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L’Editoriale Quanta passione raccontata dal cinema e ci sono pure le regole del galateo L’Ies rivela: quattro italiani su cinque tradiscono d’estate grazie anche alle nuove tecnologie. Il pretesto? L’assenza del partner Sapore di sale, sapore di mare. Quando il corteg- giamento in spiaggia era forse più romantico. Anni ‘60, naturalmente, i meravigliosi anni ‘60. Anda- vi con la famiglia o, se ti sentivi particolarmente adulto, da solo in vacanza. Alloggiavi nella stessa pensione, rivedevi la stessa comitiva di amici di 12 mesi prima. un universo di notizie SMO C il O www.il-cosmo.com Eventi Film, mostre ed eventi da non perdere! continua 2 di Michela Trada n°XXIII 26/07/2018 In fase di registrazione presso il tribunale di Vercelli Editore: il Cosmo SRL via degli Oldoni 14, Vercelli. Direttore responsabile: Michela Trada Amori da spiaggia: da sapore di mare ai social network L’uomo che morì due volte Rubrica Quando la bellezza va oltre la disabilità di Sabrina Falanga pag. 14 Non si tratta del sequel del- la celeberrima pellicola cine- matografica targata Alfred Hitchcock con protagonisti Kim Novak e James Stewart, bensì della triste realtà cui siamo stati tutti spettatori ne- gli ultimi giorni. Sergio Mar- chionne, infatti, non è man- cato “biologicamente” ieri, mercoledì 25 luglio, bensì lu- nedì quando tutti i quotidiani piu’ importanti del panorama italiano hanno riservato al ge- neral manager di Fca un cocco- drillo di altri tempi. Marchion- ne è morto prima sui mass media e sui social network e poi nella realtà. Nel giro di 48 ore, sul manager è stato scritto di tutto tra cui i soliti commen- ti poco nobili su Facebook dei noti leoni da tastiera. Amato o meno, per Marchionne parla- no i fatti: con lui al comando l’azienda torinese ha saputo risorgere dalle proprie ceneri diventando una realtà mon- diale affermata (attraversan- do non sempre momenti tut- ti rosa e fiori). Il bollettino medico ufficiale di ieri non ci ha però lasciato interdetti in quanto oramai il funerale del dirigente in maglioncino era già stato celebrato da un pezzo. Diritto di cronaca, for- se. Di certo c’è soltanto che la morte non risparmia nessuno anche se alcuni decessi fanno piu’ rumore di altri e neanche in questo caso possiamo dire di essere tutti uguali. Sport Lucia, la giovane promessa del lancio del martello di Deborah Villarboito pag. 18 Intervista Virginia, vincente ai campionati italiani, si racconta Deborah Villarboito pag.19 Intervista Aldo Noce, campione sul ring e nella vita di Deborah Villarboito pag.20 Rubrica La polvere sui libri: e Outsider di Fabiana Bianchi pag.17 Intervista esclusiva ad Emma Bonino di Federico Bodo pag.10 “Dobbiamo ritornare ad essere umani” di Sara Brasacchio guarda il video

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L’Editoriale

Quanta passione raccontata dal cinema e ci sono pure le regole del galateo

L’Ies rivela: quattro italiani su cinque tradiscono d’estate grazie anche alle nuove tecnologie. Il pretesto? L’assenza del partner

Sapore di sale, sapore di mare. Quando il corteg-giamento in spiaggia era forse più romantico. Anni ‘60, naturalmente, i meravigliosi anni ‘60. Anda-vi con la famiglia o, se ti sentivi particolarmente adulto, da solo in vacanza. Alloggiavi nella stessa pensione, rivedevi la stessa comitiva di amici di 12 mesi prima.

un universo di notizieSMOCil O

www.il-cosmo.com

EventiFilm, mostre ed eventi danon perdere!

continua 2

di Michela Trada

n°XXIII 26/07/2018

In fase di registrazione presso il tribunale di VercelliEditore: il Cosmo SRL via degli Oldoni 14, Vercelli. Direttore responsabile: Michela Trada

Amori da spiaggia: da sapore di mare ai social network

L’uomo che morì due volte

Rubrica

Quando la bellezza va oltre la disabilitàdi Sabrina Falanga

pag. 14

Non si tratta del sequel del-la celeberrima pellicola cine-matografica targata Alfred Hitchcock con protagonisti Kim Novak e James Stewart, bensì della triste realtà cui siamo stati tutti spettatori ne-gli ultimi giorni. Sergio Mar-chionne, infatti, non è man-cato “biologicamente” ieri, mercoledì 25 luglio, bensì lu-nedì quando tutti i quotidiani piu’ importanti del panorama italiano hanno riservato al ge-neral manager di Fca un cocco-drillo di altri tempi. Marchion-ne è morto prima sui mass media e sui social network e poi nella realtà. Nel giro di 48 ore, sul manager è stato scritto di tutto tra cui i soliti commen-ti poco nobili su Facebook dei noti leoni da tastiera. Amato o

meno, per Marchionne parla-no i fatti: con lui al comando l’azienda torinese ha saputo risorgere dalle proprie ceneri diventando una realtà mon-diale affermata (attraversan-do non sempre momenti tut-ti rosa e fiori). Il bollettino medico ufficiale di ieri non ci ha però lasciato interdetti in quanto oramai il funerale del dirigente in maglioncino era già stato celebrato da un pezzo. Diritto di cronaca, for-se. Di certo c’è soltanto che la morte non risparmia nessuno anche se alcuni decessi fanno piu’ rumore di altri e neanche in questo caso possiamo dire di essere tutti uguali.

Sport

Lucia, la giovane promessa del lancio

del martellodi Deborah Villarboito

pag. 18

IntervistaVirginia, vincente ai

campionati italiani, si racconta

Deborah Villarboito pag.19

IntervistaAldo Noce,

campione sul ring e nella vita

di Deborah Villarboito pag.20

RubricaLa polvere sui libri:

The Outsider

di Fabiana Bianchi pag.17

Intervista esclusiva ad Emma Bonino di Federico Bodo pag.10

“Dobbiamo ritornare ad essere umani”di Sara Brasacchio guarda il video

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Compresa lei, quella che ti faceva batte-re forte il cuore già l’anno prima. C’era il juke box, il bagnino che si arrabbia-va per gli scherzi. Il primo bacio sotto la luna. Le corse in motorino. Le feste, i falò.

A un certo punto del ciclo della Terra sono comparsi aggeggi ben diversi per divertirsi. Anni ‘80. Pupo canta ‘Gelato al cioccolato’. Si va ancora al mare, ma non più sulla 500 o sulla 600. Si va in spiaggia da soli. Le ragazze indossano il bikini. Va di moda anche il topless (ma tra le donne più grandi). Le feste diven-tano più caotiche. Non sempre si ritro-va la stessa compagnia di amici dell’an-no prima. E neanche la stessa ragazza. E allora, ogni estate, si sfodera il meglio del repertorio per corteggiare una di-versa. Magari la straniera di turno, che vuole solo divertirsi.

Passano altri 20 anni e siamo in spiag-gia con i telefonini. Ci si dà appunta-mento via sms. Il juke box è un pezzo da museo, lo stabilimento non è più a con-duzione familiare. Corteggiare è molto più difficile. Se si fa, si aspetta la sera in discoteca. Jovanotti illumina con le sue note i mesi di giugno, luglio e ago-sto. Ragazze e ragazzi non sono più in

vacanza con le famiglie. All’albergo o pensione si preferisce il campeggio. O il bed and breakfast.

Ancora (quasi) 20 anni e il corteggia-mento estivo è quasi dimenticato. Al mare si continua come sulla terraferma durante l’inverno. Scrivendo, consul-tando lo smartphone. Niente più gio-co delle biglie in spiaggia con gli amici, pure il bigliardino è dimenticato. Chi ha i muscoli e i tatuaggi li mostra come fos-se un pavone che fa la ruota. Ma non agli altri bagnanti, bensì ai frequentatori dei social. E’ lì che si corteggia. Che nasce la storia. Tutto molto virtuale. C’è Va-sco, una delle poche cose che non sono cambiate dagli anni ‘80 in poi. Un po’ di nostalgia viene, inutile nasconder-lo. Quando la ragazza era scortata dal fratello o dai genitori e avvicinarla era molto complicato. Allora dovevi escogi-tare il tuffo al momento giusto. Ma tutto cambia, tutto scorre. Anche i metodi di corteggiamento.

Vuoi rimorchiare in spiaggia? Allora usa le armi giuste. Non sgarrare o riceverei tanti no, tanti due di picche. Vuoi sapere quali sono i giusti metodi di approccio? Leggi e poi metti in pratica. Ricorda che la spiaggia può essere una giungla, con tanti scimpanzé, ops, uomini, a caccia di una creatura femminile. Se vuoi emerge-re, attento a puntare tutto sul fisico. Ma-gari hai fatto dieta, pesi, palestra, nuoto per avere la tartaruga e lei neanche se ne accorge. Quello che devi comunicare è che sei sicuro e consapevole delle tue capacità, non l’arroganza del palestrato.

Se vuoi intenerire, niente è meglio che scendere in spiaggia con il tuo cane. È ormai considerata un’arma universale di rimorchio, che sia al parco sotto casa o al mare. Agli occhi di lei, sarai pater-no, cioè ti potrà vedere come il padre dei suoi futuri figli. Tieni alla larga i discor-si troppo seri, non farti vedere triste o apatico. Brillantezza e spirito possono fare la differenza, in particolare se il viso non ti sostiene a dovere. L’autoironia può polverizzare la presenza di altri si-mili, più abbronzati e belli, intorno alla principessa sul lettino.

Al mare ci sono tramonti particolarmen-te affascinanti. Portala a fare una pas-

seggiata, organizza una cena in spiaggia proprio quando il sole si sta per nascon-dere. Ed è il momento in cui puoi pure trovare il coraggio per dichiararti. Se invece vuoi essere ancora più diretto, proponi alla tua vicina di ombrellone di metterle la crema solare sulla schiena, dove lei proprio non arriva. Solo e sol-tanto per evitare che si scotti. Sarà il pri-mo contatto fisico. Sfruttalo bene se ti dice di sì. Se la vedi intenta a leggere un libro, parlagliene (senza svelarle il fina-le, possibilmente). Oppure chiedi infor-mazioni, fatti vedere incuriosito. A patto che tu sappia di cosa stai parlando.

Il caldo si fa sentire? Offrile un gelato o una bibita fresca. Se non è il primo ap-proccio, puoi provare a invitarla a cena o per un cocktail. Porta lo stereo in spiag-gia, alle ragazze solitamente piace bal-lare. O porta la chitarra, se sai suonare: è un’arma quasi infallibile. Puoi prova-re ad arrivare a lei per vie indirette, cioè diventando amico dei suoi amici. L’im-portante è che non diventi amico con lei, altrimenti è finita. Preparati a una vacanza di confidenze e basta. Infine, magari per Ferragosto, organizza una festa con i falò in spiaggia. E mentre gli altri parlano davanti al fuoco, puoi ap-partarti con lei.

di Alessandro Pignatelli

Attualità

Come rimorchiarla in spiaggia

di Alessandro Pignatelli

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Esiodo era convinto che, con l’arrivo dell’estate, le mogli diventassero tutte calde mentre i mariti erano fiacchi. Il ri-medio? Il vino di Biblo e un luogo ripa-rato all’ombra. Stessa convinzione per il poeta Alceo: le donne, in agosto, era-no piene di desiderio mentre gli uomini perdevano vigore. Per chi non lo sapes-se, Esiodo era un poeta della Grecia an-tica, il che ci porta a dire che già allora l’estate e la vita di coppia erano fonte di riflessione. Il vino di Biblo, città fenicia, è invece considerato l’antenato del mo-scato di Siracusa.

Dunque, ricapitolando, secondo i due poeti accadeva ciò che, nell’era moderna, pare essere invece vero, ma al contrario. E non solo d’estate. Parliamo del ‘mal di testa’ strategico della donna e della vi-goria continua dell’uomo. In realtà, la stagione calda porta maggior desiderio in ambedue i sessi, ma l’uomo pare non sia soddisfatto. Perlomeno uno su due. Alcuni studi hanno chiarito infatti che il 50 per cento, in estate, vorrebbe aumen-tare la frequenza dei rapporti sessuali con la moglie, avere più partner sessuali

Ma se invece vuoi rimorchiare lui in spiaggia? Anche in questo caso, ti pos-siamo dare dei saggi consigli. Puoi deci-dere di fare jogging o di fingere di farlo. Arrivando davanti a lui, lo sorpassi e gli sorridi. Oppure fai finta di cadere ai suoi piedi mentre stai correndo, facendoti aiutare a tirarti su. A quel punto, puoi fermarti, scusarti e magari iniziare una conversazione. Puoi anche non fare lo sforzo di mettere le scarpe da ginnastica e fare finta di correre. Passa davanti a lui e sorridi.

Ma se lui non è un tipo da ombrellone, ma da acqua? Non puoi far altro che entra-re anche tu in mare. Puoi sfidarlo a una nuotata, magari a metà strada fingere di essere troppo stanca. Lui si muoverà a pietà e ti porterà al sicuro, in spiaggia. Qui potrete scambiarvi i numeri di tele-fono. C’è anche l’ipotesi di sederti sullo scoglio e, appena lui ti vede, sorridergli.

Se lui è attorniato da amici, non fare la timida. Infilati tra di loro e chiedigli se ha da accendere. Ricorda di guardarlo fisso negli occhi. Anche se non fumi, fa niente. Chiedigli un’indicazione strada-le, dove si trova la stazione ferroviaria,

e rapporti occasionali di quanti ne desi-derino le donne. Non solo: in estate, gli uomini farebbero maggior uso dell’au-toerotismo rispetto alle donne. Quindi, i ruoli si sono rovesciati? O fa parte solo di una credenza?

Qui va chiarito scientificamente il mec-canismo del desiderio maschile e femmi-nile. Quello del maschio è una pulsione che proviene dall’interno, quello della femmina viene più che altro provocato, spesso anche dalla voglia e dall’eccita-zione dell’altro. O da un contesto favo-revole, magari rilassato ma pure un po’ pericoloso. Le donne constatano che il desiderio sessuale si sviluppa in prima-vera, ma devono attendere l’estate che è il momento in cui sboccia quello del compagno. Chissà, a forza di attendere, probabilmente se lo fanno passare. O cercano qualcuno che invece abbia avu-to un risveglio dei sensi anticipato.

il meccanico più vicino. Non solo ti farai notare, ma gli darai la possibilità di es-sere utile, gli farai sfoggiare le sue cono-scenze, cosa che al maschio piace. Come per un uomo con una donna, anche tu puoi proporti per spalmargli sulla schie-na la crema abbronzante. Puoi anche dirgli che secondo te si sta scottando e dirgli che tu hai un flacone di crema per lui.

Se lui sta giocando a calcetto, c’è poco che puoi fare, se non attendere che finisca. Difficilmente, infatti, ti noterebbe anche se passassi davanti nuda. Puoi fare la ti-fosa a bordo campo, applaudendo e fa-cendo il tifo per lui. Se invece lui sta leg-gendo un libro, passagli davanti facendo finta di star parlando al telefonino, che gli farà ombra a un certo punto. Così lui alzerà lo sguardo et voilà. Infine, se sta facendo windsurf, fagli quante più foto puoi. Quando torna a riva, mostragliele. E digli che gliele vuoi inviare, così avrai il suo numero di telefono.

di Alessandro Pignatelli

di Alessandro Pignatelli

Attualità

Sesso d’estate: l’ uomo si risveglia, la donna meno

Come rimorchiare lui in spiaggia

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Attualità

di Alessandro Pignatelli

di Alessandro Pignatelli

‘D’agosto, moglie mia non ti conosco’. Ma al posto di ‘moglie’ potremmo metterci ‘marito’. Così come fidanzato e compa-gno. L’estate è il tempo dei tradimenti. Ma perché? Perché viene concepito come momento di svago, di evasione, di diver-timento. La visione dei corpi semi nudi, poi, stimola il desiderio. E sentendosi più osservati, ci si sente più desiderati. Facile dunque finire tra le braccia di chi non è nostro intimo amico (almeno fino ad allora).Secondo uno studio dell’Istituto di Evo-luzione Sessuale di Milano (IES), svolto su 3 mila persone (uomini e donne tra 18 e 50 anni), il tradimento estivo è una cer-tezza per quattro su cinque. Il 52% degli uomini e il 33% delle donne è convinto si tratti esclusivamente di una sorta di incantesimo erotico tipico della stagione calda. Per il 33% dei maschi, la visione dei corpi nudi (o quasi) invoglia al tra-dimento. Il 40% delle femmine cede sol-tanto se l’incontro le fa sentire davvero speciali e desiderate.Alberto Caputo, direttore scientifico del-lo IES, dice: “Gli uomini usano di più la vista, hanno bisogno di stimoli concreti e definiti. Le donne hanno maggiormente bisogno di essere corteggiate e poi sedot-te”.Il 65% pensa che si tradisca perché il partner è lontano. Da soli, si approfitta

Siete in spiaggia e volete comportarvi come si deve. Seguite allora questa piccola guida al galateo. Iniziamo con la grazia che viene riconosciuta alle donna. E che non può man-care quando si tratta di mettersi olio o cre-ma abbronzante. Non usate lo spruzzino da giardino, meglio una crema. Qualcuno po-trebbe pensare, erroneamente, che gli sta-te lanciando un messaggio sessuale con lo spruzzino. Come mettere la crema? Parten-do dalla caviglia e risalendo, possibilmente con due unghie super laccate.

Non mettetevi assolutamente a novanta gra-di per far aderire meglio la crema sul lato B. Pure quando arrivate al decolleté, serve grazia e non volgarità. Massaggiate senza strofinare il seno sotto il costume. Già gli uomini interpretano tutto come se fosse le-gato al sesso, se poi voi agite in modo così superficiale non stupitevi delle reazioni di chi vi sta attorno. È praticamente certo che un uomo vi stia guardando mentre leccate un cono gelato. È sufficiente non farlo in modo sguaiato o troppo sexy, da pornostar per intenderci. Pure il ghiacciolo va morso lateralmente.

Ora passiamo all’acqua. Quando uscite, spingete indietro i capelli per somigliare più a una sex bomb che a un cane bagnato che sta facendo capolino dal mare. Se arrivate in spiaggia e non avete ancora indossato il

della situazione, insomma. Un 33% af-ferma che tradirebbe comunque, anche se non fosse solo. Tre su cinque sono donne, quindi attenzione a dire che sono soprattutto i maschi a mettere le corna. Appena il 30% degli uomini e il 48% del-le donne pensa che la ragione più natura-le del tradimento sia un momento di crisi nella coppia.Ma chi l’oggetto del desiderio? Il bagni-no non è più così ricercato (solo il 2%). Al 3% piace l’istruttore di surf. Ma l’anima-tore turistico continua a essere in cima alla classifica dell’attrazione. L’uomo mette al primo posto la bella turista soli-taria. Per fare nuovi incontri, gli uomini puntano sul locale notturno, le donne sul viaggio. Chi rimane da solo in città, non disdegna la collega. Con la casa libera...Per il 36% un’avventura estiva resta solo un’avventura, anche se il 25% prosegui-rebbe la relazione con l’amante pure dopo la fine della vacanza. Il 20% delle donne e l’11% degli uomini pensa che la scap-patella da vacanza possa diventare una storia d’amore. Il 64% pensa comunque che la scappatella sia un tradimento vero e proprio. Per un 24% è tale solo se la fre-quentazione prosegue a vacanza finita. Il 15% degli uomini e il 9% delle donne è convinto che fare sesso con un altro tra giugno e settembre non incida sulla vita di coppia.

Infine, il 74% degli intervistati nega una volta scoperto. Le donne sono più pro-pense a confessare (20%), ma soltanto se lo ammetter anche il partner. Il 10% degli uomini farebbe la stessa cosa con la confessione dell’altra. Soltanto il 15% de-gli uomini è disposto a perdonare un tra-dimento, così come il 10% delle donne. Si tradisce con fin troppa facilità, dunque, ma il perdono poi arriva molto raramen-te.

costume, cominciate a spogliarvi partendo dalla parte superiore. A proposito, lo sape-vate che i costumi interi o i cosiddetti trichi-ni sono più intriganti dei due pezzi?

C’è il galateo anche per gli uomini, natural-mente. Non addormentatevi con le gambe aperte. Ci sarà sempre una donna che vi sta guardando e potrebbe fare commenti catti-vi con le amiche. La crema abbronzante va data in modo energico, non tentennate. Sia-te maschio alfa. Non depilatevi, da nessuna parte. La donna vuole il maschio, non l’uo-mo glabro. Per ingolosire la lei di turno, al ristorante giocate un po’ con la forchetta e gli spaghetti al pomodoro e i frutti di mare. Pare che alle donne piaccia immaginare che la lingua la sapete usare bene dappertutto.

Mi raccomando, uomini in spiaggia, non state spiaggiati sotto l’ombrellone a guarda-re il telefonino. Piuttosto leggete o fate fin-ta, guardando le figure. Quando arrivate alla doccia, fate i cavalieri e fate passare prima le donne. Il costume? Pare sia più sexy quello da surfista. Infine, un consiglio che vale per tutti. Le donne stanno sui lettini a chattare, non fate i vitelloni che ormai sono spariti. Potete offrire una granita, stupendo l’altra. Se siete già in coppia, beh, di certo non do-vete flirtare. Non lo dice solo il galateo.

Ti tradisco d’estate che tanto non conta

Galateo da spiaggia per lei e per lui

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di Alessandro Pignatelli

di Alessandro Pignatelli

Patrick Swayze e Jennifer Grey sono i protagoni-sti di ‘Dirty Dancing’, forse uno dei più romantici film sugli amori estivi visti al cinema. Uscito nel 1987, ogni tanto viene riproposto in televisione e ottiene sempre successo. Chi non avrebbe voluto un animatore estivo, nel proprio villaggio, come l’attore protagonista? Non tutti sanno, forse, che questa pellicola è stata girata con un budget limi-tatissimo. Al botteghino, poi, ha sbancato. ‘(I’ve Had) The Time of My Life’, colonna sonora e bra-no portante di ‘Dirty Dancing’, quell’anno portò a casa Oscar e Golden Globe.

Volete piangere un po’? Allora dovete cercare ‘I passi dell’amore – A Walk to Remember’, storia estiva interpretata da Shane West e Mandy Moo-re, datata 2002 e tratto da un romanzo di Nicholas Sparks. I protagonisti? Un liceale super gettona-to e un po’ scapestrato e una ragazza semplice e profonda. Si emozioneranno sia gli adolescenti sia gli adulti. Restiamo sotto il sole caldo con un’altra pellicola tratta da un romanzo di Nicholas Spar-ks: ‘Le pagine della nostra vita’. Film del 2004, am-bientato però negli Anni Quaranta. I protagonisti sono Ryan Gosling e Rachel McAdamas. Tra l’al-tro, i due attori nella vita reale successivamente si sono fidanzati davvero e sono rimasti insieme per

D’estate si fa più sesso. Non è una leg-genda. C’entra, ma non è l’unica causa, il mettere maggiormente in mostra il pro-prio fisico. In vacanza lo stress diminui-sce, c’è più tempo per pensare a se stessi e per guardarsi intorno. I freni inibitori vengono meno. La scienza è intervenuta per spiegare perché ci si accoppi di più quando fa più caldo. Più esattamente, sono stati i ricercatori dello State Hospi-tal di Boston a dircelo.

Il sole, in estate, raddoppia i livelli di te-stosterone, facendo dunque aumenta-re la libido. Perché? Perché i raggi sola-ri fanno aumentare la produzione della vitamina D, dunque anche dell’ormo-ne. Poco romantico? Beh, ma qui non si parla di romanticismo. Il sesso, a sua volta, porta indubbi benefici al fisico. Fa da scudo e protegge il cuore e l’apparato cardiovascolare. Anche in questo caso, ci sono solide basi scientifiche dietro.

La Queen University di Belfast ha con-statato che fare sesso almeno tre volte alla settimana dimezza il rischio di infar-to o ictus. Uno studio condotto in Isra-ele ha scoperto che le donne che hanno

un po’.

Un grande classico è ‘Vacanze romane’. Indimen-ticabile, del 1953. Attori Gregory Peck e Audrey Hepburn. Proprio questo film renderà famosa (e immortale) Audrey. La storia di Cenerentola al contrario. Qui è la donna la principessa che si in-namora di un giornalista ‘normale’. Passiamo a ‘Vi-cky Cristina Barcelona’, con due attori sex symbol come Javier Bardem e Penelope Cruz. Regista Wo-ody Allen. Esce nel 2008 e, più che una storia esti-va, è una pellicola che si svolge d’estate a Barcello-na. Un triangolo amoroso con Bardem nei panni di un pittore spagnolo (Juan Antonio), Scarlett Johansson nei panni della turista americana Cri-stina, Penelope Cruz come ex moglie dell’instabile artista, Maria Elena. Javier e Penelope si sono spo-sati davvero due anni dopo.

In ‘Caccia al ladro’ siamo sulla Costa Azzurra nel 1955. Il thriller è di Alfred Hitchcock. Un amo-re tra i più famosi, quello tra Grace Kelly e Cary Grant. Con la giusta suspence. I costumi della futu-ra principessa furono fatti da Edith Head e hanno ricevuto una nomination agli Oscar. Non possia-mo non dare un’occhiata anche al cinema italia-no. Con ‘Piccolo grande amore’ del 1993, di Carlo

Vanzina. Chi non ricorda tra le ragazze e ragazzine di allora la scena in cui Raoul Bova esce dall’acqua con la colonna sonora di ‘Caribbean blue’ di Enya. Barbara Snellenburg è una principessa in incogni-to, s’innamorerà naturalmente di lui.

Continuiamo con ‘50 Volte il Primo Bacio’, di-retto da Peter Segal, con Adam Sandler e Drew Barrymore. Lucy, giovane insegnante d’arte, perde la memoria a breve termine dopo un incidente . Henry Roth, veterinario delle Hawaii, è però forte-mente motivato a farla innamorare e... Del 2004 è ‘My Summer Love’, diretto da Pawel Pawlikowski, con Natalie Press ed Emily Blunt. Mona e Tamsin sono due adolescenti. L’amicizia tra le due diventa un amore intenso.

La rassegna termina con quei film che dipingono le delusioni d’amore estive. Troviamo ‘Sul mare’ del 2010, ‘Sapore di mare’ e ‘Un’estate al mare’. Na-turalmente, ognuno ha il suo film sulle vacanze estive preferito. E allora ditecelo.

almeno due orgasmi a settimana hanno il 30 per cento in meno di probabilità di ammalarsi di patologie cardiache rispet-to alle altre. In questo caso, è intervenu-ta la psicologia a dirci perché: “Le donne che non hanno orgasmi o ne hanno pochi sono probabilmente più depresse. Il che porta un rischio elevato di attacco car-diaco. Le endorfine rilasciate durante il sesso, inoltre, neutralizzano gli ormoni dello stress del corpo, a loro volta colle-gati a malattie cardiache”.

L’estate, dunque, deve essere il momen-to per rendere felice il nostro corpo. Ma, attenzione, dopo i 50 anni la libido ini-zia a calare vertiginosamente nell’uomo. La componente stagionale, dunque, deve essere assolutamente sfruttata.

Tornando alla voglia di fare l’amore in estate, fateci caso: la preparazione a spo-gliarsi, dunque a piacere e dunque anche all’accoppiamento inizia grosso modo due mesi prima delle vacanze. Diete, estetista, sport, abbronzatura. Tutto ser-ve per attrarre maggiormente i due sensi maggiormente coinvolti nell’altro: vista e tatto. Ma c’è anche l’olfatto di mezzo,

non dimenticatelo. Infine, l’esposizione al sole sviluppa serotonina, che è un an-tidepressivo naturale. L’ideale per dare poi il meglio sotto le lenzuola. Quando tornerà il freddo, quando le giornate si accorceranno, entreremo in una sorta di letargo. Naturalmente, non tutti. Però subentrerà un’altra buona scusa per sta-re vicini: scaldarsi vicendevolmente.

L’amore estivo al cinema

Estate, i sensi si risvegliano: ecco cosa succede

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Da Sapore di mare ai social: com’è cambiata la vita di spiaggia

Flirt da spiaggia? Ce ne sono sei

Sapore di sale, sapore di mare. Quando il cor-teggiamento in spiaggia era forse più roman-tico. Anni ‘60, naturalmente, i meravigliosi anni ‘60. Andavi con la famiglia o, se ti sen-tivi particolarmente adulto, da solo in vacan-za. Alloggiavi nella stessa pensione, rivedevi la stessa comitiva di amici di 12 mesi prima. Compresa lei, quella che ti faceva battere for-te il cuore già l’anno prima. C’era il juke box, il bagnino che si arrabbiava per gli scherzi. Il primo bacio sotto la luna. Le corse in motori-no. Le feste, i falò.

A un certo punto del ciclo della Terra sono comparsi aggeggi ben diversi per divertirsi. Anni ‘80. Pupo canta ‘Gelato al cioccolato’. Si va ancora al mare, ma non più sulla 500 o sulla 600. Si va in spiaggia da soli. Le ragazze indossano il bikini. Va di moda anche il to-pless (ma tra le donne più grandi). Le feste

Lo sapevate che gli amori estivi si possono racchiudere in sei grandi categorie di flirt? Se la domanda è no, leggete e cercate quel-lo che forse è capitato o sta capitando a voi proprio in questo momento. In cui sentite le farfalle nello stomaco.

C’è il flirt da bicchiere di vino. Ossia, la sera l’atmosfera trasforma tutto, arriva il bacio e anche qualcosa di più. Complice il tramonto, la festa in spiaggia, il romanticismo esagera-to si cede. La mattina, però, tutto cambia: la magia è svanita. Si vorrebbe scappare ritro-vandosi, magari, accanto uno sconosciuto. E non sono pochi quelli che scappano davve-ro. In fondo, una notte di sesso e trasgressio-ne non ha mai ucciso nessuno. Ma talvolta il bel principe della sera, la mattina è soltanto una zucca vuota.

C’è il flirt da ‘sono unica’, ‘sono unico’. Solo che il giorno dopo, colui/colei che ce l’ha detto guardandoci negli occhi, sta usando la stessa tattica con qualcun altro. Inutile strug-gersi dentro o fare scenate di gelosia. Siete caduti/e nelle grinfie del casanova, se siete

diventano più caotiche. Non sempre si ritro-va la stessa compagnia di amici dell’anno pri-ma. E neanche la stessa ragazza. E allora, ogni estate, si sfodera il meglio del repertorio per corteggiare una diversa. Magari la straniera di turno, che vuole solo divertirsi.

Passano altri 20 anni e siamo in spiaggia con i telefonini. Ci si dà appuntamento via sms. Il juke box è un pezzo da museo, lo stabilimen-to non è più a conduzione familiare. Corteg-giare è molto più difficile. Se si fa, si aspetta la sera in discoteca. Jovanotti illumina con le sue note i mesi di giugno, luglio e agosto. Ra-gazze e ragazzi non sono più in vacanza con le famiglie. All’albergo o pensione si preferisce il campeggio. O il bed and breakfast.

Ancora (quasi) 20 anni e il corteggiamento estivo è quasi dimenticato. Al mare si conti-

donne, della femme fatale, se siete uomini. Ma non è una cosa così strana, non bisogna sentirsi stupidi. Va detto che ci sono perso-ne che ci sanno fare per ottenere quello che vogliono.

C’è il flirt del bacio per sbaglio. Magari date un bacio, quasi distrattamente, durante le vacanze estive. Sempre perché l’estate invita a fare cose ardite, non sempre sentite con il cuore e con l’anima. E lui/lei s’innamora dav-vero, perdutamente. E non vi lascia più per tutta la vacanza. La classica cozza. Che fare? Potete sfruttare l’occasione per farvi iniezio-ni di autostima oppure provare a spiegare che era solo un bacio e niente di più.

C’è il flirt passionale. Ci si sente vivi. Non si pensa al domani, ma solo all’oggi e qui. Non è detto che saranno storie lunghe, ma saran-no ricordate a lungo. E non capita spesso in un amore.

Può esserci pure il flirt platonico. Trovar-si benissimo intellettualmente con qual-cuno, parlare per tutta la notte in spiaggia.

nua come sulla terraferma durante l’inverno. Scrivendo, consultando lo smartphone. Nien-te più gioco delle biglie in spiaggia con gli amici, pure il bigliardino è dimenticato. Chi ha i muscoli e i tatuaggi li mostra come fosse un pavone che fa la ruota. Ma non agli altri bagnanti, bensì ai frequentatori dei social. E’ lì che si corteggia. Che nasce la storia. Tut-to molto virtuale. C’è Vasco, una delle poche cose che non sono cambiate dagli anni ‘80 in poi. Un po’ di nostalgia viene, inutile na-sconderlo. Quando la ragazza era scortata dal fratello o dai genitori e avvicinarla era molto complicato. Allora dovevi escogitare il tuffo al momento giusto. Ma tutto cambia, tutto scor-

Poi però quella persona vi dice che il giorno dopo partirà e vi resta l’amaro in bocca (o il rimorso) che non sia capitato niente di più.

Infine, ci può essere il flirt dove tutto ha inizio. In questo caso, il flirt estivo diventa amore. Ma non sono tante le storie che han-no questo lieto fine. E forse non è neanche il caso di pensarci adesso. Se son rose fioriran-no, giusto? Ora continuate pure a schizzarvi l’acqua e a inseguirvi sulla sabbia. Di tempo per riflettere ne avrete da settembre in poi. Tanto.

di Alessandro Pignatelli

di Alessandro Pignatelli

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La mattina di Vito: cantieri, pensionati e CR7

Amore estivo: che non diventi un’ossessione

Poche cose sono più belle delle mattine d’e-state. L’aria fresca che muove timidamente le tende alla finestra, la luce tenue che illumina la stanza, a volte il cinguettio degli uccellini indaffarati. Un bucolico risveglio dopo una notte un po’ così, magari passata a scrivere sul PC oppure in discoteca a fare serata con gli amici fino alle sei. Le città in estate hanno un loro fascino: svuotate, vivibili, adorabil-mente noiose. Tutto perfetto. Peccato che ‘Il Mattino’ di Grieg venga bruscamente mixa-to ad un: ‘Vito attento lì! Il tombino Vito!’ accompagnato dal rumore costante ed in-vadente di martelli pneumatici, frese e pic-conate. Tutto sotto alla mia finestra. Tutto alle sette del mattino. Tutto per i prossimi tre mesi vista l’entità della grande ripara-zione del manto stradale proprio sotto alla mia finestra. Proprio lì, dove si radunano i pensionati: Ultras, mister e commentatori professionisti che dicono la loro sul lavoro, il Comune, gli operai, CR7, dispensando consigli a qulla squadra che già sta litigando con il sole e la pressione data da quel pub-blico ‘freetime’. ‘Vito ma che fai! Stai attento! Hai proprio una testa! Vabbè fai come vuoi!’ sono le parole che fanno rinunciare del tutto al sonno. La litigata tra colleghi è troppo. Al-lora mi alzo e faccio qualche ricerca. Scopro che ci sono oltre 21 miliardi di euro di ope-re bloccate per 270 casi segnalati su tutto il territorio nazionale. È questo il bilancio dei primi tre mesi di “sbloccacantieri.it”, il sito lanciato dall’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, in cui è possibile segna-

Ci si innamora in vacanza. Flirt che nascono tra le onde e che, di solito, hanno breve du-rata. Succede da adolescenti, ma non solo. Il tempo medio della ‘cotta’ è due mesi. Anche perché, finita la vacanza, il rapporto dovreb-be essere talmente maturo da resistere ed esi-stere anche a distanza. Tra messaggini, chat, messaggi vocali. Senza, però, poter vedere e toccare e coccolare il lui/lei di turno. Si sa, tra l’altro, che lontan dagli occhi...

La spiaggia, insieme alla discoteca, secondo le statistiche è la location perfetta per far nasce-re un amore. In particolare tra i più giovani e tra chi è single. Una volta a casa, però, si torna alla quotidianità e accanto non c’è il partner dei giochi estivi. Spesso serve del tempo per fare chiarezza, capire che cos’era quello che si è provato. Era per caso solo attrazione fisica? Può darsi. Pochi amori nati sul bagnasciuga resistono fino all’ombrellone. Ad aiutare ci sono le tecnologie moderne, certo. Ma una cosa che scatta, quando si torna a casa, è la voglia di chiamare, ma anche la paura di fare il primo passo. La strategia di aspettare che sia l’altro a farlo per vedere se manchi. Con il risultato che nessuno dei due prende in mano lo smartphone.

Se i due piccioncini si vedono su Skype, pos-sono provare a interpretare il tono di voce e

lare opere incompiute, ferme o rallentate. I risultati sono stati resi noti nei giorni scrsi in occasione della presentazione del docu-mento congiunto Ance-Anci, l’Associazione nazionale Comuni italiani, sulla riforma del codice degli appalti, attualmente in discus-sione in Parlamento. La stima è che questa impasse abbia provocato 330 mila posti di lavoro in meno e 75 miliardi di euro di man-cate ricadute sull’economia. Il 30% dei casi segnalati riguarda opere di manutenzione e messa in sicurezza degli edifici scolastici, di poco inferiore è la percentuale relativa a opere di gestione delle acque, prevalente-mente nel Sud. Seguono gli interventi per la messa in sicurezza , manutenzione e rea-lizzazione di strade statali, provinciali e co-munali e le opere idrogeologiche. Tra i casi segnalati quelli per gli interventi sulle scuole danneggiate dal sisma nelle regioni del Cen-tro: da giugno 2017 sono andate deserte 10 procedure relative a 6 interventi e soltanto il 16% degli operatori economici invitati ha partecipato alle procedure previste. In Cam-pania, il progetto di risanamento strutturale del fiume Sarno è stato finanziato con quasi 220 milioni di euro di fondi strutturali eu-ropei ma, nonostante sia stato dichiarato “grande progetto” nel 2011, risulta ancora bloccato. In Veneto, dei 4 interventi previsti nell’ambito del Piano stralcio del 2015 con-tro le alluvioni nelle città metropolitane, sol-tanto per uno di essi risultano recentemente avviate le procedure di appalto. Queste ul-time sono oggetto di discussione nazionale

anche il linguaggio del corpo. L’amore è an-cora forte? La passione anche? Spesso si dico-no frasi esagerate nel momento in cui scoppia l’attrazione fisica. Passato del tempo, è ancora così? Insomma, quanto si sente la lontanan-za? Si può fare a meno di lui o di lei? Troppe domande che, probabilmente, rischiano già da sole di dirci che forse il sentimento sta sva-nendo. Perché l’amore vero non ne richiede poi tanti di quesiti.

Un consiglio: a settembre è meglio non ini-ziare con i discorsi troppo seri. Perché la va-canza è leggerezza per antonomasia ed è me-glio proseguire così per un po’ anche quando si torna a casa. Si può seguire il flusso degli eventi, godere dei momenti senza troppe aspettative. Non è detto che sarà l’amore del-la propria vita quello conosciuto in vacanza, ma potrebbe anche diventarlo. Con il tempo. Senza scordare che, comunque, l’amore estivo qualcosa di buono porta sempre: l’autostima. Si torna a casa dopo essersi sentiti desiderati.

Non bisogna diventare impazienti guardando il telefono ogni cinque minuti. Dall’altra parte ci sarà qualcuno che starà facendo probabil-mente la stessa cosa. Ma non deve diventare un’ossessione il sentirsi. Deve essere un piace-re. Anche se si fa poche volte al giorno.

dopo che l’Anci e l’Ance hanno presentato oggi un documento congiunto in dieci punti che guarda alla riforma del codice degli ap-palti, di cui si sta discutendo in queste setti-mane anche a livello politico-parlamentare. Un’inedita alleanza all’insegna dello slogan: far ripartire i cantieri per far ripartire l’Italia. Il codice degli appalti ha rappresentato una novità importantissima, anche sul fronte della lotta alla corruzione, ma su 66 provve-dimenti attuativi ne sono stati adottati meno della metà e nel complesso si è determinata una situazione normativa così complessa da rendere difficoltoso spendere le importanti risorse che pure già esistono. Con il timore di sbagliare e di incorrere in sanzioni penali e civili che produce un “effetto autosospen-sione” nelle amministrazioni locali. Dei die-ci punti, il primo è proprio quello della sem-plificazione. Secondo Ance e Anci, occorre prevedere un’unica fonte regolamentare per l’attuazione degli appalti, abrogando tutti i provvedimenti attuativi, al fine di “dare cer-tezza normativa”. In questo senso nel docu-mento si legge che “resta ferma la funzione di vigilanza, controllo e deflazione dell’A-nac”, l’Autorità nazionale anticorruzione. La paura mi assale. Mi aggiungo ai pensionati per sincerarmi dell’andamento dei lavori e se il caso per dare una mano, per fare in fretta. Metto le scarpe antinfortunistiche e scendo.

di Deborah Villarboito

di Alessandro Pignatelli

Attualità

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Attualità

Focus sulle attività parlamentari giovedì 19 luglio: il decreto legge sul terremoto è diventato legge a tutti gli effetti. Fra le misure previste, la proroga dello stato di emergenza fino a fine anno, con uno stanziamento di 300 milioni. A questi si aggiungono 80 milioni per i cittadini col-piti dal sisma. Le popolazioni terremota-te avranno inoltre diritto ad alcune age-volazioni a livello fiscale. Saranno inoltre regolarizzate le strutture provvisorie erette su terreni di proprietà.

Venerdì 20 luglio si discute ancora sul decreto Dignità. Al vicepremier Luigi Di Maio viene chiesto se abbia ancora l’in-tenzione di non porre la fiducia sul prov-vedimento. «Spero di no, però mi aspetto, e questo lo auspico, perché il Parlamen-to è sovrano, che ci sia un atteggiamento costruttivo sulle modifiche – è la risposta del Ministro - Se poi si cominciano a fare 2-3mila emendamenti a quel punto ini-zia l’ostruzionismo e mi dispiace perché io ho dato tutta la disponibilità a discute-re di modifiche. Devono però essere mo-difiche migliorative e non peggiorative e per me peggiorativo significa ripiombare verso il precariato dopo che noi abbiamo dato una stretta al precariato».

Sabato 21 luglio si torna a parlare di ong:

la spagnola Open Arms ha annunciato di avere presentato denuncia contro i mili-tari della Guardia Costiera libica interve-nuti durante le operazioni di salvataggio del 17 luglio. L’accusa dell’ong è di omis-sione di soccorso e di avere causato la morte di due persone. L’organizzazione ha denunciato anche un mercantile per omissione di soccorso e omicidio colpo-so. La Guardia Costiera libica respinge fermamente le accuse. Smentita, invece, la notizia di una denuncia contro il Go-verno italiano.

Domenica 22 luglio occhi sulle cronache internazionali: Israele ha aiutato 800 membri della difesa civile siriani, i cosid-detti “Caschi bianchi”, a lasciare la Siria per raggiungere la Giordania. A richiede-re l’operazione sono stati gli Stati Uniti e alcuni paesi europei. Israele, però, ha fatto sapere un portavoce, manterrà una politica non interventista in merito alla Siria.

Lunedì 23 luglio la settimana riprende con un nuovo focus sul decreto Digni-tà. Sono stati proposti ben 850 emenda-menti. Di questi, molti riguardano la ri-forma dei contratti a tempo determinato. Per esempio, qualcuno chiede di portare a tre anni le possibilità di rinnovo.

Martedì 24 è stato approvato il decreto cosiddetto “mille proroghe”. Fra i temi più importanti del complesso provvedi-mento, le banche di credito cooperativo e la relativa riforma. Il decreto blocca inoltre l’entrata in vigore della riforma delle intercettazioni. È stato confermato per quest’anno il bonus cultura per i neo-maggiorenni, ma in merito sono stati an-nunciati anche significativi cambiamenti per i prossimi anni.

Giornata di ansia quella di giovedì 19 lu-glio: una ragazzina di 12 anni è scompar-sa mentre si trovava in gita nei boschi di Serle, in provincia di Brescia. La ragazzi-na, affetta da autismo, era con un gruppo nell’ambito di un’associazione che si oc-cupa di persone disabili. Sulle sue tracce si sono messe decine di persone. A ren-dere più complicate le ricerche il fatto che la 12enne potrebbe spaventarsi e na-scondersi ai soccorritori.

Si sono concluse tragicamente, invece, venerdì 20 luglio, le ricerche di un gio-vane di 18 anni scomparso a Roma cir-ca dieci giorni prima. Il giovane è stato trovato senza vita in un fosso vicino alla strada, accanto alla sua moto. Si pensa a un incidente stradale, ma gli inquirenti non trascurano alcuna ipotesi.

Sabato 21 luglio la cronaca si incentra su un omicidio di stampo mafioso: un uomo di 39 anni è stato ucciso in provincia di Reggio Calabria. Secondo la ricostruzio-ne, l’uomo è stato colpito dai colpi di fu-cile esplosi da due persone. Nell’agguato è rimasto ferito anche un bambino di 10 anni che in quel momento si trovava con

lui. Le sue condizioni, purtroppo, sono gravi.

Si parla di mafia anche domenica 22: la memoria torna al terribile omicidio di Giuseppe Di Matteo. Il ragazzino fu se-questrato nel 1993, a 12 anni, per spaven-tare il padre, che aveva deciso di diventa-re un collaboratore di giustizia. Giuseppe fu tenuto prigioniero per due anni. In seguito, venne strangolato e il suo corpo venne sciolto nell’acido. Nei giorni scor-si, i responsabili sono stati condannati a risarcire la mamma e il fratello del ragaz-zino con 2 milioni e 200mila euro.

Lunedì 23 arriva la triste notizia di un altro crimine contro una donna: una ra-gazza di 20 anni è stata aggredita e vio-lentata. È accaduto la sera precedente, a Reggio Emilia. Un uomo l’ha assalita alle spalle e spinta in un cespuglio, dove lo stupratore ha consumato la violenza. La ragazza, sotto choc, è stata soccorsa dagli operatori del 118.

Martedì 24 è stato fermato un 26enne di origine ucraina con l’accusa di essere l’autore dello stupro avvenuto domenica

sera. L’uomo è stato identificato grazie a una cicatrice sul volto e alla maglia che indossava al momento della violenza, re-cante il logo di un’azienda.

Dall’estero arrivano le terribili immagini dei roghi in Grecia: una serie di incendi, per cui si ipotizza l’origine dolosa, è scop-piata nei dintorni di Atene. Circa un cen-tinaio le vittime e oltre 500 i feriti. Fra i più gravi, anche dei bambini. La Farne-sina ha attivato il numero di emergenza +390636225, anche se al momento non risultano italiani dispersi.

di Fabiana Bianchi

di Fabiana Bianchi

La Grecia brucia e il mondo si mobilita

I fatti della settimana

Politica ancorata sul decreto dignità

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Intervista

Politica

C’è stato un tempo, relativamente mol-to lontano, nel quale la sofistica domina-va le piazze e le istituzioni repubblicane. Protagora, Gorgia, Antifonte e molti altri nomi altisonanti utilizzavano l’esercizio retorico per “ingannare” la platea con argomentazioni fuorvianti. La retorica ha dominato nell’ultimo secolo la poli-tica nazionale e internazionale, ma fon-dandosi sulla forza delle argomentazio-ni. Oggi pare che Antifonte sia tornato di moda: ancora una volta la storia italiana si trova a fronteggiare personaggi politici che basano la propria attività sulla for-za della retorica invece che delle argo-mentazioni. E così l’attuale Governo in periodo elettorale ha creato un clima di tensione tra le classi meno abbienti della società italiana, promettendo sicurezza, ricchezza e benessere, in totale ignoranza del contesto socio-culturale che viviamo ogni giorno. Il contratto tra M5S e Lega è contraddittorio su diversi livelli, e questa

contraddizione si rivolge costantemente sui rapporti tra i Ministri e i Ministeri. Così Matteo Salvini si sostituisce agevol-mente al Ministro degli Esteri, al Mini-stro delle Infrastrutture e dei Trasporti, così come Luigi Di Maio si sostituisce al Ministro dell’Economia. Il primo ha pro-messo di bloccare l’afflusso di migranti irregolari nel Paese, garantendo sicurez-za come se la sicurezza dipendesse per la gran parte dall’immigrazione clandesti-na. Chiude i porti ma poi li riapre, altri organi di Governo si schierano contro la sua politica, si rende conto che rimpa-triare cinquecentomila irregolari signi-ficherebbe muovere “il più grande ponte aereo della storia”, come ci ha riferito la Senatrice Emma Bonino, e smette di par-larne, cambiando ancora una volta la sua retorica. Il secondo invece intende chiu-dere Ilva e garantire il reddito di cittadi-nanza, ma non ha idea di dove trovare le coperture per il provvedimento, con-

siderata anche l’intenzione di impostare una flat tax su diverse categorie fiscali. E’ chiaro che vincere le elezioni attraverso la retorica forte e gli argomenti deboli può funzionare, ma con che coraggio si guarda in faccia l’elettore poi? E il Pre-mier Giuseppe Conte, che dovrebbe es-sere il Coordinatore delle forze antistanti di questo Governo dov’è? In questo gioco del trono, o delle carte, per avvicinarci al mondo delle serie tv, a perderci sono i cittadini a cui è stato pro-messo un cambiamento, quei cittadini che hanno messo ogni speranza in quelle forze che apparivano forti per come par-lavano, seppur deboli n ei fatti. Ci aspettiamo di più dal Governo del Cambiamento, ci aspettiamo rispetto.

di Federico Bodo

Ora il Governo del cambiamento ci porti rispetto

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ma non si tratta di questo, si tratta di capire se di fronte ad un fenomeno globale riusciamo a far funzionare la testa, e anche un po’ il cuore. E a rimanere un po’ umani, anche noi”. Ritornare umani dunque, evitando di eccitare false paure in modo spregiudicato attraverso una retorica crudele gratuita, che sedimenta

e si rivolta sulla popola-zione. Non è concepibile, secondo la Senatrice, che un Governo che dovrebbe essere in grado di incana-lare l’opinione pubblica riuscendo a combinare legalità e sicurezza, uti-lizzi una retorica di odio e paura. Ero straniero, Restiamo Umani, magliette rosse, Rolling Stone, flash mob. Queste le iniziative di op-posizione in campo ad

oggi: bastano? +Europa nasce come risposta alla necessità di rifondare un’opposizione mo-derna alla spinta populista e nazionalista?“Più Europa non nasce solo da questo: nasce dalla convinzione profonda per cui o faccia-mo funzionare l’Europa oppure siamo tutti dei perdenti”. Nella concezione di Emma Bonino, far funzionare l’Europa non è inteso solo dal punto di vista economico, ma dal punto di vi-sta dei diritti, dei doveri e dello Stato di Diritto.“Confesso che sentivo che stava arrivando un’onda sovranista. Non avevo capito che fos-se uno tsunami”. Una situazione molto preoc-cupante, secondo Emma Bonino, rispetto alla de-mocrazia liberale per cui delle battaglie sono state fatte e vinte nell’occiden-te del mondo. A rischio, in Italia in particolare, per la tenuta del sistema democratico, della sepa-razione dei poteri e delle competenze. Si riferisce a Matteo Salvini la Sena-trice riguardo questo tema, che ogni giorno si permette di invadere(ndr) il campo di interes-se di Ministeri che non gli competono, o anco-ra di minacciare conseguenze verso personaggi (Roberto Saviano e Tito Boeri) che si permet-tono di opporsi alla sua opinione. Il risultato di questa politica è la manipolazione estrema di un’informazione a proprio vantaggio. Ri-guardo il tema immigrazione la Senatrice con-tinua: “In tutto questo, sempre per la manipo-lazione di questo tema(…) viene trionfalmente visto come successo il ‘ne sbarcano di meno’, ma mancano le altre due frasi: ‘ne sbarcano di meno, ma muoiono di più’, e ‘ne sbarcano di meno ma molti di più restano nei lager libici, in condizioni spaventose che ormai conoscia-mo tutti’. In questo contesto si inserisce +Europa, come netta manifestazione di resistenza, nonostan-te le forze ancora siano impari tra chi resiste a questo sistema e viene bombardato dai social e dai media perché minoranza, e chi oggi detie-ne il potere. Non per questo ci si da per vinti però, Emma Bonino è pronta a mettere tutte leproprie energie in questa strenua resistenza.Informazione e disinformazione: in un conte-sto come quello odierno, nel quale la verità è relativa ad ogni livello e ognuno può affermare lapropria apparendo comunque un leader af-fidabile, quale posizione ricopre la Senatrice Emma Bonino?E’ dura Emma Bonino, rispetto alla classe di-rigente. Una classe dirigente rappresentata

non solo dalla politica, ma da giornalisti, im-prenditori, universitari, che si è piegata alla retorica Salviniana rispetto all’immigrazione e all’Europa. La Senatrice porta ad esempio l’af-fermazione ripetuta migliaia di volte in cam-pagna elettorale rispetto al cacciare dall’Italia cinquecentomila irregolari: “non è pensabile che non ci sia un giornalista che gli chieda ‘scu-si, ma dove li caccerete?’. Capisce che è il più grande ponte aereo della storia, che sappiamo dovrebbe partire dall’Italia, ma dove arrivi non si è capito, perché ci voglio degli accordi bila-terali. Tant’è vero che avrete notato che questa bufala in particolare Salvini non la usa più”. La soluzione è semplice: “lo dico sempre quan-do vado in università. Sapete cosa potete fare voi studenti? Studiare. Perché se voi studiate questo dossier da tutti i punti di vista, quel-lo umano, quello economico, quello interna-zionale, sarete più resistenti rispetto a queste manipolazioni e a queste bugie. Perché la co-noscenza può aiutare a non accodarsi a que-sti racconti crudeli a anche un po’ volgari oltre che totalmente gratuiti.”Una vita di battaglie sociali e civili: quali le prossime?La prossima battaglia è già in atto e riguar-da proprio l’accoglienza migranti: “Si chiama ICE, è una Iniziativa dei Cittadini Europei pre-vista dai Trattati, per cui dobbiamo raccogliere un milione di firme, anche digitali in sette Pa-esi europei”. Emma Bonino fa riferimento alla campagna WelcomingEurope, per aumentare le competenze dell’Unione Europea in mate-

ria di immigrazione e depenalizzare il reato di soccorso. “Per tutta la vita ho studiato che esi-steva il reato di mancato soccorso, ora senza che nessuno abbia detto nulla, tantomeno in Parlamento, invece trovo che c’è il reato di soc-corso. Nessuno più di me pensa che Dublino vada superata, però ci sono regole che rendono tutto questo molto difficile, ci vuole l’unanimi-tà per superare Dublino”. Questa l’ultima bat-taglia dunque, che non riguarda una “lotta fra poveri”, ma una riorganizzazione sostanziale dei sistemi di welfare in Europa: “Io credo che questa sia per me la più importante sfida dei nostri tempi.”Una Emma Bonino lucida, concentrata, fidu-ciosa. E fiducia è ciò che ha trasmesso a noi, come a tutti coloro che hanno occasione di in-contrare la Senatrice sul proprio cammino. Il messaggio è chiaro: resistere si può, si deve. Credere in un futuro democratico e liberale è ancora possibile, l’importante è fare la propria parte.

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SpecialeIn un momento di instabilità, di tensione e di fragilità della morale c’è ancora in Italia chi re-siste, chi ha coraggio e si schiera contro. Poi c’è chi rappresenta questa resistenza civile e sociale: Emma Bonino. La nostra redazione l’ha incontrata per strutturare una breve inter-vista, articolata su cinque temi fondamentali,

a partire dalla contestualizzazione dell’espe-rienza di +Europa nel panorama nazionale e internazionale, arrivando alle battaglie future. Come si inserisce l’esperienza di +Europa nel panorama politico nazionale e internazionale?“Beh, come dice il titolo: nella situazione odier-na, con Stati Uniti, Russia e Cina soprattutto, e una serie di fragilità evidenti, contraddizioni e spiriti bizzarri, la nostra profondissima con-vinzione è che solo un Europa di cinquecento milioni di abitanti può avere qualcosa da dire in qualunque tavolo internazionale. Se deci-dessimo invece di considerarci 27 paeselli alla deriva, ognuno per i fatti suoi, siamo già con-dannati all’irrilevanza, per cominciare, e a un declino piuttosto evidente”. Questo l’incipit della Senatrice, in evidente rottura con il siste-ma vigente al Governo attualmente in Italia, come in molti Stati esteri, la quale avvalora la tesi di +Europa analizzando il contesto inter-nazionale, nel quale le incertezze delle allean-ze storiche sono messe in dubbio a vari livelli, a partire dal Presidente Trump, “che arriva a definire l’Unione Europea un nemico”, “dalle mire espansionistiche di Putin e dei suoi alle-ati delle democrazie illiberali, da un attivismo controtendenza, molto aperturista, nel bene e nel male, della Cina”.Qual è la visione integrata di Emma Bonino ri-guardo lo stato delle migrazioni odierne e qua-le politica di regolamentazione potrebbe pro-porre?“Una politica di integrazione non solo l’ab-biamo già proposta ma abbiamo raccolto più di centomila firme: si chiama Ero Straniero e senza proporre miracoli immediati, prova a far ragionare la gente riattivando il cervello e non solo la pancia”. Il sistema che Ero Straniero propone il superamento della Bossi-Fini, ov-vero la Legge che ha introdotto il reato di clan-destinità, costringendo chiunque non avesse la possibilità di viaggiare all’interno dell’Unione Europea o non fosse in possesso di un Visto per lavoro, a fare automaticamente richiesta d’asi-lo per guadagnarsi una possibilità di rimane-re in Europa. “Sa, le persone sono come pesci, non sono come alberi, le persone si muovono”. La storia ci insegna, sostiene la Senatrice, che da che mondo è mondo i popoli si spostano per i più svariati motivi, dalla disperazione all’im-perialismo, e l’Italia non è da meno. “Se qualcuno ha detto, ed è molto vero, che per programmare il futuro bisogna conoscere la storia, portare qualche classe di studenti agli eccellenti Musei della Emigrazione italiana credo aiuterebbe molto a comprendere. A com-prendere che i respingimenti o i muri, liquidi o solidi che siano, semplicemente non funziona. Poi possiamo essere contenti o non contenti,

“500 milioni di abitanti valgono più di 27 Paesi solitari”

di Federico Bodo

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In un’Europa divisa, attaccata su più fronti, dall’interno e dall’estero, preda di nazionalismi ed estremismi, c’è ancora chi combatte per i diritti a livello euro-peo. La Commissione Europea mette a disposizione uno strumento, l’ICE, sigla che sta per “Iniziativa Cittadini Europei”, con lo scopo di dare forma alla democra-zia partecipativa che contraddistingue gli Stati membri fornendo uno strumen-to ai cittadini europei per promuovere iniziative in qualsiasi settore nel quale la Commissione possa produrre un atto legislativo. Per lanciare un’iniziativa dei Cittadini Europei servono almeno 7 cit-tadini di 7 Stati membri che abbiano l’età per votare, e per arrivare al vaglio della Commissione è necessario che i promo-tori raccolgano un minimo di un milione di firme complessive, con l’opportunità di raccoglierle sia fisicamente che online in ogni Stato membro dell’Unione Euro-pea. Al raggiungimento della soglia mini-ma la Commissione incontra i promotori per consentire loro di esporre la propo-sta legislativa, alla Commissione e in au-dizione pubblica al Parlamento Europeo, e di conseguenza si riunisce per formu-lare una risposta di eventuale intervento rispetto al tema.

Una di queste iniziative ha come pro-motore un’importante cittadina italia-na, Senatrice della Repubblica e attivista incorruttibile: Emma Bonino. Insieme a Isabelle Chopin, Anna Terron, Andras Kovacs, Zuzana Stevulova, Serge-Arno Klumper e Nora Helena Repo, la Senatri-ce Bonino promuove l’iniziativa “Siamo un’Europa che accoglie, lasciateci aiuta-re!”, evoluta nella campagna mediatica “WelcomingEurope”. Come si evince dal nome dell’iniziativa e della campagna, gli obiettivi sono i seguenti:- “I cittadini di tutta Europa voglio-no supportare i rifugiati con programmi di sponsorship e offrire loro una casa si-cura e una nuova vita. Vogliamo che la Commissione offra un sostegno diretto a gruppi locali e associazioni che aiutano i rifugiati beneficiari di un visto d’ingres-so.”; - “Nessuno dovrebbe essere persegui-to o multato per aver offerto aiuto, assi-stenza o un rifugio a scopo umanitario. Vogliamo che la Commissione fermi quei governi che stanno criminalizzando i vo-lontari.”;- “Ogni individuo deve avere pie-no accesso alla giustizia. Vogliamo che la Commissione garantisca procedure e

norme più efficaci per difendere tutte le vittime di sfruttamento sul lavoro e del-le reti criminali in tutta Europa e tutte le persone che hanno subito violazioni dei diritti umani alle nostre frontiere”.Sono in molte le realtà a schierarsi a fa-vore di questa iniziativa, nonostante il clima di odio ed esclusione crescente in tutta Europa. Per accedere alle iniziative mediatiche di WelcomingEurope basta visitare il sito http://www.weareawel-comingeurope.eu/it/ , piattaforma sulla quale è anche possibile sottoscrivere la petizione, favorendo la raccolta di un mi-lione di firme necessarie ad essere ascol-tati dalla Commissione Europea. Una vita di battaglie per Emma Bonino: neppure oggi rinuncia alla speranza, so-stenendo ancora i valori fondanti della nostra democrazia, per i diritti di tutti, per la libertà di ognuno.

di Federico Bodo

Ecco l’Ice, lo strumento europeo che combatte per i diritti

Guarda l’intervista a Emma Bonino

di Sara Brasacchio

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Torta di verdure di stagione

Ingredienti per una torta del diametro di 22cm:

200 gr di farina 00

4 uova

400cl di latte

Una bustina di lievito per impasti salati

3 wuster

2 fette di prosciutto cotto

4 fette di pancetta dolce

100gr di formaggio grattugiato

Una decina di pomodorini ciliegino

Mezzo cavolo cappuccio

Uno spicchio d’aglio

2 cucchiaini di zucchero

Sale, pepe e origano qb

Rubrica

Rubrica

di Chiara Bellardone

Dove sono Perugia e Terni? In Emilia Ro-magna, risponde la malcapitata concorren-te di ‘Reazione a catena’, programma tv di Raiuno. E a me viene in mente, per l’ennesi-ma volta, che l’italiano è molto ignorante in geografia. Passi se non sai dov’è un paesino di mille abitanti, ma qui stiamo parlando di due capoluoghi, uno addirittura di regione, l’Umbria. Eppure, mi dicono, alle elementari si studiano ancora mari, laghi, fiumi, regioni e città. Non ci sono giustificazioni, insom-ma, considerato che pure le province dove-vano venire abolite e invece ci sono ancora. Solo un ben 3 in geografia.

Ho pensato anche un’altra cosa: alle ma-croregioni. Ogni tanto se ne parla di accor-parne due o tre. In particolare una piccola regione come l’Umbria, dicono, potrebbe essere avvantaggiata da questa novità. Quin-di, mettiamo il caso che l’Emilia Roma-gna e l’Umbria finiscano per diventare una sola regione, il vantaggio sarebbe notevole. Avremmo anche il mare. Insomma, la rivie-ra, Rimini, Riccione: sarebbero anche roba nostra. Tanto l’Umbria porterebbe in dote ‘solo’ due città in più. Ma anche il verde, il turismo religioso, la storia, le mura di paesi e cittadine. Lo so, sto sognando. E’ un ‘pour parler’ da ombrellone. Al massimo l’Umbria

diventerebbe macro con Lazio e Toscana, con le Marche forse. Avrebbe in ogni caso anche il mare, questo va detto. Se poi doves-se venire accorpata, che ne so, alla Toscana e all’Emilia Romagna, avrebbe addirittura due sbocchi su due mari diversi. Come la Cala-bria e la Puglia.

Certo, la macroregione Umbria – Emilia Romagna significherebbe sfondare la porta del Po. La sacralità di un fiume che è consi-derato da sempre ciò che divide il Nord dal Centro. Un fiume citato, spesso a sproposi-to, da chi voleva la Padania (quella sì, una macroregione per davvero). Insomma, per-sino questa rubrica, ‘Benvenuti al Centro’, non avrebbe più ragione di esistere. Perché il Centro sarebbe anche un po’ Nord, il Nord pure un po’ Centro. Un bel caos.

Allora, forse, è meglio lasciare tutto così com’è. Ogni regione con le sue caratteristi-che, i suoi dialetti, le sue tradizioni. Le sue rivalità interne (Perugia e Terni non si ama-no di certo). E far ripassare la geografia ad alcuni asini di professione.

Benvenuti al CentroPerugia e Terni sono in Emilia-Romagna

di Alessandro Pignatelli

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Tagliamo i pomodorini a piccoli pezzi e lasciamolo macerare per un’ora conditi con olio, sale, ori-gano e uno spicchio di aglio trita-to (fig.1). In un recipiente intan-to mettiamo la farina col lievito e due cucchiaini di zucchero, ag-giungiamo il latte e mescolia-mo energicamente con una, poi uniamo le uova e sbattiamo il tutto (fig.2-3). Nell’impasto an-diamo ad aggiungere ora il pro-sciutto e la pancetta spezzettati, il formaggio grattugiato, i wu-ster, il cavolo tagliato finemen-te e i pomodorini (fig. 4-5-6-7). Amalgamiamo gli ingredienti, aggiustiamo di sale e pepe e met-tiamo il composto in una tortiera (fig.8-9). Inforniamo a 200 gra-di per circa 45 minuti (fig.10), e quando la superficie della torta sarà dotata, togliamola dal forno e facciamola raffreddare (fig.11). Impiattiamo e serviamo (fig.12).

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Dostoevskij ci ha insegnato che la bellez-za salverà il mondo. Fabrizio ci sta spie-gando come. E lo sta facendo attraverso un progetto per il quale moda e disabili-tà diventano un binomio complementa-re e non più un ossimoro. In cui bellezza e opportunità prendono le sembianze di sinonimi.Fabrizio Bartoccioni, ha gli occhi color ghiaccio. Sono occhi belli, i suoi: tanto per la tonalità quanto per la loro capaci-tà di guardare oltre. Si muove nel mondo su una sedia a rotelle da quando aveva 17 anni: è una lesione midollare, in se-guito a un tuffo in piscina, a costringer-lo alla disabilità. Eppure è stato capace di giungere là, dove nessuno aveva mai nemmeno pensato di arrivare. La sua idea è quella di trasformare ogni limite, dando vita a nuove possibilità attraver-so la totale fiducia che lui ha nella ricer-ca scientifica: e lo fa attraverso la Onlus “Vertical”, la fondazione italiana di cui è Presidente Nazionale per la cura della paralisi. Sono tanti i progetti proposti dall’asso-ciazione: dalle Giornate Nazionali a una rivista, da raccolte fondi a format ori-ginali che hanno l’obiettivo di manda-re alla popolazione importanti messag-gi. Tra questi ultimi progetti, infatti, c’è “Modelle e Rotelle”: Fabrizio fa sfilare in passerella, accanto alle mannequines a cui siamo abituati a pensare, alcune modelle in carrozzina con abiti eleganti e dai colori capaci di catturare l’attenzio-ne anche di chi guarda alla vita con gli occhi coperti da troppi pregiudizi. An-che le loro ruote erano en pendant con i vestiti che portavano, grazie al lavoro di design fatto da Danilo Ragona: «Non vedo perché una donna – racconta sem-pre Fabrizio – non debba abbinare il ve-stito alla sedia a rotelle, come se fosse una borsa o un paio di scarpe».Oggi il mondo del Fashion ha un ruolo fondamentale all’interno della Vertical: ogni anno la fondazione presenta sulle passerelle brand internazionali, otte-nendo alcuni dei più grandi e importan-ti riconoscimenti del settore e toccando

le maggiori città in cui si sviluppano le puntate della Fashion Week, da Milano a New York a Roma.Sul sito (www.fondazionevertical.org) è chiaramente indicata la mission di “Mo-delle e Rotelle”: “Si vuol lanciare una sfida, puntando sul binomio bellezza e moda. Per una donna che subisce una lesione spinale e finisce in carrozzina, infatti, uno dei principali problemi è l’autostima e, per riconquistarla, aiuta senz’altro il piacersi e piacere, pur aven-do una situazione motoria parziale. Si vuole proporre un messaggio ‘di cura’ - si legge -: la donna ha il diritto di valoriz-zare la propria femminilità e la propria bellezza, qualunque sia la sua condizio-ne, proprio perché la vera bellezza non possiede canoni estetici”. Nel 2014 termina una campagna di co-municazione perfettamente studiata, lanciata da Palazzo Marino con il Patro-cinio della Città di Milano e della Came-ra della Moda di Milano: una campagna che diventa protagonista dei maggiori mass media nazionali, da giornali come Vogue a programmi televisivi come “Bal-lando con le Stelle” fino a un’intervista a “La Vita in Diretta”. Come una wrecking ball, ma di raso, Fa-brizio ha spazzato via più limiti e pregiu-dizi di quanto lui stesso pensi: ha ridato credibilità alla moda, spesso vista come qualcosa di futile, superficiale e frivolo; ma, soprattutto, ha dato vita a un nuovo progresso, fatto di totale libertà.È come la favola della lepre e della tarta-ruga, che si sfidano a una corsa: “Dormi-rò un po’ – pensa la lepre – tanto è im-possibile che io non vinca”. Si è fermata. La tartaruga no: è andata avanti, forte delle sue capacità e indipendentemente da chi la credeva spacciata. E ha vinto. E mentre il mondo credeva di poter anda-re più veloce di lui, Fabrizio ha tagliato il traguardo.

di Sabrina Falanga

Mai contro cuoreQuando la bellezza va oltre la disabilità

a cura di Sabrina Falanga

scrivete a [email protected]

www.il-cosmo.com

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Facciamo, innanzitutto, chiarezza poiché c’è ancora molta confusione, nonostante il gran parlare, sul mondo delle cosiddette alimentazioni alternative. Tra queste, tro-viamo il vegetarianismo, il crudismo, la dieta vegana… ed è proprio su quest’ulti-ma che ci concentreremo. La dieta vegana è una tipologia di alimen-tazione che non prevede alcun alimento di origine animale (carne e pesce), nemme-no i derivati (latte e latticini, uova, miele).Nonostante possa sembrare difficile segui-re un regime di questo tipo, è importante sottolineare che in Italia la popolazione vegana rappresenta l’8 per cento, il 22 per cento in tutto il mondo. Proprio per il con-tinuo aumento di persone che optano per una vita vegan, l’industria si sta adeguan-do alle richieste e il mercato propone sem-pre più prodotti e alternative proprio per facilitare la dieta quotidiana vegana.Latte e ai latticini, generalmente utilizza-ti per la colazione, possono per esempio essere sostituiti da numerose tipologie di latte vegetale, delle quali oggi troviamo una grandissima varietà: da quello di soia a quello di mandorla, da quello di cocco a quello di riso, di avena, di farro, noccio-le; stessi ingredienti che vengono utilizzati anche per gli yogurt. A questi alimenti si possono abbinare cereali e/o frutta fresca o secca per avere una colazione comple-ta. Attenzione a biscotti, torte e merendi-ne confezionati: la maggior parte di quelli sul mercato contiene burro, margarina o strutto. Se si vuol seguire una dieta vegan, è meglio affidarsi a prodotti esplicitamen-

te vegani o produrre da sé i dolci con ricet-te casalinghe. Per una colazione vegan completa è un’ot-tima alternativa anche il porridge di ave-na e muesli di quinoa o fiocchi di cereale, preparato con il latte vegetale che più si gradisce. Attenzione, infine, a come si dolcificano le bevande: sì allo zucchero (in alternativa sciroppo d’agave o di acero), no al miele poiché di derivata origine animale.Per quanto riguarda il pranzo e la cena, ci si può sbizzarrire innanzitutto con carboi-drati e cereali: oltre alla pasta e al riso, si possono creare ricette con quinoa, farro, orzo, amaranto, miglio. Ottima idea quella di prendere spunto dalla Dieta Mediterra-nea, ovviamente adattandola a un regime non animale: verdure in quantità, patate e soprattutto legumi che rappresentano una perfetta fonte di proteine. Alle insalate mi-ste si possono aggiungere semi misti, di gi-rasole, di lino, di zucca e germogli di soia. Prodotti più particolari sono, ad esempio, il seitan, il tofu e il tempeh: il primo è un impasto altamente proteico, ricavato dal glutine del grano di tipo tenero o farro ed è spesso indicato come sostituto della car-ne (di cui, se cucinato in un certo modo, ha anche simili sembianze); il secondo e il tempeh, derivati della soia, sono invece utilizzati come sostituti dei prodotti case-ari e di formaggi e della carne proprio per il gusto e le sembianze.Per quanto riguarda gli spuntini, via libera a frutta e verdura, frutta secca e semi, yo-gurt vegetali, barrette di cereali.

È bene ricordare che nel caso di un cam-bio di alimentazione, nella scelta ad esem-pio di una dieta vegana, è sempre bene consultare il proprio medico e/o il proprio nutrizionista per evitare il rischio di ca-renze alimentari o di squilibri nutrizionali che queste tipologie di regimi alimentari potrebbero apportare.

di Sabrina Falanga

Salute & BenessereDieta vegana: cosa mangiare?

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Rubrica

di Sabrina Falanga

Estate, tempo di vacanze. Se non avete la possibilità di portare Fido in vacanza con voi, è bene capire quale sia la soluzione migliore per lui durante la vostra assen-za.Sottolineiamo innanzitutto che lasciare per dieci, quindici giorni un cane da solo nel giardino di casa non solo è pericoloso per la sua salute (e la sua vita) ma è an-che punibile a norma di legge: per questi motivi è bene attrezzarsi a seconda delle proprie preferenze.Tra le soluzioni potrebbe esserci la ricer-ca di un dog sitter che vi garantisca di fare visita al vostro cane almeno tre vol-te al giorno tutti i giorni. Non solo: ol-tre al cibo e al cambio dell’acqua e alla pulizia del quattro zampe, un dog sitter deve preoccuparsi delle regolari passeg-giate e di far socializzare il cane con altri simili (recandosi al parco o in zone dove sa esserci una frequentazione di cani). Se l’opzione scelta, dunque, è quella di un dog sitter, assicuratevi che il luogo in cui il cane rimarrà abbia una zona riparata (se sta in giardino, ad esempio, ricorda-te che potrebbe piovere) e che garantisca ombra tutto il giorno. Lasciate al cane giochi e oggetti a cui è affezionato.È fondamentale che il dog sitter scelto sia

una persona a cui riusciamo ad affidare la nostra piena fiducia: per questo motivo è importante selezionare qualcuno sulla base di referenze sicure o affidandosi a circuiti che permettano la visualizzazio-ne di un “curriculum” e di testimonian-ze: un servizio di questo tipo è offerto dal portale https://it.dogbuddy.com. Alternativa alla ricerca di un dog sitter è il “Pet Sharing”: un servizio attivo già in diverse zone d’Italia, è una community dedicata sia a chi è in cerca di ospitali-tà per il proprio animale domestico sia per chi vuole darne ad altri animali. Non si tratta quindi di una struttura ma di abitazioni private che decidono di dare ospitalità. Tutte le informazioni per ca-pire come aderire a questo circuito le si trovano sul sito www.petsharing.it. Un’altra scelta – tra le più utilizzate poi-ché la più rassicurante – è quella di affi-darsi a una struttura specializzata nell’o-spitalità di animali: l’Oasi della Luna Rossa di Villarboit (VC), ad esempio, è una delle strutture predisposte a tale opportunità, poiché: garantisce un luo-go compreso di zone interne ed esterne, suddivise in modo da garantire la giusta socializzazione tra i cani di diverse razze; assicura una supervisione continua de-

gli animali, da parte di esperti del setto-re che, durante il giorno, lavorano anche su giochi educativi; comunica all’esigen-za con il padrone, rassicurandolo sulla tranquillità del cane; Fido non è mai da solo ma sempre in compagnia sia di al-tri cani sia di persone ventiquattrore su ventiquattro. Per info: 328 242 9928.

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RubricaLa polvere sui libri a cura di Fabiana Bianchi

In Finlandia, trionfa l’atletica azzurra di Stefano BaldiniL’Italia di Stefano Baldini fa la storia a Tampere, in Finlandia, nella giornata fi-nale dei Mondiali under 20. E’ nella sto-ria la medaglia d’oro vinta dalla staffetta 4x400 con Klaudio Gjetja, Andrea Roma-ni, Alessandro Sibilio ed Edoardo Scotti. Un risultato senza precedenti per un’at-letica azzurra che sta vivendo il proprio rinascimento a partire dalle categorie giovanili e che ad ogni livello non aveva mai trionfato con una 4x100 o una 4x400 in una rassegna iridata, non solo tra gli “under” ma anche ai Mondiali assoluti. Finora, con le dovute proporzioni, sol-tanto la 4x100 di Tilli, Simionato, Pavoni e Mennea ai Mondiali assoluti di Helsin-ki nel 1983 si era spinta così in avanti. Leggenda. Tampere riscrive ogni convin-zione nei 400 italiani giovanili. Quattro record su quattro, sia nelle prove indivi-duali (Edoardo Scotti ed Elisabetta Van-di) sia nelle staffette: da primato anche la 4x400 femminile (3’34”00) con Camilla Pitzalis, Eloisa Coiro, Chiara Gherardi e

la Vandi, il tutto nell’unica stagione di sempre con quattro 400isti italiani sot-to i 46 secondi. L’impresa da celebrare è quella della staffetta maschile che con il record nazionale di 3’04”05 (precedente 3’06”46 del 2011) e il primato mondiale stagionale si concede il lusso di battere gli Stati Uniti (3’05”26), complice un pa-sticcio a stelle e strisce nel primo cam-bio, e la Gran Bretagna (3’05”64). Gjetja lombardo di origini albanesi, Romani e Sibilio napoletani veraci, Scotti lodigiano che vive a Parma: quattro frazioni mera-vigliose, coraggiose, senza timore. Avan-ti dalla terza con lo spunto di Sibilio che in finale sostituisce il campione europeo under 18 Lorenzo Benati impiegato in batteria, il capolavoro lo finalizza Scotti, fenomenale nel respingere l’assalto de-gli statunitensi negli ultimi quattrocen-to. L’Italia chiude con un oro, centrato nell’ultimissima gara del programma. In questi sei giorni, sfiorato anche il podio da Scotti nei 400 (quarto) e da da Caroli-

na Visca nel giavellotto (quarta). Adesso tocca ai grandi: dietro l’angolo ci sono gli Europei di Berlino (6-12 agosto).

di Deborah Villarboito

Sport

Delle ultime uscite in libreria si parla sempre. Le copertine campeggiano nelle vetrine, recensioni più o meno entusiastiche si leggono su blog e social net-work e il passaparola corre veloce. Qualche titolo avrà poi accesso all’Olimpo dei classici, altri si dovranno accontentare di uno scaffale un po’ polveroso. Ma chi lo dice che sotto la polvere non si celino piccoli tesori? È il momento di parlare, da lettrice a lettori, di quei libri già datati ma ancora tutti da scopri-re o riscoprire a distanza di anni.

THE OUTSIDER, di Susan HintonPur essendo considerato un romanzo per ragazzi, ha fatto (e talvolta fa ancora) di-scutere a lungo. A distanza di cinquant’anni dalla pubblicazione, per qualcuno rimane ancora un libro “da indice”. “The outsiders”, pubblicato in Italia con il titolo di “I ragaz-zi della 56° strada” o, più semplicemente, “Ribelli”, non è sicuramente una lettura che possa lasciare indifferenti. La rappresenta-zione della realtà è dura, cruda. Qui non ci sono i proverbiali “bravi ragazzi”. Da qui tante critiche all’autrice: per avere scritto di quei ragazzi che, poco più che bambini, fu-mano, bevono e girano con i coltelli a serra-manico nelle tasche. Susan Hinton era a sua volta giovanissima quando ha iniziato a scri-vere il romanzo e appena 18enne quando è stato pubblicato. Questo rende ancora più degno di nota il suo sguardo disincantato ma incredibilmente sensibile.A raccontare la vicenda, in prima persona, è un 14enne dal curioso nome di Ponyboy. Vive con i due fratelli maggiori Sodapop e Darrel: i loro genitori sono morti in un inci-dente. La loro famiglia allargata è costituita dagli altri “greaser”, letteralmente “brillan-tinari”. Si distinguono per i capelli lunghi e le storie difficili, la scuola abbandonata pre-sto, i doppi lavori. Nella stessa città, a debita distanza, vivono i “soc”, i ragazzi benestanti

che possono permettersi macchine costose e abiti alla moda. I soc e i greaser si scontrano spesso. Dall’una e dall’altra parte, nessuno vede le persone nascoste sotto le etichette e gli abiti così diversi, ma solo “gli altri”. Per i “greaser”, picchiare i “socs” è una sorta di ri-valsa, anche se questo non appianerà mai la disuguaglianza fra di loro. Finché Ponyboy incontrerà due ragazze “socs” e inizierà a rendersi conto che una vita dorata non è necessariamente una vita felice. Ma è solo l’inizio del vero sconvolgimento della sua esistenza.A differenza di quanto accada nel film, nel libro non c’è una storia d’amore romantica-mente intesa. C’è invece una storia di grande amicizia e affetto e soprattutto una storia di crescita e di elaborazione. Un libro che andrebbe letto da ragazzi e riletto da adulti, per cercare, parafrasando Robert Frost, di “rimanere d’oro”.

di Fabiana Bianchi

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Intervista Lucia, la giovane promessa del lancio del martelloVelocità, potenza, equilibrio non sareb-bero abbastanza senza la grinta e la tena-cia che porta alla vittoria e ai risultati. Per battere i record ci vuole cuore. I risultati più belli sono sempre quelli inaspettati portati dai casi della vita che magari ci spingono a cambiare sport per gioco o cu-riosità. Lucia Prinetti Anzalapaya incar-na questo tipo di storia sportiva. Classe, che non è acqua, quella del 1997, nasce da madre italiana e padre di origine zai-rese e cresce nel vivaio atletico vercellese nella sua specialità: il lancio del martel-lo. Primati Italiani, esperienze interna-zionali e risultati che promettono bene, caratterizzano questa ragazza ventenne dal sorriso contagioso. La limpidità con cui parla del suo sport, tra i meno diffusi tra i giovani, sorprende e fa riflettere su questo periodo che si sta rivelando forse una nuova primavera dell’atletica italia-na.

Quando e perché hai iniziato a lan-ciare il martello?Ho iniziato a praticamente atletica in pri-ma media, quando avevo 11 anni. L’av-vicinamento a questo sport è nato dalla curiosità di provare una nuova attività sportiva, dopo aver giocato a pallavolo per qualche anno. Ho avuto l’opportuni-tà di conoscere subito i tecnici dei lanci che mi hanno indirizzato verso il getto del peso. L’interesse al lancio del mar-tello è nato successivamente. Ogni tanto osservavo alcuni ragazzi che lanciava-no questo attrezzo un po’ particolare e un giorno ho deciso di provare anch’io. Avevo 13 anni e mi ricordo che è nato su-bito un grande interesse. Poco alla volta ho iniziato ad abbandonare il lancio del peso ed è iniziato così il mio percorso nel lancio del martello.

Fammi un breve elenco dei tuoi successi e descrivimi la tua gara più bella. Oggi sono riuscita a conquistare cinque titoli italiani, il record italiano nella ca-tegoria cadetti con la misura di 61.74 e il record italiano nella categoria allievi con 70.27. Ho partecipato a nove gare inter-nazionali dall’età di 14 anni a oggi; e la gara più bella che ho affrontato sono sta-ti i Giochi Olimpici Giovanili a Nanchi-no, in Cina nel 2014. In quella gara sono riuscita a conquistare il record italiano allieve con la misura di 70.27. È stato un risultato del tutto inaspettato da parte mia. Dopo quel lancio ero emozionata, piena di gioia per aver raggiunto quell’o-biettivo che pensavo impossibile. Questo evento mi ha aiutato a credere più in me stessa e a dare più fiducia alle mie poten-zialità.

Quali progetti hai per il futuro? Come ogni atleta, anch’io ho dei sogni nel cassetto. La più grande manifestazione a cui aspiro sono le Olimpiadi; credo sia

l’obiettivo di molti sportivi. Dopo aver partecipato a questa competizione mi sentirei un’ atleta più completa. È giusto avere dei desideri, ma bisogna ricordar-si di camminare con i piedi per terra. La vita da atleta purtroppo un giorno fini-rà, ma ora non mi sento ancora pronta di fare progetti a lungo termine.

Quanto devi sacrificare per l’atleti-ca visto il livello che hai raggiunto? L’atletica mi accompagna da parecchio tempo, posso considerarla una compagna di vita. Fin dall’adolescenza ho trascorso la maggior parte del tempo in pedana o sul campo di atletica. Sono sempre riu-scita a bilanciare lo sport con la scuola, lo studio e le amicizie. Ammetto che al-cuni giorni gli allenamenti sono intensi e impegnativi, ma a fine giornata mi sento soddisfatta. Non lo posso definire un sa-crificio, perché in nessun altro hobby ho provato le stesse emozioni.

Come vedi il futuro dell’atletica in Italia? Grazie al settore giovanile l’Italia van-ta grandi risultati, per questo penso che ci potrà essere una crescita e un miglio-ramento con il tempo. Ora penso all’e-sempio di Filippo Tortu che a 20 anni ha ottenuto il tempo di 9.99 secondi strap-pando il record italiano a Pietro Mennea. A livello assoluto ci sono stati alti e bassi, ma confido nelle capacità degli atleti Ita-liani.

Quale è la cosa che ti piace di più del tuo sport? Il gesto che adoro di più nel lancio del martello è la parte finale, dove avviene il rilascio dell’attrezzo. Passa una frazione di secondo in cui posso esprimere il mio concetto di velocità e potenza. In quel preciso istante mi sento spinta da forza di libertà, per questo mi piace.

A cosa pensi quando stai per inizia-re una gara? Prima di iniziare una gara penso ai punti fondamentali del lancio del martello per eseguirlo nel migliore dei modi. Cerco di stare concentrata e di non distrarmi. Hai qualche gesto scaramantico? Certo ho dei rituali che compio prima di ogni gara. Sono dei piccoli gesti e abi-tudini che compio ogni volta. Mi fanno sentire più tranquilla e a posto con la co-scienza, perché mi ricordano eventi già vissuti positivamente. Sono abbastanza scaramantica devo dire

C’è qualcuno a cui ti ispiri? Mi sono sempre ispirata a molte lan-ciatrici della nostra nazione e non solo. Oggi non posso che ammirare Anita Wlo-darczyk, detentrice polacca del record mondiale: 82.98.Cosa diresti per convincere un tuo coeta-neo a praticare atletica.

Se dovessi convincere un mio coetaneo a praticare atletica gli direi che è uno sport che aiuta a sviluppare e migliorare le no-stre abilità. Dal punto di vista competiti-vo invece regala una grande soddisfazio-ne, perché siamo in continuo confronto con noi stessi.

di Deborah Villarboito

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IntervistaVirginia, vincente ai campionati italiani, si raccontaViso pulito e idee chiare nonostante la giovane età. Virginia Maestro ha 14 anni e da quattro pratica taekwondo a Tori-no. Recentemente ha vinto ha vinto l’o-ro nella categoria -51 kg nei Campionati Italiani Cadetti e Junior a Olbia nei mesi scorsi, nonostante un infortunio (rottura del setto nasale) in allenamento, ha vin-to tutte le competizioni di stagione ed è carica più che mai per continuare la sua avventura in Azzurro.

Quando e perché hai iniziato a pra-ticare taekwondo?

Ho iniziato a praticare taekwondo quat-tro anni fa, quando avevo 10 anni. Vole-vo fare una prova di un’arte marziale e il taekwondo mi è subito piaciuto!

Fammi un breve elenco dei tuoi successi e descrivimi la tua gara più bella.

Ho partecipato a molte gare: dalle inter-regionali alle internazionali e ai Cam-pionati Italiani. Molte di queste quando ero piccola, altre, invece, nell’ultimo pe-riodo. La mia gara più bella è stata l’ulti-mo campionato italiano, dove ho vinto la medaglia d’oro e sono diventata la cam-pionessa italiana della -51 kg del 2018. Finalmente il mio più grande sogno, che pensavo non potesse essere possibile, si era avverato; i sacrifici sono stati molti, ma quando l’arbitro, alla fine del com-battimento, ha alzato la mano per aggiu-dicarmi la vittoria, non ci potevo crede-re! Un’emozione fantastica! Questa gara mi ha aperto l’accesso alla Nazionale ita-liana di taekwondo, con cui ho fatto una gara a squadre ad aprile e abbiamo con-

quistato il terzo posto. Oltre alle amici-zie che si sono formate, è stata una bella esperienza che mi ha aiutato a crescere.

Quali progetti hai per il futuro? A livello sportivo e non solo.

Il mio più grande obiettivo, non che so-gno, è di partecipare agli Europei Cadet-ti con la Nazionale. Sarà un’impresa non facile, ma voglio dare tutto, impegnando-mi al meglio. Quest’anno inizierò il liceo, per cui vorrei con tutto il cuore riuscire a gestire lo sport e la scuola, perchè lo stu-dio è molto importate per la vita!

Sei giovane. Quanto devi sacrifica-re per il taekwondo visto il livello che hai raggiunto?

Per il taekwondo devo spendere e sacri-ficare molto tempo, a volte devo rinun-ciare a qualcosa per far sì che i risultati arrivino. Il taekwondo è la mia passione per cui lo pratico con piacere, anche se è molto impegnativo e bisogna sacrificarti molto.

Descrivi una tua settimana da atle-ta in piena stagione di gare: allena-menti, alimentazione, tempo libe-ro.

Per raggiungere gli obbiettivi bisogna sacrificarsi molto, non solo nello sport, ma anche nell’alimentazione. Gli allena-menti sono di solito tre/quattro a setti-mana, ma i giorni che non mi alleno vado sempre a correre per fare fiato. La cosa più stressante in questo sport è la dieta per rientrare nella categoria di peso. Non poter mangiare le cose buone che man-giano gli altri quando hai voglia, è molto impegnativo! Il tempo libero deve qual-che volta essere sacrificato per gli allena-menti, ma se riesci a gestire tutto ne hai abbastanza!

Quale è la cosa che ti piace di più del tuo sport?

La cosa che mi piace di più del taekwon-do e che è un modo per sfogarsi! Quando sali sul tatami, spegni il cervello da tutto e ti concentri solo sul combattimento ed è una cosa bellissima!

A cosa pensi quando stai per salire sul tatami?

Sembrerà una cosa strana, ma tutte le

volte che salgo sul tatami prima di una gara, penso che se sono riuscita in alle-namento a combattere contro una ragaz-za, Lucia, che per me è molto forte, allora riesco a combattere con tutte le ragazze della mia categoria. È anche grazie a lei, a tutti i miei compagni di palestra e i miei allenatori che sono arrivata fin qui! Poi penso a tutti i sacrifici che ho fatto prima della gara: la dieta, gli allenamenti e an-dare a correre!

C’è qualcuno a cui ti ispiri?

La mia idola è Jade Jones, una ragazza inglese due volte campionessa olimpica!

Cosa diresti per convincere un tuo coetaneo a praticare taekwondo?

Gli direi che se vuole praticare uno sport che ti aiuta a sfogarti, a dare tutto quello che hai e a creare nuove amicizie, di ve-nire a fare taekwondo.

Che cosa significa per te vestire la divisa della nazionale?

per me indossare la divisa della nazio-nale è una cosa fantastica, un’emozione indescrivibile e ogni volta che la indosso

sono fiera di me, sono contenta dei risul-tati che ho ottenuto, ma soprattutto mi concentro sulle gare che ci saranno, per-chè la gara più importante è quella che viene dopo, non quella c’è stata!

di Deborah Villarboito

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migliorare la loro preparazione fisica ed educativa, per fare in modo che non fre-quentino la vita di strada. Quando posso gli offro lavori da imbianchino. Aiuto i giovani ad avere una possibilità, poiché non si possono permettere di frequenta-re un palestra.

Che cosa è per te lo sport?Lo sport e un mezzo che rende un uomo forte al livello fisco e mentale, un modo per socializzare con la comunità che ti circonda. Dovrebbe essere praticato da tutti senza nessuna discriminazione di sesso, età, religione e razza.

Perché i ragazzi decidono di venire nella tua palestra?I ragazzi scelgono di venire da me perché sono in difficoltà economica e quindi non pagano. Quando posso li faccio lavorare in cantiere con me, con uno stipendio.

Quali sono le difficoltà maggiori?La difficoltà maggiore è che il mio club non ha nessuno sponsor. Attualmente lo porto avanti con il mio lavoro da imbian-chino e l’aiuto di alcuni amici italiani che vivono ad Addis Adeba. Devo ringraziare soprattutto Samuele e Daniele Testa, Sa-verio Gulla, Andrea Ghione perchè senza di loro la palestra non ci sarebbe.

Quali le maggiori soddisfazioni?La soddisfazione è che posso aiutare qualcuno nel mio piccolo e vedere i gio-vani che si allenano in palestra e non sono in mezzo alla strada.

Quale è il tuo sogno più grande?Il mio sogno più grande è quello di avere una palestra con tutti gli attrezzi e meno difficoltà per andare avanti e fare com-battere i ragazzi per creare futuri cam-pioni di pugilato.

di Deborah Villarboito

Intervista

pagina 20

Aldo Noce, campione sul ring e nella vitaLo sport è vita, salvezza, speranza. La passione muove il mondo e lo sport è uno dei suoi tramiti più efficaci. Aldo Noce è un campione, non solo sul suo amato ring, ma soprattutto nella vita. Tre città lo accompagnano. Roma, Vercelli, Addis Adeba. Roma dove ha passato l’adole-scenza è rimasta nel suo cuore. Vercelli è stata la sua ‘capitale’ del pugilato dove ha potuto migliorarsi sempre di più. L’Etio-pia sono le radici e nello stesso tempo il presente che si trasforma ogni giorno in futuro. Il suo futuro. Aldo Noce è andato via dall’Italia perchè qui non riusciva a trovare la stabilità nel lavoro. Da cinque anni vive con la moglie nella sua ‘nuova’ capitale e ha un sogno che porta avan-ti dopo ogni giornata passata a lavorare come imbianchino. Da pugile dilettante si è portato l’amore per la nobile arte an-che in Africa e ha aperto ad Addis Ade-ba l’unica palestra privata della città, con l’obiettivo di aiutare i giovani, dandogli un’alternativa alla strada.

Quando nasce il tuo amore per il pugilato?La passione per il pugilato nasce quando ero a Roma, avevo più o meno 16 anni e un mio amico romano, pugile, mi ha in-segnato a dare qualche colpo.

Italia ed Etiopia: doppio cuore? Raccontami della tua vita in Italia.Effettivamente è vero: doppio cuore. Ho vissuto circa 5 anni a Roma. Il mio cuore non ha mai smesso di amare la Capitale. Poi mi sono trasferito a Vercelli dove ho vissuto per 20 anni e dove lavoravo per un’azienda di cavi elettrici per 9 anni, poi in riseria, in un’azienda di lavorazione di materie plastiche e altri lavori. A Vercelli ho iniziato a boxare veramente, alla Bo-xing club, con il grande maestro Gianni Caccavo. Ho vissuto lì fino al 2013.

Raccontami della tua vita in Etio-pia.Cinque anni fa sono tornato ad Addis Abeba, nella mia terra d’origine insom-ma, dove faccio l’imbianchino duran-te il giorno e alla sera insegno boxe, la mia passione. Mi sono sposato e il primo maggio è nato il mio primo figlio, Mar-vin. Qui ho una vita tranquilla con una moglie che mi sostiene sempre nella mia passione per il pugilato. Addis Abeba è una città con milioni di abitanti dove po-chi sono ricchi e tanta gente invece è po-vera. È un paese in via di sviluppo. Sono tornato dopo un anno di cassa integra-zione e mobilità in Italia. Non riuscivo più a trovare un lavoro e finito il sussidio statale ero veramente in difficoltà e lì che ho deciso di tornare.

In che cosa consiste il tuo progetto ad Addis Adeba? Il mio progetto consistere di aiutare i gio-vanissimi a praticare uno sport e quindi a

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Skyscraperè un film di genere azione del 2018, diretto da Rawson Marshall Thurber, con Dwayne Johnson e Pablo Schreiber. Uscita al cine-ma il 19 luglio 2018. Durata 102 minuti.

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è un film di genere thriller del 2017, diretto da Brian Smrz, con Ethan Hawke e Rutger Hauer. Uscita al cinema il 25 luglio 2018. Durata 93 minuti.

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