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SOMMARIO 4 - Codogno, il mercato torna in centro 6 - Meteo, a febbraio record di pioggia 7 - UeCoop al tavolo agricolo regionale 8 - Crescono le quote rosa nei campi 10 - Giovani, eletta la nuova leader 14 - Fisco, ecco le prossime scadenze 15 - Tasi, esenti i terreni agricoli 19 - Danni da selvatici, chi paga? Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI MARZO 2014 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871 Lotta alla mafia nel piatto 3 ANNO XXII

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SOMMARIO 4 - Codogno, il mercato torna in centro 6 - Meteo, a febbraio record di pioggia 7 - UeCoop al tavolo agricolo regionale 8 - Crescono le quote rosa nei campi

10 - Giovani, eletta la nuova leader14 - Fisco, ecco le prossime scadenze15 - Tasi, esenti i terreni agricoli19 - Danni da selvatici, chi paga?

Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI MARZO 2014 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871

Lotta alla mafia nel piatto

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COLDIRETTI INTERPROVINCIALE DI MILANO, LODI, MONZA E BRIANZAIndirizzo: via Fabio Filzi, 27 – Milano - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Presidente: Alessandro Ubiali - Direttore: Giovanni Benedetti

UFFICIO ZONA DI ABBIATEGRASSOIndirizzo: Viale G. Sforza, 62 - Tel: 02.58.29.85.00 - Fax: 02.58.29.85.19Segretario di zona: Enzo LocatelliOrari di apertura uffici. lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

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* L’Ufficio Epaca rimane chiuso il giovedì per tutta la giornata

DIRETTORE RESPONSABILEGiovanni Benedetti

DIREZIONEe AMMINISTRAZIONE

Via F. Filzi, 27/A - MILANO02 5829871 (r.a.)

REDAZIONEDaniela Maggi

REGISTRAZIONE TRIBUNALEdi MILANO

n. 82 dell’8/02/1992

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:

Fabio Bonaccorso Adriano Cislaghi

PROGETTO GRAFICOe IMPAGINAZIONE

PMP - Lodi

FOTOGRAFIEArchivio “il Cittadino”

STAMPALitostampa Istituto Grafico srl

Bergamo

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scrivere una mail all'indirizzo:

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La Coldiretti Interprovincialetra Milano, Lodi, Monza e Brianza

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Lotta alla mafia nell’agroalimentare:nasce l’Osservatorio della Coldiretti

Si chiama “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” la

nuova Fondazione di Coldiretti per diffondere la conoscenza e la con-sapevolezza del patrimonio agro-alimentare italiano, con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli idonei a sma-scherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la lega-lità. Giancarlo Caselli guida il Comi-tato Scientifico della Fondazione, mentre il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ne è il presiden-te e al presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara è stata affidata la vice presidenza. La presentazione è av-venuta con la partecipazione dei Mi-nistri della Giustizia Andrea Orlando e delle Politiche Agricole Maurizio Martina, alla vigilia dell’incontro del Santo Padre con le vittime del-le mafie in programma il 21 marzo. A causa di un luogo comune molto diffuso all’estero, gli stranieri sono portati ad assimilare l’Italia alla ma-fia, oltre che alla pizza e alla pasta. “Con la Fondazione ci vogliamo fare carico dell’indignazione del 65 per cento degli italiani che non sopporta che la criminalità organizzata dan-neggi l’immagine del nostro Paese” ha affermato il presidente della Col-diretti Roberto Moncalvo. Dal caffè “Mafiozzo” stile italiano ai sigari “Al

Capone”, dalla pasta “Mafia” agli snack “Chilli Mafia”, dall’amaro “Il Padrino” al limoncello “Don Corleo-ne” sono molti gli esempi di prodot-ti agroalimentari venduti nel mon-do con nomi che richiamano alla criminalità organizzata smascherati da Coldiretti. “Dopo aver sfruttato le immagini della bellezza dei nostri territori, adesso il marketing indu-striale agroalimentare punta sui simboli e sui nomi che richiamano l’ambiente del crimine organizzato per vendere prodotti alimentari che con l’Italia non c’entrano nulla, ma che sfruttano stereotipi negativi per fare business sul buon nome delle nostre produzioni. E’ una vergogna” spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia. “La lot-ta alla criminalità organizzata passa dalla trasparenza – spiega Alessan-dro Ubiali, Presidente della Coldi-retti Interprovinciale –, soprattutto in un settore come quello agroali-mentare dove le mafie stanno inve-stendo anche attraverso la gestione di aziende agricole ed esercizi com-merciali sparsi sui nostri territori”. Con l’Osservatorio si intende creare un complesso di controlli che assi-

curi la più completa informativa ai consumatori, contrastando le con-traffazioni e le adulterazioni alimen-tari. In tale prospettiva, la Fonda-zione intende promuovere iniziative di approfondimento in merito agli interventi e agli effetti delle pro-nunce di tutte le Autorità ammini-strative indipendenti che possano interferire nel mercato dell’agro-alimentare, analizzando e appro-fondendo, in particolare, le attività dell’Autorità Garante della Concor-renza e del Mercato e dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazio-ni. La Fondazione promuove, inol-tre, le azioni legali collettive di tute-la dei consumatori, con particolare riguardo all’accertamento della re-sponsabilità in materia ambientale e alimentare e per la condanna al risarcimento dei danni. La Fonda-zione - precisa la Coldiretti - svolge un ruolo propositivo nel confronti della Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, nonché delle Commissioni parlamentari d’inchie-sta istituite per l’analisi conoscitiva dei fenomeni della contraffazione e della pirateria commerciale.

Un cesto pieno di prodotti agroalimentari con nomi che richiamano alla criminalità organizzata venduti nel mondo

Sigari “Al Capone” in vendita negli Usa

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Campagna Amica parla ai soci: via al tour sulla “correttezza”

L’incontro di Campagna Amica a Milano

E’ partito da Milano il tour “Edu-cazione alla correttezza” della Fondazione Campagna Amica,

un percorso dal Trentino alla Sici-lia per ribadire a tutte le imprese agricole accreditate i successi e i risultati della maggiore rete euro-pea di vendita diretta, ma anche per ricordare i principi e le rego-le che stanno alla base di questo progetto. L’incontro con i soci nel capoluogo lombardo si è tenuto lo scorso 13 marzo nella sede della Coldiretti Interprovinciale in via Fa-bio Filzi. Presenti i vertici della Fon-dazione e i responsabili regionale e provinciale. In un’epoca in cui la globalizzazione dell’economia por-ta a delocalizzare le produzioni e il “dumping” ambientale, sanitario e sociale spesso sono la regola per tenere bassi i consumi, i produttori di Campagna Amica, che credono e investono sul proprio territorio, sono un grande esempio virtuoso, utilizzando antiche pratiche agro-nomiche compatibili con la tutela dell’ambiente e della biodiversità, ostinandosi a rifiutare di seminare

Ogm, impegnandosi a fare quali-tà a prezzi giusti, rappresentando un grande e importante patrimo-nio materiale ed immateriale per il nostro Paese. Sono gli imprenditori agricoli che hanno permesso di rag-giungere 10.000 punti vendita di Campagna Amica, 1.500 mercati e quasi 200 Botteghe in tutta Italia e tutti i collaboratori del territorio che hanno reso possibile questo grande progetto. Consapevoli del valore del “brand” Campagna Amica, si ritiene indispensabile ribadire l’importan-za della formazione, informazione e sensibilizzazione per far crescere la cultura della prevenzione, della correttezza, della legalità, della re-sponsabilità ed aumentare la con-sapevolezza del valore del marchio di cui si è utilizzatori. Il Tour, che sta proseguendo nelle altre regioni del Belpaese, è anche l’occasione per un confronto trasparente e opera-tivo al fine di rilanciare il progetto e raccogliere spunti, idee, critiche e motivazioni da chi, ogni giorno, lavora allo sviluppo di Campagna Amica.

Codogno centro:torna il mercatoDa lunedì 17 marzo, il farmers’ market di Codogno (Lodi) è tornato stabilmente nel cen-tro del paese, in piazza Cairo-li. L’appuntamento è per tutti i lunedì mattina dalle ore 8 alle 13. La decisione – fa sapere la Coldiretti di Milano, Lodi e Mon-za Brianza – è frutto dell’intesa raggiunta con l’amministrazione comunale. La scelta di riportare il mercato nel cuore della cit-tadina arriva dopo una fase di sperimentazione con la formula itinerante, che per un anno ha portato i prodotti agricoli locali, oltre che in piazza Cairoli (per due lunedì al mese), anche nei quartieri Don Bosco e San Bia-gio. “Volevamo dare la possibi-lità a chi vive nelle zone peri-feriche di acquistare prodotti freschi e del territorio, ma non abbiamo avuto la risposta che ci attendevamo – spiega Andrea Repossini, responsabile Cam-pagna Amica della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – Così abbiamo chiesto di tor-nare alle origini, mantenendo i banchi dei nostri agricoltori solo nel cuore di Codogno ogni lune-dì del mese. Voglio ringraziare l’amministrazione comunale per la disponibilità e la sensibilità che ha dimostrato”. “I mercati degli agricoltori rappresentano un ponte tra campagna e cit-tà – spiega Alessandro Ubiali, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – Mettono in contatto diret-to produttori e consumatori, e sono un modo per valorizzare il nostro territorio e far conosce-re le sue bellezze ed eccellen-ze”. Per gli agricoltori – spiega la Coldiretti Interprovinciale – i farmers’ market rappresentano un’opportunità per incrementa-re il reddito aziendale, mentre per i cittadini sono l’occasione per gustare i prodotti del nostro territorio. Nel farmers’ di Cam-pagna Amica a Codogno si pos-sono acquistare frutta e verdu-ra di stagione, carne, formaggi, riso, vino. Tra Milano, Lodi e Monza Brianza si contano circa 50 mercati agricoli, oltre 130 in tutta la Lombardia.

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A Codogno tornail mercato a Km 0

Expo, Milano non sprechi l’acqua buttandola nell’Olona

E’ sempre più orti urbani “mania”:da Milano a Lodi sono quasi 1.600

Alcuni ragazzi imparano i segreti dell’orto

Sfiorano quota 1.600 gli orti ur-bani nei comuni di Milano, Lodi e Monza così suddivisi: Milano

1.384, Lodi 100, Monza 100. In tutti i capoluoghi della Lombardia sono quasi 2.800 le oasi verdi con una crescita del 40% rispetto a due anni fa. E’ quanto spiega la prima Mappa 2014 stilata dalla Coldiretti sulle aree coltivate a gestione pub-blica, più alcune nate dall’iniziativa dei privati. Dal 2012 a oggi – spie-ga la Coldiretti interprovinciale – in tutta la Regione il numero è passa-to da circa duemila a quasi 2.800 appezzamenti. Nelle amministra-zioni comunali si sta rafforzando la propensione a creare zone di orti urbani che assolvano a una dupli-ce funzione: da una parte fornire ad anziani e famiglie un servizio con costi di gestione molto limitati, dall’altra migliorare la vivibilità delle periferie dove si solito queste aree vengono ricavate e attrezzate. Nella città della Madonnina oltre agli orti di zona, ci sono orti didattici, giar-dini condivisi e orti gestiti da grup-pi e privati, il tutto per una stima che supera i 1.384 appezzamenti. Per la prima tipologia si conta-no più di 870 orti a cui si aggiun-gono diversi orti didattici nelle scuole come quelli dell’Istituto Comprensivo “Italo Calvino” e dell’i-stituto comprensivo “Renzo Pezzani”.

Con il progetto ColtivaMi, l’ammini-strazione comunale ha individuato diversi spazi aperti comunali che dovranno essere assegnati per la re-alizzazione di orti. Inoltre, nel capo-luogo lombardo sono diffuse espe-rienze di giardini condivisi, con aree dedicate alla coltivazione collettiva. Ne citiamo solo alcune: il Giardino Nascosto in via Bussola angolo via Malaga, i Giardini in Transito di via-le Montello, l’Isola Pepe Verde nei pressi della stazione Garibaldi, l’orto del Politecnico di Milano. Altri orti, invece, sono gestiti da privati. A Lodi

ci sono 100 orti con una superficie che varia tra i 36 e i 40 metri qua-drati: ogni orto è dotato di acqua, ricovero attrezzi e recinzione e può essere coltivato da chiunque purché residente in Comune. La richiesta, sottolinea la stessa amministrazio-ne, è in crescita. A Monza si onta-no altri 100 orti con una metratura di circa 60 metri quadri, coltivati da pensionati ultrasessantenni. I primi orti risalgono a oltre dieci anni fa, al 2002. L’orto urbano, a terra o sul balcone – spiega la Coldiretti di Mila-no, Lodi, Monza Brianza – è un modo per riscoprire il legame con la terra, con il ciclo delle stagioni e ha anche un effetto benefico sulla salute fisica e psichica come dimostrano diverse esperienza di “Ortoterapia” in Italia e all’estero. Il tutto in una regione dove la disponibilità di verde urba-no, secondo gli ultimi dati Istat, è di circa 36 metri quadrati per abitante, con valori pro capite molto diversi a seconda dei capoluoghi di provincia: 16,4 a Milano, 23,6 a Lodi e 70,4 a Monza. Fare un piccolo orto o cura-re una piantina in un vaso – com-menta la Coldiretti Interprovinciale – è educativo anche per i bambini, che imparano che frutta e verdura non nascono dagli scaffali di qual-che supermercato, ma dalle piante, dal lavoro dell’uomo, dalla cura che mettiamo nelle cose.

Expo, senza anello azzurro la cintura verde di Milano rischia di restare a secco. “Se le acque che serviran-no per l’area di Rho Pero verranno mandate nell’Olo-na allora vorrà dire che avremo perso un patrimonio idrico di quasi 3 metri cubi al secondo che servirebbe invece a irrigare le aree verdi agricole nella fascia sud della cintura che avvolge la città metropolita-na” spiega Alessandro Ubiali, Presidente della Col-diretti di Milano Lodi e Monza Brianza. “L’acqua che uscirà dall’area Expo deve essere portata al Naviglio Grande e alla Darsena in modo da essere usata per i campi – aggiunge Ubiali – Dirottarla nei canali tombi-nati sotto la città di Milano la farebbe diventare parte delle fogne con uno spreco incredibile di una risorsa che, insieme al cibo, è al centro del tema Expo ed è anche al centro delle preoccupazioni degli agricoltori

ogni estate”. Anche perché l’ultimo mezzo secolo di espansione urbanistica di Milano ha stravolto il reti-colo irriguo attorno alla città e in particolare la fascia a sud: in pratica la città, con palazzi e reti fognarie ha intercettato un sistema dei canali antico mille anni, togliendo portata alla falda, asciugando i fontanili e riducendo la quantità di acqua da scorrimento dai terreni agricoli sepolti dal cemento. Su un’area di ol-tre 33 milioni di metri quadrati fra Locate Triulzi, Car-piano e San Giuliano Milanese, lungo il percorso della Roggia Vettabia, il deficit idrico ha quindi superato i 5 mila litri al secondo, a cui si aggiungono altri 3 mila litri al secondo che servirebbero ai territori ba-gnati dai Navigli. “Per questo – spiega Ubiali – non ci possiamo permettere di sprecare neppure una goccia dell’acqua che verrà usata per l’Expo”.

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Stranieri nei campi con il progetto “Safe”

Incontri, momenti di informazione e formazione per dare la possibi-lità a immigrati in regola, in Italia

da meno di 4 anni, di inserirsi nel mondo del lavoro in ambito agrico-lo. E’ l’impegno di Coldiretti Lom-bardia partner del progetto Safe (Scouting for Agricolture Forward Employment): promosso dal Comu-ne di Milano, il progetto mira a in-tegrare cittadini stranieri tra i 19 e i 35 anni con basse professionalità, con regolare permesso di soggior-no. Come associazione – spiega la Coldiretti Lombardia – nel mese di febbraio abbiamo tenuto una serie di incontri formativi a un gruppo di stranieri in cerca di lavoro non spe-

cializzato in agricoltura. Abbiamo fornito loro le informazioni essenzia-li per muoversi all’interno di questo settore, illustrando i vari comparti in cui è strutturato, le principali regole sulla sicurezza e le potenziali oppor-tunità lavorative. I ragazzi, inoltre, hanno potuto visitare anche alcune realtà agricole di Coldiretti attive in provincia di Milano. Per i prossi-mi tre mesi – conclude la Coldiretti regionale – questi giovani stranieri saranno impiegati in alcune nostre aziende per un periodo di tirocinio. Per i più bravi e volenterosi speria-mo che questo apprendistato possa poi trasformarsi in un contratto vero e proprio.

Febbraio pazzo:pioggia recordQuello che ci siamo lascia-ti alle spalle è stato il febbraio più piovoso degli ultimi 4 anni. Emerge da un’elaborazione del-la Coldiretti regionale sui dati forniti dall’Arpa Lombardia, l’agenzia regionale per il mo-nitoraggio ambientale. Le pre-cipitazioni di febbraio – spiega la Coldiretti – sono state su-periori anche alla media men-sile degli ultimi vent’anni, con valori quasi tre volte più alti. A Milano, ad esempio, quest’an-no sono caduti 190 millimetri ri-spetto ai 55 di media registrati dal 1990 a oggi. A Varese, inve-ce, si sono accumulati 224 milli-metri contro i 65 dell’ultimo ven-tennio. Durante l’intero periodo invernale in Lombardia ci sono stati 40 giorni di pioggia sui 90 totali – spiega la Coldiretti regio-nale - ha piovuto quasi un gior-no su due, inzuppando i campi di acqua. Oltre alle piogge, in inverno ci sono state anche temperature più alte del solito. Le minime hanno fatto registra-re 2 – 3 gradi centigradi in più rispetto alle medie recenti, favo-rendo la comparsa delle gemme su alcuni alberi da frutto come il pesco e l’albicocco.

Un gruppo di ragazzi stranieri del progetto “Safe”

Il “Lombardia Expo Tour” fa tappa a Bergamo

Si è tenuta a Bergamo, domenica 23 marzo, la seconda tappa del “Lombardia Expo Tour”, il viaggio tra cibo e ter-ritorio organizzato dalla Regione con Coldiretti Lombardia per far conoscere i temi dell’Esposizione Universale del 2015 ai cittadini. In piazza Dante 80 banchi dei produttori di Campagna Amica hanno offerto ai consumatori il me-glio della produzione agroalimentare Made in Italy, men-tre nella sede della Camera di Commercio si è tenuto un

Sopra a sinistra un produttore di Milano al farmers’ market di Bergamo. A destra il convegno su legalità e agricoltura

convegno sulla legalità in agricoltura con gli interventi del Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, del Presidente della Lombardia Roberto Maroni, del ministro dell’Agri-coltura Maurizio Martina, dell’assessore regionale all’A-gricoltura Gianni Fava, del Comandante dei Nas Cosimo Piccinno e dell’ex procuratore Giancarlo Caselli. Prossimo appuntamento a Pavia il 12 aprile con il farmers’ market in piazza Vittoria.

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Sicurezza alimentare e trasparenza: cooperative agricole in prima linea

UeCoop Lombardiaal tavolo agricolodella Regione

Cooperative agricole in prima li-nea sulla sicurezza alimentare e sulla trasparenza delle filiere

produttive. Tutto questo – spiega UeCoop Lombardia – grazie a una modifica al Testo Unico dell’agricol-tura del dicembre 2008 che intro-duce un nuovo articolo in materia di cooperazione agricola. La varia-zione, approvata all’unanimità dal Consiglio, riguarda la valorizzazione delle produzioni agricole e zootec-niche, in particolare quelle a deno-minazione di origine ai sensi del Re-golamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Si favorisce il processo di allargamento della base associativa e del capitale sociale delle imprese cooperative, contri-buendo ad accrescere l’occupazio-ne soprattutto giovanile, lo sviluppo dell’agricoltura professionale nelle aree montane e l’accesso ai merca-ti internazionali. Infine l’individua-zione della cooperazione agricola quale strumento per lo sviluppo ed

il funzionamento delle filiere agroa-limentari lombarde, oltre a favorire il processo di aggregazione tra coo-perative e sostenere il processo di investimento in impianti ed in inno-vazioni organizzative tecnologiche. “Questa modifica di legge – spiega Paola Pozzi, responsabile UeCoop Lombardia – è fondamentale per una crescita economica della coope-razione agricola lombarda e rappre-senta uno slancio di competitività. Oggi vi è una crisi etica d’impresa nella cooperazione mentre è neces-sario recuperare il legame profondo con il territorio che ci consente di non tradire le nostre origini. Si pen-si, ad esempio, che dal 2003 al 2013 il numero delle stalle lombarde è di-minuito di oltre 30%, passando da 8.760 a 6.042. Si tratta di produt-tori che hanno dovuto chiudere le loro stalle in quanto ci sono imprese che, anziché privilegiare il rapporto con la propria base sociale, favori-scono il latte polacco e cagliate te-desche, prodotti destinati alla filiera “Made in Italy”.

Paola Pozzi, di UeCoop Lombardia, con Roberto Maroni, Roberto Moncalvo e Ettore Prandini

UeCoop Lombardia riconosciu-ta al Tavolo agricolo regionale, al quale partecipano tutti i rap-presentanti regionali delle as-sociazioni di categoria agricole. Un confronto generale sulle principali problematiche del comparto e l’ esame del piano di avanzamento lavori sul PSR 2014/2020, sono stati gli argo-menti trattati martedì 4 marzo presso l’Assessorato Agricoltura di Palazzo di Lombardia. “Uno dei principali obiettivi del nuovo PSR – spiega Paola Pozzi, re-sponsabile UeCoop Lombardia - è quello di favorire la creazione di reti, che già caratterizzano per sua natura il sistema coo-perativo, oltre ad aumentare la redditività delle aziende agricoli attraverso processi di aggre-gazione e cooperazione delle imprese. UeCoop lavorerà con Regione Lombardia sulle strate-gie del nuovo PSR per meglio incentivare sul nostro territorio la cooperazione in ambito agri-colo”.

Paola Pozzi

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Pranzo a Melzo: donne in festa

Un’impresa agrico-la su cinque nelle province di Milano,

Lodi e Monza Brianza è guidata da donne. In particolare nella pro-vincia di Lodi le aziende “rosa” sono il 15,4 per cento del totale, nel Milanese rappre-sentano il 21,1 per cento mentre in Brianza il 18,8 per cento. Complessi-vamente nei campi tra Milano, Lodi e Monza Brianza le imprese femminili sono 1.156 su un totale di 5.965. In tutta la regione le agri-manager ge-stiscono ormai quasi 11 mila attività agricole. E’ quanto emerge da un’e-laborazione Coldiretti su dati Came-ra di Commercio di Milano effettuata in occasione della festa della donna che quest’anno, grazie alle iniziative del gruppo Donne Impresa, è stata all’insegna dell’agri-bellezza e della solidarietà. Sabato 8 marzo, infatti, a Vaprio d’Adda (Mi) durante il far-mers’ market di Campagna Amica, un gruppo di imprenditrici agricole della Coldiretti Interprovinciale ha mostrato come prendersi cura della propria pelle grazie a delle masche-re realizzate con frutta e verdura di stagione. “E’ solo uno dei tanti con-sigli pratici, basati su ingredienti na-turali e low cost, contenuti nel libro Spunti antichi per donne moderne – spiega Ambrogia Bardelli, curatrice dell’angolo di agribeauty –. Realiz-zato dal gruppo Donne Impresa del-la Coldiretti di Milano, Lodi e Mon-za Brianza, il volume raccoglie una serie di trucchi per curare il proprio

In Lombardia le agri-manager gestiscono quasi 11 mila aziende

Nei campi quasi un’impresa su cinque è rosaFesta dell’8 marzo tra solidarietà, benessere e buona cucina

aspetto, per combattere i malanni più comuni e per mantenere pulita la propria casa”. Il libro è stato mes-so in vendita durante l’intera mat-tinata e il ricavato è stato devoluto alla Onlus Sirio, che si occupa di ra-gazze vittime di violenza e maltrat-tamenti. In poco più di tre ore sono state acquistate oltre 20 copie. Infi-ne, a tutte le consumatrici che sono passate tra i banchi del mercato è stata regalata una mimosa. Verso l’ora di pranzo, poi, è stato offerto a tutti un piatto di risotto. “Il ruolo della donna nelle campagne è molto cambiato – commenta Pina Alagia, responsabile Donne Impresa della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza –. Se in passato erano vi-ste solo come gli angeli del focolare, oggi partecipano ai lavori nei campi e nelle stalle, gestiscono l’ammini-strazione e le attività multifunziona-li come gli agriturismi o le fattorie didattiche, nelle quali recuperano i saperi e le tradizioni del passato. Inoltre, oggi le imprenditrici agricole sono tecnologiche, hanno un livello di scolarizzazione medio alto e sono molto organizzate: nonostante le molteplici attività, infatti, riescono a dedicare il giusto tempo al lavoro e alla famiglia”.

Il gruppo Donne Impresa Milano al mercato di Vaprio d’Adda

Provincia Imprese agricole femminili

Imprese agricole totali

Peso imprese rosa sul totale

Milano 766 3.636 21,1% Lodi 214 1.393 15,4%

Monza e Brianza 176 936 18,8% Totale 1.156 5.965 19,4%

Fonte: Elaborazione Coldiretti Lombardia su dati 2013 Infocamere Camera di Commercio di Milano

LE AGRI MANAGER TRA MILANO, LODI E MONZA

Sono state una quarantina le donne che domenica 9 marzo hanno partecipato al pranzo or-ganizzato dalla Coldiretti Inter-provinciale presso il Ristorante Albergo Maggiore a Melzo. Una giornata trascorsa in compagnia e in allegria per celebrare una ri-correnza che è anche l’occasione per fare il punto sull’importanza crescente che le imprenditrici ricoprono oggi nel settore agri-colo. Durante l’iniziativa è stato messo in vendita il libro “Spun-ti antiche per donne moderne” realizzato dal gruppo Donne Impresa, con consigli pratici su come curare il proprio aspetto, mantenere in ordine la casa e cucinare, con metodi naturali e prodotti alimentari di stagione. Il ricavato è stato devoluto in beneficienza a una Onlus che si occupa di ragazze vittime di violenza. Nella foto un momento della giornata.

Un momento del pranzo a Melzo

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PRESA

L’Expo guarda all’imprenditoria rosa:donne Coldiretti al centro del dibattitoA Codogno torna

il mercato a Km 0

Addio ad Amina Benedetti, protagonista di Donne Impresa

Anche una rappresentanza del gruppo Donne Impresa del-la Coldiretti di Milano, Lodi e

Monza Brianza al “Tavolo Imprendi-toria Femminile verso Expo 2015”, l’Iniziativa promossa dal Coordina-mento “Tavoli Tematici per Expo” & Comitato promotore Imprenditoria Femminile della Camera di com-mercio di Milano che è stata pre-sentata a Milano il 19 marzo scorso. Secondo un’indagine della Camera di commercio di Milano, pensando ad Expo le donne sono più positi-ve degli uomini: le ottimiste sono

il 77% contro una percezione ge-nerale in cui comunque vince la fiducia per il 66,8% degli italiani. Aspettative positive legate alle partnership internazionali (35,4% delle donne, ma meno della me-dia degli italiani paria 54,3%). Ma i temi soprattutto femminili legati a Expo sono: organizzazio-ne di eventi (20,1% contro una media dell’11,5%), ecososte-nibilità (16,9% contro una me-dia dell’8,8%) e educazione ali-mentare (6,2% contro 1,70%). Legate a Expo sono stimate per il

Amina Benedetti ha raggiunto la casa del Padre dopo anni di soffe-renza, sorretta da una grande Fede cristiana. Perché ricordarla dopo un lungo periodo di assenza dalla Coldi-retti? Perché nei lontani Anni Settan-ta e oltre, Amina è stata l’anima del Movimento Femminile al quale ha dedicato molto tempo con passione e fiducia. Per le coltivatrici di allora, ancora lontane dalla consapevolez-za del loro ruolo nell’impresa conta-dina, è stata un importante punto di riferimento per ogni loro difficoltà,

sia famigliare sia sociale. La Col-diretti è grata a questa donna che ha vissuto e ha fatto vivere con-cretamente l’articolo 1 del nostro statuto, che descrive a quali valori si ispira l’azione sociale e cristiana di questa nostra grande Organiz-zazione. Molte saranno le persone che guardando la fotografia qui a lato la riconosceranno e le sa-ranno ancora grati. Grazie Amina!

Il gruppo Donne Impresa Coldiretti di Milano, Lodi,

Monza Brianza

periodo 2012 – 2020, 2.600 nuove imprese femminili in Italia, la metà in Lombardia e circa un decimo a Milano. I settori: ospitalità (circa 700 tra alberghi e ristoranti, set-tore dove le donne già ora pesano con circa un terzo delle imprese esistenti), costruzioni e trasporti (con 370 e 190, settori meno fem-minili in cui le imprese di donne sono il 7% e l’11%), ma anche co-municazione e tempo libero (360 e 105, settori più femminili col 23% e il 27% delle imprese totali legati a donne).

Un’imprenditrice agricola impegnata in un farmers’ market in vista di Expo

Amina Benedetti

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Nella nuova giunta nazionale parità di numero tra donne e uomini

Giovani Impresa, eletto il nuovo leader: è la marchigiana Maria Letizia Gardoni

In arrivo una banca dati sul webper trovare lavoro nei campi

Il nuovo esecutivo di Giovani Impresa con il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo e il Segretario Carmelo Troccoli

Maria Letizia Gardoni è il nuovo leader dei gio-vani agricoltori italiani di Coldiretti. Venticinque anni di Osimo (Ancona) dove coltiva ortaggi con

metodo macrobiotico, l’imprenditrice è stata eletta dall’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa in rappre-sentanza di oltre 40mila giovani. La neodelegata gui-derà un esecutivo nazionale composto per il 50 per cento da donne e per il 50 per cento da uomini: Maria Serena Minunni, Erika Pedrini, Valentina Binno, Elena Tortoioli, Ignazio Gibiino, Paolo Giorgi, Daniele Per-rone, Andrea Barbetta. Un esempio dei tanti ragazzi che hanno scelto la professione di agricoltori portan-do nel lavoro quel contributo di innovazione che rap-presenta oggi la chiave del successo imprenditoriale. Maria Letizia Gardoni, che ha raccolto il testimone di Vit-torio Sangiorgio, chiamato alla guida di Giovani Impresa il 24 marzo 2010, ha iniziato la sua avventura nel 2008. I suoi genitori sono entrambi funzionari pubblici, ma fin da piccola aveva l’idea di fare l’imprenditrice agri-cola. A 19 anni ha coronato il sogno acquistando un terreno facendo un mutuo e aprendo la sua azienda, nove ettari nelle campagne di Osimo. All’inizio – preci-sa la Coldiretti – ha provato a coltivare ortaggi per l’in-dustria, ma si è resa conto che non era questa la sua “dimensione”, non tanto produttiva quanto mentale. La svolta è arrivata poco dopo, grazie a un’autentica fol-gorazione per la “Policoltura ma-pi”, dal nome di Mario Pianesi, l’uomo che ha portato il macrobiotico in Italia. Ha iniziato così a coltivare cavoli, insalata, carote, fi-nocchi coi quali oggi rifornisce i punti macrobiotici del-la provincia di Ancona. Nel frattempo si è laureata in Scienze e tecnologie agrarie all’Università Politecnica delle Marche, con una tesi sullo spopolamento degli al-veari. Il suo prossimo obiettivo – conclude la Coldiretti – è aprire un centro agricolo di ippoterapia, sviluppan-do un progetto di agricoltura sociale.

Arriva la banca dati di aziende agricole che assu-mono alla quale potrà accedere il 68 per cento dei giovani italiani che, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, nel 2014 vorrebbe lavorare in agricoltura. La presen-tazione è avvenuta nel corso dell’Assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti durante la quale è stato aperto il portale della Coldiretti “Lavoro in campa-gna” per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, autorizzato dal Ministero del Lavoro. Allo sco-po è stato predisposto un sistema informatico che – sottolinea la Coldiretti - opera attraverso un appo-sito sito web nazionale nel quale verranno acquisite, archiviate e rese disponibili in forma pubblica tanto le richieste di manodopera delle imprese quanto i curricula e le disponibilità dei lavoratori. Il servizio peraltro non si limita comunque all’impresa, ma è ri-volto anche al sistema della famiglia che potrà essere assistito nella ricerca di colf o badanti, al giovane che ricerchi la possibilità di effettuare uno stage azienda-le, allo studente a caccia di un’occupazione durante il periodo delle vacanze estive o invernali attraverso un’offerta di lavoro occasionale accessorio (voucher) e al pensionato che voglia integrare il proprio reddito da pensione sempre tramite i buoni lavoro. Lo stru-mento informatico sarà accessibile presso ogni sede e sportello territoriale della struttura Coldiretti con personale qualificato che provvede anche a rendere un vero e proprio servizio di accompagnamento ed assistenza a imprese e lavoratori, sia nel compito di caricamento e aggiornamento dei dati, sia soprattut-to nella vera e propria fase di incontro tra domanda ed offerta di lavoro. “È una risposta concreta alla do-manda crescente di agricoltura”, ha affermato Rober-to Moncalvo.

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Le parole della nuova presidente:“Ragazzi, inseguiamo i nostri sogni”

L’orgoglio di rappresentare i giovani che hanno scommesso sull’agricoltura, l’invito a inse-

guire i propri sogni senza paura, la consapevolezza di produrre bene comune per il sistema Paese e la ri-chiesta alle istituzioni di valorizzare i talenti dei ragazzi e delle ragazze italiane. Sono alcuni degli spun-ti che la nuova leader di Giovani Impresa, Maria Letizia Gardoni, ha espresso in una delle sue prime interviste, concessa allo staff di Giovani Impresa, che qui sotto vi riproponia-mo.

Da giovane imprenditri-ce a Presidente Giovani Coldiretti. Cosa vuol dire per te rappresen-tare i giovani agricoltori a livello nazionale?

E’ un grande onore per me poter rappresen-tare e guidare Coldi-retti Giovani Impresa, ad oggi l’unica vera forza giovane italia-na. Sono davvero or-gogliosa di sentirmi portavoce di tutti quei giovani che, come me, hanno deciso di inve-stire il loro futuro nel-le campagne italiane. Un orgoglio che nasce dalla consapevolezza che Coldiretti Giovani Impresa rappresenta lo spaccato di società più bello dei nostri tempi. Una società che è la prova di un’I-talia che ce la fa e che si rimbocca quotidianamente le maniche per vivere un presente migliore e per costruire le basi per un futuro più roseo.

Cosa possono fare i giovani per l’a-gricoltura italiana?

Devono continuare a percorrere quel cammino che hanno intra-preso da qualche anno a questa parte. Quel cammino che ha por-tato a considerare l’agricoltura

italiana un settore d’avanguardia e che sta dimostrando sempre di più la sua valenza civica e socia-le. Perché oggi investire ed intra-prendere in agricoltura significa produrre occupazione e ricchez-za, ma soprattutto bene comune. Oggi i giovani possono e devono continuare ad arricchire il setto-re agricolo di intuito, idee, visioni, capitale umano e nuove tecnologie

per renderlo sempre più competiti-vo e distintivo nel mondo.

Cosa possono fare invece lo stato e le istituzioni per i giovani italiani?

Stato ed istituzioni devono tracciare percorsi in cui le nuove generazioni possano esprimere le loro potenzia-lità, conoscenze e professionalità. Devono creare sbocchi occupa-zionali e generare un modello di società che permetta ai giovani di sentirsi realizzati non solo dal pun-to di vista lavorativo ma anche rela-

zionale, di integrazione, che li porti a considerarsi parte indispensabile per la crescita dell’intera comunità.

Quali sono secondo te gli assi di sviluppo per l’agricoltura di doma-ni?

L’agricoltura di domani non potrà fare a meno di continuare a pog-giare le proprie basi sulla peculiari-

tà dei nostri territori, delle nostre produzioni locali, sulle tradizioni e il saper fare delle comunità rurali. A tutto questo, però, va aggiunto l’estro creativo dei nostri giovani, il loro intuito, la loro capacità di fare di un ettaro di terra un’oasi di multifunziona-lità, le loro conoscenze e professionalità orientate a coniugare un mestiere così antico e ricco di storia con le nuove tecnologie della nostra era.

Cosa vuol dire per te esse-re una giovane imprendi-trice agricola?

Significa senz’altro aver realizzato un sogno ed averlo trasformato in pro-getto, ma significa anche avere tra le mani un me-stiere, il mestiere primario per eccellenza. Un mestie-re indispensabile e neces-sario per l’economia del nostro Paese.

Qual è il consiglio che senti di poter dare a un aspirante giova-ne imprenditore?

Di coltivare il loro sogno di avvia-re un’azienda agricola, di studiare, di acquisire competenze tecniche e di fare esperienze formative. Ma soprattutto di dare libero sfo-go alla loro immaginazione e cre-atività, di non aver paura di osa-re, di inventare e sperimentare. Di essere curiosi e vogliosi di impa-rare, perché oggi in agricoltura non servono solo le braccia ma soprat-tutto menti brillanti.

Maria Letizia Gardoni, nuova leader dei giovani Coldiretti

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VERIFICHE E PERIZIE Rilevazioni fonometriche per la sicurezza sul lavoro Valutazioni rischio vibrazioni Pratiche prevenzione incendi Valutazioni stress da lavoro correlato

IGIENE, AMBIENTE E SICUREZZASicurezza sul lavoro D.Lgs 81/08 e s.m.i. Valutazione conformità attrezzature

ARIENTA CONSULTING s.n.c. di Arienta Omar e Spinola Marco

Livraga (LO) Via Fratelli Cairoli, 24 Tel.: 0377 875043 – 87125 / Fax: 0377 875754

Castel San Giovanni (PC) Corso Matteotti, 57 Tel.: 0523 884366 / Fax: 0523 840763

Fiorenzuola DʼArda (PC) Piazza Marsala, 12 Tel. / Fax: 0523 245412

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www.studioarienta.it

Sicurezza sul lavoro, questi i corsiContinuiamo a pubblicare su “Il Nuovo Grano” gli schemi riepilogativi riguardanti i corsi di sicurezza sul lavoro che per legge devono essere frequentati da datori di lavoro e dipendenti. Dopo quello per il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (R.S.P.P), pubblicato sullo scorso numero, questa volta vi proponiamo i corsi per il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (R.L.S) e quello di primo soccorso.

CORSO RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (R.L.S.) CHI DEVE FARLO DURATA DEL CORSO RINNOVO

Gli operatori dipendenti e i

collaboratori familiari possono ricoprire questa nomina

(NO i datori di lavoro, NO soci)

32 ore

Se l’azienda ha più di 15 operatori dipendenti il rinnovo è annuale della durata di 4 ore;

Se l’azienda ha meno di 15 dipendenti non è necessario il rinnovo

NB: l’alternativa alla nomina dell’R.L.S. interno all’azienda, è il R.L.S. territoriale ovvero nominare una persona esterna rivolgendosi all’ente bilaterale del settore.

CORSO PRIMO SOCCORSO CHI DEVE FARLO DURATA DEL CORSO RINNOVO

Il Responsabile del primo soccorso nominato all’interno dell’azienda (può essere sia il

datore di lavoro, socio, collaboratore familiare, operatore dipendente)

Per le aziende che hanno fino a n. 05 operatori dipendenti assunti a tempo indeterminato, la prima volta che si effettua il corso ha una durata di 12 ore

Per le aziende che hanno oltre n. 05 operatori dipendenti assunti a tempo indeterminato, la prima volta che si effettua il corso ha una durata di 16 ore

Per gli addetti che

hanno svolto il corso da 12 ore, il rinnovo sarà ogni 3 anni della durata di 4 ore

Per gli addetto che hanno svolto il corso da 16 ore, il rinnovo sarà ogni 3 anni della durata di 6 ore

NB: per tutti quelli che avevano fatto il corso prima di febbraio 2005 della durata di 4 ore, devono tassativamente rifare il corso di aggiornamento, in conformità alla normativa vigente, della durata di 4 o 6 ore più i relativi rinnovi ogni 3 anni

CORSO RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (R.L.S.) CHI DEVE FARLO DURATA DEL CORSO RINNOVO

Gli operatori dipendenti e i

collaboratori familiari possono ricoprire questa nomina

(NO i datori di lavoro, NO soci)

32 ore

Se l’azienda ha più di 15 operatori dipendenti il rinnovo è annuale della durata di 4 ore;

Se l’azienda ha meno di 15 dipendenti non è necessario il rinnovo

NB: l’alternativa alla nomina dell’R.L.S. interno all’azienda, è il R.L.S. territoriale ovvero nominare una persona esterna rivolgendosi all’ente bilaterale del settore.

CORSO PRIMO SOCCORSO CHI DEVE FARLO DURATA DEL CORSO RINNOVO

Il Responsabile del primo soccorso nominato all’interno dell’azienda (può essere sia il

datore di lavoro, socio, collaboratore familiare, operatore dipendente)

Per le aziende che hanno fino a n. 05 operatori dipendenti assunti a tempo indeterminato, la prima volta che si effettua il corso ha una durata di 12 ore

Per le aziende che hanno oltre n. 05 operatori dipendenti assunti a tempo indeterminato, la prima volta che si effettua il corso ha una durata di 16 ore

Per gli addetti che

hanno svolto il corso da 12 ore, il rinnovo sarà ogni 3 anni della durata di 4 ore

Per gli addetto che hanno svolto il corso da 16 ore, il rinnovo sarà ogni 3 anni della durata di 6 ore

NB: per tutti quelli che avevano fatto il corso prima di febbraio 2005 della durata di 4 ore, devono tassativamente rifare il corso di aggiornamento, in conformità alla normativa vigente, della durata di 4 o 6 ore più i relativi rinnovi ogni 3 anni

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IAIl settore è uno dei più competitivi grazie all’innovazione sostenibile

La meccanizzazione agricola è “green”Nell’Unione Europea il nostro Paese è secondo solo alla Germania

Riforma Catasto,patto d’intesatra associazioni

Il settore delle macchine per l’a-gricoltura in Italia è uno dei più competitivi a livello comunitario,

grazie all’innovazione che lo ha reso sempre più sostenibile portando-lo ai primi posti in Europa per fat-turato e valore aggiunto, proprio grazie agli investimenti “green”. Il miglioramento della performance ambientale è, infatti, diventato un asset strategico per la produzione di macchine agricole, settore che nel nostro Paese conta 3.131 im-prese e 36.269 addetti, il 66,8 per cento dei quali operai (dati relativi al 2013), e il cui fatturato e passato dai circa 6 miliardi di euro nel 2009 a 8,3 miliardi nel 2011. Lo rileva il rapporto sulle tecnologie agricole verdi “Agreenculture”, realizzato da Fondazione Symbola e Coldiretti, in collaborazione con l’Ente Manifesta-zioni di Savigliano e l’Enama e con il patrocinio del ministero dell’Am-biente, per la Fiera della Meccaniz-zazione Agricola Italiana. Secondo i dati contenuti nello studio, meglio di noi in Europa fa solo la Germania, il cui fatturato del settore si attesta a 10,2 miliardi di euro. Anche passan-do dal fatturato al valore aggiunto, l’Italia e seconda solo ai tedeschi con 1,6 miliardi di valore aggiunto contro 2,8. Sul fronte degli investi-menti il settore non è ancora torna-to a livelli pre-crisi, tuttavia con 145 milioni di euro investiti nel 2011 si mantiene sopra la media comunita-ria (4.651 euro per addetto in Italia contro la media di 4.037 nell’Ue). Investimenti che il Belpaese impiega soprattutto per migliorare i processi produttivi e i prodotti stessi, tanto che in tre anni, dal 2008 al 2011, si

è ridotta di circa il 66 per cento l’e-nergia utilizzata per unità di prodot-to. Dinamica analoga hanno seguito anche gli output di rifiuti e scarti di lavorazione: se nel 2007 la produ-zione di rifiuti per addetto risulta-va pari 4,8 tonnellate, nel 2011 era scesa 3,3. Performance dalle quali emerge come il settore della mec-canizzazione agricola italiana abbia investito con decisione sulla con-versione green dei propri impianti produttivi e che collocano l’Italia all’avanguardia in Europa in termini di impatto ambientale. Nel triennio che va dal 2008 al 2010, inoltre, le imprese del settore che hanno in-vestito in innovazione di prodotto sono passate dal 43,1 al 47,7 per cento, mentre sul fronte dell’in-novazione di processo le imprese investitrici erano il 18,3 per cento e sono arrivate al 37,4 per cento, dimostrando una propensione all’in-novazione decisamente maggiore rispetto al restio dell’industria ma-nifatturiera e del totale dell’econo-mia. Ed è grazie a questi sforzi e a queste eccellenze se, nonostante la crisi e l’agguerrita concorrenza dei Paesi emergenti, l’Italia della mec-canizzazione agricola ha retto me-glio degli altri paesi dell’Ue: nell’e-voluzione della domanda globale di macchine per l’agricoltura la quota assorbita dall’Europa è scesa tra il 2003 e il 2012 di 8 punti, mentre quella dell’Italia è scesa di circa 3 punti. Dimostrando non solo una dinamica migliore rispetto all’Unio-ne ma anche rispetto al totale dei prodotti esportati, evidenziando l’importanza del settore per l’export made in Italy.

In vista dell’emanazione dei de-creti attuativi della riforma del Catasto, la Coldiretti e altre tre-dici organizzazioni rappresen-tanti le diverse realtà associati-ve hanno deciso di costituirsi in commissione nazionale conve-nendo un piano d’azione per la raccolta dei dati inerenti valori e canoni del triennio 2011-2013 necessari alla messa a punto del nuovo sistema. Come noto, la revisione del Catasto dei fab-bricati porterà ad attribuire a ciascuna unità immobiliare un valore patrimoniale e una ren-dita. A tal fine si procederà a determinare il valore patrimo-niale medio ordinario e la ren-dita media ordinaria delle unità immobiliari. In questo quadro, le organizzazioni di categoria ritengono sia essenziale effet-tuare sin da subito, in modo co-ordinato e capillare, un accorto monitoraggio sui valori di com-pra-vendita e sui canoni di lo-cazione delle unità immobiliari.

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Le principali scadenze fiscali in arrivo:tra aprile e maggio le date da ricordare

Di seguito riportiamo le principali scadenze fiscali dei mesi di aprile e maggio. Si precisa che le date di scadenza riportate indicano il termine ultimo degli adempimenti fiscali, pertanto la documentazione relativa deve essere consegnata con un consono anticipo al fine di adempiere correttamente entro scadenza. Per qualsiasi informazione

o chiarimento è possibile contattare l’ufficio zona a voi più vicino. I recapiti sono indicati a pagina 2 di questo giornale.

Scadenza Fiscale Descrizione

10/04/2014 Spesometro anno 2013 per contribuenti liquidazione IVA mensile

15/04/2014 Annotazione separata nel registro corrispettivi delle operazioni effettuate nel mese solare precedente per le quali è stato rilasciato scontrino

15/04/2014 Fatturazione differita per beni consegnati o spediti nel mese precedente

16/04/2014 Liquidazione mensile IVA Marzo 2014

16/04/2014 F24 ritenute sui redditi di lavoro autonomo, dipendente e su provvigioni corrisposte nel mese precedente

16/04/2014 F24 ravvedimento operoso con sanzione ridotta 3% del versamento IVA relativo a febbraio 2014 o al 4° trimestre 2013 o della dichiarazione IVA annuale effettuata entro il 17/03/2014

22/04/2014 Spesometro anno 2013 per contribuenti liquidazione IVA trimestrale

28/04/2014 Elenco Intrastat Marzo 2014 - 1° Trismestre 2014

30/04/2014 Comunicazione operazioni Black List Marzo 2014 - 1° Trimestre 2014

30/04/2014 Richiesta rimborso-compensazione IVA infrannuale 1° Trimestre 2014

30/04/2014 Comunicazione beni/finanziamenti soci anno imposta 2013

30/04/2014 Presentazione Modello Unico Dichiarazione Ambientale (MUD) riferito all'anno 2013

15/05/2014 Annotazione separata nel registro corrispettivi delle operazioni effettuate nel mese solare precedente per le quali è stato rilasciato scontrino

15/05/2014 Fatturazione differita per beni consegnati o spediti nel mese precedente

16/05/2014 Liquidazione mensile IVA Aprile 2014

16/05/2014 Liquidazione 1° Trimestre IVA 2014

16/05/2014 F24 ritenute sui redditi di lavoro autonomo, dipendente e su provvigioni corrisposte nel mese precedente

26/05/2014 Elenco Intrastat Aprile 2014

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Tasi, sono esentati i terreni agricoliMentre ai fabbricati aliquota ridotta

Novità per l’elenco clienti e fornitori:confermato ancheper gli esonerati

Niente Tasi sui terreni agricoli. Lo ha stabilito il Consiglio dei Mini-stri del 28 febbraio scorso, che

ha ratificato l’esenzione dal pagamen-to del nuovo Tributo sui servizi indivi-sibili. Scongiurato anche il pericolo di un aumento dell’aliquota fino all’8 per mille sui fabbricati rurali, per i quali si continuerà ad applicare quella ridot-ta dell’1 per mille. I Comuni possono inoltre stabilire riduzioni ed esenzioni per talune categorie di immobili, tra cui i fabbricati rurali ad uso abitativo. Ricordiamo che la Tasi è collegata alla erogazione dei servizi comunali e riguarda il possesso o la deten-zione a qualsiasi titolo di fabbricati, compresa l’abitazione principale, di aree scoperte, nonché di aree edifi-cabili a qualsiasi uso adibiti. Assieme all’Imu, che ha come presupposto il possesso dell’immobile, e alla Tari (Tassa rifiuti), diretta al finanziamen-to dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, fa parte della nuova Imposta unica comu-nale (Iuc), entrata in vigore dal 1° gennaio scorso con l’obiettivo di ri-organizzare la tassazione comunale. A livello generale, il Consiglio dei Ministri ha stabilito che, per con-sentire le detrazioni sulla prima casa

di cui hanno beneficiato le famiglie italiane nel 2012, l’aliquota mas-sima della Tasi (tributo sui servizi indivisibili) per l’anno 2014 per cia-scuna tipologia di immobili può es-sere aumentata complessivamente fino ad un massimo dello 0,8 per mille complessivo (con l’esclusione, lo ripetiamo dei fabbricati rurali). L’incremento può essere delibera-to dai Comuni a condizione che il gettito relativo sia destinato a fi-nanziare detrazioni o altre misure relative all’abitazione principale in modo tale che gli effetti sul cari-co dell’imposta Tasi siano equiva-lenti a quelli dell’Imu prima casa. Secondo quanto comunicato, il ver-samento della Tasi avverrà mediante modello F24 e/o bollettino di con-to corrente postale (per consentire all’Amministrazione finanziaria di di-sporre dei dati in tempo reale non è possibile utilizzare servizi elettronici di incasso e di pagamento interban-cari e postali). Il Comune stabilisce le scadenze di pagamento della Tasi e della Tari (tassa sui rifiuti) preve-dendo almeno due rate a scadenza semestrale. È consentito il pagamen-to in un’unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno.

La Legge di Stabilità ha con-fermato l’obbligo dell’invio della comunicazione annuale delle operazioni rilevanti ai fini dell’imposta sul valore aggiun-to, cosiddetto “elenco clien-ti-fornitori”) anche per i pro-duttori agricoli con volume d’affari inferiore a 7.000 euro esonerati dagli obblighi docu-mentali, contabili, dichiarativi e di versamento dell’imposta ai sensi dell’art. 34, comma 6, del DPR n. 633 del 1972. L’adempimento è stato intro-dotto dal comma 8-bis, dell’ar-ticolo 36, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, con lo scopo di rendere più effi-cienti le attività di controllo relative alla tracciabilità dei prodotti agricoli ed alimentari ed alla sicurezza alimentare. Il termine per la comunica-zione relativa all’anno 2013 è fissato al 10 aprile 2014 per i contribuenti mensili e 20 aprile 2014 per tutti gli al-tri. Saranno, quindi, obbligati tutti gli imprenditori agricoli, compresi quelli esonerati per i quali si ricorda che la man-cata applicazione delle sanzio-ni in caso di omesso invio era limitata al solo anno di impo-sta 2012. Un appello quindi a questi ultimi soggetti di recar-si presso gli Uffici di Coldiretti per farsi assistere all’adempi-mento in scadenza. Per l’oc-casione è necessario produrre tutte le fatture di acquisto e le autofatture di vendita. Per informazioni e ogni eventuale chiarimento è possibile rivol-gersi agli uffici Coldiretti.

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E’ entrato in vigore il 13 febbra-io il Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei fitofar-

maci, pubblicato peraltro con più di un anno di ritardo rispetto al termi-ne previsto dalla direttiva 2009/128/CE. All’aggiornamento e alla modifi-ca degli allegati I (obiettivi formati-vi), II (componenti delle attrezzatu-re soggette a controllo), III (requisiti minimi delle attrezzature utilizzabili per il controllo funzionale e requisiti dei centri prova), IV (contenuti corsi di formazione per tecnici che svol-gono controlli funzionali delle mac-chine irroratrici) e VI (manipolazione e stoccaggio dei fitofarmaci nonché trattamento dei relativi imballaggi) del Piano si provvederà con decreto del Ministero su parere del Consiglio tecnico scientifico. Il Piano rimanda ad una serie di decreti attuativi, con tempi scadenzati da uno a due anni dall’entrata in vigore dello stesso e, quindi, a partire dal 13 febbraio 2014, gli adempimenti specifici che dovranno essere osservati dalle im-prese agricole e dai soggetti pubblici e privati destinatari delle azioni del Piano. Ad entrare subito in vigore è, invece, l’obbligo da parte delle Re-gioni e delle Province Autonome di istituire il sistema di formazione ed informazione per utilizzatori profes-sionali, distributori e consulenti che a diverso titolo, operano nel setto-

Pubblicato con più di un anno di ritardo rispetto al previsto

Fitofarmaci, in vigore il Piano NazionaleDefiniti le misure e i tempi per l’uso sostenibile dei prodotti

re dei fitofarmaci. Il Piano definisce gli obiettivi quantitativi, le misure e i tempi richiesti per un utilizzo so-stenibile dei prodotti fitosanitari. In base ai diversi ruoli e posizioni di re-sponsabilità, distributori, consulenti e utilizzatori professionisti devono aver accesso a sistemi di formazione adeguata, per cui sono disciplinate le procedure di rilascio di certificati che attestano una conoscenza suffi-ciente in materia e designano le au-torità competenti all’organizzazione dei corsi che sono le Regioni e le Pro-vince Autonome. E’ previsto, inoltre, che la vendita di prodotti fitosanitari sia organizzata tramite personale a cui sia rilasciata attestazione dell’a-deguata formazione in numero suf-ficiente per fornire le informazioni sull’uso dei fitofarmaci e le istruzioni in materia di rischi e sicurezza per la salute umana e per l’ambiente. Allo stesso scopo di favorire la disponibi-lità di una conoscenza accurata ed estesa all’intera collettività risulta-no, inoltre, promossi programmi di informazione e di sensibilizzazione riguardanti i rischi ed i potenziali effetti acuti e cronici per la salute, gli organismi non bersaglio e l’am-biente derivanti dall’impiego di fito-farmaci e sull’utilizzo di alternative non chimiche. L’istituzione di sistemi che consentono l’ispezione tecni-ca periodica delle attrezzature per

l’applicazione di prodotti fitosanita-ri impiegate per uso professionale, sempre all’interno del piano d’azio-ne nazionale, si integra, quindi, con le norme della coeva Dir. 21 ottobre 2009, n. 2009/127/CE del Parla-mento europeo e del Consiglio che modifica, la Dir. 17 maggio 2006, n. 2006/42/CE relativa alle macchi-ne per l’applicazione dei fitofarma-ci che introduce requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute applicabili alla progettazione, e alla costruzione ed alla manutenzione delle macchine specificamente uti-lizzate per l’applicazione di prodotti fitosanitari. Poiché l’irrorazione ae-rea può comportare rilevanti effetti negativi per la salute umana e per l’ambiente, tenuto conto dei poten-ziali fenomeni di deriva, tale moda-lità di impiego risulta generalmente vietata salvo eventuali deroghe per le aree in cui le caratteristiche del terreno rendono impossibile i tratta-menti con i mezzi consueti (ad es. aree collinari o terrazzate); mentre risulta ridotto al minimo o vietato l’uso in alcune zone riconducibili ad un’elencazione tassativa compren-dente le aree di interesse collettivo quali: parchi e giardini; campi spor-tivi e aree ricreative; cortili delle scuole e parchi gioco non che aree adiacenti a strutture sanitarie; aree naturali protette o siti appartenenti

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alla rete Natura 2000 non che quelle frequentate da lavoratori agricoli in quanto trattate di recente. Misure specifiche sono, quindi, previste per la salvaguardia dell’ambiente acqua-tico e delle fonti di approvvigiona-mento d’acqua potabili, ad esempio, realizzando fasce di rispetto o aree di salvaguardia ovvero piantumando con siepi i corsi d’acqua superficia-li per ridurre l’esposizione dei corpi idrici alla dispersione dei prodotti irrorati, al drenaggio e al dilavamen-to. Diversamente è prevista l’elimi-nazione o, comunque, la riduzione dell’applicazione di fitofarmaci lungo le strade, le linee ferroviarie, le su-perfici molto permeabili in prossimi-tà di corsi d’acqua ovvero su superfi-ci impermeabilizzate che presentano un rischio elevato di dilavamento nelle acque superficiali o nei sistemi fognari. Molto importante è l’incenti-vazione dei metodi di difesa fitosani-taria a basso apporto di fitofarmaci, in particolare, attraverso la difesa integrata, in vista della produzione di colture sane ottenute perturban-do il meno possibile gli ecosistemi agricoli e promuovendo meccanismi naturali di controllo degli organismi nocivi. Il Piano d’azione nazionale, in attuazione di quanto previsto dalla dir. 2009/128/CE stabilisce le mo-dalità con cui intende realizzare la descritta integrazione e le tecniche alternative che devono essere appli-cate a partire dal 1° gennaio 2014. Va osservato, per altro, che oltre all’impiego sono sottoposte ad una specifica regolamentazione anche le operazioni di manipolazione e di stoccaggio dei prodotti fitosanitari; di trattamento dei relativi imballaggi e di smaltimento delle miscele rima-nenti non che di pulizia delle attrez-zature impiegate.

La Commissione Europea ha deci-so, rispettivamente con la diret-tiva di esecuzione 2014/19/Ue e

la decisione di esecuzione 2014/62/Ue, di revocare il riconoscimento della Diabrotica virgifera virgifera Le Conte quale organismo nocivo regolamentato con lo stato di qua-rantena, sopprimendolo dall’allega-to I della direttiva 2000/29/CE del Consiglio e di abrogare la decisione 2003/766/CE. E’ già alla Conferen-za Stati Regioni il provvedimento di modifica del DM 8 aprile 2009 che sarà approvato a breve. Come è noto la diabrotica è una specie al-loctona di insetto parassita del mais che si è diffusa e stabilita in oltre la metà delle aree di coltivazione di tale coltura nell’Ue ed in Italia ha un’ampia diffusione. Le misure intese a prevenire la propagazione della Diabrotica nell’Unione si sono rivelate inefficaci. Sulla scorta di una valutazione d’impatto, inoltre, non è possibile perseguire l’obiet-tivo dell’eradicazione di questo pa-rassita dal territorio dell’Unione, né prevenirne l’ulteriore propagazione nelle aree attualmente indenni da tale organismo nocivo. Con la racco-mandazione della Commissione del 6 febbraio 2014 (in GU UE L38 del 7/2/2014) si invitano gli Stati mem-bri a tener conto dei principi gene-rali di difesa integrata di cui all’al-legato III della direttiva 2009/128/CE relativa all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, per il controllo della Diabrotica virgifera virgifera. Gli Stati membri dovrebbero garan-tire che gli orientamenti specifici per coltura o settore ai fini della difesa integrata concernenti la Diabrotica, elaborati dalle autorità pubbliche o dalle organizzazioni che rappresen-tano gli utilizzatori professionali e destinati ai produttori di mais e agli utilizzatori professionali di prodot-ti fitosanitari, siano in linea con le norme sull’uso corretto di prodotti fitosanitari di cui all’articolo 55 del regolamento (CE) n. 1107/2009. Ai metodi chimici dovrebbero essere preferiti metodi biologici sostenibili, mezzi fisici e altri metodi non chimi-ci, se consentono un adeguato con-trollo degli organismi nocivi. Il con-trollo della Diabrotica da parte degli utilizzatori professionali dovrebbe, pertanto, essere perseguito o favo-

Diabrotica del mais:l’Ue cambia le regole

rito mediante le seguenti azioni: ro-tazione colturale, visto che gli studi scientifici hanno dimostrato essere la tecnica più efficace per rallentare la propagazione del parassita e per ridurne gli effetti; ricorso ad agenti di controllo biologici; adeguamento della data di semina del granturco per evitare che la germinazione coin-cida con la schiusa delle larve; puli-tura delle macchine e attrezzature agricole e rimozione di piante spon-tanee di granturco nonché adozione di altre misure igieniche. Si dovreb-be preferire la rotazione colturale alla luce della sua elevata efficacia per il controllo della Diabrotica e dei suoi benefici a livello ambientale e agronomico a lungo termine. Tutte le misure dovrebbero essere accom-pagnate da un monitoraggio della presenza della Diabrotica al fine di individuare l’esigenza e la tempistica adeguata per l’adozione di misure di protezione. Gli Stati membri do-vrebbero assicurare che il monito-raggio efficace della popolazione di Diabrotica sia effettuato ricorrendo a metodi e strumenti adeguati. A livello regionale dovrebbero essere stabiliti valori soglia scientificamente attendibili relativi alla popolazione di Diabrotica, in quanto si tratta di ele-menti essenziali ai fini del processo decisionale in merito all’applicazione di eventuali misure di controllo. Se-condo la raccomandazione comuni-taria gli Stati membri dovrebbero: assicurare, che gli utilizzatori profes-sionali di prodotti fitosanitari dispon-gano di informazioni e di strumenti per il monitoraggio della Diabrotica; garantire che i servizi di consulenza sulla difesa integrata, come disposto dall’articolo 14, paragrafo 2, della direttiva 2009/128/CE, forniscano a tutti gli utilizzatori professionali di fitosanitari anche una consulenza specifica sul controllo della Diabro-tica; istituire incentivi appropriati per incoraggiare gli utilizzatori pro-fessionali ad applicare gli orienta-menti specifici per coltura o settore; garantire l’accesso di tutti gli utiliz-zatori professionali di prodotti fito-sanitari a una formazione sul con-trollo sostenibile della Diabrotica; promuovere lo sviluppo tecnologico degli strumenti atti al controllo so-stenibile della Diabica e la ricerca in tale ambito.

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Negli States 200 miliardi di chili tra Parmesan e Gorgonzola

Ue e Usa alla “guerra del formaggio”L’Europa vuole proibire l’uso di alcuni nomi del Made in Italy

Scoppia la guerra del formag-gio tra Unione europea e Usa. In vista dei prossimi accordi

commerciali di libero scambio, l’Ue ha intenzione di portare sul tavolo della trattativa la questione della tutela dei prodotti lattiero-caseari a denominazione. Una faccenda di drammatica attualità se si considera che, secondo un’analisi di Coldiretti, negli Stati Uniti sono stati prodotti nel 2013 oltre 200 miliardi di chili di formaggi solo di tipo “italiano” dal Parmesan all’Asiago, dal Provolone alla Mozzarella, fino al Gorgonzo-la, che nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo Made in Italy. L’obiettivo dell’Ue è dunque quello di convincere gli americani ad ac-cettare la stessa politica messa in atto in Canada e in America Centra-le dove è proibito usare alcuni nomi di formaggi a meno che non siano stati prodotti in Europa. Secondo gli accordi in vigore con le autorità ca-nadesi, per i formaggi prodotti local-mente si deve aggiungere il prefisso “simil”. La proposta, parte dei nego-ziati commerciali in corso tra Unione e Stati Uniti, vieterebbe dunque ai produttori caseari americani di usa-re termini come parmigiano, asiago, feta, groviera, gorgonzola, fontina, pecorino ed altri ancora che si rife-riscono alle regioni europee di cui i

formaggi sono originari. Se l’Europa riuscisse a vincere la “guerra”, gli ef-fetti positivi per le esportazioni sa-rebbero evidenti, e l’Italia sarebbe tra i principali beneficiari. In Usa il mercato dei formaggi tricolori “ta-roccati” ottenuti soprattutto in Wi-sconsin, California e nello Stato di New York vale 5 miliardi di euro e

rappresenta oltre l’80 per cento del-le vendite di formaggi che richiama-no il Belpaese: in altre parole in 8 casi su 10 i consumatori statuniten-si acquistano prodotti “italiani” fatti però interamente in Usa. Si tratta di un grave inganno perché i prodot-ti originali Made in Italy sono pro-fondamente diversi dalle imitazioni che non devono rispettare i rigidi disciplinari di produzione dell’Unio-ne Europea che determinano l’area di allevamento delle mucche, di trasformazione del latte, di stagio-natura dei formaggi ma anche l’a-limentazione del bestiame e tutti gli aspetti rilevanti a garantire uno standard qualitativo unico che viene sottoposto a rigidi controlli. “La pre-sunzione di continuare a chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile” ha af-fermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. L’Unione Euro-pea ha il dovere di difendere pro-dotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove. E’ come se si pretendesse di chiamare Coca Cola qualsiasi be-vanda di colore scuro con le bollici-ne con l’aggravante che in questo caso non si difendono i diritti di una impresa ma quelli della storia di una intera comunità”.

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ALITÀ

La Corte di cassazione accoglie il ricorso della Regione Emilia-Ro-magna condannata a risarcire i

danni provocati alla circolazione dei veicoli su strada statale attraversata da animali selvatici. Con l’ordinanza pronunciata il 28 febbraio scorso, la Suprema Corte ha ribadito l’orienta-mento dominante, in virtù del quale la responsabilità extracontrattua-le per i danni provocati da animali selvatici alla circolazione dei veico-li deve essere ricondotta in capo all’Ente, la Regione, la Provincia, l’Ente Parco e, in generale, a tutti quei soggetti pubblici ai quali siano stati concretamente affidati i pote-ri di amministrazione del territorio e di gestione della fauna presente, sia che i poteri di gestione derivino dalla legge, sia che trovino la fonte in una delega o concessione di altro Ente. In questo caso, l’Ente delega-to o concessionario potrà conside-rarsi responsabile, ai sensi dell’art. 2043 c.c., per i suddetti danni a condizione che gli sia stata confe-rita, in quanto gestore, autonomia decisionale e operativa sufficiente a consentirgli di svolgere l’attività in modo da poter efficientemen-te amministrare i rischi di danni a terzi, inerenti all’esercizio dell’atti-vità stessa, e da poter adottare le misure normalmente idonee a pre-venire, evitare o limitare tali danni. La Regione ha rilevato, infatti, che se la fauna è patrimonio indispo-

Accolto il ricorso della Regione Emilia Romagna su risarcimento a terzi

Danni dai selvatici, chi deve risarcire?Per la Cassazione è responsabile l’ente che gestisce il territorio

nibile dello Stato e se le funzioni di controllo sono state in concreto affidate dalla normativa regionale alle Province, il giudice del merito avrebbe dovuto almeno verificare che queste ultime, in quanto enti delegati, avessero il concreto potere di adempiere ai compiti loro affidati; d’altra parte, la costituzione di un fondo regionale per il risarcimento dei danni provocati dagli animali selvatici alle coltivazioni e ai terreni agricoli non comporta l’automatica applicazione delle disponibilità del fondo per soddisfare le pretese ri-sarcitorie dei terzi per i danni alla circolazione stradale. Infatti, sulla base di quanto affermato da una precedente pronuncia della Corte di Cassazione, non si può ricorrere alla disciplina dettata dalla legge n. 157 del 1992 sulla protezione del-la fauna selvatica per risolvere le questioni relative alla responsabi-lità dell’ente e ai criteri di imputa-zione della responsabilità. Occorre, piuttosto, ricorrere ai principi del-la responsabilità civile in virtù dei quali il responsabile dei danni deve essere individuato “nell’ente a cui siano concretamente affidati, con adeguato margine di autonomia, i poteri di gestione e di controllo del territorio e della fauna ivi esistente, e che quindi sia meglio in grado di prevedere, prevenire ed evitare gli eventi dannosi del genere di quel-lo del cui risarcimento si tratta”.

Dalla legge n. 157 richiamata e dalle disposizioni dettate dal testo unico degli enti locali, emerge che le Regioni hanno una competenza essenzialmente normativa mentre alle Province sono attribuite fun-zioni amministrative e di gestio-ne nell’ambito del loro territorio. Nella sua ordinanza la Suprema Corte di cassazione ha precisato che il giudice del merito si è limitato a riconoscere una generale ed astrat-ta legittimazione delle Regioni sen-za verificare in concreto se fossero stati attribuiti alla Provincia specifici poteri di gestione. Inoltre, il giudi-ce ha ritenuto applicabile al caso di specie la disciplina prevista dalla l. n. 157 che prevede l’istituzione di un fondo da parte delle Regioni per il risarcimento dei danni causati da-gli animali selvatici esclusivamente all’attività agricola e non anche alla circolazione dei veicoli, imponendo, comunque, alla Regione di utilizzare le somme di tale fondo senza “verifi-care – anche alla stregua della giuri-sprudenza della Corte costituzionale – se e perché tale previsione potes-se estendersi ad ogni ipotesi di dan-no e, dall’altro, senza verificare se le funzioni di effettiva gestione della fauna selvatica in concreto affidate alla Provincia dalle specifiche dispo-sizioni regionali potessero costituire quest’ultima come titolare dei poteri di amministrazione del territorio e di gestione della fauna ivi insediata”.

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