O CAFFALE 2 L S - Marsilio Editori

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22 . NA CA CT MI RM LV nocroma e contornata da un bordo bianco (men- tre il colore viene ripreso in costa). La copertina di Al ristorante si rivela, invece (a proposito di eccentricità), un po’ fuori dai canoni della colla- na, dal momento che l’immagine, scelta dall’edi- tore, non è scontornata come d’abitudine. Studi culturali «per tutti i palati» e un libro appetitoso (per restare metaforicamente dalle parti del tema) in cui l’autore mescola la «Sto- ria» della cucina nella ristorazione e le storie di cuochi e di episodi più o meno noti che hanno lasciato una traccia – o una ricetta – importante. Una sorta di montaggio in parallelo di «cambi di paradigma» culinario, microstorie e aneddoti da leccarsi i baffi: dalla nascita del ristorante nella Parigi di fine Settecento (secondo alcuni, per ef- fetto dell’esercito di cuochi di corte ritrovatisi disoccupati dopo l’avvento della Rivoluzione) fi- no alla cucina postmoderna della Nouvelle cuisi- ne e di «Chez Panisse» di Alice Waters (il tempio Usa del cibo biologico). Ce n’è davvero per tutti i gusti, «McDonaldizzazione» compresa. «P uò più la gola della spada». E lo con- ferma, da ultima, la «storia cultura- le dalla pancia della modernità» dello storico dell’Università di Paderborn Christoph Ribbat, intitolata Al ristorante. Un libro brillante e «colorato» a partire dalla co- pertina, su cui campeggia il dipinto di Fortuna- to Depero Squisito al selz del 1926. Immagine promozional-artistica del Bitter Campari rea- lizzata dal pittore e illustratore futurista che legò indelebilmente il suo tratto alla bevanda e fu uno dei pionieri della comunicazione pubbli- citaria nell’Italia novecentesca. Un trionfo di cromatismi e geometrie, come da suo stile in- confondibile, nel quale la modernità – la ma- gnifica ossessione del futurismo – si declina nella vita quotidiana dei consumi ai tavolini di un caffè. La grafica è quella de «I nodi» (elaborazione dello Studio Tapiro di Venezia), una collana di saggistica che si ripromette di illuminare giu- stappunto alcuni nodi storiografici da angola- zioni «eccentriche» e non abituali; e che, sotto il profilo visivo, contempla il titolo sotto l’illustra- zione, con il nome della collana e il sommario nella parte inferiore della copertina, che è mo- Christoph Ribbat «Al ristorante» Marsilio, pp. 202, 16,50 La copertina I colori di Depero invitano al ristorante per tutti i palati «WARLOCK» DI OAKLEY HALL Lo sceriffo con le Colt d’oro mentando un mito in tempo quasi reale, un mito che nei decenni a venire sarebbe diventato un genere prima letterario e poi cinema- tografico. Lo stesso Warlock - uscito nel 1958, finalista Pulitzer in quell’anno, oggetto di ammirazione per giovani quali Thomas Pynchon allora ancora studenti ma destinati a un grande futuro - divenne presto un film, uno fra i più memorabili di quel periodo nonché uno degli ultimi western ancora ammantati di un’epica maestosa. Il declino della leggenda West è un motivo persistente del ro- manzo di Hall. Anziché distendersi nella vastità degli spazi aperti, l’azione è quasi interamente compressa nel piccolo abitato di War- lock, nella sua Main Street polverosa, all’interno di saloon e pen- sioni, all’ombra delle passerelle di legno. Le praterie, i canyon, le grandi distese selvagge, sembrano quasi stringere d’assedio la cit- tà, perché è da lì che arrivano i problemi, i delinquenti che impedi- scono una vita normale e pacifica. Similmente, Clay Blaisedell, l’imperscrutabile uomo dalle Colt col calcio d’oro assoldato per garantire l’ordine pubblico, è accer- chiato dal mito che avvolge la sua persona e non fa che portare ulte- riore linfa alla spirale di scontri e violenze. Warlock, straordinario affresco dell’America della frontiera, assume così i tratti di un gran- de romanzo sul senso della Storia, su come il ripetersi delle cose si ostini a ostacolare la voglia di riscatto degli uomini, sicché all’imma- ginaria città di Warlock non verrà neanche concesso di sopravvive- re come meta turistica. Diventerà un abitato fantasma. Il confine tra leggenda e polvere è talvolta sottile, se non inesistente. Tommaso Pincio, scrittore e saggista, è anche il traduttore di «Warlock» MASSIMILIANO P ANARARI 1 6 4 2 3 5 «Se si ama la vita non si legge». Era il peren- torio incipit di H.P Lo- vecraft, il «romanzo» che Houellebecq dedi- cò al genio (razzista) della letteratura fan- tastica. Le opere di Houellebecq sono in- vece l’esatta dimostrazione del contrario: che leggere può essere un piacevolissimo modo di amare la vita. In questo primo volume delle Opere trovate raccolti: Restare vivi; La ricerca della felicità; Estensione del dominio della lotta; Il senso della lotta; Le particelle elementari; Ri- nascita; Lanzarote. Provocazione e intelligen- za, allo stato puro. In un volumetto che sta co- modo in mano come un antico breviario. Angela Bruno 1 Opere/1 (1991-2000) di Michel Houellebecq Bompiani pp. 949,  35 Ernesto Preatoni ha inventato Sharm el- Sheik e altre cose in gi- ro per il mondo. Ora è in guerra con l’euro: dice che «l’Italia non uscirà dalla crisi fin- ché non uscirà dall’eu- ro» e percepisce «sem- pre più seguito nell’opinione pubblica, an- che se non nell’accademia». In realtà ha la comprensione anche di accademici come Paolo Savona che firma la prefazione a que- sto libro spiegando: «Non propongo di usci- re dall’euro ma di preparare un piano B nel- l’ipotesi che i fatti ci impongano di uscire». Luigi Grassia 2 8 cose che avevo previsto di Ernesto Preatoni Rubettino pp. 110, 10 A decenni dallo sgre- tolamento dell’Urss ci sono irriducibili che non si danno per vinti e vedono negli Stati Uniti ancora il glavnyj protivnik, il nemico nu- mero uno. L’orologio di una missione dimenti- cata, concepita dal capo del Kgb Jurji Adro- pov, riprende così a funzionare. Nel mirino c’è la Casa Bianca, il tallone d’Achille è na- scosto nelle fondamenta costituzionali degli Usa e nei segreti della Società dei Cincinna- ti, la più antica confraternita d’America. Cotton Malone, lo 007-libraio, deve fermare gli ultimi comunisti. E vincere le sue paure. Fabio Pozzo 3 Il giorno del giuramento di Steve Berry Nord pp. 460,  13,90 Aiuta a superare la paura delle elementari e fa sorridere anche i genitori la scuola in cui il bidello è un drago che ti fa arrosto se lo fai arrabbiare, si fa lezione solo nel buio della notte e sono molto apprezzate le puzze, la maleducazione e le peggiori schifez- ze, a iniziare dalla «torta tetra» donata all’ insegnante mannara. In gita scolastica gli alunni, orrendi mostriciattoli, scorgono un’orda di creature senza pelo né zanne, i bambinacci terrestri. E si scopre che gli uni non sono troppo diversi dagli altri. Giovanna Favro 4 Un’orrenda gita con la maestra mannara di Miriam Dubini, Piemme pp.160  9 La carriera di Orson Welles iniziò grazie a Ben Hecht che suggerì a quelli della Metro (in cerca d’un tipo esotico da accostare a Hedy Lamarr) un giovane attore di New York «che lavora in radio, con un’aria strana, misteriosa». Finì con i guardia- ni degli Studios che gli proibivano persino l’in- gresso dopo il flop dell’Infernale Quinlan. E si confessò in una fluviale intervista con Peter Bo- gdanovich che durò otto anni. Siamo a cavallo degli anni 70, lui, che aveva cambiato il cinema a 25 anni con Quarto potere, è ormai un’obesa icona che recita in film di ogni genere, serie B, e anche meno. Nel colloquio va a ruota libera, facendo della propria esistenza un immenso piano sequen- za che sale a vette siderali di successo e precipita in fallimenti e depressione. Creatività, amori con donne bellissime, sigari, set burrascosi, conoscen- ze con gangster, bevute, arte, produttori tiranni. Insomma tutto ciò che il cinema (o la vita) può contenere. Geniale. Con retrogusto amaro. Bruno Ventavoli Il cinema secondo Orson Welles di Peter Bogdanovic Il Saggiatore pp. 620,  26 L’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia è un uomo molto amato. Sua moglie Cinzia Sasso in un li- bro - dedica: «Alla mia metà del cielo» - racconta di una giornali- sta affermata che molla tutto per essere accanto al marito con importanti incarichi pubblici. «A un certo punto ho scoperto il “noi”. Che ti fa pensare prima all’altro, ai suoi bisogni, ai suoi desideri», scrive con leggerezza dopo una vita a inseguire chi stava sotto i riflettori, passando dall’altra parte senza perdere nulla. Destino di tutte le first lady di ogni mondo. Fabio Poletti 5 Moglie di Cinzia Sasso pref. di Natalia Aspesi Utet pp. 129,  14 Il commiato letterario di Ro- main Gary. La parola fine messa nera su bianco due giorni prima del letale colpo di pistola in rue de Bac, il 30 novembre 1980. Nel- le estreme pagine, il marito di Jean Seberg rivela chi si nascon- de sotto le pseudonimo di Emile Ajar, vincitore del Goncourt con La vita davanti a sé: lo stesso Gary. Che andandosene non manca di lamentare lo spegnersi della letteratu- ra: «Del fatto che abbia creduto - e abbia preteso - di essere un contributo allo sviluppo e al progresso del- l’uomo, non resta più neppure l’illusione lirica». Bruno Quaranta 6 Vita e morte di Emile Ajar di Romain Gary Neri Pozza pp. 124,  12 L O  S CAFFALE TOMMASO PINCIO SEGUE DA PAGINA 21

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NA CA CT MI RM LV

nocroma e contornata da un bordo bianco (men-tre il colore viene ripreso in costa). La copertinadi Al ristorante si rivela, invece (a proposito dieccentricità), un po’ fuori dai canoni della colla-na, dal momento che l’immagine, scelta dall’edi-tore, non è scontornata come d’abitudine.

Studi culturali «per tutti i palati» e un libroappetitoso (per restare metaforicamente dalleparti del tema) in cui l’autore mescola la «Sto-ria» della cucina nella ristorazione e le storie dicuochi e di episodi più o meno noti che hannolasciato una traccia – o una ricetta – importante.Una sorta di montaggio in parallelo di «cambi diparadigma» culinario, microstorie e aneddoti daleccarsi i baffi: dalla nascita del ristorante nellaParigi di fine Settecento (secondo alcuni, per ef-fetto dell’esercito di cuochi di corte ritrovatisidisoccupati dopo l’avvento della Rivoluzione) fi-no alla cucina postmoderna della Nouvelle cuisi-ne e di «Chez Panisse» di Alice Waters (il tempioUsa del cibo biologico). Ce n’è davvero per tutti igusti, «McDonaldizzazione» compresa.

«Può più la gola della spada». E lo con-ferma, da ultima, la «storia cultura-le dalla pancia della modernità»

dello storico dell’Università di Paderborn Christoph Ribbat, intitolata Al ristorante. Unlibro brillante e «colorato» a partire dalla co-pertina, su cui campeggia il dipinto di Fortuna-to Depero Squisito al selz del 1926. Immaginepromozional-artistica del Bitter Campari rea-lizzata dal pittore e illustratore futurista chelegò indelebilmente il suo tratto alla bevanda efu uno dei pionieri della comunicazione pubbli-citaria nell’Italia novecentesca. Un trionfo dicromatismi e geometrie, come da suo stile in-confondibile, nel quale la modernità – la ma-gnifica ossessione del futurismo – si declinanella vita quotidiana dei consumi ai tavolini diun caffè.

La grafica è quella de «I nodi» (elaborazionedello Studio Tapiro di Venezia), una collana di

saggistica che si ripromette di illuminare giu-stappunto alcuni nodi storiografici da angola-zioni «eccentriche» e non abituali; e che, sotto ilprofilo visivo, contempla il titolo sotto l’illustra-zione, con il nome della collana e il sommario nella parte inferiore della copertina, che è mo-

Christoph Ribbat«Al ristorante»

Marsilio, pp. 202, € 16,50

La copertina

I colori di Deperoinvitano al ristoranteper tutti i palati

«WARLOCK» DI OAKLEY HALL

Lo sceriffo con le Colt d’oro

mentando un mito in tempo quasi reale, un mito che nei decenni avenire sarebbe diventato un genere prima letterario e poi cinema-tografico. Lo stesso Warlock - uscito nel 1958, finalista Pulitzer in quell’anno, oggetto di ammirazione per giovani quali Thomas Pynchon allora ancora studenti ma destinati a un grande futuro - divenne presto un film, uno fra i più memorabili di quel periodo nonché uno degli ultimi western ancora ammantati di un’epica maestosa.

Il declino della leggenda West è un motivo persistente del ro-manzo di Hall. Anziché distendersi nella vastità degli spazi aperti,

l’azione è quasi interamente compressa nel piccolo abitato di War-lock, nella sua Main Street polverosa, all’interno di saloon e pen-sioni, all’ombra delle passerelle di legno. Le praterie, i canyon, le grandi distese selvagge, sembrano quasi stringere d’assedio la cit-tà, perché è da lì che arrivano i problemi, i delinquenti che impedi-scono una vita normale e pacifica.

Similmente, Clay Blaisedell, l’imperscrutabile uomo dalle Coltcol calcio d’oro assoldato per garantire l’ordine pubblico, è accer-chiato dal mito che avvolge la sua persona e non fa che portare ulte-riore linfa alla spirale di scontri e violenze. Warlock, straordinario affresco dell’America della frontiera, assume così i tratti di un gran-de romanzo sul senso della Storia, su come il ripetersi delle cose si ostini a ostacolare la voglia di riscatto degli uomini, sicché all’imma-ginaria città di Warlock non verrà neanche concesso di sopravvive-re come meta turistica. Diventerà un abitato fantasma. Il confine tra leggenda e polvere è talvolta sottile, se non inesistente.Tommaso Pincio, scrittore e saggista, è anche il traduttore di «Warlock»

MASSIMILIANO PANARARI

1 6

4

2

3

5

«Se si ama la vita non si legge». Era il peren-torio incipit di H.P Lo-vecraft, il «romanzo» che Houellebecq dedi-cò al genio (razzista) della letteratura fan-tastica. Le opere di Houellebecq sono in-vece l’esatta dimostrazione del contrario: che leggere può essere un piacevolissimo modo di amare la vita. In questo primo volume delle Opere trovate raccolti: Restare vivi; La ricerca della felicità; Estensione del dominio della lotta; Il senso della lotta; Le particelle elementari; Ri-nascita; Lanzarote. Provocazione e intelligen-za, allo stato puro. In un volumetto che sta co-modo in mano come un antico breviario.

Angela Bruno

1Opere/1

(1991­2000)di Michel Houellebecq

Bompianipp. 949, € 35

Ernesto Preatoni hainventato Sharm el-Sheik e altre cose in gi-ro per il mondo. Ora èin guerra con l’euro:dice che «l’Italia nonuscirà dalla crisi fin-ché non uscirà dall’eu-ro» e percepisce «sem-pre più seguito nell’opinione pubblica, an-che se non nell’accademia». In realtà ha lacomprensione anche di accademici comePaolo Savona che firma la prefazione a que-sto libro spiegando: «Non propongo di usci-re dall’euro ma di preparare un piano B nel-l’ipotesi che i fatti ci impongano di uscire».

Luigi Grassia

28 cose che

avevo previstodi Ernesto Preatoni

Rubettinopp. 110, € 10

A decenni dallo sgre-tolamento dell’Urss cisono irriducibili chenon si danno per vintie vedono negli StatiUniti ancora il glavnyjprotivnik, il nemico nu-mero uno. L’orologio diuna missione dimenti-cata, concepita dal capo del Kgb Jurji Adro-pov, riprende così a funzionare. Nel mirinoc’è la Casa Bianca, il tallone d’Achille è na-scosto nelle fondamenta costituzionali degliUsa e nei segreti della Società dei Cincinna-ti, la più antica confraternita d’America.Cotton Malone, lo 007-libraio, deve fermaregli ultimi comunisti. E vincere le sue paure.

Fabio Pozzo

3Il giorno

del giuramentodi Steve Berry

Nordpp. 460, € 13,90

Aiuta a superare la paura delle elementari e fa sorridere anche i genitori la scuola incui il bidello è un drago che ti fa arrosto se lo fai arrabbiare, si fa lezione solo nel buiodella notte e sono molto apprezzate le puzze, la maleducazione e le peggiori schifez-ze, a iniziare dalla «torta tetra» donata all’ insegnante mannara. In gita scolastica gli alunni, orrendi mostriciattoli, scorgono un’orda di creature senza pelo né zanne,i bambinacci terrestri. E si scopre che gli uni non sono troppo diversi dagli altri.

Giovanna Favro

4Un’orrenda gita con la 

maestra mannaradi Miriam Dubini, Piemme

pp.160 € 9

La carriera di Orson Welles iniziò grazie a Ben Hecht che suggerì a quelli della Metro (in cerca d’un tipo esotico da accostare a Hedy Lamarr) un giovane attore di New York «che lavora in radio, con un’aria strana, misteriosa». Finì con i guardia-ni degli Studios che gli proibivano persino l’in-gresso dopo il flop dell’Infernale Quinlan. E si confessò in una fluviale intervista con Peter Bo-gdanovich che durò otto anni. Siamo a cavallo degli anni 70, lui, che aveva cambiato il cinema a 25 anni con Quarto potere, è ormai un’obesa icona che recita in film di ogni genere, serie B, e anche meno. Nel colloquio va a ruota libera, facendo della propria esistenza un immenso piano sequen-za che sale a vette siderali di successo e precipita in fallimenti e depressione. Creatività, amori con donne bellissime, sigari, set burrascosi, conoscen-ze con gangster, bevute, arte, produttori tiranni. Insomma tutto ciò che il cinema (o la vita) può contenere. Geniale. Con retrogusto amaro.

Bruno Ventavoli

Il cinema secondo Orson Welles

di Peter BogdanovicIl Saggiatore

pp. 620, € 26

L’ex sindaco di Milano GiulianoPisapia è un uomo molto amato.Sua moglie Cinzia Sasso in un li-bro - dedica: «Alla mia metà delcielo» - racconta di una giornali-sta affermata che molla tuttoper essere accanto al marito conimportanti incarichi pubblici.«A un certo punto ho scoperto il“noi”. Che ti fa pensare prima all’altro, ai suoi bisogni,ai suoi desideri», scrive con leggerezza dopo una vita ainseguire chi stava sotto i riflettori, passando dall’altraparte senza perdere nulla. Destino di tutte le first ladydi ogni mondo.

Fabio Poletti

5Moglie

di Cinzia Sassopref. di Natalia Aspesi

Utetpp. 129, € 14

Il commiato letterario di Ro-main Gary. La parola fine messanera su bianco due giorni primadel letale colpo di pistola in ruede Bac, il 30 novembre 1980. Nel-le estreme pagine, il marito diJean Seberg rivela chi si nascon-de sotto le pseudonimo di EmileAjar, vincitore del Goncourt conLa vita davanti a sé: lo stesso Gary. Che andandosenenon manca di lamentare lo spegnersi della letteratu-ra: «Del fatto che abbia creduto - e abbia preteso - diessere un contributo allo sviluppo e al progresso del-l’uomo, non resta più neppure l’illusione lirica».

Bruno Quaranta

6Vita e mortedi Emile Ajar

di Romain GaryNeri Pozza

pp. 124, € 12

LO SCAFFALE

TOMMASO PINCIO

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