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SOMMARIO 3 - Stop all’Imposta Municipale Unica 8 - Nitrati, il nuovo piano regionale 9 - Deroga all’uso delle rocce di scavo 12 - Ecobonus, ora è legge 13 - Emissioni, nuove norme nei campi 16 - Sollevatori, scattano le verifiche 17 - Sistri rinviato per i rifiuti pericolosi 18 - Tutte le novità del Decreto del Fare Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI SETTEMBRE 2013 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871 Latte bollente 8 ANNO XXI

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SOMMARIO 3 - Stop all’Imposta Municipale Unica 8 - Nitrati, il nuovo piano regionale 9 - Deroga all’uso delle rocce di scavo12 - Ecobonus, ora è legge

13 - Emissioni, nuove norme nei campi16 - Sollevatori, scattano le verifiche17 - Sistri rinviato per i rifiuti pericolosi18 - Tutte le novità del Decreto del Fare

Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI SETTEMBRE 2013 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871

Latte bollente8ANNO XXI

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n. 82 dell’8/02/1992

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La Coldiretti Interprovincialetra Milano, Lodi, Monza e Brianza

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OIl Governo ha cancellato la prima rata dell’imposta per il 2013

Stop all’Imu su terreni e fabbricatiLa scelta si applica anche agli impianti fotovoltaici

La prima rata dell’imposta mu-nicipale unica per il 2013, la cosiddetta Imu, è stata abolita

con un decreto legge del Governo. La sospensione precedentemente in vigore si trasforma, quindi, in un annullamento vero e proprio della tassa. Ciò vale per le prime case (fatta eccezione per quelle signori-li), per i terreni agricoli, i fabbricati e il fotovoltaico rurali. “Una scelta responsabile che riconosce il ruolo ambientale, sociale e culturale della nostra agricoltura che contribuisce a produrre quei beni comuni che il mercato non remunera”, ha affer-mato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare con grande soddisfazione la decisione del Governo sull’Imu agricola, che avrebbe comportato un insosteni-bile onere di circa 700 milioni di euro alle imprese del settore prima-rio per il 2013. Al fine dell’imposta comunale sono considerati agricoli anche i terreni non coltivati (quindi a riposo) purché siano destinati alle attività primarie. La natura agricola di un terreno non dipende dal pro-

prietario, bensì dalla sua classifica-zione urbanistica. L’esclusione dalla prima rata dell’Imu, quindi, può es-sere usufruita da qualsiasi propri-etario terreno: l’unica condizione consiste nel fatto che il terreno non ricada in un’area edificabile. Nel caso in cui, invece, un piano regolatore identifichi come edifica-bile un’area posseduta o coltivata da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali, tale superficie non è considerata come edificabile ai fini dell’imposta. In altre parole, in questo caso, le agevolazioni pre-viste per i terreni agricoli valgono anche per le aree edificabili. Inoltre, il Dipartimento del ministero delle Finanze ha precisato che in caso di terreno edificabile in comproprietà di più persone, qualora il terreno sia coltivato anche da uno solo dei pro-prietari con la qualifica di coltivatore diretto o imprenditore agricolo pro-fessionale, è considerato agricolo anche per la quota di proprietà dei soggetti sprovvisti di tali qualifiche. L’agevolazione prevista per gli im-prenditori agricoli professionali si

estende anche alle società agricole proprietarie di terreni che abbiano la medesima qualifica di imprendi-tore agricolo professionale con un amministratore. “Il Governo – ha proseguito il Presidente di Coldi-retti, Sergio Marini –, nonostante le oggettive difficoltà che vive il Paese, ha mantenuto dunque l’im-pegno assunto con determinazione dal Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo nel patto per l’agricoltura sottoscritto davanti ai 15mila agricoltori presenti all’As-semblea della Coldiretti lo scorso luglio, dimostrando - ha concluso Marini - di credere nell’agricoltu-ra quale perno per una nuova sta-gione di crescita sostenibile del Paese”. Il gettito 2012 dell’Imu ag-ricola è stato di 692 milioni di euro, di cui 628 per i terreni e 64 per i fabbricati strumentali. L’Imu agrico-la è stata pagata da circa 3 milioni di contribuenti, di cui 600mila ag-ricoltori professionali (aziende ag-ricole) secondo i dati divulgati dal ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

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Più 25 per cento sul 2012, la quotazione vola anche alla Borsa di Verona

Latte, record storico per lo “spot”Sulla piazza di Lodi superati i 51 centesimi al litro a metà settembre

Il prezzo del latte italiano alla stalla continua a salire. A set-tembre è stato raggiunto il mas-

simo storico di sempre toccando, nella quotazione “spot” alla com-missione di Lodi del 16 settembre scorso, i 51,03 centesimi al litro. Nella stessa data alla Borsa di Ve-rona, che insieme a quella di Lodi è il punto di riferimento nazionale, il latte “spot” ha addirittura raggiunto i 51,55 centesimi. Si tratta del va-

lore massimo mai registrato per il latte italiano con un aumento del 25 % rispetto allo scorso anno. L’an-damento crescente delle quotazioni è stato determinato a livello inter-nazionale dalla scarsità dell’offerta nei principali Paesi produttori che ha condizionato le importazioni in Italia, dove peraltro è in calo il latte raccolto. A crescere, precisa la Col-diretti, sono stati anche i prezzi del latte pastorizzato importato, con quello in arrivo dalla Germania che ha toccato il record di 52,58 centesi-mi al litro. Le quotazioni continuano dunque a crescere e ciò – denuncia la Coldiretti –sta garantendo ingiu-stificate rendite speculative alle in-dustrie di trasformazione. Si stima che il valore della speculazione sia arrivato a circa 100 milioni di euro, frutto della possibilità delle industrie di sottopagare il latte agli allevato-ri ad appena 42 centesimi al litro, secondo l’ultimo accordo “truffa” che hanno firmato per il semestre agosto 2013 - gennaio 2014, per un prezzo alla stalla di 0,42 euro/litro in Lombardia. Un accordo che non è stato firmato dalla Coldiretti. Con questi prezzi – prosegue la Coldiretti – alle industrie conviene comprare il latte italiano a 42 centesimi perché costa meno. Poi, c’è anche chi lo

rivende, lucrando sulla differenza di quasi 10 centesimi al litro con le quotazioni dello spot. Un guadagno ingiustificato per l’industria a danno degli allevatori che sono costretti ad affrontare un aumento stellare dei costi energetici e dell’alimentazione del bestiame che ha fatto chiude-re le stalle. Secondo la Coldiretti Lombardia, che è sempre stata di-sponibile alla trattativa, un prezzo congruo per garantire la vita delle aziende e anche il reddito di tutta la filiera, industria compresa, dove-va essere superiore ai 42 centesi-mi al litro dell’accordo siglato dalle altre associazioni di categoria. Che le industrie non volessero firma-re alcun accordo è stato chiaro fin dalla scadenza di aprile dell’ultima intesa, poi sotto la pressione della Coldiretti e grazie all’intervento del-le istituzioni sollecitate dalla stessa Coldiretti hanno accettato di seder-si al tavolo prima in Regione, poi al Ministero e infine ancora in Regio-ne. Ma anche in quelle occasioni non hanno mai voluto veramente riconoscere un prezzo in linea con i valori di un mercato che solo per il latte spot ha superato i 50 centesi-mi al litro. Si tratta di una differenza che, nel momento in cui scriviamo, è di quasi 10 centesimi al litro ri-

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Italia, Verona - Prezzi del Latte crudo spot nazionale sfuso in cisterna, franco arrivo in Latteria

€ / 100lt. IVA esclusa

Data del Rilevamento € per 100 lt

Min Max ± su rilev. prec.

Lunedì 16 Set 2013 50,52 51,55 +1,02%

Lunedì 9 Set 2013 50,00 51,03 0,00%

Lunedì 2 Set 2013 50,00 51,03 0,00%

Lunedì 26 Ago 2013 50,00 51,03 +3,16%

Lunedì 19 Ago 2013 48,46 49,49 +3,26%¹

Lunedì 12 Ago 2013 n.q. n.q. -

Lunedì 5 Ago 2013 46,91 47,94 +2,22%

Lunedì 29 Lug 2013 45,88 46,91 +1,12%

Lunedì 22 Lug 2013 45,36 46,40 -1,11%

Lunedì 15 Lug 2013 45,88 46,91 -1,10%

n.q.: non quotato ¹ Variazione percentuale calcolata rispetto alla precedente rilevazione utile. Fonte: Elaborazione CLAL su dati CCIAA di Verona

Italia, Lodi - Prezzi del Latte crudo spot nazionale sfuso in cisterna, franco arrivo in Latteria - €/100 lt. IVA esclusa

Data del Rilevamento € per 100 lt

Min Max ± su rilev. prec.

Lunedì 16 Set 2013 (periodo 01-15 Set) 50,00 51,03 +1,03%

Martedì 27 Ago 2013 (periodo 16-31 Ago) 48,97 51,03 +4,30%

Martedì 27 Ago 2013 (periodo 01-15 Ago) 47,43 48,46 +2,20%

Martedì 30 Lug 2013 46,40 47,43 +1,11%

Lunedì 15 Lug 2013 45,88 46,91 +1,12%

Martedì 25 Giu 2013 45,36 46,40 +2,89%

Lunedì 10 Giu 2013 44,33 44,85 +1,17%

Martedì 28 Mag 2013 43,82 44,33 +3,01%

Lunedì 13 Mag 2013 42,27 43,30 +1,84%

Martedì 30 Apr 2013 41,24 42,79 0,00%

NOTA: dal mese di Marzo 2010 i prezzi sono rilevati con una cadenza quindicinale Fonte: Elaborazione CLAL su dati CCIAA di Lodi

Confagricoltura e Cia cedono alle industriee accettano la firma a 42 centesimi al litro

Lo scorso 30 luglio, Confagricoltura e Cia hanno deciso di piegarsi alle richieste dell’industria accettando la pro-posta di Galbani per il nuovo prezzo del latte alla stalla: 41,5 centesimi al litro sulla media del periodo. In prati-ca, per il periodo agosto 2013 – gennaio 2014, saranno pagati agli allevatori 42 centesimi al litro. Si tratta di un valore che non permette alle aziende agricole di stare in piedi e quindi la Coldiretti non poteva avallare un’intesa che condanna a morte decine di allevamenti già mes-si sotto pressione dall’aumento dei costi di gestione, mentre le industrie stanno facendo fatturati d’oro sulle spalle degli agricoltori. Per questo, la nostra organizza-zione ha deciso di non firmare. Coldiretti non ci sta a questa logica della resa. Per difendere le aziende agri-cole, per non siglare un accordo che le danneggia, per rispettare il mandato di rappresentanza che ci è stato dato dagli allevatori, la Coldiretti Lombardia ha deciso di non piegarsi alle richieste dell’industria. A poco più di due mesi dalla firma da quest’accordo inaccettabile, l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Gianni Fava, è tornato sul tema che considera una delle prio-rità dell’autunno, chiedendo al ministero delle Politiche agricole di riaprire la partita convocando nuovamente il tavolo sul latte. Questo visto anche l’andamento del latte spot che ha sfondato “quota 50”.

spetto ai 42 centesimi al litro offerti dall’industria per il periodo compre-so fra agosto 2013 e gennaio 2014, senza alcuna considerazione per i mesi di maggio, giugno e luglio di quest’anno per i quali le aziende di trasformazione non hanno vo-luto intendere ragioni. Se a fronte di condizioni di mercato mondiale del latte così favorevoli, l’Italia non è in grado di valorizzare il proprio latte allora non sarà mai in grado di farlo. Dall’inizio della crisi nel 2007 ad oggi hanno chiuso in Italia oltre settemila allevamenti con la produ-zione di latte che nei circa 38mila allevamenti rimasti nei primi sei mesi del 2013 si è ridotta in me-dia di oltre il 3% rispetto allo scorso anno, secondo le elaborazioni Col-diretti su dati Agea, ma è possibile che il deficit possa ulteriormente aggravarsi. In Lombardia, la produ-zione si è fermata a 2,351 milioni di tonnellate, con un taglio del 2,45%. Diminuzioni si sono registrate an-che in altre regioni italiane: -2,15% in Emilia Romagna, -2,73% in Pie-monte, -5,86% in Friuli, - 4,70% in Veneto, - 7,86% nel Lazio, -5,40% in Puglia, - 4,89% in Campania e -4,76% in Sardegna, con il record negativo fatto segnare nelle Marche (-10,32%). Che la situazione sia se-ria lo testimoniano anche le parole dell’assessore all’Agricoltura di Re-gione Lombardia, Gianni Fava, che si è detto preoccupato per le possi-bili conseguenze negative anche sul piano occupazionale.

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Caro Socio, in relazione all’esito finale della trattativa sul latte e alla posizione di Coldiretti che

non ha voluto sottoscrivere la pro-posta delle industrie, è giusto chia-rire al meglio i motivi di tale scelta. Non è stata una decisione sempli-ce, ma è stata supportata da una serie di ragioni assolutamente con-crete. Da quando è scaduto l’ultimo accordo sul latte ad aprile, siamo arrivati a fine luglio dopo svariati tentativi di ricondurre l’industria acquirente a valutare le nostre pro-poste che semplicemente seguiva-no l’andamento di mercato del latte che già dal mese di maggio quota-va sopra i 43 cent. sia il nazionale che l’estero, nelle Camere di Com-mercio di Lodi e Verona, mentre i listini internazionali proponevano aumenti, dei prodotti succedanei al latte (polvere di latte, burro, ..), in un anno mediamente del 50 %. An-che il mercato dei formaggi DOP è sostanzialmente positivo con una sostenuta ricerca di latte per alcu-ne DOP (Gorgonzola) C’erano quin-di tutte le condizioni per arrivare ad un prezzo che remunerasse degna-mente i nostri allevatori. Incessanti sono stati gli stimoli che la nostra Coldiretti Lombardia ha sottoposto alle parti e alle istituzioni, tanto da indurre prima l’Assessore lombardo all’Agricoltura Giovanni Fava e poi il Ministro alle Politiche Agricole Nun-zia De Girolamo a convocare degli incontri in cui chiaramente emer-geva che l’industria lattiero case-aria italiana non voleva arrivare a chiudere un accordo soddisfacente. Siamo anche dovuti intervenire con un esposto alla Autorità Ga-rante per la Concorrenza del Mer-cato (così come previsto dalla legge 27 /12 art. 62.) per ma-nifestare l’ingiustizia che si stava compiendo ai danni degli alleva-tori stante i costi di produzione dichiarati da Istituti terzi, ben al di sopra del valore riconosciuto ai produttori per il latte alla stalla. Gli elementi per la trattativa sul prezzo del latte per noi erano: un prezzo base di 43 cent. il litro latte; il coinvolgimento dei con-

Perchè Coldiretti Lombardia ha respinto la proposta del colosso Italatte

Il nostro “no” all’accordo capestroEcco la lettera inviata a tutti gli allevatori lombardi

ferimenti dei mesi di maggio, giu-gno e luglio con cifre da stabilire, ma che non potevano essere non considerati; il coinvolgimento nel-la trattativa anche delle altre Re-gioni, partendo da quelle confi-nanti; il coinvolgimento di tutti gli acquisti fatti in Italia dal gruppo Lactalis, quindi Galbani, Parmalat e tutte le altre sigle del gruppo. Quello che altri hanno firmato è un accordo che non prevede un ricono-scimento in alcun modo dei mesi di maggio, giugno e luglio, il prezzo del latte alla stalla dal mese di agosto è sottopagato a 42 centesimi il litro. Inoltre l’accordo coinvolge solo la Lombardia (per le provincie con-finanti come ad esempio, di Pia-cenza, Verona e Novara non viene riconosciuto quel prezzo pattuito) e ancor peggio non prevede l’in-teressamento di Parmalat a cui i produttori italiani consegnano più di 2 milioni di quintali di latte. Sia il ministro che l’assessore regiona-le non hanno condiviso la modalità a cui si è arrivati al pessimo risul-tato di cui invece Confagricoltura e Cia si vantano. Confagricoltura e Cia sono responsabili e firmata-rie di quest’intesa sulle spalle degli allevatori, ma fra loro c’è chi dice adesso che in passato la Coldiretti ha siglato accordi a prezzi inferio-

ri, dimenticando però di ricordare che le condizioni di mercato erano totalmente diverse. Coldiretti ha raggiunto accordi migliorativi per le aziende agricole quando: il gra-na padano era quotato a 5,30 euro al kg; il latte era quotato 29 cen-tesimi al litro; il latte spot era a 22 centesimi al litro; il costo del mais era a 12 euro al quintale. Confagri-coltura e Cia invece si sono piegate alle industrie con un prezzo medio sfavorevole di 41,5 centesimi al litro in un momento in cui c’erano tutte le condizioni di mercato per ottene-re di più: il latte spot è oltre i 50 centesimi al litro; le esportazioni dei formaggi Dop vanno a gonfie vele; tutte le previsioni di mercato indi-cano un’ulteriore espansione delle vendite dei formaggi; la produzio-ne totale di latte è in linea con le quote, mentre le richieste di latte delle industrie sono in continuo aumento. Questi sono i motivi per i quali la Coldiretti non ha firmato un accordo capestro che non por-ta alcun vantaggio agli allevato-ri ma favorisce solo le industrie. Ettore Prandini Presidente Coldiretti Lombardia

Alessandro Ubiali Presidente Coldiretti Milano, Lodi, Monza e Brianza

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OQuote, Gianni Fava:meno prelievi mensili

Si avvicina la fine del re-gime delle quote latte, prevista per il 2015, ma il

conto alla rovescia è caratteriz-zato da un comparto in tensio-ne. Complice la crisi economica, molte aziende faticano a restare all’interno del loro quantitati-vo di riferimento individuale in questi ultimi 18 mesi di regime delle quote latte. Dalla Dire-zione Generale Agricoltura di Regione Lombardia fanno sa-pere che vi sono aziende che si troveranno, già dal mese di settembre, a dover versare in-tegralmente il prelievo supple-mentare, con la consapevolezza che tale prelievo verrà poi resti-tuito a fine campagna nel caso in cui dovesse essere rispettato il limite di produzione nazionale. Tale adempimento, verrà vissu-to come un’inutile sottrazione di liquidità. Per questo l’assessore regionale all’Agricoltura, Gian-ni Fava, ha scritto al ministro Nunzia De Girolamo per chie-dere di trovare un modo per li-mitare l’importo del prelievo da versare mensilmente, pur con l’obiettivo primario e principale di garantire lo stato italiano nei confronti delle richieste della Commissione europea. “Ritenia-mo – ha spiegato Fava – che si debba lavorare per trovare una mediazione su un versamento parziale, che garantisca mag-giormente l’Italia nei confronti della Commissione europea ri-spetto alla capacità di far fronte a un eventuale superamento del quantitativo nazionale, ma che eviti, a 18 mesi dalla fine del re-gime delle quote, sia fenomeni speculativi ingiustificati che la chiusura di aziende, che, nel regime post quote, potrebbero garantire una produzione nazio-nale di qualità. Una percentuale di versamento del prelievo in-torno al 20 per cento del dovuto risponderebbe alle esigenze di tutti”.

La lunga notte delle stalle:dal 2003 sparito più del 30%

Lombardia, la lunga notte delle aziende da latte

Elaborazione Coldiretti Lombardia su dati Agea e Dg Agricoltura Regione Lombardia

Provincia 2003 2013 Differenza percentuale

Bg 1.153 833 -28%

Bs 2.489 1.714 -31%

Co 226 191 -15%

Cr 1.072 807 -25%

Lc 159 106 -33%

Lo 408 314 -23%

Mi + Mb 495 344 -31%

Mn 1.565 1.046 -33%

Pv 164 111 -32%

So 877 471 -46%

Va 153 105 -31%

Totale 8.761 6.042 -31%

Sembra non finire mai la lun-ga notte delle aziende da latte. Secondo un’analisi di

Coldiretti Lombardia: nei dieci anni che vanno dal 2003 al 2013 il numero delle stalle lombarde è diminuito di oltre il 30 per cen-to, passando da 8.761 a 6.042. Se poi si considerano solo quel-le che consegnano a industrie e caseifici e si escludono quel-le che trasformano in proprio o fanno vendita diretta, si scende sotto la soglia psicologica di 5 mila allevamenti. In media – ri-leva la Coldiretti regionale – in Lombardia sono spariti oltre 270 realtà all’anno. “Dal 2003 a oggi – spiega Ettore Prandini, Presi-dente di Coldiretti Lombardia – è stato perso un patrimonio enorme del nostro settore zoo-tecnico. E’ vero che è avvenuto un parziale processo di accorpa-mento, ma molte aziende hanno chiuso punto e basta a causa dei costi sempre più alti di gestione e a fronte di un valore del lat-te che spesso non ha permesso neppure di coprire le spese”. Se-condo l’analisi di Coldiretti Lom-bardia su dati Clal, negli ultimi dieci anni la media della quota-zione di un litro di latte alla stal-la non ha nemmeno raggiunto

i 39 centesimi al litro e questo nonostante un prezzo al detta-glio per i consumatori che nel tempo ha anche superato l’euro e 60 centesimi. “La situazione non è migliorata molto neppure quest’anno – commenta Pran-dini – visto che a fronte di un prezzo del latte spot di 51,55 centesimi al litro, alle stalle ven-gono pagati 42 centesimi e non sempre. Un prezzo che va asso-lutamente adeguato, anche per-ché rispetto a qualche anno fa i costi di gestione, dall’energia al foraggio, hanno registrato au-menti fra il 20 e il 30 per cento. O si cambia atteggiamento ver-so il settore o rischiamo di non riuscire più a invertire il trend, con l’ulteriore sparizione di alle-vamenti”. In Lombardia (come si evince dalla tabella allegata, ndr.) le province che hanno sof-ferto di più sono Mantova, Lec-co, Pavia e Sondrio che detie-ne anche il record negativo di meno 46 per cento. Quelle in linea con la media sono Bre-scia, Milano (con Monza Brian-za) e Varese. Quelle che hanno “perso meno”, ma sempre con percentuali a due cifre, sono in-vece: Bergamo, Como, Cremo-na e Lodi.

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L’arte del design naturaleCome decorare con i fiori

Maltempo, via libera aifondi regionaliQuattro milioni di euro. E’ il te-soretto messo a disposizione da Regione Lombardia per le imprese produttive a Nord-Est di Milano colpite, lo scorso 29 luglio, dalla tromba d’aria che ha danneggiato pesantemente fabbricati e attrezzature. Un aiuto concreto per le imprese in difficoltà, spiegano da Pa-lazzo Lombardia. Una riserva sulla misura “Credito Adesso” che consentirà loro di ottene-re un abbattimento di 3 punti percentuali sul tasso di inte-resse che pagano agli istituti bancari per i prestiti. In parti-colare, le aziende che potranno beneficiare di questi fondi sono quelle dislocate nei comuni di: Trezzo sull’Adda, Grezzago, Trezzano Rosa e Masate. In occasione della tromba d’aria dello scorso luglio – spiega la Coldiretti di Milano, Lodi, Mon-za e Brianza – si sono registrati danni anche ad alcune aziende agricole del Milanese. Nei vivai tra Affori e Bollate, ad esempio, sono volate via tettoie e lamie-re dei capanni per gli attrezzi. La bufera – ricorda ancora la Coldiretti Interprovinciale – è arrivata dopo due settimane di caldo intenso. L’energia termi-ca accumulata in quei giorni di grande caldo si è scaricata sot-to forma di vento e pioggia. Gli eventi estremi concentrati in zone ristrette e per periodi di tempo limitati stanno diventan-do sempre più frequenti. Inter-venti analoghi a quello appena messo in campo da Regione Lombardia, che mirano a l’ac-cesso al credito sono già stati attuati a favore delle imprese del Mantovano, colpite dal ter-remoto lo scorso anno, e delle aziende delle province di Son-drio e Lecco, danneggiate dalla chiusura della SS36 alcuni mesi fa.

“Meglio il concime naturale di quel-lo chimico e il nuovo piano nitrati della Regione sembra andare, per fortuna, proprio in questa direzio-ne” dice Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia dopo che l’assessorato all’agricoltura ha an-nunciato che entro dicembre sarà pronta una mappa delle zone vul-nerabili aggiornata e più legata alla realtà di territori dove, spesso, le fonti di inquinamento sono diver-se rispetto al solo settore agricolo. “Come abbiamo sempre affermato – spiega Prandini – dobbiamo ragio-nare su parametri attuali e non cer-to sulla base di studi realizzati venti anni fa e in ogni caso in fatto che a Bruxelles si spinga molto per l’utiliz-zo del concime chimico è una chiara

dimostrazione di come certe lobbies straniere pesino e danneggino gli in-teressi dell’Italia e in particolare della Pianura Padana dove esiste una zoo-tecnia di alto livello che si è evoluta molto anche sul fronte del tratta-mento dei effluenti di allevamento”. Secondo la Coldiretti Lombardia è cor-retta la posizione della Regione che punta a individuare come zone vul-nerabili quelle aree per le quali i mo-nitoraggi dimostrano un’effettiva cri-ticità e un effettivo carico zootecnico. “Visto che è capitato che nella vec-chia mappa nitrati fossero inserite fasce di territorio senza la presenza di zootecnia – commenta Prandini – Aspettiamo quindi il nuovo studio della Regione sulle reali fonti dei ni-trati e il piano per la loro gestione”.

Un corso per imparare a realizzare composizioni floreali per eventi e cerimonie. Iniziate il 10 settembre, le lezioni si concluderanno il 15 ot-tobre. L’iniziativa è organizzata dalla Coldiretti Lombardia. Nella foto un momento del corso.

Nitrati in Lombardia,arriva la nuova mappa

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Il 15 ottobre 2013 scade il bando della misura 112 del Psr dedicato all’insediamento di giovani agri-

coltori. La misura concede un aiuto all’insediamento dei nuovi agricolto-ri, attraverso l’attivazione di un piano di sviluppo aziendale e l’utilizzo di uno specifico pacchetto di misure, con l’obiettivo di valorizzare i giovani imprenditori agricoli incentivando-ne l’insediamento. La domanda può essere presentata da un neo agri-coltore con un’età compresa tra i 18 e i 39 anni, che ha la competenza e la conoscenza professionale, che presenta un piano aziendale per lo sviluppo dell’attività agricola e che conduce per la prima volta, in quali-tà di titolare o legale rappresentante un’impresa agricola. In particolare, quest’ultima può essere: un’impre-sa individuale, una società agricola, una società cooperativa. La singola decisione in merito all’erogazione del premio di primo insediamento deve essere presa entro i 18 mesi succes-sivi all’insediamento stesso. Quale data di insediamento si considera la data della prima movimentazione della partita IVA. Il premio è erogato in conto capitale come premio uni-co e ammonta a 15.000 euro in area svantaggiata di montagna, a 10.000 euro in tutte le altre zone nel caso in cui il richiedente aderisca alla misura

Il 15 ottobre scade la Misura 112 del Piano di Sviluppo Rurale

Giovani, un aiuto per l’insediamento: fondi per i nuovi agricoltori under 40

112 presentando un piano di sviluppo aziendale che preveda significativi in-terventi finalizzati al conseguimento di obiettivi relativi a: innovazioni di pro-cesso e/o di prodotto, anche nell’am-bito della diversificazione; prodotti di agricoltura biologica, Dop, Igp, Vqprd, Igt o a materie prime necessarie alla realizzazione di questi prodotti; fon-ti energetiche rinnovabili; migliora-mento dell’efficienza irrigua; progetti di filiera corta. L’importo del premio è aumentato a 38.000 euro in zona svantaggiata di montagna e a 26.000 euro in tutte le altre zone, nel caso in cui il richiedente aderisca alla misu-

ra, presentando un Piano aziendale comprendente investimenti che siano riconducibili alle tipologie di interven-to ammissibili ai sensi delle Misure 121 e/o 311 e da realizzare senza il contributo ai sensi di queste ultime Misure. L’aumento del premio viene concesso se sussistono determinate condizioni. Le domande presentate entro il termine del 15 ottobre, ri-entreranno nel secondo periodo del bando. Il primo periodo si è chiuso lo scorso 31 maggio. Il decreto è pubblicato sul Bollettino Ufficiale del-la Regione Lombardia (BURL) n. 21, serie ordinaria del 20 maggio 2013.

Terre e rocce da scavo. Deroga all’uso in vigoreDiversi coltivatori delle nostre Pro-vincie sono incappati negli ultimi tempi in verbali e multe a causa dell’utilizzo improprio – come diceva la norma allora vigente – di terre e rocce da scavo.

Con un atto normativo di fine giu-gno 2013 è stata introdotta una de-roga alla disciplina dell’utilizzazione di detti materiali che può risultare di grande interesse per gli associati. Tale disposizione semplifica la ge-stione di questi materiali in modo proporzionato all’entità degli inter-venti da eseguire e consentirà ai

I giovani agricoltori di Coldiretti Lombardia premiati nell’ultima edizione degli Oscar Green durante “Cibi d’Italia” al Castello Sforzesco di Milano

coltivatori, tanto per fare un esempio, di curare la manutenzione dei canali e delle rogge senza dovere redige-re il piano di utilizzo del materiale di spurgo ed utilizzarlo senza problemi,

come sempre si è fatto per rafforza-re e ricostruire gli argini e le rive dei medesimi. Inoltre verrà semplificata la procedura relativa all’utilizzo del materiale di scavo proveniente da piccoli cantieri e normalmente utiliz-zato per piccole bonifiche di terreni, ricostruzione di argini e massicciate tanto per dare esempi. Tali deroghe non si applicano alle terre e rocce da scavo prodotte nell’esecuzione di opere soggette ad autorizzazione integrata ambientale o valutazio-ne di impatto ambientale e cioè le grandi opere che comportano gran-de movimento terra.

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il cooking show della nonna

Sono 9 milioni gli italiani che quest’anno al rientro dalle va-canze si sono messi al lavoro

tra pentole e vasetti nella prepara-zione di conserve fatte in casa per garantirsi una alimentazione più genuina e naturale, ridurre gli spre-chi e risparmiare nel tempo della crisi. E’ quanto emerge da un’in-dagine Coldiretti/Swg presentata in occasione del primo “Cooking show della nonna” realizzato in Piazza Portello a Milano nella mattinata di martedì 3 settembre, per svelare i trucchi del mestiere e offrire consi-gli e suggerimenti per valorizzare in

A Milano svelati i trucchi per valorizzare frutta e verdura italiana nei vasetti

Con la crisi è boom di conserve fai da teNove milioni di italiani riscoprono i segreti della nonna per mangiare sano

tutti i modi la frutta e verdura italia-na nei vasetti con l’aiuto di chef, nu-trizionisti ed esperti ma anche delle casalinghe di Voghera in rappresen-tanza di tutte le famiglie italiane. Quest’anno per effetto dei ritardi nella maturazione proprio a set-tembre - sottolinea la Coldiretti - si concentrano nelle famiglie italiane le operazioni ai fornelli per trasfor-mare la frutta in marmellate, succhi e sciroppati, gli ortaggi in gustosi sott’oli e sott’aceti e il pomodoro in passate, pelati o pezzettini. Il ritor-no di comportamenti virtuosi come la preparazione delle conserve in casa è forse l’unico aspetto positi-vo della crisi a tavola. Nel 2013 si assiste infatti al ritorno degli italia-ni all’autoproduzione di alcuni cibi secondo una tradizione del passato che - precisa la Coldiretti - sembra-va destinata a perdersi ed è invece tornata di grande attualità di fron-te ai ripetuti scandali alimentari e all’esigenza di ottimizzare i bilanci familiari. Il risultato - continua la Coldiretti - è un aumento del tempo trascorso in cucina con ogni italiano che secondo l’indagine dedica alla preparazione dei cibi ben oltre sette ore alla settimana. Ma durante i riti settembrini della preparazione delle conserve fai da te i tempi - precisa la Coldiretti - si allungano con intere giornate trascorse per recuperare il

prodotto, pulirlo, lavorarlo, cucinar-lo e metterlo in vaso. Una maggiore attenzione rispetto al passato viene riservata alla scelta delle materie prima che spesso vengono acqui-state direttamente dai produttori agricoli in azienda, nelle botteghe o nei mercati di Campagna Amica. Ma la vera novità degli ultimi anni è l’interesse crescente delle nuo-ve generazioni con molte giovani coppie desiderose di apprendere le tradizioni dei nonni. Un bisogno di informazioni sulla preparazione dei cibi che è dimostrato dal fatto che 1,4 milioni di italiani dichiarano di partecipare a community sul web centrate sulla preparazione del cibo mentre ben 25 milioni si informano sui libri od in televisione. La prepa-razione piu’ radicata nella tradizione degli italiani è quella della trasfor-mazione del pomodoro che prevede semplici ma importanti operazioni come la selezione ed il lavaggio ac-curato dei pomodori, l’asciugatura, la cottura in acqua bollente per fa-vorire il distacco della buccia dalla polpa ed infine la spremitura, l’im-bottigliamento e la sterilizzazione delle bottiglie. Non meno diffusi sono i sott’oli cioè ortaggi di stagio-ne come zucchine e melanzane che vengono precedentemente lavati e scottati in acqua, aceto o vino, fatti asciugare, messi in vaso con

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diversi aromi e sterilizzati. Imman-cabili poi tra le conserve fatte in casa sono le marmellate, una volta scelta la frutta preferita, va lavata, tagliata e lasciata a macerare con succo di limone zucchero per una notte intera prima di essere cotta a fuoco medio per una trentina di minuti in modo da farla addensare prima di metterla in vasetto e ste-rilizzare lo stesso. Una opportuni-tà che consente di utilizzare frutta molto matura che, proprio per tale motivo - informa la Coldiretti - si può acquistare a cassette a prezzi convenienti, contribuendo ad evita-re sprechi che nel tempo della crisi due italiani su tre (65 per cento) si sono impegnati a ridurre o annul-lare secondo le elaborazioni Coldi-retti/Swg. L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque – puntualizza la Coldiretti - comporta l’osservanza di precise regole in quanto la sicu-rezza degli alimenti conservati par-te dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione che valgono per il settore agroindustria-le, ma che devono valere anche per i consumatori casalinghi, soprattut-to nella fase della sterilizzazione. La grande differenza - continua la Coldiretti - è che nelle conserve ca-salinghe si utilizzano frutta e ortag-gi di stagione provenienti dall’Italia

che ha conquistato il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,4 per cento) che sono risultati peraltro inferiori di quasi quattro volte a quelli del-la media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di circa 20 volte a quelli extracomunitari

(7,9 per cento di irregolarità). Nei prodotti industriali invece - conclu-de la Coldiretti - non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza della materie prima agricola ed è facile mettere inconsapevolmente nel carrello della spesa marmellate con frutta proveniente dall’Europa dell’est, sott’oli africani o concen-trato di pomodoro cinese.

La presidente delle casalinghe di Voghera, Paola Zanin, con il direttore generale di Fondazione Campagna Amica, Toni De Amicis

Campagna Amica sbarca a Turbigo Aperto un nuovo farmers’ market

Cresce la rete dei farmers’ market di Campagna Ami-ca nel Milanese. Venerdì 6 settembre, è stato inaugu-rato a Turbigo un nuovo mercato degli agricoltori. Il taglio del nastro si è tenuto alle ore 10.00 in piazza Madonna della Luna: per l’occasione è stata allesti-ta una mostra di mezzi agricoli, mentre i più piccoli hanno potuto divertirsi facendo un giro sul calesse. I banchi degli agricoltori saranno in piazza Madonna della Luna ogni primo venerdì del mese e in via Plati, angolo Don Minzoni, il terzo venerdì del mese, per dare ai cittadini la possibilità di acquistare prodotti del territorio, scegliendo tra una vasta gamma di Made in Italy: frutta e verdura di stagione, formaggi vaccini e di bufala, miele, vino, riso, carne di coniglio e salumi, olio biologico. In Lombardia sono oltre cento i mer-cati di Campagna Amica. Di questi una cinquantina si trovano tra Milano, Lodi, Monza e Brianza concentrati prevalentemente nel Milanese, dove si contano già tre mercati coperti: quello di Parabiago, inaugurato a marzo sulla strada del Sempione al numero 60, quel-lo di Paullo, sulla strada Paullese al chilometro 10, e quello di Milano, in via Ripamonti 35, che ha raddop-piato le proprie aperture. Oltre a mercoledì mattina e sabato mattina, anche il venerdì pomeriggio.Il nuovo farmers’ market a Turbigo (Milano)

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Sulla Gazzetta Ufficiale del 3 agosto n. 181 è stata pub-blicata la legge sul cosiddet-

to “Ecobonus”. Molte le novità a partire dalla detrazione fiscale per la riqualificazione energetica de-gli edifici, salita dal 55 per cento al 65 per cento. Sarà fruibile dal 6 giugno 2013 (data di entrata in vigore del DL 63/2013) fino al 31 dicembre 2013 per i privati. I condomìni - per interventi relativi a parti comuni degli edifici condo-miniali o che interessino tutte le unità immobiliari di cui si compo-ne il singolo condominio - avran-no invece tempo fino al 30 giugno 2014. La norma si applica a tutte le tipologie di interventi che già beneficiavano del 55 per cento, compresi gli impianti di riscalda-mento e gli scaldacqua a pompa di calore e gli impianti geotermi-ci (in un primo momento esclusi, ma riammessi alla detrazione a partire dalla data di entrata in vi-gore della legge di conversione). A questi si aggiungono i lavo-ri preventivi, con aliquota del 65 per cento e fino ad un massimo di spesa di 96.000 euro, per l’ade-guamento antisismico degli edifici

Riqualificazione energetica degli edifici:“Ecobonus”, testo in Gazzetta Ufficiale

adibiti a prima casa e ad attività produttive, ricadenti nelle zone si-smiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2 come individuate dall’OPCM 3274/2003, ovvero il 38 per cento del territorio italiano che compren-de 3.069 Comuni). Per gli immobili siti nelle zone 3 e 4 e per le abi-tazioni non principali resta valida la detrazione del 50 per cento. Dal 2014 saranno detraibili, inol-tre, le spese per schermature solari, micro-cogenerazione e mi-cro-trigenerazione e gli interven-ti di efficientamento idrico e per la sostituzione delle coperture di amianto negli edifici, nonché quelle per “l’installazione di im-pianti di depurazione delle acque da contaminazione di arsenico di tipo domestico, produttivo e agricolo nei comuni dove è stato rilevato il superamento del limite massimo di tolleranza stabilito”, ovvero “dove i sindaci sono sta-ti costretti ad adottare misure di precauzione o di divieto all’uso di acqua per i diversi impieghi”. Sono confermati i tetti massi-mi degli importi da portare in detrazione, la ripartizione della detrazione in dieci rate annuali,

gli edifici interessati dall’agevo-lazione e i beneficiari del bonus, l’obbligo di pagare con bonifico, la procedura per usufruire della detrazione. La detrazione fiscale del 50 per cento delle spese per la ristrutturazione degli immobili si applica fino al 31 dicembre 2013. Sono confermati il tetto massi-mo di spesa di 96.000 euro e la ripartizione in dieci rate annuali. Non cambiano i beneficiari del-la detrazione né gli interventi per i quali spetta la detrazione. Confermata anche la procedu-ra per fruire della detrazione e l’obbligo di conservare ed esi-bire a richiesta degli uffici tutti i documenti relativi all’immobi-le oggetto della ristrutturazione. La detrazione del 50 per cento si applica anche all’acquisto dei mo-bili e degli elettrodomestici di clas-se energetica non inferiore alla A+ (A per i forni) finalizzati all’arredo dell’immobile ristrutturato, fino ad un massimo di spesa di 10.000 euro. Possono usufruire della de-trazione del 50 per cento per i mo-bili e gli elettrodomestici tutti coloro che hanno avviato una ristruttura-zione a partire dal 26 giugno 2012,

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Emissioni in atmosfera:esonerati gli impianti agricoli

cioè dalla data di entrata in vigore del DL 83/2012 che ha innalzato dal 36 per cento al 50 per cento la detrazione per le ristrutturazio-ni. La scadenza per il bonus mo-bili è fissata al 31 dicembre 2013. Anche la detrazione delle spe-se per mobili ed elettrodomestici sarà ripartita in dieci rate annua-li di pari importo e, per usufru-irne, occorrerà che i mobili ed elettrodomestici acquistati siano destinati ad arredare l’immobi-le oggetto della ristrutturazione. La procedura per la detrazione sarà la stessa: occorrerà effet-tuare i pagamenti con bonifico e conservare la documentazione. Il Ministero dell’Economia e delle finanze, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, promuoverà con l’Associazione bancaria italiana (Abi) una verifica sulle condizio-ni per offrire credito agevolato ai soggetti che intendono avvalersi delle detrazioni per gli interventi di efficienza energetica e di ristrut-turazione edilizia. Il DL 63/2013 recepisce la Direttiva europea 2010/31/UE in materia di pre-stazione energetica nell’edilizia, la cosiddetta Direttiva “Edifici a energia quasi zero”, introducendo la nuova metodologia nazionale di calcolo e i requisiti minimi di pre-stazione energetica degli edifici. I nuovi edifici dovranno essere “a energia quasi zero”, dal 31 dicembre 2018 quelli della Pubblica Ammini-strazione e dal 2021 quelli privati. L’attestato di certificazione ener-getica’ diventa ‘attestato di pre-stazione energetica’, da redigersi a cura di esperti qualificati e in-dipendenti; fornirà raccoman-dazioni per il miglioramento delle performance energetiche e sarà obbligatorio in caso di co-struzione, vendita o locazione e per tutti gli immobili della P.A. Importante il capitolo sulle sanzio-ni per i certificatori, i direttori dei lavori e i proprietari. Fino a quando non sarà definita la nuova meto-dologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici, l’attestato di prestazione energetica (APE), che ha sostituito l’attestato di cer-tificazione energetica (ACE), dovrà essere redatto secondo la vecchia metodologia di calcolo di cui al Dpr 59/2009.

Approvato in via definitiva l’e-sonero dall’obbligo di auto-rizzazione per le emissioni in

atmosfera per alcuni impianti agri-coli (essiccatoi, cantine, frantoi). La legge di conversione del decre-to legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia ha introdot-to nel testo del decreto l’articolo 41-ter, norme ambientali per gli impianti ad inquinamento scarsa-mente significativo. La norma, for-temente sollecitata da Coldiretti, risolve, finalmente, l’annosa que-stione degli impianti agricoli che, pur producendo emissioni insigni-ficanti o irrilevanti, non risultavano compresi nell’elenco di quelli eso-nerati dagli obblighi di autorizza-zione e per i quali, in assenza di tale previsione, sarebbe scattato a settembre l’obbligo di adeguamen-to. La disposizione approvata, in-tegrando la parte I dell’allegato IV alla parte V del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, inserisce tra gli impianti ad inquinamento scar-samente significativo, non sogget-ti all’obbligo di autorizzazione alle emissioni in atmosfera, i seguenti impianti: silos per i materiali ve-getali; impianti di essiccazione

di materiali vegetali impiegati da imprese agricole o a servizio delle stesse con potenza termica nomi-nale, per corpo essiccante, uguale o inferiore a 1 MW, se alimentati a biomasse o a biodiesel o a gasolio come tale o in emulsione con bio-diesel, e uguale o inferiore a 3 MW, se alimentati a metano o a gpl o a biogas; cantine che trasformano fino a 600 tonnellate l’anno di uva nonché stabilimenti di produzione di aceto o altre bevande fermen-tate, con una produzione annua di 250 ettolitri per i distillati e di 1.000 ettolitri per gli altri prodotti. Sono comunque sempre escluse, indipendentemente dalla produ-zione annua, le fasi di fermenta-zione, movimentazione, travaso, addizione, trattamento meccanico, miscelazione, confezionamento e stoccaggio delle materie prime e dei residui effettuate negli stabili-menti di cui alla presente lettera; frantoi. Gli impianti di essiccazione di materiali vegetali impiegati o a servizio di imprese agricole e gli stabilimenti di produzione di vino, aceto o altre bevande fermentate non ricompresi tra quelli esonerati sono soggetti al regime semplifica-to dell’autorizzazione generale.

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Sono numerosissimi i depositi/distributori di gasolio utilizza-ti nelle aziende agricole che,

nel corso degli anni, sono stati in-stallati (più o meno correttamen-te) beneficiando dell’esenzione all’obbligo di ottenere il Certificato di Prevenzione Incendi. Tale esen-zione è stata messa in discussio-ne dal Governo Monti che, con un articolo inserito nel “Decreto Svi-luppo”, intendeva dare seguito alla “revisione” della normativa relativa alla prevenzione incendi iniziata con il DPR 151/2011 e obbligare tutti i detentori di un diesel tank a presentare una S.C.I.A. e una re-lazione tecnica predisposta da un professionista abilitato che descri-vesse come, dove e con quali ac-corgimenti fosse stato posizionato il serbatoio. L’attuale Governo con la pubblicazione del Decreto Legge n° 69 del 21 giugno 2013, il cosid-detto “Decreto Fare”, ha ritenuto di sospendere il provvedimento ed è

Per i depositi di gasolio agricolo il governo conferma l’esenzioneNessun obbligo per il Certificato di Prevenzione Incendi

stata per il momento confermata l’esenzione per i distributori di ga-solio mobili con capacità inferiore ai 9000 litri. Infatti, nella Legge di conversione del “Decreto Fare”, nel Titolo II – Semplificazioni –, all’art. 38 – Disposizioni in mate-ria di prevenzione incendi -, com-ma 1, si prevede che: gli enti e i privati di cui all’articolo 11, comma 4, del decreto del Presidente del-la Repubblica 1° agosto 2011, n. 151, sono esentati dalla presen-tazione dell’istanza preliminare di cui all’articolo 3 del citato decreto qualora già in possesso di atti abi-litativi riguardanti anche la sussi-stenza dei requisiti di sicurezza antincendio, rilasciati dalle compe-tenti autorità. Sempre al medesimo art. 38, comma 2, si specifica che: Fermo restando quanto previsto al comma 1, i soggetti di cui al me-desimo comma presenteranno l’i-stanza preliminare di cui all’art. 3 e l’istanza di cui all’art. 4 del DPR n.

151 del 2011, entro tre anni dalla data di entrata in vigore dello stes-so. Questo comporta che le Ditte (incluse le aziende agricole) che abbiano installato dei diesel tank di capacità superiore a 1000 lt. ma inferiore a 9000 lt. non sono te-nute ad espletare gli adempimenti prescritti all’articolo 11, comma 4, del D.P.R. 151/2011 entro il 7 ot-tobre 2013, come avrebbe invece voluto il “Decreto Sviluppo”. Non è una soluzione definitiva, si tratta in effetti di uno slittamento del ter-mine alla medesima data di otto-bre del 2014, ma questo rinvio ci consente di proseguire il confronto in atto con la Pubblica Ammini-strazione e di ottenere magari la definitiva soppressione di questo ennesimo appesantimento buro-cratico. Ovviamente il rinvio non solleva le aziende dagli obblighi già in essere, obblighi che riguardano il corretto posizionamento del die-sel tank, l’installazione dello stes-

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VERIFICHE E PERIZIE Rilevazioni fonometriche per la sicurezza sul lavoro Valutazioni rischio vibrazioni Pratiche prevenzione incendi Valutazioni stress da lavoro correlato

IGIENE, AMBIENTE E SICUREZZASicurezza sul lavoro D.Lgs 81/08 e s.m.i. Valutazione conformità attrezzature

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so, le distanze, le protezioni, ecc. che di seguito ricordiamo. I conte-nitori mobili di gasoli devono esse-re installati su di una piazzola con pavimentazione piana e in area a cielo aperto, assolutamente vietato collocarli all’interno di un fabbrica-to, in luoghi chiusi o sotto tettoie.

REQUISITI PER UNA CORRET-TA INSTALLAZIONE I serbatoi si possono utilizzare solo con i com-bustibili di classe C (punto si in-fiammabilità tra 65 e 125°c), come il gasolio. Il serbatoio deve essere approvato dal Ministero dell’Inter-no ai sensi del DPR 19/03/1990, deve prevedere un dispositivo li-mitatore di carico che non con-senta di stivare carburante oltre il 90% della capacità geometrica del serbatoio. Sotto il serbatoio deve essere posizionato un bacino di contenimento a tenuta, con capa-cità equivalente ad almeno il 50% della capacità totale del serbatoio stesso, mentre sopra di esso deve essere posizionata una tettoia in materiale non infiammabile, per proteggerlo dagli agenti atmosferi-ci. È obbligatoria la messa a terra.

DISTANZE DI SICUREZZA Van-no calcolate dal perimetro del con-tenitore. A) da fabbricati, possibili fonti di accensione, altri depositi di materiale combustibile o infiam-mabile: 5 metri. B) da fabbrica-ti e locali destinati anche solo in parte ad abitazione civile, esercizi pubblici, depositi di combustibili o materiali infiammabili o concimi chimici a base di nitrati o fosfati: 10 metri. C) da linee ferroviarie: 15 metri. D) da proiezione vertica-le di linee elettriche ad alta tensio-ne: 6 metri. Rispetto al perimetro del contenitore, le cisterne devono essere contornate da un area non inferiore ai 3 metri completamente priva di vegetazione. Se la cister-na è collocata in luoghi sprovvisti di recinzione e accessibili da parte di chiunque, si deve provvedere a circoscrivere l’area con una appo-sita recinzione in muratura o rete metallica, alta almeno 1,8 metri, provvista di porta apribile verso l’esterno e richiudibile con lucchet-to o serratura. La presenza del ser-batoio va segnalata con appositi cartelli fissi e ben visibili, che se-gnalino il divieto di avvicinamento

da parte di estranei e il divieto di fumare o utilizzare fiamme libere. Un apposito cartello fisso deve in-dicare le norme comportamentali in caso di incendio, il numero dei Vigili del Fuoco e quello del tecni-co della ditta distributrice del car-burante, da contattare in caso di emergenza.

ESTINTORI In prossimità del ser-batoio devono essere collocati e facilmente raggiungibili almeno 3 estintori portatili, con carica mini-ma di 6 kg e capacità estinguente non inferiore a 39A – 144B-C, ido-nei anche all’utilizzo su apparecchi sotto tensione elettrica. Un’ultima raccomandazione: le prescrizioni di cui sopra previste ai sensi del DPR 151/2011, se non rispettate oltre a mettere a rischio di sanzione am-ministrativa l’azienda, nel caso in cui questa sia sottoposta a verifica da parte degli organi preposti (VV.FF., ARPA, ecc…) fanno scattare anche una segnalazione ad OPR Lombardia che, da regolamento, sanziona l’azienda per il mancato rispetto della condizionalità e trat-tiene parte del Premio Unico PAC. L.S.

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Il Testo Unico per la Sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008), stabilisce che tutti gli appa-

recchi di sollevamento siano da sottoporre a verifiche periodiche per valutarne l’effettivo stato di conservazione e di efficienza, al fine di contenere possibili infor-tuni sul lavoro derivanti dal cat-tivo utilizzo di queste macchine. Tra queste particolari attrezzature, rientrano anche i sollevatori tele-scopici. Sino ad oggi il comparto agricolo aveva di fatto “goduto” di una sorta di esclusione da questo obbligo che aveva già interessato altri settori come quello edile o il movimento terra, ma con il Decre-to Interministeriale 11 aprile 2011 sono state introdotte nuove moda-lità di richiesta e di gestione delle verifiche periodiche relative ai mez-zi di sollevamento e, nello stabilire che i proprietari di questi mezzi devono comunicarne la messa in servizio all’INAIL territoriale, non sono state previste esclusioni di sorta per nessun comparto. Di con-seguenza, anche le aziende agrico-le che utilizzano attrezzature per la

Nuove regole per le macchine di movimentazione sopra i 200 chilogrammi

Sollevatori, scattano le verificheObbligo di controlli periodici per valutarne il corretto funzionamento

movimentazione e il sollevamento di carichi con portata superiore ai 200 kg (tra cui sollevatori telescopi-ci, muletti, forche posteriori per ro-toballe, carri raccolta frutta, piatta-forme aeree, ecc…) sono tenute ad effettuare i seguenti adempimenti. Messa in Servizio Da richiedere all’INAIL territoriale, che attribu-irà un n° di matricola al mezzo; Prima Verifica Da richiedere all’I-nail territoriale. Per i mezzi messi in servizio prima del 23 maggio 2012 la richiesta di Prima Verifica assolve anche all’obbligo di co-municazione di Messa in Servizio. Per gli apparecchi messi in servi-zio dopo il 23 maggio 2012 è ri-chiesta la sola Messa in Servizio. Secondo le disposizioni dell’art. 71 del Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i., l’Inail è titolare della Prima Verifica periodica dopo la Messa in Servizio di attrezzature e im-pianti per la movimentazione e il sollevamento di conseguenza, le istanze di messa in servizio e di prima verifica andranno inoltrate all’Istituto mediante raccomanda-ta A.R. indirizzando la richiesta al

Dipartimento territoriale di com-petenza che per le Province di Milano, Lodi e Monza Brianza è la sede territoriale di Milano, Corso di Porta Nuova n°19, (cap 20121), oppure per via telematica acce-dendo ai “Servizi online” dell’Ente. Nell’inoltrare l’istanza, è necessario che il datore di lavoro si preoccu-pi di indicare un soggetto privato abilitato dall’Inail a cui affidare la verifica nel caso in cui l’Istituto non sia in grado di eseguire il control-lo entro 45 giorni dalla richiesta. Il Decreto Ministeriale 11/4/2011 prevede infatti che i soggetti tito-lari (Inail e Asl) possano delegare parte dell’attività di verifica a sog-getti privati abilitati secondo moda-lità dettate dal decreto stesso. Le verifiche sono sempre onerose e a carico del datore di lavoro (Dec. Dirigenziale 23/11/2012), che ha anche l’obbligo di conservare e rendere disponibile la documen-tazione relativa all’attrezzatura. Verifiche Periodiche Da richie-dere all’ASL di competenza terri-toriale, preferibilmente mediante posta certificata (PEC) o tramite

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Ocomunicazione scritta inviata me-diante raccomandata A.R. (esiste un apposito modello che varia da provincia a provincia). La verifica periodica può essere annuale o bien-nale a seconda dell’attrezzatura. Per maggiori informazioni, per ot-tenere la modulistica occorrente, per recuperare l’elenco regiona-le dei soggetti abilitati alla prima verifica e alle successive verifiche periodiche, le aziende associa-te possono rivolgersi agli uffici di zona della Federazione Provin-ciale Coldiretti di Milano Lodi e Monza Brianza. Gli Uffici Zona potranno assistere l’azienda nella compilazione delle comunicazioni di Messa in Servizio e Prima Ve-rifica dei mezzi di sollevamento. È necessario però che l’azienda si presenti presso l’ufficio con la se-guente documentazione: fattura e/o bolla di consegna; libretto di circolazione; manuale di istruzio-ne e/o scheda tecnica del mezzo; dati del costruttore; dichiarazione di conformità CE; N° di matrico-la Inail (se è già stato richiesto); Si precisa che i soggetti abilitati possono essere autorizzati ad ese-guire le verifiche periodiche per i seguenti gruppi di attrezzature: SC sollevatori di cose (muletti, telescopici, ecc…); SP sollevatori di persone (carri raccogli frutta, piattaforme aeree) e che le tariffe richieste dall’Ente verificatore va-riano a seconda della tipologia di attrezzatura in carico all’azienda. A titolo di esempio, per i solleva-tori a braccio telescopico la tariffa è di circa 250 euro. Va detto inol-tre che, per le apparecchiature in servizio da più anni, i soggetti verificatori possono richiedere una documentazione comprovante l’av-venuta manutenzione ordinaria del mezzo o dell’attrezzatura. È perciò consigliabile mantenere tracciati tutti gli interventi e i controlli previ-sti nel libretto di manutenzione del mezzo ed effettuati presso officine autorizzate. Infine, il Decreto In-terministeriale 11 aprile 2011 pre-vede delle sanzioni per i datori di lavoro che non effettuano la messa in servizio o omettono la prima ve-rifica e le successive verifiche pe-riodiche. Le sanzioni amministrati-ve previste variano da un minimo di 500 ad un massimo di 1.800 euro, in funzione dell’omissione. Luigi Simonazzi

Rinviata la partenza del Sistri per i produttori di rifiuti pe-ricolosi. E’ quanto stabilito

dall’articolo 11 del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101, che reca Disposizioni urgenti per il persegui-mento di obiettivi di razionalizzazio-ne nelle pubbliche amministrazioni. La norma, modificando l’artico-lo 188 ter del codice ambientale (decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152), oltre a fissare al 1° ottobre 2013 l’operatività del sistema per gli enti o le imprese che raccolgo-no o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale, o che effettua-no operazioni di trattamento, recu-pero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti pericolosi, ridefinisce sostanzialmente l’elenco dei soggetti obbligati ad aderire al sistema di tracciabilità. Sono previ-sti, tra gli obbligati ad aderire al sistema, i produttori iniziali di rifiuti pericolosi e gli enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pe-ricolosi a titolo professionale, o che effettuano operazioni di trattamen-to, recupero, smaltimento, com-mercio e intermediazione di rifiuti pericolosi, inclusi i nuovi produttori. I soggetti non contemplati in que-sto elenco possono aderire su base volontaria. Fatte salve eventuali ulteriori proroghe e fatta salva la possibilità di utilizzare il sistema su base volontaria, l’avvio dell’operati-vità è fissato al 3 marzo 2014 per i produttori iniziali di rifiuti perico-losi e per i comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del ter-ritorio della regione Campania. La norma approvata dispone che con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare da adottare in sede di prima appli-cazione, entro il 3 marzo 2014 o, al

Sistri, partenza posticipataper chi produce rifiuti pericolosi

più tardi, nei sei mesi successivi, si debba procedere alla semplificazio-ne del sistema, anche alla luce delle proposte delle associazioni rappre-sentative degli utenti, ovvero delle risultanze delle rilevazioni di sod-disfazione dell’utenza. Le sempli-ficazioni, finalizzate, tra l’altro, ad assicurare la riduzione dei costi di esercizio del sistema per gli utenti, devono essere adottate previa ve-rifica tecnica e della congruità dei relativi costi da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Il decreto, inol-tre, prevede che per le violazioni di cui all’articolo 260-bis del D.Lgs. n. 152 del 2006 commesse fino al 31 marzo 2014 dai soggetti per i quali il SISTRI è obbligatorio dal 1° ottobre 2013, e fino al 30 settem-bre 2014 dai soggetti per i quali il SISTRI è obbligatorio dal 3 mar-zo 2014, le sanzioni sono irrogate nel caso di più di tre violazioni nel medesimo rispettivo arco tempora-le. Tale regime è previsto limitata-mente alle condotte di informazioni incomplete o inesatte ed a quelle previste a carico dei trasportatori di rifiuti per la violazione dei relativi obblighi. Nelle more dell’entrata in operatività del sistema, le imprese sono tenute alla tenuta dei registri di carico e scarico e dei formulari, sulla base delle disposizioni previ-genti alle modifiche apportate con il decreto legislativo n.205/10. Tra le novità del decreto, infine, va segnalata la soppressione del Co-mitato di vigilanza e controllo del SISTRI e la sostituzione di tale or-ganismo con un Tavolo tecnico di monitoraggio e concertazione, co-stituito presso l’Ufficio di Gabinetto del Ministero dell’ambiente, che as-solve alle funzioni di monitoraggio del sistema.

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TUA

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Slitta il “patentino” per i trattoriTutte le novità del Decreto del Fare

Conferma del taglio dell’acci-sa sul gasolio, proroga per i patentini dei trattori, sempli-

ficazione su vendita diretta e va-lutazione dei rischi, agevolazioni per l’acquisto di macchinari e beni strumentali. Sono le novità più im-portanti contenute nel Decreto del Fare varato dalle Camere e diven-tato legge con l’obiettivo di rilan-ciare la competitività del sistema Italia. Uno dei provvedimenti più attesi riguardava l’accisa sul gaso-lio da serra. La norma ha confer-mato la riduzione della tassa a 25 euro per mille litri, “a con-dizione che i richiedenti siano serri-coltori per i quali l’attività imprendito-riale agricola c o s t i t u i s c e l’esclusivo o comunque il p r e va l e n t e fattore pro-duttivo, cioè c o l t i v a t o r i diretti e im-p r e n d i t o r i agricoli pro-f e s s i o n a l i , iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale”. La disposizione, che decorrerà dal 1° agosto 2013 e fino al 31 dicembre 2015, inten-de dare una risposta concreta alla perdita di competitività del settore florovivaistico ed orticolo a causa da un lato, del venir meno delle disposizioni che prevedevano l’e-senzione dall’accisa per il gasolio destinato alle serre e, dall’altro, dai continui aumenti dei prezzi dei car-buranti con un aggravio dei costi di produzione insostenibili. Il livello di imposizione agevolato sarà ap-plicato sul gasolio per la serricol-tura a condizione che le imprese beneficiarie si obblighino a ridurne

il consumo, dando così un fattivo contributo al raggiungimento di una maggiore tutela ambientale. Come richiesto da Coldiretti, è sta-ta prorogata al 22 marzo 2015 l’en-trata in vigore delle disposizioni sul cosiddetto patentino (abilitazione all’uso delle macchine), introdotto dall’Accordo del 22 febbraio 2012 e che aveva determinato confu-sione ed incertezze interpretative. Ma non è la sola novità importante in materia di lavoro. Il legislatore ha introdotto un nuovo modello di semplificazione della valutazione

dei rischi per le imprese agricole con particolare riguardo ai lavora-tori a tempo determinato e stagio-nali e per le imprese di piccole di-mensioni. Il modello che interessa non solo la valutazione dei rischi, ma anche formazione, informazio-ne e sorveglianza sanitaria – da definirsi con decreto intermini-steriale – si aggiunge e completa il quadro delle semplificazioni av-viato con l’Avviso comune del 16 settembre 2011 relativamente alla formazione, informazione e sor-veglianza sanitaria per le impre-se con lavoratori stagionali fino a cinquanta giornate. Confermata la proroga al 7 ottobre 2014 dell’en-

trata in vigore delle nuove norme sulla prevenzione incendi per quel-le imprese prima non soggette alla normativa e per quelle di nuova costituzione. Ulteriori semplifica-zioni riguardano più in genera-le la formazione, la valutazione dei rischi interferenziali e il Durc. Merita, infine, attenzione la abro-gazione delle visite mediche pre-assuntive dei minori, bambini e adolescenti, e del relativo certifi-cato, previste e sanzionate da una legge speciale, eccezion fatta per le lavorazioni a rischio laddove co-

munque operano gli obblighi det-tati dalle norme sulla sorveglian-za sanitaria. Ma il Dl Fare preve-de anche norme di agevolazione della filiera corta che consentono agli imprenditori agricoli di ven-dere direttamen-te i loro prodotti e organizzare il consumo sul po-sto per i clienti, senza ulteriori autor izzaz ioni , utilizzando i pro-pri locali e arre-

di aziendali. Si potrà effettuare la vendita diretta in occasioni di sagre e fiere senza necessità di comuni-carlo preventivamente al Comune interessato e di avviare la vendita diretta mediante commercio elet-tronico contestualmente all’invio della comunicazione. Altra novità di interesse per le imprese è l’eso-nero di cantine, essiccatoi e frantoi dall’obbligo di autorizzazione per le emissioni in atmosfera. Viene poi estesa alle aziende agricole l’accesso a contributi a tassi age-volati per l’acquisto di macchinari e beni strumentali. Agevolazioni pure per le cooperative agricole che operano in aree svantaggiate.

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bre 2013ATTU

ALITÀ

In caso di infortunio sul lavoro di un coltivatore diretto tito-lare dell’azienda, di un coa-

diuvante oppure di un socio di societa’ occorre prestare atten-zione ai seguenti adempimenti: - entro le 48 ore successive all’in-fortunio lo stesso deve essere denunciato all’Inail ed all’Autorità di pubblica sicurezza del luogo in cui è avvenuto l’infortunio. Se non fosse presente l’autorità di pub-blica sicurezza, la denuncia deve essere inviata ai vigili del comu-ne in cui è avvenuto l’incidente. - La denuncia all’Inail può esse-re unicamente inviata con la Pec dell’azienda. Se l’azienda fosse sprovvista di Pec è possibile inviare la denuncia con la Pec dell’associa-

Infortuni sul luogo di lavoro:attenzione agli adempimenti

zione di categoria (Coldiretti). Gli uffici della Coldiretti e gli sportel-li del patronato sono in grado di offrire assistenza gratuita per la compilazione dei moduli e per l’in-vio all’Inail ed agli organi compe-tenti. Il verbale del pronto soccor-so ed il relativo certificato medico non sostituiscono la denuncia. ATTENZIONE: non effettuare la denuncia di un infortunio può comportare sanzioni importanti a carico dell’azienda. È quindi im-portante che, in caso di infortu-nio sul lavoro di durata superiore ai 3 giorni, vengano tempesti-vamente informati gli uffici della Coldiretti e del patronato Epaca che saranno in grado di forni-re tutta l’assistenza necessaria.

Ue Coop in assemblea – Mar-tedì 8 ottobre alle ore 10.30, presso l’Auditorium Parco della Musica (Viale Pietro De Couber-tin, 30) a Roma, nella sala Si-nopoli, si svolgerà la prima con-vention nazionale di Ue Coop, il nuovo soggetto di rappresen-tanza capace di coinvolgere tutti coloro che desiderano dare un fattivo contributo alla costruzione di un modello di sviluppo solida-le, democratico e pluralista per il nostro Paese.

Operatori agrituristici – Dal 22 ottobre al 7 novembre, Coldiretti Lombardia organizza un nuovo corso di 40 ore per operatori agri-turistici. Le iscrizioni sono aperte fino al 16 ottobre. Dettagli e infor-mazioni su www.lombardia.coldi-retti.it nella sezione “Vi segnalia-mo” della pagina iniziale del sito.

Lotta alle nutrie – La Regione mette sul piatto 300 mila euro per nuove azioni di conteni-mento. Negli ultimi due anni, in Lombardia sono stati censiti oltre 2.250.000 esemplari, concen-trati soprattutto nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova, Lodi, Milano, Pavia. La specie sta ampliando progressi-vamente la sua area di distribu-zione, passata dagli 867.538 et-tari nel 2004 a 1.050.000 ettari nel 2013, e i danni causati all’a-gricoltura non sembrano ridursi.

Commercio ortofrutta – Dal primo ottobre 2013 entrano in vi-gore nuove norme per la commer-cializzazione dell’ortofrutta, intro-dotte dal regolamento europeo di esecuzione n. 594/2013. In par-ticolare, è modificata la parte re-lativa alle indicazioni esterne nel punto 4 della norma di commer-cializzazione generale, per iden-tificare più chiaramente la figura dell’imballatore e/o speditore.

Aree protette – Con il 10 per cento del Paese che ricade in aree protette è urgente proce-dere alla riforma dei Parchi, co-niugando le esigenze di tutela dell’ambiente con la possibilità di garantire un adeguato sviluppo economico grazie alle 871 zone naturali oggi censite. E’ quanto affermano Coldiretti e Federpar-chi nel commentare positiva-mente la scelta del Governo di accelerare l’iter della legge di ri-forma sulle aree naturali protette.

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