QUALI REGOLE? Regole sociali-giuridiche Regole di convivenza Regole di cura Regole costitutive.
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Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
NUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
Eugenio Favale
Responsabile Finanza d’Impresa Large Corporate, Unicredit Corporate Banking
Stefano Palladini Finanza d’Impresa Large Corporate, Unicredit Corporate Banking
Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
MissionAssicurare supporto tecnico e professionale per la realizzazione di operazioni di finanza strutturata con la clientela Large Corporate di
UNITA’ DI FINANZA
STRUTTURATA
Rete Commerciale
Mercato Large Corporate
AREA CREDITIMantenimento di un canale di
discussione direttoFine Tuning della Politica CreditiziaRicezione dei feedback dal Comitato
Crediti
Pieno supporto in relazione alla
mission assegnata
AREA LEGALECollegamentro tra la clientela ed
i legali interni/esterniCooperazione nella produzione
di documentazione legale corretta e non soggetta a rischi
FUNZIONE RATINGMantenimento di una
conoscenza aggiornata del funzionamento dei modelli di rating
Utilizzo dei modelli di rating per una quantificazione preventiva e indicativa del rating
Sviluppo di Rating Toolsadeguati al supporto dell’attivitàcommerciale
MID OFFICECooperazione per il
mantenimento di una unità di mid office adeguata a supportare gli adempimenti e le responsabilità nella fase “post-sale”
MissionAssicurare supporto tecnico e professionale per la realizzazione di operazioni di finanza strutturata con la clientela Large Corporate di
UNITA’ DI FINANZA
STRUTTURATA
Rete Commerciale
Mercato Large Corporate
AREA CREDITIMantenimento di un canale di
discussione direttoFine Tuning della Politica CreditiziaRicezione dei feedback dal Comitato
Crediti
Pieno supporto in relazione alla
mission assegnata
AREA LEGALECollegamentro tra la clientela ed
i legali interni/esterniCooperazione nella produzione
di documentazione legale corretta e non soggetta a rischi
FUNZIONE RATINGMantenimento di una
conoscenza aggiornata del funzionamento dei modelli di rating
Utilizzo dei modelli di rating per una quantificazione preventiva e indicativa del rating
Sviluppo di Rating Toolsadeguati al supporto dell’attivitàcommerciale
MID OFFICECooperazione per il
mantenimento di una unità di mid office adeguata a supportare gli adempimenti e le responsabilità nella fase “post-sale”
FINANZA STRUTTURATA LARGE CORPORATE DI UNICREDIT CORPORATE BANKING
Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
AGENDA
Il rapporto Banca-Impresa “tradizionale”
Le evoluzioni del Rapporto Banca-Impresa alla luce dei cambiamenti
imposti dalle recenti evoluzioni normative
Le “leve” a disposizione del management per la gestione del “nuovo”
rapporto Banca-Impresa
Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
AGENDA
Il rapporto Banca-Impresa “tradizionale”
Le evoluzioni del Rapporto Banca-Impresa alla luce dei cambiamenti
imposti dalle recenti evoluzioni normative
Le “leve” a disposizione del management per la gestione del “nuovo”
rapporto Banca-Impresa
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Capitale proprio
Debito
100 100 100 100 100
Italia Germania Bene-lux
Fran-cia
UK
Struttura delle passività
Banche
Titoli
Italia Germa-nia
Bene-lux
Fran-cia
UK
100 100 100 100 100
Altro
Composizione del debito
54 53 45 45 34
46 47 55 55 66
3154
6748
72
5629
1931
2313 17 14 21
5Capitale proprio
Debito
100 100 100 100 100
Italia Germania Bene-lux
Fran-cia
UK
Struttura delle passività
Banche
Titoli
Italia Germa-nia
Bene-lux
Fran-cia
UK
100 100 100 100 100
Altro
Composizione del debito
54 53 45 45 34
46 47 55 55 66
3154
6748
72
5629
1931
2313 17 14 21
5
Scarsa patrimonializzazione ed elevato ricorso al leverage
Sistema bancario principale fonte di finanziamento
Debolezza strutturale (“dipendenza”) del sistema industriale nei confronti del sistema bancario
Fonte: Observatory on European SMEs, 2006
IL RAPPORTO BANCA – IMPRESA “TRADIZIONALE” (1/2)
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Diversità di potere contrattuale tra le parti
Assenza di trasparenza (esiste un conflitto di interessi in quanto la relazione non è “win-win”)
Esistenza di asimmetrie informative (scarsità, mancanza di qualità, affidabilità e tempestività delle informazioni aziendali rilevanti)
Centralità dell’informazione consuntiva (Bilancio d’esercizio) rispetto a quella preventiva (Business Plan)
Scarsa conoscenza tra il management aziendale e la banca
Esistenza di logiche diverse (e spesso contrapposte) nella valutazione delle operazioni tra banca e impresa
IL RAPPORTO BANCA – IMPRESA “TRADIZIONALE” (2/2)
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AGENDA
Il rapporto Banca-Impresa “tradizionale”
Le evoluzioni del Rapporto Banca-Impresa alla luce dei cambiamenti
imposti dalle recenti evoluzioni normative
Le “leve” a disposizione del management per la gestione del “nuovo”
rapporto Banca-Impresa
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Normativa che definisce il grado di patrimonializzazione minimo delle banche
Circa 800 paragrafi che definiscono i requisiti patrimoniali delle aziende di credito
1. Il Rating è lo strumento per quantificare la solvibilità creditizia
2. Il Rating identifica la Probabilità di Default (PD)
3. Per tutte le società clienti occorre stimare la probabilità di insolvenza (modelli interni di rating)
4. I mezzi propri della banca variano sulla base del rischio di credito dei prestiti
BASILEA 2: IL RATING COME MISURA SINTETICA DEL RISCHIO DI CREDITO
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Investment Grade
High Yield
Aaa
Aa
A
Baa
Ba
B
Caa
Ca
C
AAA
AA
A
BBB
BB
B
CCC
CC
C
Pd MediaPd Media
0.01%
0.05%
0.10%
0.38%
1.55%
6.34%
12.83%
17.30%
Oltre 17.30%
Investment Grade
High Yield
Aaa
Aa
A
Baa
Ba
B
Caa
Ca
C
AAA
AA
A
BBB
BB
B
CCC
CC
C
Pd MediaPd Media
0.01%
0.05%
0.10%
0.38%
1.55%
6.34%
12.83%
17.30%
Oltre 17.30%
I RATING UFFICIALI
Principali rating esterni
Valutazione sintetica della situazione patrimoniale e finanziaria di un emittente di strumenti finanziari, effettuata da apposite agenzie di valutazione.
Indicatore del merito di credito dell’emittente.
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IL RATING: TASSI MEDI DI DEFAULT CUMULATI
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PD
anomalie
0.03%
0.3%
1%
2%
3%
5%
8%
12%
20%
Informazioni finanziarie• Fatturato• Redditività• Capacità di ripianamento • Liquidità• Effetto leva• …….
Informazioni andamentali• Accordato• Utilizzato• Sconfinamento• Variazione rapporto fido• …….
Informazioni qualitative•Capitale Umano ed Etico •Capacità gestionali• Analisi del settore• …….
giudiziofinanziario
giudizioandamentale
PD finale
giudizioqualitativo
AA
BBB
BB+
B+
A
BB-
B
B-
CCC
PD
anomalie
0.03%
0.3%
1%
2%
3%
5%
8%
12%
20%
0.03%
0.3%
1%
2%
3%
5%
8%
12%
20%
Informazioni finanziarie• Fatturato• Redditività• Capacità di ripianamento • Liquidità• Effetto leva• …….
Informazioni andamentali• Accordato• Utilizzato• Sconfinamento• Variazione rapporto fido• …….
Informazioni qualitative•Capitale Umano ed Etico •Capacità gestionali• Analisi del settore• …….
giudiziofinanziario
giudizioandamentale
PD finale
giudizioqualitativo
AA
BBB
BB+
B+
A
BB-
B
B-
CCC
ESEMPLIFICATIVO
LO SVILUPPO DI UN MODELLO INTERNO DI RATING
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Probabilità che il cliente vada in default nel corso dei 12 mesi successivi
Percentuale di perdita sulla singola linea di credito dato l’evento default (1 - tasso di recupero)
Utilizzo della singola linea di credito al momento del default
Durata residua dell’impiego
Aumento del capitale assorbito all’aumentare dei parametri
Classe di impiego: “Corporate”, “Corporate-SME” e “Retail” oltre a “Sovereign” e ”Bank”
Progressiva riduzione del capitale assorbito, a parità di altri parametri,
passando da “Corporate” a “Corporate-SME” a “Retail”
Probability of Default (PD)Probability of Default (PD)
Loss GivenDefault (LGD)Loss GivenDefault (LGD)
Exposure at Default (EAD)Exposure at Default (EAD)
MaturityMaturity
Asset ClassAsset Class
Parametri Descrizione Impatto sul capitale assorbito
Probabilità che il cliente vada in default nel corso dei 12 mesi successivi
Percentuale di perdita sulla singola linea di credito dato l’evento default (1 - tasso di recupero)
Utilizzo della singola linea di credito al momento del default
Durata residua dell’impiego
Aumento del capitale assorbito all’aumentare dei parametri
Classe di impiego: “Corporate”, “Corporate-SME” e “Retail” oltre a “Sovereign” e ”Bank”
Progressiva riduzione del capitale assorbito, a parità di altri parametri,
passando da “Corporate” a “Corporate-SME” a “Retail”
Probability of Default (PD)Probability of Default (PD)
Loss GivenDefault (LGD)Loss GivenDefault (LGD)
Exposure at Default (EAD)Exposure at Default (EAD)
MaturityMaturity
Asset ClassAsset Class
Parametri Descrizione Impatto sul capitale assorbito
APPROCCIO BASATO SUI RATING INTERNI: PARAMETRI CHIAVE
Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
LA PERDITA ATTESA E LA PERDITA INATTESA
*=Expected LossEL
Probability of DefaultPD (%)
Exposure at Default
EAD (€)
Loss Given Default
LGD (%) *
f Σ Ponderazionef(Pd,LGD,M)
EsposizioneEAD*
Perdita Attesa
Perdita Inattesa
La Perdita Inattesa è coperta dal Patrimonio di Vigilanza richiesto da Basilea II
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LE DETERMINANTI DEL RISCHIO DI CREDITO
Nell’ottica dei modelli interni di rating, il Rischio di Credito è funzione del:
1. grado di patrimonializzazione dell’azienda;
2. grado di volatilità dei redditi dell’azienda;
3. comportamento dell’azienda nei confronti della banca e
dell’intero sistema bancario;
4. grado di trasparenza, disponibilità delle informazioni, qualità del
management, ecc.
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LE DETERMINANTI DEL RISCHIO DI CREDITO: IMPATTO PRINCIPI CONTABILI IAS/IFRS
L’introduzione del principio del fair value accounting per gli strumenti finanziari (IAS
39), dell’impairment test sulle immobilizzazioni immateriali* (IAS 38), e comunque di
una contabilità facente generalmente riferimento ai valori di mercato piuttosto che al
costo storico, ha sicuramente incrementato:
1. la volatilità del grado di patrimonializzazione dell’azienda;
2. il grado di volatilità dei redditi dell’azienda.
Probabile incremento della volatilità del rating interno
* Limitatamente agli intangibili generici e agli intangibili specifici a vita indefinita. Vedasi L. Guatri, M. Bini, Basilea 2 moltiplica le ricadute degli Ias:Asset intangibili punto critico nel cambiamento, articolo ne Il Sole 24 Ore del 27 maggio 2004.
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LE DETERMINANTI DEL RISCHIO DI CREDITO: IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA MONDIALE (1/2)
La crisi economica mondiale attualmente in corso, unitamente ad un corpo di principi contabili quali gli IAS/IFRS
improntati al principio del fair value accounting in grado di amplificare l’impatto del ciclo economico sui conti delle
aziende, comporteranno in termini generali:
1. una riduzione della redditività operativa del sistema industriale, conseguente alla contrazione del
fatturato;
2. un maggior ricorso all’indebitamento, conseguenza della contrazione dei flussi di cassa aziendali e
della riduzione dei mezzi disponibili per l’autofinanziamento degli investimenti, e pertanto una maggiore spesa per oneri finanziari;
3. a parità di altre condizioni, un incremento del grado di volatilità dei redditi d’esercizio dell’azienda;
4. una riduzione del grado di patrimonializzazione delle aziende, conseguenza dell’assorbimento di
eventuali perdite d’esercizio (e anche della difficoltà a ricapitalizzare per effetto della crisi di liquidità), del
ricorso all’indebitamento per la copertura dei fabbisogni finanziari, delle variazioni di valore di attività
finanziarie o di immobilizzazioni immateriali che si scaricano indipendentemente a conto economico o a
stato patrimoniale.
Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
LE DETERMINANTI DEL RISCHIO DI CREDITO: IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA MONDIALE (2/2)
Per quanto attiene al rapporto Banca – Impresa, si potrebbero osservare dei fenomeni di erosione della riserva di credito a disposizione delle aziende, laddove eventuali tensioni sulla redditività
operativa si scaricassero direttamente sul livello dei flussi di cassa.
Questo fenomeno, unitamente al peggioramento degli indici di bilancio, potrebbe comportare in taluni
casi un peggioramento del merito di credito aziendale.
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AGENDA
Il rapporto Banca-Impresa “tradizionale”
Le evoluzioni del Rapporto Banca-Impresa alla luce dei cambiamenti
imposti dalle recenti evoluzioni normative
Le “leve” a disposizione del management per la gestione del “nuovo”
rapporto Banca-Impresa
Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
APPROCCIO “MECCANICISTICO” A BASILEA 2
Ridotto rapporto di fiducia Banca-Impresa: scarsa conoscenza del Business Plan, delle qualità del management, accentuate asimmetrie informative
Scarsa flessibilità nel pricing risk adjusted – ciclicità del pricing dei prestiti (spreads elevati quando i fondamentali aziendali sono deboli e viceversa)
ll driver principale dell’erogazione è costituito dalla redditività del prodotto
Con un simile approccio, il rapporto Banca – Impresa non si evolve e resta vicino, nei contenuti, a quello “tradizionale”
Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
POSSIBILI DISTORSIONI DEL RAPPORTO BANCA - IMPRESA
Il rischio di credito si misura in termini di Probabilità di Default, Loss Given Default, Exposure At Default, Maturity.
Le fondamenta dell’economia bancaria, relativamente agli impieghi, riposano sui concetti di rating, perdita attesa e pricing risk adjusted.
La formazione dei gestori, a sua volta discende da questa impostazione. Ove la comunicazione Banca-Impresa fosse permeata da questo approccio essa presenterebbe un rilevante difetto:
è “BANCOCENTRICA“
…e nulla dice all’imprenditore sulla qualità del suo business, sulla capacità di intraprendere un sentiero virtuoso e ordinato di sviluppo degli investimenti, sulla sua probabilità di successo.
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APPROCCIO “PARTNERSHIP” A BASILEA 2
Estesa relazione tra Banca-Impresa fondata su un rapporto di fiducia; ridotte le asimmetrie informative; la banca può “rischiare” di più
Il know how della Banca è messo a disposizione dell’Impresa: gestione proattiva del rating interno estensione dei modelli di rating ad uso della clientela valutazioni di posizionamento competitivo dell’impresa
Il driver principale è la costituzione di una relazione “win-win” di lungo termine
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RAPPORTO BANCA – IMPRESA: LA COMUNICAZIONE CORRETTA
In realtà Basilea 2 può essere spiegata in un linguaggio chiaro per l’imprenditore:
minore è il rischio di credito, più elevata è la probabilità di sopravvivenza dell’impresa;
più elevata è la probabilità di sopravvivenza dell’impresa minore è il rischio economico dell’imprenditore;
minore è il rischio economico dell’imprenditore maggiore, a parità di altre condizioni, è la sua capacità di creare ricchezza
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BASILEA 2: COME CAMBIA IL RAPPORTO BANCA - IMPRESA
1 - PD 1 - PD
Probabilità di insolvenza Perdita attesa, requisiti patimoniali,
rischio di credito Rightpricing Creazione di valore per la Banca
Probabilità di sopravvivenza impresa Rischio economico d’impresa Massimizzazione del valore d’impresa Riduzione costi di finanziamento
GIOCO DI SQUADRA
Miglioramento del profilo di
rischio dell’impresa
Massimizzazione della creazione di valore per la
Banca
Ottimizzare le probabilità di
sopravvivenza e il valore
dell’impresa
PD 1 - PD 1 - PD
Probabilità di insolvenza Perdita attesa, requisiti patimoniali,
rischio di credito Rightpricing Creazione di valore per la Banca
Probabilità di sopravvivenza impresa Rischio economico d’impresa Massimizzazione del valore d’impresa Riduzione costi di finanziamento
GIOCO DI SQUADRA
Miglioramento del profilo di
rischio dell’impresa
Massimizzazione della creazione di valore per la
Banca
Ottimizzare le probabilità di
sopravvivenza e il valore
dell’impresa
PD
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NUOVA DIMENSIONE DEL RAPPORTO BANCA - IMPRESA
1. Predisposizione/presentazione Piano Industriale (Business Plan)
2. Condivisione dei fattori di rischio/punti di forza del Piano Industriale
3. Gestione proattiva del rating aziendale
4. Analisi rischio-rendimento clientela impresa (Fatturato)
5. Ottimizzazione della struttura del capitale
6. Finanziamenti con costo del debito anticiclico
Ottimizzazione del valore d’impresa per il cliente
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RIVISITAZIONE DEL RUOLO DEL BUSINESS PLAN E DEL SUO PROCESSO DI PREDISPOSIZIONE
Il Business Plan diventa uno strumento fondamentale attraverso il quale: conquistare la fiducia della banca (ragionevolezza, coerenza delle ipotesi,
continuità, chiarezza delle strategie, ecc.); evidenziare le capacità manageriali presenti all’interno dell’azienda; eliminare le principali asimmetrie informative; illustrare le prospettive di continuità aziendale; consentire alla banca di determinare un rischio di credito (rating)
prospettico.
Il Business Plan non è più “un documento tra i tanti” ma, anche in virtù della condivisione delle ipotesi alla base della sua predisposizione, si trasforma in “uno degli strumenti principali” alla base del rapporto tra banca ed azienda.
Eugenio Favale, Stefano Palladini, Unicredit Corporate BankingNUOVE REGOLE DI COMUNICAZIONE BANCA - IMPRESA
CORPORATE RATING STATEGY: GESTIONE PROATTIVA DEL RATING
Gestione “proattiva” del proprio rating, attraverso strategie di:
Corporate Capital Management;
Corporate Asset Liability Management;
Corporate Cash Management;
Corporate Risk Management
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CORPORATE RATING ADVISORY: PERCORSO VIRTUOSO
Rischio alto
REDDITO
PATRIMONIO
stabile
instabile
alto basso
Rischio basso
Rischio alto
REDDITO
PATRIMONIO
stabile
instabile
alto basso
Rischio basso
Impresa
Corporate Capital Management
“Corporate ALM”
“Diversificazione” – gestione attiva
fatturato
Impresa
Impresa
Impresa
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Ultimi 10 anni Prossimi 10 anni
CREDIT SPREAD
RISK FREE RATE
CREDIT SPREAD
RISK FREE RATE
20%
80%
50%
50%
Basilea 1 Basilea 2
Ultimi 10 anni Prossimi 10 anni
CREDIT SPREAD
RISK FREE RATE
CREDIT SPREAD
RISK FREE RATE
20%
80%
50%
50%
Basilea 1 Basilea 2
• Inflazione elevata• Rischio paese Italia pre UME
Bassa differenziazione
del rischio
Alta differenziazione
del rischio - Rating
• Inflazione bassa• Stabilità Euro
GESTIONE DEI REDDITI (CORPORATE ALM)
ESEMPLIFICATIVO
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FINANZIAMENTI CON COSTO DEL DEBITO “ANTICICLICO”
La crisi economica mondiale ha comportato un notevole incremento del costo della raccolta interbancaria, costringendo le banche a girare integralmente detto costo sulla clientela.
In caso di finanziamenti a prenditori con merito di credito particolarmente elevato, concedendo tali finanziamenti in garanzia alla Banca d’Italia*, la banca può accedere ad una fonte di raccolta a costi decisamente inferiori rispetto a quelli altrimenti praticati sui mercati finanziari.
In questo caso, il merito di credito diventa per l’azienda strumento atto non solo a ridurre il credit spread che la banca applica per l’immunizzazione dal rischio di credito, ma anche uno strumento atto a ridurre i costi di raccolta della banca beneficiandone direttamente non vendendosi girare dalla banca il maggior costo della raccolta.
* Oltre ad un merito di credito del prenditore molto elevato, per essere concessi in garanzia i finanziamenti devono rispettare ulteriori stringenti criteri di idoneità, fissati direttamente dalla Banca d’Italia.