| Editoriale e periscopio 4 _ A ciascuno la sua… “responsabilità” 5 _ Con-vivere con valore | Attualità 6_ Rincaro pedaggi, così fan tutti... male! 8 _ Melting-pot tra i banchi 9 _ Qualche centesimo per rivedere Roma10_ Piombo e pomodori11 _ L’anticrisi con le pensioni12 _ Conosciamo il detenuto13 _ Addio a Oscar Luigi Scalfaro14_ Bambole non c’è un euro16_ Campione nella vita e nello sport | Arti & culture19_ Il profumo dei limoni21_ Sanremo dalle origini ad oggi22_ Riparte Sanremo23_ Il “Nuovo Mondo” in pellicola | Focus25 _ SOS migranti26 _ “L’integrazione attraverso l’attivismo”27_ Istruzione? Non è un gioco da ragazzi

28_ Dalle banlieue a Cinquina | La nostra proposta

29_ Pietre dure per cuori teneri | Arti & culture

30_ Dalla corte alla stilografica31_ Contrasti che uniscono

32 _ Le sottili sfumature del- la Psiche | Tech & business

33 _ Cervelli in fuga34 _ Parlare stando zitti

36 _ Jumo | Modi & Mode

37_ Le caraffe della non salute38 _ Etno style? Ormai è di casa

39_ Forza Blue Devils!40 _ Locandiera?

41 _ Gust’Arte in cucina42 _ Basella

43 _ In attesa di Miss Teenager Italia 44 _ Arte? In una bolla di sapone 45 _ Mare, sole e i classici carretti siciliani 47_ Filetto di maiale con le pere48_ Carnevalone di Poggio Mirteto | Post it49 _ Frammenti d’autunno50 _ Oroscopo

Nuove ProPoste |

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Si ringraziano gli inserzionisti pubblicitari per il loro contributo che consente la pubblicazione e la diffusione di questo periodico.

Finito di stampare: febbraio 2012

Associato all’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

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Nuove Proposte | Febbraio ‘12 8

| Roma & Co.

Ma non sempre è tutto positivo.Infatti alla Scuola elementare “Pi-sacane” la percentuale è drastica:il 95% dei bambini sono stranieri; ne-gli anni quei pochi bambini Italiani che erano presenti nella scuola sono stati costretti a chiedere il nulla osta per potersi trasferire in un altro Isti-tuto a causa della mancanza di alun-ni Italiani.Ora questa scuola è diventata un punto di riferimento per le famiglie straniere del quartiere di Tor Pignat-tara, il trend, ovviamente, ha preso una piega ben precisa dato che tutti i bambini stranieri vengono iscritti lì anche dalle famiglie straniere che si trasferiscono dal Nord.Concludendo, ciò che emerge è la grande disponibilità delle famiglie straniere a favorire la partecipazio-ne e l’integrazione dei loro bambini nella vita sociale e scolastica della città.Ciò che invece noi dobbiamo ancora imparare è l’accoglienza verso chi è diverso da noi,ma che solitamente, può offrirci molto più di quello che noi crediamo perché le paure, sono spesso, segno della scarsa conoscen-za, mentre niente può risultare più unificatore della voglia di scoperta, di unione, di amicizia che è presente in ognuno di noi.Le scuole rappresentano il nuovo che avanza, il futuro che prenderà il nostro posto, e non c’è niente di più bello quando chi viene dopo di noi è migliore di chi lo ha preceduto.

“Mio figlio non sa fare le ad-dizioni però ha imparato molte parole indiane”. Que-

ste le parole di una madre all’uscita della “Pisacane”, uno degli istituti romani in cui i bambini italiani si sentono in minoranza. E’ quello che succede oggi ai nostri bambini che frequentano le scuole elementari, ma

siamo sicuri che sia veramente un problema?Il fenomeno si sta sviluppando in tutta Italia e la presenza dei piccoli “nuovi” Italiani supera le 400.000 unità, in pochi anni dal 1993 al 2009 si contano 410.000 bambini stranie-ri che sono regolarmente iscritti alle nostre scuole elementari.Di essi il 90% frequenta le scuole Statali, il 9,5% le scuole Private.

elting-pot tra i banchi Radiografia di una scuola italiana sempre più multiculturale

_ di Andrea Colantoni

Ma chi ci insegna di più e spesso, con molta semplicità, da farci senti-re mediocri sono proprio loro, i più piccoli.Per tanti la scuola multietnica rap-presenta oltre che un’esperienza sco-lastica, un’esperienza sociale.La scuola aperta a tutti accoglie bam-bini con diversi colori della pelle, con genitori che parlano lingue diverse e vengono da situazioni sociali diverse, e che rendono la scuola un’esperien-za “diversa” nel senso più positivo del termine.Per molti bambini lo stare a contat-to con coetanei che vengono da al-tri Paesi e parlano un’altra lingua rappresenta uno stimolo enorme e una voglia di scoperta che neanche il miglior videogioco del mondo può regalare.Nasce così la condivisione delle pro-prie esperienze da parte dei piccoli alunni e le aspettative di educazione

da parte dei genitori.La grande ricchezza delle nostre scuole è fare di questo scambio Interculturale un vanto da esportare in primis nella nostra penisola e poi verso altri Paesi, dove ancora oggi si fa fatica ad accettare il diverso.

Febbraio ‘12 | Nuove Proposte23

Nitrato d’argeNto |

chiamati in causa.L’apripista è “I Magliari” di Francesco Rosi, un film datato 1959 che vanta tra i suoi attori il grande Alberto Sordi, racconta la storia di emigrati in Germania che per guadagnarsi da vivere si mettono alle dipendenze del ma-

“Costruire condizioni concrete di pace, per quanto concerne i migranti e i rifugiati, significa

impegnarsi seriamente a salvaguarda-re anzitutto il diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria”.Quando ci chiediamo cosa sia e perché avvenga il fenomeno dell’immi-grazione, non c’è miglior defi-nizione di quella del Papa Gio-vanni Paolo II, essa non è altro che la ricerca della pace e di una nuova vita in un posto diverso da quella che è sempre stata la nostra casa. Il cinema ha rac-contato, e tutt’oggi racconta, episodi realmente accaduti e grandi epopee che tracciano un ritratto dell’epoca perfetto e ci aiuta a capire ed esplorare que-sta continua ricerca. I film che più ci hanno colpito sono tutti di matrice italiana, oppure gli Italiani e l’ Italia stessa vengono

fioso del luogo.Una saga che ha affron-tato e analizzato in modo perfetto questo fenomeno è “Il Padrino” di Francis Ford Coppola, considerata la terza miglior pellicola Statunitense e al secondo posto nell’Internet Movie Database.La saga narra la storia di una famiglia mafiosa, emigrata dalla Sicilia agli

l “Nuovo Mondo” in pellicola La storia dell’immigrazione vista dall’occhio della cinepresa

_ di Andrea Colantoni

iparte Sanremo

Nuove Proposte | Febbraio ‘12 24

| Nitrato d’argeNto

Stati Uniti e copre un arco di tempo vastissimo, dal 1945 agli inizi degli anni ‘90.Emblematica è la seconda parte del-la trilogia dove il capo della famiglia, Don Vito Corleone, ricorda gli anni vissuti in Sicilia e il seguente spo-stamento in Ame-rica, ricordando sempre le radici e le origini che lo accompagnano nel suo viaggio.Film particolare è “L’ articolo 2” di Maurizio Zac-caro, ambienta-to nell’interland milanese e rac-conta la storia di un immigrato algerino, Saif, con tutti i per-messi in regola e quindi diverso da tutti gli altri im-migrati, l’unica cosa che lo differenzia è il suo essere bigamo che la Legge non accetta e da qui inizia un’aspra lotta tra la Giusti-zia Italiana e il protagonista.

“Lamerica”di Gianni Amelio con Mi-chele Placido è un film drammatico e richiede una profonda riflessione, sia-mo davvero così lontani dall’immigra-zione delle popolazioni a noi vicine ? Nel film il protagonista, Fiore (Mi-

chele Placido) è un truffatore che fon-da un’azienda fan-tasma in Italia per poter rubare i fondi dello Stato per chi produce i suoi capi all’estero, viaggia prima in Albania poi verso l’ Ameri-ca e le scene sono sempre le stesse, barconi pieni di speranze ma vuoti di qualsiasi senti-mento umano.Un’antologia di cortometraggi d’ autore- con toni a volte drammatici, ironici e grotte-schi- sul razzismo,

l’ immigrazione e le molteplici discri-minazioni verso il “diverso” è “Into-lerance” di Autori Vari con Francesco Paolantoni e Silvio Orlando. Grazie a

piccoli aneddoti e scene che sembra-no rubate alla realtà questo insieme di cortometraggi ritrae bene il concetto di alterità e contatto con chi viene “da fuori”.Per finire ci spostiamo a Roma dove i Film che ci mostrano la realtà de-gli immigrati è riprodotta con cura e passione.“Gli Ospiti” di Matteo Garrone, 2001, racconta la storia di due giovani im-migrati albanesi che per colpa del-le abitudini e dei loro modi di essere sono “ospiti” poco graditi di un con-dominio della Roma piccolo borghese.L’ ultimo è “Scontro tra civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” opera pri-ma di Isotta Toso e pellicola che parla con leggerezza di temi pesanti, come il razzismo, l’ inciviltà e la conviven-za esasperata. Personaggi che amano i loro cani e disprezzano la domesti-ca ecuadorena, portinai intolleranti e indiscreti il tutto condito da un suici-dio che coinvolgerà tutti gli inquilini senza guardare alla religione, al colore della pelle o alla lingua.Per ricordarci che non importa da dove veniamo, l’ importante è ciò che ci accompagna mentre camminiamo.

Febbraio ‘12 | Nuove Proposte45

Travel |

are, sole e i classici carretti siciliani Viaggio a Bagheria, terra unica per enogastronomia, clima e paesaggio _ di Carlo Franciosa

rare le rovi-ne di Salun-to, città che fu una delle prime basi commerc ia l i dei fenici in Sicil ia e di-venne base m i l i t a r e c a r t a g i n e -se, nel 254 a.C.; passò

ai Roma-ni e ven-ne di-s t r u t -ta dai s a r a c e n i nell ’alto medio-evo che conserva l’ in-teressantissimo ginnasio, peristi l io di una casa romana e numerosi frammenti di abita-zioni romane. Quando si parla di Bagheria non si può non parlare dei suoi famosi carretti sicil iani, una antica tradizione che sta pur-troppo scomparendo. A Bagheria

sopravvive l ’ultima “scuola” di pittura e costruzioni di carretti sicil iani. Fino a 30 anni fa e forse più s’incontravano oer le strade della Sicil ia i carrettieri che gui-davano questi coloratissimi vei-coli, ognuno diverso dall’altro. Ormai nessuno li usa più, ven-

gono costruiti in forme ridotte solo per gli appassionati

della cultura loca-le e a l ivello di

model l i smo per i l

t u -rismo di massa. Ma il carretto sicil iano

N on può intendere vera-mente la Sicil ia chi non ne ricorda la storia, la

quale affonda nella nebbia della preistoria e del mito. Noi voglia-mo presentarvi una tipica citta-dina che dista 25 Km da Palermo e che ha dato primati al grande pittore Renato Guttuso. Stia-mo parlando di Bagheria, centro agricolo e commerciale situato in una bella zona ricca di agrume-ti, uliveti e vigneti. Fu in passato

residenza della nobiltà palermi-tana e conserva tuttora numero-se vil le di sti le barocco, come la settecentesca Villa Patagonia con i caratteristici ornamenti di raffi-gurazione mostruosa 62 figure di pittura scolpita. La Villa Butera 1658 con la famosa “Certosa”, raffigurazione di un monastero di frati trappisti con singolari figu-re di cera e le settecentesche vil le Valguarnera e Trabia. Nei dintor-ni di Bagheria si possono ammi-rare alcuni interessanti affreschi di P. Novelli nella Villa Valdina a Santa Flavia; si possono ammi-

| La Tour Eiffel

| Carretto tipico di Bagheria

| L’arco azzurro