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Il cerchio si è chiuso di Attilio Galmozzi Salini vince al primo turno e conquista la Provincia di Cre- mona. Il cerchio dell’egemo- nia politica del centrodestra nella nostra realtà, per ora, si chiude: Regione Lombardia, Provincia di Cremona e Co- mune di Crema. Quello sce- nario tetro che non volevamo vedere nel nostro territorio ci si è presentato in un concita- to pomeriggio elettorale tardo primaverile: con l’arrivo dei primi dati dai seggi già si re- spirava aria grama. Il verdetto è arrivato verso le 19.40: Salini Presidente della Provincia di Cremona. Giovane 36enne, sponsorizzato da Formigoni in persona, fido uomo di Comu- nione e Liberazione ha dunque battuto Torchio e il centrosini- stra provinciale nel suo com- plesso. Un centrosinistra che è apparso bolso, guidato da un PD definitivamente incapace di riempire il vuoto a sinistra. Torchio, che si è battuto come un leone, ha cercato di coprire anche questo vuoto, ma non era il suo ruolo. Il razzismo del- la Lega Nord, s’abbatte anche in Provincia, con particolare forza nella Città di Crema. Le percentuali da capogiro del Carroccio nel Nord Italia ci devono indurre ad una rifles- sione seria e approfondita, ma soprattutto all’elaborazione di una proposta politica alterna- tiva che sia all’altezza della si- tuazione. Il PDL frena, la Lega sfonda, il PD crolla, la Sinistra resta al palo. Il laboratorio poli- tico della Sinistra segna qual- che acuto importante ma non sufficiente. Tutto da buttare a mare? Sarebbe la fine della ricerca di forme nuove di “fare Sinistra”, di fungere da pungo- lo nella società e, lasciatemelo dire, per la società. La doman- da “che fare?” è in campo, con il suo carico di incertezze e disillusioni. Ma ad una conclu- sione bisogna arrivare. Il “colpa mia, colpa tua” non funziona: serve coraggio, servono scelte importanti che ci rimettono in discussione dal cuore alla punta delle dita. Altrimenti chi ci guar- da con interesse andrà altrove a cercare facili risposte. Se, come ci dicono i risultati, il bipartitismo è incrinato, esiste ancora una chance per la Sinistra: confron- tarsi per un progetto forte che in- cluda culture ed identità diverse, figlie di storie diverse, ciascuna legittima e ognuna dignitosa. La Grande Abbuffata Quando il "Gius" Andò negli USA • pagina 2 Un albergo a quattro "stalle".Il destino degli Stalloni di Crema • pagina 3 Le mani sulla Città! • pagina 4 Le mani sulla Provincia! • pagina 5 «venite ancora a trovarmi» intervista a Renato Ancorotti • pagina 6 Moni Ovadia «La Sinistra diffonda i propri Valori: alziamo la voce!» • pagina 7 Caccia e Politica Quando il parlamento calpesta l'opinione pubblica • pagina 8 Forza Panino! Apre "Feiez Sound" la sala prove dedicata a Paolo Panigada • pagina 1 0 Artshot 2009 L'estate cremasca apre con l'Arte • pagina 11 Bandiera Rozza La nostra intervista ad Anna Rozza • pagina 1 2 La Bambina Libica il nuovo libro di Nino Antonaccio. • pagina 1 4 Pergo: una vita in trasferta Sempre aperta la questione del campo di gioco • pagina 1 5 un cantiere aperto Vendola rilancia per la Sinistra unita • pagina 1 6 giugno.2009 .1

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l'informazione che mancava. il mensile di informazione e cultura

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Il cerchio si è chiusodi Attilio Galmozzi

Salini vince al primo turno e conquista la Provincia di Cre-mona. Il cerchio dell’egemo-nia politica del centrodestra nella nostra realtà, per ora, si chiude: Regione Lombardia, Provincia di Cremona e Co-mune di Crema. Quello sce-nario tetro che non volevamo vedere nel nostro territorio ci si è presentato in un concita-to pomeriggio elettorale tardo primaverile: con l’arrivo dei primi dati dai seggi già si re-spirava aria grama. Il verdetto è arrivato verso le 19.40: Salini Presidente della Provincia di Cremona. Giovane 36enne, sponsorizzato da Formigoni in persona, fido uomo di Comu-nione e Liberazione ha dunque battuto Torchio e il centrosini-stra provinciale nel suo com-plesso. Un centrosinistra che è apparso bolso, guidato da un PD definitivamente incapace di riempire il vuoto a sinistra. Torchio, che si è battuto come un leone, ha cercato di coprire anche questo vuoto, ma non era il suo ruolo. Il razzismo del-la Lega Nord, s’abbatte anche in Provincia, con particolare forza nella Città di Crema. Le percentuali da capogiro del Carroccio nel Nord Italia ci devono indurre ad una rifles-sione seria e approfondita, ma soprattutto all’elaborazione di una proposta politica alterna-tiva che sia all’altezza della si-tuazione. Il PDL frena, la Lega sfonda, il PD crolla, la Sinistra resta al palo. Il laboratorio poli-tico della Sinistra segna qual-che acuto importante ma non sufficiente. Tutto da buttare a mare? Sarebbe la fine della ricerca di forme nuove di “fare Sinistra”, di fungere da pungo-lo nella società e, lasciatemelo dire, per la società. La doman-da “che fare?” è in campo, con il suo carico di incertezze e disillusioni. Ma ad una conclu-sione bisogna arrivare. Il “colpa mia, colpa tua” non funziona: serve coraggio, servono scelte importanti che ci rimettono in discussione dal cuore alla punta delle dita. Altrimenti chi ci guar-da con interesse andrà altrove a cercare facili risposte. Se, come ci dicono i risultati, il bipartitismo è incrinato, esiste ancora una chance per la Sinistra: confron-tarsi per un progetto forte che in-cluda culture ed identità diverse, figlie di storie diverse, ciascuna legittima e ognuna dignitosa.

La Grande AbbuffataQuando il "Gius" Andò negli USA • pagina 2Un albergo a quattro "stalle".Il destino degli Stalloni di Crema • pagina 3Le mani sulla Città! • pagina 4Le mani sulla Provincia! • pagina 5«venite ancora a trovarmi» intervista a Renato Ancorotti • pagina 6

Moni Ovadia«La Sinistra diffonda i propri Valori: alziamo la voce!» • pagina 7

Caccia e PoliticaQuando il parlamento calpesta l'opinione pubblica • pagina 8

Forza Panino!Apre "Feiez Sound" la sala prove dedicata a Paolo Panigada • pagina 10

Artshot 2009L'estate cremasca apre con l'Arte • pagina 11

Bandiera RozzaLa nostra intervista ad Anna Rozza • pagina 12

La Bambina Libicail nuovo libro di Nino Antonaccio. • pagina 14

Pergo: una vita in trasfertaSempre aperta la questione del campo di gioco • pagina 15

un cantiere apertoVendola rilancia per la Sinistra unita • pagina 16

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Caro direttore, ho visto il mese scorso, sulla sua rivista, la mia automobile fotografata sulla ciclabile di via Treviglio. Mi preme dirLe che io non voto nes-sun “partitodellalibertà”, come Lei maliziosamente vorrebbe far intendere. Io non vado proprio a vota-re; e questo da molti anni.

Ho parcheggiato sulla ciclabile semplicemente perchè dovevo andare a prendere il figlio a scuo-la.

Una mamma premurosa

Cara mamma premurosa, c'è gente che parcheg-gia sulle ciclabili, sui marciapiedi e financo sulle aiuole. C'è chi lo fa per prendere il caffè, chi per prendere il giornale e chi per prendere la nonna.

L'impressione è che tutti lo facciano per prendere per il culo il codice civile e quelli che lo rispettano.

Aiuto, aiuto… i “bordiani” hanno avuto l’ardire di attaccare a testa bassa Comunione e Liberazione, o cielle, come la chiamano loro. Sacrilegio. Salini vede in Sinistra e libertà il fulcro per il Quarto Reich, il quo-tidiano Libero, bava alla bocca, porta i “compagni” (di merende magari?) cremaschi all’onore delle crona-che nazionali. Ma non è che i “bordiani” abbiano detto quello che in tanti, anche e soprattutto in ambiente cattolico, pensano dello strapotere ciellino? Non è dato saperlo, ma il sospetto che i “giussanini”, o gli abitanti della “mauritania” come dice con sarcasmo un cremasco non proprio di sinistra (Dossena docet), non stiano simpaticissimi, per usare un eufemismo, a tutto l’ambiente cattolico cremasco, e non solo, sorge. D’altronde non sarebbe la prima volta che accade.

Facciamo un po’ di controinformazione e raccontia-mo una notizia “fresca”. Nel 1965 il “buon” don Luigi Giussani fu spedito negli Usa in esilio a studiare teolo-gia protestante. Sapete chi c’era dietro questa cosa? L’allora vescovo di Crema, monsignor Franco Costa, (sempre sia lodato), che per un lustro fece pressione su papa Montini perché intervenisse a limitare lo stra-potere che GS (Gioventù studentesca, la mamma di CL) stava assumendo in diversi ambiti della chiesa.

Circostanziata la sua accusa: “GS non è un mo-vimento della Chiesa, ma di un uomo, destinato a scomparire con lui”. Per placare la polemica Montini inserì CL in Azione cattolica come movimento d’am-biente e cercò di levarsi di torno Giussani spedendolo negli Stati Uniti, ma guarda caso il pretone tornò dopo solo 5 mesi per un intervento alla cistifellea, che si

sa gli Usa sono terzo mondo a livello di strutture sanitarie, e dallo Zio

Sam non tornò mai più. Lo piaz-zarono allora ad insegnare Introduzione alla teologia alla

cattolica di Milano. Una bel-la idea no? Dare possibilità di “traviare” i giovani diret-tamente a scuola ad un

uomo che si voleva levare di mezzo.

Il buon “compagno” Franco Co-sta non la prese bene, lui che fu esponente di spicco di Azione Cattolica e collaboratore di Vittorio Bachelet al cammino post-conci-liare dell’associazione. Proseguì il suo lavo-

ro preparando un documento su GS, che nel frattempo era diventata CL.

L’etichetta che Costa appiccicò a CL fu quella di “integrismo” cioè fonda-mentalismo alla cattolica. Secondo Costa il movimento di CL aveva la pretesa che i principi religiosi do-vessero diventare al tempo stes-so modello di vita politica e fonte delle leggi dello Stato. Quanto ci aveva visto lungo quest’uomo? Per questa sua “profezia” finì eso-nerato dal Fuci, oramai CL era di-ventata davvero potente…

Per una profezia azzeccata una era Clamorosamente

cannata: la scomparsa del movimento alla scom-parsa del suo fondatore. CL non è scomparsa con

la scomparsa di Giussani.

Anche perché da al-lora di “uomini forti” in CL ne sono arrivati altri, e poi danno del nazistone Bordo, ma lo avete visto che te-nerezza che fa in giro in biciCLetta per la città…

Uno dei più rap-presentativi, secondo nel movimento solo don Julian Carron, lo conosciamo molto bene. È ovviamente don Mauro Inzoli. Si-garo alla bocca, mac-chinoni che lo portano in giro, “il prete”, come lo chiamano i suoi adepti, ha da sempre il culto della persona e della posizione ed è da sempre “personag-gio politico”, con i suoi “legami” alla Compa-gnia delle Opere e al Banco Alimentare. Eh, come si fa a la-sciare un organizza-zione che controlla 34 mila imprese e 1000 associazioni no profit come la CdO e un’altra che ha un giro economico di diver-si milioni euro come il Banco Alimentare/Farmaceutico?

La risposta pare scontata… Impos-sibile districarsi dal-la politica per CL, e adesso anche in pro-vincia è chiarissimo. Come dicono i “nazi-sti dell’Illinois” della banda Bordo: Salini è un candidato ciellino. Quanto hanno ragio-ne? Date un occhio al suo curriculum: parla da solo!!!

Nota bene, mol-to bene… Prima che scattino le conferenze stampa per smentire queste parole e per dare del boia allo scri-bacchino sottolineia-mo che le informazioni sono reperibili in rete facendo semplici e ve-loci ricerche che anche un “incompetente di si-nistra” sa fare. ■

quando il “Gius” andò negli USA (e non vi rimase)Bruno Mattei

numerozero

Direttore responsabile Manuela Antonia Della Nave

Editore LINFA scrl via Tensini, 11 • Crema

Stampa Arti grafiche cremasche divisione grafica Cartotecnica Cremasca • Crema

Progetto grafico e impaginazione, illustrazioni francescoguerini.it

Richiesta registrazione depositata presso il Tribunale di Crema in data 16/04/09

la grande abbuffataNel 1965 il “buon” don Luigi Giussani fu spedito negli Usa in esilio a studiare teologia protestante. Sapete chi c’era dietro questa cosa? L’allora vescovo di Crema, monsignor Franco Costa

posta indispostalettere a NumeroZero

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Stalloni. Cuore verde della  città.  Così  negli anni ottanta migliaia di cittadini cremaschi, co-ordinati da un comitato spontaneo,  definirono quest’area  urbana  nel chiederne la messa a di-sposizione  della  comu-nità intera, proponendo di  trasferire  l’attività  re-lativa  alla  riproduzione del cavallo in una strut-tura esterna, tipo casci-na. Erano gli anni in cui si  stavano  trasferendo le competenze, e la pro-prietà,  dallo  Stato  alla Regione Lombardia, un Ente  che  dovrebbe  es-sere più attento alle esi-genze, alle richieste che provengono dal proprio territorio.

Ma la R e g i o n e fece orec-chie da mercante. E conti-nuò a far-le anche negli anni a seguire, q u a n d o le giunte Giov inet-ti (cento per cento lega) e, in modo più deciso, le giunte Ceravolo (cen-trosinistra) cercarono di rappresentare quel-la richiesta popolare avanzando proposte per un utilizzo dell’area più adeguato ai bisogni della città.

Niente da fare. Dalla

Franco Bordo

Regione, dal Presidente Formigoni e dal consi-gliere Rossoni, ancora disinteresse e orecchie da mercante.

I colori politici locali non coincidevano con quelli regionali.

E venne il 2007, l’anno in cui i cittadini di Cre-ma decisero di fotocopiare la mappa del potere lombardo anche sulla nostra Città. Tralasciamo i commenti e rimaniamo in argomento.

Nell’anno successivo l’Assessore Beretta di-chiara che sta lavorando per restituire l’area all’utilizzo dei cremaschi. Beh, ho pensato, sarà il solito giochino politico: ora che la destra comanda in Regione come a Crema si fanno belli e portano avanti il progetto. Un po’ mi faceva girare le sca-tole, però ero fiducioso e dicevo: dove non siamo arrivati noi, per un niet! politico, arriveranno loro con “se po fà”, altrettanto politico, ma almeno Cre-ma potrà utilizzare appieno l’area Stalloni.

All’inizio di quest’anno, Beretta non parla più di riutilizzo dell’area ma di una sua “valorizzazione”. Tant’è che pochi mesi prima la Regione la inseri-sce in un elenco/delibera di aree, di proprietà re-gionali da “valorizzare”.

Si potrebbe pensare cosa c’è di male? Un ente pubblico valorizza la sua proprietà ren-dendola più consona alle sue potenzialità, in questo caso, anche con l’ausilio di soggetti privati, la apre, la met-te a disposizione della città.

E invece no! Loro per “valorizzare” intendono proprio “farne aumen-tare il valore, metterla a valore”. Business, busi-ness centre, business park, vedete un po’ voi. Cosa c’è di meglio per

fare business che cementificare un po’?

E così dentro agli Stalloni ci vogliono fare un albergo quattro stelle, sono proprio amanti degli alberghi, si vede che rendono bene… Ci vogliono fare un parcheggio di 500, si avete letto bene, po-sti auto di cui buona parte privati, in un’area tute-lata dalla Soprintendenza e senza nessun studio approfondito circa la reale necessità, dopo che tutte le aree di sosta del centro storico sono sta-te messe a pagamento. E magari metterci dentro anche il mercato!

E perché l’operazione regga da un punto di vi-sta finanziario il Comune di Crema, che secondo l’Ass. Beretta si sarebbe trovato gli Stalloni “si-stemati a gratis”, deve tirar fuori 6 milioni di euro, cedendo aree edificabili (altro cemento) di pari importo.

Ecco qual è il valore che vogliono dare a quest’area.

Palazzinari, costruttori d’alberghi con amici co-muni ciellini, stanno mettendo le mani sugli Stallo-ni, sul cuore verde della nostra città. Cosa faccia-mo per impedirlo? ■

ci vogliono fare un albergo quattro stelle, sono proprio amanti degli alberghi, si vede che rendono bene…

il Comune di Crema deve tirar fuori 6 milionidi euro cedendo aree edificabili (altro cemento) di pari importo

fotografia di Francesco Guerini

Bruno Bruttomesso, a quanto si legge, chiede scu-sa a destra e manca. Bene, bravo; gran signore.Adesso però mi aspetto che comincino a chiedere scusa quelli che l'hanno votato.

Un albergo a quattro "stalle" Stalloni, ridati alla Città o ceduti al business immobiliare?

3http://www.numerozero.info

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CL pigliatuttotransustanziazione e controindicazioniCi arrovelliamo di continuo su questo punto ma non se ne esce. Su cosa? Sul fatto che la religione, oltre ad essere un (legittimo) luogo mentale e “spi-rituale”, sia usata come strumento politico tra i più efficaci da parte di coloro che la governano.La fede, per definizione, non spiega le ragioni per cui bisogna credere: si crede e basta. E quando credi, ti fidi. E quando ti fidi fai quello che ti dicono di fare. O credi a quello che ti di-cono di credere.Ecco che si comincia a capire perchè religione e potere sono spesso andati a braccetto – a conferma si legga un qualunque passo di un qualunque serio libro di storia.Ahinoi, quando il potere politico è gerarchico allora è

simbiotico a quello religioso. Il problema è che questa condizione pesa non solo sulla storia passata, ma grava come un macigno sulla nostra contem-poraneità, in particolare nella sfortunata Italia, dove una politica senza nerbo e una religione bulimica fanno a gara ad usarsi l’un l’altro (si pensi alle uscite mistiche e alle puerili fregnacce bipartisan dell’establishment politico – e reli-gioso – sul caso Englaro).Il capolavoro in quest'ambito possiamo vantarlo noi lombardi, governati da

lustri da un patto di “transustanziazione” po-litico-religiosa fra amministrazione e ambienti di fede. Un capolavoro che attraverso la politica arriva ad occu-pare interi settori economici (altro

che religione) nei quali può operare solo chi sta dentro il "Movimento" (CL).E chi sta fuori s’arrangia. ■

colonia di finalpiaUno dei primi atti di rilievo della Giunta Brut-

tomesso è stato quello di permettere la trasfor-mazione dell’edificio, di proprietà della comunità cremasca, da casa per ferie per persone  in difficoltà o gruppi, in albergo di lus-so. L’albergo potrà essere gestito da qualsiasi sog-getto privato. Gli utili andranno a beneficio del gestore, la ICOS, che fa parte della ga-lassia ciellina.

lavori per la rete di teleriscal-damentoLa Società pubblica

chiamata a gestire il teleriscaldamento, ora

controllata da ammini-stratori di destra, non

procede più per step nel-la realizzazione dei lavori, come previsto dal prece-

dente programma. Affida direttamente,  senza  nes-sun tipo di gara ad eviden-za pubblica, lavori per oltre 15 milioni di euro. Una pro-cedura  assolutamente  non trasparente, su cui gravano pesanti ombre ed un ricorso al magistratura contabile. ■

stalloniPer  la  destra  “valorizza-

re” il cuore verde della città significa portarci dentro me-tri cubi di cemento. Vogliono farci un albergo a quattro stel-le e un parcheggio di 500 posti auto. (vedi pagina 3)

pierinaStanno mettendo

le mani sulla Pierina: la  Società  sporti-va Crema Volley, presidenza  e  pro-prietà  ciellina,  ha avanzato la propo-sta al Comune per avere  in  gestione tutta l’area, su cui intende  costruire un palazzetto del-lo  sport.  Privato, ovviamente. La domanda che ci si pone è la seguen-te: perché affida-re direttamente a questo soggetto privato, senza fare una regolare e tra-sparente gara pub-blica?

scuola privata di cielleLa  Fondazione  Charis  l’anno  scorso  ot-

tiene dalla Regione Lombardia, grazie all’interessamento  personale di  Gianni  Rossoni,  quattro 

milioni e mezzo di euro a fondo  perduto  per  co-struire una propria scuo-la,  definita  la  scuola  di cielle. La Charis è l’uni-co soggetto privato che riceve un finanziamento di tale entità in tutta la regione. L’operazione si è resa possibile grazie al fatto che il Comune di Crema,giunta Brutto-messo, rinunciando ad altri finanziamenti per gli edifici scolastici pubblici, ha indicato la priorità per questa operazione.

A me pare che Crema stia diventando un grande supermarket, dove i ciellini – e non solo loro – girano tranquillamente

riempiendo i carrelli. Senza passare dalla cassa!

le mani sulla Città!

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Con lo slogan “CIEL-LE  TI  HA  ROTTO  LE PALLE?”  coniato  dalla lista  “La Sinistra per  la Provincia”, la campagna elettorale per  le provin-ciali a Crema si è surri-scaldata.La  destra  nostrana, 

per  difendere  la  setta dall’attacco  subito  ha schierato le sue corraz-zate,  sparando,  però, grosse…  cazzate.  Chi ha osato toccare il quar-tier  generale    è  stato definito,  a  più  riprese dai berluscones e dai le-gaioli  padani, «volgare, razzista e nazista».

Una reazione spropo-sitata, direi persino ina-spettata. Come mai?

Forse perché è stato toccato un “santuario” di quelli intoccabili. Oppu-re la risposta la troviamo negli atteggiamenti, nei commenti, nella soddi-sfazione dei tanti che, leggendo il manifesto hanno voluto commen-tare positivamente que-sta iniziativa, quasi con un senso liberatorio.

«Si, magari non possiamo  fare  altro, ma almeno gridiamolo insieme  che  ci  han-no  rotto,  che  ci  stan-no  rompendo», così la signora sessanten-ne, cattolica pratican-

Franco Bordote, senz’altro moderata, che conosco da tempo si è avvicinata al banchetto elettorale de La Sinistra davanti agli Stalloni, aggiungendo: «State dicendo pubblicamente  quello  che  in  molti  pensano  o commentano nel loro privato».

Insomma in questa occasione La Sinistra ha in-terpretato un sentire comune che aveva bisogno di essere esternalizzato e socializzato. Ha fatto il suo dovere.

E quando la Sinistra fa il suo dovere, interpreta e rappresenta un opinione diffusa e popolare, e lo fa senza vergogna, senza paura, può tornare, lavoran-do con costanza su questo versante, ad essere un punto di riferimento popolare chiaro, alternativo al modello di governo locale e nazionale che oggi sta dominando.

La Sinistra, facendo il suo dovere, ha incominciato anche ad incrinare il consenso elettorale della de-stra cittadina che, per la prima volta dopo anni, a Crema è andata sotto il 50%. Un piccolo segnale, ma incoraggiante. E il nostro dovere lo dobbiamo fare anche, e soprattutto, raccontando e documen-tando alla Città e a tutto il territorio le malefatte degli amministratori pubblici comunali che stanno aiutan-do e favorendo gli affari e gli interessi di tutte quelle strutture economiche e sociali legate al “mondo di cielle”. La Sinistra va avanti nel suo lavoro di denun-

cia pubblica, senza dare del mafioso a nessuno, perché, come tutti sanno, a Crema e in Lombardia la mafia non esiste…

La Sinistra va avanti raccontando i fatti alla Città, ai suoi cittadini. E sui fatti nessuno della destra, nessun Bruttomesso, Rossoni, Beretta o Salini ha saputo o potuto replicare rispetto al merito del-le accuse a loro rivolte.

Leggete questi “focus” pubblicati qui a fianco e fatevene un’idea.

A me pare che Crema stia diventando un grande supermarket, dove i ciellini – e non solo loro – girano tranquillamente riempiendo i carrelli. Senza passare dalla cassa!

E nel carrello, tra poco, ci vogliono mettere anche la Pierina e – perchè no? – anche la Folcioni.

Ne parleremo sul prossimo numero. ■

la grande abbuffata

fotografia di Elisa Tagliati

così la signora sessantenne, cattolica praticante, senz’altro moderata, che conosco da tempo si è avvicinata al banchetto elettorale de La Sinistra davanti agli Stalloni, aggiugendo: «State dicendo pubblicamente quello che in molti pensano o commentano nel loro privato».

le mani sulla Provincia!dopo Crema anche la Provincia in mano a cielle

5http://www.numerozero.info

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ci sono persone laiche non in sintonia con CL: in Lombar-dia il Ministro Tremonti ha avviato una serie di ispezioni per chiarire alcuni aspetti amministrativi. Nel PDL c’è diversità tra laici e Cielle ma mi sembra che i primi siano stati scippati della Rivoluzione Liberale.

La verifica di maggioranza chiesta a gran voce da Mar-telli – capogruppo PDL, ndr – sarà vera oppure man-deranno qualcuno a Cremona in Giunta e tutto verrà messo a tacere?Il neo ero io: estirpato il neo probabilmente non sussiste più il problema.

Hai avuto qualche dissapore con Simone Beretta in Giunta o sbaglio?I dissapori con Beretta non gli ho avuti in Giunta ma nel Par-tito. Probabilmente non ero gradito fin dall’inizio. Quan-do un sasso nella scarpa da fastidio cerchi in tutti i modi di togliertelo, capisci? Ed è quello che hanno fatto.Comunque dissapori a parte, penso di aver operato bene con le risorse che avevo: dico solo che qualcuno, prima di dire certe cose anche pubbli-camente, do-vrebbe guar-darsi dentro.Le accuse tra colleghi di Giunta sono state scorrette. L’interlocutore era il Sindaco: a lui dovevano essere espo-ste le criticità.

Insomma: più che una questione amministrativa, la tua decisione è dettata dalla politica...Non lo nego, era la situazione politica che andava chiarita, ma ora che lascio il chiarimento è giunto.

E degli altri dissidenti che mi dici?Più che dissidenti mi sembrano dissenzienti: non ho mai concepito la democrazia come un qualcosa nel quale se dici di no ti emarginano. Uno non può essere d’accordo su tutto e tutti possono esprimersi liberamente. Se non posso più farlo me ne vado, come succede in ogni Partito.Guarda: eravamo arrivati ad un punto in cui se eri favorevole al sovrappas-so eri di destra, se eri contrario eri di Sinistra. Io guardo alle opere pubbli-che sulla base della loro utilità sociale. Die-di mandato a Beretta per trovare la mi-glior soluzione viabilistica.

Come giudichi l’esplosione di consensi della Lega? Non vorrei risponderti con parole dure [... piccola pausa con qualche sorriso]; diciamo diplomaticamente che la Lega ha vinto e il PDL ha ridotto la sua importanza e consistenza. La Lega è la vera vincitrice di queste elezioni.

Ti riconosco di essere una persona simpatica e sarca-stica: ti lascio l’onere di una battuta finale...... E come disse Nikita Chrushov dopo esser stato fatto fuori dal PCUS: comunque venite ancora a trovarmi! ■

La scelta di dimetterti dall’incarico di Assesso-re Comunale alla Cultura l’hai maturata alla luce della sconfitta elettorale e della tua scelta di non candidarti col PDL oppure era in cantiere da tempo?Era già in cantiere da tempo ma l’ho tenuta congelata per non inficiare la buona riu-scita di CremArena: avevo solo 60 mila euro mentre gli spettacoli costano molto di più. Dovevo organizzarmi per non lasciare il cerino in mano a chi mi avrebbe sosti-tuito. Col sindaco ne avevo già parlato: c’era uno stato di malessere da tempo. Non c’è mai stata grande sintonia con la giunta, fin dal princi-pio di questa esperienza e quindi ho deciso di lasciare. Anche se avessi preso 300 voti in più alle Provinciali mi avrebbero comunque chie-sto le dimissioni. Non po-tevano sbarrarmi la strada all’inizio dopo le numerose preferenze prese nel 2007, ma fin da subito ho percepito di essere ospite sgradito. In ogni caso auguro al Sindaco e alla Giunta buon lavoro.

Lo strapotere di Cielle ha influito sulla tua scelta?Sì, non  sono  mai  stato gradito a Cielle. Non ho nulla contro di loro, sia chia-ro: sono una componente del PDL ma non possono essere il PDL. Personal-mente credo che il dibatti-to sul potere temporale e quello spirituale discusso da secoli sia ancora attuale. Sono cattolico ma dico che business e religione sono incompatibili.Devo però dire che nel PDL

Non c’è mai stata grande sintonia con la giunta, fin dal principio di questa esperienza

Lega ha vinto e il PDL ha ridotto la sua importanza e consistenza.

Quando un sasso nella scarpa da fastidio cerchi in tutti i modi di togliertelo

Salini conquista la poltro-na di Presidente della Pro-vincia e a Crema qualche “testa”  inizia  a  rotolare. Parliamo delle  dimissioni da  Assessore  alla  Cultu-ra di Renato Ancorotti; imprenditore  nel  campo della cosmesi, da sempre laico  di  destra,  non  ha mai  nascosto  di  essere un uomo “senza peli sulla lingua”.Ha  dichiarato  pubblica-mente  a  più  riprese  di essere  ospite  sgradito  in giunta,  uomo  libero  che alla nomenclatura del PDL e  dei  suoi  alleati  proprio non è andato giù.Già  dalle  Amministrative del  2007  il  suo  nome  è stato  accostato  a  mal  di pancia  da  parte  di  qual-cuno:  Agazzi,  Presidente del  Consiglio  Comunale nonché novello Consiglie-re Provinciale ha più volte sbattuto i pugni sul tavo-lo per ottenere il posto di Assessore  alla  Cultura, dovendosi  “accontenta-re”,  visto  l’ingombrante collega, di ricoprire quello di  Presidente  dell’assise cittadina.

la grande abbuffata

di Attilio Galmozzi

Sono cattolico ma dico che business e religione sono incompatibili

La Lega è la vera vincitrice di queste elezioni

Venite ancora a trovarmi...Intervista a Renato Ancorotti

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È stato un Moni Ovadia frizzante,  capace di  con-quistare il pubblico, ironi-co, in alcuni momenti per-sino critico nei  confronti della stessa Sinistra. Arri-vato con un’ora di ritardo giustificato da un appun-tamento elettorale prece-dente a quello di Pianen-go a sostegno della  lista “Sinistra per la Provincia” e del candidato del col-legio  Alex  Corlazzoli,  si è  subito  fatto  perdonare intervenendo con un di-scorso  appassionante di  oltre un’ora. Sessanta minuti che sono trascorsi rapidamente  visto  l’inte-ressante monologo mes-so  “in  scena”  dall’attore ebreo.

Accolto da Corlazzoli e da un numeroso pub-blico, Ovadia non si è risparmiato tra aneddo-ti e storie ebraiche, ac-centuando la sua verve quando ha toccato i temi del razzismo, della sicurezza. «Dobbiamo imparare a rispondere all’avversario  alzando la  voce.  Perché  noi sappiamo  di  avere  i valori a differenza loro. Se dovessi andare io da Vespa porterei venti persone tra truccatori, cameraman e decide-rei io quando inqua-drare gli ospiti, quando suonare il campanello della porta. Oggi è una campagna elettorale dove bisogna imparare a comunicare».

Ovadia ha chiesto al “popolo della Sinistra” di essere più allegro, di sorridere, di schernire gli avversari. Ha attac-cato il qualunquismo della gente del Cen-tro Destra, ha parlato della necessità di fare una lotta che sappia passare il testimone alle generazioni future. Non ha risparmiato gli amici Ferreriani: «Il loro linguaggio non è più quello della gente no-nostante pure io venga dall’epoca Berlinguer. Ma non c’è più. Non è più possibile». Pesanti le critiche nei confronti del Partito Democrati-co e di Walter Veltroni. Elogi a Vendola, nono-stante un viso troppo triste sui cartelloni elet-torali secondo Ovadia. L’attore milanese si è soffermato anche sul tema dell’economia. Si è infervorato par-lando di razzismo. Ma anche un richiamo alla responsabilità che in ebraico etimologica-mente significa “anda-re verso l’altro”.

Alle 23.30 ha sa-lutato il pubblico con tre poesie greche. Ma prima di ripartire per Milano si è intrattenuto a parlare con il pubbli-co presente, senza ri-sparmiare fotografie e dispensando un’ultima pillola di saggezza or-mai in macchina. ■

Moni Ovadia a PianengoL'esortazione al popolo della Sinistra: «Alziamo la voce!»

7http://www.numerozero.info

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Il nuovo disegno di leg-ge sulla caccia, del Sena-tore Franco Orsi (PDL), è una lista di orrori che non ha  fine. Dal  senato  della Repubblica è partito uno dei più feroci attacchi alla natura, agli animali selva-tici, alla nostra sicurezza, ai Parchi.

La liberalizzazione della caccia nella nuova proposta di legge fa a pezzi l’unica legge esi-stente in materia vena-toria la 157/92. Contro questa proposta sono già insorte tutte le orga-nizzazioni ambientaliste ed animaliste e anche le organizzazioni venato-rie e del mondo agricolo non sembrano schierate a favore, anche se per ra-gioni diverse, della nuova proposta.

Il testo di legge presen-tato in data 11 febbraio 2009 in commissione ambiente del senato è un testo antistorico e antieu-ropeo che propone una caccia senza limiti e so-prattutto senza controlli, messo a punto dal Sen. Orsi e che raccoglie una dozzina di altri testi pro-venienti da parlamentari della destra, della PDL e della Lega, che prevede l’uso degli animali come zimbelli, la riduzione dei parchi, delle riserve na-turali, la caccia aperta in ogni stagione dell’an-no anche in presenza di neve, e l’abbattimento di animali protetti.

La lista delle assurdità però è lunghissima a partire dal permesso di sparare a 16 anni, all’uso senza limiti di richiami vivi, alla liberalizzazione di sterminare orsi, lupi, cervi, cani e gatti vaganti, fino alla possibilità di cacciare molte specie lungo le rotte migratorie.

Saranno cancellate associazioni prestigiose come il club alpino italiano CAI e l’ente protezione animali ENPA, dal Comitato Tecnico Nazionale oggi presenti nella Lg.157/92.

E saranno punite le Regioni che proteggono oltre il 30% del proprio territorio. Ridotta la vigilanza, le guardie zoofile e venatorie non potranno più avere compiti di controllo. Se volevamo una ulteriore prova di quanto i governi di centrodestra siano contro l’am-biente eccola!

Fortunatamente molti cittadini, giovani e meno giovani, uomini e soprattutto donne, si sono mobili-tati contro questo DDL, su facebook e su molti blog, si stanno raccogliendo decine di miglia di commen-ti contro l’idiozia di questa proposta che ci riporta al medioevo.

Anche il più recente sondaggio (fonte Eurisko del 2005) ha evidenziato che oltre il 74% degli italiani è contrario alla caccia, il 10% indifferente e solo il 15 % a favore.

Poco si è fatto politicamente, per far conoscere me-glio e di più l’inciviltà racchiusa in questo DDL anche se le prese di posizione “contro”, la sinistra, le ha già espresse.

Il livello nazionale, locale ed istituzionale però, an-cora non si è mosso, la Provincia, ad esempio, po-trebbe con il proprio settore Caccia & Pesca, con la partecipazione nei Parchi Regionali, gli ambiti territo-riali di caccia, le guardie venatorie e la commissione ambiente, prendere coscienza di quanto sta per es-sere proposto e fornire il loro punto di vista, formaliz-zando presso il governo e la una decisa contrarietà a tutto ciò.

Piccoli segnali di stop agli attacchi della lobby ve-natoria e degli armaioli stanno fortunatamente ar-rivando, grazie all’impegno profuso anche in sede europea dove alcuni europarlamentari di sinistra e libertà, hanno inviato un appello urgente al commis-sario europeo Stravos Dimas per segnalare il rischio di un completo stravolgimento degli obiettivi previsti dalla Direttiva uccelli di cui la legge 157/92 è la tra-sposizione.Soddisfazione anche per la bocciatura da parte 

della Camera dell’emendamento che avrebbe vo-luto liberalizzare la stagione venatoria aprendo la caccia per tutto l’anno.

Il 23 aprile scorso la commissione agricoltura della Camera ha respinto l’emendamento introdotto da al-cuni esponenti della maggioranza durante il passag-gio del testo al Senato che modificava l’art. 16 com-

Nazione cacciatori / km² cacciatori (n°) Superficie (km²)Italia 2,5 750.000 301000Olanda 0,6 26.500 42000Belgio 0,64 20000 31000Germania 0,95 340000 357000Lussemburgo 0,66 2000 3000Francia 2 1313000 643000Spagna 1,9 980000 501000

Aggiornamento 2007 (source CIA world factbook)

ma 3 della legge 157/92 cancellando di fatto le date d’inizio e fine della stagione venatoria.

La notizia di scampato pericolo non ci deve far dimenticare che il nostro paese è già stato condan-nato dalla Corte europea di giustizia, ragion per cui la legge è attualmente in corso di revisione, che tut-tora la Commissione ha delle procedure d’infrazioni aperte con l’Italia in merito ai regolamenti regionali che derogano ai periodi di cac-cia, e che numerose sono le Regioni che continuano ad approvare regolamenti venatori in contrasto con la Direttiva uccelli.

Bisognerà continuare ad essere vigilanti in nome del rispetto delle regole europee e della tutela della fauna selvatica italiana a fronte dei continui tentativi della lobby delle doppiette, espressione di una parte minoritaria dei cittadini, di aprire ad una caccia indi-scriminata.

L’appello però, è quello che nonostante qualche timido segnale di avversità il DDL Orsi è tuttora pre-sente nell’ordine del giorno di questo governo e che le lobby interessate alla sua approvazione stanno fa-cendo un pressing spietato sui commissari di governo, affinché la commissione preposta dia semaforo ver-de all’approvazione della legge: siamo ancora in tempo, mobilitiamoci e dif-fondiamo in massa queste informazione, prima di ve-dere impagliato anche l’ulti-mo animaletto e trasforma-ti in poligoni di tiro le nostre campagne: fermiamoli! ■

Nazione n° uccelli migratori uccisi/anno

Italia 150 milioniFrancia 80 milioniSpagna 50 milioniDanimarca 1milione

Fonte: Gaia Italia

fotografie di it1315922 e apesara, da flickr.com

ambienteAnche il più recente sondaggio (fonte Eurisko del 2005) ha evidenziato che oltre il 74% degli italiani è contrario alla caccia, il 10% indifferente e solo il 15 % a favore

caccia all'Orsi la proposta di legge sulla liberalizzazione della cacciaAlvaro Dellera

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Come hanno risposto gli italiani all’autorizzazione alla caccia di altre specie attual-mente non cacciabili?(Sondaggio Ipsos 11 marzo 2009. La Repubblica)

FAVOREVOLIDOMANDA:Siete favorevoli a:

Media italiana

PDL + Lega

PD + IdV Altri partiti

Non risponde

autorizzare la caccia ad altre specie attualmente non cacciabili?

7% 5% 7% 16% 5%

autorizzare la caccia agli uccelli migratori?

6% 3% 6% 8% 5%

rilasciare licenze per cacciare ai giovani di 16 anni?

6% 5% 7% 4% 5%

Quante sono le vittime della caccia in Italia abbattute dal fuoco “amico”?DATI DAL 1 SETTEMBRE 2008 AL 31 GENNAIO 2009(Periodo corrispondente alla stagione venatoria)

VITTIME DA ARMI DA CACCIA

cacciatori gente comune

totale vittime

morti 25 17 42feriti 67 27 94totale vittime (morti e feriti) 92 44 136di cui, in ambito venatoriomorti 22 3 25feriti 65 13 78totale vittime (morti e feriti) 87 16 103in ambito extra venatoriomorti 2 14 16feriti 3 14 17totale vittime (morti e feriti) 5 28 33

Fonte: Associazione Vittime della Caccia - [email protected]

Quanti sono i cacciatori in Italia?Nel 2006 il numero dei cacciatori in Italia era di 765.404 unità: 271.904 nel Nord, 255.766 nel Centro, 237.734 nel Mezzogiorno. Nel 2009 i cacciatori sono circa 700.000.

Cosa pensano gli italiani della caccia?(Indagine Eurisko)Otto italiani su dieci vogliono abolire la caccia, contro le doppiette soprattutto le donne e i giovani sotto i 25 anni. A  favore  soltanto  il  5,9%. Assolutamente contra-ri alla caccia quasi otto italiani su dieci che si oppongono strenuamente anche a ogni ipotesi di liberalizzazione del settore venatorio. Lo zoccolo duro del popolo anti-doppiette sono le donne, in special modo le casalinghe, seguite dai giovani, soprattutto gli under 25, particolarmente sensibili all’ambiente e determinati a difendere a spada tratta la natu-ra. Ecco l’Italia anti-caccia così come è stata fotografata da un sondaggio commissionato a Eurisko. Contraria alle doppiette è il 74,1% della popolazione, favorevole un esiguo 15,2%. Molto favorevole uno sparuto 5,9%; quest’ultimo baluardo della caccia si compone, per lo più, da cacciatori e individui che rappresentano l’indotto (ex-dop-piette, familiari, simpatizzanti, chiunque abbia interessi eco-nomici al riguardo). A osteggiare un’ulteriore liberalizzazione del settore venatorio è l’82,5% del campione, d’accordo solo il 9,8%. I più convinti della liberalizzazione rappresentano il 4,3%. Tra coloro che sono contrari alla caccia il 76% sono donne, il 78% sono laureati, l’83% sono dirigenti o liberi professionisti. Alla domanda se andrebbero a votare in caso di un referendum l’ 81% ha risposto si, il 14% no, e il 5% che non sa.

I numero dei cacciatori cresce o diminuisce?I cacciatori calano con una continuità impressionante:nel 1980: 1.701.853, nel 1990: 1.446.935, nel 2000: 801.835, nel 2006: 765.404, nel 2009 circa 700.000 dal 1980 al 2006 hanno subito un calo vertiginoso di 936.44 unità. Quasi un milione in meno.

Quanti sono gli animali uccisi durante la stagione ve-natoria?In Italia con una popolazione di 58.000.000 abitanti si massacrano 150.000.000 di animali, negli Stati Uniti, con una popolazione di 299.000.000 di abitanti se ne uccidono 134.000.000.

E il referendum sulla caccia?Un punto di riferimento è il referendum del 1990. Nel 1990: gli italiani aventi diritto al voto erano 49.000.000, se non erro, per raggiungere il quorum erano necessari 24.033.209 vo-tanti. Il quorum non fu raggiunto per la mancanza del 7,7 % dei voti. Evitiamo riflessioni sul non raggiungimento del “quorum” per non spargere sale su ferite ancora aperte. Lo sappiamo: il 23% degli italiani non votano per protesta, il 44,4% per apatia. Inoltre nel 1990 esisteva ancora un esercito di elettori defunti o irreperibili nelle liste “Aire”: circa 1.200.000 persone.(...) Analizziamo il voto del 1990, e cer-chiamo di interpretare le cifre:il 43,3% degli aventi diritto al voto votarono per il referendum (21.070.000). Di questo 43,3% il 92,3% si espresse contro la caccia (19.447.610). Il 7,7% si espresse a favore della caccia (1.622.390). Se ne deduce che circa 19.447.610 italiani erano potenzialmente contro la caccia.Non è difficile intuire che chiudere i terreni privati ai cacciatori equivaleva ad una specie di morte venatoria.Nel 1990 i cacciatori erano 1.446.935 ora sono meno della metà.Se ne deduce che il sentimento degli italiani verso la cac-cia ha raggiunto livelli di negatività abissale. Conclusione: i partiti li difendono e li corteggiano. Perché?

Conclusione.Domanda da un milione di dollari ai politici. Considerando che:

otto italiani su dieci » vogliono abolire la caccia;che » contraria alla caccia è  il  74,1% della popolazione e favorevole è un esiguo 15,2%; che » i vegetariani (...) crescono esponenzialmente e sono diventati nel 2006 sei mi-lioni, il 10,4% della popolazione secondo l’eurispes, mentre i cacciatori sono calati dal 1980 al 2009 di quasi un milione di unità;che » il numero degli italiani contrari ai cambiamenti effettuati dal governo berlusco-ni riguardo la nuova legislazione sulla caccia sono l’88% della popolazione;considerando quello che sta accadendo nel mondo riguardo la » devastazione del piane-ta e il massacro delle specie;

Perché sostenete sempre i cacciatori e ignorate la massa di persone che hanno a cuore il problema della sofferenza del non umano che non vi votano perché consi-derano il sostegno politico alla caccia e alla vivisezione offensivo? È strategicamen-te intelligente perdere tutti questi voti? È etico? È giusto? Perchè lo fate? ■

Paolo Ricci

Pubblichiamo un estratto da un dossier, redatto da Paolo Ricci, che nasce in  risposta alla  recente proposta di  legge Orsi per  la  liberalizzazione della caccia.

Il dossier, molto più ampio, mette in evidenza il contrasto netto fra le politiche recenti  rispetto alle  tendenze sociali. Purtroppo per motivi di spazio sono omesse ampie parti del dossier che può essere scaricato integralmente da www.ahimsa.it

Paolo Ricci è uno scrittore e artista italiano residente in Gran Bretagna, nel Devon. Attivista politico da decenni, ha fondato le sezioni del PCI di Londra ed Amsterdam. Il suo impegno recente è diretto alla costruzione di una struttura politica di difesa dei diritti degli animali.

scarica il dossier completo da http://www.ahimsa.it

perchè 700mila cacciatori contano più di milioni di italiani?dossier sulla caccia

9http://www.numerozero.info

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La sala prove di Crema ha per nome uno dei mille nomi di Paolo Panigada ma  parla  sempre  della sua  musica.  L’Associa-zione a lui intitolata ha fi-nalmente raggiunto il suo obiettivo: la sala è aperta, funzionante,  con  un’otti-ma  strumentazione  a  di-sposizione.

MERCOLEDì - GIOVEDì – VENERDìdalle 17.00 alle 23.00SABATO e DOMENICAdalle 15.00 alle 21.00

Informati e prenota al 345.6043580durante gli orari di apertura

La Sala Prove Feiez Soundè in Vicolo Rino a Crema (CR)

È possibile sostenere l’Associazione Pao-lo Panigada anche attraverso la donazione del 5x1000.Il codice fiscale è: 01202660195

È stato difficile e co-stoso in termini di tempo, energie e denaro ma con l’apporto fondamenta-le delle Amministrazio-ni comunali, che hanno dedicato alcuni locali all’interno della Cittadella della Cultura e con l’aiuto di tante persone, asso-ciazioni e attività, la gio-ventù cremasca ora ha uno spazio per fare musi-ca (ma anche gli anziani stranieri, naturalmente).

È uno spazio pubblico che  l’Associazione  Pa-olo  Panigada  gestisce senza  scopo  di  lucro, con l’unica ambizione di

mantenere vivo e vitale il servizio per la città.

La strada però è anco-ra lunga, ci sono nuove sale da allestire al piano di sopra e nuove idee che verranno alla luce col tempo (la possibilità di registrare; una discoteca da consultare, seminari da frequentare…).

Servono ancora te-ste, mani, soldi e nuovi entusiasmi: le iniziative che hanno visto in questi anni protagonista l’As-sociazione con concerti, spettacoli, premi, conti-nueranno. Inoltre, per so-stenere il progetto, chie-diamo agli utenti della

Sala e a chiunque fosse interessato di associarsi (le quote annuali vanno da 8 euro a più infinito...).

Nel frattempo lavoria-mo con l’Assessorato alle Politiche Giovanili che fa-vorirà in futuro l’accesso con particolari conven-zioni.

Tom Waits ha detto che le canzoni esistono già, ti volano intorno come far-falle bellissime e a te non resta che afferrarle. È così che ci piace immagi-nare FEIEZ SOUND: un posto pieno di farfalle che diventano musica.

Insomma: veniteci a trovare! ■

musica e spettacolo

è nata la Feiez Sound!attiva la sala prove che la città attendeva da anni

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maggiori informazioni e programma della manifestazione su:• www.myspace.com/artshotcrema• www.consultagiovanicrema.it/

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Dal 2004 a Crema l’estate apre con Artshot, l’iniziativa della Consulta dei  Giovani  che  accen-de la città di iniziative che  coinvolgono  tutte  le forme  d’espressione  ar-tistica.  La  rassegna  oc-cuperà l’ultima settimana di primavera, dal 13 al 21 giugno.

Nel corso degli anni la manifestazione si è irro-bustita e ha raggiunto un livello degno di nota sia per selezione delle ope-re e degli spettacoli, sia per la qualità degli alle-stimenti che dallo scorso anno occupano anche

l’utile cittadella della cultura. A conferma della solidi-tà della rassegna, riconosciuta ormai anche fuori dal territorio cremasco, Artshot è stata selezionata per ospitare alcuni eventi del progetto 7Note, promosso dalla Provincia di Cremona con la collaborazione di altri enti tra cui il Comune di Crema. 7Note nasce come occasione di lancio, di sperimentazione e di partecipazione per gli ambienti giovanili dell’arte ed è strutturata in workshop in cui collaborano musici-sti ed artisti visivi, sotto la guida di due curatori, con l’obiettivo di realizzare un evento multidisciplinare di interazione artistica fra l’ambito sonoro e quello visi-vo, plastico, performativo e teatrale.

Il progetto, di sicuro interesse, trova nell’ambiente di Artshot il suo habitat ideale, grazie all’innata plu-ralità degli eventi e si esibirà in tre spettacoli in una location dedicata e allestita per l’occasione dall’Asso-ciazione Culturale Tazebau, il referente cremasco del progetto. Le esibizioni coinvolgeranno gli ambiti della musica, nelle sue diverse coniugazioni linguistiche, la pittura, l’installazione e il teatro. ■

alla rassegna organizzata dalla Consulta dei Giovani di Crema, partecipano Alice nella Città, Amenic, Laboratorio La Soffitta e Tazebau.Tra le novità di quest'anno la parceipazione del progetto 7note della Provincia di Cremona

L'estate apre con Artshot in calendario una settimana di spettacoli e partecipazioni 

11http://www.numerozero.info

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Francesco Guerini scatta tutte le foto possibili nella casa di Anna Rozza. Alle pareti sono appesi i quadri degli amici pittori ma anche una serigrafia di Guttuso che la padrona di casa mostra con giusto compiaci-mento. A me, invece, piacciono di più gli immancabili poster del Che, le locandine teatrali di Franca Rame e Dario Fo e un manifesto del Faust a Crema, anni ‘70, Piazza delle Erbe, regia di Angelo Dossena (un giorno o l’altro glielo rubo, ora so come si arriva a casa sua).La casa di Anna ha molte porte. Mentre mi chiedo 

se siano valvole in uscita piuttosto che in entrata, lei ci racconta del senso di soffocamento provato, negli ul-timi tempi trascorsi in Rifondazione Comunista. Anna ha appena cambiato partito (oggidì i politici usano i partiti come gli armadi quattro stagioni le massaie di un tempo). Anche la politica ha bisogno di porte. In entrata e in uscita.Appena  prima  di  accomodarci  per  l’intervista,  ci 

racconta il suo gusto particolare per l’abbigliamento: «Io non porto scarpe, mai avuto tailleur. Solo una volta ho indossato una gonna aderente, con spacchi ver-tiginosi. L'ho fatto perché mia figlia mi diceva: ma tu perché non mi accompagni a scuola vestita come le altre mamme?».Anche Gloria, come tutti noi, sperava in un mondo 

migliore. O almeno in un abbigliamento diverso.

MOLASCHI • ascolta questo elenco di onorevoli soubrette televisive: Gabriella Carlucci, Daniela Santanchè, Mara Carfagna, Alessandra Mussolini,Irene Pivetti, Iva Zanicchi.ROZZA • ho ascoltato. E allora?MOLASCHI • quando sento parlare di quote rosa mi girano le palle. Tu che rea-zione hai?ROZZA • ne prendo in prestito un paio affidabili, da un amico di sinistra, e me le faccio girare anch’io.MOLASCHI • molto spiritosa, ma, facezie a parte, non trovi che invece di parlare di quote rosa e ricambi generazionali obbligati sia meglio che la gente possa vota-re semplicemente chi ha passione e onestà, siano essi donne, uomini o ragazzi?ROZZA • Credo anch’io che debba essere così e credo anche che le donne ven-gano usate, quando non strumentalizzate.MOLASCHI • a proposito di donne. Quando questo giornale venne concepito, la madre era Rifondazione Comunista. Quando è nato, la partoriente era diventata Sinistra e Libertà. Che tipo di fecondazione è questa: in vitro, assistita o altro?ROZZA • altro: un O.G.M.MOLASCHI • ma tu non avresti dovuto dimetterti da assessore provinciale, per correttezza, non appena lasciata Rifondazione?ROZZA • custodisco una lettera, mai inviata ai compagni di Rifondazione. Ogni tanto la rileggo e somiglia, solo nel titolo naturalmente, a “Lettera ad un bambino mai nato” (un libro di Oriana Fallaci, ndr.) e penso a Rifondazione, dopo Chian-ciano (Fiuggi, Chianciano e altre amene località sono tutti luoghi dove si fanno e si disfano partiti come si giocasse col Lego, ndr.) come ad un partito chiuso in un involucro senza vie di fuga.MOLASCHI • molto romantico, ma questo che c’entra? Tu sei stata eletta come rappresentante di R.C. . A proposito, sei stata nominata a furor di popolo o scelta dal partito?ROZZA • no, no, io non ho manco avuto preferenze a sufficienza. Io sono stata chiamata da Torchio alle otto di sera e ho avuto dieci minuti di tempo per decidere se accettavo l’incarico in Provincia.MOLASCHI • chissà quanto dev’essere stata sofferta la decisione.ROZZA • Ho parlato con Gloria, mia figlia, poi ho deciso.MOLASCHI • non mi hai ancora spiegato perché non ti sei dimessa una volta cambiata gabbana.ROZZA • ma io mica son diventata democristiana! Io ho condiviso, approvato e lavorato su un progetto politico che è rimasto lo stesso!MOLASCHI • leggo sul tuo onnicomprensivo biglietto da visita che sei stata anche assessore all’integrazione sociale. In pratica ti sei occupata di extracomunitari?ROZZA • a dispetto di troppi, si.MOLASCHI • te lo chiedo perché mi risulta che in alcuni paesi del cremasco am-massino ogni sera le biciclette rubate e sgozzino capretti vivi nelle loro case avute gratis e dove non si peritano di pagare alcuna bolletta. È la traversata dolorosa che han fatto per venire in Italia che li ha resi adusi a tutto e refrattari a qualsiasi regola?

l'intervista

guarda, torva, la pipa. non le piace il fumo senza l'arrosto

con Giorgio Bettinelli

con la sorella

col fratello

Giancarlo Molaschi

bandiera Rozzala donna senza confini

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ROZZA • puoi completare la domanda aggiungen-do che sono arrivati in luoghi dove già prima di loro, erano in molti refrattari ad ogni regola. E pensa che al massimo avevano traversato il Po sulla Stradivari, oppure gli Oceani sulle navi Costa Crociere; oltre ad essere adusi, a loro volta, a non pagare le tasse.MOLASCHI • domanda completata, ma tu sei “benal-trista” nelle risposte.ROZZA • questa è la risposta che merita uno che fa queste domande!MOLASCHI • ti risulta che in alcuni Istituti scolastici professionali di Crema le bidelle non escano volentie-ri dal loro gabbiotto per paura di una coltellata, even-tualmente inferta da figli di extracomunitari che non riconoscono alle donne (insegnanti comprese) alcuna autorità? Ti si può considerare in qualche modo cor-responsabile di queste situazioni limite?ROZZA • certo. Soprattutto se si tratta della trama di un film diretto da Borghezio, io lì sarei responsabile di vendere ai ragazzi stranieri, coltelli corredati di istru-zioni per l’uso.MOLASCHI • è tutto molto simpatico, però comincio a capire perché perdiamo sempre le elezioni. Mettia-mola così: sul piano dell’integrazione c’è ancora mol-to da fare. Sei d’accordo?ROZZA • di sicuro l’autorità femminile è poco ricono-sciuta a partire dagli uomini italiani, studenti e non.MOLASCHI • c’è sempre ben altro per te, questo s’è capito, ma io sto facendo domande relative agli extracomunitari.ROZZA • queste sono persone che si portano appres-so il loro bagaglio di tradizioni, oltre a tutto il resto. Ci sono emigranti stranieri portatori di una cultura dove l’intreccio tra politica e religione ha un’importanza fondamentale.MOLASCHI • spaventoso.ROZZA • ma è così! E ci sono migranti che non han-no ancora raggiunto la capacità di mediare. Giovani compresi. E per quanto ti sembri fuori argomento, an-che molti adolescenti italiani sono nello stato di chi non sa ancora mediare. Ci vuole da tutte le parti la volontà di integrazione fra diverse culture.MOLASCHI • tu sei buonista?ROZZA • no, e non sono neanche particolarmente buona. Né con gli italiani, né con gli stranieri. Cerco di essere giusta e continuo a dire che non abbiamo bisogno di cittadini buoni, ma di buoni cittadini.MOLASCHI • Tu sei stata più volte in Palestina o co-munque sui luoghi del conflitto arabo-israeliano. Im-magino i passi avanti nel processo di pace del medio-oriente.ROZZA • infatti, appena dopo l’ultima missione, Israe-le ha invaso Gaza! A parte l’ironia, esserci serve per capire per poi tornare ed impegnarsi a diffondere ciò che si è compreso, visto e ascoltato. Tutto ciò aiuta la gente che incontri a costruirsi opinioni proprie su questo conflitto eterno. Dovremmo andarci in molti, servirebbe a renderci meno schiavi dell’informazione di regime.MOLASCHI • è presumibile pensare che tu non vada al cinema se non proiettano come minimo un film ar-meno o pakistano. Insomma più Bollywood che Hol-lywood. O no?ROZZA • comincia a presumere che io non vada più al cinema, è più vicino alla realtà. Se ne avessi il tempo, riprenderei i vecchi, interminabili colloqui sul cinema con Massimo Lori e andrei a vedere tutti i films che lui mi consiglia.MOLASCHI • il tuo errore più grave.ROZZA • non ho una graduatoria. So che il mio com-portamento in generale, è un errore: vivo senza pre-occuparmi di proteggermi le spalle; è lì che si affon-dano i coltelli. Ora, ad esempio, ne sto commettendo uno: cedo all’ironia delle tue domande, perché è il mio luogo naturale, ma so già che questo comportamento avrà un piccolo prezzo.MOLASCHI • la domanda che non ti ho fatto.ROZZA • quella che avrebbe potuto rivelare che sono una persona seria e compresa nel proprio ruolo. Sa-rebbe stata inutile: io sono una persona seria e molto rispettosa del mio ruolo ■

foto di Francesco Guerini

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Nino Antonaccio La bambina libica il Simposio delle Muse edizioni, 2009, Crema

cultura

Cosa  unisce  Jesolo  a Bengasi,  la  Libia  a  Ca-pergnanica,  la  colonia di  Finalpia  alla  seconda guerra mondiale, Crema a Italo Balbo (“Andate a far la guerra a Tripoli, nel cie-lo vanno i cori dei soldati. Ma ho scritto già una let-tera al governatore della Libia”,  cantava  Battiato). Fin dove arriva la realtà e dove inizia l’invenzione nella storia della famiglia Zanatta?Basterebbe  chiederlo 

all’autore de “La bambina libica”, il romanzo di cui stiamo parlando,  tanto è facile incontrarlo in città. Si chiama Nino Antonac-cio, fa il professore, e per hobby lo storico ed il ro-manziere.

Il suo secondo libro l’ha presentato davanti ad una cinquantina di persone presso la libreria Il simpo-sio delle Muse, che con questo libro si butta anche nell’avventura di essere libreria editrice, in una serata di ricordi e letture, con gli stralci del libro ottimamente interpretati dalla voce di Ambra Azzoni.

La bella foto virata seppia di una bambina con cap-pellino spicca sulla copertina che racchiude le 200 pagine che raccontano la vita di Linda Zanatta. Figlia di un contadino di Jesolo partito con tutta la famiglia per la Libia. inseguendo il sogno “inventato” dal terzo uomo forte del nascente fascismo. Quell’Italo Balbo cacciato in esilio dal Duce che si era inventato la Li-bia, fondendo Tripolitania e Cirenaica, e aveva irretito i fittavoli italiani col sogno di terra e casa. E allora via, si parte. Sulle ali del sogno. Quando gli echi della guerra ancora non si sentono. Tra viaggi in nave e approccio alla nuova vita. Ma il precipitare è dietro l’angolo.

L’occhio asciutto dell’autore che narra in maniera “professorale” come se tutti i lettori fossero la sua personale classe a cui spiegare la lezione del giorno, segue le vicissitudini della piccola Linda, che intanto cresce e diventa una donna. Spaventata eppur sicu-ra. Sbatacchiata in luoghi che a Crema conosciamo bene. Quanto ci sia di vero nel romanzo di Antonaccio, forse, lo capiamo nella paginetta dei ringraziamenti che se ne sta nascosta sul fondo. Una Linda esiste. Si chiama Linda Susigan, vive a Settala e ha vissuto questa storia, si legge, insieme a 13 mila bambini. “I frammenti dei suoi ricordi sono incastonati nella tra-ma del romanzo”. Ma rimaniamo nel dubbio. Non ci importa scoprire fin dove realtà e fiction si spingono. Ci importa sapere se la formazione di Linda la por-terà a reincontrare la sua famiglia o meno. E intanto viaggiamo con lei sul ritmo serrato del racconto che spesso si apre a descrizioni puntuali di luoghi che ci pareva di conoscere ma che nelle pagine di Antonac-cio impariamo a reinterpretare.

Costa 14 euro, è di un autore cremasco. È edito da una libreria cremasca e racconta una storia cre-masca. Ci sembrano ottimi motivi per acquistarlo… e leggerlo.

La Bambina Libica il nuovo libro di Nino Antonaccio

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Archiviata  la  prima stagione  in Lega Pro Prima  Divisione  (la vecchia  Serie  C\1), quella  che ha visto  il ritorno del derby con la  Cremonese  dopo ventinove lunghi anni, in casa del Pergocre-ma, la prima squadra calcistica  cittadina, tiene banco una que-stione  annosa  e  mai risolta:  l’assegnazio-ne delle strutture per gli  allenamenti  setti-manali e relativa ge-stione.

Anche quest’anno, infatti, la squadra gial-loblu è stata costret-ta a fare la spola tra Crema e Cenate Sot-to, nella profonda pro-vincia orobica, dove sorge un funzionale centro sportivo pri-vato che fa capo alla dirigenza di viale De Gasperi.

Per il presidente Stefano Bergamel-li, costruttore edile bergamasco, look e spirito da rocker, di-sponibilità finanziaria di assoluto rilievo per la categoria, le prime grane sono comincia-te all’inizio dell’ultima stagione, quando l’amministrazione co-munale ha assegnato il manto del “Voltini” anche ai “cugini” del Crema (campiona-to dilettantistico di Promozione) per le partite casalinghe e trovato spazi con il contagocce per l’uti-lizzo del Polisportivo “Bortolotti” di Santa Maria della Croce, dove il Pergocrema è riuscito a svolgere alcuni allenamenti e rifiniture, ma dove si allenano e giocano decine di squadre di-lettantistiche, giovani-li e non.

Il “tira e molla” tra il Pergocrema e l’ammi-nistrazione comunale risale già alla fine del-lo scorso campionato quando, ottenuta la

promozione nella categoria superiore, la società gialloblu ha cominciato a rivendicare, nemmeno troppo velatamente, maggiore attenzione da parte di Palazzo Comunale. L’assessore allo Sport Luciano Capetti non ha quasi mai assecondato le richieste, andando dritto per la propria strada, ovvero quella, a suo dire, più conveniente per salvaguardare la dif-fusione dello sport agonistico cittadino a tutti i livelli e presso tutte le numerose società sportive.

A dire il vero, la querelle Pergocrema-Comune, di qualunque colore fosse quest’ultimo, risale alla not-te dei tempi. Passata la gestione Andreini degli anni ’80 (il leg-gendario Erasmo era proprietario di un per-sonale centro sportivo e non ha mai infastidi-to i sonni degli ammi-nistratori dell’epoca), sin dalla gestione dei fratelli Bianchi, il rapporto tra calcio e politici in città è stato controverso. Nemme-no dopo il rilancio del-la società ad opera di Max  Aschedamini, operazione fortemen-te sponsorizzata dagli allora assessori Anna Rozza e Agostino Al-loni, la tregua è stata firmata. Il sindaco Ceravolo è stato più volte contestato dal-la tifoseria gialloblu e l’assessore Maini e lo stesso Ascheda-mini hanno dato vita per anni a battaglie a colpi di veleno e ironia tagliente sulle pagine di tutti i giornali locali.

Ora la storia si ripete, con la piccola differenza che un Pergocrema nella vecchia C\1, a confrontar-si con città del calibro di Verona, Padova, Reggio Emilia, Venezia, Cesena, è un’opportunità di rilancio d’immagine per tutta la città. Calcoli puramente nu-merici potrebbero anche dare ragione al Palazzo: in fondo, la media spettatori dell’ultimo campionato è stata di 1.437 persone a partita.

Una cifra dignitosa e superiore agli anni prece-denti, ma “gonfiata” dal pienone del “Voltini” in occa-sione del derby con la Cremonese.

Se accantoniamo, infatti, i 3.983 paganti del derby e gli oltre duemila spettatori delle gare interne con-tro Verona e Cesena (con forte presenza ospite), la media spettatori si attesta su un modesto migliaio.

Ragion per cui, in termini elettorali, il centrodestra può tranquillamente proseguire a glissare. Rima-ne  da  sperare  che  il  patron Bergamelli,  vicino al presidente del Genoa Preziosi, non decida di andare  a  investire  altrove, relegando, come già successo in passato con la Reima quando il Comu-ne negò il palazzetto costringendo la formazione di volley a rinunciare all’A\1, un’altra esperienza positi-va dello sport cittadino al proprio anonimato e spe-gnendo ulteriormente la luce su questa città ancora troppo spenta.

sport

fotografia tratta da uspergocrema.it - immagine di sfondo di turydddu da flickr.com

Anche quest’anno la squadra gialloblu è stata costretta a fare la spola tra Crema e Cenate Sotto, nella profonda provincia orobica, dove sorge un funzionale centro sportivo privato che fa capo alla dirigenza di viale De Gasperi

Pergo, una vita in trasfertasempre aperta la questione del campo di gioco

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Il risultato di Sinistra e Libertà alle elezioni eu-ropee fotografa una storia che è ricomincia-ta, un cantiere che è partito, una mobilitazione che significa accumulo di energie intellettuali e di passioni civili. Soprattutto tra le giovani gene-razioni, cioè tra i veri protagonisti della nostra campagna elettorale.

Un soggetto politico neonato, spesso oscu-rato mediaticamente, con un rodaggio di poche settimane, ha raggiunto quel 3.1% che è un risultato importante, segno di una domanda di sinistra che vive, sia pure dispersa e fru-strata, nel nostro Paese. Il risultato è ancora più incoraggiante se lo si legge con le lenti del nostro Mezzogiorno, dove la proposta di Sini-stra e Libertà ha avuto affermazioni persino straordinarie. Nel Sud si è cominciato ad av-vertire il segno reale della politica economica e sociale delle destre, si è cominciato a intendere quanto la “questione settentrionale” sia una mi-naccia per l’universalità dei diritti e per l’unità del Paese.

Gli sconfitti di questa tornata elettorale sono tre. Il bipolarismo innanzitutto, cioè l’idea di poter ridurre ai due antagonisti (PDL e PD) la ricchezza culturale e politica che ha animato la storia italiana. Poi ha perso Berlusconi, si è cre-ata la prima crepa, la prima incrinatura nel rapporto con il suo popolo: una sorta di “idil-lio infranto” che rende visibilmente vulnerabile il volto arrogante dell’egemonia berlusconiana. E infine il PD, che ha perso moltissimi voti, soprat-tutto al Sud. È, secondo me, la sconfitta della vaghezza di chi crede di poter riempire il vuoto a sinistra ma è strutturalmente, politicamente e culturalmente impossibilitato a farlo.Il 10% degli italiani che hanno votato a si-

nistra del Pd e non saranno rappresentati nel Parlamento Europeo ci dicono quanto sia necessario proseguire il nostro lavoro, chiedere a ciascuno e a ciascuna di continua-re a tenere in piedi questo sogno utile che è la ricostruzione di una sinistra che abbia senso, che abbia significato e utilità, che abbia il co-raggio di costruire mobilitazione ed esperienza politica, di occuparsi di questioni scomode, di coniugare innovazione politico culturale e pro-getti autorevoli.

Si ricomincia quindi, da parole d’ordine chia-re: la questione sociale, la difesa della laicità dello Stato, il rilancio della scuola pubblica, la centralità della sicurezza del lavoro e sul lavoro, la tutela dell’ambiente e poi i diritti civili, sociali e umani. Col nostro 3,1 abbiamo inaugurato il can-

tiere della nuova sinistra italiana. Noi quel cantiere non lo chiuderemo ■

Nichi Vendola

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