nuove atmosfere - Filarmonica Toscanini · siaca il terrore della morte, è stato pensato da...

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Sabato 13 maggio 2017 ore 20.30 Domenica 14 maggio 2017 ore 17.00 nuove atmosfere Stagione sinfonica 2016-2017 Undicesima edizione FILARMONICA ARTURO TOSCANINI Michele Mariotti direttore Yolanda Auyanet soprano Sonia Ganassi mezzosoprano Antonio Siragusa tenore Michele Pertusi basso Coro del Teatro Municipale di Piacenza Corrado Casati maestro del coro

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Sabato 13 maggio 2017 ore 20.30

Domenica 14 maggio 2017 ore 17.00

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F I L ARMON IC AARTURO TOSCANINIMichele Mariotti direttoreYolanda Auyanet sopranoSonia Ganassi mezzosopranoAntonio Siragusa tenoreMichele Pertusi basso Coro del Teatro Municipale di Piacenza Corrado Casati maestro del coro

Partner Istituzionale della Filarmonica Arturo ToscaniniPartner Istituzionale della Fondazione Arturo Toscanini

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Gioachino Rossini(Pesaro, 29 febbraio 1792 - Passy, 13 novembre 1868)

Stabat Mater per soli, coro a quattro voci miste e orchestra (60’)

à Son Excellence Monsieur Manuel Fernandez Varela

1. Stabat Mater dolorosaIntroduzione (Andantino moderato) - Soli e Coro

2. Cuius animamAria (Allegro maestoso) - Tenore

3. Quis est homoDuetto (Largo) - Soprano e Mezzosoprano

4. Pro peccatisAria (Allegretto maestoso) - Basso

5. Eia, MaterCoro a cappella e Recitativo (Andante mosso) - Basso

6. Sancta MaterQuartetto (Allegretto moderato) - Solisti

7. Fac, ut portemCavatina (Andante grazioso) - Mezzosoprano

8. Inflammatus et accensusAria (Andante maestoso) - Soprano e Coro

9. Quando corpus morieturQuartetto (Andante) - Soli e Coro a cappella

10. Amen. In sempiternaFinale (Allegro, Andantino moderato) - Coro

Filarmonica Arturo ToscaniniMichele Mariotti direttoreYolanda Auyanet soprano

Sonia Ganassi mezzosopranoAntonino Siragusa tenore

Michele Pertusi bassoCoro del Teatro Municipale di Piacenza

Corrado Casati maestro del coro

A 175 anni dalla prima esecuzione italiana avvenuta a Bolognail 18 marzo 1842, per la direzione di Gaetano Donizetti

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IL SEDATIVO ELEGIACO

Di fronte a un’orribile ingiustizia ci possono essere almeno tre reazioni fondamentali. La prima è la follia scomposta, l’urlo informe. La seconda è la voglia di vendetta, la rivolta contro i responsabili. La terza è l’elegia, il canto che accoglie la disperazione e la convo-glia in una forma calmante. Il testo dello Stabat Mater appartiene a questa terza categoria. È un canto elegiaco, che prende per mano il caos e lo riorganizza, gli offre uno sfogo attra-verso una struttura, un ritmo, un’armonia: una specie di consolazione; è un sedativo che distoglie dalla rabbia e dalla sete di rivalsa. La situazione è la più tremenda che si possa immaginare. C’è una madre che assiste al supplizio e all’agonia di suo figlio, condannato a morte pur essendo innocente. Va notato che, nella prima parte del testo, tutto ciò è descritto in terza persona e al passato. Non vie-ne detto: «Io sto addosso alla croce a cui è appeso mio figlio, nel dolore e nelle lacrime», come in un monologo teatrale, ma: «La madre stava addosso alla croce a cui era appeso suo figlio, nel dolore e nelle lacrime». Vale a dire che questa non è una scena teatrale, ma un racconto: c’è un mediatore, un narratore che fa da filtro a questo orrore e lo allontana rendendolo più sopportabile. Nella seconda parte però accade qualcosa di sorprendente. Il narratore si rivolge direttamente alla vittima di questa sofferenza facendole una pre-ghiera; ma non per chiederle un favore qualsiasi, una grazia egoistica. Vuole sentire nel suo animo, nel suo corpo, le stesse ferite, le stesse piaghe che hanno patito lei e il figlio. Anche in chi guarda, dunque, questa situazione di ingiustizia non spinge alla rivolta, ma alla consolazione elegiaca, all’empatia messa in bella forma, all’immedesimazione filtrata. Questo testo è un dispositivo che vuole ottenere come effetto la stasi, l’inazione (stabat), lo smaltimento della disperazione attraverso la struttura metrica, le rime, l’architettura armoniosa delle parole commosse. La più grande delle ingiustizie non suscita tumulto e ribellione. È impressionante constatare quanti compositori abbiano musicato nei secoli questo testo: ogni epoca ha sentito il bisogno di aggiornare continuamente questo meccanismo efficace, terapeutico e sedativo, che addestra ad accettare e assorbire l’ingiustizia. Vivaldi, Pergo-lesi e altri avevano fatto cantare lo Stabat Mater a voci di donne, immergendo le parole nella compartecipazione biologica femminile. Rossini lo affida a uomini e donne, con vari registri vocali: cioè a diversi punti di vista, di età, di classi, fino ad allargarlo a un coro: è la società intera che applica il metodo elegiaco per sedare i propri conflitti.

Tiziano Scarpa

INTORNO AL CONCERTOPAROLE

IL TESTO

Stabat Mater Sequenza cattolica del XIII secolo tradizionalmente attribuita a Jacopone da Todi

Stabat Mater dolorósa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Fílius.

Cuius animam gementem contristantem et dolentem pertransivit gladius.O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater Unigeniti!Quae moerebat et dolebat, [Pia Mater], et tremebat, cum videbat nati poenas incliti.

Quis est homo, qui non fleret, Christi Matrem si videret in tanto supplicio?Quis non posset contristari, Piam Matrem contemplari dolentem cum Filio?

Pro peccatis suae gentis vidit Jesum in tormentis, et flagellis subditum.Vidit suum dulcem natum morientem desolatum dum emisit spiritum.

Eia Mater, fons amoris me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam.Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam.

Sancta Mater, istud agas, crucifixi fige plagas cordi meo valide.Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide.Fac me vere tecum flere, crucifixo condolere, donec ego vixero.Juxta crucem tecum stare, te libenter sociare in planctu desidero.Virgo, virginum praeclara, mihi jam non sis amara, fac me tecum plangere.

Fac, ut portem Christi mortem, Passionis eius sortem, et plagas recolere.Fac me plagis vulnerari, Cruce hac inebriari, ob amorem Filii.

Inflammatus et accensus per te, Virgo, sim defensus in die iudicii.Fac me cruce custodiri Morte Christi praemuniri confoveri gratia.

Quando corpus morietur, fac, ut animae donetur Paradisi gloria.

Amen. In sempiterna saecula.

La lapide commemorativa dello Stabat Mater, presso l’Archiginnasio di Bologna in ricordo della prima italiana avvenuta 175 anni fa In quest’aula a dì 18 marzo 1842 / per la prima volta in Italia risonarono a pieno concerto le divine melodie dello Stabat di Gioachino Rossini / diresse l’orchestra ed il canto /Gaetano Donizetti / interprete degno dell’autore / il municipio per voto unanime del consiglio pose questa memoria a dì 13 novembre 1869 primo anniversario della morte di Rossini.

Rossini mentre compone lo Stabat MaterSto cercando motivi musicali, ma non mi vengono in mente che pasticci, tartufi e cose simili….

Rossini, lo Stabat, in particolare “Eia Mater’” e “Quando corpus morietur”: pensieri dello studioso e direttore d’orchestra Alberto ZeddaPiù studio Rossini, più mi accorgo che tra la sua musica e la sua vita non c’è relazione, il suo modo di comporre è freddo e, se vogliamo, inumano. Il suo sguardo ha un che di olimpico e impas-sibile, e chi cercasse nella sua musica chiaroscuri psicologici rimarrebbe deluso, perché al posto c’è una scrittura apparentemente artificiale e astratta, che però una volta riempita di contenuti

teatrali e umani, lievita, creando forme espressive dal carattere unico e di una vitalità travolgen-te… per questa sua qualità, gli è possibile cambiare arie e musiche da un’opera buffa a una seria e viceversa senza che il loro effetto teatrale ne esca sminuito… Singolare nello Stabat la presenza di due brani ‘a cappella’ riservati alle sole voci senza accompa-gnamento. Nel primo ‘Eia Mater’, il basso solista, si alterna al coro in una sequenza responsoriale che richiama il rito liturgico. Il secondo, “Quando corpus morietur”, pagina di alta commozione che trasfigura in gioia paradi-siaca il terrore della morte, è stato pensato da Rossini per le sole voci dei quattro solisti... L’emo-zione intima e profonda di questo pezzo, forse il culmine espressivo dell’opera, rende irrefrenabile l’esplosione della successiva fuga finale, predisponendo l’ascoltatore al grido liberatorio.

Lo Stabat e “Quando corpus morietur”: pensieri dello scrittore Riccardo BacchelliLo Stabat non è un epilogo riassuntivo e conclusivo: tale rimane quella sinfonia per coro, voci e orchestra, che nel finale del Tell, è un rendimento di grazie, l’avvento di un’alba, per l’artista l’addio alla musica, al dono, all’ispirazione, la chiusa della sua esperienza musicale in un cre-puscolo, ancora e per sempre inebriante; come quel sole che dopo la notte tempestosa, rechi il giorno per altri futuri e non più per lui. Lo Stabat è una meditazione, un lirico “in memoriam”… Viene da abbondanza di cuore con le sue melodie. E c’è la tristezza, ma arcana e severa, tragica; c’è un fervore e un impeto che fa l’opera di lirica potente. C’è pianto e non lamento; dramma e non elegia; perciò è pure religiosa... “Quando corpus morietur” è l’addio alla vita, il canto dell’uomo che si sa toccato dallo spirito per l’ultima volta; non piange, né si lagna... È contrizione e lirica, meditazione della morte…. Quando, dopo la prova generale a Bologna, gli vennero a fare una dimostrazione sotto la sua casa, appena venuto dal balcone si abbandonava sopra una sedia, e collo sguardo fisso sul ritratto della madre piangeva a dirotto...

1841: Rossini termina la composizione dello Stabat MaterMusicaNascono Chabrier e Dvo ák.Mendelssohn compone Romanze senza parole, libri IV e VII, per pianoforte.Chopin compone Notturni n.13 e n.14.Schumann compone Sinfonia n. 1, Primavera e Sinfonia n.4.

Scienza, arte e letteratura

Il tedesco Ludwig Feuerbach pubblica il saggio Essenza del cristianesimo.Sören Kierkegaard pubblica la sua tesi di laurea Sul concetto di ironia con particolare riguardo a Socrate.Giovanni Pietro Vieusseux e Gino Capponi istituiscono a Firenze l’Archivio storico italiano.Thomas Carlyle scrive il saggio Gli eroi, il mito degli eroi e l’eroico nella storia.

Storia

Inizia la colonizzazione inglese della Nuova Zelanda.La “convenzione degli stretti” stabilisce che nessuna nave da guerra possa passare attraverso il Bo-sforo e i Dardanelli.16.000 soldati inglesi della guarnigione di Kabul vengono massacrati dai ribelli afgani mentre tentano di ritirarsi in India attraverso il passo di Peshware. Un solo soldato viene risparmiato affinché racconti l’accaduto.

AVVENIMENTI

YOLANDA AUYANET SopranoNata a Las Palmas (Isole Canarie), ha studiato canto e si è perfezionata con il baritono Jerzy Artysz. A soli 23 anni, dopo avere vinto diversi concorsi lirici, debutta in Italia, al Teatro Petruzzelli di Bari, nel ruolo di Musetta. Subito dopo avviene il suo debutto in Spagna con La Traviata, durante la stagione del Teatro Real di Madrid presso il Teatro della Zarzuela, interpretando il ruolo di Violetta Valery. A partire da questo momento, la sua carriera si svolge in Italia, dove si fa apprezzare in teatri quali: Maggio Fiorentino, Comunale di Bolo-gna, Carlo Felice di Genova, Regio di Torino, Massimo di Palermo, Arena e Filarmonico di Verona, ma anche in Europa, dove ottiene un grande successo di critica e di pubblico alla Staadtsteather di St. Gallen, alla Konzerthaus di Vienna, all’Opera di Nizza, al Festspielhaus di Baden-Baden, come pure a Ginevra, Siviglia, Oviedo, Las Palmas di Gran Canaria e a Tenerife. Ha lavorato con importanti direttori d’orchestra tra i quali Alberto Zedda, Zubin Mehta, Michele Mariotti, Evelino Pidò, Bruno Bartoletti, Alan Curtis, Christopher Franklin, Lü Jia e con registi del calibro di Franco Zeffirelli, Daniele Abbado, Ripa di Meana, Nuria Espert, Rosetta Cucchi, e Damiano Michieletto. Recentemente ha cantato in Norma al Tea-tro di St. Gallen e al Massimo di Palermo, Guillaume Tell (Mathilde) al Comunale di Bologna, La Clemenza di Tito (Vitellia) a Madrid, Anna Bolena al Regio di Parma, il Requiem di Verdi al Teatro Carlo Felice.Tra i suoi prossimi impegni: oltre a La Bohème al Teatro Real di Madrid, debutterà nel ruolo di Elisabetta di Valois (Don Carlos) all’Opera di Marsiglia e in quello di Donna Elvira (Don Giovanni) all’Opéra di Nancy.

MICHELE MARIOTTI DirettoreA Pesaro, sua città natale, ha concluso gli studi umanistici; inoltre, al Conservatorio “Ros-sini”, si è diplomato in composizione e ha studiato direzione d’orchestra con Manlio Benzi. Contemporaneamente si è diplomato col massimo dei voti e la lode all’Accademia Musicale Pescarese con Donato Renzetti. Nel 2005 debutta a Salerno dirigendo Il barbiere di Siviglia e nel 2007 inaugura con il Simon Boccanegra di Verdi la stagione del Comunale di Bologna, teatro in cui è stato Direttore Principale dal 2008 fino alla nomina a Direttore Musicale nel 2014. In questi anni a Bologna ha diretto I puritani, La gazza ladra, Idomeneo, Carmen, Risorgimento, Il prigioniero, La Cenerentola, La Traviata, oltre a numerosi concerti sinfonici. Ha guidato l’Orchestra e il Coro del Comunale di Bologna in tournée a Tokyo (I puritani e Carmen) e a Torino per l’inaugurazione della stagione di Lingotto Musica. Ha diretto nei principali teatri d’opera italiani ed internazionali fra cui La Scala di Milano, il Regio di Tori-no, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, il Comunale di Firenze, al Rossini Opera Festival di Pesaro, al Festival Verdi di Parma, lo Sferisterio di Macerata e il Metropolitan di New York. In ambito sinfonico, ha diretto l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, l’Orchestre National de France, i Münchner Symphoniker, la Toscanini di Parma, l’Orchestra dell’Acca-demia del Teatro alla Scala, la Essener Philharmoniker, l’Orchestra Haydn, all’Auditorium del Lingotto di Torino, al Festival di Radio France a Montpellier e al Festival de Saint Denis. In questi ultimi anni, ha diretto con successo I due Foscari alla Scala di Milano -opera che dirigerà al prossimo festival di Salisburgo - La Traviata all’Opéra di Parigi, e in concerto, con i Münchner Symphoniker. Di recente, ha diretto il dittico La voix humaine/Cavalleria rusticana a Bologna e a Torino l’Orchestra Nazionale della Rai nel concerto per 150 anni della nascita di Arturo Toscani-ni. L’Associazione Nazionale Critici Musicali gli ha assegnato il 36° Premio Abbiati come “Miglior direttore d’orchestra del 2016”. Con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna ha inciso per la Decca con Juan Diego Flórez e per la Sony con Nino Machaidze.

ANTONINO SIRAGUSA TenoreHa iniziato gli studi musicali nella sua città natale, Messina, al Conservatorio “Corelli” con Antonio Bevacqua. Dopo aver vinto il primo premio assoluto al Concorso Internazionale “Giuseppe di Stefano” di Trapani, nel 1996 ha debuttato il ruolo di Don Ottavio (Don Gio-vanni) al Politeama di Lecce e quello di Nemorino nell’Elisir d’amore a Pistoia, riscuotendo unanimi consensi di pubblico e critica. Da allora, ha intrapreso una carriera internazionale che l’ha condotto nei maggiori palcoscenici del mondo: Teatro alla Scala, Metropolitan di New York, Wiener Staatsoper, Opéra di Parigi, Staatsoper e Deutsche Oper di Berlino, con un repertorio che comprende Don Giovanni, Falstaff, L’italiana in Algeri, Gianni Schicchi, La sonnambula, I Puritani, Il barbiere di Siviglia, Semiramide, La Cenerentola, Œdipus Rex, L’elisir d’amore, Don Pasquale, Elisabetta, regina d’Inghilterra, e collaborando con diret-tori d’orchestra quali: Valerij Gergiev, Riccardo Muti, Daniel Oren, Daniele Gatti, Alberto Zedda, Renato Palumbo, Roberto Abbado, Bruno Campanella, Donato Renzetti, Yves Abel. Tra le produzioni che lo hanno visto protagonista in questi anni ricordiamo: Armida (Ger-nando) a New York, Guillaume Tell (Arnold) all’Opernhaus di Zurigo, Œdipus Rex all’Acca-demia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, Don Giovanni con la direzione di Riccardo Muti al Teatro alla Scala, L’elisir d’amore, La Sonnambula e Il barbiere di Siviglia alla Wiener Staatsoper; lo scorso novembre ha debuttato nel Duca di Mantova (Rigoletto) al Liceu di Barcellona. Raffinato tenore rossiniano è considerato interprete ideale del Conte d’Almaviva (Il barbiere di Siviglia) del quale ne ha fatto il suo ruolo d’elezione, affrontandolo nei più grandi teatri. Al Rossini Opera Festival di Pesaro, del quale è ospite regolare, ha cantato: Otello, Il viaggio a Reims, La scala di seta, La Gazzetta, L’equivoco stravagante, Elisabetta, Regina d’Inghilterra, Ciro in Babilonia.

SONIA GANASSI MezzosopranoTra i maggiori mezzosoprani della sua generazione, è regolarmente invitata nei più presti-giosi teatri del mondo (Metropolitan di New York, Covent Garden di Londra, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Real di Madrid) dove collabora con direttori quali: Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Antonio Pappano, Daniel Barenboim. A seguito dei suoi innumerevoli successi, nel 1999 riceve il Premio Abbiati.Tra i numerosi ruoli interpretati - molti dei quali incisi in CD o DVD - si ricordano: Rosina ne’ Il barbiere di Siviglia, Angelina ne La Cenerentola, Romeo ne’ I Capuleti e i Montecchi, Adalgisa in Norma, Leonora ne’ La Favorita, Zaide in Dom Sébastien, Jane Seymour in Anna Bolena, Elisabetta in Maria Stuarda, Idamante in Idomeneo, Donna Elvira in Don Giovanni. All’impegno operistico alterna un’intensa attività concertistica nelle più prestigiose sale da concerto: ha cantato lo Stabat Mater di Rossini al Concertgebow di Amsterdam e all’Avery Fisher Hall di New York, al Teatro alla Scala, il Requiem di Verdi alla Philharmonie di Berlino e al Teatro alla Scala (Daniel Barenboim direttore), all’Accademia di Santa Cecilia (Antonio Pappano direttore), al San Carlo di Napoli (Riccardo Muti direttore) e a Parma (Yuri Temirkanov direttore). Nelle scorse stagioni ha cantato in Roberto Devereux a Madrid, Monaco e Genova, Don Carlo a Monaco e Tokyo, Nabucco a Roma e Salisburgo, Oedipus Rex a Parigi e all’Accademia di Santa Cecilia, Aida a Marsiglia, Napoli e Macerata, Anna Bolena a Vienna, Cavalleria rusticana a Dresda, una nuova produzione di Norma a Londra, Anna Bolena a Marsiglia, Parma e alla Scala; tra gli impegni futuri: Maria Stuarda al Carlo Felice di Genova, Don Carlo a Marsiglia, Aida a Macerata, Fra Diavolo a Roma e Palermo, Cavalleria rusticana a Palermo, Roberto Devereux a Parma.

CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA Istituzione che risale ai tempi dell’inaugurazione del Teatro Municipale di Piacenza avvenu-ta nel 1804, in questi ultimi vent’anni ha preso parte alle produzioni operistiche e ai concerti lirici del teatro collaborando con la Fondazione Toscanini, Ravenna Festival e la Fondazione Teatri di Piacenza, per un impegno intenso e continuativo che lo ha portato ad acquisire una dimensione internazionale, sotto la direzione di Corrado Casati. Tra le più prestigiose esibizioni si ricordano: il Requiem di Verdi diretto da Mstislav Rostropovich, Rigoletto (regia di Marco Bellocchio), Nabucco diretto da Daniel Oren alla presenza del Presidente della Re-pubblica, lo Stabat Mater di Rossini nel Duomo di Orvieto (trasmesso da Rai1), il Concerto al Teatro Municipale nel 10° anniversario di “Al Jazeera” (trasmesso in tutti paesi arabi), Don Pasquale diretto da Riccardo Muti (rappresentato a Ravenna, Piacenza, La Valletta, Mosca, San Pietroburgo, Liegi, Colonia e Parigi), La Traviata (regia di Cristina Mazzavillani Muti), Il matrimonio inaspettato di Paisiello diretto da Riccardo Muti, Elektra di Strauss diretta da Gustav Kuhn, il Concerto Le vie dell’Amicizia diretto da Riccardo Muti (2011) a Piacenza, Ravenna e Nairobi. Con la regia di Cristina Mazzavillani Muti e l’Orchestra Gio-vanile Cherubini ha cantato ne la Trilogia popolare di Verdi, rappresentata anche in Oman e Bahrein, in Luisa Miller, Macbeth, Otello, Falstaff diretto da Riccardo Muti per il Ravenna Festival e ad Oviedo. Tra le altre opere a cui il coro ha partecipato, ricordiamo: anche, Zaira al Festival della Valle d’Itria, Les contes d’Hoffman, Luisa Miller, la cui regia, insieme a L’elisir d’amore, era firmata Leo Nucci, con il quale ha cantato inoltre in Simon Boccanegra, ne I due Foscari (in forma di concerto per l’Expo). Nella stagione 2015/2016 e in quella in corso oltre ad aver preso parte ad una tournée a Savolinna in Finlandia con il Ravenna Festi-val, ha cantato in Madama Butterfly, Macbeth e ne’ La Wally di Catalani, ne’ La Traviata in forma di concerto al termine dell’Italian Opera Academy (Riccardo Muti direttore) e al Galà Avrò dunque sognato, per i 50 anni di carriera di Leo Nucci. Tra i prossimi appuntamenti: il

MICHELE PERTUSI BassoNato a Parma, ha studiato canto con Arrigo Pola e Carlo Bergonzi, completando la formazio-ne con Rodolfo Celletti. La sua carriera lo ha condotto nei teatri e nelle sale da concerto più importanti del mondo dove ha sempre riscosso ampi consensi. Il suo repertorio comprende: Don Giovanni, Così fa tutte, Le nozze di Figaro, La gazza ladra, I puritani, Il turco in Italia, Semiramide, Lucia di Lammermoor, L’italiana in Algeri, Lucrezia Borgia, Guillaume Tell, La sonnambula, Le Comte Ory, Attila, Nina pazza per amore, Les contes d’Hoffman, Falstaff, Oberto Conte di S. Bonifacio. Ha collaborato con direttori di fama internazionale quali: Da-niel Barenboim, Semyon Bychkov, Riccardo Chailly, Colin Davis, Daniele Gatti, Carlo Maria Giulini, Vladimir Jurowski, James Levine, Zubin Metha, Riccardo Muti e Georg Solti. Raf-finato interprete rossiniano, ha calcato più volte il palcoscenico del Rossini Opera Festival - che gli ha conferito il “Rossini d’oro”- interpretando dal Moïse et Pharaon a Il viaggio a Reims, dalla Petite Messe Solennelle a Le Siège de Corinthe. In questi anni ha cantato tra l’al-tro: Norma al Festival di Salisburgo, L’elisir d’amore alla Scala, La Cenerentola alla Wiener Staatsoper, Messa da Requiem al Festival de St. Denis, Don Pasquale alla Wiener Staatsoper, Don Carlo al Regio di Parma e a Lione, I Puritani a Zurigo, Simon Boccanegra ad Hong Kong, Ernani a Tolosa, Lucia di Lammermoor al Covent Garden di Londra. La sua discogra-fia comprende: Petite Messe Solennelle, Stabat Mater, La Cenerentola con Riccardo Chailly, Don Giovanni e Così fan tutte con Georg Solti (Decca), Le nozze di Figaro con Zubin Mehta (Sony), Semiramide e Maometto II (Ricordi), Don Giovanni con Daniel Barenboim (Erato), La damnation de Faust e Falstaff con Sir Colin Davis (LSO) che nel 2006 si è aggiudicato il prestigioso Grammy Award. Gli è stato conferito il premio “Franco Abbiati” (1995) e il Gramophone Award per l’incisione de Il Turco in Italia (Decca). Dal Presidente della Re-pubblica Italiana, ha ricevuto la Medaglia d’Oro come Benemerito della Cultura. Collabora, per la preparazione dei ruoli, con la Professoressa Hisako Tanaka.

Concerto Le vie dell’Amicizia con Riccardo Muti a Teheran e a Ravenna. Per quanto riguarda i concerti con la Filarmonica Toscanini, ha preso parte alla Nona Sinfonia di Beethoven - realizzata anche a Bolzano con l’Orchestra Haydn - de I Carmina Burana anche a Parma e a Modena e il Requiem di Mozart. Ha al suo attivo numerosi concerti sinfonici e registrazioni audio e video; tra le più recenti: un CD di Arie Verdiane di Jonas Kaufmann, registrato a Parma, e nel 2015, il CD di Pretty Yende, registrato con l’Orchestra RAI di Torino (Sony).Dal 1992 è diretto da Corrado Casati. Diplomato in pianoforte con lode al Conservatorio “Nicolini” di Piacenza, nel 1987 ha cominciato a lavorare in teatro come Maestro Collabo-ratore. Con il Coro ha lavorato a fianco di importanti direttori d’orchestra quali Riccardo Muti, Daniel Oren, Maurizio Arena, Piergiorgio Morandi, Mstislav Rostropovich, José Cura, Günter Neuhold, Alberto Zedda e di registi di fama come Ugo Gregoretti, Pier Luigi Pier’Al-li, Pier Luigi Pizzi e Marco Bellocchio. Nella veste di accompagnatore, ha lavorato in Italia e per le comunità italiane residenti in Canada, Stati Uniti, Australia, Sud Africa. È docente al Conservatorio “Nicolini”.

Soprani: Eleonora Alberici, Carina Calafiura, Eleonora Colombo, Gloria Contin, Katia Di Munno, Eva Grossi, Kaho Miyamura, Azusa Kinashi, Milena Navicelli, Luisa Staboli.Mezzosoprani: Mariangela Lontani, Ilaria Italia, Ambra Gattamorta, Maria Caruso, Debora Munda, Sara Piutti.Contralti: Angela Albanesi, Federica Bartoli, Bettina Block, Stefania Sinatra, Barbara Chiriacò, Rumiana Petrova.Tenori primi: Andrea Galli, Claudio Grasso, Michele Mele, Bruno Nogara, Mattia Rossi, Andrea Bianchi, Namdeuk Lee, Roberto Toscano.Tenori secondi: Vittorio Ceragioli, Gianluigi Gremizzi, Francesco Montemurro, Lorenzo Donato, Marco Tomasoni.Baritoni: Carlo Nicolini, Eugenij Bogdanovich, Kazuya Noda, Enrico Rolli, Seyedelyar Tahoury.Bassi: Mario Binetti, Massimo Carrino, Federico Cucinotta, Ruggiero Lopopolo, Luca Marcheselli, Angelo Lodetti.

**spalla / *prima parte

La Filarmonica Arturo Toscanini, che ha la sua sede a Parma, nell’Auditorium Paganini disegnato da Renzo Piano, è il punto d’eccellenza dell’attività produttiva della Fondazione Arturo Toscanini, maturata sul piano artistico nella più che trentennale esperienza dell’Or-chestra Regionale dell’Emilia-Romagna e nell’antica tradizione musicale che affonda le proprie radici storiche nell’Orchestra Ducale riordinata a Parma da Niccolò Paganini nel 1835/36 e per i quarant’anni successivi ai vertici delle capacità esecutive nazionali. Oggi è una delle più importanti orchestre sinfoniche italiane. Per saperne di più: www.fondazionetoscanini.it/filarmonica-arturo-toscanini/

FILARMONICAARTURO TOSCANINI

Violini Primi: Mihaela Costea**, Valentina Violante, Gianni Covezzi, Federica Vercalli, Maurizio Daffunchio, Mario Mauro, Julia Geller, Nicola Tassoni, Caterina Demetz, Camilla Mazzanti, Chiara Serati, Michaela Bilikova.Violini Secondi: Viktoria Borissova*, Daniele Ruzza, Laurentiu Vatavu, Jasenka Tomic, Cellina Codaglio, Claudia Piccinini, Sabrina Fontana, Sophie Chang, Simona Cazzulani, Lorenzo Gugole. Viole: Behrang Rassekhi*, Carmen Condur, Ilaria Negrotti, Sara Screpis, Diego Spagnoli, Daniele Zironi, Alberto Magon, Erica Alberti.Violoncelli: Pietro Nappi*, Vincenzo Fossanova, Fabio Gaddoni, Filippo Zampa, Radu Nagy, Daniele Fiori.Contrabbassi: Antonio Mercurio*, Agide Bandini, Claudio Saguatti, Antonio Bonatti. Flauti: Sandu Nagy*, Andrea Oman.Oboi: Gian Piero Fortini*, Massimo Parcianello.Clarinetti: Daniele Titti*, Miriam Caldarini.Fagotti: Davide Fumagalli*, Fabio Alasia. Corni: Ettore Contavalli*, Davide Bettani, Fabrizio Villa, Giuseppe AffilastroTrombe: Matteo Beschi*, Marco Catelli.Tromboni: Carlo Gelmini*, Gianmauro Prina, Antonio Martelli.Timpani: Francesco Migliarini*.

Partner istituzionale dellaFondazione Toscanini

Su un solo pentagramma scorre la storia, il pensiero, il sogno di un'intera umanità. Per conoscerli non c'è che un modo: ascoltare. (Anonimo)

* Hera Comm è Partner istituzionale della Filarmonica Arturo Toscanini

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tjidee.it, fondazione arturo toscanini

e coop alleanza 3.0

sono liete di invitarLa alla presentazione di

insieme a

EZIO BOSSO

(con pianoforte)

UGO DE SIERVO

intervistati da

Ilaria Notari

la Gazzetta di parma

15 Maggio 2017, ore 11

Sala ipogea, viale barilla 27/a

Parco eridania, parma

ci sarà

Adriano Turrini, Presidente di Coop Alleanza 3.0

e

IV edizione 2017Auditorium Paganini di Parmadal 30 giugno al 20 luglio 2017

Per saperne di più www.fondazionetoscanini.it