheg-giare sulle strisce blu gratuitamente. A dimo-strazione che la nostra priorità restano i cit-tadini intesi come collettività. I risultati par-lano chiarissimo almeno per qualunque per-sona sia intellettualmente onesta. Apprezzo l'operato del consigliere Chiacchio che cor-rettamente e con tanta onestà intellettuale si è fatto carico di una problematica di fron-te al malcontento di qualche famiglia. Insieme troveremo la soluzione anche per soddisfare i residenti ma allo stesso modo nessuno potrà mettere in discussione la bontà dei risultati che le strisce blu hanno prodotto per la collettività”.acile criticare, soprattutto per

F chi non è abituato a leggere una carta, a reperire un docu-mento, a capire l'argomento che intende affrontare per

informare i cittadini. Poi succede che i nume-ri emergono e la verità si ristabilisce da sola. “Strisce blu”, parcheggi a pagamento. L'amministrazione guidata dal sindaco Giu-seppe Cirillo, è partita istituendole davanti all'ingresso del “Parco Taglia”. Il rendiconto del 2016 è chiaro: 22mila euro incassate a monetine e 11350 euro provenienti dalle contravvenzioni. Di cui sono state incassate

Sorpresa! Nel 2016 le “strisce blu” hanno prodotto 22mila euro di entrate nelle casse dei cittadini

"Strisce blu"

25 Febbraio 2017

Edito da Associazione Mediterraneo e Cittàsede legale Corso Meridionale, 69 - Afragola (NA)

aut. del Trib. di Napoli n. 54 del 13/07/2009

Mosaico

[email protected]

Direttore responsabile: Antonio Auricchio

Comitato di redazione: Giovanni De Cicco,Veronica Di Palo,

Domenico Sepe, Vincenzo Fico.

Chiuso in tipografia il 21 Febbraio 2017 Tiratura: 5000 copie

Tuccillo Arti Grafiche SrlVia dell'Indipendenza, 37 - Afragola (NA)

Tel. 081 8601021 - Fax 081 8527473e-mail: [email protected]

PERIODICO DI ATTUALITÀ, POLITICA E CRONACA

MOSAICO

mosaico_periodico

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il 50 per cento, ossia circa 6mila euro. In tutto parliamo di 28mila euro di entrate. E le spese? Bisogna sottrarre da quei 28mila euro in entrata nelle casse della collettività sem-plicemente 6mila euro relativi al costo dei parcometri annuo. Non ci sono altre spese. A differenza degli altri paesi che ricorrono alle “strisce blu” non c'è personale aggiuntivo da pagare, non ci sono ausiliari assunti attra-verso clientele da pagare. I controlli li effet-tua la polizia locale. L'incasso dai parcometri è compito del comandante dei caschi bian-chi in persona, Luigi Palumbo. Senza costi aggiuntivi. E se la matematica non è un'opinione il dato è tratto: 22mila euro l'anno netti che entrano nelle casse del Comune e possono essere spesi per la collet-tività. Si tratta delle cosiddette “entrate strutturali” che tutti i Comuni cercano di creare in un momento di crisi. Insomma, le amministrazioni migliori, quelle più effi-cienti puntano sulle entrate in proprio per tirare avanti. E in questo caso siamo di fron-te ad un vero e proprio successo. Senza spen-dere un euro. E senza mettere in moto mec-canismi clientelari.

L'assessore alla Polizia locale, Antonio Giangrande è diretto: “I dati parlano chiaro rispetto a chi offuscato dai fumi non riesce o non vuole chissà per quale interesse perso-nale guardare in faccia alla realtà – dichiara Giangrande -: l'esperimento delle “strisce blu” a Cardito è riuscito alla perfezione attraverso un sistema che porta soldi al Comune senza sostenere spese aggiuntive così come capita ovunque. E lo stesso vale per lo stadio “Vittorio Papa”. Il ragionamento è stato anche in questo caso chiaro: fino a quando a Cardito giocavano solo i carditesi e la struttura veniva frequentata solo dai car-ditesi, le strisce blu potevano anche non avere senso. Ma se la nostra struttura all'avanguardia, che tutti ci invidiano, è ormai frequentata da tifosi e sportivi prove-nienti da tutta la Campania, è giusto istitui-re un parcheggio a pagamento. Che porta soldi alla collettività.

La legge prevede che bisogna lasciare il 15 per cento di posti gratuiti. Nella “Slai” ne abbiamo lasciato il 90 per cento. E poi aspet-to l'incontro coi residenti perché se il pro-blema sono gli abitanti dei parchi che affac-ciano sullo spiazzale dello stadio la questio-ne non si pone: potremmo rilasciare come

di Vincenzo Fico

e buona amministrazioneComune un bollino residenti a quelle fami-glie per consentire loro, nonostante i posti gratuiti ci sono ovunque, anche di parcheg-giare sulle strisce blu gratuitamente. A dimo-strazione che la nostra priorità restano i cit-tadini intesi come collettività. I risultati par-lano chiarissimo almeno per qualunque per-sona sia intellettualmente onesta. Apprezzo l'operato del consigliere Chiacchio che cor-rettamente e con tanta onestà intellettuale si è fatto carico di una problematica di fron-te al malcontento di qualche famiglia. Insieme troveremo la soluzione anche per soddisfare i residenti ma allo stesso modo nessuno potrà mettere in discussione la bontà dei risultati che le strisce blu hanno prodotto per la collettività”.acile criticare, soprattutto per

F chi non è abituato a leggere una carta, a reperire un docu-mento, a capire l'argomento che intende affrontare per

informare i cittadini. Poi succede che i nume-ri emergono e la verità si ristabilisce da sola. “Strisce blu”, parcheggi a pagamento. L'amministrazione guidata dal sindaco Giu-seppe Cirillo, è partita istituendole davanti all'ingresso del “Parco Taglia”. Il rendiconto del 2016 è chiaro: 22mila euro incassate a monetine e 11350 euro provenienti dalle contravvenzioni. Di cui sono state incassate

Sorpresa! Nel 2016 le “strisce blu” hanno prodotto 22mila euro di entrate nelle casse dei cittadini

"Strisce blu"

25 Febbraio 2017

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