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di CLAUDIO STACCHINI Cgil Piemonte I l Governo con un colpo di mano approva in via definitiva un Nuovo Codice degli Appalti decisamente peggiorativo ma il Protocollo sottoscritto in Piemonte dà invece il via a nuove regole a garanzia dell’occupazione, in difesa della legalità e per il miglioramento dei servizi pubblici Abbiamo lavorato diversi mesi per giungere alla firma del Protocollo “Linee guida in materia di appalti pubblici e concessioni di lavori, forniture e servizi” tra Cgil-Cisl-Uil Piemonte e la Regione Piemonte. È stato un lavoro collettivo della Confederazione, iniziato con l’Ires-Cgil e poi proseguito in un gruppo di lavoro con la Funzione Pubblica, la Filvams, la Filt e in particolare sulle “opere” con la Fillea. A questo lavoro sempre condiviso unitariamente sono poi seguiti gli incontri con la Regione: scambi di testi, riunioni tecniche con l’ufficio giuridico della Regione, sempre sotto la supervisione del Vicepresidente Aldo Reschigna. Si tratta di un accordo di grande rilievo, a maggior ragione dopo la “doccia fredda” della approvazione ad aprile del Nuovo Codice Nazionale degli Appalti, che faceva dei gravi passi indietro rispetto a quanto era stato concordato con il Sindacato e con le Commissioni parlamentari che all’unanimità avevano chiesto al Consiglio dei Ministri di ripristinare le norme che erano state cancellate. Il Governo con un colpo di mano approva in via definitiva un Nuovo Codice con tre gravi modifiche: a) cancella l’obbligo alla “clausola sociale”, che era stato il punto di forza della Legge Delega di recepimento delle direttive europee, lasciando alle stazioni appaltanti la discrezionalità di decidere se inserirla o meno nei bandi di gara; b) riapre la strada alle gare al “massimo ribasso”, che era stato cancellato nell’ipotesi iniziale del Decreto, cancellando l’obbligo di utilizzare “l’offerta economicamente più vantaggiosa” inizialmente previsto per tutti i lavori e gli appalti sopra i 150.000 euro, spostando l’obbligo solo sopra il Milione di euro (sapendo OTTOBRE [ APPALTI ] Le novità su appalti pubblici e concessioni lavori, forniture e servizi Raccolta firme: i risultati di VITTORIO GAMBA Segr. generale Cgil Vercelli Valsesia I l 23 settembre si è chiusa la raccolta firme della Cgil a sostegno della proposta di legge per il nuovo Statuto dei lavoratori mentre, a fine giugno, si erano chiusi i termini per la raccolta firme a sostegno dei tre Referendum abrogativi (Voucher, Appalti e Licenziamenti) che correlavano il progetto della nostra organizzazione sulle nuove regole e diritti nel mondo del lavoro. Non sono iniziative a cui la nostra organizzazione è abituata, infatti è la prima volta che la Cgil organizza e gestisce una impresa di questo genere ma – a dimostrazione del fatto che quando decidiamo di fare una cosa la facciamo bene – i risultati sono stati lusinghieri: oltre 1 milione di firme depositate per ciascuno dei tre Referendum! In assoluto, nella lunga storia dei Referendum presentati in Italia, nessuno aveva raccolto cosi tante firme. Sulla proposta di legge, i dati non sono ancora definitivi ma le firme raccolte si avvicinano al milione e mezzo: poi vedremo quante ratificate e consegnate. Probabilmente, intorno al milione e trecentomila. Anche qui, comunque, il numero più alto di sempre finalizzato alla presentazione di una proposta di legge. Va precisato poi che le firme raccolte sono molte di più, ma parecchie, come sempre capita in casi del genere, non sono state presentate o per ritardi dei Comuni nel consegnare i certificati elettorali, oppure per errori nella compilazione dei moduli, o ancora per errori vari (il dato nazionale attesta oltre il 20% di firme raccolte e non consegnate). Considerato però il numero molto ampio di sottoscrizioni raccolte, abbiamo potuto scegliere di consegnare le firme che non L’EDITORIALE CONTINUA A PAG. 2 CONTINUA A PAG. 2 LAVORATORI ATIPICI UN ANNO CON NIDIL pag. 4 PUBBLICO IMPIEGO IN ATTESA DEL CONTRATTO pag. 5 PENSIONI QUANDO TOCCHERÀ AI GIOVANI? pag. 6 Aut. NO/3318/2013 del 15/11/2013 PERIODICO DELLA CAMERA DEL LAVORO DI VERCELLI VALSESIA FONDATO NEL 1981 OTTOBRE 2016 Autorizzazione Tribunale di Vercelli n. 288 del 25/02/1994 Nuove regole in Piemonte

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di CLAUDIO STACCHINI

Cgil Piemonte

Il Governo con un colpo di manoapprova in via definitiva un NuovoCodice degli Appalti decisamentepeggiorativo ma il Protocollo

sottoscritto in Piemonte dà invece il via anuove regole a garanzia dell’occupazione,in difesa della legalità e per ilmiglioramento dei servizi pubbliciAbbiamo lavorato diversi mesi pergiungere alla firma del Protocollo “Lineeguida in materia di appalti pubblici econcessioni di lavori, forniture e servizi”tra Cgil-Cisl-Uil Piemonte e la RegionePiemonte. È stato un lavoro collettivo dellaConfederazione, iniziato con l’Ires-Cgil epoi proseguito in un gruppo di lavoro conla Funzione Pubblica, la Filvams, la Filt e inparticolare sulle “opere” con la Fillea. Aquesto lavoro sempre condiviso

unitariamente sono poi seguiti gli incontricon la Regione: scambi di testi, riunionitecniche con l’ufficio giuridico dellaRegione, sempre sotto la supervisione delVicepresidente Aldo Reschigna.Si tratta di un accordo di grande rilievo, amaggior ragione dopo la “doccia fredda”della approvazione ad aprile del NuovoCodice Nazionale degli Appalti, che facevadei gravi passi indietro rispetto a quantoera stato concordato con il Sindacato e con

le Commissioni parlamentari cheall’unanimità avevano chiesto al Consigliodei Ministri di ripristinare le norme cheerano state cancellate.Il Governo con un colpo di mano approvain via definitiva un Nuovo Codice con tregravi modifiche: a) cancella l’obbligo alla “clausola sociale”,che era stato il punto di forza della LeggeDelega di recepimento delle direttiveeuropee, lasciando alle stazioni appaltantila discrezionalità di decidere se inserirla omeno nei bandi di gara;b) riapre la strada alle gare al “massimoribasso”, che era stato cancellatonell’ipotesi iniziale del Decreto,cancellando l’obbligo di utilizzare“l’offerta economicamente piùvantaggiosa” inizialmente previsto pertutti i lavori e gli appalti sopra i 150.000euro, spostando l’obbligo solo sopra ilMilione di euro (sapendo

OT TOBRE

[ APPALTI ]

Le novità su appalti pubblici e concessioni lavori, forniture e servizi

Raccoltafirme:i risultati

di VITTORIO GAMBA

Segr. generale Cgil Vercelli Valsesia

Il 23 settembre si è chiusa la raccoltafirme della Cgil

a sostegno della proposta dilegge per il nuovo Statuto deilavoratori mentre, a finegiugno, si erano chiusi itermini per la raccolta firme asostegno dei tre Referendumabrogativi (Voucher, Appalti eLicenziamenti) checorrelavano il progetto dellanostra organizzazione sullenuove regole e diritti nelmondo del lavoro.Non sono iniziative a cui lanostra organizzazione èabituata, infatti è la primavolta che la Cgil organizza egestisce una impresa diquesto genere ma – adimostrazione del fatto chequando decidiamo di fare unacosa la facciamo bene – irisultati sono stati lusinghieri:oltre 1 milione di firmedepositate per ciascuno deitre Referendum! In assoluto,nella lunga storia deiReferendum presentati inItalia, nessuno aveva raccoltocosi tante firme.Sulla proposta di legge, i datinon sono ancora definitivi male firme raccolte si avvicinanoal milione e mezzo: poivedremo quante ratificate econsegnate. Probabilmente,intorno al milione etrecentomila. Anche qui,comunque, il numero più altodi sempre finalizzato allapresentazione di unaproposta di legge.Va precisato poi che le firmeraccolte sono molte di più, maparecchie, come semprecapita in casi del genere, nonsono state presentate o perritardi dei Comuni nelconsegnare i certificatielettorali, oppure per errorinella compilazione deimoduli, o ancora per errorivari (il dato nazionale attestaoltre il 20% di firme raccolte enon consegnate). Consideratoperò il numero molto ampiodi sottoscrizioni raccolte,abbiamo potuto scegliere diconsegnare le firme che non

L’EDITORIALE

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LAVORATORI ATIPICI UN ANNO CON NIDIL pag. 4

PUBBLICO IMPIEGO IN ATTESA DEL CONTRATTO pag. 5

PENSIONI QUANDO TOCCHERÀ AI GIOVANI? pag. 6

Aut. NO/3318/2013 del 15/11/2013

P E R I O D I C O D E L L A C A M E R A D E L L A V O R O D I V E R C E L L I V A L S E S I A F O N D A T O N E L 1 9 8 1 O T T O B R E 2 0 1 6Autorizzazione Tribunale di Vercelli n. 288 del 25/02/1994

Nuove regole in Piemonte

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DALLA PRIMAAPPALTI NUOVE REGOLE IN PIEMONTE

bene che in Italia sotto 1 milionec’è l’80% di tutti gli appalti);c) introduce alcune modifiche cheallentano i controlli sulleprocedure come sui subappaltidove i vincoli vengono tuttispostati da 150.000 euro a sopra ilmilione di euro, o sulleconcessioni autostradali dovemigliaia di lavoratori vedonomesso a repentaglio il proprioposto di lavoro.Un vero e proprio colpo di manoche invece di fermare la trattativa,che nel merito era molto piùavanti del Codice Nazionaleappena approvato, dà spunto altavolo per accelerare e costruiresoluzioni più avanzate. Sindacatie Regione Piemonte rispondonocosì alle promesse mancate dellanuova legge sugli appaltin°50/2016. il 30 di maggio laGiunta Regionale Piemonteseapprova il Protocollo con la D.G.R.n°13-3370 e da mandato alPresidente Chiamparino difirmare in via definitiva l’Accordo,che verrà sottoscritto il 10 digiugno a Palazzo Lascaris.Il Protocollo sottoscritto inPiemonte è il primo accordoregionale sottoscritto in Italiadopo l’approvazione del D.Lgs.50/2016 e rappresenta un punto diavanzamento molto importantedell’iniziativa che da tempo Cgil-Cisl-Uil hanno promosso per unanuova regolamentazione degliappalti, a garanziadell’occupazione e della tutela deidiritti delle lavoratrici e deilavoratori, per la difesa dellalegalità ed il miglioramento dellaqualità dei servizi pubblici. Sono particolarmente significativii seguenti punti di avanzamentoanche rispetto alla leggenazionale:

L’area di applicazione raggiungeanche le “Partecipate”: la Dgrn°13 che ha approvato ilProtocollo ne fa una “direttiva” acui devono conformarsi tutti gliuffici e gli enti della Regione. Saràapplicato a tutti gli appalti gestitidalla Regione, nonché dagli entistrumentali, dalle società, dalleagenzie e dalle aziende sanitarieragionali, comprese tutte le“Partecipate” della RegionePiemonte. La Dgr rivolge un invitoa tutte le altre stazioni appaltantipresenti in Regione ad assumerele Linee Guida.

I diritti di informazione e laContrattazione di anticipo: siistituisce e si regola la“contrattazione di anticipo” atutela dei diritti delle lavoratrici edei lavoratori coinvolti negliappalti, prima della pubblicazionedei bandi di gara. I diritti diinformazione prevedono lapresentazione annuale dellaprogrammazione degli appalti daparte di ciascuna stazioneappaltante alle OrganizzazioniSindacali, alle categorie ed alleRsu ed Rsa.Il sindacato ha diritto arichiedere un incontro inpresenza di eventuali problemi,

prima che il Bando di gara siapubblicato per verificarne lacoerenza con il Protocollo. Sonopoi previsti incontri di verificaanche con le ditte appaltatrici esubappaltatrici. Sarà costituito unapposito tavolo di monitoraggiogenerale con le OO.SS.

Costo del lavoro e Contratti: sigarantisce l’applicazione del Ccnle territoriale di “miglior favore”per impedire la concorrenza alribasso di alcuni Ccnl perprevedono minimi tabellariinsostenibili. I Ccnl devono essereapplicati senza alcuna possibilitàdi deroghe, anche per i “socilavoratori” con rapporto di lavorosubordinato; inoltre la stazioneappaltante ha l’obbligo diverificare, prima del saldodefinitivo, la regolarità delpagamento degli stipendi e deicontributi ai dipendenti da partedell’appaltatore e deisubappaltatori, qualora non ci siastata regolarità intervienedirettamente per pagare ilavoratori. Il Ccnl di miglior favoresi applica anche a lavoratori

dipendenti da impresedell’Unione Europea che vinconol’appalto o vengono distaccati.

Criteri di aggiudicazione degliappalti: si respinge il “massimoribasso” e si assume come criterioesclusivo quello della “offertaeconomicamente piùvantaggiosa”, tale criterio èassunto come prioritario nellaaggiudicazione degli appalti anchesotto soglia (art.95 c.4 D.lgs50/2016); il “costo del lavoro e dellasicurezza” non possono esseresoggetti a ribasso di asta; per iservizi socio-assistenziali-sanitarie delle pulizie il punteggioattribuito al prezzo non può maisuperare rispettivamente il 20 %ed il 40 % del punteggiocomplessivo. Inoltre, per garantirela continuità educativa edassistenziale, si fissa in 4 anni ladurata minima dei Contratti diappalto.

Clausole Sociali: a differenza diquanto fissato nel CodiceNazionale per gli Appalti, con ilProtocollo regionale si introduce

l’obbligo per l’azienda subentrantedi assumere il personaleprecedentemente impiegato, nelpieno rispetto delle condizioninormative e retributiveprecedenti, ivi compreso quantoprevisto dall’art.18 prima del Jobs-act; nel caso di appalto vinto dauna cooperativa i lavoratoriassunti non possono essereobbligati ad associarsi. Inoltre laRegione si impegna ad escluderedalle gare le imprese che nonapplicano le normative europeecontro lo sfruttamento ed il lavorominorile.

Progetti per l’inserimento deilavoratori svantaggiati: adifferenza del Nuovo Codicenazionale il Protocollo regionaleprevede che la stazioneappaltante è tenuta (nel D.lgs.50/2016 non c’è obbligo) apredisporre progetti diinserimento al lavoro perlavoratori disabili o svantaggiati, ea riservare una quota degli appaltia imprese che si occupanodell’inserimento lavorativo disoggetti svantaggliati

Le Concessioni di Lavori e gliappalti di opere pubbliche: ilProtocollo ripristina alcunistrumenti di controllo sullastruttura di impresa volti afavorire le aziende che hanno unastruttura propria e non sono“scatole vuote”, esigendo requisitidi idoneità anche sul personale;inoltre reintroduce l’obbligo dipresentare una terna disubappaltatori in tutti i bandi digara, per gli appalti sopra i 150.000euro; il Durc deve essere redattocon la data più recente possibile edeve essere sempre rilasciatodalla Cassa Edile.

Legalità e trasparenza: lamancata comunicazionedell’appaltatore alla Stazioneappaltante di tentativi dipressione criminale, potràdeterminare la risoluzione delcontratto; è vietato l’affidamentodi lavori in subappalto da partedella ditta vincitrice dell’appalto,ad aziende che hanno partecipatoalla gara; nei criterio diaggiudicazione degli appalti, ilRating di Legalità deve avere unpeso non inferiore al 10% delpunteggio complessivo. Adesso però inizia la parte piùdifficile, alle Camere del Lavoro èrichiesto il compito di operare,insieme alle categorie, pergarantire l’effettiva applicazionedella Drl n°13, a partire dalle Asl, ela massima estensione delProtocollo a tutte le stazioniappaltanti presenti sul territorio.Con la Contrattazione Socialeterritoriale sarà indispensabileraggiungere intese che non silimitino alla sottoscrizione di“accordi Politici” perché l’effettivaapplicazione delle linee guidaregionale potrà essere garantitasolo con Delibere specificheapprovate dai Consigli Comunali,dalle Unioni, ecc. •

potevano essere inalcun modo contestate.In provincia di Vercelli,le firme certificate econsegnate per iReferendum sono state4.538 (quelle raccoltequasi 6.000). Per laproposta di legge,siamo oltre 6.000 esapremo a brevequante saranno quelleconsegnate:probabilmente oltre5.000. Anche nellanostra provincia è ilnumero più alto difirme certificate mairaccolto e vasottolineato che,considerando lapercentuale degliabitanti nelle varieprovince, quelle delVercelleserappresentano il datopiù alto di tutte leCamere del Lavoro ditutto il Piemonte.A tale proposito, a tutticoloro che hanno “datouna mano” va il mioringraziamento (e ditutta la Camera delLavoro) per l’ottimolavoro svolto per lasensibilizzazione deicittadini e per l’aiutoconcreto profuso neibanchetti e gazeboallestiti in tutta laprovincia. Ora la prima parte dellavoro è stata fatta ma…adesso la Carta deiDiritti deve diventarelegge!Dovremo lavorare, enon sarà facile, perché icittadini italiani vadanoa votare per iReferendum, in mododi raggiungere ilfatidico 50% +1 degliaventi diritto al voto.Dovremo pressare lapolitica perché laproposta di leggevenga discussa dalParlamento e nonaccantonata, spiegandoal “mondo” cosavogliamo e affermarecon forza che questanon è una battaglia diparte, ma che garantireregole certe e diritti atutti coloro chelavorano e creano laricchezza di un Paese, èuna battaglia di civiltà.Sarà difficile, ci vorràtempo, ma lo è statoanche il lavoro fattofinora. Ma, comeabbiamo dimostrato,quando la Cgil si mettein testa di fare unacosa, sa farla bene, perquesto sono certo checon l’impegno di tutti, ilrisultato non potràessere che positivo.

Vittorio Gamba

DALLA PRIMA

EDITORIALE

Siglato il contratto integrativo

provinciale Vercelli Valsesia

I l 1 settembre 2016 Fillea-Cgil, FilcaCisl e FeNeal-Uil hanno sot-toscritto il Contratto Integrativo Provinciale che interessa ol-

tre 2200 lavoratori edili della provincia di Vercelli e della Valsesia

Confermati i diritti acquisiti ma anche importanti novità per i lavorato-ri edili del Vercellese e della Valsesia. Questo è quanto prevede il nuovoil Contratto Integrativo Provinciale - oltre 2200 i lavoratori edili della pro-vincia di Vercelli e della Valsesia coinvolti – firmato da Fillea-Cgil, Filca-Cisl e FeNeal-Uil, lo scorso 1 settembre. In sintesi: un aumento dell’indennità di reperibilità che passa dai 60€previsti nel precedente contratto integrativo ai 70 € attuali; un aumen-to del valore dell’indennità mensa e premio di presenza (0,50 € orari e4€ giornalieri); un miglioramento dell’elemento variabile della retribu-zione nei termini previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro ela conferma dell’indennità territoriale di settore per gli operai e il pre-mio di produzione corrisposto agli impiegati. Inoltre, in via sperimentale, in caso di malattia inferiore a tre giorni la-vorativi, ogni operaio non in prova, avrà il diritto al pagamento di alme-no una giornata di lavoro ed è stato riconosciuto l’assegno di studio peri figli dei genitori separati. Organizzazioni sindacali e Confindustria vercellesi e della Valsesia han-no anche condiviso l’intenzione di sottoscrivere un protocollo d’intesasugli appalti che prevede iniziative nei confronti dei committenti al finedi tutelare il livello di professionalità e sicurezza dei lavoratori che ope-rano nel settore edile e l’integrità delle imprese vercellesi. •

LAVORATORI EDILI

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6 GIUGNO 2016

Dal 1° al 10 giugno una serie di ap-puntamenti hanno celebrato la con-quista delle 8 ore di lavoro avvenuta110 anni fa, grazie alle lotte dellemondine vercellesi.

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di ALAN ORSO MANZONETTA

NIdiL Cgil

A utunno, tempo di bilanci.Se ricominciare, moltevolte, significa mettere in

campo tutti i buoni propositi permigliorarsi professionalmente o,semplicemente, per vivere me-glio la propria condizione lavo-rativa, per il lavoratore precariopurtroppo non è così, e per chiun’occupazione non l’ha ancoratrovata è addirittura peggio.Chi è alla ricerca di un lavoro havissuto con ansia il periodo esti-vo, alla rincorsa di una occupa-zione magari in zone turistiche oin pubblici esercizi. Molti lavora-tori precari, invece, attendo la ri-assunzione dopo la pausa estiva(giochetto ormai consolidato daparte di aziende furbette). Nella parte alta delle nostra pro-vincia, il periodo estivo insiemea quello invernale, sono periodiin cui qualche lavoretto da farelo si trova, tamponando i proble-mi economici che possono deri-vare da tale condizione. Il proble-ma è che la maggior parte dellevolte sono lavori occasionali re-tribuiti in minima parte a vou-cher e il resto in maniera irrego-lare (che novità!).Da quando abbiamo aperto losportello NIdiL, non si può dire

che non abbia funzionato. Inprincipio l’ambizione era di av-vicinarsi ai territori montani del-la Provincia per poter intercetta-re i lavoratori di quei settori ab-bandonati a loro stessi, ‘collabo-ratori’ di aziende sempre più esi-genti e sempre più scorrette.Un’idea solo momentaneamen-te sospesa per dar vita a quellastraordinaria macchina organiz-zativa che ha permesso alla no-stra piccola provincia raccoglie-re migliaia di persone attorno al-la Carta dei Diritti Universali delLavoro. In “montagna” ci torne-remo appena possibile e l’attivi-tà che stava prendendo veramen-te piede verrà addirittura amplia-ta in più sedi (con permanenze inaltri Comuni montani).Tanti sono i lavoratori e i disoc-cupati che vengono nelle nostresedi con la speranza di trovare lasoluzione a problemi che provia-mo a risolvere. Ricevendo a NI-diL anche lavoratori di altre ca-tegorie, diventa molto importan-te la collaborazione tra i vari Se-gretari per ottenere una più am-pia copertura territoriale, utileanche a individuare ‘nuove’ con-dizioni lavorative precarie, nondimenticando che oggi l’80% del-le aziende assume per conve-nienza unilaterale con contrattii più disparati.Ai disoccupati NIdiL ha offerto un

orientamento al lavoro e alle po-litiche attive, analizzando le pro-poste periodiche delle Agenzie disomministrazione, valutando ivari corsi di formazione o riqua-lificazione professionale (nellamaggior parte gratuiti).Alle Agenzie per il lavoro, NIdiLinvia i vari curricula e vigila af-finché vengano presi veramen-te in considerazione, compresiquelli di giovani che sono alla lo-ro prima esperienza di lavoro.

Qualche risultato è stato porta-to a casa, e anche per questo lacategoria conta oggi circa 220iscritti (a fine 2015 erano 240) ecomprende non solo persone chehanno perso il lavoro, ma anchechi ha creduto in questo proget-to. Non abbattendosi, collabo-rando e insistendo qualcosa siottiene. Ma soprattutto creandonuove sinergie, ad esempio conla contrattazione sociale. Se i Co-muni cominciassero a ragiona-

re con fini solidaristici si potreb-be, ad esempio, fare qualche pas-so avanti rispetto alla territoria-lità in caso di eventuali insedia-menti occupazionali: in provin-cia vi sono già associazioni chesi stanno muovendo in questadirezione.NIdiL sta cercando anche di far-si conoscere dai lavoratori som-ministrati e i risultati si vedonodal numero di passaggi registra-ti allo sportello e dalla fiducia ac-cordata nell’analizzare i proble-mi correlati al rapporto di lavo-ro. In questo ambito, si sta co-minciando a incrementare il tes-seramento con delega di questilavoratori somministrati che ri-mane limitato dalle condizionilavorative.Purtroppo, la media delle duratecontrattuali non superano il me-se, condizione che ovviamentelimita - e di molto - la libertà sin-dacale del lavoratore. In questo senso, molto utili sonole docenze sindacali che ogni fun-zionario NIdiL è tenuto a dare.Le chiamano ‘docenze’ ma nonsono altro che assemblee delladurata minima di 4 ore nelle qua-li si spiegano tutti i vari aspetti dellavoro in somministrazione e cherappresenta uno dei pochi stru-menti a disposizione per intercet-tare questi lavoratori all’inizio diogni rapporto di lavoro. •

[ SOLIDARIETÀ ]

Sindacati e imprese insiemeper la ricostruzione delle zone terremotate

Un Fondo per offrire

un aiuto alle popolazioni

dell’Italia centrale colpite

dal terremoto

Era stato sottoscritto lo scorso 30agosto, l’accordo tra Confindustria,Cgil, Cisl e Uil che ha istituito un

Fondo nel quale confluiscono i contributi,pari alla retribuzione netta spettante perun’ora di lavoro che i lavoratori dipendentidecidono di lasciarvi, integratidall’impresa con un proprio contributo dipari misura. E sarà questo questo Fondouno degli strumenti destinato ad andare insoccorso all’emergenza causata dal gravesisma che ha colpito l’Italia centrale peroffrire un sostegno tangibile alleoperazioni di ricostruzione. La raccolta si concluderà il 31 gennaio2017 ed entro il mese di ottobre verrannovalutate le modalità dell’intervento disostegno più adeguato con l’obiettivo digarantire la certezza della destinazionedei fondi e il loro utilizzo ai fini dellaricostruzione. I contributi raccoltiverranno versati sul conto correntebancario appositamente attivato presso

Monte Paschi di Siena, con IBANIT94V010300320100002589031 e BICPASCITMMRM, intestato a Confindustria,Cgil, Cisl, Uil - Fondo di solidarietà per lepopolazioni Centro Italia. Cgil, Cisl e Uil nazionali hanno espresso ilproprio cordoglio alle famiglie dellevittime e solidarietà e vicinanza allepopolazioni dei molti Comuni del Lazio,dell’Umbria, delle Marche e dell’Abruzzocolpite dal sisma. Il pensiero e il piùsentito ringraziamento sono andatianche a tutti coloro che in quelledrammatiche ore si sono prodigati perprestare soccorso alle comunità deiterritori colpiti. Le strutture e i militanti diCgil, Cisl e Uil si sono mobilitati e hannoattivamente collaborato con la Protezionecivile e le strutture di coordinamento esoccorso per prestare assistenza allepopolazioni colpite dal terremoto e peraffrontare il grave stato di emergenza,non ancora superato. •

[ LAVORATORI PRECARI ]

Un anno con NIdiLNumerosi i precari

e i disoccupati assistiti da NIdiL dopo un anno di attività

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I l lavoro pubblico e la qualità deiservizi pubblici, rappresentano inquesto periodo di grave crisi che sta

attraversando il nostro Paese unagrande opportunità per poter invertirel’idea riduttiva di assoggettamento allequestioni di rigore economico emodificare soprattutto le politiche chehanno peggiorato i conti dello Stato, ilcontesto sociale, economico e civiledella società nella quale viviamo. Nelconfronto di Palazzo Vidoni, si èregistrata da parte governativa unapertura dichiarata che andrà verificatasul fronte reale della valorizzazione dellavoro pubblico e della riqualificazionedei servizi pubblici, così come sullanecessità di implementare le risorse adisposizione per i rinnoviparallelamente all’iter della legge distabilità 2017. Siamo disponibili einteressati a far proseguire il confronto,sul tema dei rinnovi e quindi dell’atto diindirizzo, così come su quello del Testounico di riordino del lavoro pubblico,associando allo stesso tempo al tavolotecnico, così come proposto dallaministra Madia, una discussionepolitica. Per la Cgil il tema è capire come,a fronte di questa disponibilità e delpercorso stabilito, si ridia titolarità allacontrattazione superando la leggeBrunetta e innovando il sistemacontrattuale nel pubblico impiego. Le nostre richiestecontemporaneamente allerivendicazioni che sono alla base deirinnovi contrattuali, in sintesi,riguardano: la necessità di unostanziamento di risorse adeguate nellaprossima legge di stabilità, il bisogno diliberare la contrattazione decentrata esuperare tutte le forme di unilateralitàda parte della dirigenza , dare soluzionedefinitiva al dramma del precariato ecostruire, attraverso i contratti,strumenti di valorizzazioneprofessionale dei dipendenti pubblici. Ilnostro obiettivo è un contratto che nonsolo risponda al diritto delle lavoratrici e

dei lavoratori ad essere sottratti alricatto della legge ma che, soprattutto,garantisca l’esigenza dei cittadini diavere migliori servizi pubblici.Ragioni per le quali abbiamo chiesto unprotocollo di relazioni sindacali, perchépartire dalla chiarezza delle regole

aiuterebbe entrambe le parti al tavolo egarantirebbe l’esigibilità e l’efficacia delconfronto negoziale. Siamo fermamenteconvinti che “la ricchezza nel Paese èdeterminata dalla spesa sociale, e dauna buona amministrazione pubblica” eriuscire ad efficientare la macchina

pubblica inevitabilmente procurerebbecrescita nel nostro Paese perché siabbasserebbe la soglia di povertà e iconsumi ne avrebbero giovamento e poivivere sarebbe più facile che riuscire asopravvivere rispetto allo stato di coseattuale. •

[ PUBBLICO IMPIEGO ]

Il rinnovo contrattuale: le ragionie la chiarezza delle regole

di ARIANNA GULLO

Fisac Cgil

A Vercelli, lo scorso 22luglio, gli sportelli diEquitalia sono

rimasti chiusi al pubblicoper Assemblea sindacale. Èstata la conseguenza alledichiarazioni del premierMatteo Renzi che hannoinfiammato l’estatedell’Agenzia: «Un decretocambierà il modo di pagareil fisco ed entro l’anno byebye Equitalia» e che hannopreoccupato i dipendenti diEquitalia, Agenzia (privata)incaricata della riscossionedei tributi che conta 8.000addetti in tutta Italia. Questi toni da campagnaelettorale non aiutano arisolvere i problemi degliitaliani col Fisco che,comunque, non siestinguerebbero con lachiusura di Equitalia ma il

fatto che in seguito alledichiarazioni del Presidentedel Consiglio sia statasospesa la trattativa per ilrinnovo contratto nazionale,fermo da 6 anni, non è statacosa gradita né ai Sindacatiné tantomeno ai lavoratoridell’Agenzia e da qui èpartita la mobilitazione deidipendenti con assembleedei lavoratori in tutta Italia.Anche a Vercelli leOrganizzazioni sindacalihanno manifestato fortepreoccupazione per idipendenti dell’Agenzia cheha sede sul territorio e checoinvolge 33 lavoratori.

Equitalia rappresental’ultimo anello del sistemafiscale e su di essa in questianni sono stati scaricatitutti i problemi non risolti ei limiti della fiscalità delnostro paese. Questapesante opera dimistificazione nasconde lascarsa volontà politica diriformare il sistema fiscaleitaliano. Equitalia agisce innome dello Stato e in virtùdi norme che lo Stato stessoemana. Ai lavoratori èconsentita la soloapplicazione delle regolesenza margini di flessibilitào discrezionalità.

All’indomani delledichiarazioni inopportunedel Presidente del Consiglio,l’Azienda ha raffreddato la trattativa in corso per ilrinnovo del contrattonazionale scaduto dal 2008e ha fatto sapere di nonaver mandato a trattare laparte economica in questafase di incertezza delsettore. Oggi, a più di due mesi dallamobilitazione, si ha lasensazione che i tempi peruna riforma del settore nonsiano affatto brevi e che laposizione dell’aziendavenga riconfermata. •

[ VERTENZE ]I dipendenti di Equitalia pronti alla mobilitazione

Dopo 6 anni di blocco contrattuale, durante l’estate, è arrivato l’annuncio di chiusura dell’agenzia

Continua la vertenza

che coinvolge migliaia

di dipendenti pubblici

in tutta Italia

di CARMINE LUNGO

Segretario generale FP Cgil

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di SIMONE OTTAVIS

G arantire la sicurezza nei luoghi dilavoro e la salute dei lavoratori. Èquesto lo scopo dell’Rlst

(Rappresentante dei Lavoratori per laSicurezza Territoriale) e dell’Rls(Rappresentante dei Lavoratori per laSicurezza), due figure che si rapportanocon enti e aziende per verificare che neivari ambienti di lavoro siano presenti lepiù recenti norme sulla sicurezzaapprovate dalla Legge. Per avere alcunidettagli su questo genere di attivitàabbiamo interpellato Roberto Arisaldi eAlessandro Triggianese, della CgilVercelli Valsesia.

Roberto Arisaldi è l’incaricato per la Cgilprovinciale nel ruolo di Rlst,prevalentemente per il settore Artigiano,del Commercio e Turismo.

In che maniera opera un Rlst?“Gli organismi con cui ci si confrontasono lo Spresal (Servizio e SicurezzaLuoghi di Lavoro), l’Inail e la Dpl(Direzione Provinciale del Lavoro). Nellospecifico l’Rlst deve effettuare un corsodi 64 ore, più vari aggiornamenti, per

poter esercitare nelle aziende in cui nonè presente l’Rls interno. Il mio compito,attraverso un portale regionale, è di farei sopralluoghi in tutte quelle aziendeArtigiane o del Commercio/Turismo chesi avvalgono della figura del Territoriale;l’intervento consiste nel contattarel’azienda e fissare un appuntamentoper il controllo della documentazionespecifica della Sicurezza nell’ambitolavorativo. Si compila quindi unascheda che successivamente verràtrasmessa alla struttura regionale diSettore”.

In che modo un Rlst può intervenire equal è stato finora il comportamentodelle aziende locali?“Nel confronto con l’azienda siinterviene segnalando nella scheda leinadempienze riscontrate e la stessadovrà provvedere nel mettersi a norma.Nei casi di maggior gravità è possibilechiedere un intervento degli organismipreposti. Nelle mie valutazioni possodire che le aziende (una buona parte)hanno recepito l’importanza dellasicurezza nell’ambiente di lavoro, anchese non bisogna ritenere il problemarisolto; è necessario che si continui a

mantenere la soglia di controllo alta,investendo ancora sulla formazione”.

Alessandro Triggianese è invece unRappresentante dei Lavoratori per laSicurezza, sempre nell’ambito della Cgilvercellese.

Come può essere definito un Rls?“Sono lavoratori che eletti o designatidai dipendenti dell’azienda, sitoproduttivo o territorio, hanno il ruolo dirappresentare e tutelare tutti i lavoratorisulle questioni di sicurezza e salute.Hanno un ruolo di rappresentanza,verifica, denuncia e tutela, ma non dicontrattazione (diversamente dagli Rsu)stabilito dalla Legge. Hanno una duratadi incarico non superiore ai tre anni eun numero minimo per i vari luoghi dilavoro a seconda della quantità dipersone da rappresentare: 1 se sotto i200 dipendenti, 3 dai 200 ai milledipendenti e 6 se superiori a mille”.

Come si interfaccia con le aziende?“Con la Legge 81 del 2008 vienerimarcato il ruolo degli Rls come attivo,addirittura anche perseguibile daeventuali sanzioni subito dopo il datore

di lavoro e alla pari del medicoaziendale.Molte volte si tende anche a nonricordare che gli Rls sono dei preposti equindi come tali devono sorvegliare inmodo attivo tutte le situazioni disicurezza ed interveniretempestivamente all’interno dei posti dilavoro. Ci sono informazioni alle qualigli Rls devono avere acceso, come il Dvr(Documento di Valutazione dei Rischi),registro degli infortuni e piani diemergenza; inoltre il datore di lavoro èobbligato alla loro consultazione neiseguenti casi: designazione dell’Rspp(interlocutori proprio dei datori dilavoro), del medico competente, dellesquadre di pronto intervento edemergenza. Gli Rls devono esserecoinvolti nella stesura del Dvr".

La Cgil come sta affrontando laquestione?“La Cgil, con tutte le categorie, negliultimi anni sta investendo moltissimosulla formazione aggiuntiva di tutti gliRla, puntando molto anche sul temadell’ambiente, creando una maggioresensibilizzazione e investendo con corsispecifici in tutta Italia”. •

[ INTERVISTA ]

La sicurezza sul lavoro

[ PENSIONI ]I giovani andranno in pensione a 80 anni?

di RENZO STIEVANO

Inca Cgil

No. Chi ha iniziato alavorare dopo il 1995 (erientra pertanto per

intero nel sistema contributivo)non andrà in pensione a 80 anni.

Nemmeno se la legge Fornerorimanesse tale e quale è oggi.Sapete perché? Perché l’uscitaflessibile e anticipata di cuitanto si parla in questi giorni,nel sistema contributivo c’è già:chi ha almeno 20 anni dicontributi e un importo a

calcolo della pensione pari a 2,8volte l’assegno sociale (1254euro lordi di oggi), può andare inpensione 3 anni prima dell’etàdi vecchiaia in vigore. Ovviamente la prospettiva èdisastrosa se faccio il precarioper tutta la vita, se alterno

periodi di lavoro pagati poco emale a frequenti periodi didisoccupazione. Questo perònon è un difetto del sistemaprevidenziale ma unadebolezza grave del sistemaeconomico in cui si vive.Se il nostro Paese si impoveriscenon c’è nessuna legge che possadistribuire ciò che non vieneprodotto. Ogni sistema diWelfare (pensioni, sanità,sussidi ai disoccupati, scuola eformazione) è legato al lavoro ealla ricchezza che un Paeseproduce. Il Welfare nasce dalprelievo di una parteconsistente del PIL (dellaricchezza economica prodotta)e dal suo utilizzo per servizi eprestazioni alle persone.Bisogna essere ricchi (comesistema-Paese) per avere unsistema di Welfare robusto.Il problema dunque è cheinvece di crescere, ci stiamoimpoverendo. Se vogliamoinvertire la rotta sarà il caso diporci due domande. O vogliamopassare il resto della vita a darela colpa agli altri (all’Europa,all’Euro, alla Germania, agliimmigrati, all’arbitro …)? Glistessi politici che detestiamotanto sono lo specchio dellanostra anima. Non esiste una

società civile sana con un cetopolitico corrotto.A maggior ragione gli importidelle pensioni futuredipenderanno dalle nostrecapacità di crescita.A questo riguardo va tenutopresente che dai 63/64 anni insu le differenze di calcolo trasistema retributivo (quello“vecchio”) e sistemacontributivo si riducono. Aparità di contributi versati, nelsistema contributivo l’etàanagrafica più alta dà diritto adun calcolo più favorevole.Inoltre posso sommare tutta lacontribuzione che ho maturatonella vita lavorativa senza onerie senza vincoli normativimentre nel sistema retributivole ricongiunzioni sono onerosee ormai quasi sempre proibitive.Dunque tiriamoci su le manichee diamoci da fare a difendere ilsistema pubblico perché seanche noi andiamo in giro a direche i giovani andranno inpensione a 80 anni con unapensione da fame, liconvinciamo che in fondo èmeglio lavorare in nero: perchédovrebbero versare a un sistemache non gli restituirà niente?In questo modo però il sistemalo uccidiamo veramente! •

Roberto Arisiardi (Rlst) e Alessandro Triggianese (Rls)

rispondono alle nostre domande

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In occasione del 70°anniversario della Liberazione,il Governo ha insignito di una

medaglia i protagonisti ancora invita di quella guerra: i partigiani,gli internati e i combattentiinquadrati nei Reparti Regolaridelle Forze Armate. Ilriconoscimento ha intesoriaffermare come la lotta diliberazione sia stata unmovimento collettivo e nelcontempo ha riconosciuto il ruoloessenziale delle associazioniimpegnate per mantenere viva lamemoria di quelle vicendefondanti della Repubblica. La "Medaglia della Liberazione"nel 2015 è stata consegnata condue cerimonie nazionali svoltesinella Capitale alla presenza delministro della Difesa RobertaPinotti : il 22 aprile alle 6associazioni combattentisticheche raccolgono quantiparteciparono alla Liberazione(Anpi, Anpc, Fivl, Fiap, Anrp eAncfargl) e a 51 reduci;successivamente, il 15 dicembre ailabari di altre 12 associazioniimpegnate sul fronte dellamemoria. È stata quindi la voltadelle cerimonie locali. Le medagliesono state inviate ai prefetti che lehanno consegnate ai destinatarinei primi mesi del 2016. NellaProvincia di Vercelli, con lacollaborazione dei Sindaci edell’Anpi (Associazione NazionalePartigiani d’Italia), la consegna èavvenuta al teatro Civico delCapoluogo il 2 giugno,settantesimo anniversario delleprime elezioni libere e dellaCostituente. Le donne staffettepartigiane con la Medaglia dellaLiberazione hanno avutofinalmente un riconoscimento

ufficiale da parte dello Stato per illoro contributo alla conquistadella libertà e della democrazia. Inpassato molte di loro non avevanoricevuto la qualifica di partigianeper non essere state nelleformazioni in montagna, ma illoro contributo è stato preziosoperché anelli indispensabili di unacatena nella trasmissione delleinformazioni e nell’aiuto allebande combattenti. Nel Vercellese e in Valsesia è statal’Anpi a ricercare e a censire gliaventi diritto, anche se non iscrittiall’Associazione. Ad un appellolanciato sulle pagine locali de “LaStampa” nel febbraio 2015 ecorredato di una foto di archiviodi giovani ribelli nel Vercellese, harisposto persino dalla Francia ilnipote di un partigiano cuneeseritratto nella foto ed emigrato neldopoguerra. Non è stato facilerintracciarli tutti, molti eranoirreperibili ai loro indirizzi perchéricoverati in residenze peranziani. La cerimonia di consegnaè stata una festa intorno agliultimi protagonisti che sonoriusciti a essere presenti e che sisono mostrati fieri del loroimpegno giovanile, anche sealcuni hanno manifestato un po’di disincanto per un presente chenon sempre risponde allesperanze di quella stagione. Unprofondo rammarico per gliinsigniti scomparsi nel periodointercorso tra il censimento e laconsegna: figli e nipoti con gliocchi lucidi hanno ritirato lamedaglia conferita a chi era ancora in vita il 25 aprile2015, ma non ce l’ha fatta adarrivare all’appuntamento del 2 giugno 2016. •

[ PER NON DIMENTICARE ]

La medaglia della

Liberazionedi SANDRA RANGHINO

Direttivo provinciale Anpi

Alesina Lorenzo VaralloAllegra Giacomo BorgosesiaAvvenengo Ducca Francesco Fontanetto PoBargoni Raffaele QuaronaBassan Natale GattinaraBerri Dino SanthiàBertole’ Giuseppe LamporoBonardo Annita (Mimma) VercelliBuratti Glauco BorgosesiaBusnengo Romeo Fontanetto PoCafasso Elsa CarisioCalvi Battista Borgosesia (Aranco)Canna Desdemona (Vanda) BorgosesiaCantoni Luciano VaralloCappone Piero CrescentinoCora Andes QuaronaDalberto Elio VaralloDe Bianchi Olga VercelliDe Cet Aldo QuaronaDel Grosso Agostino VaralloDel Grosso Giovanni VaralloDondana Franco Varallo

Ferrara Fiorenzo Serravalle SesiaFontana Ilario SanthiàFornaro Giuseppino VercelliGallarotti Alessandro BorgosesiaGalli Giuseppe QuaronaGarrione Felice TrinoGennaro Domenico TrinoGiara Renato VercelliGirardo Ermes VercelliGiulianati Livio VercelliGuaschino Adriano TrinoMalinverni Luigino VercelliMalpangotto Artemio LentaMarcon Angela RoasioMarietta Giuseppe VaralloMazzone Terenzio BorgosesiaMichelone Giovanna VercelliMiglioretto Vincenzo GattinaraMo Tersillo VaralloMorgante Sandra Fontanetto PoMosso Pierino TrinoOppezzo Argo Serravalle Sesia

Ottavis Federico TrinoPareglio Teresio VercelliPasteris Elvio Serravalle Sesia Perincioli Alessandro QuaronaPerricone Giorgio Roasio Perrucca Remo VaralloPitto Margherita Postua (Roncole)Pitto Placido Postua (Roncole)Ponzetti Italo QuaronaQuazzola Giulio VaralloReina Federico SanthiàRolfo Gino VercelliRondano Giuseppe Remo CrescentinoRosso Sergio DesanaRovedone Elsa BorgosesiaSasso Carlotta (Carla) SanthiàTribaudi Oscar QuaronaTricerri Mario TrinoVecchia Mario CrescentinoVizzarri Aldo VercelliVogesi Antonio QuaronaZanotti Gaudenzio Borgo Vercelli

I PARTIGIANI INSIGNITI DELLA MEDAGLIA DELLA LIBERAZIONE

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Periodico -Settembre/Ottobre 2016CAMERA DEL LAVORO VERCELLI VALSESIAwww.cgil-vcval.it

Direttore responsabileSERGIO NEGRITiratura 5.000 copieStampaGALLO ARTI GRAFICHERealizzazione graficaEDITCOOP Cooperativa di giornalisti srl - Roma

RedazioneMarilina Amisani, Giovanni Beccaro, AlbertoBontempi, Daniele Bovolenta, Emanuela Celona,Carmine Lungo, Giacomo Olivo, Simone Ottavis,Luca Quagliotti, Ivan Terranova

Hanno collaboratoR. Arisiardi, G. Fera, V. Gamba, A. Gullo, A. Orso Manzonetta, E. Pagnoni, S. Ranghino, C. Stacchini, R. Stievano, A. Triggianese

Il Mediterraneo.Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni

ENRICO PAGNONI

I n un recente viaggioin Grecia, visitando lacittà di Salonicco, alla

ricerca di antiche vestigiabizantine ci recammopresso la piccola chiesa diOsios David. Arrivammomentre si stava svolgendouna funzione religiosa dirito ortodosso. Un’anzianasignora ci fece segno diattendere. Dopo qualcheminuto ci introdusse

all’interno della chiesadove si stava officiando unbattesimo. D’improvviso,da un banco alla destradell’altare una giovanedonna indicandoci con undito, iniziò a proferire laparola “cristianos”accompagnandola da frasidal tono minaccioso pernoi incomprensibili. Ilpope, con nostroimbarazzo, fu costretto ainterrompere la funzionepiù volte, fino a quando ladonna non fu allontanata.Con molta superficialità,essendo occidentali in unpaese occidentale, nonavremmo mai immaginatodi creare tanto scompiglionel visitare una chiesaortodossa. D’altronde, neinostri viaggi nei paesiarabi, mai ci capitò diavvertire ostilità nelvisitare le numerosemoschee. Una plausibilespiegazione aquell’episodio la trovai piùtardi leggendo “IlMediterraneo. Lo spazio la

storia gli uomini letradizioni” di FernandBraudel. Un classicofondamentale dellastoriografiacontemporanea. Noisiamo abituati a pensare ea riconoscere ilMediterraneo nelle dueciviltà, l’Oriente el’Occidente, che dasempre si confrontano e siscontrano. Braudel inveceidentifica nel MareNostrum tre comunitàculturali, tre civiltà, “trepeculiari modi di pensare,di credere, di mangiare, dibere, di vivere”, i cuiconfini travalicano quellidegli Stati. Alla civiltàorientale e a quellaoccidentale, ma sarebbemeglio dire, la cristianità el’Islam, Braudel aggiungeun terzo personaggio “chenon palesaimmediatamente ilproprio volto”, l’universoortodosso, l’universogreco, che comprende lapenisola balcanica, laRomania, la Bulgaria, laquasi totalità dell’exYugoslavia, la Russia, “lastessa Grecia, carica dimemorie, dove riappare esembra rivivere l’anticaEllade”. Nella teoria diBraudel, queste civiltà,diverse pur popolando lostesso mare, affondano leloro radici in un passatomolto più antico rispetto aquelli che sono consideratii loro momenti fondativi:“La romanità non iniziacon Cristo. L’Islam noncomincia nel VII secolo conMaometto. E il mondoortodosso non haprincipio con lafondazione diCostantinopoli nel 330”. Laciviltà greca, ad esempio,ancora oggi esistente,inizia a delinearsi versol’VIII secolo a. C. enonostante nel corso dellastoria si siano succeduteinvasioni, catastrofi esventure, il mondoellenistico èsopravvissuto. La civiltàgreca è stata sottomessada Roma ma nonassimilata, la dominazioneromana è stata un lungoperiodo durato quattro ocinque secoli, ma icaratteri identitari diquella civiltà si sonoconservati, tramandati, eriemergono quandoCostantino fondaCostantinopoli. Lo stessovale per Roma. L’impero

romano non scompare nelV secolo sotto le invasionidei barbari, rinasce conCarlo Magno esuccessivamente con laMonarchia Universale diCarlo V. “E gli uomini dioggi che vorrebberoun’Europa dei popoli edelle culture non aspiranoforse, consciamente o no,a una pax romana?”. “Unaciviltà non è soltanto unareligione, per quantoquesta sia al centro diqualsiasi sistemaculturale, ma ancheun’arte di vivere, ilriprodursi di migliaia diatteggiamenti”. Oltre aspiegarci le origini delleciviltà mediterranee il librodi Braudel affronta altriaspetti della storia delnostro mare: la famiglia, lemigrazioni, la navigazione,le religioni, la morfologiadel territorio, lecampagne, le città. Scrittocon altri studiosi, tra cuiGeorges Duby, il libro è unaffresco sul Mediterraneoche mette a confrontopassato e presente,paesaggio fisico epaesaggio umano. “Checos’è il Mediterraneo?Mille cose insieme. Non unpaesaggio, mainnumerevoli paesaggi.Non un mare, ma unsusseguirsi di mari. Nonuna civiltà, ma una serie diciviltà accatastate unasull’altra. Viaggiare nelMediterraneo significaincontrare il mondoromano in Libano, lapreistoria in Sardegna, lecittà greche in Sicilia, lapresenza araba in Spagna,l’Islam turco in Iugoslavia”.Se partite per un viaggio inun paese delMediterraneo portateviappresso questo libro. Ericordiamoci comeammonisce Braudel che“le grandi partite delpresente sono statespesso giocate, vinte operdute, nel passato”. •

Se 8 ORE

LUCA QUAGLIOTTI

S ergio Negri con ilsuo racconto "Seotto ore" (Effendi

edizioni, pag 166 € 12)non ci descrive solo lastoria d'amore di RosaMaria e Francesco ma,inserendola nel contestodella vita delle campagnevercellesi tra '800 e '900,ci restituisce un pezzoimportante della nostrastoria.Ci parla con passionedella vita di allora: fatta didura fatica quotidiana, dicrescente consapevolezzadella necessitàdell'organizzazionesindacale volta adaffermare dirittielementari che oggi -almeno in Italia e in larga

parte d'Europa - nessunosi sognerebbe di mettereun discussione. Sono gli anni in cui il"lavoro dei fanciulli" eraconsiderato normale el'assimilazione deicontadini alle bestie eradel tutto normale, comeafferma uno dei cattividella storia: "È propriovero che i cani, i cavalli e icontadini, se si vuol che

lavorino, bisognamantenerli magri. Lafame è quella che falavorare". Ed è in forza diquesta "filosofia" cheveniva consideratonormale che "il lavoroiniziasse un'ora primadell'alba e finisse un'oradopo il tramonto», che glischiavandari ( il nome è diper sé evocativo)venissero non solosfruttati brutalmente, maanche non pagati emultati con i pretesti piùvari e iniqui, che le donnefossero pagate ancormeno del magro einsufficiente salario degliuomini.Sono le condizioni dellecampagne vercellesi cheinnescarono la gloriosa evittoriosa lotta per le"Otto ore di lavoro, ottoore di svago, otto ore perdormire" secondo la felicee straordinaria intuizionedi un gruppo diparlamentari australianinel 1855: bencinquant'anni prima dellaconquista delle otto ore dilavoro in Italia, a seguitodella straordinaria lottadelle mondine vercellesiche viene efficacementeraccontata da Negri.È bene non dimenticareche le condizioni dellecampagne vercellesi nonerano dissimili da quantosuccedeva nel restod'Italia. Di Vittorio, ilbracciantesemianalfabeta che sifarà "rivoluzionario diprofessione" e diverrà ilgrande e amato capodella Cgil protagonistadelle grandi lotte dellavoro del secondoDopoguerra, ricordavacome egli, fanciullo,lavorasse "da sole a sole"e come facesse parte delsalario la croce d'olio cheil campiere versava sul"cravotto", il misero piattodei contadini pugliesi.Antonio Roasio, l'operaiobiellese che negli stessianni della lotta per le otto ore organizzavai ragazzi schiavizzati nelle filande allaribellione, racconta nel suo libroautobiografico il "Figliodella classe operaia"come "il padrone",quando al sabato sera,unitamente ai suoicompagni di lavoro,chiedeva di essere pagatosecondo il salario

concordato daimprenditori e Cameradel Lavoro di Biella,riceveva in tutta rispostauna dose di bastonate edi calci nel sedere.Sono solo due esempidella ricca storiaautobiografica deiprotagonisti delle lottedel lavoro vercellesi (edell'Italia intera).Di questa storia fannoparte a pieno titolo lemondine vercellesi, perquanto fecero nel fatidicogiugno del 1906 e per laloro capacità di essereprotagoniste sempre:sino a quando lo sviluppotecnologico dellecampagne, e delle risaiein particolare, non neeliminò la figuraprofessionale. Mondina: mai qualifica fupiù pertinentementedescrittiva di questa. Maigruppo professionale fupiù incisivo per cambiareil corso della storia. Se a110 anni dalla storicaconquista delle otto ore di lavoro, ancora si sente parlare di quella dura lotta è perché essa fu levatricedelle grandiorganizzazioni delmovimento operaioitaliano: la Camera delLavoro e la Cgil, le grandiorganizzazioni cherappresentano edifendono il lavoro anchenel tempo presente. Bene ha fatto SergioNegri a ricordarci con ilsuo racconto figureprofessionali oggiscomparse (mondine,schiavandari,pilatori,chiarivari ecarettai...) checaratterizzavano il lavorodella campagnevercellesi, e le figure diintellettuali (l' avvocatodifensore degliscioperanti incarcerati eprocessati, il medico deipoveri, il professoresocialista educatore) checon il loro esempio e laloro dedizioneconcorsero a formare leprime organizzazionisocialiste. E con essicentinaia di braccianti,operai, apprendisti,commessi, impiegati: ilgrande esercito del lavoroche portò l'Italia nellamodernità.È la nostra storia viva, è lanostra storia di oggi e didomani. •