nuovocentro

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tesi di laurea magistrale sulla progettazione di un parco cittadino e doppio temporaneo del centro storico della città de L'Aquila

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  • 3laquila

    Politecnico di Milanofacolt del design_corso di laurea magistrale in interior design

    a.a 2011/2012

    |parco urbano e centr0 temporaneo per la citt de laquila

    relatore_ prof. luca guerrini

    Alessandro Frigerio 739425Emilio Lonardo 754581

  • Ringraziamenti di Emilio

    Ringraziare qualcuno unopportunit ma troppo spesso ce ne dimentichiamo, per egoismo, per menefreghismo o per distrazione, per orgoglio; ringraziare qualcuno pu cambiare una giornata, o una vita intera, un semplice grazie apre le porte del cuore.E allora un enorme grazie a mia mamma e a mio pap che mi hanno messo al mondo, grazie perch siete stati sempre presenti anche se negli ultimi anni siamo stati % sicamente distanti, grazie perch avete sempre appoggiato tutte le mie scelte, anche se non erano quelle da voi auspicate, grazie per essere rimasti in disparte lasciandomi la libert di scegliere, di sbagliare, di cadere e dandomi una mano a rialzarmi, vi adoro.Grazie a mia sorella che pure quando ho smesso di essere un fratello esemplare mi ha sempre mostrato il suo a& etto, ti voglio bene.Un grazie speciale ad Alessandro, compagno di questavventura che a tratti ci sembrata in% nita. Grazie di avermi sopportato , appoggiato e criticato al momento giusto, grazie perch anche quando ci sono stati momenti di sconforto e frustrazione siamo riusciti ad uscirne fuori.Un grazie a chi ci ha guidati in questo lavoro, nella persona del professor Guerrini il quale % nalmente dopo tanto tempo riuscito a liberarsi di noi, grazie per avermi fatto capire limportanza dei dettagli.Grazie a tutto il resto della mia famiglia perch anche se sono lontano mi fanno sentire la loro presenza e tranquilli che pure se ora mi sono preso questa laura la testa ce lho sempre al solito posto, cio, sul collo.Grazie a tutti i ragazzi di Via Candiani, chi c sempre stato e chi era solo di passaggio, un grazie particolare a Davide , Giovanni, Marco e Matteo, ormai la mia seconda famiglia e un grazie speciale a Rizzi, coinquilino ad honorem e amico vero.Grazie ai miei vicini di casa, la famiglia Re, due persone squisite.Grazie di cuore a Sas, Simona e al piccolo Stefano, per aver rallegrato tante domeniche, dovr farmi perdonare per le troppe assenze recenti.Ancora grazie a tutti i compagni di Universit. Sarebbe troppo lungo elencare tutti e rischierei sicuramente di dimenticare qualcuno.Grazie a Fabrizio, Alessia e tutto il team di Street Studio per le magni% che esperienze vissute assieme, per i consigli e le opportunit che mi avete datoGrazie anche a Duilio e ai ragazzi dellAtelier Forte per avermi fatto vivere unesperienza dura ma magni% ca.Grazie a Francesco per le belle parole che ha sempre speso per me, un amico.Un grazie di cuore anche al prof. Fanchiotti per la disponibilit e i consigli, cos come un enorme grazie va al prof. La Pietra, per le stesse ragioni.Grazie al prof. Biagio Di Carlo per avermi aperto al mondo delle trutture reciproche.E grazie all arch. Patrizia Pozzi per la sua consulenza.Un grazie a te a Claudia perch anche se non sono stato un buon amico non mi ha mai abbandonato;E un grazie a te anche a Chiara e suo gattoGrazie a Cristina e Riccardo per il supporto % sico nelle ultime settimane di lavoro.Grazie ai tanti sigari fumati, compagni, martiri, ispiratori di ideeGrazie a chi ci sar in un giorno importanteGrazie a chi sicure te ho dimenticato in queste righe ma presente nel cuore, certo che possa capire il mio stato di scarsa lucidit (dovuta alla stanchezza).in% ne, un grazie a me stesso; penso di essermelo meritato, per limpegno e la determinazione con cui

    sono riuscito ad a& rontare i momenti felici e quelli complicati di questi anni.

  • Ringraziamenti di Alessandro

    Questo progetto non nasce dallambizione di lasciare un segno, ma dalla volont di instaurare uno scambio con chi entrer in contatto con esso. A conclusione di questo lungo, faticoso e soddisfacente lavoro (% nalmente) desidero ringraziare alcune persone che hanno fatto si che potessi essere qui oggi:GRAZIE al prof. Luca Guerrini per avermi accompagnato e aiutato con pazienza e determinazione nella stesura di questo progetto;GRAZIE al comune dellAquila e a Federico per i documenti che mi hanno fornito;GRAZIE al prof. Fanchiotti e a allarch. Patrizia Pozzi per le consulenze;GRAZIE a Vittoria e Valerio: per aver condiviso la prima parte del percorso fatto % no a qui, per le paranoie, per i momenti di sconforto e quelli di soddisfazioneanche se ci siamo divisi la stima e lamicizia non cambia!GRAZIE ai miei genitori, mie certezze, che mi hanno sostenuto psicologicamente ma soprattutto economicamente rendendo possibile questo percorso di studi, appoggiandomi e consigliandomi nelle diverse scelte;GRAZIE a Eleonora e Stefano;GRAZIE a Daniela, Cristina, Carolina (per il lavoro prezioso) e Federica, Laura ed Eleonora (per la disponibilit);GRAZIE alla casa di via Candiani (Davide, Marco, Giovanni, Matteo e Mattia): per laccoglienza, la disponibilit e il suo stile che hanno reso un po meno faticoso questultimo periodo (w il tennis e il limesca!);GRAZIE a Richi, Beppe e Mosca per il piccolo ma e/ cace aiuto;GRAZIE a My Good Food per avermi sfamato in modo salutare;GRAZIE a tutti coloro che mi hanno aiutato, ascoltato e consigliato per la riuscita di questo progetto;GRAZIE a tutti quelli che ho conosciuto in questi anni di universit;GRAZIE ai miei amici e a tutti quelli a cui ho detto che ce lavrei fatta a laurearmi prima a dicembre 2011 e poi ad aprile 2012!GRAZIE a Emilio: la sua presenza e la sua convinzione sono state fondamentali nella riuscita di questo progetto, un percorso durato quasi un anno e mezzo e che mi ha portato a capire sempre pi la mia strada. GRAZIE perch ha voluto condividere con me questa tesi, grazie per le nottate senza dormire, per il sonno polifasico, per il th nero, per il ca& al ginseng, per le batterie e carica-batterie del pc distrutti, per i litigi e le prese di posizione, per la testardaggine, per il suo grazzie a tte, per radio MonteCarlo, per Jovanotti, per Samuele Bersani, per Tony Tammaro, per le strutture reciproche, per le briccole, bomber, per la sua disponibilit, per il suo esserci sempre, per il suo continuo mettersi in gioco e discussione, per il Fat-Boy.In% ne, non perch ultimo, GRAZIE ad Alice: unica fonte di ispirazione e di gioia nella mia vita e fulcro della mia esistenza! GRAZIE per avermi sopportato e supportato in questi anni di studio. A lei dedico ogni parte di questa tesi.

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  • indice

    INDICE

    introduzione

    1 | laquila

    2 | possibili approcci alla ricostruzione

    2.1 | citt tempiranea: citt trasformabile, citt reversibile

    2.2 | ricostruire la qualit sociale

    1.1 | prima del 6 aprile

    1.3 | dopo il 6 aprile

    1.4 | conclusioni

    1.2 | 6 aprile 2009

    1.1.1_Le origini della citt

    1.13.1_Labbandono del centro storico

    1.1.2_La leggenda dei 99 castelli

    1.3.2_Decentramente e piccole new town

    1.1.3_La grande espansione del dopoguerra

    1.3.3_La problematica gestione delle macerie

    1.1.4_Elementi della struttura socio-economica della citt

    1.1.5_Tra artigianato e botteghe

    1.1.6_Agricoltura e gastronomia

    2.3 | impegno per la rinascita culturale ed economica

    2.4 | Indagare le potenzialit locali: materiali ed ecologia industriale

    2.5 | Macerie: da rifiuto a risorsa

    2.6 | Comunit: autocostruzione e partecipazione

    2.7 | Valorizzazione della qualit ambientale

    3.1.1_Il masterplan di Mario Cucinella

    3.1.2_La situazione attuale Giugno 2012

    3 | il progetto

    3.1 | Inquadramento dellarea

    3.2 | parcheggi - a cura di alessandro frigerio

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  • 3.5.1_ La nascita e levoluzione del mercato ambulante

    3.5.2_Il ruolo del mercato ambulante

    3.5.3_Il mercato aquilano

    3.3.5_Il ruolo del paesaggio tra cultura e progettazione

    3.3.6_Il progetto del verde

    3.4 | Sistema dei percorsi - a cura di alessandro frigerio

    3.5 | mercato e parco giochi - a cura di alessandro frigerio

    3.5.4_Leggi, normative e altre prescrizioni a LAquila

    3.5.5_Il nuovo mercato a LAquila

    3.5.6_Il gioco e la necessit degli spazi attrezzati

    3.5.7_Progettare un parco giochi

    3.5.9_Responsabilit e sistema

    3.5.8_Requisiti prestazionali

    3.5.10_La normativa europea in materia di attrezzature da gioco

    3.6.1_Sistema costruttivo

    3.7.1_Il progetto del borgo

    3.8.1_Progetto del modulo

    3.8.2_Perch il legno

    3.8.3_Cenni sullevoluzione storica dellutilizzo del legno nelle costruzioni

    3.8.4_Scenario sintetico dellevoluzione del ruolo del legno come materiale da costruzione

    3.8.5_Aspetti ecologici, economici ed energetici dei manufatti in legno3.8.6_Legno e materiali a base di legno

    3.5.11_Da parcheggio a risorsa ludica ed educativa

    3.3.2_Tecniche e materiali

    3.6 | laboratorio - a cura di emilio lonardo

    3.7 | borgo - a cura di emilio lonardo

    3.8 | modulo - a cura di emilio lonardo

    3.3.2_Criteri di progettazione

    3.3.3_Scelta e accostamento delle specie

    3.3.4_Permacultura

    3.3.1_Importanza e ruolo del verde urbano3.3 | Studio della natura - a cura di emilio lonardo 116

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  • indice

    3.9 | teatro - a cura di alessandro frigerio

    3.10 | torre - a cura di emilio lonardo

    3.8.7_I pannelli

    3.8.8_Tipologie di modulo

    3.9.1_Il luogo scenico della Grecia antica

    3.9.2_Gli edi# ci teatrali greco-romani

    3.9.3_I luoghi dello spettacolo medievale

    3.9.4_Il teatro dei nostri giorni

    3.9.5_Un teatro per ripartire

    3.10.1_Sistema costruttivo

    4 | casi studio

    conclusioni

    5 | BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

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  • INDICE DELLE IMMAGINI

    FIG. 01_Pianta della citt prima del terremoto del 1703._PAG. 25FIG. 02_Pianta della citt del 1600. Incisione in rame, Foglio unico su carta spessa (mm 507x380 misurati alla battuta)._PAG. 25FIG. 03_Foto storica del corso Vittorio Emanuele II, citt dell Aquila._PAG. 26FIG. 04_Foto storica del piazza Duomo, citt dell Aquila._PAG. 27FIG. 05_La cinta muraria nei pressi di Porta Leoni._PAG. 29FIG. 06_Fontana delle 99 Cannelle._PAG. 29FIG. 07_Resti di un colonnato in una villa romana ad Amiternum_PAG. 32FIG. 11_Panoramica aerea del Forte Spagnolo_PAG. 32FIG. 08_Piazza Duomo con il mercato quotidiamo._PAG. 32FIG. 12_Chiesa di san Pietro a Coppito del XIII secolo._PAG. 32FIG. 13_Chiesa di san Silvestro del XIV secolo._PAG. 32FIG. 09_Emiciclio o palazzo delle Esposizioni del 1888._PAG. 32FIG. 10_Basilica di san Bernardino del 1444._PAG. 32FIG. 14_Chiesa di santa Giusta del 1300._PAG. 32FIG. 15_Portici che caratterizzano i corsi di Vittorio Emanuele II_PAG. 39FIG. 16_Placca maiolicata di Carlo Antonio Grue, disegno del trionfo di bacco e ari-anna, 1685-1690._PAG. 40FIG. 18_Conca di rame._PAG. 40FIG. 20_Blocco scolpito di pietra della Maiella._PAG. 40FIG. 21_Donne al lavoro del tombolo._PAG. 41FIG. 23_Gioiello tipico abruzzese._PAG. 41FIG. 25_Lavoro della pietra._PAG. 41

  • indice

    FIG. 26_Tipica strada rurale._PAG. 43FIG. 27_Casale distrutto dal terremoto._PAG. 44FIG. 28_Il palazzo del governo ridotto in macerie dopo il terremoto._PAG. 51FIG. 29_Scorcio in una delle strade del centro storico con i puntellamenti sulle case._PAG. 51FIG. 31_Le case della citt distrutte dal terremoto._PAG. 52FIG. 33_Veduta a volo duccello di un quartiere dellAquila._PAG. 52FIG. 30_Le macerie della citt._PAG. 52FIG. 32_Linterno di una strada bloccata dalle macerie_PAG. 52FIG. 34_Chiesa di Bazzano._PAG. 54FIG. 35_Slavina._PAG. 54FIG. 36_Campo 2 a Barete._PAG. 55FIG. 37_Centro storico dellAquila._PAG. 55FIG. 38_Centro storico dellAquila._PAG. 56FIG. 39_Portici nel centro storico dellAquila._PAG. 57FIG. 40_Veduta del mercato di piazza Duomo._PAG. 64FIG. 41_Una via allinterno del centro storico._PAG. 64FIG. 42_Cittadini aquilani allopera durante la ricostruzione._PAG. 76FIG. 43_Volontari aquilani allopera durante la ricostruzione._PAG. 76FIG. 44_Una locandina per una iniziativa per la ricostruzione._PAG. 77FIG. 45_Una locandina per una iniziativa per la ricostruzione._PAG. 78FIG. 46_Progetto di parco del Sole allAquila di Beverly Pepper._PAG. 82FIG. 47_Keymap riguardante la citt dellAquila e la sua provincia; sono evidenziate le aree verdi del territorio della provincia dellAquila._PAG. 98FIG. 48_Keymap riguardante la citt dellAquila e la sua provincia; sono evidenziati i comuni limitro# colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009._PAG. 100FIG. 49_Foto aerea da www.google.maps.it dellarea sportiva di piazza dArmi._PAG. 101FIG. 50_Foto della tendopoli in piazza dArmi dopo il terremoto del 6 aprile 2009._PAG. 101FIG. 51_Masterplan del progetto di Mario Cucinella per la piaza dArmi._PAG. 105FIG. 52_Progetto vincitore del concorso indetto dal comune dellAquila._PAG. 106FIG. 53_Foto del mercato in piazza Duomo prima del terremoto del 6 aprile 2009._PAG. 107FIG. 54_Foto del nuovo mercato in piazza dArmi inaugurato il 13 giugno 2012._PAG. 107FIG. 56_Sezione per il progetto del parcheggio per le automobili._PAG. 112FIG. 55_Prospetto per il progetto del parcheggio per le biciclette._PAG. 112FIG. 57_Vista prospettica del muro in gabbioni._PAG. 112FIG. 58_Vista prospettica del parcheggio delle biciclette._PAG. 113FIG. 59_Modulo Green Parking drenante alveolare in HDPE riciclato per la pavimen-tazione dei parcheggi._PAG. 115FIG. 60_Particolare della strati# cazione dei percorsi._PAG. 166FIG. 62_Immagine storica della Piazza Duomo con gli ede# ci delle Cancelle._PAG. 169FIG. 61_Le cancelle dellAquila_PAG. 169FIG. 64_Mercato in Piazza Duomo._PAG. 173

  • FIG. 63_Mercato in Piazza Duomo._PAG. 173FIG. 65_Mercato in Piazza DArmi._PAG. 174FIG. 68_Veduta duccello del mercato in Piazza DArmi._PAG. 174FIG. 67_Mercato in Piazza DArmi._PAG. 174FIG. 66_Mercato in Piazza DArmi._PAG. 174FIG. 69_Spiegazione del sistema costruttivo e dei vari livelli che formano il laborato-rio._PAG. 206FIG. 70_Tecnica per la formazione di mattoni in terra cruda._PAG. 208FIG. 71_Pannelli in struttura di legno e interno in paglia._PAG. 210FIG. 72_Esploso della copertura del laboratorio._PAG. 212FIG. 73_Scorcio da una via della cittadina di Bugnara._PAG. 220FIG. 74_Esempio degli elementi del borgo ripresi nel progetto: giardini spontanei._PAG. 220FIG. 75_Scorcio di Castal del monte._PAG. 222FIG. 76_Esempio degli elementi del borgo ripresi nel progetto: cornici_PAG. 222FIG. 77_Scorcio da una via della cittadina di Santo Stefano di Sessanio._PAG. 223FIG. 78_Esempio degli Elementi del borgo ripresi nel progetto: edi# ci a ponte, cornici e pro$ erli._PAG. 223FIG. 79_Scorcio di Pacentro-Foto di Riccardo Cond_PAG. 224FIG. 80_Esempio degli elementi del borgo ripresi nel progetto: edi# ci a ponte e cor-nici._PAG. 224FIG. 81_Vista prospettica del modulo._PAG. 240FIG. 82_Fachwerk, termine che si usa per de# nire una geniale e plurisecolare metodolo-gia costruttiva in cui ledi# cio sorretto da una struttura lignea portante, fatta di mont-anti, travi e puntelli, sapientemente assemblati tra loro._PAG. 242FIG. 83_Uomini alle prese con la costruzione di una casa con il metodo ballonn frame - Omaha Reservation, Nebraska, 1877 - Photo by William Henry Jackson._PAG. 242FIG. 84_Blockbau._PAG. 242FIG. 85_Teatro di Dioniso di Atene._PAG. 265FIG. 86_Modello del teatro totale di Walter Gropius._PAG. 269FIG. 87_Codice Atlantico foglio 310 (ora 899)._PAG. 288FIG. 88_Tenda indiana._PAG. 288FIG. 89_Schemi di griglia ripresi dai disegni di leonardo da vinci._PAG. 288FIG. 90_Struttura reciproca umana._PAG. 288FIG. 91_Schema di griglia ripreso dai disegni di leonardo da vinci._PAG. 288FIG. 92_Ponte reciproco studiato da leonardo da vinci._PAG. 288FIG. 93_Cupola Oaxaca - Biagio Di Carlo - SBAM 2011._PAG. 288FIG. 94_Costruzione di un tetto reciproco._PAG. 289FIG. 95_Olivier Baverel - Poligono Reciproco._PAG. 289FIG. 96_Dettaglio del giunto._PAG. 290

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    INDICE DEI GRAFICI

    GRAFICO 01_Confronto tra la pianta di Gerusalemme e la pianta del centro storico dellAquila. Elementi salienti: lAquila come specchio di Gerusalemme, la divisione in 4 quarti e la vicinanza con il # ume._PAG. 28GRAFICO 02_Fasi storiche della popolazione della citt._PAG. 31GRAFICO 03_Indicatore delle fasce di et a lAquila e in Italia (2007)._PAG. 34GRAFICO 04_Quadro delle attivit del centro storico dopo il terremoto._PAG. 35GRAFICO 05_Quadro socio economico._PAG. 36GRAFICO 06_Distribuzione della popolazione sul territorio prima e dopo il sisma._PAG. 49GRAFICO 07_Metabolismo biologico._PAG. 70GRAFICO 08_Metabolismo biotecnologico._PAG. 71GRAFICO 09_Immagine concettuale delle diverse zone progettate._PAG. 102GRAFICO 10_Parole chiave delle diverse aree progettate._PAG. 103GRAFICO 11_Situazione della presenza dei parcheggi nella citt prima del sisma._PAG. 110GRAFICO 13_Specie arboree._PAG. 132GRAFICO 14_Specie arbustive._PAG. 133GRAFICO 15_Filari._PAG. 134GRAFICO 16_Colture._PAG. 135GRAFICO 17_Primavera._PAG. 136GRAFICO 18_Autunno._PAG. 137GRAFICO 19_Progettazione della barriera boscata._PAG. 138GRAFICO 20_Progettazione del bosco a valenza ambientale._PAG. 140

  • GRAFICO 21_Progettazione del bosco urbano._PAG. 142GRAFICO 22_Progettazione del bosco a biomassa._PAG. 144GRAFICO 23_Progettazione del bosco di latifoglie._PAG. 146GRAFICO 24_Progettazione del bosco di conifere._PAG. 147GRAFICO 25_Progettazione del forest garden._PAG. 148GRAFICO 26_Studio delle evoluzioni cromatiche nel corso delle stagioni._PAG. 153GRAFICO 27_Studio e sviluppo dei percorsi._PAG. 158GRAFICO 28_Distinzione tra il mercato e il parco ludico._PAG. 180GRAFICO 29_Disposizione del mercato._PAG. 180GRAFICO 31_Parole chiave._PAG. 181GRAFICO 30_Dimensioni e numeri degli stalli del mercato._PAG. 181GRAFICO 32_Azioni principali allinterno del parco giochi._PAG. 190GRAFICO 33_Sviluppo del borgo ._PAG. 219GRAFICO 34_Elementi del borgo ripresi nel progetto: giardini spontanei._PAG. 221GRAFICO 35_Elementi del borgo ripresi nel progetto: pro$ erli._PAG. 221GRAFICO 36_Elementi del borgo ripresi nel progetto: edi# ci ponte._PAG. 225GRAFICO 37_Elementi del borgo ripresi nel progetto: cornici._PAG. 225GRAFICO 38_Disposizione dei moduli allinterno dellarea progettata._PAG. 227GRAFICO 39_Tipologie di aggregazione dei moduli._PAG. 229GRAFICO 40_Sviluppo della matrice del modulo._PAG. 237GRAFICO 41_Individuazione dellarea, posizione delle quinte e creazione gradoni._PAG. 272GRAFICO 42_Parole chiave._PAG. 276GRAFICO 43_Sviluppo della costruzione della torre della torre._PAG. 293

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    INDICE DELLE TAVOLE

    TAV. 1_Masterplan di progetto._PAG. 89TAV. 2_Inquadramento delle aree di sosta progettate allinterno dellarea._PAG. 108TAV. 3_Pianta del progetto del parcheggio._PAG. 111TAV. 4_Pianta e sezione approfondita per il progetto del parcheggio per la automo-bili._PAG. 112TAV. 5_Pianta e sezione approfondita per il progetto del parcheggio per le biciclette._PAG. 113TAV. 6_Sezione e particolare della stratigra# a del terreno per il progetto del parcheggio per le automobili._PAG. 114TAV. 7_Sezione e particolare della stratigra# a del terreno per il progetto del parcheggio per le biciclette._PAG. 114TAV. 8_Inquadramento della natura progettata allinterno dellarea._PAG. 116TAV. 9_Inquadramento dei percorsi progettati allinterno dellarea._PAG. 156TAV. 10_Pianta del percorso principale in pav._PAG. 160TAV. 11_Pianta del percorso secondario in calcestre._PAG. 163TAV. 12_Pianta della pista di atletica._PAG. 164TAV. 13_Pianta del percorso principale in legno._PAG. 165TAV. 14_Inquadramento del mercato e del parco giochi progettati allinterno dellarea._PAG. 178TAV. 15_Pianta del mercato e del parco giochi._PAG. 182TAV. 17_Sezione trasversale per il progetto del mercato._PAG. 184TAV. 16_Sezione longitudinale per il progetto del mercato._PAG. 184TAV. 18_Particolare della pavimentazione del parcogiochi e dellaggancio a terra dei pali

  • di legno._PAG. 192TAV. 19_Particolare del # ssaggio delle travi al palo di legno._PAG. 193TAV. 20_Particolare della pavimentazione del parcogiochi e dellaggancio a terra dei pali di legno._PAG. 194TAV. 21_Vista prospettica dellarea per ragazzi._PAG. 196TAV. 22_Vista prospettica dellarea per i bambini._PAG. 196TAV. 23_Vista prospettica dello skatepark._PAG. 196TAV. 24_Inquadramento del laboratorio progettato allinterno dellarea._PAG. 200TAV. 25_Pianta laboratorio._PAG. 202TAV. 26_Prospetto per il progetto del laboratorio._PAG. 204TAV. 27_Prospetto per il progetto del laboratorio._PAG. 205TAV. 28_Pianta e sezioni del laboratorio._PAG. 207TAV. 29_Inquadramento del borgo progettato allinterno dellarea._PAG. 216TAV. 30_Sezione lungo il percorso principale._PAG. 229TAV. 31_Inquadramento dei moduli progettati allinterno dellarea._PAG. 230TAV. 32_Planimetria della dispisizione dei moduli divisi in tipologie._PAG. 234TAV. 33_Disegni tecnici del modulo base._PAG. 238TAV. 34_Particolare del tetto del modulo._PAG. 244TAV. 35_Particolare dellaggancio dei gabbioni alla struttura del modulo di legno._PAG. 244TAV. 36_Particolare dellangolo del modulo._PAG. 246TAV. 37_Strati# cazione del pannello progettato._PAG. 246TAV. 38_Schema dellaggancio alla struttura._PAG. 246TAV. 39_Tipologie di pannelli del modulo._PAG. 253TAV. 40_Tipologie di pannelli del modulo._PAG. 254TAV. 41_Tipologie di pannelli del modulo._PAG. 255TAV. 42_Disegni tecnici della tipologia del modulo per produttori diretti._PAG. 258TAV. 43_Disegni tecnici della tipologia del modulo per produttori diretti._PAG. 258TAV. 44_Disegni tecnici della tipologia del modulo per lalbergo di$ uso._PAG. 259TAV. 45_Disegni tecnici della tipologia del modulo per il commercio._PAG. 260TAV. 46_Disegni tecnici della tipologia del modulo per le botteghe._PAG. 261TAV. 47_Inquadramento del teatro allinterno dellarea progettata._PAG. 270TAV. 48_Planimetra generale e sezione del teatro._PAG. 274TAV. 49_Pianta della struttura del palco e delle quinte._PAG. 278TAV. 50_Pianta della struttura del palco e delle quinte._PAG. 279TAV. 51_Prospetti e sezioni della struttura del palco e delle quinte._PAG. 280TAV. 52_Prospetti e sezioni della struttura del palco e delle quinte._PAG. 281TAV. 53_Vista prospettica degli elementi del teatro._PAG. 282TAV. 54_Struttura in legno del locale magazzino._PAG. 284TAV. 55_Struttura in legno della quinta._PAG. 285TAV. 56_Modulo di costruzione della torre_PAG. 292TAV. 57_Pianta e prospetti della torre._PAG. 292

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    Introduzione

    Questo progetto di tesi nasce in seguito allo svolgimento del Laboratorio di Sintesi Finale del Politecnico di Milano alla Facolt del Design con indirizzo Interni. Il laboratorio frequentato durante lanno accademico 2009/2010 ha avuto inizio nel settembre 2009, a pochi mesi dal tragico sisma che ha coinvolto la citt de LAquila e gran parte della provincia radendo al suolo gran parte del suo patrimonio storico ed artistico. Il laboratorio presentava quattro possibili ambiti di progetto. In particolare le azioni progettuali avrebbero potuto interessare il centro storico, lanalisi delle problematiche dei M.A.P (Moduli Abitativi Provvisori), la progettazione dei servizi per gli aggregati di C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) ed in# ne la progettazione di un doppio temporaneo del centro storico da pensarsi presso larea di Piazza Darmi, una super# cie di 18 ettari ex-demanio militare acquistata dal comune nei mesi successivi al terremoto prevedendone la riconversione in parco urbano. La nostra scelta ricaduta su questultimo argomento; la preoccupazione di non saper gestire un progetto a scala urbanistica era forte, ma la possibilit di pensare ad un progetto partendo dal nulla era molto stimolante, e ci ha aiutato a superare decisamente ogni timore. Le ricerche pi accurate e levoluzione (o non evoluzione) della situazione della citt ci ha spinti verso scelte progettuali di$ erenti da quelle iniziali.

    Abstract

    Questa relazione si divide cos in quattro parti. La prima riguarda la storia della citt, la sua evoluzione nel corso dei secoli # no ad arrivare al tragico 6 Aprile 2009. Nella seconda parte sono state analizzate le strategie che si sarebbero potute o si dovrebbero attuare per favorire la rinascita del capoluogo abruzzese, focalizzando lattenzione su quelle che poi abbiamo utilizzato come linee guida per lelaborazione della proposta progettuale. La terza parte riguarda il progetto in s, articolato in diversi paragra# in cui si approfondiscono i diversi elementi del progetto, chiarendo le ragioni che ci hanno portato a determinate scelte. In# ne, la quarta parte dedicata allanalisi di casi studio e riferimenti progettuali.

    introduzione

  • LAQUILA

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    laquila

    LAquila una citt di 72.988 abitanti, capoluogo della regione Abruzzo e dellomonima provincia.Situata sul declivio di un colle, alla sinistra del # ume Aterno rispetto al massiccio del Gran Sasso, conta una ulteriore presenza giornaliera sul territorio di circa 30.000 persone per studio, attivit terziarie, lavoro e turismo. La citt sede di Universit e di enti ed associazioni che la rendono vivace sotto il pro# lo culturale.LAquila posta nellentroterra abruzzese e possiede una super# cie comunale di 467 km che, su scala nazionale, la pone al decimo posto per ampiezza. Proprio a causa dellestensione del territorio, sparso su una zona montuosa interna, LAquila dispone di una rete infrastrutturale e di servizi complessa e di non facile amministrazione. Il capoluogo infatti conta pi di dieci cimiteri, diversi depuratori, decine di complessi scolastici, quasi 3.000 km di strade e molte migliaia di chilometri di reti impiantistiche. LAquila oltretutto divisa in 59 tra quartieri e frazioni.Parte del territorio comunale compresa nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ed alcuni punti superano i 2.000 metri di quota.

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    Le origini della citt

    LAquila pu essere considerata una delle principali citt medievali del centro Italia. Adagiata su un altipiano lambito sul versante Ovest e Sud dal # ume Aterno, dominata da una fortezza cinquecentesca a pianta quadrata con possenti bastioni angolari. Linsediamento originario si complet in circa mezzo secolo, dalla met del 1200 in poi, quando gli abitanti dei castelli del territorio circostante ottennero da Federico II il permesso di costruire una nuova grande citt.Secondo una leggenda, LAquila sarebbe stata costruita sulla stessa pianta di Gerusalemme, la citt in cui si trovava il Tempio di Re Salomone, custode di un immenso tesoro. Molte le analogie, come evidenziano studi recenti pubblicati da Luca Ceccarelli e Paolo Cautilli. La prima, innanzitutto, rappresentata dal fatto che entrambe le citt sorgono in collina, lAquila a 721 m. s.l.m., Gerusalemme a 750 m. s.l.m. Ponendo a confronto le mappe del centro storico delle due citt, si ottiene una sovrapposizione alquanto precisa, che vede corrispondere il Sud de LAquila al Nord di Gerusalemme. Sin dallepoca dei Romani, Gerusalemme era divisa in quattro quartieri che oggi corrispondono agli aggregati di cultura cristiana, musulmana, ebraica e armena; anche lAquila divisa in quattro quarti, una divisione del tutto originale per le citt dellepoca. La disposizione dei # umi che # ancheggiano le due citt, rispettivamente Cedron e Aterno, sembra identica. Inoltre, molte sembrano essere anche le similitudini tra due importanti costruzioni delle rispettive citt: la piscina di Silo a Gerusalemme e la fontana delle 99 cannelle a LAquila, entrambe opere di ingegneria idraulica costruite nella parte pi bassa della citt adiacenti ad una porta muraria. Novantanove, poi, sarebbero anche i castelli che, secondo unaltra antica leggenda, avrebbero dato inizio alla storia della citt, e dei quali conservata memoria ancora oggi grazie ai novantanove rintocchi della campana della torre civica. La fondazione de lAquila, secondo alcuni studiosi, fu una delle pi grandi imprese urbanistiche in quanto travalicava il signi# cato strettamente inteso

    PRIMA DEL 6 APRILE 2009

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    laquila

    FIG. 01_Pianta della citt prima del terre-moto del 1703.

    FIG. 02_Pianta della citt del 1600. Incisione in rame, Foglio unico su carta spessa (mm 507x380 misurati alla battuta).

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    di citt, rappresentando, piuttosto, una citt-territorio identi# cata nel Comitatus Aquilanus.Questultimo, il quale pare abbia avuto il suo momento di massima espansione tra il 1254 e il 1529, costituiva un sistema insediativo e politico-economico che legava intimamente la nuova citt e i centri abitati circostanti, i boschi, i pascoli e le montagne. La citt, sorta su una super# cie di circa 157 ettari, e divisa in 4 quarti, al cui interno trovavano posto diversi locali realizzati dai vari castelli fondatori e vere e proprie proiezioni intra moenia del castello stesso. Ciascuno dei quattro aggregati formati da castelli e ville costituiva cos una continuit reale fra la citt ed il territorio. Nel corso dei secoli, lassetto della citt ha risentito delle tante ricostruzioni avvenute in seguito alle numerose distruzioni sismiche e belliche. Il primo terremoto di cui si ha notizia risale al 13 dicembre 1315. Solo tre decenni pi tardi un nuovo sisma di magnitudo 6,5 della scala Richter distrusse ampi tratti delle mura e numerose case e chiese. I primi cinquanta anni del Quattrocento furono segnati da una grande espansione ed evoluzione della citt, che ottenne il privilegio di battere moneta raggiungendo il proprio apice con listituzione, nel 1458, dellUniversit, destinata ad essere paragonata in spessore a quelle di Bologna, Napoli, Siena e Perugia. Purtroppo, per, nel 1461 si veri# c un sisma tremendo che port alla distruzione di Onna, Poggio Picenze e Castenuovo. Altri terremoti si susseguirono nel 1648 e nel 1672. Il potente sciame sismico che invest la citt tra la # ne del 1702 e linizio del 1703 la rase completamente al suolo. Quasi tutte le chiese e gli edi# ci pubblici crollarono o riportarono gravissimi danni. La successiva ricostruzione non port a rilevanti modi# che del tessuto urbano. Determin, per, limpronta barocca degli edi# ci del centro storico aquilano cos come abbiamo imparato a conoscerlo.Quando, nel 1917, lingegnere Giulio Tian presenta la prima stesura del Piano regolatore e di ampliamento della citt di Aquila, si trova di fronte ad una citt ferma, nel suo impianto, al disegno del Settecento: un tessuto urbano compatto ed omogeneo, con ampi vuoti allinterno delle mura ancora intatte. Preso atto dello stato di fatto, tutto il nuovo progetto con# nato allinterno delle mura medievali, con la sola eccezione della stazione ferroviaria. Infatti, le zone di

    FIG. 03_Foto storica del corso Vittorio Emanuele II, citt dell Aquila.

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    laquila

    ampliamento riguardano aree ancora vuote, dove il progettista si occupa di ricucire le smagliature dei margini urbani. Per una maggiore armonizzazione, inoltre, Tian ricorre ad una cintura di giardini e viali alberati che, nel loro insieme, compongono una circonvallazione, elemento di margine e continuit fra il tessuto urbano storico e gli ampliamenti ad esso successivi. Allinterno del centro storico, invece, il piano prevede un nuovo asse di penetrazione ottenuto attraverso interventi di sventramento e il ridisegno di alcuni spazi urbani quali piazza Palazzo, Corso Vittorio Emanuele le piazze del Duomo e Bariscianello.La rottura del perimetro storico de LAquila avviene durante gli anni del fascismo con il tracciamento di viale Gran Sasso e la realizzazione di importanti opere civili come lo stadio (1932), la fontana luminosa (1934) e la piscina (1936). Per dare spazio a queste attrezzature urbane viene demolito un lungo tratto delle mura antiche, con la conseguente scomparsa del margine # sico della citt. Questo momento coincide con la spinta urbana verso la periferia.

    FIG. 04_Foto storica del piazza Duomo, citt dell Aquila.

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    99

    66

    La leggenda dei 99 castelli

    Come visto, il numero novantanove un elemento forte della citt ed ricco di rimandi alla citt di Gerusalemme, che ha come numero il 66, il valore numerico corrispondente alla parola di Dio. Una possibile spiegazione per la forte presenza del numero novantanove a LAquila, progettata con i punti cardinali topogra# camente invertiti rispetto alla citt santa, potrebbe essere proprio questa. Tra il 1250 e 1260 la citt fu coinvolta nello scontro tra Manfredi di Hohenstaufen [1232-1266] e il papato, il quale non vedeva di buon occhio linsediamento della casa imperiale di Svevia nel regno di Sicilia.In questa contesa LAquila prese una posizione ben precisa, decidendo di appoggiare il papato; per questo motivo nel 1259 (alcune fonti parlano per del 1254) Manfredi ne attu la distruzione. La

    GRAFICO 01_Con-fronto tra la pianta di Gerusalemme e la pianta del centro storico dellAquila. Elementi salienti: lAquila come specchio di Gerusa-lemme, la divisione in 4 quarti e la vicinanza con il # ume.

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    laquila

    rinascita inizi nel 1265 per opera di Carlo I dAngi e grazie ai signori proprietari di cento castelli presenti nel territorio circostante la citt. La leggenda racconta che ogni castello dovesse costruire in citt una piazza, una chiesa e una fontana. Allultimo momento per un castello si tir indietro, portando cos il numero dei castelli fondatori a novantanove. Certamente questo numero sembra molto elevato, il che rende la leggenda poco verosimile. Contestualizzando temporalmente la storia, per, dobbiamo ricordare il signi# cato che assumeva la parola castello allepoca. Infatti, dal 1250 in poi il fenomeno dellincastellamento, altamente di$ uso nei secoli antecedenti, subisce uninversione di moto: i castelli ed i castra presenti si trasformarono gradualmente in villaggi pi o meno grandi. Se consideriamo inoltre che lo storico aquilano Bernardino Cirillo in uno dei suoi scritti cita novantaquattro castelli ci rendiamo conto che forse questa leggenda non poi cos lontana dalla verit, ri= essione che ha insinuato in noi una suggestione molto forte.

    FIG. 05_La cinta mu-raria nei pressi di Porta Leoni.

    FIG. 06_Fontana delle 99 Cannelle.

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    La grande espansione del dopoguerra

    Fino agli anni Trenta del secolo scorso, la struttura urbana del capoluogo abruzzese era, come detto, interamente con# nata allinterno delle sue mura medievali. La realizzazione, in epoca fascista, delle attrezzature sportive e del Viale Gran Sasso costituisce il primo passo di una forsennata espansione urbana. Risale agli anni Trenta anche il primo intervento residenziale posto al di fuori del perimetro del centro storico. Si tratta del quartiere Eritrea, primo quartiere popolare, avamposto delle future espansioni a Nord. Come nel resto dItalia, il salto quantitativo dellespansione urbana non avviene per prima della ricostruzione postbellica. Fino alla seconda guerra mondiale LAquila era formata sostanzialmente da un grande centro urbano (il centro storico) e da una moltitudine di piccoli borghi disseminati in un territorio molto vasto. Dopo cinquantanni di ininterrotta crescita il territorio si presenta invece coperto da una sorta di nebulosa, articolata ma continua, che occupa buona parte dei terreni pianeggianti della valle dellAterno. Per comprendere meglio le dinamiche urbane che hanno caratterizzato gli ultimi cinquantanni della citt ci stato utile guardare i principali documenti di piani# cazione urbanistica. Il primo, come anticipato, fu il piano dellingegner Tian, presentato nel 1917 e approvato solo nel 1930. In un quadro politico completamente rinnovato, con spinte speculative ed espansionistiche della citt, il piano non riusc ad incidere sulle$ ettivo sviluppo de LAquila. Il secondo piano urbanistico di cui la citt si ritrova protagonista quello coordinato da Luigi Piccinato allinizio degli anni Sessanta. Adottato dal Consiglio Comunale nel 1962, fu de# nitivamente approvato dal ministero dei Lavori pubblici nel 1965. Cos, nonostante la citt, alla # ne degli anni Cinquanta, continuasse a presentare vuoti importanti allinterno delle mura storiche, nuovi nuclei urbanizzati cominciarono a sorgere allesterno di esse, spinti da una forza centrifuga crescente. Piccinato mira ad attuare un salto di scala anteponendo il consolidamento delle relazioni territoriali al ridisegno delle forme spaziali della citt. In de# nitiva, per, anche questo piano resta sostanzialmente inattuato e sostituito, appena dieci anni pi tardi, da uno strumento tuttora in vigore.

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    laquila

    ACCENTRAMENTO

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    FIG. 07_Resti di un colonnato in una villa romana ad Amiternum

    FIG. 08_Piazza Duomo con il mercato quotidi-amo.

    FIG. 09_Emiciclio o palazzo delle Esposizioni del 1888.

    FIG. 10_Basilica di san Bernardino del 1444.

    FIG. 11_Panoramica aerea del Forte Spagnolo

    FIG. 12_Chiesa di san Pietro a Coppito del XIII secolo.

    FIG. 13_Chiesa di san Silvestro del XIV secolo.

    FIG. 14_Chiesa di santa Giusta del 1300.

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    laquila

    Elementi della struttura socio-economica della citt

    Sul piano economico, la tenuta della citt era basata su un mix variegato fatto soprattutto di lavoro pubblico, piccolo commercio, ma anche edilizia ed industria, nonch attivit professionali. Fattore non trascurabile, la ricchezza immobiliare, che, grazie alla presenza di una consistente popolazione universitaria di studenti fuori sede, garantiva, attraverso gli a> tti, = ussi di reddito signi# cativi.Un quadro quindi non allarmante, ma certamente poco dinamico ed incapace di attrarre grossi investimenti e risorse umane, di creare nuova occupazione e trattenere parte della popolazione giovane; sicuramente per il tutto inserito in una dimensione a misura duomo, connotata da fattori positivi di qualit di vita, elevata sicurezza e alta qualit ambientale.Il suo centro storico che, grazie alla conformazione evolutiva, costituiva un fattore di identit per la comunit, essendo poi cos vitale e variegato, ricco di funzioni diverse e perfettamente integrate tra loro, rappresentava senza dubbio la maggiore forza della citt. Trattandosi di un capoluogo regionale presentava una grande concentrazione di sedi del terziario pubblico, ad alta frequentazione quotidiana: Comune, Regione, Provincia, Tribunale, ma anche sedi regionali delle amministrazioni dello Stato. La presenza dellUniversit, che aveva in centro il Rettorato (Palazzo Carli) e la Facolt di Lettere (Palazzo Camponeschi), e soprattutto lesistenza di una nutrita comunit di studenti fuori sede (circa seimila), ra$ orzava la vitalit dellarea.Di qui la presenza di un tessuto di$ uso fatto di attivit commerciali (circa 800), dello storico mercato ambulante di Piazza Duomo (alcune fonti lo danno attivo addirittura dal 1303), di una pluralit di bar, ristoranti e locali animati da una fervida vita notturna e, ovviamente, di una naturale concentrazione di attivit professionali (avvocati, notai, medici, ingegneri ed architetti).In# ne, in rapporto alla dimensione, la citt de LAquila era pervasa da una signi# cativa attivit culturale, grazie alla presenza di importanti istituzioni soprattutto nel campo teatrale e musicale. Punti di riferimento in tal senso erano certamente il Conservatorio Alfredo Casella e il Teatro

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    Comunale, sede del Teatro Stabile, massima istituzione abruzzese di produzione artistica (di cui sono soci il Comune, la Regione e le quattro province abruzzesi). Ad esso si a> ancava il Teatro Stabile dInnovazione LUovo, particolarmente attento, con la sua attivit, ad un pubblico giovane e aperto alla sperimentazione. Sul fronte musicale, oltre al gi citato Conservatorio, nato come sede distaccata del celebre Santa Cecilia di Roma, ma resosi poi autonomo, la citt poteva contare sullapporto della Societ Aquilana dei concerti Bonaventura Barattelli, del gruppo cameristico dei Solisti Aquilani, dellIstituzione Sinfonica Abruzzese, che vanta unorchestra stabile di ottimo livello, e dellO> cina Musicale. Nel campo cinematogra# co va ricordato lIstituto Cinematogra# co de LAquila La Lanterna magica che, insieme allAccademia dellImmagine, gestiva con grande successo il Cinema Massimo.Naturalmente il valore del centro storico era ed dato anche dalla qualit del patrimonio architettonico e dalla presenza di numerosi monumenti, i pi importanti dei quali, come la basilica di Collemaggio, la Chiesa della Anime Sante a San Bernardino, il Duomo e la Fontana delle 99 Cannelle, costituiscono elementi di identi# cazione della citt.

    68%

    15-64 anni

    0-14 anni65 anni e oltre

    19,3%12,7%

    15-64 anni

    0-14 anni 66%

    65 anni e oltre

    19,9%

    12,7%

    italia

    laquila

    GRAFICO 03_Indi-catore delle fasce di et a lAquila e in Italia (2007).

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    laquila

    residenzacirca diecimila residenti

    e seimila studenti

    comerciocirca 800 unit

    mercato giornaliero

    beni culturalicastello-basilica collemaggio

    fontana delle 99 cannellePiazza duomo

    attivit culturaliteatro stabile -teatro ovo

    orchestra sinfonica abruzzesecinema massimo

    creditoprincipali banche locali e nazionali

    attivit professionalicirca 1000 tra avvocati-commerciantiarchitetti-medici-ecc.

    uffici pubbliciPrefettura-regionecomuneprovincia

    ristorazionebar-pub-ristoranti-locali notturni

    alta formazionefacolt di lettere e filosofiaconservatorio a. casellaaccademia dellimmaginebotteghe

    GRAFICO 04_Quadro delle attivit del centro storico dopo il ter-remoto.

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    mercato giornaliero

    attivit commerciali

    prodotti alimentari

    naturalistico

    culturale

    sportivo

    sport invernali

    rugby

    calcio

    pattinaggio

    pietra

    strumenti musicali

    tessuti

    rame e ferro battuto

    metalli preziosi

    ceramica

    legno

    pelletteria

    musica

    teatro

    universit

    GRAFICO 05_Quadro socio economico.

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    laquila

    Tra Artigianato e Botteghe

    Possiamo tranquillamente a$ ermare che la storia dellartigianato sia nata con quella della specie umana. La parola artigianato descrive, infatti, la produzione o la riparazione di un oggetto eseguita attraverso metodologie manuali e tradizionali; questo approccio si contrappone a quello industriale e su larga scala, che si avvale di macchine e di automazioni di vario genere, la cui caratteristica peculiare lassoluta precisione della realizzazione. Gli oggetti industriali risultano perfetti in ogni loro parte, freddi replicanti. Il risultato di questo processo, che si ri= ette nella societ contemporanea, un massiccio appiattimento delle produzioni e dei valori degli oggetti prodotti, oggetti che risultano quindi vuoti, freddi, apatici ed asociali, pronti per essere buttati prima ancora di essere venduti. E sintomatico a tal proposito che oggi si dia una grande importanza in fase di progettazione alla riciclabilit dei componenti utilizzati. In realt dovrebbe forse esserci una ri= essione precedente, che dovrebbe riguardare la riutilizzabilit degli oggetti stessi, s# da probabilmente pi interessante e stimolante. Per fortuna esistono progettisti attenti che hanno compreso limportanza della vita utile di un manufatto ed hanno incentrato la loro ricerca progettuale su questo aspetto. Tra i grandi maestri non possiamo non citare Ugo La Pietra, che con il suo lavoro di riconversione progettuale di attrezzature urbane ha pensato ad una seconda vita per cabine telefoniche, cassette della posta, # oriere e pali, trasformandoli in docce, mensole, amache e lampioni. Per rimanere, in un certo senso, in tema, ci piace citare anche un lavoro di Paolo Ulian: Una seconda vita per lappunto, un centro tavola in ceramica con al suo interno dei piccoli fori a tratteggio, i quali delineano una serie di forme ellittiche che, in caso di rottura, potrebbero salvarsi e quindi svincolarsi dal contesto del centrotavola, acquistando una propria autonomia di piccole ciotole. La rottura accidentale pu trasformarsi cos da evento negativo ad evento generatore di nuovi stimoli e nuove realt. Loggetto diventa, quindi, una sorta di ammonimento a non disfarsi delle cose con troppa facilit, nemmeno quando, apparentemente, sono solo cocci [Dal sito www.paoloulian.it], stimolando piuttosto il processo creativo insito

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    nellindole umana per arrivare a pensare nuove possibilit e, perch no, nuovi stili di vita. Questa breve ri= essione ci sembrata necessaria per arrivare a capire meglio le ragioni che si nascondono dietro ad alcune scelte progettuali presenti allinterno del lavoro.Risulta inoltre importante, a nostro avviso, per valorizzare lo spirito insito nella produzione di opere artigianali, esprimere e comprendere lintrinseco legame tra artigiano e compratore, legame che si forma proprio grazie allunicit del prodotto, alla sua pelle compromessa da gesti che restano, per quanto precisi, comunque umani, gesti carichi di pathos e che conferiscono al manufatto un valore che prescinde da quello meramente economico.A LAquila, e in generale in Abruzzo, la tradizione artigianale ha una storia antichissima, che a$ onda le proprie radici nel Neolitico. Sono numerosissimi, infatti, i ritrovamenti di ra> nati oggetti in selce, scheggiati ad arte e lavorati con una # nezza ed una precisione sorprendenti, realizzati in vere e proprie o> cine preistoriche, localizzate soprattutto alle pendici della Majella, Montagna Madre. Lo stesso accadeva con il legno, grazie al quale si producevano bastoni ed altri utensili. In epoca romana ci fu una decisa crescita del livello qualitativo dellartigianato, coinciso con lo sviluppo di tecniche per la produzione di manufatti in ceramica, in metalli come rame, bronzo e oro e tessuti. Il successivo sviluppo delle botteghe artigianali stata una logica conseguenza. Queste piccole realt commerciali, conformate come rivendite di prodotti con annesse le o> cine di produzione (e non di rado labitazione del titolare, il maestro o masto), si sviluppavano solitamente lungo le strade principali della citt, dei paesi e dei villaggi, a seconda della grandezza dellaggregato urbano, diventando sovente luoghi di ritrovo in cui gruppi di amici trascorrevano i pomeriggi (soprattutto quelli invernali) chiacchierando mentre lartigiano svolgeva il suo lavoro; questa situazione si veri# cava soprattutto dal barbiere, il cui salone era sempre a$ ollato di clienti. Quasi tutti gli artigiani, nei ritagli di tempo, imparavano a suonare uno strumento musicale e quindi formavano dei gruppi musicali che solitamente venivano chiamati per animare le feste. E giusto precisare che con il termine bottega venivano intesi sia i laboratori artigianali veri e propri, ma anche le rivendite di generi alimentari; in ogni caso la struttura generale non di$ eriva di molto tra le diverse tipologie di attivit. Come accennato in precedenza, infatti, quasi tutte le botteghe erano composte da una zona che ospitava lattivit commerciale, ed una destinata alla lavorazione e produzione dei manufatti; spesso al piano superiore trovava posto labitazione del maestro di bottega, caratteristica che anticipava in qualche modo il moderno concetto di atelier. Alla bottega da associare anche la nascita del portico, il quale, posto a prolungamento dellattivit, consentiva di lavorare allesterno tenendosi al riparo dal sole e dalla pioggia, svolgendo allo stesso tempo una funzione sociale. In epoche precedenti, per le stesse ragioni venivano impiegati i rebalzini, dei piccoli tettucci di legno e coppi posti a cappello delle botteghe.C poi un altro tema associato alle botteghe che sta tornando prepotentemente attuale: landare a bottega. Quando lartigianato era una delle strade lavorative maggiormente percorse, i ragazzi di et compresa tra gli undici e i dodici anni venivano mandati dai propri genitori ad imparare un mestiere presso un artigiano, spesso di conoscenza della famiglia. Grandi personalit del passato, come Leonardo Da Vinci, sono andati a bottega presso famosi artigiani dellepoca. I ragazzi iniziavano un periodo di apprendistato in cui svolgevano mansioni semplici, che andavano dalla pulizia della bottega al suo riassetto alla # ne della giornata lavorativa, e spesso si trovavano ad aiutare i maestri artigiani passando loro gli attrezzi; le spiegazioni erano poche e lapprendimento era atto di illegalit, un furto visivo di tutti quei gesti e trucchi che contribuivano a formare leccellenza del prodotto. Durante le festivit lapprendista riceveva un piccolo compenso in denaro come premio per il lavoro svolto. Questa cosa fa quasi sorridere (ma un sorriso amaro) se si pensa alla situazione lavorativa in cui versa la gran parte della giovent, che si trova, terminato il proprio percorso di studi, a cercare lavoro senza saper fare veramente qualcosa, con la necessit e la pretesa di guadagnare subito cifre alte che consentano il proprio mantenimento senza gravare sui propri genitori.Considerare che la cultura della bottega, con le sue sperimentazioni ed innovazioni, ha costituito la base del successo conquistato dal Made in Italy nel mondo, ci aiuta a capire maggiormente limportanza di questo sistema di attivit allinterno della storia del nostro Paese. Formare una nuova generazione di artigiani deccellenza risulta cruciale per consentire levoluzione del valore

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    laquila

    dei prodotti italiani: cos come di vitale importanza risulta essere la capacit di risvegliare linteresse e la passione il patrimonio materiale ed immateriale presente sul nostro territorio, un risveglio che pu (e deve) passare anche attraverso la cultura del fare: perch dallesperienza tattile, dalla creazione di un oggetto, dalla familiarit che si crea nel rapporto con i materiali nasce spesso una passione in grado di dare un senso anche ad una vita intera, senso che non di rado oggi viene a mancare, portando troppo spesso anche alla negazione della vita stessa. Per questi motivi ci venuto spontaneo immaginare che lAquila potesse essere un ideale punto di (ri)partenza per uno stile di vita che non deve essere visto come un regresso, ma , anzi, come levoluzione di un atteggiamento radicato nella cultura italiana, un # lo rosso in grado di unire il Paese partendo dalla valorizzazione delle diversit proprie dei singoli territori. Lavorazione del legno, della pietra, di tessuti e metalli, assieme alla produzione di strumenti musicali e prodotti alimentari sono le principali attivit che riempiono le giornate delle botteghe aquilane ed abruzzesi, ognuna con le proprie caratteristiche distintive:_Ceramica: Larte della ceramica praticata in Abruzzo sin dalla sua nascita, ma dal Rinascimento che si sviluppa una delle pi ra> nate e colte produzioni di maiolica dItalia, dando luogo ad una serie di tipologie formali e decorative ben riconoscibili a seconda degli arte# ci e delle fornaci in cui venivano prodotte, e oggi esposte nei pi importanti musei del mondo. La grande qualit che hanno raggiunto le opere ceramiche abruzzesi si deve soprattutto alla localit di Castelli, piccolo e pittoresco borgo alle pendici del Gran Sasso, nel quale la tradizione e larte della maiolica, durante il corso dei secoli non sono mai cessate. Castelli non stato, per, lunico centro abruzzese di produzione ceramica; eccellenti manufatti provenivano anche dalle fornaci di Anversa degli Abruzzi, Tagliacozzo, Lanciano, Bussi, Torre dei Passeri, Atri, LAquila, Rapino e Palena._Oro e argento: Larte orafa tocc in Abruzzo il suo apice durante il Rinascimento, grazie alla # gura di Nicola da Guardiagrele e alle importanti botteghe di Sulmona e dellAquila. La produzione pi di$ usa stata per quella dei gioielli e dei monili popolari, che ha partorito manufatti di straordinaria ricchezza, originalit e bellezza, in una simbolica gara fra le botteghe

    FIG. 15_Portici che caratterizzano i corsi di Vittorio Emanuele II

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    di Pescocostanzo, Guardiagrele, Orsogna, Scanno, Sulmona, LAquila e Casoli. Fra le lavorazioni tipiche ritroviamo la qualit di # ligrana utilizzata per spille, orecchini, medaglioni, pendenti; ma anche la lamina sbalzata a tutto tondo, pensata per realizzare i vaghi (chicchi) di importanti collane, girocollo e manine, ovvero le fedine tipiche delle zone interne dellAbruzzo che sono soliti regalarsi i promessi sposi. Tra i gioielli pi rappresentativi ricordiamo anche le Sciacquaje, grandi orecchini a mezzaluna, # nemente cesellati e arricchiti di pendenti; la Presentosa, il grande ma aereo medaglione simbolo di amore in # ligrana e lamina sbalzata; la Cannatura, collana girocollo con i vaghi realizzati in # ligrana o in lamina a sbalzo a tutto tondo. Larte orafa rappresenta oggi la forma di artigianato artistico pi = orida e di$ usa nella regione, con produzioni eccellenti a Pescocostanzo, Scanno, Guardiagrele, Orsogna, Castel di Sangro, LAquila, Sulmona, Pescara e Francavilla._Rame e ferro battuto: La lavorazione del ferro e del rame vanta in Abruzzo una tradizione antica ed attestata in tutta la regione con regolare omogeneit. In ferro battuto si producevano soprattutto testate di letti, lampadari, ringhiere, cancelli, inferriate, insegne, alari, cornici, candelieri ed oggetti di arredo vari; con il rame si producevano, invece, soprattutto pentole e tegami, utensili da cucina, ancora insegne, ma soprattutto le classiche conche un tempo utilizzate per raccogliere e trasportare lacqua dalla fonte tenendola in equilibrio sulla testa. La capitale abruzzese dellartigianato di questo tipo ancora Guardiagrele, ma produzione di notevole valore si ritrovano anche a Pescocostanzo, Lanciano, Ortona, Vasto, Tossicia, Scanno e LAquila, di cui caratteristica la tecnica dello sbalzo nominata in precedenza, la quale consiste nel battere la lastra di metallo con un particolare martello di legno su di una specie di incudine anchessa di legno; questa antica tecnica consente la realizzazione di # gure artistiche molto caratteristiche mediante rilievo su una faccia della lastra metallica._Pietra: La convivenza tra uomo e montagne ha fatto s che in Abruzzo, soprattutto alle pendici della Montagna Madre, la Majella, si sviluppassero, sin da epoche remote, attivit di estrazione e lavorazione della pietra: la duttile pietra bianca e quella nera, pi resistente e compatta, che pi

    FIG. 16_Placca maioli-cata di Carlo Antonio Grue, disegno del tri-onfo di bacco e arianna, 1685-1690.FIG. 17_FIG. 18_Conca di rame.FIG. 19_FIG. 20_Blocco scolpito di pietra della Maiella.

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    si presta alla lucidatura. A partire dallepoca romana, i maestri abruzzesi hanno scolpito la pietra locale per realizzare chiese ed edi# ci, adornandoli con sculture, monumenti, fregi e decori. Anche la # nissima pietra calcarea della media valle dellAterno fu utilizzata per la composizione degli elementi di pregio della maggior parte dei palazzi e delle chiese dellAquila. Pi tenera e facile da lavorare, in# ne, anche larenaria dei monti della Laga ha permesso lo sviluppo di un interessante artigianato che produce camini, stipiti, mensole, capitelli, pavimenti e lastricati, oltre a svariati elementi di arredo._Tessuti: La lana, da sempre disponibile in abbondanza in Abruzzo, ha fatto si che la tessitura abbia avuto sempre un ruolo importante nelleconomia artigiana della regione. Celebri in tutta Italia sono le tarante, le coloratissime coperte di lana prodotte a Taranta Peligna, ancora oggi realizzate seguendo antichi disegni tradizionali. Tra i prodotti pi di$ usi e noti dellartigianato tessile abruzzese ci sono anche gli eleganti merletti al tombolo tipici di Pescocostanzo e di Scanno, ma realizzati anche a LAquila, Bucchianico e Canzano._Strumenti musicali:,Tra gli strumenti musicali tradizionali abruzzesi il pi noto senza dubbio la # sarmonica diatonica (o organetto), conosciuta in Abruzzo anche con il nome di ddu bbotte, prodotta soprattutto nel teramano ed ampiamente utilizzata per rallegrare le feste popolari della regione. Sul territorio regionale sono inoltre attivi alcuni liutai._Legno: La ricchezza di materia prima o$ erta dalla variet dei boschi della regione ha consentito lo sviluppo di una vasta tradizione nella lavorazione del legno: sedie, tavoli, elementi di arredo, utensili da cucina, oltre alla classica chitarra per tagliare in spaghetti la sfoglia di pasta fatta in casa._Pelletteria e cuoio: Terra di allevatori sin dagli albori della storia, lAbruzzo conserva naturalmente un importante artigianato anche in questo settore. Nelle mani esperte dei maestri, la materia prima si trasforma in borse, cinture e portafogli, che vengono prodotti in molti centri della regione. Particolare rilevanza storica attribuita alla tradizione di selleria della citt dellAquila, i cui sellai sono regolari fornitori della casa regnante inglese.

    FIG. 21_Donne al lavoro del tombolo.FIG. 22_FIG. 23_Gioiello tipico abruzzese.FIG. 24_FIG. 25_Lavoro della pietra.

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    Agricoltura e gastronomia

    Fino alla prima met del secolo scorso il cuore della citt, racchiuso nelle sue mura medievali, era in gran parte riempito da spazi verdi, molti dei quali agricoli. Questo denota la forte vocazione agricola della popolazione aquilana e, in realt, abruzzese in generale. Se a questo aggiungiamo che LAquila e lAbruzzo sono terre di tratturi, grandi vie battute dagli armenti nelle loro trasmigrazioni periodiche primaverili e autunnali, abbiamo un quadro generale abbastanza esaustivo di quale fosse una delle maggiori fonti di sostentamento del territorio. In realt lAbruzzo ha conservato questa sua caratteristica, compiendo negli ultimi anni dei passi decisivi per lo sviluppo di una nuova agricoltura, capace di produrre qualit rimanendo fortemente legata ai prodotti tipici territoriali, come testimonia limportanza assunta da vini come il Montepulciano, dagli oli doliva, dai formaggi, dai legumi, e soprattutto dallo za$ erano. _Formaggi: LAbruzzo vanta una grossa tradizione nella produzione del formaggio pecorino, basti citare, ad esempio, la salatura collettiva fatta a Pescocostanzo (in provincia de LAquila) da maestri salatori in pile di pietra decorata, che rappresenta un momento quasi magico ed allo stesso tempo di liturgia sociale. Il latte delle greggi allevate in altura, ricco di aromi delle erbe spontanee, una materia prima eccellente per confezionare formaggi squisiti, che con la stagionatura acquistano gusti inimitabili. Il pecorino abruzzese un formaggio meno duro di quello romano o sardo, sottoposto ad una cottura pi lunga ma a temperature pi basse. Decisamente apprezzate sono le versioni di pecorino sottolio e di pecorino erborinato, con laggiunta cio di erbe di montagna e di peperoncino rosso. Altri formaggi interessanti sono il cacio# ore aquilano, la cacio-ricotta, il caciocavallo, la caciotta, le scamorza fresche, passite e quelle a$ umicate. _Olio extravergine di oliva: In Abruzzo forse riduttivo parlare semplicemente di olio extra-vergine di oliva. Forse sarebbe pi corretto citare anche le diverse aree di provenienza per evidenziare come, in ogni ambiente dove lolivo viene coltivato, c una diversa associazione e composizione varietale. Cos nellarea vestina del pescarese primeggiano la Dritta ed il Leccino, e nei paesi

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    limitro# altre variet che prendono il nome direttamente da questi centri, come ad esempio la Castiglione, la Toccolana e la Carpinetana. Nel teramano il Tortiglione a rappresentare lantica tradizione olivicola locale, insieme alla Dritta, al Leccino e alla Carboncella. Nel chietino, nellarea del vastese, troviamo la Gentile, il Nebbio, il Leccino, il Cucco; nella valle del Sangro e nel lancianese sono tipici il Leccino e la Gentile. Di particolare rilevanza larea del casolano, dove presente lIntosso, utilizzata come oliva da mensa. Anche la provincia aquilana ha le sue variet, rappresentate dalla Gentile de LAquila e dalla Rustica della valle Peligna._Miele: ogni pianta produce un nettare particolare che ha un suo profumo, un suo sapore. Cos ogni valle, ogni collina e ogni altipiano dellAbruzzo produce, a seconda dei diversi periodi dellanno, un particolare tipo di miele e di prodotti derivati come polline e pappa reale. Le piante dai cui # ori le api producono il miele sono ovviamente quelle che meglio si adattano ai diversi climi abruzzesi; tra le specie principali ci sono lacacia, la lupinella, il girasole, il castagno, il timo, e la menta._Legumi: LAbruzzo ha molto da o$ rire in fatto di tipicit e qualit in questo genere di prodotti, considerati un tempo la carne dei poveri per la loro ricchezza in proteine, carboidrati, # bra, vitamine e sali minerali. Ceci e cicerchie, fagioli, piselli, fave, e soprattutto lenticchie, quelle aquilane di Santo Stefano di Sessanio, reputate le pi prelibate della regione per la loro buccia sottile e per la loro dimensione. Tutti questi legumi sono alla base del tipico minestrone abruzzese, originario del teramano. Altro piatto tra i pi tipici della tradizione gastronomica abruzzese la minestra di ceci e castagne, che a LAquila apriva il cenone della vigilia di Natale._Ortaggi ed erbe spontanee: Da sempre nella cucina contadina le combinazioni pi gustose tra gli alimenti tipici trovano nellimpiego di ortaggi ed erbe aromatiche un connubio di ottimo gradimento. Inoltre questi alimenti uniscono il vantaggio delleconomicit alla garanzia di benessere per i consumatori, come a$ ermano dietologi e nutrizionisti, convinti sostenitori della dieta mediterranea. Tra le erbe pi saporite e ricercate della terra dAbruzzo trovano un posto donore gli orapi, o spinaci di montagna che sono alla base di tantissime ricette tipiche del territorio come gli gnocchetti conditi proprio con questa particolare erba._Tartufo: LAbruzzo terra ricca di tartu# . Dai boschi dellaquilano e del teramano, # no alle pinete marittime della costa, il tartufo presente con una eccezionale ricchezza di variet, rese tipiche dalle varie zone di provenienza. Nella ricca produzione tartu# cola abruzzese un posto donore spetta al tuber magnatum pico, o tartufo bianco, sicuramente il pi rinomato e ricercato. Una consistente fetta della produzione complessiva regionale poi rappresentata dal tartufo nero, considerato il diamante nero della cucina abruzzese._Za$ erano: Originario del Medio Oriente, il bulbo dai caratteristici # ori viola stato introdotto per la prima volta in Italia attorno al 1300 proprio in Abruzzo, per opera di un frate domenicano, tale Domenico Santucci di Navelli. Dalla provincia de LAquila al primato sul mercato internazionale il passo stato breve, grazie alla sua riconosciuta alta qualit. La coltivazione dei # ori di za$ erano ancora manuale e la raccolta, nel breve periodo della # oritura, si e$ ettua al mattino presto, prima che i # ori si siano completamente schiusi. Per ottenere un chilo di za$ erano in # li occorrono circa duecentomila # ori, ma sono su> cienti pochi grammi di pistilli per dare sapore e colore a piatti e bevande alcoliche.

    FIG. 26_Tipica strada rurale.

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    Il 6 aprile del 2009 stato un giorno iniziato troppo presto per la citt dellAquila, un giorno sciagurato e, per trecentonove persone, un giorno mai incominciato. Alle 3:32 il fragore di un violentissimo sisma riecheggiato per le strade del capoluogo abruzzese e della sua provincia. Nelle 48 ore successive alla prima scossa (di magnitudo momento 6,3 Mw) sono state registrate altre 256 scosse, delle quali pi di 150 nel giorno del 7 aprile. Il terremoto stato avvertito su una vasta area del Centro Italia. La regione pi colpita stata, ovviamente, lAbruzzo, seguita dal Lazio; lievi danni sono stati riscontrati anche nelle Marche.A seguito dellevento sismico di maggiore importanza si provveduto, oltre ai quasi immediati soccorsi, allistallazione di tende da campo, mentre i ricoverati dellospedale San Salvatore, dichiarato inagibile al 90%, sono stati trasportati in parte in una tendopoli adibita a struttura di soccorso, in parte allospedale di Avezzano e in altre strutture della provincia. Il sisma ha completamente sventrato la sede della Prefettura dellAquila, che avrebbe dovuto essere il centro di coordinamento dei soccorsi. Oltre alla Prefettura, anche altri importanti edi# ci sono crollati o sono risultati fortemente danneggiati; tra questi ci sono la cupola della chiesa delle Anime Sante, labside e transetto del Duomo e della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, il Dipartimento di Lettere e Storia ed il polo di Ingegneria ed Economia dellUniversit dellAquila. Il vero simbolo della tragedia per sicuramente la Casa dello Studente della citt, miserabilmente crollata nella sua ala Nord e sotto le cui macerie hanno perso la vita otto ragazzi, tutti giovanissimi. Ancora oggi non sono state chiarite le cause di tale crollo ma di certo le immagini di quel grosso edi# cio sgretolato restano tra le pi forti e le pi toccanti. Tanto altro ci sarebbe da raccontare di quella lunga, amara ed interminabile giornata e di quelle immediatamente successive ma probabilmente non questa la sede adatta, per cui rimando alla bibliogra# a per chi volesse approfondire.

    6 APRILE 2009

    FIG. 27_Casale dis-trutto dal terremoto.

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    Non semplice reperire dati attendibili sul danno generato dal sisma del 6 aprile 2009. Infatti, a valle delle veri# che di agibilit, tutto ci che stato prassi ordinaria in altre occasioni, non accaduto per LAquila e dintorni. Non sono state prodotte analisi su> cientemente approfondite sulle quali basare poi le strategie di intervento. La stima del danno grave, ovvero il conto di quanto coster far ripartire una citt, un sistema urbano come LAquila, non c, forse anche perch impossibile calcolare una cifra che sia veritiera; inoltre, nulla di ci che stato programmato sembra aver avuto una fase di piani# cazione a monte. Anzi, al metodo della piani# cazione, della valutazione e della progettazione degli interventi, si sostituito lo slogan dalle tende alle case inculcato negli sfollati come un sedativo. La ricostruzione dellAquila il risultato di sempli# cazioni brutali, ridotta ad una semplice questione edilizia, tralasciando assolutamente la dimensione urbanistica e territoriale del problema, nonch quella sociale ed economica.Dalla restituzione cartogra# ca del danno grave si evince come larea maggiormente interessata sia quella del centro storico, con 4.418 edi# ci censiti in classe E o F. Per la prima volta dal terremoto di Messina e Reggio del 1908 stato colpito un importante centro urbano, colpito al cuore: importante infatti ricordare che il centro storico dellAquila non soltanto il centro simbolico della citt, ma ospitava anche le principali funzioni amministrative ed economiche, centinaia di attivit commerciali e il mercato di Piazza Duomo. E necessario quindi capire che la ricostruzione della citt deve essere intesa come rinascita di un sistema territoriale con particolare attenzione allimportanza che rivestiva il centro storico e non come mero risarcimento edilizio. La previsione di orizzonti temporali lontani per il completo riassesto delle membra della citt ha poi aperto scenari poco rassicuranti costringendo molte attivit amministrative, culturali, commerciali a cercare asilo in altre citt o addirittura regioni, sino ad arrivare ad una condizione nomade ed ambulante di molte attivit commerciali. Il risultato ottenuto da questo processo quello di una profonda confusione sociale aggravata dalla mancanza di punti di riferimento prontamente ristabiliti: emblematico il caso della giovent aquilana, una volta assidua frequentatrice del centro storico, che ora i ritrova in centri commerciali asettici e stranianti.

    dopo il 6 APRILE 2009

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    laquila

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    Labbandono del centro storico

    Come accennato in precedenza, nellassetto de LAquila il centro storico del capoluogo ha ricoperto un ruolo di particolare importanza. Infatti, # no agli anni Cinquanta del secolo scorso, la citt coincideva sostanzialmente con il perimetro del centro storico stesso (esteso su circa 157 ettari), e anche il polo sportivo realizzato durante gli anni del fascismo era stato costruito in stretta aderenza con la citt storica.Fino ad allora, il cuore della citt era ancora in larga parte murato, essendo la crescita della citt sostanzialmente con# nata entro le mura storiche per tutta la prima met del secolo scorso. Nel suo piano di ampliamento del 1917, Tian aveva imposto lurbanizzazione delle aree ancora libere entro i con# ni storici. Ancora cinquantanni pi tardi, quando il piano Piccinato propone un grandioso ampliamento della citt, ampie porzione di essa, allinterno delle mura, risultano occupate da orti e giardini.Fino al disastroso terremoto del 6 aprile 2009, il centro storico del LAquila rappresentava, quindi, il cuore morfologico e funzionale del territorio; per la sua qualit architettonica, per le funzioni presenti e per la sua valenza simbolica, esso era lelemento primario dellidentit culturale degli Aquilani ed ospitava, dato non trascurabile, ancora diecimilaquattrocento presenze, alle quali vanno aggiunti i circa seimila studenti fuori sede che alloggiavano nelle case del centro. La complessit funzionale della sua struttura poi testimoniata dal fatto che, unitamente alla componente residenziale, vi la presenza di oltre 800 attivit commerciali, di moltissimi studi professionali e delle sedi di rappresentanza delle amministrazioni e di numerosi enti.Le veri# che di agibilit e$ ettuate dalla Protezione Civile indicano allinterno della zona rossa, 2.495 edi# ci danneggiati, il 62,8% dei quali ricadono in classe E (edi# cio inagibile). Consapevoli dellaltissimo valore del centro storico e della rilevanza del danno da esso subito, lascia sgomenti

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    lassenza di una strategia di ricostruzione se non immediata, quantomeno di primaria importanza. 1.3.2 Decentramento e piccole new town

    La ricostruzione della citt de LAquila stata # no ad ora a$ rontata quasi esclusivamente attraverso il progetto C.A.S.E. ed il progetto M.A.P.C.A.S.E. un acronimo che signi# ca Complessi Antisismici Sostenibili ed ecocompatibili. Si tratta, in buona sostanza, di lottizzazioni residenziali su venti aree individuate dalla protezione civile, propagandate come tante piccole citt, n provvisorie n de# nitive, ma durevoli. Nel complesso sono stati previsti 164 edi# ci, per un totale di circa 4500 appartamenti che saranno capaci di ospitare quindicimila persone, privilegiando i cittadini de LAquila con casa risultata distrutta o inagibile in seguito al sisma. Il progetto C.A.S.E. prende il via nelle dichiarazioni rese gi poche ore dopo il terremoto, senza tenere presente, in quanto ancora non quanti# cata, lentit del danno. Non nasce quindi come risposta ragionata alla speci# cit del terremoto che ha colpito la citt, n tiene presente il suo complesso sistema urbanistico e sociale.Dal punto di vista urbanistico forse improprio parlare di new town. Il concetto di new town, insieme a quello di green belt (cinture verdi), rappresentarono, nellInghilterra del dopoguerra, il tentativo di contrastare la crescita a macchia dolio delle metropoli. Si tratt di progetti pubblici molto complessi, incentrati sulla costruzione di nuovi centri urbani attraverso la realizzazione non solo di case, ma anche di servizi, infrastrutture e posti di lavoro. Al contrario, il Progetto C.A.S.E. riduce lurbanistica alla mera edilizia, banalizza la complessit della citt alla singolarit della palazzina, abolisce il governo della forma della citt e ne incentiva, allopposto, la crescita incontrollata ed informe.Le aree di intervento sono disseminate su tutto il territorio comunale. A prima vista non sembrano seguire alcuna logica urbanistica se non quella della disponibilit immediata dellarea. Noncuranti della forma urbana, presupposto per ogni qualit di vita, le aree di intervento insistono su aree in aperta campagna, mal servite dal trasporto pubblico (precludendo a priori ogni soluzione di

    GRAFICO 06_Dis-tribuzione della pop-olazione sul territorio prima e dopo il sisma.

    zone urbane

    centro storico

    nuclei sparsi

    prima51%

    34%

    15%centro storico

    nuclei sparsi

    dopo

    56%

    6%

    zone urbane

    38%

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    laquila

    mobilit sostenibile) e si propongono come saldatura fra due distinti nuclei urbani, distruggendo di fatto lidentit dei borghi ed alterando il rapporto fra citt e campagna.Ledilizia realizzata allinterno delle aree di intervento si basa su moduli standardizzati di edi# ci alti tre piani, realizzati con materiali diversi (legno lamellare, calcestruzzo precompresso, laterizi e metallo isolato termicamente) su innovative solette isolate sismicamente. Alla maniacale cura degli interni, comprensivi di ogni tipo di confort, corrisponde la totale assenza di servizi collettivi. Laccento posto esclusivamente sulla casa, piuttosto che sulla citt, sul bisogno individuale che prevale e annulla le esigenze della collettivit e dei valori sociali. Il signi# cato dellabitare, e forse troppo spesso ce ne dimentichiamo, non pu essere ricondotto esclusivamente alla sicuramente primaria necessit di avere un tetto sopra la testa, poich coinvolge una serie di ragioni e relazioni sociali eteree ma presenti. Abitare vuol dire avere la possibilit di capire un luogo, di amarlo, di odiarlo e di esplorarlo, di viverlo in relazione a se stessi ed a tutte le altre presenze viventi e costruite, materiali e immateriali. Per questo motivo, un aggregato di C.A.S.E. cos come stato pensato, non potr mai diventare una citt, isolato com dal contesto sociale e territoriale, se non addirittura posto in contrasto con essi.Il progetto M.A.P., invece, il cui acronimo sta per Moduli Abitativi Provvisori, ha portato alla costruzione di 1.273 abitazioni. Queste, quasi tutte unifamiliari e in alcuni casi bifamiliari, sono state costruite utilizzando in alcuni casi legno massello, ed in altri pannelli coibenti. A di$ erenza delle abitazioni del progetto C.A.S.E., gli aggregati di M.A.P. sono stati posizionati a ridosso dei centri abitati distrutti dal terremoto e la loro planimetria stata studiata e concordata con i cittadini congruentemente allo svolgimento del tessuto urbano originario. I moduli con struttura in legno sono stati realizzati seguendo criteri antisismici e posati su una soletta di calcestruzzo armato che, una volta smantellato il villaggio provvisorio, rester probabilmente come visibile testimonianza del passaggio delluomo trovatosi a fronteggiare lemergenza forse con troppa fretta. In ogni caso il progetto M.A.P., per una serie di caratteristiche come i tempi e i costi di realizzazione ridotti e le scelte urbanistiche operate, risulta pi apprezzato dai cittadini, che per loro natura e cultura

    FIG. 28_Il palazzo del governo ridotto in mac-erie dopo il terremoto.

    FIG. 29_Scorcio in una delle strade del centro storico con i puntella-menti sulle case.

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    sono stati abituati nel corso dei secoli a fronteggiare lemergenza con le proprie forze, senza essere subordinati a decisioni prese da persone prive di unadeguata conoscenza del territorio e spinte da capricci politici.Quello attuale , dunque, un assetto assai meno compatto e ben pi articolato e frammentato del precedente, legato alla delocalizzazione delle periferie e dei nuclei industriali, non solo, quindi, delle residenze, ma anche della maggior parte delle strutture pubbliche e private, con e$ etti rilevanti anche sulla mobilit urbana. Anche il piccolo commercio si in parte riorganizzato in forme spesso spontanee e scoordinate, producendo, specie negli orari di punta, una mobilit congestionata; molte attivit commerciali, in realt, hanno ripreso in sedi altamente provvisorie e, talvolta, anche in modo abusivo. Gran parte delle scuole e degli istituti superiori, poi, stata ricollocata in sedi provvisorie (grazie alla realizzazione dei M.U.S.P., Moduli ad Uso Scolastico Provvisori).Questa citt temporanea si trova a dover sopperire anche alla mancanza di luoghi di aggregazione collettiva, ritrovati solo in sterili centri commerciali come nel caso de LAquilone, luoghi privi di unidentit che connotava invece gli spazi del centro storico, fucina di relazioni e rapporti sociali e intrisi di quellidentit che rendeva la popolazione aquilana una comunit forte e unita.

    La problematica gestione delle macerie

    Levento sismico che ha colpito la citt de LAquila ha generato un quantitativo di macerie derivanti dai crolli e dalle demolizioni degli edi# ci danneggiati dal sisma che alcuni dati attestano approssimativamente intorno ai 4,5 milioni di tonnellate. Dallanalisi degli ultimi dati u> ciali della regione Abruzzo, riguardanti le elaborazioni e$ ettuate nellanno 2005 delle Dichiarazioni Ambientali (MUD) relative allanno 2004, la produzione annuale di ri# uti provenienti dalle attivit di costruzione e demolizione (compresa la costruzione stradale) di circa 40.000 tonnellate per la provincia de LAquila e di circa 200.000 tonnellate per lintera regione. Il confronto tra i dati fa emergere chiaramente la dimensione del problema della gestione di questi ri# uti che risultato particolarmente aggravato dalla condizione di urgenza e dalla particolarit della composizione merceologica dovuta alla straordinariet dellevento che li ha generati. La mancanza di una strategia di piani# cazione e di una identi# cazione dei siti idonei allo smaltimento e riciclaggio dei ri# uti che derivano dalle emergenze, stanti le considerevoli quantit in gioco, ha fatto s che la catena dello smaltimento e del recupero sia diventato il collo di bottiglia della gestione della prima fase dellemergenza che ha rallentato, di conseguenza, tutte le fasi successive.

    FIG. 30_Le macerie della citt.

    FIG. 32_Linterno di una strada bloccata dalle macerie

    FIG. 31_Le case della citt distrutte dal ter-remoto.

    FIG. 33_Veduta a volo duccello di un quartiere dellAquila.

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    FIG. 34_Chiesa di Bazzano.

    FIG. 35_Slavina.

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    laquila

    FIG. 36_Campo 2 a Barete.

    FIG. 37_Centro storico dellAquila.

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    Fino al 6 aprile 2009, nonostante la grande espansione del dopoguerra, LAquila continuava ad essere un sistema urbano prezioso e delicato. La citt aveva conservato diversi elementi di qualit che la rendevano piacevolmente vivibile. La dilatazione della sua struttura non aveva generato un progressivo distaccamento dai suoi valori, preservando ancora un rapporto diretto con la campagna (anche il centro storico, grazie ad un sistema di verde ambientale che lo cingeva a Est e a Sud, dialogava direttamente con lo spazio naturale); inoltre la citt poteva ancora contare su un nucleo urbano centrale che fungeva da vero e proprio magnete per le frazioni del comune. Tutto ci stato cancellato nella sua parte strutturale dal terremoto, ma molto ha contribuito la strategia di ricostruzione, rea di aver portato ad una disgregazione sociale prepotente, risultato di un approccio che si distingue nettamente da molte delle precedenti esperienze. Lesperienza recente ha palesato unassoluta mancanza di solidit istituzionale, di criteri stabili e di norme per governare al meglio la ricostruzione post-catastrofe, ma, tuttavia, ha anche testimoniato con forza lesistenza di pochi ma imprescindibili valori. Tra questi, sul piano socio-culturale, vi sicuramente quello di una ricostruzione che metta alla base la conservazione della struttura del territorio e dei suoi abitanti, in modo da preservare quel sentire profondo e radicato che tiene unita una popolazione colpita dalla potenzialit disgregatrice della disgrazia. Sistematicamente vi sempre stato, in seguito a tutte le precedenti calamit, qualcuno che abbia proposto labbandono del preesistente, che abbia ceduto alla seduzione della ri-progettazione drastica delle caratteristiche di un territorio, sedimentatesi nel corso dei secoli. Certamente la ricostruzione costituisce anche unopportunit, e non solo per quei pochi (o molti) furbi speculatori delledilizia, unopportunit di innovare grazie ad una seria ed intelligente analisi progettuale. E di> cile pensare ad una riproposta fotocopia del passato, ma una ri-fondazione nata sulle basi di ci che rimasto (o non rimasto) sembra una strada percorribile nonch simpatica.Purtroppo per la fase di ricostruzione de LAquila partita spinta dal motto dalle tende alle case. La soluzione adottata, o peggio ancora imposta, appare come sfoggio di un tecnicismo asettico e arrogante, fautore di una sempli# cazione estrema dellidentit di un luogo stuprato dei

    conclusioni

    FIG. 38_Centro storico dellAquila.

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    laquila

    suoi contenuti culturali e sociali. Prima del sisma, ben due terzi della popolazione del comune abitavano nel capoluogo (tra centro storico e zone urbane adiacenti), mentre solo un terzo era residente nelle frazioni e nei nuclei periferici; il tema del centro storico forse laspetto pi sensibile, il capitolo pi critico dellintera questione e che rischia di lasciare alla gente, agli Aquilani, un doloroso vuoto. Le strade del centro, che vivevano di commercio il giorno e dello struscio dei ragazzi la notte, rischiano di rimanere vicoli di unAquila-Land per turisti, richiamati dalla possibilit di ammirare il cadavere di una citt allegra e preziosa.La scelta poteva e doveva essere quella di impostare le strategie di ricostruzione a partire dalle tante esigenze di ripristino e magari di sviluppo della citt, dalla ride# nizione del suo ruolo rispetto al suo territorio. Nella gestione del post-terremoto lossessione ad essere il pi veloci possibile nel fornire un ricovero duraturo alla gente ha fatto erroneamente ritenere che lobbiettivo di abbandonare le tendopoli fosse il senso della ricostruzione. Sparpagliando case l dove si potevano mettere e procrastinando lapertura di una ri= essione sulla citt da ricostruire si assunti un atteggiamento assolutamente irrispettoso verso una comunit e verso la tematica di un progetto di rinascita carico delle potenzialit di ripresa sociale e sviluppo economico che ahim non sono state confermate in territori del mezzogiorno come lIrpinia, ma che invece sono state il germoglio per il boom del Nordest alla # ne del secolo scorso. Dimenticavo, in Friuli ci si rimboccati le maniche al grido: prima il lavoro, poi la casa, dopo le chiese; a LAquila, invece, la parola lavoro stata solo sussurrata.

    FIG. 39_Portici nel cen-tro storico dellAquila.

  • possibili approcci alla ricostruzione

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    POSSIBILI APPROCCI ALLA RICOSTRUZIONE

    Avere la possibilit di ricostruire una citt signi# ca anche avere la responsabilit di compiere delle scelte in merito alle strategie da attuare per migliorare le qualit degli spazi urbani e la loro abitabilit. Questo comporta lobbligo di una ragionata quanto delicata fase di analisi della situazione seguita da unattenta campionatura delle possibili alternative e dei # ni da perseguire. A tal proposito importante ricordare che la tragedia che il 6 Aprile 2009 ha colpito la citt de LAquila stata una delle poche calamita occorse, in epoca contemporanea, ad un importante centro urbano. Questo signi# ca avere lopportunit di aprire un dibattito sui cambiamenti che interesseranno le citt in un prossimo futuro.Ovviamente ogni citt ha una sua storia pi o meno remota e quindi necessario, in prima istanza, conoscere le caratteristiche territoriali e sociali del luogo dove si va ad intervenire. Nel caso de LAquila, come detto in precedenza, il fulcro del tessuto urbano era costituito dal centro storico, vero e proprio cuore pulsante per gli abitanti del capoluogo abruzzese. Questo signi# ca che qualsiasi piano di ricostruzione avrebbe dovuto prevederne un recupero prioritario al # ne di restituire alla vita quotidiana gli spazi e le strutture della citt, oltre a creare i presupposti per un rilancio economico ed occupazionale e il ra$ orzamento delle reti sociali messe a dura prova da uno sconvolgimento profondo delle abitudini di vita degli abitanti.Allo stato attuale, lorizzonte temporale in cui si arriver ad una situazione di questo tipo quanto mai incerto. Per questo motivo necessario studiare delle soluzioni che permettano di ristabilire quegli equilibri capaci di restituire unidentit sentita e de# nita ai cittadini aquilani. La strada del dovera comera , dunque, decisamente impraticabile oltre che, forse, poco corretta se si considera la ricostruzione come unopportunit evolutiva. Sicuramente, per, di fondamentale importanza impostare qualsiasi proposta progettuale elaborata da qui in avanti tenendo presente le qualit territoriali e le dinamiche sociali che costituivano la linfa vitale della citt.

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    Nellottica di un recupero quanto pi completo possibile del centro storico posto come # ne ultimo della ricostruzione, necessario provvedere a realizzare interventi che guardino sia alle esigenze e ai bisogni attuali degli abitanti, che al futuro, valorizzando al massimo le risorse e le vocazioni, ponendo cos le basi per una nuova prospettiva positiva anche in termini di consolidamento economico ed occupazionale. Essendo i tempi di gestione della criticit del centro storico per forza di cose incerti, necessario provvedere ad interventi che mirino ad inserirsi nel contesto territoriale promuovendo limpegno a costruire le condizioni per un rapido recupero di reale vivibilit per i cittadini in situazioni di temporaneit intesa come provvisoriet e non certo come precariet. Azioni progettuali intelligenti consentono sicuramente di agire in questo senso, proponendo soluzioni che non siano limitate al loro utilizzo principale, ma che siano anche capaci di stimolare un atteggiamento critico verso il loro riutilizzo o la loro rifunzionalizzazione, soluzioni per una citt trasformabile, quindi, ma anche, alloccorrenza, reversibile, capace di tornare sui suoi passi in maniera silenziosa nel caso se ne dovesse sentire il bisogno.

    Citt temporanea: citt trasformabile, citt reversibile

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    POSSIBILI APPROCCI ALLA RICOSTRUZIONE

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    FIG. 40_Veduta del mercato di piazza Duomo.

    FIG. 41_Una via allinterno del centro storico.

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    POSSIBILI APPROCCI ALLA RICOSTRUZIONE

    Nellimmaginario collettivo della comunit aquilana, # no al giorno del sisma, la citt ha coinciso essenzialmente con il suo centro storico, e pi precisamente con una sua parte, quella dove si svolgeva la vita collettiva; una zona di estensione limitata ma molto vissuta per tutto larco della giornata, dalla mattina, grazie alle attivit commerciali e al mercato di Piazza Duomo, # no alla sera e alla notte, movimentata dallo struscio dei tanti ragazzi che giravano per bar e locali. Gli interventi di ricostruzione # n qui attuati, hanno di fatto spalmato la citt su una super# cie molto vasta senza restituire dei punti fermi, luoghi in cui i cittadini abbiano la possibilit di riconoscersi e ritrovarsi. La riquali# cazione delle frazioni stata sempli# cata ad una semplice opera di edilizia residenziale. Realizzando solamente delle abitazioni, senza prevedere quei servizi necessari per una confortevole abitabilit degli spazi degli aggregati, si prodotta una grande disgregazione dellintero tessuto della comunit aquilana. Le persone si sono ritrovate scaraventate in un universo a loro sconosciuto, costretti ad abitare di # anco a persone con cui avevano poco a che fare. Se da un lato questa caratteristica pu sembrare un buon pretesto di socialit, c per anche da considerare la volont delle persone, molte delle quali anziane, che hanno sempre esposto il loro dissenso in merito a questa decisione. C poi la problematica dei giovani della citt, con# nati in una periferia senza luoghi di ritrovo n mezzi pubblici per raggiungere zone pi centrali. E anche quelli che hanno la possibilit di spostarsi in macchina si trovano a passare i loro momenti di libert in centri commerciali privi di personalit.In una visione di medio - lungo periodo la citt deve tornare ad investire con coraggio sui propri punti di forza. Non possibile permettersi di cancellare un background culturale che per anni ha consentito a LAquila di eccellere nei settori della musica, del teatro e dellalta specializzazione tecnica grazie a strutture come lUniversit e il Conservatorio, le quali rischiano, a causa di un approccio poco interessato a queste dinamiche, una dislocazione in altre citt, se non in altre regioni. La possibilit di tornare a formare delle # gure di qualit anche in ambito artigianale, settore di grande eccellenza nella storia del nostro Paese e di cui lAbruzzo rappresenta uno dei casi pi esemplari, costituisce unulteriore possibilit di o$ rire ai giovani delle occasioni di crescita,

    Ricostruire la qualit sociale